Freschezza e genuinità - Il Tuo Latte...soffiatrice di Krones, una Contiform S8, siamo scesi a 22...

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il latte dicembre 2015 21 Protagonisti Roberto Tognella Storica azienda di trasformazione del latte alimentare, la Centrale del Latte di Alessandria e Asti garantisce l’alta qualità del latte prodotto nelle 12 stalle conferenti, attraverso tecnologie all’avanguardia e una flotta di automezzi che serve quotidianamente i 4.500 punti vendita sparsi in diverse province e regioni S ocietà per azioni con sede e stabi- limento produttivo in viale Masso- brio 10 ad Alessandria, la Centra- le del Latte di Alessandria e Asti è un’azienda che vanta una storia lunga più di ottant’anni. Fondata come coo- perativa nel 1931, ricostituita come SpA nel 1953, la centrale è cresciuta progressivamen- te negli anni con una diffusione sempre più ampia. Con un fatturato intorno ai 30 milio- ni di euro, con oltre 400 referenze a cata- logo e 4.500 punti vendita serviti in diverse regioni italiane, la centrale punta sulle sue risorse umane, sulla qualità dei suoi pro- dotti, sulle tecnologie per confermare il suo buon posizionamento di mercato, che nella provincia di Alessandria rag- giunge il 79% e in quella di Asti il 52%. Quest’azienda è leader anche nella zona di Viareggio, con il marchio “MiLatte”, e in provincia di Savona, con il marchio “Mu”. Racconta questa consolidata realtà ita- liana il suo direttore, Franco Butti. Direttore Butti, una storica presenza nel comparto caseario italiano la vostra… Fu per volontà di una decina di allevatori del- la provincia di Alessandria che, nel 1931, ven- ne fondata una cooperativa con l’obiettivo di valorizzare il latte raccolto nelle loro stalle. Il primo stabilimento per la raccolta, la pasto- rizzazione e l’imbottigliamento del latte era in via Borsalino, sempre ad Alessan- dria. Qui si produceva anche burro che veniva commercializzato in città insie- me al latte pastorizzato. Diverse sono le centrali del latte sorte in quegli an- ni a seguito del regio decreto del 9 maggio 1929 per la vigilanza igienica del latte destinato al consumo diret- to che impose stringenti vincoli per la produzione, la conservazione, il trattamento e la vendita. Poi, nel ’53, la svolta definitiva. I fondatori presero una storica e lungimirante decisione: creare una nuova centrale del latte, non più una cooperativa, bensì una società per azioni a capitale misto. La centrale cambia se- de e il 10 ottobre 1954 viene inaugurato il nuo- vo stabilimento produttivo di viale Massobrio. La nuova società è costituita dagli stessi alle- vatori, dai rivenditori, dall’Istituto Bancario S. Paolo di Torino e dal Comune di Alessandria. Nel 1987 entrano nella compagine societaria anche il Comune e la Provincia di Asti e il no- me dell’azienda diventa “La Centrale del Latte di Alessandria ed Asti S.p.A.” Oggi la compagine societaria è così rappre- sentata: oltre l’88% delle quote è suddiviso tra la cooperativa produttori e 9 allevatori e pro- duttori, circa il 10% è detenuto dal comune di Alessandria e una percentuale di circa l’1% è detenuta dal comune di Novi Ligure e dal- la Banca Popolare di Milano. Per oltre ses- grazie alla filiera “tesa” Della Centrale del Latte di Alessandria e Asti da destra: Franco Butti (direttore), Filippo Zaio (presidente), Carlo e Claudio Monferrino allevatori; con il camice bianco Giovanni Tolomei, responsabile qualità, Dino Ferretti, responsabile di produzione Dallo scorso anno la centrale propone i suoi prodotti attraverso una nuova etichetta

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Protagonisti■ Roberto Tognella

Storica azienda di trasformazione del latte alimentare, la Centrale del Latte di Alessandria e Asti garantisce l’alta qualità del latte prodotto nelle 12 stalle conferenti, attraverso tecnologie all’avanguardia e una flotta di automezzi che serve quotidianamente i 4.500 punti vendita sparsi in diverse province e regioni

