il fatto. Caldo, la mobilitazionela saggezza che l’ha resa grande senza forzare con un atto...

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Disabili ricoverati, appello case famiglia a Raggi e l’ospite disabile di una casa famiglia va in ospedale, la sua retta viene “rivista” o addirittura sospesa: è quanto prevede la convenzione appena inviata dal Comune di Roma alle case famiglia. Una novità che indigna le associazioni che gestiscono queste strutture: «Quando una persona con disabilità viene ricoverata – spiegano – le spese per la casa famiglia aumentano, non diminuiscono. Ma soprattutto, avete mai trascorso giorno e notte in un ospedale accanto a una persona fragile?». Per questo Casa al plurale, il coordinamento delle associazioni che a Roma gestiscono le case famiglia per ragazzi e adulti con disabilità, ha indirizzato una lettera aperta al sindaco Raggi che si apre con la storia di Marco, 50 anni, che con una disabilità gravissima vive in una di queste strutture. «Non è autonomo in nulla: per mangiare, vestirsi, per andare al bagno serve una persona vicina a lui. A febbraio Marco sta male, la febbre sale – si legge nella lettera –. Di corsa in ospedale. Dovrebbe fare una tac. Una tac particolare, ma non esiste ospedale in grado di farla. Marco resta ancora in ospedale, per tanti giorni. Sono necessari accertamenti, flebo, cure. Ogni giorno, ogni notte un operatore della casa famiglia dove vive Marco è al suo fianco. Marco non ha un papà né una mamma. È un adulto, ma con i bisogni, quelli primari, di un bambino piccolissimo. A chi verrebbe in mente di dire che un bimbo deve essere lasciato da solo in ospedale? Andrebbe contro il buon senso, contro le linee guida, contro la Carta dei diritti dei bambini in ospedale». Il punto è proprio questo: il rispetto di diritti riconosciuti e sanciti nella Carta dei diritti delle persone in ospedale. Una Carta ignorata e violata dal Comune di Roma che, «senza ascoltare nessuno, ha scritto le nuove convenzioni per le case famiglia, nelle quali si prevede che “in caso di malattia e/o ospedalizzazione, verrà corrisposta una retta pari all’80% per un’assenza fino a 7 giorni, al 50% se l’assenza si protrae fino a 30 giorni, nel caso in cui l’assenza superi i 30 giorni non verrà corrisposta alcuna retta”. Caro sindaco, caro Comune di Roma, ci sarebbe piaciuto incontrarti e parlarne – protesta Casa al Plurale –. Ci saremmo aspettati una convocazione per la coprogettazione delle nuove regole. E, invece, ci arriva una comunicazione in cui si dice: “Se vuoi gestire il servizio firma qui, entro 24 ore” e dove si dice praticamente di abbandonare le persone in ospedale da sole! Siamo certissimi che Lei, se avesse letto queste righe o se ci avesse ascoltati, mai avrebbe scritto una cosa simile. Le avremmo spiegato che quando Marco si è ricoverato, le spese per la casa famiglia sono aumentate, non diminuite!». Perché? Perché «in questi tanti giorni, a fianco a Marco c’è stato un operatore in più! Rispetto a quelli necessari in casa. E lo sa, sindaco, quanto costa tutto questo? Costa esattamente quattro volte l’importo di una singola retta». Il suggerimento è quindi che la convenzione sia rivista e corretta, prevedendo che «per ogni giorno di ricovero sarà riconosciuto, oltre alle rette normali, una ulteriore retta pari al quadruplo!». Anche perché, è la conclusione della lettera, «attendiamo, da davvero troppo tempo, che il Comune adegui le tariffe delle case famiglia a costo del lavoro che viene richiesto!». (Red. Soc.) S Per gli ospiti delle strutture le nuove convenzioni del Comune prevedono, per i ricoveri, retta ridotta o sospesa: «Non abbandonate persone fragili» E DITORIALE CASO LAMBERT , IL PRENDERSI CURA NON È MAI «FUTILE» DI ALBERTO GAMBINO * acta sunt servanda» è un’espressione antica che indica il principio universale secondo il quale gli accordi “devono” essere osservati dalle parti contraenti. Su questa base giuridica si fonda il diritto internazionale. Eppure tale principio plurimillenario sembra non valere nel drammatico caso di Vincent Lambert, l’infermiere francese che, rimasto vittima di un grave incidente stradale, vive da oltre dieci anni in uno stato di coscienza minimale, idratato ed alimentato attraverso un sondino. Infatti, sebbene la Corte d’Appello di Parigi – sulla scorta di quanto richiesto dal Comitato dell’Onu per i diritti delle persone disabili – avesse ordinato di riattivare i sostegni vitali che veicolano il sostentamento a Vincent Lambert, poi, però, ribaltando la sentenza per un motivo di incompetenza formale, la Cassazione francese ha nuovamente legittimato la decisione favorevole alla sospensione della somministrazione dei liquidi nutrienti con l’inevitabile conseguenza della morte di Vincent. Davvero risulta incomprensibile che la Francia, cofondatrice dell’Onu, di cui è membro permanente nel Consiglio di sicurezza, ora ne prenda le distanze disattendendo una richiesta di moratoria così importante e drammatica. Nel merito della vicenda il Codice francese (Code de la santé publique) indica una procedura collegiale al termine della quale sta nella facoltà del medico responsabile decidere se proseguire o meno i trattamenti, salvo che potrà poi essere adita l’autorità giudiziaria, come peraltro la vicenda dimostra. In particolare il Codice vieta l’ostinazione irragionevole e permette l’interruzione di trattamenti considerati inutili e sproporzionati o di quelli aventi il solo effetto di mantenere artificialmente la vita. Il tema coinvolge, drammaticamente, la distinzione cruciale tra cura e terapia. Il cosiddetto accanimento terapeutico e il trattamento inutile o sproporzionato, infatti, non possono che configurarsi nell’ambito di una terapia sanitaria che si ritenga “insopportabile”. Viceversa, se si qualifica la nutrizione e l’idratazione all’interno del concetto di “terapia medica” – come purtroppo fa anche la recente legge italiana sul fine vita – viene del tutto vanificato il valore universale della “cura”, che, nel caso di un sostegno vitale come la somministrazione di liquidi per il sostentamento, si lega piuttosto alle relazioni umane e alla solidarietà che doverosamente va prestata a chi non può autonomamente provvedere a nutrirsi. Invece, nel caso francese, si applica il criterio fallace della “inutilità” del trattamento, ancorandolo a elementi statistici e probabilistici in ordine a un necessario miglioramento della salute del paziente: il giudizio di futilità è del tutto inconferente, trattandosi di una situazione di accudimento e conforto del paziente («to care»). Il prendersi cura di una vita non può per definizione essere considerato «futile». L’applicazione di tale criterio ad un caso come quello di Vincent Lambert non coglie la distinzione tra futilità (possibile) di un intervento terapeutico e futilità (impossibile) di un trattamento di accompagnamento anche con un sostegno vitale, e ciò a causa dell’erronea prospettiva che la somministrazione di nutrienti configuri una forma di mantenimento “artificiale” del paziente, mentre è vero il contrario, in quanto la vita umana – sempre e a prescindere da una malattia – ha naturalmente bisogno di essere sostentata. Dal quadro complessivo della vicenda emerge un concetto di dignità della vita umana arbitrariamente misurato in modo diverso nei confronti dei soggetti incapaci ad avere interazioni con gli altri o con gravi deficit cognitivi. L’auspicio ora è che la Francia recuperi la saggezza che l’ha resa grande senza forzare con un atto giudiziario interno ciò che l’Onu ha chiesto di scongiurare e impedisca che a Vincent Lambert venga praticata una procedura eutanasica attraverso l’interruzione di quanto gli è necessario per vivere. * presidente di Scienza & Vita P « Caldo, la mobilitazione accanto ai più anziani il fatto. Le iniziative di Caritas, Sant’Egidio, Acli, istituzioni locali DI ROBERTA PUMPO on le temperature al di sopra dei 30 gradi in città scatta il Piano caldo. Associazioni, Comune e Regione mobilitate per elaborare interventi a favore dei più fragili, anziani e senza fissa dimora in primis. Otto le parrocchie che hanno deciso di portare avanti anche a luglio e agosto il progetto “Quartieri solidali” della Caritas di Roma, finanziato con i fondi 8xmille della Cei. Le segreterie d’assistenza domiciliare saranno attive nelle parrocchie Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, Santa Maria Ausiliatrice al Tuscolano, Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, San Luca Evangelista al Prenestino– Labicano, San Pio V nel quartiere Aurelio, Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Casal de’ Pazzi e San Saturnino al quartiere Trieste. Il progetto tutela complessivamente 340 “over 70” che saranno seguiti da 280 volontari. Cellulari sempre accesi e operatori reperibili «per monitorare gli anziani assistiti tutto l’anno che rimangono in città anche nel periodo estivo e ricevere segnalazioni di persone sole», spiegano dalla Caritas diocesana, i cui 51 servizi rimarranno attivi in tutta la città 24 ore su 24. Aperte le case famiglia, i centri di accoglienza, la mensa di via Marsala, il centro di Ostia e la Cittadella della Carità dove, nell’ambito del piano caldo del Comune di Roma, saranno attivati nei prossimi giorni 24 posti di emergenza per i senza dimora. Dalla Comunità di Sant’Egidio arriva un appello a tutti i cittadini contro l’isolamento delle persone in età avanzata. Facendo eco alle parole di Papa Francesco che qualche giorno fa, in occasione della Giornata contro gli abusi sugli anziani, attraverso un tweet si è detto «vicino a tanti anziani che vivono come nascosti, dimenticati, trascurati», la Comunità di Trastevere invita ad avere cura «degli anziani soli che vivono accanto a noi, a partire dai nostri vicini di casa. Una visita o una telefonata a volte possono salvare una vita. Dal caldo e dalla solitudine ci si può difendere con più umanità e solidarietà». In campo scendono anche le Acli promuovendo “E…state con noi, 2019 Over”, insieme alla Federazione anziani e pensionati dell’associazione provinciale. Fino al 9 agosto, dalle 10 alle 13 e dalle 15 C alle 17, la sede di via Prospero Alpino rimarrà aperta per favorire momenti di aggregazione e inclusione. A disposizione degli anziani uno spazio con aria condizionata, accesso wi–fi, sala lettura, angolo ristoro. I volontari in servizio civile presso le Acli hanno organizzato anche corsi di alfabetizzazione digitale per l’uso di smartphone e tablet. Disponibili, su appuntamento, servizi di consulenza psicologica e per una sana alimentazione. Previsto, inoltre, il potenziamento del servizio gratuito di Taxi Sociale dedicato proprio agli anziani più fragili. Dal Campidoglio al via attività ricreative e di tipo fisico–cognitivo dedicate in via prioritaria agli iscritti ai Centri sociali anziani, per una ricettività potenziale di 60 mila accessi gratuiti. Fino al 15 settembre in programma in tutti i Municipi seminari informativi sull’uso corretto dei farmaci, sulle misure antitruffa, attività sportive e di socializzazione. Per 92 giorni, inoltre, saranno attivi servizi di accoglienza per persone senza dimora, nuclei familiari in emergenza, persone con gravi problemi sociali e in condizioni di marginalità. I 280 posti messi a bando si aggiungono a quelli dell’accoglienza ordinaria. Sempre attiva la Sala Operativa Sociale raggiungibile 24 ore su 24 al numero verde 800440022. La Regione Lazio ha invece predisposto l’app “Caldo e salute” con tutte le informazioni, i bollettini relativi alle ondate di calore e le raccomandazioni utili per combattere il caldo consultabili anche sul sito del Dipartimento di epidemiologia (www.deplazio.net) e su Salutelazio.it. È inoltre operativo il Piano per tutelare la popolazione più a rischio, rivolto agli over 65 anni e ai più piccoli, al fine di garantire l’assistenza nelle giornate con le temperature più elevate. Salvamamme si preoccupa invece dei bambini riproponendo per il quinto anno “Il gelato sospeso”. Fino al 31 ottobre nelle gelaterie che espongono la locandina dell’iniziativa è possibile lasciare il denaro necessario per pagare il gelato ai piccoli bisognosi. Rifiuti, per uscire dalla crisi un’ordinanza della Regione utti in campo per salvare Roma dall’e- mergenza rifiuti. È un’ordinanza della Regione Lazio, in collaborazione con il mi- nistero dell’Ambiente, a sbloccare lo stallo. «Per motivi di urgente necessità di tutela del- l’ambiente», si legge in una nota, tutti gli im- pianti di trattamento dei rifiuti del Lazio ga- rantiranno la «massima operatività» per ac- cogliere i rifiuti prodotti da Roma. Nell’ordi- nanza, anche la richiesta all’Ama di un im- pegno straordinario (al momento ogni gior- no mille tonnellate vengono lasciate a terra). L’auspicio è che nell’arco di tre settimane si possa uscire dalla crisi, che – oltre a suscita- re rabbia nei romani e sconcerto nei turisti – ha provocato anche un allarme igienico– sanitario. I cumuli di rifiuti rappresentano infatti un rischio per la salute. Segnalate in città un centinaio di discariche abusive. T in città Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. 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Inascoltato dai governi che si sono succeduti, sempre poco attenti a considerare ciò che va al di là della prossima scadenza elettorale. Nei Palazzi del potere non si riflette su ciò che il binomio “aumento anziani–calo nascite” provocherà negli an- ni a venire. Per le ricadute evidenti sul piano sociale, sul sistema previdenziale e su quello sanitario. È chia- ro, la denatalità non è solo un problema economico, altri fattori entrano in gioco (fa pensare tuttavia che il più alto tasso di natalità sia nella provincia di Bolza- no, che ha un Pil più che doppio rispetto a quello na- zionale). Ma l’insipienza politica lo esaspera. Agisce a colpi di “bonus” o, peggio, di annunci e promesse in- consistenti. E le culle sono sempre più vuote. (A. Z.) D Declino demografico e insipienza politica Il Papa ai romani: reagire con senso civico di fronte ai problemi a pagina 2 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLVI – Numero 27 – Domenica 7 luglio 2019

