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IL TERRITORIO NARRATO

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“per conoscere un territorio dobbiamo farcelo raccontare...”

Borghi abbandonatiRicerca sistematica. Raccolta analitica.5 personaggi raccontano l’ Abruzzo.

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INDICE

ABSTRACT

FAQ : domande e non ancora risposte

INTERPRETAZIONE DEL TEMA:

5 PERSONAGGI RACCONTANO L’ABRUZZO

L’ABRUZZO.NELLA LETTERATURANELLA STAMPANEL CINEMA

BIBLIOGRAFIA

il pastore

il guardiaboschi

il contadino

il vecchio

il serparo

PREFAZIONE

CAPITOLO 6

CAPITOLO 1

CAPITOLO 2

CAPITOLO 3

CAPITOLO 4

CAPITOLO 5

indice

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IL PASTORE

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capitolo 1_IL PASTORE

ieri oggi domani

pastorizialana

STAGIONIpecuri

gregge

allevamentoPASCOLI

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Tratturi di Richard Kappel Craven_1831Viaggio in Abruzzo_La pastorizia abruzzese

“ I percorsi che i pastori seguono nelle loro annuali migrazioni nell’Abruzzo e dall’Abruzzo sono costi-tuiti da larghi tratti segnati sul terreno erboso, l’in-tegrità dei quali è mantenuta con grande cura. Sot-to il generico nome di tratturo delle pecore. ” [...]

“ Uno dei larghi tratturi, o sentieri per bestiame, passa nella stessa linea della strada maestra per L’Aquila; fui fortunato perché la vidi occupata da una lunga fila di greggi, che passarono lentamen-te presso la mia carrozza per un miglio e più. La parola «fortunato», adatta per un tale spettacolo, può tuttavia suscitare un sorriso tra i miei lettori, ma confesso che mai vidi uno di questi numerosi gruppi di animali camminare lenti e affaticati attraverso le pianure della Capitanata e delle valli d’Abruzzo, a perdita d’occhio, senza provare un nuovo senso di eccitazione, quasi simile alla gio-ia, ma che non mi proverò a descrivere. “ [...]

“ Le pecore camminano in file di circa dodici cia-scuna e ogni battaglione, se così può chiamarsi, è guardato da cinque o sei cani, secondo il suo numero; questi accompagnano la mandria, cam-minando in testa, al centro e dietro. La bellezza e docilità di questi cani, che sono di solito bianchi, è stata spesso descritta e il loro comportamento è buono fino a quando le pecore non vengono molestate, ma alla sera diventano così feroci, che sarebbe pericoloso avvicinarsi all’ovile che essi guardano. Le capre, che sono assai poche in proporzione alle pecore, e sono generalmente nere, chiudono la schiera e manifestano la loro superiore intelligenza mettendosi a giacere quando c’è una temporanea sosta. Le vacche e le cavalle viaggiano in gruppi separati. “

“ Un certo numero di queste greggicomunemente appartiene a un unico proprietario; sono sotto l’immediato gover no e ispezione di un agente, detto fattore, che le accompagna stando a cavallo, armato di fucile e meglio vestito dei pastori, i quali, d’estate e d’inverno, vestono un giaccone di pelle di pecora e sono sotto altri rispet-ti provvisti di un discreto anche se semplice abbi-gliamento e di scarpe resistenti. “ [...]

capitolo 1_IL PASTORE

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capitolo 1_IL PASTORE

ieri oggi domani

pastorizialana

STAGIONIpecuri

gregge

allevamentoPASCOLI

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di Vulpio Carlo, 14 MARZO 2010, Corriere della seraAlla dogana delle pecore

L’ Italia se n’ è accorta un po’ tardi, ma l’ idea di un «itinerario tratturale» che al ministero dei Beni culturali è venuta soltanto nel 2009, è una bella idea. Non solo perché avvalora percorsi turisti-ci diversi (bicicletta, moto, trekking), ma anche perché «aiuta» il progetto di quattro regioni del Sud - Abruzzo, Molise, Puglia e Campania - a far accogliere dall’ Unesco «i tratturi e la civiltà della transumanza» nel patrimonio dell’ umanità. In Italia si calcola che i tratturi coprano attualmente un’ estensione pari a circa 3.100 chilometri, di-visi principalmente tra Abruzzo, Molise, Umbria, Basilicata, Campania e Puglia, le regioni in cui la transumanza (da trans-humus, cioè «di là da» e «terra») conobbe la sua affermazione più origi-nale. «Tratturo» deriva dal latino «trahere», che vuol dire trascinare, tirare. Nei dialetti abruzzese e pugliese, dalla seconda metà del XVII secolo, si afferma la parola «tratturë». In siciliano queste «vie» sono chiamate «trazzere».

