Green Voice 03/2012

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GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE Periodico indipendente di informazione Anno VII www.greenvoice.eu SETTEMBRE 2012 In questo numero il tema di copertina è la concorrenza nei servizi ferroviari: a tal proposito abbiamo ricevuto i contributi di Amedeo Gargiulo e Fabio Croccolo del Mini- stero infrastrutture e trasporti e abbiamo in- tervistato Michele Mario Elia, AD di Rete Ferroviaria Italiana e Giuseppe Sciarrone, AD di Nuovo Trasporto Viaggiatori. Nelle pagine centrali dello speciale pro- poniamo il tema delle infrastrutture antici- pando il forum del 30 novembre 2012 che vedrà docenti, ricercatori, imprenditori, professionisti e rappresentanti delle istitu- zioni e della finanza confrontarsi sul tema indicato nel titolo dello stesso evento: “Il tempo si fa breve – la programmazione e la valutazione delle infrastrutture dei trasporti per la crescita economica dell’Italia”. Il ten- tativo è quello di immaginare un modello ap- plicabile sul territorio nazionale per quanto riguarda la programmazione e la valutazione delle opere pubbliche. Al di fuori della reto- rica e della polemica ideologica. Leo Longa- nesi diceva che l'Italia è un Paese di inaugu- razioni, non di manutenzioni. Sarebbe bello smentirlo puntando sulle innumerevoli pic- cole e medie opere delle quali il Paese ha davvero bisogno. Oggi l’Italia spende una cifra spropositata in trasporti e infrastrutture: quasi il 3% del Pil in confronto all'1,86% della Germania e all'1,70% della Francia. E' una spesa non sempre necessaria e altamente inefficiente, se si pensa che il costo al chilometro delle autostrade è il doppio di quello spagnolo, mentre quello della TAV è stato stimato 3 o 4 volte quello francese e spagnolo. Negli ultimi vent'anni abbiamo speso l'equivalente di 800 miliardi di euro in infra- strutture, con risultati tutt'altro che soddi- sfacenti. Forse è arrivato il momento di dare priorità alle manutenzioni e alle piccole e medie opere, magari con un grande obiet- tivo comune: l’efficienza energetica. Doctor J Il nuovo corso dei servizi ferroviari italiani PAGINE 2 e 3 C’è un treno che parte alle 7.40 L’Alta Velocità scopre la concorrenza ed ottiene aumento dell’offerta, miglioramento dei servizi e diversificazione delle tariffe. Ora tocca al Trasporto Pubblico Locale che va ripensato in termini di intermodalità per servire meglio i cittadini. È tempo di piccole e medie opere diffuse di cui il Paese ha vitale bisogno ABB lancia uno studio sulle smart cities in Italia PAGINA 4 Ministero dell’ambiente batti un colpo PAGINA 20 PRIMO PIANO COMPETITIVITÀ SECOND LIFE SPECIALE IL TEMPO SI FA BREVE Programmazione e valutazione delle infrastrutture dei trasporti in Italia EDITORIALE

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Il numero di settembre 2012 di Green Voice, il periodico della green economy e dello sviluppo sostenibile.

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Page 1: Green Voice 03/2012

GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE Periodico indipendente di informazione Anno VIIwww.greenvoice.eu • SETTEMBRE 2012

In questo numero il tema di copertina èla concorrenza nei servizi ferroviari: a talproposito abbiamo ricevuto i contributi diAmedeo Gargiulo e Fabio Croccolo del Mini-stero infrastrutture e trasporti e abbiamo in-tervistato Michele Mario Elia, AD di ReteFerroviaria Italiana e Giuseppe Sciarrone,AD di Nuovo Trasporto Viaggiatori.

Nelle pagine centrali dello speciale pro-poniamo il tema delle infrastrutture antici-pando il forum del 30 novembre 2012 chevedrà docenti, ricercatori, imprenditori,professionisti e rappresentanti delle istitu-zioni e della finanza confrontarsi sul temaindicato nel titolo dello stesso evento: “Iltempo si fa breve – la programmazione e lavalutazione delle infrastrutture dei trasportiper la crescita economica dell’Italia”. Il ten-tativo è quello di immaginare unmodello ap-plicabile sul territorio nazionale per quantoriguarda la programmazione e la valutazionedelle opere pubbliche. Al di fuori della reto-rica e della polemica ideologica. Leo Longa-nesi diceva che l'Italia è un Paese di inaugu-razioni, non di manutenzioni. Sarebbe bellosmentirlo puntando sulle innumerevoli pic-cole e medie opere delle quali il Paese hadavvero bisogno.

Oggi l’Italia spende una cifra spropositatain trasporti e infrastrutture: quasi il 3% delPil in confronto all'1,86% della Germania eall'1,70% della Francia. E' una spesa nonsempre necessaria e altamente inefficiente,se si pensa che il costo al chilometro delleautostrade è il doppio di quello spagnolo,mentre quello della TAV è stato stimato 3 o4 volte quello francese e spagnolo.

Negli ultimi vent'anni abbiamo spesol'equivalente di 800 miliardi di euro in infra-strutture, con risultati tutt'altro che soddi-sfacenti. Forse è arrivato il momento di darepriorità alle manutenzioni e alle piccole emedie opere, magari con un grande obiet-tivo comune: l’efficienza energetica.

Doctor J

Il nuovo corsodei serviziferroviari italianiPAGINE 2 e 3

C’è un trenoche parte alle 7.40

L’Alta Velocità scopre la concorrenza ed ottiene aumento dell’offerta,miglioramento dei servizi e diversificazione delle tariffe. Ora tocca al Trasporto Pubblico Localeche va ripensato in termini di intermodalità per servire meglio i cittadini.

È tempo di piccolee medie opere diffusedi cui il Paeseha vitale bisogno

ABB lancia uno studiosulle smart citiesin ItaliaPAGINA 4

Ministerodell’ambientebatti un colpoPAGINA 20

PRIMO PIANO COMPETITIVITÀ SECOND LIFE

SPECIALE IL TEMPO SI FA BREVEProgrammazione e valutazione delle infrastrutture dei trasporti in Italia

EDITORIALE

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2 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • settembre 2012

La concorrenza nel settore deiservizi ferroviari in Italia prendeavvio con il trasporto merci che

già da tempo vede operare diverseimprese.

L’ingresso di NTV nel segmentodel trasporto passeggeri rappre-senta il primo avvio a livello mon-diale della concorrenza nell’ambitodell’alta velocità (AV), il segmentopotenzialmente più remunerativo,ma anche quello che richiede gli in-vestimenti più elevati.

Tale nuova situazione comportauna serie di cambiamenti di cui il piùsignificativo risiede nella necessitàdi un regolatore – oggi l’URSF, do-mani l’Autorità – che abbia poteriadeguati per regolare, appunto, ilmercato, ed evitare da un lato chel’ex monopolista possa ostacolare ilnuovo entrante e dall’altro che que-st’ultimo rivendichi benefici non do-vuti con la scusa che è “piccolo enuovo”.

Più in genere possiamo affermareche, nel segmento AV, Trenitalia stavagià migliorando sensibilmente glistandard di servizio e l’avvio dei ser-vizi NTV ha accelerato ulteriormentequesto processo. Il beneficio è tuttoper i cittadini, che oggi possono sce-gliere tra servizi diversificati e diffe-renti stazioni di partenza e arrivo, so-prattutto a Roma e Milano.

Ci sarà maggiore scelta anche dalpunto di vista delle offerte commer-ciali, anche se ritengo che la compe-tizione sarà basata più sui servizi esulla qualità, che sui prezzi, conside-rato che i costi di investimento e digestione restano comunque elevati.In ogni caso il mio auspicio, che mipare si stia realizzando, è che lacompetizione produca un’espan-sione del mercato, cioè del totale deiviaggiatori che scelgono il treno,piuttosto che una mera erosionedella quota di mercato dell’altraazienda a viaggiatori invariati.

Di fronte all’aumento della concor-renza nel segmento AV c’è il rischioche ci si concentri sulle tratte remu-nerative dimenticando il TrasportoPubblico Locale (TPL). Il problema ècomplesso e va affrontato contempo-raneamente da diverse angolature.

Certamente il primo passo, oggisancito dalla legge, è il passaggio daun regime di affidamento diretto deiservizi ad uno basato sulle gare. Ilsecondo passo è cambiare l’approc-cio, cioè mettere a gara le esigenzedi mobilità, non i modi di trasporto.

Far viaggiare treni con 20 passeg-geri a bordo non solo costa molto dipiù, ma inquina di più. Un approcciocorretto dovrebbe definire le esi-genze di mobilità (quanti passeggeri,da dove a dove, in che ore, con qualistandard di qualità e quale impattoambientale), verificare le possibili al-

durre come risultato il fatto che unautobus o un’automobile inquinanonettamente meno di un treno per ef-fettuare il medesimo servizio.

Occorre abbandonare l’idea pro-pria dell’immaginario collettivo che“il treno è bello” sempre e comun-que e ragionare in termini realmentetrasportistici: solo così ridurremo leemissioni e renderemo efficiente ilsistema.

Infine occorre riequilibrare il di-vario costi/ricavi, per esempio – masono decisioni che competono allapolitica – aumentando le tariffe peravvicinarle agli altri paesi europeie/o garantendo la destinazioneesclusiva dei fondi destinati al TPLe/o applicando sistemi di cofinanzia-mento da parte dei segmenti ad altaredditività.

E poi in futuro occorrerà ragio-nare ad un sistema e ad un mercatoeuropeo: le regole dovranno per-tanto essere realmente uguali e co-genti per tutti gli operatori del set-tore e anche dal punto di vista delregolatore dovremo immaginare unorganismo europeo di coordina-mento, che possa altresì fungere daorgano d’appello contro le decisionidei regolatori che concernono treniinternazionali.

È recente l’avvio dei ser-vizi ferroviari di NTV sullarete nazionale in concorrenzacon i servizi storicamente of-ferti da Trenitalia nel seg-mento dell’alta velocità. E’una svolta epocale, se ne èparlato molto, ma forse non asufficienza dal punto di vistaqualitativo più che da quelloquantitativo, rispetto all’ecce-zionalità della novità. PerciòGreen Voice ha inteso appro-fondire l‘argomento con uncontributo introduttivo di Fa-bio Croccolo, Direttore del-l’Ufficio per la Regolazione deiServizi Ferroviari del Mini-stero delle infrastrutture econ le interviste a MicheleMario Elia, amministratoredelegato di Rete FerroviariaItaliana e Giuseppe Sciarroneamministratore delegato diNuovo Trasporto Viaggiatori.Vi sono varie concezioni deiprocessi di liberalizzazione,ed è giusto precisare che nelnostro caso si è andati versola cosiddetta concorrenza nel

Primopiano

Dai modi di trasporto alleesigenze di mobilità, primopasso per migliorare i servizie badare a costi e ambiente

ternative tecnico-economiche per ri-spondere a tali esigenze e metterle abando in modo integrato, così da ot-timizzare anche le interconnessionie rendere il sistema più efficiente.

Non è sempre vero che il treno èil mezzo di trasporto più “green”: lemodalità di alimentazione, di costru-zione della linea, l’età dei locomo-tori, il coefficiente di riempimento,la distanza da percorrere sono tuttifattori che, combinati, possono pro-

La concorrenza: un’operazionea somma positiva

TRASPORTI • SERVIZI FERROVIARI

Nell’affrontare il tema dei nuoviscenari nel settore dei trasportiferroviari abbiamo chiestoun contributo introduttivochiarificatore a Fabio Croccolo,Direttore dell’Ufficio per laRegolazione dei Servizi Ferroviaridel Ministero delle infrastrutture.Il modo migliore per entrarenel cuore delle questioni.

Una sceltache cominciaa darei suoi effetti

COMMENTO

mercato ovvero una fattispe-cie nella quale ogni impresaferroviaria può avere accessoall’infrastruttura e quindi gliutenti possono scegliere conquale vettore viaggiare. Ciò adifferenza della cosiddettaconcorrenza per il mercato,caratterizzata dal fatto che leimprese ferroviarie concor-rono per l’assegnazione di unpacchetto che le rende poimonopoliste su una determi-nata area. Quest’ultima èstata invece la scelta operatanel settore del trasporto re-gionale, dove vi è una mag-gior priorità riguardo la socia-lità dei servizi. Non vi èdubbio dunque che il pro-cesso è andato avanti e ha co-minciato a dare degli effetti.Ora occorre elaborare un bi-lancio, seppure iniziale, percapire quali sono stati i bene-fici per i cittadini e quali sonole aree di miglioramento.

AMEDEO GARGIULO

REGOLAZIONE • URSF

L'Ufficio Regolazione ServiziFerroviari (URSF) è un ufficio delMinistero delle Infrastrutture,istituito in base alla normativaeuropea e disciplinato dal DLgs188/2003.

Esso "vigila sulla concorrenzanei mercati dei servizi ferroviarie agisce in piena indipendenzasul piano organizzativo, giuri-dico, decisionale e della strate-gia finanziaria, dall'organismopreposto alla determinazionedei canoni di accesso all'infra-struttura, dall'organismo prepo-sto all'assegnazione della capa-cità e dai richiedenti".

In sostanza il compito prin-cipale dell'URSF è di fare da ar-bitro a tutela della concor-renza, tanto è vero che "ognirichiedente ha il diritto di adirel'organismo di regolazione seritiene di essere stato vittimadi un trattamento ingiusto, didiscriminazioni…" riguardo a:"prospetto informativo dellarete; procedura di assegna-zione della capacità di infra-struttura; sistema di imposi-zione dei canoni di accessoall'infrastruttura ferroviaria edei corrispettivi per i servizi dicui all'articolo 20.

Niente concorrenza senza regolazione

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GRAFICAMassini/Del Borrello

STAMPAIndustrie Tipografiche Sarnub Cavaglià (BI)

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Francesco AndreaniStefano CiceraniFrancesco DragonettiMargherita ErricoloFrancesca IannoneGuido MatteiLuca Tortora

Bimestrale iscritto al n. 110/2011

del Registro della Stampa di Roma.

Distribuzione gratuita

in abbonamento postale e eventi.

Questo periodico è aperto a quanti desiderinocollaborarvi ai sensi dell'art. 21 dellaCostituzione della Repubblica Italianache così dispone: "Tutti hanno dirittodi manifestare il proprio pensieroon la parola, lo scritto e ogni mezzo didiffusione".La pubblicazione degli scritti è subordinataall'insindacabile giudizio della redazione,che può anche apporre modifiche ai testiper ragioni editoriali; in ogni caso,non costituisce alcun rapportodi collaborazione con la testata e, quindi,deve intendersi prestata a titolo gratuito.Notizie, articoli, fotografie, composizioniartistiche e materiali redazionali inviatial giornale, anche se non pubblicati,non vengono restituiti.

GERENZA

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3• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •settembre 2012

@ Michele Mario EliaCosa cambia con l’ingresso nel mercato di NTV, ovvero

con il primo vero avvio di un processo di concorrenzanei servizi ferroviari?

Il mercato ferroviario italiano è da tempo tra i più aperti econcorrenziali d’Europa: ad oggi le Società titolari di licenzeferroviarie sono ben 45 e, di queste, 30 sono operative, munitecioè anche del certificato di sicurezza rilasciato dalla AgenziaNazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF). Poco più dellametà (21) hanno acquistato tracce orario solo per trasportaremerci. Altre sono operative nel settore passeggeri sia regio-nale (a committenza pubblica: TRENORD e TPER per citarnesolo alcune) sia a mercato (Arenaways). Il ruolo dell’Autoritàsarà fondamentale per sciogliere alcuni nodi cruciali come ilcherry picking (servono meccanismi di cofinanziamento delservizio universale nazionale da applicare a tutte le impreseferroviarie), la sottocompensazione degli obblighi di serviziopubblico, il sostegno dello shift modale in favore del trasportoferroviario.La concorrenza, secondo voi, contribuirà al migliora-

mento degli standard di servizio (puntualità, pulizia, diffi-coltà negli interscambi, ecc. )? Come?

La competizione tra le imprese implica un miglioramentodelle performance del materiale rotabile, l’aumento e il miglio-ramento dei servizi offerti, l’abbassamento delle tariffe, lo svi-luppo della domanda. Questo comporta, per Rete FerroviariaItaliana (RFI), la necessità di garantire affidabilità dell’infra-struttura ai massimi livelli: da poco è operativo Dia.Man.Te., ilprimo rotabile al mondo in grado di misurare lo stato delle in-frastrutture ferroviarie alla velocità di 300 km/h.L’“impresa di trasporti” inevitabilmente si concentra sulle

tratte remunerative. Che fine farà il TPL su ferro in uno sce-nario di risorse pubbliche ridotte e domanda in aumento?

Esistono servizi a mercato, che vengono coperti finanzia-riamente dalla sola vendita dei biglietti, e servizi universali(come i treni regionali e alcuni treni a lunga percorrenza), chehanno invece bisogno per poter sopravvivere di sovvenzionia carico del Committente pubblico. I primi vengono effettuatia totale rischio d’impresa mentre i secondi vengono program-mati dal Committente in base ai fondi disponibili. Non è affattovero che ci si concentra solo sulle tratte remunerative, gli utilidell’Alta Velocità, infatti, coprono anche parte dei servizi uni-versali.Italia (o forse Europa) 2020. Come sarà il trasporto ferro-

viario e quali saranno le prossime politiche di settore?Europa, è quello il mercato di riferimento del presente e del

futuro, il Gruppo FS Italiane si sta espandendo sempre di più al-l’estero, ad esempio con Netinera e TX Logistik in Germania econ Thello (joint venture Trenitalia-Veolia Transdev) in Fran-cia. La rete italiana è aperta a tutte le imprese straniere con igiusti requisiti, ma tale apertura purtroppo non è ancora effet-tiva negli altri paesi dell’Unione Europea.

C’è un’asimmetria normativa da Stato a Stato che va neces-sariamente sanata ma nonostante ciò a breve anche sui binarid’Europa sfreccerà il Frecciarossa 1000, il treno del futuro cheAnsaldoBreda e Bombardier stanno costruendo per Trenitalia,il primo treno interoperabile in Europa, capace di viaggiare a400 km/h.

@ Giuseppe SciarroneChe cosa cambia con l’ingresso di NTV, ovvero con ilprimo vero avvio di un processo di concorrenza nei ser-vizi ferroviari?Il fischio che ha salutato la partenza del primo treno Italo

con passeggeri a bordo, lo scorso 28 aprile alla stazione di Na-poli Centrale, ha segnato una svolta storica per le ferrovie:dopo oltre 100 anni finiva il monopolio e cominciava un’eranuova, aperta alla concorrenza. La fine dell’epoca dell’opera-tore unico è stata un bene perché ha rappresentato per l’exmonopolista un grande stimolo al miglioramento del servizio.Il vero vincitore di questo ‘duello’ sono i passeggeri che pos-sono usufruire di un’offerta sempre più competitiva in terminidi qualità e di tariffe.La concorrenza, secondo voi, contribuirà al migliora-

mento degli standard di servizio (puntualità, pulizia, diffi-coltà degli negli interscambi, ecc..)? Come?

Questo processo è già in corso. Trenitalia ha di recente va-rato un restyling del Frecciarossa, strutturandolo su quattro“livelli di servizio”. La novità è stata introdotta proprio a ri-dosso della partenza del nostro Italo, un treno estremamenteinnovativo, allestito secondo il concetto moderno degli am-bienti di viaggio. Ma NTV ha rivoluzionato anche gli schemi deiprezzi, incardinandoli su tre principi: semplicità, trasparenze,disponibilità reale delle tariffe più convenienti. La concorrenzascombussola le posizioni acquisite e costringe tutti a stare alpasso con il mercato e soprattutto pone le esigenze dei pas-seggeri (e perfino dei loro animali) al centro delle attenzionidegli operatori.L’impresa di trasporti inevitabilmente si concentra sulle

tratte remunerative. Che fine farà il TPL su ferro in uno sce-nario di risorse pubbliche ridotte e domanda in aumento?

