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I TEST DI PERSONALITA’ IN PSICODIAGNOSI CAP. 1 – STORIA Possiamo definire i test come “situazioni standardizzate in cui il comportamento di una persona viene saggiato, osservato e descritto”. LA PSICOLOGIA SCIENTIFICA L’inizio della psicologia scientifica si fa risalire precisamente al 1879, anno in cui Wundt, a Lipsia, aprì un corso di psicologia come studio della coscienza. Per Wundt la psicologia è la teoria dei fatti della coscienza umana, distinta da quella delle scienze naturali che hanno come oggetto la realtà oggettiva. Egli si occupò inizialmente dello studio della percezione sensoria, successivamente della sensazione. Con Wundt la psicologia non è più descrittiva, ma diventa esplicativa; egli stabilì leggi psicologiche quantitative confrontabili nella forma a quelle della fisica. Ben presto, però, l’esperimento psicologico come lo intendeva Wundt si mostrò insostenibile. Secondo la scuola di Wurzburg, al centro dell’indagine psicologica deve esserci il soggetto nella sua totalità, non elementi staccati della vita psichica, come la sensazione; l’unico metodo di indagine è l’introspezione controllata, cioè l’osservazione e la descrizione da parte del soggetto di tutto ciò che avverte. Questa concezione diede origine alla corrente dello strutturalismo. DA FINE ‘800 ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE I primi test sono, quindi, influenzati dalla psicologia sperimentale, che rese necessario anche l’uso del linguaggio quantitativo della matematica, nella fase della valutazione e della comunicazione dell’esperimento. Nasce così la psicometria, cioè quell’indirizzo metodologico che permette l’analisi quantitativa delle qualità psichiche. La psicologia sperimentale, però, cercava regole generali, ma non si occupava delle differenze individuali del funzionamento mentale.

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I TEST DI PERSONALITA’ IN PSICODIAGNOSICAP. 1 – STORIAPossiamo definire i test come “situazioni standardizzate in cui il comportamento di una personaviene saggiato, osservato e descritto”.LA PSICOLOGIA SCIENTIFICAL’inizio della psicologia scientifica si fa risalire precisamente al 1879, anno in cui Wundt, aLipsia, aprì un corso di psicologia come studio della coscienza. Per Wundt la psicologia è lateoria dei fatti della coscienza umana, distinta da quella delle scienze naturali che hanno comeoggetto la realtà oggettiva. Egli si occupò inizialmente dello studio della percezione sensoria,successivamente della sensazione. Con Wundt la psicologia non è più descrittiva, ma diventaesplicativa; egli stabilì leggi psicologiche quantitative confrontabili nella forma a quelle dellafisica.Ben presto, però, l’esperimento psicologico come lo intendeva Wundt si mostrò insostenibile.Secondo la scuola di Wurzburg, al centro dell’indagine psicologica deve esserci il soggetto nellasua totalità, non elementi staccati della vita psichica, come la sensazione; l’unico metodo diindagine è l’introspezione controllata, cioè l’osservazione e la descrizione da parte del soggettodi tutto ciò che avverte. Questa concezione diede origine alla corrente dello strutturalismo.DA FINE ‘800 ALLA PRIMA GUERRA MONDIALEI primi test sono, quindi, influenzati dalla psicologia sperimentale, che rese necessario anchel’uso del linguaggio quantitativo della matematica, nella fase della valutazione e dellacomunicazione dell’esperimento. Nasce così la psicometria, cioè quell’indirizzo metodologicoche permette l’analisi quantitativa delle qualità psichiche. La psicologia sperimentale, però,cercava regole generali, ma non si occupava delle differenze individuali del funzionamentomentale.I primi studi sulle differenze individuali furono sistematizzati da GALTON, che sostennel’ereditarietà dell’intelligenza e la possibilità di migliorare la razza facendo accoppiare gliindividui adatti.Nel 1890 CATTEL coniò il termine di mental test e sottolineò che la psicologia si basa sullamisurazione e sperimentazione; costruì una prima batteria di 10 test da adottare esomministrare in modo standardizzato perché si potessero confrontare i risultati di ricercatoridiversi.Anche KRAEPELIN preparò una serie di test atti a misurare i fattori essenziali per lacaratterizzazione: riteneva, infatti, che se fosse stato possibile distinguere e classificare levarie forme di malattia si sarebbe potuto scoprirne le cause e la terapia.Secondo BINET, per lo studio delle differenze individuali era necessario prendere inconsiderazione i processi intellettivi più complessi per avere un ambito di ricerca più ampio. Lacostruzione dei test doveva includere il giudizio, la memoria, la comprensione, il ragionamentoe l’immaginazione. Fu proprio BINET, assieme a SIMON, a formulare il primo test diintelligenza, con 30 prove di difficoltà crescente: il punteggio si otteneva contando il numero diprove superate. Successivamente le prove salirono a 59 e la fascia d’età a cui sisomministravano andava dai 3 ai 13 anni.Il primo a dare una spiegazione dell’intelligenza basata sull’evidenza empirica fu SPEARMAN, ilquale cercò di scoprire se le capacità intellettive fossero correlate tra loro. Dopo aver messo apunto il suo coefficiente di correlazione, elaborò il concetto di intelligenza generale, secondocui tutti i rami dell’attività intellettiva avevano in comune una funzione fondamentale, mentregli elementi residuali o abilità specifiche sembravano completamente diversi da quelli di tutti gli

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altri.La psicologia clinica nasce alla fine del XIX secolo, quando WITMER iniziò all’Università diPennsylvenia un insegnamento di psicologia clinica. I primi psicologi clinici erano psicologi chesi dedicavano all’aiuto degli altri, facevano delle ricerche sulle differenze intellettuali ed eranointeressati alla deficienza mentale e ai casi patologici. Inoltre, continuavano a creare nuovi testper la misura dell’intelligenza e a riesaminare quelli già esistenti, come ad esempio la scalaBinet.DAL 1915 AGLI ANNI ‘40La Prima guerra mondiale apportò un fondamentale cambiamento per quel che riguarda i testdi intelligenza: segnò il passaggio dai test individuali a quelli collettivi per una necessità diordine pratico.L’esercito americano, avendo bisogno di esaminare molte persone in poco tempo, formò unComitato per selezionale le reclute; serviva quindi un test che fosse diretto ad adulti, sempliceda somministrare, valutato oggettivamente e che richiedesse un tempi limitato. OTIS,adattando la scala Binet alle esigenze dell’esercito, la trasformò in Army Alpha, una scalaverbale con 8 subtest. Le reclute però, in buona parte analfabeti, non erano in grado diaffrontare il test, che venne trasformato in Army Beta, un test figurativo.Il prototipo dei questionari di personalità è l’Inventario Psiconevrotico, elaborato da WOOD-WORTH con lo scopo di individuare i soggetti nevrotici, inabili al servizio militare.Ad ogni modo, negli anni ’20 gli psicologi non godevano di grande prestigio: erano consideratipsicometristi e addetti alla somministrazione dei test di intelligenza. Nel 1921 abbiamo laprima edizione del test di Rorschach. Negli anni ’30 vi fu invece una miriade di nuovi test,quasi tutti negli Stati Uniti, in quanto in Europa erano stati bloccati dalla repressionedittatoriale; infatti, la prima edizione del TAT risale al 1935.Alla fine degli anni ’30, THURSTONE mise in discussione il metodo di Spearman: analizzando leintercorrelazioni di un gruppo di test con l’analisi fattoriale, non trovò un fattore generale, mapiù fattori che corrispondevano ad abilità indipendenti che chiamò abilità primarie. Da qui ladiatriba sull’intelligenza: unidimensionale per Spearman, multidimensionale per Thurstone (ladifferenza, però, dipendeva dal fatto che utilizzavano sia tecniche diverse che campionidifferenti).Le scale WechslerA metà strada tra Spearman e Thurstone sembrano porsi le Scale Wechsler. Per WECHSLERl’intelligenza non può essere concepita come un unico tratto indipendente e singolarmentedefinito; egli la definisce una “competenza generale o una capacità globale” che permetteall’individuo di comprendere il mondo e far fronte in modo efficace alle possibilità che offre.Quindi è necessario che i test di abilità siano posti in modo che il soggetto possa utilizzarediversi linguaggi (verbali e di performance); la risposta darà il grado di intelligenza che saràtanto più alto quanto più saranno i linguaggi che utilizza. La scala, infatti, dà un QI verbale edun QI di performance, mentre il QI totale deriva dalla somma dei subtest verbali e diperformance. Per quanto riguarda il QI totale, Wechsler introduce il QI di deviazione per tuttele fasce di età, che permette sia il confronto con i coetanei che con lo stesso soggetto nel corsodegli anni.Le scale Wechsler, benché somministrate come test individuali seguono il modello fissato per itest collettivi: le prove sono raggruppate in subtest e disposte, in questi ambiti, in ordinecrescente di difficoltà.La scala Wechsler-Bellevue fu quella più utilizzata per misurare l’intelligenza degli adulti e

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voleva essere in qualche modo un’alternativa alla Stanford-Binet, che non si era dimostrataattendibile con gli adulti. Questa scala fu più volte rivista e modificata, non nella struttura, manella somministrazione e nello scoring, adattandone una per ogni fascia di età (sono stateanche pubblicate scale per soggetti dai 5 ai 16 anni – scala WISC – e dai 3 ai 6 anni – la scalaWPPSI –).Le scale Wechsler non vengono utilizzate solo per la misura dell’intelligenza generale, maanche per le diagnosi psichiatriche in quanto si ritiene che alcune lesioni cerebrali, i disturbiemotivi ed il deterioramento mentale intacchino alcune determinate funzioni ed i risultati dialcuni subtest possono rivelare disturbi psichiatrici anche se non ne spiegano i motivi. Uno deivantaggi di queste scale, comunque, consiste nel fatto che, richiedendo risposte “reali”,permettono di esaminare il funzionamento dell’Io rivolto alla realtà ed individuare areeeventualmente tendenti alla regressione.ANNI ’40-’60Oltre a nuovi strumenti di selezione per l’esercito, negli anni ’40 furono modificati anche testesistenti come un inventario personale per i disturbi psichiatrici, uno per la valutazione rapidadell’intelligenza, una forma di gruppo del Rorschach e varianti del TAT.Le matrici progressive di RavenIl test più usato in Inghilterra per il reclutamento dei militari è quello delle Matrici di Raven,ideato da PENROSE e RAVEN. È un test non verbale, che non usa oggetti (che potrebberoriflettere influenze culturali), la cui somministrazione può essere sia individuale che collettiva;esso è costituito da una serie di disegni mancanti dell’ultima parte che il soggetto devecompletare scegliendo tra un certo numero di alternative (6 o 8) di cui una sola è quellagiusta, sotto forma di “ritagli” messi a fine pagina. Il punteggio viene dato dal numero dellerisposte corrette. Il test, tuttora usato, in Italia esiste in tre versioni:1) SPM (Standard Progressive Matrices): per soggetti dai 10 anni all’età adulta, prevedonosomministrazione sia individuale che collettiva, senza limiti di tempo;2) CPM (Coloured Progressive Matrices): per bambini dai 4 agli 11 anni e per soggetti condeficit intellettivi o molto anziani; la somministrazione è individuale, è previsto l’autoscoring;3) APM (Advanced Progressive Matrices): per adulti con intelligenza superiore, lasomministrazione può essere individuale o collettiva.Nel frattempo, cominciava ad attirare l’attenzione il MMPI, il Rorschach, il Disegno della figuraumana. Negli anni ’50 appaiono test con una struttura teorica più fondata, anche se glipsicologi preferivano utilizzare quelli già noti, che avevano dimostrato già una certa efficacia.DAGLI ANNI ’60 AGLI ANNI ‘90Negli anni ’60 il successo dei test ebbe una battuta d’arresto: l’attenzione per i diritti civili eper la privacy resero sospetti i test di intelligenza e di personalità.Gli anni ’70 sono stati contrassegnati dal modello sociogenetico e da numerose polemiche sullavalidità dei test, che comunque continuavano ad aumentare.Negli anni ’80 iniziò un nuovo interesse per i questionari di personalità, favorito dallafacilitazione della correzione attraverso il computer.PARTE SECONDA (Test oggettivi di personalità) – CAP. 1 – QUESTIONARI E INVENTARII questionari si presentano come una serie prestabilita e invariabile di domande e risposte attea indagare su un determinato oggetto di studio e variano non solo per la struttura ma ancheper la loro applicazione. I questionari si distinguono in base allo scopo per cui sono costruiti:abbiamo quelli che intendono valutare opinioni ed attitudini, quelli che vogliono indagarediversi tratti della personalità (multifasici o multidimensionali) oppure un unico tratto

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(monobasici o monodimensionali).Il valore di un questionario, oltre che nella sua validità, sta anche nel modo in cui vengonoformulate le domande e interpretate le risposte; per questo è opportuno che la sua costruzionesia affidata ad un’equipe di studiosi che identifichi scopi e formuli ipotesi per valutare lerisposte.Per quanto riguarda la struttura, vi sono questionari:- a domande implicite, che presentano un compito di problem solving, generalmente frasi dacompletare;- a domande esplicite, che possono a loro volta essere con risposte chiuse, aperte o multiple.LE DOMANDEUna volta stabilito il tema su cui indagare, occorre formulare delle domande per raggiungere loscopo, anche se ciò non è spesso facile, in quanto il significato delle parole non è “assoluto”,ma dipende da come i soggetti vivono la situazione e dal significato che danno a domande erisposte.La formulazione delle domande può portare alla distorsione delle risposte. Tra i motivi piùfrequenti di distorsione troviamo:- l’argomento: quanto più è delicato e personale, tanto più il soggetto può rispondere in modonon del tutto veritiero per desiderabilità sociale o evitare di rispondere;- il modo di porre la domanda;- il tipo di domanda: le risposte aperte non presentano le distorsioni di quelle chiuse, però permancanza di tempo, pigrizia o motivi culturali ci potrebbe essere una buona percentuale di nonrisposta o di risposta non adeguata. Quindi, le risposte aperte sono preferibili se si vuole daparte del soggetto un compito di recupero delle informazioni in memoria o evidenziarel’importanza pregnante di un problema; quelle chiuse quando si vuole un riconoscimento ovalutare l’importanza relativa.- il contesto: ad es., l’intervista faccia a faccia porta il soggetto a rispondere a tutte ledomande, però, a causa delle desiderabilità sociale, potrebbe rispondere in modo non veritiero.Nelle scale graduate gli item dovrebbero presentare una certa uniformità per lunghezza,linguaggio e modalità di risposta. Inoltre, la successione non deve essere causale ma graduale;di fondamentale importanza è anche l’ordine delle domande, che dovrebbero passare dalgenerale al particolare.LE ALTERNATIVEAnche l’ordine delle alternative è molto importante. Nelle liste lunghe, infatti, il soggetto èsolito scegliere le prime in quanto maggiormente elaborate a livello cognitivo (effetto primacy),ma, se gli item sono letti dall’intervistatore vengono scelti gli ultimi (effetto recency) perchénon si ha il tempo di elaborare i primi a causa della velocità con cui vengono letti. È opportuno,tra l’altro, non mettere all’inizio item troppo facili affinché il soggetto non si senta pocostimolato o pensi che sotto la facilità si nascondano tranelli; né troppo difficili o delicati chepossano metterlo in difficoltà.Il linguaggio deve essere adeguato ai destinatari, la forma impersonale, purché non risultitroppo artificiosa (in tal caso si usa una forma personale tenendo conto dell’età e del livelloculturale).LA SOMMINISTRAZIONELa somministrazione dei questionari (autosomministrazione) di solito è collettiva, per unvantaggio economico e di tempo. Se però il questionario è usato all’interno di una batteria peruna psicodiagnosi, la somministrazione faccia a faccia può influenzare le risposte.

