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C on il documento “Il futuro sostenibile del lavoro terziario” approvato al XIII congresso nazionale, la Filcams ha indicato una prospettiva per il futuro del settore, nella consapevolezza del ruolo che lo stesso può svolgere per la crescita economica e sociale del paese e quale condizione per esercitare in positivo la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che vi sono addetti. I quattro anni che hanno caratterizzato il mandato congressuale che va a scadenza sono stati segnati da una crisi senza precedenti, con forti ripercussioni negative sui livelli occupazionali e sulle condizioni di lavoro. Per questo la Filcams individuava la necessità di guardare oltre l’emergenza, per sostenere una profonda innovazione nelle politiche di settore. Una necessaria innovazione e riorganizzazione che dovrà vivere ancora in un contesto di crisi, dove le contraddizioni da affrontare risulteranno ancora più stridenti e imporranno una rigorosa riflessione sui contenuti dell’azione sindacale di categoria. Il tema è il ruolo del Terziario nell’economia e nella società italiana e il contributo che potrà ancora apportare alla crescita occupazionale, superando i limiti ancora presenti nell’elaborazione e nella proposta confederale. Non si tratta di contrapporre il terziario all’economia manifatturiera, quanto di destinare a tutti i sistemi produttivi le indispensabili risorse per promuovere la qualità competitiva, affermando il bisogno di legalità, a partire ancora dalla lotta al lavoro nero e sommerso e un sistema che recuperi la forte evasione che pesa su tutta l’economia italiana, dove il 10% della popolazione detiene oltre il 40% delle ricchezze. In questo quadro, il documento proposto per il XIV congresso nazionale, intende indicare alcune direttrici fondamentali lungo le quali indirizzare il dibattito e la riflessione dell’intera organizzazione, con l’obiettivo di individuare e proporre le principali innovazioni politiche e organizzative che sono alla base della piattaforma per il governo della categoria nel prossimo mandato congressuale. Gli assi lungo i quali sviluppare tale riflessione vengono individuati in quattro azioni centrali dell’iniziativa Filcams: orientare, contrattare, rappresentare, rinnovare. Orientare le politiche di settore oltre la crisi, per offrire una solida e sostenibile prospettiva di sviluppo fondata sull’innovazione, l’equità e la qualità; contrattare al tempo della crisi, per mantenere salda la soglia dei diritti universali nell’articolata realtà del mondo del lavoro terziario; rappresentare il lavoro, includendo quello frammentato, precario e senza voce, nella rinnovata funzione del sindacato, all’interno di un nuovo sistema di relazioni sindacali; rinnovare, consolidando e sviluppando il progetto politico e organizzativo alla base dell’importante processo di rinnovamento avviato dalla Filcams con il XIII congresso. L a pesante recessione che ha colpito l’economia italiana non ha risparmiato il settore terziario, che ha conosciuto la sua prima crisi dalle dimensioni del tutto inedite. Tutti i principali settori ne sono rimasti colpiti, registrando situazioni di alta criticità sul piano occupazionale e della produzione, in relazione alla tenuta degli assetti produttivi. Il terziario distributivo Il crollo dei consumi ha determinato una crisi senza precedenti dell’intero sistema distributivo, sia della Moderna Distribuzione Organizzata, che delle piccole e medie realtà commerciali. Tale crisi assume connotati indubbiamente oggettivi, poiché è la conseguenza della diminuzione del reddito da lavoro e da pensione disponibile al consumo. La stessa crescita della disoccupazione e del ricorso alla cassa integrazione hanno contribuito a restringere la propensione al consumo di una parte significativa delle persone e delle famiglie italiane. Ma se la crisi ha avuto cause e dimensioni generali, europee e mondiali, nel nostro paese gli effetti sono stati più critici, per le ragioni già analizzate al precedente congresso, in particolare, il grave ritardo con il quale l’Italia ha colto la necessità di innovare la propria rete distributiva e le stesse politiche del consumo. Al contrario, tali ritardi hanno riproposto in questi quattro anni, sia da parte delle istituzioni, che delle imprese, ricette economicamente fallimentari e socialmente inaccettabili. Nel primo caso va annoverata la scelta principale del governo Monti, le liberalizzazioni nel settore le quali, contrariamente ai propositi che le hanno ispirate, né hanno incrementato i consumi, né l’occupazione, generando al contrario un peggioramento diffuso delle condizioni di lavoro nel settore. Dal canto loro le aziende hanno scaricato sul lavoro la ricerca di una marginalità perduta, perseguendo una riduzione dei costi attraverso la messa in discussione delle principali acquisizioni contrattuali, dando così vita alla pratica diffusa delle disdette degli accordi integrativi di secondo livello. La Filcams ribadisce la propria contrarietà alle liberalizzazioni indiscriminate del settore distributivo, sia in relazione alle nuove aperture, sia per quanto riguarda gli orari commerciali. La formula “ovunque e a qualsiasi ora” non garantisce rilancio dei consumi, maggiore occupazione e maggiori profitti da redistribuire, ma evidenzia i limiti di un modello che tende a livellare al ribasso diritti e salario. Obiettivo del prossimo mandato congressuale è dare continuità alla campagna La Festa non si vende, anche alla luce dei nuovi consensi registrati nel corso degli ultimi anni, sia da parte delle associazioni di categoria, sia nell’ambito della comunità ecclesiastica, sia da parte dei movimenti spontanei che si sono diffusi in varie parti del paese. Nello specifico, l’obiettivo è definire un provvedimento legislativo che modifichi le norme contenute nel decreto Salva Italia, restituendo la titolarità a Comuni e Regioni, nell’ambito della concertazione con le parti sociali. In questo quadro, andrà sviluppata, possibilmente unitariamente, un’azione verso i gruppi parlamentari, al fine di coordinare le diverse proposte di legge già depositate in Parlamento e giungere in tempi brevi a un riordino vero della materia. Contestualmente è necessario recuperare un progetto, fatto di linee guida condivise, per coordinare le nostre proposte utili ad affrontare la discussione, aperta in alcune Regioni, rispetto ai temi della distribuzione e provare, anche con la Confederazione, ad incidere ed orientare soluzioni diverse per il commercio e il territorio. Nel contesto della crisi del settore distributivo va rivolta una particolare attenzione al sistema della cooperazione di consumo, la cui distintività, che affonda le proprie radici nella dimensione sociale e nel valore del lavoro, è sempre più messa in discussione dall’agguerrita competizione di mercato. Va affermato, invece, il modello cooperativo quale risposta qualitativa possibile e più avanzata, contro ogni spinta alla omologazione. Ciò, sia rispetto al sistema delle relazioni sindacali, dove anche tra le aziende Cooperative si è diffusa la prassi delle disdette della contrattazione di secondo livello, sia rispetto alla ridefinizione del modello d’impresa, per rendere la qualità del lavoro, della vita e dell’ambiente coerente con la visione sostenibile dello sviluppo e dei consumi. Una nuova qualità del settore distributivo impone una lotta rigorosa per la legalità, contro la penetrazione malavitosa, che, radicatasi nel Sud, si è ormai allargata all’intero paese, facendo del settore una delle principali attività del riciclaggio e serio ostacolo allo sviluppo delle imprese sane. La battaglia per la legalità riguarda l’intero terziario, in particolare negli appalti, come nel turismo, dove le infiltrazioni mafiose generano una larga diffusione del lavoro nero, un abbassamento dei diritti di chi lavora e l’inquinamento del mercato. La Filcams deve promuovere un progetto mirato per la legalità nel terziario, individuando le situazioni più esposte al rischio, orientando sia l’azione contrattuale territoriale, che il confronto istituzionale per la messa in atto delle misure di contrasto indispensabili. Il settore turistico e l’economia della cultura La crisi del settore turistico, pur mantenendosi a livelli significativi, rispetto agli altri settori del terziario è apparsa in parte relativamente attenuata per il contributo dato dal costante flusso di visitatori stranieri. Ciò conferma la significativa attrazione che il nostro paese mantiene e assegna al settore una valenza strategica nel delineare nuove politiche per la crescita. L’assenza di un ruolo attivo giocato dal ministero del Turismo, la competenza data alle Regioni dalla riforma del titolo V, hanno creato ulteriore frantumazione nell’offerta, indebolendo la forza competitiva del brand Italia ed evidenziando la nostra incapacità di “fare sistema”. T U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z I Rassegna Sindacale ••• SEGUE A PAGINA 18 I.R. al numero 7/2014 di Rassegna Sindacale ORIENTARE Investire sul nuovo terziario innovato per uscire dalla crisi O PREMESSA Terziario02_ok 14/02/14 15:33 Pagina 17

