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NUOVI ELEMENTI CIRCA L'ANTICHITÀDEL SANTO CROCIFISSO

Le notizie fino ad ora riferite dai vecchiarcipreti circa l'origine della devozione alSanto Crocifisso ottengono tranquillamenteuna conferma, ma quelle che riguardano lasua antichità richiedono un certoridimensionamento.È pacifico, e documentato, il fatto che ipromotori della devozione al santo Crocifissosiano stati i Disciplini Bianchi di Telgate cheposero la sacra immagine in una nicchiaappositamente predisposta sopra l'unicoaltare del loro oratorio, accanto alla chiesaparrocchiale. E fin qui nulla da eccepire.

È il quando ciò avvenne che inizia a farproblema. Coloro che fino ad oggi hannoscritto e anche stampato sull'argomentosono andati quasi a gara a risalire nei secoliper affermare un'antichità che poteva servireda argomento probante di remoteespressioni di culto divenute in seguitoconsolidata tradizione. Si legge infatti che ladevozione in oggetto è antichissima,risalente, per alcuni al '500, per altriaddirittura al '400, citando a confermapersino gli Atti della Visita di san Carlo comeargomento inconfutabile.Dalla consultazione, però, dell'autorevolefonte citata ne è derivata un'inattesasorpresa:

Tre documenti che riportano gli «Atti della Visita di san Carlo Borromeo».Il primo è stato manipolato, il secondo si è rifatto alle contraffazioni del primo, solo il terzo è conforme all'originale.

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il testo degli Atti conservato in archivioparrocchiale non è corrispondente in tuttoall'originale perché è stato grossolanamentemanomesso. Per fortuna le correzioni edaggiunte apportate sono state fatte coninchiostro colorato assai dissimiledall'originale, per cui è facile distinguere lacontraffazione.Probabilmente un arciprete dei secoli scorsi,animato certamente da zelo, ma pocorispettoso dell'integrità dell'anticomanoscritto, ha voluto forzare il senso deltesto a favore di una tesi di antichitàaltrimenti non sostenibile.Come risultato si ebbe che la parola«inornatum» (disadorno) riferita all'altaredell'oratorio dei Disciplini divenne «inornatum» (in un ornamento),«picta» (dipinta) riferito alla volta dell'altaredivenne «pietà» (con l'aggiunta di unaccento inconcepibile per un termine latino),e successivamente pietà trasformato in«Pietà» (con la maiuscola come per indicareuna persona: il Crocifisso?).Il pudore certamente suggerí di porrealmeno un punto interrogativo, chepurtroppo dai successori venne ignorato, e iltesto contraffatto passò tranquillamenteaccettato persino nei caratteri a stampa diun documento di fine '700.Gli scrittori successivi, basandosi suquest'ultimo, senza controllare l'originale, vihanno trovato facile punto di riferimento perfondare le loro affermazioni sull'esistenza inTelgate del santo Crocifisso in data anterioreal 1575 (data degli Atti della Visita di sanCarlo).I tanto citati Atti invece non fanno alcunriferimento all'esistenza della venerata sacraimmagine, al contrario descrivono l'altare deiDisciplini privo di alcun ornamento(inornatum), posto sotto una piccola voltadipinta (picta), certamente piccolo e dasistemare, tanto che il Visitatore neprescrisse l'ampliamento e l'ornamento.Ai fini dell'antichità del santo Crocifissodunque un fatto è certo: non esisteva inTelgate prima del 1575. Esisteva invececertamente nel 1703 perché nelle relazionidella Visita del vescovo Ruzini si legge:«l'icona dell'altare è l'immagine di CristoCrocifisso, ottimamente scolpita nel legno,coperta di lastra di vetro, adorata con grandedevozione». Da ciò si deduce in modo piùche plausibile che solo nel corso del '600 ilCrocifisso fu collocato sull'altare deiDisciplini Bianchi o di santa Maddalena e daallora in poi chiamati anche del santoCrocifisso.La supposizione di datare secolo XVII lavenuta in Telgate della preziosa scultura èconfermata anche da una perizia artisticaeffettuata sull'opera stessa da un esperto in

materia, il restauratore di antiche sculture,che opera per la Sovrintendenza di Milano ela Regione Lombardia, sig. Eugenio Gritti diBergamo, che definì l'opera come tipicoesemplare della scultura manieristica del'600 italiano.Cade contemporaneamente anche lasupposizione da alcuni avanzata, in veritàcon riserva, che sia stato il famosopredicatore Beato Bernardino da Feltre arecare dal Friuli a Telgate il santo Crocifisso,in occasione di una delle frequenti santeMissioni che egli veniva a predicare in terrabergamasca; cade perchè il BeatoBernardino nacque nel 1439 e morí nel1494, perciò completamente fuori epoca.Con tutto ciò non si intende assolutamentesminuire l'importanza e la venerabilità di unaormai secolare tradizione religiosa dai risvoltimeravigliosi che sempre suscita sentimentidi pietà popolare di altissimo valore, quantopiuttosto fornire una necessaria precisazioneche deve essere accolta come contributoalla chiarificazione di una veridicità storicache esce dall'indefinito per assumerecontorni di una più nitida definizione.

I FATTI PRODIGIOSIATTRIBUITI AL SANTOCROCIFISSOLA DEVOZIONE POPOLAREDa uno scritto dell'arciprete Angelo Asperti,datato il 16 luglio 1922, ricaviamo moltiparticolari sulla venerazione in cui era tenutoil Crocifisso miracoloso.

«Nel 1780 dopo ultimati i lavori didecorazione della nuova Chiesa, il popolo diTelgate si tassava generosamente perinnalzare al suo Taumaturgo Crocifisso quelmagnifico altare di marmo, perché quitrasportato dalla sua antica chiesina, quivi siavesse la sua nuova sede e il suo trono dimisericordia.Il 1760, come si legge sul rovescio d'unquadro che si conserva e che ricordal'esposizione solenne del SS. Crocifisso(forse per la prima volta), Telgate eradesolata dalle febbri petacchiali chefacevano strage in paese e nei circonvicini efu quell'anno che fu fatto voto di celebrare inperpetuo la festa votiva annua il 3 maggio adonore del SS. Crocifisso. Piaciuta la festaalla divina misericordia fu liberato il paesedal fiero morbo, non fu colpito più nessuno eguarirono quanti prima erano stati colpiti.Da questa data, dalla sua nuova dimora, nelsuo superbo altare nella Plebana, ladevozione e venerazione

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Un dipinto del '700 con sacerdoti, nobili,popolani, sani e ammalati in preghiera davantial Santo Crocifisso mentre nel 1760pronunciano il voto di celebrare in perpetuo lafesta del 3 maggio. (Quadro conservato insacristia).

alla Taumaturga Immagine andòognor più aumentando. Dallo spogliodei registri di sacristia risulta chel'annua votiva festa del 3 maggio fucelebrata costantemente e semprecon grande devozione e solennità, eche a questa festa presero parte nonpochi dei paesi circonvicini e semprecon straordinaria frequenza ai SS.Sacramenti. Nella lunga serie di anniche decorre dal 1760 fino ad oggi 16luglio 1922 è ben raro l'anno in cuioltre l'annua votiva solenne festa del3 maggio, non sia stata celebrataaltra solennità per impetrare dal SS.Crocifisso, solennemente esposto,grazie e favori, come ad esempiopioggia in dura siccità, serenità incaso di piogge prolungate, come purein circostanze di mali contagiosi(1836 - '54 - '67 - '86) di colera,vaiolo, difterite, infezione epidemicadel bestiame, né mai invano si fece aLui ricorso. Molte sono le Messecantate lungo l'anno all'altare delCrocifisso a richiesta dei devoti persé e i loro cari afflitti e tribolati;specialmente durante la grandeguerra, al sottoscritto da Milano,Brescia, Bergamo

pervennero elemosine per celebrazione di Messeprivate e cantate ad onore del SS. Crocifisso.Non dico poi dei miei cari figli soldati che lontaninei pericoli della guerra si tennero col loro spiritovicini al caro Crocifisso e spesse volte dal campomi giunsero somme per funzioni pubbliche al SS.Crocifisso per ottenere la loro protezione. È conparticolare compiacenza che ricordo due fatti ,daiquali fu testimonio l'intera popolazione, il primonel 1866, il secondo il 2 agosto 1904. Partironochiamati per la guerra, nel 1866, 22 giovani diquesta Parrocchia non senza aver implorato dalSS. Crocifisso protezione e scampo, conpromessa solenne dell'intero popolo, che sisarebbe celebrata in onore del SS. Crocifissosolenne festa di ringraziamento quando tutti i carisoldati fossero ritornati in seno alle loro famiglie.La guerra era terminata, i giovani avevano fattoritorno, eccetto uno del quale dopo la partenzanon era stato possibile avere notizia alcuna:Finazzi Santo di Giovanni. Morto, prigioniero,disperso? Erano queste le angosciose domandeche correvano per le labbra di tutti. E per nonrecare nuovo dolore alla famiglia disgraziata chepiangeva il suo caro, come perduto, si eraprotratta la promessa festa di ringraziamento peril ritorno dei 21 da oltre due mesi. Con doloredella popolazione per il mancato ritorno del carosuo figlio, si delibera e stabilisce il giorno dellafesta. Quando proprio nel giorno stabilito,durante la Messa solenne, mentre Telgate sitrovava in Chiesa raccolta a pregare GesùCrocifisso, quasi non credendo ai propri occhi,vide entrare il giovane soldato Finazzi che sicredeva perduto. A tale vista quale possa esserestato nella popolazione il parossismodell'entusiasmo è più facile pensare chedescrivere. Le dolorose vicende passate delpovero giovane durante la guerra, motivo pelquale si era creduto morto, e del suo prolungatoritorno raccontate al popolo, servirono a farmeglio conoscere che non invano aveva posta lasua fiducia nel SS. Crocifisso. Il secondo fattostraordinario che ebbe testimonio, oltre a chiscrive anche tutta la popolazione, avvenne lasera del 2 agosto 1904. Fu veramente quello ungiorno di sole infuocato, nessuna nube chesolcasse l'aria afosa e opprimente e desseindizio di pioggia vicina, tanto bisognosa per learse campagne. Per impetrare la pioggia per bendue volte a pochi giorni di distanza si erascoperto solennemente il SS. Crocifisso, maancora invano. Rincresceva sentire da taluniforestieri espressioni che sentivano di sfiducia equasi di disprezzo come queste: «Anche ilCrocifisso di Telgate è divenuto vecchio, nonsente più le preghiere - questa volta si copre

