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    TONIA BARDELLINO

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    Glocal University Network

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    Distributed under license Creative CommonsPrima Edizione, Novembre 2011

    Copertina:Jean Baptiste Greuzes

    1977 painting Te Fathers Curse or Te Ungrateful SonCourtesy Getty Images

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    Da anni parliamo della comunicazione e di una societ costruita attorno alla comunicazione.

    In pochi vivono dentro la comunicazione.

    Vivere dentro la comunicazione significa pensare per connessioni, imparare dai problemi, sviluppare eformalizzare il pensiero. Vivere nella comunicazione significa avere un progetto didascalico.

    Nel corso degli ultimi anni lo sviluppo dellinformatica e della telematica ha aperto una nuovadimensione alla comunicazione visiva e alla fruizione dei testi: quella dellinterazione ciberneticamediata da oggetti grafici.

    Tutto cambia: cambiano gli artifici visivi, la interazione relazionale; cambiano i tempi, gli spazi, iprocessi di significazione, la partecipazione, le sensazioni, le riflessioni; cambia la politica, leconomia, laprogettazione, la programmazione, i linguaggi; cambiano gli stimoli percettivi, in dispositivi semiotici,

    gli oggetti duso; cambia infine la scrittura in un lessico fatto prevalentemente di interfacce grafiche,iconiche, da quando cursori e pulsanti hanno sostituito penne e calamai popolando ormai il nostrospazio operativo di nuove funzioni Touch Screen. Ormai siamo definitivamente nella comunicazione,dentro la florida e incessante dinamica della ipermedialit.

    Ma non cambiamo noi. Cambiano molto pi lentamente le nostre capacit cognitive e culturali.Apprendiamo con le vecchie metodologie, le scuole e le universit continuano ad ignorare i processi diapprendimento nuovi della societ della comunicazione. Tra la vita scolastica istituzionale, pubblica e

    privata, e i processi di apprendimento della societ della comunicazione c un vuoto in cui crollanoquasi tutte le professioni.

    Il Glocal University Network ha la grande ambizione di coprire quel vuoto, di entrare nellacomunicazione globale con una serie di strutture universitarie locali, organizzate in sintonia con lamultimedialit della nuova didattica

    Liliana Montereale

    EDITORIALE

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    BIOSHORT TONIA BARDELLINO

    DOPO AVER CONSEGUITO LA LAUREA IN SOCIOLOGIA, PRESSO LUNIVERSIT DEGLISTUDI DI NAPOLI FEDERICO II, CON TESI IN PSICOLOGIA SOCIALE INTITOLATA: LARAPPRESENTAZIONE SOCIALE DEL MALATO MENTALE DAL MEDIOEVO AI GIORNI NOSTRI,SVOLGE ATTIVIT DI VOLONTARIATO PRESSO LA NATO DI NAPOLI, POICH INTERESSATA ADAVVICINARSI AD UN CONTESTO MULTICULTURALE E A PERFEZIONARE LA PADRONANZADELLA LINGUA INGLESE.

    NEL 2007 INSEGNA LINGUA ITALIANA PRESSO LA SCUOLA INTERNAZIONALEMONTESSORI DELLA NATO DI NAPOLI.

    NEL 2008, SEMPRE PRESSO LA U.S.NAVAL SUPPORT ACTIVITY NAPLES, PARTECIPA ECOMPLETA IL CORSO ED IL TRAINING IN: SEXUAL ASSAULT VICTIM INTERVENTIONADVOCATE.

    DAL NOVEMBRE 2008 RIVESTE IL RUOLO DI SOCIAL WORKER COLLABORA ALCOORDINAMENTO E AI PROGRAMMI ANTIVIOLENZA DEL DIPARTIMENTO: FLEETAND FAMILY SUPPORT CENTER DELLA NATO.

    CONTEMPORANEAMENTE ALLE SOPRA INDICATE ATTIVIT SI ISCRIVE AL MASTERIN MEDIAZIONE FAMILIARE E SOCIALE PRESSO LUNIVERSIT LA SAPIENZA DIROMACONSEGUITO NEL 2010.

    ATTUALMENTE ISCRITTA ALLA LAUREA SPECIALISTICA IN PROGRAMMAZIONE EGESTIONE DEI SEVIZI SOCIALI, PER ACQUISIRE IL TITOLO DI ASSISTENTE SOCIALE,CATEGORIA A DELLORDINE.

    SVOLGE, INOLTRE, LA PROFESSIONE DI SOCIOLOGA PRESSO LASSOCIAZIONE SOCIOPSICOLOGICA LOGOS, OLTRECH COLLABORARE IN DIVER SE SEDI AI PROGETTI EALLE ATTIVIT DI SOSTEGNO IN CAMPO SOCIALE E PEDAGOGICO.

    NEL CORSO DEGLI ANNI HA MATURATO DIVERSE ESPERIENZE LAVORATIVE, TRALE QUALI UNACOLLABORAZIONE PRESSO LUFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONEDEL COMITATO DELLA CROCE ROSSA ITALIANA, LIMPEGNO ATTIVO NELSERVIZIO CIVILE,CONSEGUENDO ALTRES LA PATENTE EUROPEA E FREQUENTATOUN CORSO INTENSIVOSULLA COMUNICAZIONE EFFICACE E PERSUASIVA.

    PROFILO BIOGRAFICO

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    TEORIA

    DELLATTACCAMENTO:

    CONCEZIONE RELAZIONALE DELLA PERSONALITA ADULTA E

    MEDIAZIONE FAMILIARE

    Introduzione

    La teoria dellattaccamento continua a ispirare studi e riflessioni, nellambito della psicologiaevolutiva, degli studi psicoanalitici e delle scienze umane. La teoria di John Bowlby, ripresa e integratada Mary Ainsworth, ha focalizzato lattenzione sulla prima infanzia e sul primo anno di vita, ma hasottolineato le implicazioni sulla vita futura del soggetto, in et adulta e persino senile, derivanti daltipo di attaccamento sviluppato nei primi mesi. In ambito psicoanalitico, appaiono interessanti glisviluppi teorici ed empirici della teoria dellattaccamento, soprattutto a partire dagli anni Novantadel Novecento. In particolare, interessanti sono stati i contributi di Mary Main, che hanno fornito unvalido contributo alla comprensione dellattaccamento adulto.

    La teoria dellattaccamento attribuisce importanza alla relazione, sicch deve essere considerata unateoria dello sviluppo affettivo e sociale marcatamente relazionale. La sua portata riguarda lanalisidi modalit relazionali di reazione. Infatti, Bowlby ha sostenuto che lo sviluppo di una personalitequilibrata nelladulto, discende in gran parte dalla raggiunta consapevolezza del proprio mondoaffettivo e dalla formazione, mantenimento e rottura dei legami affettivi.

    Naturalmente, il comportamento di attaccamento nelladulto sar pi complesso di quello delbambino, in quanto in esso svolgono un ruolo anche le esperienze relazionali affrontate nel corso dellavita, sia nellambito familiare, che sociale. Tuttavia, vi sono stati sviluppi teorici fondati sulla ricercadi legami pi stretti tra sistema comportamentale di attaccamento infantile e relazione affettiva trapartner adulti.

    Al riguardo occorre fare riferimento al concetto di modelli operativi interni (MOI), quali di fattoripermanenti nello sviluppo delle relazioni sociali di un soggetto, dallinfanzia alladolescenza, daquestultima allet adulta e senile.