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Le istruzioni devono essere semplici e chiare; il tempo impiegato per la compilazione non devesuperare i 60 minuti; il materiale stimolo può essere formato da un solo modulo, con domandesul lato sinistro e risposte su quello destro, o da un fascicolo, contenente domande e istruzioni,e un foglio di risposta.Per quanto riguarda il punteggio, nei test di personalità, generalmente, il punteggio grezzoottenuto dal soggetto viene convertito in un valore numerico che indica se e in quale misura ilsoggetto differisce dalle persone normali, attraverso tre tipi possibili di modalità:- punti z, che indicano in che misura il punteggio esaminato si discosta dalla media deipunteggi del campione normativo;- punti T, “normalizzati”, cioè dei punti z che hanno subito una trasformazione;- percentili, che, espressi su una scala da 0 a 100, indicano la percentuale dei soggetti delcampione normativo che ha raggiunto un certo punteggio grezzo.Alla fine sono opportune parole di congedo, anche nello stesso test, in cui l’ultima domanda, seopportuno, sarà sulle opinioni personali.CAP. 2 – MMPI E MMPI-AMMPI (I E II FORMA) - INVENTARIOIl Minnesota Multiphasic Personalità Inventory 2 (MMPI 2) è la nuova versione del test edito nel1943 che, se da una parte è stato apprezzato per la poca influenzabilità sulla somministrazionee sulla siglatura da parte dell’esaminatore (in ambito psichiatrico), dall’altra è stato moltocriticato per la non attendibilità di alcune scale e per la non comprensibilità di alcuni item. Sullabase di queste critiche venne redatta, nel 1989, la seconda edizione.La teoria di base è la psichiatria descrittiva del DSM, più interessata alla classificazione cheall’indagine individualizzata. Fu elaborato da HATHAWAY e MC KINLEY come strumento d’aiutoper la diagnosi psichiatrica e per individuare la gravità dei disturbi patologici della personalità.Dopo aver somministrato migliaia di item da questionari già esistenti a pazienti psichiatrici e adun campione di soggetti normali, individuarono e convalidarono gli item che discriminavano siai soggetti normali da quelli psichiatrici sia questi tra loro e arrivarono a selezionarne 504.Le aree su cui indagare riguardano un vasto numero di comportamenti ed atteggiamenti, e lamaggior parte degli item è sottoforma di affermazione. L’assunto di base era che i soggetti cherispondessero in modo simile agli stessi item appartenessero alla stessa tipologia diagnostica.Il test è indirizzato a soggetti di età compresa tra i 16 e i 65 anni, con livello culturale pari allalicenza elementare.Le cosiddette Scale fondamentali sono quelle di base e si distinguono in scale cliniche e divalidità.Scale cliniche: alle 8 scale originarie, composte da 504 item, se ne sono aggiunte 2, con 46nuovi item:1. ipocondria (HS), con 33 item (32 per MMPI 2) che indagano su una vasta gamma disintomi fisici inerenti la digestione, l’appetito e il sonno. Valuta l’eccessivapreoccupazione per lo stato di salute senza danno organico che influenzano le normaliattività quotidiane e di relazione; tipica nei soggetti narcisisti e negli egoisti oegocentrici oltre che nei pessimisti. Es: soffro di acidità diverse volte a settimana.2. depressione (D), con 60 item (57 per MMPI 2) valuta i disturbi dell’umore e la perditadegli interessi. Es. a volte mi sento proprio inutile.3. isteria (HY), con 60 item valuta la tensione, l’angoscia e i problemi somatici reali. Es.penso che molte persone esagerino le disgrazie per ottenere la simpatia altrui.4. deviazione psicopatica (PD), con 50 item individuano i soggetti con difficoltà nelle

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relazioni sociali e il disadattamento scolastico. Es. ho avuto esperienze strane e insolite.5. mascolinità-femminilità (MF), 60 item (56 per MMPI 2) che non cercano sintomi clinicima l’inversione sessuale e l’omosessualità maschile. Es. mi piace leggere storied’amore.6. paranoia (PA), con 40 item che comprendono ammissioni di eccessiva sensibilità, delirie fragilità psicologica. Es. a volte mi sento preda di spiriti maligni.7. psicastenia (PT), con 48 item che individuano i soggetti affetti da fobie e daatteggiamenti ossessivo-compulsivi. Es. mi pento più spesso degli altri.8. schizofrenia (SC), scala più lunga con 78 item che riuniscono tutte le forme dischizofrenia. Ed. odo strane cose quando sono solo.9. ipomania (MA), con 46 item che individuano i soggetti con iperproduttività ideativa eiperattività motoria tipica di chi non riesce a portare avanti un soggetto. Es. valgo piùdegli altri.10. introversione sociale (SI), con 70 (69 per MMPI 2) item che valutano il grado diintroversione-estroversione sociale. Es. sono di buona compagnia.Scale di validità: sono state create per ovviare eventuali risposte falsate causate da variemotivazioni (ostilità per il clinico, noia,...). Sono 4:1. Cannot Say (non so), per indicare gli item a cui non è stata data una risposta (se ce nesono più di 30 il protocollo non è valido);2. Lie (menzogna), formata da 15 item che evidenziano il rispondere falsatamene perdare una migliore immagine di sé;3. Frequency (frequenza), formata da 64 item (60 per MMPI 2) che indicano la tendenzaad esagerare i sintomi;4. Correzione, introdotta successivamente e formata da 30 item che sottolineanol’atteggiamento di difesa verso il test e la tendenza a negare i problemi.Scale speciali: per non tralasciare alcune caratteristiche sono state create un centinaio discale; le più importanti si distinguono in scale supplementari (che approfondiscono latrattazione dei problemi clinici e dei vari disturbi, come ansia, repressione, forza dell’Io) escale di contenuto (che riguardano sintomi interni, come ossessività, ansia, preoccupazione,tendenze aggressive, e problemi generali come difficoltà sociali e lavorative).Materiale dell’MMPI: in italiano esistono una Forma completa di 550 item, una Forma ridotta di357 item e una Forma abbreviata di 174 item. Il libretto è formato da un certo numero dipagine in cui gli item sono stampati; le risposte vengono segnate su un’apposita colonna, afianco alle frasi, recente una V o una F da contrassegnare con una crocetta. Nella prima paginac’è uno spazio da compilare con i dati anagrafici, e le istruzioni. Esistono due programmi dicorrezione automatizzata che propongono anche un referto con l’interpretazione. I limiti della Iedizione del 1943 possono essere riassunti in:- non attendibilità di alcune scale;- stimoli non comprensibili a tutti;- alcuni item superati e discriminanti;- risposte coscienti e per questo “selezionate” dal soggetto;- alternative che non esprimono appieno il pensiero di molti pazienti.MMPI 2Di queste critiche sembra tener conto la seconda edizione. In essa:- sono rimaste invariate le alternative di risposta (V/F), le 10 scale cliniche, quelle di validità ealcune supplementari;

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- per quanto riguarda gli item, alcuni sono stati riformulati in modo da essere comprensibili atutti ed evitare ambiguità;- nuovo metodo per calcolare il punteggio e standardizzazione anche per le minoranze etniche;- alle scale di validità già esistenti ne sono state aggiunte 3:1. Back-page Infrequency (controllo dell’attenzione), con 40 item che verificano se ilsoggetto ha smesso di prestare attenzione;2. True Response Inconsistency (tendenza a dare risposte incompatibili), con 23 coppie diitem di significato opposto che valutano l’incoerenza;3. Variable Response Inconsistency (tendenza a non considerare il contenuto degli item),con 67 coppie di item di contenuto simile o opposto;- alle scale supplementari tradizionali e sono state aggiunte altre, addizionali, come l’ostilitàipercontrollata, la leadership, la responsabilità sociale, il disadattamento scolastico, la scala ditossicodipendenza potenziale,...Materiale MMPI 2: oltre alla Forma completa di 567 item è possibile avere una scala ridottasomministrando solo i primi 370 item che riguardano le scale cliniche e di validità. Questaseconda versione è consigliata per soggetti a partire dai 18 anni di età che abbiano completatola scuola media inferiore. Il tempo varia dai 45 minuti alle 2 ore.Somministrazione:puòesseresomministratocollettivamentemaèauspicabilel’autosomministrazione individuale per motivi di tempo. È bene garantire al paziente la privacye accertarsi che il test gli sia ben chiaro. Con i soggetti psicopatologici gravi è difficile farloportare a termine e la presenza del clinico può motivarli e fare la differenza. Si somministrafacendo leggere o leggendo assieme le istruzioni. Il clinico raccomanda al soggetto di porreattenzione alle affermazioni poste in forma negativa (che sono quelle di argomento delicato).Una volta finito il test il clinico controllerà che abbia risposto a tutti gli item (o che almeno nonne abbia lasciati più di 30) e se ci sono errori, che inviterà a correggere.Raccolta dati: la correzione avviene tramite programmi computerizzati o manualmentepoggiando delle griglie, una per Scala, sulla colonna delle risposte, calcolando anche ladistinzione dei sessi e le domande non date. I punteggi grezzi diventano trasformati inpunteggi T e si procede con la correzione in base al punteggio K delle cinque scale cliniche chela prevedono; si passa, poi, a verificare la validità del protocollo contando il numero dei Non soe il punteggio delle scale di validità. Nei protocolli validi, unendo con una linea i punteggi dellevarie scale si ottiene il profilo della personalità del paziente.Interpretazione del profilo: l’interpretazione si avrà per PUNTE (punteggi di almeno 65 T), perASSOCIAZIONE di CODICI e per ASSI mettendo a confronto punti T di scale opposte pervedere quella più evidente.Aree patologiche: le tre aree in cui si è soliti dividere le scale cliniche sono l’area nevrotica(soggetti con disturbi psicosomatici), l’area psicotica (soggetti con difficoltà di comunicazioneper errate interpretazioni della realtà) e l’area sociopatica (soggetti con difficoltà disocializzazione per rifiuto delle norme di convivenza e mancato adattamento).

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MMPI-AL’MMPI-A fu creato per la fascia di età dai 14 ai 18 anni, ci vogliono 50 minuti per completarloed è composto da 478 item presi dall’MMPI o creati per individuare disturbi dello sviluppo tipicidegli adolescenti. Infatti, mantiene le 10 scale cliniche e le scale di validità, mentre vengonoaggiunte altre tre scale supplementari: ammissione di problemi con alcol o droga, tendenzaall’abuso di alcol o droga e immaturità. Per quanto riguarda le scale di contenuto, 11 sonostate tratte dall’MMPI, mentre ne sono state aggiunte altre 4: basse aspirazioni, alienazione,problemi di condotta e problemi scolastici.CAP. 3 – DMI (DEFENSE MECHANISMS INVENTORY)La costruzione del DMI ha suscitato grande interesse per le informazioni che può fornire nelcorso di una psicoterapia valutandone i risultati; infatti ha un elevato valore euristico nelpredire la risposta del soggetto ad un determinato approccio terapeutico. Il test è utilizzato intutti i campi di ricerca che studiano lo stile difensivo ed è un valido strumento per valutare imodelli difensivi in relazione alla risposta ai trattamenti possibili. Come è noto i meccanismi didifesa sono dei processi inconsci messi in atto automaticamente dall’Io di fronte a situazioni dipericolo che generano ansia, evitando la menomazione psicofisica. La loro funzione è adattivanelle prime fasi dello sviluppo e socializzante nel periodo di latenza in quanto, mitigando gliimpulsi, prepara alla vita sociale. L’individuazione dei meccanismi di difesa è molto importanteper formulare una diagnosi soprattutto se finalizzata alla scelta del trattamento.TEORIASecondo IHILEVICH e GLESER il meccanismo di difesa nasce quando il superamento ol’adattamento di una minaccia è impossibile. Grazie ai propri studi, i due capirono che nonerano sufficienti le due classiche categorie di stili di difesa aggressivi (identificazione conl’aggressore e proiezione) per cui ne proposero cinque:1) aggressività (TAO), che comprende l’aggressività, l’identificazione con l’aggressore e lospostamento ed indica espressioni dirette o indirette di aggressività atte a dominare minacceesterne. E’ una difesa primitiva (attacco-fuga) che crea l’illusione del potere.2) proiezione (PRO), maggiormente presente nei pazienti psichiatrici, indica l’attribuzione adaltri di intenzioni o comportamenti negativi.3) principalizzazione (PRN), che comprende i meccanismi di isolamento, di razionalizzazione eintellettualizzazione. Si interpreta la realtà con luoghi comuni e stereotipi; è più frequente nellepersone sane.4) rivolgimento contro se stesso (TAS), tipico dei pazienti psichiatrici, consiste nel punirsi perridurre le minacce alla propria autostima. Solitamente ci si aspetta il peggio finendo colmanifestare comportamenti masochisti e sadici.5) rovesciamento (REV), che comprende i meccanismi di repressione, diniego e negazione simanifesta minimizzando la gravità di minacce esterne o interne. Tipica è la sindrome diPollyanna, che consiste nel rispondere con eccessiva allegria alle negatività.Da queste cinque aree gli autori hanno poi costruito 12 storie, 2 per ogni area conflittuale: 8sono identiche nei due sessi, le altre 4 sono differenziate (2 per i maschi e 2 per le femmine).I temi conflittuali scelti riguardano conflitti con le autorità, conflitti riguardanti l’espressionedella propria indipendenza o di competizione, conflitti riguardanti la mascolinità e lafemminilità.Soggetti: l’unica versione esistente in Italia è indirizzata a soggetti adulti e richiede un livelloculturale che permetta la lettura e la comprensione di un quotidiano.Tempo: 30-40 minuti.

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Materiale: il DMI è formato da- 1 fascicolo, diverso a seconda del sesso, che presenta le istruzioni e le 10 storie;- 1 foglio di risposta, uguale per entrambi i sessi;- 1 foglio di profilo, diverso a seconda del sesso;- 5 griglie di correzione, una per stile difensivo.Somministrazione: la somministrazione consiste nel chiedere al paziente di leggere conattenzione ogni storia e di notare che ad ognuno di questi racconti seguono 4 domande con 5possibili reazioni. Il paziente deve poi segnare sul foglio il segno + per la risposta chemaggiormente lo rappresenta e il segno – per quella più distante. Occorre ricordare al soggettoche non ci sono risposte giuste o sbagliate e non bisogna scegliere la risposta che piace di più,ma la risposta che più rappresenta come agirebbe in quella situazione.Le 4 domande che seguono ogni storia riguardano i comportamenti manifesti (quale sarebbe latua risposta reale?), le fantasie (cosa faresti d’impulso?), i pensieri (che pensiero ti viene inmente?) e le emozioni (come ti sentiresti?). Es. storie: calcio-moglie che ride di te; festa-amicache si diverte e tu no; macchina che ti spruzza i vestiti col fango; intonaco che cade mentrecammini.Valutazione: servendosi delle 5 griglie, che vengono poggiate sul foglio di risposta, si daranno2 punti per ogni + barrato, 1 punto per ogni risposta non barrata e 0 per ogni – barrato. Siriportano poi i punteggi ottenuti nella sezione “comportamento reale” sotto la difesaconsiderata, e così via per fantasie, pensiero ed emozioni. La somma dei 4 punteggi nellarelativa colonna indica il punteggio totale ottenuto per quel determinato meccanismo di difesa.Occorre poi fare il totale delle varie colonne: ogni punteggio non deve superare 50 e il totaledei totali deve essere 200 (sono accettabili sono questionari con due o tre omissioni). Sitrasformano dunque i punteggi grezzi in T e si costruisce il profilo tramite il foglio di profilo peril sesso del soggetto.Profili diagnostici: un punteggio per essere significativo deve collocarsi intorno ai 65 punti T.Punteggi alti nei singoli stili difensivi indicano in che modo si caratterizza la personalità delsoggetto:- TAO: usano aggressività per negare sensi inferiorità e inadeguatezza, illusoria sensazione dipotere;- PRO: si sentono vittime di ingiustizie, che cercano di padroneggiare combattendole,anticipano attacchi, squalificano con la critica;- PRN: vogliono mantenere illusione di controllo sulla propria vita, provano a controllare ilproblema rimuginandoci ossessivamente;- TAS: per compensare una bassa autostima, adottano standard perfezionisti, checontribuiscono ad abbassarla coi fallimenti, esagerano con le responsabilità, vogliono essererassicurati ma non accettano complimenti;- REV: timore dell’autorità li porta ad essere accomodanti sempre e comunque.Esistono però profili in cui due scale hanno punteggi pari o superiori a 60 punti T e unadistanza entro i 6 punti tra loro (two-point profiles).Gli autori del test non distinguono le difese in patologiche e sane, non le dividono in adattive enon adattive, non ritengono che negli adulti indichino malfunzionamento. Ritengono, invece,che tutte concorrano a creare un equilibrio ottimale.La difesa più adattiva sembra essere la PRN, formata da difese “mature”, ma anche la PROrisulta la seconda difesa più usata dagli adulti normali. Tra i pazienti psichiatrici prevalgono laTAS e la PRO.

