Tesina specializzazione acconciatore maria amato
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CORSO ACCONCIATORE
SPECIALIZZAZIONE
TERZO ANNO
TESINA D’ESAME
Ente di formazione GESFOR S.r.l.
Argomenti Candidato La permanente Maria Amato
La psoriasi
La sterilizzazione
Franchising
Contratto a tempo determinato
Legge 174/2005
TESINA
CORSO ACCONCIATORE
SPECIALIZZAZIONE
TERZO ANNO
Ente di formazione GESFOR S.r.l.
La permanente
La psoriasi
La sterilizzazione
Franchising
Contratto a tempo determinato
Legge 174/2005
CORSISTA
MARIA AMATO
Sommario
STORIA DELL’ACCONCIATURA ............................................................................... 2
GRECIA E MAGNA GRECIA ................................................................................... 3 CHIMICA COSMETOLOGICA ......................................................................................... 4
LA PERMANENTE ......................................................................................................... 5
Componenti della permanente .......................................................................................... 5 Componenti del neutralizzante ......................................................................................... 6 Processo di ondulazione permanente ............................................................................... 7
Neutralizzante .................................................................................................................... 7 ESAMINARE IL CUOIO CAPELLUTO ....................................................................... 8 LA PSORIASI ................................................................................................................... 9
DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE, I METODI ............................................... 12 Disinfezione ..................................................................................................................... 12 Sterilizzazione ................................................................................................................. 12
Calore umido ............................................................................................................... 13 Calore secco ................................................................................................................ 13 Sostanze chimiche ....................................................................................................... 13
Raggi UV ..................................................................................................................... 14 TECNICA COMMERCIALE E DIRITTO DEL LAVORO ........................................... 15
LA RICEVUTA FISCALE ............................................................................................ 16
CONTRATTI DI LAVORO........................................................................................... 18 CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO............................................................... 18 IL FRANCHISING ......................................................................................................... 22
BREVE PANORAMICA DELLA NOSTRA PROFESSIONE: la legge 174/2005 .. 27 TECNICHE DI TAGLIO ............................................................................................... 32 STRATI PROGRESSIVI................................................................................................ 32
CONCLUSIONI .............................................................................................................. 39
STORIA DELL’ACCONCIATURA
Con il termine acconciatura, taglio o pettinatura si fa riferimento allo stile che viene
fatto assumere ai capelli umani, ogni popolo è ideatore di pettinature particolari. Fin
dalla preistoria la donna ha sempre dato un grande valore alla propria pettinatura. Ho
scelto di esprimere in questa tesi il periodo greco per la forte presenza di elementi
antichi ed arcaici pervenuteci ai giorni nostri come monili e oggetti utilizzati per le
acconciature.
calantica
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GRECIA E MAGNA GRECIA
In Grecia, nell’età classica si acconciavano i capelli in riccioli corti, mentre le fanciulle,
in occasione del loro matrimonio, si rasavano completamente.
Nella stessa era, le donne greche segnavano una scriminatura al centro del capo,
raccogliendo morbidamente sulla nuca le bande dei capelli legandoli con nastri o
trattenendoli con nastri o con reti, diademi, trecce, spilloni o cerchi metallici, ornati a
loro volta con pietre preziose.
Spesso portavano la CALANTICA intorno alla testa, fatta in un tessuto leggero, che
veniva usato sia come velo che come fascia.
Gli uomini greci usavano pettinarsi con una acconciatura detta a”giardino”: ed era
composta da riccioli corti che circondavano la testa. Un’altra particolarità delle donne
greche era il vezzo di colorarsi i capelli di nero-blu con riflessi metallici.
Con l’ampliamento dei possedimenti e le varie conquiste, da parte dei Romani, che li
portò a conoscere usi e costumi di altri popoli del mediterraneo, vennero a conoscenza
anche, dell’arte dell’acconciatura.
Fino al III secolo a.C. i Romani non conoscevano la professione dei primi TONSORES
, che venivano dalla MAGNA GRECIA, appena conquistata dalle legioni romane.
Nelle abitazioni patrizie vivevano in schiavitù, le ORNATRICES, che venivano
addestrate ad aver cura delle matrone romane, per cui venivano ulteriormente preparate
alle sempre più sofisticate pettinature, che abbellivano con reticelle l’oro e pietre
preziose, diademi e fiori, con pettini, spille, unguenti e gioielli, e per completare il
servizio, sia di capelli veri che finti. Il risultato erano vere e proprie sculture di ricci e
trecce disposti sia sulla sommità del capo che intorno ad esso.
L’operazione più complicata era senza dubbio quella dell’arricciatura, che veniva
eseguita con il CALAMISTRUM, uno strumento ad hoc preparato da schiavi
appositamente scelti per quel compito; esso consisteva in una canna di metallo
internamente vuota che veniva scaldata nella cenere permettendo così la messa in piega
desiderata.
Non è difficile intuire l’aggressività di questo oggetto, che se usato con troppa
frequenza, finiva con il rovinare irrimediabilmente la chioma.
