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Anno 1, numero 1, settembre 2011 ticinoaperto. ch «Votate PS per eli- minare Stojanovic!» Un deputato lancia la provocazione e spiega perché c’è bisogno di un Tici- no aperto a Berna. pagine 4 e 5 La lingua di Dante è ancora viva nella ca- pitale federale? Gli svizzeri di lingua ita- liana vengono presi sul serio? La parola all’ex portavoce del Consiglio federale. pagina 3 L’uscita dal nucleare offre nuove opportu- nità economiche al Ticino, che ha tutti gli atout per pun- tare sullo sviluppo dell’energia sola- re ed eolica. pagina 6 La voglia di cambiare In tutto il mondo cresce il desiderio di democrazia. I cittadini e le cittadine si ribellano e chiedono giustizia, libertà, pace, abbandono del nucleare. In Svizzera invece sempre meno persone parte- cipano alle elezioni e i giovani si interessano poco alla politica. Eppure: votare è bello! pagina 2 CRUCIVERBA Partecipa e vinci! pagina 8 © Christian Charisius / Reuters INTERVISTA ENERGIE RINNOVABILI ITALIANO A BERNA

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Anno 1, numero 1, settembre 2011

ticinoaperto.ch

«Votate PS per eli-minare Stojanovic!» Un deputato lancia la provocazione e spiega perché c’è bisogno di un Tici-no aperto a Berna.

pagine 4 e 5

La lingua di Dante è ancora viva nella ca-pitale federale? Gli svizzeri di lingua ita-liana vengono presi sul serio? La parola all’ex portavoce del Consiglio federale.

pagina 3

L’uscita dal nucleare offre nuove opportu-nità economiche al Ticino, che ha tutti gli atout per pun- tare sullo sviluppo dell’energia sola-re ed eolica.

pagina 6

La voglia di cambiareIn tutto il mondo cresce il desiderio di democrazia. I cittadini e le cittadine si ribellano e chiedono giustizia, libertà, pace, abbandono del nucleare. In Svizzera invece sempre meno persone parte- cipano alle elezioni e i giovani si interessano poco alla politica. Eppure: votare è bello! pagina 2

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IntErvIStA EnErGIE rInnOvAbILIItALIAnO A bErnA

2 ticinoaperto.ch/settembre 2011DEmOcrAzIA E GIOvAnI

I giovani e gli ideali

«È un piacere pensare di cambiare le cose non con la violenza delle armi ma con la gentilezza del voto»

votare è bello!i propri interessi e non permettendo più che essi vengano gestiti paternalisticamente da un re-padre-padrone che presume di saperne più del popolo e che gli impedisce di crescere mantenendolo in uno stato di minorità? E che cosa succede invece laddove la democrazia c’è da tempo? Che il voto è trascurato, che si è come sazi di democrazia – e la sazietà genera repulsione e disincanto – che si è persa la ca-pacità di giocare e l’ardore del gioco.

E’ bello invece votare, è un gioco andare alle urne (di persona o per corrispondenza carta-cea o elettronica), è un piacere pensare di po-ter cambiare le cose non con la violenza delle armi ma con la gentilezza del voto: perché le cose cambiano davvero se dal basso emergo-no aspirazioni e desideri e si contribuisce, col

voto, a realizzarli. Ma che il voto giunga alla fine di un accurato dibattito pubblico, come auspica Amartya Sen, il quale vede nella de-mocrazia soprattutto l’aspetto della parteci-pazione alla discussione pubblica. La felicità è proprio questo, è un gioco onesto e corretto condotto, tra regole e libertà, con la partecipa-zione dei piccoli pedoni che vanno al voto per vincere e cambiare. E chi è felice e contento è anche bello, glielo si legge in faccia, e la bellez-za, davvero, non guasta mai.

Il voto – si dice – è parte integrante del gioco democratico. Gioco? Ma il gioco non è un’at-tività per bambini, che cessa quando si diven-ta adulti e si passa alle cose serie? Sarà anche, ma proviamo per un attimo ad abbandonare questo pensiero e a immaginare uno spazio di gioco per adulti che non sia meramente il gio-co competitivo (lo sport) e nemmeno il gioco d’azzardo (le carte e simili); un gioco che arric-chisce la vita, che esalta la fantasia, che suscita sorpresa, curiosità, stupore: il gioco democra-tico dunque, dove il voto è una parte importan-te perché fa crescere la democrazia, la demo-crazia rende felici e chi è felice è bello.