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Con il documento “Il futurosostenibile del lavoro terziario”

approvato al XIII congressonazionale, la Filcams ha indicato unaprospettiva per il futuro del settore,nella consapevolezza del ruolo che lostesso può svolgere per la crescitaeconomica e sociale del paese equale condizione per esercitare inpositivo la tutela delle lavoratrici e deilavoratori che vi sono addetti.I quattro anni che hannocaratterizzato il mandatocongressuale che va a scadenzasono stati segnati da una crisi senzaprecedenti, con forti ripercussioninegative sui livelli occupazionali esulle condizioni di lavoro. Per questola Filcams individuava la necessità diguardare oltre l’emergenza, persostenere una profonda innovazionenelle politiche di settore. Unanecessaria innovazione eriorganizzazione che dovrà vivereancora in un contesto di crisi, dove lecontraddizioni da affrontarerisulteranno ancora più stridenti eimporranno una rigorosa riflessionesui contenuti dell’azione sindacale dicategoria.Il tema è il ruolo del Terziarionell’economia e nella società italianae il contributo che potrà ancoraapportare alla crescitaoccupazionale, superando i limitiancora presenti nell’elaborazione enella proposta confederale. Non sitratta di contrapporre il terziarioall’economia manifatturiera, quantodi destinare a tutti i sistemi produttivile indispensabili risorse perpromuovere la qualità competitiva,affermando il bisogno di legalità, apartire ancora dalla lotta al lavoronero e sommerso e un sistema cherecuperi la forte evasione che pesasu tutta l’economia italiana, dove il10% della popolazione detiene oltre il40% delle ricchezze.In questo quadro, il documentoproposto per il XIV congressonazionale, intende indicare alcunedirettrici fondamentali lungo le qualiindirizzare il dibattito e la riflessionedell’intera organizzazione, conl’obiettivo di individuare e proporre leprincipali innovazioni politiche eorganizzative che sono alla basedella piattaforma per il governo dellacategoria nel prossimo mandatocongressuale.Gli assi lungo i quali sviluppare taleriflessione vengono individuati inquattro azioni centrali dell’iniziativaFilcams: orientare, contrattare,rappresentare, rinnovare.Orientare le politiche di settore oltrela crisi, per offrire una solida esostenibile prospettiva di sviluppofondata sull’innovazione, l’equità e laqualità; contrattare al tempo dellacrisi, per mantenere salda la sogliadei diritti universali nell’articolatarealtà del mondo del lavoro terziario;rappresentare il lavoro, includendoquello frammentato, precario e senzavoce, nella rinnovata funzione delsindacato, all’interno di un nuovosistema di relazioni sindacali;rinnovare, consolidando esviluppando il progetto politico eorganizzativo alla basedell’importante processo dirinnovamento avviato dalla Filcamscon il XIII congresso.

L a pesante recessione che hacolpito l’economia italiana non harisparmiato il settore terziario, cheha conosciuto la sua prima crisi

dalle dimensioni del tutto inedite. Tutti iprincipali settori ne sono rimasti colpiti,registrando situazioni di alta criticità sulpiano occupazionale e della produzione, inrelazione alla tenuta degli assetti produttivi.

Il terziario distributivo

Il crollo dei consumi ha determinato unacrisi senza precedenti dell’intero sistemadistributivo, sia della ModernaDistribuzione Organizzata, che dellepiccole e medie realtà commerciali. Talecrisi assume connotati indubbiamenteoggettivi, poiché è la conseguenza delladiminuzione del reddito da lavoro e dapensione disponibile al consumo. La stessacrescita della disoccupazione e del ricorsoalla cassa integrazione hanno contribuito arestringere la propensione al consumo diuna parte significativa delle persone e dellefamiglie italiane.Ma se la crisi ha avuto cause e dimensionigenerali, europee e mondiali, nel nostropaese gli effetti sono stati più critici, per leragioni già analizzate al precedentecongresso, in particolare, il grave ritardocon il quale l’Italia ha colto la necessità diinnovare la propria rete distributiva e lestesse politiche del consumo.Al contrario, tali ritardi hanno riproposto inquesti quattro anni, sia da parte delleistituzioni, che delle imprese, ricetteeconomicamente fallimentari e socialmenteinaccettabili. Nel primo caso va annoveratala scelta principale del governo Monti, leliberalizzazioni nel settore le quali,contrariamente ai propositi che le hannoispirate, né hanno incrementato i consumi, né l’occupazione, generando alcontrario un peggioramento diffuso dellecondizioni di lavoro nel settore.Dal canto loro le aziende hanno scaricatosul lavoro la ricerca di una marginalitàperduta, perseguendo una riduzione dei costi attraverso la messa in discussione delle principali acquisizionicontrattuali, dando così vita alla praticadiffusa delle disdette degli accordiintegrativi di secondo livello.