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LA PERMANENTE
Componenti della permanente
Acido tiogliolico: dall’azione riducente L’acido tiogliolico ha un potere molto forte ed
è per questa ragione che è stato sostituito da un sale noto come TIOGLICOLATO DI
AMMONIO, o dal TIOGLICEROLO o dal TIOLATTATO.
Alcali: ammonia, monoetanolamine, essi favoriscono la penetrazione del prodotto
portando il ph a valori superiori a sette.
Emulsionanti: olii grassi, cere; formano una base cremosa o per rendere stabile una
emulsione fluida.
Tensioattivi cationici: favoriscono la penetrazione del prodotto perché diminuiscono la
tensione superficiale del liquido ondulante. Consentono una facile penetrazione anche
nei capelli più refrattari o quelli che difficilmente assorbono liquidi.
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Sostanze trattanti: le proteine, amminoacidi, la lanolina, glicerina e gli olii vegetali e
animali, le cere hanno l’importante compito di proteggere o ristrutturare il capello in
caso di necessità durante il tempo di posa della permanente.
Acqua: tutti i preparati contengono acqua priva di Sali per evitare effetti non desiderati
o la formazione di composti che possono ostacolare l’applicazione.
Coloranti e profumo: utili per migliorare la gradevolezza cosmetica del prodotto, e per
distinguerne preparazioni diverse.
Componenti del neutralizzante
Ossidanti: è una sostanza capace di liberare ossigeno. Il più usato è il perossido
d’idrogeno.
Acidi organici rendono regolare durante il tempo di posa lo sviluppo di ossigeno che
altrimenti risulterebbe eccessivamente rapido. Gli acidi hanno anche la funzione di
neutralizzare eventuali sostanze basiche residue sui capelli.
Tensioattivi cationici: garantiscono la massima penetrazione del prodotto,
indispensabile per un buon fissaggio.
Emulsionanti per costruire creme, schiume che fanno da veicolo all’ossidante. Questi
additivi hanno la funzione di rendere i capelli più docili.
Essenze e oli profumanti: rendono più gradevole il cosmetico.
Proteine quaternizzate: sono i condizionanti per capelli.
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Processo di ondulazione permanente
La reazione basica apre le squame del capello, rendendolo poroso, e favorisce
l’assorbimento del liquido che, penetrando all’interno, agisce sui filamenti e sulla
molecola di zolfo. La reazione riducente, quella che determina l’arricciatura è dovuta
dai TIOLI contenuti nel liquido stesso.
Queste sostanze riducenti liberano idrogeno che si aggancia allo zolfo. In questa fase i
capelli sono estremamente fragili, porosi e aumentano di volume.
Per cambiare la forma del capello da dritto a ricciolo, o da ricciolo a dritto occorre
rompere alcuni legami chimici spesso chiamati collegamenti o ponti degli amminoacidi.
Neutralizzante
Agente ossidante. Non appena sono stati rotti sufficienti legami disolfuro, occorre
interrompere l’azione della permanente risciacquando la lozione. A questo punto
occorre aiutare i punti disolfuro a ricongiungersi, ma in maniera diversa. È il
neutralizzante che fissa il ricciolo ed è per questo che è importante una corretta tensione
intorno al bigodino. Quando si applica il neutralizzante si inserisce ossigeno nei capelli.
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ESAMINARE IL CUOIO CAPELLUTO
Prima di effettuare uno shampoo o qualsiasi altro servizio è importante analizzare con
cura la cute e i capelli. È compito dell’acconciatore identificare queste anomalie
attraverso un’analisi del cuoio capelluto.
E’ importante quindi evidenziare:
- se esiste una malattia o anomalia del cuoio capelluto;
- se esiste anche qualche anomalia o danno al capello;
- il tipo di capelli sul quale effettuare servizi: grossi, fini, bianchi, scuri ecc;
- condizione complessiva di cute e capelli;
- le comuni affezioni della pelle e del cuoio capelluto possono essere tricofizia,
alopecia, scabia, pediculosi, canizie, pustole.
Una prima osservazione può avvenire nel momento della spazzolatura dei capelli prima
di procedere con lo shampoo, in questo modo l’acconciatore può controllare eventuali
anomalie, ferite oppure l’eventuale presenza di pidocchi.
Le cause più frequenti di anomalie sono di tipo
Ambientale. Prodotti per capelli chimici, attrezzi, condizioni climatiche; Organiche:
alimentazione inadeguata; gravidanza; disturbi neuro-vegetativi come l’anoressia e la
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bulimia, malattie genetiche o infettive e i farmaci per la pressione, diabete, la chemio,
antibiotici, cortisone o anche la tachipirina.
LA PSORIASI
La psoriasi è una delle più comuni forme di dermatite cronica al mondo.
Può insorgere a qualsiasi età e in tutti i tipi di soggetti: bambini, adulti, anziani.
