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Provincia di Belluno Editore Tesori d’arte nelle chiese dell’Alto Bellunese CHIESE DI VIGO DI CADORE tra fede e arte

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Provincia di Belluno Editore

Tesori d’arte nelle chiese dell’Alto Bellunese

CHIESE DI VIGO DI CADORE

tra fede e arte

Provincia BL
Il presente documento, tratto da "Tesori d'arte nelle chiese dell'Alto Bellunese - Chiese di Vigo di Cadore", ha lo scopo di promuovere e fornire una versione elettronica dimostrativa dell'Opera. Il presente PDF non costituisce una versione digitale completa della pubblicazione ed ha il solo scopo di fornire un'anteprima concreta del volume. Si informa pertanto che le pagine possono non essere in sequenza editoriale e che alcuni periodi possono quindi risultare interrotti. Per maggiori informazioni si prega di contattare il Servizio Cultura dell'Amministrazione provinciale di Belluno al seguente indirizzo email: [email protected]
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Comitato organizzatore• Amministrazione provinciale di Belluno-Assessorato alla Cultura• Comune di Vigo di Cadore• Comunità Montana Centro Cadore• Diocesi di Belluno-Feltre• Gal Alto Bellunese• Parrocchia di Vigo di Cadore• Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

del Veneto Orientale• Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e

Demoetnoantropologico del Veneto

Con il contributo di• Amministrazione provinciale di Belluno • Certottica• Comune di Vigo di Cadore • Comunità Montana Centro Cadore • Consorzio dei Comuni BIM Piave di Belluno• Diocesi di Belluno-Feltre• Regione del Veneto• Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

del Veneto Orientale• Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e

Demoetnoantropologico del Veneto

© Copyright 2003Provincia di Belluno Editorewww.provincia.belluno.itTutti i diritti riservati

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PresentazioneTESORI D’ARTE NELLE CHIESE DELL’ALTO BELLUNESE è un progetto

pluriennale finalizzato alla valorizzazione del patrimonio architettonicoartistico e religioso costituito dalle chiese della nostra provincia e daitesori d’arte in esse conservati. L’obiettivo di questa iniziativa, checoinvolge una pluralità di soggetti consapevoli che solo la sinergia di piùforze permette la realizzazione di programmi culturali importanti, èquello di studiare e rendere fruibili al pubblico le chiese e i tesori d’arteda esse custoditi, definendo un percorso che di anno in anno si soffermisu alcune zone della provincia, nel 2003 il Centro Cadore e in particolareil Comune di Vigo, nel 2004 il Comelico, nel 2005 l’Agordino, nel 2006lo Zoldano. Questo progetto pluriennale, allo stato attuale giàcofinanziato per una prima tranche dal Gal Alto Bellunese nell’ambitodell’iniziativa comunitaria Leader + 2000-2006 e sostenuto da soggettipubblici e privati come il Consorzio dei Comuni BIM Piave di Belluno eda Certottica, si avvale, per l’anno 2003, della collaborazione di diversienti organizzatori: l’Amministrazione provinciale di Belluno -Assessorato alla Cultura, il Comune di Vigo di Cadore, la ComunitàMontana Centro Cadore, la Diocesi di Belluno-Feltre; la Parrocchia diVigo di Cadore; la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per ilpaesaggio del Veneto Orientale; la Soprintendenza per il patrimoniostorico, artistico e demoetnoantropologico del Veneto.

Nel 2003 il progetto TESORI D’ARTE NELLE CHIESE DELL’ALTO BELLUNESE

interesserà il Centro Cadore e in particolare il territorio del Comune diVigo di Cadore con le sue preziose chiesette tra cui spiccano quelle diSanta Margherita di Salagona e di Sant’Orsola. La prima,probabilmente la più antica della provincia, contiene una serie diaffreschi di stile bizantino risalente ai secoli XIII-XIV. Nella seconda èconservato il ciclo pittorico di S. Orsola del secolo XIV, accompagnatodall’altare ligneo di Michael Parth (1475-1551). Al fine di valorizzareal meglio tale patrimonio di fede e di arte è prevista una mostradiffusa, itinerario di visita alle chiese dislocate nel Comune di Vigo diCadore percorribile a partire dal 11 luglio fino al 31 ottobre prossimoanche grazie all’ausilio di guide specializzate. Strumenti indispensabiliper la comprensione di questo percorso artistico religioso sono lepubblicazioni programmate: un volume, a cura di Rita Bernini, storicadell’arte della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico edemoetnoantropologico del Veneto che muovendo dalle chiese diSanta Margherita di Salagona e di S. Orsola tratta aspetti di carattere

