The Daring Voice - Anno 1 Numero 0

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Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Il primo magazine che assorbe il sudore! Proseguono le proteste studentesche contro la riforma Gelmini. LA CONTINUA Ad Ottobre sono stati gia Ad Ottobre sono stati gia Ad Ottobre sono stati gia Ad Ottobre sono stati giadue i cortei e gli scioperi due i cortei e gli scioperi due i cortei e gli scioperi due i cortei e gli scioperi indetti per protestare contro i tagli statali. indetti per protestare contro i tagli statali. indetti per protestare contro i tagli statali. indetti per protestare contro i tagli statali. Parliamoci chiaro Un nuovo anno scolastico è iniziato; vorrei dare il benvenuto ed il bentor- nati… E invece no. Basta con i convenevoli; evitiamo ov- vietà come “buona fortuna ragazzi!”, oppure “oh, esimio dottor Cipollone, le piace qui?”. Tutte verbosità banali che intratten- gono vuotamente lo studente medio e non sollecitano neanche la più sensibi- le delle sinapsi. Se siamo qui è perché abbiamo tirato dritto per una strada diversa, che pochi hanno intrapreso e molti (svogliati, menefreghisti, vegetariani) hanno la- sciato. Ma per l’interesse di uno o cen- to proveremo a fare il nostro lavoro. Se stai ancora leggendo a questo punto (con sdegno o interesse, non importa), sappi che lo facciamo per te. il Fondatore e Direttore il Fondatore e Direttore il Fondatore e Direttore il Fondatore e Direttore In un periodo di indub- bia difficoltà e crisi gene- rale, gli (ormai storica- mente) miopi studenti italiani continuano la lamentela che si protrae da soli due anni senza il minimo risultato apprez- zabile (eccezion fatta per qualche buona giornata di assenza scolastica). Il diffuso malcontento si ripercuote in ogni aspet- to scolastico: liste eletto- rali che hanno da dire la loro al riguardo, la pros- sima assemblea d’istituto che farà di un dibattito sull’argomento il proprio punto centrale… La disinformazione al riguardo continua ad essere tanta, ed il qua- lunquismo una piaga da cui niente può salvarsi, tantomeno un topic così popolare. Sarà ora di farsi un’idea assennata su tutto ciò? da pag. 2 Alunni chiamati al voto Si avvicinano le elezioni per i nostri rappresentanti distituto e alla consulta comunale. Le principali liste rispondono alle nostre domande. ~ Linopportuno Sono Porci Questi Romani, secondo Umberto Bossi. Prontissima la smentita di Alemanno: “I servi non si considerano più come animali da secoli”, ha chiosato imboccandogli una bella forchettata di polenta. Cerca lomosessuale! pag. 5 td La Vignetta di CALIMERO di CALIMERO di CALIMERO di CALIMERO Recenti circolari ci han- no ricordato che a breve dovrem(m)o esprimere le nostre preferenze per quanto riguarda la rap- presentanza studentesca all’istituto e alla provin- cia. Grande confusione hanno creato i vari ru- mors che davano per can- didanti decine di perso- ne, molte delle quali hanno poi abbandonato il progetto. Noi abbiamo voluto of- frire un servizio a queste liste, permettendo a tutti di rendere manifesti i propri programmi. Alcu- ni non hanno voluto co- gliere quest’opportunità, mostrando meno inte- resse per gli studenti di altri, in primis la princi- pale lista della succursa- le di Giuseppe Vitale. Ricordiamo che le opi- nioni riferite sono esclu- sivamente degli intervi- stati, e la redazione non se ne assume responsabi- lità alcuna. da pag. 7 Lettera agli studenti pag. 1 Anno 1 - Numero 0 Liceo Scientifico Statale Nomentano - Roma 25 Ottobre 2010

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Il primo magazine del Liceo Nomentano.

Transcript of The Daring Voice - Anno 1 Numero 0

Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!Il primo magazine che assorbe il sudore!

Proseguono le proteste studentesche contro la riforma Gelmini.

LA CONTINUA Ad Ottobre sono stati giaAd Ottobre sono stati giaAd Ottobre sono stati giaAd Ottobre sono stati gia’ due i cortei e gli scioperi due i cortei e gli scioperi due i cortei e gli scioperi due i cortei e gli scioperi

indetti per protestare contro i tagli statali.indetti per protestare contro i tagli statali.indetti per protestare contro i tagli statali.indetti per protestare contro i tagli statali.

Parliamoci

chiaro Un nuovo anno scolastico è iniziato; vorrei dare il benvenuto ed il bentor-nati… E invece no. Basta con i convenevoli; evitiamo ov-vietà come “buona fortuna ragazzi!”, oppure “oh, esimio dottor Cipollone, le piace qui?”. Tutte verbosità banali che intratten-gono vuotamente lo studente medio e non sollecitano neanche la più sensibi-le delle sinapsi. Se siamo qui è perché abbiamo tirato dritto per una strada diversa, che pochi hanno intrapreso e molti (svogliati, menefreghisti, vegetariani) hanno la-sciato. Ma per l’interesse di uno o cen-to proveremo a fare il nostro lavoro. Se stai ancora leggendo a questo punto (con sdegno o interesse, non importa), sappi che lo facciamo per te.

il Fondatore e Direttoreil Fondatore e Direttoreil Fondatore e Direttoreil Fondatore e Direttore

In un periodo di indub-bia difficoltà e crisi gene-rale, gli (ormai storica-mente) miopi studenti italiani continuano la lamentela che si protrae da soli due anni senza il minimo risultato apprez-zabile (eccezion fatta per qualche buona giornata

di assenza scolastica). Il diffuso malcontento si ripercuote in ogni aspet-to scolastico: liste eletto-rali che hanno da dire la loro al riguardo, la pros-sima assemblea d’istituto che farà di un dibattito sull’argomento il proprio punto centrale…

La disinformazione al riguardo continua ad essere tanta, ed il qua-lunquismo una piaga da cui niente può salvarsi, tantomeno un topic così popolare. Sarà ora di farsi un’idea assennata su tutto ciò?

da pag. 2

Alunni chiamati al voto Si avvicinano le elezioni per i nostri rappresentanti d’istituto e alla consulta comunale. Le principali liste rispondono alle nostre domande.

~ L’inopportuno

“ Sono Porci Questi Romani, secondo Umberto Bossi. Prontissima la smentita di Alemanno: “I servi non si considerano più come animali da

secoli”, ha chiosato imboccandogli una bella forchettata di polenta.

Cerca

l’’’’omosessuale! pag. 5

td

La Vignetta di CALIMEROdi CALIMEROdi CALIMEROdi CALIMERO

Recenti circolari ci han-no ricordato che a breve dovrem(m)o esprimere le nostre preferenze per quanto riguarda la rap-presentanza studentesca all’istituto e alla provin-cia. Grande confusione hanno creato i vari ru-mors che davano per can-didanti decine di perso-

ne, molte delle quali hanno poi abbandonato il progetto. Noi abbiamo voluto of-frire un servizio a queste liste, permettendo a tutti di rendere manifesti i propri programmi. Alcu-ni non hanno voluto co-gliere quest’opportunità, mostrando meno inte-

resse per gli studenti di altri, in primis la princi-pale lista della succursa-le di Giuseppe Vitale. Ricordiamo che le opi-nioni riferite sono esclu-sivamente degli intervi-stati, e la redazione non se ne assume responsabi-lità alcuna.

da pag. 7

Lettera agli

studenti pag. 1

Anno 1 - Numero 0 Liceo Scientifico Statale Nomentano - Roma 25 Ottobre 2010

The Daring Voice • 25 Ottobre 2010

Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.Il vostro magazine.

