Torna la mediazione obbligatoria per una giustizia più snella · 2013. 9. 27. · Dopo un primo...

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settembre 2013 [email protected] Mensile di informazione per il Sistema camerale a cura dell’Ufcio Stampa e Comunicazione La bacheca di Unioncamere In questo numero Dal 20 settembre è scattato l’obbligo di tentare un ac- cordo prima di presentarsi davanti a un giudice per dirimere una controversia. Almeno per molte questioni che riguardano la vita quoti- diana di cittadini e imprese. Dopo un primo stop della Consulta dello scorso dicembre, infatti, il decreto del “fare” ha reintrodotto, in forma rivista e corretta, la mediazione obbligatoria in materia civile e commerciale. Ne parliamo con il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Pensa che la condizione di procedibilità della mediazione possa aiutare a restituire maggiore competitività al no- stro sistema giudiziario? Non c’è dubbio che solo l’obbligatorietà può consentire lo sviluppo di questo strumento di risoluzione alternativa del- le controversie capace di ridurre il carico pendente sui tri- bunali. Basta guardare ai vantaggi che ha prodotto nel pre- cedente periodo in cui è entrata in vigore. Dati alla mano secondo quanto riferito dal Primo Presidente della Corte di Cassazione, Ernesto Lupo, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, la mediazione obbligatoria ha infatti contribuito a produrre un calo dei procedimenti civili iscrit- ti a fronte di un arretrato che supera i 5 milioni di processi. Perché è più economica e veloce rispetto alla nostra giusti- zia ordinaria. In poco meno di un biennio sono stati quasi 42mila i procedimenti gestiti dagli sportelli camerali e circa 222mila quelli complessivi gestiti a livello nazionale dai di- versi organismi di mediazione. Ma i numeri sono crollati dopo la bocciatura dell’obbligatorietà da parte della Corte costituzionale. Per questo abbiamo fortemente sostenuto il ritorno della condizione di procedibilità. I vantaggi per chi fa ricorso alla mediazione sono tangi- bili, può fornirci qualche dato? Secondo le nostre stime è di 420 milioni di euro il risparmio “effettivo” realizzato dalle parti che si sono strette la mano afdandosi alla mediazione invece di ricorrere al giudice ordinario, tra marzo 2011 e metà dicembre 2012. Di questi ben 100milioni sono stati il frutto dell’attività svolta dai 101 Organismi istituti presso le Camere di commercio. Ma c’è Unioncamere e Libera alleate per la legalità p. 3 Nautica, l’Italia scalda i motori in vista del 2014 p. 4 Turismo dolce: “La via del cioccolato” attraversa l’Europa p. 4 Credit crunch: più imprese a corto di liquidità p. 2 Inazione: accelera la corsa delle tariffe locali p. 2 Suap: necessarie procedure e modulistica standard p. 3 Torna la mediazione obbligatoria per una giustizia più snella anche un “guadagno” di tempo, niente affatto trascurabile. Se la durata media di un procedimento di mediazione è di 36 giorni quello di un processo civile supera i 1.200! Quali sono a suo avviso gli ostacoli ancora da rimuovere per garantire una (ri)partenza solida della mediazione? Siamo convinti che per far decollare la mediazione sia ne- cessario in primis garantire un livello costante di qualità dell’offerta dei servizi e un aggiornamento continuo dei me- diatori. Anche degli avvocati cui la legge ha attribuito il di- ritto ad essere mediatori, dopo avere acquisito una adeguata formazione . E contestualmente occorre fare chiarezza pure su alcuni punti del decreto legislativo oggi ancora in ombra. Tra questi quello sulla gratuità del primo incontro in caso di mancato accordo. Un passaggio delicato perché ritenia- mo che le parti debbano sostenere un costo minimo volto a coprire l’attività di istruttoria e di studio del caso. Ma il suc- cesso della mediazione dipenderà anche dai giudici, che oggi hanno la possibilità di obbligare le parti in sede di appello a tentare la mediazione, e dagli stessi avvocati, chiamati ora a garantire la propria assistenza obbligatoria. Qual è il contributo che il Sistema camerale, con la sua esperienza ultradecennale in materia, può offrire per fare affermare la mediazione in Italia? Molte delle proposte che abbiamo presentato a luglio alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, sono state accolte nella formulazione della reintroduzione della obbligatorietà. Certo, ci sono ancora margini di migliora- mento. A nostro avviso per esempio le aziende trarrebbero enormi vantaggi dall’introduzione della condizione di pro- cedibilità della mediazione per quei conitti di competenza del Tribunale delle Imprese. In questo senso le Camere di commercio potrebbero contribuire anche attraverso l’inseri- mento di questa clausola nei contratti tipo. E siamo pronti a sviluppare protocolli di intesa con le Associazioni di catego- ria per diffondere l’uso della mediazione online, attraverso il nostro applicativo “Conciliacamera” , che consente di ab- battere ulteriormente costi e tempi della giustizia. Il Sistema camerale insomma è pronto a fare la sua parte per sempli- care la vita delle nostre imprese e alleggerire i tribunali.

