The World Of Il Consulente numero 3

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THE WORLD OF NUMERO 3 15 APRILE 2011 IL CONSULENTE IL CONSULENTE NUMERO 3 15 APRILE 2011 ADALBERTO BERTUCCI Caro Osservatore ANDREA TOMMASINI Un Papa Beato MAURO PARISI La crisi del principio di legalità VITANTONIO LIPPOLIS Appalti pubblici e DURC AAVV Così l'ANCL usa lo statuto AAVV E ora che fai? ti dimetti? Pubblicazione Quindicinale Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma THE WORLD OF SPECIALE BEATIFICAZIONE PAPA GIOVANNI PAOLO SECONDO

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House Organ del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del lavoro di Roma

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T H E W O R L D O F

NUMERO 3 15 APRILE 2011

IL CONSULENTE

IL CONSULENTE

NUMERO 3 15 APRILE 2011 ADALBERTO BERTUCCI

Caro Osservatore ANDREA TOMMASINI Un Papa Beato MAURO PARISI

La crisi del principio di legalità VITANTONIO LIPPOLIS Appalti pubblici e

DURC AAVV Così l'ANCL usa lo statuto AAVV E ora che fai? ti dimetti?

Pubblicazione Quindicinale Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma

T H E W O R L D O F

SPECIALE BEATIFICAZIONE PAPA GIOVANNI PAOLO SECONDO

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IL CONSULENTET H E W O R L D O F

NUMERO 3 15 APRILE 2011

Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma

I N D I C E

I n F o c u s

R u b r i c h e

Vitantonio LippolisAppalti pubblici: obbligo di DURC da parte della stazione appaltante

Caro Osservatore

Un Papa Beato4

8

In copertina: il Papa Giovanni Paolo secondo

Andrea Tomassini

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La crisi del principio di legalità: i controlli sul lavoro14

22Voci dal TerritorioLa Consulta X

25Vita nell'Ordine... Ordine nella Vita

NUMERO 3 15 APRILE 2011

Io c'ero !

3

22

Giuseppe Marini

Adalberto Bertucci

26Pasquinate

Parola d'ordine: trasparenza

Mauro Parisi

BUONA

PASQUA

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IL CONSULENTE

E ED D

I IT T

O OR R

I IA A

L LE E

non avrem-mo voluto occuparci in questo edito-riale di una lettera pubbli-cata recente-mente su “Il

Consulente 1081”, a firma di tale “Osservatore Romano”, se essa, fra le tante sciocchezze ivi contenute, non recasse, già a partire dal titolo, la dizione “… in risposta all’editoria-le di ‘The World Of Il Consulente’ “. Solo dopo una attenta ricerca sono riuscito a comprendere come la lette-ra si riferisse ad un articolo pubbli-cato nel numero 1 (pagina 8) di questa Rivista. Se il nostro “Os-servatore Romano” fosse, nono-stante il nome, un tantino più osservatore, si sarebbe accorto che l’articolo in questione (come si legge chiaramente nel proemio) non rappre-senta la voce dell’Ordine di Roma ma, semplicemente, la voce di un Collega (possiamo dirlo: non roma-no) che, scrivendoci, ci ha pregato di mantenere celata la sua identità. Esattamente quello che ha fatto il no-stro “Osservatore” con la Rivista “Il Consulente 1081”. Ora, mentre noi non ci sogneremmo mai di ritenere la sua lettera la voce ufficiale dell’Ancl per il solo fatto della pubblicazione nella 1081, lui, al contrario, non nutre dubbi in proposi-to. La spiegazione è molto semplice. Purtroppo per lui ( e per noi) il mondo che egli frequenta è radi-

calmente e geneticamente incompati-bile non solo con la libertà di espressione e di pensiero, ma anche con la semplice idea di essa: per cui un articolo pubblicato su una qualsi-voglia Rivista non può essere, compatibilmente alla sua forma mentis, espressione di uno spirito li-bero, ma deve necessariamente esse-re l’opinione di un grigio funzionario della sua linea editoriale . Mio caro “Osservatore”: c’è infinita-mente più rancore e negatività in questa tua visione distorta dei rapporti categoriali che nelle parole dell’articolo che tu hai citato. E c’è infinitamente più colore e positività in questa Rivista che in alcune riviste da te praticate: qui non leggerai mai di grigi sunti di sunti di circolari, corredati da fototessere che avrebbe-ro certo miglior sorte se accostate ad un tremolante lumino; non leggerai mai di chilometrici elenchi di diri-genti, giunte, vassalli, valvassori e valvassini ;non leggerai mai di co-municati e proclami inneggianti alla democrazia che fanno tanto pensare a delle scritte incise su sepolcri imbiancati. Scrivici pure con fiducia e noi pubbli-cheremo le tue lettere. Qui troverai sempre libertà di espressione e pensiero: anche se, per nostra fortu-na, la tua voce non correrà mai il ri-schio di essere confusa con quella dell’Ordine di Roma.

T H E W O R L D O F

CARO OSSERVATORE,

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CC

IIL CONSULENTE

Direttore responsabile

Comitato scientifico

Gabriella Di Michele - Aldo Forte - Giuseppe Sigillò

Massara - Pierluigi Matera - Antonio Napolitano - Mauro

Parisi - Vincenzo Scotti - Virginia Zambrano

Antonio Carlo Scacco

Progetto grafico e digitalizzazione

Antonio Carlo Scacco

Editore

NUMERO 3 15 APRILE 2011

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House Organ del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma Pubblicazione quindi-cinale.

