TB Magazine Aprile 2011

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TUTTO BRINDISI - Anno 16 numero 30

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LA PROVINCIA CHE LAVORA, PRODUCE, COSTRUISCE

Eccovi il nuovo TuttoBrindisi: restyling grafico, più contenuti, più copie (distribuite anche in provincia) e nuove firme (Marcello Orlandini e Cosimo Saracino). L’impegno, la mission si usa dire oggi, resta sempre lo stesso, ed è quello riassunto nello slogan che dà il titolo a questo editoriale: non re-stare a guardare. Vogliamo essere partecipi dello sviluppo del territorio. Stimolarlo. Pur consapevoli dei nostri limiti, vogliamo mettere in risalto i brindisini che costrui-scono, lavorano, producono. E lo fanno, il più delle volte, restando nell’anonimato. Perché nella nostra realtà abbiamo qualche televisione locale, e qualche giornale, che sanno propinarci solo il verbo del presi-dente della Provincia, dei sindaci e dei loro assessori, chiunque essi siano.

NON RESTATE A GUARDARE

d i F A B I O M O L L I C A

A proposito, in molti ci hanno fatto i compli-menti per la vignetta satirica di gennaio, che riportava una locandina di giornale con la scritta “Edizioni straordinaria, oggi Ferrarese non ha detto niente!”. La battuta, ovvia-mente, non era su Ferrarese, ma sul sistema dell’informazione locale, ormai troppo avvezzo a fare da ufficio stampa, più che ad informare. Bene, continuiamo a pensare che il cambiamento di questo atteggiamento dovrebbe essere un pilastro importante del cambiamento più generale che tutti auspi-chiamo. E siccome non si può predicare bene e razzolare male, eccovi un numero speciale, senza politici e amministratori. Solo gente “normale”. Che lavora, sogna, investe, realizza i suoi progetti. La “meglio Brindisi”.

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5“Datemi una notte, inventerò una lampadina”

Un altro presti-gioso ricono-scimento per Pier Paolo Cito, il fotorepor-

ter brindisino che da anni lavora per l’Associated Press. Questa volta alcuni suoi scatti, che quotidianamente vengono pubblicati sulle più prestigiose riviste nazionali ed estere, sono finiti sull’an-nuale Rapporto sui Minori stranieri pubblicato da Save the Children. Le foto-storie di Cito rac-contano di ragazzi in varie condizioni: pienamente integrati e fotografati mentre svolgono dei tirocini lavorati-vi; bambini stranieri a scuola

e nella loro vita quotidiana; minori stranieri di seconda generazione; minori stranieri presso le strutture di Save the Children o altre strutture di aiuto e sostegno; minori stranieri in condizioni di emarginazione. È proprio l’autore a commentare i due scatti che pubblichiamo in questa pagina: «La prima foto ritrae Ramazan Nazari, 20 anni, afgano, mentre “car-teggia” una Porsche in un’of-ficina di Corinaldo, vicino Ancona, dove è stato assunto dopo sei mesi di tirocinio. La seconda, sicuramente più triste, riprende un immigra-to, di notte, nella stazione Ostiense a Roma».

SAVE THE CHILDREN

STORIE DI IMMIGRATIFOTOGRAFATI DA CITOGli scatti del fotoreporter brindisino utilizzati per il Rapporto annuale sui minori stranieri.

DUE PODI E DUE MEDAGLIE DI BRONZO CONQUISTATE DA ATLETI BRINDISINI AGLI ULTIMI CAMPIONATI NAZIONALI GIOVANILI DI RICCIONE. LA PRIMA È STATA CONQUISTATA DA PAMELA GABRIELI NEI “200 RANA”, LA SECONDA DA DAVIDE PENSABENE NEI “1500 STILE LIBERO”. ENTRAMBI SONO TESSERATI CON IL TEAM LOMBARDIA. ALLA MANIFESTAZIONE SI SONO BEN COMPORTATI ANCHE GLI ALTRI DUE BRINDISINI, ALESSIO PEPE ESPOSITO (CENTRO SPORT BRINDISI), UNDICESIMO NEI “200 RANA” JUNIORES, E ANDREA PENSABENE (ASD SOTTOSOPRA BRINDISI), 16° NELLA GRADUATORIA NAZIONALE “RAGAZZI” 200 DORSO.

PRIMO PIANO I PERSONE

CINEMA

PREMIO ROMANO PER IL FILM DI LIPPOLISPamela Prati premiata per il cortometraggio della casa di produzione ostunese Anthalia

La casa di produzio-ne cinematografica Anthalya Film di Ostuni e la showgirl Pamela Prati hanno

vinto un premio speciale al 4° Festival internazionale del film corto a tema “Tulipani di seta nera: un sorriso diverso”. La Prati è stata premiata per la sua interpretazione nel cor-tometraggio “Come se fosse facile”, scritto e diretto da Alessandro Zizzo e prodotto da Gabriele Lippolis. è un riconoscimento importante per la giovanissima casa di produzione ed il cast artistico e tecnico. Questo festival è un’importante manifestazione che vede tra gli organizzatori oltre all’Ucl anche il Segreta-riato sociale della rai e Medu-

sa film. La serata di premia-zione ha avuto luogo lo scorso 21 marzo a Roma. Il festival ha l’obiettivo di promuovere il lavoro di giovani autori che hanno narrato tramite le immagini “non il semplice racconto di una diversità, ma l’essenza della diversità, sapendola soprattutto valoriz-zare”. “Come se fosse facile” rac-conta le vicende di una donna alle prese con il dilemma tra una vita convenzio-nale ed una fatta di autonomia di pensiero e azione. Le scene sono state girate a Francavilla Fontana, Manduria e Maruggio.

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Continuano an-che a Brindisi i festeggiamenti per il 150° anniversario

dell’Unità d’Italia, e non si è davvero badato a spese. Ecco le iniziative in programma.LE AMMINISTRAZIONI. La Provincia punta molto su tre eventi. Il primo di questi sarà dedicato al tema l’importanza della Dieta Mediterranea per l’unificazione del paese. Il secondo al ruolo giocato dall’Opus Dei per il disfaci-mento del paese. Il terzo, e forse il più importante, è

un convegno internazionale durante cui i più grandi pen-satori italiani, da Lele Mora a Fabrizio Corona, saranno chiamati a rispondere al que-sito che da qualche anno non fa dormire i brindisini: «Che cazzo vuol dire Filia Solis?».In aperto contrasto con gli sfarzi della Provincia, il Comu-ne ha scelto un tono di basso profilo. Il sindaco Mennitti terrà una lectio magistralis ai consiglieri comunali, che non vedono l’ora (pensano si tratti di qualche incarico). L’ufficio di gabinetto non ha ancora deciso il titolo della lezione. Il primo cittadino propende per: «Gentile plebaglia, vi

rieletto, non varcherò la soglia di Montecitorio».Sull’altra sponda (politica) Luigi Vitali vuole invece sfruttare l’occasione per un riappacificamento degno di “Uomini e Donne”: il 15 aprile infatti La Gazzetta del Mezzo-giorno pubblicherà un inserto dal titolo: «Gino e Massimo, 150 anni di amicizia», con il pidiellino che, fotografato in ginocchio, supplicherà il presidente: «Massimo, ti pre-go, torniamo insieme. Sono disposto a cederti il feudo Franco-Oritano». GIORNALI E TV. Se Quotidia-no è partito con la pagina bianca da riempire con disegni e frasi (di gran lunga più apprezzata rispetto alle pagine scritte), Senzacolon-ne ha pensato all’edizione di tre libri sul meglio della storia brindisina di questi 150 anni. Il primo sarà dedica-to a “Massimo Ferrarese presidente di Confindustria”. Il secondo a “Massimo Ferra-rese unico grande presidente della Provincia”. Il terzo, ed ultimo, a “Massimo Ferrarese patròn del basket”. L’uscita di

quest’ultimo volume è però in forse: se l’Enel si salva, il libro sarà regalato a tutti gli abbo-nati e ai dipendenti dell’Enel come strenna natalizia. In caso di retrocessione, invece, le copie saranno riciclate in carta igienica.Per par condicio, Studio 100, televisione che solo rara-mente porge il microfono ai politici, sta ultimando le registrazioni di un program-ma che già si preannuncia di culto: 150 puntate, una per ogni anno, dedicate alle gesta di Domenico Mennitti, dall’Unità d’Italia fino ad oggi. Si vedranno immagini inedite di Mennitti accanto al conte Camillo Benso di Cavour, poi come filosofo del corporati-vismo, come membro della Costituente e protagonista della rinascita italiana, fino a quello che egli stesso ha rico-nosciuto come l’unico e più grande errore della sua vita: «Aver pensato che Berlusconi potesse fare politica». Bbc, Al Jazera e Cnn hanno già op-zionato i diritti della serie, ma la data della prima messa in onda è incerta. Sembra infatti che sia in corso una guerra tra Walter Baldacconi e Antonio Celeste: entrambi vorrebbe-ro condurre il programma. L’editore Gaspare Cardamone però, timoroso che i due possano mettere in difficoltà l’ospite con domande troppo imbarazzanti e provocatorie, potrebbe affidare la conduzio-ne ad Anna Saponaro, a patto che si limiti a dire “Buonase-ra” in apertura di puntata (alle 20), e “Buonanotte e forza Brindisi” in chiusura (alle 24).