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settembre [email protected]

Mensile di informazione per il Sistema cameralea cura dell’Uffi cio Stampa e Comunicazione

La bacheca di Unioncamere

In questo numero

Dal 20 settembre è scattato l’obbligo di tentare un ac-cordo prima di presentarsi davanti a un giudice per dirimere una controversia. Almeno per molte questioni che riguardano la vita quoti-diana di cittadini e imprese. Dopo un primo stop della

Consulta dello scorso dicembre, infatti, il decreto del “fare” ha reintrodotto, in forma rivista e corretta, la mediazione obbligatoria in materia civile e commerciale. Ne parliamo con il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.Pensa che la condizione di procedibilità della mediazione possa aiutare a restituire maggiore competitività al no-stro sistema giudiziario?Non c’è dubbio che solo l’obbligatorietà può consentire lo sviluppo di questo strumento di risoluzione alternativa del-le controversie capace di ridurre il carico pendente sui tri-bunali. Basta guardare ai vantaggi che ha prodotto nel pre-cedente periodo in cui è entrata in vigore. Dati alla mano secondo quanto riferito dal Primo Presidente della Corte di Cassazione, Ernesto Lupo, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, la mediazione obbligatoria ha infatti contribuito a produrre un calo dei procedimenti civili iscrit-ti a fronte di un arretrato che supera i 5 milioni di processi. Perché è più economica e veloce rispetto alla nostra giusti-zia ordinaria. In poco meno di un biennio sono stati quasi 42mila i procedimenti gestiti dagli sportelli camerali e circa 222mila quelli complessivi gestiti a livello nazionale dai di-versi organismi di mediazione. Ma i numeri sono crollati dopo la bocciatura dell’obbligatorietà da parte della Corte costituzionale. Per questo abbiamo fortemente sostenuto il ritorno della condizione di procedibilità. I vantaggi per chi fa ricorso alla mediazione sono tangi-bili, può fornirci qualche dato?Secondo le nostre stime è di 420 milioni di euro il risparmio “effettivo” realizzato dalle parti che si sono strette la mano affi dandosi alla mediazione invece di ricorrere al giudice ordinario, tra marzo 2011 e metà dicembre 2012. Di questi ben 100milioni sono stati il frutto dell’attività svolta dai 101 Organismi istituti presso le Camere di commercio. Ma c’è