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PARTE TERZA – TECNICHE PROIETTIVE DI PERSONALITA’CAP. 1 – I TEST DI DISEGNOI test di disegno utilizzano l’attività grafica per rilevare i sentimenti, gli affetti ed i pensieri delsoggetto in quanto equivalente dei fenomeni paralinguistici. Sono molto utili soprattutto seusati assieme ad altri test perché l’attendibilità e la validità sono scarse e variano a secondadell’abilita’ del clinico. Il primo test fu quello della figura umana di GOODNOUGH che nascecome test di intelligenza e successivamente di personalità in quanto la stessa autrice capì che ilQI e’ influenzato dalla personalità. Ad esempio un bambino disegna ciò che sa e non quello chevede. Solo conoscendo ciò che è in grado di rappresentare è possibile valutarlo, tenendosempre conto che ciò che è patologico nel disegno di un adulto non lo è necessariamente nelbambino.Il bambino fino a 3 anni, secondo Luquet, cerca il realismo fortuito, cioè cerca una somiglianzatra i suoi disegni e i suoi oggetti, anche se attribuisce al suo disegno una spiegazione aposteriori; segue la fase del realismo mancato (3-5 anni), nella quale inizia decidendo cosadisegnare ma non riuscendo a trovare corrispondenza tra il suo disegno e la realtà, cambiaintenzione man mano che procede. C’è poi la fase del realismo intellettuale (5-8 anni), in cuidisegna realisticamente ma senza prospettive né distanze; con il superamento degli 8 anniraggiunge il realismo visivo, in cui disegna con prospettiva.Anche Piaget e colleghi valutano il disegno da un punto di vista genetico; la Kellog, invece,propone un’altra sequenza: ad un anno gli scarabocchi sono il risultato di movimenti delbraccio e della mano senza alcun controllo visivo; a due anni comincia ad esserci un certocontrollo visivo; a tre anni appaiono i diagrammi; a quattro anni si eseguono aggregati ocombinazioni di diagrammi, che possono assomigliare a degli oggetti; a cinque anni i disegnisono complessi e significativi e danno indicazioni importanti sulla realtà interna.Il disegno sembra avere valenze narcisistiche (lasciare traccia di sé) ed oggettuali (farcomparire un oggetto e manipolarlo) e procura piaceri di tipo motorio e visivo. Talvolta ilpiacere è dato dal contrasto tra la fatica dell’esecuzione e il sollievo e l’euforia dellacontemplazione ed esibizione dell’opera finita.Molto spesso il bambino è favorito dall’osservazione dell’adulto che scrive o disegna e dallafacilità di reperire l’occorrente.L’analisi dei disegni tiene in considerazione il livello GRAFICO, quello FORMALE, DI CONTENUTOe DI RELAZIONE verso il compito e con il clinico.LIVELLO GRAFICO: prendiamo in considerazione:- Pressione (forte = alto livello di energia, media = adattamento normale,leggera = bassa energia, discontinua = instabilità);- Linee (ininterrotte = soggetti svegli e decisi, spezzate o curve = indecisione,molto brevi = ansia e incertezze, grosse = aggressività, sottili = bassa stima disé, ampie = estroversione, corte = inibizione);- Tratto (sciolto = sensibilità, rigido = rigidità, interrotto = insicurezza, circolare= dipendenza, orientato verso l’interno = introversione).In considerazione teniamo anche ombreggiature e cancellature (se sono troppo c’èossessività).LIVELLO FORMALE: si osserva il disegno nella sua globalità, tenendo conto dell'equilibrio,armonia, completezza della figura, uso dello spazio. Nella valutazione del livello formale, chemigliora con l’età, indici importanti sono:- Tempo di esecuzione: atteggiamento del soggetto verso la prova, se troppo rapido indica un

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compito poco gradito, se troppo lungo indica il desiderio di sottrarsi a test successivi oossessività e perfezionismo;- Collocazione sul foglio: se al centro = equilibrio, sicurezza realismo; sinistra = attaccamentoal passato e regressione; destra = orientamento verso il futuro, estroversione e altruismo; alto= rifugio nella fantasia; basso = inadeguatezza, depressione ma anche stabilità. Importantisono anche le zone bianche che potrebbero essere “zone proibite”.- Orientamento del disegno, cioè la posizione del foglio: orizzontale = debolezza, fantasiavivace; verticale = risolutezza;- Progressione del disegno, cioè lo sviluppo del disegno: da sinistra a destra = progressione;destra a sinistra = regressione.- Dettagli: carenti = mancanza di energia; eccessivi = Io fragile, soggetti ossessivo-compulsivi.LIVELLO DI CONTENUTO E LIVELLO RELAZIONALE: il primo varia da test a test a seconda diquello che si chieda di disegnare. Per il secondo occorre ricordare che anche nelle provegrafiche il soggetto può essere influenzato dalla presenza del clinico: il soggetto può infattimostrare entusiasmo apparente, che indica invece sottomissione, oppure aggressività ocollaborazione.TEST DELLA FIGURA UMANAIl primo Test della Figura Umana fu ideato nel 1926 da GOODENOUGH per misurare il livello diintelligenza. Ella scelse come soggetto la figura umana perché è familiare a tutti i bambini, èinteressante al punto tale da motivarli all’esecuzione ed è semplice ma consente un ricconumero di dettagli. Ritenendo che la figura maschile fosse più facile, si invitava i bambini adisegnare un uomo meglio che potevano.Valutazione: l’autrice assegnava un punto alla presenza di ognuno dei 51 elementi che avevaindividuato. Confrontando il punteggio ottenuto dal bambino con i punteggi della tabellanormativa, appositamente costruita relativamente ad ogni età dai 3 ai 13 anni, si ricavava l’etàmentale e poi il quoziente intellettivo.HARRIS propose una revisione del test che riguardava sia la somministrazione che lavalutazione: per quanto riguarda la somministrazione, si chiedeva di disegnare un uomo, unadonna e il proprio autoritratto; per la valutazione, a quella quantitativa (73 elementi per ildisegno dell’uomo e 71 per la donna), si aggiunse quella qualitativa, attraverso il confronto trai disegni del bambino con 12 modelli.TEST DI MACHOVERFu la Machover nel 1949 a dare una svolta decisiva all’analisi del disegno della figura umanacome tecnica proiettiva. Analizzando i test della Figura Umana secondo la Goodenough, si reseconto che disegni di soggetti con la stessa età mentale differivano notevolmente tra loro;arrivò alla conclusione che attraverso i disegni si proiettava la personalità come immaginecorporea e, di riflesso, come immagine di sé.Quindi nel disegno della figura umana abbiamo la proiezione della propria immagine del corpoo autorappresentazione, dell’espressione del tono emotivo, dell'atteggiamento verso il clinico ela situazione test, verso la vita e la società in generale, ma anche il riflesso dell’autostima edell’espressione simbolica dei fenomeni inconsci.Teoria: l’immagine corporea è l’immagine che ciascuno ha del proprio corpo, che comportaschemi e rappresentazioni mentali; è una costruzione che avviene attraverso larappresentazione del proprio corpo e a componenti libidiche (collegate alle zone erogene) esociali (modelli sociali, confronto con gli altri), e, proprio per questo motivo, l’immaginecorporea non è né stabile né definitiva. L’immagine corporea, quindi, si forma lentamente, è

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sensibile al trauma, alle malattie e alle regressioni.La figura disegnata: non corrisponde necessariamente all’immagine reale di sé, ma puòrappresentare un’immagine ideale o la proiezione difensiva della propria immagine rifiutata. Lafigura che viene disegnata per prima è di solito il soggetto stesso; in caso contrario, si puòritenere che vi siano delle difficoltà di identificazione (se, ad esempio, il soggetto si disegnalongilineo ma è obeso; se un nero disegna un bianco; se una donna si disegna uomo).Somministrazione: può essere somministrato dai 5/6 anni fino all’età adulta; si chiede alsoggetto di disegnare su un foglio una persona, e, quando il disegno è completato, si chiede didisegnare su un altro foglio una persona di sesso opposto. Al termine dei due disegni si passaall’Inchiesta, che serve a chiarire i dati relativi alle due figure, chiedendo il nome, l’età e laprofessione delle persone disegnate.Interpretazione formale: prendiamo in considerazione, oltre al tempo di esecuzione e lacollocazione sul foglio (già esposti precedentemente)- successione delle figure: di norma la prima disegnata è quella dello stessosesso, disegnare prima quella del sesso opposto può rappresentare inversionesessuale;- confronto delle figure: la figura che viene disegnata più piccola fa supporreche il soggetto la veda come una persona inattiva ed introversa;- grandezza rispetto al foglio: se la figura è disegnata piccola, il soggetto si senteinadeguato o inferiore, se grande il soggetto reagisce con aggressività;- direzione della figura: frontale (più comune), di profilo (dopo gli 8/9 anni), dispalle (indica psicopatia o schizofrenia);- distorsioni e omissioni: rappresentano conflitti relativi alla parte omessa;- trasparenza: è la più patologica forma di espressione di conflitto; se limitata adun’area specifica = debolezza nella capacità di giudizio, se riguarda tutto ildisegno = schizofrenia;- simmetria: appare intorno agli 8/9 anni, chi cerca la simmetria perfettapresenta una personalità rigida, depressa.Interpretazione del contenuto: Castellazzi suggerisce due tipi di interpretazione: analitica, chevaluta tre aree (corpo, abiti, ambiente), e sintetica, che prende in considerazione il sesso, l’età,il tipo di personaggio, l’impressione globale.Analisi del corpo:1. Testa: è la parte più importante del corpo, viene in genere disegnata per prima; in essavengono proiettate le aspirazioni intellettuali, il controllo razionale delle pulsioni, ibisogni sociali di comunicazione. Molto grande = preferita dai bambini, indicanarcisismo, insoddisfazione per il proprio aspetto corporeo; piccola = inadeguatezza,impotenza;2. Occhi: sono le “finestre dell’anima”, rappresentano il sentimento di sé e la relazione congli altri. Grandi = estroversione, sospettosità; piccoli o chiusi = possono rivelareautismo; senza pupilla = egocentrismo, isteria; pupilla come semplice puntino =personalità paranoide;3. Orecchie: sono raramente disegnate. Grandi = lesioni auricolari o allucinazioni uditive inparanoici;4. Naso: simbolo fallico, più importante delle orecchie ma meno degli occhi. Pronunciato =mascolinità; molto grande = ansia di castrazione; molto largo alla base = impotenzasessuale; omesso = ansia di castrazione connessa alla masturbazione o all’impotenza;

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5. Capelli: sono in relazione con i bisogni sessuali. Enfatizzati = preoccupazione sessuale;anneriti = aggressività o ansia collegata ai bisogni sessuali; a coda di cavallo = scarsaidentità sessuale;6. Bocca: altra sfera erogena, organo di fissazioni primarie. Una breve linea = controllodelle pulsioni aggressive di tipo orale; omessa = sensi di colpa per aggressività orale oanoressia;7. Collo: pur essendo esteticamente irrilevante è la via di passaggio tra razionalità eimpulsi. Lungo e sottile = schizofrenia; tozzo = pulsionalità; omesso = assenza dicontrollo delle pulsioni;8. Torace: sede delle pulsioni primarie di forza (spalle), affettività (petto) ed erotismo(bacino). Troppo accentuato = patologia; sottile = insoddisfazione del proprio aspettofisico; lungo e stretto = tendenze schizoidi; omesso = normale fino ai 3/4 anni, poiritardo mentale; seno evidenziato = buon contatto con la femminilità; seno grande =dipendenza dalla figura materna; seno piccolo = percezione della figura materna pocogratificante; seno omesso = immaturità;9. Arti: rappresentano sia il contatto sociale che la capacità di manipolare la realtà. Braccia lunghe e forti = ambizione; braccia lunghe e deboli = bisogno di sostegno; bracciaincollate al corpo = Io debole, rigidità; braccia omesse = inadeguatezza; mani grandi =incapacità di adattamento; mani piccole = insicurezza; mani dietro la schiena = sensi dicolpa; mani nascoste = difficoltà di relazioni; mani chiuse a pugno = aggressivitàrepressa; mani omesse = senso di colpa per attività masturbatorie; gambe lunghe =bisogno di autonomia; gambe corte = costrizione; gambe omesse = dipendenza,nevrosi isterica; piedi lunghi = ricerca di sicurezza; piedi piccoli = insicurezza; piediomessi = difficoltà di contatto con la realtà (fino a 10 anni non è un problema).Analisi del vestiario:1 Figura nuda: tipica di soggetti individualisti ed egocentrici. Organi genitali disegnati =ribellione e sfida, tipico degli adulti schizofrenici e in analisi; figura molto curata =narcisismo fisico;2 Figura vestita: indica un bisogno di apparire, di coprirsi, di conformarsi. Vestiti pesanti= bisogno di affetto; vestiti non adeguati alla figura = bassa stima di sé; vestititrasparenti = tendenze esibizioniste, ritardo mentale, schizofrenia.Analisi dell’ambiente:Sole: simbolo paterno, indica amore, sostegno;Luna: amore non corrisposto, desideri insoddisfatti;Stelle: distanza, privazione affettiva;Nuvole: ansia, angoscia, depressione;Neve o ghiaccio: carenze affettive;Acqua: depressione.Analisi del tipo di personaggio:Personaggi bizzarri = schizofrenia; personaggi buffi = autodisprezzo; di razza o epoca diversa= distanziamento da se stesso; robot = sensazione di controllo da forze esterne; streghe =psicosi, ostilità verso la figura femminile; pagliacci = disprezzo; figure geometriche = inibizioneaffettiva; scheletri = schizofrenia.IL DISEGNO DELLA FAMIGLIANel 1967 CORMAN introdusse il Test del Disegno della Famiglia, in cui occorreva disegnare unafamiglia di propria invenzione. Nacque come test carta e matita, ma secondo Corman si