L’avvio dell’Alta Velocità ha determinato un divario inaccet-tabile con i servizi regionali che, in qualche caso, sono diven-tati addirittura indegni di un Paese civile. NTV opera sull'Altavelocità perché è l'unico mercato liberalizzato nel trasportopasseggeri.

Sui servizi regionali il mercato non è contendibile. Solo direcente il Decreto Cresci Italia ha posto le basi per l’aperturadi questo settore importantissimo, obbligando le Regioni amettere a gara i servizi. Ora aspettiamo l’avvio di tali proce-dure , NTV è assolutamente pronta a fare la sua parte, a partiredalla tratta Adriatica.Italia (o forse Europa) 2020. Come sarà il trasporto ferrovia-rio e quali saranno le prossime politiche di settore?

La valorizzazione del trasporto ferroviario passa anche, esempre di più, attraverso una maggiore integrazione a livelloeuropeo e una progressiva introduzione della concorrenza an-che negli altri Paesi.

La concorrenza da sola non fa miracoli. Perché possa pro-durre vantaggi duraturi per i viaggiatori servono regole certee uguali per tutti gli operatori, in modo che la competizione siasana e corretta. In questo senso, la recente creazione di un’Au-thority dei Trasporti, benché non ancora operativa, rappre-senta un importante passo in avanti. L’istituzione di un arbitroimparziale rende meno urgente, ma non elimina, la necessitàdi affrontare in prospettiva il nodo della proprietà della Reteferroviaria, che oggi fa capo allo stesso Gruppo che controllail nostro competitor.

Amministratoredelegato di ReteFerroviaria Italianaspa il gestore unicodell’infrastrutturaferroviaria nazionale

Primopiano

L’Italia esempio per l’EuropaPerché Tpl e Av non sono in contrapposizione

• COME CAMBIANO I SERVIZI FERROVIARIINTERVISTE

MICHELE MARIO ELIA

GIUSEPPE SCIARRONE

Amministratoredelegato di NuovoTrasporto Viaggiatorispa, azienda da pocoentrata nel segmentodell’alta velocità.

TRENITALIAE NTVNUMERIA CONFRONTO

L’offerta di servizioattuale sulla RomaMilano da parte di NTVè di 14 collegamentigiornalieri, conmolteplici opportunitàdi collegamento tra lecittà servite, ed offertadiversificata. Il tempodi percorrenza RogoredoTiburtina dei treni no-stop è di 2h 45’.Attualmente i sevizi diNTV raggiungono 9 cittàitaliane e 12 stazioni,tutte quelle dedicateall'Alta Velocità. Moltocurata l’attenzione alviaggiatore, checomincia con laformazione delpersonale presso lascuola dell’ospitalità.

NTV

L’offerta di servizioattuale sulla RomaMilano è di 78collegamentigiornalieri, conmolteplici opportunitàdi collegamento tra lecittà servite, ed offertadiversificata. Treni adogni ora tra le 6 e le 20tra Milano C.le,Bologna, Firenze S.M.N.,Roma T.ni con oraricadenzati. Prosecuzionisu Napoli ecollegamenti ancheda/per Salerno e Torino.Treni ad ogni ora tra le6 e le 19 no-stop traMilano e Roma, 4 diessi fermano anche aRogoredo e Tiburtina,collegando le 2 stazioniin 2h 40’.

TRENITALIA

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4 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • settembre 2012

L’obiettivo di ABB per i prossimi 20anni consiste in città più vivibili, basatesulle fonti rinnovabili e capaci di garan-

tire una qualità della vita molto elevata.Un concetto per cui gli attuali agglome-

rati urbani vanno ripensati in funzione delcittadino per rispondere meglio ai suoi bi-sogni. Attraverso l’innovazione che passaprima di tutto da un cambiamento cultu-rale da parte del singolo individuo.Ognuno di noi dovrà pensare in un’otticacompletamente diversa rispetto a quelloche è stato fino ad oggi, riuscendo a coniu-gare efficienza energetica e riduzione deiconsumi.

Farlo è semplice: “Prima di tutto –spiega Paolo Leone – ogni persona devecapire l’importanza di spegnere una luce ochiudere un rubinetto. Gesti semplici, ele-mentari, utili per accelerare il cambia-mento culturale,da iniziare nelle scuole”.

Lo sviluppo delle tecnologie, invece, in-teressa soprattutto le infrastrutture. Sel’obiettivo venisse raggiunto, si potrebbeparlare di città ideale. Sì, proprio quella

ipotizzata in epoca rinascimentale, quandoalla perfezione razionale dell’architetturasi aggiunse una tensione filosofica non con-cepita in altre idee urbanistiche.

Ed è proprio da questa utopia che de-riva il progetto di ABB, che pone la valoriz-zazione del territorio urbano al centro delsistema Paese. Ma quali sarebbero i mezzie i risultati? “Per diventare “più smart” –spiega ABB nel rapporto presentato alworkshop Amborsetti di Cernobbio ¬- ilPaese deve investire 3 punti di PIL ognianno da qui al 2030, ma un Paese “piùsmart” vale fino a 10 punti di PIL all’anno.

La riprogettazione delle funzioni del si-stema urbano insita nel concetto di smartcity attiva rilevanti energie innovative, in-dustriali e finanziarie. Da qui al 2030, man-tenere l’attuale livello di performance ri-chiederà al Paese – in un’ipotesi minima –investimenti tecnologici pari a 22 miliardidi Euro all’anno. Con risultati dubbi, poi-ché molti obiettivi in tema smart sono or-mai codificati dalle istituzioni internazio-nali, dunque allinearsi è inevitabile.

Trasformare l’Italia in un Paese “più smart”richiede uno sforzo considerevole: 50 mi-liardi di Euro all’anno (che si riducono a 6miliardi di Euro all’anno se l’intervento èrivolto solo alle 10 principali città).

L’introduzione di tecnologie innovativeinnesca, tuttavia, un recupero di efficienza,di tempo utile, di produttività e una ridu-zione dei costi di transazione che si tra-duce in una crescita aggiuntiva per ilPaese equivalente a 8-10 punti di PIL al-l’anno (senza contare i non quantificabiliritorni in termini di immagine e competiti-vità internazionale, coesione sociale, crea-tività, innovazione, diffusione di cono-scenza, vivibilità).

Insomma, l’obiettivo di ABB è chiaro.Città più vivibili, a cui è possibile arrivaresolo attraverso una stretta collaborazionetra i poteri pubblici che definiscono le po-litiche, cioè le strategie su cu impostare losviluppo dei prossimi anni e, i cittadini chesono chiamati a modificare le proprie abi-tudini, le imprese chiamate ad offrire solu-zioni sempre più efficienti.

La multinazionale svizzera, nel suo rapportosulle “Smart Cities”, non si è limitata a fornire nu-meri e dati, ma ha formulato sette proposte perdare vita ad un vero e proprio “piano d’azione or-ganico”. Le prime due riguardano aspetti politici,in cui Esecutivo e governance vengono indicaticome guida del progetto. ABB, infatti, vuole “defi-nire una visione del Paese e una strategia per rea-lizzarla, riaffermando il ruolo di indirizzo del Go-verno”.

Questo per “mettere a punto una governancenazionale per i temi smart, che indirizzi l’azione ecomponga gli interessi trasversali”. Un’idea dibase già c’è, infatti si potrebbe “lanciare la ver-sione italiana del modello europeo di partenariatoper l’innovazione alle smart city”, e per far sì checiò avvenga “istituire in premio per le 5 città cheraggiungono il massimo livello di “smartness”, mi-surato con la metrica dei benefici effettivi per icittadini”.

Queste appena descritte, sono solo quattrodelle sette proposte concrete. L’ultima in partico-lare va oltre a una visione “smart” delle città, inmodo da incentivare ancor di più una nuova filo-sofia di agglomerato urbano.

Ma per andare avanti, bisogna girare pagina, eallora ecco la quinta proposta: “Impegnarsi for-malmente a portare a compimento o a chiuderedefinitivamente alcune iniziative avviate e maiconcluse, direttamente o indirettamente legatealle smart cities”.

Questo per facilitare la promozione di “solu-zioni smart già disponibili e a basso costo, chepossano produrre risultati significativi a brevis-simo termine”. Il tutto ponendosi un traguardoben definito, per rendere lo sviluppo delle città insmart cities una vera e propria “mission”.L’elenco delle proposte chiude così: “Darsi unobiettivo sfidante (ad es. aumentare del 10% in 5anni il tempo “realmente libero” degli Italiani) persuperare la percezione “elitaria” dei temi smart,influenzare le aspettative e creare consenso”.

Occorre riconoscere che l’idea di avere piùtempo libero non è male per niente.

Competitività

Il nuovo rinascimentoitaliano passaper la “città ideale”

ABB • SMART CITIES

ABB ha presentato un rapporto al workshop Ambrosetti di Cernobbioin cui ha illustrato che il Paese deve investire 3 punti di PILogni anno fino al 2030 per ottenere 10 punti di PIL all’anno

Se dico smart penso a energy,buildings,mobility, resources

PAOLO LEONEINTERVISTAQual è il concetto di“Smart Cities” secondoABB?

Parlando con i cittadini,abbiamo potuto constatareche l’opinione pubblicapensa principalmente allamobilità, alla sicurezza e allagestione ottimizzata e soste-nibile delle risorse. Pensandoalle infrastrutture tecnologi-che, una smart city dovrà ri-spondere a quattro esigenze:la capacità dei sistemi, chedovranno far fronte a un co-stante aumento della do-manda di energia; la sosteni-bilità, in grado di gestirel’integrazione di fonti energe-tiche alternative; l’efficienzanell’utilizzo delle risorseenergetiche, che già oggi of-fre ampi spazi di migliora-mento; l’affidabilità, chepossa mitigare i problemi distabilità legati all’utilizzo difonti rinnovabili.Secondo ABB, la respon-

sabilità maggiore per un’Ita-lia più “smart”, spetta allapolitica o all’industria?

Uno ‘smart country’ non èla somma di tanti progetti in-dipendenti realizzati da sin-gole ‘smart city’. I primi passida compiere sono quelli didefinire una visione del Paesee una strategia per realiz-zarla, riaffermando il ruolodel Governo per dare alPaese un’identità e un indi-rizzo condivisi. Penso che siaquesta la fase in cui pubblicoe privato possano mettere in

gioco le loro specifiche com-petenze.In che tempi sarebbe pos-

sibile la realizzazione diSmart Cities?

Lo scenario su cui si svi-luppa il concetto di SmartCity può essere declinato in:smart energy (produzione dienergia e integrazione dellerinnovabili, infrastrutturasmart grid, efficienza energe-tica); smart buildings (ge-stione integrata degli edifici,efficienza delle infrastrutture,isolamento, illuminazione, ri-scaldamento e condiziona-mento alimentati da energierinnovabili); smart mobility(tema che tocca sia la mobi-lità elettrica e ibrida che le in-frastrutture necessarie alla ri-carica e alla gestione deltraffico); smart resources (ge-stione delle risorse idriche edei rifiuti). Gli scenari defini-scono che entro il 2030 la“torta” del risparmio energe-tico sarà costituita al 34% da-gli edifici, al 24% dal tra-sporto, al 20% dall’industria,al 13% dalle apparecchiatureelettriche e al 10% dall’illumi-nazione: cifre sulle quali pos-siamo già incidere con effica-cia già da oggi.

Con quali tecnologie“verdi”, ABB potrebbe con-tribuire alla costruzione diSmart Cities?

L’applicazione di modernesoluzioni di controllo e auto-mazione, l’applicazione dimotori ad alto rendimento eazionamenti a tutti i processiin cui si genera “movi-mento”, sono una soluzioneimmediata e di rapido ri-torno dell’investimento (nor-malmente meno di un anno,e risparmi medi fino al 10%con i motori e fino al 50% congli inverter).

Medesima logica si ap-plica al mondo dei trasportimarittimi e delle infrastrut-ture portuali.

A costi contenuti è possi-bile installare soluzioni checolleghino le navi alle retidella terraferma durante lesoste in porto, evitando l’uti-lizzo degli inquinanti genera-tori diesel di bordo per auto-produrre energia.

Anche nei trasporti ferro-viari le tecnologie di trasferi-mento dell’energia dalla retealla ferrovia, nonché le tecno-logie installate a bordo deitreni, possono ottimizzare iconsumi.

PAOLO LEONE

Il Country Marketingand Sales Manager di ABBracconta le strategie dellamultinazionale svizzera:uno ‘smart country’ non èla somma di tanti progettiindipendenti realizzatida singole ‘smart city’.I primi passi da compieresono quelli di definire unavisione del Paese e unastrategia per realizzarla

QUALITÀ DELLA VITA

Obiettivi concretiper le città intelligenti:più tempo liberoper tutti i cittadini

A CURA DI FRANCESCO DRAGONETTI � [email protected]

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5• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •settembre 2012

Perché nel 2000 nacque l’ideadi fondare W.I.P.?

Nell’ambito della mia attivitàdi ricercatore e tecnologo, da alcunianni stavo assistendo ad una intensaattività di sviluppo di fibre tessili ul-tra specializzate nell’assolvimentodi nuovi compiti. Inoltre, con lo svi-luppo della tecnologia di produzionesolo in senso quantitativo dei pro-dotti monouso come salviette, pan-nolini, fazzoletti ecc…, l’industriacominciava a porsi il problema di au-mentare l’efficacia dei prodotti sa-pendo che, per restare competitiva,prima o poi doveva prestare atten-zione ad uno sviluppo “qualitativo”.In quel quadro, sono venuto a con-tatto prima con le fibre vegetalicome il cotone coltivato bio, impor-tandolo per la prima volta assolutain Italia, e quindi con fibre termopla-stiche come quelle di poliestere epolipropilene. Negli stessi anni misono interrogato sulle cause scate-nanti le allergie, sempre più fre-quenti nei bambini. WIP nasceva,quindi, per rendere concrete le ri-sposte derivate dall’attività umana,a cui l’uomo stesso con la tecnologiae l’osservazione della natura potevafornire risposte efficienti a costi con-tenuti.In che modo la persona non

viene più considerata come sem-plice consumatore, ma parte attiva

Competitività

del processo di utilizzo del pro-dotto?

Nella stragrande maggioranza deicasi non vediamo dove e come èprodotto il bene. Nel caso dei pro-dotti igienici, non sappiamo neppurequali sono le materie prime e non neconosciamo la “storia”. Abbiamoquindi deciso di aprire la fabbrica,dare l’opportunità di toccare, par-lare, annusare e sapere. Se non vuoisapere, allora non potrai essereparte del processo di responsabiliz-zazione e quindi resterai solo un

consumatore. Ma se vuoi, con noi,non puoi dire “non lo sapevo”, per-ché la fabbrica è aperta a chiunquelo desideri.Comemai vi siete concentrati so-

prattutto sulla produzione dei pan-nolini biodegradabili?

I pannolini li portano i bambini,che sono costretti ad indossare unoggetto realizzato con materie pla-stiche, un oggetto che noi genitorinon porteremmo neppure per dueminuti perché pesante, caldissimo,irritante. È un simbolo, ma anche

una necessità, provare ad offrirequalcosa che lenisca problemi comeil surriscaldamento, dal momentoche la natura ci ha fornito la rispostacon i polisaccaridi, come l’acido po-lilattico (pla), che sono biopolimeriplastici, cioè adattabili alle formeche gli vogliamo dare.Quali sono i benefici che questi

apportano alla salute del bambino?Per primi in Italia i nostri panno-

lini, come gli assorbenti per donna,hanno ottenuto il riconoscimentodella fondazione danese “Asthma-al-lergi”, che tutela i diritti delle per-sone con patologie allergiche e der-matiti anche gravi.

Noi utilizziamo, per le parti a con-tatto con la pelle, solo fibre di pla enon applichiamo alcun additivo chi-mico. I nostri materiali non irritanoperché naturalmente scivolosi. Inpiù la fibra pla è un buon idrofiliconaturale, cioè non richiede l’uso diadditivi chimici per catturare e farfiltrare all’interno le molecole di li-quido acquoso.Il pubblico, in termini commer-

ciali, come sta rispondendo alle vo-stre proposte?

Stiamo crescendo a piccoli passi.Potremmo correre molto più speditima la grande distribuzione, con lesue proposte luccicanti, ci lasciamargini ridotti. In genere chi si avvi-cina a noi crede nella storia di WIPprima che nel prodotto, e poi ciaiuta con il tam-tam.

Le grandi aziende ci hanno tolle-rato ritenendoci dei sognatori ma lanostra principale difficoltà sta neltrovare investitori coraggiosi, prefe-ribilmente italiani. Ma sembrano po-chi e timidi.

La green economy rappresenta il pre-sente. Sensibilità, tecnologie semprepiù avanzate, rispetto della persona e

dell’ambiente ne sono parte fondamen-tale. Così ci sono aziende che, nonostanteil momento difficile, investono nella ri-cerca e nello sviluppo di tecnologie verdi.Una di queste è certamente la WIP (Wel-lness Innovation Project) che, nata nel2000, è riuscita a ideare un prodotto dav-vero innovativo.

Ma ripercorriamo la sua storia con or-dine, partendo proprio da dieci anni fa,quando Marco Benedetti, tutt’ora Presi-dente della W.I.P. Spa, prese consapevo-lezza che i prodotti igienico-sanitari pote-vano causare effetti negativi sia sulla saluteche sull’ambiente. E chi, se non i bambini,risentono maggiormente degli effetti nega-tivi sul proprio corpo? Ecco allora, che l’at-tenzione si è subito rivolta alla progetta-zione di pannolini che tenessero conto deidue aspetti, producendoli con materiali na-turali senza aggiunte di additivi chimici. Unassenza, questa, che porta vantaggi sia allapelle del bambino che all’ambiente e allaquale si sommano altri aspetti: l’impiego dimaterie prime naturali derivate da risorserinnovabili (come gli zuccheri complessiottenuti dalla fermentazione di amido ve-getale); l’adozione di un sistema innovativoper impedire possibili contaminazioni du-rante le fasi di assemblaggio dei prodotti;l’adozione di pratiche virtuose per la ridu-

sumatore, ma anche come parte attiva delprocesso di impiego del prodotto. Ciò sitraduce in una disponibilità dell’azienda atenere sempre le porte aperte, nel verosenso del termine, del proprio stabilimentodi Castel San Nicolò, in provincia di Prato.

Per non farsi mancare proprio nulla, an-che questo sito è stato concepito nel segnodella green economy. Infatti è stato realiz-zato bonificando un precedente insedia-mento industriale altamente inquinante,utilizzando pratiche di bioedilizia e ge-stione sostenibile del territorio.

L’azienda, ora, utilizza solamente ener-gia verde certificata e il risultato finale, cer-tificato (anche questo) dall’Università Bi-cocca di Milano, è che i pannolini di WIPproducono il 40% in meno di emissioni diCO2 rispetto ai pannolini convenzionali. Ri-sultati unici al mondo da questo piccolaazienda toscana.

zione dei rifiuti e il risparmio energetico.Grazie a queste componenti, WIP è riuscitaa produrre un pannolino che vanta un re-cord: è il primo al mondo ad essere compo-stabile, quindi assimilabile ai rifiuti orga-nici. Un risultato certificato dal C.I.C.(Consorzio Italiano Compostatori) al qualesi aggiunge un altro certificato, ovveroquello della fondazione danese Astma Al-lergi Danmark, che garantisce che il pro-dotto minimizzi il rischio di insorgenza didermatiti da contatto, irritazioni o allergie.

Ciò significa, nello specifico, che i pan-nolini non contengono profumi, coloranti,formaldeide o sbiancanti ottici. Altre certi-ficazioni, poi, sono la SA8000 e Valore So-ciale per la responsabilità sociale d’im-presa. UGO, per l’innovazione sostenibile,Nordic Ecolabel per la responsabilità am-bientale nella produzione di pannolini e as-sorbenti igienici femminili, Gots per l’uso difibre certificate da agricoltura biologica.