Redazione

Eleonora Marzani

Massimiliano Pastore

Daniele Donati

Giuseppe Marini

Andrea Tommasini

Aldo Persi

Ordine dei Consulenti del Lavoro - Consiglio Provinciale di Roma

00145 Roma - via Cristoforo Colombo, 456Tel. 06/89670177 r.a. - Fax 06/86763924 -

Segreteria: [email protected] di Diritto Pubblico - Legge 11-1-

1979 N.12

Per contributi e suggerimenti

Questo numero è stato chiuso in redazione il 14 aprile 2011

[email protected]

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Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma

UN PAPABEATO

Nel giorno del primo maggio 2011 si verifica una straordinaria sovrapposizione di date importanti, sia per il mondo Cristiano, sia per il mondo del lavoro, molto caro evidentemente alla nostra Rivista, con un evento unico al mondo che attirerà a Roma milioni di Pellegrini: la Beatificazione del Servo di Dio SS Giovanni Paolo II. La festa del primo maggio ha bisogno di un rilancio. Ha necessità di essere compresa e conosciuta anche nei suoi risvolti Cristia-ni, sia per le nostre radici, sia perché viviamo a Roma, una città che storicamente convive con lo Stato Città del Vaticano e con la storia di Santa Romana Chiesa che da svariati secoli ormai si fonde e si sovrappone con la nostra cultura. Nel giorno del pri-mo maggio si festeggia infatti nella cristianità San Giuseppe La-voratore, per il quale, SS Giovanni Paolo II nei Suoi lunghi anni di Pontificato, non ha perso l’occasione d’incontrare in questa circostanza il mondo del lavoro. Per tutta la Chiesa que-sta data è sempre stata, infatti, un motivo per confrontare ed effondere i propri valori nel mondo del lavoro. Il lavoro, diceva Papa Wojtyla, è la chiave della questione sociale. Questo anche il motivo per cui intendiamo dare ulteriore forza e servizio da parte della nostra Categoria al sentire cristiano di questa importante Beatifi-cazione.Per le cerimonie di Beatificazione di cui all’accluso programma, l’Opera Romana Pellegrinaggi, attività del Vicariato di Roma alle dirette di-pendenze del Cardinale Vicario del Papa, è l’organizzatore ufficiale dell'evento: ed al suo fianco operano in sinergia il Comune di Roma, la Pro-vincia di Roma, la Regione Lazio per la miglior riuscita delle manifestazioni e delle celebrazioni. Al fine di facilitare tutte le persone che desidereranno essere materialmente e personalmente presenti alle celebrazioni ed agli eventi previsti, l’Opera Romana Pellegrinaggi ha dedicato all'evento un sito internet, http://www.jpii-

FERVONO I PREPA-RATIVI PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II CHE AVVERRA' IL PROSSIMO PRIMO MAGGIO, IL GIORNO DI SAN GIUSEPPE LA-VORATORE

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Andrea Tomassini

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IL CONSULENTE

UN PAPABEATO

beatus.org che, oltre a contenere le proposte di viaggio e/o soggiorno nella Capitale, sarà aggiornato in tempo reale con informazioni preziose per seguire le iniziative in programma.Nelle sue profonde radici ricettive e multietniche, la città di Roma attende i pellegrini ed è pronta ad accoglierli. A tal sco-po fervono i lavori per potenziare le strutture ricetti-

ve: nelle zone adiacenti piazza San Pietro ed in alcuni punti strategici del

centro storico, dove saranno predisposti punti di acco-glienza, punti di ristoro e bagni chimici, mentre fuo-

ri dal caos cittadino verrà predisposta un’area dedicata ai giovani, un villaggio dove potranno pernottare.Moltissimi inoltre i volontari che nelle aree di grande afflusso dei partecipanti alla Beatificazione saranno dedicati a fornire indica-zioni a coloro che saranno nella Capitale in quei giorni. In colla-borazione con il Comune di Roma, è dedicato all'evento il numero telefonico 060606 come numero multilingue di pubblica utilità. L'Opera Romana Pellegrinaggi, per facilitare gli sposta-menti nei giorni della Beatificazione, ha ideato il "JPII Pass" acquistabile al prezzo di 18 euro sul sito web. I servizi garantiti dal "JPII Pass" sono: trasporto pubblico urbano all'interno della città di Roma (autobus, tram, metropolitana, ferrovia Ro-ma-Ostia) per tre giorni a partire dalla data della prima conva-lida, pack lunch - pranzo al sacco per la giornata del 1° Maggio, kit informativo per gli eventi legati alla Beatificazio-ne e informazioni utili, assistenza per le celebrazioni, assi-stenza sanitaria, visite con audio guida al Carcere Mamertino e alla Basilica di San Giovanni in Laterano ed open bus Roma Cristiana per la durata di tre giorni (utilizzo del titolo di trasporto vincolato alla viabilità urbana se-condo quanto stabilito dal Comune di Roma per l'evento). Il "JPII PASS" non è il biglietto per assistere alla cerimonia della Beatificazione. La santa Messa celebrata da Benedetto XVI, durante la quale il Santo Padre proclamerà Giovanni Paolo II beato, è aperta gratuitamente a tutti coloro che vorranno parteciparvi e che potranno accedere a piazza San Pietro. Sulla Piazza San Pietro, a fianco alle innumerevoli isti-tuzioni che si integreranno ai servizi nazionali di Volontariato sanitario e non solo, a Supporto della Direzione Sanità ed Igie-ne dello Stato Città del Vaticano, lo storico Posto di Primo Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta che offrirà Assi-stenza sanitaria e non solo ai pellegrini che converranno in Piazza San Pietro, in ossequio al Carisma Melitense.Per coloro i quali desiderino dunque essere presenti in quelle date, Roma sarà in grado di accogliere tutti come sempre ha dato prova di saper fare.