SOGNANDO ALTAN

TUTTOBRINDISI SI RINNOVA!

PECCATO, ERA L’UNICA COSA CHE ANDAVA BENE

LA PROVINCIA IN FESTA!Fervono i preparativi per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Ferrarese e Mennitti in prima fila. Ma anche Gaglione, Vitali, Senzacolonne e Studio 100 non scherzano...

DI FABIO MOLLICA

LA TV TARANTINA HA PRONTA UNA SERIE SUI 150 ANNI DI IMPEGNO POLITICO DEL SINDACO BRINDISINO: DALLA LOTTA AL FIANCO DI CAVOUR A QUELLA CONTRO PENNETTA. MA BALDACCONI E CELESTE LITIGANO PER LA CONDUZIONE...

PRIMO PIANO I SATIRA PLAUSIBILE

spiego com’è nata l’Itaglia», ma D’Attis suggerisce un tono più austero. La scelta finale potrebbe ricadere su un titolo più realistico: «150 anni di marcia indietro».In movimento anche il sindaco di Ostuni, Dome-nico Tanzarella, che ha fatto convocare un consiglio comunale monotematico con il seguente ordine del giorno: «150 anni di Italia, vi spiego perché Ferrarese mi sta sulle palle!». Per non suscitare ulteriori divisioni nel già diviso centrosinistra, non saranno ammesse le telecamere e si dovrà parlare esclusivamente in dialetto ‘stunese. GLI ENTI. Per una volta, l’Au-torità portuale brilla per la sua iperattività: in prepara-zione una serie di convegni e una sfilza di progetti. I primi saranno completamente inutili, come tutti quelli tenuti negli ultimi 150 anni. I secondi, invece, dovranno essere ancora più fantasiosi, e più inattuabili, di quelli di cui si è parlato ai brindisini negli ultimi 15 anni. Per una volta, e solo per questa volta, il presidente Giuseppe Giurgola ha deciso di coinvolgere solo oratori e architetti brindisini.I POLITICI. Anche alcuni parla-mentari stanno organizzando manifestazioni ed eventi, forse perché sentono odore di elezioni. Inizierà Antonio Gaglione, con la pubblica-zione del libro: «I miei giorni in Parlamento» (2 pagine, 9 €, l’incasso sarà devoluto in beneficenza al PD), con alle-gato un dvd/intervista in cui il cardiologo promette: «Se sarò

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7“Datemi una stella e io mi stendo sulla schiena”

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TUTTO BRINDISIN. 30 › Aprile 2011

Autorizzazione Tribunale di Brindisi n. 4 del 13/10/1995

Editore: Edizioni Effe srl, Brindisi, Prolungamento Viale Arno snc

Direttore responsabile Fabio Mollica

Graphic DesignSalvatore Antonaci

Stampa: Martano, Lecce

Pubblicità: 0831.550246.

www.fabiomollica.com [email protected]

CONSEGNATE LE TARGHE “VIA MENNITTI DA BRINDISI” E “VIA GIAMPIERO PENNETTA”. POLEMICO CAIANIELLO: «COME AL SOLITO NESSUNO PENSA AL CALCIO: PERCHÈ NON FARE ANCHE UNA “VIA PUPINO DA BRINDISI”?»

PRIMO PIANO I SATIRA INCREDIBILE

Come preannunciato in uno degli utlimi numeri di TB, si è svolto a Brindisi nei giorni scorsi il Primo Concorso letterario “Cafei al Granafei”, evento propedeutico a “Brin-

alla stessa azienda esecutrice dei cartelli toponomastici di nuova collocazione nelle vie cittadine. La ditta ha utilizzato le rimanenze di magazzino e, considerato lo spessore delle autorità, ha voluto miscelare la targa con l’intitolazione di una via per ognuno di loro come premio all’impegno per la promozione del territorio.Al sindaco è stata consegnata dal consigliere comunale Cosimo D’Angelo la prima targa, riportante la dicitura “Via Domenico Mennitti da Brindisi”. Il consigliere-agro-nomo ha fatto quindi dono al primo cittadino del volume “Ultime Lettere di Mino degli Ortis - 10.000 interrogazioni senza risposta”. E così a seguire: Via Mauro D’Attis, Via Paolo Chiante-ra, Via Massimo Ciullo, Via Giampiero Pennetta. Come sempre, però, in queste oc-casioni non è facile acconten-

tare tutti: ed infatti il primo a lamentarsi è stato il giornali-sta Fabrizio Caianiello che ha ribadito il presunto disinteres-se da parte dell’amministra-zione comunale nei confronti del calcio brindisino: «Mi sarei aspettato anche una targa Via Pupino da Brindisi ma si è preferito come sempre il ba-sket, e nonostante il presunto futuro disinteresse del Patron Ferrarese, che si è detto pronto a lasciare la squadra a fine campionato, gli si è dedicata la targa Via Massimo Ferrarese da Brindisi».Moltissimi tifosi della New Basket hanno richiesto la targa Via Corso... ma sono stati tutti messi a tacere dal presidente Corlianò che ha ribadito a chiare lettere “O è Via... o è Corso!”. Poi lo stesso Presidente Corlianò ha letto una breve prefazione degli ultimi capolavori letterari della Società: “Cris Monroe, Un uomo un contratto. Vol. 4 New Basket 2010”, “Maurice Taylor, Un uomo un contratto Vol. 5 New Basket 2011”.Ha preso la parola a questo punto il presidente Ferrarese, illustrando la brillante iniziati-va “Brindisini Fazzulittari”, che prevede la consegna di 1000 fazzoletti tricolori a rappre-sentanti delle istituzioni dei sindacati e della società civile.I commercianti hanno lamen-tato la mancata assegnazio-ne della targa Via Renna e prontamente il presidente del consiglio Pennetta ha chiosato: «Non si può mettere il simbolo di Brindisi, il Cervo, e scrivere sotto “Renna”, ci

sarebbe conflitto di interessi”. A seguire l’intervento del consigliere Enzo Albano del PD, che ribadiva l’assoluta mancanza di par-condicio nell’assegnazione delle targhe considerato che i premiati sono solo rappresentanti della maggioranza, e che anche l’opposizione avrebbe diritto a tale trattamento. L’assessore Ciullo ha risposto, seccato, di essere ancora in attesa di conoscere i nominativi dei consiglieri di opposizione.Toccante il momento delle foto ricordo. A chi vi scrive è toccato l’onere di immortalare la manifestazione, ma con la pretesa che, non potendo al pari di altri colleghi più blasonati essere nominato fotografo ufficiale, gli sia conferito almeno il titolo di “Fotografo Maresciallo”.A concludere la manifesta-zione un toccante momento musicale nello scenario del Nuovo Teatro Verdi, gentil-mente concesso dal sindaco in sostituzione di Palazzo Granafei, ritenuto non idoneo alla sacralità dell’evento. Il coro dei disoccupati diretto da Bobo Aprile ha allietato i pre-senti dedicando al primo citta-dino, rigorosamente intonati “a cappella”, alcuni famosi brani del repertorio musica-le italiano: Vattene Amore (Minghi), Messaggio (Alice), Via (Paolo Conte), E va e va (Sordi). Poi di nuovo a Palazzo Granafei, dove Mennitti ha salutato i presenti esibendosi nel brano di Gigliola Cinquetti E qui comando io e questa e casa mia!