La democrazia, spiegano Ezio Mauro e Gu-stavo Zagrebelsky nel recente La felicità della democrazia. Un dialogo (Roma-Bari, Laterza, 2011) «sembra contenere tutto ciò che di buono, di giusto e di bello ci si può attendere dalla politica». Poi è vero che questo aspetto così luccicante e attra-ente si scontra spesso con la delusione dei fatti, ma perché non constatare che il benessere e la felicità dei cittadini si misurano proprio sulla possibilità degli adulti di giocare al gioco della democra-zia? E giocare è bello, lo sanno tutti.

Si gioca con quel diritto che è il voto, che sembra piccolo piccolo, così piccolo da appa-rire insignificante, inutile, un debole pedone di fronte al potente re. E invece, con quel piccolo pedone, con tanti piccoli pedoni tutti insieme si può scalzare il re e cambiare il modo di go-vernare un paese, nel rispetto del sistema di regole e libertà che è la politica democratica. Che cosa chiedono infatti le rivoluzioni dei gel-somini, le primavere democratiche in Egitto, Tunisia, Libia, Siria, Yemen, dove le persone sono disposte a morire per la democrazia, se non di poter votare e partecipare attivamente alla vita politica esprimendo personalmente

Francesca rigotti filosofa e docente universitaria

[email protected]

Anja Giudici studentessa universitaria e già

membro del comitato della Gioventù Socialista Ticino

[email protected]

Quando arriva il momento in cui ci ritrovia-mo coinvolti da temi tipicamente “di sini-stra”? In genere succede durante gli ultimi anni alle scuole medie, quando sempre più veniamo confrontati con ciò che ci sta in-torno: apprendiamo di guerre inesauribili e ingiuste, bambini soldati, prigionieri po-litici e animali maltrattati. Quindi, via ver-so vivaci cortei colorati, manifestazioni di piazza, lunghe serate di discussione e con-vinte raccolte di firme!

E poi? Ecco la realtà: ci si immerge nel-lo studio o forse in un apprendistato e le questioni esistenziali che prima riempi-vano i nostri pensieri ci appaiono meno fondamentali. Nel frattempo veniamo as-saliti da preoccupazioni più pragmatiche e pian piano il tempo a disposizione per pensare ai grandi temi mondiali si dilegua. Le persone realiste che ci stanno intorno ci indicano che non è per nulla appropria-to impegnarsi per obiettivi che sembrano irraggiungibili. E l’etichetta di “idealista” ci sembra una delle peggiori dichiarazio-ni che ci possano capitare: squalifica ogni opinione portata. L’impegno ormai si limi-ta a gesti di beneficenza, o nell’imbucare la scheda di voto e nella lettura distratta del giornale quotidiano. I temi a cui rivol-giamo l’attenzione sono sostanzialmente quelli che riguardano direttamente la no-stra vita personale, e anche questi vengo-no dapprima valutati rispetto alla propria sicurezza di ritrovarsi nell’opinione della maggioranza.

Ma non sarebbe bello cercare di ritrova-re una manciata delle dimenticate e forse ingenue idee giovanili? Bisognerebbe cer-carle nei diari di scuola, fra le dediche delle amiche, le scritte sconce e le foto coperte di cuoricini dei ragazzi dei quali si era inna-morati. Ma magari darebbero uno spunto per poter di nuovo tentare di credere nella possibilità di un mondo più giusto, di un Ticino più aperto, dove tutti possono dire la loro, un po’ come accadeva nelle assemblee scolastiche. Un Ticino dove si cerca il con-tatto con chi parla una lingua diversa dal-la propria e non si sciupa il territorio con orrende costruzioni che servono solo ad arricchire chi già troppo ha.

Diamo fiducia a chi ancora sa volgere lo sguardo oltre le mura con le quali si vorreb-be rinchiudere il nostro cantone!

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A Palazzo federale ormai non si parla più ita-liano. Solo in momenti particolari, come ad esempio in occasione di una votazione, una consigliera nazionale ticinese o un alto fun-zionario italofono pronuncia qualche frase di circostanza in italiano. Queste espressioni le capiscono però tutti, persino il sottoscritto. Ma poi il discorso continua in tedesco o in france-se, talvolta in via del tutto eccezionale in ingle-se. I ticinesi sono una piccola minoranza che – crediamo noi svizzeri tedeschi – si adegua molto meglio rispetto alla grande minoranza costituita dai romandi. I ticinesi – crediamo noi svizzeri tedeschi – sono alla mano: sono o non sono aperti, cordiali e simpatici più degli altri svizzeri? Questa opinione la sentivo ogni anno da mio padre attraversando le Alpi per andare in Ticino in vacanza. Oggigiorno però non capiamo bene come e per quali ragioni i ticinesi, così aperti e cordiali, possano votare Lega oppure in modo così massiccio – al pari dei cantoni della Svizzera primitiva – a favore dell’iniziativa per l’espulsione degli stranieri. Ciò che succede sul piano politico nel vostro Cantone non riusciamo più a comprender-lo. I media della Svizzera tedesca riferiscono solo sporadicamente sui dibattiti politici della Sonnenstube, così come ancora oggi “Svizzera Turismo” dipinge il Ticino come una regione di vacanze.