[...] I tratturi sono un luogo che è ancora vivo e per questo non va «salvato» incartandolo come un reperto o, al contrario, falsamente «riqualificato» con la costruzione selvaggia di orribili capannoni. Ma può rinascere, se si recuperano le bellissime masserie e le osterie che fungevano da «poste» di sosta lungo i percorsi. «È questa la strada per valo-rizzare le aree interne, il cosiddetto “osso” della no-stra Penisola, che subisce un continuo processo di spopolamento, una vera e propria desertificazio-ne umana» dice Saverio Russo, docente di Storia moderna all’ Università di Foggia.

Non c’è nessuno che possa dire di non aver mai, almeno una volta, sbuffato di noia appena il pro-fessore a scuola intonava «Settembre, andiamo. È tempo di migrare», l’ incipit della famosa po-esia “I miei pastori”, di Gabriele d’ Annunzio. «Ora in terra d’ Abruzzo i miei pastori... van-no pel tratturo antico al piano». Quei pasto-ri non ci sono quasi più, ormai. In tutta l’ Italia centro-meridionale ne sono sopravvissuti, pro-prio come «gli ultimi dei Mohicani», una ventina. Quattro o cinque famiglie. Ma i tratturi ci sono ancora. Sono «antichi», perché quasi sempre coincidono con le grandi vie romane, e sono quell’ «erba al fiume silente» (ancora d’ Annun-zio) che a settembre - dai monti alla pianura - e a maggio - in senso inverso - per le greggi in transumanza erano strada ed erano pascolo.

“Il pastore cerca sempre di convincere il gregge che gli interessi del bestiame e i suoi sono gli stessi” (Stendhal).Mille ovini di razza gentile, trecento bufale, cin-quanta cavalli. «Così abbiamo resistito alla facile politica del pomodoro» La sfida dei fratelli Carrino: la tradizione contro l’ illusione dell’ «oro rosso» La rinuncia - “Non abbiamo lasciato i nostri pascoli per coltivare ortaggi «da industria», non abbiamo piegato la testa davanti a chi ci chiedeva una lana più grossolana.”-. Il progetto Solo: lo scorso anno il ministero ha pensato di creare una serie di «iti-nerari tratturali» e di far accogliere quest’ area tra i patrimoni dell’ umanità dell’ Unesco.

capitolo 1_IL PASTORE

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capitolo 1_IL PASTORE

ieri oggi domani

STAGIONITERRA BRACCI greggedogana PASCOLITRATTURI

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SINOSSI:

Un breve viaggio alla scoperta di come sia cambiato il mestiere di pastore in Abruzzo, in particolare con l’arrivo di pastori dell’est Europa, e di come si stia avviando verso un futuro di poche speranze.

di Luca Merloni_ITALIA 2008Documentario_PECORE NERE

capitolo 1_IL PASTORE

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IL CONTADINO

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capitolo 2_IL CONTADINO

ieri oggi domani

STAGIONITERRA

coltivazione agricoltura

campibastone

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capitolo 2_IL IL CONTADINO

di Ignazio Silone,1933FONTAMARA

“ La scala sociale non conosce a Fontamara che due piuoli: la condizione dei cafoni, raso terra e un po�chino più su, quella dei proprietari. I più fortunati tra i cafoni di Fontamara possiedono un asino, talvolta un mulo.Arrivati all’autunno, dopo aver pagato a stento i debiti dell’anno precedente, essi devono cercare in prestito quel poco di patate, di fagioli, di cipolle, di farina, di granoturco che serva per non morire di fame durante l’inverno”.

“ Prima veniva la semina, poi l’insolfatura, poi la mietitura, poi la vendemmia. E poi? Poi da capo. La semina, la sarchiatura, la potatura, l’insolfatura, la mietitura, la vendemmia. Sempre la stessa canzone, lo stesso ritornello. Sem�pre. Gli anni passavano, gli anni si accumulavano, i giovani diventavano vecchi, i vecchi morivano e si seminava, si sarchiava, si insolfava, si mieteva si vendemmiava”.

“ La vita degli uomini, delle bestie e della terra sem�brava così racchiusa in un cerchio immobile saldato dalla chiusa morsa delle montagne e dalle vicende del tempo. Saldato in un cerchio naturale, immuta�bile, come in una specie di ergastolo”.