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storico, artistico, architettonico, religioso, cultuale e di storia delcostume; la guida VIGO DI CADORE TRA ARTE E FEDE di Maria Silvia eAntonella Guzzon, relativa alle chiese del territorio che contiene icontenuti essenziali circa la storia, l’architettura e le opere di ciascunsito; la brochure L’ACQUA E LE SUE FORME. LAVATOI E FONTANE DEL CENTRO

CADORE, a cura di Iolanda Da Deppo e Elena Favero, pubblicazione chetraccia un percorso per guidare il visitatore alla scoperta dei “segnid’acqua” nell’area del Centro Cadore. A corollario di queste iniziativeè prevista anche la realizzazione di un cd rom didattico per le scuole,a cura di Marta Mazza, storica dell’arte della Soprintendenza per ilpatrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico del Veneto,finalizzato ad approfondire la conoscenza del patrimonio storicoartistico e religioso del Comune di Vigo e del Centro Cadore ingenerale e con l’obiettivo anche di stimolare una visita successiva ailuoghi da parte dei ragazzi, dei loro genitori ed insegnanti.

Per la prima volta in provincia di Belluno si sta lavorando ad unprogetto che sviluppa così ampie e importanti sinergie: la Diocesi diBelluno-Feltre e le Parrocchie interessate, che partecipano anchecon l’auspicio che l’iniziativa aiuti a recuperare il culto dei Santi a cuisono dedicate le chiese oggetto della valorizzazione; le dueSoprintendenze che hanno già investito notevoli energie e fondi peril restauro dei siti e per l’occasione hanno trovato la giusta intesaper far riallestire l’antico altare nella Chiesa di Sant’Orsola a Vigo diCadore; gli Enti Locali, sempre più consapevoli che la riscoperta deitesori artistici racchiusi nel territorio bellunese diventa volanoimportante di sviluppo del turismo culturale in provincia; il Gal AltoBellunese, che nell’ambito dell’azione di valorizzazione delpatrimonio turistico rurale, ha cofinanziato il progetto valutandonel’efficacia e l’importanza in termini di marketing territoriale,considerando che le iniziative in programma concorrono, a pienotitolo, alla complessiva strategia di sviluppo del Piano di SviluppoLocale di promozione del patrimonio culturale ed ambientale a finituristici. L’auspicio è che iniziative di tale genere e portata stimolinosul territorio anche la costituzione di gruppi di riferimento cheassumano una certa stabilità e promuovano nel tempo la fruizionedei siti che di anno in anno sono oggetto di valorizzazione. In questomodo si riuscirà a dare risposta più adeguata al turismo culturalefavorendone così la crescita.

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Per questa pubblicazione sulle chiese di Vigo abbiamo attinto alnostro Quaderno di Architettura (1997), riproponendo quanto cisembrava ancora valido e rivedendo, alla luce di nuove conoscenzee dei lavori di restauro nel frattempo ultimati, quanto era ormai su-perato.

Abbiamo introdotto qualche novità come lo spazio dedicato aisanti titolari delle chiese, nell’intento di metterne a fuoco l’identità,andando oltre le necessarie semplificazioni del modo di rappresen-tarli. Confidiamo che, così facendo, un riverbero di conoscenza illu-mini anche la comunità di fedeli, che in tempi remoti cercò media-zione spirituale in un manipolo di figure storiche o ammantate dileggenda, martirizzate giovanissime o morte in tarda età, vissute, adeccezione di s. Bernardino, in terre lontane d’Europa e Asia nei pri-mi tempi dell’era cristiana.