La poca considerazione della lingua italia-na, della politica e della cultura ticinese nella capitale va di pari passo con la sottorappresen-tanza dei ticinesi nel personale dell’Ammini-

ticinoaperto.ch/settembre 2011 SvIzzErA

strazione federale. L’Ufficio federale del per-sonale rileva, da una parte, che i ticinesi sono rappresentanti in maniera “adeguata” a Berna, tuttavia, non si tratta di ridurre il tutto a valori puramente statistici. Non basta che le mino-ranze culturali e linguistiche siano presenti in seno al personale federale in modo proporzio-nale, ma dovrebbero essere sovrarappresenta-te al fine di poter far sentire la propria voce e il proprio peso. E soprattutto: i ticinesi devono essere più uniti a Berna.

Nenad Stojanovic non è solo un abile tessi-tore di relazioni e un fine politologo che studia le culture minoritarie e la democrazia diretta, ma è anche un sensibile linguista, nel senso etimologico del termine, ossia un profondo conoscitore delle lingue. Una persona aper-ta, piacevole, sempre pronta ad aiutare, un ticinese che come pochi altri è nel contempo uno svizzero e un europeo. L’esatto contrario di un nazionalista. Sono fermamente convin-to che Nenad farebbe solo del bene a Palazzo federale.

L’italiano deve contaredi più a berna

PEr tuttI, SEnzAPrIvILEGI!

Oswald Sigggiornalista, già portavoce del Consiglio

federale e già vicecancelliere della Confederazione

[email protected]

4 ticinoaperto.ch/settembre 2011IntErvIStA

«Il mondo non finisce a chiasso, né al San Gottardo»

valutato in base a criteri come competenza, im-pegno, idee ... Non è giusto cancellare le perso-ne solo per il nome o il cognome che portano.

È stato il più giovane giornalista a Palazzo fede-rale, poi collaboratore del consigliere federale Moritz Leuenberger, adesso è docente univer-sitario e granconsigliere. La sua carriera lampo non smentisce l’opinione che un cognome in “ic” sia un ostacolo e un motivo di discriminazione?Certo che la smentisce. Ma non è solo una questione di cogno-me. Vede, in Ticino, come altro-ve, tanti posti di lavoro vengono assegnati ai figli dei parenti, degli amici, degli amici degli amici … Questo è però un messaggio devastan-te per i giovani, siano essi di origine straniera o non, che non appartengono a determinate cer-chie e che possono far capo soltanto al proprio impegno. Ecco: il mio esempio, come quello di molti altri, è in controtendenza e se riuscirà a in-coraggiare anche solo un giovane a non mollare e a perseverare sulla propria strada, sarò contento.

Per quale motivo ha deciso di candidarsi al Consiglio nazionale? In aprile sono stato eletto in Gran Consiglio per la seconda volta, ricevendo molti più voti che

nel 2007. Questo risultato, ma anche i riscontri avuti da persone a me sconosciute che incon-tro per strada, mi fanno capire che ci sono tanti cittadini che apprezzano il mio lavoro politico e le idee che difendo. Inoltre, conosco bene la Berna federale. Ora metto a disposizione degli elettori quest’esperienza e queste conoscenze. Se lo vorranno, potrò diventare uno degli otto rappresentanti ticinesi al Consiglio nazionale, spero assieme a Marina Carobbio che ha fat-

to un ottimo lavoro negli ultimi quattro anni e che merita di essere rieletta. L’obiettivo gene-rale è che il PS possa mantenere il suo secondo seggio e che tutto lo schieramento del centro-sinistra possa essere degnamente rappresenta-to a Berna.