È una malattia infiammatoria della pelle, non contagiosa, di carattere cronico e
recidivante,per cui un soggetto con psoriasi non sarà mai completamente guarito ma
avrà momenti in cui gli effetti della malattia sono meno incisivi.
Le zone più colpite sono: gomito, ginocchio, piedi, arco sopraccigliare, cuoio capelluto.
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La psoriasi si presenta con chiazze rossastre, ricoperte da cumuli compatti di squame
color bianco- argenteo, infine lo strato più superficiale si desquama.
Le placche o scaglie forforose, simili a quelle della forfora possono variare di molto sia
in spessore che in estensione e si staccano piuttosto facilmente. Sotto di esse la pelle a
causa dell’infiammazione è di colore rosso vivo.
Inoltre si presenta in genere con un prurito alla testa di lieve entità, tranne nei casi più
gravi, può trasformarsi in una sensazione persistente di dolore alla cute dei capelli.
La psoriasi si manifesta in forma più acuta durante l’inverno a causa del freddo che
aggredisce la pelle, mentre in estate tende a regredire per la positiva esposizione al sole
che favorisce la trasformazione metabolica della vitamina D, nonché un generale
miglioramento dell’umore a cui le persone vanno incontro grazie al bel tempo.
Solo raramente la psoriasi causa la perdita dei capelli, dato che i bulbi piliferi si trovano
più in profondità nella cute e non vengono disturbati da questa patologia che colpisce la
superficie.
la psoriasi è una forma di dermatosi, principalmente ha cause genetiche; a queste si
aggiungono dei fattori aggravanti, quali infezioni, la psoriasi, specialmente nei bambini,
è spesso causata da infezioni batteriche; raggi solari, generalmente l’esposizione al sole
e ai bagni in mare rappresentano un fattore di miglioramento; stress e traumi, come
traumi fisici, farmaci, tra cui anche quelli cortisonici, l’ alimentazione, il fumo e alcool.
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La psoriasi è una malattia autoimmune, in seguito allo stress il sistema immunitario
incomincia a produrre una maggiore quantità di citochina, proteine normalmente
presenti nel sangue, ma che presenti in un numero superiore alla media creano
un’infiammazione (la macchia rossa); inoltre nei soggetti con psoriasi il caratteristico
turnover cellulare (che normalmente avviene ogni 20-25 giorni), avviene in 5-6 giorni.
La presenza di sempre nuovi strati di corneociti determina l’ispessimento, lo strato più
superficiale, essendo anche più vecchio tende a desquamarsi.
Tenere sotto controllo il peso, Abolire il fumo, Non abusare dei superalcolici,
concedersi ogni giorno qualche minuto per se stessi, la psoriasi peggiora nei periodi di
stress. Essendo la psoriasi non contagiosa l’acconciatore non dovrà temere di
contagiarsi, nella fase infiammatoria bisogna evitare i trattamenti e consigliare alla
cliente uno shampoo specifico per cuoio capelluto con psoriasi; sono da evitare i
tensioattivi, che alterando il ph del cuoio capelluto) peggiorano la psoriasi.
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DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE, I METODI
Disinfezione
Misura atta a ridurre tramite uccisione, allontanamento e diluizione di virus, batteri,
funghi e protozoi e spore. Quando viene utilizzato un disinfettante non uccide tutti gli
organismi viventi, viene ridotta la possibilità di infezione ma non è cosi efficace come
la sterilizzazione.
Sterilizzazione
Eliminazione e distruzione totale di qualsiasi forma vivente compreso virus e spore e
l’hiv, epatite. Quando si sterilizza qualcosa lo si rende completamente privo di germi e
si ottiene con sterilizzazione chimica, con prodotti; fisica con l’autoclave o con le
palline di quarzo.
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Calore umido
È un metodo molto efficace di STERILIZZAZIONE degli attrezzi, anche quelli da
taglio. Viene creato tramite l’uso di un AUTOCLAVE. Si tratta di uno strumento che
scalda l’acqua ad una temperatura molto alta, più elevata della bollitura, supera i 180°.
Lo svantaggio principale di questo tipo di sterilizzazione è che occorre avere una
fornitura di strumenti sufficienti per poter lavorare, poiché non è un metodo di
sterilizzazione molto veloce.
Se si usa questo metodo di sterilizzazione è necessario acquistare pettini che sopportino
temperature molto elevate.
Si sterilizzano spazzole e pettini e forbici.
L’autoclave utilizza l’azione del vapore saturo, ha lo stesso principio di funzionamento
della pentola a pressione in quanto permette di far bollire l’acqua a temperature molto
alte; è un recipiente ermetico da cui viene rimossa l’aria, nel momento in cui l’acqua
evapora il vapore non si può disperdere, questo causa un aumento della pressione che a
sua volta determina l’aumento della temperatura.