Unioncamere e Libera alleate per la legalità p. 3

Nautica, l’Italia scalda i motori in vista del 2014 p. 4

Turismo dolce: “La via del cioccolato” attraversa l’Europa p. 4

Credit crunch: più imprese a corto di liquidità p. 2

Infl azione: accelera la corsa delle tariffe locali p. 2

Suap: necessarie procedure e modulistica standard p. 3

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anche un “guadagno” di tempo, niente affatto trascurabile. Se la durata media di un procedimento di mediazione è di 36 giorni quello di un processo civile supera i 1.200!Quali sono a suo avviso gli ostacoli ancora da rimuovere per garantire una (ri)partenza solida della mediazione?Siamo convinti che per far decollare la mediazione sia ne-cessario in primis garantire un livello costante di qualità dell’offerta dei servizi e un aggiornamento continuo dei me-diatori. Anche degli avvocati cui la legge ha attribuito il di-ritto ad essere mediatori, dopo avere acquisito una adeguata formazione . E contestualmente occorre fare chiarezza pure su alcuni punti del decreto legislativo oggi ancora in ombra. Tra questi quello sulla gratuità del primo incontro in caso di mancato accordo. Un passaggio delicato perché ritenia-mo che le parti debbano sostenere un costo minimo volto a coprire l’attività di istruttoria e di studio del caso. Ma il suc-cesso della mediazione dipenderà anche dai giudici, che oggi hanno la possibilità di obbligare le parti in sede di appello a tentare la mediazione, e dagli stessi avvocati, chiamati ora a garantire la propria assistenza obbligatoria. Qual è il contributo che il Sistema camerale, con la sua esperienza ultradecennale in materia, può offrire per fare affermare la mediazione in Italia?Molte delle proposte che abbiamo presentato a luglio alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, sono state accolte nella formulazione della reintroduzione della obbligatorietà. Certo, ci sono ancora margini di migliora-mento. A nostro avviso per esempio le aziende trarrebbero enormi vantaggi dall’introduzione della condizione di pro-cedibilità della mediazione per quei confl itti di competenza del Tribunale delle Imprese. In questo senso le Camere di commercio potrebbero contribuire anche attraverso l’inseri-mento di questa clausola nei contratti tipo. E siamo pronti a sviluppare protocolli di intesa con le Associazioni di catego-ria per diffondere l’uso della mediazione online, attraverso il nostro applicativo “Conciliacamera” , che consente di ab-battere ulteriormente costi e tempi della giustizia. Il Sistema camerale insomma è pronto a fare la sua parte per semplifi -care la vita delle nostre imprese e alleggerire i tribunali.

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Conti più salati per le famiglie italiane. Sono soprattutto gli aumenti delle tariffe dei servizi pubblici locali a pesa-re sui bilanci di consumatori e imprese. In particolare a spiccare il volo sono i prezzi dei trasporti urbani (+ 5,3%) e extraurbani (+9,3%), dell’acqua potabile (+6,7%) e dei rifi uti (+4,7%). E’ quanto emerso dall’indagine realizzata dall’Unioncamere – attraverso l’INDIS-Istituto Naziona-le Distribuzione e Servizi – sull’andamento delle tariffe amministrate a controllo locale e nazionale tra maggio 2012 e maggio 2013. Numeri alla mano le spinte infl a-zionistiche, complice i tagli dei trasferimenti agli enti territoriali, sono state maggiori a livello locale (+4,9%) che centrale (+3.5%). Eppure anche su scala nazionale non mancano punte al rialzo di assoluto rilievo. Parlare al cellulare così come spedire una lettera costa, infatti, mediamente circa il 10% in più, mentre rincari del 4,1% si registrano in corrispondenza dei pagamenti dei pedag-gi autostradali. Aumenti che rischiano di comprimere ul-teriormente i consumi nel nostro Paese. Per questo il Si-stema camerale chiede venga rallentata la corsa di tasse e tariffe, a cominciare da quelle locali. E auspica che ci sia più trasparenza della pubblica amministrazione per ca-pire i meccanismi di formazione dei prezzi a livello locale e far sì che questi possano incentivare i comportamenti

Le banche stringono i cordoni della borsa e sempre più imprese restano a secco di li-quidità. E’ questo uno degli effetti della crisi sull’offerta del credito che minaccia di com-promettere la soprav-vivenza stessa di un numero crescente di attività imprenditoriali. Dati alla mano, secon-do una recente inda-gine di Unioncamere,

infatti, l’accresciuta prudenza del sistema creditizio nel-la concessione dei prestiti si è tradotta in una riduzione degli impieghi alle imprese del 3,5% nel 2012. Mentre è aumentata la richiesta di garanzie alle aziende da parte delle banche. A dichiararlo è il 24% delle imprese inter-vistate contro il 14% nel 2011. In questo quadro, dunque, ottenere un aumento della concessione del credito si è ri-levato praticamente una chimera per un’azienda su due che ne ha fatto richiesta. Segnali che mettono in luce le inequivocabili diffi coltà maturate in questi anni nel rap-

