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LA TRANSIZIONE DIFENSIVA GABRIELE PARDINI DAI CONCETTI ALLE ESERCITAZIONI

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LA TRANSIZIONE DIFENSIVA

GABRIELE PARDINI

DAI CONCETTI ALLE ESERCITAZIONI

LA TRANSIZIONE DIFENSIVA

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Quando parliamo di transizione difensiva non possiamo fare a meno di constatare come in merito a 

questo argomento  si  reperisca poco materiale, ma  soprattutto notiamo quanto venga affrontato 

relativamente. Forse perché l’inversione attacco‐difesa più che raccontata va allenata? o forse perché 

ci sono molte cose da fare sul campo e poche da dire?  Indipendentemente dalle risposte a questi 

quesiti credo però che sia necessario sviluppare  i concetti da dare alla squadra affinché essi siano 

pochi, basilari e semplici per affrontare in modo analitico l’argomento senza lasciare niente al caso. 

In questo articolo mi porrò l’obiettivo di approfondire alcuni focus e le relative regole all’interno di 

un percorso U13‐prima  squadra, consapevole che ognuno di noi ha  la  sua opinione dettata dalla 

propria esperienza e che ovviamente non esistono verità inconfutabili. Per partire dalla nostra analisi 

dobbiamo  definire  chiaramente  cosa  intendiamo  per  transizione  difensiva,  ovvero  la  capacità  di 

passare nel minor tempo possibile da una condizione di possesso palla ad una di recupero difensivo. 

In merito a questo principio dobbiamo necessariamente citare tre obiettivi cardine che una difesa 

vincente deve obbligatoriamente porsi: 

1. Non concedere facili lay‐up. 

2. Non concedere facili canestri in contropiede. 

3. “Controllare il proprio tabellone”, non concedere rimbalzi offensivi e di conseguenza secondi 

tiri (no second chance points). 

4. Proteggere il canestro con responsabilità individuale e di squadra 

Partiamo analizzando i vari punti, il primo di quest’ultimi è un necessario riferimento al fatto che a 

difesa schierata non vogliamo concedere canestri  in  lay‐up. Subire canestri  facili a  livello mentale 

comporta una maggior probabilità di attaccare in disequilibrio e di conseguenza di rientrare in modo 

scorretto e non efficace  creando un  circolo  vizioso.  Facendo  invece  riferimento  al punto 2,  sarà 

necessario come detto, attaccare in modo efficiente ed equilibrato (se perdiamo palla in zone critiche 

non sarà semplice recuperare, così come se  facciamo una pessima scelta di  tiro). Da questi punti 

emerge  il chiaro concetto che da una buona transizione offensiva si genera una buona transizione 

difensiva. Nello stesso concetto rientrano i punti 3 e 4 anch’essi vincolati al principio chiaro di non 

concedere seconde possibilità di tiro. A livello mentale subire 1 o addirittura 2 rimbalzi offensivi crea 

un notevole “danno” mentale e fisico, difendere per più di 24 secondi non aiuta né  la testa, né  il 

corpo. Allo stesso modo proteggere il canestro con la responsabilità individuale e gli eventuali aiuti 

di squadra può generare un successivo buon attacco ed una conseguente buona difesa. 

 

QUANDO PARLIAMO DI TRANSIZIONE DIFENSIVA

Si  parla  di  transizione  difensiva,  come  precedentemente  detto,  quando  avviene  un  passaggio 

dall’attacco alla difesa, per questo tale situazione si verifica a seguito di un tiro o di una palla persa 

con un conseguente recupero dell’attacco. Per quanto riguarda la prima casistica, quella legata al tiro 

dobbiamo specificare che ‘’il campanello d’allarme della transizione difensiva’’ parte nel momento 

dell’atto di tiro. Quando l’attaccante sta alzando la palla per tirare i compagni dovranno per forza di 

cose sapere in che regime ci troviamo, ovvero il passaggio da attacco a difesa.  

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ASPETTO MENTALE, FISICO E TATTICO

Se l’aspetto fisico è indubbiamente allenabile dobbiamo chiarire che anche l’aspetto mentale e quello 

tattico lo sono. Facciamo un semplice esempio, se proponiamo un esercizio di transizione difensiva, 

nel Diagramma 1‐1b sono disegnati 8 giocatori che fanno tap‐in, al via del coach chi ha la palla attacca 

al canestro opposto. Se esplicitiamo alla squadra il nostro focus sull’idea di non subire canestro nel 