Come appena accennato, WIP non pro-duce solo pannolini per bambini, ma anchealtri prodotti igienico-sanitari come assor-benti, salviette detergenti e spugne, pen-sati in modo che siano sempre rispettosidella salute e dell’ambiente.

L’innovazione, però, non è la sola com-ponente fondamentale di tutto il progettonato nel 2000. Infatti Marco Benedetti hadeciso di mettere la persona al centro dellesue idee. Persona concepita non solo con-

Quando l’intuizioneimprenditoriale lascia il segnosull’ambiente e nella società

PANNOLINI • WIP

LaWIP (WellnessInnovation Project) nascenel 2000 partendoda un prodottoinnovativo: il primopannolino prodottocon materie primenaturali derivateda risorse rinnovabilisenza additivi chimici einteramente compostabile.E poi sono arrivatigli assorbenti, le salviettedetergenti e le spugne

Dal 2000 ad oggi, la crescitadi WIP è stata lunga è costosa.“Non disponevamo – spiegaMarco Benedetti – di risorsefinanziarie sufficienti per farconoscere il prodotto su largascala. Inoltre non avevamo lapossibilità di certificare labontà del nostro lavoro.Non esistevano ancora,infatti, normative chepotessero riconosceree certificare la nostra qualità.Oggi siamo una realtàdi tredici persone, che fannodella responsabilità socialee della trasparenza i loro puntidi forza con uno sguardoal futuro”.

A PICCOLI PASSI

Inaugurato nel gennaio 2010,il nuovo impianto produttivodi WIP Spa a Castel SanNiccolò, nel Parco Nazionaledelle Foreste Casentinesi,a pochi kilometri da Arezzo,è la dimostrazione che èpossibile promuovereun’attività industrialesostenibile in grado diintegrarsi con il territorioe la comunità. La lineaproduttiva di pannolinibiodegradabili edipoallergenici è statainstallata in un sitoindustriale fortementeinquinato dove venivanoprodotti pannellidi poliuretano espanso.

UNA FABBRICA INNOVATIVA

Una fabbrica apertaper non dirsi solo consumatori passivi

• MARCO BENEDETTIINTERVISTA

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7• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •settembre 2012

Le ultime settimane di settembre cihanno consegnato un ultimo disastrososcandalo legato alla malapolitica. Sta-

volta le cronache dei giornali si sono con-centrate sulla distrazioni di fondi pubblicidestinati ai gruppi consiliari della RegioneLazio per poi diffondersi ad altre istituzioniregionali italiane. Così il 4 ottobre il go-verno presieduto da Mario Monti ha appro-vato un decreto legge per tagliare sensibil-mente i fondi destinati alle attività difunzionamento degli organismi regionali.

Ma nella stessa riunione il Consiglio deiministri ha adottato molti provvedimenti,meno interessanti dal punto di vista gior-nalistico ma più interessanti per la vita deicittadini. Di seguito una sintesi. Tra i prov-vedimenti più importanti, l'introduzionedella carta di identità elettronica che verràfornito gratuitamente ai cittadini. Questostrumento sarà chiave di volta dell'unifica-zione di tutte le anagrafi permettendo uncensimento continuo e aggiornato intempo reale.

Importanti novità anche nella sanità,con il fascicolo sanitario elettronico in tuttigli ospedali di Italia. Entro il 2015 sarannopoi introdotte le ricette digitali. Cambia-menti anche nel campo della giustizia per-ché tutte le notificazioni di cancelleria av-verranno per via telematica con postacertificata accorciando i tempi dei pro-cessi.

Res Publica

Il mercato immobiliare segna il passo a causadella contrazione del reddito disponibile dellefamiglie e del credit crunch che rende semprepiù complesso ottenere un mutuo. D’altro cantole politiche abitative pubbliche ormai sono incrisi per mancanza di risorse sufficienti per ri-spondere alla domanda di alloggi.

Basti pensare al taglio drastico (84%) subitodal Fondo Nazionale di sostegno agli affitti, pas-sato dai 205,6 milioni di euro del 2008 a soli32,9 nel 2011. Urgono dunque nuove soluzionicome il caso di autocostruzione sociale del Co-mune di Perugia.

Lo scorso 30 giugno l’amministrazione localeha consegnato ai proprietari le 46 abitazionirealizzate nell’area di Sant’Enea affidando la co-struzione delle stesse direttamente a chi leavrebbe abitate. Questo ha permesso un enormeabbattimento dei costi di costruzione offrendonuove soluzioni all’emergenza abitativa.

Di fronte a questa realtà le politiche per lacasa sono dipese in misura crescente dagli oneriderivanti da nuove urbanizzazioni prevalente-mente destinate ad edilizia residenziale privata.

Tale dinamica ha dato luogo a un incrementoesponenziale di consumo di suolo. Ma propriol’esperienza del Comune di Perugia mostra cheun’altra politica abitativa è possibile e può es-sere occasione di collaborazione tra cittadini eistituzioni.

POLITICHE ABITATIVE: L’AUTOCOSTRUZIONE

Come modernizzare la PAcon l’agenda digitaleCarta d'identità,notificazione telematiche e start-up

Nelle prime rappresentazioni car-tografiche del Mediterraneo l’isoladi Malta era il punto di riferimentoper la denominazione della rosa deiventi: da qui i nomi come Libeccio oGrecale legati rispettivamente allaposizione della Libia e della Grecia.Dunque è innegabile che l’isola diMalta rappresenti un nodo strate-gico di collegamento tra l’Europa el’Africa.

Attualmente è un facile accessovia cielo e via mare grazie ad un mo-derno aeroporto e a numerosi ser-vizi logistici per i trasporti dal mare.Se aggiungiamo che la lingua uffi-ciale è l’inglese e che si è classificataseconda nel World Economic Forum

Malta,per un’economiabasata sullaconoscenza

SMART CITY

A livello di metodo la pubblicazione idati e le informazioni forniti dalla pubblicaamministrazione dovranno essere obbliga-toriamente pubblicati in formato aperto(cd. open data). Poi sono state presentatele misure per le start up. Le norme introdu-cono per la prima volta nel panorama legi-slativo italiano un quadro di riferimento or-ganico per favorire la nascita e la crescitadi nuove imprese innovative (startup). Per

le startup vengono messi subito a disposi-zione circa 200 milioni di euro, tra i fondistanziati dal decreto sotto forma di incen-tivi e fondi per investimento messi a dispo-sizione dalla Fondo Italiano Investimentidella Cassa Depositi e Prestiti. Infine è statoavviato il Desk Italia, un modo per accom-pagnare i nuovi investitori esteri interes-sati all'Italia e farli districare nel gomitolodi normative centrali e locali.

Last minute market,per evitaregli sprechi: pasti, farmaci e molto altro

INNOVAZIONE SOCIALE • MODELLI

zioni/ritiri tenendo sotto con-trollo gli aspetti nutrizionali,igienico-sanitari, logistici e fi-scali. Attraverso l’analisi deipassaggi delle filiere agroali-mentari LMM ha individuadove e perché hanno originegli sprechi e, di conseguenza,sono stati definiti modelli lo-gistico-organizzativi che per-mettono di recuperare in to-tale sicurezza tutte letipologie di prodotto, inclusi iprodotti che rientrano nellecategorie dei “freschi” e “fre-schissimi”.

L’innovazione sociale sifonda su una riorganizzazionedelle relazioni produttive esociali e vede come protago-nisti i giovani, abituati a inter-net e a logiche collaborative.

Da loro sembra emergereuna nuova ondata di creati-vità spesso mutuata da con-testi internazionali.

Le prime esperienze co-minciano a lasciare il segno,a cominciare da Last minutemarket, una società spin-offdell'Università di Bolognache nasce nel 1998 come at-tività di ricerca.

Dal 2003 diventa realtà im-prenditoriale ed opera sututto il territorio nazionalesviluppando progetti territo-riali volti al recupero dei beniinvenduti (o non commercia-lizzabili) a favore di enti cari-tativi. LMM si avvale di unteam operativo giovane e di-namico affiancato da docentie ricercatori dell'Università diBologna.

Con oltre 40 progetti atti-vati in comuni, province e re-gioni Italiane, LMM ha conso-lidato un metodo di lavoroefficace ed efficiente che per-mette di attivare in manieraprogressiva il sistema dona-

Interessante è l’estensionedel modello elaborato per iprodotti alimentari anche adaltre tipologie di beni e di atti-vità, mantenendo ferma la fina-lità principale che è quella dievitare gli sprechi: LMM-food:prodotti alimentari, eccedenzedi attività commerciali e pro-duttive; LMM-harvest: prodottiortofrutticoli non raccolti e ri-masti in campo; LMM-catering:pasti pronti recuperati dalla ri-storazione collettiva (es.scuole, aziende); LMM-phar-macy: farmaci da banco e pa-rafarmaci prossimi alla sca-denza; LMM-book: libri o benieditoriali destinati al macero;LMM-no food: tutti i beni nonalimentari. I vantaggi del la-voro di LMM sono tangibili: dauno degli ospedali di Bolognasi recuperano ogni giorno 30pasti per un valore comples-sivo di oltre 35.000 euro al-l'anno; a Ferrara si recuperano,presso le farmacie comunali,parafarmaci e farmaci dabanco per un valore comples-sivo di circa 11.300 euro al-l'anno; a Verona otto mensescolastiche recuperano circa 8tonnellate all'anno di prodottocotto che corrispondono acirca 15.000 pasti.

del 2007, per avere uno dei governimaggiormente impegnati verso lapromozione dei servizi ICT, alloracomprendiamo quale sia la potenzia-lità attrattiva di questa località pergli investimenti high-tech.

Per favorire ancor di più tale at-trattività il governo maltese sta cer-cando di rafforzare la vocazione digi-tale del territorio attraverso deiprogetti mirati tra cui spicca Smar-tCity Malta (SC-M) per trasformarel’economia dell’isola in un unico am-biente basato sulla conoscenza. Ilterritorio maltese sarà interessatoda nuove destinazioni d’uso peraziende high-tech con notevoli riper-cussioni sul sistema economico lo-cale, come la creazione di nuovi po-sti di lavoro ad alta specializzazione.Il progetto ha due focus essenziali. Ilprimo riguarda la creazione di un Re-gional ICT Cluster, punto forte perl’economia emergente dell’isola.L’area interessata dal progetto saràcaratterizzata dalla presenza dinuove aziende internazionali di soft-ware, internet e multimedia, teleco-municazioni, servizi IT, BusinessProcess Outsourcing (BPO) ed Har-dware. Lo spazio adibito a questenuove attività sarà di circa 12,000metri quadri.

Il secondo focus, Media Capital,punta su un quartiere di nuova co-struzione che diventerà il punto cen-trale delle aziende media dell’isola.Mettendo a disposizione infrastrut-ture tecniche per l’industria del ci-nema (produzione e post produ-zione), della televisione, dellaproduzione di musica, e ancora perl’Event Management, il media con-sultancies, i newmedia, e il broadca-sting. SmartCity.

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settembre 2012• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •8Res Publica

ITALIA • CAMPANILI

Dal medioevo l’Italia è illuogo dei campanili, comemetafora della struttura co-munale del territorio e dellecomunità. Tanto è che attual-mente nel nostro Paese i mu-nicipi sono più di 8.100 e svol-gono funzioni amministrativedeterminanti per la vita quo-tidiana di milioni di cittadini eimprese.

Per assolvere ai loro com-piti utilizzano software con di-verse caratteristiche in rela-zione ai servizi: sistema per lagestione dei demografici(carta d’identità, certificati),pratiche per permessi edilizi,riscossione dei tributi, ge-stione dei servizi sociali escolastici, servizi per la poli-

zia (gestione multe); a questisistemi si aggiungono quelliche l’amministrazione usa perfare funzionare la propriamacchina burocratica che ti-picamente sono la gestionedel personale, il bilancio, lagestione del sistema di proto-collo e gli atti amministrativi.

A dire il vero nella realtà isistemi sono molti di più, mase anche consideriamo unamedia di 6-7 software diversiper ogni comune siamo acirca 50mila moduli softwarepotenziali differenti. In tempidi spending review è evidenteche tale sistema non reggepiù. Per questo occorre pen-dere alcuni modelli di riferi-mento esistenti ed estenderli.

Negli 8.100 comuni italiani50mila moduli software differenti

Ad esempio il caso della Re-gione Toscana che dal 1997ha avviato la RTRT (Rete Tele-matica Regione Toscana), unainfrastruttura tecnologica diampie capacità, diffusa sulterritorio regionale.

Sull’infrastruttura son giàattivi alcuni software ed altripotrebbero agiungersi, cosìche ai Comuni sottostanti ba-sterebbe accedere. Si può fare.

La capitale della Scozia presenta an-cora oggi i magnifici segni della sua sto-ria tanto che dal 1995 fa parte del patri-monio dell’umanità dell’UNESCO.Ma questa città ha saputo coniugare

l’antico con il moderno, la tradizione conl’innovazione: dal 2010, grazie all’appro-vazione del progetto The Smart City Vi-sion, ha deciso di avviare iniziative mi-rate alla riorganizzazione della macchinaamministrativa e alla ristrutturazione deiservizi sul territorio. Migliorare la qualitàdella vita degli abitanti, semplificare leprocedure burocratiche, informatizzare iservizi sono gli obiettivi del progetto,realizzato grazie all’accordo con BritishTelecom. Nel 2010 è partito lo sviluppodi nuovi servizi web, la nascita della in-tranet comunale e di un nuovo sito inter-net che è stato premiato tra i miglioridella Gran Bretagna.Tra il 2011 e il 2012 è iniziata la se-

conda parte di Smart City Vision che pre-vede lo sviluppo di 30 progetti, il cui obiet-tivo è l’implementazione di serviziefficienti che comporterà un risparmio si-

EDIMBURGO

Non si può parlare di smart citysenza confrontarsi con le espe-rienze internazionali: è un passo

necessario per acquisire nuove co-noscenze, stimolare la riflessione,sviluppare collaborazioni, impararedagli errori e dai successi già speri-mentati in altri contesti, pur tenendosempre presenti le specificità irripe-tibili dei singoli territori.

A Bologna dal 29 al 31 ottobre2012 ci sarà un’occasione per get-tare lo sguardo oltre i nostri confiniattraverso “SMART City Exhibition”.Oggi il termine “smart” è una ten-denza, sembra adatto o adattabilead ogni cosa. Invece il percorso perdiventare una “smart city” è lungo earticolato, richiede investimenti su-gli strumenti, ma anche sulle risorse,sui processi e sull’organizzazione.Perché la tecnologia e gli strumentisono pronti ma noi culturalmentenon lo siamo. Ogni città deve porsi ipropri obiettivi strategici e trovarela propria strada, perché le condi-zioni di partenza sono soggettive.Per fare questo, prima di tutto, è ne-

Se tutto è smart, più nulla è smart:è tempo di fare chiarezza

BOLOGNA• SMART CITY EXHIBITION

cessaria una profonda conoscenzadella realtà locale, dei bisogni dellacollettività, delle criticità e della si-tuazione che deve essere gestita.

Non esiste un modello “univer-sale” di smart city: si devono elabo-rare modelli innovativi, trasversali,realizzabili, misurabili, replicabili,flessibili e finanziabili, basati su ca-ratteristiche intrinseche della città,su efficienza, crescita e vivibilità. Èfondamentale bilanciare le due dina-miche - top down e bottom up - inmodo da riuscire a ottenere i servizi

sistemi altamente qualificati ma ver-ticali per entrare in un’ottica oriz-zontale, trasversale, che sappiacoinvolgere tutti gli ambiti in modointegrato (IT, pianificazione territo-riale, sociale, istruzione, ecc) e chesappia ottimizzare costi e risorse. Imodelli devono essere messi a di-sposizione di tutti per non ripartiresempre da zero. C'è senza dubbio lapossibilità di capitalizzare espe-rienze di altri e replicare i progetti,adattandoli alle singole specificitàurbane; ma nella fase successiva ènecessario uscire dai progetti pilota,sparsi sul territorio, ed elaboraremodelli “industriali”, “customizzati”con le esigenze specifiche dellacittà: il vero elemento ancora debolein Italia è l’incapacità di “fare si-stema” e di “fare rete” tra città.

Una smart city è una città sen-ziente, che conosce quello che ha eche prende decisioni sulla base di in-

A Bologna dal 29 al 31 ottobreun’occasioneper approfondire attraverso“SMART City Exhibition”

migliori per le persone che vivono incittà. Quindi è richiesta sia un’ele-vata capacità di valutare le singolesituazioni, mettendo in atto rispostespecifiche, sia la capacità di elabo-rare protocolli, che riescano, suc-cessivamente, a prescindere dal par-ticolare. Inoltre si deve uscire dai

gnificativo nella spesa per servizi ICT, quan-tificato in 1 milione di sterline in un anno.Tra i progetti realizzati: glow, la prima

community on line dedicata all’apprendi-mento e accessibile a tutte le scuole sta-tali; l’accesso pubblico a tutti i documentidel Consiglio che ha portato un notevolerisparmio economico e un miglioramentonel sistema di ricerca documentale; unnuovo strumento di assistenza domici-liare; il modernising pay, per la retribu-zione dei dipendenti comunali; il controlof departmental expenditure, uno stru-mento informatico che permette ai dipar-timenti di poter gestire direttamente ilproprio budget e le spese interne.

formazioni aggiornate, certe e con-divise. Nella smart city le banchedati diventano veri e propri sensori,in grado di rilevare quotidianamentele variazioni nella vita degli immo-bili, dei cittadini, delle aziende, deiconsumi, ecc.

La città intelligente è un luogodovedati cartografici digitalizzati vengono“mesciati” (mashup) e integrati coninformazioni provenienti da diversisoggetti pubblici (Comuni, Agenziadel Territorio, Camere di Commercio,Aziende dei servizi, ecc.), con i dati ri-levati dai sensori (centraline di rac-colta dati meteo, di qualità dell’aria,contatori elettronici, sul traffico, vi-deosorveglianza, ecc), con i com-menti su Facebook o i Tweet.

La sfida della smart city è nellacomplessità della gestione di datieterogenei che possono provenireda una varietà di sorgenti, creandoun modello integrato e trasversale.

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• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • 9settembre 2012

Ad Al Ain, nei pressi di Abu Dhabi, la capitaledegli Emirati Arabi verrà inaugurata unacostruzione integrata nella natura.Si tratta di uno stadio completamente interratoche sarà realizzato dallo studio di architetti MZ.La struttura sarà a scomparsa tra le rocce sui ripidialtipiani desertici in un panorama pressochédisabitato.Dal nome evocativo di The Rock, lo stadio prendeispirazione dagli antichi anfiteatri greci e saràrealizzato con materiali provenienti dagli scavidella zona.

La corrente elettrica si trasmetterebbeattraverso il manto stradale così da alimen-tare le batterie dei veicoli a corrente conti-nua e in movimento senza l’ausilio di fili, inmodalità completamente wireless. In Giap-pone, un team di ricercatori sta cercandodi approfondire le potenzialità di ricaricaattraverso il contatto tra l’asfalto e glipneumatici delle vetture ad alimentazione

QATAR

È pacifico che l’uso dellabicicletta in alternativa all’au-tomobile comporta vantaggiper l’ambiente, ma anche perl’economia, locale soprat-tutto. In città, sostituire adesempio molti parcheggi perauto con quelli per bici, realiz-zare piste ciclabili laddovel’auto è regina non solo rende-rebbe più vivibile il centroabitativo ma aiuterebbechiunque a stare più in sinto-nia con l’ambiente circo-stante senza dover soppor-tare eccessivamente iltraffico: la salute delle fami-glie, così come l’umore diogni singolo cittadino, acco-glierebbero positivamentetale cambiamento in modo daimpiegare meno soldi nellacura della salute.