FERVONO I PREPA-RATIVI PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II CHE AVVERRA' IL PROSSIMO PRIMO MAGGIO, IL GIORNO DI SAN GIUSEPPE LA-VORATORE

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Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma

Illustri Signore e Signori!

Sono lieto di incontrarvi, accogliendo con animo grato un vostro de-siderio manifestato già da tempo. Voi rappresentate in modo alta-mente qualificato la categoria professionale dei Consulenti del Lavoro, così come essa si esprime a livello istituzionale in Italia, in Spagna ed in Polonia, vale a dire nei tre Consigli nazionali dei ri-spettivi Ordini.

Ringrazio la Signora Gabriella Perini per le cortesi espressioni che mi ha rivolto a nome di tutti voi. Anzitutto, vorrei esprimere il mio compiacimento per il collegamento che avete saputo creare tra le rispettive organizzazioni nazionali mediante vincoli che sono primariamente basati sulla co-munanza di interessi e di problemi professionali, ma che vengono rafforzati ed avvalorati anche dalla concezione dell'uomo e della società ispirata al messaggio cristiano ed alla dottrina sociale della Chiesa.L'occasione è, pertanto, opportuna per richiamare alcuni contenuti generali di tale concezione, nella persuasione che ciò non mancherà di risultare utile per i vostri specifici obiettivi.

Dal punto di vista dell'etica sociale, l'interesse saliente della vostra professione è dato dal fatto che essa si occupa del lavoro stesso, o meglio dei rapporti di lavoro, per tutelarne la correttezza e la sicurezza nelle loro varie fasi, a salvaguardia della dignità della persona e della famiglia e nel rispetto delle legittime ragioni dell'impresa.Ho voluto dedicare il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, cinquantesi-mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, al tema della giustizia. Non c'è dubbio che promuovere rapporti di lavoro realmente degni della persona umana significa operare per consolidare la giustizia, ponendo così le premesse per una pace autentica e du-ratura.In tale prospettiva, le esigenze cui siete chia-mati a rispondere sono molteplici. Prima tra tutte, evidentemente, quella di favorire l'occu-pazione e combattere la disoccupazione. Que-st'ultima è in ogni caso un male e, quando raggiunge taluni livelli, può diventare una ve-ra calamità sociale, ancor più dolorosa se si considerano le nefaste conseguenze che comporta per le famiglie e per i giovani.

30 APRILE 1998: IL PAPA PARLA AI CONSULENTI DEL LAVORO DI ITALIA, SPAGNA E POLONIA

IL 30 APRILE 1998 GIOVANNI PAOLO II RICEVETTE I CONSI-GLI NAZIONALI DEI CONSULENTI DEL LA-VORO DI ITALIA, SPA-GNA E POLONIA

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IL CONSULENTE

L'alto tasso di disoccupati porta con sé seri rischi di sfruttamento. E' perciò necessario vigi-lare attentamente sull'equità del salario e sulle condizioni di lavoro, perché siano garantiti i diritti alla salute, al riposo, alla previdenza.E che dire, poi, del lavoro che la madre svolge in famiglia? Non si dovrebbe forse con più attenzio-ne operare per una legittima rivalutazione sociale dei compiti materni? Auspico di cuore che ci si soffermi a considerare queste esigenze da più parti manifestate, valutando concretamente la fatica unita alle occupazioni domestiche ed il bisogno che i figli hanno di cura, di amore e di affetto da parte dei genitori e specialmente della madre.Illustri Signori e Signore, grazie per il vostro impegno e per i giusti sforzi che voi dispiegate a tute-la dei diritti dei lavoratori. A tutti è noto che un oculato servizio alle legittime esigenze di quanti sono uniti dalla stessa professione non può non tener conto delle limitazioni imposte dalla situazio-ne economica generale del Paese.Penso, in questo mo-mento, a ciò che l'Ita-lia, la Spagna e la Polonia stanno compiendo per favori-re l'auspicata crescita nella libertà e nella so-lidarietà. Penso pure ad ogni iniziativa tesa ad affrettare la costru-zione di un'Europa a sua volta più libera e solidale. Possa il vo-stro impegno essere valido stimolo all'armonizzazione de-gli ordinamen-ti giuridici dei vostri rispettivi Paesi nel campo del lavoro. Ciò contribuirà efficace-mente a far progredire i popoli del Conti-nente verso quella re-ciproca integrazione che non può che esse-re vantaggiosa per tutti.A questo auspicio uni-sco i miei auguri per voi e per le vostre fa-miglie, mentre di cuo-re vi benedico.

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Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma

Il 30 aprile del 1998, unitamente ad altri Colleghi del Club Euro-peo delle Professioni lavoristiche, fummo ricevuti dal Papa Gio-vanni Paolo II. Ricordo che, attraversando il Cortile di San Damaso per arrivare agli appartamenti del Santo Padre, dove era stata indetta

l’Udienza riservata, avevamo tutti - uomini e donne, italiani, spagnoli e polacchi - la consapevolezza dell’enorme importanza di ciò che stava accadendo. Un ‘Mito’ ci permetteva di condividere degli attimi di spiritualità immensa; dedicandoci, nello spazio di un incontro, oltre a un profondo messaggio, molto significativo, anche un caloroso saluto individuale e… personale . Ci veniva offerta non solo l’occasione stravolgente di captare il carisma che prorompeva da un Uomo ‘fuori dal comune’, ma anche d’immedesimarci nel ruolo di coloro che avrebbero potuto dire di essere stati… a contatto con un Uomo Indimenticabile, un Uomo che ha cambiato la Storia dell’Umanità!Dopo tredici anni, suffragando le intense parole che in un articolo a firma di Rosario De Luca comparvero su una rivista della Categoria, posso testimoniare: “…la Sua esistenza, e conseguentemente quella dell’intera umanità, accrescono ancor di più la valenza di quell’incontro che ha lasciato segni indelebili in ognuno dei partecipanti.” A me ha impresso la Fede e la necessità di ‘abbeverare’ in Lui il mio spirito conformando, ogni mia azione successiva, alla dottrina della sussidiarietà, a Lui tanto cara.Sono un ‘fortunato’; non a tutti è dato di conoscere la Via… direttamente da un Santo.