“passaggio di stato attacco‐difesa”, sarà estremamente probabile che raggiunto questo obiettivo  i 

difensori  diminuiscano  la  loro  concentrazione  sulla  successiva  difesa  a metà  campo.  Per  questo 

motivo  nell’allenare  l’attenzione  (aspetto mentale)  è  utile  proporre  esercitazioni  che  portino  a 

giocare  almeno  4  campi  (due  ripetute  a  squadra).  Altro  esempio  di  come  si  possa  allenare  la 

concentrazione e  l’aspetto mentale nella  transizione,  lo potete osservare nel Diagramma 2 dove 

l’attacco sta giocando 4c4,  il coach chiama  la palla al giocatore che ne è  in possesso, quest’ultimo 

deve passargliela e contemporaneamente l’assistente (posizionato fuori dal campo) mette in campo 

un secondo pallone verso i difensori che attaccano. In questa situazione i giocatori non sanno come 

e  quando  potranno  ritrovarsi  in  una  situazione  di  recupero  difensivo,  così  facendo  saranno 

fortemente  incentivati a stare PRONTI mentalmente e a parlare. Per questo  tre parole chiave nel 

nostro  insegnamento  dovranno  essere  CONCENTRAZIONE,  AGGRESSIVITA’,  INTENSITA’  E 

COMUNICAZIONE, intorno ad esse dovrà girare la nostra difesa. 

     

Diagramma 1  Diagramma 2  Diagramma 3 

 

NELLA TRANSIZIONE DIFENSIVA GLI ACCOPPIAMENTE DIFFICILMENTE SARANNO SPECULARI

Nel passaggio da attacco a difesa dovremo far capire ai nostri giocatori, fin da piccoli, che dovranno 

prendere ‘’in consegna’’ l’attaccante più vicino a loro. Quante volte vediamo nelle prime categorie 

giovanili, a volte purtroppo anche in quelle un po’ più grandi, se non lo abbiamo insegnato prima (è 

una nostra responsabilità), che un ragazzo invece di difendere sull’attaccante più vicino, che non è il 

suo, fa una diagonale di 10 metri per cercare il suo uomo lasciando inutilmente un grosso vantaggio 

all’attacco ‐ diagramma 3. Per questo dovremo far capire il prima possibile che in transizione difensiva 

si prende in consegna l’uomo più vicino e non per forza il diretto avversario. Facciamo un esempio, 

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quando stabiliamo le marcature ad inizio gara non per forza 

tra squadra A e squadra B queste ultime saranno speculari 

(playmaker  marca  playmaker,  guardia  marca  guardia 

opposta e così via), ma è molto probabile che le assegnazioni 

difensive non corrispondano. Ovvero che la squadra B scelga 

di difendere con la guardia sul playmaker avversario mentre 

il team A decida di accoppiare il play con il play (parliamo di 

un esempio).  In questo  caso appena è partito  il  tiro della 

squadra B, il playmaker della squadra A non si troverà vicino 

al suo diretto avversario  (il playmaker del team B) ma alla 

guardia che  lo sta marcando. Non sarebbe  funzionale, per 

usare un eufemismo, cercare  il playmaker avversario ma è 

certamente  più  utile  difendere  sull’attaccante  più  vicino. 

Devo fare una necessaria parentesi in merito a quello che ho 

appena esposto, è chiaro che se riuscissimo a mantenere gli 

accoppiamenti soprattutto a livello senior, dove potrebbero 

crearsi  dei  miss‐match,  saremo  molto  più  efficienti 

limitando i rischi, ma soprattutto lavoreremo mentalmente 

sull’effetto collaterale dell’accoppiarsi con  il più vicino. Mi 

spiego  meglio  ,  ogni  scelta  comporta  effetti  positivi  ma 

anche effetti indesiderati , nell’accoppiarsi con il più vicino il 

rischio è senza dubbio (oltre ai miss‐match) l’emergere di un 

possibile atteggiamento pigro : ’’ho preso il giocatore più vicino a me ,  stop , io ho fatto il mio’’,  senza 

fare lo sforzo mentale e fisico di provare (non ovviamente in spazi ampi) a vedere se il proprio uomo 

è  in una zona vicina  (i giocatori devono avere  la percezione della  lunghezza e della  larghezza del 

campo). Quando parlo di cercare l’accoppiamento diretto invece l’ovvio rischio (altissimo) è quello di 

lasciare libero qualcuno. In definitiva nella transizione difensiva dobbiamo assolutamente accoppiarci 

con  l’uomo più vicino, anche se non è  il nostro diretto avversario, consapevoli che se riusciamo a 

mantenere le marcature (situazione di spazi stretti da coprire, comunicando) avremo un vantaggio 

nella metà  campo  difensiva.  Tutto  questo  si  ottiene  parlando,  chi  prende  la  palla  dovrà  gridare 

‘’palla!’’, gli altri dovranno comunicare  ‘’mio, prendi  lui!’’ etc.…Se non parliamo  il rischio di subire 

canestro è altissimo. Purtroppo, nella mia esperienza ho osservato come sia difficile far comunicare i 

ragazzi, soprattutto quelli più giovani, ma questo aspetto va curato in modo determinante in quanto 

è la chiave di una buona difesa. Da un lato, parlando di transizione difensiva per accoppiarsi senza 

lasciare nessuno libero, ma in generale in tutte le situazioni (aiuti, blocchi lontano dalla palla, PNR). 