Dunque in primo luogousare più la bici significa ri-sparmiare e aumentare il red-dito disponibile per i consumilocali. In secondo luogo, muo-versi in bici nel proprio quar-tiere e non usare la macchinaper fare acquisti magari a de-cine di chilometri di distanza,ci costringe a scoprire meglioe privilegiare l’offerta più vi-cino alla nostra residenza. Perfar sì che questo avvenga èdunque necessario mettere a

disposizione i giusti stru-menti: il Comune di Milano,ad esempio, propone Bike Mi,cioè un servizio di bike-sha-ring semplice, comodo e va-lido ecologicamente par-lando.

Si tratta di offrire un mezzodi trasporto vero e proprio daalternare a quelli tradizionalicome tram e metropolitane, èpratico specialmente perchéle postazioni Bike Mi sonocollocate nelle zone più stra-tegiche di Milano. Per al mas-simo due ore è possibile effet-tuare spostamenti che inpratica permettono ad esem-pio di partire dalla stazionemetropolitana e raggiungerel’università o il luogo di la-voro restituendo il mezzo allapostazione più vicina. Tutta-via, nonostante questi mo-delli positivi, è fondamentalemantenere costante l’impe-gno di dar sempre più oppor-tunità agli utilizzatori della bi-cicletta sia per non farliallontanare da questa realtàsia per far avvicinare ad essaaltri consumatori.

Dunque il territorio deveessere predisposto a talescopo attraverso piste cicla-bili, segnaletica opportuna,parcheggi sicuri.. insommal’obiettivo è promuovere la bi-cicletta in ogni modo possibileanche attraverso strumenticome l’intermodalità, cioè lapossibilità di trasportare ledue ruote anche sui treni, tra-ghetti, metro. Una città a mi-sura di bici è possibile.

CHIMICA • BICARBONATO DI SODIO

Esiste una sostanza che, gra-zie alle sue proprietà chimiche,si rivela versatile ed utile ognigiorno: è l’idrogenocarbonato disodio NAHCO3, comunementeconosciuto come bicarbonato.

Le sue caratteristiche (è solu-bile in acqua e poco nell’alcol,delicatamente abrasivo, fungista-tico, delicatamente alcalino, noncombustibile) gli conferisconodiverse caratteristiche: neutra-lizzante naturale, è in grado dimantenere il pH delle soluzionistabile intorno a valori di 8 con-trastando condizioni di acidità;agente addolcente, disciolto inacqua, il bicarbonato evita la for-mazione di incrostazioni calca-ree e svolge un’azione sgras-sante; agente lievitante, semescolato ad un prodotto concaratteristiche acide, come latte,aceto e succo di limone, o riscal-dato almeno a 70°C; valido as-sorbi-odori derivanti da sostanzeacide o fortemente basiche; deli-catamente abrasivo.

I campi di applicazione del bi-carbonato sono svariati: di-sciolto in acqua è ideale per la-vare frutta e verdura, detergerele superfici che giornalmentevengono a contatto con il cibo elucidare oggetti in argento; postoin una scatola aperta, invece, eli-mina gli odori in frigo e sotto il

Tra queste, sarebbe molto singo-lare rivestire anche le pareti deicartelloni pubblicitari di edera,in modo sfruttare anche queglispazi. Piantare più alberi se-guendo un piano specifico di rin-verdimento delle aree urbane sa-rebbe più funzionale dei variaccorgimenti che finora le ammi-nistrazioni cittadine hanno pro-vato ad adottare, come bloccodel traffico e congestion charge.Anche dl punto di vista psicolo-gico, il verde in città può essereimportante: meno stress, menoepisodi di vandalismo e crimina-lità. Insomma, una nuova città eil miglioramento dell’aria nonsono capricci ma una necessitàper le città del futuro.

Un ennesimo studio dimostrache il verde, ritagliato in qualsiasispazio , anche solo sui muri dellecase, avrebbe l’effetto di ridurredel 30% l’inquinamento urbano.Oltre naturalmente a combatterein modo efficace l’effetto “giungladi cemento” e l’afa da isola di ca-lore, grazie alla sua capacità di“mangiarsi” il biossido di carbo-nio ed il particolato presente nel-l’aria e al raffrescamento dell’ariae all’ombreggiamento degli edi-fici. A conti fatti è anche un ri-sparmio. Di tipo energetico, peril minore uso di impianti elettriciper migliorare o depurare l’aria.Di tipo sanitario perché la mag-giore pulizia dell’atmosfera va aridurre l’incidenza delle malattiedell’apparato respiratorio fa-cendo risparmiare il sistema sa-nitario.

Il team britannico che ha se-guito gli esperimenti, ci proponeuna città in cui il verde urbanodeve trovare spazio, finalmente,non solo in aiuole e parchi maanche sulle pareti degli edifici,case e uffici. Infatti, i muri verdisono al momento la miglior inno-vazione in termini di lotta all’in-quinamento.

Sono molte le soluzioni che fi-nora giardinieri e green designerhanno sperimentato, per questonuovomodo di intendere la città.

lavandino, in garage, in cantina enel ripostiglio, senza contarequelli negli armadietti della bian-cheria e delle scarpe; può venireanche cosparso direttamentesulle superfici per ravvivare i co-lori di tappeti e moquette, deo-dorare i contenitori dei rifiuti e lelettiere di animali domestici; inlavatrice può essere aggiunto aldetersivo aumentandone l’effica-cia, e contrasta la formazione dicalcare; disciolto nell’acquacalda del bagno o del pediluvioda una piacevole sensazione diuna pelle liscia e morbida e dibenessere a piedi e gambe.

Insomma, in poche parole, unprodotto poco costoso da tenereassolutamente in casa.

CITTÀ • BENESSERE

Bike sharing, piste ciclabili,intermodalità: salute e benessere

CITTÀ • BICICLETTA

Corrente elettricaalle automobiliin modalità wireless.Dalla strada

INNOVAZIONE

elettrica. Promosso dall’Università di Toyo-hashi, il progetto EVER (Electric Vehicle onElectrified Roadway) prende spunto dallatecnologia utilizzata da oltre un secolo inmolte reti tramviarie e metropolitane ali-mentate elettricamente direttamente datensione sui binari ma in questo caso an-dando a sfruttare il principio della trasmis-sione di energia in modalità wireless.

Nel caso delle auto elettriche la funzionedei binari verrebbe assolta direttamentedal rivestimento stradale, anzi più corret-tamente da un substrato conduttore si-tuato sotto l’asfalto da cui l’energia vienetrasferita in modalità wireless, mediante in-duzione elettromagnetica, ad una sorta di”cintura” metallica anch’essa conduttricesituata all’interno delle gomme delle autoda cui poi parte una “mini rete elettrica”che la trasmette al gruppo di ricarica delmotore elettrico attraverso gli assi delleruote. La corrente standard ha però unafrequenza di 50-60Hz e non riesce a passarewireless attraverso la gomma del pneuma-tico, per cui il progetto per funzionare pre-vede un frequenze molto superiori, valoriche però rileviamo possano essere estre-mamente dannosi per l’esposizione del-l’uomo, quindi un problema da affrontaremolto bene.

Certo, le procedure devono ancora es-sere perfezionate sopratutto a nostro av-viso sul tema dell’energia elettrica ad altis-sima frequenza ma il gruppo di studio hagià raggiunto traguardi significativi, conte-nendo la dispersione di energia al di sottodel 20%.

Gli obiettivi futuri sono già tracciati: in-crementare il trasferimento di energia a de-cine di kW, in modo da condurre un veicoloelettrico con una piccola batteria fino allapiù vicina autostrada. Ma sono ancoramolte le difficoltà a cui far fronte prima diarrivare ad un realistica ed economica mo-bilità elettrica.

Neutralizzante, anticalcare,agente lievitante e assorbi odori

Più verde vuol dire menoinquinamento e meno stress

Way of lifeA CURA DI FRANCESCA IANNONE � [email protected]

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10 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • settembre 2012

Chiunque si affaccia per la prima voltain Piazza dei Miracoli a Pisa fa una

esperienza che non dimenticherà più. Nona caso questo luogo, per la sua bellezza eunicità, è conosciuto in tutto il mondo e an-noverato tra i patrimoni dell’umanità enon c’è dubbio che, senza voler fare unaclassifica in termini di fascino, la torre diPisa è quella che lascia il ricordo più inde-lebile.

La Torre non è solamente il campaniledel Duomo, ma il simbolo della città. La suasingolare pendenza, che l'ha resa ancor piùfamosa, non è la sola peculiarietà. La suaubicazione defilata rispetto al Duomo, larende non subordinata alla cattedrale, puravendone molti caratteri architettonici co-muni, ed essendo visibile da ogni partedella città, ed anche da più distante, hasempre costituito il riferimento concretoper gli abitanti della zona e per i pellegrinicon la sua meravigliosa architettura roma-nico-pisana.

Una simile bellezza e testimonianza dellastoria non poteva e non può andare persa efin dai primi del novecento, preoccupatidell’aumento dell’inclinazione ci si pose ilproblema di come salvaguardare questo ca-polavoro ed iniziò unmonitoraggio relativoai movimenti della torre sia in senso altime-trico che in termini di pendenza.

Tale monitoraggio è stato implementatonel tempo ed aggiornato con i più modernisistemi di rilevazione che manmano la tec-nologia metteva a disposizione. Il merito diquesto lungo periodo di rilevamenti ful’enorme banca dati disponibile nel 1990,quando la situazione aggravata fece deci-dere per la creazione di una CommissioneInternazionale di altissimo profilo cui affi-dare non solo studi ma la decisione sugliinterventi da apportare, per i quali c’eranotante proposte spesso tecnicamente moltodifferenti.

La torre fu chiusa ai visitatori, i lavorisono durati circa dieci anni e sono stati ef-fettuati per stadi con la realizzazione di in-terventi di stabilizzazione temporanei equindi definitivi.

Le attività svolte in circa dieci annisono ascrivibili alla sfera degli interventistrutturali e di stabilizzazione geotecnica.

Riguardo il primo aspetto fin dal 1992 fu-rono adottati dei provvedimenti tempora-nei attraverso delle cerchiature di cavi leg-germente pretesi all’altezza della primacornice e del primo loggiato; una sorta diprima cautela che intorno al 1998 è statasostituita ed integrata in maniera più scien-tificamente puntuale attraverso delle inie-zioni di malta cementizia e l’inserimento dialcune barre di acciaio per risolvere puntisingolari particolarmente critici e conl’adozione di cerchiature definitive più ri-dotte realizzate in fili di acciaio inossida-bile.

Molto più complesso e delicato è statol’insieme degli interventi di stabilizzazionegeotecnica.

Anche per questo aspetto l’emergenzaha obbligato ad una soluzione provvisoriaposta in essere nel 1993; l’estremo norddella fondazione della torre continuava da-gli inizi del secolo a sollevarsi inesorabil-mente e l’unico intervento realizzabile intempi brevi era quello di apporre un con-trappeso realizzato attraverso l’apposi-zione di una trave anulare in c.a.p. sullaquale sono statiaccatastati deilingotti dipiombo, il tuttoper un caricocomplessivo dicirca 700 t.

Tale solu-zione fu però inbreve tempo so-stituita con un’al-tra ben più radi-cale e molto piùestetica. Furonoadottati dieci an-

coraggi profondiben45metri, cementati nellesabbie più inferiori. Inoltre questa soluzione,potendosi variare il tiro di ciascuno dei dieciancoraggi, permetteva una sorta di regola-zione successiva di dettaglio tale da guidarei movimenti della torre.

Ma la sfida vera era quella di stabilizza-zione geotecnica, connessa alla straordina-ria deformabilità dei terreni di fondazione.La conclusione dei lavori degli esperti fuanche una limitata riduzione della pen-denza raggiunta dalla torre, avrebbe assi-curato l’arresto del progredire dell’inclina-zione. La drammaticità era quindi spostatasul come operare la riduzione; scelta diffi-cile anche perché confortata da poche rareesperienze analoghe in giro per il mondo.In sostanza bisognava causare e pilotare uncedimento dal lato nord della fondazione.

Tale operazione poteva essere compiutacon più strategie che andavano dal creareuna sovrappressione sul terreno lato nord,all’estrazione controllata di volumi di ter-reno tale da indurre un lento cedimentocontrollato in controtendenza.

La scelta di metodo è stata quella diestrarre gradualmente piccoli volumi diterreno adeguatamente individuati cre-ando dei micro vuoti che sotto la pressioneagente si chiudevano progressivamentecreando dei piccoli cedimenti nei punti vo-luti. Il tutto previa una sperimentazione sulcampo a pochi metri di distanza per moni-torare il cedimento.

La delicatezza di questa attività e il ri-schio di possibili danni gravissimi obbligoall’individuazione di un’opera di presidioche fu realizzata con degli stralli costituitida funi di acciaio che facevano capo a delle

Approfondimenti

Un interventolungo e delicatoper la torrepiù famosa

RESTAURO • TORRE DI PISA

Soluzioni semplici,strumenti moderninel rispetto della struttura e della sua storia

I membri del Comitato

PresidenteProf. Michele Jamiolkowski

Restauro matericoe storia dell'arteProf. Jean BarthelemyProf. Michele CordaroProf. M. D'EliaProf. R. Di StefanoProf. Salvatore SettisProf. Fernando Veniale

IngegneriastrutturaleProf. Remo CalzonaProf. Giuseppe CreazzaProf. Giorgio CrociProf. Giorgio MacchiProf. Luca Sanpaolesi

IngegneriageotecnicaProf. John Boscawen BurlandProf. Michele JamiolkowskiProf. Carlo Viggiani

Dai primi del novecento ci si poseil problema di come salvaguardarequesto capolavoro ed iniziòuno scrupoloso monitoraggio

AMEDEO GARGIULO

Una delle fasi di consolidamento

Perforazioni per sottrarre terreno

Strallatura di presidio

strutture di metallo ancorate a fondazioniall’uopo costruite. L’operatività di tale si-stema prevedeva a riposo un tiraggiomode-stissimo quasi di pretenzionamento ovverola torre non era vincolata in partenza maera predisposta per interventi immediati incaso di necessità di una forza stabilizzante.

L’intervento di sottoescavazione defini-tiva, durato circa un anno, ha visto l’aspor-tazione di 48 metri cubi di terreno, in partesottofondazione e in parte in zona limitrofae, con grande soddisfazione degli arteficidi questo miracoloso recupero, non è statomai necessario utilizzare la struttura dipresidio.

Ciò che colpisce molto di questa storiaincredibile è così sintetizzabile: la grandecompetenza dell’eccellenza tecnica che halavorato per questo straordinario recu-pero, con grande professionalità e umiltà,ha optato per soluzioni per certi versi sem-plici ed antiche dal punto di vista concet-tuale, utilizzando in un giusto mix stru-menti moderni solamente per gli aspettipiù operativi, il tutto con un grande ri-spetto della struttura su cui intervenire esulla sua storia.

In conclusione è certo che d’ora in poiandando a visitare queste meraviglie del-l’umanità, non ci si soffermerà solamentesulla bellezza del complesso intero, sul'im-pressionantemosaico absidale del Cristo inMaestà attribuito a Cimabue, non si rimarràincantati solamente dal pergamo trecente-sco di Giovanni Pisano chemostra scene delNuovo Testamento o dal Battistero in stileromanico dedicato a San Giovanni Battista,(che voleva essere un misto tra l'Anastasisdel Santo Sepolcro in Gerusalemme e laMo-schea d'Omar), ma si rimarrà sorpresi an-che da questa opera dell’uomomolto più re-cente ovvero da un intervento tecnico chepermetterà ancora per molti secoli di go-dere di questa meraviglia.

A CURA DI AMEDEO GARGIULO

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Ormai è chiaro chela capacità di decideree realizzare in tempi brevie con i giusti costile opere infrastrutturalistrategiche sia unadelle esigenze indispensabiliper rendere i processipiù efficienti e dunqueper la crescita del paese.Abbiamo bisogno di operecon alto rapportobenefici/costi realizzabilicon rapidità

INFRASTRUTTURE

• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • settembre 2012 •

svolga la propria missione o, più sempli-cemente come si diceva una volta, il pro-prio dovere. E serve che chi deve con-trollare lo faccia e con grande rigore.

La giornata di lavoro del 30 novembrevuole essere un momento di confrontotra gli addetti ai lavori, che ben cono-scono la situazione e i tratti principalidell’analisi proposta; ne consegue che intermini propositivi dovrebbe essere ab-bastanza semplice quel che c’è da sugge-rire. Potrebbe essere una frase sola: se-rietà nei comportamenti di tutti nellafiliera delle responsabilità. Ma sarà que-sta giornata di lavoro l’occasione per de-clinare delle proposte concrete su me-todi e sedi decisionali.

All’evento parteciperanno docenti,professionisti, imprenditori, rappresen-tanti delle istituzioni e del mondo finan-ziario.

Nei brevi stralci che seguono vi sonole linee guida di alcuni degli interventiprevisti: Gabriele Malavasi, direttore delDipartimento di Ingegneria civile edile eambientale della Facoltà di Ingegneriadell’Università degli Studi di Roma La Sa-pienza; Agostino Nuzzolo, ordinario diTrasporti e docente di pianificazione deitrasporti, di Progettazione dei sistemi ditrasporto e di Logistica territoriale dellaFacoltà di Ingegneria dell'Università diRoma Tor Vergata; Agostino Cappelli, or-dinario di Trasporti urbani e metropoli-tani e Progetto dell’esercizio dei tra-sporti all’Università Iuav di Venezia.

Un titolo forte, forse brutale, in-terpretabile come una sottoli-neatura pessimista. È esatta-mente il contrario: la brutalitàè ai soli fini di un auspicato

realismo. Siamo infatti in un tempo dievidente recessione perché, lo si vogliao no, la crisi c’è e sta cambiandole con-dizioni di vita di milioni di persone intutto il mondo, Italia compresa.

Il lavoro è in crisi: aziende che chiu-dono, aumento della povertà e vi è unserio pericolo di declassamento del no-stro paese. Vi è quindi anche scarsità dirisorse per investimenti per le infrastrut-ture, in primis quelle relative ai sistemidi trasporto e alle reti. Ciò implica cheancor più che nel passato è necessariauna grande virtuosità nell’allocazionedelle risorse disponibili. Infatti bisognaavere la forza e il coraggio di reagire.

Abbiamo organizzato questa giornataper offrire un panorama di attenzioniche, di conseguenza, riteniamo fonda-mentali per il futuro del paese. Se questacrisi sarà l’occasione per non costruirepiù cattedrali nel deserto, per non la-sciare eterne incompiute nel panoramadelle opere pubbliche italiane, per affi-darci da adesso in poi nelle scelte a cri-teri connessi alle reali esigenze, se il po-liticamente corretto e gli strani equilibritra fazioni, partiti, territori, istituzioni,gruppi d’interesse verranno riportati aireali bisogni delle persone, delle aziendee di un sano sviluppo compatibile, vorràdire che avremo colto l’attimo per tra-sformare il vizioso in virtuoso.

DICEA SIDT e SIGEA e tutti gli orga-nizzatori di questo incontro nelle pro-prie rispettive peculiarità, sono acco-munati da una grande tensione allaripresa del paese, da un desiderio dicompiere una provocazione positiva suicriteri di giudizio per le scelte strategi-che delle opere da realizzare, dalla cer-tezza che il paese non ha bisogno sola-

mente di opere nuove ma anche digrandi manutenzioni di opere esistentima con già sulle spalle decenni di vitatecnica, dalle certezza che il paese ha bi-sogno anche di una serie di opere minoritese a valorizzare l’esistente e ad ampli-ficarne la fruibilità.

Ma soprattutto c’è convinzione delfatto che la capacità di decidere e realiz-zare in tempi brevi e con i giusti costi leopere infrastrutturali strategiche siauna delle esigenze indispensabili per l’ef-ficientamento e dunque per la crescitadel paese. Abbiamo bisogno di operecon alto rapporto benefici/costi, suppor-tabili, ove possibile, da finanza di pro-getto, realizzabili con rapidità. Per an-dare verso questi obbiettivi sonoemerse alcune linee guida: 1) politicadelle infrastrutture in Europa ed in Italia;2) metodi razionali per la programma-zione delle infrastrutture; 3) qualità dellaprogettazione; 4) ovviare alla sottovalu-tazione della interazione tra progetto eterritorio; 5) ovviare alla sottovaluta-zione della necessità di valorizzazione emanutenzione del patrimonio esistente;6) attenzionare sempre di più l’integra-zione tra investimenti, esercizio e ser-vizi; 7) trasformare il processo evolutivoe costituzionale in una occasione.

