Terni Domenica16Aprile2017 L Olimpionico che...

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-TRX IL:15/04/17 21:10-NOTE: -MSGR - 06_UMBRIA - 45 - 16/04/17-N: 45 Domenica 16 Aprile 2017 www.ilmessaggero.it Terni SGUARDI DIVERSI L’Olimpionico che non ti aspetti. Uno che non ti guarda come se fos- se ancora sul gradino più alto del podio - e dire che lui, Giuseppe Ab- bagnale, oggi presidente della Fede- razione italiana canottaggio e i suoi fratelli Carmine e Agostino di podi ne hanno visti veramente tanti, per- lopiù luccicanti d’oro. Uno che vive nella progettualità del futuro, sen- za restare ingessato nella divisa di leggenda dello sport, che pure gli sta su misura anche oggi. E una co- sa si capisce subito: Giuseppe Abba- gnale a Piediluco, dove a lungo si è allenato, è realmente legato e se ci fossero le condizioni lui ci starebbe a giocarci su molte carte. E’ venuto per il memorial D’Aloja con la famiglia e si è fermato anche per il barbecue organizzato dal Cir- colo canottieri, che supporta l’orga- nizzazione tecnica delle gare. Il campione gentiluomo che non ti aspetti si alza da tavola per offrire il suo piatto di penne pomodoro e pe- peroncino all’unica donna del tavo- lo non ancora servita. Il suo sguar- do su questo angolo di Umbria è quello di uno che è riuscito a porta- re una disciplina di cui pochi aveva- no sentito parlare come il canottag- gio a sport che ha tenuto l’Italia a trattenere il fiato e a fare il tifo per lui e i suoi fratelli dimenticando al- meno per il tempo delle Olimpiadi, il calcio. Leggenda di uomini tena- ci, dunque. Adesso Abbagnale pas- sa molto del suo tempo al Centro Nazionale Federale di Piediluco, e già basterebbe questo per fare noti- zia. Il fratello, Agostino, a Terni ci si è fermato e ha messo su famiglia. Quando Giuseppe racconta del lago dice: «Questo posto è palestra e fuci- na di tanti atleti e non è mai valoriz- zato abbastanza, vorrei renderlo più efficiente, ad esempio elimina- re le barriere architettoniche e fare un percorso di riqualificazione per riportare qui manifestazioni di li- vello più alto» si capisce che il pro- getto ce l’ha già in testa. Che già ve- de Piediluco come una finestra d’Europa in Umbria, se, ad esempio si omologasse il campo a livello in- ternazionale. Lui non alza mai la voce, racconta tutto con lo stesso tono, il suo amo- re per il canottaggio, i figli, la fami- glia e la speranza che «la Regione e il Comune ci siano vicine». Abba- gnale il visionario tiene comunque i piedi per terra, come quando, una volta scesi dalla barca, lui e i suoi fratelli, (ora tornati nel mondo del- lo sport), cominciarono a lavorare come impiegati. «Non abbiamo una visione di sfruttamento di questi luoghi ma di sviluppo sostenibile. Con le nostre manifestazioni riem- piamo gli alberghi da Rieti a Terni. Si può fare un discorso più ampio, integrato. Costruire un percorso che lega questi posti allo sport. I ra- gazzi vengono qui ad allenarsi nel periodo estivo e spesso vengono con le loro famiglie. Si potrebbe la- vorare insieme per farli stare di più». Perchè il canottaggio non è so- lo uno sport di fatica, quella fatica di ore e ore di allenamento che si percepiva da ogni muscolo teso dei fratelli Abbagnale. «Dipende dall’obiettivo che uno si prefigge, il canottaggio si può fare ad alto livel- lo ma anche come sport ludico e tu- ristico». Insomma, la presenza del- la Fic a Piediluco potrebbe avere ri- cadute ben più importanti sul terri- torio. Sarebbe uno scambio di opportuni- tà, un modo per far amare ancora di più questo sport e questi luoghi, che sono una ricchezza mai abba- stanza valorizzata. (E una risorsa in tempi in cui le aziende licenziano e si automatizzano). Magari anche per far crescere la squadra femmi- nile, uno degli obiettivi di Abbagna- le presidente Fic. «Il canottaggio non è uno sport che sforma o tra- sforma. Il fisico dei canottieri e del- le canottiere è molto armonioso e cerchiamo ragazze da avviare a questo sport». Quando parla di gio- vani Abbagnale non si ferma: «Ab- biamo problemi atavici in cui noi possiamo difficilmente intervenire, problemi di integrazione dei ragaz- zi dopo il post agonistico: molti no- stri atleti a margine dei campionati Junior vengono avvicinati e portati in università americane dove han- no tutto. In Italia i ragazzi devono omettere agli insegnanti di fare un’attività sportiva per non essere valutati negativamente. I nostri atleti si allenano sette giorni su set- te e in due giorni hanno il doppio al- lenamento. Se fossi un insegnante o un preside sarei orgoglioso di loro». Storie di un paese avvitato su se stesso da troppo tempo. Ma Giusep- pe Abbagnale di ostacoli ne ha su- perati tanti e di traguardine ha su- perati parecchi.«Sono fiducioso per natura e ottimista nella giusta mi- sura. Restiamo a Piediluco e il no- stro obiettivo è la riqualificazione del Centro». Oltre che Tokio 2020, naturalmente. Vanna Ugolini © RIPRODUZIONE RISERVATA ` «Il canottaggio la marcia in più per uno sviluppo sostenibile del territorio» L’Olimpionico che vuole Piediluco lago d’Europa VITTORIE Sopra, mentre festeggia con il fratello Carmine e con Giuseppe di Capua la medaglia d’oro ai campionati del Mondo a Monaco nel 1981. A sinistra un allenamento a Piediluco ` Giuseppe Abbagnale, presidente Fic: «Qui manifestazioni di livello più alto» CAMPIONE In alto Giuseppe Abbagnale durante il memorial D’Aloja. Sotto con la moglie ESECUZIONI IMMOBILIARI ALTRE PROCEDURE