Oltre a dare indicazioni, parlare serve anche a mettere sabbia negli ingranaggi offensivi, in quanto, 

non è semplice giocare contro una difesa che parla costantemente.  

 

 

 

Diagramma 3 

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CERCARE DI ACCOPPIARSI SUBITO PROVANDO A FERMARE LA PALLA O CONTENERE IL RISCHIO RIENTRANDO A PROTEZIONE DEL CANESTRO?

Questa è una domanda fondamentale, ovviamente ogni scelta è legittima e ogni coach può sviluppare 

il suo pensiero che come visto comporta aspetti positivi e qualche controindicazione (come è naturale 

che sia). Credo che nelle prime categorie, come vedremo tra poco, sia utile mantenere l’aggressività 

e  la responsabilità a costo di perdere qualcosa  in termini di protezione dell’area. Questo perché  il 

fatto di trovarsi in situazioni non semplici da affrontare è estremamente formativo e porta gli atleti a 

trovare in autonomia una soluzione utile al fine di risolvere i problemi. Inoltre, aggredire mantiene 

l’aspetto mentale attivo, cosa che in un gruppo giovane è naturale, non ritengo utile in una categoria 

Under 13‐14 per la crescita di un giocatore chiedergli di arretrare verso l’area a priori ma farlo solo 

con il concetto ‘’nessun attaccante deve trovarsi dietro la schiena del difensore ’’.  

A mano a mano che gli atleti crescono e  salgono di categoria potremo dare delle  indicazioni più 

precise arrivando in Under 18, stabilendo chi va al rimbalzo offensivo, chi deve fare equilibrio etc. 

 In prima squadra a mio avviso dobbiamo seguire il concetto che chiamo 8x3 (concetto esposto dal 

punto  di  vista  offensivo  nel mio  libro  ‘’Pillole  di  attacco  e  difesa’’).  La  prospettiva  con  la  quale 

sfruttiamo questo principio è la seguente , statisticamente sappiamo che i primi 8 secondi in cui gli 

attaccanti  provano  a  realizzare  in  contropiede  (in  corsa)  sono  i  più  pericolosi  perché  è  appena 

avvenuta un’inversione attacco‐difesa  ,  i difensori devono accoppiarsi e correre all’indietro  , corsa 

ovviamente meno  naturale  .I  secondi  8’’  sono  quelli  a minore  rischio  di  pericolosità  (è  qui  che 

vogliamo arrivare  senza aver  subito  ‘’danni’’), quando  l’attacco  chiama  i giochi  ‘’pugno’’  ,  ‘’elle’’, 

‘’lato’’ (solo per fare alcuni esempi) . Gli ultimi 8 secondi sono nuovamente di alto rischio perché ci 

avviamo  verso  la  chiusura  dell’azione  offensiva,  in  questa  situazione  vogliamo  continuare  a 

mantenere alta l’attenzione come detto precedentemente non sedendosi mentalmente sul fatto di 

non aver subito un canestro in contropiede ma restando vivi e attivi perché un canestro subito al 24 

secondo è pesante da metabolizzare a livello mentale. 

Prima  di  vedere  alcune  esercitazioni  vi  presenterò  quello  che  a  mio  avviso  può  essere  una 

progressione concettuale relativa alla transizione difensiva dall’Under 13 alla prima squadra. 

   

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LA TRANSIZIONE DIFENSIVA NELLE CATEGORIE UNDER 13-UNDER 14 CONTROLLO MOTORIO, ORIENTAMENTO E ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE  

Un  ragazzo  che esce dal percorso minibasket dovrà  aver  già  lavorato  sulle  capacità  coordinative 

generali e speciali, nel nostro caso parlando di transizione difensiva facciamo riferimento al controllo 

motorio  (cap.  coor.  gen),  all’adattamento  e  trasformazione  (cap.  coord.  gen)  ed  alla  capacità  di 

orientamento (cap. coord. speciale). Quando parliamo di controllo motorio facciamo riferimento alla 

capacità di controllare e direzionare un movimento, un gesto, secondo un programma prestabilito. 

In pratica sempre parlando di transizione difensiva ci riferiamo alla capacità di controllare il proprio 

corpo in movimento in base ai compagni e agli avversari, riconoscere in situazioni dinamiche la linea 

della palla, la linea avversario‐canestro, avversario‐palla e la linea canestro‐canestro.  