La Filcams ribadisce la propriacontrarietà alle liberalizzazioniindiscriminate del settore distributivo,sia in relazione alle nuove aperture,sia per quanto riguarda gli oraricommerciali. La formula “ovunque e a qualsiasi ora” non garantiscerilancio dei consumi, maggioreoccupazione e maggiori profitti daredistribuire, ma evidenzia i limiti diun modello che tende a livellare alribasso diritti e salario.Obiettivo del prossimo mandatocongressuale è dare continuità allacampagna La Festa non si vende,anche alla luce dei nuovi consensiregistrati nel corso degli ultimi anni,sia da parte delle associazioni dicategoria, sia nell’ambito dellacomunità ecclesiastica, sia da parte deimovimenti spontanei che si sonodiffusi in varie parti del paese.Nello specifico, l’obiettivo è definireun provvedimento legislativo chemodifichi le norme contenute neldecreto Salva Italia, restituendo latitolarità a Comuni e Regioni,nell’ambito della concertazione con leparti sociali. In questo quadro, andràsviluppata, possibilmenteunitariamente, un’azione verso igruppi parlamentari, al fine dicoordinare le diverse proposte dilegge già depositate in Parlamento egiungere in tempi brevi a un riordinovero della materia.Contestualmente è necessariorecuperare un progetto, fatto di lineeguida condivise, per coordinare lenostre proposte utili ad affrontare ladiscussione, aperta in alcune Regioni,rispetto ai temi della distribuzione eprovare, anche con laConfederazione, ad incidere edorientare soluzioni diverse per ilcommercio e il territorio.

Nel contesto della crisi del settoredistributivo va rivolta una particolareattenzione al sistema della cooperazionedi consumo, la cui distintività, che

affonda le proprie radici nella dimensionesociale e nel valore del lavoro, è sempre più messa in discussionedall’agguerrita competizione di mercato.Va affermato, invece, il modellocooperativo quale risposta qualitativapossibile e più avanzata, contro ognispinta alla omologazione. Ciò, sia rispetto al sistema delle relazionisindacali, dove anche tra le aziendeCooperative si è diffusa la prassi delledisdette della contrattazione di secondolivello, sia rispetto alla ridefinizione delmodello d’impresa, per rendere la qualitàdel lavoro, della vita e dell’ambiente coerente con la visione sostenibile dellosviluppo e dei consumi. Una nuova qualità del settore distributivoimpone una lotta rigorosa per la legalità, contro la penetrazionemalavitosa, che, radicatasi nel Sud, si è ormai allargata all’intero paese,facendo del settore una delle principali attività del riciclaggio e serio ostacolo allo sviluppo delleimprese sane.La battaglia per la legalità riguarda l’intero terziario, in particolare negliappalti, come nel turismo, dove leinfiltrazioni mafiose generano una largadiffusione del lavoro nero, unabbassamento dei diritti di chi lavora el’inquinamento del mercato.La Filcams deve promuovere un progettomirato per la legalità nel terziario,individuando le situazioni più esposte alrischio, orientando sia l’azionecontrattuale territoriale, che il confrontoistituzionale per la messa in atto dellemisure di contrasto indispensabili.

Il settore turistico e l’economia della cultura

La crisi del settore turistico, purmantenendosi a livelli significativi,rispetto agli altri settori del terziario èapparsa in parte relativamente attenuataper il contributo dato dal costante flusso di visitatori stranieri. Ciò conferma la significativa attrazioneche il nostro paese mantiene e assegna alsettore una valenza strategica neldelineare nuove politiche per la crescita.L’assenza di un ruolo attivo giocato dalministero del Turismo, la competenza data alle Regioni dalla riforma del titolo V,hanno creato ulteriore frantumazionenell’offerta, indebolendo la forzacompetitiva del brand Italia edevidenziando la nostra incapacità di “fare sistema”.

T U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z IRassegna Sindacale

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Con l’iniziativa dell’8 luglio 2013 laFilcams ha scelto con decisione dioperare un forte investimento intermini d’iniziativa sul turismo,assumendo come asse propositivo ilbinomio cultura e turismo. Unobiettivo centrale per il prossimomandato dovrà essere promuovere lanascita di un dialogo troppo spessosottovalutato tra cultura (intesa nelsenso più ampio) e turismo,guardando non solo alla capacitàdella cultura di sviluppare economiedi filiera, che esprimono nuovi valori,inclusione, crescita sociale, elevandoil livello qualitativo del vivere, masoprattutto all’innegabile capacità diinfluenzare in maniera orizzontaletutte le verticalità produttive. Creare una economia della culturasignifica investire e trarre vantaggioin termini di produzione di nuovaricchezza da ciò che una culturavalorizzata, tutelata, conservatagenera soprattutto in termini diindotto. Nessuno si è mai posto laquestione di misurare quanto unmonumento produce in termini diindotto (servizi, ristoranti, bar,alberghi). Investire nella salvaguardiadel patrimonio e nelle attivitàculturali è dunque determinante perrilanciare il turismo e le attivitàproduttive del nostro paese,attraverso un investimento pubblico eun rapporto col privato, che varegolato e veicolato, che dia centralitàa un settore strategico per ladefinizione di un nuovo modello disviluppo basato sulla sostenibilità esulla qualità.

L’ingente patrimonio storico, artistico,culturale, ambientale di cui dispone ilnostro paese costituisce la materia primaper sviluppare un’offerta turisticaplurale, in grado di attenuare gli effettinegativi del turismo “mordi e fuggi” edella stagionalità. Ricostruire le filieredel cibo e della cultura genera buonturismo e riattiva l’iniziativa economica.Quanti sono i turismi possibili? Turismo balneare, turismo montano,turismo termale/wellness, turismoculturale, turismo sportivo, turismosociale, enogastronomico, congressuale e quanti ancora!In questo ambizioso percorso la Filcamsdeve essere in grado a livello nazionale eterritoriale di orientare scelte e percorsi,anche avvalendosi delle competenze digiovani ricercatori ed esperti, spessopresenti anche nelle fila dei nostridelegati, che possono fornire contributiutili a sostenere sul piano scientifico le nostre proposte.