UN PREMIO PER TUTTI. O QUASI TUTTIConcluso il concorso: ecco tutti i premiati. Non sono mancate le polemiche. Pennetta ha negato la targa all’assessore alle Attività Produttive: «Non possiamo mettere il simbolo di Brindisi, il Cervo, e scrivere sotto Renna!»

DI MAURIZIO PESARI disi Capitale europea della cultura 2019”.L’evento ha registrato un’entu-siasmante partecipazione di pubblico, superiore addirittu-ra ad eventi di grossa portata già realizzati nella nostra città come “L’arrivo degli UFO nel secondo millennio”, il con-certo dei Simple Minds allo Stadio Fanuzzi, l’inaugura-zione del Museo Faldetta e, non ultimo, il Festival delle Cover Band. In molti si sono chiesti come mai un evento di tale portata non sia stato organizzato al Palaeventi, magari cambiando anche il titolo della manifestazone da “Cafei al Granafei” in “Potenti al Palaeventi”, nome che da-rebbe un senso internazionale alla manifestazione.La cerimonia ha avuto inizio con una breve prefazione (6 ore) di Pino De Luca, poi il momento cruciale dell’evento con la premiazione a cura del sindaco Mennitti, che per l’occasione aveva dato mandato all’assessore Ciullo di preparare delle targhe per tutte le autorità presenti. L’incarico è stato conferito

CAFEI AL GRANAFEI

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9“Dammi un foglio bianco e ne faccio un pezzo nuovo”

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Il professor Tonino Saponaro (Vitanto-nio all’anagrafe) direttore e editore di Trcb, negli scorsi mesi ha festeggiato 80 anni di vita e ha presentato il libro dal titolo “Dall’occhio al cuore”, diario di un cronista 2004-2010. Lo abbiamo incontrato negli studi di via Salandra,

ad Ostuni. Ci accoglie con un sorriso smagliante, elegante nel suo abito scuro, cravatta vivace, fazzoletto nel taschino, un gentiluomo d’altri tempi. Con grande entusiasmo, ci mostra quella che è la sua casa: set, impianti, ci presenta il perso-nale presente. Ci fa entrare nella sua vita, nel suo mondo. Il suo volto s’illumina, lo sguardo diviene sempre più fiero, colmo di gioia e d’orgoglio. Nella stanza si respira aria di “giornalismo”: libri, giornali e riviste sparsi qua e là, appunti, foto, qualche vecchia videocassetta. Mentre lo intervistiamo, ogni tanto con-sulta il pc, mostrandoci la schermata in cui è riportata la percentuale del numero di persone che in quel momento, in tutto il mondo, consultano il sito di Trcb.Hai una straordinaria energia e dinami-cità fisica e mentale, come fai a gestire uomini e attrezzature con tale abilità?Vivo un conflitto con l’ufficio anagrafe di Ostuni; non mi ritrovo con i dati riportati sul mio certificato di nascita! Non sento assolutamente i miei anni ed ho ancora tanta carica e il desiderio di rimanere al passo con i tempi e con le esigenze del pubblico, dei fruitori dei nostri servizi.Hai vissuto in Lombardia, Emilia Romagna, nel Lazio, poi sei rientrato ad Ostuni. Cosa ti ha trasmesso l’espe-rienza di vita trascorsa lontano da casa?Il desiderio di promuovere il territorio pugliese e la sua gente! In quegli anni eravamo appellati “terroni o napoletani”. La Puglia, pur se conosciuta, non era collocata geograficamente, così come la targa BR era considerata la targa di Bre-scia e non della ignota Brindisi.Quando e come nasce l’amore per il giornalismo?Lavoravo come rappresentante di mac-chine da scrivere ma la passione per il giornalismo era già intensa. Fuori dagli orari di lavoro collaboravo con le testate locali. L’esperienza più esaltante l’ho vis-suta a Roma. Iniziai a coadiuvare i gestori di una rete locale “Roma canale 58”. Mi proposero un contratto e mi fu affidata una trasmissione. Rientrato ad Ostuni, ogni giovedì, con la mia macchinetta, raggiungevo la capitale per registrare il programma. Che tempi!Nel 1974 avvii l’attività imprenditoriale che ti caratterizzerà per tutta la vita professionale. Radio, televisione, Trcb. Oggi un sito web. Raccontaci la tua avventura?

Nel 1974 fondai “Radio Ostuni 104 Mhz”, presso il Convento delle Monacelle, nel borgo antico. Per lavorare utilizzavamo 60 cellette; avevamo un palinsesto com-pleto, 80 collaboratori, provenienti da tutto il territorio provinciale. Nel Salento esisteva la mia radio e Radio Discoteca, di Carovigno. “Radio Ostuni” aveva validi collaboratori, tra i quali spiccava il nome di un giovane brillante dal nome Dome-nico Mennitti che riportava le notizie da Brindisi. Non potrò mai dimenticare la radiocronaca dell’esplosione del Petrol-chimico di Brindisi, fatta da Mimmo in tempo reale. Era il 9 dicembre 1977. Un’altra data importante è legata ai mondiali di ciclismo svolti nel 1976. Ricordi qualche aneddoto?Fu una grandissima opportunità per il territorio brindisino. La manifestazione, così come le immagini della nostra bella terra, furono trasmesse in mondovisione. La Puglia esisteva ed era splendida! Ospitammo personaggi come Sandro Ciotti, Sergio Zavoli, Adriano De Zan, una piccoletta e simpatica Raffaella Carrà. Vi racconto un aneddoto. Rimasero tutti incantati dalla nostra sede, dal senso di pace e di serenità che si respirava, e rinunciarono alla camera d’albergo, preferendo alloggiare nelle cellette del monastero.Quando nasce Trcb?Nel 1976 trasmetteva in un circuito di quartiere, nel solo territorio di Ostuni. Dal 1980 riuscimmo a coprire l’intero ter-ritorio provinciale. L’avvio fu difficile ma molto, molto entusiasmante, d’altronde,

in tutto il Salento, siamo stati i primi! Oggi trasmettiamo a Brindisi, Lecce e Taranto e abbiamo sedi nel capoluogo, a Ostuni, Francavilla, Masagne, Martina.Quali episodi ti sono rimasti nel cuore?Lo sbarco degli albanesi a Brindisi, nel 1991. Ricordo che il 7 marzo fui con-tattato telefonicamente da un vigile urbano di Brindisi che mi avvertiva dell’arrivo, nel porto interno di Brindisi, di un peschereccio con a bordo soldati albanesi in uniforme, fuggiti dal loro paese. Ci catapultammo sulla banchina; i fuggitivi pregavano di non essere rim-patriati, temendo per la loro incolumità. Era l’inizio dell’esodo. Cream-mo una trasmissione apposita, “Une te pres” (ti cerco), condotta da due giovani albanesi con cui si tentava di riunire le famiglie divise durante la traversata, lo sbarco e il dislocamento nei diversi centri di accoglienza. Riuscimmo a dare il nostro contributo fornendo riferimenti, indirizzi e contatti.L’esperienza più suggestiva?La visita di Papa Benedetto XVI a Brin-disi. Dopo ben mille anni un Papa nella nostra terra, tra la nostra gente! Evento eccezionale e spettacolare! Trcb in quella occasione ha collaborato con il centro vaticano ed è stata l’unica emittente regionale ad avere l’autorizzazione a rice-vere l’esclusiva del segnale per divulgarlo in rete.L’intervista o la trasmissione più diver-tente che hai condotto?Una trasmissione registrata con tutti i parlamentari del territorio. Durante la