Per  adattamento  e  trasformazione  invece  intendiamo  la  capacità  di  trasformare  e  di  adattare  il 

programma  motorio  in  relazione  alle  modificazioni  improvvise  delle  situazioni  motorie  che  si 

verificano durante  il gioco. Credo che su quanto appena detto ci sia poco da specificare, essendo 

l’adattamento  e  trasformazione  una  capacità  centrale  parlando  di  transizione.  L’etimologia  dalla 

parola transizione deriva dal latino transitio ‐onis, ‘’di transire’’ ovvero ‘’passare da‘’. Nel nostro sport, 

ad  esempio, mentre  si  sta  svolgendo  un’azione  improvvisamente  accade  qualcosa  che  varia  la 

situazione, per questo il giocatore deve essere in grado di adattarsi e trasformare la situazione. Infine, 

l’orientamento è la capacità di determinare e variare la posizione e i movimenti del corpo nello spazio 

e nel tempo, in riferimento ad un campo di azione ben definito. In pratica è la capacità di conoscere 

e  riconoscere  lo  spazio  a  disposizione  nello  spazio  di  gioco  (lunghezza  e  larghezza ma  anche  la 

conoscenza del campo e la percezione dello stesso in un contesto in cui ci sono altri giocatori). 

Partendo  dal  presupposto  che  nel minibasket  il  nostro  atleta  abbia  lavorato  su  questi  aspetti, 

andiamo a vedere nel dettaglio le regole che daremo ad un gruppo Under 13‐14. 

1. Chi è più vicino al canestro può andare a rimbalzo offensivo. 

2. Non si può andare a rimbalzo offensivo in più di 3 giocatori (Diagramma 4). 

3. Chi si trova sui tre punti ha la facoltà di leggere il rimbalzo lungo, se pensa di poter prendere 

la palla può andare, ma dobbiamo far capire che se chi va a rimbalzo in questa situazione non 

riesce ad entrare in possesso della palla rischiamo di subire contropiede (responsabilità). 

4. I giocatori più vicini a metà campo devono controllare di non aver nessuno alle spalle, in quel 

caso devono correre indietro. 

5. Fermare la palla il prima possibile, se realizziamo dobbiamo andare ad anticipare l’apertura 

mentre se sbagliamo il tiro il giocatore più vicino alla palla si accoppierà con essa cercando di 

rallentarla o meglio fermarla (Diagramma 5). 

 

NOTA: LA TRANSIZIONE DIFENSIVA INIZIA CON L’ATTO DI TIRO DELL’ATTACCANTE, DOBBIAMO FARLO 

PRESENTE E DOBBIAMO ALLENARLO. 

 

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Diagramma 4 

 

  Diagramma 5 

 

LA TRANSIZIONE DIFENSIVA NELLE CATEGORIE UNDER 15-UNDER 16 SECONDO STEP E REGOLE DI EQUILIBRIO DIFENSIVO  

Facciamo adesso un passo in avanti nella crescita cestistica del giocatore e iniziamo a parlare degli 

obiettivi che in linea generale vogliamo porci. Devo fare una necessaria precisazione, non tutti i gruppi 

sono  uguali,  per  cui  si  parla  di  idee  che  possono  essere  adeguate  se  necessario  in  base  alle 

competenze  della  squadra,  questo  è  un  aspetto  determinante  da  comprendere.  Fatta  questa 

importante premessa andiamo a vedere quelli che sono i nostri propositi. 

 

1. Chi è più vicino al canestro può andare a rimbalzo offensivo. 

2. Non si può andare a rimbalzo offensivo in più di 3 giocatori. 

3. Chi si trova sui tre punti ha la facoltà di leggere il rimbalzo lungo, se pensa di poter prendere 

la palla può andare, ma dobbiamo far capire che se chi va a rimbalzo in questa situazione non 

riesce ad entrare in possesso della palla rischiamo di subire contropiede. 

4. Il giocatore più vicino alla metà campo deve correre sulla linea di tiro libero difensiva e gridare 

‘’area‐area’’ per far sapere che abbiamo copertura del canestro.  

5. Il  secondo giocatore più  vicino a metà  campo non aggredisce  la palla a prescindere dalla 

situazione ma dovrà: 

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anticipare l’apertura o aggredire la palla se si trova in quella porzione di campo (Diagramma 

6); 

anticipare l’apertura o aggredire la palla se la squadra ha realizzato un canestro; 

se non si trova in zona di apertura o vicino alla palla corre fino al cerchio di metà campo e da 

questa posizione decide di aggredire la palla (indicativamente sui 3pt) se quest’ultima non ha 

preso velocità, in caso contrario arretra verso i 3pt e poi si accoppia con il giocatore più vicino 

(Diagramma 7). 

