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Camera dei Deputati — 5531 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 CXXVIL TORNATA DI GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 1914 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE M A R C O R A . INDICE. Giuramento dei deputati Di Stefano, JPizzini, Varzi e Lo_Piano Pag. 5531 Costituzione del Gabinetto e comuni- cazioni del Governo] 5532 SALANDRA, presidente del Consiglio 5532 Sospensione e ripresa dalla seduta 5534 Congedi 5534 Commemorazioni : del dottor Saenz Pena, presidente della Repub-1 Mica Argentina 5531 SOLINO-SIDNEY, MINISTRO 5 5 3 1 PRESIDENTE 5534 del Re Carlo di Rumania 5534 SONNINO-SIDNEY, MINISTRO 5 5 3 I PRESIDENTE . . . 5335 dei deputati Fasinate, Milana, Baragiola . . . 5535 PRESIDENTE 5535 SALANDRA, presidente del Consiglio 5537 INDRI 5538 PIETRIBONI. 5538 TOSCANO 5539 PASQUALINO-VASSALLO 5539 I)E FELICE-GIUFFRIDA. 5539 AUTE RI-BERRETTA 5540 RUBINI 5540 del ministro Di San Giuliano e dei senatori Finali, Visconti-Venosta, Arcoleo, D'An- cona, Borgatta e Speroni 5536 • PRESIDENTE 5536 SALANDRA, presidente del Consiglio 5537 DI SCALEA 5541 PENSISI 5 5 IL RATA 5542 COMANDINE ,.'.., 5543 LUZZATTI . . . . . 5544 ARTOM 5545 BRANDOLINI 5543 LIBERTINI GESUALDO 5547 COLONNA DI CESÀRÒ 5548 BRIZZOLESI 5549 QUEIROLO 5549 DEGLI •OCCHI . 5551 432 degli ex deputati Pennati, Celli, Sanguinetti, Mercanti, Viazzi e Maffei . . . Paa. 5551 PRESIDENTE ...... 5554-59 RAMPOLDI 5551 TÌAYA CESARE 5551 PIETRA VALLE 5552 MAFFI . . . . 5553 STORONI 5553 MONTI-GUARNIERI 5553 BATTELLI , 5554 QUEIROLO 5554 CENTURIONE 5554 SOLERI 5555 SANARELLI . . 5555 LA PEGNA 5555 MERLONI 5555 CAPPA 5 56 BONARDI 5557 RUINI 5558 del generale Orerò 5558 GAMBAROTTA. . . 5558 PRESIDENTE 5559 L a seduta è tolta in segno di lutto 5559 La seduta comincia alle 14. GUGLIELMI, segretario, legge il pro- cesso verbale della seduta del 5 luglio 1914. approvato). Giuramenti. PRESIDE NTE.Essendo presenti gli ono- revoli Di Stefano, Pizzini, Varzi e Lo Piano li invito a giurare. (Legge la -formula). DI STEFANO. Giuro. PIZZINI. Giuro. VAEZI. Giuro. LO PIANO. Giuro.

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Camera dei Deputati — 5531 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA D E L 3 DICEMBRE 1 9 1 4

CXXVIL

TORNATA DI GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 1914

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE M A R C O R A.

I N D I C E .

Giuramento dei deputati Di Stefano, JPizzini, Varzi e Lo_Piano Pag. 5531

Costituzione del Gabinetto e comuni-

cazioni del Governo] 5532 SALANDRA, presidente del Consiglio 5532

Sospensione e ripresa dalla seduta 5534 Congedi 5534

C o m m e m o r a z i o n i :

del dottor Saenz Pena, presidente della Repub-1 Mica Argentina 5531

S O L I N O - S I D N E Y , MINISTRO 5 5 3 1

P R E S I D E N T E 5 5 3 4

del Re Carlo di Rumania 5534 SONNINO-SIDNEY, MINISTRO 5 5 3 I

P R E S I D E N T E . . . 5335 dei deputati Fasinate, Milana, Baragiola . . . 5535

P R E S I D E N T E 5 5 3 5

SALANDRA, presidente del Consiglio 5 5 3 7

I N D R I 5 5 3 8

P I E T R I B O N I . 5538 TOSCANO 5 5 3 9

PASQUALINO-VASSALLO 5 5 3 9

I ) E F E L I C E - G I U F F R I D A . 5 5 3 9

A U T E R I - B E R R E T T A 5 5 4 0

R U B I N I 5540

del ministro Di San Giuliano e dei senatori Finali, Visconti-Venosta, Arcoleo, D'An-cona, Borgatta e Speroni 5536 •

P R E S I D E N T E 5 5 3 6 SALANDRA, presidente del Consiglio 5537 D I SCALEA 5 5 4 1

P E N S I S I 5 5 IL R A T A 5 5 4 2

COMANDINE , . ' . . , 5 5 4 3 L U Z Z A T T I . . . . . 5 5 4 4 A R T O M 5545 BRANDOLINI 5 5 4 3 L I B E R T I N I G E S U A L D O 5 5 4 7 COLONNA DI CESÀRÒ 5 5 4 8 B R I Z Z O L E S I 5 5 4 9 QUEIROLO 5 5 4 9

D E G L I •OCCHI . 5 5 5 1

432

degli ex deputati Pennati, Celli, Sanguinetti, Mercanti, Viazzi e Maffei . . . Paa. 5551

P R E S I D E N T E . . . . . . 5554-59 R A M P O L D I 5 5 5 1

TÌAYA CESARE 5 5 5 1 P I E T R A VALLE 5 5 5 2

M A F F I . . . . • 5 5 5 3

S T O R O N I 5553 M O N T I - G U A R N I E R I 5 5 5 3 B A T T E L L I , 5 5 5 4

Q U E I R O L O 5554 CENTURIONE 5 5 5 4 S O L E R I 5555 S A N A R E L L I . . 5 5 5 5 L A P E G N A 5 5 5 5

M E R L O N I 5 5 5 5 C A P P A 5 5 6 B O N A R D I 5557 R U I N I 5 5 5 8

del generale Orerò 5558 GAMBAROTTA. . . 5 5 5 8

P R E S I D E N T E 5 5 5 9

L a seduta è tolta in segno di lutto 5559

La seduta comincia alle 14.

GUGLIELMI, segretario, legge il pro-cesso verbale della seduta del 5 luglio 1914.

(È approvato).

Giuramenti.

P R E S I D E NTE.Essendo presenti gli ono-revoli Di Stefano, Pizzini, Varzi e Lo Piano li invi to a giurare.

(Legge la -formula).

D I STEFANO. Giuro. P I Z Z I N I . Giuro. VAEZI . Giuro. LO PIANO. Giuro.

Aiti Parlamentari — 5532 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

Comunicazioni del Governo. P R E S I D E N T E . H a faco l tà di par la re

l 'onorevole presidente del Consiglio. S A L A N D R A , presidente del Consiglio,

ministro dell'interno. (Segni di attenzione). Mi onoro di annunziare alla Camera che Sua Maestà il Re, con decreti del 13 ago-sto corrente anno, accet tò le dimissioni dal la carica di ministro della marina ras-segnate dall 'onorevole contrammiraglio En-rico Millo, senatore del Regno, e nominò alla carica stessa l 'onorevole vice ammira-glio Leone Viale, senatore del Regno.

Con successivi decreti d e l l ' l l o t tobre de t to anno accet tò le dimissioni dalla ca-rica di ministro della guerra rassegnate dall 'onorevole t enen t e generale Domenico Grandi , senatore del Regno, e nominò alla carica stessa il maggior generale Vit tor io Zupell i .

Con altri decreti del 15 de t to mese la Maestà Sua accet tò le dimissioni dalla ca-rica di sot tosegretario di S ta to per la guerra rassegnate dal t enen t e generale Giulio Tas-soni e nominò alla carica medesima il mag-gior generale Vit torio Elia.

I n seguito alla morte del compianto mi-nistro degli affari esteri, marchese cav. An-tonino di San Giuliano, senatore del Re-gno, mi incaricò di reggere per interim il Dicastero stesso.

Con decreto del 5 novembre prossimo passato l 'Augusto Sovrano accet tò le di-missioni mie e dei colleglli del Gabinet to , nonché quelle dei sot tosegretar i di S ta to , incar icandomi in par i t empo di comporre 1 nuovo Ministero.

Con decreto dello stesso giorno mi no-minava presidente del Consiglio dei mini-stri e ministro del l ' interno e con a l t ro de-creto, di pari da ta , nominava ministri, se-gretar i di S t a to :

per gli affari esteri , l 'onorevole barone do t to r Sidney Sennino, depu ta to al Par la -mento ;

per le Colonie, l 'onorevole professore Ferd inando Martini , depu ta to al Par la-mento ;

per la grazia, giustizia e i culti , l 'ono-revole professore avvocato Vit tor io Ema-nuele Orlando, depu ta to al Par lamento ;

per le finanze, l 'onorevole avvoca to Edoa rdo Daneo, depu ta to al Par lamento ;

per il tesoro, l 'onorevole avvoca to Paolo Carcano, depu ta to al Pa r l amen to ;

per la guerra , il maggior generale Vit-torio Zupelli ;

per la mar ina , l 'onorevole vice-ammi-raglio Leone Viale, senatore del Regno ;

per l ' istruzione pubblica, l 'onorevole professore avvocato Pasqua le Grippo, de-p u t a t o al Pa r l amen to ;

per i lavori pubblici , l 'onorevole Au-gusto Ciuffelli, d e p u t a t o al Pa r l amento ;

per l 'agr icol tura , industr ia e commer-cio, l 'onorevole avvocato Gianne t to Cava-sola, senatore del Regno ;

per le poste e i te legrafi , l 'onorevole avvoca to Vincenzo Riccio, depu ta to al Pa r -lamento.

E con decreti del giorno 6 dello stesso mese di novembre, Sua Maestà il Re no-minava sottosegretari di S ta to :

per l ' i n t e rno , l ' onorevo le avvocato-Giovanni Celesia di Vegliasco, depu ta to al Pa r l amen to ;

per gli affari esteri, l 'onorevole mar-chese Luigi Borsarelli di Ri f reddo, depu-t a t o al Pa r l amen to ;

per le Colonie, l 'onorevole professore avvoca to Gaetano Mosca, deputa to al Pa r -lamento ;

per la grazia, giustizia e i culti, l 'ono-revole professore avvocato Pie t ro Chimienti, depu ta to al Pa r lamento ;

per le finanze, l 'onorevole a v v o c a t o Antonio Baslini, depu ta to al Pa r l amen to ;

per il tesoro, l 'onorevole avvocato Ugo Da Como, depu ta to al Pa r l amen to -,

per la guerra, il maggior generale Vit-torio Elia ;

per la marina, l 'onorevole avvoca to Augusto Bat tagl ier i , d e p u t a t o al Pa r l a -mento ;

per l ' is truzione pubblica, l 'onorevole avvocato Giovanni Rosadi , d e p u t a t o al Par lamento ;

per i lavori pubblici, l 'onorevole av-vacato Achille Visocchi, depu t a to al P a r -lamento ;

per l 'agr icol tura , industr ia e commer-cio, l 'onorevole avvoca to VittorioCottafavi , , depu ta to al Par lamento ;

per le poste e i telegrafi, l 'onorevole conte Girolamo Marcello, d e p u t a t o al Pa r lamento.

Onorevoli deputat i ! (Segni di vivissima attenzione). Al Ministero, che si presenta oggi al vostro giudizio, il p rog ramma del-l' immedia to lavoro è imposto dalla neces-sità delle cose; poiché gli spe t ta reggere il paese e guidarne le sorti in questo critico momento della sua storia.

Mentre , confor ta to dalle r i pe tu t e a t te -stazioni della vostra fiducia, il Governo si

Atti Parlamentari — 5533 — Camera dei Deputati

L E G I S L A T U R A X X I V - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1 9 1 4

accingeva a preparare utili riforme ammi-nistrative, tributarie e sociali, scoppiò, senza alcuna nostra partecipazione od in-tesa, improvviso e rapidissimo il conflitto, che invano, per la tutela della pace e della civiltà, ci adoperammo a scongiurare.

Dovè il Governo considerare se le clau-sole dei t ra t ta t i c' imponessero parteci-parvi. Ma lo studio più scrupoloso della lettera e dello spirito degli accordi esistenti la nozione delle origini e le manifeste fina-lità del conflitto ci indussero nel sicuro e leale convincimento che non avevamo ob-bligo di prendervi parte. (Approvazioni). Sciolti così da ogni altra considerazione, il libero e sereno giudizio di ciò che esigesse la custodia degli interessi italiani ci consi-gliò a dichiarare senza indugio la nostra neutralità. (Approvazioni).

Tale risoluzione fu, come era da atten-dersi, argomento di passionati dibattit i ed obietto di giudizi disparati. Ma più tardi, a grado a grado, in I ta l ia e fuori, prevalse la salda e generale persuasione che noi eser-citammo il nostro diritto e rettamente giu-dicammo di quanto meglio convenisse agli interessi della nazione.

T u t t a v i a la neutralità, l iberamente pro-clamata e lealmente osservata, non basta a guarentirci dalle conseguenze dello im-mane sconvolgimento, che si fa più ampio ogni giorno e il cui termine non è dato ad alcuno di prevedere.

Nelle terre e nei mari dell 'Antico Con-tinente, la cui configurazione politica si va forse trasformando, l ' I tal ia ha vital i inte-ressi da tutelare, giuste aspirazioni da af-fermare e sostenere... (Vivissime approva-zioni — I deputati sorgono in piedi — Vivis-simi reiterati prolungati applausi) una si-tuazione di grande potenza da mantenere intat ta non solo, ma che da possibili in-grandimenti di altri Stat i non sia relativa-mente diminuita. (Vivissime approvazioni).

Non dunque inerte e neghittosa, ma operosa e guardinga; non dunque impo-tente, ma poderosamente armata e pronta ad ogni evento doveva e dovrà essere la neutralità nostra. ( Vivissimi generali e pro-lungati applausi).

Pertanto suprema cura del Governo fu ed è tut tora la compiuta preparazione del-l'esercito e del l 'armata. (Approvazioni). A conseguirla non esitammo ad assumerci gravi responsabilità di spese e di alcune modificazioni agli ordinamenti militari. (Bene!)

L'esperienza che ci viene dalla storia e più dai casi presenti deve ammonirci che, ove cessi l ' impero del diritto, alla salute di un popolo rimane unica garanzia la forza, (Benìssimo!) la forza umana organizzata e munita di tut t i i perfezionati e costosi stru-menti tecnici della difesa.

L ' Italia, che non ha propositi di sopraf-fazione, deve t u t t a v i a organizzarsi e mu-nirsi, quanto più le sia consentito e col massimo vigore possibile, per non rimanere essa stessa prima o poi sopraffatta. (Vive approvazioni).

A questo, che reputiamo nostro primo dovere, si aggiunge la cura non lieve di at-tenuare gli effetti della crisi che, nella com-plessa unità del mercato internazionale e della economia universale, ha paralizzate le industrie, sconvolti i traffici, restituiti alla patria prima dell 'epoca consueta mi-gliaia di validi lavoratori e rincarati sen-sibilmente gli indispensabili prodotti ali-mentari.

A tal fine occorsero pure provvedimenti eccezionali, temporanee deroghe al diritto comune, acceleramento di pubblici lavori, larghe disponibilità di mezzi finanziari. Di tutt i questi provvedimenti vi chiediamo la immediata approvazione.

Possiamo intanto con sodisfazione con-statare che le generali condizioni econo-miche del nostro paese sono venute via via migliorando, che il lavoro e il credito vanno riprendendo il loro normale funzionamen-to, che rinasce la fiducia pubblica. Ma sa-rebbe pericolosa illusione il credere che al-tri straordinari provvedimenti non occor-reranno.

I l Governo sa bene che ogni sforzo deve essere fatto per assicurare al paese una suf-ficiente disponibilità dei generi di prima necessità. (Bene!) Dove e quando non basti l 'a t t iv i tà privata non mancherà il suo in-tervento integratore-. (Approvazioni).

Così la pace interna dovrà essere a qua-lunque costo assicurata. (Vive approvazioni). Lungi del resto da noi ogni dubbiezza che possa turbarla il popolo nostro ; il quale sente che oggi la Patria, per la propria salute e grandezza, impone concordia di animi pronti ad ogni sacrifizio. (Vivissimi e generali applausi). Ad altri tempi le com-petizioni politiche ed economiche ; (Bravo!) ad altri tempi le gare fra i partiti , i gruppi, le classi. Oggi è necessario che si affermi solennemente, con le parole e con gli atti , la solidarietà di tut t i gli italiani. (Vivi ap-plausi).

Atti Parlamentari — 5534 — Camera dei Deputati

LEG SLATTJRA XXIV - I a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

I l pr imo e più al to esempio di solida-rietà nazionale sarà da to di eerto, nelle discussioni che seguiranno, dalle supreme Assemblee rappresenta t ive . I l Governo, al quale ogni criterio e in tendimento di par-t i t o parrebbe oggi un sacrilegio, fa ap-pello alla pa t r io t t ica cooperazione di t u t t o intero il Par lamento . (Approvazioni) . Dal Pa r l amen to sol tanto potrà a t t ingere la vi-goria necessaria ad assolvere l ' a rduo suo compito.

L 'ora che corre domanda un Governo for te e sicuro. Se forza e sicurezza avremo dal vostro voto, potremo sostenere il grave peso delle nostre responsabili tà ; potremo proseguire nel lavoro intenso e continuo cui diamo t u t t e le energie dell 'anima no-stra, nella efficace difesa degli interessi pre-senti della P a t r i a e nella vigile cura delle sorti avvenire de l l ' I t a l i a nel mondo. (Vi-vissimi, generali e prolungati applausi — I deputati sorgono in piedi e gridano ripetuta-mente: « Viva l'Italia! ».

P R E S I D E N T E . Do a t to all 'onorevole presidente del Consiglio delle comunica-zioni tes té f a t t e circa la costituzione del nuovo Ministero.

SALANDRA, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Prego la Camera di sospendere la seduta fino alle 16.30, dovendo il Governo recarsi nell 'al tro ramo del Par -lamento.

P R E S I D E N T E . Non essendovi osserva-zioni in contrar io, sospendo la seduta fino alle 16.30.

(La seduta, sospesa alle 14.30, è ripresa alle 16.30).

Congedi.

P R E S I D E N T E . Hanno chiesto un con-gedo, per motivi di famiglia, gli onorevoli: Loero, di giorni 10; Tamborino, di 15; Ca-mera, di 3; e per motivi di salute, gli ono-revoli: Guicciardini, di giorni 20; Giuliani, di 20; Scano, di 20; Miari, di 15: Schiavon, di 5; Masciantonio, di 15; Ot tavi , di 20, e R o t h di 7.

(Sono conceduti).

Commemorazioni.

P R E S I D E N T E . H a facoltà di par lare l 'onorevole ministro degli affari esteri.

S O N N I N O - S I D N E Y , ministro degli af-fari esteri. (Segni d'attenzione). I l 9 agosto ult imo scorso moriva il dot tor Saenz Peña , Pres idente della Repubblica Argent ina .