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Disabili ricoverati, appello case famiglia a Raggie l’ospite disabile di una casa famiglia va inospedale, la sua retta viene “rivista” oaddirittura sospesa: è quanto prevede la

convenzione appena inviata dal Comune diRoma alle case famiglia. Una novità che indignale associazioni che gestiscono queste strutture:«Quando una persona con disabilità vienericoverata – spiegano – le spese per la casafamiglia aumentano, non diminuiscono. Masoprattutto, avete mai trascorso giorno e nottein un ospedale accanto a una persona fragile?».Per questo Casa al plurale, il coordinamentodelle associazioni che a Roma gestiscono le casefamiglia per ragazzi e adulti con disabilità, haindirizzato una lettera aperta al sindaco Raggiche si apre con la storia di Marco, 50 anni, checon una disabilità gravissima vive in una diqueste strutture. «Non è autonomo in nulla: permangiare, vestirsi, per andare al bagno serve unapersona vicina a lui. A febbraio Marco sta male,la febbre sale – si legge nella lettera –. Di corsain ospedale. Dovrebbe fare una tac. Una tacparticolare, ma non esiste ospedale in grado difarla. Marco resta ancora in ospedale, per tanti

giorni. Sono necessari accertamenti, flebo, cure.Ogni giorno, ogni notte un operatore della casafamiglia dove vive Marco è al suo fianco. Marconon ha un papà né una mamma. È un adulto,ma con i bisogni, quelli primari, di un bambinopiccolissimo. A chi verrebbe in mente di direche un bimbo deve essere lasciato da solo inospedale? Andrebbe contro il buon senso,contro le linee guida, contro la Carta dei dirittidei bambini in ospedale». Il punto è proprioquesto: il rispetto di diritti riconosciuti e sancitinella Carta dei diritti delle persone in ospedale.Una Carta ignorata e violata dal Comune diRoma che, «senza ascoltare nessuno, ha scrittole nuove convenzioni per le case famiglia, nellequali si prevede che “in caso di malattia e/oospedalizzazione, verrà corrisposta una rettapari all’80% per un’assenza fino a 7 giorni, al50% se l’assenza si protrae fino a 30 giorni, nelcaso in cui l’assenza superi i 30 giorni non verràcorrisposta alcuna retta”. Caro sindaco, caroComune di Roma, ci sarebbe piaciutoincontrarti e parlarne – protesta Casa al Plurale–. Ci saremmo aspettati una convocazione per

la coprogettazione delle nuove regole. E, invece,ci arriva una comunicazione in cui si dice: “Sevuoi gestire il servizio firma qui, entro 24 ore” edove si dice praticamente di abbandonare lepersone in ospedale da sole! Siamo certissimiche Lei, se avesse letto queste righe o se ci avesseascoltati, mai avrebbe scritto una cosa simile. Leavremmo spiegato che quando Marco si èricoverato, le spese per la casa famiglia sonoaumentate, non diminuite!». Perché? Perché «inquesti tanti giorni, a fianco a Marco c’è stato unoperatore in più! Rispetto a quelli necessari incasa. E lo sa, sindaco, quanto costa tuttoquesto? Costa esattamente quattro voltel’importo di una singola retta». Ilsuggerimento è quindi che la convenzione siarivista e corretta, prevedendo che «per ognigiorno di ricovero sarà riconosciuto, oltre allerette normali, una ulteriore retta pari alquadruplo!». Anche perché, è la conclusionedella lettera, «attendiamo, da davvero troppotempo, che il Comune adegui le tariffe dellecase famiglia a costo del lavoro che vienerichiesto!». (Red. Soc.)