“Donna Clorinda vestiva un abito nero con molte trine sul petto e portava sulla testa una specie di cuffia pure nera. Guardandola in faccia e ascoltan�do la sua voce si capiva perchè nel paese era stata soprannominata il Corvo”.

“ Un tempo i giovani cominciavano a partire in cerca di lavoro appena oltrepassati i sedici anni.Chi andva nel Lazio, chi nelle Puglie e chi, più ardimentoso, in America.molti lasciavano la fidanzata per quattro, sei, persino dicei anni, la ragazza giurava fedeltà e d essi si sposavano al ritorno”.

“ Vi erano alcune donne che si lamentavano; donne è inutile fare i nomi, sedute per terra, davanti alle loro case , che allattavano i loro figli , o li spidoc�chiavano, o facevano la cucina e si lamentavano come fosse morto qualcuno.Si lamentavano per la sospensione della luce, come la miseria, al buio, fosse diventata più nera”.

luogo immaginario

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IL GUARDIABOSCHI

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capitolo 2_IL GUARDIABOSCHI

NATURA lago

SELVAGGIO

viaggio trekking

VETTE incontaminato

ieri oggi domani

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capitolo 2_IL GUARDIABOSCHI

“ La pianura di Avezzano, l’azzurro chiaro del lago, Alba e il Velino con le sue belle cime, o sotto il sole oppure adombrati da nuvole passeggere; e montagne lontane oltre Sulmona coperte di neve, il passo brullo di Forca Carusa, la rupe sco-scesa di Celano: tutte queste cose assieme, in una splendida mattina italiana, erano uno spettacolo da non potersi guardare senza esserne conquistati, o da dimenticare facilmente: che pace tutt’intorno! “ [...]

“ Una serena bellezza infondeva un magico in-canto su tutto. Un gregge di capre bianche am-miccavano e starnutivano pigramente sotto il sole del mattino;

il capraio suonava una piccola zampogna; due o tre grossi falchi si libravano sul lago; un vigile cormorano stava come immobile sulla lucente superficie dell’acqua; una moltitudine di mosche volava nell’aria fragrante;

questi erano i soli segni di vita nel luogo in cui furono posti i troni di Claudio e della sua augusta sposa sulla collina brulicante di popolo.”

di Edwar Lear _ottobre 1844Escursioni illustrate negli abruzzi_Viaggio illustrato in Italia

Pianura di Avezzano

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IL VECCHIO

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capitolo 3_IL VECCHIO

ieri oggi domani

tradizionistoria memoria BORGO

CULTURAvecchioturismo

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Nuovi gruppi italiani - anche etnici - e nuovi co-mici animano le notti di musica (stasera Cuore a nudo, domani i Masquèra) e cabaret in piazzetta Arlini, nel cuore del borgo, secondo il calendario studiato dall’ Associazione Amici per Castelbas-so (vedi www.castelbasso.org). E c’ è spazio an-che per il gusto e la conoscenza delle delizie del territorio. Nella sezione Enogastronomia (a cura di Massimo Di Cintio) si è appena concluso il primo mini corso sul Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane - nuova Docg che già riscuote grande apprezzamento fra gli esperti di vini - e il 21 cominceranno le serate incontro (ogni giovedì) per permettere al grande pubblico di conoscere e degustare alcune fra le circa 50 etichette del Consorzio di tutela: grandi vini ormai in grado di competere con Baroli e Supertuscans. Insieme agli altri sapori della terra abruzzese: formaggi di montagna (il 12 agosto, giornata dedicata ai pastori d’ Abruzzo), pasta artigianale, carne di pecora, […]

Castelbasso, un paesino dell’ XI secolo che d’ in-verno conta solo 80 abitanti, è affolato ogni sera di turisti provenienti dagli agriturismi sulle colline come dagli alberghi in riva al mare per se-guire il suo ricco calendario. Fra le antiche case, le atmosfere medievali sposano l’ arte contem-poranea e d’ avanguardia: Progetto Cultura dedi-ca questa edizione alla figura, all’ insegnamento e all’ eredità di Lucio Fontana. L’ italo-argentino, in Italia dal ‘ 47, «è stato insie-me a Burri l’ espressione più alta e autorevole della ricerca artistica italiana - nota Ottaviano Del Turco, neo presidente della Regione Abruzzo - in un mondo dominato dall’ irruzione della grande ondata newyorkese dei Pollock, Rothko, De Koo-ning». […]Letteratura, con una kermesse poetica cui partecipano 24 poeti da tutto il mondo.

