Articolo - Supply Chain Management Una mappa per orientare la propria strategia

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Dossier On Demand Gruppo Editoriale Duke Italia Abbonatevi alle pubblicazioni tecniche Duke Italia: Il database degli articoli tecnici è disponibile mediante password riservata agli abbonati delle riviste www.duke.it 03/03/2006 – I marchi registrati nominati in questo dossier sono di esclusiva proprietà dei relativi titolari. Le opinioni espresse dagli Autori o dagli Sponsor di questo dossier sono a SECONDO ARTICOLO Supply Chain Management: Una mappa per orientare la propria strategia Scenario delle applicazioni informatiche di supporto alle operazioni di Supply Chain Roberto Vaghi (*) Febbraio 2006 . Questo articolo è il secondo di una serie che intende presentare le metodologie, le applicazioni e le tecnologie per la gestione della Supply Chain. L’obiettivo è quello di fornire un quadro di riferimento delle soluzioni a disposizione di chi intende migliorare l’integrazione della propria azienda all’interno della Supply Chain di riferimento. Pertanto si è scelto un approccio inverso a quello che si utilizza nella riorganizzazione effettiva in cui si parte dalla descrizione dei processi attuali (AS-IS) e dalla definizione dei processi desiderati (TO-BE) per arrivare alla mappatura di ciascun processo in un insieme di funzionalità e transazioni di un sistema informatico. La sequenza degli articoli prevede la definizione del contesto di riferimento che è stata presentata nel primo articolo. Oggetto di questo secondo articolo è la definizione di uno scenario in cui collocare le applicazioni informatiche. Gli articoli successivi analizzeranno le funzionalità richieste alle applicazioni informatiche per poter valutare le soluzioni offerte dal mercato. Oltre a definire il quadro di riferimento legato al software si analizzerà l’utilizzo delle tecnologie applicate come l’ RFID o il Voice Picking. Il piano degli articoli si chiuderà con la presentazione delle metodologie per la reingegnerizzazione dei processi e la misurazione delle prestazioni della Supply Chain. Consideriamo il modello SCOR® e modifichiamo leggermente la visione sostituendo i macro-processi e individuando un insieme di aree funzionali in cui collocare i processi di Supply Chain. I processi interni all’azienda si suddividono sulle aree funzionali della pianificazione, della gestione e dell’esecuzione delle operazioni di Supply Chain. I rapporti con fornitori e clienti individuano 2 aree fondamentali che in parte si intersecano con la pianificazione e comprendono tutta una serie di processi di collaborazione, comunicazione e gestione comune che mi piace chiamare con un termine molto evocativo utilizzato dal marketing, “customer intimacy” e per parallelismo dal lato fornitore “supplier intimacy”. La figura 1 mostra lo schema di partenza con le aree di sovrapposizione e le relazioni fra i diversi ambiti funzionali. La diffusione di Internet e l’applicazione di modelli organizzativi di tipo collaborativo hanno accresciuto l’importanza delle applicazioni coinvolte nelle aree funzionali Supplier e Customer Intimacy. Il modello di riferimento è fornito dal CPFR® che definisce un articolato schema di relazione fornitore-cliente che parte dall’accordo su determinate regole organizzative e procedurali e termina con la gestione automatica degli stock nei magazzini della parte di Supply Chain coinvolta. Figura 1 – Aree funzionali della Supply Chain livello personale e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione Duke. La pubblicazione di Dossier contenenti notizie di prodotto non implica in alcun caso una raccomandazione all’acquisto né il rilascio di valutazioni o garanzie da parte della redazione Duke.

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Gruppo Editoriale Duke Italia Abbonatevi alle pubblicazioni tecniche Duke Italia : Figura 1 – Aree funzionali della Supply Chain Il database degli articoli tecnici è disponibile mediante password riservata agli abbonati delle riviste www.duke.it 03/03/2006 – I marchi registrati nominati in questo dossier sono di esclusiva proprietà dei relativi titolari. Le opinioni espresse dagli Autori o dagli Sponsor di questo dossier sono a .

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03/03/2006 – I marchi registrati nominati in questo dossier sono di esclusiva proprietà dei relativi titolari. Le opinioni espresse dagli Autori o dagli Sponsor di questo dossier sono a

SECONDO ARTICOLO

Supply Chain Management: Una mappa per orientare la propria strategia

Scenario delle applicazioni informatiche di supporto alle operazioni di Supply Chain Roberto Vaghi (*) Febbraio 2006

.Questo articolo è il secondo di una serie che intende presentare le metodologie, le applicazioni e le tecnologie per la gestione della Supply Chain.