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possono ottenere risultati interessanti anche con le matite colorate.Teoria: è quella psicoanalitica, che per prima ha messo in risalto che i primi rapporti affettivicon genitori e fratelli pongono le basi alle relazioni affettive future. È attraverso le dinamichefamiliari, infatti, che l’individuo costruisce l’immagine del Sé e gli oggetti interni. A seconda deltipo di interazioni che il bambino riesce a stabilire con la famiglia, abbiamo la costituzione delmondo interno, che influenzerà le relazioni interpersonali future. Ogni individuo si crea unapropria immagine interna o fantasmatica della propria famiglia e la famiglia interiorizzatarimane intatta anche di fronte a cambiamenti. Dal momento che la maggior parte dei disturbidell’adattamento dipendono da conflitti edipici e di rivalità fraterna, il test ci mostrerà il centrodel problema. Nel disegno il soggetto non mette in ballo l’ansia ma le difese che mette in attocontro di essa ed analizzandole arriveremo alla causa. La principale difesa è la negazione, ilrifiuto, ma il risultato non è sempre lo stesso:- se l’angoscia è esterna, si può sopprimere, per es. non disegnando il fratellino o prenderne ilposto;- se l’angoscia deriva dalla paura della sua aggressività, il bambino si descrive come il piùbuono oppure si disegna ad un’età minore, quando non si provavano quei sentimenti;- se l’angoscia proviene dal Sé, può essere rimossa, ma è comunque attiva e tenderà alla suasoddisfazione (ad es. si può spostare la pulsione ad un personaggio diverso, o la si puòproiettare su colui che la subisce);- se l’angoscia proviene dal Super-Io è di colpa; allora, con la trasformazione nel contrario ilsoggetto può trasformare le tendenze nel contrario (ad es. l’affetto che sostituisce l’odio).Soggetti: l’età per la somministrazione va dai 6 anni all’adolescenza, anche se si hanno buonirisultati anche con gli adulti.Somministrazione: è individuale, si presentano un foglio e una matita con cui il bambino dovràdisegnare una famiglia. L’osservazione dello psicologo è indirizzata al comportamento verbale enon verbale, all’ordine di esecuzione, al tempo impiegato, alla cura nei particolari.Inchiesta: dopo che il disegno è stato completato, si invita il bambino a parlare della famigliache ha disegnato, con lo scopo di chiarire quello che ha voluto esprimere e le sue preferenze(quale persona preferisce della famiglia e quale persona vorrebbe essere).Interpretazione: avviene, come al solito, secondo i tre livelli grafico, formale e di contenuto(per i primi due rimandiamo a quanto detto precedentemente).Livello del contenuto: prima di interpretare, occorre valutare se il disegno rappresenta lafamiglia reale o immaginaria (quasi sempre la famiglia disegnata è quella dei propri desideri;se disegna la reale prevale il principio di realtà, non è per forza segno di buon adattamento. Lafamiglia immaginaria varia per grado di adesione alla realtà e i personaggi rappresentanofunzioni della personalità del soggetto, le sue tendenze affettive), la composizione dellafamiglia (come vive i rapporti tra i diversi membri; è significativa l'eliminazione di unpersonaggio o l'aggiunta di un altro o la famiglia senza figli), il posto in cui si colloca il bambinoin rapporto ai familiari (rappresenta l’intimità percepita o desiderata), la valorizzazione osvalorizzazione dei personaggi (il personaggio valorizzato ha carica affettiva; la valorizzazioneè espressa se disegnato per primo, dimensioni superiori rispetto agli altri, ricchezza di dettagli;svalorizzazione può essere nel peggiore dei casi la totale soppressione, oppure la personavalorizzata è disegnata per ultima in disparte o più piccola) e le identificazioni (ricordiamo checi si rivolte al suo Io cosciente, quindi possiamo avere identificazioni dell'Io - disegna se stessoe lo dichiara apertamente -, identificazioni del Se – si identifica con i personaggi chesoddisfano i suoi desideri -, identificazioni del Super-Io – sceglie un personaggio più forte che

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fa giustizia-).Sintesi: naturalmente, l’interpretazione del test va fatta in un contesto teorico e diagnosticoglobale; si deve quindi usare in una batteria, non come test isolato, e occorre tener contoanche di ciò che è emerso dai colloqui, dall’anamnesi e dall’osservazione.TEST DELL’ALBEROFu KOCH nel 1949 ad usare per primo il Test dell’Albero come test di personalità; si è sceltol’albero per l’alto valore simbolico. In questo caso l’albero simboleggia la persona che lodisegna ed eventuali disarmonie del disegno indicano le sue disarmonie.Teoria: manca una solida base teorica ed una validazione completa.Soggetti: dai 3 anni in poi.Somministrazione: Koch chiedeva al soggetto di disegnare un albero da frutta;successivamente STORA propose un cambiamento nella consegna (chiedeva cioè di disegnareun albero qualsiasi, tranne un abete, in quanto albero poco articolato e complesso; terminato ilprimo disegno, Stora richiedeva un secondo disegno, completamente diverso dal primo, cheindica la modalità di adattamento del soggetto al proprio ambiente).Interpretazione: avviene attraverso i livelli grafico (più importante per Koch), formale, dicontenuto.Livello grafico: vedi sopra.Livello formale: sottolinea le forme primarie che il bambino usa fino ai 7 anni, oltre cui sonoindice di problemi.Livello di contenuto: viene attribuito un significato psicologico ai vari elementi, quali- radici: parte primitiva e inconscia dell’Io, possono indicare difficoltà di controllo. In generevengono disegnate dai bambini e da alcuni malati mentali;- tronco: rappresenta la forza dell’Io e la zona delle idee;- chioma: capacità di relazionarsi con l’ambiente, vita mentale, aspirazioni, interessi, ideali.Espansiva = personalità aperta alle relazioni; andamento centrale = equilibrio; a sinistra =regressione; a destra = progressione;- rami: espressione dell’autopercezione come persona capace di ottenere gratificazioni sociali.Verso l’alto = insicurezza; troncati = difficoltà nei rapporti con l’ambiente.TEST DELLA CASAIdeato da BUCK nel 1947, è usato con bambini ma anche adulti. Come il Test dell’Albero,rientra tra i test basati su intuizioni cliniche, ha solo una vaga ipotesi teorica.Il tema della casa viene scelto per la sua familiarità e il suo significato simbolico.Somministrazione: si chiede di disegnare una casa di qualsiasi genere.Interpretazione: avviene a livello grafico (rimandiamo a quanto già detto), formale e dicontenuto.Livello formale: Buck propone una valutazione a livello di maturazione intellettuale che simanifesta attraverso la rappresentazione dei vari elementi.Livello di contenuto: si valuta il significato attribuito ai vari elementi:- tetto: rappresenta l’area della fantasia. Molto grande = fantasia molto spiccata; molto piccolo= inibizione della fantasia;- mura: indicano la forza dell’Io;- porta: le sue dimensioni indicano il grado di apertura verso gli altri;- finestre: come sopra;- camino: simbolo fallico e può richiamare problemi con la virilità;- prospettiva: di solito frontale o frontale con un lato.

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CAP. 2 - I TEST DI COMPLETAMENTONei test di completamento, caratterizzati da stimoli parzialmente organizzati dal punto di vistaformale, il soggetto è invitato a riempire le parti mancanti per saggiare le sue capacitàintellettive, percettive, affettive e/o eventuali patologie che si basano sulla psicologiaassociativa.Per teoria della Gestalt, il soggetto tende a integrare le parti mancanti degli stimoli insufficientialla produzione di senso; quindi, il completamento avviene in funzione dei propri interessi,attitudini, abitudini e stati affettivi duraturi o momentanei, permettendo al vissuto del soggettodi emergere.L'idea che viene in mente al soggetto a partire dallo stimolo è un elemento che rimanda adaltri elementi che a loro volta permettono di scoprire linee associative, le quali, incrociandosiformano reti o punti nodali. Il raggruppamento delle associazioni, la possibilità di accesso allacoscienza si inquadrano nella dinamica difensiva di ciascuno. Perciò, attraverso questo tipo ditest, possiamo esaminare l’emozione legata alle rappresentazioni ed evidenziare i processidifensivi.IL TEST DELLE ASSOCIAZIONI DI PAROLE DI JUNGPartendo dalla lettura di “Psicopatologia della vita quotidiana” di Freud, Jung ebbe l’idea diinterpretare l’associazione di parole, metodo già usato da Galton, collegandola allepreoccupazioni più strettamente personali, anche inconsce del soggetto. L’attività associativa,infatti, riflette in toto la personalità del soggetto: il suo passato, il presente, le sue esperienzeed aspirazioni. Nasce così il suo test di Associazione di parole (1901) che può essereconsiderato il primo test proiettivo. Lo scopo di Jung era quello di individuare i complessi, iconflitti e i problemi inconsci.Creò 4 liste fisse, di 100 parole (induttrici) ciascuna, che venivano lette al soggetto che erainvitato a rispondere, il più velocemente possibile, con la prima parola che gli venisse in mente(indotta). Usò un cronometro per misurare l’intervallo che intercorreva tra l’enunciazione dellaparola e la risposta (tempo di reazione), ma anche uno pneumografo per il ritmo respiratorio euno psicogalvanometro per registrare le alterazioni di conduttività elettrica nel palmo dellamano prodotte dalla sudorazione (risposta psicogalvanica): queste due misure servivano perun’ulteriore conferma delle reazioni emotive che potevano verificarsi in risposta ad alcuneparole. Jung riteneva che le risposte mancate, inusuali, un tempo di reazione superiore a 2secondi, modificazioni del respiro e della conduttività elettrica indicassero che era stato toccatoun complesso inconscio, che interferiva con il processo associativo.Dopo aver analizzato i tipi di legami tra le parole induttrici e quelle indotte, Jung distinse dueforme di associazioni, corrispondenti ai due tipi psicologici: l’introversione e l’extraversione.Il test originale non ha validazione né taratura; un tentativo è stato fatto nel 1910 da KENT eROSANOFF che hanno preparato una lista di 100 parole con minor carica affettiva di quelle diJung e l’hanno somministrata a 1000 soggetti normali. Hanno poi tratto un elenco di risposteabituali che, paragonate a quelle date da malati mentali, hanno evidenziato come questi ultimidanno un maggior numero di risposte soggettive. Questo permette di individuare le rispostetipiche di una determinata sindrome.Il test, ancora oggi, consta di 4 liste di 100 parole, ognuna delle quali si riferisce ad uncontenuto.Somministrazione: il somministratore pronuncia una parola ed invita il soggetto a rispondere ilpiù celermente possibile con la prima parola che gli viene in mente. Alla fine della lista, si faun’inchiesta che consiste nel rileggere le parole stimolo per verificare se il soggetto ricorda la

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risposta data.Interpretazione: riguarda l’identificazione di:- tipo caratterologico: può essere introverso (sensibile alla risonanza soggettiva della parolainduttrice, è il tipo egocentrico che ha un rapporto negativo con l’oggetto) o estroverso(reagisce al significato oggettivo della parola induttrice, è il tipo concreto che è positivo versol’oggetto);- detenzione dei complessi: diagnosi della nevrosi, si evidenzia dalla perturbazione nel ritmo edal tipo di risposta.IL TEST DI FRUSTRAZIONE DI ROSENZWEIGNel 1934 nasce come metodo per verificare alcuni concetti psicoanaliti come la repressione,non come strumento clinico. Successivamente, quando fu introdotta la teoria della frustrazionenel 1944, fu usato per analizzare i concetti di questa teoria e della metodologia proiettiva.La frustrazione è la risposta adeguata ad un adattamento psicobiologico con risposte interne alsoggetto che creano tensione per la mancata soddisfazione di un desiderio.Nel 1948 viene pubblicata l’edizione riveduta della Forma per Adulti e introdotta anche laForma per Bambini; solo nel 1970 fu pubblicata la Forma per Adolescenti.Il test, la cui somministrazione può essere individuale o in gruppo e che richiede 15/20 minuti,è stampato in un fascicolo di 8 pagine: nella prima vi sono le istruzioni, nelle altre 4 vignetteper pagina, per un totale di 24. In ognuna vi sono due persone prive di lineamenti incircostanze frustranti; la persona a sinistra formula un giudizio frustrante, scritto nel fumettosovrastante, mentre quella a destra ha il fumetto vuoto, in cui il soggetto deve scrivere ciò chedirebbe immedesimandosi nella parte di colui che subisce.Gli item sono divisi in due tipi principali: quelli di blocco dell’Io e quelli di blocco del Super-Io.Le prime sono quelle in cui un ostacolo frustra le persone collocate a destra; le seconde sonorappresentate da un’accusa della persona a sinistra.Per quanto riguarda la direzione si distinguono risposte extraaggressive, in cui l’aggressività èrivolta verso l’ambiente; intraggressive, con l’aggressività rivolta verso se stessi; aggressivitàrepressa, in cui l’aggressività è evitata nel tentativo di negare la frustrazione.Per quanto riguarda il tipo di aggressività, si ha dominio dell’ostacolo, in cui predomina labarriera che causa la frustrazione; difesa dell’io o eto-difesa, in cui l’Io prevale per l’autodifesa;persistenza dell’ostacolo, in cui si tenta di trovare una soluzione per superare l’ostacolo.Dalla combinazione di queste 6 categorie, si ottengono per ogni item 9 possibili fattori disiglatura. Dopo la siglatura è possibile calcolare le frequenze presenti e le percentuali per lecategorie che possono essere confrontate con le norme del gruppo di appartenenza, e valutarequanto il soggetto rientri nella normalità.LE FAVOLE DI L. DUSSTra i test di completamento, le più gradite, data l’età dei soggetti cui sono dirette, sono leFavole di Louisa Duss. Il test consta di 10 favole (più 3 di controllo, per casi dubbi) in cuimanca il finale, che dovrà completare il bambino, rivelando così i suoi complessi, cioèquell’insieme di rappresentazioni, pensieri e ricordi, in parte inconsci, dotati di una forte caricaaffettiva.Scopo: diagnosi dei complessi (svezzamento, Edipo, ...), l’uso è infatti prevalentemente clinico.Teoria: si rifà alla psicoanalisi freudiana dello sviluppo. Il concetto di fondo è che se i soggettisono colpiti da una storia o hanno delle resistenze a rispondere, la favola evoca loro delleassociazioni al complesso a cui sono fissati. La sequenza non è casuale ma scelta in base allapresenza del complesso che suscita sensi di colpa meno forti. I soggetti che non presentano

