Impresa & Territorio

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edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena periodico d’informazione aziendale anno IV Oobre 2012 CONGIUNTURA Calano ancora faurato e produzione del secondo trimestre 2012 Il servizio a pagina 5 Editoriale IN PRIMO PIANO Reportage del Giornale delle Imprese sul riordino delle Province La ricerca di una soluzione per lo sviluppo del distreo emiliano Addio al sogno della “Grande Emilia”? Con la Provincia “Emilia” vi era o meglio vi è (la decisione finale non è ancora presa) la possibilità che confini amministrativi siano individuati in un ottica di distretto industria- le, un distretto che va dalla Ferrari alla Barilla passando per Max Mara, o ancora dal Pro- sciutto di Parma a quello di Modena passando per il Parmigiano-Reggiano. Brand ed eccellenze caratterizzanti di un ter - ritorio e ben noti nel mercato globale. Modena, Reggio Emilia e Parma sono le città emiliane per antonomasia, formano insieme un distretto economico ben individuato. Quante sinergie si potrebbero realizzare per proporsi a livello mondiale. Mentre, infatti, la scelta di unire la Romagna merita un plauso, non si comprende perché altrettanto non si sia fatto per l’Emilia, prefe- rendo una divisione che ricorda un ritorno ad un lontano passato. Tale scelta sembra contrastare in modo pa- lese con una visione economica e di sviluppo del territorio. Non sappiamo se dopo il parere del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) e dell’o- rientamento della Regione Emilia-Romagna, la partita possa considerarsi chiusa. Ma le questioni aperte sono ancora molte e ci sem- bra che una decisione così importante meriti più attenzione da parte di tutte le forze eco- nomiche. segue a pag 2 Oobre 2012 FORMAZIONE Da Cisita Parma nuova piaaforma dedicata alle risorse umane SOSTENIBILITÀ Ifoa e Studio Alfa insieme in Sud America per la Commisione Economica delle Nazioni Unite IMMOBILIARE In calo il mercato degli immobili industriali PROJECT FINANCING Segnali posivi dal partenariato pubblico privato Il servizio a pagina 6 ASSICURAZIONI Accordo di Partnership tra Studio Garulli ed Inser SpA Il servizio a pagina 17 Il servizio a pagina 9 RICERCA & SVILUPPO REI: progeo europeo nel seore automove Il servizio a pagina 10 Il servizio a pagina 13 Il servizio a pagina 7 di Ottavio Margini Impresa & Territorio è distribuito gratuitamente Richiedi una copia per la Tua azienda

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Giornale rivolto alle imprese delle province di Modena, Reggio Emilia e Parma

Transcript of Impresa & Territorio

Page 1: Impresa & Territorio

edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena

periodico d’informazione aziendale

anno IV Ottobre 2012

CONGIUNTURACalano ancora fatturato e produzione del secondo trimestre 2012

Il servizio a pagina 5

Editoriale IN PRIMO PIANO

Reportage del Giornale delle Imprese sul riordino delle Province

La ricerca di una soluzione per lo sviluppo del distretto emiliano

Addio al sogno della “Grande Emilia”?

Con la Provincia “Emilia” vi era o meglio vi è (la decisione finale non è ancora presa) la possibilità che confini amministrativi siano individuati in un ottica di distretto industria-le, un distretto che va dalla Ferrari alla Barilla passando per Max Mara, o ancora dal Pro-sciutto di Parma a quello di Modena passando per il Parmigiano-Reggiano.Brand ed eccellenze caratterizzanti di un ter-ritorio e ben noti nel mercato globale.Modena, Reggio Emilia e Parma sono le città emiliane per antonomasia, formano insieme un distretto economico ben individuato.Quante sinergie si potrebbero realizzare per proporsi a livello mondiale.Mentre, infatti, la scelta di unire la Romagna merita un plauso, non si comprende perché altrettanto non si sia fatto per l’Emilia, prefe-rendo una divisione che ricorda un ritorno ad un lontano passato.Tale scelta sembra contrastare in modo pa-lese con una visione economica e di sviluppo del territorio.Non sappiamo se dopo il parere del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) e dell’o-rientamento della Regione Emilia-Romagna, la partita possa considerarsi chiusa. Ma le questioni aperte sono ancora molte e ci sem-bra che una decisione così importante meriti più attenzione da parte di tutte le forze eco-nomiche.segue a pag 2

Ottobre 2012

FORMAZIONE

Da Cisita Parma nuova piattaforma dedicata alle risorse umane

SOSTENIBILITÀ

Ifoa e Studio Alfa insieme in Sud Americaper la Commisione Economica delle Nazioni Unite

IMMOBILIARE

In calo il mercato degli immobili industriali

PROJECT FINANCING

Segnali positivi dal partenariato pubblico privato

Il servizio a pagina 6

ASSICURAZIONI

Accordo di Partnership tra Studio Garulli ed Inser SpA

Il servizio a pagina 17

Il servizio a pagina 9

RICERCA & SVILUPPO

REI: progetto europeo nel settore automotive

Il servizio a pagina 10

Il servizio a pagina 13

Il servizio a pagina 7

di Ottavio Margini Impresa & Territorio

è distribuito gratuitamente Richiedi una copia per la Tua azienda

Page 2: Impresa & Territorio

Intervista esclusiva del Giornale delle Imprese

ai presidenti delle Province di Piacenza,

Reggio Emilia e Modena

1. Nell’ambito del riordino delle Province emiliane di Piacenza,

Parma, Reggio Emilia e Modena si è parlato di soluzioni diverse; quale la Sua posizione e per

quali motivi?

2. Da un punto di vista economico prevale l’idea di poter lavorare in un ottica di distretto e non solamente di

confini amministrativi.Non pensa che riunire

quattro Province virtuose nella “Grande Emilia”

possa favorire lo sviluppo dei nostri territori?

3. A chi spetta la decisione finale e quale ruolo, a Suo avviso, dovrebbe

spettare ai cittadini in questa scelta?

2 RIORDINO PROVINCE

Molteplici le questioni aperte di forma, sostanza e procedura

Il parere di Massimo Trespidi, presidente della Provincia di Piacenza

Riordino delle Province: il rischio di un pasticcio!

Piacenza ha una vocazione naturale verso la Lombardia

Occorrono scelte coerenti con una visione economica di sviluppo del territorio emiliano

Lecito ed opportuno consegnare ai cittadini la responsabilità della scelta

continua da pag 1di Ottavio Margini

Sul Tema delle Province e del loro “riordine” le questio-ni aperte sono molteplici.Si parte innanzitutto dalla loro effettiva utilità (prima questione). Dovevano essere soppresse poi si è arrivati al taglio parziale.Certo è che le Province sono previste dalla Costituzio-ne che recita all’art.114 “la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dal-le Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. Per sopprimerle occorrerebbe modificare il dettato costitu-zionale.Si passa poi ai criteri (secon-da questione) previsti per procedere a diminuirne il nu-mero, ovvero al riordino. Ve-ramente molto opinabili. Si è dato più peso ai chilometri quadrati piuttosto che a indi-ci economici quali il PIL o al numero delle imprese.Si ha l’impressione che an-

cora una volta si sia operato, così come per le altre riforme varate, in un ottica di pura “revisione della spesa” senza abbinare ai tagli un processo di razionalizzazione con una visione costruttiva e di svi-luppo.Vi è l’aspetto (terza questio-ne) relativo al mutamento delle circoscrizioni Provin-ciali che, sulla base dell’art 133 della Costituzione, avvie-ne su iniziativa dei Comuni.Non pochi sono i dubbi espressi anche da famosi Costituzionalisti sulla legitti-mità dell’art. 17 del decreto legge 95, che riguarda le mo-dalità procedurali sul riordi-no delle Province. Non sembra sussistere, infat-ti, alcuna plausibile giustifi-cazione per la palese diffor-mità fra il procedimento di riordino previsto dal decreto e la ben diversa procedura di modifica dei territori delle Province, stabilita nella Co-stituzione. Il principio auto-

nomistico appare vittima di un ‘vero e proprio capovolgi-mento’.Da dibattere ci sarebbe anche la trasformazione delle Pro-vince in enti di secondo gra-do (quarta questione), senza quindi elezione diretta. Su queste questioni vi sono ricorsi pendenti. Altro aspetto (quinta que-stione) è se la Regione debba sentire per il riordino le po-polazioni interessate, come sempre cita l’art. 133, o se comunque se sarebbe op-portuno. Da discutere (sesta questione) ci sarebbe anche se decisioni così importanti (sempre che le Province siano importanti e debbano essere mantenute in vita) spettino o siano fortemente influen-zate dal parere del solo Con-siglio delle Autonomie locali (CAL). Il CAL (sconosciuto ai più) è un organo di rappre-sentanza, di consultazione e di coordinamento tra la Re-gione e gli Enti locali. Un Or-

gano che in Emilia-Romagna è stato istituito recentemente dalla legge regionale 9 otto-bre 2009, n. 13. Un organo che ha composizioni diverse nelle varie Regioni e del qua-le non fanno parte in Emilia-Romagna il mondo economi-co e scientifico.Altro tema sui cui dibattere (settima questione) è quello delle competenze ancora non ben definite che avrebbero le Province dopo il riordino.Ma premesso tutto questo, non sono queste sette que-stioni aperte, peraltro su temi rilevanti oggetto della nostra attenzione, ma piuttosto la logica e i motivi in virtù dei quali si prospetta la futura di-visione della Regione Emilia-Romagna sulla base del pare-re deliberato dal CAL. In par-ticolare, la realizzazione delle Province di Piacenza e Parma da un lato e Reggio Emilia e Modena dall’altro. Tale scelta sembra contrastare in modo palese con una visione eco-

nomica e di sviluppo del ter-ritorio emiliano. Vorremmo che tutti i sindaci coinvolti in questa decisione del CAL ci dessero una motivazione precisa e razionale sulla loro scelta e se ne assumessero la responsabilità. Per quanto ci riguarda non potendolo chiedere a tutti i Sindaci, abbiamo domanda-to le motivazioni delle loro ai Presidenti delle Province in-teressate che comunque poco hanno potuto incidere nella decisione.Ci hanno risposto i Presiden-ti delle Province di Modena, Piacenza e Reggio Emilia. Riportiamo i quesiti sottopo-sti e le loro posizioni motiva-te.Il Presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernaz-zoli, tramite l’addetto stam-pa, ci ha riferito che sulla questione non rilascia dichia-razioni alla stampa su questo argomento.

Con riguardo al primo que-sito, così risponde Massimo Trespidi, presidente della Provincia di Piacenza: “La mostra Provincia ha sempre sostenuto la propria identità autonoma sulla base di una peculiarità prima di tutto ge-ografica: confina infatti con tre regioni e sei province. Su-perata questa fase e proce-dendo in un riordino all’in-terno della regione attual-mente di appartenenza, ho sostenuto, appoggiato dalle categorie economiche, dalle parti sociali e dai 48 sindaci del territorio piacentino,

un’unione con la Provincia di Parma; unione che parte dal presupposto che il riordino delle Province debba avere un dimensionamento congruo rispetto alla collocazione re-gionale. Circa la seconda domanda “La ‘Provincia Emilia’ – pre-cisa Trespidi – a causa della sproporzionata vastità terri-toriale e dell’altissimo nume-ro di abitanti, avrebbe con-trastato con la dimensione della regione Emilia Roma-gna. Il Consiglio provinciale di Piacenza, nella sua sovra-nità e nella sua autonomia,

ha inoltre valutato, in questo particolare momento storico,

l’opportunità di adottare un provvedimento per l’avvio del referendum per la scelta della collocazione di Piacenza in Emilia o in Lombardia; que-sto sulla base della naturale vocazione della Provincia di Piacenza verso la Lombardia.Non credo – risponde Massimo Trespidi – che riunire quattro Province nella “Provincia Emi-lia” possa favorire lo sviluppo dei nostri territori. Un distretto economico potreb-be avere validità nell’ambito di una macro-regione del Nord. Sulla base delle competenze assegnate alle ‘nuove Province’

la dimensione della ‘Provincia Emilia’ sarebbe in contrasto con le necessità amministrati-ve”.In risposta al terzo quesito “La Provincia di Piacenza – dice Trespidi – in considerazione del fatto che ci troviamo di fronte ad un passaggio epocale, ha ritenuto lecito e opportuno con-segnare ai cittadini la responsa-bilità della scelta, avviando l’iter del referendum per la colloca-zione della provincia di Piacen-za in Emilia o in Lombardia”.