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col sole perché non ha più acqua o non lavuol dare», ecc.Si era in Chiesa per la funzione di chiusadella festa e mentre il rev. don Alessio Poli,che in quel giorno aveva tenuto il discorso,con parola colta eccitava alla fiducia e allasperanza nella bontà e onnipotenza del SS.Crocifisso, rumoreggiava già forte einsistente il tuono, l'impeto del vento erastraordinario, e l'acqua cadeva in tantaabbondanza e in si gran forza che per oltremezz'ora tutti si fu obbligati a rimaneredentro. Un'altra volta si ebbe la pioggiaquasi nella stessa meravigliosa maniera.Dopo tante altre pubbliche preghiere nellasiccità del luglio-agosto 1921 s'era decisa estabilita la festa ad onore dei SS. Crocifissoper il giorno 20 agosto. La sera del 19stesso s'era solennemente scoperto il SS.Crocifisso venerato. Scoperto, annuvolarsiil cielo e cominciare a piovere e continuaretutta la notte, fu come la stessa cosa.Rincresce che non siasi tenuta esatta eminuziosa nota di favori e grazie non pochee segnalate che si ottennero per ricorso alSS. Crocifisso che, come è detto nellarelazione per la visita pastorale datadall'arciprete Marroni nel 1775, hannopotuto meritare fin da quell'epoca, alvenerato Crocifisso il glorioso titolo di«molto miracoloso». Nelle varie epoche incui si ebbe il colera e che pur qui si vollevittime, i telgatesi fecero ricorso al loroCrocifisso celebrando a suo onore solennifeste votive per impetrare la cessazione delmorbo, né si può dire che sieno del tuttoricorsi invano, poiché qui il numero deimorti di quel tempo risulta che nelcolera,del 1836 i casi letali furono 21, nelcolera del 1855 otto, diciotto in quel dei1867, 13 in quel dei 1884. Nel 1899infierendo la difterite che in altri luoghifaceva strage di piccoli, qui il colpito non fuche uno solo, certa Zoffli Rosa di Zaccariadi 9 anni che, a detta del medico curante,non potea aversi che poche ore di vita. Igenitori desolati raccomandarono la lorofiglia pressoché agonizzante al SS.Crocifisso e il medico il giorno dopo venutopiù per constatare la morte della ragazzache per visitarla, ne dichiarava invece, consua sorpresa, il miglioramento grande e perlui del tutto inesplicabile. Telgate rimasto altutto immune dal contagio, addivenne comeil luogo di rifugio per la salvezza anche dialtri fanciulli qui portati dal di fuori. Tacciodella così detta spagnola che nel 1918, seanche qui ebbe a entrare pressoché in tuttele famiglie, solo 12 furono i decessi. Mancoil dirlo, che nella circostanza della difteritecome per la febbre spagnola, i telgatesiavevano invocato misericordia dalbenedetto Gesù Cristo Crocifisso. Vengoora a riferire di talune grazie ottenute daparticolari devoti. Certo Facchinetti Bortolodei furono Giacomo e Nespoli Angela quinato e domiciliato da tre anni, affetto dadolorosi calcoli vescicali e da più medicidichiarato inguaribile per cronicità.

Perduta la fiducia nei medici curanti sirivolse a G. C. Crocifisso e si metteva nellemani dello stimato e virtuoso chirurgo-medico Rota di Chiari, il quale felicementeoperatolo, dopo tre soli giorni di curadall'operazione, si levava dal letto senzapiù sentire, nella sua lunga e laboriosa vita,traccia alcuna della malattia prima sofferta.Il Facchinetti quando fu operato nel 1877contava 25 anni, ora ha compiuto i 70. Nel1891 certa Belotti Rachele vedova MazzolaGiuseppe di qui, da vari mesi ammalata dicancro, e più volte operata, il cancro siriproduceva. Nell'ultima operazione i mediciebbero a dichiarare che all'infelice nonpotevano restare che pochi giorni. Ricorsala disgraziata assieme alle fervidepreghiere dei suoi di casa al SS. Crocifissoper chiedere un po' di salute ancoraessendo troppo necessaria la sua presenzain famiglia. E nei sei anni che sopravvisse,più nessun sintomo di cancro né disturbo.Morì invece di apoplessia il 10 marzo 1897.Il Crocifisso aveva ascoltato la supplica diquella buona vedova. Patelli Caterinamoglie di Manenti Costante di qui,trovandosi nel 1898 a Lucerna a motivo dilavoro con tutta la sua famiglia, da variotempo pativa di emoraggia dai medicidichiarata incurabile. Da colà ella e lafamiglia fece ricorso al SS. Crocifisso e quispedì l'elemosina perché al SS. Crocifissofosse cantata Messa in ringraziamentodella grazia ottenuta; e come ebbe adichiararmi la soprannominata dopo il suoritorno colla famiglia in paese, non ebbe piùnessuna traccia né ripetizione di quellainfermità, e tuttora nella età avanzata godeottima salute. Uno della parrocchia diGrumello del Monte, di cui però nonconosco il nome, tutti gli anni da che mitrovo qui è solito far celebrare qui unaMessa ad onore del SS. Crocifisso, inringraziamento, come egli mi disse, di averottenuta la guarigione completa d'un suofiglio, che colpito dalla difterite nel 1899,era ormai ridotto in agonia. Loda GiuseppeDomenico di fu Angelo di anni 36 qui nato edomiciliato ammogliato, affetto da acutaartrite era obbligato a letto da due mesi nési aveva speranza di prossima guarigione.Nella circostanza in cui si era tolto il SS.Crocifisso dalla nicchia per esporlosolennemente in Chiesa e solennementeportarlo in processione, il Loda fu da duepersone più che accompagnato portato allaChiesa, poté baciare i piedi del Crocifisso ea Lui ricorse con grande fiducia chiedendola necessaria primiera salute per essere ingrado di guadagnare il necessariosostentamento alla sua famiglia. La graziafu immediata, poiché potè ritornare a casasenza bisogno di aiuto e il giorno dopo lafesta, cessato ogni dolore e gonfiore alpiede, potè riprendere il consueto lavoro digiardiniere. L'anno in cui il Loda assicura diaver avuto la segnalata grazia fu il 1900.Nel 1902 certa Brevi Carola di qui,ammogliata a Facchinetti Bortolo,trascinava la sua vita tra il letto e il

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lettuccio, come suol dirsi, affetta com'erada più di tre anni di peritonite tubercolare,né valeva a migliorare la sua condizione néle cure avute all'ospedale di Bergamo né lapremura del medico locale. Alla peritonitetubercolare si aggiunse una periostitearticolare all'avambraccio destro che,ribelle ad ogni cura e operazione diraschiature più volte ripetute all'ossocariato, s'era riconosciuta necessarial'amputazione della mano per l'incipientecangrena. Sempre nella sua lunga edolorosa malattia aveva riposto la suasperanza nelle preghiere che rivolgeva alSS. Crocifisso, ma all'annuncio che le sisarebbe dovuto amputare la mano persalvarle la vita, raddoppiò la sua speranzanella bontà e potenza di Gesù CristoCrocifisso, tenendosi sicura di essereesaudita. E fu davvero ascoltata, poichépassò la peritonite, e migliorando un po'alla volta anche la periostite, essa hapotuto conservarsi la mano che tuttora puòadoperare per i lavori domestici e faccendedi famiglia.Belotti Pietro di fu Luigi, qui nato edomiciliato, d'anni 38, nei primi mesi delsuo servizio militare nel 1904 aveva dovutoessere ricoverato all'ospedale maggiore diBergamo ammalato di fortissima febbretifoidea che in brevi giorni lo ridusse a talestato di dovergli amministrare i sacramentidella confessione e viatico, completamentealienato dai sensi, con la febbre che locuocea e con ben poca speranza potessearrivare alla mattina del 3 maggio diquell'anno. La madre che da giorniassisteva il figlio e vedendolo così ridottonon poteva più sperare nei rimedi suggeritidai medici curanti che pure avevanolasciato capire chiaramente che al figlioerano contate le ore di vita. La madre conl'ansia nel cuore si stacca dal letto delquasi agonizzante suo Pietro per correre aTelgate e al SS. Crocifisso, in quella seravigilia dell'annua festa votiva si scopriva, apregare per il figlio. E quella notte che sicredea dovesse essere l'ultima, spariva lafebbre; il medico, anzi i medici, neconstatavano la mattina del 3 maggio ilgrande miglioramento, dichiarando di nonpoter intendere come potesse essereaccaduto, e in brevi giorni si rimise inmaniera di potere venire a casa i sei giornidi licenza che gli furono accordati.Nel 1913 Manenti Anna di qui, dei furonoLuigi e Lecchi Maria, a 19 anni una solagiornata ebbe quattro volte si copia disbocchi di sangue da mettere in seriopericolo la sua vita; per la grande quantitàdi sangue perduto più non ravvisava lepersone che circondavano il letto, lucidaperò aveva la cognizione e conoscendo lagravità del pericolo di sua vita, assieme allamadre e alla sorella con grande fiducia fecericorso al SS. Crocifisso; cessarono glisbocchi, e completamente rimessasi, da seianni è passata a marito.Nel 1914 Brevi Teresa di Giacomo eMarchetti Ida, di anni 14, di questaparrocchia, colta da acutissima pleurite erastraziata da incessante tosse. Trovavasi aletto da 35 giorni e a detta del medicocurante non avrebbe potuto liberarsene che

con estrazione dalla pleura del pusdepositatovi. Impensieriti i genitori sullostato della figlia la raccomdarono al SS.Crocifisso per lei facendo celebrare unaMessa a suo onore. Il giorno susseguentealla divozione fatta alla figlia, il medico latrovò migliorata assai e tanto che ebbe adichiarare che non era più necessarial'operazione potendo essere sufficiente unvescicante. Sentendosi completamentemigliorata il giorno dopo non si riconobbeneppure necessario il vescicante prescritto.Ora la figlia conta 22 anni, senzaconseguenza veruna dalla sofferta malattia.