L’obiettivo è quello di fornire un quadro di riferimento delle soluzioni a disposizione di chi intende migliorare l’integrazione della propria azienda all’interno della Supply Chain di riferimento. Pertanto si è scelto un approccio inverso a quello che si utilizza nella riorganizzazione effettiva in cui si parte dalla descrizione dei processi attuali (AS-IS) e dalla definizione dei processi desiderati (TO-BE) per arrivare alla mappatura di ciascun processo in un insieme di funzionalità e transazioni di un sistema informatico. La sequenza degli articoli prevede la definizione del contesto di riferimento che è stata presentata nel primo articolo. Oggetto di questo secondo articolo è la definizione di uno scenario in cui collocare le applicazioni informatiche. Gli articoli successivi analizzeranno le funzionalità richieste alle applicazioni informatiche per poter valutare le soluzioni offerte dal mercato. Oltre a definire il quadro di riferimento legato al software si analizzerà l’utilizzo delle tecnologie applicate come l’ RFID o il Voice Picking. Il piano degli articoli si chiuderà con la presentazione delle metodologie per la reingegnerizzazione dei processi e la misurazione delle prestazioni della Supply Chain.

Consideriamo il modello SCOR® e modifichiamo leggermente la visione sostituendo i macro-processi e individuando un insieme di aree funzionali in cui collocare i processi di Supply Chain. I processi interni all’azienda si suddividono sulle aree funzionali della pianificazione, della gestione e dell’esecuzione delle operazioni di Supply Chain.

I rapporti con fornitori e clienti individuano 2 aree fondamentali che in parte si intersecano con la pianificazione e comprendono tutta una serie di processi di collaborazione, comunicazione e gestione comune che mi piace chiamare con un termine molto evocativo utilizzato dal marketing, “customer intimacy” e per parallelismo dal lato fornitore “supplier intimacy”.

La figura 1 mostra lo schema di partenza con le aree di sovrapposizione e le relazioni fra i diversi ambiti funzionali.

La diffusione di Internet e l’applicazione di modelli organizzativi di tipo collaborativo hanno accresciuto l’importanza delle applicazioni coinvolte nelle aree funzionali Supplier e Customer Intimacy.

Il modello di riferimento è fornito dal CPFR® che definisce un articolato schema di relazione fornitore-cliente che parte dall’accordo su determinate regole organizzative e procedurali e termina con la gestione automatica degli stock nei magazzini della parte di Supply Chain coinvolta.

Figura 1 – Aree funzionali della Supply Chain

livello personale e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione Duke. La pubblicazione di Dossier contenenti notizie di prodotto non implica in alcun caso una raccomandazione all’acquisto né il rilascio di valutazioni o garanzie da parte della redazione Duke.

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Il modello di riferimento per la collaborazione

L’obiettivo del CPFR consiste nel limitare le pianificazioni indipendenti valutate solo sulla base della convenienza di una singola azienda come nel caso di logiche push applicate dal produttore per economie di produzione; le previsioni sono guidate dalla domanda finale e vengono ribaltate a monte lungo la Supply Chain coinvolgendo produttori, fornitori e fornitori dei fornitori in un coordinamento dei piani di produzione che genera un flusso efficiente di materiali gestiti in make-to-order.

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distributore.

La figura 2 rappresenta il modello CPFR (Collaborative Planning Forecasting & Replenishment) applicato per semplicità descrittiva solo a due nodi di una catena : il produttore e il distributore.

Lo schema è suddiviso in tre fasi distinte costituite da pianificazione (planning), previsione (forecasting) e reintegro (replenishment), all’interno delle quali si sviluppano una serie di processi comuni a produttore e distributore alimentati da funzioni svolte nelle singole aziende.

Nella fase di pianificazione si definiscono gli accordi fra produttore e distributore fino a stilare un business plan comune relativo alla linea di business che coinvolge le due aziende.

La fase di previsione viene alimentata dalla previsione della domanda da parte del distributore e genera una previsione di vendita condivisa e raffinata dalle verifiche della disponibilità delle risorse effettuata dal produttore. La previsione degli ordini traduce su una scala temporale a più breve termine e secondo modalità più

operative quanto indicato dalle previsioni di vendita.

La previsione degli ordini viene corretta a seguito del piano di produzione e della verifica della capacità produttiva effettuata dal produttore. In caso di non fattibilità del piano di produzione relativo alla previsione degli ordini è necessario rivedere le previsioni di vendita.