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Giuseppe Marini

IO, COME SAN TOMMASO, HO POTUTO "TOCCARLO" E CREDERE...

IO C'ERO!

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AR PAPA NOSTRO,

AR PAPA NOSTRO, GAJARDO E TOSTO!(in ricordo di Giovanni Paolo II)

Ciai lassati così, a poco a poco,sempre più curvo in quer vestito bianco.

Fino all’urtimo hai fatto vède er focoche ciavevi drento ar core, mai stanco.Quann’hai dato quer pugno sur leggio,

ciai fatto sperà che, puro stavorta,ce l’avressi fatta a sfangà, e che Diopoteva fa l’appello ‘n ‘antra vorta.

Ciai visto ‘n quela piazza? Che rimpianto!Ce bastava sapè che stavi lì:

saressimo stati là nun sai quanto,pe’ fatte compagnia e facce sentì.

Ma mo’ te ne sei annato veramente,e ce resta quer: “damose da fa”!

Nun ciai detto “dateve”, perché in mente,te vorzi mette ‘n mezzo p’aiutà.

Io penzo che l’hai detto a sta magnera,sapenno che la strada de quaggiù,

sarebbe stata certo più leggera,si ‘n mezzo a noi ce stassi puro Tu!

P. Lucio Maria ZappatoreParroco di S. Maria Regina Mundi a Torrespaccata(er Paroco c’ha fatto parlà ‘n romanesco er Papa)

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IL CONSULENTE

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GAJARDO E TOSTO!

L’URTIM’ORA

‘Na folla senza fine ariva e pare,giù pe’ San Pietro e a la Conciliazzione,

che ‘na fiumara umana, in proscessione,sfocia a li piedi d’un immenso artare.Er papa mòre e sotto ar Cuppolone,

canti, preghiere e sòni de chitareso’ nòte stese in Cèlo, dorci e amare,

coll’occhi fissi addosso “ar finestrone”.Tramonta l’omo e l’angelo viè fòra;

cormo de Luce, s’arimette l’alee fionna in braccio ar “Padre” che l’onora.

In tera intanto, cosa eccezzionale,sur busto ha scritto “ te volemo bene”

puro Pasquino, l’anticlericale!

Giuseppe Caporuscio(Poesia prima classificata al 2° concorso di poesiaromanesca “Semo Romani” del 29 maggio 2005)

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Pubblicazione Ufficiale del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma414

LA CRISI DEL PRINCIPIO DILEGALITA': I CONTROLLI SUL LAVORO

Principio di legalità: questo sconosciu-to! Non sempre, forse. Non ovunque, può darsi. Ma senz’altro –spesso e vo-lentieri, ahimé- nel mondo dei controlli in materia di lavoro. La co-sa, oltre che inaccettabile giuridica-mente, pone problemi seri, tanti problemi. Ma innanzitutto uno: le garanzie dei soggetti controllati, ispezionati, vigilati, verificati, ri-schiano di andare in fumo. Con effetti dolorosi e, sovente, eco-nomicamente molto apprezzabi-li.Come è noto, il principio di le-galità è quel concetto di civiltà, prima ancora che di diritto posi-tivo, che stabilisce che nessuno può essere punito per avere commesso un fatto che non sia previsto espressamente e puntualmente come illecito dall’ordinamento. La Costituzio-ne parla chiaro, al riguardo. L’articolo 23 della Carta costitu-zionale prevede che “nessuna prestazioni patrimoniale o perso-nale può essere imposta se non in base alla legge”. L’articolo

25 della medesima dispone, inoltre, che “nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”.Proseguendo, pure in ambito pe-nale la lezione appare chiara.

di Mauro Parisi

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IL CONSULENTE4L’articolo 1 del Codice penale dispone che “nes-suno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite”, mentre l’articolo 2, commi 1 e 3, del Codice pena-le prevede che “nessuno può essere punito per un fatto che, secondo la legge del tempo in cui fu commesso, non costituiva più reato”.Ancora, anche in ambito amministrativo –terreno in cui opera la parte più significativa delle ispezio-ni in materia di lavoro- capita che l’articolo 1 della legge 24 novembre 1981, n. 689 stabilisca che “nessuno può essere assoggettato a sanzioni amministrative se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima della commissione della violazione. Le leggi che prevedono sanzio-ni amministrative si applicano soltanto nei casi e per i tempi in esse considerati”.Tutto chiaro, quindi? No, parrebbe. All’indomani dell’entrata in vigore del Collegato lavoro (legge n. 183/2010), il 24 novembre scorso, capita di leggere ancora –malgrado la co-gente lettera della legge e l’insormontabile norma di principio di cui abbiamo detto- che, per esempio in materia di contrasto al lavoro sommerso, gli ispettori del lavoro, indagando