Chi, in primo luogo, vuole rappresentare a Berna?Vorrei poter rappresentare un Ticino che sem-bra essere sempre più minoritario ma che esi-ste e che ha bisogno di una voce: un Ticino aperto. Tutte quelle cittadine e cittadini che

È stato giornalista a Palazzo federale e collaboratore di un consigliere fede-rale. Ora è deputato al Gran consiglio tici nese e si candida al consiglio nazionale, la camera bassa del Par-lamento svizzero. A berna nenad Stojanovic vorrebbe dare voce a tutti coloro che desiderano un ticino aperto. Intervista a cura di Beat Allenbach

«I verdi e i socialisti devono battersi, insieme, per vincere queste elezioni»

Ha detto, recentemente, «votate socialista per eliminare Stojanovic». Come mai questa battuta?Era ovviamente una battuta ironica, visto che nei blog di diversi siti ticinesi sono spesso at-taccato da persone che affermano di votare Lega o UDC e cui dà fastidio che uno Stojanovic possa fare politica in Ticino. Quindi ho detto che ora, per la prima volta, hanno l’occasione di eliminarmi! Il sistema di elezione del Consi-glio nazionale permette infatti non solo di dare preferenze a un candidato, ma anche di “rigar-lo”, cioè di cancellarlo dalla lista. Ma per farlo, bisogna dapprima votare la lista su cui appare il nome di tale candidato. Da qui il mio invito ai blogger: se volete cancellarmi, basta che votia-te la scheda PS! Scherzi a parte: il mio auspicio più sincero è che ogni candidato possa essere

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sanno che il mondo non finisce a Chiasso e nemmeno al San Gottardo, che capiscono l’im-portanza dei valori quali la solidarietà, l’uma-nità, la giustizia, l’etica, il rispetto dell’ambien-te. Eppoi spero anche di poter rappresentare una nuova generazione della sinistra ticinese, visto che sono l’unico candidato PS nato fra il 1966 e il 1986 …

Riguardo a quali temi pensa di potere dare un suo contributo? A Berna continuerei a occuparmi dei temi che conosco bene: la politica energetica, la politi-ca dei trasporti, la protezione dell’ambiente, il territorio, la lotta ai conflitti d’interesse fra politica e affari, le pari opportunità … Inoltre, mi stanno a cuore alcuni temi di cui mi occu-po nel mio lavoro accademico e che sono sì importanti per il Ticino ma anche per tutta la Svizzera: plurilinguismo e difesa della lingua italiana, democrazia diretta, federalismo.

A livello federale socialisti e Verdi, spesso, sono alleati, si battono per raggiungere gli stessi tra-guardi, ma in Ticino i Verdi sembrano avere una gran voglia di distinguersi dai socialisti. Lei ne sa indicare le ragioni e come vede i rapporti tra socialisti e Verdi in Ticino e a Palazzo federale? I Verdi svizzeri appartengono allo schieramento politico di centro-sinistra. Direi che que-sto sia il dato di partenza. È quindi normale, e auspicabile, che il PS e i Verdi siano alleati, ma anche che ciascuno abbia una propria auto-nomia. Faccio parte dell’ala ambientalista del PS e quindi mi auguro non solo che il PS possa mantenere due seggi in Consiglio nazionale, ma anche che i Verdi riescano a fare un seg-gio. E chissà se, insieme, riusciamo a eleggere per la prima volta nella storia un nostro rap-presentante, Franco Cavalli, al Consiglio degli Stati! Il momento è molto delicato. Attualmen-te, su dieci membri della Deputazione ticine-se vi sono cinque politici di centro-sinistra, di cui quattro non si ricandidano. Oltre a Fabio Pedrina del PS, penso a Meinrado Robbiani e a Chiara Simoneschi-Cortesi del PPD e a Dick Marty del PLR. Vi è quindi un vero rischio che i candidati del centro-sinistra ottengano due o magari solo un seggio! Ecco perché i Verdi e i socialisti devono battersi, insieme, per vincere queste elezioni.

In che senso influisce la sua esperienza in Bosnia – dalla nascita fino all’età di 16 anni – nel suo modo di vedere la Svizzera e nel suo approccio alla politica federale?Quell’esperienza mi ha insegnato che la po-litica è un male necessario, non possiamo la-sciarla in mano agli opportunisti che cercano solo il proprio guadagno e non hanno a cuore il bene comune. Mi permette anche di osservare la Svizzera con un po’ più di distanza. Quan-do sono all’estero nei convegni accademici, mi capita spesso di tessere le lodi del modello svizzero di democrazia, per il suo equilibrio e il suo rispetto delle minoranze. In Svizzera, inve-ce, tendo a essere più critico e uso gli strumen-ti politici che ho a disposizione per cercare di migliorare le cose, denunciando per esempio la cementificazione del territorio o una politica dei trasporti basata eccessivamente sull’auto-mobile e troppo poco sugli spostamenti a pie-di, in bicicletta o in bus.