Ci siamo in fine soffermate sull’opera di Nicolò Ruopèl, di cuiVigo conserva ben tre dei sette edifici eretti dal costruttore carniconell’area del CENTRO CADORE tra la fine del XV secolo e la metà delXVI secolo.

Rinnovato anche l’apparato grafico e iconografico, arricchito,quest’ultimo, da una campagna fotografica che ha davvero comple-tato la già vasta documentazione del patrimonio artistico di VIGO.

Maria Silvia e Antonella Guzzon

Prefazione

Chiesa di s. Margherita, velario

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S. Martino, Madonna della Difesa, campanile e cortina

LEGENDA1. S. Martino2. Campanile3. Madonna della Difesa4. Sagrato / cortina5. Muro di recinzione6. Ossario / ossera7. Casa canonica8. Fienile e stalla / tabià9. Padiglione della Regola / Pavéon

(prima menzione 1579, demolito 1961)

10.Casa Pilotti

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La PIEVE DI S. MARTINO, insieme con la chiesa intitola-ta alla Madonna della Difesa, il campanile, la cortinae la casa canonica poco discosta, fa parte delcomplesso di edifici sacri che sovrasta Vigo. Diessi è il più antico, già esistendo nel 1186, co-me attesta l’antica pergamena che tramandail nome di Enrico, presbiter in quell’anno.

Ma il ruolo della pieve va oltre lo specifi-co religioso per cui venne fondata; essa rap-presenta anche i valori civili della comunitàattraverso l’istituzione nata per gestirne la pro-prietà e sovvenire alle necessità liturgiche: ilLume di S. Martino con il suo inventario e ilibri dei conti, che ritraggono la vita delle fa-miglie dal XIV al XVIII secolo.

ALCUNI EVENTI SIGNIFICATIVI DAL XVI SECOLO

Pieve di s. Martino1566, 23 agosto Il tetto a scandole è rifatto; 1572, 28 giugno Sistemazionedella sagrestia vecchia con lavori attorno al sagrà1576, 24 aprile Nuove pancheper la chiesa1577 Simone da Rin zurado delLume e Zandonà da Sacco ripa-rano il tetto1579, 30 marzo Il Pavion di Vi-go è citato per la prima volta1583 Cesare Vecellio è incaricatodi fare il tabernacolo e due pale1616, 16 gen. La pala della Ma-donna è fatta dorareMistro Isepo de Luca di Pelós rifàinteramente il tetto 9 ottobre Tommaso Vecellio èpagato1620, 15 luglio La chiesa è im-biancata a calce1626, 15 marzo Si stende il pa-vimento - somasa del tumulo deisacerdoti1656 Istituzione della Confrater-nita del Gesù; l’altare del Santissi-mo Nome di Gesù, costruito a spe-se del pievano Giovanni Maria Pi-

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S. Martino antico, affresco votivo, particolare, Madonna della Difesa

La pieve, a unica navata e campanile sul fianco Nord, come appariva nel 1512;

Capolettera dell’inventariodei Beni del Lume

di s. Martino, 1547

Pieve di s. Martino

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(Esposizione di Parigi, 1867), interpreta con emozione compostail modello (1729) dello scultore Andrea Brustolon (1662-1732), vi-sibile nella chiesa di s. Pietro a Belluno.

La decorazione pittorica della chiesa è in parte opera dell’ar-tista locale TOMASO DA RIN BETTA (Vigo, 1838-1922). Formatosi inambiente veneziano, egli guarda ai grandi modelli rinascimentaliveneti interpretandoli con gusto accademico ora enfatico ora boz-zettistico. Ciò emerge nelle giovanili vaste composizioni del coro,in cui Cristo, forza centripeta o centrifuga, è attorniato dalla follafrantumata in varie scene. I temi inducono alla ricerca di effetti lu-minosi, alla resa dei volti oscillante tra idealizzazione e realismo.Una pittura di alta scuola, anche se non innovativa, di un artistache troverà la sua vena più genuina in un’ampia produzione ri-trattistica.