Il padre della suddetta, certo BreviGiacomo di Giuseppe di anni 47 da piùanni soggetto a frequenti fortissimi dolori dicapo, tanto da togliergli anche lacognizione di quanto accadeva intorno alui, né sapendo che fare per guarire da sifastidioso disturbo, né dai medici avendoun efficace rimedio, si è raccomandato alSS. Crocifisso; è da tre anni che più nonebbe a sentire dolore di testa.Nel 1915 Tenzi Arturo, di Pietro e PeriniLuigia di anni tre e mezzo, ammalato difebbre tifoidea che poi era degenerata inmeningite in pochi giorni era stato ridottoquasi allo stato preagonico. Nel frattempogli addolorati genitori avevano intrapreso afare una novena al SS. Crocifisso perl'amato bambino, e al termine della novenail bambino era fuori d'ogni pericolo e inpochi giorni completamente guarito.Nel 1918 Tenzi Pietro, di fu Anselmo dianni 38, di qui, con famiglia, operaiobottoniere, ebbe più volte abbondantisbocchi di sangue. Gli era stata consigliatala cura climatica, né gli furono risparmiatealtre cure, ma senza sentire vantaggi disorta e si aveva il timore che il deperimentolo portasse ad una lenta tisi. Fece ricorso alSS. Crocifisso facendo celebrare in suoonore una Messa e una devota novena. Datre anni e più non ebbe altri sbocchi disangue e si rimise in modo da poter esserein grado di riprendere a continuare il lavoronello stabilimento.Nel 1920 Canfori Luigi Esposito, di anni 62,qui domiciliato fino da fanciullo, ammogliatoche lavorava quale famiglio in casa dicontadini, nel mese di agosto del 1920,affetto da nefrite fu ricoverato nell'ospedaledi Bergamo. Erano già passati due mesidacché si trovava in ospedale con tutte lecure mediche, ma la nefrite di cui eraaffetto anziché scemare ed accennare amiglioramento s'acuiva sempre più, tantoche il povero ammalato addivenutoorribilmente gonfio, aveva perduta lasperanza di rivedere la sua casa ed ilpaese.Si rivolse in tale situazione al SS.Crocifisso disponendo di far celebrare unaMessa a Suo onore. La notte stessacominciò ad avere il beneficio di scaricarsidell'acqua, scomparve in pochi giorni lanefrite ed entro la settimanacompletamente ristabilito poté ritornare acasa sua, senza più sentire nessundisturbo della patita malattia. Ora per farconoscere quanto sia grande e radicata inquesto popolo la venerazione e la fiducia inquesto

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suo adorato Crocifisso, mi limito a dare lacronologia delle varie feste straordinarie quicon grande solennità celebrate in Suoonore, nel tempo di mia cura in questaparrocchia, o per impetrare grazie e inringraziamento di favori ottenuti.II 18 agosto 1903 per impetrare la pioggia ecosì il 14 luglio e 2 agosto 1904. Nel 1907 il23 luglio fu celebrata solenne festa diringraziamento per la pioggia avuta ilgiorno dopo fatto il voto, e parimenti il 16agosto 1909. Saranno poi sempre nellamemoria dei telgatesi le solennità celebrateil giorno 3 maggio e 25, 26 e 27 dicembre1915, tutte volute per impetrare protezioneper i giovani della parrocchia che già innumero di 200 e più erano partiti per laguerra. Già si presagiva la grande strageche avrebbe fatto la guerra ed alloraquante preghiere d'ogni classe di persone,quante lacrime di padri, madri e spose checonducevano i loro bambini innocentidavanti all'altare del SS. Crocifisso einsegnavano a pregare per il babbo,lontano alla guerra.Nel tempo che ebbe a durare la guerra,risulta dai registri di sagrestia, furonoinnumerevoli le Messe fatte celebrare. Sicontavano 253 Messe solenni, ordinate daquei del paese e dai forestieri ad onore delSS. Crocifisso.Finalmente la guerra era terminata eTelgate, mentre il 13 febbraio 1919 avevacelebrato solennissimo officio di suffragioper i suoi prodi caduti per la gloria egrandezza della Patria, si preparava a chele sue feste del 3-4-5 maggio di quell'annocorrispondessero ai sentimenti della piùviva riconoscenza per la particolareprotezione del SS. Crocifisso sopra i 380soldati che sani e salvi hanno fatto ritornoalle loro famiglie, memori della protezioneavuta nei tanti pericoli della guerra e soprale singole famiglie nel tempo dell'epidemiadi spagnola.Manco a dirlo, quelle feste decoratecoll'intervento di Sua Ecc. M. Vescovoriuscirono splendide e coronate da ancorapiù splendida processione portandosi ilTaumaturgo Crocifisso assieme all'augustoLegno di S. Croce.Parmi non possa dirsi temerità, il desiderioardente e insistente di questo popolo chenull'altro più sospira che di vedere sul capodel suo venerato Crocifisso la corona d'oro,un diadema d'oro con cui si spera di vederpresto fregiata l'adorata effige. Alla spesaprovvederà con grande generosità eslancio l'intera popolazione senzadistinzione di classe, con alla testa i 380giovani soldati rientrati sani e salvi infamiglia.Non meno ardente al proposito è ildesiderio del sottoscritto che prega econfida che possano essere esauditi i votidi questo suo buon popolo, onde per lacorona d'oro, questo già tanto rinomato evenerato Crocifisso sia reso ancor più

L'arciprete don Angelo Asperti,un grande promotore della devozione al

santo Crocifisso.

celebre per la maggior devozione edonore».Telgate, 10 ottobre 1922Prete Angelo Asperti - Arciprete plebano,vicario foraneo

Il buon arciprete Asperti ci ha volutolasciare una specie di documentazione aconforto del titolo di «molto miracoloso»attribuito al SS. Crocifisso. Non risulta chealtri arcipreti abbiano fatto altrettanto, ma selo avessero fatto, a quest'oggi si avrebbemateriale per scrivere volumi interi; tutti gliabitanti di Telgate potrebbero raccontareuna loro storia che è legata a grazie più omeno straordinarie ottenute dal loro grandebenefattore: il SS. Crocifisso.

Un nativo di Telgate così si è espresso:

«Il Crocifisso del mio paese ha una storiatutta propria. E la mia gente questa storia lasa. La conosce alla sua maniera ed è unamaniera condita di preghiere, di sospiri, digioie, di speranze, di mortaretti e soprattuttodi cronaca individuale, familiare ecomunitaria, fatti racchiusi nella fonte delcuore.Nell'esprimere venerazione non mancal'elemento folclore, ma la fede è vivace e sisnoda nella preghiera e nella fiducia alDivino Crocifisso che sulla Croce ha lebraccia aperte per accoglierci tutti, uno aduno.E la rivedo questa mia gente... la rivedo inginocchio davanti al Crocifisso nei momenticrudi della guerra..., rivedo la giovanesposa con la fotografia del marito

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in mano davanti a Lui perché ritorni prestodal fronte, e la mamma con le bracciaaperte come Lui perchè il figlio lontano nonincontri il male.Rivedo questa mia gente darsi convegnodavanti a Lui nei momenti dell'angoscia.La rivedo questa mia gente imploranteperchè i terreni riarsi abbiano l'acqua,oppure perchè il sole ritorni a far sorriderela natura.È un po' strana questa mia gente... Puoitrovare uomini che ancora non hanno fattoPasqua, ma difficilmente non li troverai inginocchio davanti a Lui puliti dal Suoperdono nelle tre feste che ogni anno laChiesa locale di Telgate offre al suoCrocifisso.E così, il 3 maggio, festa della invenzionedella S. Croce, la terza di settembre, festadella esaltazione della S. Croce, e l'ultimadell'anno liturgico, festa di Cristo Re, la miagente è là davanti a Lui a testimoniare lasua fede, la sua speranza, ed il suo amore.

Si ferma, Gli parla, Lo supplica e fa sue leparole di Pietro: «O Signore, Tu lo sai chenoi ti amiamo».È giusto, veritiero e consolante poteraffermare che la devozione al SS.Crocifisso di Telgate è ancora forte,profonda e unanime. Lo rivela, oggi, ancheil grande entusiasmo con il quale lapopolazione telgatese si appresta acelebrare il cinquantesimo anniversariodella solenne Incoronazione».