Società per azioni con sede e stabi-limento produttivo in viale Masso-brio 10 ad Alessandria, la Centra-le del Latte di Alessandria e Asti è un’azienda che vanta una storia

lunga più di ottant’anni. Fondata come coo-perativa nel 1931, ricostituita come SpA nel 1953, la centrale è cresciuta progressivamen-te negli anni con una diffusione sempre più ampia. Con un fatturato intorno ai 30 milio-ni di euro, con oltre 400 referenze a cata-logo e 4.500 punti vendita serviti in diverse regioni italiane, la centrale punta sulle sue risorse umane, sulla qualità dei suoi pro-dotti, sulle tecnologie per confermare il suo buon posizionamento di mercato, che nella provincia di Alessandria rag-giunge il 79% e in quella di Asti il 52%. Quest’azienda è leader anche nella zona di Viareggio, con il marchio “MiLatte”, e in provincia di Savona, con il marchio

“Mu”. Racconta questa consolidata realtà ita-liana il suo direttore, Franco Butti.Direttore Butti, una storica presenza nel comparto caseario italiano la vostra… Fu per volontà di una decina di allevatori del-la provincia di Alessandria che, nel 1931, ven-ne fondata una cooperativa con l’obiettivo di valorizzare il latte raccolto nelle loro stalle. Il primo stabilimento per la raccolta, la pasto-

rizzazione e l’imbottigliamento del latte era in via Borsalino, sempre ad Alessan-dria. Qui si produceva anche burro che veniva commercializzato in città insie-me al latte pastorizzato. Diverse sono

le centrali del latte sorte in quegli an-ni a seguito del regio decreto del 9 maggio 1929 per la vigilanza igienica del latte destinato al consumo diret-to che impose stringenti vincoli per la produzione, la conservazione, il trattamento e la vendita.

Poi, nel ’53, la svolta defi nitiva.I fondatori presero una storica e lungimirante decisione: creare una nuova centrale del latte, non più una cooperativa, bensì una società per azioni a capitale misto. La centrale cambia se-de e il 10 ottobre 1954 viene inaugurato il nuo-vo stabilimento produttivo di viale Massobrio. La nuova società è costituita dagli stessi alle-vatori, dai rivenditori, dall’Istituto Bancario S. Paolo di Torino e dal Comune di Alessandria. Nel 1987 entrano nella compagine societaria anche il Comune e la Provincia di Asti e il no-me dell’azienda diventa “La Centrale del Latte di Alessandria ed Asti S.p.A.” Oggi la compagine societaria è così rappre-sentata: oltre l’88% delle quote è suddiviso tra la cooperativa produttori e 9 allevatori e pro-duttori, circa il 10% è detenuto dal comune di Alessandria e una percentuale di circa l’1% è detenuta dal comune di Novi Ligure e dal-la Banca Popolare di Milano. Per oltre ses-

grazie alla filiera “tesa”

Freschezza Freschezza e genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinitàe genuinità

Della Centrale del Latte di Alessandria e Asti da destra: Franco Butti (direttore), Filippo Zaio (presidente), Carlo e Claudio Monferrino allevatori; con il camice bianco Giovanni Tolomei, responsabile qualità, Dino Ferretti, responsabile di produzione

Dallo scorso anno la centrale propone i suoi prodotti attraverso una nuova etichetta

ampia. Con un fatturato intorno ai 30 milio-ni di euro, con oltre 400 referenze a cata-logo e 4.500 punti vendita serviti in diverse regioni italiane, la centrale punta sulle sue risorse umane, sulla qualità dei suoi pro-dotti, sulle tecnologie per confermare il

rizzazione e l’imbottigliamento del latte era in via Borsalino, sempre ad Alessan-dria. Qui si produceva anche burro che veniva commercializzato in città insie-me al latte pastorizzato. Diverse sono

le centrali del latte sorte in quegli an-ni a seguito del regio decreto del 9 maggio 1929 per la vigilanza igienica del latte destinato al consumo diret-