    01 TEORIA DELLATTACCAMENTO

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    Come evidenziato da Nino Dazzi e Alessandra De Coro, levoluzione degli studi sullattaccamentoha preso due principali linee di sviluppo: la prima, si diretta ad indagare la relazione tra latipicit dialcuni comportamenti di attaccamento nellinfanzia e la comparsa di disturbi precoci; la seconda, ha

    focalizzato lattenzione sulle rappresentazioni delle relazioni primarie di attaccamento come fattoridi rischio o protettivi per la futura comparsa di psicopatologie 1.

    La teoria dellattaccamento sembra essere, tra le altre teorie dello sviluppo, quella pi ricca diimplicazioni, essendo una teoria eminentemente relazionale, che consente di valutare gli effetti delleprime interazioni significative sullo sviluppo della personalit adulta e delle abilit interpersonali.Ci in un momento storico in cui sempre maggiore la consapevolezza dellimportanza di approcciorientati alla prevenzione primaria delle patologie; di quelle psicologiche in particolare.

    Ebbene, lapproccio teorico eclettico e le implicazioni sulla qualit della vita dei soggetti adulti e dellerelazioni di coppia, fanno della teoria dellattaccamento una base di partenza per la comprensione dialcune problematiche dei soggetti in et evolutiva, ma anche i rapporti di coppia.

    La teoria bowlbiana pu essere, a ragione, considerata una teoria interdisciplinare, coinvolgendocostrutti teorici e problematiche condivise dalla psicologia dello sviluppo, dalla psicologia sociale, dallaneuropsichiatria infantile, dallepistemologia genetica, ma anche dalla sociologia e dalla psicoanalisi.

    Tra i contributi pi rilevanti allo sviluppo della teoria bowlbiana, vi quello di Mary Ainsworth;

    la quale, con lindividuazione di una situazione sperimentale, ha potuto classificare dei modelli diattaccamento, che rimandano ad altrettanti stili di attaccamento/accudimento genitoriale.

    La teoria dellattaccamento costituisce uno strumento epistemologico importante negli interventidi mediazione familiare. uestultima, che si configura come uno spazio di incontro tra le istanzedei diversi membri della famiglia e come uno strumento, a sua volta, di sostegno alla genitorialit,appare oggi sempre pi utile, in un contesto sociale e familiare segnato da profonde trasformazioni.In particolare, la famiglia sta vivendo una fase di cambiamenti continui, sia nella struttura, sia nellarelazioni interne, con il mutamento del ruolo delle figure di accudimento del bambino, nonch con la

    diffusione di nuove tipologie familiari: le cosiddette nuove famiglie, prodotto delle trasformazionisociali e dellaumento del numero dei divorzi in Italia.

    Nella mediazione familiare Franco Pastore, ad es., propone un approccio integrato, che vedalapplicazione del ciclo di contatto proposto dalla psicologia della gestalt, la non direttivitdellapproccio rogersiano, la comprensione del fallimento dei giochi relazionali rivelati dallapprocciosistemico-relazionale, i concetti della psicoanalisi e della teoria dellattaccamento2 .

    Ciononostante, nella prassi della mediazione familiare, lo stesso Pastore, sulla base della sua esperienza

    sul campo, segnala: lampio ricorso ai concetti psicoanalitici e alla teoria dellattaccamento.Concetti che stanno intersecandosi attualmente con i derivati delle neuroscienze e della infant

    1 Cfr. Dazzi N., De Coro A., Psicologia Dinamica, Laterza, Roma-Bari 2001.2 Pastore F., Lamore e il conflitto, Armando Editore, Roma 2008, p. 22.

    02 TEORIA DELLATTACCAMENTO

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    research 3.

    Nella pratica della mediazione familiare il riferimento ai concetti della teoria dellattaccamento si

    rileva di estrema utilit.Lazione del mediatore familiaredovr, tra laltro, essere indirizzata a svelare lo stile di attaccamentogenitoriale, ma anche ad una riduzione del conflitto interno alla coppia. Serve un modello dimediazione che non sia centrato sulla ricerca dellaccordo: occorre che il mediatore intervenganon tanto sui temi concreti, ma sul conflitto di attribuzione delle colpe, tipico della separazione, pereliminarne leffetto dirompente4.

    Nel tempo anche aumentata a livello sociale la consapevolezza dellesistenza e dellutilit del

    percorso di mediazione familiare: se in passato, sul piano sociale, il bisogno di mediazione era moltoforte, ma per nulla consapevole; oggi quel bisogno molto pi avvertito e sono sempre minori leresistenze delle coppie a servirsi di uno strumento che potrebbe essere determinante per scongiurare leconseguenze negative derivate dalla rottura dellunione di coppia. Eppure, sembrano ancora numerosicoloro che non sono convinti dellutilit della mediazione. Il Legislatore italiano, peraltro, rispettoalla mediazione si limitato ad affermare che il giudice pu rinviare ladozione dei provvedimentiurgenti per consentire che la coppia si rivolga ad esperti in modo da raggiungere un accordo fuoridalle aule del tribunale. Se i sostenitori della mediazione premevano perch il legislatore introducesselobbligatoriet della mediazione, erano pi forti le voci di coloro che ritenevano inutile il ricorso a

    questo strumento e intollerabile la sua imposizione5 .

    1. Nascita e concetti cardine della teoria dellattaccamento

    Nellelaborare la teoria dellattaccamento, Bowlby ha subito linfluenza di vari altri ambiti di studioe scuole psicologiche. Tra i filoni di studio, vi quello focalizzato sugli effetti di una prolungataistituzionalizzazione o di una deprivazione delle cure materne sui bambini. Ispirandosi a tali studi, inparticolare a quelli di Anna Freud e Ren Spitz, Bowlby focalizz il suo interesse sul disagio che un

    bambino manifesta durante la lontananza dal genitore. Egli not che lintensit della reazione delbambino proporzionale alla durata delle separazione [] e lelemento determinante per la sofferenzadel bambino la variabile presenza/assenza di una figura di attaccamento6.

    Bowlby, inoltre, contest a Freud lerrore di aver anteposto una pulsione primaria, basata su bisogniorali e fisici, ad una pulsione, supposta secondaria, finalizzata al legame affettivo. Ma, il piacere di

    3 Ibidem.4 Ivi, p. 29.5 Ivi, p. 30.

    6 Pallini S., Recenti prospettive nella teoria dellattaccamento, Aracne, Roma 2004, pp. 15-16. Questeprime osservazioni sono confluite nellopera, Bowlby J., Cure materne e salute mentale del fanciullo, EditriceUniversitaria, Firenze 1969, che ebbe una enorme risonanza a livello mondiale e contribu alla modificazionedella politica sanitaria inglese per linfanzia e al verificarsi di profondi cambiamenti nella pratica pediatrica eostetrica di tutto il mondo.

    03 TEORIA DELLATTACCAMENTO

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    trovarsi con altri non deriva dal fatto che se ne riceve nutrimento. Bowlby pone la ricerca di legameaffettivo come motivazione primaria, basandosi sui risultati della ricerca condotta da Harlow, condei cuccioli di scimmia, che ha mostrato come il bisogno di rassicurazione e protezione, mediato dal

    contatto fisico, sia indipendente dal nutrimento7

    .Inoltre, rispetto a Freud, Bowlby ripose maggiore attenzione alle esperienze infantili narrate daipazienti, rimanendo consapevole della loro elaborazione personale. Egli, infatti, considerava le storienarrate dai pazienti come mediate dai sistemi di rappresentazione dellesperienza: i modelli operativiinterni. Ma, gli eventi narrati dai pazienti, sebbene distorti sul piano percettivo e cognitivo, erano daritenersi reali.