di Zanini Luca , 15 LUGLIO 2005 ,Corriere della Sera

DAL NOSTRO INVIATO.CASTELBASSO (Teramo) - Strade che corrono fra le montagne più alte del Centro Italia. E poi giù per le colline che digradano verso l’ Adriatico. Piccole arte-rie intercomunali che si snodano tra i filari ordinati delle vigne già cariche di rossi grappoli. E campanili, borghi arroccati e case coloniche, iso-late sul culmine di un colle. L’ aria inconfondibile dei monti che si mescola alle brezze marine. Un viaggio nella provincia di Teramo, appena due ore d’ auto da Roma, è occasione per scoprire paesaggi incontami-nati e godere del clima temperato di queste verdis-sime zone. Ma non c’ è solo questo nelle fertili terre del Setten-trione d’ Abruzzo. Musica, poesia, letteratura, arti visive, spettacoli etnici e comici: sono i temi che si intrecciano nella manifestazione Castelbasso Pro-getto Cultura, iniziata sabato scorso nel piccolo borgo-galleria, che domani inaugura la sezione de-dicata ai «recital di versi e musica» e fino al 28 agosto ospiterà eventi di ogni genere.

Arte e vino nel borgo antico Castelbasso

capitolo 3_IL VECCHIO

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IL SERPARO

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ieri oggi domani

capitolo 5_IL SERPARO

SERPI

PROCESSIONERELIGIONE

FEDErito arcaico CHIESAmagiasacro

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di Richard Keppel Craven_1831VIAGGIO IN ABRUZZO_I MARSI, INCANTATORI DI SERPENTI

“ Spero che non sia ritenuta un esagera-zione frivola a favore della loro identità osservare che gli attuali abitanti di questa regione pretendono di possedere lo stesso occulto potere dei loro antenati: incantare i serpenti velenosi e renderli innocui. In mol-tissimi luoghi del regno di Napoli si possono vedere occasionalmente carri che traspor-tano scatole piene di serpenti di ogni spe-cie e colore, che i marsicani mostrano alla folla intenta a guardare; nello stesso tem-po, questi offrono, molto a buon mercato, il modo di rendere gli spettatori invulnerabili ai morsi dei serpenti. “

“ L’operazione richiesta per assicurarli contro il veleno dei serpenti per l’avvenire consiste in un leggero graffio alla mano o al braccio fatto dal dente di una vipera, privata del suo veleno, poi nell’applicare una pietra misteriosa alla puntura e infine nel dare all’interessato un‘immagine di San Domenico di Cocullo con una preghiera.” [...]

Cocullo

capitolo 5_IL SERPARO

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FAQ & CONCLUSIONI

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[ ... ]

?

ieri oggi domani

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Torneranno a vivere questi borghi?

Riusciranno a convivere tradizioni, nuovi stili di vita, turismo e rispetto per l’ambiente?

L’Abruzzo, regione poco conosciuta e trascurata dai classici percorsi turistici, abbiamo cominciato a scoprirlo attraverso documentari, film, articoli, im-magini, libri di diversi autori e epoche, attraverso molteplici racconti...Ci siamo create un’idea di terra affascinante, ma difficile da scoprire e vivere, forse anche per la sua conformazione geografica, tra monti e vallate, che separano il mare dalla terra creando microcosmi distinti, lontani.La parola che viene spontaneamente da associare all’ interno dell’ Abruzzo, alle sue tradizoni, alle sue frazioni, ai borghi antichi, al paesaggio naturale che la circonda, la parola é: INTATTO. Un Abruzzo aspro e isolato, come contraltare alle brutali edificazioni della costa adriatica trasformata in un unico serpentone di seconde case e di centri commerciali. Immaginiamo questa geografia d’ Abruzzo: da un lato i grandi centri commerciali, i megacinema, dall’altro la sostanza agricola, contadina e anzi montanara stretta tra il Gran Sasso e i selvaggi par-chi nazionali.I racconti raccolti descrivono geografia, ma soprat-tutto facce, facce anziane e solitarie. Facce che ci aspettiamo di incontrare nei borghi e che ci possano racconatare con le loro parole e nei nostri scatti fotografici com’ era e com’è questa “re-mota” regione del cento d’ Italia, in qualche modo ancora intatta, rimasta incorrotta dal tempo.

Documentario_PECORE NEREFAQ: domande e non ancora risposte

TERRA VERGINEDocumentario_PECORE NERECONCLUSIONI

?