Massimo Trespidi, presidente della Provincia di Piacenza

Page 3: Impresa & Territorio

3RIORDINO PROVINCE

Con riguardo alla prima do-manda, “la proposta del CAL – afferma Sonia Masini, pre-sidente della Provincia di Reggio Emilia – non ci trova d’accordo perché si creano Province, per dimensione e qualità, molto eterogenee tra loro, associandole in modo forzoso e anacronistico, senza una visione di futuro e di con-testo europeo. Va definito me-glio anche il ruolo della città metropolitana di Bologna e sul fronte degli accorpamenti va fatto di più. Vanno dimez-zate le Regioni, venti sono troppe, ma anche le Province vanno ridotte di più, qui ce ne vogliono tre e non cinque, con compiti prevalentemente di programmazione, di pianifi-cazione, di gestione di poche e precise materie come le infra-strutture. Si deve riordinare – continua Sonia Masini – l’or-ganizzazione dello Stato, tut-ta, superare gli sprechi e le sovrapposizioni, aprire una stagione che ridefinisca i con-fini per dare migliori servizi. E’ davanti a tutti la necessità e

la responsabilità di una fase impegnativa per affermare l’unica proposta che vediamo sensata, cioè la costruzione di un nuovo assetto amministra-tivo per l’Emilia. Essa non do-vrà essere una nuova regione bensì uno degli ambiti, in cui suddividere la Regione Emi-lia-Romagna, che potrà por-tare risparmi ma soprattutto nuove e grandi opportunità per le sue imprese e per il suo tessuto economico in modo da creare nuovi posti di lavoro e contribuire a battere la crisi economica che ci attanaglia. Modena, Reggio Emilia, Par-ma e Piacenza, solo se unite, eviteranno di diventare le pe-riferie delle aree metropolita-ne di Milano e Bologna e po-tranno mantenere e potenzia-re le proprie eccellenze. Emi-lia non dovrà cancellare i nomi dei singoli territori, ma piuttosto esaltarli perché noi siamo già Emilia. La proposta di Emilia – precisa la Masini – non nasce oggi, ma matura da tempo ed è quella più forte perché anche secondo diversi

programmi europei quest’a-rea ha tutti gli indicatori per attrarre finanziamenti ed ec-cellenze, per essere un’area che conta in Italia e in Euro-pa”. Circa il secondo quesito “Emilia – risponde Sonia Masini – è un brand fortissi-mo, ha una reputazione ec-cellente, come le espressioni di stima e solidarietà ricevute nel recente terremoto hanno dimostrato: è il simbolo del buon vivere, del food, del sa-per fare, della storia e della cultura. Emilia ha una forte economia che potrà essere rilanciata proprio da nuove integrazioni e collaborazio-ni in modo da potenziare le infrastrutture, le reti tele-matiche, i corridoi ecologici. Emilia sarà un’area eccellen-te che darà nuovo impulso al lavoro delle sue popolazioni, produrrà nuovo reddito e po-trà essere motore importante per rilanciare l’Italia. Tutto questo non è un progetto bu-rocratico, è un nuovo sogno che potrà avverarsi se avremo

insieme la lungimiranza di guardare lontano, di supera-re i campanili, di non parlare solo di pubblica amministra-zione, ma della sostanza delle cose”. Venendo al terzo quesito “a Reggio Emilia – afferma So-nia Masini – si è aperta una grande campagna di ascolto e sono già migliaia le firme rac-colte a sostegno del progetto Emilia che valorizzerebbe Modena, Reggio, Parma, Pia-cenza e tutta l’Emilia-Roma-gna. Bisogna togliere le de-cisioni dagli ambiti ristretti,

dei partiti e delle istituzioni, bisogna parlare con i cittadi-ni, le imprese, i liberi profes-sionisti, con i giovani, capire che cosa vogliono e spiegare loro i progetti. Non condivi-do la procedura secondo la quale anche se a molti le cose non vanno bene si va avanti lo stesso, è un modo molto for-zato di procedere. Il Paese ha bisogno di essere riformato in profondità e quella del rior-dino istituzionale e dei nuovi ambiti territoriali è un’occa-sione importante, tra l’altro si dice che bisogna diminuire il numero delle Province mi pare invece che ci sia chi vuo-le aumentarle o, forse, tenere lo stesso numero. Noi – con-clude Sonia Masini – propo-niamo che al posto di quattro Province se ne faccia una. Mi pare una bella razionalizza-zione per un organismo che non dovrà gestire ma pro-grammare infrastrutture ma-teriali e immateriali e, soprat-tutto, impegnare ciascuno a lavorare di più insieme, uniti, per essere più forti”.

Il parere di Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia

“Emilia” è un brand fortissimo con una reputazione eccellente La scelta sul riordino coinvolge i cittadini, le imprese, i liberi professionisti e i giovani

Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia

“Il documento approvato dal Consiglio Autonomie Lo-cali (CAL) in materia di rior-dino delle Province è il primo passo di un percorso di rior-ganizzazione dello Stato. Questa riforma – dice Emilio Sabattini – è nata in una fase emergenziale, sotto la spinta della crisi economica e finan-ziaria. La politica e le istitu-zioni, che finora sono rimasti spettatori, devono ora ren-dersi protagonisti di questo processo, assumendo il tema della riforma istituzionale come elemento prioritario per raggiungere l’obiettivo che i cittadini si attendono, e cioè un profondo rinnova-mento e una sempre maggior efficienza della pubblica am-ministrazione. Modena, pur rispondendo ai parametri fis-sati dal governo per il mante-nimento delle attuali Provin-ce, partendo dalla convinzio-ne che in questa fase di gran-

de cambiamento fosse sba-gliato rimanere da soli ha av-viato una consultazione con il sistema politico istituzionale e l’associazionismo economi-co per individuare l’ambito territoriale più adeguato. C’erano tre ipotesi in campo – spiega ancora Sabattini – la prima era l’unione tra Mode-na, Reggio Emilia e Ferrara, la Provincia Cispadana; la se-conda è l’aggregazione tra Modena e Reggio Emilia,

un’unione che in molti campi esiste già e nei fatti ha antici-pato la politica. Basti pensare all’economia, all’istruzione, all’università. C’era poi una terza ipotesi, avanzata da Reggio, che era quella di cre-are una Provincia Emilia comprendente Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Mo-dena. Ma era la soluzione a noi più distante – aggiunge Sabattini – perché non biso-gna dimenticare che sul di-mensionamento delle nuove Province verrà poi ridisegna-to anche il nuovo assetto del-lo Stato. Ed è difficile imma-ginare che avere su un terri-torio così ampio una rappre-sentanza unica di funzioni fondamentali quali ad esem-pio Prefetture, questure o Ca-mere di commercio possa ri-spondere a un’esigenza di maggior efficienza. Ci siamo confrontati sulle tre ipotesi, tutte con la medesima dignità

e degne della massima atten-zione, partendo dal presup-posto che il nuovo soggetto, la nuova provincia, non do-vrà cancellare alcuna identi-tà, perché ciascuno vi entrerà con la propria: sarà esclusi-vamente l’espressione di una diversa organizzazione terri-toriale dello Stato, per meglio rispondere alle esigenze di modernizzazione ed efficien-za della pubblica ammini-strazione. Dalla consultazio-ne è emersa l’indicazione dell’ambito territoriale Mo-dena- Reggio Emilia come quello maggiormente rispon-dente alle esigenze del terri-torio, ed è questa la proposta che gli enti locali modenesi hanno avanzato al Consiglio delle Autonomie Locali, che ha poi confermato questa in-dicazione. La ‘Provincia dell’Emilia’ è una proposta che ha una for-te suggestione oltre ad una

significativa innovazione – conclude Sabattini – Tuttavia per l’insieme dei pareri e delle osservazioni raccolte in sede di consultazione ci siamo convinti che in questa fase sia più utile, anche relativamente alle competenze che avranno le nuove province e per il pro-cesso di riorganizzazione che successivamente riguarderà gli uffici periferici dello Sta-to, andare a un’aggregazione dei territori di Reggio Emilia e Modena con la costituzio-ne di un ambito di oltre 1,2 milioni di abitanti dotato di un insediamento industriale, agricolo, agroalimentare e culturale fra i primi nel Paese e in Europa. Noi riteniamo che questa scelta possa rap-presentare una prima tappa, non conclusiva, l’avvio di un processo nuovo che può esse-re ricompreso dentro ad una prospettiva che guarda ad un ambito emiliano”.

Il parere di Emilio Sabattini presidente della Provincia di Modena

“Provincia dell’Emilia”: troppo vasto il territorio per una rappresentanza unica La Provincia di Modena-Reggio Emilia risponde in questa fase alle esigenze del territorio

Emilo Sabattini, presidente della Provincia di Modena

Page 4: Impresa & Territorio

4 RIORDINO PROVINCE

Se in Emilia-Romagna il ri-ordino delle Province avvenis-se come dalle indicazioni espresse dal CAL (Coordina-mento delle Autonomie Loca-li) la Provincia più forte sulla base dei dati socio-economici sarebbe quella di Reggio Emi-lia e Modena. Sulla base dei dati 2010 dell’Atlante della competi-tività delle Province e delle Regioni dell’Istituto Gugliel-mo Tagliacarne, avrebbe in-fatti una popolazione di oltre 1.200.000 abitanti, più di 130.000 imprese registrate e un PIL di quasi 37.500 mi-lioni di Euro. Subito dopo la Romagna e in terza posizione Bologna.Più distaccata la Provincia di Piacenza e Parma con 730.000 abitanti, 79.000 im-prese registrate e un PIL di 21.844 milioni di Euro.Poco significato ha in tale contesto l’isolamento della Provincia di Ferrara che ha indici socio-economici inevi-tabilmente molto più deboli.