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complessi non presentano resistenza, al contrario dei soggetti nevrotici. Questi ultimi sidividono in 3 categorie: quelli che non cambiano risposta in seguito alla spiegazione (4/7anni), quelli che per difendersi danno una risposta opposta alla tendenza confessata (dai 7anni), quelli che usano una serie di ipotesi, senza però concludere (dagli 11 anni).Validazione: di tipo clinico, la sperimentazione è stata fatta su 65 soggetti normali e conpatologie.Somministratore: analista o esperto in psicoanalisi, perché deve conoscere inconscio e la suastruttura.Soggetti: bambini dai 3 anni fino all’adolescenza, anche se è stato somministrato anche adadulti dai 20 ai 30 anni con dei disturbi psichici.Somministrazione: dopo aver messo a proprio agio il bambino, si raccontano le storie senzafinale, dicendo al bambino che può stabilirlo lui come meglio gli piace. Al termine di ogni storiasi fa una breve inchiesta per essere certi di aver capito bene quello che il bambino voleva dire;particolare attenzione va data alla formazione reattiva, meccanismo di difesa in cui l’Iotrasforma gli impulsi inaccettabili nel loro contrario.Storie: uccello; anniversario di matrimonio; agnello; funerale; paura; elefante; oggettofabbricato; passeggiata; notizia; brutto sogno. Animale (elefante), signora (agnello), re indiano(passeggiata) (favole di controllo). Ogni favola vuole indagare su determinati complessi.Interpretazione: la risposta non è frutto dell’immaginazione ma rivela un conflitto e la presenzadel complesso quando, ad es., il soggetto risponde immediatamente e imprevedibilmente,sussurra rapidamente la risposta, si rifiuta di rispondere, sta in silenzio, vorrebbe ricominciareda capo.COMPLETAMENTO DI FRASI DI SACKSTra le tecniche proiettive verbali, quelle riguardanti il completamento di frasi sono le più usatesia in ambito di ricerca che nella pratica clinica.Uno dei test più conosciuti in tale ambito è quello di Sacks del 1969, indirizzato ad adulti. Essoconsta di 60 frasi formulate in modo tale da dare informazioni cliniche significativesull’atteggiamento del soggetto verso il suo ambiente, in particolar modo verso la famiglia, lasessualità, le relazioni interpersonali e il concetto di Sé. Le 60 frasi sono scelte da 20 psicologi,invitati ad individuare le 4 più idonee a suscitare reazioni significative, su un totale di 280 frasireperite empiricamente e in letteratura.Teoria: psicologia associativa (trattata precedentemente).Attendibilità e validità: determinate da tre psicologi che avevano utilizzato il test per ladiagnosi di 100 soggetti.Le 4 aree sono suddivise in sotto-aree, ognuna delle quali viene analizzata attraverso 4 item,collocati alla distanza di 15 item l’uno dell'altro:1. famiglia: atteggiamento verso il padre, la madre, nucleo familiare;2. rapporti interpersonali: atteggiamento verso gli amici, superiori, inferiori, colleghi;3. sesso: atteggiamento verso le donne e verso i rapporti eterosessuali;4. concetto di Sé: atteggiamento verso le risorse personali, i propri ideali, il propriopassato e futuro, le proprie paure e i propri sensi di colpa.Es. mia madre...; la mia famiglia mi tratta come...; il mio più grande errore è stato...; non mipiacciono le persone che...Somministrazione: può essere somministrato sia individualmente che collettivamente ma sipreferisce quest’ultima forma individuale per non perdere informazioni non verbali. Nella formacollettiva le informazioni sono scritte; nella versione individuale le frasi sono lette dal clinico e

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non ci sono limiti di tempo. Il clinico terrà in considerazione l’atteggiamento verbale e nonverbale, annoterà l’ora di inizio e di fine. Al termine della prova è bene dare uno sguardoassieme al paziente che vuole, spesso, comunicarci qualcosa che il test gli ha scatenato. Nellaprova collettiva dopo 45/50 minuti i test anche non terminati devono essere ritirati.Scopo: è un test molto utile soprattutto per quei soggetti che non riescono a portare avanti uncolloquio se non con molta sofferenza. A volte il test può sbloccare la situazione.Valutazione: per Sacks consiste nell’assegnare da 2 (gravemente disturbato), 1 (legg.Disturbato) a 0 (non disturbato) ad ogni sotto-area, proponendo poi l’interpretazione, a cui siaggiunge alla fine un sommario generale formato da struttura della personalità, adattamentoemozionale, maturità, grado di realismo, settori principali di conflitto. Ad ogni modo, non visono informazioni sufficienti per avere un quadro esauriente della struttura della personalità.ANNA RIVA propose di valutare singolarmente i vari item per individuare più accuratamente itipi di rapporto e di utilizzare a tal fine la teoria delle relazioni oggettuali della Klein. Ilpunteggio (da 1 a 7) viene assegnato a seconda del tipo di rapporto che si ha con gli oggetticattivi (da 1 a 3), neutri (4) o buoni (da 5 a 7).MODELLO DELLE RELAZIONI D’OGGETTO (MRO)Della stessa natura del precedente, ma destinato ad adolescenti (10-18 anni), proposto daARDIZZONE e GRASSO. Il test consta di 42 frasi incomplete che si rifanno a 4 dimensionifondamentali, che danno origine a 14 oggetti relazionali, ognuno dei quali viene indagato da 3item, posti a distanza di 14 item:1. Sé: futuro, frustrazione, passato, paura, colpa;2. Famiglia: madre, padre, famiglia;3. Sessualità: donna, uomo, coppia;4. relazioni interpersonali: amicizia, condizione di inferiorità e superiorità.Teoria: relazioni oggettuali, cioè il rapporto che il soggetto stabilisce con gli oggetti del mondointerno ed esterno che organizzano la sua personalità.Somministrazione: individuale in una situazione clinica diagnostica, in gruppo in caso diricerche o screening. Si presenta come un quaderno-test sulla cui prima pagina ci sono leistruzioni. Per la modalità di somministrazione, si rifà al test di Sacks.Valutazione: ad ogni item si attribuisce un punteggio che indica la qualità della relazione che ilsoggetto ha con l’oggetto che l’item propone. Tale punteggio va dall’1 (massimo punteggionegativo) al 7.IL TEST DI WARTEGGÈ un test proiettivo grafico del 1957, con possibilità di verbalizzazione; in comune con i testproiettivi ha lo stimolo poco strutturato e ambiguo, un’elaborazione grafica e un’inchiesta perchiarire il contenuto alla fine dell’esecuzione.Teoria: analitica di Jung, in cui notiamo l’inconscio, suddiviso in “personale” e “collettivo”, l’Io eil conscio collettivo, e il Sé. L’inconscio collettivo è l’istanza centrale e più importante, capace diinfluenzare l’inconscio personale e l’Io; è formato da strutture originarie, presenti in tutti gliuomini di ogni età e luogo; il suo contenuto è rappresentato dagli archetipi, cioè funzioniprimarie che strutturano l’attività psichica dell’uomo (gli archetipi più rilevanti sono la Persona,l’Anima, l’Ombra). L’inconscio personale è formato da esperienze personali, un tempo coscientie in seguito represse ma sempre accessibili alla coscienza. L’Io rappresenta la mentecosciente, centro della personalità che funge da mediatore tra il Sé e l’inconscio. Il consciocollettivo è formato da istanze morali quali il Super-Io e da influenze socio-culturali. Il Sé è ilpunto centrale della personalità che si trova tra coscienza e inconscio.

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Scopo: unire in un’unica formulazione sintetica dati psicofisiologici e quelli di personalità; avereuno strumento che, pur selezionando informazioni sugli strati profondi della personalità, dia lapossibilità di quantificazione. I segni sono carichi di pregnanza archetipica, in modo chemanifestino un adattamento particolare che abbia carattere collettivo e che possa esserefissato in una serie di norme.Materiale: foglio di carta rettangolare, su cui sono stampati 8 quadrati, di 4 cm di lato, posti sudue file, dai margini neri molto spessi. All’interno di ciascun quadrato, su sfondo bianco, visono dei segni da cui deve partire il soggetto per l’elaborazione dei suoi disegni: i segni,secondo l’autore, dovrebbero attivare la dinamica archetipica e lo sfondo sollecita la tendenzaal riempimento. All’esterno, ogni quadrato è contrassegnato da un numero dall’1 all’8.Soggetti: può essere somministrato dai 3 anni in poi.Somministrazione: individuale (senza limiti di tempo) o collettiva (con gruppo non superiorealle 25 persone e tempo limitato a 30 minuti).Consegna: a partire dai segni, si devono completare le figure all’interno dei quadrati; aseconda della successione, il soggetto deve indicare il numero dell’ordine che ha seguito percompletare i disegni. Occorre precisare che non è una prova di disegno.Inchiesta: alla fine si può chiedere se siano venuti in mente altri contenuti oltre a quellidisegnati.Analisi e quantificazione: l’analisi viene distinta in formale, soggettiva ed oggettiva.Analisi formale: valuta la rispondenza tra stimolo e modalità di integrarlo;1. integrazione creativa, 5 punti;2. integrazione banale, 4 punti;3. non integrazione, 3 punti;4. difese di primo tipo, che indicano un processo di spostamento che impediscel’attribuzione di un significato, riferibile all’età del soggetto, 2 punti;5. difese di secondo grado, se arcaici e non riferibili all’età;6. isolamento dello stimolo, quando non c’è un minimo tentativo di elaborazione, 0 punti;7. rifiuto, quando lo stimolo viene ignorato, 0 punti.Fanno parte dell’analisi formale l’aspetto grafologico, l’aspetto contenutistico (valuta di chegenere sono i contenuti dei disegni: umani, animati, inanimati; dà 5 punti alla figura umanacompleta a scendere).Analisi soggettiva: si deve considerare il significato archetipico dei segni e il significato delprodotto grafico. Permette la valutazione dei meccanismi di difesa, della dinamica dellosviluppo lipidico, delle modalità adottate per la soluzione dei conflitti, della dinamica edipica edell’immagine di Sé. Per quanto riguarda la quantificazione, è possibile dare un punteggio inbase al grado di coincidenza tra significato archetipico del segno e il disegno del soggetto:coincidenza ottimale = 5 punti, a scendere fino a 1 punto. Un elemento molto importantedell’analisi soggettiva è la successione dei disegni proprio per il rapporto con il significatoarchetipico (di solito i primi 3 sono quelli delicati, gli altri 4 caricano il soggetto di tensione e l’8è quello rassicurante).Analisi oggettiva: analizza il rapporto tra individuo e realtà ed il contenuto più profondo deisimboli. Quindi, diamo un valore positivo o negativo alle categorie mitico, magico, naturale,geometrico, astratto, a seconda del significato che i simboli espressi abbiano un significatopositivo o negativo.Riassumendo, alla fine di ogni quadrato avremo un indice numerico di integrazione formale, unindice numerico di integrazione formale sul contenuto, un indice numerico di coincidenza

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archetipica e un coefficiente di correzione oggettiva. Questi indici danno un profilo dellapersonalità del soggetto.CAP. 3 – I TEST TEMATICITAT (Thematic Apperception Test)Test di appercezione tematica formato da 31 tavole, di cui al soggetto se ne somministrano 20nella forma completa; sono previste forme ridotte, il cui numero è diverso a seconda delleteorie di interpretazione. Consistono in illustrazione, fotografie, disegni che danno luogo astimoli abbastanza strutturati ma ambigui; gli stimoli presentano, per lo più, situazioni di vitaquotidiana in cui sono presenti uno o più personaggi, ma in alcune tavole non vi sono figureumane.L’idea di base è che le storie che il soggetto racconta su ogni tavola sono delle descrizionileggermente deformate della sua condotta nella vita reale; il TAT quindi ci aiuta a tracciare unquadro equilibrato delle risorse e delle forze adattive e difensive.Storia del test: ideato da MURRAY; dopo due edizioni si giunge a quella definitiva nel 1943, cheè tuttora in uso. Essa è formata da 11 tavole comuni, 1 bianca, 16 diverse per sesso, 3 perragazzi inferiori ai 14 anni. La scelta delle tavole è stata fatta valutando la sua efficacia inrelazione ai risultati ottenuti, dallo stesso soggetto di età compresa tra i 14 e i 40 anni,analizzato per lungo tempo con diversi metodi diagnostici.Teoria: personologia, che concepisce la personalità come sistema formato da bisogni, legati astadi interni di insoddisfazione, e da pressioni legate agli oggetti, reali o percepiti, chepermettono o impediscono la manifestazione dei bisogni. Importanti anche il tema (unitàcoerente di bisogni e pressioni) e la catexis (che può essere positiva o negativa a seconda segli oggetti attirano o respingono l'individuo).I bisogni sono una forza che organizza percezione, appercezione e intellettualizzazione, inmodo da modificare in una determinata direzione una situazione considerata nonsoddisfacente. Sono primari se connessi con eventi organici (aria, fame, sete, sesso),secondari se derivano dai primari ma non hanno soddisfazione fisica. Si possono dividereanche in bisogni manifesti, se possono essere espressi con immediatezza, e bisogni latenti,se sono inibiti o rimossi (presuppongono strutture come il Super-Io che non permettono lalibera espressione). I bisogni interagiscono e si influenzano a vicenda formando una gerarchia,dove quello che non viene soddisfatto diventa dominante.Le pressioni, che si riferiscono alla forza che certi eventi hanno sulla persona, si distinguono inalfa se relative a forze esterne reali e oggettive, e beta, se dovute alla percezione o alleinterpretazioni del soggetto.La catexis equivale al concetto freudiano di carica di energia psichica e indica l’investimento suun oggetto che acquisisce la capacità di attrazione o repulsione.I temi, infine, rappresentano le interazioni dei bisogni e delle pressioni in combinazionidinamiche e permettono una visione globale del comportamento.Un altro concetto fondamentale della teoria di Murray è quello di complesso, cioè un insiemeintegrato duraturo (che deriva da condizioni piacevoli che vengono però contrastate da forzeesterne creando così problemi nella crescita) che determina il corso dell’ulteriore sviluppo. Tuttiabbiamo dei complessi, più o meno gravi.Descrizioni tavole: per Murray, così come per BELLAK, le tavole presentano temi emergenti,mentre per RAPAPORT dei clichè e per la Scuola francese dei conflitti e significati latenti.Somministrazione per Murray: modalità in disuso oggi perché ora si dà importanza anche alcomportamento non verbale. Infatti, Murray faceva sedere il soggetto di spalle rispetto allo

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psicologo con lo scopo di favorire la libera associazione, e somministrava le tavole, 10 adincontro, in due sedute di circa 50 minuti. Nella prima seduta, Murray lo presenta come test diimmaginazione e invita il soggetto a dire cosa ha determinato quella situazione, a descriverequello che i personaggi sentono e provano, ad esprimere liberamente i propri pensieri. Nellaseconda seduta, invece, Murray dice che la procedura è identica a quella precedente, ma chequesta volta il soggetto può dare maggiore libertà alla propria immaginazione, non ancorandosiad episodi della vita quotidiana. Alla tavola bianca (la 16) si chiede al soggetto cosa vede inquella tavola, di immaginare un’immagine e descriverla.Inchiesta: si chiede al soggetto dove ha tratto l’idea della storia, se da film, letture o propriricordi.Interpretazione: Murray sostiene che le storie inventate sono descrizioni deformate da quellevissute nella vita reale. Specifica che nella storia ci sia un eroe in cui il soggetto si identifica edei personaggi che rappresentano le forze dell'ambiente sociale e familiare che lo influenzano.Abbiamo un analisi formale e un analisi di contenuto.Analisi formale: riguarda la comprensione della consegna, la collaborazione, l’esatta percezionedella tavola, la coerenza delle storie, la concisione o ricchezza di particolari, la lunghezza egrado di realtà. Questi elementi danno informazioni circa intelligenza, pensiero, capacitàartistiche e letterarie, esame di realtà e patologie.Analisi di contenuto: valuta- motivazioni e sentimenti dell'eroe: azioni e sentimenti che gli si attribuiscono sono lemotivazioni del soggetto, cioè i bisogni profondi latenti alla base del comportamentomanifesto;- forze dell'ambiente che esercitano influenza sull'eroe;- svolgimento e conclusione della storia: come il soggetto reagisce all'ambiente e come orientala conclusione;- analisi dei temi: si valutano i punti precedenti in interazione globalmente. Bisogna notare itemi ricorrenti, intensi, ricchi e unici che danno indicazioni sui problemi del soggetto;- interessi e sentimenti;- sintesi: le storie possono rappresentare situazioni attuali o rifarsi a ricordi.Nell'interpretazioni per Murray non si può prescindere da tre livelli di personalità: tendenzerepresse, pensiero intimo, comportamento (confrontabili con l’inconscio, il preconscio e lacoscienza secondo Freud).IL TAT SECONDO BELLAKIl test di Murray è stato oggetto di critiche non solo da parte degli psicologi sperimentali, madagli stessi clinici, che non erano convinti della sua utilità. Non ritenevano adeguata la teoriadei bisogni e pressioni e mancavano delle soddisfacenti interpretazioni. Continuava però adessere usato nelle batterie dei test di personalità.BELLAK colma la distanza tra psicoanalisi, psicologia clinica e psicologia sperimentale,ridimensionando la teoria di Murray e delineando un particolare metodo di scorino. Servendosidel TAT, egli ha tentato di validare il concetto di proiezione. Riscopre Freud nella teoria di comeil ricordo delle cose percepite influenzano la percezione degli stimoli attuali, e di come ilsomministratore possa influire momentaneamente sulla percezione degli stimoli riproponendosentimenti originariamente provati verso altri. Nonostante ciò, Bellak preferisce a percezione iltermine appercezione, intesa come interpretazione dinamicamente significativa dellapercezione di un organismo.Ipoteticamente ci possono essere percezioni non interpretate, che danno luogo ad una