La Filcams intende battersi per unPiano nazionale del turismointegrato, fondato sullainterlocuzione attiva delle istituzioni,dei soggetti privati e di tutte le partisociali. Questo progetto nazionaledeve fondarsi, da un lato, sul rilanciodella domanda interna, attraversol’integrazione dell’offerta turisticacomplessiva; dall’altro, sullaqualificazione professionale dellavoro, in alternativa ai processi didestrutturazione e dequalificazionedell’impresa turistica italiana.Per rilanciare la domanda interna, lacultura appare sicuramentel’elemento più attrattivo, come giàaltri paesi europei hannosperimentato nel pieno dellarecessione. Al tempo stesso occorreavere consapevolezzadell’interdisciplinarietà di talestrategia, poiché un Piano nazionalenon può non dare risposte al deficitinfrastrutturale, alle politiche disalvaguardia dell’ambiente, allepolitiche di recupero, restauro evalorizzazione del patrimoniostorico-culturale, alle politiche per laformazione degli operatori e perl’implementazione delle retitelematiche. Si tratta dunque dipassare a un approccio integrato disalvaguardia e tutela dell’esistente,con azioni che coinvolgano in modotrasversale l’insieme delle politiche

territoriali, delle dinamicheproduttive, culturali e sociali dell’area.La riproposizione di una modernaforma di turismo sociale è, al tempostesso, parte integrante di unastrategia di riorganizzazionedell’offerta. Investire nell'offertaculturale del Paese rappresentainoltre una scelta strategicafondamentale per offrire, inparticolare a fasce specifiche dipotenziali fruitori quali i giovani egli anziani, luoghi di aggregazione emodalità di consumo nuove chearricchiscono il tempo libero fuoridai canali tradizionali.Ma se la competizione avvienesempre più sul terreno del rapportocosti/qualità, altrettanto centralisono le politiche di sostegno verso ilconsolidamento del sistema delleimprese turistiche, la cuidestrutturazione produce un gravecalo nella qualità dell’offerta. Unnuovo sistema di qualificazione delleimprese, che abbia fra i suoiparametri di misurazione la qualitàdel lavoro, non è più procrastinabile,essendo ormai acclarato che laprofessionalità degli addetti rafforzala domanda rendendola piùstrutturale e ampia.In questo quadro diventa centralel’azione di contrasto all’illegalità eall’irregolarità nel settore, ancheattraverso campagne informativemirate nelle scuole e nelle università,in quanto il turismo è spesso ilsettore in cui si sviluppa il primoapproccio al mondo del lavoro, oltreche per la grande fetta di formazioneprofessionale ad essa orientata.

I servizi

Fra le principali criticità determinatedalla crisi di questi anni, vi è senzadubbio quella dei servizi in appalto, per i quali si pone una vera questione di prospettiva, resa assolutamenteincerta dalle scelte operate in materia di spesa pubblica.La spending review, rivelatasiun’operazione di tagli lineari, ha ridottodrasticamente le risorse che gli entihanno storicamente destinato ai servizi inappalto, prevalentemente quelli dipulizia e non solo, come nel caso delsettore dei dipendenti da proprietari difabbricati, i veri portieri, che, con ladismissione degli stessi, perderanno,oltre al lavoro, anche la casa.

La prima questione che si pone èquella legata all’emergenzaoccupazionale negli appalti, per la quale occorre insisterenell’obiettivo di rivendicare unagestione delle gare che mirino aobiettivi di trasparenza, qualità deiservizi da erogare da coniugarecorrettamente a parametri diefficienza ed economicità. Solo attraverso la correttaapplicazione dei criteri sopraelencati si può rispondereall’emergenza occupazionale che itagli lineari messi in campo in questi ultimi anni hanno prodottoin primo luogo negli appalti di pulizia e servizi ausiliari dellescuole, dove è necessario darerisposte certe e strutturate persuperare quanto prodotto dallanuova convenzione Consip. A questo fine è indispensabileindividuare la necessaria coperturafinanziaria per la proroga degli appalti e la modifica dellerelative convenzioni già attivate,pena la riduzione di migliaia di posti di lavoro.La Filcams ha assunto decisamentetale vertenza, che necessita il sostegno generale del sindacatoconfederale.

Vi è un’emergenza non differibile che parla di migliaia e migliaia dilavoratrici e lavoratori, ma il tema deiservizi in appalto, al di là e oltre ogniemergenza, impone una nuovariflessione sul futuro di tali attività. Nella logica del governo attuale, ilproblema va affrontato attraverso unanuova internalizzazione dei servizi acarico dei dipendenti delle variepubbliche amministrazioni o a unariduzione ai minimi essenziali, permancanza di risorse. Tale prospettiva,ieri come oggi, appare velleitaria, inquanto la stessa pubblicaamministrazione ha subìto da anni ilblocco delle assunzioni, a partire dalblocco del turn-over, generando pianteorganiche al limite della sostenibilità.Tali ne sono gli effetti prodotti da questa prima fase di riduzione dei servizi in appalto, con un calodrastico della qualità degli ambientiscolastici e conseguente chiusura deiplessi scolastici in alcuni territori del paese a seguito dell’impossibilità di mantenere corrette condizioniigienico-sanitarie.

La Filcams deve farsi caricodell’apertura di un confronto internoalla Confederazione sulla qualità deiservizi, per evitare contrapposizionee corporativismi tra categorie,pubbliche e private, e per definireuna proposta credibile e sostenibiledi gestione delle attività di servizio,in un quadro di integrazione trapubblico e privato e di fronte aquanto si prospetta per ilrecepimento delle direttive europeedi riforma degli appalti pubblici.Dato che le nuove norme europeeconsentono, in riferimento allanorma sulle “condizioni di esecuzionedell’appalto”, che le amministrazioniaggiudicatrici possono esigerecondizioni particolari in materiasociale, occupazionale, ambientale,occorre lavorare su queste nuoveregole per arrivare, nel percorso direcepimento, a vere e proprie clausolesociali da introdurre nei bandi gara.In questo quadro va posta unaparticolare attenzione al ruolo dellecooperative nei cambi di appaltopubblici, dove occorre esigerecondizioni che evitino l’obbligo diassunzione attraverso il rapportosocietario, nel rispetto di quantoprevisto dai regolamenti di ognisingola cooperativa.La definizione di una strategiagenerale della Confederazione e dellecategorie diventa quindifondamentale per definire unaprospettiva di futuro del settore deiservizi in appalto, nonché perindividuare valide alternativeoccupazionali, a fronte di un eventualeridimensionamento del settore.