La divisione sulla base dell ’attuale parere espresso dal CAL

Le future Province dell’Emilia-Romagna: dati socio-economiciPrimeggiano Reggio Emilia con Modena e la Romagna

PARMA-PIACENZA

kmq 6.038,79Popolazione 731.995Imprese registrate 79.302PIL (in mil. di euro) 21.844

FERRARA

kmq 2.631,82Popolazione 359.994Imprese registrate 37.749PIL (in mil. di euro) 9.687

ROMAGNA

kmq 5.096,77Popolazione 1.114.089Imprese registrate 127.929PIL (in mil. di euro) 33.748

MODENA-REGGIO EMILIA

kmq 4.975,75Popolazione 1.231.256Imprese registrate 132.833PIL (in mil. di euro) 37.470

BOLOGNA

kmq 3.702,41Popolazione 991.924Imprese registrate 97.509PIL (in mil. di euro) 32.748

Fonte: Atlante delle competitività delle Province e delle Regioni - Dati 2010 - Istituto Guglielmo Tagliacarne

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5CONGIUNTURA

Nel secondo trimestre 2012 non si attenua e prosegue la fase negativa congiunturale. Ancora in calo produzione fatturato e ordini. Unica ec-cezione le esportazioni e gli ordini esteri che riescono an-cora a crescere, ma il cui an-damento è apparso tuttavia in rallentamento rispetto al trend dei mesi precedenti. La tendenza negativa interes-sa tutti i settori, in particolare le maggiori difficoltà hanno riguardato l’industria del le-gno e del mobile e quella del-la moda. Le piccole imprese, meno orientate al commercio estero, subiscono i contrac-colpi più duri. La crisi sta colpendo tutti, ma più dura-mente le imprese industriali. In Emilia-Romagna, regio-ne vocata al manifatturiero, nel prolungarsi della fase recessiva, sono le imprese di minore dimensione a pagare il prezzo più elevato. Sono queste alcune indicazioni che emergono dall’indagine con-giunturale relativa al secondo trimestre 2012 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unionca-mere Emilia-Romagna, Con-findustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. La produ-zione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è diminuita del 3,6% rispetto all’analogo periodo del 2011, confermando il calo del tri-mestre precedente. Il calo ha interessato tutte le classi di-mensionali, in particolare la piccola impresa fino a 10 di-pendenti. A livello settoriale, le maggiori difficoltà hanno interessato le industrie del legno e del mobile (-8,2%), che risente di riflesso del-la crisi dell’edilizia, e della moda (-9,5%), che sconta la riduzione dei consumi. Il sistema metalmeccanico ha mostrato una relativa tenuta, grazie al maggiore grado di apertura all’export. Le indu-strie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto hanno limitato il calo della produ-zione a -0,4%. E’ stato invece del 4,6% per le industrie dei metalli, che comprendono larghi strati della subfornitu-ra meccanica. Anche la produzione dell’in-dustria alimentare, di so-lito impermeabile ai cicli congiunturali, ha risentito (-2,8%) della diminuzione

dei consumi. Il fatturato ha subìto una flessione tenden-ziale prossima al 3,7%. Tutti negativi gli andamenti setto-riali. Più lievi per l’industria alimentare e per quella della meccanica-elettricità e mezzi di trasporto, con diminuzioni rispettivamente pari all’1,7 e 1,9%. Si aggrava la cadu-ta per il sistema della moda (-9,4%) e per l’industria del legno e del mobile (-8,7%). Flessione pronunciata an-che per l’industria dei me-talli (-3,7%) dall’eterogeneo gruppo delle “altre industrie” (-3,8%). Al calo di produzio-ne e fatturato, si aggiunge la domanda che ha accusato una flessione del 4,2%, ri-spetto alla stagnazione dei 12 mesi precedenti (-0,3%). Le esportazioni hanno rap-presentato l’unica nota po-sitiva con un incremento dell’1,9%, rispetto allo stesso periodo del 2011, nonostan-te un lieve rallentamento rispetto ai trimestri prece-denti. Bene sui mercati esteri tutti i settori, dalle industrie alimentari (+0,5%) alle in-dustrie dei metalli (+4,2%). Eccezione in questo quadro la caduta dell’export della moda (-3,6%). Gli ordini esteri crescono del 2,9%. Bene le industrie e meccani-che, elettriche e dei mezzi di trasporto (+5,7%). alimen-tari (+2,7%). Segni negativi hanno riguardato le industrie della moda (-0,6%)“I numeri di questo trimestre raccontano una situazione in cui alla difficile fase con-giunturale si sono sommati i danni arrecati dal terremoto che ha colpito alcune provin-ce emiliane – ha dichiarato il

Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Carlo Al-berto Roncarati – Anche per i prossimi mesi non vi sono segnali di una inversione di tendenza. Siamo consapevoli che la crisi che stiamo viven-do non ha natura congiuntu-rale, ma strutturale. Siamo dentro a una trasformazione del sistema economico e so-ciale. La crisi sta dettando dei cambiamenti che dobbiamo cercare di non subire sem-plicemente, ma governare se possibile, con una visione condivisa”.Lo scenario negativo è con-fermato da Confindustria Emilia-Romagna. “L’anda-mento dell’economia regio-nale – ha dichiarato il Presi-dente Maurizio Marchesini – è condizionato dalla forte incertezza del contesto na-zionale ed europeo e dalla progressiva caduta della do-manda e del reddito interni. Le manovre del Governo, pur necessarie – ha aggiuto il Presidente regionale degli industriali – hanno avuto inevitabilmente effetti re-cessivi sul clima di fiducia,

sul reddito disponibile e sui consumi delle famiglie, con conseguenze negative su im-portanti settori produttivi, a partire dall’edilizia. Gli im-prenditori comunque non ce-dono a un pessimismo passi-vo e cercano segnali di uscita dalla crisi. Possiamo provare – ha proseguito Marchesini – a delineare una prospettiva di “inversione di tendenza” che volga verso il positivo, centrata sul raffreddamento delle tensioni finanziarie del-lo spread, che attenui il peso del debito pubblico, e sulla prosecuzione decisa della ri-duzione della spesa pubblica per abbatterlo ulteriormente. Questa prospettiva – ha concluso il Presidente Mar-chesini – dovrà basarsi su una strategia organica ed articolata per la crescita del-le imprese e dell’economia attraverso la diminuzione del cuneo fiscale contributivo e, più in generale, del livello di tassazione sulle imprese”. Il credito in Emilia-Roma-gna, secondo l’analisi del Servizio Studi di Intesa San-paolo, ha continuato a inde-

bolirsi nell’estate 2012, in li-nea con la tendenza naziona-le. Il complesso dei prestiti, dopo aver aperto l’anno con volumi stabili, ha iniziato a ridursi leggermente a partire da marzo, arrivando a segna-re a luglio un calo dell’1,7% (anno su anno). Tale anda-mento è determinato dall’in-debolimento dei prestiti alle imprese, che a luglio hanno registrato un’analoga contra-zione (-1,7%). L’evoluzione dei prestiti alle imprese della regione non si discosta da quella nazionale: -0,9% nei primi sette mesi dell’anno in Emilia Romagna, -1% per la media Italia. I prestiti alle famiglie hanno confermato un rallentamento più moderato e graduale, ma anch’essi sono arrivati a se-gnare a luglio 2012 una varia-zione leggermente negativa (-0,2%) che non si vedeva da marzo 2009. I prestiti alle fa-miglie dell’Emilia-Romagna risultano leggermente più deboli della media nazionale (+1,4% nei primi sette mesi del 2012 rispetto a +2,1% del dato nazionale). “Sulla dinamica del credito – ha commentato Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – pesano la debole domanda dovuta alla recessione, alle prospet-tive quanto mai incerte e alla conseguente scarsità di inve-stimenti, la situazione critica delle sofferenze che obbliga a una valutazione sempre più attenta del merito creditizio, le difficoltà di raccolta delle banche e i vincoli patrimo-niali ad esse imposti, partico-larmente stringenti in questa congiuntura economica”.

Presentati i dati dall ’ indagine congiunturale sull ’ industria manifatturiera

Congiuntura secondo semestre: negativi fatturato, produzione e ordiniCredito: continua l’indebolimento dei prestiti a imprese e famiglie

Un momento della presentazione dell’indagine congiunturale

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna, Area Studi Unioncamere, Indagine congiunturale sull’industria

ItaliaEmilia-RomagnaAlimentari e bevandeIndustrie della modaIndustrie legno mobileMetalli minerali metalliferiMecc. elet., mezzi di trasportoAltre industrie manufatt.1-9 dipendenti10-49 dipendenti50-500 dipendenti

-6,2 -6,6 -6,2

-3,7 -3,6 -4,2

-1,7 -2,8 -1,7

-9,4 -9,5 -9,7

-8,7 -8,2 -9,2

-3,7 -4,6 -5,5

-1,9 -0,4 -1,7

-3,8 -4,7 -4,6

-5,7 -5,6 -6,2

-3,8 -3,7 -5,2

-2,7 -2,7 -2,6

OrdiniProduzioneFatturato

Manifattura 2° trimestre 2012

Page 6: Impresa & Territorio

Nel primo semestre del 2012, il mercato del Partena-riato pubblico-privato in Emilia-Romagna si presenta in ripresa. Tra gennaio e giu-gno sono state indette 118 gare di PPP, con un investi-mento, relativo a 65 gare di importo conosciuto, del valo-re complessivo di circa 189 milioni di Euro. Rispetto allo stesso periodo del 2011 si re-gistra una crescita generaliz-zata: aumenta del 19% il nu-mero delle iniziative, del 27% l’importo complessivo, del 39% l’importo medio per opera. E’ quanto emerge dai dati aggiornati dell’Osserva-torio regionale del Partena-riato pubblico-privato (www.sioper.it), che effettua il mo-nitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull’intero panorama del PPP, promosso da Unionca-mere Emilia-Romagna e rea-lizzato da Cresme Europa Servizi.La crescita in atto si avver-te anche rispetto al peso del PPP sull’intero mercato del-le opere pubbliche, passato dal 28 al 30% in termini di numero di opportunità e dal 18 al 28% per valore econo-

mico. Rispetto ai valori medi nazionali, si registrano livelli più alti per numero di inter-venti (30% contro 19%), ma più bassi per importo (28% contro 38%).Analizzando la distribuzione territoriale delle gare di PPP censite nelle nove province dell’Emilia-Romagna, si evi-denzia un’intensa attività per Bologna, dove si concentra il 18% delle opportunità e il 26% dell’investimento. Più in dettaglio, nella provincia di

Bologna risultano localizza-te 21 iniziative, con un inve-stimento, relativo alle sole 9 gare di importo conosciuto, del valore complessivo di cir-ca 49 milioni. Per consistenza degli investi-menti emerge Ravenna con oltre 76 milioni, pari al 40% del volume d’affari regionale, quasi tutti relativi alla gara di maggiore importo, ovvero l’affidamento della conces-sione del servizio globale di gestione degli impianti di il-luminazione pubblica sema-forici e tecnologici nel Comu-ne di Ravenna. Per quanto riguarda i setto-

ri di attività, la pole position spetta alle reti energetiche con oltre 100 milioni e 37 gare (rispetto ai 55 milioni e 22 gare nel primo seme-stre 2011), a conferma della spinta propulsiva che la gre-en economy assicura, nono-stante la recessione ancora in atto. Significativi anche i ri-sultati degli impianti sportivi per numero di iniziative in gara (36 contro 21 del 2011) e dei parcheggi per importo (oltre 41 milioni contro 0,2 del 2011).“Negli ultimi mesi – sottoli-nea il segretario generale di Unioncamere Emilia-Roma-

gna, Ugo Girardi – la nor-mativa statale sulla finanza di progetto è stata modificata in maniera significativa, al fine di agevolare il coinvol-gimento dei capitali privati nella realizzazione delle in-frastrutture. Il sistema camerale è impe-gnato a promuovere la cul-tura del partenariato pub-blico-privato, anche attra-verso strumentazioni come l’Osservatorio regionale del project financing, per con-tribuire a cogliere in Emilia-Romagna le opportunità e gli spazi aperti dal Gover-no Monti che ha messo in campo, con i provvedimenti Salva-Italia e Cresci-Italia, un pacchetto articolato di misure per dare impulso all’utilizzo del project finan-cing nelle opere pubbliche. Le nuove norme – conclude Girardi – puntano a stimo-lare gli investimenti privati e ad elevare l’efficienza nella realizzazione degli interven-ti, con maggiore certezza dei tempi necessari per rendere le opere effettivamente di-sponibili per i cittadini e per le imprese”.