Calore secco
Questo metodo è usato raramente nei saloni. È un metodo che utilizza un forno per
creare alte temperature (forno pasteur)
È in metodo andato in disuso proprio perché necessita, per un avere una sterilizzazione
completa, di un periodo molto lungo di attività, che va dalla raggiungimento della
temperatura ottimale tra i 160-180°, in mezz’ora e/o un’ora; a questa tempistica si deve
aggiungere anche il tempo di riscaldamento e di raffreddamento del forno, quindi si
arriva per un ciclo completo a quasi 4 ore di utilizzo.
Sostanze chimiche
Questo metodo è spesso usato nei saloni ed è efficace se è usato correttamente.
Gli strumenti devono essere lavati, prima di immergerli nella soluzione disinfettante,
altrimenti la loro sporcizia contaminerebbe la soluzione.
Il tempo di immersione varia a seconda della pulizia dell’attrezzo o della forza di azione
del disinfettante.
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Raggi UV
Sterilizzazione che usa i raggi ultravioletti per uccidere i batteri (i virus possono essere
uccisi solo con l’autoclave).
Gli strumenti vengono prima puliti e poi messi nella cabina UV e girati costantemente.
Gli attrezzi metallici possono essere inseriti nell’autoclave, quelli di plastica vanno
immersi invece negli sterilizzatori chimici, le attrezzature di legno nelle lampade uv
dopo lavate, quelli elettrici o nelle lampade uv o si utilizzano degli appositi spray
sterilizzatori.
Questo sistema che utilizza i raggi ultravioletti non può essere considerato sterilizzante,
poiché hanno principalmente un’azione batteriostatica, cioè mantengono la sterilità
precedentemente ottenuta con altri metodi visti in precedenza e sicuramente più efficaci.
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LA RICEVUTA FISCALE
Gli acconciatori e le estetiste sono soggetti all’obbligo di emissione di ricevuta fiscale
per le proprie prestazioni di servizi.
Chi esercita tale professione deve sempre emettere ricevuta fiscale per la prestazione di
tutti i propri servizi ed anche per la cessione eventuale di prodotti cosmetici.
La ricevuta fiscale deve essere emessa in duplice copia ed una delle due copie deve
essere consegnata obbligatoriamente al cliente.
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Tale documento deve contenere il numero progressivo, data di emissione,
denominazione sociale, residenza e domicilio fiscale del soggetto emittente, natura e
quantità del servizio prestato, ammontare del corrispettivo incassato comprensivo di iva.
Per l’emissione di ricevute fiscali possono essere utilizzati dei moduli prestampati,
inseriti in appositi bollettari.
Le ricevute fiscali e le fatture devono essere conservate fino al 31 dicembre del quinto
anno successivo a quello di emissione.
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CONTRATTI DI LAVORO
A nostra disposizione ci sono una vasta varietà di tipologie di contratti, dal classico
contratto a tempo indeterminato, il contratto a tempo determinato, il contratto di
apprendistato, somministrazione lavoro, ecc. In questa sede ho
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
È un contratto di lavoro a termine, nel quale è stabilita una scadenza precisa in cui si
concluderà il rapporto di lavoro. Prevede la forma scritta, nella quale si deve specificare
la ragione per la quale si assume il lavoratore a tempo determinato, che può essere per
sostituzione, maternità, lavoro stagionale ecc.
Questo tipo di contratto può sussistere solo se sono presenti ragioni di carattere tecnico
quali sono l’assunzione a termine di personale con professionalità diversa da quella già
impiegata, produttivo: aumenti di produzione ecc, o sostitutivo, come ad esempio
sostituzioni per lavoratori assenti.
La caratteristica della sostituibilità non è giustificata se si utilizza questo contratto per
sostituire lavoratori in sciopero, o per aziende che hanno effettuato licenziamenti
collettivi in sei mesi precedenti, cassa integrazione e riduzione di orario.
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È stata inoltre introdotta dal decreto legislativo 368/01 una nuova tutela per questo tipo
di contratto, il datore che recede dal contratto prima della scadenza è tenuto a
corrispondere tutte le mensilità mancanti dalla data del licenziamento fino alla scadenza
naturale; il lavoratore gode inoltre degli stessi diritti in termini di ferie, TFR,
tredicesima ecc.
la proroga di questo contratto è possibile solo per contratti inferiore a tre anni, e solo
una volta.
Nel caso che il lavoratore continui oltre un certo numero di giorni successivi alla
scadenza del contratto (numero che cambia a seconda della durata del contratto in
questione) o ininterrottamente si avrà la conversione a tempo indeterminato.
la proroga deve essere giustificata da ragioni oggettive e deve riguardare la stessa
attività lavorativa oggetto del contratto prorogato.
In ogni caso la durata complessiva del rapporto di lavoro, tra contratto originario e
proroga, non può superare i 36 mesi. Anche in questo caso, se si superano detti limiti, il
contratto di lavoro si considera a tempo indeterminato.
Abbiamo visto che la legge stabilisce che il contratto a termine possa essere siglato solo
in presenza di una valida giustificazione e che venga convertito a tempo indeterminato
ove prosegua per un certo periodo dopo la scadenza, imponendo quindi una specifica
pausa tra la sua scadenza e la stipula di un nuovo contratto a tempo determinato.