delle “condotte illecite che si siano esaurite pri-ma dell’entrata in vigore del Collegato lavoro”, sono chiamati ad applicare “la precedente disci-plina sanzionatoria”. Quella abrogata, insomma. Alla faccia della volontà sovrana del legislatore, che evidentemente la pensava altrimenti.Può così pure avvenire di imbattersi in afferma-zioni ufficiali per cui, l’ispettore che verifica la regolarità dell’impiego di lavoratori sommini-strati, deve considerare “in nero” tutti quei casi in cui, “la regolare occupazione del lavoratore somministrato, in missione presso l’utilizzatore, [non sia] dimostrata con l’esibizione del contratto di lavoro sottoscritto dalle parti o della comunicazione di invio in somministrazione”. Vale a dire che -dato che la comunicazione di as-sunzione dei lavoratori somministrati può essere per legge effettuata entro il ventesimo giorno del mese successivo a quello del primo impiego- se non si esibisce all’ispettore il contratto di sommi-nistrazione o la comunicazione di invio del lavo-ratore, quest’ultimo verrà ritenuto ipso facto “sommerso”.Peccato però che la norma –appena modificata dal Collegato lavoro, del resto- sia molto chiara sul punto: possono essere considerati in nero so-lo “i lavoratori subordinati senza preventiva co-municazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato”.Ciò significa, in sostanza, che il principio di lega-lità –che ha tra i suoi corollari la tassatività della norma e il divieto di analogia- non permette nel modo più assoluto di applicare il precetto e la sanzione in casi pure “simili”, ma non previsti espressamente dalla legge.Certo, si può senz’altro affermare che il legislato-re avrebbe potuto e dovuto pensarci. Però è altrettanto vero che non l’ha fatto. E se non l’ha fatto non è possibile –neppure con una circolare amministrativa-, “disporre” altrimenti. In questi casi c’è senz’altro da attendersi che gli ispettori si atterranno all’orientamento ufficiale impartito. Ma occorre anche ricordarsi che, in tali casi, i provvedimenti dei funzionari non potranno senz’altro che ritenersi pienamente invalidi e passibili di impugnazione in ogni sede.

Basta conoscere le regole, quindi. E farsi ri-spettare.

Foto di Jeff Kubina

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APPALTI PUBBLICI: OBBLIGO DI DURC

DA PARTE DELLA STAZIONE APPALTANTE

Fi-no a poco tempo fa la verifica della regolarità contributiva negli appalti pubblici poteva avvenire tra-mite l’acquisizione, da parte della stazione appaltante, del DURC di-rettamente dall’appaltatore. Al fine di accelerare i tempi delle procedu-re amministrative, conseguente-mente, gli appaltatori più sagaci chiedevano – in autonomia e con periodicità e frequenza – i certifi-cati in parola e, non appena se ne ravvisava la necessità, provvedeva-no ad esibirlo prontamente alla sta-zione appaltante richiedente.

Dagli inizi del 2009 ciò non è più consentito in quanto una novella fi-nalizzata, in tesi, alla semplificazio-ne burocratica è stata introdotta dal D.L. n. 185/2008 (c.d. “decreto anti-crisi”), convertito nella Legge n. 2/2009. Più precisamente, in attua-zione dei principi dettati dall’art. 18, comma 2 della Legge n. 241/1990 e dall’art. 43, comma 5 del D.P.R. n. 445/2000, il comma 10 dell’art. 16-bis del suddetto provvedimento pre-vede che le stazioni appaltanti, ove tale documento sia richiesto ai sensi della normativa vigente, acquisisca-

no d’ufficio, anche attraverso strumenti informatici, il DURC dagli isti-tuti o enti abili-

tati al relativo rilascio.

Legge n. 241/1990 – Art. 18, comma 2

I documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, necessari per l’istruttoria del procedimento, so-no acquisiti d’ufficio quando sono in possesso dell’amministrazione procedente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbli-che amministrazioni. L’amministra-zione procedente può richiedere agli interessati i soli elementi neces-sari per la ricerca dei documenti.

D.P.R. n. 445/2000 – Art. 43, comma 5

In tutti i casi in cui l’amministrazio-ne procedente acquisisce diretta-mente informazioni relative a stati, qualità personali e fatti presso l’amministrazione competente per la loro certificazione, il rilascio e l’acquisizione del certificato non so-no necessari e le suddette informa-zioni sono acquisite, senza oneri, con qualunque mezzo idoneo ad as-sicurare la certezza della loro fonte di provenienza.

In sostanza, come pure affermato

dall’INAIL nella Nota n. 2724 del 4 febbraio 2009, dal gennaio 2009 l’onere di acquisire il DURC in tutti i casi di appalti pubblici di lavo-ri, servizi e forniture è diventato ad esclusivo carico delle stazioni appaltanti. Ne consegue che i pubblici committenti, in tutti i casi in cui risulti necessaria la sua esibi-zione, non potranno più richiederlo agli operatori economici ma do-vranno acquisirlo d’ufficio, richie-dendolo direttamente agli Istituti preposti al suo rilascio.