----EEEEDITORIALEDITORIALEDITORIALEDITORIALE pag. 1 ----LLLLETTERAETTERAETTERAETTERA AGLIAGLIAGLIAGLI STUDENTISTUDENTISTUDENTISTUDENTI pag. 1 ----LLLLAAAA RIFORMARIFORMARIFORMARIFORMA CONTINUACONTINUACONTINUACONTINUA; confusioni e chiarimenti; confusioni e chiarimenti; confusioni e chiarimenti; confusioni e chiarimenti pagg. 2, 3 ----EEEEDUCATIONDUCATIONDUCATIONDUCATION ATATATAT GLANCEGLANCEGLANCEGLANCE OECD indicators OECD indicators OECD indicators OECD indicators pag. 2 ----MMMMANIFESTAZIONIANIFESTAZIONIANIFESTAZIONIANIFESTAZIONI DIDIDIDI OTTOBREOTTOBREOTTOBREOTTOBRE pag. 3 ----SSSSIIII SCRIVESCRIVESCRIVESCRIVE “MERITOMERITOMERITOMERITO”, si legge , si legge , si legge , si legge “raccomandazioneraccomandazioneraccomandazioneraccomandazione” pag. 3 ----IIIILLLL CASOCASOCASOCASO A A A ADRODRODRODRO Lega tra scandali e successi Lega tra scandali e successi Lega tra scandali e successi Lega tra scandali e successi pag. 4

----CCCCERCAERCAERCAERCA LLLL’OMOSESSUALEOMOSESSUALEOMOSESSUALEOMOSESSUALE!!!! pag. 5 ----PPPPIZZAIZZAIZZAIZZA, , , , SPAGHETTISPAGHETTISPAGHETTISPAGHETTI EEEE MANDOLINOMANDOLINOMANDOLINOMANDOLINO pag. 6 ----LLLLAAAA SEGNALAZIONESEGNALAZIONESEGNALAZIONESEGNALAZIONE; ; ; ; il problema del parcheggioil problema del parcheggioil problema del parcheggioil problema del parcheggio pag. 6 ----EEEELEZIONILEZIONILEZIONILEZIONI DDDD’ISTITUTOISTITUTOISTITUTOISTITUTO: : : : liste eleggibili, le interviste liste eleggibili, le interviste liste eleggibili, le interviste liste eleggibili, le interviste da da da da pag. 7 ----AAAANNUNCINNUNCINNUNCINNUNCI pag. 9 ----CCCCOMEOMEOMEOME PASSAREPASSAREPASSAREPASSARE ILILILIL TEMPOTEMPOTEMPOTEMPO ININININ CLASSECLASSECLASSECLASSE pag. 10

La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.La vostra voce.

- Sommario -

LA REDAZIONE TUTTA, A NOME ANCHE DEI LETTORI DI QUESTO PERIODICO, INTENDE RINGRAZIARE SENTITAMENTE IL COLLEGIO DEI DOCENTI E CHIUNQUE ALTRO CHE, CREDENDO NELLA FORZA DI

QUEST’IDEA E NELLE POTENZIALITÀ DI QUESTO MOVIMENTO, HA PORTATO QUEST’ANNO IL THE DARING VOICE AD ESSERE PARTE INTEGRANTE PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA.

NELLA SPERANZA DI ESSERE ALL’ALTEZZA DI QUESTO RICONOSCIMENTO, ECCO A VOI IL PRIMO NUMERO DEL PRIMO ANNO UFFICIALE DEL TDV.

E’ consultabile online! Vai su WWW.ISSUU.COM/THEDARINGVOICE per consultare e scaricare liberamente le varie edizioni del magazine! Verranno man mano pubblicati tutti i numeri del TDV a colori, in edi-zione integrale, senza censura e con contenuti aggiuntivi.

Editoriale

The Daring Voice • 25 Ottobre 2010 1111

S crivere qualcosa per un periodico come il “The Daring Voice” è, per me, un impegno molto gradito, ma piuttosto difficile. L’utenza alla quale questo giornale si rivolge ed il linguaggio che esso usa, infatti, sono (per evidenti ragioni anagrafiche) or-mai fuori dalla mia portata. Tuttavia, ho colto con molto piacere l’invito a parlare un po’ di me, sperando che arrivino ugual-mente a tutti i lettori il mio pensiero ed i miei sentimenti.

Mi chiamo Carlo Cipollone e, dal primo settembre di quest’anno, posso dire con orgoglio che sono il Preside del Liceo Scientifico No-mentano. La mia carriera nella scuola è iniziata circa trenta anni or sono e, dopo aver insegnato Geografia nelle scuole superiori, sono diventato preside circa quindici anni fa. Con le scuole dove ho insegnato o che ho diretto, è rimasto un forte legame professionale ed affettivo. Sento, infatti, che la passione per il mio lavoro e l’attenzione verso la crescita dei giovani non mi hanno mai abbandonato. Con la mia nuova scuola ho avvertito, sin dal momento in cui ho scelto di venire qui, una sintonia istintiva, ampiamente confermata dall’esperienza di queste prime settimane. Il valore dei docenti e del personale del nostro Liceo era già un dato acquisito e riconosciuto da tutti, ma la lettura degli articoli scritti dai ragazzi del “Nomentano”, mi hanno riattivato immediatamente quello spirito da liceale, in me mai sopito nel tempo. La freschezza del pensiero, il coraggio e l’ironia nell’uso del linguaggio giornalistico mi hanno fatto immagi-nare una comunità studentesca viva, intelligente, critica e civile. Non mi sono sbagliato. Peraltro, di ritorno da un’esperienza di lavoro molto importante negli Stati Uniti, non potevo avere una scuola migliore nella quale po-ter riprendere la professione che amo. Negli ultimi sei anni, infatti, ho avuto il privilegio di dirigere l’Ufficio Scolastico del Consolato Generale d’Italia a Boston. In questa funzione, di promotore della Lingua e della Cultura Italiana nel New England, ho capito come l’Italia e l’Italiano siano stimati ed apprezzati all’estero e come il richiamo all’Italia evochi sempre ammirazione e piacere. Nel mio rapporto con tutto il sistema scolastico ed universitario della mia area ho contribuito a far amare ancora di più l’Italia, facendone cono-scere – oltre all’importante ruolo in ogni campo della cultura – anche i valori del nostro popolo. Le storie della gente italiana emigrata negli Stati Uniti, per bisogno o per lavoro, sono quanto di più nobile possa rappresentare il valore, la forza e la dignità del nostro popo-lo. Un patrimonio di emozioni che mi rimarrà indelebilmente dentro. Penso, inoltre, di aver umilmente contribuito a rendere lo studio dell’Italiano interessante, vivo ed attuale, trasferendo in tutti l’amore per il nostro Paese. Tuttavia, arrivato in America ormai sufficientemente “maturo” e certamente non fresco di studi, mi sono reso conto subito di quanto le mie conoscenze della lingua Inglese parlata quotidianamente fossero insufficienti a garantirmi anche i più elementari bisogni di soprav-vivenza. Fare la spesa o richiedere informazioni erano diventati una puntuale frustrazione, per la mia incapacità di tradurre quei suoni velocissimi in parole che potessi decodificare. Per fortuna non è durato molto e, ben presto, ho anche iniziato a divertirmi nel “buttarmi” a parlare in Inglese senza paura con tutti (anche se immagino che gli altri si siano divertiti molto più di me nel sentirmi). Nel tempo ho capito che gran parte della mia azione e della stima che sono riuscito a conquistarmi sono dipese dalla mia capacità di comunicare il mio pensiero e di far conoscere il mio lavoro. Ora, questi importanti contatti che ho creato nel tempo, desidero metterli a disposizione della nostra scuola e di tutti voi. Siamo già riusciti a far partire due progetti, con due delle più importanti università del mondo (la Harvard University ed il MIT, Massachusetts Insitute of Technology) e, credo, che tra poco avvieremo dei contatti che favo-riranno scambi via e-mail, ma avremo anche la fortuna di ospitare uno o più studenti di queste prestigiose istituzioni accademiche. In questo caso, cari ragazzi, dovremmo tutti rispolverare il nostro Inglese e provare a “comunicare”. Quindi, consiglio a tutti di studiare con piacere e bene l’Inglese, considerandolo – oltre che un’importante disciplina formativa – lo strumento che vi permetterà di comunicare con il mondo in cui opererete e che vi darà una marcia in più per affermarvi nella vostra carriera. Mi rendo conto che è un invito abbastanza scontato per i lettori di un giornale che si chiama … “The Daring Voice”, ma pro-prio questo dobbiamo imparare a fare: usare la nostra voce, per osare. Nel ringraziarvi ancora per l’invito, auguro alla Redazione del giornale, ai lettori ed a tutti gli studenti una meravigliosa carriera scola-stica ed un periodo di permanenza al Liceo Nomentano sereno e produttivo.