   

Diagramma 6  Diagramma 7 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA TRANSIZIONE DIFENSIVA NELLE CATEGORIE UNDER 18-PRIMA SQUADRA “NEI MOMENTI DIFFICILI DOBBIAMO CHIUDERE BENE PORTE E FINESTRE, CERCHIAMO DI NON FAR ENTRARE IN CASA VISITE INDESIDERATE”  

Sergio Scariolo  

Sergio Scariolo recitava questa frase riferendosi alla transizione difensiva, oggetto del clinic di Trento 

(27‐28 Giugno 2015). Quando parliamo di prima  squadra e categorie che  si avvicinano al mondo 

senior (biennio under 18), il coach della nazionale spagnola e vice allenatore di Nick Nurse ai Toronto 

Raptors, in quell’occasione faceva chiaro riferimento a come sia determinante in un momento critico 

di  inversione  attacco‐difesa  non  subire  canestri  facili,  dando  priorità  ad  un  rientro  difensivo 

equilibrato, in sostanza una scelta più conservativa. Come abbiamo detto i primi otto secondi sui 24 

sono di altissimo rischio per la difesa, in quei momenti non vogliamo dare all’attacco quello che vuole, 

ovvero, canestri facili in contropiede. A seguito di altri clinic e testi in cui sono presenti modi diversi 

di vedere e leggere la situazione, ho unito a questi ultimi il mio pensiero e la mia esperienza sul campo 

(quello che ho fatto in pratica in questi anni ma che ho anche modificato parzialmente a seguito di 

varie riflessioni). Il risultato è ciò che vi propongo e che non ho la presunzione di presentare come 

unica strada percorribile su molte a disposizione: 

1. 4 e 5 vanno sempre a rimbalzo. 

2. 3 va a rimbalzo se si trova sul  lato opposto al quale parte  il tiro (lato debole),  in Under 18 

possiamo decidere di mandare più in generale l’esterno opposto a dove parte il tiro, dato che 

non sempre è possibile  identificare  la differenza tra 2 e 3, per questo possiamo decidere  il 

base alla squadra. In definitiva a rimbalzo può andare 3 o l’esterno purché sia disposto sul lato 

opposto a dove viene scoccato il tiro. (Diagramma 8). 

3. Il giocatore più vicino alla metà campo sprinta sulla linea di tiro libero e grida “area‐area”. 

4. L’altro esterno corre nel cerchio di metà campo (Diagramma 8b) e qui possiamo fare 3 scelte: 

Se  la  palla  prende  velocità  vogliamo  che  sprinti  dentro  i  3pt  e  solo  dopo  si  giri  per 

accoppiarsi. 

Se abbiamo realizzato o se la palla non prende velocità possiamo prenderla in consegna 

a metà campo. 

Se abbiamo necessità di mettere pressione possiamo dare come indicazione di andare a 

prendere la palla sui 3pt offensivi, solo se quest’ultima non prende velocità. 

5. 4 e 5 nel loro rientro difensivo dovranno: 

Il primo che arriva deve fermarsi sui 3pt, in una pallacanestro in cui si giocano sempre più 

DRAG (PNR in transizione) non possiamo permetterci di difendere 1c2 mandando il primo 

lungo dentro l’area (Diagramma 9). 

Il  secondo  lungo  che  arriva  prende  l’area  (Diagramma  9)  o  se marca  un  4  esterno 

accoppiarsi sui 3pt. 

N.B.: se il secondo esterno si trova vicino all’apertura possiamo concederli la possibilità di restare ad 

anticipare  (solo  in questo  caso). 4 e 5 non devono  restare a mettere pressione ai  rimbalzisti ma 

devono sprintare indietro (con responsabilità già esposte sopra), possono ostacolare il passaggio di 

apertura solo se si trovano vicini a chi prende il rimbalzo (solo in questo caso). 

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Diagramma 8 

 

  Diagramma 8b 

 

Diagramma 9 

 

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  Diagramma 9b 

DIFESA LONTANO DALLA PALLA

 

Se ci troviamo ancora in una situazione di alto rischio

abbiamo  necessità  di  far  vedere  ingombro  fisico

all’attacco,  per  questo  giocheremo  aperti

(Diagramma 10). 

                          Diagramma 10   

 

DIFESA SUL DRAG PICK AND ROLL Nel caso di difesa sul drag avremo nel nostro sistema tre possibilità di scelta: 

 

 

Difesa DROP  con  il difensore del palleggiatore  che

passa sopra il blocco, il difensore dell’ala si troverà in

nail position pronto ad eseguire uno stunt e tornare.