discussione in studio, dalla regia partì l’inno nazionale di Mameli. Tutti balza-rono in piedi e cominciarono a cantare. Il tuo ultimo impegno è stato la stesura e la pubblicazione del libro “Dall’occhio al cuore”. Perché occhio e cuore? Il mio lavoro consiste nel vedere, osser-vare e registrare non solo sui supporti telematici ma anche nella mente e qual-che volta nel cuore. Alcune immagini, legate ad avvenimenti importanti, mi tornavano in mente, frequentemente. Ho avvertito l’esigenza di riprendere immagini e fatti e trascriverli sul libro. Perché pubblicare un diario?Perché l’uomo tende a dimenticare. Ho riportato scelte coraggiose e costruttive, così come contrasti e polemiche sterili, iniziative distruttive, esperienze che pos-sano permetterci di riflettere perché la storia cambi il suo corso.Cos’è per te il giornalismo e com’è cam-biato nel corso degli anni?Il giornalismo permette di far conoscere e informare. Spetta al giornalista indiriz-zare i cittadini verso la giusta direzione, presentare la verità, con imparzialità e moralità. Oggi riscontro una ricerca frenetica del reportage. Non ci si ferma alla diffusione dell’informazione ma si cerca, sempre e comunque, di andare oltre, calpestando spesso diritti e dignità altrui. Ultimamente, devo ammettere di essermi vergognato per l’attività della stampa e della televisione sul caso di Sara; purtroppo è solo uno dei tanti esempi di cattivo giornalismo!Rimpianti?Nessuno. La mia vita è così come l’avevo desiderata e sognata. La mia casa è tra queste mura, la mia famiglia è costituita dai miei collaboratori e dai tanti amici e familiari che mi circondano con affetto. Progetti per il futuro?Siamo condizionati dal prossimo digitale terrestre che per noi è un’incognita. Nel frattempo, abbiamo puntato sul nostro sito-web: un nuovo modo di fornire informazioni in tutto il mondo.Hai ricevuto dal presidente della Pro-vincia Massimo Ferrarese, il premio Filia Solis. Il Consiglio comunale di Ostuni, su proposta del sindaco Domenico Tanza-rella, ha deciso all’unanimità di confe-rirti l’attestato di Civica Benemerenza. Che emozioni provi?Avere un simile riconoscimento nella propria città, dai cittadini con cui mi incontro quotidianamente, dai miei amministratori pubblici, nei cui confronti spesso sono stato critico, non solo mi dona immensa gioia, ma mi fa tremare la mano. Mi chiedo, dopo la presenta-zione del mio diario, in quel salone della Provincia gremito di amici e personalità e il prestigioso riconoscimento offertomi dalla mia città, se non si tratti di un sogno… poi constato che è realtà e mi dico: è valsa la pena tornare a casa in quel lontano 1974.

PERSONE I TONINO SAPONARO

“Datemi un maestro e diventerò un allievo”

MISTER TRCB: CON L’OCCHIO E COL CUOREHa da poco compiuto 80 anni, ma non ha perso l’entusiasmo di quando era giovane. Ha avuto tra i suoi collaboratori perfino il sindaco Mennitti. Rimpianti? «Nessuno. Perché la mia vita è proprio come l’avevo sognata e desiderata».

INTERVISTA DI IOLE LA ROSA

BELLE STORIEdi Iole La Rosa

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13“Datemi un martello apparirà di certo un chiodo”

COPERTINA I ARIA NUOVA

GIAMPAOLO ARGENTIERIDIRETTORE DEL CORO SAN LEUCIO

Ha 23 anni, e dal gennaio 2010 è direttore del Coro Polifonico Arcivescovile “San Leucio” con il quale ha esordito nello scorso dicembre dirigendo il con-certo intitolato “Veni Domine Jesu”. Diplomatosi col massimo dei voti (lode e menzione speciale) al Con-servatorio “T.Schipa” di Lecce, è attualmente iscritto al biennio sperimentale per il conseguimento del diploma accademico di II livello in Discipline Musi-cali, indirizzo solistico-interpretativo. Per la sua for-mazione cameristica, di notevole importanza è stato l’incontro con il maestro Pier Narciso Masi, con il quale nel giugno 2009 ha conseguito il diploma bien-nale di alto perfezionamento in Musica da Camera presso l’Accademia Musicale di Firenze. Il talento rivelato lo porta molto presto a soddisfacenti affer-mazioni esibendosi in concerto già all’età di 10 anni al Festival “Under 18” di Ischia. Ha al suo attivo un curriculum da solista e in formazione quattro mani e due pianoforti con la sorella Stefania.

Tv e giornali ci propinano sempre

i soliti volti. Ecco invece una serie

di personaggi che rendono grande

questa terra, restando

dei “protagonisti fantasma”

ARIA NUOVA

Recentemente è stato invitato ad esibirsi in duo pianistico per il prestigioso Festival Euro-peo della Musica “Young Classic“ in Passau (Germania), riscuotendo ampi consensi di pubblico e critica. Ha vinto diversi concorsi pianistici nazionali e internazionali (“Premio Città di Sangemini”; “Lia Tortora”, Latina; “Harmoniae”, Roma; “Coppa pianisti d’Italia”, Osimo; “Euterpe”, Corato; “Ama Calabria”, Lamezia Terme; “Premio Città di Brindisi”; “Festival del Barocco”, Lecce; “Pergolesi”, Napoli, “G.Campochiaro”, Pedara; “R.Rodio”, Castellana Grotte; “Nuovi Orizzonti”, Arezzo; “Città di Buccchianico” e “San Giovanni Tea-tino”, Chieti). Negli anni si è accostato con grande passione al canto liturgico e si è dedi-cato, da autodidatta, allo studio dell’organo: dal 2002 al 2006 è stato al servizio de “I cantori di S.Francesco” presso il Santuario SS. Addolorata (“La Pietà”) di Brindisi e dal set-tembre 2008 segue, come organista e mae-stro preparatore, il Coro Arcivescovile “San Leucio”. Con il coro ha eseguito il Concerto di Natale diretto da monsignor Marco Frisina presso il Teatro Verdi di Brindisi, il concerto pasquale “Crux Fidelis” e il concerto “Un fiore per L’Aquila”.

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15“Datemi la sete, andrò a cercare una sorgente”

COPERTINA I ARIA NUOVA

ANNA MARIA E IVANO FRANCAVILLAGRUPPO IDEA SPOSA

Ne sono trascorsi di anni da quando Idea Sposa era soltanto un piccolo negozio a ridosso del centro storico di San Vito dei Normanni, dove la signora Rosetta Iaia cuciva abiti da sposa e li vendeva ad un numero di clienti sempre crescente. Oggi il marchio Idea Sposa è leader in Puglia ed i fratelli Anna Maria e Ivano gestiscono i tre punti vendita di Lecce, San Vito e Puti-gnano. Quello di San Vito dei Normanni, inaugurato pochi mesi fa, lungo la strada per Carovigno, è davvero una chicca: elegante e spazioso, mette a proprio agio sia le giovani spose che i loro futuri mariti, offrendo loro una gamma di abiti e accessori praticamente infinita. Anche il negozio di Lecce è davvero bello e fin dal giorno in cui ha aperto i battenti ha riscosso un enorme successo tra i salentini.

RICCARDO SEMERANORICARDO CAFÈ - RICREAZIONE CAFÈ (OSTUNI)

Il suo bar, il Ricardo Cafè, è stato inserito nella lista dei 100 bar più belli al mondo. Non ci poteva essere soddisfazione migliore per il 46enne ostunese, per sua moglie Luana Perrino e per sua

sorella Donatella. Il bar di pietra situato nel cuore del borgo antico di Ostuni da 11 anni è meta di turisti e residenti della provincia,

che apprezzano la location, l’ambiente ed il servizio. «Per dar vita al Ricardo Cafè ci sono voluti quattro anni di ristrutturazione. Un

lavoro faticosissimo, che ci è costato tanti sacrifici. Ma ne è valsa la pena». Da qualche mese il team ha raddoppiato gli sforzi, aprendo

a due passi da viale Pola, strada dello shopping ostunese, Ricrea-zione, un nuovo concept di bar moderno, originale ed accogliente.

Ed anche in questo caso il riscontro della clientela è stato ottimo.

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ADRIANA SARDANOASPIRANTE CANTANTE

Brindisina di 18 anni, sta ultimando gli studi al liceo Artistico, ma le sue grandi passioni sono la musica ed il canto. Ed infatti fin dall’età di nove anni fu notata per le sue notevoli capacità vocali e chiamata a partecipare al coro della scuola e nel “Coro Polifonico S. Leucio”. Ha studiato danza e violino, e da un anno suona anche il pianoforte. Ha già partecipato ad una serie infinita di concorsi, spettacoli e festival. Sul palco è sciolta, spigliata, sicura. Il suo look è eccen-trico quanto basta, mai fuori le righe. Adriana sul palco non recita una parte. È autentica, “vera”. Ha preso parte a programmi televisivi come “Ho imparato una canzone”, in cui il presentatore era il cantautore Povia. Così, quando Povia è venuto a Brindisi per la presentazione di uno spettacolo, ha voluto al suo fianco sul palco proprio Adriana. A notare le sue doti è stato anche Savino Valerio, musicista e compositore, che vede in lei un grande potenziale. È grazie a lui che è nato un progetto musicale in cui Adriana ha fatto parte del gruppo “I Manod’opera Quartet” ed è stato scritto un brano inedito solo per l’artista brin-disina. La canzone, presentata al concorso “Note d’Oro - Grandi Festival Italiani” (la cui finale si è svolta il 18 luglio scorso) si è piazzata al primo posto come “Miglior testo dedicato alla Vita”. Sempre nel corso dell’estate 2010 la giovane brindisina ha partecipato alla fase finale dell’ottava edizione del “Tuscany Inter-national Festival”, importante rassegna musicale di Piombino, e si è aggiudicata il Festival “Girodoro” Città di Taranto con un brano inedito. I prossimi impegni la vedranno protagonista come finalista in coppia con Dana Marino al “Festival di Avezzano” il 15 e 16 aprile prossimi, alla presenza di ospiti di un certo rilievo: Maurizio Costanzo, Lorella Cuccarini, Claudio Lippi ed il direttore di Rai 1 Mauro Mazza.