Carlo Cipollone, PresideCarlo Cipollone, PresideCarlo Cipollone, PresideCarlo Cipollone, Preside

C ari lettori,se state scorrendo il vostro sguardo rapido tra le righe di questa pagina, desiderosi di correre liberi di parola in parola verso il fatidico punto finale, il merito è di quei pochi che hanno passato le ultime due settimane a pedinare ed osses-sionare giornalisti ed intervistati affinché gli uni completassero i propri articoli, gli altri le rispettive interviste. Una bella corsa contro il tempo, ma credo ne sia valsa la pena, soprattutto sapendo che adesso il nostro lavoro viene usufruito da

qualcuno; non importa se quel qualcuno sia un genio o uno sfaticato che si diverte a completare cruciverba e leggere battute, ad ogni modo sta dando un senso al nostro lavoro e alla nostra fatica. Perché in fondo è proprio questo lo spirito del TDV: un giornalino nato per gli studenti, che si crea da sé numero dopo numero per dare voce a chiunque lo desideri. E quel chiunque, siamo noi studenti sen-za esclusioni; non pensate di non poter scrivere, di non essere all'altezza. Al contrario, impugnate la penna e scrivete come non avete mai fatto, senza censure, senza timore, scrivete, affinché la vostra esperienza possa essere condivisa, i vostri ideali discussi. E' così che si cresce: confrontandosi col resto e prestandosi intanto alle critiche degli altri, uscendo, sempre, dal proprio mondo, dal proprio gu-scio, dalla consuetudine del vivere per vivere davvero. Vi lascio dunque nella speranza che dal prossimo numero qualche timoroso inizi a scriverci, sfruttando questo mezzo straordinario che ci é stato concesso; e mi rivolgo soprattutto ai tanti manifestanti anti-Gelmini. "Riprendersi la scuola" non vuol dire forse viverla sfruttandone tutte le possibilità ? Far capire che la scuola, per noi, non é un contenitore da riempire ma un’istituzione da vivere? Cre-do che solo quando avremo risposto a queste domande, inizieremo a non essere più considerati come numeri, bensì come persone ca-paci di pensare e agire, obbligati ad essere ascoltati.

a nome della redazione.a nome della redazione.a nome della redazione.a nome della redazione.

2222 The Daring Voice • 25 Ottobre 2010

La riforma continua Confusioni e chiarimenti

di Rocco S. Flammia Le due parti in lotta non danno segno di voler cedere; ma forse uno fai il gioco dell’altro.

Pronti, partenza… Com’era facilmente prevedibile, anche quest’anno l’ottobre rosso per la scuola non ha tardato ad arrivare. Al via il Nomentano si è fatto trovare pronto e unito per manifestare contro l’ultimo Ddl della riforma Gelmini, meglio noto tra gli addetti ai lavori come A.S. 1905 (Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario al cui comma 1 si sottolinea che le Università sono sede di libera formazione e strumento per la circolazione della conoscenza; operano, combinando in modo organico, ricerca e didattica, per il progresso culturale, civile ed economico della Repubblica.) e pronto ad assestare il colpo di grazia all’Università pubblica, pro-prio quando, a distanza di due anni dalle ormai storiche 133/2008 e 169/2008, l’intero sistema scuola inizia ad accusare i primi effetti negativi: classi più numerose, ditte di pulizie assenti, carenza di personale docente, fondi tagliati, deficienze strutturali e quant’altro; in altre parole, un autentico scorcio pre-apocalittico. Dunque la razionalizzazione dei fondi, elemento legittimatorio dell’intera riforma Gelmini, sembra essersi mutata in un cieco tagliuzzare l’intera istruzione pubblica a tutti i suoi livelli. Nonostante ciò i tagli del governo costano al netto soli 7.3 miliardi di euro, contro i 41 miliardi che lo Stato ha previsto di investire per l’anno corrente nel sistema scuola. Insomma, cifre da capo-giro se si considera la precarietà della situazione economica dell’Italia e del mondo, colpito dalla più grande crisi finanziaria della storia, che ha fatto registrare dal 2008 ad oggi una caduta del 6.3% del PIL italiano appena arginata da una potenziale crescita dello 0.6% da registrarsi a fine 2010. Ovviamente nessuno bada a tutto ciò, come nessuno d’altronde presta attenzione al quadro macroeconomico entro cui l’Italia, in quanto parte di un sistema globalizzato, si muove e agisce. Al tempo stesso il popolo italiano, che un paio di anni fa si è reca-to alle urne per offrire all’Italia un governo di centro-destra, è oggi paradossalmente contrariato dall’azione dell’esecutivo, mirata ad alleggerire la presenza economica dello stato rispetto alle amministrazioni pubbliche, in particolare scuola e sanità, riducendo così la spesa pubblica nei vari settori. L’orientamento liberista del governo, per molti versi in linea con l’ideologia di destra, si scontra con il malcontento della componente scuola, che a tutti i livelli vede la riforma Gelmini come un omicidio dell’istruzione pubblica. Ovviamente l’esecutivo smentisce, giustificando l’azione politica sulla base dei dati OECD [vd. articolo a fianco, n.d.r.] che si offrono però contemporaneamente come argomenta-zione antitetica alla riforma stessa. Insomma perfino i dati, in Italia, riescono a perdere la loro oggettività e contribuiscono a creare una scuola di numeri e non di persone; e con i numeri si sa è facile giocare, illu-dersi e ingannare. È però vero che in questo vortice caotico di numeri la verità ultima perseguita dall’at-tuale governo è proprio la riduzione sulla spesa pub-blica che non può che far bene ad uno stato il cui debito interno ammonta al 115% del PIL. Se la crisi economica e il deficit finanziario sono un dato di fatto, è pur vero comunque che lo Stato (cioè i cittadini, attraverso la rappresentanza politica elet-ta) deve garantire il diritto allo studio investendo sulla carriera scolastica ed educativa dei giovane in maniera determinate (“Gli investimenti pubblici nel campo dell’istruzione hanno positive ricadute, per esempio in termini di gettito fiscale accresciuto…”; indicatore A8, Education at Glance). Nonostante ciò l’Italia, al pari della Repubblica Slo-vacca, ormai da anni destina il 4,5% o meno del PIL agli istituti scolastici contro il 6.2% della media O-CSE (indicatore B2). Inoltre nel clima economico attuale, è di particolare interesse esaminare l’ampia entità della spesa pubblica destinata all’istruzione: “Anche nei Paesi OCSE in cui l’intervento statale è generalmente limitato, il finanziamento pubblico

Education at Glance:

OECD Indicators Molti di voi nelle ultime settimane avranno sentito parlare di dati Oecd (in italiano Ocse) o quant’altro senza riuscire a capire spesso cosa siano e da dove questi dati provengono e perché vengano considerati così importanti, una sorta di prova inconfutabile su cui sostenere le proprie tesi o argomentazioni. Esordiamo quindi col sostenere che i dati Oecd sono frutto di rilevamenti statistici colti ad indicare le tendenze di sviluppo in ambito economico ed evolutivo dei vari paese; non a caso Oecd sta per “Organisation for Economic Co-operation and Development”. Questa associazione inter-governativa annovera tra i suoi vari programmi di sviluppo quello legato all’educazione delle gene-razioni più giovani che ogni anno presenta un workshop, meglio noto come Education at Glance, volto ad indirizzare le politiche pedagogiche degli stati membri. Per chiarire meglio le idee agli interessati abbiamo riportato di segui-to la presentazione ufficiale del programma EAG 2010, direttamente dal sito internazionale dell’Oecd. “Across OECD countries, governments are seeking policies to make education more effective while searching for additional resources to meet the increa-sing demand for education. ‘The 2010 edition of Education at a Glance: OECD Indicators’ enables coun-tries to see themselves in the light of other countries’ performance. It provi-des a rich, comparable and up-to-date array of indicators on systems and repre-sents the consensus of professional thinking on how to measure the current state of education internationally. The indicators show who participates in education, how much is spent on it and how education systems operate. They also illustrate a wide range of edu-cational outcomes, comparing, for example, student performance in key su-bject areas and the impact of education on earnings and on adults’ chances of employment.” The indicators are dividedin four chapters: Chapter A: The Output of Educational Institutions and the Impact of Lear-ning Chapter B: Financial and Human Resources Invested in Education Chapter C: Access to Education, Participation and Progression Chapter D: The Learning Environment and Organisation of Schools”.