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percezione oggettiva (cognitiva), in base alla quale si valuta la distorsione; l'interpretazionesoggettiva dà luogo ad una distorsione appercettiva dinamicamente significativa. Vi è quindiun’assimilazione tra la percezione attuale e l’esperienza passata. Le forme di distorsioneappercettiva, in ordine crescente di patologia, sono:- Esteriorizzazione: processo preconscio che permette il racconto di fatti che possonofacilmente venire alla coscienza;- Sensibilizzazione: un oggetto che si identifica con un modello già noto è percepito piùfacilmente;- Proiezione: massimo grado di distorsione, si distingue in semplice (distorsione associativaper transfert di apprendimento) o invertita (corrisponde al meccanismo di difesa).Per lui la teoria più adatta è la Psicologia dell'Io, che centra l’obiettivo sulle interazioni dellepulsioni inconsce con Io. Le funzioni riscontrabili nei test percettivi secondo Bellak sono:esame di realtà, giudizio, senso della realtà e di Sé, regolazione e controllo delle pulsioni,relazioni oggettuali, processi di pensiero, regressione a servizio dell’Io (caratterizzata dallacapacità dell’Io di utilizzare di fronte a situazioni nuove il processo primario di pensiero),funzione difensiva, capacità.Una persona rigida, non capace di allentare il controllo, non darà che la descrizione delletavole, mentre una persona con controllo debole non si atterrà alla consegna.Numero delle tavole: somministra 10/12 tavole in un’unica seduta, durante la quale il pazientedeve raccontare, guardando le immagini, cosa è successo prima, cosa succede in quelmomento, cosa pensano i personaggi e come andrà a finire. Il clinico scrive tutto così comeviene raccontato.Inchiesta: serve per chiarire meglio ciò che il soggetto ha espresso. Per raccogliere e valutare idati Bellak usa uno schema di spoglio.IL TAT SECONDO RAPAPORTBellak, pur avendo dato un grosso contributo sia per l’inquadramento teorico che perl’interpretazione, continuava a mantenere l’attenzione sull’eroe e i suoi bisogni, così comeMurray. Il cambiamento più importante a tale proposito lo danno Rapaport, Gill e Schafer, chebasano la loro interpretazione sulla struttura delle storie.Somministrazione: al soggetto, seduto di fronte al clinico, vengono somministrate 20 tavole in2 sedute da circa 50/60 minuti l’una. Rapaport sconsiglia di scegliere meno tavole, perchéquelle scartate a volte sono le più illuminanti e possono comunque servire comeapprofondimento.Istruzione: come prima; il clinico deve annotare anche il tempo di latenza, cioè quello cheintercorre tra la presentazione della tavola e l’inizio del racconto, e il tempo totale che impiegaper raccontare la storia. Il soggetto va lasciato libero di dire quello che crede a suo modo. Allafine di ogni storia è opportuno procedere con l’inchiesta per chiarire eventuali dubbi.Fondamento teorico dell’analisi delle storie: nell’analisi delle storie bisogna distinguere,innanzitutto, il contenuto ideativo dai clichè (cioè da quello che vede la maggior parte deisoggetti), così da comprendere le regole generali con cui il soggetto opera la scelta dei clichè. Icontenuti ideativi essenziali, cioè i pensieri spontanei, sono la rappresentazione ideativadell’energia delle pulsioni, dei bisogni e degli affetti. In sintesi, mentre il contenuto ideativopermette deduzioni sulle tendenze fondamentali del soggetto, il clichè sul carattere generaledelle difese. L’importanza del clichè sta nel fatto che diventano norme rispetto alle quali sipossono misurare le devianze da essi e solo se posto in confronto con esse il significato delledeviazioni diventa chiaro. Questa è la base teorica per l’interpretazione.

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Tecniche di interpretazione: indagano sulle caratteristiche formali della struttura della storia esulle caratteristiche formali del contenuto della storia.Caratteristiche formali della struttura della storia: troviamo la conformità alle istruzioni e lacoerenza.Caratteristiche formali del contenuto: comprendono il tono del racconto, la caratterizzazionedelle figure significative, le tendenze ed atteggiamenti del soggetto, gli ostacoli di fronte aiquali ritiene di trovarsi.IL TAT SECONDO LA SCUOLA FRANCESETeoria: Shentoub, fondatrice della Scuola, aderisce in un primo momento alla “metodologiaspecifica” degli psicologi dell’Io, in quanto permetteva di differenziare l’interpretazione del TATda quella psicanalitica. Poi però ritiene che questa metodologia non sia in grado di spiegarecosa succeda ad un soggetto che immagina una storia da una tavola. Quindi si concentra suimeccanismi di difesa, tesi a ridurre tensioni interne, e li distingue dai meccanismi didisimpegno, tesi a realizzare possibilità anche al prezzo di aumentare la tensione.Per l’analisi si fa riferimento al modello strutturale edipico; l’interpretazione è basata suconfronto tra testo manifesto del racconto e contenuto latente e l’evidenziazione deiprocedimenti che hanno permesso il passaggio da uno all’altro.Tavole: forma ridotta di 17 tavole, compresa la bianca; alcune sono uguali per tutti, altredifferiscono a seconda del sesso (14 per i maschi, 15 per le femmine).Somministrazione: si chiede al soggetto di immaginare una storia partendo dalla tavola; nonc’è inchiesta, ma il clinico può fare domande durante la somministrazione, durante la qualedeve comunque annotare tutto.Processo TAT: l’elaborazione della storia è vista come un processo in cui si possono individuaretre stadi: percezione dell’immagine; capacità dell’Io di canalizzare la pulsione attraverso imeccanismo di difesa; creazione della storia attraverso il processo secondario.Scheda di spoglio: serve come riferimento all’analisi della forma nel racconto per trarre tutte leindicazioni sul funzionamento dell’individuo che si possono desumere solo conoscendo iprocedimenti usati. Si sono individuati 5 tipi di procedimenti:1) di tipo A, che rinviano a modalità di controllo;2) di tipo B, contrassegnati dalla labilità;3) di tipo C, con evitamento del conflitto;4) di tipo D, in cui il soggetto sfugge alla consegna di costruire una storia;5) di tipo E, che propongono un elenco di manifestazioni del processo primario.La scheda di spoglio permette un conteggio dei procedimenti presenti. Infine, si fa una sintesiin cui sono presenti la natura del conflitto e dell’angoscia, il tipo di relazione oggettuale e lemodalità difensive.ORT (OBJECT RELATION TEST)Costruito da PHILLIPSON con lo scopo di sviluppare il TAT integrandolo con alcunecaratteristiche del test di Rorschach. Egli mira ad una teoria unificata che permetta dicomprendere in un’unica struttura le dinamiche della percezione, delle relazioni interpersonali edella struttura di compito.La novità sta nel considerare il rapporto con il somministratore una relazione transferale,concepita non come particolare del trattamento analitico ma come comune ad ogni relazione, ele tavole come il mezzo per esprimere come è vissuta.Teoria: teoria delle relazioni oggettuali della Klein e Fairbairn, per cui il soggetto si relazionacon gli altri in base alle esperienze con le figure significative della sua infanzia. Fa parte della

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teoria l’immaginare due sistemi, l’A che è aperto e ricerca spontaneamente il mondo esterno(esperienze coscienti) e il B che evita le transazioni viste come fantasmi all’interno di sé(fantasie inconsce). Il tentativo di conciliare questi due sistemi determina un comportamentodi intolleranza, quale rigidità nella relazione.Materiale del test: 13 tavole, di cui una bianca, suddivise in 3 serie (A, B, C), ognuna dellequali presenta situazioni di relazioni oggettuali ad una, due, tre persone ed una situazione digruppo (g). Ogni serie varia sia per la quantità di dettagli che per il grado di somministrazioneed il tono emotivo. Le figure umane sono disegnate in modo ambiguo sia per quanto riguarda ilsesso che per i movimenti e l’espressione, in modo da permettere un’ampia possibilità di sceltanel definirle; non sono messi in risalto riferimenti a conflitti, anche se le tavole evocano propriole relazioni conflittuali.Destinatari: da 14 anni in su, ma con soggetti con capacità media o alta anche sotto i 10 anni.Modalità di somministrazione: per Philippson il modo migliore per iniziare è un’esplorazionereciproca, parlando persino dei propri interessi. L’assunto di fondo è che il modo in cui sicoinvolge negli interessi sia la modalità di coinvolgimento relazionale; è bene quindi indagaresulle relazioni oggettuali buone o cattive.Istruzioni: simili a quelle del TAT, precisando che la storia deve avere tre parti: inizio, parte dimezzo e fine. Durante la somministrazione della prima tavola possiamo fare domande echiarire incertezze, per le restanti tavole raccogliamo la produzione così come viene.Inchiesta: si fa alla fine della raccolta delle storie di tutte le tavole, non ha regole precise; ilclinico può focalizzare l’attenzione su dettagli, sentimenti, atteggiamenti, può far notareassenza di relazioni positive o negative o l’omissione di dettagli.Analisi e registrazione dei dati: si fa particolare attenzione a quattro dimensioni dei processiche hanno portato alla costruzione della storia:1. percezione del contenuto della tavola, delle figure, del contesto emotivo;2. appercezione (scelta) del tema e degli sbocchi di relazione tipica delle situazioneinterpersonale della tavola;3. contenuto delle relazioni oggettuali delle storie;4. storia come produzione, alla sua struttura e organizzazione.Naturalmente queste dimensioni si sovrappongono e si integrano.Philippson consiglia di registrare i dati in una tabella che rappresenti le situazioni ad una, due,tre persone e gruppo nelle tre serie A, B, C.Valutazione: ci sono 5 variabili per determinare l’evidenza con cui i sistemi di tensione siesprimono in termini di relazioni:1. situazione motivazionale: accettazione della situazione test per alleviare la tensione,atteggiamento del clinico;2. intensità della tensione: dipende sia dalla tolleranza che dall’entità delle realifrustrazioni subite;3. corrispondenza tra situazione stimolo e sistemi dinamici di tensione;4. contenuto di realtà della situazione-stimolo;5. contesto di realtà in cui la situazione stimolo è presentata.Interpretazione: è utile porre attenzione alla sequenzialità ed al contenuto delle storie, tenendosempre presente che i personaggi non possono essere considerati una riproduzione reale deigenitori, che rappresentano l’esperienza del soggetto con le figure significative del suo passatoe che fanno parte del mondo interiore dell’esperienza del soggetto.Considerazioni critiche: istruzioni troppo lunghe; termine “immaginare” non adatto; indicazione

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della lunghezza delle singole parti troppo direttiva e limita la libertà di espressione; graveintrusione del clinico che non si limita a ripetere le istruzioni ma incoraggia anche la richiesta dinuove versioni della storia.CAP. 4 – TEST TEMATICI PER BAMBINIPREMESSAPrima della somministrazione è opportuno creare un clima di complicità con il bambino, anchese può risultare un compito difficile visto che i soggetti sono in fase evolutiva. Occorre poispiegare che si tratta di un gioco ed è meglio lasciare la scelta della porta aperta o chiusa alsoggetto, in modo che non si senta oppresso da una presenza sconosciuta. In certi casi èpreferibile non sapere la diagnosi altrui per evitare di essere influenzati. La posizione miglioreper la somministrazione è quella di star seduti ad un tavolo ad angolo retto, che evita sia lasensazione di distacco sia il contatto diretto.BLACKY PICTURESCostruito da BLUM nel 1949, sulla base della teoria psicoanalitica, con lo scopo di verificarlasperimentalmente e di evidenziare sviluppo psicosessuale, relazioni oggettuali e meccanismi didifesa del soggetto. È il primo test tematico per bambini e come tale si propone di studiare ledinamiche significative attraverso il contenuto delle risposte.Soggetti: indirizzato a bambini dai 3 anni in poi, è stato usato anche con adolescenti e adulti.Materiale: 11 tavole che illustrano le avventure del cane Blacky e da un frontespizio con stimolimolto strutturati, ma ambigui, che presenta la famiglia di Blacky. Ci sono il papà con unamacchia nera sul muso e sull’orecchio e la zampa destri; la mamma con un fiocco sul collare;Tippy (a cui si attribuisce il sesso opposto a quello del soggetto) che è tutta bianca con unasola macchia sul muso; Blacky (a cui si attribuisce il sesso del soggetto) è completamentenero.Somministrazione: si chiede al bambino di raccontare una storia per ogni tavola, dopo peròaver presentato la famiglia di Blacky. Nel presentare le tavole viene però indicato quello chesta succedendo.Inchiesta: alla fine di ogni tavola si fa un’inchiesta a risposta multipla, differente in base alsesso. E si chiede al bambino di dividere le tavole in quelle che preferisce e non, scegliendoquella che piace di più e di meno.Critiche: il Blacky non è un test proiettivo a tutti gli effetti: la figura di Blacky non è affattoneutra, non si lascia il bambino libero di assegnare i ruoli o di scegliere il tema delle tavole(che vengono presentate dal somministratore). Infine, si fa l’inchiesta con domande a rispostamultipla che magari vanno a toccare argomenti che al bambino neanche erano passati per lamente.Nuove modalità: Barbarotto Moso propone di eliminare l’inchiesta e di far scegliere al bambinole tavole che secondo lui erano le preferite di Blacky, così il bambino sarà più spontaneo e sisentirà deresponsabilizzato. Rimane però il problema della presentazione delle tavole, ilproblema maggiore.CATBellak, che non riteneva idoneo il TAT per i molto giovani, crea il CAT (Children ApperceptionTest) nel 1952, per soggetti dai 3 ai 10 anni.Teoria: psicologia psicoanalitica dell’Io, in particolare secondo Hartmann. Bellak vuole studiarela struttura, le difese e le dinamiche di relazione e il trattamento dei problemi dell’età dellosviluppo, cioè tutte le problematiche significative con i genitori, i fratelli, la dipendenza,l’indipendenza.