La ‘Decollazione di s. Gio-vanni Battista’ (1583) di CESARE

VECELLIO (1521-1601) è operache rivela nella trattazione dellefigure il gusto del plasticismoeroico cinquecentesco. La com-posizione è bipartita da un taglioverticale che individua lo sfondodei personaggi in primo piano. Ilcarnefice si staglia contro uncampo indefinito; dietro il Batti-sta invece, uno spazio in fuga, in

‘Decollazione di G. Battista’, 1583, C. Vecellio

‘Gesù tra i fanciulli’, grande tela del coro, Tommaso Da Rin 10

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‘Nozze di Cana’, olio su tela, XVIII s., bottega di Nicola Grassi

te nel 1881, sviluppano iltema del sacro convivioin modo disomogeneo econ diversa intonazioneartistica. In particolarel’autore delle ‘Nozze diCana’ introduce elemen-ti di forzatura nella defi-nizione delle forme e nelcontrasto chiaroscuralecon esiti che sfiorano ilgrottesco.

Due grandi dipintisecenteschi in forme ar-chiacute presentano inmodo immaginifico epersuasorio lo stessa te-ma: il transito all’aldilà,prefigurando la salvezzadell’anima e la sconfittadel Maligno per esorciz-zare paura e angoscia.

‘Arcangeli Michele e Raffae-le, Tobiolo, Tiberio Pilotti’,olio su tela, ignoto, 1666

Chiesa Madonna della Difesa

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Cappella di s. Orsola

Nel centro di Vigo sorge un monumento di grande rilevanzastorico-artistica, polo di attrazione di turismo culturale: la CAPPELLA DI

S. ORSOLA, santa il cui nome ricorre a partire dai secoli IX-X, venera-ta in tutta Europa dal XII secolo. In questo periodo si affermò la ver-sione della leggenda accolta dalla Legenda aurea di Jacopo da Va-ragine († 1298), malgrado il papa della storia, Ciriaco, sia del tuttoignoto, e il numero inverosimile di martiri derivi probabilmente daun’errata lettura dell’iscrizione (IV-V secolo) presente nella chiesa dis. Orsola di Colonia. In ogni caso, tra 1200 e 1500 sorsero le ‘navi-celle di s. Orsola’, confraternite d’intonazione mistica, e nel 1535

LEGGENDA DI s. ORSOLA. Secondo la tradizione, Orsola,figlia del re d’Inghilterra convertita al cristianesimo, avrebbe ri-

fiutato di sposare Eterio, principe pagano. Ciò avrebbe scatenatouna guerra, ragione per cui, ispirata da un angelo, la principessachiese di rinviare la decisione di tre anni, sperando nella conversio-ne del promesso sposo. Allo scadere del tempo, sempre consigliatada un angelo, Orsola decise di prendere il mare con le compagne,per recarsi in pellegrinaggio a Roma e chiedere aiuto al papa Ciria-co. Durante il viaggio di ritorno, fu catturata dagli Unni che asse-diavano Colonia, e da essi trucidata a colpi di frecce insieme alpapa e le undicimila vergini.

Cappella di s. Orsola, XIV s. 22

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aperture e aggiunte sullato Nord cappellina esagrestia: interventiche intaccarono la de-corazione pittorica.

L’interno funzionacome una macchina deltempo che restituiscefresco e intatto il MedioEvo, tradotto negli af-freschi della LEGGENDA DI

S. ORSOLA, con i suoi ar-redi e rituali cortesi, gli spazi domestici e i lidi lontani, la fiaba e l’a-giografia, il profano e il sacro. Nel suo insieme il ciclo rivela l’abilitàdell’ignoto artista nell’integrare la narrazione con lo spazio architet-tonico: fasce ornamentali a motivi fitomorfi e geometrici sottolinea-no la struttura della volta, scandiscono le proporzioni e conferisconoandamento unitario alla complessità del racconto.