The Daring Voice • 25 Ottobre 2010 3333

all’istruzione resta una priorità sociale. In media, i Paesi OCSE destinano il 13,3% della spesa pubblica totale all’i-struzione, che varia da percentuali inferiori al 10% in Re-pubblica Ceca, Italia e Giappone, a circa il 22% in Messi-co” (indicatore B4). Davanti a questa sequela di dati si percepisce con chiarezza l’intenzione del governo a privatizzare l’istruzione, favo-rendo però, da quanto annunciato, un sistema meritocrati-co: scuole efficienti accessibili a ricchi, volenterosi ed eccel-lenze, scuole pubbliche invece a tutti coloro che sono poveri, meno intelligenti o poco motivati. E allora tutti in piazza a manifestare, tutti a protestare con maschere, elmetti da cantiere e slogan carichi di rabbia ed incisività (“Sono porche queste riforme”, urlava lo slogan del Nomentano); ma la paura è che si protesti inutilmente (come è già accaduto nel 2008), mentre si diffonde chiaro il messaggio che scuola e Università pubblica sono realtà poli-ticizzate e destinate ad estinguersi. In altre parole, oggi l’ennesima riforma dell’istruzione pubblica, che in fin dei conti taglia solo 7 miliardi (lì dove gli investimenti sono stati da sempre esigui e carenti), basta per distruggere non tanto sul piano strutturale ma rispetto all’opinione pubblica l’intero sistema d’istruzione. Si crea quindi panico sociale, si scredita un’istituzione anzi si lascia che l’istituzione si screditi da sé attraverso proteste e scioperi, affinché , impiantatasi l’idea, diffusosi il panico, l’alternativa diventi un’esigenza a cui non potersi più sot-trarre. E dunque nel disordine generale, nella caotica protesta stu-dentesca, tra giusto e sbagliato, tra efficace e distruttivo, si lascia che gli effetti mediatici della protesta si pongano co-me reale intenzione riformatrice.

Manifestazioni Di ottobre

L’Otto ottobre ha segnato l’avvio della mobilitazione scolastica contro i provvedimenti della riforma Gelmini, ormai al secondo anno dalla sua prima approvazione. Il corteo, partito da Piramide, ha condotto la protesta sin sotto le finestre del Ministro e del suo entourage, nella speranza rimasta irrisolta di essere ricevuti o almeno ascoltati. Nono-stante ciò la tenacia dei manifestanti non è venuta meno, anzi si è rin-novata, tanto che molti hanno avuto il coraggio di indossare maschere ed elmetti da cantiere a simboleggiare anzitutto che questa è una scuola fatta di persone e non di numeri da statistica, e secondo poi che questa scuola su cui si taglia ormai già da tempo rischia, per la preca-rietà strutturale, di piombarci addosso da un momento all’altro, mi-nando così la sicurezza fisica dello studente, che proprio a scuola tra-scorre almeno un quarto della sua giornata. La manifestazione, conclusasi nel primo pomeriggio e durata l’intera mattinata (il tutto è iniziato alle ore nove) ha visto la partecipazione di circa 2000 tra docenti, ricercatori, studenti genitori e personale scola-stico, realtà diverse dell’unico sistema. Alla folla scesa in piazza a Roma come in molte altre città italiane, per un totale, si stima, intorno alle 30.000 persone, il Nomentano ha volu-to unire una sua compatta delegazione che è riuscita a farsi largo at-traverso la protesta al seguito di un efficacissimo striscione che titola-va “Sono porche queste riforme”.

Da qualche mese, quando si parla della scuola pubblica, sia a destra che a sinistra un po’ tutti sembrano essere d’accordo sul fatto che ci sia bisogno di una scuola più rigorosa e meritocratica. Su questa linea sono le dichiarazioni e i provvedimenti del ministro Gelmini, che sta aumentando la selettività degli esami di maturità e della scuola superiore nel suo complesso con un lunga serie di provvedimenti, fra i quali ricordiamo soprattutto il 5 in condotta, gli esami di riparazione a settembre o la novità, in-trodotta quest’anno, del limite delle as-senze per passare all’anno successivo (1/3 delle ore totali). D’altronde anche molti studenti e inse-gnanti sembrano essere entusiasti di que-sta impostazione: finalmente una scuola che premia i migliori, destinati a essere la classe dirigente del nostro paese, final-mente una scuola seria in grado di dare una preparazione ottimale alle nuove generazioni! Ma ci crediamo veramente? In realtà basta fare un’ analisi oggettiva della situazione per capire che questa è l’ennesima presa in giro nei nostri con-

fronti e che stiamo lasciando passare tutta una serie di manovre che peggiora-no la situazione già precaria delle nostre scuole. Innanzitutto per parlare di meritocrazia serve una premessa; se si devono premia-re i migliori tutti devono avere le stesse possibilità e le stesse condizioni di par-tenza. In Italia questo non accade, in una socie-tà dove la scuola costa sempre di più (fra libri di testo, contributi volontari, ripeti-zioni non più gratuite) molte famiglie non possono nemmeno permettersi di mandare i propri figli, per esempio, a un liceo classico. Inoltre da qualche tempo sta aumentan-do il numero dei così detti Diplomifici, ossia di quelle scuole private che, dietro lauti pagamenti, permettono di superare due o tre anni in uno senza il benché minimo impegno, insegnando pochissi-mo e guadagnando moltissimo. Il risultato di questo quadro complessivo è che mentre la scuola pubblica diventa sempre più rigida e quindi più difficile per noi che la frequentiamo, chi se lo può permettere va a comprarsi il diploma in

una scuola privata; poi a trovargli il lavo-ro ci penserà il papi, che sicuramente ha qualche appoggio per fargli ottenere una posizione privilegiata. E così ecco la clas-se dirigente dell’Italia di domani: i figli di papà, quelli che hanno avuto sempre tutto pagando e che sicuramente “meritano” molto poco. Nel frattempo noi, se finiamo la scuola e l’università, con molte probabilità ci ve-dremo rubare da sotto il naso i posti che veramente ci siamo meritati da chi può averli solo per vantaggi economici. Sarà per questo forse che nell’Italia del “merito” e delle diseguaglianze sociali un ragazzo su tre abbandona la scuola, de-stinato per colpa di un sistema ingiusto a un futuro di precarietà e sfruttamento. Questo è quello che chiamano merito, questo è il loro sistema, questo è quello che odiamo e che cerchiamo di cambiare ogni giorno, sapendo che se vogliamo un futuro migliore di quello che ci si pro-spetta dovremo prendercelo con le un-ghie e con i denti.

Si scrive merito, si legge Raccomandazione

Direttamente (ed in anteprima) dall’Orazione, giornalino del Ginnasio Statale Orazio [quando finiranno questi giochi di parole? n.d.r.], l’inizio di una collaborazione voluta da TDV e Lorenza De Simone, caporedattrice.