In Emilia-Romagna nel primo semestre 2012: 118 gare e 189 milioni di euro di investimento

Segnali positivi dal partenariato pubblico-privatoA Ravenna e Bologna la maggiore attività

Ugo Girardi, Segretario Generale di Unioncamere Emilia-Romagna

6 PROJECT FINANCING

Le nuove norme

puntano a stimolare gli

investimenti privati e

ad elevare l’efficienza

nella realizzazione degli

interventi, con maggiore

certezza dei tempi

necessari per rendere

le opere effettivamente

disponibili per i cittadini e

per le imprese

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7MERCATO IMMOBILIARE

Il settore degli immobili a destinazione produttiva, come del resto tutto il mer-cato del real estate, sta sof-frendo una fase di crisi che sembra non trovare spunti di ripresa, sia per l’andamento economico generale, sia per le difficoltà che le aziende in-contrano nel reperire fonti di finanziamento a sostegno di nuovi investimenti.Ne parliamo con France-sco Bozzolini, Presidente di SPAZI DI IMPRESA Srl, (tel. 0522 924186 - www.spazidiimpresa.com) società specializzata nei servizi im-mobiliari per il settore corpo-rate. Quale la situazione del mercato degli Immobili Industriali?“L’Agenzia del Territorio – risponde Bozzolini – a fine settembre ha diffuso i dati sulle transazioni di immobili ad uso produttivo che sono state formalizzate nel corso del primo semestre dell’an-no. Dopo la lieve ripresa del volume di compravendite di capannoni registrata negli ultimi due trimestri del 2011, nella prima parte del 2012 il mercato italiano ha in gene-rale disatteso i segnali posi-tivi ed è tornato a mostrare elevati tassi di flessione.Nella prima metà dell’anno, il settore produttivo, con un tasso di variazione negativo del 18% rispetto all’omologo periodo del 2011, risulta aver sofferto ancora gli effetti del-la crisi. Il mercato al Nord ha perso circa il 20% dei volumi, mentre al Centro la riduzione è stata del 24%. Solo il Sud è riuscito a contenere la perdi-ta nei limiti di un –10%. Po-sitive invece le Isole con un +15%.

E l’Emilia ha seguito il trend nazionale?Anche in Emilia Romagna – continua Bozzolini – le com-pravendite, dopo un parziale recupero dei volumi regi-strato nel 2011 (+6% rispet-to all’anno precedente), nei primi sei mesi del 2012 han-no subito una nuova, signifi-cativa contrazione, rispetto allo stesso periodo del 2011, registrando un –15%.Le tre province di Modena, Parma e Reggio Emilia, che da sole esprimono circa la metà del mercato regionale, hanno visto diminuire il nu-mero di compravendite del 9% nel primo trimestre ed addirittura del 25% nel se-condo trimestre, con un dato aggregato su base semestrale del –18%, peggiore di 3 punti percentuali rispetto del resto della regione.Siamo quindi ben lontani – evidenzia Bozzolini – dai vo-lumi che venivano registrati prima della crisi. Basti pen-sare che il numero di com-pravendite concluse nel pri-mo semestre 2012 in Emilia (n. 541) è inferiore di oltre il 43% rispetto a quello del cor-rispondente periodo del 2006 (n. 954).Di fronte a questi dati – riflet-te Bozzolini – molti si chiedo-no quando il mercato potrà tornare a mostrare segnali di vitalità. Il naturale riequilibrio tra l’attuale eccesso di offerta e la contrazione della domanda potrà essere ritrovato, a que-sto punto, solo attraverso un ridimensionamento dei prez-zi di vendita, peraltro, di fatto già in corso. Certo è che la riduzione dei prezzi non sarà comunque sufficiente a dare nuova linfa

al mercato immobiliare, fin-ché i principali indicatori ma-croeconomici non torneran-no a mostrare segni positivi. Inoltre, se non viene allentata la stretta creditizia da parte del sistema bancario, sarà difficile ipotizzare un ritorno consistente all’investimento immobiliare.Per tali ragioni, il settore cor-

porate, in questo momento, è prevalentemente caratteriz-zato dalla ricerca di soluzioni locative, che peraltro scon-tano anch’esse le difficoltà nel reperire presso banche ed assicurazioni le garanzie che normalmente vengono richieste dai proprietari per la stipula di nuovi contratti d’affitto. Quali servizi offre la società SPAZI DI IMPRESA?“La società – risponde Boz-zolini – oltre a garantire un supporto qualificato nel col-locamento sul mercato di capannoni, di laboratori e di uffici offerti in vendita o in locazione, propone anche servizi di assistenza nella va-lutazione degli aspetti finan-ziari connessi con le riloca-

lizzazioni aziendali. L’analisi economica e finanziaria di un investimento immobi-liare rappresenta, infatti, il momento più importante per comprendere la validità e la correttezza delle scelte che stanno per essere intraprese, o che sono già state assunte.Tale analisi fa sì che l’iniziati-va possa essere correttamen-te valutata dal punto di vista della convenienza economica e della sostenibilità finanzia-ria, che sono requisiti indi-spensabili per garantire una oculata gestione del rischio e per avere concrete possibi-lità di incontrare il sostegno ai progetti da parte di terzi finanziatori.

Sulla base dei dati dell ’Agenzia del Territorio

In calo il mercato emiliano degli immobili industriali SPAZI DI IMPRESA: servizi immobiliari per il settore corporate

Per comunicare con il mondo aziendale

Reg. tribunale di ReggioEmilia N. 1165 del 09/05/06

GRAFICA:Filiberto Guatteri

STAMPA:Centro Stampa Quotidiani SPAErbusco (BS)

Stampato il 17/10/12

AREA COMMERCIALE:[email protected]

EDITORE:Keymedia Group s.r.l.Via Settembrini, 12/142123 Reggio Emiliawww.keymedia.it

REDAZIONE:hanno collaborato a questo numero:Ottavio Margini, Valentina Margini, Chiara Caselli, Alessandra Azzolini, Giuseppe Sangiorgi.

DIRETTORE RESPONSABILE:Ottavio Margini

INFO:

Il naturale riequilibrio tra l’attuale eccesso di offerta

e la contrazione della domanda potrà essere

ritrovato solo attraverso un ridimensionamento dei

prezzi di vendita

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9FORMAZIONE

“Un laboratorio tra addetti ai lavori”, così il direttore ge-nerale di Cisita Parma Elisa-betta Zini definisce il nuovo servizio dell’organizzazione dell’Unione Parmense degli Industriali (Confindustria) e del Gruppo Imprese Artigia-ne (Confartigianato), attiva nell’ambito della formazione professionale a fianco delle imprese. Si parla spesso di digita-lizzazione, di condivisione delle informazioni e di ruo-lo del web nello sviluppo del business, perchè è nata Ci-sita Lab-HR Community?“In occasione dei venticin-que anni di attività di Ci-sita Parma Srl (tel, 0521 226500), abbiamo voluto dare un messaggio forte ai nostri clienti, in termini di innovazione. Al processo di informatizza-zione attualmente in atto al quale lei giustamente allude, non sono infatti estranee le Risorse Umane. Anzi – spie-ga la Zini – pensi a quanto può essere importante per i

manager, i direttori, i re-sponsabili del personale e i professionisti dell’organiz-zazione aziendale interagire in uno spazio ricco di conte-nuti e di idee, in comunica-zione diretta con i docenti, gli esperti e i formatori. Nella piattaforma (www.cisitalab.it), alla quale si accede con una password, si scambiano notizie, aggiornamenti e in-formazioni su questo specifi-co argomento”.Qual è l’obiettivo della

Community?“L’obiettivo primario di Ci-sita è da sempre quello di promuovere la cultura indu-striale attraverso un’artico-lata serie di attività volte a soddisfare le esigenze effetti-ve che il mondo aziendale e il mercato sollevano. In un’ottica di costante ag-giornamento, abbiamo de-ciso di avviare un’iniziativa che passa dal web, volta a migliorare la comunicazio-ne con i referenti interni alle

aziende in termini di effica-cia, sia per quanto riguarda i nostri servizi, sia nell’ottica di offrire risposte sempre più rapide, precise e personaliz-zate – dice la Zini – In ge-nere, ci occupiamo di profili di medio-alto livello per le aziende di Parma e provin-cia. La Community ci con-sente anche di vedere oltre, diciamo così, ai confini terri-toriali”.Quali sono i suoi vantaggi in termini economici?“Il ventaglio delle funziona-lità della HR Community è ampio: consente di indivi-duare i fabbisogni formativi e le modalità d’intervento più idonee, di scegliere i canali di finanziamento e di provvede-re all’organizzazione opera-tiva dei percorsi e, infine, di fare una valutazione sull’effi-cacia della formazione stessa – prosegue Zini – Se si tiene poi in considerazione un ul-teriore elemento, che oggi ha assunto un valore sempre più strategico, ossia la gestione del tempo, i vantaggi appa-

iono evidenti. Le aziende ri-chiedono modalità operative e di scambio di informazioni sempre più flessibili, in gra-do di sfruttare appieno le po-tenzialità fornite dai più mo-derni sistemi, ottimizzando i tempi e facilitando le relazio-ni, riducendo all’essenziale la necessità di spostamenti fisici e incontri in presenza – e conclude – sappiamo tutti che il tempo è una variabile economica”.Com’è strutturata?“Cisita Lab-HR Community è strutturata in sei sezioni: Home Lab, Pubblicazio-ni, Docenti, Chat, Forum e Agenda. Il servizio Ci-sita Lab-HR Community prevede poi una costante connessione con alcuni dei principali Social Network (Facebook, Twitter e Linke-din), garantendo un’ulterio-re facilitazione nell’accesso e nella fruizione dei materiali condivisi – dice Zini – Que-sto costituisce per noi e per i nostri interlocutori un valore aggiunto”.

Nuova importane iniziativa di Cisita Parma

Nasce una piattaforma dedicata alle Risorse UmaneSi chiama Cisita Lab-HR Community: un luogo d’incontro virtuale tra esperti di formazione e professionisti

Elisabetta Zini, direttore generale di Cisita Parma

I contratti a progetto, utiliz-zati da molte aziende per atti-vare rapporti di collaborazio-ne, hanno subito con la “Ri-forma Fornero” sostanziali modifiche alle quali occorre prestare una particolare at-tenzione. Ne parliamo con il dottor Alessandro Ferri (Studio Ferri, tel. 0522 434543) con-sulente del lavoro ed esperto della materia.“Innanzitutto – spiega Ferri – l’art. 61 del D.Lgs. 276/03 reiscrive la nozione di lavoro a progetto. Non è più previsto il lavoro a programma. Il progetto deve essere fun-zionalmente collegato a un determinato risultato finale e non può consistere in una mera riproposizione dell’og-getto sociale del committen-te, avuto riguardo al coor-dinamento con l’organizza-zione del committente e in-dipendentemente dal tempo impiegato per l’esecuzione dell’attività lavorativa.