Ciò premesso, la Riforma Fornero ha previsto una sorta di liberalizzazione del ricorso a
tale fattispecie contrattuale, introducendo un’ipotesi di stipula svincolata dall’obbligo di
formulare la relativa motivazione.
Allo stesso tempo, per evitarne l’abuso ha previsto intervalli di maggiore durata.
il Legislatore ha introdotto la facoltà di stipulare un contratto a tempo determinato senza
l’obbligo di addurre motivazione alcuna, purché si tratti della prima stipulazione e il
contratto non abbia durata superiore ai 12 mesi
Il periodo di 12 mesi non è frazionabile con la conseguenza che, qualora il primo
contratto a termine a-causale abbia durata inferiore a tale limite, una successiva
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assunzione sarà possibile solo in presenza di una ragione giustificatrice. In ogni caso, il
contratto a termine stipulato senza giustificazione non può essere prorogato.
Quanto alla prosecuzione del rapporto di lavoro successivamente alla scadenza del
termine, il lasso temporale decorso il quale la legge fa conseguire la conversione del
rapporto in rapporto di lavoro a tempo indeterminato viene elevato dalla Riforma
Fornero: da 20 giorni a 30 giorni nell’ipotesi di contratti di durata inferiore a 6 mesi e
da 30 giorni a 50 giorni nell’ipotesi di contratti di durata superiore a 6 mesi.
Vengono, inoltre, significativamente aumentati gli intervalli obbligatori da rispettare in
caso di successive assunzioni a termine portandoli da 10 a 60 giorni per le fattispecie
contrattuali con durata inferiore a 6 mesi e da 20 a 90 giorni per le fattispecie
contrattuali con durata superiore a 6 mesi; il mancato rispetto degli intervalli fa sì che
il secondo contratto si consideri a tempo indeterminato, mentre, nel caso di due
assunzioni successive, senza soluzione di continuità, il rapporto viene qualificato a
tempo indeterminato a far data dalla stipula del primo contratto.
Decreto lavoro Renzi:
Causalone
Il causalone è stata una delle novità più rilevanti: in base all‘articolo 1, comma 1 del
decreto legge 34/2014 (decreto convertito in legge n° 78 del 16/05/2014), nel contratto a
termine non è più necessario indicare le “ragioni di carattere tecnico, produttivo,
organizzativo o sostitutivo” tipicamente obbligatorie per il contratto a tempo
determinato. Con il Decreto Lavoro il contratto senza causalone è tornato ad essere
prorogabile, ma non può comunque avere una durata superiore ai 36 mesi comprensivi
di proroga indipendentemente dalle mansioni svolte dal lavoratore. Il causalone si può
omettere anche se previsto dai contratti collettivi per assunzioni nell’ambito di
particolari processi organizzativi (comunque nel limite del 6% del totale dei lavoratori
occupati nell’ambito dell’unità produttiva).
Proroga contratti a termine (decreto Renzi – 12 marzo)
La Riforma del Lavoro aveva inizialmente allungato le pause obbligatorie fra un
contratto e l’altro: 60 giorni per i contratti fino a sei mesi (prima erano 10 giorni) e 90
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giorni per i contratti più lunghi (prima erano 20 giorni). Con il Decreto Lavoro, tuttavia,
le pause sono tornate ai livelli pre-riforma (10 e 20 giorni) a secondo che il contratto
duri o meno più di sei mesi. Anche qui i contratti collettivi di lavoro possono prevedere
riduzioni per particolari esigenze organizzative (come l’avvio di una nuova attività o il
lancio di un prodotto o servizio innovativo). In generale il contratto a termine può
essere prorogato fino ad un massimo di otto volte a condizione che tale proroga si
riferisca alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato stipulato. Il tetto
massimo del contratto a termine non può essere superiore a tre anni.
Il decreto dopo le modifiche:
Il decreto lavoro era già stato approvato il 12 marzo dal consiglio dei ministri. Il testo
però, dopo il passaggio alla commissione lavoro della camera, ha subìto alcune
modifiche, volute soprattutto da alcuni esponenti del Pd. Il Nuovo centrodestra e gli altri
partiti della maggioranza, ma anche Forza Italia, si oppongono a queste modifiche e
vorrebbero tornare al testo originale del decreto.
Ecco le riforme principali previste dal decreto lavoro:
Viene alzata da un anno a tre anni la durata dei contratti a tempo determinato senza
causale, cioè quelli per cui non è obbligatorio specificare il motivo dell’assunzione.
La forza lavoro assunta con questo tipo di contratto non potrà essere più del 20 per
cento del totale degli assunti (nel testo originale era il limite era fissato al 20 per cento
dell’organico complessivo).
I contratti a tempo determinato si potranno rinnovare fino a un massimo di cinque volte
in tre anni (erano otto nel testo originale), sempre che ci siano ragioni oggettive e si
faccia riferimento alla stessa attività lavorativa.