La fase di reintegro riguarda le operazioni guidate dai singoli ordini che vengono generati automaticamente sulla base della programmazione effettuata ad inizio periodo o in base alle informazioni prodotte dalla gestione delle vendite effettuata dal

I sistemi che supportano la gestione del modello CPFR® si collocano nell’area di pianificazione e si integrano a suite basate su tecnologia Internet per la gestione della fase operativa di esecuzione dei reintegri degli stock.

Lo scenario delle applicazioni

Collochiamo nelle aree funzionali individuate in precedenza le diverse tipologie di applicazioni informatiche che supportano le operazioni di Supply Chain.

Nella figura 3 sono rappresentate le applicazioni identificate dagli acronimi inglesi comunemente utilizzati e

colorate di giallo proporzionalmente alla percentuale di funzionalità incluse nell’ambito Supply Chain.

Figura 2 – Il modello CPFR®

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Customer e Supplier Intimacy

I sistemi CRM (Customer Relationship Management) supportano una serie di attività che non sono comprese nell’ambito della Supply Chain. Tali sistemi sono in particolare orientati a tre scopi primari: la ricerca del cliente tramite l’automazione delle attività di marketing, l’acquisizione del cliente tramite l’automazione della forza vendita e il mantenimento del cliente con il supporto alle attività di customer service.

Mentre la ricerca e il mantenimento del cliente esulano dai processi che abbiamo incluso nel Supply Chain Management, le funzionalità a supporto dell’acquisizione del cliente si inseriscono nell’ambito SCM e integrandosi da un lato con sistemi mobili in dotazione alla forza vendita (indicati nello schema con l’abbreviazione MOB) e dall’altro lato con la gestione delle vendite del sistema ERP coprono buona parte delle funzionalità per la gestione degli ordini che costituiscono una parte centrale della gestione della Supply Chain.

Le applicazioni che si collocano nell’ambito “customer intimacy” sono completate dalle “comunicazioni elettroniche” che nello schema sono indicate come eCOM e rappresentate da una nuvoletta perché, pur rappresentando una componente fondamentale e spesso critica nella realizzazione dell’integrazione con il cliente, sono il più delle volte realizzate tramite soluzioni su misura basate su standard EDI o su schemi personalizzati. In molti casi il processo di comunicazione non è completamente automatico e richiede interventi manuali fonti di errori e perdite di efficienza; un

esempio tipico è la trasmissione di un ordine via e-mail sotto forma di flusso informativo che rispetta un formalismo ben preciso, ma che, purtroppo, richiede di venir salvato, trasportato in una cartella sul server e inserito nel sistema ERP tramite il lancio manuale di un programma custom.

Successivamente affronteremo l’argomento analizzando sia soluzioni specifiche che automatismi offerti dai sistemi ERP per la ricezione dei dati da fonti esterne.

Dal lato fornitore nell’ambito che per analogia abbiamo chiamato “supplier intimacy” troviamo i sistemi B2B (Business To Business) e le comunicazioni elettroniche

già definite lato cliente e che sono rappresentate anche in questo caso con la nuvoletta marcata eCOM.

Figura 3 – Applicazioni informatiche nell’ambito della Supply Chain.

La applicazioni B2B sono piuttosto diversificate e vanno a coprire sia i processi di acquisto che la collaborazione con i fornitori e soprattutto con i terzisti; la diffusione di Internet e di linee telefoniche efficienti è un elemento critico per il successo di sistemi B2B che trovano spesso la migliore realizzazione tramite applicazioni messe a disposizione in modalità ASP (Application Service Provider), dove un insieme di aziende, ad esempio facenti parte di un distretto, accedono via Internet ad una applicazione comune gestita da un fornitore di servizi che ne fornisce l’accesso su propri server.

Le applicazioni in modalità ASP sono un elemento estremamente importante per l’integrazione della Supply Chain perché favoriscono l’integrazione tramite l’uso di procedure comuni senza richiedere la gestione presso ogni nodo della rete logistica di complesse architetture hardware e software; inoltre il loro utilizzo “on demand” abbatte notevolmente i costi e li rende variabili. Anche i fornitori e i terzisti più piccoli e meno organizzati sono in grado di integrarsi alla rete logistica con un semplice accesso Internet.

Il sistema ERP

Parte centrale del nostro schema è il sistema ERP (Enterprise Resources Planning) che offre una serie di funzionalità a supporto delle operazioni di Supply Chain oltre a tutta la gestione di tipo contabile e amministrativo che esula dall’ambito specifico della Supply Chain.

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Le aree funzionali dei sistemi ERP da includere nell’ambito della Supply Chain riguardano:

Gestione delle scorte Acquisti Produzione Vendite Distribuzione

La gestione delle scorte effettuata nei sistemi ERP è ristretta nell’ottica delle singola azienda e va vista come componente della gestione del flusso di materiali nella rete logistica.