Il progetto, inoltre, non può comportare lo svolgimento di compiti meramente esecutivi o ripetitivi, che possono es-sere individuati dai contratti collettivi stipulati dalle orga-nizzazioni sindacali compa-rativamente più rappresenta-tive sul piano nazionale. Il contratto – continua Fer-ri – è da stipularsi in forma scritta e deve contenere ai fini della prova la descrizione del progetto, con individuazione del suo contenuto caratteriz-zante e del risultato finale che si intende conseguire.Il compenso corrisposto ai collaboratori a progetto – spiega Ferri – deve essere proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro ese-guito e, in relazione a ciò, nonché alla particolare na-tura della prestazione e del contratto che la regola, non può essere inferiore ai mini-mi stabiliti in modo specifico per ciascun settore di attività dai contratti collettivi sotto-

scritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparati-vamente più rappresentative sul piano nazionale a livello interconfederale o di catego-ria ovvero, su loro delega, ai livelli decentrati. In assenza di contrattazione collettiva specifica, il compenso non può essere inferiore, a pari-tà di estensione temporale dell’attività oggetto della prestazione, alle retribuzio-ni minime previste dai con-tratti collettivi nazionali di categoria applicati nel setto-re di riferimento alle figure professionali il cui profilo di competenza e di esperienza sia analogo a quello del colla-boratore a progetto.Circa il recesso – fa presente Ferri – le parti possono rece-dere prima della scadenza del termine per giusta causa o qualora siano emersi ogget-tivi profili di inidoneità pro-fessionale del collaboratore tali da rendere impossibile

la realizzazione del progetto. Il collaboratore può recede-re prima della scadenza del termine, dandone preavviso, nel caso in cui tale facoltà sia prevista nel contratto indivi-duale di lavoro.Da ultimo sono di particola-re importanza per le azien-de – conclude Ferri – le pre-sunzioni di subordinazione per il lavoro a progetto. In primo luogo viene precisato

che la presunzione contenu-ta nel comma 1 dell’art.69 del D.Lgs. 276/03 deve es-sere letta come “assoluta”: la mancanza di uno specifico progetto determina la co-stituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Inoltre, viene prevista una nuova presun-zione: salvo prova contraria a carico del committente, i rap-porti di collaborazione coor-dinata e continuativa, anche a progetto, sono considerati rapporti di lavoro subordina-to sin dalla data di costituzio-ne del rapporto, nel caso in cui l’attività del collaboratore sia svolta con modalità analo-ghe a quella svolta dai lavora-tori dipendenti dell’impresa committente, fatte salve le prestazioni di elevata profes-sionalità, che possono essere individuate dai contratti col-lettivi stipulati dalle organiz-zazioni sindacali comparati-vamente più rappresentative sul piano nazionale”.

Dopo la riforma del mercato del lavoro introdotta dalla L. 92 del 28 giugno 2012

Come cambia la disciplina dei contratti a progettoAlessandro Ferri (Studio Ferri) illustra le novità

Alessandro Ferri (Studio Ferri)

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10 RICERCA & SVILUPPO

L’industria del settore auto-motive, che comprende una filiera di imprese ampia e di-versificata molto presente nel territorio emiliano, nei pros-simi anni dovrà affrontare molteplici sfide a livello tec-nologico, non ultima quella di contenere l’impatto am-bientale, al fine di ridurre i problemi di inquinamento e traffico nei centri urbani. Reggio Emilia Innovazione (REI) da maggio 2010 sup-porta la Provincia di Reggio Emilia, in qualità di partner del progetto europeo Auto-net - Transnational Network of leading Automotive Re-gions, progetto co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Central Europe (Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea). Ad illustrarci l’iniziativa è il dottor Alessandro Tacchi-ni, responsabile del settore Sviluppo Progetti Innovativi di REI .“Obiettivo principale del pro-getto – spiega Tacchini – è incrociare le opportunità e le tecnologie offerte da ciascu-na regione partner per il set-tore automotive, attraverso

la realizzazione di incontri, eventi e confronti tematici, con il coinvolgimento diretto di centri per l’innovazione e le PMI del territorio.Al Progetto AUTONET par-tecipano 9 partner di 7 paesi differenti (Italia, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia, Germania, Polonia ed Un-gheria). Il leader del progetto è Autoklaster West Slovakia e tutti i partecipanti rappre-sentano i locali cluster auto-motive e mirano a enfatizza-re e far collaborare tra loro le eccellenze del settore. Dopo l’organizzazione dell’impor-tante evento match-making, tenutosi a gennaio 2011, a Reggio Emilia, dal tito-lo “Mechatronic solutions for automotive industry”, al quale hanno partecipato le associazioni di categoria di Reggio Emilia con più di 40 aziende reggiane e 30 aziende provenienti da tutta Europa, si sono succeduti altri incontri ospitati dalle regioni partner del progetto e da regioni non appartenen-ti all’Unione Europea, ma di grande interesse come paesi emergenti (Turchia, Ukrai-na, Russia). In particolare

vanno menzionati gli eventi tenutosi ad Ostrava, in Re-pubblica Ceca, che ha avuto come oggetto “Sustainability of the Automotive Industry”; quello tenutosi in Polonia a Rzeszow titolato ”Regional Cooperation in Response to the Crisis” e quello tenutosi a Istanbul, in Turchia, il cui oggetto è stato “Materials and technologies”, in cui alla delegazione reggiana si è ag-giunta anche il team di CNA Servizio Estero nelle persone del presidente Mirco Salsi e del direttore Rita Malavasi.L’ottavo e ultimo evento in ordine cronologico – con-tinua Tacchini – si è tenuto a Balatonfured (Ungheria) ospitati Mid-Pannon Regio-nal Development Company, Agenzia territoriale che si oc-cupa del gestione del cluster automotive nella regione del Mid-Pannon e ha visto la par-tecipazione di circa 40 azien-de della filiera automotive.L’ente ospitante ha anche organizzato una visita all’in-novativo stabilimento AUDI HUNGARIA MOTOR Kft di Győr da 900 milioni di Euro, in cui nascono Audi TT Coupé, TT Roadster, Audi

A3 Cabriolet e RS 3 Sport-back e si producono i motori per Audi stessa, Volkswagen, Seat e Skoda.Vi sono imprese reggiane coinvolte nel progetto?“Certamente – risponde Tac-chini. Nel corso di questi eventi si è potuto valorizzare il lavoro e i prodotti di diverse industrie reggiane offrendo l’oppor-tunità di allacciare rapporti con aziende della medesima filiera operanti in altre regio-ni europee.Hanno infatti cooperato alla riuscita del Progetto sia grandi aziende del calibro di LANDI RENZO SpA, ASK Industries SpA, WALVOIL SpA, ma anche molte picco-le e medie imprese quali: CF 3000 Srl, RE:Lab Srl, RAW POWER Srl, MATEC Srl, XBW Srl, CGR Srl oltre che al contributo dell’Università di Modena e Reggio Emilia ed in particolare del Dipar-timento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria (DISMI) di Reggio Emilia”.Quali i prossimi eventi del progetto?“Il prossimo incontro del Progetto Autonet – risponde

Tacchini - si terrà a Kaluga (Russia), dal 22 al 26 ottobre, e verrà ospitato all’interno di AUTOEVOLUTION 2012, terzo Forum mondiale sullo sviluppo del settore auto-motive e sulla produzione di componenti per veicoli. Reggio Emilia Innovazione sarà presente, supportando la Provincia di Reggio Emilia nei passaggi propri del pro-getto e nell’azione di valoriz-zazione delle aziende del pro-prio territorio attraverso la partecipazione a tavoli tema-tici, a forum specialistici e ad momenti di match-making. L’ultimo evento a carattere pubblico – conclude il dottor Tacchini – si terrà a Wroclaw (Polonia) in dicembre, men-tre il progetto si concluderà definitivamente con l’evento finale a Bratislava (Slovac-chia) nei primi mesi del 2013. Reggio Emilia Innovazione tramite il proprio sito inter-net manterrà aggiornate le aziende del territorio che po-tranno rivolgersi direttamen-te all’Ufficio Innovazione e Trasferimento Tecnologico (tel. 0522/922238 - email: [email protected]).

Progetto Europeo per la Provincia di Reggio Emilia e REI

AUTONET - scambio di eccellenze nel settore automotiveDiverse le aziende reggiane coinvolte

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11SOSTENIBILITÀ

A Fiere di Parma dal 7 al 10 febbraio 2013

Future Build: il Salone della Sostenibilità

Il Quartiere Fieristico di Parma, sede di importanti manifestazioni quali Cibus e Salone del Camper, ospiterà nel prossimo mese febbraio Future Build – Salone della Sotenibilità.Molti i temi in primo pia-no che saranno affrontati nell’ambito della manifesta-zione. Tra questi:- l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici: il con-cetto di sostenibilità oltre alla qualificazione energetica deve senza dubbi ricompren-dere quello della sicurezza degli edifici, delle infrastrut-ture, tema che deve essere affrontato con un approccio multirischio con l’antisismi-ca al centro dell’attenzione visto anche le gravi conse-guenze del recente sisma che ha colpito l’Emilia;- le “Smart Cities” o città intelligenti: un processo ur-banistico per riqualificare e progettare ambiti urbani di qualità; un concetto che spo-sta l’obiettivo, finalizzandolo prima allo sviluppo urbano e poi al singolo edificio, so-vrapponendo alle teorie ur-banistiche tradizionali il filtro della qualità della vita;

- la riqualificazione degli edi-fici esistenti e dei centri stori-ci: tra le priorità delle nostre città vi è quello di intervenire su il risanamento, la conser-vazione, la qualificazione energetica e il recupero del patrimonio edilizio pubblico e privato esistente nel rispetto dei caratteri identificativi del-le zone di particolare pregio;- la sostenibilità nel mondo produttivo: proprio nel 2012 Confindustria ha presentato la Carta Principi per la Soste-nibilità Ambientale che rap-presenta, per le imprese e le associazioni aderenti, la bus-sola dei valori di riferimento nel loro cammino per uno svi-luppo sostenibile. La manifestazione ha già ot-tenuto il patrocinio di molte-plici Istituzioni, quali Regio-ne Emilia-Romagna, ANCE, Unione Parmense degli In-dustriali, ProvincIa e Comu-ne di Parma, di diversi Enti Tecnico scientifici quali GBC Italia, Centro Architettura ed Energia dell’Università di Ferrara, Kyoto Club, Ises Ita-lia eccetera. Molte le aziende che hanno già confermato la loro presenza in fiera con spazi espostivi. Significativa

la partecipazione di impor-tanti case produttrici italiane nell’ambito di tutti i settori:

dalla termoidraulica, all’iso-lamento termico, delle case in legno all’energia solare.

Tra queste: Rubner Haus, Prefa, Südtirol Fenster, Lafarge Gessi, Edilit, ELLE ESSE, Isospan, KWB Italia, Bioisotherm, Clivet, Gruenbeck Italia, Roefix, Wolf Haus, Luppi Serramen-ti, Inpek, Zehnder, Ariston Thermo Group, B&F Ahrnta-ler, Extenzo-Artesa, Finstral, Caparol, Geco Haus, Fortlan Dibi, Bianchini Infissi, Öeko-fen.