Per quale ragione i ticinesi e le ticinesi dovrebbero votare proprio Stojanovic?Nessuno “deve” votarmi. Ma tutti lo possono fare. Io metto a disposizione le mie competenze

in politica federale e il mio tempo per una causa che ritengo giusta: i cittadini avranno l’ultima parola. Ciò che è certo è che senza la politica vivrei meglio e avrei più tempo da dedicare alla famiglia. Quest’estate mi sono sposato e recen-temente ho saputo che all’inizio dell’anno pros-simo diventerò papà: adesso osservo il mondo con uno sguardo diverso e relativizzo l’impor-tanza di tante cose, inclusa la politica. Ma sono fatto così e sento come un mio dovere civico di fare il possibile per realizzare un mondo anche solo un po’ migliore di quello attuale. Se questa sia la ragione sufficiente per votarmi, lo diranno gli elettori e le elettrici il 23 ottobre.

IntErvIStA

Nenad Stojanovic è nato a Sarajevo il 25.2.1976 e abita a Gandria. È stato corrispondente del GdP da Berna (2000 – 2002) e collaboratore del consi-gliere federale Moritz Leuenberger (2002 – 2004). Già consigliere comunale a Lugano e membro della Direzione del PS svizzero (2004 – 2008),

dal 2007 è granconsigliere ed è presidente della Commissione Energia. Dottore in scienze politi-che (2008), è ricercatore e insegna alle università di Zurigo e di Losanna. È vincitore del Premio let-terario Chiara Giovani e ha pubblicato la raccolta di racconti C’era una volta una città (2007).

rItrAttO

nOtIzIE brEvI

Italiano su tutti i prodottiBELLINZONA «La lingua italiana deve esserci sulle etichette di tutti i prodotti fabbricati e com-mercializzati in Svizzera, e se possibile anche su quelli d’importazione». Lo chiede il gran-consigliere ticinese Nenad Stojanovic in un atto parlamentare. Oggigiorno sulle etichette di tanti prodotti figurano spiegazioni in tedesco e fran-cese, talvolta anche in inglese, ma raramente in italiano.

chi insulta pagaLUGANO Nella Svizzera italiana sempre più giornali usano insulti, spesso volgari e di bassa lega, per colpire politici, funzionari, magistrati ma anche semplici cittadini. Al tempo stesso essi strumentalizzano e alimentano sentimenti di xenofobia e di razzismo. Molti cittadini non sopportano più questo malandasso e lo giudi-cano pericoloso per la pace sociale e nocivo per l’immagine del Ticino nel resto della Sviz-zera e fuori dei suoi confini. Il deputato Nenad Stojanovic si fa carico di queste preoccupazioni e chiede che, su segnalazione di un apposito Osservatorio indipendente dei media, per ogni articolo contenente frasi o espressioni che in-sultano singoli individui o categorie di persone (per motivi quali sesso, origine, credo religio-so, appartenenza a un partito, ecc.) il giornale in questione sia tenuto a versare 1000 fr. a un fondo speciale per sostenere progetti di preven-zione del razzismo.

Il giro del ticino … a piediGANDRIA Fare un giro del Ticino a piedi, in soli dieci giorni, visitando tutti i principali valichi di frontiera fra Svizzera e Italia. Questa la sfida del candidato al Consiglio nazionale Nenad Stoja-novic che dal 13 al 22 agosto, partendo dalla dogana di Gandria, ha percorso il Cantone a piedi con il motto «A contatto con i cittadini, alla riscoperta del territorio». Un’esperienza insolita e un modo diverso per fare campagna elettora-le, ricambiati da incontri spontanei e dall’ospi-talità delle persone incontrate per strada, ma anche dalla bellezza dei paesaggi ticinesi.

beat Allenbachgiornalista, già corrispondente del Tages Anzeiger da Roma, da Palazzo federale e dal [email protected]

«vorrei rappresentare a berna un ticino che sembra minoritario ma che esiste: un ticino aperto»

6 ticinoaperto.ch/settembre 2011

La svolta energetica per un ticino vincente

tIcInO

IMPRESSUM

RedazioneComitato elettorale «Nenad Stojanovic in Consiglio nazionale»CH-6978 Gandria

ImpaginazioneLisa Schädel e Atelier Kurt Bläuer

CollaborazioneBeat Allenbach, Anja Giudici, Francesco (Ceck) Giudici, Paolo Malinverno, Roger Nordmann, Francesca Rigotti, Sergio Roic, Lisa Schädel, Tanja Stojanovic

Tiratura: 20 000 copie

Il giornale è gratuito. Se ti piace e desideri sostenerlo con un piccolo contributo scrivi subito un SMS al numero 076 405 02 52 indicando l’importo (per esempio 5 fr.) e un indirizzo postale. In pochi giorni riceverai un bollettino di versamento. In alternativa puoi usare direttamente il conto corrente postale del Comitato (CCP 65-256354-4) o scrivere una mail a [email protected].