Aggiungiamo che non essendoci in questo contesto

il  difensore  preposto  all’aiuto  sul  rollante  (il 

difensore  in  angolo  trovandosi  ‘’solo’’  non  può

lasciare il rispettivo attaccante), dovremo per questo

sfruttare  lo  stunt  del  difensore  dell’ala  sinistra

(Diagramma 11). Appena  il difensore del bloccante

vede  l’eventuale  palleggio  non  più  verticale  ma 

laterale  (grazie  allo  stunt)  tornerà  sul  bloccante,

guadagnando un attimo determinante nel recupero.

                          Diagramma 11   

 

 

 

 

 

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Altra possibilità è passare sotto (UNDER), questo tipo di scelta può venir fatta per vantaggio di spazio, 

ovvero il blocco è alto, sopra la linea dei tre punti (fuori range di tiro per il palleggiatore). Possiamo 

però decidere di fare questa scelta anche a priori, in quanto per l’attaccante prendere un tiro ad inizio 

azione con ancora  tanti  secondi da giocare e  senza che  i compagni abbiano  toccato  la palla non 

genera certamente una conclusione  in confort. Faremo questa scelta (under) consapevoli che non 

comporta problemi di aiuti o rotazioni (Diagramma 12‐12b). 

 

 

        Diagramma 12 ‐ Under ‐ blocco alto               Diagramma 12b ‐ Under blocco sui 3pt 

 

 

Come ultima possibilità presentiamo la situazione di

SQUEEZE, ovvero il difensore delle bloccate ‘’spinge

e si schiaccia’’ sul proprio avversario per far passare

il difensore del palleggiatore  in quarta posizione.  Il

difensore del bloccante dovrà tenere una mano alta 

a cercare di ingombrare lo spazio aereo per coprire

(diciamo più  correttamente per provare  a  togliere

confort) ad un eventuale tiro dietro il blocco, scelta

che in ogni caso siamo consapevoli che con la difesa

“squezee” concediamo all’attacco. Nonostante ciò, 

ripetiamo che effettuare un tiro in quel contesto di

tempo non è assolutamente semplice. 

                          Diagramma 13   

 

 

 

 

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ESERCITAZIONI SULLA TRANSIZIONE DIFENSIVA Esercizio n. 1 Nell’esercizio  1  (diagrammi  14‐14b‐14c)  possiamo  osservare  i  giocatori  disposti  con  una  coppia nell’angolo di metà campo, attacco e difesa, rivolta a un canestro ed un’altra coppia nell’angolo di metà campo opposto rivolta al canestro di  fronte. Negli angoli  (in opposizione alla coppia a metà campo) abbiamo due file, che vedremo saranno i serbatoi dell’1c1. L’esercizio  parte  con  le  due  coppie  a metà  campo  che  giocano  i  rispettivi  1c1,  a  seconda  della 

categoria alla quale ci rivolgiamo l’esercizio avrà la seguente prosecuzione:   

SETTORE GIOVANILE FINO U16: appena parte il tiro e precisamente con il termine dell’azione ovvero 

con  il recupero‐rimbalzo della difesa oppure con  la realizzazione del tiro da parte dell’attaccante  , 

quest’ultimo dovrà immediatamente andare ad accoppiarsi con il primo giocatore della fila in angolo, 

cercando possibilmente di negarli la ricezione (N.B l’attaccante disposto in angolo non può ricevere 

sopra il prolungamento del tiro libero per facilitare la transizione in spazi consoni allo svolgimento 

del lavoro assegnato). Diagramma 14.  

U18‐PRIMA SQUADRA: appena parte il tiro il giocatore che ha effettuato la conclusione, a meno che 

non  abbia  la  percezione  chiara  di  poter  andare  a  prendere  il  rimbalzo  lungo  corre  indietro 

(riferimento metà campo) per contenere la corsa dell’attaccante. Se quest’ultimo sprinta prendendo 

velocità il difensore continua ad arretrare, mette un piede dentro i 3pt e poi difende. Se al contrario 

la palla non prende velocità il difensore potrà prendere in consegna la palla a metà campo (lettura 

tattica‐scelta del difensore). Diagramma 14b. 

NB. Se lavoriamo con i lunghi (ormai quasi tutti dinamici) possiamo far andare a rimbalzo alla ricerca 

di un secondo tiro e solo successivamente coprire il contropiede arretrando verso i 3 pt. Diagr.a 14c.  

     

Diagramma 14  Diagramma 14b  Diagramma 14c 

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Esercizio n. 2  

 

Nell’esercizio  2  (Diagramma  15),  il  coach  lancia  la

palla  (al  tabellone,  per  terra,  la  fa  rimbalzare,

rotolare  etc.…)  chi  la  recupera  attacca  al  canestro

opposto. 

 

Variante:  Il  coach  durante  l’1c1  può  chiamare

‘’cambio!’’, chi ha la palla cambia canestro nel quale 

attaccare. 