I vincoli di sent imento e d'interesse, che così for temente legano l ' I ta l ia all 'Argen-t ina, ci hanno f a t t o associare con vivo do-lore al lu t to che ha colpito quella nazione amica per la perdi ta del suo illustre Presi-dente.

Le grandi simpatie e le sincere amici-zie, che il Dr. Saenz Pena seppe acquistarsi d u r a n t e i lunghi anni nei quali rappresentò il suo Paese presso il Governo del Re, e l 'opera attivissima da lui spiegata a Roma e a Buenos Ayres per intensificare le cor-diali relazioni t ra i due Stat i , mantengono a l t r e t t an to viva f r a noi la sua memoria, quan to la conservano presso i suoi compa-t r i o t i le grandiose linee del suo program-ma di sviluppo economico e di progresso civile, che p romet te alla Repubbl ica Ar-gent ina un così bri l lante avvenire. (Vive approvazioni).

M'incombe pure il còmpito doloroso di comunicare alla Camera la morte di Sua Maestà il Re Carlo di Rumania , avvenuta il 10 o t tobre .

L 'azione svolta dal de fun to Sovrano, du-ran te un Regno glorioso di oltre 48 anni , è argomento t roppo vasto, cui non sono sufficienti brevi parole.

È noto che Re Carlo ha po r t a to ad un al to grado di progresso e di prosperità la Ruman ia , e ciò con una politica provvida, inspirata alle più elevate concezioni degl 'in-teressi del Paese.

Munito di singolari doti di ingegno e di cuore e for te del l 'amore e della, sicura fi-ducia del popolo, egli seppe avviare a glo-riosi destini la nobile nazione che lo ebbe a Sovrano.

Al lu t to ed al compianto del popolo ru-meno si è associato t u t t o il mondo civile, ed in ispecial modo si è associata l ' I ta l ia , che con la Rumania ha t a n t i vincoli di t radizioni , di sent imenti e di cordiale ami-cizia. (Vive approvazioni).

P R E S I D E N T E . (Segni di attenzione). l i do t to r Rocco Saenz Pena, Pres idente della Repubbl ica Argent ina, testé r icordato con vivo cordoglio dal ministro degli affari esteri, fu t e m p r a di uomo politico di grande valore, e accoppiava ad un ingegno, vera-mente eletto, una singolare cul tura.

Del grande affet to da lui dedicato a l l ' I ta-lia diede prova come rappresentante di quella Repubblica presso il nostro Governo, come delegato presso l ' I s t i tu to internazio-nale di agricoltura e come Presidente della Repubblica Argent ina .

Alti Parlamentari — 5535 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

E fu specialmente per suo impulso che Tennero r insaldat i i vincoli di cordiale ami-cizia, che ci legano a quella nobile Nazione; la quale ospita t an t i nostri fratell i .

del l 'associarci al dolore del popolo ar-gentino rivolgiamo un reverente saluto alla memoria dell' illustre estinto. (Vive appro-vazioni).

Sono pure sicuro di rendermi fedele in-t e rp re t e di voi t u t t i , onorevoli colleghi, di-cendo che le nobili parole tes té pronun-ziate dal ministro degli affari esteri a me-moria ed onore di E e Carlo di Bumania , rispecchiano i sent imenti di cordoglio di questa Assemblea, e del popolo i tal iano che essa rappresenta , per la perd i ta del-l 'uomo insigne, che, presidiando la sua te r ra d 'adozione con occhio vigile, con fervido amore e con mano sicura, rest i tuì alla vi ta di nazione i discendenti dei f ratel l i nostri, che il g rande Traiano aveva messo a cu-stodia della la t ini tà agli estremi confini del vasto impero. (Benissimo !)

E da questa Boma vada la voce del rim-pianto e del conforto alla Donna esemplare che fu al defunto Monarca degna compagna; al nuovo Ee, chiamato in 'moment i difficili ad assicurare le sorti del popolo rumeno, e a questo l 'augurio nostro, espressione della comunanza d 'a f fe t to e di stirpe, di vi ta sempre prospera e felice, e di ogni maggior for tuna . (Vivissime approvazioni).

Prego il ministro degli affari esteri di dare par tecipazione al Governo argent ino al Governo e al Par lamento rumeno di queste nostre manifestazioni.

Onorevoli colleghi! È pur t roppo fa ta le che al r iprendere dei nostri lavori io debba sempre l amen ta re qualche vuoto nelle no-stre file.

I l 23 se t tembre ci sorprendeva la notizia della fine del nostro collega Guido Fusinato , t r avo l to da tragico destino. Dal padre , poeta di non comune valore, e dalla faeile vena, egli trasse il brio che rendeva at-t r a e n t e il suo conversare; dalla madre, edu-catrice insigne, la squisitezza del senti-mento e la venustà dell ' eloquio, da en-t r ambi un ingegno vivido e pronto, arra di rap ida ed a l ta ascensione.

d a t o in Castelfranco Veneto il 15 febbraio 1860 e compiti con onore gli studi giuridici, dopo avere insegnato nell 'Universi tà di Ma-cerata, conquistò la ca t t ed ra di dir i t to in-ternazionale nel l 'Ateneo torinese, che non lasciò se non quando f u nominato consi-gliere di S t a t o .

Gli elettori di Fe l t re lo vollero loro rap-presen tan te in questa Assemblea per la diciottesima legislatura, confermandogli il manda to nelle successive senza interruzione.

La sua opera par lamentare , f r u t t o di studi medi ta t i e profondi, f u ben presto apprezzata ; onde fu due vol te nominato sottosegretario di Stato, nel 1899 e nel 1903; e nel maggio 1908 ministro dell ' istruzione pubblica, nel quale ufficio per il grave de-per imento della sua salute non potè dare di sè t u t t a la prova che dal suo grande in-gegno era lecito a t tendere .

Ebbe anche incarichi delicatissimi, t r a i quali la rappresentanza dell' I ta l ia al l 'Aja nell 'Alto Convegno destinato a regolare con sensi di giustizia e di umani tà le contro-versie internazionali , e, maggiore di tu t t i , la partecipazione alle t r a t t a t i v e per la pace di Losanna ; dopo le quali veniva insignito della carica di ministro di Stato.

La v i ta di Guido Fus ina to fu esempio operoso di modestia e di saggezza. Onore alla sua memoria! (Vive approvazioni).

Un altro collega scomparve il 12 dello scorso novembre : Giovanni Milana, d a t o a Linguaglossa il 4 febbraio 1864, egli era en-t r a t o in questa Assemblea, quale rappre-sentante del collegio di Pa te rno , nella pas-sata Legislatura, e aveva preso par te ai nostr i lavori, non solo caldeggiando l ' in-cremento delle comunicazioni ferroviarie e mar i t t ime della sua regione e invocando-la protezione degli interessi vinicoli della Sicilia, ma inci tando il Governo ad intro-durre savie r i forme nel l 'o rd inamento giu-diziario.

Una grave mala t t i a alla gola, per la quale egli si era da poco tempo assogget-t a to ad una operazione chirurgica, gli im-pedì di prender pa r t e alle nostre discus-sioni in questa Legislatura, per la quale il Collegio gli aveva r iconfermato il manda to ; ma cionondimeno egli fu sempre assiduo alle nostre adunanze.

Esercitò l ' avvoca tura con grande dignità, prodigando l 'opera sua disinteressata in prò degli, umili.

L ' unan ime compianto col quale lo ac-compagnò al l 'ul t ima dimora la c i t tad inanza catanese, che ne aveva seguito l 'opera, in-t e n t a sempre alla maggiore elevazione del popolo, mostrò di quanto affet to egli fosse circondato, e quanto dolorosa sia s ta ta la sua d ipa r t i t a ; che lascia nel rammar ico quant i t r a noi, pur nella sua breve v i ta par lamentare , ebbero agio di apprezzarne

Atti Parlamentari - 5 5 3 6 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

la elevatézza dello spirito e dell' intel let to. (Approvazioni).

E ancora ieri una nuova dolorosa no-tizia veniva a ra t t r i s ta re i nostri cuori: quella della morte dell 'onorevole Baragiola, da sei legislature nostro amato e apprez-zato collega, quale rappresentante del col-legio di E rba .

Ka to in Como il 31 maggio 1854, egli, for-nito di largo censo, dedicò i suoi studi al-l 'agricoltura e alle industrie, nelle quali por tò un largo spirito d.' iniziativa ed una grande a t t iv i tà .

Di animo generoso ed amante delle ar t i belle, seppe essere a l t amente benefico, e la sua fine sarà largamente r impianta .

Alla memoria dell 'estinto, che r imane legata a t a n t e opere buone, vada il nostro profondo, affettuoso r impianto. (Approva-zioni).

Altri e gravissimi lu t t i colpirono il Se-n a t o con la perdita di autorevolissimi suoi Membri . A ciascuno di essi t r ibu terà i do-vu t i onori quell 'Alta Assemblea. Ma, poiché essi furono anche lustro e decoro della Ca-mera, non possiamo nè dobbiamo neppur noi tacerne.

È ancor vivo il dolore che ci colpì il 16 dello scorso ot tobre all 'annunzio della morte di Antonino Di San Giuliano, ministro degli affari esteri; t an to più vivo dacché la sua perdi ta seguì in un 'ora storica, in cui la Pa t r ia richiede la cooperazione degli uomini

suoi migliori. Fin dagli anni giovanili Antonino Di San

Giuliano si era distinto per dovizia d'inge-gno e fervore di studio; apprezzato t an to dai suoi conci t tadini che lo vollero a far par te dei maggiori consessi amministrat ivi , e quindi, non ancora t ren tenne , loro rap-presentante in questa Assemblea, confer-mandogli poi il manda to nelle sei legisla-ture successive.

Apprezzatissima fu la sua collaborazione nei principali uffici pa r l amen ta r i e gover-nat ivi , ai quali fu a t t r a t t o da speciale pre-parazione mater ia ta da profondi studi e da larghissima coltura.

Più volte sottosegretario di Stato, nel dicembre 1905 fu chiamato a reggere il Mi-nistero degli affari esteri.

Il suo fine t a t t o diplomatico si rilevò pure nelle missioni a Parigi e Londra , dove lasciò ampia traccia delle sue singolari at-t i tudini , che gli valsero di esser r ichiamato alla direzione della nostra politica estera

fino alla sua morte .

Egli si t rovò a coprire l 'arduo ufficio in un periodo, nel quale il Paese ebbe di re-pen te dinanzi a sè i più gravi problemi che interessano il suo avveni re ; ma si può con sicurezza affermare che alla sua perspicacia nessuno aspet to sfuggiva delle in t r ica te questioni, che dall 'opera sua a t tendevano la risoluzione; e gli fu guida sempre l 'amor di pa t r i a , che a lui, morente, ispirò ancora ansiose e a rdent i parole.

Tempra d'animo antica, egli giunse sino a comprimere l 'angoscia pa terna quando, fe rvendo l ' impresa libica, gli fu rapi to il figlio; e a non distogliersi mai dalle gravi cure dello Stato , neppure t ra le atroci sof-fe renze che lo tor turarono, specialmente negli ul t imi giorni della sua to rmen ta t a esistenza.

Lo r icorderanno sempre con reverenza ed affet to i colleghi, il paese nat ivo, l ' I t a l ia . (Vivissime approvazioni).

Una perdita non meno dolorosa dob-biamo l amen ta re : quella del senatore Ga-spare Finali .

Con essa si va sempre più assottigliando l 'ormai scarso manipolo superstite de' coope-rator i al patr io r iscatto.

Nato in Cesena il 20 maggio 1829, dopo essersi laureato in giurisprudenza, prese viva pa r t e al movimento liberale delle Roma-gne, guadagnandosi una condanna a morte , alla quale si sottrasse con l'esilio in Pie-monte .

Giovane di alto sentire, di vasta col-tura , venne tosto apprezzato dal Cavour e dal Far in i , che lo fecero ent rare prima nel-l 'Amministrazione dell ' interno e poscia in quella delle finanze, nella quale ul t ima salì rap idamente , finché fu eletto consigliere, quindi presidente della Corte dei conti.

Cesena, che nel 1859 egli aveva rappre-sentata nell ' Assemblea Costi tuente delle Eomagne, lo mandava poi in questa Ca-mera nella sett ima e nella nona legisla-t u r a ; e così Belluno nella decima.

I n questa decima legislatura fu scelto se-gretar io generale dal ministro delle finanze, Cambray-Digny. E n t r ò poi nei Consigli della Corona come ministro di agricoltura nel-l 'u l t imo Gabinet to Minghett i , del tesoro nel Gabinetto Saracco, e dei lavori pub-blici nel primo Gabinetto Crispi.

I l Senato, di cui fece p a r t ^ fin dal 1872 e di cui fu anche vicepresidente, lo designò alle più al te cariche, pr incipalmente alla presidenza della Commissione di finanza e a quella della Commissione incaricata di studiare le riforme di quell 'Assemblea.

Atti Parlamentari — 5537 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

Egli non rifulse solo come amminis t ra-tore do t to e sagace e come uomo poli t ico aper to a t u t t e le espressioni di l iber tà e di progresso civile (di che diede una indimen-t icabile p rova nella discussione del l 'u l t ima legge e le t tora le ) ma anche per il g rande amore col quale col t ivò gli s tud i storici e le t terar i . Ce ne lascia copiosa tes t imonianza in libri ed opuscoli sui più svar ia t i argo-ment i .

Dalla stessa sua maestosa persona t r a -spar iva quella b o n t à che lo r endeva caro non solo agli amici, ma a q u a n t i lo avvi-c inavano, i quali t r o v a v a n o sempre in lui un consigliere a f fe t tuoso ed indulgente .

Con lui si spense un nobile spirito, un ca ra t t e r e f ranco ed ape r to ed un raro esem-pio di a lacr i tà e di devozione per la pa t r i a . {Vive approvazioni).

Qua t t ro giorni or sono mor iva qui in Eoma , capi ta le di quella I t a l i a fo r t e e te-m u t a che era s t a t a il sogno della sua gio-vinezza, e f u poi in p a r t e f r u t t o della sua cos tante operosi tà , Emil io Visconti Venosta .

C o m b a t t e n t e delle c inque giornate di Milano, visse le ansie delle pr ime speranze e i dolori dei pr imi rovesci ; indomi to ri-belle alia feroce oppressione che ne seguì, fu t r a i più fervidi organizza tor i della ri-scossa, seguace a l lora , come la maggior p a r t e degli uomini che ci diedero la P a t r i a , di Giuseppe Mazzini, che ne aveva scorto l 'a l to ingegno in un i m p o r t a n t e scr i t to gio-vanile di lui sul Lamennais , e ne deplorò il

• distacco con una storica c o m m o v e n t e let-t e r a ; solenne a t t es taz ione pur ques ta della grande es t imazione in cui era dal l ' apostolo t e n u t o . Di poi conscio dei nuovi destini d ' I t a l i a , che il generoso P i e m o n t e m a t u -r ava , si accostò a Cavour , che lo predilesse e lo c i rcondò della maggior fiducia inizian-dolo in quella carr iera che, via via, per sempre maggiori uffici, da commissario re-gio presso Garibaldi , d u r a n t e la guer ra del 1859, ad ambasc ia tore , a ministro degli e-steri, gli diede modo di rendere al paese i più segnala t i ed ind iment icabi l i servigi.

Dire in ques t 'o ra più l ungamen te dei part icolar i della sua lunga esistenza sarebbe i noppor tuno , e fors 'anco superfluo; perchè t roppo not i a voi e a l l ' I t a l i a t u t t a , alla quale fino agli es t remi della v i ta , nelle cir-cos tanze difficili che oggi a t t r ave r sa , non mancò il di lui saggio consiglio, P iangia-molo, e p rend iamone esempio! (Vivissime approvazioni).

Propongo che la Camera esprima te legra-ficamente le propr ie condoglianze alle fa-

miglie degli estinti , e qu ind i to lga la seduta in segno di lu t to a p p e n a t e r m i n a t e le com-memorazioni . «

S A L A N D E A , presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Chiedo di par la re .

P R E S I D E N T E . Ne ha faco l t à . S A L A N D E A , presidente del Consiglio,

ministro dell' interno. (Segni di attenzione). Onorevoli colleghi, il Governo si associa al comune r imp ian to per i nostr i colleghi de-f u n t i e alle proposte di onoranze f a t t e dal nos t ro illustre Pres idente .

Giovanni Milana fu uomo di fede e di cuore ed agli uomini di cuore e di fede, anche se essi vagheggino ideali diversi da l nos t ro , ci inchiniamo r ive ren t i .

P i e t ro Baragiola f u t r a i p r imi nella be-nemer i t a schiera di coloro che promossero il magnifico svolgimento economico delle t e r r e e delle indus t r ie lombarde .

Guido Pus ina to , lo conobbi da giovine quando venne a perfezionare la sua cu l t u r a sui banch i della nost ra Univers i t à . Lo se-guii a m m i r a n d o n e la sua r ap ida ascesa verso la Ca t t ed ra e verso i supremi uffici delio S ta to . Lo avrei voluto compagno in questa nos t ra dura f a t i ca ; ma egli, già malsicuro di sè, res is te t te alle mie vive pre-mure . Nessuno seppe del suo r if iuto, e voi sapete , onorevoli colleghi, che occorre mi-nor forza d ' an imo a r i f iu tare che a non dire di aver r i f iu ta to . (Approvaz ion i ) .

E p p u r e della sua rap ida f o r t u n a pol i t ica nessuno gli volle male. Gli è che esso tem-perava la sua super ior i tà con la sua g rande a m a b i l i t à . Alle qual i tà della m e n t e egli un iva u n a squisita r e t t i t u d i n e ed anche forza di animo ; egli era v e r a m e n t e un uomo di animo fo r t e ma le sue energie e rano di t a n t o in t a n t o fiaccate dalla sua squisi ta morbosa sensibilità, ed egli sent iva in sè ques ta t ragica cont radiz ione della sua v i ta , e non vi res i s te t te ! Nessuno che l ' abbia co-nosciuto si r ammen te r à di lui senza commo-zione e senza r impian to . (Vive approvazioni).

I l Governo ha compiuto il dovere suo ne l l ' a l t ra Camera verso i senatori de fun t i .

Di Gaspare Finali e di Emil io Viscont i Venosta pa r le ranno in ques t 'Aula uomini degni di commemorar l i .

Ma io non posso r inunz ia re al mesto uf-ficio di di re quale l u t t o per il Governo, qua l e danno per il Paese sia s t a t a la mor te di An ton ino Di San Giuliano.

Voi t u t t i lo r a m m e n t a t e e lo r a m m e n -te re te , poiché egli, anche dopo la sua nomina a senatore , non perse il c o n t a t t o con questa Camera , che lo aveva f a t t o quello che era ;

Atti Parlamentari — 5538 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914

vi r i tornò di f requen te da ministro, e si mantenne sempre in continui rappor t i con t u t t i noi, seguitando a .vivere la nostra v i ta .

Magnifico esempio della geniale molte-plicità di a t t i tud in i che contrassegna i pri-vilegiati ingegni meridionali, Antonino Di San Giuliano fu ad un t empo uomo di le t tere ed uomo di Stato, studioso e mondano, di-plomatico ormai r epu t a to t ra i primi in Europa e par lamentare forni to della mag-giore t r a le qual i tà par lamentar i , vale a dire di quell 'eloquio pronto , sottile, ar-guto, copioso, di cui voi ave te avuto , an-che negli ul t imi tempi , così splendido esempio. E t u t t e queste a t t i tud in i egli aveva messe unicamente al servizio della P a t r i a .