di Giulio Macilenti

4444 The Daring Voice • 25 Ottobre 2010

Il caso adro: lega tra scandali e successi di Davide Crosilla

La cittadina di Adro, comune bresciano di poco più di seimila abitanti, è da circa un mese al centro di una dura discussione, innescata dalla inaugurazione del Polo Scolastico dedicato a Gianfranco Miglio, in cui compare circa settecento volte, su muri, banchi ed altro, Sole delle Alpi. Questo simbolo compare nei più antichi graffiti europei e asiatici, come stemma beneaugurante che rappresenta in maniera stilizzata il Sole. Presente su molti edifici seicenteschi del Nord Italia, è stato scelto dalla Lega Nord come simbolo della Pada-nia e del partito. Il consiglio comunale di Adro è a maggioranza leghista, e sotto la guida del sindaco Danilo Oscar Lancini è già comparso sui giornali nazionali per aver vietato di servire i pasti nelle mense scolastiche ai bambini i cui genitori non avevano provveduto al pagamento della relativa quota, ed anche per il premio messo in palio per tutti i vigili che fossero riusciti a portare in questura il maggior numero possibile di immigrati clandestini. E’ stato sempre il sindaco Lancini ad aver ordinato che i crocefissi nelle scuole fossero inchiodati e avvitati ai muri, per evitare che questi venissero spostati dietro alle cartine geografiche per non tur-bare la sensibilità degli appartenenti a minoranze religiose, o addirittura per evitarne il furto (recentemente ne sono stati ruba-ti settanta). Il comune di Adro non ha speso praticamente niente per la costruzione dell’edificio scolastico in questione, poiché i fondi ne-cessari alla realizzazione sono stati ottenuti grazie allo scomputo degli oneri di urbanizzazione; mentre il mobilio (impreziosito dai Soli) è stato pagato circa 300.000 euro provenienti in gran parte da contributi diretti delle famiglie, che non si sono mo-strate contrarie all’inserimento dei simboli padani. La polemica è stata infatti scatenata dagli insegnanti della scuola, che si sono appellati alla legge che vieta l’introduzione di simboli di partiti politici nelle strutture scola-stiche. Critiche al gusto di impronta leghista dell’arredamento sono immediatamente giunte anche da tutti i maggiori esponenti dell’opposizione, in particolare dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia e Libertà, nonché uno tra i primi pro-motori e fondatori di Arcigay; la cui dichiarazione inizia con la classica e commovente definizione di scuola pubblica: “istituzione fondamentale, luogo di incontro, confronto e formazione per le generazioni”; prosegue condannando l’introduzione del logo leghista nella scuola e termina ricordando come questo sia solo un altro degli episodi negativi degli ultimi anni all’interno della scuola italiana: “come i 200.000 licenziamenti di inse-gnanti della scuola pubblica” (non sappiamo esattamente a quali licenziamenti si riferisca, dato che, come vi avevamo spiegato in un precedente articolo, con la riforma Gelmini non è stato licenziato nessun insegnante, ma c’è stato un semplice blocco del turn-over). Sporadici invece gli interventi a sostegno del sindaco Lancini, come quello dell’ex sindaco di Bo-logna per il PDL Giorgio Guazzaloca, in cui questi pone l’accento sul fatto che situazioni simili compaiono anche al Sud, vedesi alcune scuole pugliesi sulle quali compare il simbolo dell’organizzazione (non propriamente politica ma comunque di ispirazione autonomista) denominata Repubblica Salentina o le bandiere di Rifondazione Comunista che sventolano sulla facciata di una scuola materna livornese. Come è usanza in tali circostanze, è cominciato immediatamente contro il sindaco uno spietato processo mediatico (e non solo, dato che anche la Corte dei Conti sta indagando sull’erario del Comune di Adro); e sicuramente la cosa non gli dispiacerà tanto, a giudicare da quanto ama apparire su giornali e televisioni a seguito delle delibere più curiose e discutibili. Nonostante abbia cercato con tutte le sue forze di dimostrare che il Sole delle Alpi non sia stato applicato settecento volte nel Polo Scolastico perché logo leghista, ma perché simbolo della cultura lombarda e dell’intera Italia Settentrionale, ha ricevuto lettere di rimprovero che ne richiedono la rimozione sia dal ministro Gelmini che dal Presidente Napolitano. Persino Umberto Bossi e Roberto Maroni hanno ammesso che forse Lancini ha esagerato: un simbolo solo sarebbe bastato, considerando pure che il Polo Scolastico è già intitolato a Gianfranco Miglio (uno degli ideatori delle tre macroregioni, soste-nitore della Lega Nord e del federalismo in Italia). La questione sembrava finalmente risolta lo scorso 12 ottobre quando, su ordine del dirigente scolastico, è cominciata la rimozione dei simboli incisi su vetri e mobili. Ma questa storia sembra proprio non avere fine; infatti dal sindaco sono arrivate immediatamente minacce di denuncia al diret-tore, con la promessa di provvedere al più presto al reinserimento dei simboli padani (dimenticando che tutto questo giochetto sta cominciando a diventare un po’ costoso). Ed intanto, forse per far capire che non scherza, il suo consiglio comunale ha deliberato che nelle mense scolastiche sarà servi-to per tutti un menù padano a base di prosciutto e braciole (alla faccia dei Musulmani che non possono mangiare carne di maiale). Tale prepotenza della Lega e dei sui esponenti non stupisce più di tanto: si tratta di un partito in piena ascesa, come hanno dimostrato le ultime consultazioni elettorali; forse l’unico partito italiano a non aver mai avuto disordini interni negli ultimi quindici anni, in grado di essere presente sul territorio, seppur alla sua discutibile maniera, e che riesce a passare indenne attra-verso le crisi del governo di cui è parte e anzi, ne esce rafforzato e si presenta sempre più come l’unica componente solida e con una posizione chiara della attuale maggioranza, gettando nell’ombra il più diviso e pesante PDL, ammaccato dai continui scan-dali e indagini che gravano su molti suoi esponenti, in primis il suo leader. Al Nord si permettono di spendere soldi per marchiare i muri di una scuola con simboli che, almeno agli occhi di molti, sono di natura puramente politica, e di perdere tempo giocando volgarmente con acronimi che riassumono in sé una delle pagine più importanti della storia italiana ed europea; ma non bisogna dimenticare che poi sono comunque in grado di emergere a livello europeo, se non mondiale, in materia economica, di istruzione, di progresso in generale; mentre noi del centro-sud, in una serie di cartine comiche dell’Europa, disegnate da un comico anglo-bulgaro e comparse recentemente su tutti i maggiori giornali e telegiornali europei, veniamo bollati col nome di “Etiopia”. Si tratta pur sempre di una cartina comica, ma rende perfettamente l’idea di come siamo visti rispetto ad un nord che tanto critichiamo.

The Daring Voice • 25 Ottobre 2010 5555

CERCA L’’’’OMOSESSUALE! di Daniele Fiani

Signore e signori che si fingono signore, la quota rosa del The Daring Voice prende parola.

Tu, proprio tu, lettore, distogli un momento la tua attenzione da questo articolo, alza gli occhi e guardati intorno. Vedi i tuoi compagni, concentrati… Ebbene, uno fra i tuoi amici potrebbe essere omosessuale! Eh sì, perché in una classe di 20 persone, è statisticamente rilevato che ci sia almeno un gay e/o una lesbica. Forse è il ragazzo seduto accanto a te, che sta leggendo in tua compagnia questo articolo (e che, se avevate spalle a contatto, hai già distanziato di qualche centimetro), forse è il ragazzo seduto due file avanti o una fila dietro (attenzione!), forse è il tuo migliore amico che con-sideri veramente una persona di cui ti puoi fidare, ma magari lui ti considera qualcos’altro… o forse sei proprio tu! Ma mantieni la calma ora. Se il soggetto che hai preso in considerazione non ha dichiarato la sua omosessualità, ti rimane solamente il dubbio (che non basta!). Se invece ha già fatto outing (molto difficile) hai la certezza su a chi non mostrarti mentre ti cambi in palestra e motivo di allarmarti caso mai ti scivolasse la saponetta sotto la doccia. Chiaramente non ci sarebbero problemi se tutti i gay avessero fatto outing; ma alcune persone non considerano la propria omo-sessualità qualcosa per cui andare fieri e lo fanno quando hanno raggiunto l’età adulta. Alcune volte si è ancora in tempo [vd. foto, n.d.r], e altre non si è più in tempo (Alessandro Cecchi Paone si dichiarò quando aveva già moglie e figli). Ma perché non si dichiarano prima? Un omosessuale inizia ad avere dei dubbi sulla propria omosessualità durante il periodo adolescenziale, proprio il nostro. Inco-mincia ad essere attratto da persone del proprio sesso, ma osservando il comportamento dei coetanei rispetto all’altro sesso, suppone di essere sbagliato! Cerca di nascondere il più possibile la sua natura, ma nel tempo, anche se non accettata, essa tende a mostrarsi. Ed è proprio lì che dovrà prendere una decisione, decisione che non è per nulla facile. E tutto dipenderà dalle persone che lo circondano (amici e familiari) che potranno agire in due modi: • aiutandolo ad esprimere la vera persona che è lui • costringendolo a reprimere la propria natura, fino a convincerlo di essere “normale”. Lui sarà normale ma sicuramente