COPERTINA I ARIA NUOVA

FRANCESCO ARIGLIANOAVVOCATO

Avvocato dal 2000, apprezzato civilista, specializzato nelle cause di lavoro. Si sta mettendo in evidenza tra i numerosi giovani legali del foro di Brin-disi, e con un collega salentino sta per aprire uno studio associato anche

a Lecce. È sposato ed ha due figlie di 4 e 2 anni. Vive a Mesagne ma ha lo studio nel capoluogo. «Del mio passato di giocatore di basket conservo un

sacco di contatti ed amicizie, e non nascondo che a volte sono state utili sul lavoro». Emergere in un settore per certi versi ingessato come quello in cui

ha scelto di operare non è facile, «ma paradossalmente proprio in questi tempi di crisi si posson cogliere buone occasioni professionali.

Basta saperle scorgere per tempo».

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17“Datemi un pennello e prima o poi nascerà un quadro”

DAMIANO E COSIMO CARVIGNESETITOLARI DEL CANTIERE NAUTICO IDEA VERDE, MESAGNE

Damiano e Cosimo Carvignese sono padre e figlio. Entrambi hanno a cuore l’azienda che Damiano, 56 anni, è riuscito a creare grazie al suo inimitabile senso per gli affari. Cosimo, 28 anni, sta ancora imparando i segreti di una professione che ha come obiettivo lo “stile di vita” dei propri clienti. Il centro nautico Idea Verde da anni offre i migliori prodotti che offre il mercato Europeo. “Tutto il nostro lavoro ruota su questo concetto”, ci confida Damiano. Nei capannoni della zona Pip di Mesagne ci sono oltre 200 imbarcazioni. Camminare tra le barche è come stare al Salone Nautico di Genova. Un viaggio reale tra i marchi più importanti della nautica da diporto: Sessa Marine, Jeanneau, Cantieri Mimì, Yamaha Marine, Zar Formenti, Joker Boat. Il centro nautico Idea Verde non lascia mai soli i propri clienti. Sono infatti più di venti i meccanici pronti ad intervenire lungo gli 800 chilometri di coste pugliesi. Cosimo si interessa di ogni fase dell’azienda ed è divenuto uno degli “ingranaggi” più importanti dell’azienda. La gavetta, però, è ancora lunga e sa che bisogna farla tutta prima di arrivare agli obiettivi posti da papà Damiano. (Cosimo Saracino)

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SERGIO BOTRUGNOVITICOLTORE

Quello che più colpisce in lui è la meticolosità e la precisione che mette in ogni fase del lavoro: dalla vigna

al lavoro in cantina, non gli sfugge alcun particolare. Il doversi occupare di tutto, dalla cura della terra alla commercializzazione, è anche un freno allo sviluppo

del suo marchio, però i risultati conseguiti finora sono lunsighieri: i vini prodotti nella più antica cantina privata

del capoluogo, situata a ridosso delle acque del porto interno, finiscono in diversi stati esteri, e questo basta per essere fieri del lavoro svolto. Sergio Botrugno è la personificazione del contadino vecchio stampo, la cui

parola vale più di un contratto, e la cui stretta di mano conserva ancora un alto significato. Sentirlo parlare dei

suoi vini è un piacere. Sorseggiarli altrettanto.

“Datemi una serratura, apparirà un ladro”

COPERTINA I ARIA NUOVA

MICHELE QUARANTAIMPRENDITORE

Con il padre Giovanni sempre al suo fianco, ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, facendola diventare un gruppo che nel corso degli ultimi anni ha diversificato i suoi interessi in diversi settori. E così, al marchio del Caffè Quaranta, si sono affiancati una serie di bar (tra i quali lo storico Central Bar); l’azienda che vende attrezzature e arredi per locali, ristoranti, hotel e uffici (in via Provinciale per Lecce); i negozi QuarantaOttica (presenti a Brindisi, Lecce e Trani). Come si fa a portare avanti tutte queste aziende? Semplice: sveglia alle 5 del mattino, uno staff di persone in gamba (quasi tutte giovani), giornate molto spesso trascorse lontano da casa. E tanta, tanta pazienza e passione per il lavoro.

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COPERTINA I ARIA NUOVA

DOMENICO PALMISANOCARDIOLOGO

Ha 42 anni, è sposato e padre di due figli. È nato a Ceglie Messapica ma vive a Brindisi. Dal settembre del 2005 è in forza all’ospedale Perrino, accanto al primario Gianfranco Ignone. Laurea a Bologna, spe-cializzazione in Emodinamica (disciplina della cardiologia che studia il sistema vascolare e la circolazione cardiaca ed extracardiaca), poi la collaborazione con la clinica privata Villa Torri (sempre a Bologna) e successivamente, dal ‘99 al 2005, la collaborazione con il professor Luigi Inglese a San Donato Milanese, uno dei centri di riferimento in Italia per le patologie cardiovascolari. Ha scelto di venire a Brindisi per avviare al Perrino la cardiologia interventistica: «Ho trovato un ottimo ambiente, il mio primario ha assecondato le mie richieste di materiali e macchinari, e tra qualche mese avremo anche la sala angiografica. Certo, se avessimo Cardiochirurgia potremmo fare molto di più, ma cerchiamo comunque di assicurare il miglior servizio ai cittadini».

GENNARO CARUCCICAMICERIA CARUCCI

Se si vuole comprendere il valore reale del concetto di “Made in Italy” si deve fare un giro per la sua azienda. Gennaro Carucci, imprenditore di Francavilla Fontana,

da oltre 30 anni produce camicie di altissima qualità per molti marchi internazionali come Dolce & Gabbana.

In un momento di crisi dei mercati dove tante aziende italiane delocalizzano la produzione abbassando gli

standard qualitativi e perdendo così la loro “anima”, la Camiceria Carucci ha investito in modo anticiclico,

non solo mantenendo la produzione in Italia ma, anzi, rafforzando il livello della propria offerta. E la scelta

ha pagato: le camicie Carucci vengono richieste anche da dealer d’oltre oceano, per un pubblico esigente

composto da manager e professionisti. Quando ti parla di punti di cucitura per centimetro, fianchi e maniche

all’inglese, attaccatura e ribattitura su polsi e collo e di mille altre ricercatezze, Carucci riesce a far assurgere

l’arte italiana della sartoria a pura letteratura. Ma mai come in questo caso la teoria si sposa con un inusuale

dinamismo imprenditoriale. Appuntatevi il nome, ne sentiremo molto parlare! (FotoStudio2)

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21“Togli l’equilibrio e cercherò di equilibrarmi”

CRISTIANO PESCARA

E ISA GIOIANEGOZI BENETTON E SYSLEY

Una super coppia vincente, quella composta da Isa Gioia e Cristiano

Pescara. Belli e intraprendenti, rappresentano il gruppo Benetton megastore-Sisley-Undercolors sul

territorio della provincia di Brindisi e di Lecce. Dal 2004 la Gica (la società

dei coniugi) è cresciuta notevolmente, aprendo 9 negozi, dando lavoro a 35

dipendenti e contribuendo a rafforzare marchi di valenza internazionale.

Sempre aperti a confronti costruttivi, sono stimolati da nuove iniziative che possano creare le condizioni ottimali

per la crescita territoriale e aziendale.Oggi rappresentano un’importante

realtà: compatta, professionale e produttiva. La loro parola d’ordine:

“ottimismo e azione”.