    Bolwby propose di considerare lassetto psicologico infantile sulla base della relazione con chiaccudisce il bambino. Diviene essenziale, quindi, losservazione del bambino nelle sue relazioni reali

    con la madre.Inoltre, per Bowlby, i bambini che si sviluppano in modo sano, cercano aiuto e protezione nei momentidi difficolt, cos come sono in grado di esplorare con fiducia. La ricerca di aiuto, lungi dallesseresintomo di regressione, la risposta fisiologica al vissuto di vulnerabilit. Nella teoria di Bowlby,inoltre, si postula la possibilit di differenti percorsi di sviluppo.

    La teoria di Bowlby ha legami anche con la teoria dellelaborazione dellinformazione, dalla qualemutu il concetto di retroazione o feedback. Egli postul che il legame di attaccamento fosse larisultante di un innato e preciso sistema di schemi comportamentali, che si sviluppano nei primi

    mesi di vita e hanno leffetto di mantenere il bambino in stretta vicinanza con la figura materna. Lateoria motivazionale di Bowlby si fonda proprio sul concetto di retroazione, in quanto suppone chealla base del comportamento vi sia un sistema di regolazione dellazione in base ai risultati, a partiredai piani originari che guidano il comportamento. Il comportamento di attaccamento organizzatoe regolato in base alla valutazione delle circostanze. Il comportamento di attaccamento correttosecondo lo scopo: si attiva in circostanze di percezione di debolezza e di pericolo, in assenza dellafigura di attaccamento e cessa con la vicinanza di questultima8.

    Bowlby attinse anche al modello etologico, in quanto riteneva necessario, per lo studio del legame

    madre-bambino, losservazione diretta del comportamento naturale. Inoltre, lapproccio etologicoprestava molta attenzione allinterazione e alla reciprocit, allargando la prospettiva, sia al contestonaturale, che alla storia evolutiva della specie.

    A Bowlby interessava lanalisi del comportamento istintivo che porta i piccoli a cercare la vicinanzacon la madre, nelle sue componenti specie-specifiche. Il comportamento dattaccamento presentauno schema simile in tutti i bambini e sequenze dazioni invarianti. Ma negli uomini le sequenze diazioni non sono organizzate in catene causali prefissate.

    La sopravvivenza della specie il criterio in base al quale valutare lo stato dadattamento di un sistema

    ed il risultato finale di un comportamento. Il comportamento di attaccamento ha la funzionefilogenetica di assicurare la protezione dai predatori. uanto pi sono vulnerabili i piccoli

    7 Cfr. Canestrari E., Psicologia generale e dello sviluppo, Vol. II, CLUEB, Bologna 1984.8 Ivi, pp. 553-554.

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    di una specie, tanto pi radicato il comportamento di attaccamento. I piccoli della specie umanapermangono per molti anni in uno stato di dipendenza dagli adulti ed in loro il comportamento diattaccamento ha come risultato filogenetico la protezione dai predatori.

    Un contributo fondamentale, sullattaccamento negli animali, deriva da Lorenz e dalle sueosservazione sullimprinting. Lorenz aveva scoperto una focalizzazione dellattaccamento su di unafigura particolare, tipica di molte specie duccelli, che si verificava nel periodo di sensibilit. Durantetale periodo, il piccolo impara a seguire e a cercare la vicinanza di un dato stimolo. Le osservazionietologiche supportano lidea che i piccoli umani hanno una predisposizione biologica a tenersi viciniagli adulti. Tale ricerca di vicinanza ha un vantaggio evolutivo, per la sopravvivenza della specie.

    La propensione ad instaurare legami emotivi con particolari individui come componente innata della

    natura umana, gi presente nel neonato e persistente nella vita adulta, fino allet senile. Duranteladolescenza e la vita adulta questi legami persistono, ma sono completati da nuovi legami. Le relazionidi attaccamento sussistono in se stesse a prescindere dalle componenti sessuali9 . Inoltre, Bowlbyconsidera la capacit di stabilire legami emozionali intimi con altri individui, una fondamentalecomponente della personalit e della salute mentale10.

    2. Il comportamento di attaccamento e la sua evoluzione

    Il comportamento di attaccamento costituito da qualsiasi forma di comportamento volto a ricercare

    attivamente la vicinanza di un altro individuo preferito e ad interagirvi, allo scopo di suscitarne lecure11.

    La figura di attaccamento fornisce una base sicura da cui il bambino comincia ad esplorare. I notistudi della Anderson in un parco di Londra, hanno confermato tale ipotesi, rilevando come, tra idue e i tre anni, i bambini si allontanavano dalla madre fino a circa 60 metri, ma se la perdevano divista interrompevano il comportamento lesplorazione e si mettevano a piangere12.

    Nella coppia madre-bambino si crea un equilibrio dinamico di avvicinamento/allontanamento, senza

    mai superare una certa distanza, attraverso la regolazione di quattro tipi di comportamento: 1) ilcomportamento dattaccamento del bambino; 2) il comportamento esplorativo, a partire da una basesicura; 3) il comportamento protettivo materno; 4) il comportamento materno antitetico.

    Lattivazione dellesplorazione pu inibire lattivazione dellattaccamento. Inoltre, lattivazionedellattaccamento mediato: a) da condizioni di vulnerabilit del bambino; b) dallassenza dellamadre; c) da altre condizioni ambientali allarmanti o di frustrazione nel rapporto con altri adulti. Isistemi di attaccamento si attivano soltanto in determinate condizioni.

    Bowlby ha sottolineato come anche gli esseri umani siano dotati di meccanismi scatenanti innati. Le9 Bowlby J., Una base sicura, 1988; trad. it. Cortina, Milano 1989, p. 136.10 Ibidem.11 Pallini S., Recenti prospettive nella teoria dellattaccamento, Aracne, Roma 2004, p. 30.12 Ivi, p. 31.

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    caratteristiche fisiche del neonato inducono protezione negli adulti: il pianto del bambino, ad es.,scatena la risposta daccudimento.

    Nellontogenesi dellattaccamento, Bowlby distingue quattro fasi: 1) orientamento e segnali senzadistinzione della persona (fino alle 12 settimane); 2) orientamento e segnali diretti verso una o pipersone distinte dalle altre (fino a 6 mesi); 3) orientamento verso una figura con segnali e ricerca attivadi vicinanza; 4) formazione di un rapporto reciproco corretto secondo lo scopo13.

    Nella prima fase, di grande immaturit neuro-fisiologico, il neonato dispone di un corredocomportamentale caratterizzato da azioni che diventeranno parte del comportamento di attaccamento,quali il pianto per segnalare il bisogno di cure, il balbettio e il sorriso per esprimere soddisfazione.

    Nella seconda fase, il bambino manifesta una preferenza per una figura di attaccamento. In seguito, ilbambino distingue i familiari dagli estranei e manifesta paura dellestraneo. Inoltre, comincia a metterein atto una ricerca attiva di vicinanza e a formarsi un primo modello di relazione con la madre.

    Gradualmente lorganizzazione cognitiva del bambino diviene tale da consentire un primo sviluppodei modelli interiorizzati di relazione. Il bambino tenta le prime esplorazioni, utilizzando la figuradattaccamento come base.

    Una volta stabilizzatosi il comportamento di attaccamento, il bambino reagisce con pianti e protesta

    quando lasciato ad estranei ed preoccupato per lassenza della figura di accudimento. Solo ilpronto ritorno di questa lo tranquillizza. Con lacquisizione del linguaggio, il bambino comincia acomprendere i sentimenti del caregiver. Con la crescita, gli episodi di angoscia allallontanarsi dellamadre tendono a diminuire dintensit.