non sarà felice! Ma perché dovrebbero reprimere la loro natura? Semplice, per motivi as-solutamente egoistici! Quale ragazzo vorrebbe avere un amico gay se que-sto significasse essere considerato uno sfigato o anche lui omosessuale dagli altri ragazzi ? Quale mamma vorrebbe avere un figlio gay? In fondo un figlio gay non porta nipoti, come riempirà le giornate quando sarà una pensionata nullafacente? Quale padre vorrebbe avere un figlio gay?, sareb-be anche lui deriso dai proprio coetanei. Le uniche persone che vogliono un amico gay sono le ragazze, che molto spesso scambiano la parola gay con la locuzione cane da passeggio. [Discorso tipo di due ragazze: “Ieri per strada ho trovato un gay, siamo andati a fare shopping, abbiamo visto per 4 volte di seguito Moulin Rouge e alla fine ci siamo fatte la ceretta insieme!” “Ah, che bello! Il mio sta facendo la toelettatura!”] Ragazze, i gay non sono cani da portare dove volete, sono persone! C’è una bella differenza! Un altro motivo per cui l’outing è molto raro, sicuramente il più triste e drammatico, è il fattore omofobia che cresce tra i giovani. I giovani però non sono i soli omofobi della società, ma le stesse istituzioni si presentano con caratteristiche che vanno contro gli omosessuali. La stessa Chiesa, che dovrebbe essere sede di amore e esempio dell’aiuto per il prossimo, parla dell’omosessualità come una perversione diabolica. [La Chiesa Cattolica Romana teoricamente fonda il suo credo sugli scritti biblici, che condannano o comunque scoraggiano condotte omosessuali; esistendo migliaia di religioni al mondo, sicuramente i gay possono trovarsene una adatta, n.d.r.] Alla domanda “Perché sei omofobo?” molte persone rispondono con una frase generale che può dire tutto ma allo stesso tempo non dice nulla: “Perché i gay mi fanno schifo!”. Queste persone si fermano a guardare i gay solamente dal punto di vista sessuale e trascurano quello sentimentale. Un omoses-suale ha fatto una scelta, ha scelto di amare e di trascorrere la vita accanto a una persona del suo stesso sesso. Questa è l’unica differenza che gli omosessuali hanno con gli eterosessuali. Loro, come voi, hanno una famiglia che adorano, hanno amici per cui darebbero tutto, hanno fede in qualcosa, hanno paura di scegliere e di sbagliare e amano una persona più di quanto amino se stessi. La differenza è quasi inesistente, è per questo che ognuno si deve impegnare affinché esista un unico e collettivo “NOI”, che comprenderà uomini e donne, etero e gay, di differenti etnie, di diverse religioni, di differenti aspetti ma tutti abitanti consape-voli di uno stesso pianeta!

6666 The Daring Voice • 25 Ottobre 2010

PIZZA, SPAGHETTI E MANDOLINO di Cristiano “Logos” Di Pietro

E’ sempre la solita storia, una storia millenaria, quella del razzismo che entra nella credenza comune. Da anni ormai, all’este-ro, nell’immaginario comune veniamo rappresentati come pastori o pizzaioli, poveracci arretrati che si allietano col mandolino. Ce la dovremmo prendere? Sì, ma non prima di esserci fatti un esame di coscienza. Questo succede perché fino a ieri eravamo noi gli immigrati clandestini, dei pezzenti disposti a fare qualsiasi lavoro pur di fuggire dall’Italia. Vi ricorda nulla tutto ciò? Direi che è più o meno la stessa situazione che vivono oggi migliaia di Rumeni, Marocchini, Algerini… Ed anche nel nostro immaginario comune si sono instaurati pregiudizi: uno di colore che vende merce contraffatta per strada? Marocchino. La donna delle pulizie? Filippina; anche se in realtà spesso sono di ben altra nazionalità. Ed intanto noi, per qualche anno di emigrazione di massa, ancora oggi siamo visti come “quelli buoni solo a fare la pizza”. Per non parlare dei personaggi stereotipati nei film: Mangia, Prega, Ama, appena uscito; Il Padrino, altro cliché dell’italo-americano mafioso. Questi preconcetti sono spesso espressi anche nei cartoni animati, come lo chef italiano in The Simpsons o il vano tentativo di Peter in The Family Guy di parlare italiano, con tanto di baffo finto e gesticolazione esagerata. Insomma, il Bel Paese ha una grande notorietà storica, un grande afflusso turistico, ed un grande bagaglio di stereotipi… che noi stessi favoriamo! A Venezia, per esempio, ci sono dei gondolieri che mettono appositamen-te per i turisti musica napoletana. Non c’entra assolutamente nulla, ma pur di compiacere i visitatori (ed invogliarli a lasciar mance), gli fanno rivivere la nota passione italiana per la musica e il modellino del gondo-liere fischiettante e canterino. Come dire, tutto ciò è molto colorito, ma ci fa poco onore. Non siamo certo le uniche vittime di luoghi comuni nel mondo; Cinesi e Giapponesi sono bravi nelle arti marziali, i Russi sono cattivi, i Francesi sono artisti e marpioni, gli Inglesi non hanno un buon senso dell’umori-smo, i Tedeschi sono razzisti, e gli Americani sono gangsta. Tutto ciò dovrebbe aprirci la mente e farci intendere che, per quanto poco conosciamo le culture estere, non ci risparmiamo commenti e allusioni ai loro (presunti) modi di fare. Siamo davvero un popolo di pizzaioli gesticolatori? Al giorno d’oggi, con la globalizzazione e le influenze esterne che ha ogni stato, ormai queste identità culturali stiano andando perdute.

la segnalazione Il problema del parcheggio

di Giulio Maccaferri, Gabriele Satta e Chiara Marianetti Poco tempo fa è passata una circolare con la quale il D.S. informava tutti gli studenti che il parcheggio sarebbe stato riservato esclusivamente al personale scolastico (Docenti/PersonaleATA/Amministrazione) e dunque era fatto divieto ai ragazzi di posteggiare le propie automobili all'interno della scuola. Noi rappresentanti degli studenti, immediatamente, abbiamo cercato di capire cosa stesse succedendo: perchè gli studenti devono essere esclusi dall'utilizzo dei posti auto? Quindi abbiamo deciso di parlare direttamente con il preside per saperne di più. Con molta gentilezza il D.S. si è scusato per non averci avvertito pri-ma che la circolare passasse per le classi onde evitare equivoci di questo genere; dopodichè ci ha spiegato che nel precedente collegio docenti è stata scritta una "lettera" da parte dei professori (contrassegnata da più di 40 firme) affinchè venisse rispet-tato il Regolamento d'Istituto per quanto concerne l'accesso ai posti auto interni alla scuola. Quest'ultimo recita chiaramente che il parcheggio è ad uso esclusivo del personale interno alla scuola. Di fronte al Regolamento non ci possiamo certo oppor-re... Ciononostante è stato un altro il motivo scatenante di questa scelta: negli anni in cui il parcheggio è stato aperto a tutti, gli studenti non sono stati gli unici ad usufruirne: bensì anche i commercianti di zona, i residenti e chiunque avesse avuto biso-gno di un posto auto ha "sfruttato" in modo incontrollato il luogo di sosta. Con l'amaro in bocca siamo dunque costretti a parcheggiare al di fuori degli spazi scolastici (oppure fare i vaghi la mattina e accodarci a un prof per entrare), c'è poco da fare. Magra consolazione però il fatto che a meno di 100 metri abbiamo il par-cheggio della Pam dove possiamo trovare sempre asilo... Ricordiamo però che a tutti gli studenti con difficoltà motorie o ragazzi che ogni mattina devono percorrere lunghe distanze per arrivare a scuola (es. vengono da fuori Roma), possono tranquillamente fare richiesta al D.S. per avere una copia del tele-comando e accedere al parcheggio interno.

The Daring Voice • 25 Ottobre 2010 7777

Elezioni d’istituto Liste eleggibili: le interviste

E’ arrivato il periodo di “propaganda elettorale” per il Liceo Nomentano. Ecco chi si e’ messo al vostro servizio ed ha risposto alle nostre domande.

[N.B.: Le liste non sono in ordine].