Se ad una corretta diagnosi non se-guono una prognosi e una profilassi cor-rette, notoriamente il paziente può mo-rire. Ma in questo caso non si devepensare a soluzioni particolarmente in-novative. Infatti non vi è bisogno di ri-forme, di nuove norme o di creare mec-canismi premianti o penalizzanti; vi èinvece assoluta necessità che ognuno

Amedeo Gargiulo,presidente del Consiglio superioredei lavori pubblici è l’animatoredel forum del 30 novembre 2012denominato “Il tempo si fa breve.La programmazione e la valutazionedelle infrastrutture dei trasportiper la crescita economica dell’Italia”.Nel pezzo di seguito introduce i tempiprincipali dell’evento.

Il tempo si fa breve

SPECIALE

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settembre 2012• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •12

A cura di Agostino Cappellidocente di Trasporti urbaniallo Iuav di Venezia

I tempi di realizzazione di una infra-struttura di trasporto in Italia sono talida mettere in discussione la stessa uti-

lità dell’opera, in quanto le stime iniziali deibenefici e dei costi vengono di fatto alte-rate dal tempo che trascorre dalla fase de-cisionale (la prima fase di piano) alla en-trata in esercizio dell’opera.Nel campo ferroviario le stime per unanuova tratta AV di 50 km (ad esempio Bre-

Che il lasso di tempo tra decisionee realizzazione di un’opera sia breve

La questione che si pone quindi è la se-guente.

Se tra fase decisionale e la realizzazionepassano tra i 10 ed i 25 anni, le verifiche difattibilità economica (analisi benefici costiper la collettività o analisi multicriteri e va-lutazioni ambientali) rimangono valide ?

L’opera considerata utile (prioritaria) inuna fase storica rimane tale quando è rea-lizzata, tenendo conto che tutte le condi-zioni al contorno possono essere modifi-cate (ad esempio è cambiata la strutturadella domanda, è cambiata la situazioneeconomica, sono stati realizzati altri inter-venti ed introdotte nuove tecnologie)?

In sintesi una priorità verificata in undato momento storico rimane tale in unoscenario economico-infrastrutturale diffe-rente ?

È abbastanza scontato affermare che larisposta è negativa! Allora possiamo indivi-duare delle procedure di verifica a prioridei costi del differimento nel tempo di uninvestimento nei trasporti? E possiamo sti-mare quanto costa alla collettività questodifferimento? Ed in particolare quanto in-

A cura di Gabriele Malavasidirettore DICEA, facoltà di Ingegneriadell’ Università di Roma La Sapienza

È’ interessante cercare di analizzarele relazioni che esistono tra la realizza-zione delle infrastrutture di trasporto ela crescita economica. Le infrastruttureper i trasporti sono sistemi, servizi estrutture di grande estensione, che con-sentono la mobilità di persone e cose,caratterizzate da alta densità temporalee spaziale di spostamenti con diversemodalità. Negli ultimi anni gli investi-menti in infrastrutture sono in costantecalo: le reti stradali e ferroviarie italianesono cresciute sensibilmente menodelle corrispondenti reti dei paesi euro-pei. D’altra parte si avverte pressante lanecessità di investimenti per le infra-strutture sia dei paesi industrializzatisia dei paesi emergenti per sostenere lacrescita economica. La ricerca scienti-fica fornisce metodi e strumenti da ap-plicare nei vari settori della realizza-zione e gestione delle infrastrutture: laformalizzazione del processo decisio-nale, le metodologie di pianificazione eprogrammazione, la valutazione di stra-tegie e priorità, la fruibilità degli inter-venti in una ottica di massimizzazionedella efficienza tecnico economica degliinterventi.

È noto che la realizzazione diun’opera comporta tempi di progetta-zione e di costruzione che superano lapermanenza nel ruolo decisionale dellacomponente politica, pertanto la man-canza di un mantenimento delle sceltestrategiche alla base dell’opera puòcomportare il rifacimento della proget-tazione o l’introduzione di varianti cheincidono fortemente sulle risorse eco-nomiche necessarie. Le modifiche degliscenari socio-economici richiedonomodifiche degli scenari di previsionedella mobilità e costituiscono un altroelemento di variabilità da considerare.

Ulteriori vincoli derivano dagliaspetti ambientali e dalla valorizzazionee mantenimento del patrimonio esi-stente. È evidente, quindi, che il tema ècomplesso e volendo conseguire uncerto grado di obiettività nelle valuta-zioni è necessario rigore logico.

cide la fase decisionale (che comprende lafase delle scelte ma anche la fase del finan-ziamento dell’opera) sull’efficienza econo-mica dell’intervento (cioè sull’utilità a rea-lizzarlo)?

La questione metodologicaLe valutazioni Benefici Costi verificano

se un progetto è in grado di raggiungere unequilibrio economico imponendo che lasomma dei benefici ottenuti (definiti comedifferenza di costo generalizzato con esenza progetto) deve essere in grado per lomeno di compensare i costi di esercizio e

TEMPI • BENEFICI/COSTI

I tempi di realizzazionedi una infrastruttura di trasportosono tali da metternein discussione la stessa utilità

scia - Verona) sono di 5/6 anni dall’avviodei cantieri ma la fase precedente (la deci-sione, la progettazione, le conferenze deiservizi, la verifica di compatibilità ambien-tale, la ricerca del consenso ed infine la di-sponibilità delle risorse, possono superarei 10 anni). La situazione per la realizza-zione di nuove linee ferroviarie (o il lorosostanziale ammodernamento) o di nuoviassi autostradali sono del tutto simili. Sipensi ad interventi ferroviari tipo l’ammo-dernamento della Orte Falconara che erapresente come intervento prioritario delpiano integrativo FS del 1981, oppure l’au-tostrada Livorno – Civitavecchia i cuiprimi progetti e studi ambientali sono del1990, ed ancora la variante di valico tra Bo-logna e Firenze, intervento prioritario delPRIT dell’Emilia Romagna del 1985 e delPGT del 1986, ancora in fase di completa-mento e così via.

La convenienza di un’operaè tanto più stringentequanto più alti sono i beneficiche da questa si ottengono

l’investimento. Ovvero B1 F+C1È evidente che la convenienza di

un’opera è tanto più stringente quanto piùalti sono i benefici che da questa si otten-gono una volta messa in esercizio.

Questo comporta che, in condizioni alcontorno pressoché stazionarie (ovveronell’ipotesi che nel frattempo non si realiz-zino altre opere alternative a quella in stu-dio), l’indecisione ed il rinvio temporale in-troducono costi aggiuntivi definiti comequota di benefici perduti (che si sarebberoottenuti se l’opera fosse stata realizzata);tali costi aggiuntivi possono essere tali dainficiare la fattibilità dell’opera stessa.

Sulla base di tali premesse è interes-sante definire un numero massimo di annidi slittamento temporale (td* definitocome tempo di decisione massimo) oltrecui l’analisi economica dell’opera risultanon conveniente.

La crescita ha bisognodi programmazionee valutazionedelle infrastrutture

INFRASTRUTTURE

INFRASTRUTTURESPECIALE

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settembre 2012 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • 13

zione e finanziamento (disper-sione risorse e scarso coinvolgi-mento finanza progetto);• progettazione (scarsa qualità;)• esecuzione (tempi lunghi e in-cremento costi).

Cruciale è il ruolo della verificadi fattibilità tecnica ed econo-mica, che ha la finalità di ottimiz-zare le scelte di investimento, in-dividuando le migliori soluzioniin termini tecnici, economici, fi-nanziari, ambientali e proceduralie di consentire dunque una allo-cazione efficiente delle risorse.

Questo tipo di verifica è statointrodotta formalmente in Italianel 1999 e l’esperienza di questoperiodo di applicazione indicache non c’è stata una profondadiffusione della cultura della va-lutazione, anzi è diffusa unacerta diffidenza, sia dei decisoripolitici che vedono limitata la

loro discrezionalità e sia dei tec-nici delle amministrazioni chenon padroneggiano le metodolo-gie usate. Vi sono poi da rilevaredelle carenze nella redazionedelle verifiche, per mancanza diintegrazione con il processo diprogettazione tecnica o per laqualità dello studio, derivante daassenze specialistiche nel teamdi lavoro.

Per migliorare l’efficacia delleverifiche di fattibilità occorre in-nanzitutto integrare lo SdF nelprocesso generale, con un per-corso a più passi, via via più ap-profonditi al crescere della defi-nizione progettuale e dunquedelle caratteristiche e dei costidell’opera:• pre-fattibilità nella fase di pia-nificazione;• fattibilità generale nella fase diprogrammazione;

CRESCI ITALIA • AUTORITÀ TRASPORTI

Il decreto “cresci Italia” delgennaio scorso ha previstol’avvio operativo dell’Autoritàdei trasporti, l’organismo indi-pendente di regolazione setto-riale, il tassello mancante percompletare il quadro regolato-rio delle public utilities.

Sul tema però non sonomancate voci discordanti. Inun momento in cui la spen-ding review ha falciato i costidella Pubblica Amministra-zione, qualcuno si è chiestoperché si voglia costituire unnuovo ente e quali sarebberoi suoi compiti.

In campo aeronautico esi-ste l'Ente Nazionale per l'Avia-zione Civile che nell'acce-zione internazionale viene

indicata come National avia-tion authority a cui sono de-mandati i compiti di regola-zione e di controllo delsettore aeronautico.

In campomarittimo già esi-ste l'insieme degli uffici peri-ferici del Ministero Trasportie della Navigazione, le Capita-nerie di Porto cui corrispon-dono il Comando dei porti,dell'organizzazione del perso-nale navigante e dei titoli,della vigilanza sulla pesca.

In campo ferroviario èstata costituita l'Agenzia Na-zionale per la Sicurezza delleFerrovie (Ansf), l'organismoindipendente, con sede a Fi-renze, creata per disciplinarela sicurezza della circolazione

Verifiche di fattibilità più rigoroseper accelerare i processi decisionali

Una nuova authoritya patto che inglobi l’esistente

ferroviaria sulla rete nazio-nale, vigilare sull'applicazionedelle norme, rilasciare auto-rizzazioni, certificazioni eomologazioni alle imprese e aigestori di infrastrutture ferro-viarie operanti in Italia.

Si parla poi insistente-mente della creazione diun'agenzia per la circolazionestradale in sostituzione del-l'Anas.

DLGS 228/2011 • EFFICIENZA

Nel dicembre 2011, il go-verno Monti, da poco inse-diato, ha approvato il decretolegislativo 228/2011 sulla va-lutazione degli investimentirelativi a opere pubbliche.

La norma ha reso obbliga-toria l’attività di valutazioneda parte dei ministeri per leopere finanziate a valere sullerisorse iscritte negli stati diprevisione dei ministeri stessiovvero oggetto di trasferi-mento da parte degli stessi afavore di soggetti attuatori,pubblici o privati, in forza dispecifica delega.

Oltre a un’analisi preven-tiva dei fabbisogni infrastrut-turali, il decreto prevede unavalutazione ex ante e una va-

lutazione ex post delle singoleopere.

La prima include l’elabora-zione degli studi di fattibilitàe suggerisce l’applicazione dianalisi costi-benefici o di me-todologie affini.

La valutazione ex post èuna novità assoluta nel pano-rama italiano e si pone l’obiet-tivo di “misurare i risultati el’impatto di opere pubblichecollaudate ed entrate in fun-zione, nonché l’economicità el’efficienza della loro realizza-zione” (articolo 6).

La valutazione deve esserecondotta da “organismi indi-pendenti di valutazione” chesono identificati nei Nuclei divalutazione e verifica degli in-

Le opere pubbliche vannovalutate prima e misurate poi

vestimenti pubblici già ope-ranti presso i ministeri.

Per garantirne l’indipen-denza e la professionalità, iNuclei dovrebbero essere po-tenziati e riformati attraversomodifiche del regolamentoche prevede i criteri di desi-gnazione e di modalità di se-lezione dei componenti. Unprimo passo da rendere attua-tivo al più presto.

INFRASTRUTTURE

• fattibilità preliminare nel pro-getto preliminare;• fattibilità definitiva nel pro-getto definitivo.

Altro aspetto è quello relativoalla multidisciplinarietà della ve-rifica di fattibilità. La normativanon dà alcuna indicazione sullecompetenze professionali dacoinvolgere e così di solito, nellamigliore delle ipotesi, lo Studio èredatto da ottimi economisti, edunque la parte economico-fi-nanziaria è ben sviluppata.

Nel caso delle infrastrutturedi trasporto in generale lo Stu-dio risulta carente dal punto divista tecnico, sia in termine dianalisi delle alternative che divalutazione dei costi di realizza-zione, dei costi esterni,dei bene-fici e dei ricavi da traffico.

È dunque necessario normarela composizione del gruppo di la-voro, che oltre un economista oun ingegnere esperto di valuta-zioni economiche e finanziarie,deve comprendere anche unprogettista di infrastrutture ditrasporto ed un trasportista. Inquesto modo ci si garantisce cheil tipo di opera risponda alla fun-zione richiesta nel sistema deitrasporti dell’area e che la fatti-bilità tecnica, le soluzioni proget-tuali e la valutazione dei costisiano accuratamente verificate.

Per aumentare la velocità di realizzazione delle infrastrutturenel nostro paese,occorre analizzarele criticità del processo ed individuare soluzioni

La capacità di decidere e rea-lizzare in tempi brevi e con igiusti costi le opere infra-

strutturali strategiche è unadelle esigenze richieste per l’effi-cientamento e dunque per la cre-scita del paese. Vanno concen-trate le risorse su opere con altorapporto benefici/costi, suppor-tabili da finanza di progetto,rea-lizzabili con rapidità e accettabilidal territorio. Eppure, se fac-ciamo riferimento al ProgrammaInfrastrutture Strategiche delMIT risulta che le opere nazio-nali o almeno interregionalicomprese sono circa 320 per untotale di 195 Md di euro, di cui di-sponibili 75 Md (38%) sostan-zialmente per opere da comple-tare o pronte per l’avvio. Risultadunque una sproporzione traopere programmate da un lato efinanziamenti disponibili e tempidi realizzazione dall’altro.

Per aumentare la velocità direalizzazione delle infrastrutturenel nostro paese, occorre dun-que analizzare le criticità del pro-cesso ed individuare soluzionida proporre al legislatore per eli-minare o ridurre fortemente lecriticità della filiera:• pianificazione (generica e va-riabile);• fattibilità tecnico-economica(scarsa oggettività); programma-

A cura di Agostino Nuzzolodocente pianificazione dei trasporti,facoltà di Ingegneria,Università Roma Tor Vergata

INFRASTRUTTURESPECIALE

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15• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •settembre 2012

In natura esistono predatori epredati. Spezzare questo deli-cato equilibrio significa compro-

mettere l’intero ecosistema.In Cina, a partire dagli anni 70 è

stato fatto un uso massivo di inset-ticidi ad ampio spettro al fine di con-trollare la maggior parte degli insettinocivi che devastano intere pianta-gioni di cotone. L’utilizzo di pesticidiperò implica anche l’eliminazione diinsetti utili, causando la prolifera-zione di parassiti secondari. Con ilpassare del tempo il controllo diquesti organismi infestanti è statosempre più difficile in quanto, men-tre i parassiti in questione sono di-ventati resistenti alla maggior partedei composti utilizzati per combat-terli, i loro naturali predatori, quali

ragni e coccinelle continuavano amorire. Questo ha portato ad un gra-duale aumento delle quantità di in-setticida somministrato sulle pianta-gioni e quindi anche ad un aumentoesponenziale dei costi e dell’inquina-mento ambientale. A metà degli anni90 il governo cinese ha deciso di in-trodurre nei campi del nord dellaCina un tipo di cotone genetica-mente modificato in grado di pro-durre una proteina dalle proprietàinsetticide. La pianta di cotone tran-sgenica (cotone Bt) produce una tos-sina derivante originariamente daun batterio (Bacillus thuringensis).

Piantagioni geneticamente inge-gnerizzate che esprimono la delta-endotossina Cry sono aumentateprogressivamente a partire dal 1996

arrivando nel 2011 a 60 milioni di et-tari. Questa tossina permette allepiante di cotone di resistere alla pe-ste portata da parassiti quali afidi odalla più temibile Helicoverpa armi-gera. In questo modo la necessità dipesticidi diminuisce, gli artropoditerrestri proliferano nutrendosi deiparassiti, e il naturale equilibrio trapredatore e predato si ristabilisce.

Uno studio pubblicato ad Agostosulla rivista Nature ha mostrato i ri-sultati di un monitoraggio durato 20anni sui raccolti transgenici nel norddella Cina. I ricercatori della ChineseAcademy of Agricultural Sciences diPechino, guidati dal Prof. KongmingWu, sulla base dei dati raccolti tra il1990 ed il 2010, provenienti dalle col-tivazioni di 36 siti sparsi in sei pro-

Ricerca e innovazione

A metà degli anni 90 il governo cinese ha decisodi introdurre nei campi del nord della Cina un tipodi cotone geneticamente modificato in grado di produrreuna proteina dalle proprietà insetticide. In questo modola necessità di pesticidi chimici diminuisce sensibilmente,gli artropodi terrestri proliferano nutrendosi dei parassitie il naturale equilibrio tra predatore e predato si ristabilisce

Sebbene la modifica di un corredogenetico sia un fenomeno naturale,alla base dell’evoluzione, l’idea chesia l’uomo a effettuare tali modifichee il successivo utilizzo degli organi-smi geneticamente modificati sca-tena sempre forti dubbi. Gli autori diquesto lavoro (ed anche chi viscrive) ritengono che un giudizionetto a priori sul tema non sia cor-retto, i fattori sono molti e spesso leposizioni precostituite. Dal punto divista bioetico il dibattito oscilla trala necessità di far fronte ai bisogni diuna popolazione mondiale in conti-nua crescita e l’esigenza di porre unfreno allo sviluppo e alla diffusionedi organismi modificati, il cui im-patto a lungo termine è sempre diffi-cile prevedere.

vincie del nord della Cina, hanno di-mostrato che nelle coltivazioni di co-tone Bt, dove sono stati ridotti anchei quantitativi di pesticidi, c’è stato unaumento di tre tipi di predatori artro-podi (crisope, ragni e coccinelle) eduna diminuzione dei parassiti (afidi).Inoltre, sottolinea il Prof. Wu, questipredatori forniscono un servizio dibiocontrollo supplementare sal-tando dai campi di cotone in quelliadiacenti quali mais, soia e arachidi.Anche se apparentemente contrad-dittorio, l’utilizzo di un organismogeneticamente modificato, il cotoneBt, consente dunque di ristabilire lecondizioni per la lotta biologica neisistemi agricoli, condizioni chel’uomo stesso aveva messo in crisiattraverso l’uso di pesticidi chimici.

Molti di noi pensano al pianetaTerra semplicemente come adun luogo dove le condizioni am-

bientali hanno dato modo al genereumano di sopravvivere.