In questo senso si è espresso pure recentemente il TAR Molise con la sentenza n. 717 del 3 dicembre 2009 nella quale, al riguardo, si legge che “ai sensi dell’articolo 16-bis, comma 10 del D.L. n. 165 del 2008 … le stazioni appaltanti pubbliche acquisiscono d’ufficio, anche attraverso strumenti informatici, il documento unico di regolarità contributiva (DURC) da-gli istituti o dagli enti abilitati al rila-scio in tutti i casi in cui è richiesto dalla legge … . Il tenore testuale della disposizione, ed i principi di cui essa è espressa attuazione, di-fatti, depongono per la perentorietà della disposizione, che pertanto non può essere interpretata come se introducesse una mera facoltà per l’amministrazione (interpretazione che, tra l’altro, renderebbe la dispo-sizione quasi totalmente prima di

Vitantonio Lippolis

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IL CONSULENTE

utilità).”.Si tratta, per le imprese, di una no-

tevole semplificazione del sistema precedentemente vigente in quanto laddove, in passato, l’onere di richie-dere e produrre la certificazione atte-stante la propria situazione di regolarità contributiva e pre-videnziale gravava sull’impresa stessa, dalla fi-ne del mese di gennaio 2009, per effetto della mo-difica introdotta, le imprese sono state svincolate da tale onere, al cui adempimento devono invece provvedere autonomamente la stazione appaltante.

Commentando la disposi-zione taluni, spinti proba-bilmente dall’entusiasmo prodotto dal mutamento procedurale e facendo riferi-mento al peraltro non ri-chiamato comma 4 dell’art. 43, del D.P.R. n. 445/2000 , si sono spinti persino a teo-rizzare che la novella intro-dotta dalla Legge n. 2/2009 abbia codificato l’obbligo – a carico degli enti certifi-catori – di far consultare te-lematicamente gli archivi informatici da parte delle stazioni appaltanti al fine di verificare le posizioni previdenziali degli appaltatori e subappaltatori.

Purtroppo così non è anche se, ovviamente, l’auspicio è che quello introdotto sia realmente il primo pas-so verso il più ambizioso e auspica-bile obiettivo della consultazione in tempo reale delle banche dati contri-butive (magari unificate presso lo Sportello unico previdenziale) da parte delle Pubbliche amministrazio-ni appaltanti, sul modello di quello che peraltro già accade con le verifi-

che svolte telematicamente, dalle stesse stazioni appaltanti, presso Equitalia Servizi S.p.a. per l’accerta-mento dell’eventuale pendenza di cartelle di pagamento a carico dei beneficiari dei pagamenti .

Soltanto così si potrebbe parlare

realmente di semplificazione delle procedure di verifica della regolari-tà contributiva in quanto le stazioni appaltanti non dovrebbero più attendere gli attualmente previsti 30 giorni di tempo necessari (nella mi-gliore delle ipotesi) al rilascio del DURC da parte degli Istituti, ve-nendo così messe in condizione di procedere in tempi brevi alla stipu-la, ad esempio, dei contratti, o al pa-gamento degli stati di avanzamento dei lavori.

Ma, al di là del dichiarato proposi-to di semplificare le procedure a fa-vore degli operatori economici, il Legislatore ha innegabilmente introdotto l’obbligo di richiesta d’ufficio del DURC da parte delle stazioni appaltanti anche allo scopo

di scongiurare il diffuso fe-nomeno della contraffazio-ne di questi certificati. Difatti molto spesso è acca-duto di imbattersi, so-prattutto da parte degli organi preposti ai controlli nei cantieri, in DURC falsi elaborati con la finalità di fruire dei numerosi vantaggi connessi alla presenza del certificato regolare. Infatti, nulla hanno potuto sino ad oggi le tecniche anti contraffazione messe in campo dagli Istituti (ad esempio l’obbligo della firma in originale del certifi-cato, l’utilizzo di carta fili-granata, la presenza di ologrammi ecc.) contro i so-fisticati strumenti tecnologi-ci utilizzati al riguardo dai falsari (per le conseguenze relative all’utilizzo di un DURC contraffatto, si rinvia alla lettura dell’appo-sito paragrafo all’interno del

Capitolo 6).Si fa presente, infine, che anche

l’art. 6, comma 3, dell’emanando Regolamento di attuazione del Co-dice dei contratti pubblici ribadisce che le amministrazioni aggiudicatri-ci debbono acquisire d’ufficio, anche attraverso strumenti informatici, il DURC in corso di validità.

La copertina del libro, edito da Ipsoa e dal titolo "DURC Documento unico di regolarità contributiva", da cui è tratto l'articolo pubblicato in queste pagine.

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Non è certamente un reato, è verosimilmente un uso improprio di regole dettate dalla costituzione, dall’etica e dalla morale. Dell’Associazio-ne, l’Associazione deve ri-spondere agli associati e così non è, purtroppo. Lo Statuto prevede:

a) che a rappresentarla vi sia un presidente “eletto” da-gli associati;

b) un Consiglio nazionale, anch’esso eletto dagli asso-ciati, le cui scelte, i cui indi-rizzi, le cui determinazioni e delibere prevalenti devono informarsi a sacrosanti valori di democraticità oltre che eti-ci;

c) che entrambi gli organi-smi indicati sub punti a) e b) debbono dare contezza a tutti gli associati.

Domanda: ma vi sembra che

da quanto riportato nel comuni-cato del presidente nazionale Francesco Longobardi, dispo-nibile a tutti, associati e non, sul sito dedicato –ANCL SU-, traspaiano regole e valori di cui

ai su elencati punti? Si di-mentica o si finge di dimenti-care il presidente Longobardi il disposto dell’articolo 53 dello Statuto vigente? Anche per questa verifica riportiamo

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COSI’ L’ANCL USA LO

STATUTORiceviamo questo articolo da un Collega che ci ha pregato di mantenere celata la sua identità e volentieri pubblichia-mo

(*) NOTA DELL’AUTORE

IL COLIBRI’: il guerriero del sole. Per la sua spiccata aggressività, la ra-pidità nel volo e nelle acro-bazie,per gli stupendi colori di cui è dotato, è considerato la reincarna-zione di valorosi guerrieri caduti in battaglia e la rappresentazione in terra del dio Sole.