Lista controvento Nome e cognome dei membri della lista? Eventuali orientamenti politici? Chiara Marianetti, Chiara Vulpis, Gabriele Satta, Giulio Maccaferri e Flammia Rocco Simone. All'interno della nostra lista gli orientamenti politici sono diversi, ma preferiamo non specificare, in quanto riteniamo inutile mischia-re la politica partitica con la politica scolastica. Cosa vi ha spinto a fondare questa lista? Il motivo che ci ha spinti a fondare la lista Controvento, quest'anno come l'anno scorso, è che abbiamo trovato dentro di noi un senso di responsabilità riguardo ai problemi scolastici, la voglia di impegnarci a dare un contributo a risolverli e a rendere concrete molte più opportunità che la scuola ci offre. Quali credete siano le priorità, oggi come oggi, del nostro istituto? Vista la situazione comune a molte scuole italiane, possiamo ritenerci fortunati in quanto la nostra realtà scolastica risulta decorosa. Vorremmo però aumentare la sensibilità degli alunni a molti temi attuali, con l'ausilio delle assemblee d'istituto, i giorni di didattica integrativa (già approvata nel P.O.F.) e, se è di interesse agli studenti, di impegnarci nelle proteste contro il decreto Gelmini. Inoltre siamo molto sensibili ai problemi della Succursale, che ci impegniamo a sostenere, grazie anche alla presenza, nella nostra lista, di una candidata, Chiara Vulpis, la quale vi si trova a diretto contatto quotidianamente. In breve, i punti del vostro programma? I punti principali della nostra lista sono: l'organizzazione di assemblee con temi di interesse comune, ma anche di un certo livello cul-turale; l'organizzazione dei giorni di didattica integrativa, già sperimentata l'anno passato con grande successo; una collaborazione, già avviata, fra le scuole di Roma, anche per quanto riguarda i giornalini dei vari istituti; dare la possibilità di utilizzare gli spazi della nostra scuola anche il pomeriggio, in particolare per attività di recupero e studio collettivo. Inoltre abbiamo la possibilità di utilizzare lo ZooBAR/Maggiolina, per concerti ed eventi culturali. Quali dei vostri punti pensate possano essere realizzati nell’immediato e quali invece crediate necessiteranno di più tempo ed impegno e magari anche un po’ di fortuna? I punti che abbiamo presentato siamo sicuri siano tutti quanti realizzabili grazie all'impegno, senza l'aiuto della fortuna. Ovviamente alcuni necessitano più tempo per essere attuati. Comunque non promettiamo, come non abbiamo mai fatto, progetti impossibili. Che cosa significa per voi “Scuola”, quali i diritti e doveri dello studente, e se poteste come cambiereste questa scuola? Per noi la scuola è, prima di tutto, un luogo di istruzione, ma sicuramente non solo. Essa può offrire molto di più. Vogliamo rendere gli studenti protagonisti di numerose attività e dell'impegno a migliorarla insieme a noi. Lo studio è il primo dovere, così come il pri-mo diritto, dello studente, il quale deve, inoltre, rispetto ai suoi compagni, ai professori e a tutto il personale scolastico, quanto all'edi-ficio in se. Personalmente vogliamo che la scuola sia anche luogo di educazione e formazione personale, che dia diritto di espressione ad ognuno. In vista del prossimo numero che probabilmente scandaglierà le ultime mosse della riforma Gelmini e le sue reali ripercus-sioni sia in negativo che in positivo, qual è il vostro punto di vista sugli effetti, a oggi, di questo riforma dell’istruzione? Noi siamo stai sin dall'inizio in disaccordo con la maggior parte dei punti di tale riforma. Abbiamo già messo in atto il progetto di una protesta in collaborazione con altre scuole. Dal vissuto quotidiano gli unici effetti che riusciamo a percepire sono la ripercussione del debito che lo stato ha accumulato e continua ad accumulare nei confronti della scuola pubblica, che non permette di offrire un adeguato servizio agli studenti, ed una generale disorganizza-zione dovuta a varie cause, fra cui il sovraffollamento delle clas-si, la mancanza di personale e simili. In conclusione, se dovessi convincermi a votare ora all’i-stante cosa mi diresti? Ti diremmo che ti stiamo proponendo solo progetti di con-creta realizzazione e che già l'anno scorso abbiamo dimostra-to di avere sincero interesse ad impegnarci in ogni nostra promessa e in ogni vostra richiesta. Ciò che riteniamo ci fac-cia più onore sono la passione e la costanza del nostro lavoro.

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8888 The Daring Voice • 25 Ottobre 2010

Lista giovinezza al potere

Nome e cognome dei membri della lista? Eventuali orientamenti politici? Daniele Castellani (IV N), Marco Iapichino (V L), Alex Lener (III A), Francesco Durante (V L), Mattia Verdini (II G), Giorgio Cristofari (IV I); siamo i candidati per la lista Giovinezza Al Potere, lista del Blocco Studentesco. Cosa vi ha spinto a fondare questa lista? Abbiamo fondato questa lista per dare continuità all’azione politica svolta nella nostra scuola l’anno passato. La nostra lista unisce le due sedi con candidati della sede centrale e della sede succursale; la scuola è una, le esigenze sono comuni! Quali credete siano le priorità, oggi come oggi, del nostro istituto? Crediamo che al Nomentano serva qualcosa che spinga gli studenti ad aprire gli occhi e ad accorgersi di quello che ci succede attorno: le scuole cadono a pezzi, non abbiamo fondi per comprare attrezzature. Non possiamo più assistere passivamente a questo spettacolo che ci viene riproposto ogni anno. E’ tempo di cambiare e la nostra lista è una boccata d’aria nuova per la nostra scuola. In breve, i punti del vostro programma? La lista Giovinezza Al Potere porterà un programma diviso in Struttura, Sport e Arte. Struttura: ci proponiamo di spingere per una riqualificazione strutturale della nostra scuola. Se gli anni passati le carenze sono state ignorate o sopportate quest’anno non saremo più disposti a passare 5 ore della nostra giornata in strutture inadatte e spesso pericolose. Sport: vogliamo fondare dei gruppi sportivi scolastici che vadano a praticare quegli sport che non sempre sono accessibili agli studenti romani (rafting, roccia, arrampicata). “Mens sana in corpore sana” dicevano i nostri antenati… [Per quanto sia scarpa in latino, ho sempre sentito concordare quell’aggettivo come sano, n.d.r.]. Arte: vogliamo che la didattica alternativa sia di una settimana e in sedi separate per impedire la confusione che c’è stata lo scorso anno, organizzeremo delle mostre permanenti all’interno della scuola con esposizioni di foto, disegni e poesie degli stu-denti. Quali dei vostri punti pensate possano essere realizzati nell’immediato e quali invece crediate necessiteranno di più tempo ed impegno e magari anche un po’ di fortuna? La riqualificazione scolastica, che è il punto che ci preme di più, prevede, purtroppo, un iter burocratico incredibilmente lungo che vede coinvolti preside e provincia, e che spesso si risolve in un nulla di fatto: per rendere più vivibile scuola ci vorrà tempo! Molto meno tempo servirà invece per creare i gruppi sportivi: ad esempio abbiamo fatto partire ufficialmente il progetto di una squadra di rugby a 7 della scuola che si andrà ad inserire in un campionato interscolastico. Che cosa significa per voi “Scuola”, quali i diritti e doveri dello studente, e se poteste come cambiereste questa scuo-la? Lo studente deve avere maggiore diritto di parola su un istituzione di cui è la parte principale: vorremmo una maggiore rappre-sentanza degli studenti nel consiglio d’istituto che è diventato assolutamente sfavorevole agli studenti vista la netta minoranza numerica! Non si dovrebbero ripetere, a nostro parere, casi come quelli verificatisi l’anno scorso, in cui è stato impedito a noi studenti di organizzare assemblee dietro motivi campati in aria e dietro divergenze esclusivamente ideologiche. Non tollereremo ancora questo ostruzionismo nei nostri confronti in una scuola che si dice libera. In vista del prossimo numero che probabilmente scandaglierà le ultime mosse della riforma Gelmini e le sue reali ri-percussioni sia in negativo che in positivo, qual è il vostro punto di vista sugli effetti, a oggi, di questo riforma dell’i-struzione? Il Blocco studentesco si è schierato apertamente contro questa riforma partecipando attivamente, al Nomentano come nelle altre scuole, alle proteste studentesche. Non possiamo non schierarci infatti contro una riforma che invece di assegnare fondi all’istruzione, che versa in condizioni ca-tastrofiche, gli da il colpo di grazia. Non abbiamo partecipato però a manifestazioni che associazioni e movimenti hanno voluto strumentalizzare dando una conno-tazione puramente partitica che ovviamente non rispecchia tutti gli studenti.