Una teoria invece risalente aiprimi anni 80, formulata dagli scien-ziati Charlson, Lovelock, Andreae eWarren (CLAW), descrive la Terracome un macroorganismo in gradodi mantenersi in vita attraverso lasofisticata regolazione di numerosifenomeni chimici, fisici e biologici.Proprio come avviene per gli esseri

La Terra tiene a noi più di quantonoi dimostriamo di tenere a lei

un articolo pubblicato a giugno suiProceedings of National Academy ofScience, di aver trovato nel ciclodello zolfo un buon tracciante persupportare l’ipotesi Gaia. Il ciclodello zolfo inizierebbe dal mare dovegli anioni solfato verrebbero assimi-lati biologicamente da specie marinee trasformati in dimetilsolfoniopro-pionato (DMSP). Il DMSP è un pro-dotto del metabolismo, molto ab-bondante nelle alghe, fitoplancton,zooplancton e pesci; svolge un ruolocruciale nelle alghe marine agendocome antiossidante ed anticongela-mento. Questa sostanza, contenentezolfo, viene convertita in dimetilsol-furo (DMS), anch’essa contenente

atomi di zolfo. Il DMS è stato ampia-mente studiato in quanto in seguitoai turbolenti processi di scambio dimolecole tra mare e aria il 10% delleparticelle di DMS contenute in mareraggiunge l’atmosfera e subisce mo-difiche chimiche tali da indurre lacondensazione del vapore acqueocon la relativa formazione di nubi.Le nubi fungono da schermo per iraggi solari ed evitano il surriscalda-mento globale. Una volta assolta laloro funzione il DMS (gas) verrebbericonvertito in solfato e riprecipite-rebbe in mare. Secondo questa ipo-tesi il pianeta vivente Terra si servi-rebbe quindi delle alghe marine perripararsi dai raggi solari e mante-

nere costante la temperatura.Per confermare questo processo

bisognerebbe però riuscire a ricono-scere e quindi seguire gli atomi dizolfo durante queste trasformazioni.I ricercatori dell’ Università del Ma-ryland sono riusciti a determinare lacomposizione isotopica del DMS edel DMSP in varie specie marine. Lacomposizione isotopica permette dicatalogare gli elementi attribuen-done una sorta di carta di identitàattraverso cui poterli riconoscere.Anche lo zolfo è costituito da diversiisotopi radioattivi, le cui combina-zioni possono essere usate comeidentificativi della molecola. Attra-verso l’uso di uno spettrometro dimassa è stato possibile quindi dimo-strare che la composizione isotopicadello zolfo contenuto nelle molecoleDMS/DMSP varia da specie a speciee che il processo metabolico può

La Terra, un macroorganismoin grado di mantenersiin vita proprio come avvieneper gli esseri viventi

viventi il pianeta Terra gestisce tuttii suoi costituenti in modo tale damantenere sempre costanti le condi-zioni ideali al proliferare della vita.

Questa viene definita “ipotesiGaia”, dove Gaia è il nome attribuitoda Lovelock al pianeta vivente Terrada cui prende spunto l’omonimo ro-manzo di David Brin. Per dimostrarequesta teoria servirebbe riuscire aseguire un intero ciclo biogeochi-mico in cui il sistema Terra si servedelle sostanze chimiche presenti innatura per mantenere lo status quo.Il Prof. Farquhar del Dipartimento diGeologia del Maryland sostiene, in

Gli organismigeneticamentemodificati, OGM,sono organismi il cuipatrimonio geneticoè stato variato mediantetecniche biotecnologiche.Negli OGM, diversamenteda come avvienein natura, le variazionigenetiche non avvengonoa caso, ma sonoprogettate ad hocdai ricercatori, conlo scopo di ottenereorganismi capaci diperformances più idoneealle attuali esigenze deidiversi settori industriali.

GLI OGM

Un elemento chimicoè caratterizzatodal numero di protoni: Z.Due atomi con lo stesso Zhanno ugualecomportamento chimico.Il numero di neutroni,pur non specificandola natura chimicadell’elemento, ècomunque determinante:due atomi contenentilo stesso numerodi protoni ma diversonumero di neutroni(cioè due isotopi),mostrerannocomportamenti fisicidifferenti, essendouno più pesante dell'altro.

GI ISOTOPIIl ciclo dello zolfoallo studio dei ricercatorisarebbe un buon traccianteper supportare l’ipotesi Gaia

avere una conseguenza diretta sultipo di composizione isotopica an-che dei prodotti che vengono suc-cessivamente dispersi in aria sottoforma di aereosol.

Gli studi futuri, afferma il Prof.Farquhar, si concentreranno sul-l’estendere questo tipo di approccioscientifico anche ad altre molecoledi DMS/DMSP di provenienza ocea-nica ed atmosferica in modo da po-ter chiudere il ciclo dello zolfo.

La conferma dell’ipotesi Gaia diLovelock dimostrerebbe che laTerra tiene a noi più di quanto noistiamo dimostrando di tenere a lei.

CLAW • GAIA

Chimico e dottoredi ricerca in scienzee tecnologie chimiche.Docente del corsodi chimica pressoil Dipartimentodi IngegneriaElettronica di ROMATRE. Si occupadi sintesi organicheed analisi di superficimediante spettrometriadi massa.

LUCATORTORA

PAGINA A CURA DI

In Cina il cotonediventa modificatogeneticamente

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16 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • settembre 2012

Green opportunities

Lo sviluppo dell’innovazione rappresentaun obiettivo prioritario per migliorare la com-petitività delle imprese europee a livello inter-nazionale, soprattutto durante fasi congiuntu-rali come quella che il sistema economcioeuropeo sta attualmente attraversando. Nel-l’ambito degli interventi legati a questoaspetto, la Commissione Europea ha saputorispondere in maniera efficace a queste sfidegrazie a strumenti operativi esplicitamente ri-volti alla colonna portante dell’industria euro-pea, le PMI. Rappresentando infatti circa il

[email protected]

Ingegnere ambientalee dottore di ricercain Energetica. Espertoper l’UE e per l’ONUnell’ambito della greeneconomy. Consulente diimprese multinazionalied enti pubblici,per programmidi finanziamentonazionali, europeie internazionali.È AD di EuropeanConsulting Brussels.

GUIDOMATTEI

La salvaguardia dell’ambiente ed il set-tore della gestione dei rifiuti in partico-lare, rappresentano sempre uno dei

temi fondamentali su cui è incentrata l’at-tenzione a livello europeo.

Uno dei presupposti del dibattito di po-licy, come pure a livello operativo finanzia-rio, è basato sulla consapevolezza della dif-ficoltà di eliminare, o ridurresostanzialmente, la quantità di rifiuti pro-dotta. Assieme a tale considerazione oc-corre tenere presente il processo di co-stante aumento di domanda di materieprime a scopi produttivi industriali. Da unlato quindi, l’intensità di utilizzo della ma-teria grezza è in crescita, mentre dall’altrotale crescita è accompagnata da un au-mento parallelo dei rifiuti industriali e deirifiuti solidi urbani.

La soluzione a tali due spinose questioninon può essere raggiunta se non attraversol’individuazione di metodologie, tecnologiee processi integrati, che affrontino nellasua interezza e complessità la situazione.

È proprio in quest’ottica che a livello co-munitario la Commissione Europea staconcentrando sforzi, quindi anche risorseeconomiche, per la ricerca e la sperimen-tazione di soluzioni innovative che consen-tano di trasformare le enormi quantità dirifiuti solidi urbani ed industriali in materieprime. Le istituzioni europee hanno quindideciso di investire nel settore oltre 260 mi-lioni di euro per il nuovo bando Ambientedel 7° Programma Quadro, che saranno di-stribuiti come contributi a fondo perdutoad imprese e centri di ricerca, con l’even-

tuale partecipazione degli enti pubblici,per attività di ricerca ed innovazione.

Di questi, oltre 20 milioni sono destinatiad attività nel settore dei rifiuti, con rile-vante partecipazione delle PMI, in cui al-meno il 30% del budget in ciascuna propo-sta finanziata, sia destinato a questo targetdi imprese. In particolare, si richiede alleimprese europee del settore, di presentarele proprie idee e soluzioni, in merito a duemacro aree di intervento.

La prima è incentrata sulla valorizza-zione dei rifiuti solidi urbani, attraversosoluzioni radicalmente nuove che portinoa processi e metodologie di raccolta, ge-stione, separazione, lavorazione e trasfor-mazione dei rifiuti e/o lo sviluppo dinuovi prodotti o servizi con un buon po-tenziale commerciale basati su materialiriciclati.

La seconda dimensione è invece, rela-tiva al recupero dai rifiuti industriali dimaterie prime utilizzabili nuovamente. Inquesto caso la Commissione chiede diconcentrarsi sulla ricerca, lo sviluppo e lasperimentazione di soluzioni radical-mente nuove che consentano la raccolta,il recupero e la preparazione per il re-uti-lizzo di materie prime, in particolare lad-dove si tratti di metalli e minerali.

Tale impegno risulta prioritario so-prattutto in riferimento ai rifiuti prove-nienti da settori sensibili come l’edilizia, ilchimico, l’aerospaziale, l’automotive edICT.

In entrambi i casi, naturalmente, a livelloeuropeo le aspettative sono tutte incen-trate sui benefici ambientali che le solu-zioni proposte, e soprattutto quelle che sa-ranno poi finanziate dopo attenta

La Banca Europea per gliInvestimenti (BEI) e il Gruppo IntesaSanpaolo hanno firmato un nuovoaccordo per il finanziamentoa medio-lungo termine di impreseitaliane, per un totale pari a 670milioni di euro. I settori finanziabilivanno dal sostegno agli investimentidelle PMI, alle attività sociali, dallereti di impresa, all’energia.Di particolare rilevanza risulta esserequest’ultimo ambito, attraverso cuile imprese italiane vedrannosupportati i propri investimentidi piccole e medie dimensioni,per l’introduzione di fonti rinnovabilie interventi di efficienza energetica.

ACCORDO BEI - INTESA

Sostegno europeo per la collaborazionetra PMI e mondo della ricerca

EUROPA • INNOVAZIONE

Europa, nuovi fondi per rifiutie recupero materie prime

Con il nuovo bando Ambientedel 7° Programma Quadrol’Europa ha deciso di investireoltre 260 milioni di euro a fondoperduto ad imprese e centridi ricerca per attività di ricercae innovazione.Di questi,oltre 20 milionisono destinati ad attivitànel settore dei rifiuti

99% di tutto il tessuto imprenditoriale euro-peo, contribuiscono a più di due terzi del PILeuropeo e inoltre garantiscono 75 milioni diposti di lavoro nel settore privato. La Commis-sione ha messo quindi a disposizione dellePMI ingenti risorse attraverso uno specialestrumento finanziario per connettere il tes-suto produttivo con i centri di ricerca e le uni-versità, allo scopo di portare l’innovazionetecnologica direttamente all’interno del pro-cesso produttivo. Troppo spesso infatti, acausa dell’aspetto dimensionale, le imprese

europee non investono in ricerca e sviluppo onon riescono a beneficiare dei risultati dellericerche svolte presso i grandi centri. Lo stru-mento, “Research for the Benefit of SMEs”, hal’obiettivo di contrastare tale tendenza e sup-portare processi virtuosi di collaborazione.

Il 15 novembre è l’ultima data utile per can-didarsi a beneficiare dei 252 milioni a disposi-zione attraverso la call del programma l’FP7.

valutazione, potranno apportare al sistemaEuropa.

Molto interessante risulta anche, allaluce del focus sulle PMI, l’accento cheviene posto sulla commerciabilità delle so-luzioni e sulle potenzialità di sviluppo eco-nomico che potranno derivarne.

Le tempistiche del processo di valuta-zione prevedono un pre-screening dei con-cept di progetto, che dovranno essere tra-smessi entro la metà del mese di ottobre2012, per poi passare alla valutazione tec-nica dei concept che supereranno la primafase di selezione. Il Bando rappresentaun’opportunità imperdibile per le aziendedel settore, anche perché le successive op-portunità di finanziamento del ProgrammaQuadro di ricerca saranno pubblicate al-l’interno del programma Horizon 2020, cheavrà avvio nel 2014.

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17• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •settembre 2012

Next, architettura e città

Berlino è una città al lavoro,nella quale si osserva un mo-vimento profondo del quale

gli episodi artistici e architetto-nici non sono che una traccia eevidente e persuasiva.

Tra i primi episodi della vi-cenda urbana dopo la caduta delmuro è quello del quartiere diPostdamer Platz, dove sorgonocon disinvoltura interessantegrandi centri commerciali comeil Sony Center e i bei grattacielidi Piano e di Kolhoff che si atte-stano sul tracciato della vecchiacittà ottocentesca.

Poi c’è un lavoro più recente,esteso e diffuso, che è quellodella sostituzione edilizia par-ziale e locale, soprattutto nellavecchia Berlino Est. Interi quar-tieri come Mitte e PrenzlauerBerg sono rinnovati dal risana-mento edilizio che, in terminisemplici, vuol dire una diffusasostituzione con nuova edilizia,quasi ottocentesca per dimen-sioni e tipologia e ben fatta e so-stenibile.

C’è un terzo lavoro poi, forsepiù nascosto e meno dichiarato,che è quello di una “risignifica-zione” dei luoghi monumentalidella città, del quale la nuova e“turistica” cupola del Reichstag è,per chi scrive, un esempio forsedifficile e acerbo. In questo con-fronto di Berlino con la sua storiaè coinvolta anche l’isola dei Mu-sei, particolare insieme monu-mentale di cattedrali, di fantasticimusei come il Pergamon e l’Altes.

Qui è in cantiere la ricostruzionedel Berliner Schloss, il grande ca-stello sede del potere che costi-tuiva il fondale urbano e politicodi questo luogo.

Poi una serie di ricostruzionidel tessuto edilizio con l’inser-zione di nuovi edifici singolari,come il centro culturale per le re-ligioni monoteiste, sul sedimedell’antichissima chiesa di S. Pie-tro rasa al suolo negli anni ’60.Come deve accadere la sosteni-bilità non è il vero tema di questacittà dinamica ma li accompagnatutti, seguendo e motivando la ri-costruzione dell’edilizia privatae i criteri dell’intervento pub-blico. Su tutto la mobilità soste-nibile, ciclabile e pubblica suferro, che raggiunge in questacittà obiettivi notevoli. 1000 kmdi piste ciclabili e una rete di mo-bilità pubblica su ferro daigrandi numeri, che ha finalmenterealizzato collegamenti estesi,rapidi e, come è quasi superfluonotare, puntuali.

Più della metà dei collega-menti avvengono con i mezzipubblici, il 15 % in bici e il 30%con l’auto privata. Mentre aRoma gli spostamenti valgono al55% con l’auto privata, al restocon la mobilità pubblica e la mo-bilità ciclabile appare ancorauna ludica e occasionale oppor-tunità. Il confronto con Romasembra audace e polemico mapuò essere anche interessante.Berlino e Roma hanno infattiqualcosa in comune, sotto

luzioni più efficaci anche per lamobilità pubblica (in parte giàfurtivamente avvenuta solo perla mobilità privata) e studiatacon grande persuasione in al-cune aule universitarie. La rico-struzione di numerosi luoghi in-completi e sventurati dallacultura urbana recente e dallamobilità che ne è seguita, comepiazza Venezia e piazza dell’Ara-coeli, una scena urbana inverosi-mile agli occhi semplici del citta-dino e turista.

Oltre alla “intangibile” voca-zione archeologica va notata an-che l’assenza di quella vocazioneinternazionale, delle piazze d’eu-ropa e del mondo nel tessutoedilizio della città, il nome “ur-bano” delle genti che trovavanoe ancora trovano a Roma la pro-pria vicinanza alla Chiesa e alloStato. I difficili e costosissimi ag-giornamenti degli ultimi decenni(Ara Pacis, Maxxi e la Ferronu-vola dell’Eur) sembrano solo iltentativo di creare modelli singo-lari e aggiornati della cultura ar-chitettonica e non i segni di unlavoro importante e significativodella città, dotato di qualcheidentità e solidità. E come a Ber-lino anche a Roma la mobilità,che è spesso un motore a tra-zione integrale del lavoro dellacittà, può trovare nuovi esiti enuove soluzioni dal confrontocon i luoghi e le idee, i segni dellapropria storia.

Su www.berlincosmo.de e suwww.stadtentwicklung.berlin.de

Un parallelo tra Roma e Berlino sembra audacee polemico ma può essere anche interessante.

Le due città hanno in comune il confronto e il significatodel nuovo con la sua storia.E come a Berlino anche a Roma

la mobilità,che è spesso un motore a trazioneintegrale del lavoro della città,può trovare nuovi esiti e

nuove soluzioni dal confronto con i luoghi e le idee

Un maestrodell’ecologiadell’ambienteurbano

LUCIEN KROLL

Lucien Kroll, Bruxelles, classe1927, è un vero maestro dell’archi-tettura europea. Con un lavoro cri-tico ma continuo e positivo fin da-gli anni ’70 Kroll ha declinatol’ecologia come una disposizionedell’architettura alla partecipa-zione, alla relazione con l’ambienteumano e i suoi significati, perso-nali e collettivi. Prima come rispo-sta critica all’astrazione e alle du-

“Soluzioni a problemi discala urbana e più ingenerale territoriale tramiteun insieme di tecnologie,applicazioni, modelli diintegrazione e inclusione”.“Città intelligenti, creative,innovative, ecosostenibilie belle da vivere, solidalie aperte”.“Combinazione intelligentedi comportamenti e attivitàdi cittadini autonomi nelledecisioni, indipendentie consapevoli”. Dal realismodi misure vivibili grazie alletecnologie dell’informazionee dell’energia al mito.Periodica ridefinizione delbisogno di città secondoprincipi e categorieaggiornate ed elitarie.http://attiministeriali.miur.it/anno-2012/luglio ehttp://www.smart-cities.eu

GLOSSARIO SMART CITY

Kroll ha declinato l’ecologiacome una disposizionedell’architettura alla relazionecon il contesto umanoe i suoi significati

rezze della forma urbana modernapoi come risorsa rinnovata dallacura ambientale e dalla sostenibi-lità energetica, il suo lavoro cercal’individualità architettonica e lasua relazione con i significatiumani, con le unicità dei luoghi,delle esperienze sempre irripetibilie uniche, ma segnate dalla coralitàe dalla comunità, in altre paroledalla città. Negli splendidi quar-tieri di Auxerre e Saint Dizier lasensibilità di questo maestro sem-bra superare i risultati della rico-struzione filologica della città e il“timbro” della sostenibilità apparesempre silenzioso e rispettosodella forma familiare e quasi me-dievale del nuovo costruito. Nelquartiere di Ecolonia (Alphen aanden Rijn, Olanda) dove forse ogniarchitetto avrebbe ripetuto solu-zioni bioclimatiche standard delpensiero “verde”, un lavoro parti-colare e accurato disegna casetutte diverse e costruisce diversesostenibilità, segnate dal ricono-scimento di individualità di orien-tamento, di posizione, di tipologiad’uso e di costruzione. Oltre ascuole bellissime sono da ricor-dare la casa dell’ambiente di Bel-fort, lo Zilvervloot e la clinica psi-chiatrica di Chailles. Contributi suwww.bioarchitettura-rivista.it.

Il suo lavoro suhttp://homeusers.brutele.be/kroll.

ARCHITETTURA • BIENNALE

La Biennale di Architetturaapre con titolo di grande inte-resse: common ground. Chipper-field, il curatore, spiega che“Common ground è una metaforadi come bisogna interpretarequesta professione… Cosa pos-sono fare socialmente gli archi-tetti? Come possono dare uncontributo alla società? …Quasicome in un ground zero dell'ar-chitettura si guarda a un nuovoterreno comune da cui ripartire.Tutti insieme, tutti con nuoveidee, regole, impostazioni…”.Come sempre per semplicità edintensità dell’ispirazione vince il

Giappone, che presenta una par-ticolare esperienza di progetta-zione collettiva per la ricostru-zione del terremoto del 2011,coordinata dal grande maestroToyo Ito. Brilla per asimmetricaanalogia il padiglione italiano, atutt’altro dedicato e come sem-pre disperso nelle complessitàdisciplinari. Tra common grounde ground zero, tra il patrimoniocomune e gli architetti che ini-ziano da zero c’è una grande dif-ferenza.

Fino al 25 novembre 2012 suhttp://www.labiennale.org/en/architecture

Il contributo degli architetti alla societàSOSTENIBILITÀ • CENTRI STORICI

L’incontro di questi due temiimportanti è ancora difficile eproblematico. La soluzione nonsembra nel cedere il campo amodelli di bioedilizia spessoestranei alla storia costruttivalocale. Nemmeno considerare leostinate e meritorie indicazionidella tutela, ovvero la salvaguar-dia dei dettagli della tradizionearchitettonica, come un mo-mento ostile alla sostenibilitàma destinato a crollare.