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Per gli ospiti delle strutture le nuoveconvenzioni del Comune prevedono,per i ricoveri, retta ridotta o sospesa:«Non abbandonate persone fragili»

E D I T O R I A L E

CASO LAMBERT,IL PRENDERSI CURA

NON È MAI «FUTILE»DI ALBERTO GAMBINO *

acta sunt servanda» èun’espressione antica che indicail principio universale secondo il

quale gli accordi “devono” essere osservatidalle parti contraenti. Su questa basegiuridica si fonda il diritto internazionale.Eppure tale principio plurimillenariosembra non valere nel drammatico caso diVincent Lambert, l’infermiere francese che,rimasto vittima di un grave incidentestradale, vive da oltre dieci anni in unostato di coscienza minimale, idratato edalimentato attraverso un sondino. Infatti,sebbene la Corte d’Appello di Parigi – sullascorta di quanto richiesto dal Comitatodell’Onu per i diritti delle persone disabili– avesse ordinato di riattivare i sostegnivitali che veicolano il sostentamento aVincent Lambert, poi, però, ribaltando lasentenza per un motivo di incompetenzaformale, la Cassazione francese hanuovamente legittimato la decisionefavorevole alla sospensione dellasomministrazione dei liquidi nutrienti conl’inevitabile conseguenza della morte diVincent. Davvero risulta incomprensibileche la Francia, cofondatrice dell’Onu, dicui è membro permanente nel Consiglio disicurezza, ora ne prenda le distanzedisattendendo una richiesta di moratoriacosì importante e drammatica. Nel meritodella vicenda il Codice francese (Code dela santé publique) indica una proceduracollegiale al termine della quale sta nellafacoltà del medico responsabile decidere seproseguire o meno i trattamenti, salvo chepotrà poi essere adita l’autorità giudiziaria,come peraltro la vicenda dimostra. Inparticolare il Codice vieta l’ostinazioneirragionevole e permette l’interruzione ditrattamenti considerati inutili esproporzionati o di quelli aventi il soloeffetto di mantenere artificialmente la vita.Il tema coinvolge, drammaticamente, ladistinzione cruciale tra cura e terapia. Ilcosiddetto accanimento terapeutico e iltrattamento inutile o sproporzionato,infatti, non possono che configurarsinell’ambito di una terapia sanitaria che siritenga “insopportabile”. Viceversa, se siqualifica la nutrizione e l’idratazioneall’interno del concetto di “terapia medica”– come purtroppo fa anche la recente leggeitaliana sul fine vita – viene del tuttovanificato il valore universale della “cura”,che, nel caso di un sostegno vitale come lasomministrazione di liquidi per ilsostentamento, si lega piuttosto allerelazioni umane e alla solidarietà chedoverosamente va prestata a chi non puòautonomamente provvedere a nutrirsi.Invece, nel caso francese, si applica ilcriterio fallace della “inutilità” deltrattamento, ancorandolo a elementistatistici e probabilistici in ordine a unnecessario miglioramento della salute delpaziente: il giudizio di futilità è del tuttoinconferente, trattandosi di una situazionedi accudimento e conforto del paziente («tocare»). Il prendersi cura di una vita nonpuò per definizione essere considerato«futile». L’applicazione di tale criterio adun caso come quello di Vincent Lambertnon coglie la distinzione tra futilità(possibile) di un intervento terapeutico efutilità (impossibile) di un trattamento diaccompagnamento anche con un sostegnovitale, e ciò a causa dell’erronea prospettivache la somministrazione di nutrienticonfiguri una forma di mantenimento“artificiale” del paziente, mentre è vero ilcontrario, in quanto la vita umana –sempre e a prescindere da una malattia –ha naturalmente bisogno di esseresostentata. Dal quadro complessivodella vicenda emerge un concetto didignità della vita umanaarbitrariamente misurato in mododiverso nei confronti dei soggettiincapaci ad avere interazioni con glialtri o con gravi deficit cognitivi.L’auspicio ora è che la Francia recuperila saggezza che l’ha resa grande senzaforzare con un atto giudiziario internociò che l’Onu ha chiesto di scongiuraree impedisca che a Vincent Lambertvenga praticata una proceduraeutanasica attraverso l’interruzione diquanto gli è necessario per vivere.

* presidente di Scienza & Vita

P«Caldo, la mobilitazioneaccanto ai più anziani

il fatto. Le iniziative di Caritas, Sant’Egidio, Acli, istituzioni locali

DI ROBERTA PUMPO

on le temperature al di sopra dei 30gradi in città scatta il Piano caldo.Associazioni, Comune e Regione

mobilitate per elaborare interventi a favoredei più fragili, anziani e senza fissa dimorain primis. Otto le parrocchie che hannodeciso di portare avanti anche a luglio eagosto il progetto “Quartieri solidali” dellaCaritas di Roma, finanziato con i fondi8xmille della Cei. Le segreterie d’assistenzadomiciliare saranno attive nelle parrocchieSanta Bernadette Soubirous a Colli Aniene,Santa Maria Ausiliatrice al Tuscolano,Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi,San Luca Evangelista al Prenestino–Labicano, San Pio V nel quartiere Aurelio,Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia,Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Casalde’ Pazzi e San Saturnino al quartiereTrieste. Il progetto tutela complessivamente340 “over 70” che saranno seguiti da 280volontari. Cellulari sempre accesi eoperatori reperibili «per monitorare glianziani assistiti tutto l’anno che rimangonoin città anche nel periodo estivo e riceveresegnalazioni di persone sole», spieganodalla Caritas diocesana, i cui 51 servizirimarranno attivi in tutta la città 24 ore su24. Aperte le case famiglia, i centri diaccoglienza, la mensa di via Marsala, ilcentro di Ostia e la Cittadella della Caritàdove, nell’ambito del piano caldo delComune di Roma, saranno attivati neiprossimi giorni 24 posti di emergenza per isenza dimora.Dalla Comunità di Sant’Egidio arriva unappello a tutti i cittadini control’isolamento delle persone in età avanzata.Facendo eco alle parole di Papa Francescoche qualche giorno fa, in occasione dellaGiornata contro gli abusi sugli anziani,attraverso un tweet si è detto «vicino a tantianziani che vivono come nascosti,dimenticati, trascurati», la Comunità diTrastevere invita ad avere cura «deglianziani soli che vivono accanto a noi, apartire dai nostri vicini di casa. Una visita ouna telefonata a volte possono salvare unavita. Dal caldo e dalla solitudine ci si puòdifendere con più umanità e solidarietà». In campo scendono anche le Aclipromuovendo “E…state con noi, 2019Over”, insieme alla Federazione anziani epensionati dell’associazione provinciale.Fino al 9 agosto, dalle 10 alle 13 e dalle 15

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alle 17, la sede di via Prospero Alpinorimarrà aperta per favorire momenti diaggregazione e inclusione. A disposizionedegli anziani uno spazio con ariacondizionata, accesso wi–fi, sala lettura,angolo ristoro. I volontari in servizio civilepresso le Acli hanno organizzato anchecorsi di alfabetizzazione digitale per l’usodi smartphone e tablet. Disponibili, suappuntamento, servizi di consulenzapsicologica e per una sana alimentazione.Previsto, inoltre, il potenziamento delservizio gratuito di Taxi Sociale dedicatoproprio agli anziani più fragili. Dal Campidoglio al via attività ricreative edi tipo fisico–cognitivo dedicate in viaprioritaria agli iscritti ai Centri socialianziani, per una ricettività potenziale di 60mila accessi gratuiti. Fino al 15 settembrein programma in tutti i Municipi seminariinformativi sull’uso corretto dei farmaci,sulle misure antitruffa, attività sportive e disocializzazione. Per 92 giorni, inoltre,saranno attivi servizi di accoglienza perpersone senza dimora, nuclei familiari in

emergenza, persone con gravi problemisociali e in condizioni di marginalità. I 280posti messi a bando si aggiungono a quellidell’accoglienza ordinaria. Sempre attiva laSala Operativa Sociale raggiungibile 24 oresu 24 al numero verde 800440022. LaRegione Lazio ha invece predisposto l’app“Caldo e salute” con tutte le informazioni, ibollettini relativi alle ondate di calore e leraccomandazioni utili per combattere ilcaldo consultabili anche sul sito delDipartimento di epidemiologia(www.deplazio.net) e su Salutelazio.it. Èinoltre operativo il Piano per tutelare lapopolazione più a rischio, rivolto agli over65 anni e ai più piccoli, al fine di garantirel’assistenza nelle giornate con letemperature più elevate. Salvamamme si preoccupa invece deibambini riproponendo per il quinto anno“Il gelato sospeso”. Fino al 31 ottobre nellegelaterie che espongono la locandinadell’iniziativa è possibile lasciare il denaronecessario per pagare il gelato ai piccolibisognosi.

Rifiuti, per uscire dalla crisiun’ordinanza della Regione

utti in campo per salvare Roma dall’e-mergenza rifiuti. È un’ordinanza della

Regione Lazio, in collaborazione con il mi-nistero dell’Ambiente, a sbloccare lo stallo.«Per motivi di urgente necessità di tutela del-l’ambiente», si legge in una nota, tutti gli im-pianti di trattamento dei rifiuti del Lazio ga-rantiranno la «massima operatività» per ac-cogliere i rifiuti prodotti da Roma. Nell’ordi-nanza, anche la richiesta all’Ama di un im-pegno straordinario (al momento ogni gior-no mille tonnellate vengono lasciate a terra).L’auspicio è che nell’arco di tre settimane sipossa uscire dalla crisi, che – oltre a suscita-re rabbia nei romani e sconcerto nei turisti– ha provocato anche un allarme igienico–sanitario. I cumuli di rifiuti rappresentanoinfatti un rischio per la salute. Segnalate incittà un centinaio di discariche abusive.

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In evidenza

al 2014 cancellata una città delle dimensioni diPalermo. Basta questa immagine a dare l’idea del

declino demografico in Italia. Un’idea sempre più a tin-te fosche, dopo le previsioni sul 2018 corrette al ribas-so dall’Istat. Poco più di 439mila i nuovi nati, recordnegativo dal 1861, e popolazione diminuita di 255mi-la unità in un anno. Senza i nuovi cittadini stranieri (+638mila in 4 anni), sarebbe andata ancora peggio. «Nel2035 il nostro Paese diventerà un grande ospizio», tuo-na il presidente del Forum nazionale delle associazio-ni familiari, Gianluigi De Palo, che da anni invoca un“Patto per la natalità”. Inascoltato dai governi che sisono succeduti, sempre poco attenti a considerare ciòche va al di là della prossima scadenza elettorale. NeiPalazzi del potere non si riflette su ciò che il binomio“aumento anziani–calo nascite” provocherà negli an-ni a venire. Per le ricadute evidenti sul piano sociale,sul sistema previdenziale e su quello sanitario. È chia-ro, la denatalità non è solo un problema economico,altri fattori entrano in gioco (fa pensare tuttavia che ilpiù alto tasso di natalità sia nella provincia di Bolza-no, che ha un Pil più che doppio rispetto a quello na-zionale). Ma l’insipienza politica lo esaspera. Agisce acolpi di “bonus” o, peggio, di annunci e promesse in-consistenti. E le culle sono sempre più vuote. (A. Z.)