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Materiale: le tavole sono 10 e presentano animali più o meno antropomorfizzati in situazioni divita umana e animale. La scelta degli animali come soggetto deriva dall’assunto di basesecondo cui l’identificazione e la proiezione con questi è più facile per il bambino, che li vivecon distacco. In ogni tavola vi sono una serie di temi dominanti.Somministrazione: non differisce da quella degli altri test proiettivi; si chiede di raccontaredelle storie a partire dalla visione delle tavole, che vanno presentate una per volte secondol’ordine prestabilito. Possiamo aiutare il bambino che tace chiedendo “cosa succede? E dopo? Eprima? Continua pure”. Qualora si debba interrompere per un qualsiasi motivo lasomministrazione, è bene non farlo dopo una tavola che ha particolarmente turbato il bambino.Inchiesta: alla fine di ogni storia è bene indagare sull’identità dei personaggi, il sesso, l’età,sentimenti, connessioni con la vita del bambino. Si cercherà anche di individuare il personaggiocon cui il bambino si identifica, quello che preferisce o meno.Categorie di analisi: Bellak propone un’analisi del contenuto (ciò che il soggetto vede) e unesame del comportamento (come lo vede); ripropone inoltre le stesse categorie di analisi delTAT (tema principale, eroe principale, principali bisogni, ambiente e personaggi, atteggiamentoverso i genitori, conflitti significativi, natura dell’ansia, principali difese contro i conflitti,adeguatezza del Super-Io, integrazione dell’Io). Esattamente come per il TAT, inoltre, la sintesifinale serve ad avere un quadro riassuntivo della personalità del soggetto.Successivamente, la Falcone, attenendosi rigorosamente alla psicoanalisi dell’Io, ha creato unatabella per analizzare le storie, applicando un + o un – come votazione e segnando con una Cle situazioni conflittuali. La tabella considera la libido (orale, anale, sessuale e la frustrazione),l’aggressività, il Super-Io, l’autonomia, le attività sociali, le difese, i simboli e gli eventi magici.PATTE NOIRE O PIEDINO NEROIdeato da CORMAN nel 1961 per valutare la personalità del bambino, le sue tendenze, i suoiconflitti, le difese dell’Io. Anche qui i personaggi sono animali, per lo stesso motivo. L’autore siè ispirato al test di Blum Blacky Pictures, anche se fa le debite differenziazioni; la scelta delmaialino è ispirato ai film Disney per la sua familiarità, ma evita anche l’eccessivaantropomorfizzazione. In tutte le 17 tavole c’è Piedino Nero, permettendo così un’attenzionecontinua e profonda sul personaggio.Teoria: psicoanalitica degli stadi evolutivi, che meglio di tutte spiega la personalità, l’inconscioe, in caso di patologia, le motivazioni profonde che la causano. Le immagini delle tavoleripropongono situazioni che il bambino può aver vissuto nella sua famiglia come il rapporto tragenitori o la rivalità fraterna.Temi: riguardano eventuali fissazioni alle fasi orale, anale, edipica e l’aggressività ad esseconnessa, il conflitto dipendenza/indipendenza ed il senso di colpa. Temi specifici del PN sonoquelli della macchia nera, del sesso invertito (se il bambino dà al maialino con cui si identifica ilsesso opposto al suo), della madre ideale e del padre balia (a cui si attribuiscono i compiti dellamadre). Ad ogni tavola il soggetto risponde con racconto inerente al tema, a meno che non siarimasto fissato ad un determinato stato che gli farà vivere lo stimolo sempre allo stesso modo.Materiale del test: ideato per bambini dai 4 ai 12 anni, formato da 17 tavole più unfrontespizio. Gli stimoli sono strutturati ma ambigui. Sul frontespizio c’è la presentazione dellafamiglia: sulla sinistra in primo piano c’è la madre (identificata dalle mammelle, con unamacchia nera su una zampa), in secondo piano il padre; a destra invece ci sono tre maialini,due bianchi e uno con una macchia nera sulla zampetta sinistra (Piedino Nero, appunto).Piedino Nero non è isolato come Blacky né differenziato quanto lui; inoltre, a differenza delBlacky, permette molta più libertà decisionale, in quanto è il bambino a decidere i ruoli e i

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legami dei vari personaggi, così come dovrebbe essere in un test proiettivo.Tavole: sono contrassegnate da un numero e da un titolo, che non bisogna però comunicare albambino per non influenzarlo.Tempo: 60/90 minuti, generalmente in un’unica seduta.Somministrazione: avviene in più momenti successivi:si comincia dal frontespizio, chiedendo perché il maialino si chiama Piedino Nero. Si dice chenelle figure non c’è una storia scritta e che va inventata, iniziando dallo scegliere il sesso diPN, chi sono gli altri maialini, che età anno, e chi sono quelli più grandi. Tutto ciò sempresenza dare suggerimenti di alcun genere;si presentano tutte le tavole assieme senza un ordine preciso e si chiede di scegliere quali sonoquelle che piacciono di più per raccontare una storia. Le tavole scartate potranno essereriprese successivamente. Alla fine si chiede come finiranno le avventure di PN e se ilbambino vuole aggiungere il racconto su qualche tavola prima scartata (nel caso saràinteressante capire perché l’aveva rifiutata);una volta finito si fanno rivedere tutte le tavole e si chiede di dividerle in due mucchi:quelle che piacciono e quelle che non piacciono. Del mucchio delle preferite si chiedequale piace di più e si prosegue fino ad esaurimento, idem per il mucchio delle menopreferite chiedendo anche cosa si cambierebbe. Corman suggerisce di porre domandeorientate quando il bambino salta un particolare della tavola, come “vedi qualcosa inpiù?”;Terminato il test si chiederà chi è il più felice e chi è il più carino e perché. Al momentoopportuno si domanderà se il padre ha preferenze tra i tre maialini e idem per la madre.Si mostra infine la tavola della Fata e si chiede di immaginare i 3 desideri espressi daPN.Dinamica delle costruzione delle storie: dalle storie emergeranno dinamiche relative al voleressere figlio unico, al voler regredire di età, alla gelosia per i fratelli, ai problemi familiari. Ilbambino potrà raccontare una storia concatenata o mostrare attenzione per un’immagine inparticolare che risponde ad una sua preoccupazione o ancora cambiare punto di vista con ognitavola. Per analizzare P.N. c’è un quaderno dove scrivere la composizione familiare indicata dalbambino, cerchiare le immagini sulle quali sono state create le storie scrivendo sotto il testo el’ultima pagina è riservata per il resoconto.Analisi: Corman suddivide l’analisi del PN in cinque tempi:1. analisi filmica, che consiste nel riportare sul foglio di spoglio i punti essenziali dei temidati per ciascuna immagine, segnando sia le difese che le tendenze espresse;2. si può tentare una prima sintesi a partire dai temi dominanti;3. sintesi che riguarda tutte le tendenze dominanti espresse nel frontespizio, nelle storie,nelle domande finali;4. ricerca di convergenza con altri test, come Duss, CAT;5. analisi con i dati dei colloqui e dell’anamnesi raccolta dai genitori.Interpretazione: avviene attraverso le regole del tema dominante e delle identificazioni (chi siidentifica con PN = buon adattamento; con genitori = dominanza dell’edipo; con maialinobianco = incapacità di assumere il ruolo dell’eroe).Il tema dominante, dovuto ad un complesso inconscio non può non emergere; questo attiva imeccanismi di difesa che a loro volta si manifesteranno nelle storie. Per trovare il temadobbiamo rifarci all’originalità; infatti una storia può attenersi fedelmente all’immagine odiscostarsene svelando, con la sua originalità, la situazione problematica.

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Possiamo quindi dire che: ripetere un tema originale o il non trascurare nessuna tavola puòindicare una personalità ossessiva; le improvvise rivelazioni fanno supporre l’emergereimprovviso di una tendenza; un tono affettivo particolare indica un tema importante (il tonodella voce tradisce l’emozione); i temi mascherati sono i più indicativi e possono portare alrifiuto dell’immagine, alla scotomizzazione parziale (una parte della tavola viene rifiutata), allanegazione del sentimento, alla formazione reattiva, all’inibizione, all’isolamento.Cap. 5 – IL TEST DI RORSCHACHSTORIA DEL TESTIl tentativo di studiare le immaginazioni attraverso le macchie di inchiostro era già stato fattonel 1857 dal poeta Kerner, nella cui opera presentava 50 macchie di inchiostro, che poicommentava con versi melanconici. Seguirono poi molti altri autori, ma nessuno riuscì davveroa capirne l’utilità e a scoprirne il funzionamento intellettuale ed emotivo se non Rorschach.Rorschach, attraverso il gioco del Blotto utilizzato con i pazienti schizofrenici, si rese conto chequesto tipo di persone davano risposte molto diverse dagli utenti normali. Intuì quindi che erapossibile creare uno strumento che, partendo dalla percezione, desse indicazioni per ladiagnosi della personalità.Nel 1912 fece una serie di studi che poi accantonò per interessarsi alla psicoanalisi e soltantoqualche anno dopo, leggendo una tesi di un giovane che aveva inventato delle macchie permisurare la fantasia, riprese nuovamente il suo lavoro. Nel 1918 elaborò circa 40 tavole cheprovò a somministrare a pazienti dell’ospedale psichiatrico e ne selezionò 15. Nel 1921 trovòun editore che gli fece ridurre a 10 il numero delle tavole e pubblicò il libro con cambiamentinon richiesti (colori alterati e sfumature che consentivano la percezione di figure interne) e nerimase entusiasta. Era talmente interessato alla pittura che tracciò personalmente le tavolericreando l’effetto di macchia casuale con un asse centrale. Il test suscitò perplessità e solodopo la morte di Rorschach divenne l’importante strumento che è oggi: il test proiettivo piùusato in campo clinico e psichiatrico. L’originalità di Rorschach è quindi quella di avertrasformato le macchie da prova di immaginazione a test di personalità.TEORIAInterpretato secondo la teoria psicoanalitica, anche se Rorschach, pur sostenendo la tesipercettiva, ha sempre dichiarato che i fondamenti teorici erano in uno stadio molto embrionale.Contrariamente all’opinione corrente secondo cui molto importante fosse l’immaginazione, egliindicava nella percezione (in cui intervengono sensazioni, ricordo di vecchie sensazioni eassociazione) e nell’idea gli elementi fondamentali all’interpretazione.Rorschach dichiarava globali quelle risposte con la tendenza a vedere un insieme unitario e acompletare ciò che manca; dettaglio la funzione selettiva per cui vengono unificati alcunielementi ed esclusi gli altri; forma la modalità di comprensione che privilegia la formacontinua, più simmetrica.Dal filosofo Vold, Rorschach riprende alcuni concetti fondamentali: le percezioni sonofondamentali ma inibite durante la veglia dalla coscienza e dal movimento muscolare estimolate da ogni sua restrizione. Quindi l’inibizione stimola le fantasie il cui contenuto èdeterminato da complessi e rimozioni.Rorschach, influenzato da Jung, individua poi due tipi di funzioni: introversione e extratensione(non sono funzioni che si escludono a vicenda, sono indispensabili per l’individuo e l’umanità,la proporzione in cui si presentano determina una tipologia particolare). Abbiamo quindi 2 tipidi persone: introverse (tendono a inibire movimenti e impulsi; nelle macchie vedono ilmovimento; hanno una maggiore vita interiore e una minore adattabilità al mondo esterno) e

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extratensive (esprimono il movimento e interagiscono con l’ambiente; esprimono le loroemozioni; hanno un intelligenza stereotipata o imitativa; i loro rapporti sono più estesi cheintensi).FONDAMENTO TEORICO PSICODINAMICORorschach non fa mai riferimenti diretti alla psicanalisi, ma la utilizza ampiamente; secondo luiil test può essere utili ai psicoanalisti per compiere una diagnosi differenziale tra nevrosi eschizofrenia o per fini prognostici della terapia analitica.Chi ha dato al Rorschach un fondamento teorico psicoanalitico è RAPAPORT, che considera iprocessi associativi e i processi dell’organizzazione percettiva, sia separatamente cheintegrandoli (1968). Altro fattore importante è la familiarità dello stimolo, in quanto sepresente stimola la memoria; al contrario, se assente è importante la formazione dei concettiper stabilire differenze e somiglianze. Dal momento che la percezione è determinata sia dallostimolo che dalla personalità, questo test ci permette di osservare direttamente il suo processodi organizzazione percettiva e cognitiva.Il Rorschach dà molte informazioni sugli aspetti dell’adattamento e del disadattamento poichéil soggetto, non potendo preveder la valutazione, è libero di esprimersi. Il test svelainformazioni sull’Io e sulla sue funzioni, sul rapporto con la realtà, sul Sé e le relazionioggettuali, sull’adattamento alla realtà e sulle pulsioni.Tratteremo prima il metodo di Bohm, che non si distacca molto dalle indicazioni di Rorschach edà un’interpretazione psicoanalitica; è il metodo più dettagliato e accurato.MATERIALE10 tavole, di cui 5 in grigio e nero con diverse sfumature, 2 in grigio e rosso e 3 policrome. Leimmagini sono formate da macchie di inchiostro, simmetriche rispetto ad un’asse centrale,facilitando così il compito del soggetto che deve interpretarle. Le macchie sono quindiambigue, senza una forma precisa, ma pur sempre semplice e regolare. Per quanto riguarda ilcolore, secondo Rorschach ogni colore esprime delle emozioni, come ad esempio il rossol’impulsività e il blu il controllo di se stessi.DESTINATARITest individuale che può essere somministrato dai 3 anni in poi, anche se è sconsigliato in casodi scompenso acuto o di personalità psicotiche.SOMMINISTRAZIONESi somministra generalmente al terzo incontro, in quanto è opportuno che il primo sia dedicatoalla conoscenza del soggetto attraverso il colloquio e il secondo ad un test cognitivo. Nel casoin cui il soggetto abbia già visto le tavole del test è bene specificare che l’importante è ciò cheil soggetto vede ora, anche se può essere interessante paragonare le risposte date con quelleprecedenti.Consegna: dopo aver permesso al soggetto di riambientarsi a seguito degli incontri precedenti,si dirà: “Le farò vedere delle tavole, lei mi dirà cosa potrebbe rappresentare. Può dare quanterisposte vuole, quando ha finito mi restituirà la tavola”. Si presentano dunque le tavole, che ilclinico tiene capovolte alla sua sinistra, una per volta e si annota quanto il soggetto dice, il nonverbale, il tempo che impiega, il tempo di reazione e anche la posizione in cui tiene la tavola.Se il soggetto ha difficoltà ha iniziare, con tono amichevole diremo “allora cosa vede?”; se nonc’è alcun effetto si passa alla tavola successiva. Se il soggetto indugia chiederemo“nient’altro?” e ripeteremo che si possono dare quante si vuole. È meglio non dare limiti ditempo (solitamente la prova va dalla mezz’ora alle 2 ore).In caso in cui il soggetto non veda nulla, dopo un primo tentativo di incoraggiamento

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desistiamo in quanto anche il rifiuto ha un significato. La tavola verrà riproposta alla fine con ladomanda “Ora vede qualcosa?” e in caso positivo si annoterà a parte ciò che vede.Protocollo: consiste nel dividere il foglio, su cui segneremo dati anagrafici, data e ora, in 8/9colonne, in cui annoteremo il numero della tavola, il tempo, la posizione della tavola, lerisposte parola per parola, la locazione esatta della parte interpretata, le determinanti, icontenuti, l’originalità e i fenomeni particolari. La posizione della tavola si segna con dei piccoliangoli <>, con i gradi o con le lettere fino ad usare la chiocciola per la rotazione completa. E’essenziale segnare la posizione per ogni risposta.INCHIESTANon è comune a tutte le scuole di pensiero, non si è unanimi su quando farla, se farla e come.Per quanto riguarda il primo punto, si è d’accordo sul farla alla fine della raccolta di tutte lerisposte, presentando di nuovo le tavole una per una; se il soggetto darà altre interpretazioniandranno segnate a parte.Rapaport consiglia di fare l’inchiesta tavola per tavola, dopo averla però tolta dalla vista delsoggetto, rimandando così il soggetto all’immagine che ha ritenuto determinante. La Falconenon è d’accordo: pensa che l’inchiesta già dalla prima tavola metta l’accento sulla modalità dipercezione e sarebbe suggeritoria per le tavole successive.Per quanto riguarda il secondo problema, gli studiosi sono d’accordo sul fare l’inchiesta il menopossibile e solo se necessario.Per quanto riguarda il terzo punto, infine, dobbiamo ricordare che le domande devono esserefatte con la massima prudenza e senza mai essere suggeritorie.Modifiche all’inchiesta tradizionale: oltre alla modalità di Rapaport, Bohm dopo l’inchiestasuggerisce un completamento, dicendo “molte persone che vedono queste tavole non diconotutto ciò che viene loro in mente, mi potrebbe dire dove ha omesso qualcosa, le mostrerò letavole una per volta, è sufficiente che dica sì se ha pensato qualcosa e non l’ha detta o no seha detto tutto”.L’inchiesta di Rizzo, il più grande studioso italiano di Rorschach, pone l’accento sulleinterpretazioni del chiaroscuro e sul simbolismo individualizzato dei contenuti (la cosiddettaPinacoteca Semplice). Dopo aver raccolto il protocollo il somministratore invita a dare un titoload ogni tavola e di ordinarle da quella più simpatica alla meno simpatica.SIGLATURADi solito si usa l’iniziale della corrispettiva parola nella lingua dell’autore. Quella italiana è comequella francese usata da Bohm, tranne che per la K (cinestesia) che in italiano diventa M(movimento), Dbl (dettaglio nel bianco) e Ban (banale) che diventa V (volgare).Localizzazione o modo di percezione: india quale parte della tavola è stata interpretata neldare la risposta, permette di stabilire la capacità percettiva e la relazione che ha il soggettocon gli oggetti interni ed esterni.G globale quando la tavola viene percepita come un tutto; si distinguono in g primarie(semplici tipo pipistrello e simultaneamente combinatorie costruite da più elementi masimultaneamente) e g secondarie, la cui globalità è costruita successivamente unendo piùdettagli (combinatorie successive, combinatorie confabulatorie, contaminate – tipiche dellaschizofrenia in cui tutto si fonde -. Poi anche importanti in questa categoria le globaliconfabulatorie (DG), formulate partendo da un dettaglio senza considerare il resto, e le globali-figure intermedie (DblG), in cui è evidente la presenza di figure intermaculari bianche).D: risposta-dettaglio, grande e/o in posizione privilegiata.Dd: piccolo dettaglio, o determinati in maniera insolita, o D ordinarie ma viste in maniera