Io, che conservo gli ul t imi suoi scritti , nei quali con mano contor ta e t remante , ma con mente sempre egualmente ferma ed acuta , egli m ' in t r a t t eneva sulle ultime vicende internazionali , posso solennemente a t t e s ta re come gli ult imi ba t t i t i del suo cuore mala to , gli u l t imi lampi del suo in-gegno fossero dat i un icamente alla Pa t r ia , per la quale soltanto egli desiderava clivi-vere; e la visione radiosa di una Pa t r i a più grande ravvivò per un momento le sue spe-ranze e la sua forza. La Pa t r i a deve ricor-darsene. (Vivissime approvazioni — Ap-plausi).

P R E S I D E N T E . H a chiesto di parlare, in memoria dell 'onorevole Guido Fus ina to , 1' onorevole Indr i .

Ne ha facol tà . I N O R I . Onorevoli colleghi ! Se la scom-

parsa t ragica di Guido Fusinato ha steso un velo di mestizia profonda sull 'animo di quant i , per consuetudine di rappor t i , ave-vano po tu to ammirare la forte t empra , la soda coltura, la larga preparazione e la genti le mitezza del compianto collega, il dolore è stato più in tensamente senti to nella te r ra na t iva , che egli, a t t raverso le vicende varie della vi ta , sempre predilesse ed amò con affet to filiale.

E il sent imento di quelle memori con-t rade , che io ho l 'onore di rappresentare , por to nella solennità di questa Assemblea, r endendo alla memoria dell 'illustre amico perduto l 'omaggio reverente della ricor-danza pietosa.

I l nostro Presidente ed il presidente del Consiglio, con sent imento di par t icolare affet to, r ievocarono i meri t i di Guido Fu-sinato, per i quali egli, giovanissimo, dopo conseguito l 'onore altissimo, r iservato ai

migliori, di insegnare dalla ca t t ed ra quelle discipline allo studio delle quali era s ta to t r a t t o per la versatil i tà e la vivezza del-l ' ingegno pronto ma riflessivo, raggiunse, con largo e r innovato suffragio di popolo, l 'a l t ro non meno nobile e degno di essere chiamato a far pa r te dell 'Assemblea legi-slativa.

I n en t rambi questi campi egli rese emi-nent i servigi alla pat r ia , donando ad essa le migliori energie della mente e del cuore, che profuse in questa Camera con densi, ammirabili discorsi, al Governo con saggi provvedimenti , e nelle r iunioni internazio-nali, difendendo la dignità, e facendo trion-fare i dir i t t i del nostro paese.

Ma in questo momento di doloroso rim-pianto ricordo sopra t tu t to la figura del-l 'uomo mite e buono, dell 'amico sincero e fido, che, con il fa ta le indebolimento del-l 'energie fìsiche, senti anche affievolirsi la forza di resistenza alle bat tagl ie della vi ta , ment re nel l 'animo suo t u r b a t o si ingigan-t ivano le impressioni der ivant i dagli avve-nimenti terribili, che imperversano nell 'ora che volge.

Castelfranco Veneto, non immemore, tri-b u t a ancora un pensiero di reverente com-pianto alla memoria del suo figlio illustre, che lascia dietro a sè un 'orma fulgida, non solo per l 'opera dona ta alla pa t r ia , ma an-che perchè quest 'opera esso assolse dando un esempio magnifico, che deve essere am-mirato e dovrebbe essere imitato, di salda fermezza nei propri convincimenti , da lui » sempre con serenità, ma senza debolezze, difesi. (Vive approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a chiesto di par lare l 'onorevole Pie t r iboni .

Ne ha facol tà . P I E T R I B O N I . Onorevoli colleghi, con-

sent i te anche a me di esprimere il senti-mento di cordoglio di quelle popolazioni bellunesi, che Guido Fusinato rappresentò in questa Camera per oltre vent 'anni , e che, r icambiate da lui di uguale affet to, l 'ama-rono quale figlio illustre, avendo egli ono-ra to con l 'opera sua negli studi e nella po-litica il collegio che rappresen tava in Par-lamento .

Negli studi, poiché fin dai giovani anni egli volle dare un moto più accelerato ad una scienza giuridica che prediligeva, e che era in formazione, cioè al dir i t to interna-zionale pr iva to ; nella politica, avendo vo-lu to dare v i ta f a t t iva alla politica i ta l iana.

Noi non abbiamo cer tamente sempre con-senti to con i suoi a t teggiament i nella po-

Atti Parlamentari — 5 5 3 9 — Camera dei Deputali

LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

litica estera, ma sent iamo il dovere di ri-conoscere che ogni suo a t tegg iamento , ogni sua manifestazione, ogni suo pensiero er;mo un icamente r ivolt i a un fine di pubblico bene, e a l l ' a f fe t to che lo legava alla sua P a t r i a . E siamo convint i che, anche oggi, ove una m u t a t a situazione l 'avesse messo di contro a quelle che sono s ta te le sue ten-denze di al tr i t empi , egli avrebbe saputo dare al proprio paese ed alla Pa t r i a , t u t t a la sua a t t i v i t à e t ^ t t o il suo ingegno. Ne è p rova l 'u l t imo angoscioso momento della sua esistenza, t u r b a t a dal male che lo af-fliggeva, e da un 'angoscia politica che lo trasse i m m a t u r a m e n t e alla fine, e per cui noi maggiormente sentiamo di dover de-plorare la sua perd i ta .

Sono convinto che la parola, autorevole , ed eloquente sempre, del nostro Presidente , j i n t e rp re ta t r i ce del sent imento della Camera verso la, famiglia e verso la c i t tà di Fel t re , va r r à di confor to alla famiglia e al collegio che egli così bene r appresen tava . {Vive ap-provazioni).

P R E S I D E N T E . H a chiesto di par lare l 'onorevole Toscano, per commemorare l'o-norevole Milana.

Ne ha facol tà . TOSCANO. Dirò brevi parole in ricordo

del compianto collega onorevole Giovanni Milana, anche perchè alla commemorazione dell ' i l lustre scomparso non si addice il mo-nito del poeta :

Yir iù v iva spregiarci, lodiamo estinta. Egli f u apprezza to e s t imato ovunque :

nel Foro, dove fece rifulgere le doti del suo ingegno e della sua cu l tura , nel giornali-smo, in cui brillò per la sua penna di for te polemista, fugando camorre e temer i tà , nei var i Consessi e nel Pa r l amento dove por tò viva la voce del cuore e della sua do t t r ina .

La memoria di quest 'uomo, che abbiamo perdu to da poche sett imane, ci ammonisce che in tempi dolorosi, in cui l ' amore della pa t r ia deve vibrare pili fo r te nell 'animo di ogni i tal iano, ogni principio par t icolar is ta deve essere sacrificato per rendere omaggio al grande ideale che su t u t t i noi aleggia, per il radioso avveni re d ' I t a l i a .

Giovanni Milana fu uomo di ca ra t t e re , uomo di fede, nomo probo. Egli f u soccor-r i tore di t u t t e le sventure , quando esse percuotevano le sicule contrade .

Io lo ricordo, onorevoli colleghi, a Mes-sina quando infierì il disastro. Egli venne a contendere alla mor te i nostri f ra te l l i ; egli ci sottrasse ad una maggiore sciagura

con un manipolo di prodi vo t a t i alla morte, insieme a Giuseppe De Felice, che meglio di me potrà dire del collega Milana per averlo a v u t o compagno nelle lot te poderose soste-nu te in Catania p e r i i t r ionfo dell ' ideali tà, che simboleggia l ' a f f ra te l l amento degli uo-mini di t u t t i i paesi.

Giovanni Milana non è più, ma il suo r icordo r imar rà sempre vivo nelle popola-zioni che lo amarono, r imar rà sempre inde-bile nell 'animo nostro. E noi ricorreremo al suo spirito, ogni qual vol ta sent i remo il bisogno di volgere il nostro pensiero e la nos t ra azione al t r ionfo dei grandi ideali umani . (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di par lare l 'onorevole Pasqual ino-Vassal lo.

PASQUALINO-VASSALLO. La Camera consenta anche a me, che fu i per vent i anni amico di Giovanni Milana, poche parole in onore del compianto collega.

Giovanni Milana, animo fiero, gentile e modesto, rappresentò per molt i anni nella c i t tà di Catania ciò che di più nobile si possa pensare.

Egli, modestissimo sempre, r ifuggiva da-gli onori, lavorando in segreto per il bene del suo paese, per l ' ideale democratico, e si fu cos t re t t i quasi a forzarlo ad accet tare il posto d 'onore nella v i ta pubblica di quella c i t t à .

Probo, onesto, disinteressato, d iventò presto l 'idolo della c i t tà di cui era ospite. E quan t i lo conobbero in questa Camera, in cui r imase così poco tempo, possono at-tes ta re della sincerità, della schiettezza dei suoi convincimenti .

Egli dedicò t u t t a in tera la vi ta al bene del suo paese.

Credo dunque di in te rpre ta re il senti-mento ed il pensiero della Camera t u t t a , inviando alla sua memor ia un memore sa-luto. (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par la re l 'onorevole De Felice-Giuffr ida.

D E F E L I C E - G I U F F R I D A . Onorevoli colleghi, con vivo dolore sono cost re t to a prendere la parola per commemorare bre-vemente , come l 'ora consiglia, il mio amico carissimo, il f ra te l lo dilet to, che dalla più giovine età mi fu compagno nelle più aspre lo t te , Giovanni Milana.

Di lui bene ha de t to il presidente del Consiglio, af fermando che fu uomo di fede e di ca ra t t e re E ben dissero gli a l t r i ora-tor i , r i levando che l 'animo suo rifulse di dot i nobilissime e di a l te ideali tà della più pu ra vi ta civile.

Atti Parlamentari — 5540 — Camera dei Deputati LEGISLATURA X X I V - l a S E S S I O N E - DISCUSSIONI - TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1 9 1 4

Non mi sentivo la forza di parlare, avendo egli portato nella tomba una parte dell'anima mia, e perciò non avevo chiesto la parola, ma, all'ultimo momento, non mi sono sentito la forza di tacere. E affido alla spontaneità degli affetti la espressione viva del mio dolore.

Giovanni Milana fu nomo diritto fino alla morte. Non conobbe menzogne, nè tol-lerò transazioni. E la prova della sua dirit-tura, oltre le innumerevoli prove avute durante tu t ta la sua nobile vita di sacri-fici e di lotte, io l 'ebbi quando, accompa-gnandolo alla casa di salute, dove poco dopo morì, egli, ricordando i dubbi che al-l'ultima ora avevano turbato la coscienza di parecchi uomini politici, mi disse fiera-mente : se avessi creduto, avrei avuto il co-raggio di dirlo; la mia coscienza, però, non soffre tentennamenti e non ammette tran-sazioni. La religione del mio cuore è stata sempre, ed è adesso, la fede nella civiltà e nel progresso !

Come vedete, onorevoli colleghi, morì diritto, com'era vissuto!

Egli lottò con accanimento, ma ebbe sempre l'animo gentile, anche nei momenti più aspri e difficili delle lotte più accanite. E visse, si può dire, per l'amore.

A lui principalmente è dovuta un'opera meravigliosa, che rimane a ricordo della sua fede: la trasformazione psicologica dell'a-nima di un'intera popolazione.

La trasformazione democratica della po-polazione di Catania e della Sicilia orien-tale, infatti, fu frutto delle sue lotte e premio dei suoi dolori. E i progressi eco-nomici e la laboriosità cresciuta dell'intera popolazione, restano là ad indicare i be-nefici positivi dei progressi da lui invocati ed, in gran parte, anche attuat i .

Non sono queste brevi ma commosse parole che possono rendere la dovuta te-stimonianza di fede e di stima, a Giovanni Milana. A lui rese testimonianza e tributo di amore e di devozione la intera popo-lazione di Catania, che ne accolse la salma piangendo.

E ciò valse a dimostrare che l 'opera sua potè procurargli avversari, non mai nemici.

Egli fu e rimane un esempio. Alla sua memoria vada una sentita parola

di fede e di affetto di chi lo amò vivo; e lo venera morto. (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Auteri -Berretta .

A U T E R I - B E R R E T T A . Compio anch'io un dovere commemorando il nostro defunto collega Giovanni Milana e l'onorevole mar-chese di San Giuliano.

Ma, poiché la loro commemorazione è sta-ta degnamente fat ta dall'onorevole Presi-dente della Camera, dall'onorevole presiden-te del Consiglio e da altri colleghi, mi limito a esprimere il mio cordoglio per la perdita del nostro amato collega Giovanni Milana, che fu un uomo onesto ge buono, il quale, solo per la sua bontà, per il suo spirito di sacrifìcio, consentì, lui sprezzante di cariche pubbliche, ad essere deputato.

Ed aggiungerò una parola soltanto in memoria dell'onorevole Di San Giuliano. Il presidente del Consiglio, il Presidente della Camera ed altri colleghi hanno de-gnamente parlato di lui. Io , benché di opi-nioni diverse, sottoscrivo perfettamente alle loro parole, in onore di Antonino di San Giuliano, che fu un uomo onesto, dotto e studioso ed emerse sia nella letteratura che nella politica. ( Approvazioni).

P R E S I D E N T E . L'onorevole Rubini ha chiesto di commemorare l'onorevole Pietro .Baragiola.

Ne ha facoltà. R U B I N I . L'annunzio della morte del-

l'onorevole Pietro Baragiola, di cui già dis-sero con nobili parole l'illustre nostro Pre-sidente ed il Governo, mi ha profondamente addolorato.

Appena sessantenne e sino a poco tempo fa in prosperosa salute, nessuno poteva im-maginare che la forte fibra e la feconda ope-rosità del collega dovessero in breve tempo soccombere agli attacchi di una insidiosa malattia.

Pertanto ancor più doloroso ne venne l'annuncio a noi suoi amici e colleghi.

Addottorato in agraria in quella Scuola Superiore di Milano che, sebbene di crea-zione non antica, già ha dato frutti cospi-cui, utili ammaestramenti all 'agricoltura e insigni suoi cultori e rappresentanti alle patrie assemblee, egli fu eletto la prima volta deputato nel 1895 dal collegio di Erba , che da allora in poi per ben sei volte gli confermava trionfalmente il man-dato.

E in Orsenigo, bellissimo borgo di quel collegio, egli spirava ieri mattina nelle braccia della famiglia costernata, da lui amatissima, fra il rimpianto dei numerosi famigliari e dipendenti.

La serietà della vita, l'applicazione so-stenuta, intelligente e veramente civile

Atti Parlamentari — 5541 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

delle sue ricchezze al progresso sotto ogni forma, la cari tà la rgamente esercitata, la facile e arrendevole sua socievolezza, pure nell 'osservanza rigorosa delle sue convin-zioni, ecco il segreto del successo che lo ha sempre accompagnato mediante l 'affet to e la fiducia di t u t t o il popolo.

A nessun'opera utile che interessasse il suo collegio, la provincia di Como, anzi larga par te della Lombardia ed anche a l t r i luoghi, egli rimase estraneo.

Buone norme agricole furono da lui dif-fuse nei suoi poderi e la rgamente imi ta te in t u t t a la Brianza. Tramvie, alberghi, in-dustrie r icordano la sua iniziativa non de-t e rmina ta piut tosto dal desiderio dell' im-mediato guadagno, come dal desiderio di dotare il suo paese dei mezzi più indicat i a conseguire civiltà e progresso.

At t ivo e di larghe vedute , nulla t ra-scurava anche di ciò che la comune degli uomini, e ehi non gli era vicino, potevano r i tenere estraneo alle sue tendenze .

Prova ne sia l 'appoggio costante dato a l l 'a r te nella forma sua propria, onde la villa di Orsenigo poteva fregiarsi dei lavori dei migliori artisti , quali il p i t tore Carcano ed altri .

E, in a l t ra forma più larga dell 'arte, prova ne siano gli abbell imenti di cui seppe adornare le Terme nuove di Montecat ini e il parco delizioso che le circonda, che pos-sono dirsi sua creazione.

Si serve fecondamente la pat r ia negli uffici pubblici, come nella vi ta p r iva t a . Ed egli ad ambedue dedicava la sua esistenza, esistenza fa t t iva , senza mai confondere i due campi ed i doveri scaturenti dall 'uno coi doveri scaturent i dall 'al tro. Ond'è che, rendendo omaggio alla sua memoria, con 1' animo commosso e per incarico anche dei colleghi della provincia di Como, mi onoro di r ichiamare sulla perdi ta del caro amico la reverente a t tenzione della Ca-mera.

Egli è morto con poche onorificenze di ordini decorativi, da cui la sua modestia r i fuggiva; è morto invece con t u t t e quelle che conferiscono il lavoro, la re t t i tudine , il patrocinio delle opere utili all 'agricol-tu ra , a l l ' indust r ia , al l 'e levamento ed al be-nessere dei éonei t tadini e della pa t r ia .

Vada a lui l 'estremo nostro .saluto ed il consapevole r impianto nostro; e voglia la Camera consentire che alla sua addolora ta famiglia, alla c i t tà di Como che lo vide nascere, si porga, ad .opera del nostro illu-stre Presidente, come egli ha già proposto,

l 'espressione del nostro rammarico pietoso . (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . Per commemorare l'o-norevole Di San Giuliano ha chiesto di parlare l 'onorevole Di Scalea.

E"e ha facol tà . D I SCALEA. La lunga comunanza di

lavoro e la devozione infinita che ebbi per l ' i l lustre estinto mi danno oggi il compito tr iste e l 'onore di mandare un saluto, a nome anche di molti miei colleghi dell ' I-sola, alla sua memoria . La mente sogna i desideri del cuore; ed io vorrei tessere di lui elogio degno della sua persona ; ma l 'ora solenne che t r a t t i e n e t rep idan te il pensiero dei miei colleghi, non mi consente che di esprimere un sentimento di r impianto e di dolore per l ' i l lustre estinto.

Ben disse l 'onorevole presidente del Con-siglio che il marchese Di San Giuliano seppe riunire le qual i tà dell 'uomo di mondo con le v i r tù del lavoratore. Egli degnamente rappresentò la t radizione di quei diploma-tici umanis t i i tal iani che formarono la glo-ria delie nostre repubbliche medioevali, e che trassero dalla diplomazia quell 'abito di in te l le t tual i tà studiosa che vivificava ogni loro azione. Egli, con a t t ica genialità, seppe elevare la sua vita, e con spar tano stoici-smo seppe a f f ron ta re la morte che lo t rovò impavido e sereno sulla breccia del supremo dovere. E d io ehe ebbi il compito dolo-roso d'assisterlo nelle ult ime ore della sua esistenza, anche in quell' angoscia t r i s te della sua agonia, posso dire che a l i tava nel cuore suo la poesia infinita della nostra pa t r ia : quella poesia che condusse i mar-tiri del nostro risorgimento alla gloria del patibolo.