    Verso i tre anni il bambino sicuro acquisisce tolleranza allassenza della madre e una maggiorefiducia nel suo ritorno, che consente di aumentare il tempo di separazione e la distanza fisica dallafigura di attaccamento. I bambini con un attaccamento sicuro mostreranno gi nei primi anni unatteggiamento socievole e a sei anni, in ambiente scolare, avranno una notevole capacit di collaborare

    con i compagni, avranno una maggiore capacit di comportamenti prosociali14

    .Entrando nelladolescenza le persone con un attaccamento sicuro possono allontanarsi dallafigura dattaccamento anche per mesi, ma una base sicura, rimane indispensabile per il correttofunzionamento della personalit15.

    Per Bowlby il bambino, mediante linteriorizzazione delle immagini relative alla relazione colgenitore, comincia ad elaborare delle rappresentazioni delle qualit del genitore. Sicch, nellapparatopsichico del bambino la relazione dattaccamento si struttura e influenzer le successive esperienze diattaccamento e di legame affettivo, oltre che la sua futura personalit adulta. Infatti, ogni volta che

    una persona affaticata o malata, manifesta un comportamento dattaccamento nei confronti di13 Ivi, p. 33-34.14 Cfr. Asprea A.M., Villone Betocchi G., Studi e ricerche sul comportamento prosociale, Liguorieditore, Napoli 1993.15 Bowlby J., Una base sicura, 1988; trad. it. Cortina, Milano 1989, p. 136.

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    unaltra ritenuta in grado di fornire aiuto adeguato16.

    3. Il contributo di Mary Ainsworth e i modelli di attaccamentoMary Ainsworth dagli anni Cinquanta partecip alle ricerche sullattaccamento, conducendo delleindagini osservazionali, che si svolsero, in Ganda, nel 1954, mediante osservazioni naturalistiche ecolloqui con le madri e, in seguito, a Baltimora dove condusse uno studio di un anno sulle interazionimadre-bambino17.

    In seguito, per uno studio pi sistematico del comportamento di separazione e ricongiungimento,struttur una situazione di laboratorio, la strange situation, in cui un bambino di circa un anno,in un ambiente estraneo, viveva una breve separazione dalla madre. Con tale metodologia potevano

    essere osservate le reazioni [] dattaccamento, della madre e del bambino18.La strange situation crea una situazione non familiare, estranea, consentendo lanalisi dellattaccamentoattraverso la deprivazione della presenza della madre. parte della situazione anche un estraneo. Lastrange situation strutturata in 8 episodi della durata di circa tre minuti. I tre momenti fondamentaliin ogni strange situation sono: 1. il genitore si allontana; 2. il bambino rimane solo in una situazioneestranea e 3. si ricongiunge al genitore.

    Nelle strange situations, su 23 bambini solo 10 reagirono secondo le aspettative, essi furono classificatinel modello di attaccamento sicuro. Tale modello quello pi frequentemente osservato nei bambini.

    Nella modalit di attaccamento sicuro, il bambino gioca liberamente in presenza della madre, esploraattivamente lambiente nuovo, allontanandosi da lei. Se la madre presente, con lestraneo tendead essere socievole. uando la madre si allontana dal bambino e lo lascia solo o con lestraneo, ilcomportamento di attaccamento viene subito attivato: il bambino smette di esplorare lambiente ericerca la sua vicinanza protestando. Al suo ritorno le corre incontro ed subito rassicurato dalla suapresenza e torna a giocare.

    Un secondo modello di attaccamento stato denominato evitante, perch il comportamento delbambino organizzato nellevitare la figura di attaccamento e per concentrare lattenzione sul giocoe sullambiente. Il comportamento esplorativo per rigido e spesso sembra rivolgersi pi volentieriallestraneo, che alla madre. A sua volta la madre emette pochi segnali interattivi e sembra favorirela concentrazione sullambiente. uando solo, non protesta e quando ritorna la madre, evita ognicontatto con lei.

    Un terzo modello di attaccamento stato denominato resistente/ambivalente. I bambini appaionomeno sicuri degli altri nellesplorazione autonoma dellambiente in presenza della madre e tendono arestare vicino a lei e a diffidare dellestraneo.

    16 Cfr. Mazzoni S., Costruire servizi di Mediazione Familiare, in Allegri E., De Filippi G., MediazioneFamiliare: temi e ricerche, Armando, Roma 2004.17 Pallini S., Op. cit., p. 40.18 Oasi Osmano, Cavagna Davide (a cura di), Percorsi di psicologia dinamica, Franco Angeli, Milano2004, p. 136.

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    della nostra vita, riveste il sistema di rappresentazioni che lindividuo ha delle prime esperienzedattaccamento. Tali sistemi sono stati definiti da Bowlby come modelli operativi interni22.

    Lungo il corso della vita, per pianificare il comportamento dattaccamento lindividuo ricorrer

    a modelli operativi interni costituiti dalle rappresentazioni sia del soggetto che della figura diattaccamento. In particolare, ogni qualvolta il soggetto dovr confrontarsi con esperienze di relazionee con emozioni di legame, confronter i nuovi dati con le precedenti esperienze e tender ad attribuiread essi un significato coerente alle strutture di significato possedute.

    I modelli operativi interni si sviluppano in modo complementare: se la figura dattaccamentoriconosce i bisogni di protezione e autonomia del bambino, questultimo svilupper una fiducia in sestesso come degno di considerazione.

    Tali modelli, frutto di relazioni sicure o insicure dattaccamento, tenderanno a conservarsi e adoperare, a livello inconscio, per tutta la vita, andando a rappresentare il punto di riferimento internoper percepire, interpretare ed attribuire significato alle relazioni interpersonali e legami affettivi.uanto pi tali modelli, derivanti da categorie semantiche e memorie autobiografiche, saranno fruttodi relazioni sicure, tanto pi lindividuo tender ad avere un atteggiamento di sicurezza e di aperturanei successivi rapporti.

    Nellinfanzia i modelli operativi interni delle relazioni possono essere modificati, in risposta acambiamenti nelle esperienze concrete. Nello stadio delle operazioni formali o astratte (11-15 annicirca) possibile che essi si modifichino.

    ualora si formino dei modelli operativi interni, su di s e sulla relazione dattaccamento, in rapportoad esperienze dattaccamento insicuro, tali schemi guideranno aspettative su di s e sulla relazionecariche di angoscia e di negativit e che, come tali, potranno essere fonte di psicopatologia.

    Peraltro, il modello operativo relativo allattaccamento non riflette unimmagine obiettiva delgenitore, quanto la rappresentazione che il bambino ha di tali esperienze, che saranno anche fruttodei commenti del genitore su di esse e della possibilit/capacit del bambino di riflessione su talimodalit di reazione del genitore alle sue richieste di attaccamento. Solo la sopraggiunta possibilitdi riflessione critica sui propri sistemi di rappresentazione e di conquista di nuove possibilit di

    attribuzione di significati, permette una loro revisione critica.Infine, con il concetto di MOI, Bowlby stabilisce una continuit tra le prime esperienze dattaccamentoe la formazione dellidentit. Tali rappresentazioni precoci influenzeranno infatti la visione di s comecapace o meno di porsi in relazione, come amabile e degno di considerazione o allopposto

    come privo di valore e di attrattiva, tutti aspetti che costituiscono elementi dellidentit.

    In definitiva, i modelli operativi interni non influenzano soltanto la percezione, ma anchelinterpretazione degli eventi. Infatti, i MOI non sono altro che significati attribuiti a memorie di

    relazione.