Le funzionalità dell’area acquisti consentono il coordinamento del processo di acquisto in tutti i suoi passi relativi alla determinazione del fabbisogno, all’individuazione del fornitore, alla gestione delle offerte, fino all’emissione e al controllo dell’esecuzione dell’ordine oltre alla gestione dell’albo fornitori e dei contratti quadro, alla valutazione delle prestazioni del fornitore e in generale dell’attività di approvvigionamento.

La gestione della produzione comprende le attività di pianificazione che partono dal piano della domanda e attraverso piani più dettagliati e verifiche della capacità produttiva giungono all’esplosione dei fabbisogni tramite MRP e alla programmazione di dettaglio delle attività.

La pianificazione a livello ERP presenta alcuni limiti, superati nei sistemi APS, tra i quali si possono elencare i seguenti:

Calcolo batch; non è possibile la simulazione interattiva

Presidio centralizzato del processo e approccio top-down

Programmazione effettuata in assenza di vincoli, cioè assumendo una capacità infinita

Intervalli temporali di medio periodo e scarsa visibilità sul breve

Nell’area vendite l’ERP offre le funzionalità per la gestione dei contatti, la preventivazione, la configurazione dei prodotti, la gestione del ciclo dell’ordine. Molto importanti sono le funzionalità di gestione del database di marketing e di integrazione con il CRM che consentono di ottenere viste dettagliate dei dati di vendita e di alimentare gli archivi informativi su cui si basano le attività di pianificazione.

I processi di distribuzione non trovano una vera e propria copertura nei sistemi ERP e vengono gestiti nell’ambito dei sistemi di esecuzione logistica (LES). I sistemi ERP si occupano principalmente del supporto a livello di anagrafiche degli interlocutori e delle locazioni (clienti, vettori, centri distributivi) e di articoli e imballi (pallettizzazione, materiali di imballaggio, serial number, codice univoco di unità di spedizione). La gestione completa delle anagrafiche a livello dei

materiali di imballaggio e accessori sono la base per la gestione della cosiddetta reverse logistics che si occupa del riciclo dei materiali e dell’eventuale smaltimento.

Sistemi di pianificazione

L’acronimo APS, Advanced Planning and Scheduling, identifica quei sistemi che comprendono le seguenti funzionalità:

Supporto alla configurazione della rete logistica

Demand Planning

Supply Network Planning

Pianificazione e programmazione della produzione

Pianificazione dei trasporti

Supporto al CPFR® (Collaboration Planning, Forecasting and Replenishment)

Supporto ATP (Available-To-Promise)

Abbiamo già parlato in precedenza della configurazione della rete logistica; il supporto fornito dai sistemi APS consente di rappresentare graficamente la rete e di costruirne un modello dopo aver analizzato scenari differenti. Il modello fornisce uno strumento di interrogazione delle informazioni relative agli ordini, ai livelli di stock dei magazzini, alla capacità produttiva corrente e allo stato dei trasporti e costituisce un monitor per la segnalazione in real-time del verificarsi di situazioni critiche nell’ambito della rete logistica.

Il Demand Planning è il punto di partenza per la corretta pianificazione delle attività della rete logistica; i dati per la pianificazione sono resi disponibili dal sistema ERP o da sistemi di data warehousing che consentono di incrociare la informazioni secondo parametri multi-dimensionali basati ad esempio sui gruppi di prodotti, le aree geografiche, i periodi di tempo.

Le funzionalità di demand planning consentono di applicare metodi statistici ai dati di base, di combinare previsioni diverse e di includere fattori esterni legati a campagne promozionali o budget di marketing in modo da ottenere piani di vendita estremamente realistici.

Le funzionalità di Supply Network Planning consentono di determinare con accuratezza la produzione, gli approvvigionamenti e la distribuzione su un asse temporale di breve termine; normalmente si utilizza l’accuratezza del giorno sul mese corrente, della settimana sui successivi due mesi e del mese sui mesi rimanenti a completamento dell’orizzonte di 12 mesi.

La pianificazione e la programmazione della produzione offerta dai sistemi APS consente di superare i limiti delle elaborazioni batch di tipo MRP rese disponibili dai sistemi ERP; un sistema APS fornisce una elaborazione interattiva in tempo reale che permette la simulazione tenendo conto dei vincoli di capacità delle risorse produttive (centri di lavoro e manodopera) e ausiliarie (utensili e attrezzature).