La decisione di uscire dal nucleare rappresen-ta per il Ticino un’opportunità eccezionale dal profilo economico. In effetti, se non ci fossero state le vicende giapponesi, una nuova centra-le nucleare sarebbe stata costruita in Svizzera tedesca, mentre ora il passaggio a energie rin-novabili offre delle ottime carte per la realizza-zione di relativi impianti al sud delle Alpi. Ma la domanda chiave è: il Ticino sarà capace di cogliere questa occasione nell’era post-Fuku-shima?

Il Ticino è uno dei tre cantoni svizzeri, assie-me a Vallese e Grigioni, che dispone di maggio-ri vantaggi nell’ambito di nuove energie rinno-vabili. In primo luogo pensiamo all’energia so-lare. Le regioni alpine del Ticino beneficiano di sole quasi quanto l’Italia del sud! Il medesimo pannello fotovoltaico può produrre in Ticino fino a una volta e mezzo più elettricità rispetto alla Svizzera tedesca. Di conseguenza, i relativi costi diminuiscono di un terzo.

Il sole è anche il motore di correnti termi-che molto interessanti nei fondovalle alpini e in alcune zone situate in altitudine. I Vallesa-ni l’hanno capito bene: a Martigny, ma anche sulla Nüfenen (Novena), dove è attualmente in costruzione il primo impianto eolico di Swisswind, a 800 metri dal confine ticinese, vicino alla diga del Griessee. Si tratta indub-biamente di un’opportunità molto interes-sante per le valli periferiche, anche dal profilo economico.

Infine, la topografia e l’idrografia del Ticino permettono di sfruttare ancora meglio le dighe esistenti per equilibrare le irregolarità di pro-duzione di energie rinnovabili. In particolare, la presenza del Lago Maggiore permette di fare del pompaggio e di turbinare l’acqua quanto si vuole e ciò senza alcun danno ambientale.

Infine, ma non da ultimo, il clima del Ticino è molto favorevole allo sviluppo di biomassa e permette di immaginare un uso intelligente di questa fonte energetica.

Affinché il Ticino possa sfruttare nel migliore dei modi le proprie chance occorre però che si-ano soddisfatte due condizioni. La Confedera-zione deve concretizzare le proprie misure per uscire dal nucleare e per sostenere le energie rinnovabili. Ciò non è ancora il caso e il risulta-to delle elezioni federali sarà decisivo da questo punto di vista; in particolare al Consiglio degli Stati, dove siedono troppi rappresentanti del PPD tuttora favorevoli al nucleare. Per uscire dal nucleare occorre perciò votare per il PS.

La seconda condizione è che gli investitori ticinesi, pubblici e privati, si impegnino e met-tano in cantiere dei progetti. In effetti, l’espe-rienza insegna che le resistenze diminuiscono quando i progetti eolici e solari sono portati avanti da attori locali.

Nenad Stojanovic è fra quelli che hanno ca-pito che il futuro non sta nell’acquistare l’elet-tricità proveniente dal nucleare o dal carbone. Eleggerlo a Berna è un primo passo per investi-re nelle energie rinnovabili.

roger nordmannconsigliere nazionale, presidente di

Swissolar e vicepresidente dell’Associazione Traffico e Ambiente (ATA)

[email protected]

Il parlamentare federale roger nord-mann, esperto di energie rinnovabili, spiega perché e come il ticino deve approfittare dall’uscita dal nucleare per puntare su fonti energetiche pulite come il sole e il vento.

PEr unA cASSA mALAtI PubbLIcA!

www.caissepublique.ch

Iniziativa popolare «Per la protezione di salari equi (Iniziative sui salari minimi)»www.salari-minimi.ch

GIÀ FIrmAtO?

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7ticinoaperto.ch/settembre 2011

« Sono ben lieto di figurare nell’elenco di persone che sostengono Nenad! »

claudio magris, scrittore

«Sono fermamente convinto che Nenad farebbe solo del bene a Palazzo

federale.»

Oswald Sigg, già portavoce del Consiglio federale e già vicecancelliere della Confederazione

«Sostengo Nenad Stojanovic perché si impegna a favore degli interessi del

Ticino, ma anche per una Svizzera aperta e ricca d’identità diverse. Possiede inoltre una grande esperienza politica e professionale e un’ampia rete di contatti a Berna.»

valérie boillat, segretaria nazionale UNIA e già collaboratrice personale di Ruth Dreifuss

«Voto Nenad anche perché in Parlamento ha sempre voluto

e saputo esprimersi con chiarezza e determinazione a favore del rispetto dell’Altro diverso.»

roberto malacrida, medico primario di medicina intensiva

« Quando ci sono problemi da risolvere, Nenad è pronto a

superare le frontiere delle ideologie.»