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Declino demograficoe insipienza politica

Il Papa ai romani:reagire con senso civicodi fronte ai problemia pagina 2

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Anno XLVI – Numero 27 – Domenica 7 luglio 2019

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a dimensione affettiva e lo spazio delcuore come «luoghi privilegiati» per unautentico «discernimento personale,

spirituale e pastorale». Questo il nucleodell’opera antologica “Dove sei? Dio parlaal cuore dell’uomo”, libro curato da donFranco Nardin e presentato venerdì 28giugno al Seminario Maggiore. Il volume(ediz. San Paolo) è una raccolta delleomelie spirituali di Papa Francesco, conl’introduzione scritta dal cardinale vicarioAngelo De Donatis. «È significativopresentare questo testo proprio oggi, festadel Sacro Cuore di Gesù – ha detto nel suo

L

Omaggi di luce in città per ogni bambino che nasce

DI MICHELA ALTOVITI

na variazione di luce che sospende ilflusso ordinario della vita cittadinaper omaggiare con delicatezza l’uni-

cità di ogni nuova nascita. Questo prevede“Ai nati oggi”, l’opera di arte pubblica idea-ta da Alberto Garutti, artista e docente allafacoltà di Design e arte del Politecnico diMilano, installata in piazza del Popolo e i-naugurata martedì sera.Il progetto – che sarà attivo fino al 1° di-cembre – collega i lampioni con il repartodi maternità del Policlinico Gemelli: trami-te un pulsante premuto in reparto in occa-

sione di ogni nuova nascita, il sistema di il-luminazione aumenta gradualmente l’in-tensità luminosa della piazza, per poi tornarealla media costante dopo circa trenta se-condi. Martedì sera i lampioni hanno bril-lato intensamente ben 7 volte perché nel-l’arco della giornata sono stati altrettanti ibimbi nati, tra cui due gemellini, Caterina eLorenzo, partoriti proprio in serata. Il loropapà, collegato in diretta, ha pigiato due vol-te sul tasto che ha azionato l’impianto, su-scitando lo stupore dei tanti presenti.Realizzata dal Maxxi, il Museo nazionaledelle Artidel XXI secolo, in collaborazionecon la Fondazione Policlinico Universita-rio Agostino Gemelli Irccs e il supporto diAcea e Areti, l’opera è stata promossa da Ro-ma Capitale. «La nostra città si arricchiscedi un’idea artistica preziosa e poetica, un’o-pera dedicata alla nascita, che dunque par-la di speranza e di novità e lo fa attraversola luce – ha detto nel suo saluto il sindacodi Roma, Virginia Raggi –. Questa instal-

lazione ha un alto valore simbolico oltreche artistico ma soprattutto sociale e dicondivisione, perché tutti potranno acco-gliere e celebrare uno dei momenti più bel-li e attesi, in una delle piazze più amate efrequentate da turisti e romani».Soddisfatto dell’iniziativa anche GiovanniRaimondi, presidente della Fondazione Po-liclinico Gemelli: «Con convinzione uniamoil nostro nome a un progetto d’arte interna-zionale che celebra la vita nel cuore dellacittà di Roma – ha affermato –. La tutela del-la vita nascente è nella missione fondativadel Gemelli, impegnato ad assicurare a tut-te le donne in gravidanza e alle coppie lamigliore assistenza in un momento straor-dinario qual è la nascita di un figlio». Lo di-mostrano i numeri: ogni anno sono oltre4mila i bambini che vengono alla luce nelPoliclinico universitario. Più di 11 al giorno.Giovanna Melandri, presidente della Fon-dazione Maxxi, ha evidenziato come «in unmomento di paura, indifferenza e violenza,

questo progetto è un meraviglioso benve-nuto alla vita, un gesto di accoglienza, un ab-braccio all’esistenza preziosa di ognuno, diogni essere umano, senza identificazione dinazionalità, etnia, religione. Un inno alladelicatezza e alla sacralità dell’umano».Prima dell’inaugurazione in piazza del Po-polo, un incontro al Maxxi ha ha visto in dia-logo Alberto Garutti con Hou Hanru e Mo-nia Trombetta, rispettivamente direttore ar-tistico e curatrice del Museo di via Guido Re-ni. Ad aprire il confronto, il vicesindaco diRoma Capitale Luca Bergamo. Garutti haspiegato che «”Ai nati oggi” è un’opera chesi relaziona con la città a differenti scale, cheè visibile e non visibile e produce una sortadi urbanistica narrativa. L’immagine che rac-conto è in fondo una natività, un tema clas-sico della pittura. Mi piace che l’opera escadal museo e appartenga alla cittadinanza:l’obiettivo è quello di relazionarmi con ilterritorio per creare un dialogo a distanza suun tema che coinvolge e tocca tutti.

U

«Romani, reagire con senso civico»

Il nuovo ciclo di studi volutodal pontefice prevedeuna laurea triennale e unamagistrale di due anniL’ateneo: «L’obiettivoè formare professionisticapaci di gestirei processi sociali, culturali,politici, economici,giuridici, educativie di promuovere i valoridi dignità, uguaglianza,libertà e responsabilità»

ettare i semi della cultura della paceattraverso un percorso accademico

interdisciplinare e finalizzato a garantire unaspecifica formazione scientifica di laici,sacerdoti e consacrati. È questo il senso delnuovo ciclo di studi in Scienze della pace cheprenderà il via nel prossimo anno accademicopresso la Pontificia Università Lateranense.Voluto e istituito da Papa Francesco il 12novembre 2018, il percorso, spiega una notadell’ateneo di piazza San Giovanni in Laterano,«ha l’obiettivo di formare professionisti capacidi gestire la complessità dei processi sociali,culturali, politici, economici, giuridici,educativi attraverso il “metodo della pace”,come categoria risolutiva delle dinamiche delconflitto che caratterizzano lacontemporaneità». Accogliendo lasollecitazione del Santo Padre che «chiede direndere le nostre università pontificie luoghi diumanesimo integrale e di coraggioso

G rinnovamento culturale», la Lateranense,guidata dal rettore Vincenzo Buonomo, hadelineato un itinerario accademico che unisceconoscenza, competenza e ricerca in materiadi pace. I corsi di laurea attivati integrerannoinfatti i cosiddetti “peace studies” con latradizione filosofica, teologica e pastoralepropria dell’ateneo del Laterano. Il ciclo distudi prevede una laurea triennale(baccalaureato) in Scienze della Pace e unalaurea magistrale (licenza) della durata di dueanni in Scienze della pace e dellacooperazione internazionale. Entrambiequipollenti alle classi di laurea in Scienzepolitiche. «L’obiettivo – sottolinea ancora lanota – è formare non solo operatori di pacema cittadini capaci di promuovere i dirittiumani e i valori dell’umanità, quali la dignità,la liberta, l’uguaglianza e la responsabilità:tutti fattori coessenziali alla pace». Info:www.pul.it, [email protected].

DI ROBERTA PUMPO

el giorno in cui la Chiesa hacelebrato Pietro e Paolo, santipatroni di Roma, Papa Francesco

ha esortato i cittadini dell’Urbe a«reagire con senso civico dinanzi aiproblemi della società».Sabato 29 giugno, durante la recitadell’Angelus, il Santo Padre è tornato aparlare della situazione in cui versa lacittà «affamata di amore e di cura, che

soffre di degrado e abbandono», comeaveva denunciato da Casal Bertone inoccasione della Messa per il CorpusDomini. Affacciato alla finestra dellostudio nel Palazzo Apostolico vaticano,il Pontefice ha quindi colto l’occasioneper ringraziare «vivamente» i maestriinfioratori che su iniziativa della ProLoco di Roma hanno realizzato latradizionale infiorata in via dellaConciliazione e piazza Pio XII per lafesta dei santi Pietro e Paolo.In mattinata Francesco aveva celebratola Messa solenne nella basilica vaticanae benedetto i palli presi dallaConfessione dell’apostolo Pietro edestinati ai trentuno arcivescovimetropoliti di tutto il mondo nominatidurante l’anno. Tre gli italiani: oltre amonsignor Paolo Lojudice, già vescovoausiliare del settore sud di Roma,nominato arcivescovo di Siena– ColleVal d’Elsa–Montalcino, anche AndreaBellandi, arcivescovo di Salerno–Campagna–Acerno, e Roberto Carboni,arcivescovo di Oristano.Il pallio – paramento liturgico in lanabianca con sopra delle croci – verrà poiimposto a ciascun arcivescovo dalrappresentante pontificio nellarispettiva sede. Alla liturgia hapartecipato anche una delegazione delpatriarcato ecumenico diCostantinopoli, inviata da SuaBeatitudine Bartolomeo e guidatadall’arcivescovo di Telmessos Job; unapresenza, ha rimarcato Francesco, che«ci ricorda che non possiamo