LA CORONAPOSTA IN CAPOAL SANTO CROCIFISSODopo i voti e i desideri espressi nel 1922dall'arciprete Angelo Asperti, fedeleinterprete di tutto il popolo di Telgate, laCorona del Crocifisso divenne realtà nel1937, mentre era arciprete don ClienzeBortolotti.È una corona veramente regale che cingemirabilmente la fronte di Colui che dall'altodella croce regna per sempre comeSalvatore del mondo.Il disegno è opera dell'ingegner LuigiAngelini di Bergamo che, in data 28 agosto1936, ne fornisce una dettagliatadescrizione a modo di progetto.Scrive l'Angelini: «Proporrei d'oro a 18carati la prima fascia aderente alla testaquanto la seconda in alto. Inoltre in oroanche gli 8 emblemi della Passione, ipinnacoletti terminali sopra la secondafascia e la crocettina finale.

In argento sarebbe eseguito tutto il restantedella corona in lamina al titolo 900°,sbalzato e lavorato poi a cesello. Inoltre inargento massiccio, cioè fuso sempre altitolo 900°, il gruppo dei profili terminalicurvi che dalla seconda fascia si piegano aformare il sostegno della crocetta».Per la realizzazione sono occorsi 729grammi d'oro e 2.800 grammi d'argento.Il costo ha raggiunto la cifra di lire 27.000.L'esecuzione dell'opera è stata affidata alcesellatore Renato Bonizzi di Bergamo chela portò a compimento con un lavoro dicirca 150 giorni.Lo stesso Angelini indicò il nomedell'esecutore scrivendo: «Iopersonalmente per vari lavoriprecedentemente affidati al cesellatoreBonizzi posso affermare essere egli il piùaccurato dei cesellatori cittadini», e ancora:«la lavorazione da me seguita durante ilsuo svolgimento è veramente stata fattacon attenta cura e finitezza».

La corona d'argento e oro disegnata dall'ingegner LuigiAngelini e realizzata dal cesellatore Renato Bonizzi.

La corona risulta di grandi proporzioni, laforma adottata è di tipo regale, che megliosi presta di quella di tipo imperiale al sensoplastico di adattamento alla testa scolpitadel Cristo. È di forma classica, con i motiviornamentali disposti in ritmica equidistanzae modellata secondo un'inflessione di curvatipica delle antiche corone regali. In alto leotto placchette, inflesse a forma raggiata,reggono una sfera portante la Croce. Pertutto il perimetro, alternati a bassi ornati, siinnalzarono otto punte d'oro, in forma di fiorisimbolici.Un'eccellente opera di arte orafa,veramente degna di cingere il capo dellavenerata sacra immagine del Crocifisso.

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IL SIGNIFICATODELL'INCORONAZIONEDI CRISTO CROCIFISSO

Qual' è il motivo per il quale i Telgatesi nel1937, con grandi solennità, incoronarono ilsanto Crocifisso?Il perchè ce lo scrive don Clienze Bortolotti,arciprete di Telgate a quel tempo e arteficeprimario di quell'avvenimento.

«D'onde mai l'idea di cingere la fronte delCrocifisso con la corona regale? Lo dice lacorona stessa nel suo significato simbolico.

Sono coronati i Re: e la corona è simbolodella loro sovranità.Erano coronati gli antichi Sommi Sacerdoti,ed è coronato ancor oggi il SommoPontefice con la triplice corona del suotriregno, della sua tiara, perchè la corona èl'attributo del Sommo Pontefice, cioè delSacerdozio alla sua più alta potenza.La corona, a volte, è anche il simbolo delpotere giudicante, come presso i Greci,dove i giudici si coronavano quando siassiedevano al tribunale di giustizia. Sicoronavano anche gli sposi per lacerimonia nuziale, ed a miglior titolo, siincoronano i vincitori nel giorno del lorotrionfo. E appunto perchè la corona èsimbolo di vittoria, di trionfo, si coronaronoanche i Martiri, per indicarli trionfatori per lafedeltà a Cristo.A miglior ragione la corona spetta al MartireDivino del Golgata, che vinse il peccato, ilmondo, la morte; a Cristo supremo giudicedel passato, del presente, del futuro; aGesù Sommo Sacerdote del NuovoTestamento; a Cristo, che sulla Croce hagenerato e sposato la Chiesa; a Lui che fuproclamato Re dagli stessi suoi Crocifissori:I.N.R.I.: lesus Nazarenus Rex Judeorum; aLui che, essendo la stessa Verità e lastessa Umiltà, ha potuto affermare la suaRegalità Divina: Tu dicis, quia Rex egosum.Ma il Cristo è Re, Sacerdote, Giudice,Trionfatore, Martire, Sposo, soprattuttosulla Croce, dalla Croce e per la Croce:Regnavit a ligno Deus.È sulla Croce che Egli ha consumato il suoMartirio: Consummatum est: con quellaPassione e morte che fu un eccesso digiustizia da parte dell'Eterno Padre; uneccesso di malizia e di crudeltà da partedegli uomini; un eccesso di bontà e dimisericordia da parte del Divino Paziente:Decebant excessum Eius, quemcompleturus erat in Jerusalem.

Gli straordinari addobbi della chiesa per la festa dellasolenne Incoronazione avvenuta nel 1937.

È sulla Croce che Egli, Sommo Sacerdotedel Nuovo Testamento, Sacerdos inaeternum secundum ordinemMelchisedech, ha offerto ed offre il veroperfetto Sacrificio della Nuova Legge per laredenzione degli uomini, sacerdote evittima nel medesimo tempo. È la Croce ilcampo di battaglia sul quale ha annientato isuoi nemici: l'arma invincibile con cui hariportato tante vittorie, tanti trionfi.È sulla Croce che egli ha dato il primoabbraccio alla sua Sposa, la Chiesa, che,come già Eva dalla costola di Adamo,usciva, ricca di avvenire e di promesse, dalsuo petto squarciato, dal suo Cuore ferito,in quel Sangue e in quell'Acqua che furonoil simbolo dei due massimi Sacramenti.È la Croce che gli conferisce il regaledominio universale nel tempo e nello spaziosugli uomini, sulle cose, sugli avvenimenti.E finalmente, sarà la Croce il segno che loprecederà nei cieli, quando alla fine deisecoli verrà a giudicare i vivi e i morti.Non sarà, dunque, sulla Croce che si dovràincoronare Cristo? Non sarà il Crocifissoche avrà diritto ad essere Incoronato?I tempi antichi hanno nettamente afferratoquesto senso di regalità del CristoCrocifisso, l'hanno tradotto anche nell'arte,che ci ha appunto tramandati questiCrocifissi incoronati, ai quali si aggiungeora questo di Telgate, in veste di Re e diTrionfatore.

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Invano cercheremo ai suoi piedi la Verginee S. Giovanni piangenti la morte dell'Uomo-Dio: al loro posto troveremo piuttosto degliAngeli, che gli recano lo scettro e lacorona, simboli dell'autorità e dignitàregale; gli Angeli che non apparvero affattosul Calvario intorno al Cristo morente, mafurono invece i testimoni della sua gloriosaRisurrezione. La Croce stessa; giàstrumento di supplizio e di'ignominia, latroviamo ornata di oro e di gemme, come siconviene al trono di un Re, al carro di untrionfatore.Il suggello autorevolissimo allaIncoronazione del Crocifisso lo ha dato e lodà la Chiesa, col promuovere ufficialmentela devozione al culto a Cristo Re, collaistituzione della festa della Regalità diCristo; lo ha dato il Pontefice Pio XI collamagnifica Enciclica sulla Regalità di Cristo.Sia dunque incoronato anche il Crocifissodi Telgate, che dalla sua Croce e dal suoAltare ha sempre mostrato la sua regalemunificenza colle grazie, coi favori, coibenefici d'ogni sorta che, a piene mani, fapiovere sui suoi devoti di Telgate ed'altrove.E regni il Crocifisso Incoronato, regni, dallasua Croce, e dal suo altare, sulle persone,sulle famiglie, sul lavoro, sulle campagne,sulle industrie, sui cuori, sulle anime deiTelgatesi, e di quanti altri Gli sonosinceramente devoti; ma regni anche suipopoli e sulle nazioni, e specialmentesull'Italia, carissima nostra patria, agaranzia di pace, di incremento di cristianaciviltà».

don Clienze Bortolotti

DUE PREZIOSISSIMELETTERE

Nella corrispondenza conservata in archivioe riguardante la preparazione organizzativadelle Solennità dell'Incoronazione del S.Crocifisso, abbiamo trovato due letterescritte da S. E. Mons. Angelo GiuseppeRoncalli all'Arciprete don Clienze Bortolotti.L'Arc. don Clienze Bortolotti aveva scritto aMons. Angelo Giuseppe Roncalli, alloraNunzio Apostolico in Turchia, invitandolo aTelgate per le Solennità del S. Crocifisso.Mons. Roncalli rispose:

Istanbul, 15 maggio 1937

Rev.mo e caro don Clienze,Non le nego che il rivedere i suoi caratterimi ha fatto proprio piacere. E sarò lieto divenirmene in settembre in Telgate per lesue feste. Ella sa che può contare sulla miapovera persona, per molto, per poco eanche per niente, cioè per la solapresenza. Basta che ella si metta in buonaintelligenza con Sua Eccellenza MonsignorVescovo su tutto: ed io sarò ai suoi ordini.Spero per quella stagione di trovarmi invacanza: e farò del mio meglio percoordinare tutte le circostanze cosicchè io

non le manchi per la sua consolazione eanche per la mia.Intanto continuiamo a lavorare ed ameritarci il riposo eterno. Che impressionea vedere i caratteri calligrafici di un vecchioamico dopo parecchi anni. La stessa cheella proverà rivedendo l'umile sottoscrittocoi suoi 55 suonati e coi capelli bianchi. Mala giovinezza non è nei capelli né neglianni, pochi o molti.Carissimo don Clienze, saluti ultra cordialied auguri di ogni conforto. Preghiamoinsieme.