Ma è l’intero mondo dei servizi,rappresentato dalle tante e diversificaterealtà imprenditoriali e professionali delpianeta Filcams, che necessita di unanuova elaborazione progettuale. Ne ha bisogno il mondo delle professionie quello delle figure professionali piùalte. In particolare il mondo dell’Ict e inuovi perimetri dei servizi legati aldigitale e alle applicazioni mobili, conl’enorme potenziale di sviluppooccupazionale e competitivo chepossiede e che attende ancora dalsindacato una capacità di rappresentanzache sia in grado di raccogliere e tradurreistanze nuove e specifiche. E ancora, il pianeta semi-sommerso deiservizi alla persona ha registrato in questiultimi anni un’ulteriore espansione dellavoro domestico, in particolare diassistenza alle persone anziane e disabili,come conseguenza anche della riduzionedello Stato sociale: la Filcams vuole esserein grado di riprogettare tutela erappresentanza anche per questo mondo.Lo necessita il mondo della sicurezzaprivata, a fronte delle profondetrasformazioni che hanno investito ilsettore, che debbono trovare sintonie siasul versante contrattuale, che su quellolegislativo. Questo settore necessita diun’attenzione particolare, dopo levicende che hanno portato alla firmadell’ultimo Ccnl.Il settore della Vigilanza privata, tanto inItalia quanto in Europa e nel resto delmondo, è in profonda trasformazione, inparte influenzata dalla crisi. La rapidaevoluzione delle tecnologie,particolarmente importanti in alcuniservizi di vigilanza e la necessità delleimprese di ritagliarsi nuove fette dimercato hanno profondamentetrasformato il settore, facendo sì che,ormai, a livello europeo, si parli di Servizidi sicurezza integrati e non più diSicurezza privata. La categoria, nei prossimi anni, per farsiattore protagonista del governo deicambiamenti, si dovrà impegnare asviluppare quanto stabilito nel seminariodell’ottobre 2013; riproponendo la sceltadella ricomposizione della filiera dellasicurezza, coinvolgendo anche le altrecategorie interessate e la confederazione.Occorre attivare politiche mirate sulsettore per quanto riguarda la questionedegli appalti, anche promuovereiniziative con il ministero degli Interni,per una più puntuale definizione degliobiettivi sensibili, e quindi di esclusivapertinenza della Vigilanza privata.

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N egli ultimi quattro anni lapesante crisi che ha investito ilsettore ha reso difficile ogniforma di contrattazione

acquisitiva. Sia la contrattazione nazionale,in particolare con l’accordo separato nelterziario, sia quella di secondo livello,caratterizzata dalla disdetta di gran partedei contratti integrativi, ha avuto carattere prevalentemente restitutivo,caratterizzata da una graduale perdita di potere negoziale.Il sindacato di categoria si è trovato inquasi tutte le situazioni di fronte allanecessità di assicurare la continuitàaziendale e la tutela dei livellioccupazionali. Soprattutto nelMezzogiorno, dove la scelta molto diffusadella grande distribuzione diabbandonare le aree del Sud, ha creatogravi contraddizioni nellacontrapposizione tra diritti e lavoro.Il bilancio di questi quattro anni fotografaun indubbio arretramento dellecondizioni economiche e normative deidipendenti dei principali settori delterziario, a fronte del tentativo dicontenimento della crisi occupazionale edel mantenimento di un sistemacontrattuale incentrato sul doppio livello.Il Contratto nazionale è il pilastro su cuipoggia ancora oggi la regolazione deirapporti di lavoro e unico strumento ditutela delle condizioni di lavoro e disalario per milioni di lavoratori. La marginalità con cui si è sviluppata lacontrattazione di II livello, come altreforme di contrattazione, sociale, di sito, di filiera, rende ancora piùevidente e vivo il suo ruolo. A fronte di una crisi che non sembra averimboccato la via del suo superamentooccorre definire come gestire una stagionecontrattuale avviata, che al livellonazionale, quanto al secondo livello tendea riproporre le medesime dinamiche chehanno condizionato l’attività contrattualedegli ultimi anni.Tale situazione ha esposto ancora più ilContratto nazionale a pesanti attacchi,perché considerato un sistema di lacciche impedisce la produttività, laredditività, conservando un insieme didiritti anacronistici che pesano in manierainsostenibile sui costi delle imprese. La proliferazione dei contratti,l’assottigliamento della massa critica a cuisi rivolgono, i tempi di contrattazionedilatati, la derogabilità automatica, l’art 8,sono tutti fattori che depotenziano questostrumento portando alla demolizioneprogressiva dei contratti nazionali e,tramite questo, delle condizioni di lavoro.

L’obiettivo della riduzione dei contrattie l’ingerenza tra le sfere contrattuali di quelli già esistenti sono aspetti che devono trovare una connotazioneben precisa nel dibattito sindacale.L’estensione ai nostri settori degliaccordi sulla rappresentanza puòrappresentare un significativomiglioramento, ma insufficiente senon collegato a un progetto chedelinei un riordino nella e dellacontrattazione nazionale. Rimuoverel’attuale assetto, attraverso un lavoroprogettuale, è compito difficileperché non perseguibile attraversofacili semplificazioni.

La contrattazione quale azione primaria efondamentale del sindacato, condotta nelcontesto della crisi di questi anni,necessita una riflessione in grado diverificare la capacità di migliorareconcretamente le condizioni di lavoro. Una prima verifica deve essere rivolta auno dei temi più sensibili dellacontrattazione, soprattutto nel settore delcommercio e conseguentemente nel suoindotto, relativa al lavoro domenicale. Perdare continuità e innovazione alla lottacontro le liberalizzazioni, abbiamonecessità contestualmente di verificare ed

eventualmente riposizionare la coerenzadelle pratiche contrattuali.Si rende necessario ridefinire la nostraazione contrattuale, ponendo fermamentedue direttrici: con quali strumenti sirisponde alle emergenze e alle crisispesso strutturali delle aziende o di intericomparti e come si compone la linea didemarcazione invalicabile dei diritti edelle tutele, che non possono essere lesi,rendendoli quindi indisponibili,verificando in questo secondo caso se loscambio operato sui contratti stessirappresenta sempre una condizioni diequilibrio convincente.È il caso del ricorso sempre più diffusoalle deroghe, sulle quali, pur confermandola posizione di contrarietà sempreespressa in merito alla derogabilitàautomatica e alle pratiche di assunzioneacritica delle stesse, non è possibileesimersi dall’analizzare le ragioni dicontesto che le hanno determinate.