                          Diagramma 15   

  

 

Esercizio n. 3 Nell’esercizio 3  (diagrammi 16‐16b‐16c)  i  giocatori  girano  in  cerchio,  alternati  giallo‐blu.  Il  coach quando vuole  lancia  la palla al tabellone gridando  il colore di chi dovrà attaccare. Anche  in questo caso come nell’esercizio 1 possiamo prevedere tre casistiche:  

 

SETTORE GIOVANILE FINO U16: l’obiettivo è cercare 

di anticipare l’apertura e di accoppiarsi al più vicino

avversario.  Chi  è  prossimo  all’area  può  andare  a

rimbalzo (diagramma 16). 

                          Diagramma 16   

      

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                         Diagramma 16b 

U18‐PRIMA  SQUADRA:  se  lavoriamo  con  due 

esterni,  vogliamo  che  entrambi  rientrino.  Il  più

vicino alla metà campo corre sul tiro libero e grida

“area‐area” mentre il secondo giocatore più vicino

occupa  il  cerchio di metà  campo  ed  in base  alla

velocità della palla può decidere di accoppiarsi o 

sprintare  arretrando  fino  ai  3pt  difensivi.  Se

lavoriamo con un esterno ed un lungo manderemo

il  lungo  a  lottare  per  il  rimbalzo  d’attacco  e

l’esterno  a  coprire  la  transizione  difensiva

occupando  il cerchio di metà campo  (Diagramma

16b‐16c). 

 

 

 

VARIANTE: il coach può decidere di non chiamare il 

nome della squadra che attacca ma lanciare la palla

al tabellone. Chi la recupera può attaccare. 

                          Diagramma 16c   

      

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Esercizio n. 4

 

Nell’esercizio 4 il giocatore in punta passa la palla al

giocatore  in ala facendosi anticipare (passa  la palla

sul  braccio  interno  del  difensore).  Si  gioca  1c2,  i

difensori recuperano. 

                          Diagramma 17    

Esercizio n. 5

 

SETTORE  GIOVANILE  FINO  U16:  nell’esercizio  5 

abbiamo 4 difensori  in  linea sul prolungamento del

tiro  libero  di  schiena  al  canestro,  che  eseguono

footwork, e 4 attaccanti  sulla  linea di  fondo che  si

scambiano liberamente le posizioni. Quando il coach

passa  la  palla  ad  uno  degli  attaccanti,  i  difensori

devono  girarsi  ed  accoppiarsi  all’uomo  più  vicino

(che non sarà il diretto avversario iniziale) correndo

all’indietro. Diagramma 18. 

U18‐PRIMA SQUADRA: allo stesso modo abbiamo 4

attaccanti  sulla  linea di  fondo  che  si  scambiano  le

posizioni mentre  i difensori  sono disposti  con uno 

schieramento 2‐1‐1. I due difensori dietro scivolano

da bordo area a bordo area in orizzontale (in modo

alternato) mentre  i due difensori davanti eseguono

footwork.  Quando  il  coach  passa  la  palla  agli

attaccanti  sulla  linea  di  fondo  i  due  difensori  che

scivolano possono “pararla”, se ci riescono si girano

ed attaccano subito al canestro nella metà campo in

cui si trovano. In caso contrario difendono contro gli

attaccanti girandosi e correndo. I primi due difensori

dovranno correre ai gomiti dell’area mentre il primo 

dietro di loro correrà nel cerchio di metà campo con

l’ultimo  giocatore  che  invece  recupera’  sui  3pt.

Diagramma 18b. 

                          Diagramma 18 

 

                          Diagramma 18b   

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Esercizio n. 6 Nell’esercizio 6 abbiamo 3 giocatori blu disposti sulla  linea di tiro  libero su un  lato del campo e 3 giocatori gialli nella metà campo opposta mentre all’incrocio delle linee metà campo‐linea laterale troviamo 2 coni. Il coach ha la palla e quando vuole può passarla ad uno dei 6 giocatori in campo. Se passa  la  palla  ad  uno  dei  giocatori  laterali  il  difensore  opposto  dovrà  girare  intorno  al  cono  e recuperare, avremo così un 3c2+1 (Diagramma 19). Nel caso in cui invece la palla venga passata al giocatore centrale entrambi i laterali della squadra opposta dovranno girare intorno ai coni, avremo un 3c1+2  (Diagramma 19b). Chi  si  trova  in  sotto‐numero dovrà giocare di  continue  finte per  far perdere tempo all’attacco. Quest’ultimo avrà 6 secondi per concludere, se non riesce a segnare viene assegnato 1 punto alla difesa.  