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sant’anni questa società è vissuta sempre nella stessa configurazione; alcuni soci se ne sono andati ma ciò che è rimasta è la connessione molto stretta tra la produzione e il consumo. Lei definisce la vostra una filiera “tesa”…Giochiamo con tempi estremamente brevi. Il passaggio dalle stalle – tutte a non più di 25 km dalla centrale – alla tavola avviene mol-to velocemente al fine di offrire un prodotto che mantenga integre le sue caratteristiche di genuinità e freschezza. Serviamo per que-sto quotidianamente oltre 4.500 punti vendita. Non siamo mai venuti meno a questa promes-sa anche quando abbiamo dovuto rinnovare le soluzioni impiantistiche. Gli up-grade tec-nologici sono stati effettuati di sabato, di do-menica, di notte, ma alla mattina il nostro lat-

La centrale lavora ogni giorno circa 60mila litri i quali vengono trasformati per il 75-80% in latte alimentare e panna, la parte rimanente viene conferita a caseifici selezionati per la produzione di burro, yogurt, formaggi commercializzati a marchio della centrale stessa

Edificata nel 1953 la Centrale del Latte di Alessandria e Asti si trova in via E. Massobrio 10-12. Il reparto produttivo ha subito negli anni diversi up-grade tecnologici. Gli ultimi, recentissimi, hanno visto l’istallazione di una nuova macchina soffiatrice, di una riempitrice per bottiglie in PET e una per il cartone. A completamento dell’ultimo up-grade è stato rivoluzionato anche il finelinea. Antesignani nella bottiglia in plastica«La centrale con molta lungimiranza ha investito già all’inizio del nuovo millennio, nella bottiglia in plastica PET», spiega Giovanni Tolomei, responsabile qualità della Centrale del Latte di Alessandria e Asti. «Abbiamo sempre stampato “in casa” le nostre bottiglie: dal 1972 in PE e nel 2001 abbiamo

installato la prima linea in PET dedicata a questo contenitore. Abbiamo optato fin da subito per il soffiaggio delle preforme, anziché per l’utilizzo di bottiglie già pronte. Questo ci ha permesso di ridurre significativamente la superficie del magazzino adibita allo stoccaggio. Abbiamo cominciato soffiando preforme da 32 g, oggi grazie alla nuova soffiatrice di Krones, una Contiform S8, siamo scesi a 22 g. Un’importante sgrammatura, quindi, che ci ha permesso di contenere i costi, ma anche di diventare più virtuosi nei confronti dell’ambiente. La soffiatrice ha una capacità oraria nominale di 16.000 bottiglie, che comunque non sfruttiamo appieno lavorando a una velocità di 12.000 bottiglie/ora». Le bottiglie arrivano sterili attraverso un sistema di trasporto pneumatico alla macchina riempitrice, un’Acma da 30 rubinetti. «Avevamo l’esigenza di una riempitrice che avesse performance migliori e fosse più versatile dovendo differenziare la produzione con parecchie referenze. Pertanto, quattro anni fa è stata acquistata questa nuova riempitrice», continua Tolomei. «Ogni stazione di riempimento della macchina è dotata anche di una cella di carico che verifica il peso di ogni bottiglia. La bottiglia dopo la tappatura, effettuata con un tappatore Arol, la datatura e il controllo effettuato da telecamere in linea, viene etichettata con un’etichettatrice Krones e inviata al finelinea. Nella bottiglia di PET da 1 L commercializziamo latte intero fresco pastorizzato di alta qualità, il fresco pastorizzato parzialmente scremato, il fresco pastorizzato scremato e il biologico intero. Oltre al PET proponiamo latte ESL e panna fresca