Con questi sentimenti credo di riassu-mere il dolore dei miei conterranei . A lui il nostro r impian to! E d è certo che il rim-pianto della nostra terra r imarrà non mo-mentaneo dolore, ma perseverante ricor-danza dell 'opera sua dedicata alla gran-dezza della Pa t r i a . (Vive approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par lare l 'onorevole Pennisi .

P E E N I S I . Giacché ho l 'onore di sedere su questi banchi, mi consenta la Camera che io la r ingrazi subito per le nobilissime parole testé pronunziatesi in memoria del-l 'onorevole Di San Giuliano.

La commemorazione odierna to rna di confor to alla famiglia dell 'estinto, come tornerebbe gradi ta allo spirito di lui che visse dell 'anima istessa di quest 'Assemblea,

Atti Parlamentari — 5542 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA X X I V - l a . S E S S I O N E - DISCUSSIONI - TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1914

perchè visse sempre della forma più pura e più intensa del patriottismo.

Io ricorderò sempre un telegramma ve-nuto a raggiungermi nella quiete di una campagna siciliana, con il quale egli mi an-nunziava come la bandiera d'Italia sven-tolasse sulle mura di Tripoli: erano poche parole, ma vibrava in esse trasfusa tut ta la gioia dell'uomo di Stato che poteva final-mente sciogliere il riserbo nella intimità de-gli affetti e che vedeva realizzarsi un'idea a cui aveva consacrato gran parte della sua energia.

Di questo patriottismo fu materiata tut ta la vita dell'uomo, che sembrò scet-tico, mentre aveva tesori inesauribili di sentimento; da esso fu illuminata la sua morte, mentre egli voleva, energicamente voleva continuare a vivere, non perchè dalla vita alcuna cosa avesse a sperare, ma perchè vivere significava per lui continuare a servire il proprio paese. Le giornate do-lorose, le trepide notti di ansia passate al suo capezzale furono per tut t i che vi sta-vaino vicini un grave ed alto insegnamento, per modo che nell'apprestargli le minime cure, che valessero a scongiurarne o a ri-tardarne la fine, si sentiva di compiere non solo un dovere di figliuoli o di amici, ma anche un vero e proprio dovere di italiani. Io son sicuro che la memoria di lui rimarrà in quest'Aula cara e venerata, perchè qui potrà essere discusso il suo pensiero poli-ti-co, qui dovrà essere discussa la sua azione di governo, ma qui dentro avrà sempre un culto profondo il ricordo di ogni civile virtù. Con questo convincimento, in 'nome della famiglia e mio, in nome specialmente delle desolate figliuole, io esprimo al no-stro illustre Presidente, all'onorevole pre-sidente del Consiglio, agli oratori ed alla Camera i sensi della mia più viva ricono-scenza. {Approvazioni).

P R E S I D E N T E . L'onorevole E a v a ha facoltà di commemorare il senatore Finali.

E A V A . Come al più anziano dei depu-tat i dell 'Emilia, consenta la Camera che io mi unisca con grato animo alle parole del-l'illustre Presidente nostro e del presidente del Consiglio, dette in onore dei patriotti insigni che oggi piangiamo e in ispecie ad esse mi unisca per Gaspare Finali .

Studente nel 1848 a E o m a consegnò in piazza del Popolo al battaglione che par-tiva per la guerra nel Veneto la bandiera tricolore; senatore nel 1911, sul Campido-glio lesse al E e d'Italia l'indirizzo del Se-nato che celebrava la festa cinquantenaria

dell'indipendenza nazionale! Sono l 'alfa e l'omega della sua vita politica, tut ta piena di ardimenti, di sacrifìci e di lavoro fidente e sereno nel nome d'Italia.

Caldo di amor di patria, scrisse, giovane, tragedie e poesie e si mise nelle cospira-zioni che gli procurarono persecuzioni. Scampò con l'esilio e fu condannato amorte in contumacia. Ma egli non ricordava tale sentenza, perchè gli pareva fortuna essere scampato in terra di libertà.

Esule in Piemonte, Farini, altro esule romagnolo che lo stimava, lo presentò a Cavour e lo impiegò in Sardegna in una impresa agraiia diretta da un altro esule romagnolo, il Beltrami che fu poi deputato.

Così Finali abbandonò le tragedie patriot-tiche, ma non il pensiero della patria; com-prò un libro di contabilità per imparare l 'arte, e non sognò nemmeno che un giorno avrebbe retto la più alta magistratura con-tabile e finanziaria del futuro Eegno d' I ta-lia unita.

Deputato nel 1859, all'Assemblea dei rap-presentanti romagnoli. - dopo che Farini ebbe stracciato il t ra t ta to di Villafranca, che avrebbe fatto ritornare i principi spode-s t a t i - f u segretario di Farini nella Dittatura insieme al Visconti-Venosta che pure Fa-rini aveva voluto presso di sè, in quel sin-golare Governo di audacie patriottiche, e di ardimenti che seppe imporsi all 'Europa.

Quando Visconti-Venosta andò, legato del dittatore Farini, a Parigi per impedire che l'impero imponesse un Governo del-l ' I tal ia centrale e non volesse l'unione al Piemonte, Finali andò segretario del nuovo governatore nelle Marche, il Valerio, per oc-cuparle e ordinarle a libertà nel nome d'Ita-lia. I l libro, che negli anni suoi più ma-turi, scrisse sulle Marche è opera di arte e di politica ricca di ricordi e di ammaestra-menti. E r a la prima volta che quella no-bile regione viveva sotto un Governo indi-pendente r lo storico fu degno del fat to .

Ei tornato deputato per la sua Cesena, dovette cessare dall'ufficio ancora, per no-mina a impiego che lo rendeva incompa-tibile.

F u segretario generale alle finanze cori Scialoja e con Sella, nei tempi eroici della finanza, e più tardi, dalla cattedra, che tenne con amore in Eoma, descrisse le ansie di quei giorni, le necessità dei rimedi forti. Allora imparò, colla consuetudine della vita, ad amare Sella e a rendergli onore ; e prima e dopo la morte.

Atti Parlamentari — 5543 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

Ministro di agr icol tura , ne l l 'u l t imo Ga-b ine t to della Des t ra , per t r e anni , dal 1873 al 1876, lavorò a lacremente per leggi di u t i l i t à economica, per r i fo rme e per il pr imo inizio di leggi sociali: educa to al la scuola di Min-ghe t t i , sen t iva l ' inf luenza del E o m a g n o s i e voleva lo S t a t o pensoso delle condizioni del lavoro, e t e m p e r a t o r e di crudezze eco-nomiche, senza la lunga a t t e sa del giuoco di l ibere forze in con t ras to . Così propose la g r a n d e inchies ta ag ra r i a . Libero dal Mi-nistero to rnò agli s tud i e ai lavor i del suo ufficio alla Corte dei cont i .

Pubb l i cò le biograf ie di Far in i e di Ei-casoli; e f u a t t o di a f fe t to e dovere di ita-liano a un t e m p o , per dar luce su quel periodo di g r ande a u d a c i a pol i t ica e di de-cisiva inf luenza per le f u t u r e sorti d ' I t a l i a .

E pubblicò, dedicandole a Sella, le t r a -duzioni di due commedie di P l a u t o . Ma, lo ricordo, con le parole di Plinio, si scusava di ta le lavoro e d imos t r ava che non era t e m p o so t t r a t t o a doveri di ufficio.

Cari tà di p a t r i a lo i nduceva a ta le fa-t ica . I l g rande commediogra fo di E o m a era un romagnolo , na to a Sarsina, vicino a Cesena: Sella, s tanco della poli t ica, lo eccitò al lavoro. E Final i nelle ore subcescivae con-t inuò la t raduz ione , che ebbe successo anche pel f a t t o di un uomo di finanza che scrive 30,000 versi i ta l ian i per da re alle l e t t e r e i ta l iane la t r a d u z i o n e in tegra le delle com-medie di P l a u t o .

C h i a m a t o nel 1889 da Francesco Crispi al Ministero dei lavor i pubblici , diede opera «al la soluzione della ques t ione ferroviar ia n a t a dalle convenzioni » e allo svi luppo dei lavori . Opera difficile, poiché egli c redeva necessario il pareggio, e la sua tesi non po-t eva acquis targl i plauso in un Dicastero t a n t o e sempre bisognoso di spese necessarie e utili .

Tornò per pochi giorni nel 1900 ministro al Tesoro col Ministero Saracco. Così nella sua v i t a poli t ica f u ministro dei t re E e della r i n n o v a t a I t a l i a .

Sena to re dal 1872, v icepres idente del Senato , p res iden te della Commissione di finanza, capo di mol te Commissioni,

più come padre che come compagno.

scrisse innumerevol i relazioni sui problemi più ardui : dalle leggi d ' impos ta alla r i fo rma del Senato, sempre sereno, sempre al to, sem-pre a m a n t e di nobile stile che r i co rdava le origini l e t t e ra r i e della classica scuola romagnola t e m p e r a t a . . . s ' in tende , dalle ne-cessità della pol i t ica .

Negli u l t imi anni f u al Senato o ra to re delle g rand i solennità pa t r i o t t i che e lo f u in Campidoglio. Scomparsi i maggiori f a t -tor i de l l 'un i tà della pa t r i a , ai coope ra to r i loro supers t i t i , che proseguivano con immu-t a t o animo e con fiducia i m m u t a t a , l ' opera insigne, t u t t i si inch inavano r iveren t i , l ieti di vederl i ancora t r a noi a man tene re v iva nei nos t r i cuori la fiamma che li aveva guidat i .

Quando Cesena volle onorare il figlio f o r t e ed eminen te nel suo L X X anniver -sario, per gli amici t u t t i scrisse Giovanni Pascoli il sa lu to . E il poe ta della bon t à e de l l ' a r te virgi l iana, non cantò , nella sua ode le cose grandi opera te , ma il cuore che le mosse e lo figurò raccol to

coi suoi nipoti all'ombra del lavoro

a n a r r a r e le cose del passato, a vedere le t e r r a dove sorrise e pianse la sua giovi-nezza, e dirgli

qui tutti siamo con te, Finali, o nostra mente austera, nostro cuor d'oro.

e a chiedergli con a f fe t to r iverente : ma prima il viso lascia che nasconda fra le tue braccia.

3STel giorno solenne dei funeral i , t u t t i noi di E o m a g n a questo sen t immo nel cuore e questo scrisse - u l t imo scri t to suo I - Vi-scont i -Venos ta , memore del l 'amico; questo sent i rono gli i ta l ian i accorsi i n t e rp re t e la voce e loquente del ministro Ciuffelli.

Onorevoli colleghi, oggi s taccandoci per sempre dal maes t ro buono, dal coopera tore insigne del r i sca t to nazionale, dal lavora-to re assiduo dei t empi l iberi , r ipe t i amo col poe ta a lui caro, che sempre onore e f a m a serberemo al suo nome:

Semper honos nomemque tmim landesqne manebnnt. (Vive approvazioni — Applausi).

P E E S I D E N T E . L 'onorevo le Comandini ha faco l tà di par la re .

C O M A N D I C I . Mi consenta la Camera di aggiungere u n a sola parola a nome mio e del collega onorevole Merloni a quelle a l te e degne d e t t e in onore di Gaspare Final i da l nost ro Pres iden te e dal l 'onorevole E a v a .

Io ebbi con lui, a t t r ave r so i rd imen t i ca -b i l i t rad iz ioni di famiglia , r ispet tosa amicizia che mi permisero di a m m i r a r n e ed oggi di r icordarne la poderosa co l tura , la g rande r e t t i t ud ine , l ' i n t egr i t à del c a r a t t e r e , la sem-plicità della v i ta e la schiet tezza del costume.

Atti Parlamentari _ 5544 _ Camera dei Deputati

LEGISLATURA X X I V - I a S E S S I O N E - DISCUSSIONI - TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1 9 1 4

Egli ricordava a noi giovani, pur nel-l 'alta persona robusta, qualche cosa delle lotte dei tempi eroici, elie ci hanno ridata la patria.

Gaspare Finali passava nelle vie delle nostre c i t tà in mezzo all'universale con-senso, in mezzo alla universale simpatia, in mezzo all'universale rispetto. (Benis-simo !)

Uomini-di diversa fede, di diversa dot-trina, coloro, che pur stavano in diverso campo politico di fronte a lui, si inchina-vano riverenti al suo passaggio, perchè Spi-rava dalla sua persona tut ta la bontà del suo animo, tu t ta l'altezza del suo intelletto, tut to il disinteresse profondo della sua vita, dedicata intera alla grandezza della patria.

I l giorno, in cui egli è morto, le c i t tà di Romagna si sono sentite percosse come da domestica sventura, e tut to un popolo ha fatto ala al passaggio del suo feretro. In quel giorno non per la pompa dei fu-nerali, che aveva desiderato semplici come il suo costume; non per il largo concorso di uomini insigni, in quel giorno passava in ogni animo romagnolo un pensiero solo di dolore e di rimpianto per l ' immagine e l'esempio di una vita, che resterà indelebil-mente impressa nel cuore del popolo, come quella di uno dei suoi più amati e più grandi figliuoli. (Vive approvazioni).

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Luzzatti per commemorare l'o-norevole Visconti-Venosta.

LUZZATTI . {Segni d'attenzione) Onore-voli colleghi! Negli esordi del nostro risor-gimento nazionale apparvero sempre, per fortuna nostra, degli ingegni privilegiati e felici i quali, dalle loro anime addolorate per le immani sventure della Patr ia , trassero l'ufficio di pensare e di contribuire alla sua redenzione, e dopo averla conseguita, la servirono con cuore puro e con mente po-derosa, in sino a che pieni di anni e di pubblica gratitudine, si spensero serena-mente lasciando all ' I tal ia l'augurio, che espresso da loro, si deve avverare, di cre-scente grandezza e prosperità. (Approva-zioni').

E la nazione unanime a quei sapienti patrioti si volge quando scompaiono, ripe-tendo per loro i versi di Simonide, interpre-tat i da Leopardi:

Beatissimi voi

Mentre nel mondo si favelli o scriva.

(.Benissimo ! )

A questa luminosa schiera sicuramente si addicono quei due uomini maggiori, di-versi per attitudini, per uffici e per servigi resi allo Stato, ma eguali nella inflessibile rettitudine della loro fede politica, neJla continuata e illibatissima cura della pub-blica cosa; voglio accennare a Emilio Vi-sconti-Venosta e a Gaspare Finali. E io mi associo con la religione dell'antico af-fetto, alle alte parole che sullo statista ce-senate suonarono in questa Camera. Cin-quant'anni di fedele amicizia mi consen-tano la facoltà di qualche cenno su Emilio Visconti-Venosta. (Segni di viva attenzione).

La vita di Emilio Visconti-Venosta inti-mamente e continuamente si collega con la storia d'Italia; con le preparazioni, con le cospirazioni del 1848, del 1S49, del '51-53 colle gloriose riscosse del '59 e del '60.

Visconti-Venosta fu uno di quegli eletti, riconosciuti e adoperati subito dal più grande uomo di Stato del secolo decimo-nono (che pur tanti ne generò di mirabili), da Camillo Cavour.

Sin dal 1862 fece il suo ingresso al Mi-nistero degli esteri, prima come segretario generale, poi nel 1863 quale ministro nel Gabinetto di Marco Minghetti ; con Marco Minghetti, il suo maestro e duce (o indi-menticabile maestro e duce!) , aveva già stretto il nodo indissolubile in un tempo, nel quale le amicizie politiche si contrae-vano seguendo il precetto degli antichi ro-mani, troppo dimenticati oggidì : idem, de república sentire. (Approvazioni).

Visconti-Venosta governò la politica este-ra quando si faceva l ' I tal ia, nel 1862-63-64, nel '66 nel '70. E nei momenti più diffì-cili, anche quando non era più al Mini-stero, a lui si volgeva per consiglio la co-scienza del popolo italiano. Col crescere degli anni, più si rendeva intenso il rispetto ispirato da questo sereno vegliardo, il quale, tesoreggiando l'esperienza del passato, in-tuiva l 'avvenire.

Infat t i come l'aveva intuito dettando le norme più delicate della legge sulle gua-rentigie da lui affermata intangibile per la sovrana volontà dello Stato (Approvazioni) , negoziando gli accordi per la mutua desi-stenza nell'Albania, dai quali poi si deviò, quelli per la Tunisia, per il Marocco e per la Libia, che ravvicinarono l ' I tal ia alla Francia. (Approvazioni).

In tutte queste grandi quistioni e in molte altre ancora ei fu un precursore fortunato, poiché potè in buona parte veder fiorire i frutti dell'opera sua.

Atti Parlamentari _ 5545 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914

Come Camillo Cavour aveva dato al-l ' I tal ia la gioia suprema di essere ricono-sciuto anche dai Governi concorrenti o in-vidi, il più grande uomo di Stato del suo tempo, così Emilio Visconti-Venosta ci pro-curò la sodisfazione inestinguibile di essere giudicato uno dei massimi fat tor i della politica europea.

Egl i associava la dignità al l 'acume, la difesa cauta e assidua dei sommi interessi nazionali e quella aequitas gentium, della quale si è perduto, nell'odierne ferocie, per-sino il ricordo e il pudore. (Bene ! — Ap-plausi a sinistra).

Il che si vide al Congresso internazio-nale di Algesiras, quando le piccole contese, ingigantite da storiche gelosie, minaccia-rono di degenerare sin d'allora nel conflitto universale, per merito suo ritardato. ( A p -provazioni).

E i seppe dominare t u t t i quanti con la reverenza suscitata dal l 'autorità del suo nome immacolato, assidendosi arbitro fra i contendenti, e per troppo breve ora, ria-bilitando l'ufficio della diplomazia. ( Vive ap-provazioni).

Sino agli estremi giorni ha servito la Pa-tria ; richiesto di consigli da chi ben fece a domandarglieli, ei rispose, in questi ul-timi tragici mesi, con sicura serenità, pieno di fede nell 'avvenire d 'Ital ia .

E bene a lui si possono volgere le pa-role di Tacito sulla morte di Agricola :

« ...atque novissima in luce desideravere aliquid oculi tui ». ( Vive approvazioni).

Imperocché questi vegliardi più che ot-tantenni come Emilio Visconti-Venosta e Gaspare Finali, i quali tanto avevano sof-ferto per la liberazione del nostro paese, vincendo diff icoltà che parevano insupera-bili, più si sono avvic inat i alle ore supreme della esistenza, hanno sentito con maggior gaudio il pregio di vedere la Patr ia unita, libera e f o r t e ; dalla memoria delle passate abbiezioni derivando un senso di fiducioso ottimismo.

Pertanto , onorevoli colleghi, parlando di loro ci tornano alla mente le immortali parole di Pericle, onoranti i caduti per la patria, che dopo più di duemila anni, pos-sono echeggiare in questa Assemblea, per-chè amor di patria e della libertà generano sempre gli stessi sinceri entusiasmi. ( Vive approvazioni).

« Essi furono tali quali dovevano essere per lo Stato ; talora non felici in qualche impresa, non si ascrivevano il diritto di privare Atene della loro virtù e pensavano

che ogni sacrifìcio era giusto per servire la Patr ia . Tutt i le hanno offerte in olocausto le loro persone, ognuno ne ebbe lodi im-mortali e onorata sepoltura, non quella dove riposano, ma il monumento della loro gloria sarà sempre presente quando si t ra t t i di parlar di loro o di imitarli .