    22 Pallini S., Recenti prospettive nella teoria dellattaccamento, Aracne, Roma 2004, p. 80.

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    5. Lattaccamento adulto e le relazioni di coppia

    Sebbene la teoria di Bowlby fosse focalizzata principalmente sulla comprensione del rapporto

    bambino-caregiver, egli era convinto che lattaccamento caratterizzasse lesperienza umana dallaculla alla tomba. Tuttavia, solo nella met degli anni Ottanta i ricercatori cominciarono a rifletteresulla possibilit che i processi di attaccamento possano giocare un ruolo in et adulta. Secondo Hazane Shaver (1987), il legame tra partner adulti in parte una funzione del sistema comportamentale diattaccamento, che d origine al legame tra i bambini ed i loro caregivers. Il rapporto tra i bambini egli assistenti e il rapporto romantico tra partner adulti, condividono molte caratteristiche: entrambisi sentono sicuri quando laltro vicino e percepibile; si impegnano in uno stretto, intimo, contattocorporeo; entrambi si sentono insicuri quando laltro inaccessibile23.

    Sulla base di questi parallelismi, Hazan e Shaver hanno sostenuto che le relazioni romantiche adultee le relazioni bambino-caregiver sono collegate.

    Nelladulto si possono manifestare due forme fondamentali di attaccamento insicuro, quellodistanziante (tipo A e Dis, da dismissed) e quello preoccupato (tipo C o E da Entangled). PatriciaCrittenden ha messo in luce la relazione tra attaccamento insicuro preoccupato e aggressivit neirapporti di coppia, durante lo studio dellattaccamento in contesti di pericolo e di maltrattamento24.

    Le prime esperienze di attaccamento aiutano a gestire le relazioni adulte: la conoscenza a livelloinconscio acquisita allora, funge da guida nel migliorare le relazioni adulte e renderle sicure25.

    Le relazioni adulte dipendono, per il loro successo, anche da forme di comunicazione non verbale.Le relazioni sintoniche insegnano che: i segnali non verbali influenzano il gioco damore nellerelazioni e aiutano a smussare i punti di maggior attrito nei conflitti, rendendo possibile costruirerelazioni di fiducia. Nel momento in cui si in grado di riconoscere ricordi, aspettative, atteggiamenti,interpretazioni e comportamenti istintivi, come problemi derivanti da legami di attaccamento insicuro,si in grado di porre fine alla loro influenza sulle relazioni adulte. Tale riconoscimento, nellambitodella mediazione familiare, permette di ricostruire le competenze di una sana comunicazione nonverbale, che pu produrre scambi in sintonia e relazioni di successo26.

    La teoria di Bowlby afferma che il legame di attaccamento sviluppatosi nel rapporto primario traneonati e caregiver implicato nel: 1) plasmare tutte le nostre relazioni future; 2) rafforzare odanneggiare la capacit di concentrarsi; 3) essere consapevoli dei propri sentimenti e sapersi calmare;4) sviluppo della capacit di riprendersi dalle disgrazie .27

    Nellattaccamento evitante o insicuro la comunicazione dei sentimenti non riesce. Nelladulto lerelazioni di successo dipendono dalla capacit di gestire lo stress. Un intervento efficace di mediazionefamiliare dovrebbe insegnare a rimanere sintonizzati con proprie e le altrui emozioni, usare un

    23 Manucci C., Curto C., Le nuove coppie. Modi e mode di stare insieme, Armando, Roma 2003, p. 104.

    24 Cfr. Crittenden P. M., Nuove prospettive sullattaccamento. eoria e pratica in famiglie ad alto rischio,Guerini, Milano 1994.25 Carli L., Attaccamento e rapporto di coppia, Raffaello Cortina, Milano 1995, p. 63.26 Ibidem.27 Pallini S., Op. cit., p. 32.

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    linguaggio comunicativo del corpo, essere giocosi, essere disposti a perdonare.

    La solida base di un legame di attaccamento sicuro permette al bambino di aver fiducia in se stesso enegli altri, speranzoso e sereno di fronte al conflitto. Da adulto tender ad essere flessibile, creativo,

    pieno di speranza e ottimismo.A sua volta un attaccamento insicuro influenza i rapporti adulti. Linsicurezza pu essere un problemasignificativo nella personalit e si radica quando il legame di attaccamento non riesce a fornire albambino una struttura sufficiente. Tali insicurezze possono portare a:

    - estraniamento e depressione. Da adulti, possono diventare fisicamente ed emotivamentedistanti nelle relazioni.

    - Rimanere insicuri. Da adulti, possono essere disponibili in certi momento e scostanti in altri.

    - disorganizzato, aggressivo e arrabbiato. Da adulti, non pu amare realmente e pu essereinsensibile alle esigenze del partner.

    - Ritardi nello sviluppo. Simili problemi si manifestano come deficit cognitivi e possono portarea successivi problemi di salute fisica, mentale e sociali e disabilit dellapprendimento.

    Le reazioni psicopatologiche adulte, possono essere interpretate come legate al bisogno di vicinanzao come un portato dello sviluppo disfunzionale. Stili di attaccamento insicuri, sono da considerarecome un fattore predisponente, che qualora si associ ad altre condizioni ambientali patogenetiche,

    pu far sviluppare varie psicopatologie. Daltronde, non sempre le esperienze positive dei primianni di vita proteggono i futuri adulti dagli effetti di deprivazione avvenuti in et successive 28. Idifferenti tipi di attaccamento svolgono un ruolo dinamico nello sviluppo patologico, strutturandotendenze e aspettative nel modo in cui si interpreta lazione nel contesto ambientale 29.

    Eppure, lattaccamento ansioso in nessun modo porta inevitabilmente alla psicopatologia. Uncambiamento rimane possibile in numerosi momenti dello sviluppo, sebbene tale cambiamento pi facilmente attuabile nelle prime fasi del processo, o almeno quando c una base di sostegnoprecoce30.

    C un legame diretto tra pattern di attaccamento infantile, stili di attaccamento adulto e ilfunzionamento nelle relazioni intime e romantiche. La fiducia nella disponibilit delle figuredi attaccamento si sviluppa durante linfanzia. Spesso si ricreano modelli di attaccamentoprecedentemente sperimentati. Infatti, i modelli della prima infanzia sono inconsapevolmente ricreatinelle relazioni adulte (ad es., nel matrimonio). Uno stile genitoriale costante, sensibile e amorevoleporta a credenze di attaccamento sicuro e positivo. Gli altri sono visti come affidabili e di supportoe il S considerato come degno di amore e sostegno. Modelli di cura avversi provocano esperienzetraumatiche (ad es., labuso e la negligenza) portano allattaccamento insicuro e convinzioni negative

    28 Dazzi N., De Coro A., Psicologia Dinamica, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. 46-47.

    29 Cfr. Sroufe L. A., Carlson E. A., Levy A. K., Egeland B., Implications of attachment theory fordevelopmental psychopathology, Development and Psychopathology, 11 (1999), pp. 113, CambridgeUniversity Press 1999. Disponibile al sito web: http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.87.9448&rep=rep1&type=pdf.30 Ivi, p. 11.

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    sul S. Gli altri sono visti come non disponibili, minacciosi e rifiutanti e il S visto come indegno diamore e sostegno.

    Le relazioni intime adulte sono spesso definite dalla reattivit emotiva. uando si manifesta il bisogno

    di vicinanza, di sostegno e di sicurezza, i partner possono essere entrambi soddisfatti o non soddisfatti.Nella coppia, lattaccamento sicuro si verifica quando i partner possono offrirsi conforto e sostegnolun laltro nei momenti emotivamente difficili31.