pastorizzata nella classica confezione in cartone nei formati da 1L, 500 mL e 250 mL. Per il riempimento utilizziamo una riempitrice Elopak Shikoku con capacità oraria di 6.000 bottiglie che, grazie al suo sistema di igienizzazione ultra clean, ci consente di gestire al meglio i latti extended shelf-life».Dal cestello al fardelloCompletato il riempimento, le confezioni raggiungono il finelinea, che è stato completamente ripensato lo scorso anno. «Abbiamo fatto una vera e propria rivoluzione», commenta Dino Ferretti, responsabile di produzione della Centrale del Latte di Alessandria e Asti. «Fino allo scorso anno, le confezioni venivano incestellate. La scelta di eliminare i cestelli, utilizzando come imballo secondario un contenitore a perdere, è nata da una serie di contingenze. Il cestello rappresentava un onere importante per l’azienda sia per la raccolta dei resi, sia per la continua integrazione per il mancato ritorno di questi ultimi. La Gdo, inoltre, richiedeva il fardello o il vassoio di cartone. Questo ci ha portato a ripensare il finelinea. Ci siamo affidati alla ditta Mariani la quale ha realizzato un sistema ad hoc per le nostre esigenze, completo di fardellatrice, cartonatrice e pallettizzatore. Il robot pallettizzatore è in grado di gestire contemporaneamente i prodotti provenienti dalle due linee di confezionamento ottimizzando per ciascuna referenza il posizionamento delle confezioni sul pallet contribuendo così alla significativa riduzione degli spazi e dei volumi necessari per il loro stoccaggio e riducendo perciò anche i consumi di carburante connessi al trasporto».

Tra le nuove macchine entrate in azienda anche una soffiatrice Krones che ha permesso una significativa sgrammatura della bottiglia e migliori performance

Innovazione tecnologica per essere competitivi sul mercato

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te, i nostri prodotti sono partiti puntuali dallo stabilimento. Abbiamo quindi una filiera mol-to tesa che necessita di agire con un’attenzio-ne e una velocità non facilmente descrivibili.A proposito di up-grade tecnologico quali sono stati gli interventi più recenti? Solo nell’ultimo triennio, abbiamo investito oltre 2,6 milioni di euro in soluzioni impianti-stiche innovative. Dalla nuova riempitrice per bottiglie in PET, alla soffiatrice di ultima gene-razione, al finelinea completamente automa-tizzato, la centrale si rinnova per migliorare la sua efficienza, la sostenibilità e la qualità delle proprie produzioni.Il latte alimentare è il core business dell’azienda.La materia prima raccolta due volte al giorno nelle stalle dei soci, circa 60mila litri, viene trasformata per il 75-80% in latte alimentare e panna, la parte rimanente viene conferita a caseifici selezionati per la produzione di bur-ro, yogurt, formaggi, che commercializziamo a nostro marchio. Oltre ai prodotti caseari, il pa-niere della centrale comprende 400 referenze di altri prodotti alimentari, quali insalate, uo-va, specialità di gastronomia, dai primi piatti al dolce, distribuite per l’80% a nostro marchio, un paniere quanto mai completo che abbia-mo costruito in vent’anni di lavoro attraverso un’attenta selezione delle aziende produttrici. Dove possibile abbiamo puntato sul territorio, purtroppo certe produzioni si sono rarefatte in alcune parti d’Italia e sono aumentate in altre, per questo abbiamo ricercato fornito-ri anche oltre provincia e regione. Proporre una gamma così vasta di prodotti presuppone fornitori molto attrezzati anche perché oggi la Gdo – che è il canale dove principalmente ven-

gono venduti questi prodotti – ha norme par-ticolarmente stringenti. Oggi questa gamma, decisamente completa, va affinata; il mercato odierno propone sfide non banali per quan-to riguarda le modalità di distribuzione e di consumo. Da questo punto di vista “le nostre antenne” sono ben dritte per capire se certe modalità di distribuzione, di vendita devono in qualche modo essere percorse. Un esempio, a questo proposito, è l’affermarsi sul mercato dei prodotti salutistici con particolari qualità nutrizionali, come per esempio i latti delatto-sati, un prodotto che da qualche anno è entra-to a far parte della nostra offerta.La grande distribuzione è per voi un partner importante …che copre circa il 40% delle nostre vendite. Lavoriamo anche con i cosiddetti “utilizzatori” quindi forni, bar, pasticcerie e con i classici negozi di vicinato. Sono 4.500 i punti vendita che serviamo su otto province.