Nrisparmiarci nemmeno nel camminoverso l’unità piena tra i credenti, nellacomunione a tutti i livelli».Durante l’omelia Bergoglio si èsoffermato sulla vita di Pietro e Paolo,testimoni «di vita, di perdono e diGesù», il quale non vuole avere comediscepoli «reporter dello spirito, tantomeno cristiani da copertina o dastatistiche». Alla sua sequela nondesidera «cristiani tiepidi, che vivono dimezze misure, che lasciano raffreddarel’amore» bensì «testimoni viventi» concui instaurare un rapporto quotidiano.Cristiani che seguano l’esempio diPietro e Paolo, i quali «non si sono maistancati di annunciare, di vivere inmissione, in cammino, dalla terra diGesù fino a Roma». Due uomini dallevite non totalmente «pulite e lineari»,che commisero «sbagli enormi», ma lascelta è ricaduta su di loro, ha spiegatoBergoglio, perché «il punto di partenzadella vita cristiana non è l’essere degni»ma sapere di essere bisognosi. In unagremita basilica vaticana, alla presenzadi fedeli provenienti dai cinquecontinenti per festeggiare i nuoviarcivescovi metropoliti, il Papa è tornatoa puntare il dito contro l’orgoglio,«l’inizio della fine», e ha evidenziato cheil Signore «non compie prodigi con chisi crede giusto. Non è attratto dallabravura. Egli ci ama così come siamo ecerca gente che non basta a se stessa maè disposta ad aprirgli il cuore». Pietro ePaolo dopo aver cambiato le proprievite rimasero umili fino alla fine,comprendendo che «la santità non stanell’innalzarsi ma nell’abbassarsi». Ipatroni di Roma testimoniarono unafiducia totale in Cristo che stona con ilsemplice «essere curiosi». Il Papa haspiegato che essere testimoni nonsignifica limitarsi a conoscere la storiadi Gesù ma vivere una storia d’amorecon Lui e ha ribadito che al Signore noninteressa chi si limita a leggere cose diChiesa o notizie religiose, chi apprendele notizie sfogliando i giornali onavigando in rete, chi parla di cosesacre, perché «così si resta al che cosadice la gente, ai sondaggi, al passato,alle statistiche. Egli cerca testimoni cheogni giorno Gli dicano: “Signore, tu seila mia vita”».Al termine della celebrazione Francescoe l’arcivescovo ortodosso Job hannosostato in preghiera davanti alla tombadi san Pietro, sotto l’altare dellaConfessione. Prima di uscire dallabasilica, un ultimo gesto rituale:entrambi hanno baciato il piede dellastatua del primo Papa.

La Messa con la benedizionedei palli per 31 arcivescovimetropoliti, tra cui l’ex ausiliaredi Roma Lojudice, ora a SienaLa presenza di una delegazionedel patriarcato di Costantinopoli

L’appello del Papa di fronte ai «problemi dellasocietà», nella solennità dei patroni Pietro e PaoloNella Messa del Corpus Domini a Casal Bertoneaveva parlato di una città «affamata d’amore»

Al via alla Lateranense i corsi di laurea in Scienze della pace

Inaugurata in piazza del Popolol’installazione di Alberto Garuttirealizzata dal Maxxi in tandemcol Gemelli. Raggi: idea preziosa

Ruzza, Faraghini e Nardinalla presentazione dell’operaantologica che raccoglie leomelie spirituali di Francesco

saluto don Gabriele Faraghini, rettore delMaggiore –; nel cuore di Cristo si èverificata la mirabile unione tra ladimensione del cuore dell’uomo e quello diDio», che si differenziano, «seppure abitatientrambi dalla tenerezza», poiché «il primoè limitato, capace di un numero particolaredi legami d’affetto autentico, mentre l’altro,quello del Padre, si apre all’amore e allamisericordia universali». Anche il vescovoausiliare per il settore Sud, Gianrico Ruzza,ha osservato come «il cuore di Dio è quelloche va alla ricerca dell’unica pecoraperduta», a dire l’importanza di recuperare«lo spazio del cuore per noi pastori dellasua Chiesa» perché «è lì che va compiuto ildiscernimento pastorale, a volte piùcomplesso di quello spirituale». Ancora,commentando il tema centrale dell’operacurata dal parroco di Nostra Signora diBonaria, Ruzza ha notato come sianecessario «tornare a dare valore e una sua

specificità al cuore, simbolo a volte usatotroppo superficialmente anche nei tantimessaggi social». Invece, ha aggiunto, «cirichiama all’ascolto di una domandaprofonda, in perfetta sintonia con l’attivitàpastorale cui siamo chiamati: il Papa ci hachiesto per il prossimo anno pastorale unosguardo contemplativo verso la nostra città,da abitare con il cuore». Il presule ha poisottolineato quanto «il Papa conosce afondo il cuore dell’uomo» a motivo «dellasua grande esperienza pastorale che lo haportato, già da arcivescovo di Buenos Aires,a incontrare il nucleo più intimo dellepersone e all’incontro autentico», sapendoche «il cuore dell’uomo ha prima di tuttobisogno di sentirsi amato». Per questo, haconcluso, «solo cambiando il cuore,rendendolo libero, umile e fiducioso,otterremo una conversione anche pastorale»e solo «lavorando sul cuore, spesso irretito econcupito, potremo sconfiggere il maligno

che lo insidia». Don Nardinha raccontato la genesi dellibro, pensato come operaeditoriale «dopo il successodella condivisionequotidiana sui social delleomelie di Papa Francesco».Il sacerdote ha quindispiegato che per Bergoglio«la vera conoscenza delcuore è la vita nello SpiritoSanto», ossia equivale a«saper cogliere la voce delloSpirito nella sobrietà e nell’essenzialità dellaquotidianità»; per poterlo fare «èimportante la purificazione del cuorestesso, spesso indurito e incapace di creareponti e relazioni, come sottolinea ilcardinale De Donatis nell’introduzione». Leparole del Papa raccolte in quest’antologia,allora, «possono guidarci ad avvicinarci alcuore di Gesù e a riscoprire le modalità di

Il cuore «luogo» privilegiato per il discernimento

una relazione autentica con l’altro,guardando al modello trinitario». Solo «lavita in Cristo ci fa salire al livello dellacontemplazione attiva – ha concluso donNardin –, quella che passa dal cuore, dallamente e dalle mani», propria di «una“Chiesa in uscita” che mette al centro laParola e la preghiera».

Michela Altoviti

Al centro don Franco Nardin

L’installazione a piazza del Popolo (foto Gennari)

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Page 3: il fatto. Caldo, la mobilitazionela saggezza che l’ha resa grande senza forzare con un atto giudiziario interno ... segnalazioni di persone sole», spiegano dalla Caritas diocesana,

L’itinerario del nuovo anno rivolto ai sacerdotiIl via con gli incontri al Divino Amore. Le datedegli esercizi spirituali con Libanori, Rupnike De Donatis. Laboratori a cadenza mensile

Canonizzazione Madre Vannini:«La carità sia la vostra divisa»

uanto vorrei che la gente che abita a Romariconoscesse la Chiesa, ci riconoscesse per

questo di più di misericordia, per questo di più diumanità e di tenerezza, di cui c’è tanto bisogno!».Le parole del Papa in occasione della veglia di Pen-tecoste 2019 fanno eco alla recente notizia della ca-nonizzazione di una romana doc: madre Giuseppi-na Vannini, fondatrice della congregazione delle Fi-glie di San Camillo. Con madre Vannini, Papa Fran-cesco domenica 13 ottobre porterà agli onori del-l’altare altri quattro beati: il cardinale John HenryNewman, Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, Dul-ce Lopes Pontes e Margarita Bays.Nata il 7 luglio del 1859, nel cuore della Capitale, trapiazza di Spagna e Trinità dei Monti, Giuseppina Van-nini rimane ben presto orfana. Affidata alle cure del-le suore Vincenziane crescerà nel desiderio di consa-crarsi alla vita religiosa. Il suo discernimento voca-zionale trova non poche difficoltà, ma è all’età di 32anni che l’incontro con padre Luigi Tezza cambierà lasua vita. Quest’ultimo le propose di ripristinare le Ter-ziare Camilliane, opera che la giovane donna porteràavanti con grande amore, riuscendo a diffondere l’I-stituto in Italia, Francia, Belgio e Sud America.In occasione della canonizzazione incontriamo suorBernardette Rosoni, postulatrice delle Figlie di SanCamillo. «Abbiamo vissuto questo annuncio come unmomento di grande gioia – spiega –. Dopo san Ca-millo, madre Giuseppina Vannini è la prima santa delnostro ordine». Un carisma ancora vivo che sembratrovare la sua sorgente di vita nel Sacro Cuore di Ge-sù, a cui la fondatrice era profondamente devota sindalla sua giovinezza, manifestando opere di carità emisericordia nei confronti dei più sofferenti, i mala-ti nel corpo e nello spirito. «”Abbiate cura dei poveri

infermi con lo stesso amore, co-me suole un’amorevole madrecurare il suo unico figlio infer-mo”. È il mandato che ci ha la-sciato madre Vannini e che an-cora oggi viviamo nel mondo –continua suor Bernardette –, de-clinando questa esortazione ver-so le differenti situazioni che tro-viamo nei luoghi di missione». Una missione davvero globale:«Recentemente è stata aperta u-na casa in Paraguay dove le con-sorelle ci hanno segnalato unarealtà molto arretrata e dove il

nostro servizio inizia con una buona educazione sa-nitaria. In Africa ci occupiamo principalmente di ac-compagnare le giovani donne in tutto l’iter della gra-vidanza. In India l’urgenza è rivolta verso i bambinidisabili che a causa della loro condizione vengonoabbandonati dai genitori. In ogni persona vediamoCristo che ha bisogno di cure».A distanza di più di un secolo dalla sua morte, Giu-seppina Vannini lascia un’eredità preziosissima: il suoesempio è antidoto alla dittatura dell’effimero in cuisiamo immersi. Conclude suor Bernadette: «La sua fe-deltà alla croce, la fedeltà nel servire anche a costodi sacrificio, è questa fedeltà che oggi ha per noi unrichiamo fortissimo, insieme alle parole che spesso ri-peteva alle sue suore: “La carità sia la vostra divisa”».