    I partners presentano differenze nei loro stili di attaccamento e nei modelli operativi interni. Adulti conuna storia di trauma (ad es., abuso, negligenza, grave perdita) hanno, di solito, un maggior bisogno dirapporti sicuri e protetti. Tuttavia, hanno anche difficolt a fidarsi dei loro partner. Nella mediazionefamiliare, imparare a creare un rapporto sano offre una opportunit per guarire da vecchie ferite estabilire un legame significativo per il futuro. Ad ogni modo, stili di attaccamento e i MOI possono

    essere modificati e tale ristrutturazione pu ridefinire il rapporto di coppia in modo significativo.Tra i modelli di attaccamento adulto vi quello compulsivo, in cui lindividuo cerca lautosufficienzae presenta una tendenza difensiva a spegnere i sentimenti di attaccamento. La vicinanza evitata perprevenire la consapevolezza dei bisogni di attaccamento di base e lesperienza della vulnerabilit. Ilsoggetto evita di rivolgersi alla figura di attaccamento per chiederle aiuto.

    Vi poi il modello del dare compulsivo, in cui la persona nei rapporti intimi svolge sempre un ruoloaccudente, non permettendo allaltro di fornire cure. In genere, questo modello il risultato diesperienze passate in cui si stati costretti a prendersi cura di genitori e/o di un fratello durante

    linfanzia.Vi poi il modello dellattaccamento ansioso, in cui il soggetto mostra unansia costante di perderela figura di attaccamento. Tale modello sarebbe il risultato di esperienze primarie in cui si potutodubitare della disponibilit e reattivit delle figure di attaccamento. Il soggetto si attende che la figuradi attaccamento si assuma la responsabilit nei principali aspetti della vita.

    Infine, interessante il modello dellattaccamento da ritiro rabbioso, in cui lansia e la rabbia cheil soggetto mostra, sono le risposte alla percepita inaccessibilit della figura di attaccamento. Anchequando lindividuo appare ritirarsi, si tratta di un ritiro arrabbiato o dispettoso. Si potrebbe ipotizzare

    in questo caso una rabbia generalizzata per la figura di attaccamento primaria, che viene trasferitaverso il partner.

    6. La teoria dellattaccamento e la Mediazione Familiare

    In presenza di problematiche nel rapporto di coppia, uno degli strumenti utilizzabili per ristabilireuna possibilit di dialogo, finalizzato alla comprensione e alla creazione di nuova fiducia lamediazione familiare. Come la teoria dellattaccamento, anche la mediazione familiare permeabile

    a sovrapposizioni teoriche e metodologiche che appartengono a domini scientifici diversi. La teoriadellattaccamento uno degli approcci a cui maggiormente si fa riferimento nella pratica dellamediazione familiare La mediazione familiare uno strumento di intervento che pu consentire alle

    31 Manucci C., Curto C., Le nuove coppie. Modi e mode di stare insieme, Armando, Roma 2003, p. 73.

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    coppie di raggiungere un accordo fuori dalle aule del tribunale. Non si tratta di uno strumentoobbligatorio e ancora oggi sono presenti timori e diffidenze verso il processo di mediazione, anche daparte delle stesse parti coinvolte32.

    Ma la mediazione familiare potrebbe essere inquadrata in rapporto alle pratiche della ritualit sociale,che nella nostra cultura caratterizza gli altri momenti della vita familiare e di coppia. Daltronde,interventi di mediazione familiare, possono essere anche tesi alla prevenzione e alla cura del disagiopsicologico nellinfanzia e nelladolescenza attraverso il sostegno alla genitorialit. Il mediatorefamiliare si avvale, tra laltro, dei contributi della psicopatologia dellinfanzia e delladolescenza ecerca di far emergere le cause delle disfunzioni relazionali della famiglia. Lattenzione posta nonsolo sulla coppia, ma anche sul triangolo madre-padre e figlio.

    La Mediazione Familiare uno spazio di incontro in un ambiente neutrale, nel quale la coppia ha

    la possibilit di discutere delle problematiche riguardanti la propria separazione, sia sotto il profilorelazionale, sia sotto quello economico. Si invitano i genitori a trovare patti che possano soddisfare ibisogni di tutti i membri della famiglia, in particolar modo nellinteresse dei figli 33.

    La nascita della mediazione familiare avvenuta nel Nord America, in un frangente storico-sociale incui la responsabilit genitoriale si ripartisce in misura paritetica. I membri della coppia, anche dopo laseparazione rimangono genitori e la mediazione familiare si pone come una appropriato strumentovolto al sostegno psicologico dei genitori nella delicata fase della separazione34.

    Nella pratica della mediazione familiare si avvia un percorso in cui ad un terzo imparziale viene chiesto,

    dai genitori, di aiutarli a gestire le problematiche emotive e organizzative tipiche della separazione. Lamediazione familiare crea uno spazio di incontro per facilitare la coppia a superare il momento criticoe affrontarlo con maturit e accordando fiducia allaltro.

    Le soluzioni ai problemi vengono individuate dagli stessi genitori, senza imposizione del mediatoree gli accordi raggiunti in mediazione saranno condivisi, soddisfacenti per s e per i bambini e, quindiseguiti da azioni ad essi coerenti.

    Nella mediazione, daltronde, la coppia viene resa protagonista e, soprattutto, responsabile econsapevole nella gestione del conflitto, assicurando la continuit del supporto genitoriale.

    Le due finalit fondamentali della Mediazione Familiare sono: a) supportare i genitori in conflittonella ricerca di soluzioni soddisfacenti per s e per i figli; b) ristabilire uno scambio comunicativocostruttivo.

    Nel corso della Mediazione Familiare si affrontano tutte le tematiche inerenti lorganizzazione dellaseparazione, sia nei suoi aspetti emotivi che materiali.

    Rispetto alle problematiche relazionali, le questioni pi affrontare coinvolgono: la continuitgenitoriale, lanalisi dei bisogni di genitori e figli, laffidamento dei figli, la programmazione delle

    visite del genitore non affidatario, le scelte educative, la comunicazione della separazione ai figli, la32 Pastore F., Lamore e il conflitto, Armando Editore, Roma 2008, p. 30.33 Cfr. Ardone R., Mazzoni S. (a cura di), La mediazione familiare: per una regolazione dellaconflittualit nella separazione e nel divorzio, Giuffr, Milano, 1994.34 Ivi, p. 34.

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    comunicazione tra i genitori.

    sempre la coppia a decidere le problematiche da affrontare. I coniugi, peraltro, possono gi averelaborato in autonomia delle soluzioni soddisfacenti, per alcune tematiche. In questi casi si attua

    una mediazione mirata, che necessita di un numero limitato di incontri per affrontare solo alcunitemi irrisolti35.

    La mediazione familiare un intervento in cui si lavora sempre in situazioni conflittuali e lanalisidel conflitto, delle sue modalit espressive, dello stile di attaccamento, del suo contenuto nella fase divalutazione permette di decidere se possibile ladattamento al contesto di mediazione36.

    Infatti, il conflitto coniugale va correlato alla dinamica affettiva della coppia, agli stili di attaccamento,alle risorse dei singoli ex-partner, alla fase di adattamento alla separazione, nonch al grado diattaccamento e di fiducia reciproca.