Abbiamo fatto un piccolo tentativo di distribuzione anche attraverso il vending, ma questo canale non ci sembra offrire attualmente interessanti prospettive di business.

Le stalle e la tecnologiaLa tecnologia entra sempre più nell’allevamento zootecnico e lo fa attraverso strumentazioni in grado di fornire all’allevatore informazioni preziose per la gestione della stalla e attraverso macchinari che contribuiscono a migliorare il benessere dell’animale. Claudio Monferino con la sua azienda zootecnica a Retorto (AL) è uno dei 12 allevatori che conferiscono il latte alla Centrale del Latte di Alessandria e Asti: «La tecnologia sta entrando sempre più nel DNA di noi allevatori, anche qui in provincia di Alessandria dove le stalle hanno raggiunto interessanti livelli di automazione. In stalla oggi utilizziamo, per esempio, il podometro il quale ci permette di valutare il comportamento dell’animale, quanto si muove in stalla, a che ore lo fa principalmente; ci serviamo di tecnologie più sofisticate come quella che ci permette di contare, attraverso un collare non cruento, quanti boli produce l’animale, quante volte rumina. Dati importanti che esprimono il gradimento della vacca nei confronti della razione alimentare. Ci sono poi sistemi per la conta delle cellule somatiche nel latte, per la misurazione della temperatura dell’animale che entra in sala di mungitura… L’elenco è davvero lungo, ma tra le tecnologie di spicco vale la pena ancora ricordare la mungitura robotizzata che sarà in futuro sempre più presente negli allevamenti. Grazie a quest’ultima si potranno ridurre i costi di manodopera, ma soprattutto eliminare quell’imponderabile fattore umano che può incidere negativamente sul comportamento dell’animale all’atto della mungitura».

Le bottiglie sterili provenienti dalla soffiatrice vengono riempite attraverso una Acma da 30 rubinetti

Nell’ultimo triennio la centrale ha investito oltre 2,6 milioni di euro in soluzioni impiantistiche innovative

Serbatoi di raccolta: Gamma Inox e Farck, 200.000 litriPastorizzatori: Alfa Laval e Fischer, 17.000 L/oraSoffiatrice preforme di PET: Krones, 16.000 bottiglie/oraRiempitrice per bottiglie di PET: ACMA VolPak, 12.000 bottiglie/oraRiempitrice per poliaccoppiato: Elopak, 6.000 cartoni/oraFinelinea: Mariani

Le scelte tecnologiche

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Nel banco frigo del supermercato occupa sempre più spazio il latte fresco a mar-chio privato. Cosa ne pensa?La spinta delle private label è stata fortissima e ha riposizionato tutti gli attori del mercato. Certo la tendenza di queste a porsi come unici interlocutori rispetto al consumatore collide con le nostre impostazioni. Affermare però che la crescita delle private label decreterà un ulteriore drastico ridimensionamento del-le altre marche credo sia temerario. È pur ve-ro che la spinta della grande distribuzione a presentarsi agli occhi del consumatore come garante dell’assoluta qualità del prodotto e a farlo servendosi delle migliori aziende pro-duttrici, impone ad aziende come la nostra di elevare ulteriormente i propri livelli qua-litativi, sia in termini di prodotto sia di pro-cessi produttivi. Da questo punto di vista la grande distribuzione è un interlocutore mol-to attento e ciò è un bene per tutto il settore. Noi siamo sul mercato e vogliamo rimaner-ci; lavoriamo affi nché il nostro marchio sia di per sé una garanzia di qualità. Oggi siamo accreditati in provincia di Alessandria come la marca leader – sul latte fresco siamo qua-si all’80% –, lo stesso in provincia di Asti, di Savona, e nella zona di Viareggio.