Hortensia Honorati

Il Centro oratori romani «dalla parte dei bambini»Nelle linee pastorali l’ascolto dei piccoli della città

ggi più che mai sentiamo l’ur-genza di prendere posizione e difarlo dalla parte dei bambini». Il

Centro oratori romani (Cor) approva il nuo-vo programma pastorale – che recepisce lelinee consegnate lo scorso 24 giugno dal car-dinale De Donatis per il cammino della dio-cesi nel 2019–2020 – e coglie l’occasione perintervenire sui recenti casi di cronaca che ve-dono come vittime i più piccoli.«Quotidianamente – si legge in una notadiffusa dall’associazione – apprendiamo no-tizie di maltrattamenti e abusi; le ultime vi-cende di Reggio Emilia raccontano di scon-volgenti manipolazioni dei ricordi e altera-zione della memoria, persino tramite im-pulsi elettrici, sui bambini per toglierli ai ge-nitori di origine e affidarli ad altre famiglie». Per i responsabili del Cor, «è solo l’ultimoepisodio di una grave successione e che sisomma ai molti altri non saliti alla ribalta

della cronaca: situazioni di sfruttamento,di abbandono, di sofferenze fisiche e psi-cologiche, di disagi vissuti in silenzio dabambini e ragazzi nelle circostanze invisi-bili di questa città. Anche laddove non siconfiguri un’esplicita violenza, i più piccolisono troppo spesso dimenticati, conside-rati oggetto dei comportamenti degli a-dulti e non persone con il loro sguardosulla realtà e la loro capacità di compren-dere la vita che li circonda». “Se non ritornerete… Dalla parte dei bam-bini. L’oratorio ascolta i piccoli della città” .Questo il tema del programma pastorale ap-provato dall’associazione per il prossimo an-no, codificando secondo la chiave dell’a-scolto dei più piccoli le indicazioni conse-gnate dal cardinale vicario all’intera Chiesadi Roma. «Per ascoltare il grido dei più pic-coli – osservano dal Cor – ci vuole un di piùdi attenzione, perché si tratta di un grido che

spesso non è in grado di esprimersi: va col-to con orecchi aperti, capaci di leggere segnaliin brevi parole; va intuito con occhi profon-di, che decifrano gesti e atteggiamenti; e vainterpretato con un cuore largo, che riesca acompensare le solitudini con tenerezza». L’o-ratorio ha il potenziale per rispondere a que-sta chiamata, perché, spiegano citando leparole del fondatore, ancora oggi si propo-ne «non solo di amare ma anche di stimarei ragazzi», ovvero di «restituire loro la sog-gettività che gli è tolta dal mondo dei gran-di. Non basta: l’oratorio deve dar voce a chinon ha voce, amplificare quell’urlo minutoche i bambini non sanno alzare. Se non ri-torneremo come bambini e dalla loro par-te, andandoli a cercare come pecorelle smar-rite perché neanche uno si perda (cfr. Mt 18,1–4) e accogliendoli nei nostri oratori in tut-te le loro fragilità, avremo sprecato la bellezzadella vocazione che abbiamo ricevuto».

Formazione permanenteesigenza della vocazioneDI GIULIA ROCCHI

a formazione permanente,prima di essere un servizioorganizzato dalla diocesi, è

un’esigenza della vocazione: ognimattina che ci svegliamo ci troviamo adover interpretare la vita come unarisposta e un coinvolgimento allachiamata e nella vita di un Altro, checi ha messi al mondo perché stessimocon Lui e per mandarci a predicare».Parola di don Paolo Asolan, incaricatodel Servizio per la formazionepermanente del clero della diocesi, chepresenta il cammino per i sacerdotiper il 2019–2020. Il via con gliincontri pastorali di inizio anno, alDivino Amore dal pomeriggio fino alpranzo del giorno dopo: per isacerdoti dal primo al quinto anno diordinazione le date stabilite sono il 24e il 25 settembre; i sacerdoti dal sestoal decimo anno, invece, si ritroverannoal santuario mariano il 25 e il 26settembre. Ancor prima, all’inizio delmese di settembre (dal 2 al 7), pertutti i preti che lo desiderano sono inprogramma gli esercizi spiritualicondotti dal vescovo ausiliare delsettore Centro Daniele Libanori,presso la Casa dei Santi Giovanni ePaolo al Celio. Riservati a vescovi,prefetti e capiufficio gli esercizispirituali dal 4 all’8 novembre, allaCasa di Spiritualità di Santa MariaConsolatrice, guidati da padre MarkoRupnik. Aperti a tutti i parroci gliesercizi di metà novembre (dall’11 al15) con il cardinale vicario Angelo DeDonatis, alla Fraterna Domus diSacrofano. Sempre in tema di esercizispirituali, ne sono previsti anche dal18 al 23 novembre per i presbiteri deiprimi dieci anni di Messa con padreStefano Bittasi ad Ariccia; e dal 12 al17 gennaio, aperti a tutti i sacerdotiche lo desiderano, al Monastero dellaResurrezione di Montefiolo conmonsignor Libanori. Da ottobre, poi,partiranno dei laboratori su diversitemi, che avranno cadenza mensile;sono pensati in particolare per isacerdoti dal sesto al decimo anno diordinazione, ma anche per gli altri

interessati al tema. Vari gli argomenti:“Ripensare il sacramento dellaRiconciliazione. Basi bibliche eteologiche”, con Bruna Costacurta edon Giuseppe Bonfrate; “ImparareRoma. Itinerari di bellezza e di fedenella città di Roma”, a cura dimonsignor Marco Frisina; “Ladimensione profetica del sacerdozio.Predicazione e catechesi”, tenuto dapadre Marko Rupnik; “Il seminatoreuscì a seminare. L’arte di generare permezzo della Parola di Dio”, con donFabio Rosini. Ancora, don AntonioMagnotta e il professor Carlettiterranno un laboratorio residenziale, il7 e 8 gennaio 2020, su “Abitare il

cuore dei giovani. Esercizi didiscernimento comunitario perripensare le prassi dievangelizzazione”. Da segnare inagenda pure gli incontri per i parrocidi prima nomina: il 7 ottobre alPontificio Seminario RomanoMaggiore con i capi degli Uffici tecnicidel Vicariato; e dal 6 al 9 gennaio conil cardinale vicario alla Casa diPreghiera Domus Aurea di PonteGaleria. Ma il vicario incontrerà anchei sacerdoti dal primo al quinto annodi ordinazione, l’11 maggio 2020 alDivino Amore; e i sacerdoti dal sestoal decimo anno giovedì 14 maggiosempre al santuario di Castel di Leva.

Celebrazionecon il Papaa sei annidalla visitaa Lampedusa

Migranti, rifugiati e«quanti si sono impegnatiper salvare la loro vita».In tutto, circa 250persone prenderannoparte alla Messa che Francesco celebreràper i migranti in occasione del sestoanniversario della visita a Lampedusa, concui è praticamente iniziato il suopontificato. Un momento storico che halasciato il segno, con cui il Papa ha datoconcretamente un segno – il primo di tantipoi ripetuti in questi anni di pontificato –della sua attenzione per i migranti. «Adamodove sei?», «Dov’è il tuo fratello?», «Chi dinoi ha pianto per questo fatto e per fatticome questo?» (alludendo alle stragi nelMediterraneo), le domande “forti” cheFrancesco sottolineò nell’omelia. Lacelebrazione, ha annunciato il direttore adinterim della Sala stampa vaticanaAlessandro Gisotti, è in programma domani

alle 11 nella basilica di San Pietro. Intornoall’Altare della Cattedra, «solo le personeinvitate dalla sezione Migranti e Rifugiatidel Dicastero per il servizio dello sviluppoumano integrale, a cui il Santo Padre haaffidato la cura dell’evento», ha chiaritoGisotti. La celebrazione infatti saràtrasmessa in diretta da Vatican Media manon è prevista la presenza della stampa inbasilica. «Il Santo Padre – ha spiegato ilportavoce vaticano – desidera che ilmomento sia il più possibile raccolto, nelricordo di quanti hanno perso la vita persfuggire alla guerra e alla miseria e perincoraggiare coloro che, ogni giorno, siprodigano per sostenere, accompagnare eaccogliere i migranti e i rifugiati».

la testimonianza

Non solo incontri a Roma,nell’itinerario di formazione deisacerdoti. Sono previste anchesettimane residenziali a Padova e aTorino, e pellegrinaggi in Terra Santa ein Libano, nonché una settimanaestiva in Val di Fassa. Occasioniimportanti per rinsaldare anche illegame di fraternità tra i sacerdoti. Aconcludere idealmente l’anno, poi,l’appuntamento con i giubileisacerdotali: come di consueto glianniversari del venticinquesimo,cinquantesimo e sessantesimo diordinazione verranno festeggiati il 24giugno, solennità della Natività di SanGiovanni Battista.