Giordano macchi, consigliere comunale PLR, Lugano

Gruppo indipendente di sostegno «Nenad Stojanovic in Consiglio nazionale»

Raffaella Agazzi, collaboratrice Associazione ciechi e ipovedenti UNITAS, Pregassona; Barbara Bassi, segretaria regionale sindacato Syndicom, Grave-sano; Valérie Boillat, segretaria nazionale sindacato UNIA, già collaboratrice personale di Ruth Dreifusss, Ginevra; Sabrina Büchler, Melano; Caroline Camponovo, presidente Associazione Traffico e Ambiente (ATA) della Svizzera italiana, Breno; Maurizio Cerri, docente, presidente PS Sonvico-Dino, Son-vico; Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia, Milano; Marco Faehndrich, politologo e giornalista, Collina d’Oro/Berna/Nampula; Ylfete Fanaj, granconsigliera PS e presidente Second@s Plus Svizzera, Lucerna; Eva Feistmann, già presidente WWF Ticino e già granconsigliera PS, Locarno; Luca Gambazzi, consulente, dottore in neuroscienze, Rancate; Barbara Gysel, granconsigliera e presidente PS Canton Zugo, Zugo; Werner Herger, se-gretario ATA della Svizzera italiana, Sala Capriasca; Ismail Karacayir, cuoco e pizzaiolo, Gandria; Louise Kasser, membro e già presidente Assemblea co-stituente di Ginevra, VERDI, Ginevra; Anna Lafranchi, terapeuta familiare, già membro direzione PS svizzero, Locarno; Fred Lauener, consulente aiuto uma-nitario e giornalista RP, Genestrerio; Claudio Magris, scrittore, già senatore Repubblica italiana, Trieste; Roberto Malacrida, medico primario di medicina intensiva, professore alle Università di Ginevra e di Friburgo, Bellinzona; Vančo Malinkovski, cuoco, Locarno; Ferruccio Marcoli, psicoanalista, Lugano; Francesca Martignoni, casalinga e consigliera comunale PS, Losone; Patrizia Maspoli, titolare ristorante, Comano; Nadine Masshardt, gran consigliera PS Canton Berna, Berna; Rosario Mastrosimone, cofondatore di ABITAT – Forum su sviluppo e ambiente nell’agglomerato di Lugano, Chiasso; Roger Nordmann, consigliere nazionale PS e presidente Swisssolar, Losanna; Susanne Oberholzer, già granconsigliera PS Canton Turgovia, Frauenfeld; Giuliana Pelli-Grandini, psicomotricista, Lugano; Fiamma Pelossi, già presidente Associazione consumatori ACSI e già granconsigliera PS, Cugnasco; Mattia Poretti, impiegato federale DSC, Tesserete/Berna; Gian Pozzy, giornalista, già direttore 24 heures, Lutry; Jon Pult, presidente PS Grigioni, Coira; Francesca Rigotti, filosofa, saggista e docente universitaria, Göttingen; Francesco Rinaldi, docente e già vicepresidente PS Lugano, Viganello; Michele Schiavone, segretario del Partito democratico in Svizzera; Tägerwilen; Katja Senjic Rovelli, studentessa universitaria, Barbengo; Rupan Sivaganesan, coor-dinatore di «Migranti elette ed eletti – una voce per tutti» e granconsigliere VERDI/AL, Zugo; Gian Paolo Torricelli, geografo e docente universitario, Bellinzona; Claudio Valsangiacomo, biologo, Coldrerio; Cédric Wermuth, vicepresidente PS svizzero e già presidente Gioventù Socialista svizzera, Baden.

Stato: 1.9.2011. Elenco aggiornato su www.ticinoaperto.ch | Aderisci anche tu! Scrivi una mail a [email protected] o manda un SMS al numero 076 405 02 52.

In ottobre scrivi “Nenad Stojanovic” due volte sulla tua scheda di voto!

AgeNDA

23 settembre | 10.30Conferenza stampa: Lugano a misura di bici Lugano

25 settembre | 19.15Presentazione dei candidati del PSRSI (TV) “La 2”

26 settembre | 21.00Piazza federale, Berna: Rapporti con gli altriRSI (TV) “La 2”

27 settembre | 20.30Tavola rotonda: Lavoro e frontiera, Caslano

29 settembre | 13.30 – 20.00Incontro informativo della Commissione cantonale per l’integrazione: Sguardi incrociati fra svizzeri e stranieri, Lugano

3 ottobre | 18.00Conferenza: La sfida delle energie rinnovabili, con Roger Nordmann, Locarno

4 ottobre | 18.00Dibattito elettorale, Collina d’Oro

5 ottobre | 10.30Dibattito: Trasporti e mobilitàRSI (radio) “Rete 1”

23 ottobre | 20 novembreElezioni federali: Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati (primo turno) | Consiglio degli Stati (secondo turno)

Per consultare l’agenda aggiornata di tutti gli even-ti con la partecipazione attiva di Nenad Stojanovic visita il sito www. ticinoaperto.ch

ELEzIOnI FEDErALI 2011

«Stojanovic porta in sé tutta l’espe- rienza, positiva, di un percorso

di integrazione: attiva, propositiva, arric-chente.»