Aff.mo Angelo Giuseppe Roncalli

L'Arciprete don Bortolotti, avuta daMonsignor Roncalli la risposta affermativa,che cioè sarebbe stato presente a Telgateper l'incoronazione del SantissimoCrocifisso, prese coraggio per allargarel'invito proponendo al medesimo MonsignorRocalli di venire anche a predicare il triduoin preparazione alle solennità. Questa voltala risposta non fu affermativa a causa dialtri impegni, ma fu ancora una risposta,diciamo così, di stile «Roncalli». Ecco iltesto della seconda lettera:

Atene Panepistimiou, 2219 agosto 1937

Carissimo don Clienze,La sua del 5 mi cercò a Istanbul quando ione ero già partito, e riuscì a sorprendermisolo stamattina al mio ritorno da un giroprolungato nelle isole dell'arcipelago Grecodove pure mi spingono le ragioni del mioministero.lo posso assicurarle la mia presenza aTelgate per i giorni 18, 19 e 20 settembre, eper qualunque servizio, felice se a me saràriservato il più modesto. Ma non possogarantirle nulla per i giorni del triduo cheella mi indica, essendomi già impegnato percose mie importanti.Di salute sto bene, grazie a Dio: e vorreiimpiegarla nel far piacere agli amici più cari.Ma le circostanze mi impongono unamisura del darmi.Del resto avremo tempo a vederci primadelle feste sue di Telgate: forse ciincontreremo a Verdello.Intanto gradisca il mio saluto più cordiale, el'augurio che con calma e con pace tuttoriesca bene nelle onoranze che ella preparaal suo SS. Crocifisso.

Aff.mo Angelo Giuseppe Roncalli

P.S. - Le rispedisco i francobolli che mi hamandato per la risposta perchè qui inTurchia i francobolli italiani proprio nonservono.

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Clero e laici, ospiti della casa Ferrari, nel giorno dell'Incoronazione, con al centro i monsignoriBernareggi, Roncalli, Belotti e l'arciprete don Clienze Bortolotti.

LA CRONACADELL'INCORONAZIONE(18-21 SETTEMBRE 1937)

Cinquant'anni or sono Telgate viveva leindimenticabili giornate dell'Incoronazionedel Santo Crocifisso; giornate piene, troppocommoventi, troppo solenni perchè lapolvere di cinque decenni le abbia potuteconcellare od offuscare nella mente di chile ha vissute. Fu quello uno degliavvenimenti della storia della nostracomunità che maggiormente lasciarono ilsegno nella vita religiosa; che questaaffermazione non sia semplice retorica macorrisponda a verità, lo dimostra lacommozione e la gioia con cui, fu accolta lanotizia che nel settembre 1977, avremmo, ilpiù decorosamente possibile, ricordato ecommemorato quelle giornate, e lodimostra ancora l'entusiasmo con cui lanostra comunità si prepara ora a celebrareil cinquantenario.A conforto e vanto di chi ricorda quellesolennità per esserne stato testimone eprotagonista, ad edificazione e stimolo dichi, più giovane, ne ha solo, ma certamentesentito parlare, riportiamo integrale lacronaca di quell'avvenimento riferita da«L'Eco di Bergamo» del 23 settembre1937:Telgate, 22 settembre 1937

Ho voluto attendere che le feste di Telgateper la Incoronazione del SantissimoCrocifisso fossero terminate per darne unarelazione completa, per quanto sintetica eriassuntiva.

Da lungo tempo desiderate, attese,pensate; precedute e preparate prima dalleSante Missioni, poi con un Sacro Triduopredicato con zelo apostolico da S. E.Mons. Franco, Vescovo di Crema; iniziatecon devoti pellegrinaggi delle parrocchiedei Vicariati di Telgate, di Trescore, diCalepio, di Ghisalba, si svolserograndiosamente ma ordinatamente, neigiorni di sabato, domenica e lunedì; e sisvolsero in un ambiente, malgrado il bruttotempo, saturo di entusiasmo religioso e traimmense folle di fedeli accorse da ogniparte.La bella chiesa parrocchiale si presentavaparadisiaca nel decorosissimo aristocraticoapparato fatto dal Volpi e dal Bianchetti diBergamo, addobbatori, e dal decoratoreZappettini, con illiminazione fatta da Brenae Daminelli.Il paese poi, tutto rimesso a nuovo, a curadel Comitato Promotore ed anche daiprivati era tutto uno splendore di archi, difiori, di ornamenti, di zendaline, di epigrafi,ecc. E se il maltempo non avesse impeditoalcuni lavori, si sarebbe presentato ancorpiù vago e splendente.

LA GIORNATA DEI RICORDICENTENARI - La giornata di sabato fuparticolarmente consacrata a ricordare ilsecondo Centenario della chiesaArcipretale Plebana; il trasporto che vi fufatto del S. miracoloso Crocifisso dalpiccolo Oratorio dei Disciplini Bianchi, oveprima si conservava (1737); ed anche ilprimo centenario

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dell'ottimo concerto di campane (1837);avvenimenti che furono magnificamenteillustrati da Sua Ecc. Mons. Angelo Roncallinel discorso tenuto alla Messa solenne,pontificata da Mons. Vincenzo Cavadini,Protonotario Apostolico, con assistenzamaggiore di S. E. Monsignor Roncalli, ilquale, nella sua Messa Prelatizia avevaamministrata la Comunione Generale atutta la gioventù telgatese.La poderosa Scuola Corale ed Orchestraledel giovane maestro Aldo Nessi diBergamo, tanto alla Messa solenne comeai Vespri, eseguì ottimamente unosceltissimo programma di musica sacra.Agli Ecc.mi Mons. Franco, Mons. Roncalli eMons. Belotti, si aggiunse nel pomeriggio,anche S. E. Mons. Bernareggi, Vescovo diBergamo, accolto festosamente dal Clero edal popolo, il quale, dopo i VespriPontificali, amministrò la Sacra Cresima acirca quattrocento fanciulli, accorsi anchedai vicini paesi. Verso sera si ebbe un buonconcerto del Corpo Musicale di Grumellodel Monte, e più tardi la prima serata diilluminazione elettrica della chiesa, delcampanile, del sagrato e delle adiacenze.

LA GIORNATA E IL RITO DELLAINCORONAZIONE -

Siamo alla domenica, la giornata principedelle feste: la grande giornata in cui ilveneratissimo Crocifisso saràsolennemente incoronato, sul piazzaledella chiesa. Sull'ala destra del vastosagrato è preparato un amplissimopresbiterio, sul quale s'innalzano un grandealtare, il trono per il Vescovo celebrante, iseggi per i Vescovi assistenti, del Capitolodella Cattedrale, per gli altri Prelati, letribune per le Autorità civili e per leRappresentanze; nonché per la numerosaScuola Corale di Alzano Lombardo che,accompagnata anche dall'orchestra, dovràdecorare i sacri riti della Incoronazione.Fuori piove; ma nelle mani e nei cuori fervel'entusiasmo religioso e brilla la certezzache le grandi funzioni potranno celebrarsiall'aperto in tutto lo splendore dellasolennità.Nella chiesa intanto, si alternano le Messeprelatizie degli Ecc.mi Vescovi; numerosisacerdoti prestano l'opera loro ad ascoltarele Confessioni, e folle innumeri, accorseanche da lontano, si accostanodevotamente alla Sacra Mensa, edadorano il Crocifisso non ancoraincoronato.Nella speranza che la pioggia sosti econsenta la Incoronazione, il discorso diMons. Bernareggi e il solennissimoPontificale all'aperto, si lavora febbrilmenteper gli ultimi preparativi, cosicché ilgrandioso alto presbiterio e l'altare sipresentano magnifici, come in una riccacattedrale.Intanto è un'ininterrotto sopraggiungere difolle devote che vengono dal bergamasco,dal bresciano ed anche da altre parti,accolte e salutate dai Corpi Musicali diChiuduno, di Bolgare, e di Grumello. È purenumeroso il Clero secolare e regolareaccorso, con a capo il venerando Capitolodella Cattedrale.Fiduciosi che il veneratissimo miracolosoCrocifisso intervenga, si decide di celebrare