Salta l’obbligo di pausa tra un contratto e l’altro.
La percentuale dei lavoratori con contratto a termine non deve superare il 20% dei
dipendenti.
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IL FRANCHISING
L’apertura in franchising può essere la scelta vincente, viste le difficoltà attuali e
congiunturali, nei quali le altre due alternative non sono sempre le scelte migliori;
poiché acquistare da una ceditura può essere pericoloso e prima di arrivare a questa
scelta bisogna porsi delle domande, “perché il vecchio proprietario ha ceduto, se la sua
attività era in perdita, oppure se la posizione del locale non era adatta, la tipologia di
clientela ecc. dall’altro lato i vantaggi di avere un’attività già aperta, con i relativi
permessi, e tutta arredata ecc e forse conosciuta dai clienti già frequentanti.” l’ultima
alternativa la più impegnativa perché è necessario accollarsi le spese per l’apertura, la
ristrutturazione, tutti i relativi permessi ecc.
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La scelta del franchising è una soluzione intermedia tra i due: che accomuna i vantaggi
delle altre due modalità di apertura:
conoscenza del marchio, pubblicità già avviata, tutti i possibili aiuti da parte del
franchisor che come vedremo vanno dalla consulenza per l’apertura, , formazione
tecnica – stilistica.
Il franchising consente all' azienda madre l'indiscutibile vantaggio di avere una crescita
più veloce rispetto ad uno sviluppo tradizionale. Infatti parte degli investimenti,
l'eventuale scelta delle location, la gestione del personale e soprattutto parte del rischio
di impresa si ripartiscono fra le due strutture (azienda madre e azienda figlia).
Il contratto di franchising o affiliazione commerciale è definito dall'art. 1 della legge n.
129/04, come quel contratto tra due soggetti giuridici economicamente indipendenti in
base al quale una parte concede la disponibilità all'altra, verso corrispettivo, di un
insieme di diritti di proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni
commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti d'autore, Know-how, brevetti,
assistenza o consulenza tecnica e commerciale, inserendo l'affiliato in un sistema
costituito da una pluralità di affiliati distribuiti sul territorio, allo scopo di
commercializzare determinati beni o servizi.
L'azienda madre, che può essere un produttore o un distributore di prodotti o servizi di
una determinata marca od insegna, concede all'affiliato, il diritto di commercializzare i
propri prodotti e/o servizi utilizzando l'insegna dell'affiliante oltre ad assistenza tecnica
e consulenza sui metodi di lavoro. In cambio l'affiliato si impegna a rispettare standard e
modelli di gestione e produzione stabiliti dal franchisor. In genere, tutto questo viene
offerto dall'affiliante all'affiliato tramite il pagamento di una percentuale sul fatturato
(royalty) e/o una commissione di ingresso (fee) insieme al rispetto delle norme
contrattuali che regolano il rapporto.
In Italia il franchising è regolamentato dalla Legge 6 maggio 2004, n. 129.
contratto di franchising deve essere stipulato per iscritto sotto pena di nullità.
Il contratto di franchising, deve espressamente indicare:
- l'ammontare degli investimenti iniziali e delle eventuali spese di ingresso;
- le modalità di calcolo e di pagamento delle royalties e l'eventuale indicazione di un
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incasso minimo da realizzare da parte dell'affiliato;
- l'ambito dell'eventuale esclusiva territoriale;
- la specifica descrizione del Know-how;
- l'indicazione dei servizi d'assistenza tecnica e commerciale, di progettazione e
allestimento e formazione offerti dall'affiliante;
- le condizioni di rinnovo, risoluzione o eventuale cessione del contratto;
- la durata che, qualora sia convenuta a tempo determinato, non dovrà essere inferiore a
tre anni.
Basta cercare su internet per trovare esempi di proposte di franchising da parte di
importanti marchi conosciuti:
Tono su tono
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Hairbeautydiffusion: offre tre pacchetti di affiliazione (basic, evolucion, service)
Aldo Coppola Franchising:
26
CARATTERISTICHE DEL FRANCHISING ALDO COPPOLA
Utilizzo del marchio con esclusiva di zona
l’apertura del salone rappresenterà un grande evento per la zona in cui si andrà ad
operare. In breve diventerai il riferimento di stile e bellezza.
Partecipazione alla campagna stampa
Immagini di forte impatto con testimonial di eccezione, per veicolare un messaggio di
ineguagliabile glamour, si potrà godere della notorietà derivante dalla presenza del
marchio sulla stampa di settore. Potrai usufruire di una consulenza pubblicitaria
personalizzata.
Grandi eventi
Appartenere al mondo Aldo Coppola significa poter assistere dal vivo alle esibizioni del
maestro e dei suoi formatori artistici e partecipare agli show realizzati in collaborazione
con l’Oreal Professionel. Prima e seconda collezione Privè Aldo Coppola, giornate di
formazione, video, eventi live primavera-estate ed autunno-inverno.