Va respinta, tuttavia, a qualsiasi titolo,la tentazione di utilizzare gli effettidella crisi per realizzare interventi dimodifica strutturale degli attualiassetti contrattuali, a fronte delladisponibilità ad operare solointerventi di necessità, temporanei esperimentali, che salvaguardino letutele di legge, e le condizionieconomiche e normative esistenti. La contrattazione deve mantenere alsuo centro le esigenze reali dellepersone e costruire un modello diqualità del lavoro incardinato a unsistema solidaristico. Il sistema dellabilateralità, la conciliazione dei tempidi vita e di lavoro, la dinamica degliorari e l’organizzazione del lavorocomplessivamente intesa, restanosolo enunciazioni di principio se nonpossono essere agite tramite lacontrattazione. Contestualmente,occorre con nuovo slancio ancorare

sempre più alla contrattazione il binomio formazione e lavoro, nonlasciando la formazione in una zonaacritica e passiva.Un binomio che deve vivere insinergia con i sistemi di formazioneinterprofessionale anche percondizionarne gli indirizzi rispettoalle esigenze reali dei nostri settoriperché, anche la formazione, puòrappresentare uno strumento dirafforzamento e qualificazione dellecompetenze e professionalitàdiventate ancora più fragili davanti crisi.

L’esperienza di questi anni ha affidato allacontrattazione di secondo livello, ancheper incentivarne la diffusione, materiefondamentali come quelle degli orari,delle flessibilità concordate, delle azionidi inclusione e di lotta alla precarietà del lavoro (contratti a termine,consolidamento del part time, ecc), dellaconciliazione e della sperimentazione diforme di welfare. Ma, le buone praticheregistrate convivono con le debolezze eper questo, è necessario che il secondolivello trovi anche nuove declinazioni.La contrattazione deve parlare sempre più di inclusività, rivolgendosiprioritariamente al futuro di molti giovaniprecari e invisibili. Deve contestualmenteessere in grado di interloquire e tradurre,senza ostacoli, nuove esigenze dettate da un lavoro che si è modificato ancheper la presenza di giovani lavoratori conaspettative, stili di vita e necessitàspecifiche che hanno un rapportodistante spesso con il sindacato echiedono forme di rappresentanza etutele contrattuali “non tradizionali”.Ma inclusività per la Filcams devecontinuare a trovare una declinazioneampia nella contrattazione perché restafondamentale costruire risposte ai diritti eal reddito delle lavoratrici e lavoratoriincidendo sui modelli organizzativi delle aziende. È ancora centrale unaprecarietà dello stesso contratto a tempoindeterminato fatto di “part timeinvolontari” che condizionano la vita, le scelte e la prospettiva pensionistica di intere generazioni di giovani esoprattutto di donne.Temi quali il welfare, la casa, la continuitàdel reddito ci vengono posti in modo

sempre più insistente dai lavoratori di cuiproviamo a tutelare le istanze, inparticolare per i giovani che si trovano inuna condizione di povertà e assenza diautonomia sempre più prolungata. LaFilcams, come prima categoria tra ilavoratori attivi, deve dare impulso allacontrattazione territoriale e socialeaffinché affronti questi temi, stimolandola confederazione e orientandone lescelte, anche in rapporto al contributo chela bilateralità del terziario può agire inquesti termini.

Il mandato congressuale deve provarea tradurre obiettivi importanti giàpresenti nelle analisi confederali,facendo della Filcams un laboratoriodi nuove forme di contrattazione.Interi settori e problematiche, per laparticolarità e frammentarietà deltessuto produttivo e dellarappresentanza devono trovare nuoviluoghi in cui costruire risposte. Perquesto la contrattazione di sito equella sociale devono avere nuovoimpulso per collegare i luoghi dilavoro al territorio. La riduzione delwelfare (assistenza, asili, mobilitàterritoriale ecc) che si riflettenegativamente anche sul lavoro e ledinamiche degli appalti sono duematerie che non possono riguardaresolo i lavoratori della Filcams. Di conseguenza, è fondamentale darecorpo, con la Confederazione ai varilivelli, a un progetto orizzontale dicontrattazione che sintetizzi leesigenze e le potenziali conflittualitàdelle varie categorie coinvolte.

La bilateralità nel terziario costituisceun’esperienza e un patrimonioimportante per offrire strumenticomplementari alla contrattazione,nell’azione di tutela e di miglioramentodelle condizioni di lavoro.Nel ribadirne la fonte contrattuale, laFilcams è impegnata senza incertezzenell’azione per qualificare il ruolo della bilateralità e del welfarecontrattuale, la cui finalità prioritaria restal’erogazione delle prestazioni allelavoratrici e ai lavoratori.Inoltre l’intento deve essere, sempre più,quello di qualificare il sistema delle imprese, agire con politiche diemersione, regolarità e sicurezza dellavoro, della formazione professionale edi sostegno al reddito.La funzione complementare dellabilateralità risulta più efficace a frontedella costruzione di un sistema universaledi tutele per i settori attualmentepenalizzati. Per questo, l’azione per laqualificazione della bilateralità di settorenon può essere disgiunta e ancor menovissuta in alternativa all’estensione degliammortizzatori sociali a tutto il settoreterziario, in particolare dopo una riformache ha visto peggiorare le condizioni ditutela e di sostegno antecedenti all’entratain vigore della legge 92.Allo stesso tempo si impone la riformadella governance del sistema bilateralenazionale e territoriale in modo darispondere ai nuovi fabbisogni deilavoratori e delle imprese con maggioreefficacia.

L a crisi della rappresentanza havissuto in questi ultimi quattroanni processi che hannosempre più coinvolto lo stesso

mondo delle imprese. Nel terziario, inparticolar modo, l’uscita diFederdistribuzione da Confcommercio, ladisarticolazione vissuta nel settoreturismo, le vicende legate al rinnovo delCcnl vigilanza ed altro ancora hannomodificato sostanzialmente lo scenarioche tradizionalmente caratterizzata la

rappresentanza datoriale.La crisi che ha investito il settore haindubbiamente svolto la sua parte nelfavorire tali processi, poiché le ricetteindividuate da parte delle imprese hannoevidenziato una forte spinta corporativa esettorialistica. Ma tale fenomeno vaindagato più a fondo, perché espressionedi più ampie trasformazioni che hannoinvestito la composizione complessivadegli interessi e del sistema delleimprese, che porranno al sindacato la

necessità di aggiornare ed innovare lestesse politiche rivendicative.Per contro, una delle più rilevanti novitàdegli ultimi quattro anni è la definizionedel nuovo sistema della rappresentanza edella rappresentatività, quale base delnuovo sistema di relazioni sindacali.L’accordo raggiunto con la Confindustriaapre la strada ad una più generalizzataapplicazione dei pilastri di questo nuovosistema, il voto delle lavoratrici e deilavoratori per la validazione degli accordie la misurazione della effettivarappresentatività sindacale. Chirappresenta chi? ha sempre costituitouno degli obiettivi centrali della battagliacondotta dalla Cgil per la democraziasindacale, così come il pronunciamentonon solo degli iscritti, ma di tutti colorointeressati agli esiti di un negoziatocontrattuale.