« La tomba dei grandi uomini è P uni-verso intero : non si fa notare per alcune iscrizioni scolpite sulle colonne di una se-poltura privata, ma sin nei luoghi più lon-tani la loro memoria ottiene il culto di tut te le anime, meglio che se si affidi ai fa-stosi ricordi ».

L a Camera vorrà consentire che queste parole periclee, e perciò semplici ed elo-quenti, ben si convengano agli uomini buoni e benemeriti, che qui tut t i abbiamo com-memorato con pensieri puri, perchè sgor-ganti dai cuori infiammati di sano e fervido patriottismo !

Ital ia, I ta l ia sia il grido perpetuo, la passione sublime di noi tut t i , come fu sem-pre dei nostri redentori e di quei nostri uomini di S t a t o ! (Vivissime approvazioni — Vivi applausi — Moltissimi deputati vanno a congratularsi con Voratore).

A E T O M . Chiedo di parlare. P R E S I D E N T E . IsTe ha facoltà. A B T O M . Consenta la Camera a me, a

me legato al marchese Visconti-Venosta da vincoli di venerazione quasi famigliare e da una devozione che non avrà mai fine se non con la mia vita, di aggiungere alcune pochissime parole alla splendida orazione pronunciata da Luig i Luzzatt i .

Ebbi la ventura di assistere ai due grandi atti diplomatici con cui il marchese Vi-sconti-Venosta coronò la sua lunga" e fe-conda opera diplomatica a prò del nostro paese, cioè la convenzione per l 'Albania e la valida ipoteca presa mediante gli accordi colla Francia e coll 'Inghilterra per la Tri-politania.

Ma .«¡egnatamente ebbi la ventura di avere dallo stesso marchese Visconti le no-tizie più esatte e non ancora note sul pe-riodo in cui culmina la sapienza diploma-tica del gran ministro, sul periodo che per la sua gravità ed importanza ha tante ana-logie col momento storico che noi attra-versiamo, cioè sulle t r a t t a t i v e diplomatiche che condussero alla proclamazione di E o m a capitale d 'Ital ia . Anche allora il problema si presentava minaccioso ed irto delle più terribili dif f icoltà: anche allora l'opinione pubblica reclamava il compimento delle sacrosante aspirazioni nazionali; ma il Go-

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LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

verno esitava, ed a ragione, a t rascinare il paese in una guerra che non pareva e non fu difa t t i inevitabile. La sola abili tà di-plomatica tr ionfò allora dei più t remendi ostacoli.

Fin dal giugno del 187Ó il marchese Vi-sconti-Venosta, prevedendo inevitabile lo scoppiare della guerra . f ranco-prussiana e r i tenendo difficile la conclusione dell 'accordo a t re t r a l ' I ta l ia , la Francia e l 'Austria, aveva negoziata l ' eventuale neut ra l i tà del-l ' I ta l ia in corrispett ivo dell 'appoggio di-plomatico colla Prussia e coli 'Austria per la questione di Boina. Bimaneva sempre il grande ostacolo dell' occupazione delle t r u p p e francesi in E o m a ; ebbene il mar-chese Visconti-Venosta ebbe il coraggio di af f rontare la maggiore delle impopolari tà e di accet tare l ' integrale a t tuaz ione della Convenzione di settembre, purché le t r uppe francesi evacuassero E o m a ed insieme a Quintino Sella decise la Camera a rat if icare l 'operato del Governo.

Lo scopo della politica del marchese Vi-sconti-Venosta era di t u t t o preparare di-p lomat icamente finché la caduta del l ' Im-pero spianasse la via al pacifico e leale com-pimento del grande a t to nazionale.

In fa t t i , come mi r ipe teva egli stesso an-che nello scorso anno, appena giunta la no-tizia della caduta dell ' Impero a Sedan, egli immediatamente si recava dal presidente Lanza e, non avendolo t rova to in ufficio, faceva, per mezzo del segretario generale Tavallini, convocare il memorando Consiglio dei ministri che decise l 'occupazione di E o m a .

Onorevoli colleghi, sullo storico anello coniato come ricordo per coloro che parte-ciparono alla magnanima impresa di Eoma , venne inciso, per consiglio dello stesso Vi-sconti-Venosta, il fat idico motto « Me-mento ».

Questa parola sia monito e consiglio a ricorrere sempre, nei più gravi moment i della nostra vi ta nazionale, agli insegnamenti la-sciatici dal gran diplomatico che oggi t u t t a I ta l ia piange. (Approvazioni).

PBESIDEJSTTE. L 'onorevole Brandol ini ha facol tà di parlare.

B E A N D O L I ! « . Onorevoli colleghi ! Al-tr i in modo cer tamente migliore e più degno di me hanno oggi commemorato in questa Camera le al te benemerenze del senatore marchese Visconti-Venosta, e hanno avu to parole di elogio e di ammirazione per la lunga carr iera politica che si collega con t u t t a la nostra v i ta nazionale.

Dalle Cinque Giornate di Milano, da quegli anni delle speranze e delle congiure, degli eroismi e dei dolori, a t t raverso t u t t e le epiche fasi del nostro Bisorgimento, come in t u t t i i gravi e difficili moment i della nostra v i ta di uni tà nazionale, il nome del marchese Visconti-Venosta vi fi-gura con onore e in modo degno della ri-conoscenza di t u t t i gli i tal iani .

Chiamato dalla fiducia del E e e del Paese alle più al te cariche, alle più deli-cate mansioni, vi lasciò sempre l ' impronta , il r icordo dell 'opera sua non solo per l'il-lumina ta intelligenza, ma anche, e soprat-t u t t o , per la sua alta r ispet tabi l i tà perso-nale, per il suo puro e disinteressato amor di pa t r ia .

Io crederei di mancare ad un dovere e nel contempo a un sent imento profondo dell 'animo mio se, quale rappresentante di Vittorio, a nome di quel collegio che ebbe il van to di averlo a depu ta to , non portassi anche io una parola di cordoglio e di omaggio a questa solenne manifesta-zione par lamentare . Vittorio lo ebbe dal 1877 al 1882 suo deputa to per t re legisla-ture , nelle due prime a collegio uninomi-nale, e nella terza a scrutinio di lista come secondo collegio di Treviso in unione ad al t r i due illustri statisti , Buggero Bonghi e Luigi 'Luzzat t i , magnifica t r iade, che ono-rarono e ancora onorano non solo questa par te della Camera, ma il Pa r l amen to e l ' I t a l ia t u t t a . (Benissimo!)

Vivo è ancora nella c i t tà di Vittorio il ricordo dell 'affet to per lui suo ci t tadino onorario, e quel collegio, a nessuno secondo nei sentimenti di i tal ianità e di venerazione verso i grandi che hanno creato la pa t r ia libera e una, oggi si associa al dolore di t u t t a I ta l ia .

Visconti-Venosta è una di quelle grandi figure di s ta t is t i dell 'epoca più radiosa della nostra storia; e noi giovani, allo schiu-dersi di una di queste tombe, proviamo un sentimento di angoscia come se qualche cosa più ci staccasse da quell 'e tà non lon-t ana per tempo, ma t a n t o diversa, e pri-va t i della loro presenza, che è per sè stessa ammonimento , pr ivat i pure del loro illu-mina to consiglio, sentiamo accrescersi le nostre responsabilità verso la pa t r ia .

Possano almeno gli italiani in quest 'ora grigia, densa di preoccupazioni e di incer-tezze, r icordando quello che fu il passato di Visconti-Venosta, e l 'e tà che ¡[fu sua, r ievocare quella purezza di entusiasmi, e rispecchiandosi in quello spirito dissacrili-

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LEGISLATURA XXIY - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

ciò. in quelle al te idealità, che ispirarono le azioni eli quei grandi uomini, r i t rovare l 'abnegazione, la forza, la fiducia nell 'av-venire del paese, e quei magnifici ardimenti , sì da far rivivere alla nostra pa t r ia ore meno scettiche, ore più prospere e soprat-t u t t o più degne delle magnifiche tradizioni che quegli uomini nostri ci hanno lasciato. (Vive approvazioni).

P R E S I D E N T E . L'onorevole Gesualdo Libert ini ha facoltà di commemorare l 'ono-revole senatore Giorgio Arcoleo.

L I B E R T I N I GESUALDO. La scom-parsa di una grande personalità politica, ta lvol ta anche t ra i commenti i piti dispa-rati , lascia come un vuoto a t to rno a noi, ne rende più apprezzata l 'opera insigne spiegata in vi ta e dimostra, pur t roppo, la gravi tà della perdi ta .

E ta l si fu di Giorgio Arcoleo, magnifica figura di lo t t a to re nell 'agone della vi ta , in t u t t e le sue manifestazioni, che alla sua grande a t t iv i t à personale, alla sua tenacia che non conosceva ostacoli, al suo ingegno bri l lante e proteiforme, a sè stesso insomma dove t te esclusivamente la propria for tuna , i suoi continui e maggiori successi.

Na to da modesti parent i in una piccola c i t t à di provincia, egli, fin dai primi anni della sua vita, diede splendida mostra del suo ingegno agile e pronto , che lo fece su-bito eccellere t r a i suoi compagni e che si affermò ancora viemaggiormente allorché in età più prove t ta si recò a Napoli per cont inuare gli s tudi in quella Università.

E fu qui che cominciò ancora a dar prova di quella forza d 'animo, di quella tenacia e saldezza di propositi che gli per-misero di superare situazioni spesso difficili e di f r on t e alle quali altri meno for te di lui avrebbe ripiegato, dichiarandosi vinto.

Ma Giorgio Arcoleo por tava nel suo zaino il bastone di maresciallo, e t u t t e le aspe-ri tà delia sua giovanile e t r avag l i a t a esi-stenza furono da lui superate vi t toriosa-mente, lasciandogli solo nell' animo quel fondo di sarcasmo e sulle labbra quella pa-rola caustica, che non r isparmiava amici ed avversari , e che' fu senza dubbio una delle più brillanti manifestazioni del suo for te ingegno.

E in ques ta lo t ta per la vi ta egli si ebbe il conforto e l'ausilio di uomini ec-celsi che, ammirando le sue magnifiche doti intellettuali , intuirono i suoi fu tu r i trionfi, l ' immancabile successo che avrebbe s icuramente accompasnat 'a la stràordina-

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ria cosciente a t t i v i t à di quel giovane stu-dioso.

Nè il giudizio di costoro andò erra to . Giorgio Arcoleo, liberatosi dalle ultime

scorie che a t to rno a lui aveva accumula to la sua t ravagl ia ta esistenza nei primi anni, sicuro ormai del suo avvenire', potè facil-men te procedere nella sua rapida ascen-sione verso le più alle ve t t e della maggiore r iputazione.

Let te ra to , giurista, par lamentare insigne, non è in I ta l ia e fuori chi non ricordi la sua grande ed elevata opera in t u t t e le manifestazioni della sua a t t iv i t à , non è chi possa dimenticare quan ta par te egli ebbe nella vi ta pubblica del nostro paese. Nè valse ad arrestare questa sua a t t iv i t à l 'in-fe rmi tà che lo colse e che avrebbe abbat -t u t o qualsiasi altro uomo anche di più. for te tempra ; chè anzi parve la sua ener-gia moltiplicarsi dopo la sventura , quasi a f a r dimenticare la diminuzione fisiologica che lo aveva colpito ed a dimostrare che per nulla aveva reso meno tenaci i suoi propositi, meno svegliata la sua intelli-genza, più fiacca ia sua energia.

Parecchi dei nostri più anziani ed au-torevoli colleghi non avran certo diment i -ca to la figura di Giorgio Arcoleo, la cui a t t i v i t à par lamentare si esplicò col mag-gior successo e lo condusse alle più al te cariche dello Sta to .

E in Senato, dove egli por tò una nota di vera moderni tà , sommovendo spesso il t ranqui l lo ed imponente ambiente della nos t ra maggiore Assemblea, t u t t i ricor-dano la par te viva e cont inua da lui presa nello svolgersi della vita di quella par te della nostra Rappresentanza nazionale.

Tu t t i r icordano ancora le magnifiche relazioni da lui elaborate, gli splendidi di-scorsi pronunziat i in parecchi gravissimi moment i della vi ta pubblica nazionale, quando la sua parola f redda ed incisiva nella sostanza, ma calda ed elevata nella forma, suonava ammonitr ice a tu te la del decoro dell 'Assemblea o propugnante la so-luzione adeguata dei più gravi problemi incombenti sul nostro paese.

E la morte lo colse come un vero com-ba t t en te , sulla breccia, quando quasi in ispreto alla fragi l i tà del l 'umana na tu ra , e malgrado le prescrizioni dei sani tar i che lo assistevano, l ' an ima i r requieta di Gior-gio Arcoleo sentiva il bisogno di affermarsi ancora for temente , con r addopp ia t a ener-gia, quasi presaga della sua prossima fine.

Atti Parlamentari — 5548 — Camera dei Deputati

L E G I S L A T U R A X X I V - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA B E L 3 D I C E M B R E 1 9 1 4

E r i torno al p u n t o dal quale son p a r t i t o a l l ' in iz io di queste brev i e modeste paro le , che sent ivo il d o v e r e di pronunziare oggi in o m a g g i o a l la memoria di co lu i che f u il mio maestro ed amico ed a cui ebbi l 'onore di s u c c e d e r e nel la r a p p r e s e n t a n z a pol i t ica del collegio di Ca l tag i rone ,

L a scomparsa di Giorgio A r c o l e o lascia u n g r a n d e v u o t o a t t o r n o a noi ed un v u o t o che p o t r à di f f ic i lmente colmarsi , perchè t u t t i r i corderemo con v i v o cordogl io quale immensa f o n t e di energia i l l u m i n a t a e f a t -t i v a è v e n u t a a m a n c a r e al nostro paese.

A l l a f a m i g l i a , ai parent i , ag l i amici ed a m m i r a t o r i , al la sua c i t t à nat ia , dolorant i per t a n t a perdi ta , v a d a n o le nostre più v i v e c o n d o g l i a n z e . Rest i f r a noi il r icordo delle sue dot i eminent i ad esempio nostro e di coloro che a noi succederanno nella r a p p r e s e n t a n z a della Naz ione . (Vive appro-vazioni).

P E E S I B E N T E . H a f a c o l t à di p a r l a r e l ' o n o r e v o l e C o l o n n a di Cesarò.

C O L O N N A D I C E S A R Ò . O n o r e v o l i ami-ci, io sono in genere a v v e r s a r i o c o n v i n t o e i m p e n i t e n t e delle c o m m e m o r a z i o n i l u n g h e e a c c a d e m i c h e .

Sent ire i però di v e n i r e meno a un mio d o v e r e se trascurassi di r i ch iamare l ' a t t e n -zione della C a m e r a sul v u o t o immenso che, nel la schiera e le t ta degl i uomini di m e n t e e di c u l t u r a d ' I t a l i a , ha lasciato la scom-parsa di Giorgio A r c o l e o ,

Molti f r a v o i lo a v r a n n o a v u t o col lega in questo consesso ; q u a l c u n o , al pari di me, lo a v r à a v u t o professore a l l ' U n i v e r s i t à ed al pari di me r icorderà come la sua p a r o l a s m a g l i a n t e e i m m a g i n o s a riuscisse a rendere p iacevo le e d i l e t t e v o l e persino quel la ma-t e r i a ar ida che i n s e g n a v a , il d ir i t to costi-t u z i o n a l e .

R i c o r d e r ò , per esempio, c o m e ci descri-v e v a la legislazione i t a l i a n a , sulla quale si ergono, maestosi, i c inque codici , che però una pioggere l la fine fine di leggi spe-ciali v a i n a v v e r t i t a m e n t e b a g n a n d o e ri-c o p r e n d o di u n a p a t i n a che li renderà f r a poco irriconoscibil i . E r icorderò come lo spirito suo tenesse in soggezione la studen-tesca, la quale , g e n e r a l m e n t e t a n t o faci le a p r e n d e r e c o n t a t t o con i suoi maestri , con lui i n v e c e non a v e v a quasi ardire di a v v i -cinarsi, per t imore di qualche risposta ar-g u t a che ne c o m p r o m e t t e s s e la serietà. Si sa; l ' u o m o più è g i o v a n e e più sente la p r e o c c u p a z i o n e di essere serio, o per lo meno di essere preso sul serio ; e noi, stu-denti , per questa p r e o c c u p a z i o n e , poco ci

a v v i c i n a v a m o a lui e ci r iusc iva così im-possibile di r iconoscere sotto la veste del professore e d e l p a r l a t o r e smagl iante l ' u o m o di mente e di fede. Io credo che p o c h i in f o n d o a b b i a n o conosciuto Giorgio A r c o l e o , nel s ignif icato int imo del la parola .

F u c u l t o r e del d ir i t to , maestro nell ' in-segnamento , insigne p a r l a m e n t a r e , uomo di g o v e r n o ; ma queste sono t u t t e mani fe-staz ioni esteriori d e l l ' a t t i v i t à sua.

P e r me, più che i! p a r l a m e n t a r e e il giu-rista, ho a m m i r a t o in Giorgio A r c o l e o il filosofo, di quel la filosofia t u t t a p r o p r i a della m e n t a l i t à i ta l iana, la filosofia del V i c o , del Giobert i , del M a m i a n i , del Maz-zini, che non è s tudiata come una specula-zione a s t r a t t a , per sè stante, ma è sent i ta come un elemento essenziale della v i t a , come una forza unif icatr ice e c o o r d i n a t r i c e di t u t t e le discipline e di t u t t e le branche della a t t i v i t à u m a n a .

E la filosofia era a n c h e la fonte dell ' ine-sauribi le spirito di Giorgio Arcoleo.

L o si è d e t t o uno scettico, perchè scher-z a v a su t u t t o ; ma lo scherzo di lui d a v a la misura della sua fede, p e r c h è sent iva come la grande t r a g i c i t à delle cose di que-sto mondo e della v i t a u m a n a non sia nelle grandi disgrazie e nelle grandi sc iagure, ma nei piccoli t o r m e n t i , nei dolori m i n u t i che intorb idano la serenità della v i t a e nell ' in-capac i tà del l 'uomo di erigersi al di sopra di essi.

L o spirito suo era indice del senso x>ro-fondo che A r c o l e o a v e v a di quello c h e si chiama il t r a g i c o quot id iano e de l la supe-riorità che l ' u o m o d e v e dimostrare di f r o n t e ad esso. E di questa superior i tà Giorgio Arcoleo ha dato p r o v a , q u a n d o lo ha col-pito una sciagura ben più t r a g i c a che non siano le disgrazie ordinarie e le miserie che t u r b a n o la fel ic i tà u m a n a .

E p p u r e sotto l ' impulso del la sua v o l o n t à serena, egli non v e n n e meno al suo lavoro e alle sue occupazioni ; p a r v e anzi che la p e r d i t a della v i s ta mater ia le a b b i a reso in lui più acuta , più p r o f o n d a e più perspicace la visione della mente .