Le principali case produttrici italiane presenti alla manifestazione

Tutte le informazioni sulla

manifestazioni sul sito web

www.futurebuild.it

o telefonando alla

segreteria organizzativa

(tel. 0522 521033)

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12 SOSTENIBILITÀ

L’acqua è un bene necessa-rio per l’intero pianeta. An-che nella propria casa è pos-sibile applicare tecnologie per migliorare la qualità di vita della famiglia e degli im-pianti, risparmiando sia in termini economici che ecolo-gici. Non tutta l’acqua, infat-ti, è uguale. A determinarne le differenze è la sua “durez-za”, ossia il contenuto di ioni di calcio, magnesio e even-tuali metalli pesanti presenti nell’acqua. Lo sa bene Hydrocontrol (tel. 0522 330315 - www.hydrocontrol.it), la società di Reggio Emilia che da anni lavora con passione nell’am-bito dei sistemi e delle solu-zioni per il trattamento e la purificazione dell’acqua. Ne parliamo con un loro esper-to, Franco Menozzi. Signor Menozzi, qual è la principale funzione di questo nuovo prodotto?“AI LX PLUS è l’addolcitore per uso domestico che ridu-ce i costi di gestione e aiuta l’ambiente. Lo abbiamo da poco inserito in produzione. La sua tipologia di costru-zione consente di ottenere un forte risparmio idrico e di sale in fase di rigenerazione

dell’addolcitore stesso”.Qual è la differenza tra AI LX e AI LX PLUS?“L’ultimo nato in casa Hydrocontrol si differenzia dal sistema tradizionale serie LX nella costruzione della bombola contente le resine a scambio ionico. La struttu-ra innovativa e il metodo di riempimento della colonna permettono di compattare in modo uniforme la resina mantenendola in ‘galleg-giamento’. La sua tecnolo-gia upcore e il tipo di resine adottate fanno sì che la ci-netica dello scambio ionico, sia in fase di rigenerazione, sia durante il servizio, venga ottimizzata su tutta la resina, in modo da evitare vie prefe-renziali e perdite di efficienza – spiega Menozzi – Il sistema LX PLUS è un’apparecchia-tura completamente automa-tica basata su di un program-matore digitale a controllo volumetrico per il consumo dell’acqua nell’abitazione e per la gestione delle rigene-razioni, ottimizzando così il consumo del sale e l’acqua di lavaggio – contiuna – I si-stemi LX PLUS utilizzano, inoltre, una cella di disinfe-zione con elettrodi al titanio e

autodiagnosi ad azione auto-disinfettante del minerale. Quali vantaggi è possibile ottenere dalla scelta di un addolcitore di ultima ge-nerazione?“Il consumo di sale è ridotto del 50% e quello dell’acqua di lavaggio del 30%. Non solo, la produzione di acqua addol-cita con AI LX PLUS è incre-mentata del 15% rispetto alla serie LX. Le resine monodi-sperse sono certificate ad uso alimentare per dieci anni con elevata resistenza al cloro – dice Menozzi – Dal punto di vista ecologico, le parti rici-clabili sono incrementate del 50% nei confronti dei sistemi con bombola in PRFV. In sin-tesi, questo addocitore offre più protezione, perché evita i depositi di calcare, previene i danni alle tubature, e salva-guarda gli elettrodomestici. Pensando all’intera famiglia in termini di comfort, un ac-qua addolcita da AI LX PLUS dona maggior benessere alla pelle e mantiene la morbidez-za i capelli dopo i consueti lavaggi – e conclude – Il ri-sparmio è notevole, se si con-sidera anche la riduzione del consumo di detersivi, ancora oggi spesso inquinanti”.

AI LX PLUS: la nuova serie per uso domestico di Hydrocontrol

Perché scegliere un addolcitore per acqua di ultima generazione Ecco i vantaggi in termini economici ed ecologici

Ecovalue, la bombola realizzata in PE 100% riciclabile, e resina a scambio ionico monodispersa

Schema d’installazione dell’aldolcitore AI LX PLUS

Page 13: Impresa & Territorio

L’azienda specializzata in servizi per l’ambiente Studio Alfa Srl e il centro di forma-zione e servizi Ifoa, insieme alla società Mc-Zero Srl di Cremona, hanno stipulato un accordo triennale per sup-portare la Commissione Eco-nomica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Ca-raibi (ECLAC/CEPAL) sui progetti di sviluppo econo-mico, sociale e culturale che la Commissione ONU realiz-zerà nei prossimi anni. Parliamo con gli attori di questa importante intesa per meglio comprendere i motivi e i contenuti dell’accordo.“L’attuale crisi economica – spiega Mauro Carretti, presidente di Studio Alfa (tel. 0522 550905 - www.studio-alfa.it) – ha stimolato la firma di questo accordo per entrare nel mercato dell’America La-tina, dove è particolarmente sentita l’esigenza di interven-ti in tema di sostenibilità am-bientale ed efficienza energe-tica.Il contratto di collaborazione prevede, in prima istanza, il supporto e l’assistenza alle strategie di sviluppo della Commissione, relativamen-

te ai temi dell’efficienza e della sostenibilità in ambito urbano, alle strategie di in-novazione sostenibile pub-blico-privata, all’efficienza energetica e alla riduzione di anidride carbonica (CO2).Il progetto rappresenta una grande opportunità per le tre imprese italiane, che hanno capito l’importanza di guar-dare ‘oltre confine’, in un mo-mento di empasse economi-co come quello attuale. Le attività previste avranno potenziali ricadute positive sul territorio e l’economia lo-cale – prosegue Carretti – ma nello stesso tempo da questa collaborazione possono na-scere anche opportunità per quelle imprese italiane che operano in campo aziendale, energetico ed edilizio e che sono intenzionate a fare rete per affrontare nuovi merca-ti”. Sulla stessa linea il presiden-te di Ifoa Lorenzo Giberti: “Questo accordo – afferma – nasce dall’incontro di re-altà che hanno messo a di-sposizione le loro migliori competenze con logiche di partnership che consentono di fronteggiare con consape-

volezza altri mercati”. Il centro di formazione già da anni lavora a progetti per lo sviluppo dell’occupazione femminile in Argentina, Pa-raguay, Bolivia e Nicaragua.“In America Latina lo svilup-po urbano è in forte espan-sione – spiega poi l’architet-to Gian Carlo Magnoli di Mc-Zero – ma si tratta di una crescita spesso disordinata e dannosa per l’ambiente e la collettività che lo abita. Solo con la formazione e gli in-terventi progettuali integrati con lo sviluppo sostenibile è possibile garantire un futuro diverso e migliore alle gene-razioni future”. L’accordo è ricco di attività,

che saranno portate avanti in fasi successive nell’ambito della diffusione della cultura ambientale e della proget-tazione sostenibile, grazie alla formazione di un pool di aziende con capacità tecni-che complementari in grado di tenere insieme la comples-sità di progetti di questa por-tata. Uno di questi progetti, relativo alla sostenibilità am-bientale, è stato presentato da Michele Grassi di Studio Alfa, assieme a Carlo Ma-gnoli di MC-Zero e Ricardo Jordàn di CEPAL, in occa-sione dell’evento internazio-nale World Urban Forum di Napoli, dal 1 al 7 settembre. Il convegno dal titolo “Eco-

efficient Urban Infrastructu-re: Low carbon roadmap” si è tenuto il 5 settembre durante il side event delle Nazioni Unite. La Commissione Eco-nomica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Ca-raibi, istituita nel 1948, con sede a Santiago del Cile e uf-fici a Buenos Aires, Brasilia, Montevideo, Bogotá e Wa-shington, è una delle cinque Commissioni Regionali delle Nazioni Unite fondata con lo scopo di contribuire allo sviluppo economico dell’A-merica Latina, coordinando le azioni mirate a questo fine e rafforzando i legami econo-mici tra i Paesi e con le altre nazioni del mondo.

Firmato accordo con la Commissione ONU

Sostenibilità: Ifoa, Studio Alfa e Mc-Zero insieme in Sud AmericaIl pool di aziende al lavoro sui temi dell’efficienza energetica e dello sviluppo sostenibile

Mauro Carretti, presidente di Studio Alfa Srl

Gian Carlo Magnoli di Mc-ZeroLorenzo Giberti, presidente di Ifoa

13SOSTENIBILITÀ

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15SERVIZI

L’esigenza di fare rete ri-guarda oggi tutte le imprese e risulta di estrema importan-za in particolare per quelle di micro e piccole dimensioni. La crisi ha infatti accentuato e modificato una serie di di-namiche rendendo più che mai necessario per le imprese l’aggregazione e la realizza-zione di sinergie, sia per resi-stere sul mercato, sia per cer-care nuove vie di sviluppo. Anche per le imprese del ter-ziario, e in particolare quelle la cui attività si rivolge ad altre aziende, ovvero il “bu-siness to business”, la ne-cessità di fare rete è oggi una priorità.Il terziario è uno dei settori che maggiormente risente delle crisi in quanto molte aziende, dovendo ridurre dei costi, partono dalle voci rela-tive alle attività esterne sulle quali più facilmente si può incidere.E’ in tale contesto che nasce

“Co-opetition”, un progetto di imprese reggiane del ter-ziario che intendono svilup-pare tra loro sinergie di mar-keting e comunicazione.Ne parliamo con Paola Li-gabue titolare dell’omonimo Studio, chiedendo innanzi-tutto delucidazioni sul nome del progetto. “La coopetizione – spiega Ligabue – meglio conosciu-ta con il termine inglese ‘co-opetition’, è l’atteggiamento di competizione cooperativa che si instaura tra imprese concorrenti quando esse col-laborano nella realizzazione di una specifica attività del loro business. Spesso le imprese del terzia-rio svolgono attività in con-correnza tra loro perché ten-dono a offrire un’ampia gam-ma di servizi, facendo anche intermediazione, volendo sempre gestire direttamente il proprio cliente.Il nostro progetto vuole in-

vece creare alleanze, soprat-tutto relative ad attività di comunicazione e marketing.Quali sono le aziende che ne fanno parte?“Il progetto – risponde Paola Ligabue – è nato per iniziati-va di Keymedia Group, realtà nota proprio nell’ambito di iniziative di co-marketing, e insieme alla mia società e ad Alma Group abbiamo svilup-pato questa iniziativa. Il progetto, che ha ottenuto

un contributo da parte della Regione Emilia-Romagna, prevede poi il coinvolgimento di altre realtà ed è per questo che abbiamo già coinvolto in questa fase altre imprese che si occupano di energia”.Quale la logica e l’offer-ta di servizi concepita nel progetto?“Il nostro intendimento – af-ferma Ligabue – è di facilita-re le aziende che necessitano dei nostri servizi tramite un

rapporto diretto e personale con noi, senza intermediazio-ni di alcun tipo. Questa immediatezza con-sente loro di avere risposte senza perdite di tempo.Inoltre unendo le nostre esperienze di qualità e con-solidate nel tempo, le aziende potranno contare su partner affidabili con i quali affronta-re le tante difficoltà che oggi caratterizzano il fare impre-sa”.

L’automatizzazione dei processi produttivi è dive-nuta nel tempo elemento sempre più fondamentale per incrementare la compe-titività delle aziende, la qua-lità dei prodotti e la sicurez-za dell’ambiente di lavora-zione. Il processo di automa-zione e robotizzazione degli impianti viene realizzato con l’ausilio di imprese specializ-zate in possesso di uno speci-fico know how.Azienda reggiana che ope-ra in tale ambito è Project Group (tel. 0522 873376 - www.project-group.eu).Parliamo con Valdo Cascio-ne, imprenditore con idee innovative, per farci meglio illustrare l’attività e i servizi dell’azienda.Project Group – spiega Ca-scione – ha una sezione dedicata all’assistenza elet-tromeccanica ed elettronica delle macchine industriali in genere ed è in grado di soddisfare tutte le esigenze legate alla progettazione ed installazione di applicazioni

robotiche industriali; oltre alle applicazioni più richieste e fondamentali nel processo produttivo, anche quelle più specialistiche e personaliz-zate.Ci può fare un esempio?“Project Group – risponde Cascione – ha ricevuto l’in-carico da parte dell’azienda marchigiana Gambini Mec-canica, specializzata nella produzione di organi di tra-smissione meccanici ad alta precisione con la richiesta di progettare e realizzare un isola robotizzata al servizio di una macchina utensile per la lavorazione di vari tipologie di cremagliere.Un’isola robotizzata – preci-sa Cascione – è una macchi-na o un insieme di macchine asservite nella manipolazio-ne del materiale o nell’ ese-cuzione delle lavorazioni da robot o altri sistemi di auto-mazione. Una volta allestita, l’isola robotizzata, diventa una unica entità anche se composta di più macchine di-verse tra loro.