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CONTRATTARE CContrattareai tempi della crisi

Rappresentare tutto il lavorodel pianeta terziario

RAPPRESENTARE R

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Page 4: ORIENTARE O Investire sul nuovo terziario innovato per ... · Filcams: orientare, contrattare, rappresentare, ... dell’impresa turistica italiana. Per rilanciare la domanda interna,

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La Filcams ritiene indispensabile chele nuove regole sulla rappresentanza esulla rappresentatività vengano esteseanche al mondo del terziario, giàcaratterizzato dalla pratica degliaccordi separati. Dopo l’accordo raggiunto con le centrali cooperative,occorre portare a buon fine il tavoloavviato con la Confcommercio, tantopiù in presenza di una stagionecontrattuale complessa e impegnativa.Anche per questo, occorre definireuna proposta in grado di esprimere lepeculiarità del settore, in particolare,sui criteri di misurazione degli iscritti,che nel terziario non sono legati soloalla delega.

Rispetto all’accordo realizzato con laConfindustria il settore terziario hamaggiori difficoltà ad esprimere il datoelettivo per la scarsa diffusione delle rsu ersa. Alle difficoltà già esistenti nei settoripiù strutturati (grande distribuzione,ristorazione collettiva, alberghi, appalti,…)si sommano quelle ancor più consistentinel rappresentare settori ad altaframmentazione, fino al prevalere di unatipologia lavorativa caratterizzata dallapresenza individuale sul luogo di lavoro(lavoro domestico, studi professionali,…).I delegati sindacali non possono

rappresentare la riserva indiana delsindacato nel terziario. La Filcams deveproseguire nell’opera d’inclusione ereclutamento delle nuove generazioni,anche attraverso la formazione, persuperare il limite che spesso ci ha vistoscontare difficoltà legate a unarappresentanza troppo statica. Questo obiettivo si pone in modostrategico rispetto all’affacciarsi sul nostromercato di aziende con modelliorganizzativi nuovi, la cui forza lavoro ècostituita principalmente da giovani, dalterziario avanzato alla distribuzioneorganizzata, che richiedono un approccioin grado di far tesoro degli aspettiinnovativi positivi e allo stesso tempo di regolare e contrastare forme diflessibilità e di contenimento del costodel lavoro del tutto insostenibili.

La costruzione, il rinnovo e ladiffusione della rete dei rappresentantisindacali (rsu, rsa, rls) deverappresentare l’obiettivo prioritariodel prossimo mandato congressuale.Occorre in primo luogo sviluppareun’ampia campagna di rinnovamentodei delegati, per favorire ilcoinvolgimento di nuove lavoratrici e nuovi lavoratori, giovani, donne,migranti, per rappresentare le

problematiche che il lavoro nel terziario ha determinato nel suosviluppo più recente, assicurandoloro, attraverso una formazionesistematica e capillare sul territorio,adesione consapevole e strumenti utiliall’azione sindacale. In questo quadrola Filcams deve sollecitare lenecessarie intese unitarie perpromuovere le elezioni per il rinnovodelle rsu nei luoghi di lavoro.In secondo luogo, occorresperimentare nuove forme dellarappresentanza sindacale unitaria e diorganizzazione nei settorimaggiormente frammentati, siaattraverso il sostegno dellacontrattazione, che di politicheorganizzative mirate. Si pone in questoambito anche la necessità di unrafforzamento della nostra azione ailivelli di sito e di filiera, attraverso iquali possiamo più facilmenteintercettare il lavoro frammentato,ricostruendo le catene diresponsabilità e costruendo solidarietàtra i lavoratori su obiettivi comuni.In questo quadro, va sviluppatal’iniziativa per valorizzare il ruolodegli rls e rlst, che, nell’ambito diquanto previsto dalle leggi in materiadi sicurezza sul lavoro, possono

contribuire a un decisivo rafforzamento della rappresentanza,grazie alle agibilità supplementari e al forte patrimonio di militanza che rappresentano.

In questo quadro si pone l’esigenza dirafforzare l’iniziativa sui Quadri e le Alteprofessionalità, che vede impegnata laFilcams anche sul versante europeo, conla vice-presidenza di Eurocadres. La parola chiave anche in questo mondoè la contrattazione inclusiva, per figurelavorative che vivono e rinnovanoquotidianamente scelte di carriera concosti sociali e familiari altissimi. La conciliazione dei tempi di vita e dilavoro ha assunto per i quadri, in questianni di profonda crisi, un rilievo notevole,come l’estensione delle tutele che leattuali norme spesso eludono.Per la dimensione europea einternazionale nella quale operano molteimprese multinazionali, occorre rafforzareil legame tra i quadri di gruppi europei e idelegati Cae del territorio e nelle alleanzeglobali, dal punto di vista non solodell’azienda, ma anche per ilrafforzamento di sinergie finalizzate allerelazioni sindacali, organizzazione egestione dello streaming delleinformazioni fra i diversi gruppi Cae.

Rassegna SindacaleSettimanale della Cgil

Direttore responsabileGuido Iocca

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A cura diRoberta Manieri Ufficio Stampa Filcams Cgil nazionaleTel 06/58393127 - cel 3494702077 e-mail: [email protected]

Chiuso in tipografia lunedì 17 febbraio ore 13

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L a sfida della rappresentanza nelterziario renderà ancor piùimpegnativa la competizione trale organizzazioni di categoria.