Scet t i co Arco leo ! Ma io lo chiamerei in-v e c e un ideal ista, di un ideal ismo che si ri-b e l l a v a alle considerazioni d ' o r d i n e p r a t i c o e mater ia le , per cui d i s d e g n a v a le conce-zioni posit iv iste e s t r e t t a m e n t e raz ional i della scienza mater ia l i s ta , di cui pronun-z i a v a la c o n d a n n a con una paro la sola : « p i a n u r a ».

A b o r r i v a il social ismo, che concepisce lo S t a t o come una società a n o n i m a per

Atti Parlamentari — 5549 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

azioni di cui si giudica il buon a n d a m e n t o un icamen te dal d iv idendo che ogni socio ne può r icavare ; d isprezzava la vi ta poli-t ica i t a l i ana di quest i u l t imi anni , g u i d a t a da uomini (diceva egli) la cui men te di-mora al p ian te r reno, sale qua lche vo l t a al mezzanino, ma al p iano nobile non ar-riva mai. Onorevoli amici, io non mi di-lungo, perchè credo che la lunghezza delle commemorazioni debba essere in rag ione inversa del valore del l 'uomo, e c redo che commemorare a lungo un es t into significhi nu t r i r e il dubbio che la sua figura non bast i da sola a perpe tuars i nel t empo ; e mi pe rdone re t e se, per q u a n t o b revemente , io ho voluto fa re u n a commemorazione , direi quasi aneddot ica , del l 'onorevole A r-coleo.

Ma credo che il mio modo di comme-morare Giorgio Arcoleo sia il più sincero di t u t t i : f a r vivere cioè per un i s tan te in ques t ' au la lo sfolgorìo del suo in te l le t to , e non p rofondermi n declamazioni l auda -t ive, che suggerii ebbero allo spirito suo, se potesse aleggiare per un momento in mezzo a noi, considerazioni umoris t iche sulla ca-pac i tà dell 'uomo di par la re a lungo sulle cose m o r t e o sugli uomini es t in t i .

Nel 1909, dopo le elezioni poli t iche, t r a la fa r rag ine delle le t te re e dei bigliett i gra-tu la tor i i per la mia elezione, t rovas i una le t tera , che conservo ancora , di Giorgio Arcoleo: erano augur i che mi f aceva per la v i ta poli t ica mia, che si ap r iva al lora. . .

Yoi mi compat i r e t e quindi, o amici e colleghi, se ho preso a lcuni minu t i del vo-stro tempo per dare espressione al r im-pianto mio e vostro per la v i ta di lui, che si è chiusa. (Approvaz ion i ) .

P R E S I D E N T E ! H a facol tà di pa r l a r e l 'onorevole Brizzolesi.

B R I Z Z O L E S I . I l sena tore Carlo Bor-ga t t a che per c inque legislature fece pa r t e di questa Assemblea, fu r ap i to a l l ' a f f e t t o della sua a d o r a t a famiglia e a t u t t i i suoi numerosi amici ed es t imator i ne l l ' e s t a t e scorsa.

Di c a r a t t e r e buono, di sen t imen t i vera-mente squisiti e pa t r io t t ic i , egli dedicò sem-pre; l 'opera sua a l l ' adempimento del suo manda to con zelo, assiduità e non comune ingegno per modo da mer i ta re anche la stima dei suoi colleghi i qual i lo vollero me, r i t amente segretario nell 'ufficio di Presi-denza, carica che egli copr ì anche nell 'al-tro r amo del P a r l a m e n t o ,

Alla sua memoria rivolgo* queste poche parole di sincero rammar ico , cer to di in-

t e r p r e t a r e l ' unan ime sen t imento dei suoi an t i ch i e le t tor i i qual i r i co rderanno sempre con a f f e t to il loro b e n e a m a t o rappresen-t a n t e polit ico; e prego l 'onorevole Presi-den te di voler p roporre alla Camera di in-viare le sue vive condogl ianze alla famigl ia del l 'es t into ed al comune di Bocca Gr imalda dove egli ebbe i na ta l i . (Approvaz ioni )

P R E S I D E N T E . Ha facol tà di par la re l 'onorevole Queirolo.

Q U E I R O L O . Onorevol i colleghi, il gior-no 8 di novembre un a l t ro g rave l u t t o col-piva l ' I t a l i a : Alessandro D ' A n c o n a mor iva in Fi renze dove si era r i t i ra to a t rascorrere , insieme con i figli, gli u l t imi anni della sua v i ta .

R a p p r e s e n t a n t e della c i t t à che gli ha da t i i na ta l i , e per q u a r a n t a anni lo ebbe maes t ro nel suo glorioso Ateneo, io r icordo qui le v i r tù ed i meri t i insigni del l 'uomo che l ' I t a l i a ha pe rdu to .

E l 'omaggio mio sia come l'eco dei g ran-dioso t r i b u t o di onoranza che P isa, rac-colta in un plebiscito di dolóre, rese al suo i l lustre c i t t ad ino , q u a n d o ne accom-pagnò la salma alla es t rema dimora , da lai vo lu ta nella sua c i t tà na t iva , presso le figlie di let te che l ' aveano preceduto nella pace del sepolcro.

Alessandro D ' A n c o n a è ben degno di solenne commemoraz ione in ques t 'Au la del P a r l a m e n t o i ta l iano : poiché se eg'i fu ed è gloria della sua c i t t à , della qua le ac-ce t t ò e tenne anche la suprema magis t ra-t u r a in m o m e n t i difficili, per d imost rare , come egli scrisse, che nessuno po teva sor-passarlo ne l l ' a f fe t to della n a t i v a c i t tà , Ales-sandro D ' A n c o n a onorò l ' I t a l i a t u t t a con la sua men te al t iss ima e col suo cuore no-bilissimo.

La f a m a g rande e p u r a del suo nome, usci ta dal cerchio delle m u r a di Pisa, si sparse per t u t t a I t a l i a , e fuor i dei confini d ' I t a l i a por tò in t u t t o il mondo colto, la gloria della sua opera storica e l e t t e r a r i a .

Questa grandiosa opera che consta di o l t re 1,200 pubbl icazioni , ge t tò viva luce sulla s toria del nos t ro Risorgimento , sulla nostra s toria l e t t e ra r ia , dai suoi inizi fino ai nostr i giorni, i l lustrò le origini della na-zione i ta l iana , della sua l ingua, del suo t e a t r o e della sua poesia popolare .

Essa fece di Alessandro D 'Ancona uno dei maggiori scr i t tor i dei nostr i t empi , e r i m a r r à come un imper i tu ro m o n u m e n t o d 'onore per lui.

I l suo insegnamento sulla C a t t e d r a Dantesca ne l l 'Ateneo Pisano, dalla quale

Atti Parlamentari — 5550 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4

commentò e svelò il Divino Poeta nei suoi elementi storici, filosofici ed estetici, e nelle sue sublimi visioni patriottiche, con uno studio così profondo e con un amore così grande che non saranno mai superati, lo ha collocato fra i maggiori maestri di let-teratura nelle Università italiane.

Alessandro D'Ancona fu un rinnovatore della cultura italica del secolo x ix , fu il restauratore della critica storica, ed alieno, come era, dalle vanità della estetica roman-tica, fondò il metodo storico positivo della nuova letteratura italiana.

Con questo massimo titolo di gloria il nome di Alessandro D'Ancona passerà alla storia.

Come la mente, egli ebbe nobile e ge-neroso il cuore. Uguale al maestro fu l'uo-mo ; alte come le idealità della scienza, Alessandro D'Ancona ebbe le idealità della patria.

All'Italia dedicò fino dai suoi giovani anni la sua ardente fede patriottica, par-tecipando attivamente al movimento di preparazione della unità italiana, e con-tribuendo efficacemente, con la sua fervida propaganda, a riunire quanti, nelle smem-brate regioni d'Italia avevano, al pari di lui, fede liberale.

A Torino dove andò giovanissimo nel 1854, presto entrò in stretti rapporti di idee e di azione con quanti aspettavano e preparavano 1' alba del risorgimento ita-liano: e fu tra i più attivi ed ardenti, pieno com'era di quel santo entusiasmo patriot-tico che già, fino dal 1852, gli aveva fatte scrivere le « Memorie dei toscani alla guerra del 1848 ».

ifei quattro anni del suo soggiorno nella capitale del Piemonte contrasse amicizia e famigliarità con i maggiori uomini della emigrazione italiana : vi conobbe intima-mente il Cavour, il Tommaseo, il DeSanctis, e ad essi si unì nelle, aspirazioni e nel la-voro di preparazione degli imminenti de-stini d'Italia.

Alla della indipendenza italiana Alessandro D' Ancona diede pure il suo braccio : egli si arruolò volontario nella campagna del 1859, e fu destinato alle fun-zioni di segretario d' intendenza militare nella Emilia.

Dopo la pace di Villafranca, che lasciava incompiuta la redenzione d ' I ta l ia , e get-tava la costernazione nell'animo dei pa-trioti italiani, il D'Ancona se ne tornava a Firenze dove, d'intesa col Ricasoli e col Peruzzi, continuò l'opera sua di propaganda

giornalistica diretta a tener viva la fiam-ma delle aspirazioni italiane verso la unità della Patria.

Ad Alessandro D' Ancona, per la sua fervida fede patriottica affidarono i libe-rali toscani d'allora, 1' incarico di presen-tare a Camillo Cavour le note di sotto-scrizione per il dono che la Toscana fece al grande ministro, che al Congresso di Parigi aveva rappresentato il piccolo Pie-monte ed affermato dinanzi all' Europa e difeso a viso aperto, il diritto d'Italia: ed a lui toccò pure l'onore di consegnare ad Alfonso Lamarmora la spada che la To-scana donò al grande generale dopo la guerra di Crimea.

Alessandro D'Ancona, come per l 'Italia, così fu caldo propugnatore del principio di nazionalità per tutti i popoli.

Con un libro sulla Polonia - del quale non ebbe la ventura di veder la pubblica-zione imminente - e con un caldo voto per la risurrezione di quella infelice na-zione, Alessandro D'Ancona chiuse la sua nobile vita di storico e di patriota.

Io ricordo con quale ineffabile soddisfa-zione nell'ultimo affettuoso colloquio che ebbi con lui quando per l'ultima volta io lo visitai nel suo ritiro estivo di Massa, egli, presago della sua prossima fine, mi comunicasse di aver potuto finire prima di morire questo lavoro, nel quale era lieto di aver rivelata e documentata la parte che un italiano, nutrito dei concetti libe-rali e filantropici dei filosofi francesi, il fiorentino Scipione Piattoli, che il D'An-cona riuscì ad identificare nell'Abate Mario dell'epico romanzo « Guerra e Pace » di Leone Tolstoi, ebbe nella nuova costitu-zione polacca, ultimo e memorando atto della Dieta di quattro anni.

« Vorrei (scriveva il D'Ancona pochi anni or sono in una breve memoria, su que-sto argomento della storia di Polonia) vor-rei che la fortuna tanto ancora mi conce-desse di vita e di forze, da far seguire a questo piccolo saggio un ampio lavoro su codesto fiorentino che servì lealmente e fino all'ultimo giorno della sua vita la santa causa della libertà ; e nulla potendo fare a prò della sua patria consacrò tutto sè stesso al bene di un'altra Nazione, grande anche essa e del pari infelice. Dalla ^erra ove egli nacque - concludeva il D'Ancona - io mando intanto, nel suo nome, un saluto ed un augurio alla Polonia! ».

La fortuna diede ad Alessandro D'An-cona la vita e le forze invocate per com-

Atti Parlamentari — 5551 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1 9 1 4

piere il poderoso lavoro che aggiungerà prèsto nuova gloria al suo n o m e : e se gli negò di veder compiuto il suo augurio alla Polonia, egli è vissuto abbas tanza per ve-der aper to il g rande d r amma umano dal quale egli ha certo sperato, come t u t t i gli i ta l iani sperano, che sorga la auspicata re-denzione di quel nobile popolo.

A così a l te ideali tà , Alessandro D'An-cona ispirò sempre i pensieri e gli a t t i della sua lunga vita, operosa fino all 'ult imo giorno, t u t t a dedica ta alla famiglia, alla scienza ed al paese, vissuta con coraggiosa sincerità di cara t te re , e con e levata no-bil tà d ' an imo e di aspirazioni.

Alla memoria grande e cara di lui, che amai come un padre e venerai come un maestro, vada di qui il reveren te e me-more omaggio dovuto agli uomini che, col loro ingegno e con le loro opere, onorano l 'umani tà . (Vive approvazioni — Congratu-lazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par la re l 'onorevole Rampold i .

R A M P O L D I . Onorevoli colleghi, per-met te te anche a me di r ievocare in mezzo a voi la memoria d 'un nostro ant ico col-lega, l ' avvocato Oreste Pennat i , che, per cinque legislature, quan te corrono, cioè, dal 1884 al 1909, rappresen tò qui il collegio politico di Monza.

Oreste Penna t i , spentosi a Monza sullo scorcio del se t tembre scorso, se non lasciò orme grandi di lavoro legislativo negli an-nali del P a r l a m e n t o ( t an ta t imidezza aveva di par la re qua dent ro , egli così e loquente nel fòro), t u t t a v i a , per lo spirito dir i t to ed arguto, per la bontà ingenita dell 'animo, per l ' ingegno sottile e sop ra t t u t t o per la dignità ed il disinteresse che pose nell 'eser-ci tare il manda to legislativo, meri tò d'es-sere amato e s t imato da t u t t i q u a n t i eb-bero la v e n t u r a di stargli vicino e di co-noscerlo in t imamente . Egli par tecipò, per una lunga serie d 'anni , alla v i ta c i t tadina di Monza, e cooperò con grande a t t i v i t à ed amore costante allo sviluppo ed al pro-gresso di quegli is t i tut i locali di benefi-cenza, degL is t i tut i pr imari e secondar i , delle società di mutuo soccorso p o p o l a r i ; fu, in una parola , il na tu r a l e e costante tu to re degli interessi dei poveri e dei de-boli. E ben degno sarebbe egli s ta to di entrare nel l ' a l t ra Camera del Pa r l amen to , .che certo si sarebbe onora ta del nome suo e dell 'opera sua; ma il f a to immatu ro gli contese quest 'u l t ima consolazione.

Oreste Penna t i , finché visse, fu milite devoto e fedele del pa r t i to radicale ; ed è in nome del gruppo par lamenta re radicale, che io mando oggi alla memoria di lui un saluto commosso e reveren te ; e prego il nostro Pres idente , pure a nome del gruppo radicale, di farsi in te rpre te degli unanimi sent iment i di cordoglio di questa Assem-blea, presso la desolata famiglia dell 'estin-to, a mezzo dei municipio di Monza. (Ap-provazioni).

P R E S I D E N T E . Ha facol tà di par la re l 'onorevole Cesare i i a v a .

NAYA C E S A R E . R a p p r e s e n t a n t e del collegio di Monza, che ebbe in Oreste Pen-nat i , per parecchie legislature, il proprio depu ta to , m'associo cordialmente alle no-bili parole dell 'onorevole Rampoldi .

Oreste P e n n a t i fu modesto per na tu ra , e forse le stesse condizioni precarie della sua salute che lo condussero immatura -mente a morte , ed un certo spiri to di bo-nario scetticismo onde aveva pervaso l'a-nimo, non gli permisero di mostrare con maggiore evidenza nella v i ta pubblica le dot i preclare del suo ingegno e la sua larga col tura.

Egli fu buono, mite, d'un.a in tegr i tà cri-stallina, amantiss imo della famigl ia ; e que-ste doti dell 'animo gli conciliarono il r i spe t to in ogni campo politico ed amicizie in ogni ordine di c i t tadini , e ne furono prova le te-st imonianze di cordoglio che accompagna-rono la sua morte .

Avversario suo politico, sento non solo il dovere, ma anche il bisogno dell 'animo di rendere a lui l 'omaggio dovutogli come par lamenta re e come c i t tadino, e di as-sociarmi alle proposte f a t t e perchè alla desolata famiglia ed alla c i t tà di Monza siano inviate le condoglianze della Camera . (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par lare l 'onorevole Degli Occhi.

D E G L I OCCHI. P o r t a r e un commosso saluto alla memoria di un uomo scomparso, carico d ' ann i e giovato pur sempre da vi-vac i tà di ingegno e di propositi , e por tar lo in ques t 'ora , in cui t a n t o fiore di giovi-nezza è t ravol to da una bufera omicida, po t rebbe sembrare ingeneroso oblìo dell'i-s tan te storico, che a t t ravers iamo con un senso di t rep idaz ione u m a n a e pa t r io t t ica .

Ma il nostro omaggio è giustificato, quando si pensi che uomini, come Giuseppe Speroni, si perdono, non si sostituiscono, e non si sostituiscono perchè non è dato a t u t t i di fondere, come egli fece, in mira-

Atti Parlamentari — 5552 — Camera dei. Deputati LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914

bile a rmonia la t r ad iz ione del passato e il ] presenso dei giorni nuovi .

Ed io, che l 'ho vedu to discendere l 'arco degli anni , l 'ho v e d u t o accompagnare il suo t r a m o n t o colla g r a n d e ascesa de l l ' I s t i tu to , che egli presiedeva ed al quale dedicava quelle energie, che p r ima aveva d a t o alla Camera e le t t iva ed a quella vitalizia.

Nè l 'omaggio che gli rendo, anche a nome del collega Angelo Pav ia , d e p u t a t o di Varese, collegio già onora to da Giuseppe Speroni , t o r n e r à discaro al suo spirito elet-to , poiché t r o v e r à in questo consenso ra-gione a sperare che la sua azione non sarà nè t r o n c a t a nè i n t e r r o t t a ; ma res terà am-moni t r ice di ogni la rghezza , nel campo economico ed in quello della beneficenza e della previdenza . (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a faco l tà di pa r l a re l 'onorevole P ie t rava l l e .

P I E T R A V A L L E . Dopo la r ievocazione, d inanz i al memore pensiero della Camera, di c i t t ad in i che hanno reso servigi insigni alla pa t r i a , ma che vivi, la pa t r i a ha p remia t i con degne onoranze, mi si conceda di m a n d a r e un mesto saluto alla memoria di un nostro collega, Angelo Celli, dello scienziato il lustre, del maes t ro im-pareggiabi le , del c i t t ad ino in t emera to , del-l ' u o m o poli t ico che ha s t a m p a t o orme in-delebili nella legislazione i t a l i ana , del filan-t ropo che si è spento nel silenzio, l on tano dal la Camera che aveva lasciato appena da una legis la tura .

Angelo Celli è s t a t o un r icerca tore ge-niale , che ha sapu to por re su nuove basi, c o n d u r r e per nuove vie le r icerche in torno a quella grande m a l a t t i a fìsica del nostro paese, che è la malar ia , non solo scoprendo t a l u n e fasi del ciclo del f unes to plasmodio, n o n solo seguendolo a t t r ave r so le vie di comunicaz ione e diffusione, ma t raspor-t a n d o le fa t icose e v i t tor iose r icerche del l abo ra to r io nel campo aper to , più diffìcile e fecondo, della profilassi, della l o t t a per d i fendere l 'uomo, il l avo ra to re nelle l ande malar iche contro gli assal t i deg l ' inse t t i ma-la r i fe r i e con t ro il te r r ib i le emosporidio pe-n e t r a t o nel l 'organismo u m a n o .