Il gusto per la pura decorazione esplode nella zona del basa-mento, delle sfera cioè prettamente umana e terrena, dove corre ilvelum, campionario di preziosi drappi (ermellino, damasco, brocca-to), dai quali fanno capolino con straordinaria vivacità tre curiosi

S. Orsola, interno verso l’altare

bordo della tribuna

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episodi esplicitati da didascalie in gotico. Lo stile del racconto ade-risce alla materia narrata, ragione per cui il drammatico viaggio sitraduce nel gioco della continua variazione: ufficialità e privacy, co-ralità e assolo, movimento e stasi, ordine e violenza, eleganza e fe-rinità che rendono visibilmente l’idea dell’itinerario verso la santità.

Malgrado qualche discontinuità nella trattazione dei manti, oragonfi e naturalistici ora piatti e rigidi, dei volti dai tratti fini ed espres-sivi ma anche sommariamente ripetitivi, il ciclo sembra l’opera di un so-lo artista veneto, attivo alla metà del XIV secolo, in contatto con l’am-biente bolognese. Accurata tecnica a ‘buon fresco’, cui si deve anchela conservazione dei colori, resa minuziosa dei dettagli (capigliature ebarbe), forte espressività di alcune figure dal sapore esotico e grotte-sco sono gli aspetti più riusciti; più incerta appare invece l’organizza-

zione degli spazi e il rapporto trafigura umana e architetture.

Tuttavia con felice intuizionel’artista si libera talora dai limiti fi-sici imposti dai riquadri: nella sce-na della ‘Navigazione verso Colo-nia’ il taglio della vela, operatodalla cornice, rinvia ad uno spazionarrativo non visibile. Inoltre i ri-quadri ‘Martirio delle vergini’ e‘Martirio di s. Orsola’ sono conce-piti come un episodio unico, in cui

Navigazione verso Colonia Martirio delle vergini

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• Don G. Monti, manoscritto n. 218, Biblioteca storica cadorina, Vigo di Cadore

• A. Lorenzoni, Cadore, 1907• A. Frova, Chiese gotiche cadorine, 1908• Palatini, Chiese del Cadore, 1943• C. Fabbro, La scoperta di un altare ligneo di M. Parth• C. Rapozzi, Altari lignei barocchi dell’Oltrepiave, 1958• Idem, La chiesa di s. Orsola di Vigo di Cadore, 1960• Idem, Odorico e Ainardo di Vigo, • idem, Giuspatroni e rettori di s. Orsola• G. Fabbiani, Chiese del Cadore, 1964• Idem, I Laudi di Vigo di Cadore, 1979-1980• Idem, Breve storia del Cadore, 1992• E. Concina, Forme urbanistiche di una comunità alpina:

il Cadore, 1974• Idem, Il Cadore al tempo di Tiziano: territorio e cultura, 1976• G. Dalla Vestra, I pittori bellunesi prima dei Vecellio, 1975• P. Fiori, Affreschi nelle chiese del Cadore dal 1400 al 1600,

tesi laurea a. a. 1982-1983• G. M. Longiarù, Vigo e il suo cardinale, 1984• M. Lucco, Pittura del Duecento e del Trecento nelle province

venete, 1985• T. Franco, Gli affreschi nella chiesa di s. Orsola a Vigo di Cadore, 1985• D. De Pra, La decorazione ad affresco delle chiese di s. Margherita

di Salagona presso Laggio e di s. Caterina a Ponte nelle Alpi, tesilaurea a. a. 1989-1990

• M. F. Belli-G. Zanderigo Rosolo, In Cadore al tempo di Tiziano, 1990• L. Tazzer, Scultura tedesca nel bellunese nei secoli XV-XVI, tesi

laurea a. a. 1990-1991• A. Flego, L’attività della bottega comuzziana e la scultura lignea

nella Carnia e nel Cadore del XVII secolo, tesi laurea a. a. 1992-1993• F. Pellegrini- G. De Donà Zeccone, Appunti storici sui pievani di

Vigo di Cadore, 1992• G. Zanderigo Rosolo, Il Cadore nella patria friulana,1993• M. Spiazzi (a cura di), Scultura lignea barocca nel Veneto, 1997• T. Conte (a cura di), Cesare Vecellio 1521 c. - 1601,

Catalogo della mostra, 2001

Bibliografia