    Durante la vita in comune, la coppia instaura degli stili di gestione dei conflitti, che possono essererappresentati da due modalit antitetiche: levitamento o limpegno nel conflitto. Levitamento delconflitto rileva difficolt nella gestione delle pulsioni aggressive allinterno della coppia e, per la scarsacircolazione degli affetti, conduce ad una crisi della stessa. uando levitamento consistente la vitadi coppia rimane congelata a causa della negazione, anche se i partners, proprio per tali meccanismidifensivi, possono descriverla come sufficientemente serena 37. Limpegno consapevole in un conflittointerpersonale, invece, pu promuovere una soluzione arricchente per i due partner. Il conflitto una delle modalit di negoziazione allinterno della coppia, ma quando diviene una modalit rigida

    di relazione produce coartazione degli affetti e stallo. Tra gli stili di relazione, quello pi adatto perla negoziazione degli accordi lo stile collaborativo, che si esplica attraverso unalta assertivit e unalto livello di disponibilit 38. La mediazione familiare implica dei possibili interventi, pi frequentiin questi ultimi anni, nei casi di famiglie con figlio adottato che presentano difficolt dopo due, trema anche 7-8 anni e pi dallentrata del bambino nel nucleo familiare, oppure, ad esempio, quandoquesto nucleo familiare si separa39.

    Per i figli di queste famiglie delicata soprattutto la fase delladolescenza, in cui vi la ricerca dellapropria identit. Le esperienze di mediazione familiare rilevano la sofferenza legata alla mancata

    rielaborazione delle fasi dellidentificazione e della separazione, oltre che il vuoto legato alla mancanzadei primi processi di attaccamento, spesso compiuti dai bambini con altre figure di accudimento ocomunque in situazioni di grave disagio. Il bisogno, messo in evidenza della teoria dellattaccamento,relativo alla valorizzazione e rielaborazione degli eventi, anche precocissimi, della propria vita psichicaviene ostacolato.

    In genere, in famiglia il non superamento o non condivisione di talune fasi pu complicare peradolescenti e genitori ridefinire i reciproci legami di attaccamento 40.35 Allegri E., Defilippi P. (a cura di), Mediazione familiare. emi e ricerche, Armando Editore, Roma2004, p. 84.

    36 Ivi, pp. 84-85.37 Ivi, p. 85.38 Ibidem.39 Allegri E., Defilippi P. (a cura di), Op. cit., p. 30.40 Ivi, p. 31.

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    14 TERRE DI CONFINE

    Le relazioni di coppia adulte, in cui il legame affettivo pi intenso, possono essere valutate alla lucedei modelli della teoria dellattaccamento.

    Il concetto di modelli operativi interni, risulta utile per il riferimento alla funzione di tali modelli

    di prevedere il comportamento dellaltro per potersi creare dei piani di azione, che consentano laregolazione degli affetti allinterno di una relazione intima 41. Durante ladolescenza i genitorivengono sostituiti, come figure di attaccamento, dal gruppo dei pari e/o dal partner, i quali, dopoun periodo di studio reciproco e in maniera meno esclusiva del legame con i genitori, acquisirannole funzioni di rifugio, intimit, sostegno emotivo e saranno oggetto di ricerca continua di vicinanza.Ladolescente non pi solo un fruitore delle cure, ma comincia lui stesso ad offrire sicurezza ebenessere. Il legame diventa pi simmetrico e reciproco. Ladolescente, come del resto anche ladulto,per poter sperimentare in maniera appropriata nuovi legami dovr avere la possibilit di liberarsi degliantichi legami parentali.

    Il soggetto, nellet adulta, disporr di una serie di modelli operativi interni gerarchicamente organizzati,attivabili da certe caratteristiche del partner o rimarranno inespressi; essi sono lespressione dei modellioperativi interni derivati delle prime esperienze dellindividuo e della loro rivisitazione/integrazionesuggerita dalle nuove e significative relazioni che si avranno nel corso della vita42. Nellambito dellamediazione familiare, uno degli scopi dovrebbe consistere nel rendere i partner consapevoli dei loromodelli operativi interni.

    Manucci e Curto, applicando costrutti della teoria dellattaccamento, hanno ribadito che, nel

    rapporto di coppia ladulto sicuro, in grado di vivere esperienze intime e non ha timore di chiederee ricevere aiuto; levitante, si distingue per la paura di raggiungere lintimit e lincapacit di dipenderedagli altri43. Mentre, ladulto ansioso-ambivalente preoccupato per laffidabilit della figura diattaccamento, ma comunque disponibile a soddisfare le richieste affettive.

    In base al tipo di stile di attaccamento si verifica una variazione nei comportamenti di cura tra ipartners. I soggetti sicuri sono in grado di fornire e ricevere cure (anche richiedendole); gli evitanti,ritenendosi autosufficienti, non richiedono aiuto e si mostrano disponibili verso il partner solo inassenza di una sua richiesta esplicita. ueste persone, infatti, si ritirano di fronte ad una richiesta diintimit, specie se la stessa viene fatta sulla scia del bisogno o di forti emozioni. I soggetti ambivalenti

    si mostrano poco disponibili a prendersi cura del proprio partner, anche se loro avanzano continuerichieste44.

    Nonostante i primi studi avessero ipotizzato che i legami tra soggetti sicuri fossero quelli di maggiordurata, la ricerca attuale ha dimostrato che sia tra partners sicuri che tra soggetti insicuri le relazioni,anche se per motivazioni diverse, possono durare nel tempo. La differenza che nei soggetti insicurispesso la soddisfazione, la fiducia e limpegno nella relazione tendono a diminuire pi rapidamentee, inoltre, che questi ricordano le loro passate relazioni in maniera meno positiva, forse perch hannomaggiori difficolt ad interrompere una relazione, trascinandola anche se insoddisfacente45.

    41 Manucci C., Curto C., Le nuove coppie. Modi e mode di stare insieme, Armando, Roma 2003, p. 36.42 Cfr. Carli L., Attaccamento e rapporto di coppia, Raffaello Cortina, Milano 1995.43 Manucci C., Curto C., Op. cit., p. 36.44 Ivi, p. 37.45 Carli L., Attaccamento e rapporto di coppia, Raffaello Cortina, Milano 1995.

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    In particolare, il legame tra una donna ansiosa e un uomo evitante sembra dimostrarsi duraturo comequello tra soggetti sicuri, mentre quello tra un uomo ansioso e una donna evitante pi fragile. In genere,la donna sembra pi risoluta nel troncare o mantenere un rapporto. Le donne ansiose, insicure delle

    proprie capacit di vivere da sole, oltre che spaventate dalleventuale separazione, impegnerebberole loro energie al mantenimento di una storia, anche se risultasse poco appagante; invece, la donnaambivalente pu mettere in atto tentativi di ipercontrollo nei confronti del proprio partner, che perpossono finire per minare la solidit del rapporto. Luomo evitante sembra coinvolgersi meno in unarelazione di quanto non lo sia una donna evitante; spesso mantiene anche relazioni insoddisfacenti.Laccoppiamento ambivalente con ambivalente raro e comunque instabile; anche quello tra uomoambivalente e donna evitante risulta essere poco duraturo 46.

    La durata del rapporto risulta condizionata dagli stili di attaccamento, oltre che da fattori legati al

    partner e alle condizioni del rapporto stesso. In situazioni conflittuali le persone insicure tendono adinasprire il conflitto relazionandosi in modo poco costruttivo, minando cos la stabilit del rapporto.Invece, i soggetti ambivalenti reagiscono alzando il tono della discussione, mentre quelli evitantitendono a sottrarsi al confronto 47.