Presso l’accademia
Corsi tecnico-artistici, aggiornamenti di moda e possibilità di accedere ai corsi
accademia Aldo Coppola, con listino prezzi esclusivo.
Consulenza Arredi
Grazie alla progettazione gratuita del tuo arredo avrai la possibilità di valorizzare
l’immagine del tuo salone.
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BREVE PANORAMICA DELLA NOSTRA PROFESSIONE: la legge
174/2005
Chi vuole entrare in questo settore deve sapere che la competizione è molto alta e
per poter sopravvivere alla concorrenza bisogna essere al corrente delle nuove mode
e dei trattamenti innovativi richiesti dal mercato, così come sapere interpretare la
propria attività con un minimo di originalità per distinguersi e differenziarsi dai
competitori.
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La legge che disciplina l’attività dell’acconciatore è la 174 del 2005 che introduce la
qualifica di acconciatore in sostituzione delle precedenti figure di parrucchiere e
barbiere.
la definizione di acconciatore prevista dalla normativa, quell’attività che
comprende tutti i trattamenti e i servizi volti a modificare, migliorare, mantenere e
proteggere l’aspetto estetico dei capelli, ivi compresi trattamenti tricologici
complementari che non implicano prestazioni di carattere medico, curativo o
sanitario, nonché il taglio, e il trattamento estetico della barba ed ogni altro servizio
inerente o complementare.
L’acconciatore, inoltre, consiglia la clientela riguardo l’acquisto di prodotti
cosmetici e si può anche occupare della vendita.
È responsabile della perfetta pulizia e dell’igiene del salone e della sterilizzazione
degli strumenti che usa.
Per esercitare l'attività di acconciatore è necessario conseguire un'apposita
abilitazione professionale previo superamento di un esame tecnico-pratico
preceduto, in alternativa tra loro:
- dallo svolgimento di un corso di qualificazione della durata di due anni, seguito da
un corso di specializzazione di contenuto prevalentemente pratico ovvero da un
periodo di inserimento della durata di un anno presso un'impresa di acconciatura,
- da un periodo di inserimento della durata di tre anni presso un'impresa di
acconciatura, e dallo svolgimento di un apposito corso di formazione teorica; il
periodo di inserimento è ridotto ad un anno, da effettuare nell'arco di due anni,
qualora sia preceduto da un rapporto di apprendistato ai sensi della legge 19 gennaio
1955, n. 25, e successive modificazioni, della durata prevista dal contratto nazionale
di categoria.
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Le novità introdotte dal decreto-legge n. 7 del 2007, convertito dalla legge n. 40/2007
hanno stabilito che l’esercizio delle attività di acconciatore sarà d’ora in poi soggetto
alla sola dichiarazione di inizio attività, resa ai sensi dell’art. 19 della legge n. 241/1990,
da presentare al Comune territorialmente competente, senza essere subordinata:
- al rispetto del criterio della distanza minima o di parametri numerici prestabiliti,
riferiti alla presenza di altri soggetti svolgenti la medesima attività;
- al rispetto dell’obbligo di chiusura infrasettimanale.
Dunque, in luogo dell’autorizzazione comunale, sarà sufficiente presentare una
dichiarazione di inizio attività, nella quale l’interessato dovrà dichiarare:
- di essere in possesso della prescritta qualificazione professionale
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- di svolgere l’attività in locali che rispettano sia i requisiti urbanistici che i requisiti
igienico-sanitari.
Pertanto, l’esercizio dell’attività di acconciatore non potrà più essere legato:
- né al possesso dell’autorizzazione,
- né ad alcun vincolo di distanza minima o di parametri numerici,
- né all’obbligo di chiusura infrasettimanale.
Modalità di svolgimento dell’attività
La professione di acconciatore, oltre ad essere esercitata in un apposito locale,
potrà essere svolta:
- presso il domicilio dell’esercente;
- presso una sede designata dal cliente;
- presso i luoghi di cura o di riabilitazione, presso i luoghi di detenzione, nelle caserme
o in altri luoghi per i quali siano stipulate convenzioni con pubbliche amministrazioni.
Attività svolta presso il domicilio dell’esercente
L’attività di acconciatore può essere svolta anche presso il domicilio dell’esercente a
condizione che i locali ed i servizi sanitari siano funzionalmente disgiunti da quelli
adibiti a civile abitazione, abbiano un’idonea sala di attesa e siano consentiti i controlli e
rispettate tutte le disposizioni vigenti in materia igienico-sanitaria, nel rispetto delle
leggi e regolamenti regionali.
Attività svolta presso il domicilio del cliente
L’attività di acconciatore può, altresì, essere esercitata, ma solo occasionalmente, a
domicilio del cliente da parte di imprese già autorizzate in sede fissa, esclusivamente nei
confronti di persone inferme, con gravi difficoltà di deambulazione, ovvero per
particolari e straordinarie occasioni (come nei casi di persone impegnate in attività di
moda e di spettacolo).