In conclusione, se dovessi convincermi a votare ora all’istante cosa mi diresti? Siamo usciti da un anno scolastico in cui è stato più volte impedito al Blocco Studentesco di partecipare ad assemblee d’istituto, un anno in cui il rappresentante della succursale è stato spesso messo da parte per essere poi contattato a cose già fatte. Nonostante ex-preside e professori apertamente schierati contro di noi, non ci siamo fermati e siamo anche quest’anno presenti a queste elezio-ni con un programma ambizioso e molta voglia di cambiare. Per qualunque dubbio o proposta sul nostro programma gli studenti possono contattarci sul gruppo presente su facebook “Blocco Studente-sco - Liceo Scientifico Nomentano”.

The Daring Voice • 25 Ottobre 2010 9999

Lista gente che spera

Nome e cognome dei membri della lista? Eventuali orientamenti politici? Clementi Francesco (V E, capolista), Paolo Gandolfo (IV C), Lorenzo Viganego (IV A), Eugenio Papale (IV A). La nostra scelta è stata quella di non legarci a nessun gruppo/corrente politica, questo perché siamo fermamente convinti che ciò porrebbe limi-ti al nostro obiettivo, che è quello di rappresentare tutti gli studenti e non una piccola parte di loro. Cosa vi ha spinto a fondare questa lista? Dopo l'anno passato abbiamo deciso di candidarci perché spinti da un malcontento comune, dovuto secondo noi dagli evidenti insuccessi delle precedenti rappresentanze. Quali credete siano le priorità, oggi come oggi, del nostro istituto? Una delle nostre priorità è quella di creare una forte coesione fra gli studenti del centrale e quelli del succursale; questo per noi è un modo in cui poter esercitare maggiore pressione sulla presidenza affinché il corpo studentesco abbia un effettivo peso al-l'interno dell'istituto. In breve, i punti del vostro programma?

• Sensibilizzare gli studenti riguardo la riforma Gelmini, e mobilitarci per difendere il nostro futuro. • Maggior coesione fra le due sedi affinché insieme ci adoperiamo per avere un ruolo attivo all'interno della scuola. • Iniziare un dialogo fra gli altri istituti del nostro municipio per coordinarci per attività comuni (mobilitazioni, eventi...). • Un uso razionale dell'istituto, che porterebbe all'attuazione di nuove attività studentesche (tornei sportivi, attività d'in-

teresse culturale...). Non inseriamo altri punti perché sono in via di sviluppo; questi verranno espressi successivamente.

Quali dei vostri punti pensate possano essere realizzati nell’immediato e quali invece crediate necessiteranno di più tempo ed impegno e magari anche un po’ di fortuna? Ci adopereremo fin da subito per la sensibilizzazione degli studenti e per creare uno spirito comune fra le sedi; per gli altri pun-ti sarà fondamentale il lavoro con la presidenza. Che cosa significa per voi “Scuola”, quali i diritti e doveri dello studente, e se poteste come cambiereste questa scuo-la? Lo studente, in quanto persona, ha diritto alla libertà di scegliere i proprio ideali senza essere influenzato dalla disinformazione; ha diritto all'ascolto delle sue opinioni o proposte e soprattutto ad una maggiore partecipazione attiva all'interno della vita e delle decisioni della scuola; questo è uno dei punti che la nostra lista si pone come obiettivo. In vista del prossimo numero che probabilmente scandaglierà le ultime mosse della riforma Gelmini e le sue reali ri-percussioni sia in negativo che in positivo, qual è il vostro punto di vista sugli effetti, a oggi, di questo riforma dell’i-struzione? La riforma Gelmini negli ultimi anni ha creato molto scalpore e ha dato vita a numerose manifestazioni, le quali hanno ottenu-to quasi nessun riscontro all'interno della riforma; questo perché spesso la maggior parte degli studenti va a scuola o rimane a dormire durante le manifestazioni senza sapere i motivi per cui altri studenti come lui tentano di farsi sentire. Noi riteniamo che con un'attiva partecipazione di tutti gli studenti gli effetti si possono vedere e per questo bisogna sensibilizzarli su ciò che avviene nella scuola italiana. In conclusione, se dovessi convincermi a votare ora all’istante cosa mi diresti? Votateci perché siamo gente che spera e speriamo nel tuo voto!

Annunci

A.A.A. A.A.A. A.A.A. A.A.A. Vendo per classi quarte e quinte “Il fisico di Amaldi 3”, testo di (educazione) fisica per Liceo Scientifico!

Per informazioni rivolgetevi in V F, grazie!

11110000 The Daring Voice • 25 Ottobre 2010

ORIZZONTALI 1. Per segnalare la presenza di qual-cuno in una foto 3. Si attendono con ansia e si control-lano immediatamente 10. Ravenna 12. Pronome che, se accentato, diven-ta congiunzione 13. Ne hai tanti online ma pochi in realtà 15. La vedi alla fine del tunnel 17. Strumento a corde, simbolo irlan-dese 18. Lo clicchi se approvi un elemento 20. Mister 21. Aspetta in chat 22. Sigla del Torio (non guardare la tavola periodica) 23. Li creano ed invitano chiunque, qualunque sia l’avvenimento 25. Figuraccia epica. 27. Da’ +1 a fantacalcio 29. Comoda parte del mouse per scorrere le pagine web 31. In alto 32. Provider inglese simile a Google, Alice, Hotmail, etc. 34. “Is dead” quando ti si scarica il cellulare 35. Dispari in wave 36. I tuoi, senza facebook, non li ri-corderebbe nessuno 39. Saluto latino 41. Art. det. masc. sing. 42. Gerundio del verbo alla 36 orizz. 47. Semieclissi di sole 48. Nome del fondatore del social network 49. Ti ci taggano anche se si vede solo un tuo orecchio.

Il cruci-

~ La perla ~

“ Nell’universo di antimateria, la Roma è prima in classifica.

di Valerio “SaintBulls” Santori

ad Alessandro Alessandro Alessandro Alessandro “CipCipCipCip” Vannini Vannini Vannini Vannini piace questo elemento.

VERTICALI 1. A te 2. Chiunque ne crea uno, c’invita tutti gli amici 4. Contrario di off 5. Né io né lui 6. Popolarissimo ed agricolo game di facebook 7. Trovare link intelligenti su facebook è un’ - - - 8. Central Intelligence Agency 9. Mezza H 11. AutomobileClubItaliano 14. Enti che operano per un determinato fine, come scuole ed ospedali 15. Nome del soggetto ritratto nel più celebre dipinto del Louvre 16. Loro mangiano in Inghilterra 18. Gioco di mafia molto pubblicizzato

19. Quella di facebook non funziona mai 23. Ha organizzato tornei di videogiochi all’ultimo Romics 24. Dispari in nota 26. Anche in Lari 28. Sempione senza una molecola carica elettricamente 30. Biondo metallo 31. In buono stato di salute 33. Uno scontatissimo capitano di fb 34. Banca del gruppo BNP Paribas 37. Si segue per uniformarsi alla massa 38. Passi il 90% del tempo a condividerli 40. European Commision 43. Capitale 44. Andata/Ritorno 45. Proposizione inglese 46. Fiume padano.

- La redazione - DDDDOCENTEOCENTEOCENTEOCENTE R R R REFERENTEEFERENTEEFERENTEEFERENTE:::: prof. Giuseppe “mr. Cock” Gallo

DDDDIRETTOREIRETTOREIRETTOREIRETTORE:::: Simone “Impapocchiatore” Di Fresco CCCCAPOREDATTOREAPOREDATTOREAPOREDATTOREAPOREDATTORE:::: Simone R. “Fr******mo!” Flammia

RRRREDATTORIEDATTORIEDATTORIEDATTORI (in ordine totalmente casuale): (in ordine totalmente casuale): (in ordine totalmente casuale): (in ordine totalmente casuale): Daniele Fiani, Davide Crosilla, Cristiano “Logos” Di Pietro, Alessandro “Cip” Vannini,

CCCCOLLABORATORIOLLABORATORIOLLABORATORIOLLABORATORI “ORAZIONEORAZIONEORAZIONEORAZIONE”:::: Giulio Macilenti, Lorenza De Simone.