LA FAMIGLIA GIOVEGRUPPO PUNTO SNAI SALENTO

I fratelli Pino, Nunzio, Saverio e Aldo sono i titolari del gruppo di agenzie di scommesse Punto Snai Salento Sbc. Non saranno certo gio-vanissimi e sconosciuti (anche se è raro vederli mettersi in mostra) ma la loro storia imprendi-toriale merita di essere menzionata per auda-cia e caparbietà. È una storia nata 46 anni fa, quando il padre Luciano (che evidentemente guardava molto avanti) vendette il mulino di famiglia ed investì tutti i risparmi in questa nuova attività. Al suo fianco, fin dal primo momento, la moglie Elisabetta Fiorentina (nella foto insieme al figlio Pino). Seguirono 7-8 anni difficili, come accade per tutte le start-up. Poi, nel 1988, con la prima diretta televisiva in Puglia di una corsa di cavalli e la meccaniz-zazione delle accettazioni delle scommesse, arrivò la svolta. Nel 1991 l’agenzia fu premiata dall’Unire per il più alto incremento sul volume di gioco (+130%). Da lì è stato un crescendo senza fine: oggi la famiglia Giove gestisce 18 sale scommesse in tutto il Salento. E guarda a nuovi obiettivi: «Gli investimenti non si fermano mai», spiega Pino Giove, «stiamo progettando nuove aperture e puntiamo ad incrementare il gioco online». Scommettiamo che ci riusciranno?

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FRANCESCO PERROTTATITOLARE DELLA FOOD STUFF DI MESAGNE

Quarantotto anni, mesagnese, è stato tra i primi imprenditori ad investi-re nella zona Pip. Era il 1991 ed erano in pochi quelli che credevano in una vocazione imprenditoriale di Mesagne. Oggi la sua azienda, la Food Stuff, gestisce un fatturato di circa 4 milioni di euro. I prodotti caseari a marchio Food Stuff arrivano negli ipermercati della grande distribuzione in ogni parte d’Italia. L’azienda è riuscita ad aprirsi anche un mercato all’estero. Sua l’invenzione del “Grattugiotto”: una vaschetta rigida, con dei fori nella parte superiore, che serve a cospargere senza molte diffi-coltà il formaggio grattugiato sulla pasta. “Qualche anno fa ho depositato il brevetto. L’idea mi è venuta mentre ero a tavola con la famiglia. Mia moglie aveva comprato dal supermercato del formaggio grattugiato confezionato in busta. Avevo difficoltà a metterlo sulla pasta. E così è nato il packaging che rende più semplice l’operazione”.

(Cosimo Saracino)

Sul prossimo numero di TB la seconda puntata di Aria Nuova. Segnalateci qualche brindisino meritevole di essere inserito

su queste pagine: [email protected]

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INGEGNERICERCANSI Le aziende locali chiedono più esperti aerospaziali di quanti l’Università ne possa offrire. Le iscrizioni, malgrado la certezza assoluta di trovare subito lavoro, sono poche. Un paradosso descritto da un professore e da un neolaureato che lavora già da un anno

C’è un meccanismo da sincronizzare, nel rapporto tra formazione secondaria, università e imprese aerospaziali in quella che sta diventando progressivamente

la “carbon valley” della Puglia, dove approdano le commesse dei grandi protagonisti mondiali per aerei sempre più leggeri ed ecologici, dove tutto ruota at-torno alle fusoliere in materiali compositi. Le aziende chiedono più ingegneri, l’università non riesce a tenere dietro alla domanda: la laurea magistrale in Ingegneria aerospaziale di UniSalento non è ancora frequentata come sarebbe auspicabile, date queste dinamiche di mercato che presto, prestissimo chie-deranno altri specialisti, ma dovranno - almeno per il momento - cercarli altrove. “Gli otto o nove giovani che si sono laureati con la conclusione dei primi corsi - dice Gennaro Scarselli, professore di Costruzioni aerospaziali - hanno trovato tutti occupazione a tempo indeterminato sia al Sud che al Nord, nell’in-dustria, nella ricerca e nelle consulenze. Molti hanno avuto l’imbarazzo della scelta tra offerte diverse. Ma noi non siamo ancora in grado di soddisfare la domanda di nuovi ingegneri aerospaziali che viene dalle società che operano in questo territorio”.Vi è un evidente problema di programmazione della formazione universitaria da parte degli istituti scolastici secondari. Il Distretto aerospaziale pugliese ha fatto della rimozione di questo cortocircuito uno dei proprio impegni prioritari: c’è una rete di Itis, Professionali e Nautici in rete, c’è l’Istituto tecnico superiore istituito lo scorso anno proprio per l’aero-nautica, presso l’Itis di Francavilla Fontana. Ci sono gli educational organizzati dalla facoltà di Ingegneria industriale con le scuole superiori brindisine. Ma non basta, perché il network ancora non gira come dovrebbe. Perché bisogna progettare un percorso di studi che dopo la triennale in ingegneria industria-le, meccanica o gestionale si agganci anche alla biennale specialistica: la richiesta è per ingegneri aerospaziali, ingegneri meccanici sarebbe un ripiego, per le aziende.“Abbiamo ricevuto da una grande società italiana che opera in questo territorio richiesta di dieci nuovi ingegneri aerospaziali da inserire in un programma di formazione – conferma indirettamente Scarselli – , ma noi non li abbiamo. Non riuscendo ad evadere questa richiesta, abbiamo proposto di cominciare con i laureandi. In pratica, prima ancora di dare la tesi, sono di fatto prenotati”. Tutto ciò dovrebbe costituire il migliore degli spot per affollare la spe-cialistica di aerospaziale in Cittadella della Ricerca a Brindisi, il luogo che maggiormente si avvicina ad un

campus anglosassone nella regione: aule comode, centri di ricerca, servizi che vanno dalla foresteria ad una nuova mensa realizzata dalla Pellegrini, ma soprattutto la certezza di andare subito a lavorare appena deposto il tocco. Invece? “Invece in una situazione di crisi occupazionale generalizzata per i giovani, ecco un bel paradosso. Perché Ingegneria aerospaziale non è ambita dai giovani pugliesi? Eppure il mondo del lavoro letteralmente ci mangia”, racconta Andrea Maci, triennale in Meccanica a Lec-ce e magistrale in Aerospaziale a Brindisi – Cittadella appena nell’aprile 2010. Da allora un‘esperienza lavorativa in Promec, azienda salentina che produce ultraleggeri in composito, poi l’arrivo a Sipal, una società di ingegneria che opera per Alenia Grot-taglie. “Alcuni miei colleghi – conferma Maci – si sono trovati in una situazione in cui dover scegliere tra due grandi aziende, permettendosi di valutare

l’offerta migliore”. Il nodo perciò è chiaro: la laurea specialistica biennale in Ingegneria aerospaziale

deve essere maggiormente pubblicizzata nel territorio, nelle scuole, nelle triennali. E’ la fase due – ma avrebbe dovuto avere uno sviluppo contestuale – di un processo in cui il contatto tra le aziende e l’università per la richiesta di ingegneri è diventato una forma stabile di rapporto. Bisogna superare il gap che vede attualmente un numero di laureati in ingegneria non superiore a 12-15 l’anno per meccanica o industriale, e 8-9 per aerospaziale. Ci sono situazioni di riferimento abbastanza note, come quella che la maggioranza degli ingegneri nei due stabilimenti Alenia Aeronautica di Grotta-glie e Foggia non sono pugliesi. Il mercato, peraltro, ha importanti prospettive. “Dopo

la laurea non sono stato un giorno senza lavorare”, semplifica Andrea Maci. Il pressing comincia già da tesisti. E sarà sempre maggiore, malgrado le imprese abbiano ripreso a rivolgersi anche fuori dalla regio-ne. Basterebbe pensare alle nuove commesse legate a contratti decennali o ventennali con grandi player mondiali, o al fatto che Alenia Aeronautica, oltre agli ordini che riguardano la versione 8 del Boeing 787 Dreamliner, si prepara anche per la versione 9. Oppure ai nuovi investimenti delle piccole e medie imprese legati ai contratti di programma o ai Pia con la Regione Puglia. C’è però un paradosso dei paradossi in agguato: la possibilità che la scure cieca della riforma universitaria di Mariastella Gelmini possa abbattersi sull’unica fabbrica di ingegneri aero-spaziali che questo territorio possiede, l’unico altro polo al Sud dopo la facoltà di Napoli, che è iscritta nella storia dell’ingegneria aerospaziale italiana. Una scure che valuta le convenienze solo considerando il numero degli iscritti. Bisogna impedirlo.