    Lidea che quelle sentimentali possano essere relazioni di attaccamento ha influenzato la ricerca sullerelazioni intime, con tre importanti implicazioni. In primo luogo, dovremmo osservare lo stesso tipodi differenze individuali che la Ainsworth ha osservato nei rapporti bambino-caregiver. Alcuni adulti,ad es., per essere sicuri nei loro rapporti, devono sentirsi certi che i loro partner saranno presenti edisponibili per dargli aiuto quando necessario. Altri adulti saranno insicuri nei loro rapporti ed altri

    ancora saranno ansioso-resistenti: sempre preoccupati che gli altri non li amino e frustrati quando iloro bisogni di attaccamento restano inappagati. Gli adulti con uno stile di attaccamento evitante,non si preoccuperanno delle relazioni intime e preferiranno non essere dipendenti da altre persone oche altre persone che siano troppo dipendenti da loro 48.

    In secondo luogo, le relazioni romantiche adulte dovrebbero avere modalit di funzionamento similia quelle dei rapporti neonato-caregiver. Gli stessi fattori che facilitano lesplorazione nei bambini (ades., avere una caregiver reattiva) dovrebbero facilitare lesplorazione tra gli adulti (ad es., avere unpartner sensibile).

    In terzo luogo, se un adulto sicuro o insicuro nella relazione adulta, ci pu rappresentareun riflesso parziale delle sue esperienze con il caregiver primario. Daltronde, possibile che ilmodello di attaccamento di una persona cambi, se le sue esperienze relazionali disconfermino leaspettative49 .

    Per Osmano e Cavagna, Bowlby ha il merito di avere rilevato limportanza dellespressione dellarabbia e il ruolo del genitore nel promuoverla. La reazione emotiva immediata, lungi dallessereinibita, assume il valore di una risposta positiva alla separazione, mentre un segnale di accettazionerassegnata desta sospetto e fa propendere per uno sviluppo malsano della futura personalit, in cui

    46 Manucci C., Curto C., Op. cit., p. 37.47 Ivi, p. 38.48 Ivi, p. 39.49 Ivi, p. 39.

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    possono sorgere depressione e ansia patologiche, che si ripercuoteranno sulla vita di coppia50.

    ConclusioniNella teoria bowlbiana, il comportamento di attaccamento ed il mantenimento della vicinanzaad un adulto protettivo, vengono postulati come derivanti da un meccanismo primario per lasopravvivenza, ma geneticamente disponibili, perch finalizzati alla sopravvivenza della specie.

    Daltra parte, la teoria dellattaccamento valorizza sia le dinamiche interattive che quelleintrapsichiche dello sviluppo ontogenetico.

    Daltronde, quello seguito da Bowlby un approccio teorico eclettico. Lattaccamento un

    meccanismo attivato e modulato dai cambiamenti nellambiente, non da fattori unicamenteintrapsichici. Assumono rilevo le esperienze relazionali reali, bench egli sia altrettanto consapevoledi Freud, del fatto che ad assumere importanza sono le rappresentazioni delle esperienze reali.

    Uno dei meriti attribuibili a Bowlby stato quello di avere individuato nei traumi ambientali e,in particolare, nella perdita dei genitori o nella loro indifferenza, le radici dei sintomi psichiatrici.Disturbi del comportamento, fobie, reazioni depressive, disturbi psicopatici sono alcune delleconseguenze possibili di esperienze di attaccamento disfunzionali.

    Linfluenza delle precoci esperienze di attaccamento sulla futura personalit adulta, deriverebbe

    del fatto che il legame istituitosi tra madre e bambino, contribuisce al modellarsi del cervello delbambino stesso, influenzando, altres, la sua autostima, le aspettative nei confronti degli altri elabilit di iniziare e mantenere pi tardi, in et adulta, relazioni sociali adeguate e soddisfacenti.Questesito evolutivo della teoria dellattaccamento, si rivela utile nella modulazione degli interventinellambito della mediazione familiare.

    Il ruolo guida, anche nel futuro, delle prime esperienze di attaccamento mediato dalla lorointeriorizzazione e trasformazione in Modelli Operativi Interni. Lutilit dei costrutti teoricidella teoria dellattaccamento, quali, ad es., quelli di attaccamento sicuro, evitante e ansioso/

    ambivalente, nonch proprio quello di Modelli Operativi Interni, nella pratica della mediazionefamiliare sembra indiscutibile.

    Daltronde, la produttivit della teoria bowlbiana, risiede soprattutto nella sua disponibilit adaccogliere i contributi costruttivi di altri indirizzi teorici, in particolare della psicoanalisi e delcognitivismo, oltre che della teoria etologica. Il contributo di questultima teoria risiede soprattuttonel versante metodologico, con il suo metodo dellosservazione sistematica di comportamenti nelloro ambiente naturale. Oltre al concepire come innati i bisogni relazionali.

    Se la teoria bowlbiana eminentemente relazionale, scopo della mediazione familiare costruire

    relazioni di fiducia, fondate sullapertura allascolto dellaltro e allinstaurare corretti e collaborativistili relazionali. In tale parallelismo teorico e terminologico risiede la chiave che istituisce lo strettolegame tra la teoria dellattaccamento e le pratiche della mediazione familiare.

    50 Oasi O., Cavagna D. (a cura di), Percorsi di psicologia dinamica, Franco Angeli, Milano 2004, p. 133.

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    Nel momento in cui si in grado di riconoscere ricordi, aspettative, atteggiamenti, interpretazionie comportamenti istintivi, ad es., come problemi derivanti da legami di attaccamento insicuro, sidovrebbe porre fine alla loro influenza sulle relazioni adulte.

    In tal modo tante reazioni irrazionali, che ostacolano la relazione tra ex-partner, potrebbero esserecontrollate, con un miglioramento delle relazioni future, che spesso, se rimangono positive, aiutanogli eventuali figli della coppia a vivere senza contraccolpi la separazione dei genitori.

    Grazie alla mediazione familiare, che tende a rendere i soggetti consapevoli del loro stile diattaccamento e delle loro vulnerabilit emotive, si potrebbe contribuire a compiere un passo versola comprensione dei propri vissuti interiori e di quelli dellaltro, con un vantaggio in termini difiducia reciproca.

    Sebbene la strumentazione concettuale fornita dalla teoria dellattaccamento al mediatore familiaresia utile, per questultimo permane, comunque, la esigenza di far ricorso ad un approccio integratoe aperto a tutti i contributi teorici.

    Purtuttavia, la teoria dellattaccamento si configura come la teoria in grado di assurgere al ruolo dicardine, attorno alla quale possono trovare spazio di intervento gli altri approcci teorici.

    Negli ultimi anni in Italia si assistito ad un forte sviluppo della mediazione familiare, che haconsentito di sperimentare, sulla scorta della esperienze acquisite in altri Paesi, specie del Nord

    America, modalit di mediazione sempre pi differenziate.

    Accanto alla modalit di conduzione pi utilizzata, che prevede lintervento di un solo operatorenel percorso di mediazione, ultimamente si stanno affermando modalit che coinvolgono pioperatori. Tra queste vi sono: la Co-Mediazione, in cui agiscono due mediatori della medesimaarea professionale; la Mediazione Integrata, in cui al mediatore psicosociale si affianca, in certeoccasioni, un esperto di diritto, intervenendo anche nel colloquio finale nella redazione delprogetto dintesa; la Co-Mediazione Interdisciplinare, che prevede la compresenza ai colloqui didue mediatori, uno con competenze psicosociali e laltro di ordine giuridico 51.

    Rimane aperta la questione della obbligatoriet o facoltativit giuridica del ricorso alla pratica della

    mediazione familiare.

    Bibliografia

    Allegri E., Defilippi P. (a cura di), Mediazione familiare. Temi e ricerche, Armando Editore, Roma2004.

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