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IL CONSULENTE

quanto previsto in quell’artico-lo:

ART. 53: PRESENTAZIONE LISTE ELETTORALI

1. L’associazione garantisce al proprio interno la pluralità d’espressione coinvolgendo nei propri organismi elettivi rappresentanti delle espressio-ni minoritarie;

2. Per la elezione degli orga-nismi istituzionali nazionali di categoria un numero minimo di 15 consiglieri nazionali di estrazione congressuale può promuovere la presentazione di altra lista Ancl SU che il Consiglio Nazionale è tenuto a recepire adottando le delibe-

re conseguenti;

... omissis ...

Tutto quanto sopra detto, co-me mai il presidente Longo-bardi ritiene di poter operare in difformità dello Statuto (Re-gole e Costituzione) chiu-dendo, come ha chiuso e come risulta dalla registrazione dei la-vori, il Consiglio Nazionale dell’ANCL celebrato lo scorso 1 aprile con affermazio-ni del tipo: “il Consiglio Na-zionale ha approvato all’unanimità di presentare due liste da comporre con i no-mi dei candidati dalle 14 (?) re-gioni …… chiudendo così la possibilità di soluzioni diverse (sic?).”

Forse che nel rispetto dei principi di democraticità i consiglieri nazionali non hanno il diritto di partecipare,

per approvare, anche alla composizione delle liste? Forse che nel rispetto di quanto statutariamente previ-sto le liste, solo dopo essere state approvate anche nella lo-ro composizione, non debbo-no essere sottoscritte ciascuna da quindici Consiglieri affinché, successivamente, sia-no “recepite” per adottare le delibere conseguenti?

Riteniamo che se il presi-dente Longobardi continuerà ad avvalersi di simili strategie riuscirà molto bene a comple-tare il suo percorso facendosi annotare negli annali storici dell’Associazione e della categoria come il più impopo-lare tra i “presidenti”.

Il Colibrì (*)

Foto di Hosael

(*) NOTA DELL’AUTORE

IL COLIBRI’: il guerriero del sole. Per la sua spiccata aggressività, la ra-pidità nel volo e nelle acro-bazie,per gli stupendi colori di cui è dotato, è considerato la reincarna-zione di valorosi guerrieri caduti in battaglia e la rappresentazione in terra del dio Sole.

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E ADESSO CHE FAI? TI DIMETTI?

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Foto di jorgemejia by Flickr

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1) Extra omnes ("fuori tutti") è una frase latina della tradizione ecclesiastica cattolica romana. Viene infatti pronunciata dal Maestro delle Ceri-monie Pontificie nel momento in cui i cardinali si riuniscono in Conclave nella Cappella Sisti-na. Frase “alta”, quindi, e antica di secoli.2) “Semel in anno licet insanire” è un’altra alta frase "originaria", un concetto, questo, espres-so da più di un autore (Seneca in primis, poi Ago-stino ed anche Orazio), secondo il quale ogni tanto (semel in anno) è bene fare un break menta-le liberatorio (licet insanire).Caro presidente Longobardi, poiché ho assistito ai lavori del C.N. Ancl del 1° aprile (che data ragazzi!) ed all’Assemblea di insediamento dei delegati dell’ENPACL del 6 aprile, porgo alla Tua attenzione ( sono sicuro che Tu le conosci di già essendo chiara la Tua ispirazione) le fra-si di cui sopra, sinteticamente le riflessioni che seguono ed una domanda finale. Innanzitutto penso che neanche i Consigli Regionali, come hanno ampiamente dimostrato, abbiano cognizio-ni di causa dello statuto in vigore – nel senso di conoscerlo per applicarlo correttamente - prova ne sia il fatto che la Liguria si è “inventata” di proporre candidature su indicazione di alcune province. A mio parere questa è, oltre che igno-ranza dello statuto, anarchia allo stato puro e mi preoccupa non poco detta “palese” violazio-ne. Ma, attenzione. Non si deve e non si può ope-rare in dispregio di norme regolamentari approvate dai delegati al congresso, a loro volta proposti dalle Unioni Provinciali. E que-sta violazione è stata commessa a chiusura dei lavori del citato ultimo Consiglio Nazionale dell’Associazione: l’articolo 53 dello Statuto è lì per essere letto ed applicato a tutela di tutti ed in particolare delle così dette “minoranze”. Udite: l’ANCL sostiene che “la Presidenza, poi-ché nessuno ha proposto soluzioni alternative, avrebbe delega anche per la composizione delle liste” (???????) Sostiene, inoltre, che “è un chiaro segnale di maturità che le candidature so-no state per lo più (?????) condivise, quasi tutte (??????) uninominali” e ciò sarebbe da un lato motivo di soddisfazione e, dall’altro lato, esclu-sione di possibili diverse soluzioni. Alla faccia della tutela delle minoranze! E pensare che lo statuto, così concepito, doveva portare a non ri-