E d a ques to p rob lema , che in sè rias-sume quasi t u t t i i problemi economici ci-vili e sociali di g ran p a r t e d ' I t a l i a e spe-c i a l m e n t e delle provincie meridionali , An-gelo Celli ha dedica to la genial i tà delle sue r icerche e la generosi tà del suo cuore, avendo negli u l t imi ann i del suo apos to la to e della sua p ropaganda , compagna una donna degna di lui, A n n a Celli, alla quale mi sia concesso

inv ia re da ques t 'Aula il nostro r iveren te sa luto .

Angelo Celli ha compiuto r icerche mi-rabi l i non solo in to rno alla ma la t t i a , ma anche i n t o r n o alla a l imentaz ione dei con-t a d i n i ed alla igiene delle scuole e delle officine, lasciando su ta l i a rgoment i vo-lumi e pagine che non mor ranno . Ma Celli fece sempre della scienza milizia ci-vile, dello scienziato l 'apostolo, e perciò dal le sue ricerche t rasse la fondazione della So cietà per gli studi sulla malar ia , a fianco di Giust ino F o r t u n a t o e Leopoldo E r a n c h e t t i .

Dal le sue r icerche in torno alle m a l a t t i e t rop ica l i t rasse la idea della costi tuzione della Società di medicina ed igiene t ropi-cale . La Società di Liverpool per ques t i suoi mer i t i lo volle socio onorario. E d a t a l e sua azione aggiunse la p ropaganda me-d i a n t e gli anna l i di igiene, median te il t r a t -t r a t o di medicina sociale ed al t re pubblica-zioni periodiche, che cont inuò con cos tanza fino agli estremi della sua vi ta .

Le sue assidue e f o r t u n a t e r icerche di l abora to r io , la sua d i u t u r n a ba t t ag l i a contro la malar ia culminò in quella memorabi le legislazione i ta l iana del chinino di S t a to e della profilassi chininica, che t u t t i i paesi t o r m e n t a t i dalla malar ia hanno, ammi rando , in p a r t e t r a d o t t o nella p ropr ia difesa sa-n i t a r i a , e che nella nos t ra t e r r a classica del pa lud i smo ha p r o d o t t o così vas t i e benefìci effet t i , non solo abbassando la mor ta l i t à e la morbi l i tà per malar ia , ma rendendo pos-sibile a l l ' uomo di a f f ron ta re e compiere con le bonifiche idraul iche e con quella agrar ia la redenz ione igienica eli t a n t e s teppe sin ora a b b a n d o n a t e al dominio della diva febbre .

Angelo Celli, non pago di t a n t i benefìzi, di t a n t i servigi resi alla scienza, si rese p r o m o t o r e di organizzazioni efficaci contro a lcune m a l a t t i e infe t t ive del l 'uomo e del bes t iame. Eondò is t i tu t i an t i rabbic i a Pa-lermo ed in E orna, ed auspice voi, Ferd i -n a n d o Mart in i , f u Angelo Celli che o t t enne la i s t i tuzione in Asmara di un i s t i tu to s iero-vaccinogeno. Angelo Celli però negli u l t imi a n n i della v i t a ebbe più cara la visione dell ' Agro romano . Dinanz i all ' Agro si esa l tano i poe t i ed i p i t to r i , ma gl ' i ta-l iani sen tono l 'angoscia e l 'umiliazione di veder lo anco ra circondare, come di selvaggio e mor t i f e ro deserto, E o m a , la capi ta le d ' I -t a l i a . All 'Agro, suggestivo anche per lo scien-ziato, pel c i t t a d i n o e pel filantropo, An-

ì gelo Celli, b a t t a g l i a n d o con t ro la mala r ia

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•e contro le tenebre del l 'abbandono e del-l ' ignoranza, ha dedicato con fede di apo-stolo, con ardore di c i t tadino e con palpi t i di filantropo la estrema e più fervida sua missione, i l luminando e confor tando le sue squall ide capanne con le scuole dei conta-dini del l 'Agro romano, con nuclei di più vera ass i s tenza sanitaria e sociale. E le sue dolorant i peregrinazioni e i da t i raccolt i gli permisero di o t tenere l ' approvazione di una legge per la estensione della boni-fica nell 'Agro e per la costi tuzione di bor-ga te rural i . La redenzione dell 'Agro romano hanno voluto i suoi amici r icordare alla gra-t i tud ine degli i ta l iani quando hanno deside-ra to che i funera l i là avessero luogo, nella r idente capi ta le del Tuscolo, in Frasca t i , affacciato, dai suoi poggi meravigliosi, sulla misteriosa solitudine dell 'Agro. E f ra t u t t e le corone, che hanno coper to la sua bara, certo la più odorosa, la più suggestiva è s ta ta quella dei contadin i dell 'Agro romano.

Yada alla memoria di Angelo Celli il commosso saluto della Camera i t a l iana! (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par lare l 'onorevole Maffi.

M A F F I . Io non aggiungerei parola a q u a n t o è s ta to così e loquentemente e cal-d a m e n t e de t to dal collega onorevole Pie-t raval le , se non sentissi che, come t r i bu to di . r iconoscenza, deve qui giungere la voce di un r a p p r e s e n t a n t e dei lavorator i della risaia e dire q u a n t o l ' I ta l ia proletar ia deve ad Angelo Celli.

La mia parola adunque vuole soltanto esprimere questo sent imento di ricono-scenza.

Disgraz ia tamente , oggi ancora l 'uomo della risaia fert i le o del padule mort ifero non sa, non può sapere ; ma il giorno in cui il nostro lavoratore , il l avora tore della Sardegna derel i t ta , della Calabria deserta, delle Pa lud i Pont ine , il reiet to contadino saprà quan to Angelo Celli ha pensato, ha s tudiato , ha organizzato per lui, quan to del p ropr io pensiero e della p ropr ia a t t i -vi tà egli por tò in Par lamento , nel giorna-lismo, alla ca t t edra , quan to egli amò e predicò al suo scrittoio e al suo tavolo di laboratorio, quel giorno sorgerà per lui un vero monumento imper i tu ro ; monumento che oggi non saprebbe essere che l'espres-sione di coloro che, v ivendo nella v i ta scientifica, hanno po tu to apprezzare l 'opera di quest ' uomo, opera ve ramente g rande perchè modesta , ma che un giorno avrà un più a l to v a ^ r e se dirà che 1' I t a l i a ha

saputo compiere l 'opera redentrice, eli cui Angelo Celli ci ha t racc ia to la via con la sua a t t i v i t à modesta , tenace, perseveran-te, intell igente, sincera e nobile nel Pa r -lamento e fuor i del Pa r l amen to ! (Appro-vazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par lare l 'onorevole S toroni .

S T O R O N I . Altr i ha de t to , e degna-mente , di Angelo Celli. Consenta la Camera a me, che ho l 'onore di rappresen ta re il collegio che già in questa Camera rappre-sentò Angelo Celli per sei legislature, di dire brevemente dell 'opera del par lamen-ta re e del l 'uomo.

Non è vana esagerazione affermare che non vi è s ta ta legge innovatr ice , nè- r ifor-ma v o t a t a du ran te un ventennio in que-sto Pa r l amen to , a cui Angelo Celli non abbia da to il vasto cont r ibu to della sua scienza.

Nelle Commissioni, nei gabinet t i scien-tifici, in questa aula pa r lamenta re , sempre si sentì la voce di Angelo Celli ; sempre l 'o-pera sua feconda, perseverante , per t inace, esercitò la sua altissima influenza.

Ma Angelo Celli non volle, manteners i nel campo p u r a m e n t e speculat ivo : egli, già fiaccato dal morbo che lo trasse in gio-vane e tà àlla tomba , scese nella campagna romana , e por tò nei più modesti tugur i , nei luoghi più infe t t i dalla malar ia , il suo consiglio, il suo a iuto , il suo sugger imento. Curò l 'igiene del corpo e l ' ig iene della men te : l 'igiene del corpo imponendo con pert inace, indefessa insistenza, l ' a t tuaz ione di t u t t i i mezzi che la scienza suggerisce per la profilassi della malar ia; l 'igiene del cuore e della mente promovendo l ' is t i tu-zione delle scuole rural i , per le quali la luce della civiltà pene t ra ormai anche nella campagna romama. E quasi a coronamento di questa sua tenerezza, di questa sua bon tà verso le misere popolazioni che aveva beneficato coli 'opera sua, volle essere tu-mula to nel cimitero di Frascat i , quasi per poter di là contemplare l 'opera compiu ta .

E a lui andrà non sol tanto la grat i tu-dine di quella popolazione, ma la g ra t i tu -dine dell ' I tal ia intera, che egli ha a i u t a t o a vincere una delle più grandi v i t tor ie della civiltà, quella della redenzione delle classi più misere dal flagello della malar ia . (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par la re l 'onorevole Monti-Guarnieri .

M O N T I - G U A R N I E R I . A nome della c i t t à di Pesaro e delle popolazioni del-

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l ' a l ta e della bassa valle del Metauro, che lo considerarono sempre come loro figlio pre-d i le t to , mando alla memoria di Angelo Celli im mesto e r eve ren te saluto. S"on r icorderò qui le v i r tù civili di lui nè le sue beneme-renze scientifiche, che sono s ta te da a l t r i r a m m e n t a t e , nè t u t t a una v i t a spesa a prò ' degli umili e dei derel i t t i ; r icorderò solo, da avversar io leale in quest 'Aula ma amico personale affettuosissimo, in questo per iodo di mezze coscienze, e di c a r a t t e r i flaccidi, la saldezza della sua fede, che lo rese a m m i r a t o anche dagli avversar i e la i ndomi t a fierezza del c a r a t t e r e che lo t r a -sformò in apostolo fe rven te , cos tan te e te-nace di t u t t e le opere buone , prime f r a le a l t r e la l o t t a con t ro la tubercolosi e quella meravigl iosa campagna per la redenzione dell 'Agro romano dalle febbr i malar iche , che forma u n a delle glorie maggiori e più pu re dell ' I t a l i a novel la . (Approvaz ioni ) .

P R E S I D E N T E . H a facol tà di pa r l a re l 'onorevole Ba t te l l i .

B A T T E L L I . Non ho bisogno di aggiun-gere parole di elogio alla memoria di An-gelo Celli, perchè a b b a s t a n z a hanno d e t t o di lui i precedent i o ra to r i ; voglio so l tan to por ta re a lui il saluto della sua regione, che ha pa r t ec ipa to alle sue pene, alle sue aspi-razioni, ai suoi ideali . Vada d u n q u e alla memoria di Angelo Celli il saluto della t e r r a che gli ha da to i na ta l i . (Approva-zioni).

P R E S I D E N T E . H a faco l t à di pa r la re l 'onorevole Queirolo.

Q U E I R O L O . Mando alla memor ia eli Angelo Celli l 'omaggio delle Univers i tà ita-l iane, delle qual i egli è s t a to onore e decoro per i suoi s tud i e per la sua opera scienti-fica, che gli fece m e r i t a t a r inomanza non solo in I t a l i a ma anche al l 'estero. Io ricor-derò solo le f o n d a m e n t a l i r icerche parassi to-logiche da lui f a t t e sulla malar ia , la de-scrizione microscopica che il Celli ed il M a r c h i a f a v a diedero, anche prima di Wei-chse lbaum, del germe pa togeno della me-ningi te cerebro-spinale , i suoi s tudi sulla mala r ia u m a n a e sulla sua profilassi, sulle acque , sulle condizioni igieniche delle ma-n i f a t t u r e dei t abacch i , sulla igiene scola-st ica, sulla a l imentaz ione elei con tad in i nelle varie regioni d ' I t a l i a , sulla tubercolosi , sul carbonchio , ecc., t u t t a un 'ope ra di g rande impor t anza scientifica e sociale.

Angelo Celli alla f a m a di scienziato con-giunse le benemerenze di filantropo : ren-diamo a lui il m e r i t a t o t r i bu to d 'onore . (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . L 'onorevole Centur ione ha faco l tà di commemorare l ' e x - d e p u t a t o Sangu ine t t i .

Non essendo presente l 'onorevole Cen-tur ione , r a m m e n t e r ò come l 'onorevole San-guine t t i , in occasione della discussione delle convenzioni ferroviarie del 1885, abbia spie-ga to opera v e r a m e n t e memoranda , come alcuni d e p u t a t i c e r t amen te r icorderanno. Mando quindi , a nome della Camera, alla sua memor i aun reveren te saluto .{Approvazioni).

Essendo ora presente l 'onorevole Centu-rione, ha facol tà di par lare .

C E N T U R I O N E . Consenta la Camera che anch ' io mand i un reveren te saluto alla memor ia di Adolfo Sanguine t t i . P e r ben se t te legislature, dal 1876 al 1897, l 'ono-revole Sangu ine t t i fu il r app re sen t an t e po-litico per il collegio di Cairo M o n t e n o t t e .

Sor t i t i i na t a l i da modesta famigl ia cai-rese, il Sangu ine t t i dedicò il suo giovani le entusiasmo agli s tud i classici, nei qual i sempre si distinse per la v ivac i t à e la p ron tezza del suo ingegno. Dopo r ap ida car-r iera, egli r iuscì ad o t tenere il posto di caposezione al Ministero delle finanze.

L 'onorevole Cambray-Digny al lora mi-nistro di quel Dicastero, r iconoscendo i me-ri t i dal Sangu ine t t i acquisit i nel disbrigo di a l te e del icate mansioni , lo ch iamava a capo del suo gab ine t to . Ma il suo spir i to comba t t i vo e il fo r t e in te l le t to non gli con-sent irono di costr ingere la men te negli an-gusti confini di un lavoro burocra t i co .

I suoi conci t tad in i , orgogliosi di lui, vol-lero dargli la p rova della loro ammiraz ione e del loro a f fe t to , eleggendolo con splen-dida votaz ione a d e p u t a t o di Cairo. La fer-mezza del suo ca ra t t e r e , la f ranchezza dei suoi modi, nonché la fo rb i t a paro la e la sua vas ta col tura gli c a t t i va rono ben pre-sto la s impat ia e la fiducia dei maggior i uomini politici.

Alla v i t a poli t ica egli dedicò t u t t o sè stesso, sempre ascol tato ed app rezza to per l ' i n d i p e n d e n z a e la l iber tà dei suoi di-scorsi.

Alcuni colleghi di questa Camera ricor-deranno c e r t a m e n t e l ' in tensa ba t t ag l i a che si svolse in ques t 'Au la su le convenz ion i f e r rov ia r i e del 1885.

Coadiuva to energicamente dall ' onore-vole Baccar in i , Adolfo Sangu ine t t i p ronun-ciò allora ben centosei discorsi ; uno di questi , che durò per t r e sedute conse-cut ive , riscosse il plauso di gran p a r t e della Camera, per le g rand i ver i tà che egli pro-clamò l ibe ramente contro l ' interesse di al-

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enne Società pr ivate , in quel tempo po-tentissime.

La sua valorosa campagna, però, e la sua modestia, non gli permisero di accet-tare l'onorifico incarico] di sottosegretario di Stato, che Gnido^Baccelli con insistenza gli offriva. E non solo egli seppe resistere al fascino del potere, ma seppe pure nella vita pr ivata rifiutare sdegnosamente la t ranquil la agiatezza, che avrebbe facil-mente guadagnata , obbedendo alle pres-sioni dei nemici delle convenzioni ferro-viarie.

Adolfo Sanguinett i , pur mer i tando della pat r ia , come nacque e visse, volle morir povero.

Confido che la Camera t u t t a vorrà meco unirsi per inviare alla famiglia dell'illustre estinto l'espressione del r impianto e del cordoglio nostro. (Approvazioni).

S O L E E I . Chiedo di parlare. P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà. S O L E E I . A nome della famiglia San-

guinetti , di cui sono congiunto, ringrazio l 'illustre Presidente e l 'onorevole Centu-rione dell'omaggio reso alla memoria di Adolfo Sanguinet t i che sedette in questa Camera per parecchi lustri e combattè, come è stato ricordato, una memoranda battaglia parlamentare in occasione della discussione delle convenzioni ferroviarie, pronunziando oltre cento discorsi.

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l 'onorevole Sanarelli.

SANARELLI . Col più vivo cordoglio e anche a nome del collega onorevole Lan-ducci, compio il mestissimo compito di an-nunziare alla Camera la scomparsa di Fer-ruccio Mercanti, la cui salma ho ieri accom-pagnato, in Firenze, all 'estrema dimora !

Con Ferruccio Mercanti è sparita una mirabile e indimenticabile fibra di studioso, di scrittore, di educatore e di combattente , che appartenne per due legislature a que-sta Assemblea ove recò, come aveva sem-pre recato in ogni manifestazione della multiforme at t iv i tà , della sua operosa esi-stenza, f a t t a di modestia, di integri tà e di lavoro, il contr ibuto geniale e poderoso della sua mente gagliarda, e le doti esem-plari del suo animo buono e del suo carat-tere adamantino.

La perdita di Ferruccio Mercanti, che ancor giovanissimo fu inviato alla Camera dal collegio politico che ho l 'onore di rap-presentare e che per non brevi anni ebbe parte fulgidissima nella vita pubblica della nostra regione natale, della nostra provin-

cia di Arezzo, ove fu assertore eloquentis-simo e ammirato di ogni idealità civile, di ogni palpito generoso, di ogni impulso edu-catore e fecondo, costituisce, specialmente per noi, una grande, irreparabile sventura!

La purezza della sua vita, il fascino della sua parola che era spesa sempre per ogni causa buona e per ogni nobile idealità del pensiero, e soprat tut to la dir i t tura in-flessibile della sua indole fiera, ma pur sempre generosa, giustificano le universali simpatie onde egli fu sempre e dovunque circondato e il profondo dolore arrecato dalla sua fine immatura. (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole La Pegna.

LA PEGNA. Onorevoli colleghi, la par te politica nella quale militò con fede, con dignità, con di r i t tura di carat tere e con al-tezza di ingegno Ferruccio Mercanti, manda commossa il suo saluto alla memoria del-l'illustre nostro ex-collega.

Medico illustre, abi tuato alle indagini scientifiche, fu per nobile evoluzione del suo spirito por ta to a non essere meno acuto e sottile indagatore dei fenomeni sociali. E fu democratico per convinzione e per sentimento, partecipando con Felice Caval-lotti all 'onore e alla responsabilità di me-morabili battaglie politiche. Noi ricorde-remo per lunghi anni questo alfiere no-bilissimo delle idealità radicali ed il suo apostolato civile. La sua operosa esistenza, t u t t a consacrata a lenire dolori umani ed a suscitare energie feconde, non fu spesa invano, perchè fu avvivata da due grandi luci ideali : l 'amore della patr ia e l ' amore della scienza. (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di par lare l 'onorevole Merloni.

M E R L O N I . Sicuro d ' in terpre tare il sen-t imento della Camera esprimo una parola di omaggio alla memoria del compianto onorevole Pio Viazzi, il quale professò il manda to par lamentare con alta coscienza, con nobile dignità d' intendimenti e con genialità di dot tr ina.