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-MSGR - 06_UMBRIA - 45 - 16/04/17-N:

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Domenica16Aprile 2017

www.ilmessaggero.itTerni

SGUARDI DIVERSI

L’Olimpionico che non ti aspetti.Uno che non ti guarda come se fos-se ancora sul gradino più alto delpodio - e dire che lui, Giuseppe Ab-bagnale, oggi presidente della Fede-razione italiana canottaggio e i suoifratelli Carmine e Agostino di podine hanno visti veramente tanti, per-lopiù luccicanti d’oro. Uno che vivenella progettualità del futuro, sen-za restare ingessato nella divisa dileggenda dello sport, che pure glista su misura anche oggi. E una co-sa si capisce subito: GiuseppeAbba-gnale a Piediluco, dove a lungo si èallenato, è realmente legato e se cifossero le condizioni lui ci starebbeagiocarci sumolte carte.E’ venuto per il memorial D’Alojacon la famiglia e si è fermato ancheper il barbecue organizzato dal Cir-colo canottieri, che supporta l’orga-nizzazione tecnica delle gare. Ilcampione gentiluomo che non tiaspetti si alza da tavola per offrire ilsuo piatto di penne pomodoro e pe-peroncino all’unica donna del tavo-lo non ancora servita. Il suo sguar-do su questo angolo di Umbria èquello di uno che è riuscito a porta-re una disciplina di cui pochi aveva-no sentito parlare come il canottag-gio a sport che ha tenuto l’Italia atrattenere il fiato e a fare il tifo perlui e i suoi fratelli dimenticando al-meno per il tempo delle Olimpiadi,il calcio. Leggenda di uomini tena-ci, dunque. Adesso Abbagnale pas-sa molto del suo tempo al CentroNazionale Federale di Piediluco, egià basterebbe questo per fare noti-zia. Il fratello,Agostino, aTerni ci siè fermato e ha messo su famiglia.QuandoGiuseppe racconta del lagodice: «Questo posto è palestra e fuci-na di tanti atleti e non èmai valoriz-zato abbastanza, vorrei renderlopiù efficiente, ad esempio elimina-re le barriere architettoniche e fareun percorso di riqualificazione perriportare qui manifestazioni di li-vello più alto» si capisce che il pro-getto ce l’ha già in testa. Che già ve-de Piediluco come una finestrad’Europa inUmbria, se, ad esempiosi omologasse il campo a livello in-ternazionale.