Daniele Fontana, laRegione

«Spero che Nenad venga eletto, perché la Svizzera ha bisogno di sentire

una voce d’apertura dal Ticino. Col ritiro di Chiara Simoneschi-Cortesi, di Fabio Pedrina, di Dick Marty e di Meinrado Robbiani, vi è un forte rischio che questa corrente di pensiero venga a mancare a Berna. Il Ticino non può accettare di essere ridotto al pensiero populista cantonalista della Lega.»

roger nordmann, consigliere nazionale PS

«Nenad è una figura integra, fresca e capace che potrebbe arricchire di

ulteriori contenuti il dibattito parlamentare aiutandolo a trovare soluzioni avanzate anche su questioni controverse.»

michele Schiavone, segretario del Partito democratico in Svizzera

«Riteniamo che Nenad sia uno dei più brillanti giovani politici apparsi di

recente e siamo certi che abbia anche il senso dell’umorismo.»

Il Diavolo – quindicinale satirico della Svizzera italiana

teStImoNIANze

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1° premioPer amare: un weekend (2 notti per 2 persone) a Indemini, il più romantico dei villaggi svizzeri, presso «Lunasole».

www.lunasole.ch

2° premioPer viaggiare (ecologicamente):Reka Rail, il buono viaggio per il treno, del valore di 200 fr.

www.rekachecks.ch

3° premioPer illuminarsi: un mese gratis di yoga, presso Yoga Roof Lugano.

www.yogaroof.ch

ticinoaperto.ch/settembre 2011tEmPO LIbErO

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ORIZZONTALI1 Fiume siberiano. 3 Piccolo cervide. 7 Addizioni, importi. 12 Località ticinese in cui Nenad abita. 14 Il ristorante dei western. 15 Inferriata ... riconoscente. 16 La dogana dei tedeschi. 18 Fanno i conti cor-renti. 19 Il nome del nuotatore Thorpe. 20 Granoturco. 22 Apprezzamento, considerazione. 24 Slogan: A Berna. Un … 27 Simbolo chimico dell’astato. 28 Privo, immune. 29 Il nome del poeta Pound. 31 La capitale vallesana. 33 Casa in francese. 35 Sulle targhe di Herisau. 36 Località della Bassa Engadina. 38 Si citano con l’ipotenusa. 40 Trepidazione, affanno. 41 Privilegiata, esclusiva.

VERTICALI1 Tra ieri e domani. 2 Scambi di merce. 3 Un famoso insetticida. 4 Uno dei moschettieri. 5 Due romani. 6 Nenad si candida per il ... 7 Si usano per condire. 8 Centro di volo. 9 Il Leuenberger col quale Nenad ha lavorato. 10 Sussurrati, bisbigliati. 11 L’eroe di Virgilio. 13 Erano sette in una fiaba. 14 Iniziale del regista Leone. 17 Tentati, arrischiati. 21 Prefisso per vento. 23 Tanti i giorni di giugno. 25 Stracci, avanzi di stoffa. 26 Il segno zodiacale di Nenad. 27 Un continente. 30 La respiriamo. 32 Osservazione in breve. 34 Ovatta senza pari. 37 Una senza cuore. 39 Simbolo chimico dell’erbio.

PArtEcIPArE

La soluzione del cruciverba si trova al numero 24 orizzontale. Partecipa anche tu al concorso e vinci uno dei tre premi!Invia la soluzione insieme ai tuoi dati (nome, cognome, indirizzo) via mail ([email protected]), SMS (076 405 02 52) o posta (Comitato elettorale «Nenad Stojanovic in Consiglio nazionale», CH-6978 Gandria), entro domenica 16 ottobre 2011, ore 12. L’estrazione avverrà il medesimo giorno alle ore 16, sarà filmata e visibile online a partire dalle ore 17 su Youtube, nonché sul sito www.ticinoaperto.ch. La soluzio-ne completa verrà pubblicata sullo stes-so sito. I vincitori saranno direttamente contattati. La protezione dei dati e la cor-rettezza della procedura sono garantite.