La Maremma, che egli così rappresentò per due legislature, e che seguì l 'opera di lui con deferenza e con simpatia, sent ì do-lorosamente la sua perdita, avvenuta dopo una lunga implacabile malat t ia che ebbe ragione della sua ancor giovane fibra.

Perciò, anche a nome del collega onore-vole Ciacci, propongo che siano inviate le condoglianze della Camera, oltre che alla famiglia dell'onorevole Viazzi, anche al sin-daco della ci t tà di Grosseto, capoluogo di

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quel la Maremma alla quale 1' onorevole Yiazzi dedicò operosità, aspirazioni, affe t t i e pensieri non infecondi. (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a facol tà di par lare l 'onorevole Cappa.

CAPPA. Sia consenti to anche a me, a nome degli amici politici che ebbero co-muni con Pio Yiazzi le ideali tà repubbli-cane , di dire una parola di saluto, di rim-p i an to e di r icordo per quell 'elettissimo in-gegno.

Molto qui si è par la to di uomini che dedicarono a l l ' I ta l ia il valore della loro men te , e che ebbero da l l ' I t a l ia gra t i tudine . Nel le u l t ime commemorazioni però - e fu già osservato - siamo giunti l en tamen te a q uegli spiriti pei quali meno propizia fu la f o r t u n a , a quegli uomini a cui più scarsa e più ava ra è s ta ta la riconoscenza collet-t i v a .

Non so dire parola che non esca since-r a m e n t e dal mio sent imento, e non voglio amp l i a r e lodando, e non voglio mentire r ievocando.

Pio Viazzi fu uno squisito ingegno, una mente varia, agile, aristocrat ica, una col-t u r a sincera, profonda e personale. Ma di lu i l ' I t a l ia in te l le t tuale si accorse meno di que l che egli non avesse d i r i t to di recla-mare: egli che però non reclamava alcun p lauso pubblico, t a n t a era la modestia gen-t i le della sua vi ta .

Le sue opere sulla psicologia dei sessi, sulla sociologia, sul dir i t to, sull 'estetica, f u r o n o anche apprezzate fuori dei nostri conf in i ! Eppure sono s ta te in I ta l ia il pa-t r imon io spir i tuale di una minoranza f ra gli intell igenti .

Egli non ebbe la vi r tù set tar ia e rumo-rosa dell ' ingegno. Aveva un ingegno troppo sottile e t roppo signorile, che ta lvol ta po-t e v a anche sembrare capriccioso e bizzarro, poiché indugiava volentieri nello spasimo del dubbio, e sentiva il bisogno di conci-l iare le formule che, ta lvol ta , sono dichia-ra t e i m m e d i a t a m e n t e dai superficiali, an-t i t e t iche .

Nella sua opera « La bellezza della v i ta » che è t r a quelle che men vivo hanno avu to il plauso dei critici, ma che meglio signifi-cano l ' in te l le t to suo, egli ha sciolto un inno al la la t in i tà , ed ha sciolto un inno alla l a t in i t à specialmente riferendosi alla gra-zia che è dono del nostro genio nell 'ar te; come nell 'opera sua 1'« E q u i t à » egli aveva sciolto anche un inno al genio nostro nel d i r i t t o per questa virtù - p ro fondamente i ta l iana - che noi abbiamo di sentire che

il dir i t to , quando muore nel codice, non è più che espressione del passato, ed ha bi-sogno tosto dei con t a t t i delle nuove pas-sioni, delle nuove speranze, dei nuovi tor-ment i , ha bisogno di pulsare con t inuamente r innovandosi : la v i ta crea la vi ta , ent ro le fo rmule rigide non sta chiusa che la t ra -dizione.

Perciò ne « La bellezza della vi ta » egli si inchinava non alla forza brutale , nè alla debolezza gracile, ma alla grazia che non è la debolezza gracile, non è la negazione della forza, ma un limite della forza, così come l ' equi tà è non la negazione, ma un li-mi te del d i r i t to . Forza e grazia, forza e ar-monia, r ispetto delle t radizioni , e insieme desiderio del nuovo, ma non inquie tudine vo lgare ; desiderio cont inuo di perfezioni ideali e nello stesso tempo pazienza indul-gente verso gli uomini che ingenuamente si indugiano nel passato !

Egli andava spesso nelle campagne della Liguria e del Piemonte , egli, il posit ivista anticlericale, e si f e rmava rispettoso avan t i alle belle feste religiose del contado, quan-do fioriscono di ideale e di sorriso, sotto la pr imavera del cielo, le r ad ian t i pr imavere degli spiri t i .

Così, nella nostra Milano, ospite ta l -vo l ta ignorato, si d i le t tava , quando la folla non è rumorosa, quando la c i t tà più tace, ad andare verso il tempio meraviglioso, verso il tempio lombardo, il Duomo, guar-dandolo da uno dei lat i da Cui meglio si sente l 'aspirazione delle aguglie che muo-vono verso il cielo, in cui è scr i t ta nel m a r m o la grande aspirazione collet t iva di t a n t e generazioni che ci hanno preceduto c o m b a t t e n d o , p lorando, edificando, e che forse non si aspe t tavano l ' e tà presente, in cui, anche nel nome di Dio, le chiese sono d i s t r u t t e dalla barbar ie . (Vivi applausi).

Ora senza voler chiedere alla Camera che più mi ascolti (era una Ceduta che do-v e v a essere t o l t a r ap idamente in segno di l u t t o , ma un po' la riconoscenza intellet-t u a l e degli i tal iani che a parole è abbon-d a n t e , e un po' il desiderio di eloquenza che è sempre abbondan te nel cuore nostro, h a n n o f a t t o che questa seduta sia a n d a t a al di là dell 'orario), se questa seduta d o v r à quasi t e rmina re (non lo so) con la mia umi l e parola, vada questa parola, per in-t e rp re t az ione del pensiero vostro, ad un collega che ebbe una fede repubbl icana , pe rchè t u t t a questa equi tà e questa grazia è repubbl icanes imo mazziniano, che non è di molti , anzi è di pochissimi, ed ebbe una

Atti Parlamentari — 5557 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914

v i t a che f u di pover tà , v a d a ad un ingegno che f u di sott igl iezza, ad una bon t à che fu squisi tezza, e dica che in I t a l i a le maggio-r anze sanno r icordare negli eroi e nei mar-t i r i delle minoranze u n a bellezza della v i ta che non è il successo. (Vive approvazioni — Congratulazioni).

P R E S I D E N T E . H a faco l t à di pa r la re l 'onorevole Bonard i .

B O I A E D I . Come r a p p r e s e n t a n t e di Alessandria, la c i t t à che ha da to i na ta l i a Pio Viazzi, sento il dovere ed il bisogno spi r i tua le di associarmi alle nobili paro le p r o n u n z i a t e dal l ' i l lustre Pres iden te e dagli a l t r i o ra to r i che hanno p a r l a t o di lui. Sento il bisogno di m a n d a r e un saluto commosso e r eve ren te a l l 'uomo di ingegno fervido, di p ro fonda col tura , di vas t a dot-t r ina , allo studioso e pensa to re geniale.

Debbo r icordare che per il suo saggio sull'iEquità ebbe la c a t t e d r a di libero do-cen te di filosofìa del d i r i t to a l l 'Univers i tà di Torino e che le sue lezioni f u r o n o ascol-t a t e con reverenza ed en tus ias t i camente a p p l a u d i t e dagli s t uden t i di quella i l lustre Univers i tà .

E dico di lui col poe t a che forse « m o r t e lo scampò dal veder peggio » perchè mi immagino quale sarebbe s t a to il dolore di quello spirito squisito ed elet to di f r o n t e al t r ag ico spet tacolo de l l 'Eu ropa e del mondo t r a v o l t i a ferro ed a fuoco. Perocché colui che pensò e scrisse il saggio sull' Equità ispirato alle parole di Gian Domenico E o -magnosi che le masse vogliono pace, equi tà e sicurezza, e che i t empi nuovi t en -dono alla pace, all ' equi tà ed alla sicu-rezza, non po teva non sentirsi invaso da un senso di delusione e ui amarezza pro-fondo, al cospetto di una grande .assemblea t u m u l t u a n t e dove un Gran Cancelliere, col p lauso di t u t t i i par t i t i , compreso il socia-lista, a f fe rmò che la fede g iu ra t a , la pa-rola impegna ta , i t r a t t a t i so t toscr i t t i non hanno valore a lcuno quando pa r la la ne-cessità r app re sen t a t a da l l ' o l t r a co t an t e pro-posito di un popolo di sopraffare e domi-nare gli a l t r i popol i .

E d io immagino quale sarebbe s ta to lo strazio di Pio Viazzi, lo scr i t tore del-l ' o t t i m o saggio sulla Bellezza della vita, il quale, come ci, ha n a r r a t o con la sua ele-g a n t e e loquenza il collega Cappa, si en tu-s iasmava in cer te l impide m a t t i n e pr ima-verili, i nnanz i al Duomo di Milano, pene-trava- nel tempio e si a r r e s t ava commosso a con templa re quei vescovi, quei santi di marmo, nei loro svar ia t i a t t egg iament i , nella

loro suggestiva espressione, f r a t a n t o in-treccio di linee' e di profili , nella misteriosa p e n o m b r a , men t r e il t u t t o si sublima in una fede semplice e p ro fonda , quale senti-rono i nostr i padr i , quale v ib ra ancora in pet to jdi mol t i tud in i ingenue, m e n t r e l ' an ima loro s embra salire in su, pel t r a m i t e della Vergine , della dolce figlia di J e f t e , sfavil-l a n t e d 'oro sul pinacolo es t remo, verso il cielo p ro fondo ed ignoto ; io immagino, dico, quale sarebbe s t a to lo strazio di un e s t e t a entusias ta quale Pio Viazzi, innanz i a l la b a r b a r a distruzione della ca t t ed ra le di Re ims e dei magnifici m o n u m e n t i d ' a r t e di Soissons, di Arras, di Malines, di Lova-nio e di t a n t e a l t re c i t t à , rase al suolo dal f u r o r e t eu ton ico!

F r a n c a m e n t e , conoscendo la suscet t ibi-l i t à squisita di quello spirito ar i s tocra t ico , s u p e r i o r e , c h e n o n t o l l e r a v a leoffese a l labe l -lezza, a l l ' a rmonia , alla grazia , sent iamo di n o n dover del t u t t o deplorare la sua imma-t u ra d ipa r t i t a m e n t r e assistiamo alla do-lorosa dimostrazione della inut i l i tà della scienza, della cu l tu ra , della c ivi l tà , vane s u p e r s t r u t t u r e impoten t i a soffocare nell 'a-n i m a u m a n a , individuale e col le t t iva , gli i s t in t i sanguinari i ed a p lacare la fer rea legge dominat r ice degli umani destini: homo Jiomini lupus.

E mi sia lecito di r icordare un pun to de l l ' opera e della v i t a di Pio Viazzi, p u n t o che può sembrare una cont raddiz ione , ma c h e esprime un assil lante bisogno di quello spiri to.

Egli come studioso ed anal izza tore dei f a t t i singoli è s t a to un posit ivista ed ha segui to il me todo sper imentale ed evoluzio-n is ta , onde la sua collaborazione apprezza ta agli Archivi di psichiatria di Cesare Lom-broso ed alla Scuola positiva di Enr ico Eerri . Ma egli non f u mai seguace di quel fa-cilone e dozzinale posit ivismo che ha così g r a v e m e n t e compromesso la f a m a della filosofìa posit iva, s o p r a t t u t t o f r a quelli che n o n la conoscono; di quel posi t ivismo rac-cogliticcio, f a t t o di nozioni, spesso ine-sa t te , a t t i n t e alle opere popolar i del Büch-ner, del Moleschot t , de l l 'Haeckel , de l l 'Her -zen e che nul la ha a vedere colla va s t a e severa do t t r ina , che ha sfidato e sfida certo neo-idealismo insincero e ca lcola tore e che è condensa ta nelle opere imper i tu re di Comte e di L i t t r é , di Spencer , di S t u a r t Mill, di Ardigò e di Ba in .

ISTo! Pio Viazzi posi t ivis ta , sper imenta-lista ed evoluzionista nella r icerca par t i -colare, è s t a to un g rande idealista di f r o n t e

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alle conclusioni e alle deduzioni supreme derivanti dai fenomeni e dalle leggi scien-tifiche.

Nella sua opera di pensatore e di scrit-tore egli è stato sempre assillato dal biso-gno di conoscere la ragione intima e pro-fonda della stessa evoluzione universale, di codesto vasto processo di assorbimento di materia e di estrinsecazione di forza, che la definizione di Spencer lascia insoluto e oscuro.

Egli sentiva il bisogno di conoscere il perchè di codesto ascendere di tutto l'uni-verso dall'inorganico all'organico, all'orga-nizzato; dal semplice al complesso, dagli organismi inferiori ai superiori; dal riflesso alla volontà; dall'istinto all'intelligenza, al genio; dalla sensazione al senso morale, alla solidarietà, all'eroismo.

Quale la legge, quale la ragione, quale la finalità ultima di codesto vasto insieme, in cui domina un ordine completamente ignorato nelle sue cause e nelle sue ten-denze

Pio Viazzi tutto questo ha al tamente sentito ed illustrato nelle sue opere.

Permettetemi di chiudere questa breve commemorazione (è una chiusura melanco-nica) col dire che Pio Viazzi non è stato un fortunato nella vita ; la cieca fortuna, anzi, lo ha sempre avversato e percosso.

Parecchi di coloro che lo hanno comme-morato dopo morto, in vita, con crudele compatimento, lo definivano uno spostato, un vinto, un naufrago nelle lotte scienti-fiche e nelle lotte per la vita ! I l fatto vero è che molti con molto minore ingegno e minor cultura di quella di Pio Viazzi e che hanno prodotto molto meno di lui nel campo scientifico, hanno raggiunto il porto a cui invano egli avrebbe tentato di approdare!

Gli è che gli animi ben temprati, come quello di Pio Viazzi, sono naturalmente sdegnosi e si rifiutano di discendere ai pic-coli compromessi, alle indignitose rinuncie, ai servilismi umilianti che avviliscono e di-screditano oggi la vita e la carriera univer-sitaria di modo che la cattedra universi-taria è molto spesso più il premio dell' in-trigo che non del merito e della prepara-zione scientifica.

Pio Viazzi non era di coloro che possono scendere a mercanteggiare la cattedra; la meritava quanto altri e forse più che altri, ma non era animo, con quella cultura, con quella tempra, con quelle aspirazioni, da scendere a patti ed a rinuncie avvilenti la dignità.

E perciò egli è stato effettivamente un vinto ; egli non è arrivato non perchè i suoi titoli, nel confronto, non fossero suffi-cienti ; ma perchè così non volle l 'ambiente in cui la sua attività si è svolta e da cui provenivano i suoi giudici.

Ma è indegno che chi lo denigrò e dan-neggiò in vita, lo onori ed esalti morto ì

Virtù viva spregiarli, lodiamo estinta !

Chiudo inviando alla memoria di Pio Viazzi il mio più commosso e reverente saluto e pregando l'onorevole Presidente di voler riferire i sentimenti della Camera alla sua addolorata famiglia e al sindaco di Alessandria. {Approvazioni).

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Ruini.

R U I N I . Una sola parola di rimpianto, anche a nome di altri colleghi della pro-vincia di Reggio Emilia, per la memoria di Giacomo Maffei, che per due legislature fu deputato del collegio di Montecchio

Egli fu un precursore; molte delle sue idee furono poi attuate, specialmente per le affittanze collett ive; fu un sognatore e morì povero e solo.

In queste poche parole è racchiusa t u t t a la sua vita, e noi vogliamo soprattutto ri-cordare che egli fu uomo di cuore che molto lottò e soffrì per il benessere delle classi lavoratrici. (Approvazioni ) .

P R E S I D E N T E . Ha facoltàN di parlare l'onorevole Gambarotta.

GAMBAROTTA. Dopo tante comme-morazioni di uomini di Stato, di scienziati e di studiosi permettetemi di ricordare, con la sobrietà che il momento vuole, la vita di un soldato,* del generale Baldas-sarre Orerò, morto l ' i l novembre scorso a Novara, sua patria.

Egli fu giovane nell'epoca in cui non si aveva l'illusione che i diritti dei popoli po-tessero valersi soltanto di presidi morali e non dovessero appoggiarsi anche alla forza e alla virtù delle armi : ed alla rivendica-zione dei diritti del popolo italiano Orerò dedicò tut ta la sua gagliarda giovinezza.

Uscito a vent 'anni dall'Accademia eli To-rino, il primo giugno 1859, ventiquattro giorni dopo ebbe la fortuna di poter dedicare il primo suo sforzo al la patria e combattè a San Martino e Solferino.

Pochi mesi dopo con Cialdini Pe-saro ed a Castelfidardo, e poi ad Ancona, a Gaeta ed a Messina e poi nel '66 con Me-dici nel Trentino e, nel '70, con Bixio a Roma.

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oSTel 1889 ebbe l ' incarico di reggere le sort i dell ' E r i t r e a , e là egli co ridusse le t r u p p e nostre v i t to r iose fino ad Adua . U n a polemica ul ter iore , ind i r i zza ta forse a scopi p a r l a m e n t a r i p i u t t o s t o che alla r icerca della ver i tà , mise in discussione se egli in Eri-t r ea fosse s ta to fedele in te rp re te degli ordini del Governo. Con una f rase sola, sdegnosa, si difese con t ro quel la censura. Disse: a me fu af f ida to dal capo del Governo l 'onore della band ie ra i t a l i ana e quel l 'onore ho t e n u t o a l to . E r a t u t t o q u a n t o un soldato potesse dire.

E voi, onorevol i colleghi, mi consenti-re te , in questo momen to , la cui g r a v i t à t u t t i sent iamo, q u a l u n q u e siano le nos t re asp i raz ioni e le risoluzioni che prefer i remmo fossero prese, mi consent i re te di proporvi d ' inv ia re alla memoria di questo p rode sol-d a t o un saluto, che vuol essere per la Camera anche l 'espressione di un augur io , e cioè che la pa t r i a nos t ra possa sempre valersi di soldat i a l t r e t t a n t o valorosi e pieni di abnegazione, come f u il generale Baldas-sarre Orerò. {Approvazioni).

P B E S I D E N T E . Associandomi alle pa-role di r imp ian to qui p r o n u n z i a t e dagli onorevoli colleghi, in memoria dei sena-to r i Arcoleo, D ' A n c o n a , B o r g a t t a e Spero-ni, e degli ex -depu ta t i P e n n a t i , Celli, San-

g u i n e t t i , Yiazzi e Maffei, e del generale Ba ldas sa r r e Orerò, m e t t o a p a r t i t o t u t t e le p ropos te di condogl ianze che sono s ta te f a t t e .

(Sono approvate). Met to a p a r t i t o la p ropos ta da me

f a t t a in principio, di togliere la seduta in segno di l u t t o .

(È approvata). La seduta si considera t o l t a in segno

di lu t to . La s e d u t a è t o l t a alle 19.35. V,

Ordine del giorno della seduta di domani Alle ore 14.

Discussione in to rno alle comunicazioni del Governo.

PROF . EMILIO PIOVANELLI

Capo dell'Ufficio di Revisione e Stenografia

j Roma, 1914 — Tipografia della Camera dei Deputati