Il vostro percorso di alta qualità parte nel lontano 1999.Quell’anno gli allevatori della centrale stila-rono un protocollo volontario di fi liera per la produzione di latte alta qualità con il simbo-lo apposto sulla confezione di “Produzione Controllata Qualità Garantita”. A quei tempi il latte alta qualità non era così diffuso sul mercato, pochissime erano le aziende a pro-durlo. Il protocollo assegnava il controllo della produzione presso gli allevamenti a un ente esterno e defi niva severi parametri qua-litativi. Da quel 5 maggio 1999 la centrale ha immesso sul mercato, per quanto riguarda il latte intero, soltanto latte fresco pastorizza-to alta qualità, utilizzando il medesimo latte anche per la produzione del latte fresco pa-storizzato parzialmente scremato e screma-to, che per legge non possono essere defi niti “Alta Qualità”.La qualità va comunicata al consumatore Lo abbiamo fatto con Expo come fornito-ri uffi ciali di latte, panna e burro a “Identi-tà Expo”, il ristorante stellato che ha ospi-tato circa 200 chef stellati da tutto il mondo nei mesi dell’Esposizione Universale. Lo fac-ciamo con il nostro house organ, un giorna-le che racconta a tutto tondo il mondo del-la centrale; lo stiamo facendo attraverso la nuova etichetta. Lo scorso anno, ormai a di-stanza di 15 anni, ci siamo posti il problema di attualizzare la nostra comunicazione, di raccontare al consumatore i valori fondan-ti dell’azienda, l’assoluta qualità della mate-ria prima raccolta che proviene da stalle i cui allevatori sono anche i proprietari della

centrale, il nostro impegno per produrre e di-stribuire ogni giorno latte fresco di qualità… Valori che purtroppo venivano dati ormai per scontati. Abbiamo così affi dato all’agenzia di comunicazione Amapola una ricerca basa-ta su focus group con consumatori e riven-ditori. Da quest’analisi abbiamo ricavato al-cune indicazioni di fondo che poi ci hanno portato a rielaborare la confezione, l’imma-gine della nuova identità di marca per ripor-tare il consumatore a queste consapevolez-ze. Attraverso la nuova etichetta vogliamo far capire che il latte non è un prodotto in-dustriale e che l’industria è un passo neces-sario per assicurare al consumatore alcune qualità e proprietà. Siamo i custodi della sicu-rezza alimentare di un prodotto agricolo che come tale raggiunge i consumatori e questo messaggio oggi va veicolato in modo deci-so, perché i clienti sono sempre più attenti a ciò che fi nisce sulle loro tavole. Le nuove bottiglie sono state immesse sul mercato alla fi ne dello scorso anno. Abbiamo già esteso la nuova identità di marca al mercato ligure; faremo la stessa cosa in Toscana. Una battuta sul futuro, per concludere?Non so di quali e quanti attori si comporrà il mercato del futuro. Noi vogliamo esserci, continuando ad assicurare oltre che prodotti di elevata qualità, anche un’equa remunera-zione a tutti gli attori della fi liera: allevatori, dipendenti e tutti quei partner che con il lo-ro lavoro fanno in modo che il nostro latte raggiunga ogni giorno i 4.500 punti vendita che serviamo.

Il nuovo finelinea lavora contemporaneamente per le due linee in maniera automatizzata

La Centrale del Latte di Alessandria e AstiStabilimento produttivo: viale Massobrio 10-12, Alessandria, tel. 0131-360511, fax 0131-360598, www.iltuolatte.it Attività: produzione di latte alimentare e panna, commercializzazione di burro, yogurt, formaggi e altri prodotti alimentariLatte lavorato: 50.000 L/giorno

Per tutte le sue produzioni la centrale utilizza solo latte alta qualità grazie a un protocollo di filiera stilato dagli allevatori nel lontano 1999. Il latte in entrata viene sottoposto a severi controlli qualitativi

Guarda il video del finelinea

http://www.lattenews.it/55569

[email protected] 24 23/11/15 16:38