porto banca-impresa. E proprio per facilitare l’accesso al credito delle aziende, il Sistema camerale ha dato vita a diversi fondi di controgaranzia e di cogaranzia, spesso promossi in partnership con le Regioni, e avviato un pro-getto di sperimentazione di una Piattaforma europea di Garanzia. Azioni che insieme al sostegno a Confi di, pos-sono rappresentare un aiuto concreto alle imprese a corto di risorse fi nanziarie. Ma paradossalmente a trovarsi nei pasticci sempre più di frequente sono pure quelle aziende strutturalmente sane che pur vantando un credito verso terzi si ritrovano con le casse vuote, perché non riescono a riscuoterlo. Si tratta di crediti vantati non solo nei ri-guardi della pubblica amministrazione, ma anche verso altre aziende. Diffi coltà che aggravano la già pesante si-tuazione di mercato con la quale le nostre imprese devo-no fare tutti i giorni i conti. Dalla debole domanda interna alla burocrazia soffocante, dall’eccessiva pressione fi scale alla lentezza della giustizia. Così un numero maggiore di imprese è costretta a portare i libri in tribunale o comun-que a chiudere i battenti. Basti pensare che ogni giorno 35 imprese falliscono e 1000 abbassano le serrande. Ma no-nostante tutto si continua a scommettere sull’arte dell’in-traprendere. Ce lo dicono le mille iniziative che nascono al dì. Gli imprenditori ce la stanno mettendo tutta, ma non possono essere più lasciati da soli.

Credit crunch: più imprese a corto di liquidità

più virtuosi e penalizzare quelli che possono determina-re aumenti non giustifi cati anche in relazione alle attuali condizioni del paese.

Infl azione: accelera la corsa delle tariffe locali

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standardizzazione dei servizi all’utenza minaccia di intral-ciare il dialogo tra imprese e pubblica amministrazione vanifi cando i risultati fi nora conseguiti. E’ quanto emerge dalla fotografi a scattata tra febbraio e marzo 2013 dal Mi-nistero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere. In assenza di modulistica e procedure omogenee sul territorio, infatti, un’azienda che opera in aree geografi che differenti per assolvere agli adempimenti di legge rischia di farsi venire un bel “mal di pancia”. Perché dovrà imparare a districarsi tra le tante modalità operative diverse per quanti sono i Suap con cui deve rapportarsi e le varie modulistiche che, a volte, dif-feriscono pure in relazione allo stesso adempimento. Nel complesso, a fi ne agosto 2013, i comuni che hanno avviato lo sportello in una delle modalità organizzative previste dalla norma sono il 96% del totale. Più in dettaglio sono 5.197 i Comuni accreditati presso il MISE, mentre salgo-no a quota 3.051 quelli che, in delega o convezione, ope-rano attraverso la locale Camera di commercio (il 37,7% del totale). Ma le sezioni informative online dei SUAP ac-creditati risultano ancora molto differenziate tra di loro, quanto a completezza, qualità, fruibilità e aggiornamento dei contenuti. Insomma la direzione intrapresa è quella giusta, ma il cammino per facilitare la vita alle imprese è ancora lungo.

Suap: necessarie procedure e modulistica standard

Quasi la totalità dei Comuni italiani ha avviato lo Sportello Unico delle Attività Produttive. E’ uno dei principali obiet-tivi messi a segno dalla Riforma del Suap introdotta nel 2010. Un successo che fa fare un passo avanti al processo di semplifi cazione burocratica nel nostro Paese. Cosic-chè oggi, attraverso questo strumento, avviare un’attività imprenditoriale in un giorno potrebbe non essere più un mero “sogno” nel cassetto. Almeno per le procedure più semplici , ovvero quelle che non necessitano di autoriz-zazioni espresse, che costituiscono l’85% delle pratiche. Eppure è ancora presto per cantar vittoria. La parziale

Prevenzione, contrasto alla criminalità economica e ripri-stino della legalità. Sono queste le principali aree di inter-vento previste nel protocollo d’intesa fi rmato da Union-camere e Libera per combattere l’infi ltrazione delle mafi e nel nostro tessuto produttivo. Un accordo che rafforza una collaborazione avviata da anni tra l’Associazione e le Camere di commercio per supportare le imprese che scel-gono di stare dalla parte della legalità. Proprio per que-sto l’alleanza prevede il prosieguo di percorsi educativi e divulgativi rivolte alle aziende e al mondo giovanile e scolastico per consentire il radicamento nel territorio del-la cultura della legalità. Mentre per sostenere le imprese a rischio di azioni “illegali” o già colpite dalla criminalità organizzata, sono annunciate azioni da perseguire attra-verso gli Sportelli della Legalità istituiti presso le Camere di commercio (ad oggi operativi in 32 province). E per ri-pristinare la legalità si punta a favorire lo start up di co-operative ed imprese sociali che possano trasformare le aziende e beni confi scati alle mafi e in buona economia e buona occupazione. Un punto quest’ultimo cruciale per far rifi orire sotto una nuova luce queste imprese che l’e-sperienza maturata ad oggi sono, quasi sempre, destinate dopo il sequestro al fallimento e alla chiusura. Così l’ap-puntamento di quest’autunno con la “Giornata nazionale

della trasparenza e della legalità” organizzata dal Sistema camerale, sarà l’occasione per condividere esperienze e lanciare nuove intese con il mondo istituzionale e nuove proposte progettuali sui territori.