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Il modello di rete logistica gestito tramite un sistema APS fornisce gli elementi per la valutazione delle principali rotte e dei mezzi di trasporto e quindi per la scelta dei partner di servizi di distribuzione; l’integrazione informativa con tali fornitori di servizi riveste un ruolo centrale sia per l’efficienza della rete logistica sia nella capacità di offrire servizi di qualità ai propri clienti.

I piani di vendita e i piani di produzione dei diversi nodi della rete logistica sono la base per la gestione del CPFR; a partire dai singoli piani vengono generati piani congiunti fra due nodi della rete in relazione ai prodotti condivisi e apportando via via le opportune correzioni legate ai vincoli di ciascun partner viene prodotta la previsione su cui basare la produzione e le attività di mantenimento del flusso di materiali e dei livelli di stock. Il sistema ATP consente di rilevare tutte le eccezioni che sorgono nello svolgimento delle operazioni.

Le funzioni di ATP assumono un’importanza centrale nell’ambito della gestione della Supply Chain; esse consentono di promettere tempi e modalità di evasione degli ordini, tenendo in considerazione le disponibilità totali o parziali dei singoli elementi dell’ordine sulla base degli stock pianificati all’interno della rete logistica.

Questo apparentemente semplice processo sottende in realtà una serie di aspetti critici che rendono l’elaborazione del risultato estremamente complessa; si consideri, ad esempio, la possibilità di sostituire un prodotto non disponibile con uno migliore al prezzo concordato o la valutazione dell’impatto sul profitto e sul rapporto con i clienti della cancellazione di uno stock impegnato per un cliente a favore di un altro cliente o la gestione della composizione di un ordine i cui elementi sono disponibili in diversi nodi della rete logistica e devono confluire nel punto di spedizione con conseguente aggravio dei costi.

Per gestire tale complessità le funzionalità di ATP devono comprendere strumenti sofisticati di interrogazione di database eterogenei e di cooperazione con sistemi di fornitori e partner oltre a strumenti di analisi “what-if” e “how to achieve” per valutare le diverse possibilità e a metodi di assegnazione delle priorità ad ordini, clienti, magazzini e trasporti alternativi.

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Sistemi di esecuzione della logistica

Con l’acronimo LES o Logistics Execution Systems si individuano i sistemi di gestione operativa delle attività legate alla Suppy Chain che per loro natura sono strettamente interconnessi con le tecnologie di raccolta dati e di comunicazione con sistemi esterni.

Tra i principali sistemi di esecuzione della logistica si possono elencare i sistemi di:

Gestione del magazzino

Gestione dei trasporti

Controllo di avanzamento produzione

Nell’elenco vengono tralasciate voci quali sistemi per la tracciabilità, per la rintracciabilità o per la gestione ordini anche se esistono applicazioni presentate con questa configurazione. Di fatto i processi che consentono di realizzare tracciabilità e rintracciabilità sono coperti a livello della esecutivo dai sistemi di gestione del magazzino e di controllo produzione e a livello gestionale dai sistemi ERP con l’eventuale aggiunta di data warehouse. La gestione ordini che è processo vitale nell’ambito Supply Chain viene coperto dalla collaborazione di un insieme di funzionalità trasversali ai sistemi ERP, di pianificazione e relativi alla customer intimacy.

I sistemi denominati SCEM (Supply Chain Event Manager) verranno approfonditi nell’ambito dei sistemi di gestione del magazzino; tali sistemi sono rilevanti principalmente dal punto di vista della piattaforma tecnologica (middleware) che offrono per la gestione di specifiche tecnologie come l’ RFID.

I sistemi di esecuzione logistica saranno ampiamente e approfonditamente trattati nel seguito; nella tabella vengono indicate le principali funzionalità e le tecnologie utilizzate dalle applicazioni.

Conclusioni

Abbiamo definito un modello di collaborazione fra gli attori della rete logistica, il quale sia di riferimento alla evoluzione tecnologica ed applicativa dei sistemi.

Abbiamo definito lo scenario in cui si collocano i sistemi informatici di supporto alle operazioni di Supply Chain.

A questo punto abbiamo un quadro generale che ci consente di analizzare nel dettaglio le funzionalità, gli ambiti di applicazione e le modalità di realizzazione dei sistemi che coprono le singole aree.

Note

CPRF è un marchio registrato di Voluntary Interindustry Commerce Standards (www.vics.org).

(*) Roberto Vaghi è un consulente specializzato nei sistemi informativi per logistica e la Supply Chain. Negli ultimi 12 anni ha partecipato a circa 30 progetti per la realizzazione di sistemi di gestione in ambito Supply Chain ricoprendo il ruolo di capo progetto o, in particolare nel settore moda, di consulente esperto di processi.

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