DI MARCELLO ORLANDINI

FUTURO I UNIVERSITÁ

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Ho sempre provato attrazione per gli Stuntman, gli acrobati, gli uomini cannone, i fachiri

che ingoiano spade, quelli che investono a Brindisi, quelli insomma che non sono mossi da spirito di sopravvivenza, ma da puro e semplice spirito d’esistenza. Venerdì pomeriggio ore 14.47: percorro via Filomeno Consiglio, tutto tace e tutto è fermo. Solo uno strano figuro (apparentemente normale) armeggia sotto i portici intento a scartare la copertura di un’insegna luminosa: Portico 12. Uno che lavora a quell’ora nella tristezza immensa del centro della città… è già un mio eroe di fiducia. Lo voglio conoscere. È Alberto Bertoldo, classe 1981, brindisino. Emigrato nel ‘99, appena diplomato, per laurearsi a Rimini in Economia del turismo: perché a Rimini studiano il turismo, oltre ad avercelo.

mondo a Rimini e ho capito che non è fantascienza e non ci sono effetti speciali, si può fare anche qui. Tutto è frutto di volontà, capacità e situazione ambientale.Situazione ambientale?Mi riferisco al clima economico e sociale della città… si può investiredove la gente ha possibilità di spendere, dove c’è una domanda commerciale che non trova risposta ed è costretta ad andare nelle città vicine, dove il governo della città è aperto al nuovo e allo sviluppo imprenditoriale…Ho capito… stai parlando di Lecce!Sto parlando di Brindisi… che non avrebbe nulla da invidiare, se solosi svegliasse e ci svegliassimo tutti.Scusa, mi ero appisolato. Sicuramente avrai sfruttato dei finanziamenti europei/etiopici/ucraini e fatto affidamento su un politico parente?No! Hai usato i tuoi risparmi e le tue speranze rischiando da solo?Sì!Ma scusa, partecipare a Uomini e Donne o al Grande Fratellonon era più semplice e meno rischioso?Non so… di certo la scelta che ho fatto è rischiosa, ma se ci credi lo sarà meno. Egoisticamente mi preoccupo della riuscita della mia impresa (nel senso di investimento)… ma non mi dispiacerebbe essere d’esempio per altri giovani intenzionati ad investire a Brindisi, ma ancora frenati dall’incertezza.Non è un caso allora la scelta di una linea di abbigliamento nuova e alla portata di tutte le tasche?Esattamente. Marche come Gallo, Jeycoleman, Monteverdi, Dior, sono all’avanguardia nello studio dei tessuti e della sartoria… senza necessariamente far lievitare i costi.Esempio?Qui puoi trovare polo da 40 a 100 euro, giubbotti di pelle a 290 euro e un abitointero al massimo a 398 euro.Confermo, Uomini e Donne sarebbe stata una scelta più facile! Si sa che sono le donne che spendono maggiormente in abbigliamento,perché fare un negozio solo maschile?È difficile trovare un ristorante che faccia del buon pesce e della buona carne. Statisticamente vince la specializzazione. Io ho scelto l’abbigliamento maschile.

PORTICO 12: UN PICCOLO UNIVERSO PER L’UOMOUna boutique tutta per Lui. L’ha aperta in via Filomeno Consiglio 12, a Brindisi, Alberto Bertoldo. Che qui intervistiamo in maniera singolare.

NEGOZI & AZIENDE I NOVITÁ NEL CAPOLUOGO

DI LUCA MOLLICA

Castelli, gonfiabili, colori, palline, scivoli: El Trenecito è la nuova casa dei bambini brindisini

e sicuramente avrà un successo clamoroso! In via Grazia Balsamo 18/20 ha preso forma l’idea di Alessandra De Vita: «Un progetto a cui ho iniziato a pensare qualche anno fa, quando vivevo in Spagna. Lì è pieno di ludoteche incredibili ed i servizi per i bambini, ma in realtà non solo quelli, funzionano a meraviglia. Così, quando con la mia famiglia sono rientrata in città, abbiamo deciso di buttarci. Ed ora eccoci qua, pronti ad accogliere tutte le piccole pesti desiderose di scatenarsi». El Trenecito offre spazi a volontà (180 metri quadrati), ed è dotato anche di impianto di videosorveglianza e bagno per disabili. Alessandra possiede la qualifica di operatore socio-assistenziale per l’infanzia, ed ha esperienza in campo infantile sia perché è mamma di due bambine, sia per le sue esperienze passate di doposcuola, di babysitter e di collaboratrice tirocinante presso asili. «Quello a cui punto è far diventare El Trenecito non solo una ludoteca ma un centro servizi per la famiglia: all’ingresso infatti avremo il “banco accettazione” con 4 sgabelli, due tavolini da bar e due macchinette di distribuzione caffé e bibite, per quei genitori che vogliono sostare all’interno mentre i bambini giocano».Visto lo spazio a disposizione e le svariate possibilità di divertimento, i locali della ludoteca-centro servizi si prestano molto bene ad ospitare feste di compleanno. A tal proposito segnaliamo ai nostri lettori che per prenotazioni effettuate nei primi 30

giorni di attività saranno effettuati sconti particolari. Per quanti vorranno unire l’utile al dilettevole, nella sede del Trenecito si terrano corsi di spagnolo per bambini. A tenerli sarà proprio Alessandra De Vita, che nei suoi anni di soggiorno in Spagna ha conseguito il diploma 2B.

Per ulteriori informazioni: El Trenecito,

via Grazia Balsamo 18/20, Brindisi, tel. 392.1315302, www.eltrenecito.it.

EL TRENECITO: I BAMBINI SE NE INNAMORERANNOUna ludoteca tutta nuova ha aperto in via Grazia Balsamo: grandi spazi, giochi e strutture moderne, servizi su misura...

«Con la cultura non si mangia», sostiene un ministro qualunque, per questo Alberto (impertinente e diseducativo) ha osato lavorare e studiare contemporaneamente(ma sarà legale tutto ciò?). Ha iniziato così il primo approccio col mondo dell’abbigliamento maschile presso il gruppo Menphies Rimini.Da semplice commesso a responsabile punto vendita, fino a collaborare alla gestione del gruppo (7 punti vendita). All’improvviso la follia, il dramma, la sfacciataggine…Posso capire tornare a Brindisi spinto dall’affetto per la famiglia… ma addirittura investire, mi sembra La rabbia! Ho visto come funziona il

“Cambiami lo spazio e troverò come adattarmi”

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La zona che fa da spartiacque tra i quar-tieri Casale e Paradiso è divenuta una delle più belle del capoluogo. Si tratta di quella vasta area situata alle spalle

della caserma della Guardia di finanza. Qui, grazie all’insediamento di decine di villette, è sorta un nuova area residenziale che si distin-gue per la bellezza delle costruzioni, per la tran-quillità e per il verde che circando ogni villetta. Ed è proprio con una di queste ville che apriamo questa nuova rubrica del nostro magazine. Si tratta di un immobile ben rifinito, dislocato su tre livelli situato in via Caduti di Nassirya. L’estensione è di 180 metri quadrati più un giar-dino di 500 metri quadrati.Il prezzo richiesto è di 390.000 euro (trattabili)La costruzione è stata realizzata dalla ditta Mica-letti nel 2007, dunque è abbastanza recente, come tutte le altre della zona, del resto. L’in-gresso è situato su via Ruggiero Simone. Al piano rialzato troviamo un salone, una camera ed un bagno. Al primo piano ci sono invece tre camere da letto ed un bagno, mentre nel piano interrato è stato ricavata un’ampia taverna con cucina (con controsoffittatura e faretti), una sala hobby ed un terzo bagno.Piano rialzato e primo piano hanno il parquet. Nel piano interrato invece è stato scelto il grés porcellanato.Ogni livello della villa si estende per circa 60

metri quadrati. Le porte sono a scrigno. La villa è già dotata di impianto antifurto. Nel giardino, completamento recintato,

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DA QUESTO NUMERO TUTTOBRINDISI SI ARRICCHISCE DI UNA NUOVA RUBRICA, INTERAMENTE DEDICATA AL SETTORE IMMOBILIARE. GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE CON ALCUNE AGENZIE DEL TERRITORIO, VI AIUTIAMO A COMPIERE LA SCELTA GIUSTA

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“Datemi la sete, andrò a trovare una sorgente”

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Nelle foto: il prospetto della villa,

la controsoffittatura della taverna,

il salone della villa.