petere situazioni analoghe verificatesi in un re-cente passato (Rinnovamento). Dalla serie: “fuori tutti”, la chiave la tengo io ed apro e chiudo quando voglio (o voglia-mo??????). Semel in anno licet insanire: Presi-dente Longobardi, è bene che Tu faccia un break mentale. Una vacanza sarebbe per Te molto salutare, soprattutto, se escludi in questo particolare momento le regioni del Lazio, Ligu-ria, Sicilia e Sardegna. Ed inoltre. Che questo tipo di decisioni abbiano procurato molti mal di pancia nei colleghi, offe-si nella loro libertà e dignità (e parecchi gratta-capi a Te), è ormai abbastanza noto. Sò Diego e mi spiego. Quando durante i lavori di insediamento dell’Assemblea dei delegati all’Ente è stata data a questi la possibilità di intervenire, molti, tra loro, hanno clamorosa-mente preferito buttarla in campagna elettora-le: è stato uno spettacolo per un verso fuori luogo e, per l’altro, indegno considerato che quello non era certamente il luogo più idoneo; e non solo: se non Ti è già stato riferito, ma so-no sicuro di sì, la maggioranza dei delegati ha approvato la formazione della Commissione Elettorale, che si insedierà nei prossimi giorni per dirigere le operazioni di voto, composta da alcuni colleghi, degni di rispetto e di stima, co-me la totalità dei colleghi presenti, scelti lì senza “preventive” o “oscure” o “precedente-mente” disposte nomine. Sono queste le prove di maturità delle quali bisogna prendere atto e sono questi i segnali che devono preoccuparti: i colleghi sono stanchi di questa gestione dell’As-sociazione e, fossi in Te, di motivi per cui pre-occuparmi ne avrei in abbondanza. E’ per questa ragione che Ti invito a “semel in anno li-cet insanire”. E potrebbe essere per Te una solu-zione molto, molto, molto dignitosa e trasparente.Alla luce di tutto quanto innanzi detto mi ri-servavo, per ultimo, una domanda: ADESSO CHE FAI, TI DIMETTI?

Fontelibera

Riceviamo questo articolo da un Collega che ci ha pregato di mantenere celata la sua identità e volentieri pubblichiamo

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LA CONSULTA X

LA COMPOSIZIONE DELLA CONSULTA X

Presidente

DE MEDICI GIORGIO

Altri componenti

ALIVERNINI ALESSANDRO PORCEDDU FRANCESCO

D'AMICO ASSUNTA STELLA SILVIA

ALBINO DOMENICO V

OCI D

AL TE

RR

ITOR

IOclicca per andare al Forum delle

Consulteclicca per vedere la brochure

informativa

La Consulta X coincide con il Munici-pio Roma X, situata a sud-est del centro storico, lungo l'asse della via Tu-scolana. Il suo territorio è suddiviso in undici Zone Urbanistiche e la sua popo-lazione conta circa 200 mila abitanti. I confini del territorio sono a nord l'auto-strada Roma-Napoli e l'ex aeroporto di Centocelle, a ovest la vecchia borgata del Quadraro e il parco dell'Appia Anti-ca, a sud la via Appia Nuova e il comu-ne di Ciampino, a est i comuni di Grottaferrata e Frascati.Il tessuto urba-nistico risale al secondo dopoguerra.

IL TERRITORIO

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IL CONSULENTE

LA CONSULTA X VO

CI DA

L TER

RITO

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"Parco degli acquedotti" foto di Marco Cocceio Nerva

Mamma Roma è un film drammatico italiano del 1962, scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini ed interpretato dalla grande Anna Magnani. Gli esterni di questo film furono girati nel Parco degli Acquedotti.

MAMMA ROMA

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IL CONSULENTE

IO C'ERO !CONVEGNI - TAVOLE ROTONDE - INCONTRI

• Convegno Mercoledì 27 aprile 2011 ore 9,30 - Oly Hotel – Via Santuario Regina degli Apostoli 36Contratti flessibili e assunzioni incentivateDott. Paolo Stern - Comitato Scientifico Fondazione Studi “O. Bertucci”

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PAROLA D'ORDINE:

TRASPARENZAC’era una volta, tanto tempo fa, la “Glasnost”: una parola magica che nasceva spontanea da un monolite della storia e che esprimeva, allora, una sentita e improrogabile esigenza di chia-rezza e, appunto, trasparenza. Come le cose andarono poi a finire, con la successiva progres-siva e definitiva dissoluzione dell’impero sovieti-co, tutti certamente ricorderanno. Poiché la storia è maestra di vita, ci piace ricordare quell’indimenticabile momento storico per pro-vare a leggere le storielle dei giorni nostri: ben altri tempi, ben altre storie e, soprattutto, ben altre stature, si dirà. E forse ben altri contenuti. Allora un monolite guardava impietosamente sé stesso per provare a leggere nei meandri dei suoi oscuri apparati; oggi altri monoliti evocano la trasparenza ad

ogni piè sospinto, ma la cura maggiore sta nel pretenderla dagli altri piuttosto che nel pretende-re di applicarla a sé stessi. E un’altra differenza di non poco conto balza agli occhi. Come si ricorderà la parola “Gla-snost” era invariabilmente associata all’altra “perestroika” (riforma, ristrutturazione): di que-st’ultima, però, pare se ne siano perdute intera-mente le tracce. Un pensatore tedesco disse qualche tempo fa che la storia di ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa. Non diceva proprio tutto: la terza volta si ripete come pasquinata.

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‘A trasparenza

“Er fatto nun m’è chiaro”, disse er grillo a la formica“dentro a ‘sta casa m’arizzonto poco,

c’è poca luce… nun saressi micadovuto ar fatto dell’oscurità der loco ?

“Orsù, opri le porte fija mia,de luce e aria nun se po’ stà senza

nun è sortanto nà voja che me pija è 'na voja ‘stituzzionale …è trasparenza!”

“Sor grillo mio” je fece la formica“ ‘sta trasparenza nun l’afferro mica!

Però ricordate che sò sempre nà signora:sulle voje che c’hai te vengo appresso,

opri pure le porte a ‘na cert’ora,ma lassale chiuse quanno vado ar cesso ! “

“PA

SQU

INA

TE