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Attività svolta presso particolari strutture
Anche la nuova normativa prevede la possibilità di esercitare l’attività di acconciatore
nei luoghi di cura o di riabilitazione, nei luoghi di detenzione, nelle caserme o in altri
luoghi per i quali siano stipulate convenzioni con pubbliche amministrazioni.
Non è ammesso, in ogni caso, lo svolgimento dell’attività di acconciatore in forma
ambulante o di posteggio
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TECNICHE DI TAGLIO
STRATI PROGRESSIVI
È importante considerare alcune definizioni importanti, per poi addentrarci nella
specifica tecnica del taglio a strati progressivi.
Una guida stilistica per poter leggere e creare un’immagine: parte dalla comprensione
della sigla STDF
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Questa sigla è il primo punto di partenza per comprendere il taglio a strati progressivi.
Verrà successivamente ripresa per sintetizzare singolarmente tutti gli elementi che
compongono questo taglio.
Prima di passare allo step successivo è necessario dare alcune semplici definizioni per
comprendere meglio cosa c’è alla base di un taglio.
La conoscenza delle linee: sono 6 (verticale, orizzontale, diagonale destra, diagonale
sinistra, convessa, concava); le parallele e le perpendicolari.
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Distribuzione e proiezione
Distribuzione naturale è la direzione che prendono i capelli quando cadono in dalla
testa in caduta naturale, viene principalmente usata per forme piene e graduate.
La distribuzione perpendicolare è la direzione che prendono i capelli quando sono
pettinati a 90 gradi o ad angolo retto dalla loro separazione di base. Questo tipo sposta i
capelli dal loro spiovente naturale, viene usata soprattutto per le forme graduate o strati
progressivi.
La proiezione è l’angolo con il quale vengono tenuti i capelli in relazione alla curva
della testa. La proiezione può essere bassa, media o alta, in base all’angolo di
elevazione utilizzato.
Distribuzione
naturale
Distribuzione
perpendicolare
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Chiuso questo breve preambolo, con la spiegazione di alcuni argomenti necessari per
continuare la guida al taglio in strati progressivi, riprendiamo alla sigla STDF, adesso
personalizzata al taglio in questione.
STDF strati progressivi.
È una struttura di taglio che ha una progressione di lunghezze che vanno dall’interno
testa verso l’esterno testa, creano una forma leggera, movimentata e con un effetto
allungato. Viene eseguita con una proiezione medio – alta.
Il termine strati progressivi viene utilizzato per descrivere il procedimento usato per
tagliare sezioni di capelli la cui lunghezza varia progressivamente da corta nella parte
interna della testa a lunga nella parte esterna.
Qui di seguito una figura che mostra la struttura degli strati progressivi:
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Una delle varianti degli strati progressivi: con proiezione parallela al soffitto.
Ci sono altre varianti di strati progressivi: proiezione di 90 gradi e linea di taglio
verticale, proiezione a 270 gradi con linea di taglio verticale; a raggiera con proiezione
alta.
Queste altre tipologie danno una forma differente di taglio, la linea di taglio verticale
con proiezione a 270 gradi da un effetto molto corto e sfilato sul davanti e molto lungo
dietro; lo stesso vale per la linea di taglio verticale a 90 gradi effettuata dietro la nuca:
questo avrà un effetto di capelli molto lunghi avanti, e più corti dietro.
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Inoltre durante un taglio è importante considerare alcuni fattori quali la densità dei
capelli, la struttura/texture dei capelli, la forma del viso, evitando di enfatizzare
caratteristiche del viso negative come un naso grosso o la fronte alta ecc, l’elasticità dei
capelli: da bagnati si allungano maggiormente rispetto a quelli asciutti. Sono importanti
le linee guida per decidere la lunghezza e la forma del taglio, per ottenere precisione e
una controllata metodica del taglio; altri fattori critici sono le infezioni.
Requisiti per prepararsi al taglio:
il posto di lavoro deve essere pulito e asciutto, il piano di lavoro ordinato e gli strumenti
puliti e sterilizzati.
È importante coprire la cliente con un asciugamano puliti, il camice e il collare di
gomma per il taglio.
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CONCLUSIONI
Questa tesina vuole racchiudere gli argomenti maggiormente discussi, volendo lo stesso
intendere che non sono solo questi ma molti altri, il nostro lavoro è di fatto una
passione, che include non solo le conoscenze tecnico-stilistiche, ma anche teoriche, le
prassi.
L’acconciatore in questo frangente è una nuova figura che sa muoversi nel suo settore, e
deve possedere conoscenze a tutto tondo, che gli consentiranno di saper gestire le
difficoltà, saper rapportarsi con tutti quelli che fanno parte di questo ambiente, dalla
cliente nel salone, ai dipendenti, ai suoi competitor gli altri professionisti, e non solo,
saper dialogare con le banche, con i fornitori, il commercialista, tutti.
Questo porta il professionista a non fermarsi mai, ad essere sempre aggiornato, e
costantemente in discussione negli anni avvenire.