La Filcams guarda con favore a unatrasparente competizione finalizzata allacrescita del sindacalismo confederale nelterziario, consapevole che i margini disindacalizzazione restano ancora alti.Ma vincere la sfida della rappresentanzanel terziario significa assumere lacomplessità della sua composizione,sempre più frammentata e diversa daisettori tradizionali.Nel corso degli ultimi quattro anni laFilcams ha promosso e partecipato ainiziative tese a offrire un punto diriferimento contrattuale e aggregativo asettori del mercato del lavoro collocati aimargini delle tutele. La campagnanazionale sugli associati inpartecipazione, la campagna nazionaleper la regolamentazione praticantato perla diffusione del Ccnl negli studiprofessionali, che punta a includerecollaboratori e partite iva. La stessainiziativa Confederale sui giovani non piùdisposti a tutto, della quale la Filcams èstata largamente partecipe e con la qualesi è cercato di porre all’attenzionedell’iniziativa contrattuale anche dellacategoria le principali tematiche connessealla condizione giovanile.Grazie anche a questo sforzo, che ha vistol’impegno di tutte le strutture della nostraorganizzazione, la Filcams è diventata laprima categoria della Cgil fra i lavoratoriattivi. Tale primato deve rappresentareuno stimolo e determinare una fortespinta affinché il baricentro culturaledell’intera confederazione possaspostarsi, guardando sempre più allenuove realtà del lavoro.

L’Assemblea nazionale organizzativadella Filcams, svolta a luglio 2013, haindividuato le direttrici principali perdare continuità e implementare il progetto di rinnovamento avviato

con il XIII Congresso nazionale. Il prossimo mandato congressualedovrà consentire di superare limitiche ancora permangono nellacostruzione di un soggetto plurale erappresentativo e al tempo stessoportare a compimento il processo di costruzione del nuovo gruppodirigente Filcams, per renderlo ingrado di governare autonomamentele sfide impegnative del prossimofuturo.

Le politiche organizzative sono alimentatedal cambiamento, che necessita a suavolta di risorse: la Filcams proseguirà, perquesto, l’investimento orientato aintensificare il proselitismo, a rafforzarel’inclusione e ad ampliare larappresentatività.La Filcams, innanzitutto, riconferma il proprio impegno e la propria vocazioneeuropeista e internazionale. In questi annisi è andati ben oltre la presenza nelle federazioni europee e internazionalidei nostri settori, contribuendoall’ampliamento di prospettiva conprogetti che hanno mostrato la capacitàprospettica e la preparazione della categoria verso le sfide poste dalterziario globale.Il contributo di competenze e di idee èormai riconosciuto, anche attraverso leimportanti posizioni ricoperte dallaFilcams negli organismi internazionali:per un suo sempre più ampioconsolidamento la categoria si impegna adare continuità a ricerca, formazione,partecipazione e proposta, cogliendo inpieno e riconfermando il valore delleAlleanze globali e dei Comitati aziendalieuropei, del Dialogo sociale e dellepartnership di progetto.Anche per questo, uno degli obiettivi che,in questo senso, dovrà caratterizzare illavoro dei prossimi mesi è quello di faredella Filcams una categoria in grado dirappresentare tutte le culture presenti nelmondo del terziario, a partire da quelledei popoli migranti.

L’apporto del lavoro migrante nei nostri settori è in alcuni casi stimabile in percentuali assai alte, senza che questo dato trovi il necessario riflesso nella composizione dellerappresentanze sindacali primae degli organismi dirigenti poi.

Superare questo limite significaper la Filcams vincere tre sfide, quella culturale, quella organizzativa equella della rappresentanza. La formazione, il modello gestionale eorganizzativo, il rinnovamento dei tempi, dei luoghi e dei modi difare sindacato, la comunicazione e lacondivisione delle idee: sono tuttesfide raccolte con l’obiettivo di darepiena cittadinanza a ogni lavoratrice eogni lavoratore dentro la Filcams,dove la partecipazione devediventare una pratica quotidiana diinclusione e di libertà.

A questo va aggiunto il sempre prioritarioimpegno a difesa delle lavoratrici deinostri comparti che più di tutti hannosubìto la drammatica parabola involutivadelle tutele provocata dall’esizialecombinato disposto di tagli allo Statosociale e peggioramento delle condizioniprevidenziali e normative del lavoro. Le donne sono più che mai a rischio diesclusione sociale anche in virtù di unarretramento culturale complessivo dellasocietà che pare porsi il deprecabileobiettivo di marginalizzarle, nel lavoro,dal lavoro e nel loro esercizio dicittadinanza attiva.

La Filcams deve esercitare una fortedenuncia sul rischio che laprospettiva per le donne del terziariosia quella di vivere la futuracondizione previdenziale sotto lasoglia dell’autosufficienza economica,per l’effetto combinato della riforma edel divario retributivo nella faseattiva. Occorre assumere talequestione come uno degli obiettiviprioritari dell’iniziativa attuale dellacategoria.

La condizione dei giovani, dentro laquale ritroviamo anche la somma delle condizioni precedenti, si

caratterizza ormai con rapporti di lavoromeno retribuiti e meno tutelati, sia attraverso le forme atipiche usate inmodo selvaggio, sia come risultato della tendenza a scaricare sui nuoviingressi le esigenze di compressione dei costi e di flessibilità.

La Filcams continuerà a lottare,come ha fatto in questi anni, perun’inclusione in seno al contrattonazionale di tutti i lavoratoridipendenti, evitando i doppi regimistrutturali e favorendo unarappresentanza diretta dei giovaninelle rappresentanze sindacali e nella categoria. Questo ancheattraverso campagne mirate disindacalizzazione dei giovani e dei precari che sfocino nellacostituzione di una rappresentanzaorganizzata e attiva dei lavoratori.Questo aspetto si legaindissolubilmente alla declinazionedell’accordo su rappresentanza e rappresentatività nei nostri settori, nel quale dobbiamo saperdare voce a tutti i lavoratori che inmaniera diretta o indiretta sonodestinatari della nostra azionecontrattuale.

Con il prossimo mandato congressualedovrà assumere carattere strutturalel’attività di formazione quale levaprincipale della politica dei quadri dellaFilcams. La definizione del Pianonazionale formazione e la più recenteapertura dello spazio Fo.R.Um.costituiscono la scelta consapevole e coerente della categoria per assumere il ruolo della formazionesindacale quale tratto distintivo dellacultura Filcams e strumento di crescitadella categoria attraverso l’investimentosulle proprie risorse umane.Sul piano organizzativo tale volontà dovrà tramutarsi in prassi di adesione epromozione delle attività formative aqualunque livello in quanto parteintegrante e continuativa del lavoro di sindacalista da inserire tra lepermanenti attività di lavoro, non come evento accessorio di naturaestemporanea, e in modo strettamenteconnesso all’assunzione degli incarichi in un circolo virtuoso di teoria e pratica sindacale.

RINNOVARE

RRAPPRESENTARE

RNuovo impulso al progettodi rinnovamento Filcams

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