 

Diagramma 19 

 

Diagramma 19b 

 

 

 

 

   

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Esercizio n. 7  

 

Nell’esercizio 7 (Diagramma 20) abbiamo 6 giocatori

disposti  uno  di  fronte  all’altro  sulla  linea  della

pallavolo. I due centrali hanno la palla e palleggiano

dalla loro riga di partenza alla metà campo e tornano

indietro arretrando. Chi è senza palla corre avanti e 

indietro dalla  riga della  pallavolo  a  quella di metà

campo. Quando il coach fa vedere le mani ad uno dei

due  giocatori  che  hanno  la  palla  dovrà  subito

ricevere  da  quest’ultimo,  chi  resta  con  la  palla  in

mano  attacca  contro  gli  altri  3  difensori  che 

improvvisamente si trovano a dover difendere. 

                          Diagramma 20   

 

 

 

 

 

 

 

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Esercizio n. 8  

 

L’esercizio  8  (Diagramma  21)  è  il  famoso  3c3

invertire che conosciamo tutti ma con delle regole:  

I  giocatori  non  possono  palleggiare  ed  ogni

squadra  prima  di  concludere  deve  fare  un

passaggio obbligatorio all’appoggio. 

I giocatori possono palleggiare (max. 2 palleggi)

ed ogni squadra prima di concludere deve  fare

un passaggio obbligatorio all’appoggio. 

I  giocatori  possono  palleggiare  liberamente  ed

ogni squadra prima di concludere deve  fare un

passaggio obbligatorio all’appoggio. 

Come noterete in una prima fase faciliteremo il

compito della  transizione attacco‐difesa  (prima 

nessun palleggio, poi massimo 2 palleggi e infine 

palleggio  libero,  aggiungendo  l’appoggio  che

mediante  il tempo  in cui riceverà  il passaggio e

restituirà  la  palla,  favorirà  in  una  prima  fase

l’accoppiamento difensivo). 

                      Diagramma 21   

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Esercizio n. 9

 

4c4 dove i giocatori giocano con massimo 3 palleggi,

quando  il coach grida “cambio”, attacco e difesa si

cambiano i canestri nei quali attaccare e difendere. 

                      Diagramma 22   

 

 

 

 

 

   

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Esercizio n. 10 I giocatori eseguono  tap‐in  (3 blu e 2 gialli), al via del coach chi è  in sovrannumero attacca per 6 secondi contro i due difensori, passato il tempo a disposizione o a seguito di un canestro realizzato o recupero difensivo entrerà in campo il terzo giocatore giallo e si giocherà 3 campi di 3c3.  Variante: I giocatori eseguono sempre tap‐in (3 blu e 2 gialli) ma il terzo giocatore giallo è disposto sul prolungamento del tiro libero, fuori dal campo, dalla parte opposta all’apertura. Al via del coach i gialli partono con  il vantaggio di avere un giocatore  ‘’libero’’ già pronto a partire,  i blu dovranno recuperare questo svantaggio parlando e correndo all’indietro.   

 

Diagramma 23 

 

Diagramma 23b 

 

 

 

 

 

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CONSIDERAZIONI Ci sono argomenti, come  la transizione difensiva, di cui parliamo troppo poco, non voglio dire che vengono dati per scontati, anzi, sono convinto che ognuno di noi in palestra lavora duramente per raggiungere  gli  obiettivi  prefissati,  però  probabilmente  dovremo  aprire  maggiori  confronti  e condivisioni di  idee su questi aspetti meno affrontati ma determinanti e fondamentali. Sono certo che in questo modo ognuno di noi potrebbe fare un grande salto di qualità. Personalmente sento la necessità, a maggior ragione in un periodo storico, dove i contatti sociali purtroppo sono stati minati dalla pandemia, di avere una maggior condivisione di idee perché oggi stare così lontani dalla palestra e dai “nostri” ragazzi è davvero dura, abbiamo troppo bogno di relazionare, solo così potremo ancora crescere insieme.  

 

Gabriele  Pardini,  nato  a  Livorno  il  30‐11‐1985,  Allenatore Nazionale,  Istruttore  Nazionale  Minibasket,  Fiba  Coach,Dirigente MB F.I.P  Inizia  la  sua  carriera  nelle  giovanili  del  Basket  Livorno  (A2maschile) per poi passare alla Libertas Livorno, Società con  la quale conquista da capo allenatore la promozione dalla C Silveralla C Gold nella stagione 2015‐2016 e nella successiva stagione2016‐2017 la promozione in Serie B.  Nella passata stagione è stato responsabile del settore giovanile dell’Audax Carrara.   Nella stagione attuale è tornato alla Libertas Livorno con il ruolo di Responsabile del settore giovanile, del minibasket oltre checapo allenatore della prima squadra in serie C Silver.  

 

Autore del  libro  “PILLOLE DI ATTACCO  E DIFESA” dal  settore giovanile alla prima squadra, che puoi trovare nell’e‐shop  https://www.basketball‐store.it.