Nell’isola robotizzata il com-pito dell’operatore è per lo più quello di intervenire per operazioni di programma-zione, messa a punto e manu-tenzione.La richiesta del cliente è sta-ta quella di gestire in modo appropriato, tutti i vari com-ponenti relativi al controllo di sicurezza dell’isola, in parti-colare, la gestione del coman-

do del Robot per la movimen-tazione dei pezzi.Il controllo è effettuato at-traverso una centralina cer-tificata con comandi in ca-tegoria quattro; questo per garantire l’arresto sicuro del movimento del Robot e del-le macchine che fanno parte dell’automazione.L’isola è in remote control via ethernet, permettendo così di

svolgere attività di diagnosti-ca da sede remota.Project Group – continua Ca-scione – ha curato la proget-tazione dell’isola robotizzata, lo studio e realizzazione del sistema di vassoi a supporto delle cremagliere, e in parti-colar modo ha ideato e rea-lizzato l’attrezzatura di bloc-caggio cremagliere a servizio della macchina utensile.L’isola progettata è in grado di lavorare tre turni in ma-niera completamente auto-noma; la funzione manuale è svolta solamente per caricare i pallet con i pezzi da lavorare per poi scaricarli con i pezzi finiti.L’isola è entrata in produzio-ne a pieno regime in tempi brevi, e senza “code” di pro-blematiche legate all’auto-mazione.Questo – conclude Cascione – è solo un esempio per dimo-strare gli interventi persona-lizzati che Project Group può svolgere a favore delle impre-se che intendono migliorare i processi produttivi.

Al via nuovo progetto su iniziativa di Keymedia Group, Studio Ligabue e Alma Group

Da Project Group progettazione e assistenza elettromeccanica ed elettronica delle macchine industriali

Un “rapporto diretto” con esperti e consulenti

Come migliorare i processi produttivi con automazione e robotica

Co-opetition: una rete di imprese e servizi per le aziende

Realizzata un’isola robotica per la Gambini Meccanica

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17CERTIFICAZIONE

Raggiunta importante intesa

Partnership tra Studio Garulli Insurance Broker Srl e Inser SpA

Lo Studio Garulli Insuran-ce Broker Srl, nota società di brokeraggio assicurativo con sede a Parma e filiali operati-ve a Reggio Emilia, Modena e Rieti, ha recentemente sotto-scritto un’importante part-nership con Inser Spa, altra società di Brokeraggio che si colloca tra i primi dieci più importanti operatori in Italia nel settore del Brokeraggio ed è presente a Trento (città d’origine), a Brescia, Vicen-za, Trieste, Milano e, dallo scorso anno, anche a Sassari.Studio Garulli opera nei set-tori della consulenza, dell’as-sistenza, dell’intermediazio-ne e dei servizi assicurativi da circa un trentennio. E’ specializzata nella realiz-zazione e nella gestione di programmi assicurativi per enti pubblici e imprese dei diversi settori: dall’agroali-mentare alla metalmeccani-ca, dall’abbigliamento alla ceramica.Chiediamo a Roberto Ga-rulli, fondatore e maggiore azionista di Studio Garulli (tel. 0521 227511 - www.stu-diogarulli.com), di illustrarci i contenuti e gli obiettivi della partnership.

“Da tempo – afferma Garulli – cercavamo un altro opera-tore del nostro settore, per poter fornire ai nostri attuali clienti dei servizi qualitati-vamente migliori e per poter proporci al nuovo mercato con sinergie e strutture sem-

pre più adeguate ai tempi e alle crescenti esigenze.Abbiamo individuato Inser, storico Broker del Nord Est, che gode di solidità economi-ca e di notevoli capacità ma-nageriali, per poter fornire servizi sempre all’avanguar-dia e di alta qualità. Anche Inser, come noi, opera nel settore delle aziende pri-vate e ha una lunga e positiva esperienza nel mondo della Pubblica Amministrazione. Il mercato della domanda assicurativa si fa sempre più esigente pretendendo rispo-ste pronte ed adeguate a fron-te di problemi sempre più specialistici.L’accordo ci consentirà di

strutturare la nostra azien-da in modo opportuno ed efficace, pronti a cogliere la sfida della specializzazio-ne, trasformandola in area di business, anche in settori nuovi o contigui a quelli fino-ra presidiati. L’intesa ci con-sentirà anche nuove sinergie e di operare in un territorio più vasto. L’accordo recente-mente sottoscritto – continua Garulli –prevede infatti che Inser entri nel capitale socia-le di Studio Garulli con una

quota, per costituire sinergie e definire operatività comuni per l’acquisizione di nuova clientela nei territori in cui ciascuna società già opera singolarmente, ma soprattut-to nei territori in cui non han-no sedi operative, con l’obiet-tivo di fornire servizi innova-tivi e altamente qualificati.Contiamo – conclude Garulli – di trarre da questo incontro nuovo slancio, per sempre meglio servire la nostra clien-tela in futuro”.

Consentirà alla storica Società di brokeraggio assicurativo di Parma di affrontare nuovi mercati

Roberto Garulli, fondatore Studio Garulli Insurance Broker Srl

Il mercato della domanda

assicurativa si fa sempre

più esigente pretendendo

risposte pronte ed

adeguate a fronte di

problemi sempre più

specialistici

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18 CHIUSURE

Il problema della sicurezza si è fatto negli anni sempre più rilevante in ogni tipo di ambiente, soprattutto in quello domestico. Ecco allo-ra che la casa è diventata un luogo nel quale vogliamo sentirci protetti e che favori-sca le pratiche quotidiane più frenetiche di chi, ad esempio, entra ed esce dal proprio ga-rage più volte nell’arco della giornata. L’agenzia di Reg-gio Emilia Sistel Automazio-ni (tel. 0522 556941 - www.sistelautomazioni.it) com-pleta la propria offerta di au-tomazioni per porte e cancel-li di Faac Spa e portoni sezio-nali di Breda Spa, primaria azienda a livello nazionale nel mercato delle porte per garages della quale Sistel è rivenditore ufficiale per la provincia.Chiediamo a Davide Faccia di Sistel Automazioni quali sono le peculiarità di questa tipologia di prodotto.“La nuova gamma di portoni in legno è studiata per accre-scere il prestigio e l’eleganza di tutte le abitazioni e, natu-ralmente, per assicurare la sicurezza e la praticità a chi le abita – dice Faccia – E’

importante, per questa tipo-logia di prodotti, che l’inno-vazione tecnologica e la cura nei dettagli di alta falegna-meria vadano di pari passo, conciliando design ed este-tica. In particolare, il nuovo modello in casa Breda della linea Wood Line possiede una meccanica unica, rea-lizzabile nelle versioni con e senza guide superiori, in conformità anche alla tipo-logia dell’ambiente garage in cui viene inserito – prosegue – La possibilità di aprire il portone senza dover lasciare il veicolo ad almeno mezzo metro dall’ingresso, come succede spesso con i normali portoni basculanti, consen-te di entrare in casa in tutta tranquillità, anche in scarse condizioni di luce”. Quanto è importante la personalizzazione?“E’ naturale che ogni clien-te abbia esigenze diverse: questo vale per gli edifici in-dustriali e, tanto più, per gli edifici residenziali. Per farle un esempio, l’utilizzo di bi-ciclette, di moto e di passeg-gini, magari con l’ingombro delle borse della spesa, ci induce a formulare proposte

ad hoc, che naturalmente ri-spondano anche al gusto del singolo cliente. Possiamo garantire una vasta scelta fra diversi modelli di porte e portoni personalizzati nei minimi dettagli, che conce-dono un ampio spazio late-rale all’interno del garage per ogni tipo di uso. Questo aspetto oggi non può essere trascurato”.Quali sono i vantaggi in fase di installazione?“Il nuovo portone Breda è stato studiato proprio per ottimizzare i tempi di instal-lazione e garantire un mon-taggio semplice anche in situazioni costruttive parti-colari – spiega Faccia – Oltre all’offerta di prodotti a ca-talogo, forniamo infatti alla nostra clientela l’assistenza progettuale e l’installazione dei portoni e degli automa-tismi. I nostri installatori mettono a disposizione la propria consulenza per la predisposizione degli im-pianti – e conclude – La fun-zionalità e la sicurezza sono garantite dalle certificazioni e dai collaudi, che attestano il rispetto di tutte le norme di sicurezza. Non solo: ab-

biamo predisposto anche un puntuale servizio di assisten-za post-vendita, per risolvere le eventuali problematiche segnalate e offrire ascolto ai clienti”.La scelta del legno com-porta una particolare ma-nutenzione?“Il fascino del legno, in quan-to materiale nobile, ecologico e resistente, è unico. Perfetto per l’uso in ambito residen-ziale, per il suo calore. Certo, rispetto ad altri materiali, comporta un’attenzione in più, ma il risultato in termini di stile è impareggiabile. Per chi lo preferisce, Breda mette a disposizione anche la linea Pegaso, che ha la struttura portante in alluminio e il ri-vestimento in legno: robusto

e, al contempo, leggero – as-sicura Faccia – Non dimenti-chiamo inoltre la vasta gam-ma di soluzioni in acciaio verniciato o con finitura simil legno, che assicura qualità, solidità e sicurezza a prezzi vantaggiosi. Telefonando ai nostri uffici è possibile rice-vere tutte le informazioni sui dettagli tecnici”.

Sistel Automazioni presenta la nuova gamma di prodotti Faac e Breda

Portoni in legno motorizzati per entrare comodamente in garageL’innovazione tecnologica e la cura nei dettagli al servizio del cliente

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19EXPORT

Perchè il viaggio d’affari non è più un problema

Commercio estero: servizi operativi per favorire l’export

La partecipazione a una fie-ra o a un congresso interna-zionale desta preoccupazio-ni, dubbi o incertezze? Forse in molti non sanno che è pos-sibile avvalersi della consu-lenza e del supporto operati-vo di società specializzate che accompagnano le aziende, passo dopo passo, in alcune delle più importanti azioni commerciali.L’attività di coaching e af-fiancamento in viaggi d’affa-ri dello Studio Paola Ligabue (tel. 0522 431835 - www.paolaligabue.it) prevede la completa assistenza dei clienti in Italia e all’estero nella gestione del travel ma-nagement, ossia la ricerca di soluzioni complete, su misu-ra e in anticipo sulle tenden-ze del mercato.Chiediamo alla titolare dello studio di Reggio Emilia, Pa-ola Ligabue, a chi è destinato questo servizio? “Grazie alla nostra trentennale esperien-za nei mercati esteri, offria-mo un supporto fondamenta-le per le aziende del territorio che intendono promuovere i loro prodotti a livello in-ternazionale – dice Ligabue – L’attenzione verso nuovi

mercati è in continua crescita anche da parte delle piccole e medie imprese. Molte non hanno però al proprio inter-no il personale qualificato in grado di affiancare impren-ditori e manager in progetti e iniziative rivolti al mercato globale. Abbiamo quindi rite-nuto utile attivare una serie di servizi mirati che consentono alle aziende di non rinunciare a queste azioni di sviluppo”.In particolare, di quali aspetti si fa carico lo Stu-dio Paola Ligabue nella pianificazione e nell’or-ganizzazione del viaggio d’affari?“Abbiamo la possibilità di agire su tutta la filiera del viaggio per affari, occupan-

doci di ogni aspetto operati-vo e commerciale del travel management – spiega Liga-bue – Il nostri servizi di pia-nificazione e organizzazione di viaggi d’affari includono diverse attività: le missioni di esplorazione del mercato commerciale di riferimento, la gestione degli appunta-menti con le aziende estere, il supporto all’organizzazio-ne del viaggio in partnership con professionisti del settore

turismo, l’assistenza e il ser-vizio di interpretariato negli incontri e nelle negoziazioni commerciali, l’accompagna-mento alle fiere estere, alle mostre e ai saloni, le visite guidate e il follow-up dei con-tatti di business raccolti dopo il viaggio”.Sempre maggiore è l’at-tenzione per le fiere estere. Che tipo di supporto offri-te per favorire la parteci-pazione delle aziende? “Con il mercato globale le fie-re sono sempre più un’ottima occasione per presentare la propria azienda, sviluppare nuovi contatti e progetti di export – spiega Ligabue – Siamo in grado di affiancare le imprese offrendo l’assi-stenza e il supporto necessari per partecipare a manifesta-zioni all’estero – continua – In particolare, ci occupiamo dei contatti con l’ente fieristi-co e della compilazione della modulistica per la prenota-zione dell’area, del supporto all’organizzazione dell’al-lestimento dello stand, alla realizzazione del materiale pubblicitario e alla logistica. La presenza e l’assistenza tecnica in loco sono garantite

da interpreti qualificati, che collaborano con l’azienda nella gestione dei rapporti con la clientela”. Quanto è determinante la professionalità delle risor-se che mettete a disposi-zione dei vostri clienti nel-le azioni commerciali? “Lo Studio Paola Ligabue può contare sulla professio-nalità di 730 collaboratori esterni tra hostess, promoter e altre figure professionali dedicate. E’ fondamentale, in attività così importanti da un punto di vista strategico, mettere a disposizione delle aziende un personale compe-tente, responsabile e tradut-tori madrelingua: questo può contribuire a determinare il successo di un’intera azione commerciale – afferma Li-gabue – Abbiamo nel nostro team persone estremamente qualificate per svolgere man-sioni di pubbliche relazioni, che conoscono le lingue e che si pongono in modo profes-sionale rappresentando l’a-zienda. Spesso questo tipo di servizio viene sottovalutato – e conclude – noi possiamo gestirlo con il massimo del risultato”.