Unioncamere e Libera alleate per la legalità

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La bacheca di Unioncamere

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In attesa una ripresa della nautica da diporto tricolore per il 2014. Dopo un duro quinquennio che ha portato le aziende italiane del settore a perdere il 60% del fatturato complessivo dal 2008 al 2012, le aspettative per il pros-simo anno si fanno più rosee. E’ quanto emerso nel corso della tavola rotonda sul comparto nautico italiano e fran-cese organizzata dalla Chambre de Commerce Italienne de Nice, in occasione della 36esima edizione del Festival de la Plaisance di Cannes. Un’opportunità per mettere a confronto due mercati per molti aspetti diversi tra loro ma complementari quanto a capacità di farsi strada a livello internazionale. Se infatti l’Italia è al primo posto in Eu-ropa per numero di cantieri, la Francia svetta in cima alle classifi che per dimensione degli stessi. E mentre il setto-re nautico francese controlla il 10% del mercato mondia-le delle barche di lunghezza inferiore ai 24 metri, quello made in Italy eccelle nelle imbarcazioni di grande stazza, aggiudicandosi oltre la metà della produzione internazio-nale di yacht e megayacht. Per questo il dibattito di metà settembre al quale è intervenuto anche il Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, da quest’anno pure

Parte dall’Italia e arriva sino in Europa la strada che unisce la cioccolateria artigianale di qualità. A collegare i sentieri della tradizione europea connessa alla lavora-zione del cacao è “La via del cioccolato”. L’associazione internazionale che vede insieme Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio con l’obiettivo di candidare il primo Itinerario culturale europeo del cioccolato al Consiglio Ue. A lanciare nei giorni scorsi il nuovo network inter-nazionale sono stati i soci fondatori Unioncamere, le Ca-mere di Commercio di Cuneo, Perugia, Ragusa, Terni e Torino, e i partner europei Asociación de Fabricantes de Turrón, Derivados y Chocolate della Comunità Valencia-na, Route Belge du Chocolat, Route française du Choco-

alla guida dell’Euroregione AlpMed, ha consentito di rin-saldare i rapporti di collaborazione tra Italia e Francia per dare ulteriore slancio ad un settore così strategico per lo sviluppo delle rispettive economie.

Nautica, l’Italia scalda i motori in vista del 2014

La bacheca di Unioncamere: Anno 4 N. 8

Mensile di informazione tecnica

Registrazione presso il tribunale civile di Roma n. 330/2003 del 18 luglio 2003

Editore: Retecamere Scrl – Roma

Redazione: p.zza Sallustio, 21 – 00187 Roma

Tel. 0647041

Direttore responsabile: Willy Labor

Coordinamento redazionale: Loredana Capuozzo

Il numero è stato chiuso in redazione il 23 settembre 2013

Stampa: Grafi cArt snc – Formia

Turismo dolce: “La via del cioccolato” attraversa l’Europa

late e la britannica Seventy %. Ma l’iniziativa è destinata a ampliare i consensi. A breve infatti è previsto il coin-volgimento di altri soggetti europei, pubblici e privati, nonché l’adesione del Messico, uno dei paesi più impor-tanti d’origine del cacao. Un passo avanti per promuove-re e valorizzare, attraverso il fi l rouge della cioccolateria di qualità, le bellezze dei rispettivi territori. Per questo sono allo studio percorsi turistici, iniziative culturali e formative, musei e strutture dedicate in grado di propor-re un viaggio nello spazio e nel tempo presso i luoghi del cioccolato. Attualmente sono 23 gli Itinerari Culturali riconosciuti dall’ Istituto Europeo che approva progetti di cooperazione, dialogo, turismo sociale e culturale che siano unifi canti per i Paesi UE. E presto ci auguriamo che anche quello del cioccolato possa contribuire a rafforzar-ne l’identità.