antissimi ragazzisfuggono ai nostri circuitiparrocchiali, come

sfuggono a se stessi, alla scuola,alla famiglia, al lavoro, alvolontariato, ai servizi, sociali,alla sanità, alla legge, alconfronto. Ogni giorno nei centricommerciali, nei bar, nellepiazze, nelle discoteche, lagioventù è business di adulti, e iragazzi vivono malesseri edinamismi delinquenziali cheesplodono all’improvviso: è ungrido assordante!». Parte da

queste riflessioni il progettoDuePassInsiemedell’associazione privata di fedeliFuori Della Porta onlus, che daanni opera in diocesi nell’ambitodel disagio giovanile. Si tratta diun percorso formativo – omeglio due, a seconda deidestinatari, che siano laici osacerdoti – e di intervento negliambienti dei ragazzi di Roma.Per preti, diaconi, religiose ereligiosi, l’appuntamento èvenerdì 4 ottobre dalle 10 alle 13al Pontificio Seminario Maggiore;per i giovani delle parrocchie edei gruppi ecclesiali tra i 20 e i 40anni di età, invece, il seminario èin programma sabato 5 ottobredalle 10 alle 16 nella sede alcivico 1 di via Bobbio (fermatametro linea A Re di Roma). Si

parlerà, tra l’altro delle diversemodalità di approccio, dei luoghiin cui incrociare i ragazzi, dellacollaborazione con le risorse delterritorio; verranno ancheraccontate le esperienze già inatto nella nostra diocesi. Verràfornito «un set di proposte,strumentazioni, metodologie,operatività concrete che possonofarci interagire con la realtàgiovanile che non entra inparrocchia – anticipa il referentedel progetto, don GiovanniCarpentieri –. E verrà offerto allesingole prefetture un percorsoformativo–operativo concreto perattivarsi al suo interno, traparrocchie». Non c’è bisogno diparticolari doti «se vogliamoabitare e prendere in carico ildisagio giovanile – assicura don

Carpentieri –. Si può fare, perchépersone normalissime lo stannogià facendo. Da alcuni anni èinfatti operativo in diocesi unprogetto che si chiama “Ospedaleda campo per giovani”: si occupadi realtà giovanili in difficoltà econ varie dipendenze. Unaformazione semplice e unametodologia adeguata permette atutti di abitare l’esistenzaperiferica di tanti giovani chegiocano con la vita, e della fedenon sanno che farsene». I duecorsi sono a numero chiuso. Perulteriori informazioni e periscriversi a una delle dueproposte formative, è possibilecontattare don Carpentieriall’indirizzo di posta [email protected].

Giulia Rocchi

«DuePassInsieme» vicino al «grido» dei ragazziTorna il percorso formativodestinato a prebiteri e laiciCarpentieri: «Prenderein carico disagio giovanile»

Madre Vannini

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a quando ha perso lamoglie, Alessandro,pediatra

quarantenne, vive col figlioadolescente Giacomo unavita tranquilla e appartata.Quasi come una sorpresariceve un giorno unatelefonata dal Brasile. Achiamarlo è Luigi, amicodei tempi di scuola, che glichiede di raggiungerlo alpiù presto. Un po’ in ansia,un po’ preoccupato,Alessandro parte subito e,

all’arrivo, scopre che l’allarme lanciato è un falso… Parteda questo primo gradino di beffa la sequenza dirovesciamento delle parti che attraversa Restiamo amici,storia che si muove in un ampio orizzonte ironico,diluito e giocato in un film che è nelle sale dal 4 luglioscorso. Ad Alessandro e Luigi si unisce infatti Leo,ricomponendo un terzetto (nella foto) che ben prestoritrova la nostalgia degli anni passati e si industria perscovare scherzi imprevedibili e inediti. Luigi, memore di

essere stato quello che non guardava in faccia a nessuno,stavolta vuole convincere gli altri due ad architettare unatruffa di tre milioni di euro. C’è di mezzo però lanecessità di dimostrare di avere un figlio e quindi unapaternità che Luigi chiede di identificare in Giacomo, ilfiglio adolescente di Alessandro. Naturalmente il pianoviene studiato in tutti i dettagli, pesando pro e contro,superando le molte incertezze di Alessandro, fortementecontrario, e ipotizzando uno scenario alla fine di nonimpossibile svolgimento. Tra il dire e il fare,naturalmente, passa un oceano, e quindi la truffa diventabeffa, nella variazione dello scherzo sapido e cattivo cheha segnato tanta parte della commedia italiana,soprattutto negli anni ’50 e ’60, da “I soliti ignoti” a“Crimen”, per citarne solo alcuni. Partendo da quidall’omonimo romanzo di Bruno Burbi, sceneggiato daMarco Martani e Raffaello Fusaro, il copione si indirizzaa poco a poco nel sottogenere degli “heist movie” (i filmdel colpo grosso), mettendosi a confronto conprecedenti di non poco successo. Antonello Grimaldi, ilregista, ha detto che c’è certamente alle spalle il modello“Ocean’s Eleven”, ma che lui e gli altri autori hannoavuto in mente anche l’esempio di “Amici miei”, ossia ilgruppo terribile di comici dediti alla beffa e alla presa in

giro, anche a costo di essere fraintesi ed equivocati.Grimaldi ha confermato che il modello era quello ditornare alla commedia italiana classica, quella che avevacome protagonisti Gassmann, Tognazzi, Manfredi, Sordi,in grado di mettere in campo forti sfumature di cattiveriae di cinismo secondo una modalità che oggi lacommedia tende ad abbandonare a vantaggio di unmaggior buonismo e di una più marcata positività. Nonsi tratta naturalmente di godere nel mettere i personaggiin difficoltà ma semmai di non risultare troppoedulcorati per non rendere certe situazioni pococredibili. L’andamento si propone come una rondefrenetica e incalzante nella quale i beffatori esconobeffati e chi stava cantando vittoria alza la bandiera dellasconfitta. Essendoci al centro tre protagonisti, si potrebbepensare ad un film al “maschile”. Impressione cancellatadai molti snodi narrativi che segnano situazioni tuttemovimentate e pilotate da personaggi femminili. Così inun equilibrio imprevedibile, il gioco arriva ad unaconclusione amarognola, specchio di una situazionenella quale la presa d’atto del fallimento personale va dipari passo con il rimpianto per un passato di maggiorientusiasmi giovanili.

Massimo Giraldi

D«Restiamo amici», quando gli scherzi diventano beffacinema

Dopo l’esperienza che ha coinvolto 17 ragazzi allaRomanina, prossimo appuntamento a Finocchio,nell’area del parco intitolato a Peppino Impastato,e a Tor Bella Monaca con una rassegna di cinema

MARTEDI 9. Sono sospese le udienzedei sacerdoti.

MERCOLEDI 10. Alle ore 19.15 celebrala Messa presso la Casa Generaliziadelle Suore Francescane Angeline inoccasione del loro capitolo generale.

GIOVEDI 11. Alle ore 18.30 al Palazzodella Consulta partecipa allaCerimonia di presentazione deidistintivi di qualifica della Polizia diStato.

DOMENICA 14. Partecipa in Val diFassa alla settimana di fraternitàorganizzata dal Servizio per laformazione permanente per isacerdoti al 10°, 20°, 30° anno diordinazione.

L’AGENDADEL CARDINALE

VICARIO

MORTO IL DIACONO PERMANENTE VALTERCARROZZO. Valter Carrozzo, diaconopermanente della diocesi dal 2001, èmorto all’età di 59 anni. I funerali sonostati celebrati ieri mattina nellaparrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio.

MOSTRA FOTOGRAFICA AL DIVINO AMORE.Il 4 luglio 2019 ricorreva il XXanniversario della consacrazione delnuovo Santuario della Madonna delDivino Amore. In questa occasione, ilSantuario ha allestito la mostra artistica“Uno spazio di luce” realizzata daglialunni delle classi II F e II D della scuolasecondaria di primo grado “DomenicoPurificato”. Lungo il percorso i visitatorisaranno guidati dalle paroledell’architetto padre Costantino Ruggeriche, insieme a Luigi Leoni, ha ideato erealizzato il nuovo Santuario. Esposte lefoto vincitrici del primo concorsofotografico indetto a maggio. La mostra,inaugurata ieri, sarà aperta fino al 1°settembre, tutti i giorni dalle 8 alle 20.

ALLA CATTOLICA IL NUOVO CORSO INBIOTECNOLOGIE. Lunedì 8 luglio alle 14 inAula Brasca (Largo Gemelli, 8) lapresentazione del corso in Biotecnologieper la Medicina personalizzata con gliinterventi di Franco Locatelli, presidentedel Consiglio Superiore di Sanità, eAlberto Spanò, dell’Ordine nazionalebiologi. Aperte le iscrizioni. Concorso diammissione il 25 settembre.

AL VIA DUE NUOVI CORSI DI LAUREA ALCAMPUS BIOMEDICO. Domani alle 14.30(via Alvaro del Portillo, 21) lapresentazione di Scienze e tecnologiealimentari e gestione di filiera e Medicineand Surgery in inglese. Nella stessagiornata sarà possibile assistereall’orientamento su tutti i corsi di laureadell’Università Campus Bio–Medico.

GIOVEDÌ L’OPEN DAY ALL’UNIVERSITÀEUROPEA DI ROMA. Alle 10.30, l’11 luglio,in via degli Aldobrandeschi 190 lagiornata di orientamento per conosceremeglio l’Università Europea di Roma. Idocenti illustreranno i corsi di laurea inEconomia, Giurisprudenza, Psicologia,Turismo e Valorizzazione del territorio eScienze della Formazione primaria, conuna specifica attenzione agli sbocchiprofessionali. L’ateneo, nell’open day,offrirà anche uno spazio dedicato aigenitori, affinché possano conosceremeglio la struttura. Gli studentidell’UniEuropea sono chiamati apartecipare per un anno ad attività diresponsabilità sociale.