Come promuovere aziende e i prodotti in ambito internazionale

Paola Ligabue dello Studio Paola Ligabue di Reggio Emilia

L’attività di coaching e

affiancamento in viaggi

d’affari dello Studio

Paola Ligabue prevede la

completa assistenza dei

clienti nella gestione del

travel management

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21APPLICAZIONI

Oramai non è più una scel-ta. La presenza di un’azien-da, di un brand e dei suoi pro-dotti nei mobile store è diven-tata una condizione necessa-ria sia per confermare che per accrescere il proprio busi-ness, con un indiscusso ritor-no sull’immagine. In particolare, il tablet, la famosa “tavoletta”, è uno strumento di uso sempre più diffuso ai fini commerciali, che offre la possibilità di pre-sentarsi a propri clienti con il solo tocco dell’indice. ArtAppDesign (tel. 338 9764173 - www.artappde-sign.it) è l’azienda di Parma che si occupa di comunica-zione e di web, specializzata nello sviluppo e nella realiz-zazione di applicazioni per smatphone e tablet dei mar-chi Apple e Android. Questi media di ultima generazione prevedono un’area che costi-tuisce una sorta di punto ven-dita virtuale di applicazioni, in genere chiamate App (il suono è già evocativo della facilità con la quale è possi-bile scaricarle, spesso anche gratis). Nel sistema operati-vo McIntosh possiamo tro-varle nell’Apple Store, o in quello di derivazione Linux

nell’Android Market di Goo-gle. L’ultima App realizzata da Alessandro Capra di Ar-tAppDesign è un’applica-zione per iPad, il tablet della Apple, pensata per le azien-de. “Si tratta di un prodotto molto innovativo che stiamo lanciando in ambito business – dice Capra – E’ totalmente compatibile con ogni iPad che abbia installato il nuovis-simo sistema operativo iOS 6 e sfrutta ogni nuova poten-zialità di questo sistema ope-rativo”.Cosa consente di fare que-sta applicazione?“Permette prima di tutto di presentare il proprio marchio sul mercato di Apple Store, dedicando, ad esempio, una slide al profilo aziendale, una alla mission dell’azienda, ec-cetera. E’ possibile dare visi-bilità ai prodotto con scher-mate descrittive, cataloghi e immagini, cosa che può es-sere utile, sia ad uso informa-tivo per i clienti, che ad uso commerciale per chi opera nell’area marketing. Una sli-deshow di immagini può es-sere dedicata alle campagne pubblicitarie e una alle news che riguardano l’azienda. I contatti e la geolocalizzazio-

ne con indicazioni stradali sono fondamentali – spiega Capra – se si pensa all’utiliz-zo mobile che si fa dell’iPad, spesso in sostituzione di un navigatore satellitare”.Perché è necessario per un’azienda avere una pro-pria App?“Per pubblicizzare la propria azienda in tutto il mondo. Il numero di ricerche all’inter-no degli Apple Store è molto elevato e distribuito su piano globale. Il comparire tra i ri-sultati di ricerca rappresenta un ottimo dato in termini di visibilità e, perché no, di ri-caduta sulle vendite. Inoltre – argomenta Capra – il 75% del pianeta non è ancora con-

nesso a Internet e con il mon-do della tecnologia mobile è possibile raggiungere anche un’utenza con scarsa connet-tività”.In che modo la presenza nell’Apple Store può costi-tuire un vantaggio compe-titivo rispetto ai competi-tor?“Per un’impresa che vuole essere al passo con i tempi, avere la propria App comuni-ca al cliente un’idea dinamica di sè e di attenzione all’evolu-zione della tecnologia, tutti fattori che aumentano note-volmente l’autorità del mar-chio agli occhi del cliente. La presenza nell’Apple Store è indice di come l’azienda sia

reattiva e pronta ad accoglie-re nuove idee e opportunità di mercato prima impensate – spiega Capra – Nell’ultimo anno molte aziende di tutto il mondo hanno investito sulla realizzazione di applicazioni aziendali, studiate sulla base dei propri obiettivi strategici. L’interfaccia semplice e intu-itiva del tablet ha permesso di sviluppare un’applicazione fruibile da qualsiasi utente, anche dai meno esperti, il che costituisce un’ampliamento in termini di target. Per non parlare della capacità di dif-ferenziarsi dai concorrenti, anticipando i contenuti delle notizie che riguardano l’a-zienda e le informazioni sulle promozioni in tempi rapi-di…”.Sarà complessa l’attività di gestione di questo sof-tware per le aziende?“L’applicazione per tablet è ‘user friendly’, per defini-zione – sorride Capra – Nel software è inclusa un’appli-cazione web che permette di gestire automaticamente l’aggiornamento di ogni dato inserito. A questo scopo, un portale verrà installato all’in-terno del CMS aziendale o creato ex novo”.

ArtAppDesig lancia un prodotto innovativo per i l business

La nuova App per iPad dedicata alle aziendeConsente di essere presenti anche sul mercato mobile di AppleStore

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23TRADUZIONI

“La traduzione è un servizio che oggi ha la sua importanza. Noi siamo pronti da tempo a offrire il nostro supporto, ma le aziende sono timide. Il no-stro compito è anche quello di incoraggiarle a fronteggiare nuovi mercati”. E’ quanto ci dice Luisa Mat-tioli, vicepresidente di CITI Traduzioni, la Cooperativa Italiana Traduttori e Interpre-ti di Reggio e Modena (tel. 0522 452735 - 059 2928018 - www.cititraduzioni.it), spe-cializzata nel settore tecnico e attiva da oltre trent’anni. Le chiediamo come opera la CITI e come si può avvia-re una collaborazione van-taggiosa. Cosa contempla questa convenzione? “La convenzione non è al-tro che un’intesa o accordo commerciale, comunque la si voglia chiamare, che viene stabilita con la società di tra-duzione in base alle esigenze dell’azienda, considerando i paesi nei quali esporta e ope-ra. Dapprima, s’individuano le lingue interessate per ogni singolo caso, come ad esem-pio, il cinese, quelle del Nord

Europa (svedese, norvegese, fillandese, eccetera) e quelle del Centro Europa (slovacco, ceco, polacco, eccetera). Fatto questo, richiediamo le tariffe più vantaggiose per il servizio di traduttori esteri specializ-zati nel settore di riferimento, siano essi soci o freelance. Ci avvaliamo di un Database di molti nominativi, che contat-tiamo velocemente anche via Skype – ci tiene a precisare Mattioli – La loro professio-nalità è garantita dal sistema qualità CITI certificato UNI EN ISO 9001:2000 e UNI 15038:2006. I testi vengono tradotti sia partendo dall’i-taliano, sia dall’inglese, se-condo le necessità di volta in volta evidenziate – continua – Disponiamo di un tariffario che è invariato da molti anni, al quale, in tempi di crisi eco-nomica e di liquidità, appli-chiamo tariffe speciali. Alle richieste particolareggiate del cliente, forniamo una tariffa tecnica e una tariffa giuridico-scientifica. Le tariffe sono in-fatti diverse per lingua e per argomento trattato”.In quali casi si è mostrata

più utile?“La convenzione ha dato buo-ni risultati, soprattutto per quanto riguarda grosse azien-de multinazionali che opera-no in molti mercati e che, ad esempio, hanno l’esigenza di tradurre un manuale in cin-que, sei o sette lingue. Negli ultimi mesi abbiamo stretto collaborazioni con colossi come Manitou Costruzioni Industriali Srl di Castelfranco Emilia, che produce carrelli elevatori, ABB SACE Spa di Bergamo, che opera nel setto-re dell’energia, Italcuscinetti Spa di Rubiera, che si occupa di forniture industriali. Per mezzo di questo tipo di colla-borazioni, entriamo in con-tatto anche con le case madri straniere e estendiamo gli ac-cordi all’estero, accrescendo il nostro pacchetto clienti”.Perché un’azienda stranie-ra sceglie di avvalersi dei vostri servizi?“Le tariffe italiane sono di-verse da quelle degli altri pa-esi (ad esempio, rispetto a quelle del Nord Europa). Le nostre sono più basse, quindi più concorrenziali. In questo

modo, anche noi ‘esportiamo’ le nostre traduzioni. Possia-mo considerarlo un doppio beneficio delle convenzioni, generato da un circolo virtuo-so. Attualmente, lavoriamo molto con aziende tedesche nel settore farmaceutico”. Quanto è importante di-sporre di testi tradotti per comunicare il made in Italy sui mercati esteri?“La qualità italiana è cono-sciuta in tutto il mondo e il materiale testuale (siti, bro-chure, cataloghi, ecc.) deve ri-specchiarla: la prima volta che si compie un’azione sul mer-cato estero occorre infatti pre-sentarsi nel modo migliore. L’Italia, in fondo, lo merita. E’ stato questo il caso dell’Ital-cuscinetti Spa, che dispone di una fabbrica in Cina. Ci siamo proposti di tradurre in cinese quanto era a disposizione”.Negli anni sono cambiati i vostri obiettivi?“Cambiano le esigenze di mercato, le tecnologie, ma gli obiettivi sono per la CITI sem-pre gli stessi: la soddisfazione del cliente e la qualità inecce-pibile delle traduzioni”.

L’utilizzo di software all’a-vanguardia a supporto della traduzione incide sul prezzo?“Oggi non basta più offrire un buon servizio a prezzi adegua-ti. Anche i mezzi devono esse-re in linea con il nostro tempo. CITI si avvale di programmi di traduzione sofisticati e co-stosi, che consentono l’estra-polazione di impaginati creati con i più noti software (Inde-sign, QuarkXpress, eccetera) già nel formato richiesto, ad esempio, l’HTML. Parados-salmente, questo comporta un vantaggio per il cliente, che non deve richiedere la collaborazione di un impagi-natore. Abbiamo, infatti, un ufficio interno dedicato esclu-sivamente all’attività di pre e post impaginazione. Server FTP, rete LAN, gestione in Cloud Computing e, non ulti-mi, i programmi di traduzione assistita assicurano risposte in tempi rapidissimi. Se ag-giungiamo l’aspetto tecnico alle tariffe convenzionate, l’offerta alle aziende può dir-si davvero personalizzata e competitiva”.

CITI Traduzioni i l lustra i vantaggi

Una convenzione tra la società di traduzione e le aziende che incoraggia a fronteggiare nuovi mercati Manitou Costruzioni Industriali, ABB SACE e Italcuscinetti sono alcune delle realtà che beneficiano dell’accordo commerciale

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