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insolita.Dbl: spazi bianchi intramaculari o marginali, in cui vi è un’inversione di figura-sfondo.Do: dettaglio oligofrenico (Rorschach credeva fosse indice di oligofrenia), cioè quando figureumane o animali viste per intere vengono interpretate solo come parti.Determinanti: indicano le qualità percettive che determinano la risposta, iniziando einfluenzando il processo associativo che la produce. Importanti sono forma, colore o altrifattori in più.Le risposte di forma determinate da contorno e da area scelta, danno informazioniinconsapevoli; indicano in che modo il soggetto sperimenta i suoi affetti, li evita o li elabora.La forma è in relazione con il ragionamento e il senso di realtà. Sigliamo con:F la risposta in cui a formularla è decisiva la forma; può essere positiva se l’immagine presentapunti di concordanza con la macchia, negativa in caso contrario;M quando si tratta di immagini-ricordo; il movimento viene vissuto più che semplicementevisto (infatti di solito la risposta è accompagnata con un abbozzo del movimento);FC se predomina la forma e il colore è una determinante secondaria;CF se il colore predomina sulla forma;C quando determinante della risposta è solo il colore;MC se il movimento e il colore agiscono simultaneamente.Contenuto: classificazione concettuale del particolare prodotto del soggetto, la classe in cui larisposta viene inclusa (umana, animale, botanica). Al contrario di quanto accade con lecaratteristiche formali, quelle di contenuto possono essere manipolate perché consce.Per le più importanti si usano abbreviazioni, le altre risposte si segnano senza: H, Hd (formeumane intere, dettaglio umano); A, Ad (animale, dettaglio animale); Anat. (formeanatomiche); Sex (interpretazioni sessuali); Bot. (risposte botaniche); Ogg. (oggetti); Paes.(paesaggio); Nat. (natura); Arch. (architettura); Geo.; Cart. Geo (geografia o cartegeografiche); Astr. (astrazione, amore, libertà, amicizia), Sangue, Acqua, Nuvole.Schafer (1954) propone con la massima cautela, delle categorie per organizzare e interpretarele risposte di contenuto:1) Orientamento dipendente, oralità, preoccupazione relativa al nutrimento e alla richiesta.Fornitura di cibo = orientamento orale-ricettivo; richiesta di cibo = orientamento orale-aggressivo.2) Orientamento e preoccupazioni anali.Riferimento anale diretto, contatto e prospettiva anali, sporcizia, assalto.3) Orientamento sado-masochistico.Sadismo = accentuazione dell’ostilità, dell’attacco; protezione-difesa; masochismo =accentuazione del vittimismo.4) Orientamento autoritario.Autorità = potere; soggiogamento = sottomissione.5) Conflitti del Super-Io.Colpa, moralità, proiezione del Super-Io, innocenza, negazione della colpa, masochismo.6) Debolezza e forza in generale.Debolezza = inadeguatezza, impotenza, paura, bisogno di sostegno; forza = potenza,saggezza, comando, eroismo.7) Paura e atteggiamento di rifiuto nei confronti dell’identità maschile; identificazionefemminile negli uomini.Inversione, confusione, riferimento a perversioni, accentuazione dell’evirazione.

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8) Paura e atteggiamento di rifiuto nei confronti dell’identità femminile; identificazionemaschile nelle donne.Idem come prima.9) Atteggiamento di rifiuto verso il ruolo adulto, nutritore, parentale.Interesse regressivo per le immagini infantili, caratteristiche divoratrici dei bambini, sensazionedi essere divorati, accentuazione generale orale.10) Identità negativa; fallimento provocatorio, ostentato, cronico e inadeguatezza come ruoloesistenziale.Debolezza, accentuazione dell’evirazione, soggiogamento, masochismo, privazione.11) Narcisismo fisico, sensualità.Gioielli, manichino per abiti, profumo, altri oggetti decorativi.12) Preoccupazione per la riproduzione o per la funzione generativa.Ovaie, utero, addome gonfio, uovo, polline, accentuazione di spazi interni cavi.13) Preoccupazione per l’invecchiamento e per la morte.Esseri fatti a pezzi, decadenti, pelle consumata, stivale logoro, vestiti rovinati.14) Tono emotivo; atmosfera interpersonale.Tristezza, gaiezza, freddezza, controllo, inquietudine, attivismo, inerzia.Frequenza: le risposte che ricorrono più frequentemente vengono considerate: Ban. (banali,che rappresentano una norma di gruppo, modo di pensare della comunità e dipendono dafattori culturali, ambientali); Orig. (originali, cioè le risposte più rare, che si distinguono inOrig+ e Orig-).Fenomeni particolari: alcuni possono essere rifiuto, come sintomo di uno choc; denegazione,cioè il non riconoscere una risposta data o negare di averla data; choc-colore, il più frequentedei fenomeni particolari, che si manifesta con uno stato affettivo negativo determinato dallostupore suscitato dalla comparsa improvvisa di colore. Anche il tempo di reazione può esseremascherato con degli “atteggiamenti riempitivi”; una reazione opposta, cioè un tempobrevissimo di reazione, ha lo stesso significato.C’è poi la perseverazione, che consiste nel ripresentarsi alla coscienza dello stesso contenuto;l’accentuazione della simmetria; le risposte “oppure”, che si presentano con due risposte diseguito intercalate da “oppure” e denotano mancanza di sicurezza nel proprio giudizio;l’accentuazione della parte centrale.MECCANISMI DI DIFESAUn aspetto che secondo Schafer viene trascurato anche dalla stessa Psicologia dell’Io è quellodifensivo. Nel suo elenco di meccanismi di difesa, che non include l’introiezione e lasublimazione, troviamo:- rimozione: preclude ad una parte della personalità lo sviluppo verso la maturità, quindi ilmateriale rimosso presenta il suo originale carattere infantile. L’azione è dominata dagliimpulsi, i rapporti narcisistici, la modalità di pensiero è semplicistica, egocentrica estereotipata. I soggetti che usano la rimozione presenteranno dunque un protocollo povero,tempi lunghi e rifiuti nella siglatura e più risposte che indicano angoscia e l’affettività. Negliatteggiamenti verso il clinico il soggetto è concreto, egocentrico e insicuro;- negazione: disconosce fatti e sensazioni dolorosi. Quindi l’atteggiamento è sereno, difiducia, di apprezzamento;- proiezione: nella siglatura molte G (megalomania) accompagnate da F-. Eccessivi dettagliminuscoli e numerosi sono indici di tendenza paranoide. Ci può essere il rifiuto di molte tavole.I temi sono ostili, minacciosi, persecutori; l’atteggiamento è di sospettosità e rigidità;

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- regressione: ritorno a comportamenti tipici di tappe precedenti per sfuggire all’angoscia diuna situazione. L’atteggiamento è di accondiscendenza esagerata, con eccessive precisazioni,commenti sulla macchia, verbalizzazioni di tipo anale;- isolamento: meccanismo che separa l’affetto dalla rappresentazione insopportabile di unapulsione. Le esperienze penose vengono quindi private del piano emotivo. Quindi in questo testi soggetti che usano questa difesa evitano che emerga l’affettività e l’impulsività e fannoapparire il processo di risposta un fatto intellettuale distaccato. Nella siglatura c’è un altonumero di Dr, di F e di M. L’atteggiamento è distaccato e oggettivo;- intellettualizzazione: forma particolare di isolamento che però non limita la percezione, lamemoria, l’autoconsapevolezza. Notiamo un alto numero di G, di Dr e di Dbl; il contenutopresenta una tendenza all’astratto e l’atteggiamento è quello tipico di un esame;- formazione reattiva: difesa che trasforma comportamenti o atteggiamenti negativi nel lorocontrario. I contenuti ostili sono quasi sempre presenti ma ingentiliti; l’atteggiamento è quellodi chi vuole mostrarsi utile, rispettoso; nell’inchiesta tende a dare informazionispontaneamente, tenta di collaborare al massimo adattando la velocità di verbalizzazione aquella della scrittura dell’esaminatore;- annullamento: tende a negare magicamente i pensieri, parole, azioni con altri di sensoopposto. Nell’atteggiamento del soggetto notiamo lo scusarsi in continuazione per la rapiditàdel modo di parlare, che può essere una forma di annullamento.VERBALIZZAZIONIUn altro merito di Rapaport è quello di aver cercato di sistematizzare le verbalizzazioniimportanti e cercare di spiegare i processi psicologici che portano a quelle devianti. Per questovengono poste domande vaghe, che ci aiutano ad individuare i processi schizofrenici dipensiero, i quali possono manifestarsi con: risposte assurde che non hanno riferimentioggettivi alla macchia; risposte fabulate che presentano fantasticherie; combinazioni fabulateche sono formate da due o più percezioni buone in sé ma senza senso se combinate; leconfabulazioni che sono eccessi delle tendenze presenti sia nelle risposte fabulate che nellecombinazioni fabulate.SPOGLIOPrima di passare all’interpretazione, occorre quantificare i dati ottenuti nella stessa categoria,schematizzati nel protocollo che dia un quadro d’insieme e i cui dieci punteggi principali sono:1. numero totale delle risposte;2. tempo di interpretazione, cioè la durata totale di tutta la prova, tempo medio diinterpretazione, cioè il rapporto tra la durata della prova e il numero delle risposte, etempo di reazione, cioè l’intervallo tra la presentazione di una tavola e la primarisposta;3. localizzazione, suddivisa per modalità di percezione;4. determinanti;5. contenuto;6. frequenza, quindi le Ban. e le Orig.;7. percentuali, sul numero totale delle risposte o su quelle della categoria;8. tipo di percezione;9. successione dei modi di percezione, cioè il modo in cui la percezione si presenta in ognitavola;10. tipo di risonanza intima, cioè l’attitudine fondamentale della personalità a direttocontatto dell’Io e dell’ambiente circostante; è il rapporto numerico più importante.

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INTERPRETAZIONEÈ la parte più difficile; non è sufficiente prendere gli elementi risultanti ma valutare tutto nelsuo insieme. Si procede in 3 fasi:1. impressione globale intuitiva che si sprigiona dal protocollo grezzo;2. controllo scientifico delle parti, che si attua attraverso il pensiero cosciente e iniziandodall’ aspetto formale per poi passare al contenuto;3. riassunto intuitivo e critico dell’insieme, cioè un’analisi approfondita che indica l’originedello stato attuale del soggetto.PSICODRAMMACi sono due modi per elaborarlo: uno sistematico, più statistico e che offre una maggiorepossibilità di confronto, ed uno che parte da un problema centrale, che è sconsigliabile perchérichiede maggiore esperienza.Per la presentazione sistematica, uno dei modelli più accettati è lo schema di riferimento diBohm, che comprende una valutazione quantitativae qualitativa dell’intelligenza, gliatteggiamenti generali, i tratti nevrotici, l’umore, eventuali prognosi e indicazioni terapeutiche.Infine, occorre sintetizzare l’interpretazione in un quadro d’insieme che metta in evidenza itratti salienti della personalità del soggetto.MODIFICHE E/O AGGIUNTEDe Traubenberg, nel fare una sintesi tra aspetti percettivi, rappresentativi e affettivi, haevidenziato un significato latente. Se infatti alcuni elementi sono comuni a tutte le tavole, ilcontenuto manifesto richiama altre implicazioni come la realtà percettiva, sociale, esterna eadattiva.Sollecitazione latente del contenuto: il fatto che alcuni temi appaiano in modo regolare e conmolta frequenza ha indotto alcuni clinici a chiedersi se il materiale del test fosse veramenteneutro e si sono studiate quali possano essere le sollecitazioni fantasmatiche, affettive osimboliche del test di Rorschach (ad es. la tavola I evoca relazioni precoci con il primo oggetto,e la tavola III rinvia all’identificazione sessuale).IL RORSCHACH SECONDO EXNERTra i metodi attualmente usati, quello che attira più l’attenzione è il Sistema Comprensivo diEXNER, che considera il test ateorico e lo interpreta psicometricamente, evitando il piùpossibile l’interpretazione. La modalità usata da Exner presenta quindi una procedutastandardizzata e rigorosa (non approvata dalla Falcone).Somministrazione: dura 40/60 minuti e le risposte, per essere valide, non devono essere menodi 14. Soggetto e clinico siedono fianco a fianco, per permettere al clinico di poter vedere latavola nella stessa prospettiva e per evitare che possa dare suggerimenti con la mimicafacciale o la postura.Exner somministrando il test chiede se già lo si conosca e se lo si abbia già fatto, spiega cononestà che è un test per svelare le caratteristiche delle persone. La tavola si consegnachiedendo “cosa potrebbe essere?”; successivamente il clinico non interviene più.Dopo aver raccolto le risposte passa all’inchiesta, fa rivedere le tavole spiegando che non civorrà molto, chiedendo dove l’immagine riferita è stato vista nella macchia e che cosa gliel’hafatta vedere, in modo da poterla vedere nello stesso modo.Sommario strutturale: rielaborazione qualitativo-quantitativa del protocollo; le rispostevengono classificate in Localizzazioni, Determinanti e Contenuto e poi elaborate in somme epercentuali. Exner ha aumentato il numero delle categorie aggiungendone tre:

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- Qualità evolutiva, cioè la qualità della Localizzazione;- Qualità formale, cioè il grado di adeguamento alle caratteristiche della macchia;- Attività organizzativa, cioè il modo in cui il soggetto mette in relazione tra loro due o più partidella macchia.Siglature speciali: anche Exner, come Rapaport, ritiene importante le verbalizzazioni e assegnaloro un punteggio. Le verbalizzazioni insolite riguardano verbalizzazioni devianti, combinazioniinappropriate e logica inappropriata. Questi dati così raggruppati rappresentano l’analisiquantitativa del protocollo e permettono di individuare dei raggruppamenti di variabiliintercorrelati, i cluster. Exner ne individua 7 collegabili al funzionamento di aspetti distinti dellapersonalità, e un ottavo che dà informazioni sullo stress provocato dagli altri cluster.