Per i centri storici il veropunto di incontro sarà la rivolu-zione impiantistica generatadalla cura ambientale, rivolu-

zione che più di una volta le ar-chitetture murarie ed ornatedella nostra storia hanno dimo-strato di saper accettare ed in-cludere.

Il centro storico sarà attraver-sato e servito da impianti collet-tivi di provata efficienza energe-tica. E come nelle comunitàenergetiche locali, questa rivolu-zione non sarà nelle virtù e com-petenze limitate dell’edilizia pri-vata ma nell’azione pubblica. Su:www.eco newsperiodico.com/home/eventi/2011/ecoincentria-moci e www.madeexpo.it/it/eventi_borghi.php

Comunità energetiche, rivoluzione pubblica

Architetto e dottore diricerca in progettazionearchitettonica.Ha pubblicato numerosistudi teorici e storicisull’arte della città.Si occupa diurbanistica: per i suoistudi sugli insediamentiresidenziali e socialiha ricevutoriconoscimentiinternazionali(Premio Lincei 2005).

FRANCESCOANDREANI

PAGINA A CURA DI

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l’aspetto della città. Ciò cherende “vivo” il lavoro della città,a Berlino come forse a Roma, è ilconfronto e il significato delnuovo con la sua storia che si ècercato in breve di indicare. ERoma di questo “potenziale” la-voro è luogo unico e straordina-rio. Se non c’è una “ricostru-zione” motivata dalla politica c’èsenz’altro una ricostruzione mo-tivata dalla cultura e dalle esi-genze della città: la sostituzioneparziale dei lungotevere con so-

Roma e Berlinoa confronto

con la loro storia

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• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • 19settembre 2012

MADE IN ITALY • MOMABOMA

Momaboma è un’aziendache produce borse ed acces-sori realizzati in maniera arti-gianale basati sull’utilizzo diparticolari materiali da rici-clo come pagine e copertinedi riviste e quotidiani origi-nali anni ’60 e ’70.

Per capire la storia di Mo-maboma bisogna tornare in-dietro nel tempo all’incontroin India fra Maurizio Longati,fondatore dell’azienda e un

vecchio sacco di cementosporco. È in quel momentoche Longati ha l’intuizione direcuperare quei sacchi parti-colarmente resistenti. I primicampioni di borse, portafogli,cinture, bretelle vennero pro-dotti in India, con materialerecuperato in loco.

Al rientro in Italia peròLongati troverà diverse diffi-coltà a commercializzare ilprodotto che incontrerà non

Quando il riciclo diventa romantico,allora c’è l’estro italiano

poco scetticismo tra i com-pratori e gli opinion leaderdel mercato.

L'idea non venne capita, ilconcetto di riciclo applicato

Nell’immaginario comune il Green Marke-ting è spesso associato a prodotti o aziendeeco-frendly anche se di fatto è strettamentelegato alla comunicazione ed è applicabile aqualsiasi bene o servizio anche di largo con-sumo. Il termine fu coniato nel 1980 ma losviluppo significativo del Green Marketing siha sul finire degli anni ‘90 in America,quando le aziende si sono accorte che comu-nicare il rispetto dell'ambiente poteva mi-gliorare profitti ed immagine.Il Marketing Verde fa dunque leva sulla co-

municazione con l’obiettivo di migliorare lapercezione del brand da parte dei consuma-tori anche di aziende operanti nei mercatitradizionali. Ma il dibattito sulle sue regole esulle sue strategie è ancora aperto e pro-mette nuovi sviluppi.

COS’È IL GREEN MARKETINGagli accessori stentava a tro-vare sostenitori ed investitorifinché, nel 2004, arriva ilprimo ingente ordine.

Per l’azienda allora iniziaad essere evidente l’impor-tanza della comunicazione edin particolar modo la neces-sità di essere presente a fiereed eventi: l’esordio vedrà Mo-maboma protagonista aWho's Next di Parigi.

Oggi l’azienda ha integratola produzione con gli arrediper la casa e ha lavorato a col-lezioni ad hoc per importantimarchi come Harley David-son, Maserati, Panini e Guz-zini. E Momaboma è sinonimodi “riciclo romantico”.

Marketing &co

[email protected]

Laurea in letteree filosofia e masterin comunicazioned'impresa presso la LuissBusiness School.Esperta in comunicazionee marketing,in particolare nei settori:energia, ambiente,healthcare e sociale.Consulente perprestigiose aziendenazionalie multinazionali.

Seminari ed iniziative di comu-nicazione per spiegare come ilsettore delle costruzioni in legno

può dare un grosso contributo al ri-sparmio energetico, all’imprendito-ria e alla creazione di nuove profes-sionalità.

Recuperare l’antica tradizionedell’uso del legno applicando l’inno-vazione tecnologica per stare alpasso con la competizione interna-zionale e per approfondire i van-taggi e benefici delle costruzioni inlegno.

È questo l’intento di una serie dieventi e seminari promossi negli ul-timi anni da Toiko in collaborazionecon enti, associazioni di categoriaed istituzioni. Toiko è infatti una so-cietà specializzata nella costruzionedi edifici in legno, mercato che, in unperiodo particolarmente difficile peril settore dell’edilizia (7.500 impreseedili chiuse negli ultimi tre anni e750 nel primo trimestre 2012), ri-sulta invece essere in crescita, conprevisioni di incremento, entro il2015, pari a +50% per l’edilizia resi-denziale e +70% per l’edilizia non re-sidenziale (ospedali, scolastica, ca-pannoni, uffici). Per l’azienda èquindi prioritario l’impegno nel co-noscere le potenzialità del settore,adeguare le conoscenze professio-nali alle nuove esigenze del mercato,essere da stimolo per nuovi scenarie opportunità.

Nell’affermazione della culturadell’efficienza energetica è semprepiù evidente quanto il legno rappre-senti un elemento di sostenibilità delcostruire.

L’impiego di tecnologie costrut-tive diverse da quelle tradizionaliha bisogno di essere supportato daun’attività di informazione e di sen-sibilizzazione rivolta ai professio-nisti che devono operare scelteprogettuali sul campo. Ed è statoquesto l’obiettivo del ciclo di al-cuni seminari tecnici a cui si è datoil via nel maggio scorso e che ve-dono Toiko in prima fila nella pro-mozione e nell’organizzazione deglistessi. Il primo evento, “Vantaggie benefici della costruzione in le-gno: progettazione e tecnologie a

Costruire in legno per affermareun’edilizia sostenibile

Nell’immaginariocollettivo la casa in legnoè associata all’archetipodella baita, il legnoinvece sta dandodimostrazione di averepotenzialità di granderilevanza per dare formaalle realizzazioniarchitettoniche moderne.Ancora però ci sonoresistenze da partedei progettisti

confronto”, si è tenuto nell’Aula deiGruppi Parlamentari della Cameraed è stato organizzato dall’aziendain collaborazione con l’Ordine degliArchitetti e l’Ordine degli Ingegneridella Provincia di Roma, mentre ilprossimo seminario si terrà a Mo-dena ed avrà come argomento laprogettazione delle strutture in le-gno a sostegno della ricostruzionepost sisma.

In questi giorni è infatti avvenutoil lancio della nuova campagna cheToiko ha destinato al cittadini colpitidal recente terremoto dell’Emilia.

Secondo Luca Ribichini profes-sore alla Facoltà di Architettura del-l'Università La Sapienza, “Nell’im-maginario collettivo la casa in legnoè associata all’archetipo della baita,il legno invece sta dando dimostra-zione di avere potenzialità di granderilevanza per dare forma alle realiz-zazioni architettoniche moderne”.

Ancora però ci sono resistenzenei confronti delle applicazioni dellegno che non è entrato pienamentea far parte della cultura della proget-tazione”.

Considerando che trascorriamomediamente il 90% del tempo in am-bienti chiusi, il nostro benessere di-pende molto dal clima dell’ambienteche riusciamo a garantire nelle no-stre case e “Il legno equilibra l'am-biente in cui viviamo, donandoci unbenessere psico-fisico come nessun

altro materiale da costruzione sa-rebbe in grado di fare” - secondo Vit-torio Ruggiero, responsabile diToiko.

Inoltre consente risparmi energe-tici fino al 70% rispetto alla stessa co-struzione in cemento armato e mura-tura, maggior rapidità nei tempi direalizzazione e certezza dei costi.

Un esempio concreto in tal sensoci può essere offerto a Roma, doveToiko ha realizzato il primo com-plesso residenziale eco-compatibilein Italia, il Parco di Plinio (www.par-codiplinio.it).

L'obiettivo espresso dunque attra-verso eventi ed iniziative di comuni-cazione è proporre una nuova filoso-fia della casa: sana, economica,resistente e a impatto ambientalezero, grazie al legno.

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Second Life

Da tempo i media hanno postoil tema della gestione dei rifiutial centro del dibattito politico e

sociale. Non c’è quotidiano nazio-nale o locale che non tratti giornal-mente di contestazioni popolari eprese di posizione contro questo oquel sito scelto per ospitare un im-pianto di smaltimento rifiuti.

Il problema è il dissenso diffusoverso nuovi impianti di inceneri-mento e nuove discariche, al qualeviene contrapposto da parte deicontestatori l’adozione di sistemiraccolta differenziata spinti in gradodi recuperare il recuperabile e smal-tire il residuo. Alcuni contribui-scono a confondere le idee utiliz-zando l’espressione ‘Rifiuti zero’,

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Ingegnere ambientale,da oltre dieci annisi occupa di gestionedi rifiuti.Ha collaboratocon importantiimprese italianenella realizzazionedi impianti di recuperoin rapporto stretto congli enti locali. È autoredi pubblicazioniscientifiche e collaborain ambito accademico.

PAGINA A CURA DI

STEFANOCICERANIConsulentein gestionedei rifiuti

fruttuosa, alle discariche e agli im-pianti di incenerimento. Oggi un im-pianto di riciclaggio rifiuti è accoltocon diffidenza e fastidio dalla popo-lazione residente, che si pone in con-trapposizione sia alle imprese cheagli organismi pubblici volti all’auto-rizzazione al controllo dell’impresastessa. Di certo esistono delle re-sponsabilità dell’industria del recu-pero. I pochi investimenti sulla co-municazione. I cittadini hanno vogliae diritto di conoscere le tecnologie ei processi di recupero, inclusi i loronaturali limiti tecnici.

A chi capita di trovarsi a spiegaread assemblee di cittadini i numeri egli aspetti tecnici del settore, si ac-corge che le persone sono pronte a

che sembra auspicare la scomparsadei rifiuti dalla società in cui vi-viamo. Un concetto utopistico e af-fascinante, ma difficilmente compa-tibile con la società dei consumi. Inquesto quadro c’è qualcuno che stapagando più di tutti il clima di pole-miche e tensioni sociali: l’industriadel riciclaggio.

Chi ricorda l’entusiasmo di un de-cennio fa con il quale venivano ac-colti i progetti e i relativi investimentinel campo del recupero dei rifiuti, èoggi parimenti deluso dall’accorgersiche l’entusiasmo di una volta è scom-parso e paradossalmente i cittadiniscaricano spesso sugli impianti di re-cupero le tensioni sociali prodottedalla contrapposizione, spesso in-

capire e a mettere in gioco le loroconvinzioni personali di fronte ad in-formazioni chiare e circostanziate.La poca convinzione posta in esserenella commercializzazione dei pro-dotti di riciclo. Tutti sanno come dif-ferenziare i rifiuti. Quasi nessuno saquali siano i prodotti di riciclo, dovesi trovino, quanto costino.

Gravi sono anche le responsabi-lità del Ministero dell’Ambiente, chea distanza di anni ancora non è ingrado di produrre il decreto attua-tivo sulle materie prime secondariee che dovrebbe spiegarci che fineabbia fatto il Repertorio del Riciclag-gio, cardine della politica degli ac-quisti verdi della pubblica ammini-strazione.

La scarsa capacità delle impresedel riciclo di fare lobby positiva perdifferenziare il ruolo del riciclaggioda quello dello smaltimento. Gli im-pianti di recupero sono molti equasi tutti a gestione familiare, conpoca forza a livello rappresentativo.

In futuro c’è bisogno della nascitae dello sviluppo di una vera indu-stria del riciclaggio, con capacità dicomunicazione, trasparenza e orga-nizzazioni commerciali moderne.

Se questo non avverrà i materialiprodotti dalla raccolta differenziataprenderanno inevitabilmente la viadell’export e oltre alla grave perditadi posti di lavoro, torneranno da noicome prodotti poco garantiti nellaqualità.

Ambiente,ministero se ci seibatti un colpo

Il settore del recupero delle materie stentaa trovare una sua identità.C’è bisognodi una industria del riciclaggio più fortee organizzata e di istituzioni più serie.A proposito,che fine hanno fattoil decreto attuativo sulle materie primesecondarie e il repertorio del riciclaggio?

La storia è delle più belle. Nel 2000un’azienda, Calcestruzzi Ericina srl, vieneconfiscata alla mafia e acquisita dalloStato. I sei dipendenti della società si orga-nizzano e tra innumerevoli difficoltà, dopoaver sfiorato il fallimento, aver subito boi-cottaggi nel 2008 costituiscono la coopera-tiva Calcestruzzi Ericina Libera, cheprende in gestione l’impianto e punta sulriciclaggio degli inerti, realizzando un im-pianto con le più moderne tecnologie.

“Oggi c'è più attenzione verso il conferi-mento in azienda dei rifiuti edili, che prima

venivano abbandonati per strada - riferisceGiacomo Messina, Presidente della Coope-rativa-, ma c'è ancora poca informazionesull'uso del materiale riciclato: pur es-sendo certificato e avendo le stesse presta-zioni di un materiale naturale, ancora nonviene considerato ed è poco richiesto dalmercato”. L’azienda ha ottenuto la certifi-cazione dei prodotti di riciclo e con grandedifficoltà sta tentando di promuoverne lavendita nel settore edile del territorio.

L’ing. Gisella Mammo Zagarella, diret-tore tecnico, pone in evidenza le difficoltà

nel portare avanti un mercato del recuperoefficace: “Abbiamo un forte ritardo nel re-cepimento e nell’applicazione delle norma-tive, soprattutto nell’aggiornamento di ca-pitolati e prezziari regionali, che uniti alfenomeno culturale che porta a pensareche i riciclati possano offrire minori garan-zie prestazionali, nonché alla concorrenzadelle cave, rende lo scenario molto triste”.Nei suoi primi 7 mesi di vita, la Cooperativaha fatturato 1 milione di euro; ma in questoperiodo di crisi si registra un calo dellecommesse. “Da quando abbiamo deciso didiventare un simbolo della legalità, nonsiamomai scesi a compromessi: non accet-tiamo commesse in nero, anche se c'è chipreferisce recarsi altrove pur di non pagarel'Iva”, dice Giacomo Messina. Nonostantele difficoltà l’azienda resiste e dimostra chei beni confiscati alla mafia possono attivareeconomie virtuose nei territori.

ATrapani da un impianto sottrattoalla mafia si recuperano gli inerti

RICICLAGGIO • SICILIA

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21• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •settembre 2012

Lamborghini ha realizzato il primo edificio mul-tipiano industriale in Italia ad essere certificato inclasse energetica A.

Il nuovo stabile, che rispetta anche tutte le nor-mative antisismiche, sarà dedicato allo sviluppodei prototipi e delle vetture pre serie, compresal'innovativa Sesto Elemento, la cui produzione silimiterà a soli 20 esemplari.

Il presidente e amministratore delegato di Au-tomobili Lamborghini Stephan Winkelmann haanche annunciato che l'azienda, ad ulteriore ri-prova della vicinanza dimostrata nei confrontidei Comuni colpiti dal terremoto con contributiper la ricostruzione di cinque laboratori scola-stici, devolverà il 10% dei ricavi provenienti daglieventi celebrativi del 50/mo anniversario del-l'azienda (nel maggio del prossimo anno) in fa-vore della ricostruzione del patrimonio culturalee dei luoghi di culto delle zone danneggiate dalterremoto.

Il nuovo edificio multipiano Lamborghini, cheha sede a Sant’Agata bolognese, è stato proget-tato in collaborazione con lo studio d'ingegneriae architettura Prospazio, ed è stato costruito perottenere la classe energetica A (consumo infe-riore o uguale a 8 Kwh/m3 in un anno) ed è ilprimo in Italia, in campo industriale, totalmenterealizzato con queste caratteristiche.

Tale risultato è ottenuto anche grazie all'uti-lizzo di soluzioni e tecniche di ultima generazioneper quanto riguarda i rivestimenti esterni.

Le facciate sono costituite infatti di pareti spe-ciali in policarbonato a triplo strato e di paretiventilate ricoperte di lastre ceramiche ultrasottili(3 mm per una lunghezza di ogni singolo pannellodi 3.000 mm) create appositamente in colore"nero Lamborghini" che garantiscono un alto li-vello di isolamento termico.

SPAGNALEDuna bella invenzione

Light Emitting Diode, tec-nologia che attraverso diodisemiconduttori permette latrasmissione di un fascio lu-minoso. Una bella invenzione,il cui utilizzo negli ultimi anniè cresciuto esponenzial-mente, merito di una resa su-periore alle normali lampa-dine a incandescenza, che orapotrebbero venire definitiva-mente scalzate da un brevettorealizzato in Spagna. I ricerca-tori del Consejo Superior deInvestigaciones Cientificas(CSIC) hanno infatti messo apunto dei LED in grado di du-

ITALIA

Oli usati,rifiuti e risorse

Chi si disfa del cambio di lu-brificante usato dei propri vei-coli e imbarcazioni in mare olungo corsi d'acqua, oltre a ri-schiare un'ammenda, generarifiuti altamente pericolosi. Seversati in acqua, quattro chilidi olio usato possono inqui-nare una superficie grandecome un campo di calcio. I lu-brificanti usati, se eliminati inmodo scorretto, possono tra-sformarsi in un potente agenteinquinante. Quasi il 90%(88,6%) dell'olio raccolto in Ita-lia (la Germania è al 26%, laFrancia al 44%) è idoneo allarigenerazione per la produ-zione di nuove basi lubrifi-canti, mentre il 10,8% è avviatoa combustione in appositi im-pianti, come i cementifici.

GRAN BRETAGNA

Basketball arena,una strutturaesempiodi sostenibilità

La Basketball arena è stataprogettata come una strut-tura d’acciaio temporanea,che può essere smontata eriutilizzata in altri luoghi. Lostadio ha una capienza di12.000 spettatori e durante igiochi olimpici ha ospitato lesfide di basket, le finali di pal-lamano e i tornei di basket erugby su sedia a rotelle nelleparaolimpiadi. La sua strut-tura può essere modificatanel giro di alcune ore a se-conda delle esigenze dei di-versi sport e può esseresmontata al termine delle at-tività. La natura temporaneadella struttura si accorda an-che all’idea stessa dei giochiolimpici che sono tempora-nei. Lo stadio è stato proget-tato da un consorzio di im-prese e studi che perseguonoprogetti di design innovativi eal contempo mirano al ri-spetto ambientale. Si parla an-che di design reversibile di unedificio, con lo scopo di riusofuturo di componenti e mate-riali costruttivi. “Decostruire”significa infatti rimuovere ma-teriali e componenti da unacostruzione al fine di riutiliz-zarli, un’attività che risulta ef-ficiente solo se è possibile re-cuperare componenti inbuone condizioni.

Il mondo in breve

durre le emissioni nocive deimotorille automobili (o po-tenzialmente di ogni altro mo-tore, anche usato in indu-stria). Ora Param stacercando finanziamenti per lesue idee attraverso la stradadel crowdfunding, ossia del fi-nanziamento collettivo inrete. Dunque non basta averebuone idee né realizzarle, mabisogna avere la forza di pro-porle.