DONARE IL SANGUE NELLE PARROCCHIE CONAD SPEM E AVIS. Domenica 14 saràpossibile donare il sangue con Ad Spemnella parrocchia Santa Maria a Settevilledi Guidonia (via Ludovico Muratori, 43)e con l’Avis comunale nella parrocchiaSanti Pietro e Paolo (omonimo piazzale).

Il Notiziario

DI ELEONORA VESCOVINI

al 12 al 19 luglio, l’associazioneLibera – fondata da Don LuigiCiotti nel 1995 per una società

libera dalle mafie, dalla corruzione e daogni forma d’illegalità – organizza uncampo estivo per giovani sotto lo slogan“E!state Liberi!”, a Tor Bella Monaca enella vicina borgata Finocchio. Qui, alchilometro 18 della Casilina, si trovaun luogo confiscato alla banda dellaMagliana, la Collina della pace con ilparco intitolato a Peppino Impastato,l’attivista di Democrazia Proletaria as-sassinato da Cosa Nostra nel 1978 a cau-sa delle sue ripetute denunce contro leattività mafiose.«Da ormai tre anni i ra-gazzi e le ragazze di Li-bera contribuiscono al-l’abbellimento del par-co, alla sua manuten-zione e sistemazione,insieme alle realtà delquartiere che hannoconsentito l’uso socialedi questo bene», spiegaClaudio Siciliano, re-sponsabile nazionaledi “E!state Liberi!”. Quest’anno a Tor Bel-la Monaca ci sarà anche un nuovo ap-puntamento: dal 17 al 19 luglio, nei giar-dini di via Castano, si terrà la rassegna“Cinema in piazza” per rendere questospazio un luogo di incontro e condi-visione. La zona infatti è conosciutacome un luogo di spaccio, segnato dacondizioni sociali molto difficili. So-lamente la scorsa settimana, a poca di-stanza, un poliziotto 32enne del Re-parto Volanti è stato ferito con una col-tellata tra il cuore e il polmone da unpregiudicato romano.

Importante, quindi, ogni iniziativa chepunti alla prevenzione e all’educazione.«Il campo di “E!State Liberi!”, anche at-traverso l’esperienza del cinema – conti-nua Siciliano – consentirà ai ragazzi diconoscere le storie del territorio, attra-verso l’aiuto e il racconto delle tante as-sociazioni locali, che oggi ne rappresen-tano certamente una positiva ricchezzae un segno di speranza verso il futuro».Il progetto nasce nel 2005 per dare vitae piena attuazione alla legge 109/96, per-ciò il suo scopo è «far scoprire e rimar-care il ruolo e la responsabilità della so-cietà civile verso quei beni comuni, ri-conquistati alla sopraffazione mafiosa,che oggi rappresentano opportunità sa-

ne di lavoro, diritti e svi-luppo della comunità».Quest’anno Libera, in-sieme ad altre 58 realtà,offrirà un’occasione permettersi in gioco attra-verso gesti concreti emomenti di incontro eriflessione, in 14 regio-ni da Nord a Sud, perun totale di 180 setti-mane. Quello di luglioperò non è il primo

campo nella Capitale: nei giorni scorsi,nel quartiere della Romanina, un’ana-loga esperienza ha coinvolto 17 ragaz-zi provenienti da diverse parti d’Italia. Ipartecipanti sono stati ospitati dallascuola media del territorio e hanno toc-cato con mano non solo i problemi le-gati al contesto criminale, ma anche levicende di impegno sociale.«Ogni mattina – spiega Siciliano –, i ra-gazzi hanno contribuito alla sistemazio-ne delle ville confiscate al clan Casamo-nica e hanno sistemato alcune aule del-la scuola che li ospitava, realizzando un

murales dedicato alla memoria di alcu-ne figure femminili della lotta alle ma-fie. Una traccia di memoria che si è uni-ta simbolicamente alla visita a via Ame-lia, al Tuscolano, dove Rita Atria (testi-mone di giustizia, figlia di un boss sici-liano, ndr) si tolse la vita nel 1992. Ilcampo si è concluso con una giornatadedicata allo sport, le cui potenzialità e-ducative possono trasformare in positi-vo un contesto sociale».Uno dei beni confiscati è diventato in-fatti un parco pubblico con attrezzaturesportive, all’interno del quale i ragazzisono stati i protagonisti, insieme alla po-lisportiva della zona, di un mini–torneodi pallavolo. Tra i giocatori anche un o-spite d’eccezione: Luigi Ciotti, fondato-re di Libera e del Gruppo Abele. «Torna-to dal campo sento di aver acquisito unnuovo modo di vedere la realtà – rac-conta Giacomo, uno dei ragazzi che ha

partecipato al progetto alla Romanina –. Ho compreso come né la paura né l’o-dio potranno mai fermare un gruppo dipersone con tanta voglia di riscatto e dicambiamento. Questa esperienza mi hafatto capire come l’unione faccia la for-za e come, se si crede in qualcosa, basti-no piccoli gesti per contrastare un gran-de fenomeno come la mafia».Per Siciliano, quindi, “E!state Liberi!” «èun’esperienza cresciuta nel tempo attra-verso la cura dei momenti formativi e delvalore potente ed educativo delle azioniconcrete». Attraverso di essa i ragazzi rie-scono a demolire gli stereotipi che spes-so portano nel loro viaggio. E l’insegna-mento più grande è proprio «compren-dere a fondo il fatto che è possibile co-struire insieme un modello economico,sociale e culturale diverso da quello del-la violenza, della sopraffazione mafiosae dell’ingiustizia».

D

In periferiaa lezionedi legalità

giovani. A Roma due campi estivi promossi da Libera

«Colori degli Etruschi»terrecotte in mostra

na selezione di lastreparietali e decorazio-

ni in terracotta policroma,provenienti dal territoriodi Cerveteri. Questo il cuo-re della mostra “Colori de-gli Etruschi”, alla CentraleMontemartini fino al 2 feb-braio 2020. I reperti sonostati recuperari grazie adun’operazione di contrastodel traffico illegale dell’Ar-ma dei Carabinieri e alladiplomazia del Mibac.

U

arte

Ipersessualizzatia rischio bullismo

ell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema“Violenza e minori” condotta dalla

Commissione parlamentare per l’Infanzia diCamera e Senato, sono stato audito su un tema chemi sta molto a cuore e che vorrei portare aconoscenza dei lettori di questa rubrica. Il tema èquesto: il progressivo crollo delle capacitàprotettive degli adulti sui loro figli, conl’esposizione dei minori a forme di violenzaindiretta dai gravi risvolti negativi sul loro sanosviluppo psicoaffettivo. Ho portato due esempi amio parere clamorosi. Il primo riguarda ilfenomeno della cosiddetta “ipersessualizzazioneprecoce”. È un fenomeno che inquieta molto:troppo precocemente e troppo pervasivamente ibambini impattano in contenuti mediatici connessialla sessualità (fino a 15.000 contenuti all’anno),inappropriati per la fase di sviluppo psicoaffettivo.Questa esposizione è un fattore di rischio per lasalute mentale e si correla a fenomeni di violenzafra minori. Alcuni studi correlanol’ipersessualizzazione precoce al bullismo. Indefinitiva viene sottratta ai minori la capacità dicostruire “intimità” senza cortocircuitarla inaggressività o sessualità. E gli adulti non sannogestire il fenomeno, incapaci di proteggere i loropiccoli da questa massiccia e inappropriataesposizione mediatica. Il secondo riguarda i“divieti trasgrediti” con la complicità degli adulti.La legge vieta la vendita di alcol, tabacco, cannabislight e giochi di azzardo ai minori. In una indagineche ho condotto per conto del Moige 3 minori su 4violano questi divieti precocemente con lacomplicità (e l’indifferenza) degli adulti. Il divietodi utilizzare videogiochi non adatti ai minori èviolato con la complicità dei genitori stessi, cheacquistano i videogiochi vietati per i loro figliminori. Questo fa sì che i minori giochinod’azzardo, utilizzino sostanze vietate evideogiochino in modo inappropriato e troppoprecocemente, anche in questo caso senza che gliadulti sappiano proteggere in modo adeguato ifigli. I dati che riguardano l’ipersessualizzazioneprecoce e i divieti trasgrediti dimostrano che sitratta di condizioni diffuse, che esprimono la nettaincapacità degli adulti di proteggere i minori. Cisiamo chiesti perché accada questo. La risposta èforse nella progressiva infantilizzazione degliadulti (sempre più adultescenti, cioè incapaci diassumersi responsabilità educative e ancorairrisolti in temi adolescenziali) e nella corrosivaadultizzazione dei bambini (che accedonoprecocemente a contenuti e comportamenti troppoadulti per la loro età e in definitiva inappropriati).Tutto questo genera un cortocircuito educativo, nelquale si brucia in definitiva la capacità genitoriale,cioè la capacità essere–per e di assumersi laresponsabilità della crescita dei nostri ragazzi.

N

Pianeta giovania cura di

Tonino Cantelmi

L’iniziativa della realtàfondata da don Ciottivuole «far scoprire ilruolo della società civileverso i beni sottratti allasopraffazione mafiosa»La voce dei partecipanti

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30