i sacri riti all'aperto; e, infatti, cessata lapioggia, alle ore 10, si dà principio allacerimonia della Incoronazione, che riescesolennissima, devotissima, e quanto maicommovente.Quando il corteo dei Sacerdoti, deiCanonici, dei Prelati, dei Vescovi, delleAutorità civili, ecc. esce ordinatissimo, dallachiesa arcipretale, e il S. Crocifisso èrecato a braccia da quattro SacerdotiCoadiutori di Telgate in tunicella e lo squillodella tromba e gli altoparlanti dannol'annunzio alla folla sterminata di molte emolte migliaia, si fa un silenziosolennissimo.La Scuola Corale di Alzano cantamaestosamente il Vexilla Regis prodeunt eI'Haec dies quam fecit Dominus, che glialtoparlanti diffondono ovunque.Intanto sul grande presbiterio prendonoposto quanti hanno preso parte allasolennissima cerimonia: tra essi il Podestà,il Vice-Podestà, il Segretario Politico, ilSegretario Comunale di Telgate, il ConteGuido Suardi di Trescore, il Comm.Giovanni Finazzi e la Signora Finazzi-Brignoli, i quali fungono da Padrino eMadrina della Corona che cingerà tra breviistanti la fronte augusta del DivinoCrocifisso, il notaio Azzoni che deve rogarel'atto della Incoronazione, i Membri delComitato, con a capo l'Arciprete,visibilmente commosso.Il sacro rito della Incoronazione haprincipio. Don Costantino Brignoli legge adalta voce alla folla il Decreto dellaIncoronazione nella sua traduzione italiana.Intanto si avanzano verso il sogliovescovile il Padrino Comm. Finazzi e laMadrina Sig.ra Finazzi-Brignoli, epresentano la Corona d'oro e d'argento,recata sopra un ricco cuscino dal paggettoAntonio Terzi, a Sua Eccellenza il VescovoMons. Bernareggi, che solennemente labenedice con un rito speciale e la incensa.Indi ai piedi dell'altare il Vescovo intonal'antifona: Corona aurea super caput Eius,etc., che la Scuola Corale di Alzano cantacon grande espressione.Un triplice squillo di tromba annunzia ilmomento solennissimo. Tutti gli occhidell'immensa moltitudine sono rivolti versoil Vescovo celebrante ed il gruppo che locirconda: tutti gli animi, tutti i cuori sonocommossi: moltissimi non possonotrattenere le lagrime.Il Vescovo riceve poscia la Corona dallemani del Padrino e della Madrinavivamente emozionati; indi, salito sopra untriplice gradino, orna, con la Corona d'oro ed'argento il Capo del Santissimo Crocifisso,dicendo ad alta voce, in lingua latina:«Come per mano nostra Tu vieni Coronatoin terra, così anche noi meritiamo di essereda Te coronati di gloria e di onore su incielo». Indi incensa il veneratissimoincoronato simulacro di Cristo: e posciarecita altre orazioni, mentre i cantoricantano: Existe Sion Filiae, Regis pudicaevirgines, Christi Coronam cernite, Quammater ipsa texuit.Frattanto il Notaio Dott. Alessandro Azzonistende il verbale della Incoronazione, chefa firmare dal Vescovo celebrante, daglialtri Vescovi, dall'Arciprete, dal Podestà,dal Segretario Politico, dal Padrino e dalla

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II vescovo monsignor Adriano Bernareggi, al termine del Pontificale,imparte la solenne benedizione ai fedeli adunati in piazza.

Madrina, nonché da due testimoni. E conciò il solenne rito della Incoronazione èterminato tra la generale emozione.Squillano i sacri bronzi, i Corpi musicalimandano note armoniose, una raffica dispari si sprigiona, tutti salutano il CristoCrocifisso Incoronato.

IL DISCORSO DEL VESCOVO - SuaEccellenza Mons. Bernareggi si affacciaalla ribalta e, visibilmente impressionato,pronuncia il discorso di circostanza a voceelevata, che gli altoparlanti diffondono intutti i lati della vastissima piazza,gremitissima di folla in modoimpressionante.Esordisce con un ricordo storico. Fa uncommento alato del Vexilla Regis prodeunt,Fulget Crucis Misterium, e sintetizzamirabilmente i trionfi di Cristo Re dallaCroce e per la Croce: Regnavit a lignoDeus.I trionfi di Cristo dalla Croce non sonoterminati, ma sempre continuano attraversoil giro dei secoli. E c'è bisogno che Cristotrionfi nei popoli, nelle nazioni, ma anchenegli individui. Trionfi anche in noi, e noiprepariamo questi trionfi con operespecialmente rivolte al bene delle giovanigenerazioni, per assicurare anche in futuroi trionfi di Cristo.Terminato il robusto discorso, S. Ecc.Mons. Bernareggi inizia la solenne MessaPontificale, celebrata con tutto lo splendoree la maestà di una Cattedrale,

accompagnata dalla Scuola Corale diAlzano, che eseguisce mirabilmente laMessa Benedicamus Domino di Perosi, conorchestra, seguita col più devoto edammirato interessamento dalla numerosamoltitudine, stupefatta per la grandiositàdella celebrazione, terminata la quale ilCrocifisso Incoronato viene, col corteo diprima riportato nella chiesa e collocatonella sua magnifica luminosa gloria delZappettini.Allora, ma soltanto allora, ricomincia lapioggia, trattenuta, al dir di tutti,prodigiosamente per tutta la durata dellaimponentissima cerimonia, che ha lasciatoin tutti profondissime impressioni.Nel pomeriggio, dopo un decorosobanchetto in onore delle Autorità religiose ecivili, servito, nella ospitalissima CasaFerrari dal cav. Bardoneschi, ebbero luogoi Vespri pontificati da S. Ecc. Mons.Roncalli, con musica della Corale diAlzano; il Concerto dell'ottimopremiatissimo Corpo Musicale di Ranica; labrillantissima illuminazione generale di tuttoil paese ed i fuochi artificiali della dittaMartinelli di Mariano al Brembo; appenaterminati i quali si ebbe un vero rovescio dipioggia che mise in fuga l'immensa follaaccorsa anche dai paesi circonvicini.

LA TERZA GIORNATA - Anche la giornatadi lunedì 20 ha inizio splendido appié deglialtari, colle Messe Prelatizie di Mons.Roncalli e di Mons. Belotti e con

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una folla di devoti alla Sacra Mensa. Il tempo èbello; e il sole fa la sua aspettatissimacomparsa!Alle ore 9 giunge desideratissimo Sua Ecc.Mons. Giacinto Tredici, Vescovo di Brescia, ilquale celebra la solenne Messa Pontificale,assistita dagli altri Ecc.mi Vescovi e Prelati, eaccompagnata, con un tutto nuovo programmamusicale, ancora dalla Corale di Alzano, cheebbe il plauso generale.Monsignor di Brescia, al Vangelo, pronunciaanche il discorso; e con eloquenza piana epopolare, ma anche calda e penetrante, parladel Crocifisso che è il libro e la cattedra dellasapienza, la fonte dell'amore e della carità,epperò si merita tutta la nostra fiducia e tutto ilnostro amore.

LA TRIONFALE PROCESSIONE - In chiesa,sul sagrato, per le vie, in ogni angolo del paesesi lavora alacremente a tutto predisporre edordinare per la solennissima Processione, cherecherà in trionfo il Crocifisso Incoronato.Infatti, dopo i Vespri pure in musica, laProcessione comincia a sfilare, e si snodaordinatissima ed ininterrotta per le vie dellaborgata, che sono tutte riccamente preparate alpassaggio del taumaturgo Crocifisso. Nontenteremo neppure di descrivere minutamenteil sacro lunghissimo corteo; ci mancherebberoassolutamente i colori. Diremo soltanto che diquanto poteva contribuire a renderlo decorosoe maestoso, attraente ed interessante, nulla,nulla affatto mancava, e tutto così ben dispostoda rendere meravigliate le moltitudini innumeriche o vi partecipavano o assistevanodevotamente al passaggio.Il merito della perfetta organizzazione è dovutoad un gruppo di sacerdoti, egregiamentecoadiuvati, oltreché dalle OrganizzazioniFasciste Armate del luogo, anche da un buonnucleo di Giovani Cattolici.Molte le Associazioni, le Congregazioni, leConfraternite venute anche dai paesi vicini,colle relative ricche insegne; simpaticamentenotata la folta schiera di Giovani Cattolici,accorsi anche da lontano, al seguito delCrocifisso proprio dell'Opera dei loro EserciziSpirituali; compostissime le figliuole recanti alcompleto le insegne della Passione di Cristo edei trionfi della Croce; numeroso il Clero indivisa o in ricchi paludamenti; poderosi i dueCori di cantori che alternavano gli inni sacri dicircostanza; parecchi i Corpi Musicalirallegranti la Processione; assai significativo ilgruppo di Autorità civili e di egregi signori chechiudeva il corteo; tra essi i signori coniugiFinazzi-Brignoli, Padrino e Madrina dellaCorona.Per la Processione era appositamente tornatoda Crema anche Mons. Franco, ed eragentilmente intervenuto da Cologne brescianoS. Ecc. Mons. Mazzotti,

In questa e nella pagina precedente: alcune immaginidella solenne processione lungo le vie del paese.

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II tronetto è stato addobbato con fiori bianchi eangioletti, e il santo Crocifisso è stato protettocon un drappo di velluto rosso con ricami in oro.

Arcivescovo di Sassari, i quali conMons. Re e con Sua Ecc. Mons.Belotti precedevano il CrocifissoIncoronato, che procedeva innalzatotrionfalmente sopra un gioiello ditrono, allestito per la circostanza efinemente lavorato dal vecchio masempre bravo scultore Donadoni diBergamo.Sotto ricchissimo baldacchino,seguiva la preziosa Reliquia del Legnodi Santa Croce, recata da Sua Ecc.Mons. Roncalli, e una immensa folla dipersone d'ogni condizione chiudeval'imponentissimo corteo, che tra dueali di popolo devotissimo percorse levie del paese, riunendosi poi sulgrandioso palco eretto sopra ilsagrato.Sua Ecc. Mons. Roncalli pronunciaancora uno di quei suoi discorsielevati ed affettuosi insieme che lecristiane udienze ascoltano sempretanto volentieri e con tantaedificazione. Christus heri, hodie ed insaecula ne è il tema, svoltomagnificamente. A noi duole che laristettezza dello spazio non ciconsenta che questo cenno.Dopo l'ultima preghiera di adorazioneal Crocifisso Incoronato, sullaimmensa folla scende la benedizionecol Legno di Santa Croce; indi ilCrocifisso è divotamente riportato inchiesa

e ricollocato nella gloria luminosa del Zappettini,fino a tarda ora della sera visitato ed adoratodalla folla.Il distintissimo Corpo Musicale di Alzano tieneun applaudito concerto. La generaleilluminazione ed i fuochi artificiali chiudonobrillantemente anche questa terza giornata difeste.