SOLARE

Germania, 52 GWentro il 2014

Si tratta di un obiettivomolto ambizioso, conside-rando che attualmente la pro-duzione di energia si aggiraintorno ai 27 GW. Una voltaraggiunto il tetto di produ-zione previsto saranno abo-lite le tariffe agevolate per ilfotovoltaico. Questo vuoldire che almeno per qualcheanno la popolazione tedescapotrà usufruire degli incen-tivi per rinnovare i propri im-pianti di produzione elet-trica. Si potrebbe prospettareun boom di installazioni inprevisione di futuri tagli, mafare previsioni potrebbe rive-larsi un po’ audace ancheperché il mercato è in unafase molto delicata: i produt-tori cinesi rischiano di met-tere in seria difficoltà leaziende tedesche.

USA

Non si butta vianiente

Lo dicevano i nostri nonnima torna a valere anche oggia causa della crisi. Ecco chedunque che delle semplicibucce d’arancia possono es-sere usate per interessanti ap-plicazioni grazie a un’innova-tiva tecnica di recupero,potranno essere riutilizzateper produrre bio-solventi epurificare l’acqua. Il progettodi ricerca, denominato“Orange Peel ExploitationCompany” (OPEC), punta asoddisfare le esigenze del set-tore cosmetico ed energeticosottoponendo le bucce a trat-tamenti di microonde. Da quisi può ricavare un liquidoadatto a sostituire progressi-vamente le componenti chi-miche di sintesi dei cosmetici,e in grado di essere impiegatoanche per la produzione dibio-carburanti.

bilità termica, capace di dissi-pare agevolmente il calore eadatto per resistere a densitàdi potenza elevate. Particolariprocedure hanno permessodi fissare i substrati alla pelli-cola e incorporare medianteserigrafia i circuiti di tun-gsteno. Risultato: lampadine aLED più durevoli, più parchenei consumi, più compatte epiù resistenti alle vibrazioni.Da montare su supporti in ce-ramica.

USA

Fusione nuclearedel plasma

La notizia proviene dalNew Jersey, dove, stando aduna ricerca scientifica seguitadalla Lawrenceville PlasmaPhysics e pubblicata sul Phy-sics of Plasma journal, sonostati fatti importanti pro-gressi e ottenuti importantirisultati nell’ambito della fu-sione nucleare del plasma,una fusione che – a differenzadi quella tradizionalmente co-nosciuta e in vigore in tantipaesi del mondo – rappre-senta una prospettiva dienergia pulita. Se i risultatifossero confermati, sarebbeun grande passo avanti versola produzione di energia al-ternativa e pulita; la fusionecontrollata del plasma, in-fatti, potrebbe contribuire asoddisfare la maggior partedel fabbisogno di energia almondo, grazie alle illimitatequantità che verrebbero pro-dotte, con impatto ambien-tale quasi nullo (non ci sonoemissioni di gas nocivi e lescorie prodotte dal processosono limitate e dalla radioat-tività residua bassa). Così an-drebbero definitivamente inpensione le centrali termonu-cleari.

USA

Celle solariultra trasparenti

Sono state messe a puntonuove celle solari ultra-tra-sparenti, che permetterannodi ottenere finestre capaci disfruttare la luce del sole pergenerare elettricità pur per-mettendo allo sguardo umanodi guardarvi attraverso. Que-ste celle, che potranno essereusate anche per ricaricarepiccoli dispositivi elettroniciportatili, sono state svilup-pate presso l'Università dellaCalifornia a Los Angeles. Lenuove celle solari sono fattedi un materiale polimerico si-mile a plastica che assorbeprincipalmente i raggi infra-rossi e non la luce visibile: perquesto motivo le celle risul-tano trasparenti al 70%. Acompletare l'opera ci sono an-che i conduttori trasparentiche vanno a sostituire i tradi-zionali elettrodi metallici eopachi.

Lamborghini: ediliziaindustriale sostenibileil nuovo edificio multipianodi Sant'Agata Bolognese

rare fino a 50 mila ore, conuna minima riduzione dell’ef-ficienza luminosa. Il tutto gra-zie a una tecnica che prevedel’impilamento di diversi sub-strati di nitruro di alluminio,materiale ad elevata conduci-

EUROPA

2020, boomdelle auto elettriche

Oggi sulle strade d’Europacircolano circa 47.000 autoelettriche ed entro il 2020 sa-ranno quasi un milione. Lodice la più recente indagine diPIKE Research, autorevoleistituto di ricerca internazio-nale sulle “clean technolo-gies”. Nel 2020 il Vecchio Con-tinente potrà inoltre contaresu oltre 4 milioni di colon-nine, quota che a livello glo-bale salirà a 7,7 milioni, perun fatturato pari 3,3 miliardidi euro. I ricavi crescerannomediamente del 49% ognianno. In Europa è attesa so-prattutto l’esplosione deipunti di ricarica strategici,forse meglio dire “business”,perché ubicati presso luoghidi lavoro, reti distributive ecentri commerciali. sto odiodignissim

EUROPA

Plugsurfing approdanel Belpaese

Nato nel Regno Unito e poidiffusosi nel mondo, Plugsur-fing, il social network dedi-cato ai punti di ricarica diauto elettriche, da fine giugnoè arrivato anche nel nostropaese. Ma che cos’è Plugsur-fing? Detto in una parola, sitratta di un servizio gratuitoper trovare punti di ricaricasu tutto il territorio per vei-coli elettrici, con mappe ag-giornate di tutte le colonninee punti di ricarica e relativostatus (in uso, disponibile,bloccato). Il servizio è dispo-nibile oltre che su web anchesu mobile, con apposite appli-cazioni iPhone e Android. MaPlugsurfing ambisce ad an-dare oltre le semplici mappee sviluppare una vera e pro-pria community votata allamobilità elettrica.

USA

Inventori under 30alla ribalta

Param Jaggi ha 18 anni,vive in Texas ed è un genuinoappassionato dell’ambiente edella tecnologia: l’invenzioneche sta perfezionando consi-ste in un sistema (ABES – Al-gae Based Emission System)basato sulla fotosintesi dellealghe che contribuisce a ri-

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22 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • settembre 2012

BRASILE

Il vento soffiaanche a Bahia

Un progetto denominato AltoSertÆo-I, situato nei municipi diCaetitè, Igapor e Guanambi, nel sud-est dello Stato di Bahia, prevede lacreazione di un complesso di 14parchi eolici in grado di generare293,6 MW, una quantità sufficiente arifornire una città di due milioni diabitanti. Il progetto, con un costo di480 milioni di euro, darà lavoro a1.300 persone e genererà ricavi percirca 73 milioni di euro all'anno peri prossimi 20 anni e è stato svilup-pato quasi interamente con risorsebrasiliane entro la scadenza previ-sta. Oltre a questo complesso eolicol'Agenzia dell'Energia Elettrica(Aneel) ha autorizzato la DesenvixEnergie Rinnovabili alla costruzionedi un altro parco eolico situato nellaregione della Chapada Diamantina.Con questi progetti entro 3-4 anni loStato di Bahia sarà il maggior pro-duttore di energia eolica del Paese.Nel Nord-Est si concentrerà il 30%del potenziale brasiliano e Bahia neprodurrà il 15%. Oltre alla produ-zione lo stato di Bahia sta svilup-pando tutta la catena produttivacon investimenti mirati.

ITALIA

Convertireil debitopubblicoin autorizzazioni

Dall'Olanda un'idea per risolverela crisi in modo diverso. La propostaprevede la conversione del debito inautorizzazioni per costruire impiantidi produzione di energia elettrica dafonti rinnovabili. Paesi come Grecia,Italia, Portogallo, Spagna e Irlandapotrebbero concedere autorizza-zioni su una percentuale del proprioterritorio compresa tra l'1 e il 2 percento, riuscendo così a ripagare finoal 30 per cento del rispettivo debito.Le premesse su cui sono stati elabo-rati i conti sono le seguenti: un'infla-zione media annua del 2,5 per cento,e un profitto di 1,5 centesimi dieuro/KiloWattora - tra il 2020 e il2045 - e una produzione annua sti-mata di 70 GWh per chilometro qua-drato. Da riflettere.

Il mondo in breve

SVEZIA

Elettrodomesticidalla plastica riciclata

Creare elettrodomestici rici-clando la plastica recuperata dalmare. È l'idea alla base di un futuropiù green, che ha portato un mar-chio svedese ad una vera e propriacampagna sociale sul web per pro-muovere la prima aspirapolvere rea-lizzata interamente da bottiglie diplastica e rifiuti in PET. Il progetto sichiama 'Vac from the sea' (un'aspira-polvere dal mare). La raccolta dei ri-fiuti avviene con modalità diverse aseconda che si effettui con immer-sioni subacquee o direttamente allasuperficie del mare. Per un futurosostenibile è dunque necessario undiverso approccio culturale da partedei consumatori e delle aziende, en-trambe parti coinvolte allo stessomodo.

GRAN BRETAGNA

Olimpiadia zero rifiuti

Le Olimpiadi di Londra 2012hanno mostrato una reale atten-zione alla sostenibilità ambientale.L’impegno è stato certificato da unacommissione ad hoc indipendente.Nell'ultimo rapporto si definisce lastrategia complessiva per le Olim-piadi e Paralimpiadi verdi "un suc-cesso". Per le gare olimpiche si ècercato di usare strutture già esi-stenti, da Wimbledon a Earls Court.Alcuni impianti nuovi sono costruiticon criteri ecologici oppure sono re-versibili cioè strutture temporanee.Oltre il 60% dei materiali da costru-zione del Parco olimpico sono arri-vati tramite ferrovia o via fiume, perridurre le emissioni di carbonio.

ITALIA

Stati generalidella green economy

Il 7 e l’8 novembre 2012 esperti epolitici si incontreranno a Rimini inoccasione degli Stati Generali sullaGreen Economy, appuntamento cheservirà per analizzare le possibilistrategie e prospettive di sviluppo diun settore su cui il nostro paesepunta molto. Nel frattempo un teamdi 300 esperti nominato dal governoè già al lavoro su diversi fronti: eco-innovazione, energia e problemati-che connesse, rinnovabili, rifiuti,mobilità sostenibile, agricoltura bio-logica, ecosistemi e servizi ambien-tali, finanza e strumenti economici.Un totale di 8 aree di intervento chepotrebbero rappresentare altret-tante opportunità di crescita econo-mica e occupazionale.

EUROPADumping cinesesul fotovoltaico

EU ProSun, un gruppo di più di20 compagnie europee del solare faappello all’Europa per investigaresulle pratiche sleali della concor-renza da parte di produttori cinesi.Milan Nitzschke, Presidente di EUProSun ha commentato: “Crediamofortemente nel futuro solare dell’Eu-ropa. Perciò, abbiamo richiesto uffi-cialmente che la Commissione Euro-pea investighi sulle pratiche slealidella concorrenza dei produttori ci-nesi. I produttori dell’Unione Euro-pea possiedono le migliori tecnolo-gie solari del mondo ma vengonobattuti nel proprio mercato per viadell’esportazione sottocosto illegaledei prodotti solari cinesi sotto il lorocosto di produzione.”

ITALIA

Rinnovabili termicheopportunità low cost

Le rinnovabili termiche rappre-sentano un'opportunità low costper l'Italia, da cogliere attraverso losviluppo di una filiera d'eccellenzadel made in Italy che è pronta acontribuire il rilancio del Paese.

È quanto sostiene il Coordina-mento associazioni rinnovabili ter-miche ed efficienza energetica(Carte), che ha chiesto al governol'apertura di un tavolo tecnico diconfronto. Il coordinamento sotto-linea la necessità che il governo siimpegni ad emanare le misure at-tuative previste dal DLGS 28/2011.

Tra queste, gli incentivi in contoenergia rinnovabile per usi termicio in conto risparmio energetico perinterventi di incremento dell'effi-cienza energetica; l'incentivo per ilbiometano immesso nella rete delgas naturale; l'avvio del fondo digaranzia e criteri a sostegno dellereti di teleriscaldamento; l'avviodel fondo per interventi a favoredello sviluppo tecnologico e indu-striale e della ricerca; l'applica-zione della procedura abilitativasemplificata per geotermia o sondegeotermiche.

GERMANIA

Siemens lancia“eHighway of the Future”

Siemens ha annunciato il lanciodel progetto denominato ‘eHi-ghway of the Future’ per la realizza-zione di un nuovo automezzo per iltrasporto merci: il filocarro. Il con-cetto su cui si basa l’ eHighway èrappresentato dall’elettrificazionedi un autocarro pesante e dallamessa in posa di corsie autostradaliselezionate sulle quali sono sospesicavi elettrici, bifilari, così come esi-stono per gli attuali tram e filobuspresenti in molte strade delle cittàdi tutto il mondo.

La tecnologia diventerà manmano più flessibile ed efficace adot-tando vari sistemi di trazioni per gliautocarri diesel, elettrici e all-elec-tric, grazie all’utilizzo di celle a com-bustibile, motore termico a me-tano, accuratamente scelti econfrontati in una prima fase di spe-rimentazione.

ITALIA

Sistemi di accumulodi rinnovabili

L'Autorità per l'energia è al la-voro sui sistemi di accumulo, queisistemi capaci di “immagazzinare”l'energia prodotta dalle fonti rinno-vabili. È stata istituita una commis-sione che valuterà dei progetti pi-lota sui sistemi di accumulo delsettore elettrico riferiti sia al seg-mento della trasmissione che aquello della distribuzione. Sulle rin-novabili che sono disperse sul terri-torio i progetti pilota che la commis-sione giudicherà servono per capirequali sono gli strumenti alternativio complementari allo sviluppo direte che è lo strumento principale.Tali progetti pilota saranno utili perdefinire lo stato delle tecnologie, ipotenziali benefici e i limiti, piutto-sto che per immaginare un imme-diato sviluppo commerciale che poimagari arriverà in futuro.

ITALIA

L’energia dalle biomasseche non ti aspetti

Il centro di ricerca umbro “Uni-versità dell'Ambiente” ha avviatouna sperimentazione per estrarreolio dai cardi, pianta selvatica tipicadei terreni marginali, non irrigati.Questa nuova tipologia di agroener-gia non solo non va a impattare sul-l'agricoltura destinata all'alimenta-zione ma anzi va a recuperare areeabbandonate, stimabili in un mi-lione di ettari in Italia. Il ricavo at-teso oscilla intorno ai 1.400 euro/et-taro, superiore alla attuale resa delgrano che mediamente si attesta sui700 euro/ettaro. Inoltre il sottopro-dotto dei bioliquidi da cardo, la li-gnina, può essere sostitutivo delcarbone.

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Un minikitper controllarein remotoi depuratori

Acque SpA, gestore idricodel Basso Valdarno, e la colle-gata Ingegnerie Toscanehanno presentato i risultatidella prima fase del progettodenominato minikit per pic-coli depuratori. Sui 145 depu-ratori gestiti da Acque SpA, il90% ha una capacità di tratta-mento inferiore a 10mila abi-tanti equivalenti; ben il 70% aldi sotto di 2mila.

In questi piccoli impianti, icosti energetici per il funzio-namento del sistema di aera-zione incidono per circa il75% sul consumo energeticocomplessivo. Per questo Ac-que SpA ha installato dei di-spositivi compatti di telecon-trollo in remoto conl'obiettivo di realizzare unprogramma di gestione avan-zata degli impianti. Si tratta diperiferiche sviluppate e rea-lizzate da Ingegnerie Toscanein collaborazione con la so-cietà BRE Elettronica: utiliz-zando a seconda della coper-tura segnali GPRS o radio,consentono di verificare intempo reale lo stato degli im-pianti, di tenere sotto con-trollo i parametri di processoe di ridurre i consumi energe-tici.

ITALIA USA

Anche le costruzioni antiche, i quartieri sto-rici, la città consolidata possono aspirare ad una“nuova vita” più sostenibile, meno energivora. Celo ha confermato il Premio nazionale di bioarchi-tettura che quest’anno è stato conferito all'archi-tetto Filippo Taidelli che ha curato il progetto perla ristrutturazione integrale di un edificio del 1901nel centro storico di Milano. Giunto alla secondaedizione, il premio è organizzato da Bioarchitet-tura e dell'Istituto nazionale di ArchitetturaIn/Arch e promosso dall'Associazione nazionalecostruttori edili insieme a LegnoFinestraItalia,con il patrocinio dei ministeri dei Beni culturali edell'Ambiente.

Obiettivo del premio è attirare l'attenzione deiprogettisti e del mondo dell'edilizia sull'impor-tanza del recupero del patrimonio architettonicoin Italia, sensibilizzando le amministrazioni localisugli interventi attenti alla qualità del costruire.

Tra i 63 progetti esaminati, lo Zenale BuildingRenovation ha conquistato il primo posto perché"in maniera esemplare riesce a dimostrare che èpossibile recuperare in pieno ambito urbano inmaniera molto sobria e semplice, ma con grandeenfasi sull'ecologia", ha spiegato Wittfrida Mitte-rer, direttrice della rivista Bioarchitettura.

Secondo classificato, il progetto FabbricaNuova a Murano dell'architetto Massimo Gin,mentre in terza posizione si è piazzato il restauroe riuso di un borgo agricolo in Val Tidone dell'ar-chitetto Sonia Calzoni.

Il patrimonio di edilizia storica in Italia puòrappresentare un segmento su cui lavorare in ter-mini di recupero di sostenibilità ambientale.

Allungare due rughe

USA

Con la pubblicazione nellaGazzetta Ufficiale Europea del24 luglio è diventata parte in-tegrante della legislazione co-munitaria la nuova Direttivasui Rifiuti da ApparecchiatureElettriche ed Elettroniche(RAEE).

Gli Stati Membri avrannotempo fino al 14 febbraio 2014per recepirla nelle legislazioninazionali. Tra le principali no-vità della nuova direttiva vi èil nuovo modo di calcolare itassi di raccolta: entro il 2016si dovranno raccogliere 45tonnellate di RAEE per ogni100 tonnellate di nuovi appa-recchi elettronici immessi sulmercato che diventeranno 65tonnellate nel 2019.

Questo significa per il l'Ita-lia passare da una media pro-capite attuale di circa 4,2 kgper abitante ai circa 7,5 kg perabitante nel 2016 fino a 10kg/abitante nel 2019.

Inoltre è prevista l'introdu-zione del ritiro "uno controzero" per i RAEE di piccoledimensioni. La grande distri-buzione dovrà ritirare gratui-tamente i piccoli elettrodome-stici anche senza l'acquisto diun prodotto nuovo equiva-lente.

ITALIA

The Coca-Cola Company an-nuncia di aver sviluppato e te-stato su scala commercialeun nuovo sistema di recuperodell'acqua utilizzata durante ilprocesso di produzione dellebevande.

Il sistema permette di otte-nere acqua di elevata qualità,con standard pari o superioria quelli dell'acqua potabile,da utilizzare per processi in-dustriali come il lavaggio e lapulitura delle bottiglie.

Riutilizzando l'acqua im-piegata negli impianti di im-bottigliamento il gruppo è ingrado di ridurre la quantità diacqua necessaria alla produ-zione e aumentare l'efficienzadell'utilizzo dell'acqua fino al35%.

Il progettoEcomaginationdi General Electricdà i numeri

Ecomagination, il progettodi business per lo sviluppo diprodotti e tecnologie “green”di General Electric cominciaa mostrare i suoi numeri: nel2011 GE ha incassato 21 mi-liardi di dollari con la com-mercializzazione di prodotti eservizi green, ha raddoppiatogli investimenti nella ricercae sviluppo di tecnologie pu-lite portandoli a 2,3 miliardidi dollari e ha arricchito ilportfolio di 34 nuovi prodotti,riducendo allo stesso tempoil consumo di energia, l’uti-lizzo di acqua e le emissionidi gas serra a livello mon-diale. Dal lancio, avvenuto nel2005, a oggi le entrate si pos-sono calcolare in oltre 105 mi-liardi di dollari.

Prende il viala nuova direttivache regolamentai RAEE

L’edilizia storicapuò diventare greenOra si faccia avantila politica

Coca colarisparmia sull’acquaper il lavggiodelle bottiglie

Il mondo in breve

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