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pastoriziaTRANSUMANZA

lana

STAGIONI

NATURA

TERRA

coltivazione

agricolturaformaggio

vino

zafferano

arare miele

PRODOTTI TIPICIgastronomia

animali

funghi

LUPO

solitudine

ISOLAMENTOABBANDONO

emigrazione

memoria

BORGO

SERPI

PROCESSIONERELIGIONE

FEDErito arcaico

CHIESAmagia

campane

rituali pagani

sacro profano

TRADIZIONI POPOLARI

silenzioracconti

vecchio

AREE PROTETTE

parchi

lago

ambiente

campi

tutelaSELVAGGIOviaggio

asino

trekking

bosco

MONTAGNE

ORSO

VETTEturismo racconti popolari

incontaminato

ippoviarisorse naturali

pecuriBRACCI

PASTORE ABRUZZESE

gregge

formaggi

allevamento

doganatratturelli

PASCOLI

MASSERIE

bastone

TRATTURIIl pastore viene assunto come emblema dell’attività pastorale tanto pra-ticata in Abruzzo nonchè della tradizione della transumanza lungo gli antichi tratturi. In Italia l’intrecciarsi di queste vie armentizie, percorse con le greggi nelle stagioni fredde verso la Puglia è stimato di 3.100 km e si rileva principalmente proprio in Abruzzo.Oggi la pastorizia è praticata prevalentemente da immigrati dell’est, tuttavia resta una parte importan-te dell’economia di questa regione. Il pastore ci narra dunque non solo dei tratturi, potenziali percorsi turistici nella natura, ma delle innumere-voli pecuri, che pascolano lungo le strade abruzzesi e dei relativi prodotti tipici locali, come formaggi e lana, risorse produttive locali.

Il vecchio abitante dei borghi abbandonati visitati viene asunta come figura emblematica per comprendere e ricostruire il modo di vivere, le credenze e le usanze di queste piccole comunità arroccate sui monti. Il vecchio è dunque personaggio custode di queste pietre, di queste case, in cui appare ancora incisa la memoria collettiva e l’immenso patrimo-nio intangibile di questi centri “disabitati”. La voce di un anziano seduto sull’uscio di una casa, su una panchina o al bar a giocare a carte, un’anzia-na donna vestita di nero testimoniano la miseria, le beghe di campanile, dell’emigrazione, del terremoto che hanno travagliato i borghi abruzzesi presi in esame. Un semplice vecchio ci testimonia il senso di solitudine e di abbandono di “villaggi fantasma” abruzzesi.

Il guardiaboschi è portavoce della natura incontaminata d’Abruzzo.Il 33% del territorio abruzzese è rappresentato da parchi naturali ed aree protette. E’ la regione più verde d’Italia. I borghi visitati sono immersi nel parco del Gran Sasso-Laga circondati da verdi vallate e aspre montagne.Il territorio montuoso inaccessibile è uno dei fattori determinanti che ha dettato l’abbandono dei borghi. Il Guardiaboschi si occupa inoltre della tutela della fauna selvatica e del loro ecosistema. Due animali in parti-colare costellano le leggende e i miti abruzzesi: l’orso e il lupo. Il lupo come l’orso rappresentano un patrimonio che contribuisce allo sviluppo del turismo e quindi alla crescita economica regionale, grazie soprattutto all’organizzazione del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Il serparo rappresenta la forte identità religiosa, a tratti pagana, di questa regione. Il serparo è un semplice ragazzo o contadino locale che il pri-mo giovedì di Maggio, nella tradizionale festa di Cocullo, si trasforma nel protagonista di un rituale magico-arcaico che si perpetua in Abruzzo da secoli. Portavoce degli ultimi abitanti che non lascerebbero mai la pro-pria casa come la propria chiesa e dei borghi abbandonati nel cui silen-zio risuonano solo le campane. Il serparo è dunque la sintesi metaforica delle credenze popolari tanto radicate in questa terra. Questo personag-gio racconta contemporaneamente il timore e il rapporto mistico degli abtanti con la natura, narrando gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna abruzzese.

Il contadino porta con sè il profondo valore della terra, radicato negli abruzzesi; infatti anche il turismo si basa sull’offerta di prodotti tipici della terra. Percorrendo il territorio osserviamo che gran parte della provincia di Teramo è ancora suddivisa in campi coltivati.Questo personaggio rac-conta contemporaneamente il rapporto mistico degli abitanti con la na-tura, e le risorse produttive locali, su cui punta fortemente il turismo.Per il territorio si sente il profumo di grano e uva e tradizionali processioni loca-li sono ancora legate al calendario propiziatorio agricolo, testimoniando così il radicato valore della terra.

IL PASTORE

IL CONTADINO

IL GUARDIABOSCHI

IL VECCHIO

IL SERPARO