NELL'INTIMITÀ FAMIGLIARE - Martedì fu lagiornata della reposizione del CrocifissoIncoronato nel suo altare; però S. Ecc. Mons.Belotti volle benevolmente ancora parteciparvi,celebrando la Messa Prelatizia ed assistendopontificialmente alla Messa solenne, celebratadal nostro Arciprete, il quale, al Vangelo, effuse,in un commosso e commovente discorso, tutti idelicati sentimenti dell'animo suo nellafaustissima circostanza, che rimarràincancellabile dalla memoria e che sarà ricca difrutti preziosi.

LA PIA UNIONEDEI «DIVOTI»DEL SANTO CROCIFISSO

È doveroso ricordare la «Pia Unione dei divotidel Santo Crocifisso di Telgate» nata ai tempidell'arciprete don Clienze Bortolotti, nel 1934, etuttora esistente.Per chiarire i motivi e i vantaggi di tale PiaUnione, riportiamo lo Statuto e il Regolamentostilato al tempo della nascita dell'Associazionecon regolare imprimatur del vescovo di allora,monsignor Adriano Bernareggi.

STATUTO E REGOLAMENTO Art. 1 - Aperenne ricordo del XIX Centenario dellaRedenzione, è eretta, nella chiesaarcipresbiterale di Telgate, all'altare del SS.Crocifisso, la «Pia Unione dei divoti delsantissimo Crocifisso».

Art. 2 - La Pia Unione ha per scopo diprofessare e propagare la divozione ed il cultodel SS. Crocifisso che da secoli si venera inTelgate.

Art. 3 - A tale scopo la Pia Unione:A) fa celebrare, lungo l'anno, all'altare del SS.Crocifisso, numerose S. Messe per tutti gliiscritti, vivi e defunti;B) promuove il Pio Esercizio della «Via Crucis»;C) celebra ogni anno, con speciale solennità, lefeste della Invenzione della S. Croce (3 maggio);della Esaltazione della S. Croce (14 settembre);del preziosissimo

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Due dipinti del pittore Manini. Il primo raffigura clero e fedeli che esprimono il voto del 3 maggio 1760, il secondomonsignor Bernareggi che il 19 settembre 1937 incorona il Crocifisso,

assistito da monsignor Roncalli e dall'arciprete Bortolotti.

sangue di N. S. Gesù Cristo (primadomenica di luglio); di Gesù Cristo Re(ultima domenica dell'anno liturgico); dellaMadonna Addolorata, con specialipreghiere per gli iscritti;D) prende cura speciale per il decorodell'altare del SS. Crocifisso; ne diffonde ilculto con la distribuzione delle sueimmagini e medaglie nelle famiglie.

Art. 4 - Possono essere iscritti alla PiaUnione persone d'ambo i sessi, di ogni età,e condizione, di Telgate ed anche di fuori.

Art. 5 - Gli iscritti hanno l'obbligo:A) di recitare ogni giorno 5 Gloria Patri allePiaghe del Signore, con la pia giaculatoria«Adoramus Te, Christe, et benedicimusTibi, quia per Sanctam Crucem Tuamredemisti mundum»;B) di portare la piccola medaglia del S.Crocifisso, distintivo della Pia Unione;C) di accostarsi ai Sacramenti il 3 maggiodi ogni anno, festa propria del S. Crocifissodi Telgate.

l'apparato «a gloria luminosa» allestito sul presbiterio,opera dello Zappettini.

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Art. 6 - Tutti gli iscritti, vivi e defunti,partecipano dei benefici delle S. Messe,delle preghiere e sacre funzioni che la PiaUnione promuove, nonché di tutti gli altrivantaggi spirituali propri della Pia Unione.

Art. 7 - Ogni anno la Pia Unione facelebrare un ufficio funebre per i suoidefunti.

Art. 8 - Alla Pia Unione presiede l'arciprete«pro tempore» di Telgate.

Art. 9 - La tassa di iscrizione alla PiaUnione è fissata in una offerta annuale.

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Come si capisce dal regolamento, la PiaUnione del S. Crocifisso, non ha nulla difolclore, bensì è poggiata e radicata susolide basi, impegni e frutti spirituali. Cometale quindi è assai importante che continuiad esistere e a propagarsi.In passato la Pia Unione ha avuto unarisposta quasi plebiscitaria da parte dellapopolazione di Telgate. L'anno successivoalla sua istituzione contava ben 1119membri iscritti e nel 1942 i soci erano innumero di 1800.Dopo anni di particolare fervore ha iniziatoa dar segni di lento e progressivo declino;ma poiché esiste tuttora, si spera e auspicache la celebrazione del Cinquantenariodell'Incoronazione ne segni anche unvigoroso rilancio.

IL 40° ANNIVERSARIODELL'INCORONAZIONEDEL SACRO CROCIFISSO

(14-19 SETTEMBRE 1977)PREPARAZIONE IMMEDIATA - I giorni dimercoledì 14 e giovedì 15 settembre sonostati dedicati alla preghiera implorante dalSignore la sua benevolenza e benedizione.A sera di questi due giorni la chiesa era giàaffollata di fedeli per la celebrazioneeucaristica e per l'ascolto della parola diDio rivolataci da monsignor Andrea Spada,Direttore de «L'Eco di Bergamo»; sonostate meditazioni profonde sugli impegni ele responsabilità che la fede ci chiedenell'ambito della vita familiare ecomunitaria.APERTURA SOLENNE - Alle ore 20 divenerdì 16 settembre, con la chiesaparrocchiale gremita fino al massimo dellacapienza, una lunga fila di ben ventisacerdoti, rivestiti coi paramenti rossi, ha

Il Gruppo Alpini reca il Crocifisso nella processionedel 40° dell'Incoronazione.

fatto il suo ingresso in chiesa per lasolenne concelebrazione di apertura dellesolennità. Presiedeva S.E. monsignorGaetano Bonicelli, vescovo di AlbanoLaziale, il quale, al momento dell'omelia, harivolto ai convenuti, con entusiasmo e conforte carica, la parola di meditazione sulgrande avvenimento che Telgateincominciava a vivere. Questaconcelebrazione eucaristica è statacertamente uno dei momenti più forti ecommoventi di tutta la solennità.Terminata la concelebrazione, sono rimastia disposizione dei fedeli per ascoltare laloro confessione e donare il perdono dellamisericordia di Dio, ben ventitre sacerdoti;si può ben dire che in quel momento tuttaTelgate ha fatto il suo bagno purificatorenel sangue di Cristo Crocifisso Redentore.

SABATO 17 SETTEMBRE - Al mattino, lafunzione centrale è stata la celebrazionedella Messa Pontificale di monsignorBonicelli, che ha ancora rivolto ainumerosissimi fedeli la parola di Dio.Il pomeriggio è stato dedicato agli ammalatie agli anziani.Alle ore 16 in chiesa erano convenutiammalati, anziani e fedeli, molti venutianche da fuori. Monsignor Bonicelli hacelebrato la santa Messa ed ha parlato agliammalati e ai sani; sono state parole diconforto e di incoraggiamento per gliammalati ed anziani; sono state parole diluce cristiana per la santificazione dellasofferenza e il valore purificatore del doloree del male fisico quando è vissuto incomunione con Cristo Redentore.È quindi seguito il rito del sacramentodell'unzione

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degli infermi per le mani del vescovo edell'arciprete; si può ben dire che tale rito è statoormai riscattato dal terrore d'una volta che lovedeva come estremo viatico verso la morte, perviverlo invece come sacramento del conforto neldolore della malattia. È stata una cerimoniaseguita con fede profonda e commossa.Al termine della santa Messa l'Arciprete ha datola notizia che toglieva ogni dubbio sullosvolgimento della processione programmata per ilpomeriggio del giorno seguente. Infatti già nellatarda sera del venerdì, dopo giorni di bel tempo,era arrivata la pioggia che aveva continuato acadere lungo la notte ed aveva dilagato per tutto ilsabato creando in tutti l'incertezza circa losvolgimento della solenne processione.L'arciprete ha annunciato: «Domani pomeriggio,anche se pioverà, porteremo in trionfo CristoCrocifisso lungo le nostre contrade». La follapresente ha accolto con chiara viva soddisfazionetale decisione.A sera, alle ore 20, nuova solenneconcelebrazione; concelebranti erano i sacerdotinativi di Telgate, il Superiore del Convento deiFrati minori francescani di Cividino e il Superioredei Padri Passionisti di Calcinate, e i Parroci delleparrocchie che fanno parte della vicaria diTelgate: Bolgare, Chiuduno, Cividino e Grumellodel Monte. È stata questa una funzione che nonpoteva mancare nella cornice delle celebrazionied ha avuto il meritato successo proprio nelsimbolo dell'unità e della fraternità, ed anchecome implorazione di Dio del dono di nuovevocazioni sacerdotali e religiose nell'ambito dellanostra comunità.