Lui non alza mai la voce, raccontatutto con lo stesso tono, il suo amo-re per il canottaggio, i figli, la fami-glia e la speranza che «la Regione eil Comune ci siano vicine». Abba-gnale il visionario tiene comunque ipiedi per terra, come quando, unavolta scesi dalla barca, lui e i suoifratelli, (ora tornati nel mondo del-

lo sport), cominciarono a lavorarecome impiegati. «Nonabbiamounavisione di sfruttamento di questiluoghi ma di sviluppo sostenibile.Con le nostre manifestazioni riem-piamo gli alberghi da Rieti a Terni.Si può fare un discorso più ampio,integrato. Costruire un percorsoche lega questi posti allo sport. I ra-

gazzi vengono qui ad allenarsi nelperiodo estivo e spesso vengonocon le loro famiglie. Si potrebbe la-vorare insieme per farli stare dipiù». Perchè il canottaggio non è so-lo uno sport di fatica, quella faticadi ore e ore di allenamento che sipercepiva da ogni muscolo teso deifratelli Abbagnale. «Dipendedall’obiettivo che uno si prefigge, ilcanottaggio si può fare ad alto livel-loma anche come sport ludico e tu-ristico». Insomma, la presenza del-la Fic a Piediluco potrebbe avere ri-cadute ben più importanti sul terri-torio.Sarebbe uno scambio di opportuni-tà, unmodoper far amare ancoradipiù questo sport e questi luoghi,che sono una ricchezza mai abba-stanzavalorizzata. (Euna risorsa intempi in cui le aziende licenziano esi automatizzano). Magari ancheper far crescere la squadra femmi-nile, uno degli obiettivi di Abbagna-le presidente Fic. «Il canottaggionon è uno sport che sforma o tra-sforma. Il fisico dei canottieri e del-le canottiere è molto armonioso ecerchiamo ragazze da avviare aquesto sport». Quando parla di gio-vani Abbagnale non si ferma: «Ab-biamo problemi atavici in cui noipossiamodifficilmente intervenire,problemi di integrazione dei ragaz-zi dopo il post agonistico: molti no-stri atleti a margine dei campionatiJunior vengono avvicinati e portatiin università americane dove han-no tutto. In Italia i ragazzi devonoomettere agli insegnanti di fareun’attività sportiva per non esserevalutati negativamente. I nostriatleti si allenano sette giorni su set-te e in due giorni hanno il doppio al-lenamento. Se fossi un insegnante ounpreside sarei orgoglioso di loro».Storie di un paese avvitato su sestesso da troppo tempo.MaGiusep-pe Abbagnale di ostacoli ne ha su-perati tanti e di traguardine ha su-perati parecchi.«Sono fiduciosopernatura e ottimista nella giusta mi-sura. Restiamo a Piediluco e il no-stro obiettivo è la riqualificazionedel Centro». Oltre che Tokio 2020,naturalmente.

VannaUgolini©RIPRODUZIONERISERVATA

`«Il canottaggio la marcia in più peruno sviluppo sostenibile del territorio»

L’Olimpionico che vuolePiediluco lago d’Europa

VITTORIE Sopra, mentrefesteggia con il fratelloCarmine e con Giuseppe diCapua la medaglia d’oro aicampionati del Mondo aMonaco nel 1981. A sinistra unallenamento a Piediluco

`Giuseppe Abbagnale, presidente Fic:«Qui manifestazioni di livello più alto»

CAMPIONE Inalto GiuseppeAbbagnaledurante ilmemorialD’Aloja. Sottocon la moglie

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