DOMENICA 18 SETTEMBRE - Alle ore 8 hacelebrato la santa Messa monsignor FedericoBerta, invitato a queste nostre feste come segnodi collegamento con i protagonisti dellecelebrazioni fatte nel 1937. A quel tempomonsignor Berta era segretario del vescovo diBergamo monsignor Adriano Bernareggi cheincoronò il Crocifisso: indovinata quindi la suapresenza, da lui poi ben sottolineata nelle parolerivolte ai fedeli: erano tutte parole di ricordo diindimenticabili fatti vissuti.Alle ore 10,30 monsignor Giovanni Locatelli,vescovo di Rimini e di san Marino e Montefeltro,ha celebrato la Messa Pontificale rivolgendo aifedeli la sua profonda e dotta parola sul CristoCrocifisso.Non è fuori posto ricordare che durante questacelebrazione eucaristica, dalle finestre dellachiesa entravano timidi raggi di sole;probabilmente a Cristo Crocifisso non era piaciutala camicia di forza (celofan) preparata perchè nonsi bagnasse in caso di processione con lapioggia,

La folla presente alle celebrazioni del 40° farivivere lo spettacolo di fede vissuto

all'Incoronazione, e fa prevedere la medesimapartecipazione per il Cinquantenario.

e quindi ci annunciava la clemenzafavorevole del tempo, ma piùprobabilmente il buon Dio volevapremiare la fede, l'entusiasmo e isacrifici dei Telgatesi nel prepararedegnamente il suo trionfo lungo le viedel paese.

LA TRIONFALE PROCESSIONE - Laprocessione con il santo Crocifisso èstata un'apoteosi, un vero trionfo per lanumerosa folla che vi ha partecipato e

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La solenne conclusione della processione per il 40° dell'Incoronazione del santo Crocifisso, mentre parlamonsignor Giovanni Locatelli, vescovo di Rimini, san Marino e Montefeltro, assistito da monsignor Tarcisio

Foresti,don Gino Gritti e dall'arciprete don Gildo Rizzi.

per l'altrettanta numerosa folla che vi haassistito con encomiabile ordine e concommovente raccoglimento e devozione.In apertura la Croce, seguita da ragazzi eragazze, signorine e donne, uomini egiovani. Quindi un gruppo dell'Associazioneprovinciale ciechi. Seguivano le Consorelledel SS. Sacramento e le Madri Cristiane.Poi un folto gruppo di Suore native diTelgate, rientrate in paese per la grandesolennità. Veniva il gruppo dei ragazzi dellaPrima Comunione di quest'anno, in divisa; ilgruppo dei Cantori; le autorità comunali conil sindaco. Poi i Confratelli del SS.Sacramento e il gruppo dei chierichetti.Seguiva il clero, i prelati in divisa solenne, emonsignor Giovanni Locatelli, chepresiedeva la cerimonia. La Reliquia dellegno della S. Croce era portata dal nostroconcittadino don Giulio Manenti.Quindi il santo Crocifisso portato dalGruppo Alpini.Dietro seguiva una folla di Telgatesi e difedeli venuti da ogni parte di paesi vicini elontani.La processione, con indovinato impianto dialtoparlanti, è stata diretta dal piazzaledella chiesa, cosicché con perfetto ordine esincronia, tutti pregavano, tutti cantavano,tutti ascoltavano e meditavano le letturebibliche.

I Corpi bandistici di Bolgare e di Tagliunohanno avuto la loro parte col suono di innireligiosi. Anche un aereo volava a festasopra il paese gettando volantiniinneggianti a Cristo Crocifisso.La conclusione della processione èavvenuta all'aperto. Il santo Crocifisso èstato portato sul palco appositamentepreparato, e dominante tutto il piazzale,letteralmente intasato di fedeli.Quando il clero ha preso posto sul palco, èstato intonato il «Credo», doveroso espontaneo grido di fede in una giornatatutta di fede.Quindi monsignor Locatelli ha rivoltoelevate parole di circostanza, intonate altrionfo che Cristo Crocifisso aveva ricevutocon tanta solennit&arave; e incitante a faredella propria vita un costante trionfo diCristo. A chiusura la benedizione con laReliquia del legno della santa Croce.Intonato il canto «Tu mi guardi dallaCroce», il santo Crocifisso è stato riportatosul suo trono al centro dell'altare maggioredella chiesa parrocchiale: cadevano leprime gocce d'acqua per trasformarsisubito in pioggia dirotta.

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LA SERATA FOLCLORISTICA -La pioggia che aveva ripreso appenaportato in chiesa il santo Crocifisso (tutti nesono stati testimoni) cessava verso le oreventi, giusto il tempo per permettere allanumerosissima folla di riversarsi nel cortiledell'oratorio maschile per gustare le noteallegre del Corpo Bandistico di Bolgare egodere il meraviglioso spettacolopirotecnico, degna cornice folcloristica diuna giornata indimenticabile.

LA GIORNATA DI CHIUSURA - Il lunedì,19 settembre, è stata la giornata dichiusura.Nel pomeriggio ha avuto luogo unafunzione dedicata ai bambini accompagnatidalle loro mamme. Preghiera, poche paroledi circostanza, benedizione generale equindi la consegna della medaglietta delsanto Crocifisso a più di ottocento bambini:evidentemente ne erano venuti anche dafuori Telgate.Alle ore 20, all'altare del santo Crocifisso,ha celebrato la santa Messa l'Arciprete, allapresenza di una folla che gremiva la chiesain tutta la sua capienza e si riversavanumerosa sul sagrato per l'impossibilità ditrovar posto nella chiesa: degnocoronamento di giornate che avevanoavuto come incontro dominante lacelebrazione eucaristica, la preghiera, lariflessione.

IL «NUMERO UNICO» SU TELGATE - Perla circostanza del 40° anniversariodell'incoronazione del santo Crocifisso, laparrocchia aveva curato un «Numerounico» riguardante la storia e la vita dellacomunità di Telgate, con particolareabbondanza di notizie sui fatti salientirelativi al Crocifisso, e sulle opere esistentiall'interno della parrocchia. È stata unainiziativa gradita e ben accolta dallapopolazione.

RINGRAZIAMENTI - È doveroso, dopo ilfelice esito delle nostre celebrazioni,ringraziare tutti quanti hanno dato, inqualsiasi modo, il loro entusiasta aiuto.Un grazie particolare:

• agli Ecc.mi Vescovi, Prelati e Sacerdotiche hanno onorato, con la loro presenza, lenostre celebrazioni;• al Gruppo Alpini che, con tanto sacrificioma con altrettanto entusiasmo ecommozione, ha voluto ed ha avuto l'onoredi portare il santo Crocifisso in processione;

• alla nostra Corale che, con tanto feliceesito, si è sobbarcata tutto il peso e l'onore

La copertina del «Numero unico», stampato inoccasione del 40° anniversario.

di condecorare con il canto le principalifunzioni svolte;• ai componenti il comitato di preparazionee di esecuzione del programma;• ai gruppi di vigilanza e sicurezza che hafunzionato giorno e notte.(dal Notiziario parrocchiale, ottobre 1977)

Così l'arciprete don Gildo Rizzi,pienamente soddisfatto, commentava ilgrande e festoso avvenimento:

«Tra il mercoledì 14 e il lunedì 19settembre 1977, la comunità parrocchiale diTelgate ha vissuto e scritto una delle suepiù fulgide pagine di storia, destinata, siadetto senza retorica, a passare agli annalidella vita del nostro paese.È stato celebrato il 40° anniversariodell'Incoronazione del nostro S. Crocifisso,avvenuta nel settembre 1937.Abbiamo vissuto assieme giornate intensedi preghiera, di vita sacramentale, dimeditazione sulla parola di Dio e sulmistero della Croce, di solennissimefunzioni e celebrazioni eucaristiche, colmeraviglioso coronamento di una trionfaleprocessione con la quale il S. Crocifisso,dopo 31 anni di clausura, ha visitato ebenedetto le case e le contrade del nostropaese, accompagnato da una follagrandiosa di Telgatesi e di fedeli venuti daipaesi vicini e lontani.Non è mancata la solennità esterna, giustodecoro e compimento di una celebrazionegrandiosa: l'uomo deve

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onorare Dio da uomo intero quindi con lospirito e col corpo, coll'interiorità e anchecon l'esteriorità.A celebrazioni avvenute, chi aveva vissutola solennità dell'Incoronazione, ha godutoper una commemorazione degna diquell'avvenimento; chi, più giovane, neaveva solo sentito parlare, ha vissuto il 400anniversario con spontanea e convintapartecipazione e con viva soddisfazionemorale e spirituale.Per tutto quanto è stato fatto e vissuto, sialodato il Signore, datore di ogni bene, ilquale ci ha elargito giornate ricche dispiritualità e certamente proficue dipropositi e di impegni di fedeltà a CristoSignore e di intensificazione della nostravita cristiana.Le solennità celebrate siano per tutti iTelgatesi giusto e meritato motivo diorgoglio, e soprattutto siano spinta epungolo a rimanere attaccati e fedeli al S.Crocifisso: non si può essere sempre infesta e in solennità, ma ogni giorno si può esi deve essere in festa nella gioia dellapropria fede, nella limpidezza della propriacoscienza cristiana, nell'onestà e nelgalantomismo della propria vita privata,familiare, sociale e comunitaria; col propriomodo di pensare, di parlare, di agire e divivere è possibile portare sempre in trionfoil nostro S. Crocifisso.Cari Telgatesi: le più vive congratulazioniper quel che avete fatto e il più profondoaugurio di continuare sempre più e sempremeglio!»

II vostro arciprete

Le iscrizioni celebrative poste sulla facciata della chiesa parrocchiale in occasione del 40° (a sinistra) edel cinquantenario (a destra) dell'incoronazione del santo Crocifisso.

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