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31“Dammi gli elementi e ci ricavo una sequenza”

Un’altra offerta al rione Casale, da sempre la zona più esclusiva e appe-tibile del capoluogo. In questo caso però vi proponiamo degli apparta-

menti di nuova costruzione ed in pronta conse-gna, realizzati proprio al centro del quartiere. Al piano rialzato: salone, cucina, 3 camere, 2 bagni (120 mq), giardino (120 mq) e taverna (60 mq) con annesso box-auto (16/20 mq). Ai piani superiori invece: 4 vani ed accessori (103 mq) con balconi (30 mq) e box-auto (16/20 mq). Gli appartamenti sono molto ben rifiniti. Tutti gli alloggi hanno la predisposizione per l’aria con-dizionata e per l’antifurto. Se interessati: tel. 347.0677327.

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dell’esclusivo condominio

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33“Trasformiamo in un bel posto questa stanza”

Ai Cappuccini, sulla centralissima via Appia, in un contesto condominiale di recente costruzione, vi proponiamo questo rifinitissimo appartamento di 3

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il salone, il condominio,

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Nelle foto sotto: il giardino privato

dell’appartamento, il salone e la cucina

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34 TuttoBrindisi aprile 2011

La CO.EL. Ascensori nasce dall’idea di Vincenzo Ruggio (nella foto a destra) di creare un’azienda che coniu-

gasse “innovazione e sviluppo”. Vincenzo riesce, con la sua intra-prendenza e tenacia, a coinvolgere il padre Francesco, sino ad all’ora responsabile tecnico di una delle più importanti aziende del Salento. Padre e figlio riescono a creare un’impresa dotata di esperienza quarantennale nel settore ascen-soristico, dinamicità, flessibilità e innovazione, tutte caratteristiche peculiari per un’attività imprendito-riale che vive ed opera nel presente, attrezzandosi per il futuro.Il desiderio dei Ruggio è quello di portare ulteriore sviluppo in un territorio avaro di novità imprendi-toriali, con una crescita tecnologica molto bassa, quasi inesistente. Rie-scono, in breve tempo, ad attirare l’attenzione del più grosso gruppo italiano produttore di ascensori, la G.M.V. Spa, e ne diventano dealer. I tentativi di qualche azienda con-corrente già presente sul territorio di bloccare prima la nascita e, dopo, la crescita della CO.EL., non hanno mai demoraliz-zato Vincenzo e Franco, che hanno continuato sulla loro strada, certi di poter vedere realizzarsi il loro sogno. Investendo in professionalità, interventi meti-colosi, costanza, impegno, atten-zioni, padre e figlio hanno puntato a sviluppare l’azienda seguendo principi qualita-tivi mirati alla produzione, vendita

CO.EL., ASCENSORI ECOLOGICI E SICURI L’azienda fondata da Vincenzo Ruggio con l’aiuto del padre Francesco propone impianti ad alta tecnologia e sta riscuotendo un grande successo tra privati ed aziende locali. Prossimo obiettivo: un elevatore tutto “salentino”, garantito a vita.

DI IOLE LA ROSA

e manutenzione di prodotti di altis-simo valore tecnologico. A conferma di questi dati, tutti i prodotti CO.EL Ascensori utilizzano la più avanzata tecnologia e sono al top di gamma per sicurezza, ecologia, consumi e soprattutto per prezzo degli impianti e costo di manutenzione. E come se tutto ciò non bastasse, c’è la garanzia decennale offerta su tutti i materiali. «Il nostro impegno è quello di crescere giorno per giorno, mantenendo un altissimo stan-dard qualitativo, con un occhio di riguardo alla sicurezza dentro e fuori i cantieri edili. Inoltre, nel prossimo futuro, offriremo un prodotto rea-lizzato completamente nel nostro territorio e garantito a vita”, dichiara con fermezza Vincenzo Ruggio, che coglie l’occasione per ringraziare le imprese che hanno dato e con-tinuano a dare fiducia alla C.O.E.L. Ascensori: la Edilsavi Srl., l’impresa Nicola Ciullo & Figli, la Morleo Alessandro Costruzioni, la Bagnato costruzioni, l’impresa Castrignano Fabio Costruzioni, la Morleo Giu-seppe & Figli, la Borgo Ducale Srl, l’impresa Carparelli Costruzioni, la Nettuno Costruzioni, l’EdilgroupSrl, la Valore Restauri Srl, la So.Ter.Mec. Srl. Naturalmente il ringraziamento va anche a tutti i privati che utiliz-zano impianti e servizi di manuten-zionedella CO.EL. Ascensori.

Nelle foto alcuni impianti realizzati dalla CO.EL. Ascensori.

Nel riquadro in alto: Vincenzo Ruggio. A sinistra invece

suo padre Francesco

COMPRAR CASA I AZIENDE

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PORTFOLIO I AQUADIVE CENTER

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Questo mese vi proponiamo le foto di Aquadive center, associazione fondata da Stefano Maghelli, la cui sede si trova nel Marina di Brindisi (tel. 338.3537286, www.aquademiaweb.it,[email protected]). Se avete voglia di scoprire il mare da un punto di vista tutto diver-so, sicuramente più spettacolare e colorato, come appare in queste pagine, contattate Aquademia e chiedete informazioni sui prossimi corsi subacquei, oppure sul programma di snorkeling ed immersioni guidate.

“Datemi una curva partirò per la tangente”

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38 TuttoBrindisi aprile 2011

Vedere il nome della propria città nella lista di quelle più vivibili d’Italia (vederla in zona-scudetto, s’intende) mi ha sempre fatto pen-sare ad una partita a poker con i soldi finti. Mi lascia in bocca un gusto difficile da dire, una cosa che nei giorni-sì mi appare come la più sacrosanta e giusta attività che ogni buon cit-tadino dovrebbe portare avanti con orgoglio; mentre nei giorni di pioggia-governo-ladro, di bollettini da pagare alla Posta e della vita che sembra malignamente remarti contro, in quei giorni, ben più numerosi dei primi, leggere di Brindisi al 70esimo posto piuttosto che al 30esimo desta in me lo stesso interesse che prova un gatto davanti alla pioggia che cade al di là della finestra. Ma questa mia indifferenza, questa assoluta mancanza di interesse nei giorni-no è/era legata in modo diretto con una cosa in particolare: la certezza che la classifica la facessero solo i politici, i dirigenti, gli ammi-nistratori; insomma, che dipendesse poco o nulla dai cittadini. Una volta ho visto alcuni operatori ecologici che cancellavano i graffiti dai muri e staccavano le gomme da masticare dai marciapiedi. Immediato il pensiero che se il marciapiede è pulito, il merito è loro. Ma poi ne è venuto un altro: il marciapiede può essere pulito se nessuno ci sputa sopra quelle cavolo di “gingomme” (sui graffiti la mia credibilità è parecchio depotenziata: le scritte degli anni ’90 che riportavano pezzi di can-zoni di Fabrizio De Andrè le ho fatte tutte io). Allora non sputare lo possiamo fare da soli… non ci avevo pensato… e poi tante altre cose si possono fare per salire nella classifica delle città più vivibili d’Italia. Ma quali sono queste tante altre cose? La raccolta differenziata, per esempio.Il mio eroe ha a che fare con dei cesti, ma non si chiama Michael Jordan. Ha la pelle bianca ed è nata molto prima. Ha comprato 3 canestri e li ha foderati con buste di plastica di diverso colore: in quelle verdi ci mette la plastica, in quelle bianche la carta e in quelle nere il rima-

ANCHE IL MIO EROE FA LA DIFFERENZIATALui (o lei?) ha a che fare con i cesti, ma non è Michael Jordan

suglio dei cibi. E poi va a conferirli in 3 posti diversi, in orari e giorni diversi. Più che il gesto in sé, mi ha colpito il modo. Quella stupenda dedizione che ho sempre ricevuto sulla pelle sottoforma di vestiti lavati e profumati con cura, letti rifatti, amorevoli cessioni di cibo come un’allodola ai suoi pulcini, piccoli gesti d’altruismo che mi hanno sempre chia-rito con forza che il mestiere di Mamma non ha età pensionabile, si fa fino alla morte senza contributi previdenziali. Sono certo di non averlo meritato al 100%, e sebbene il mio buon carattere mi abbia favorito rendendo questa percentuale medio-alta, mi sono sempre chiesto da dove nasca questa forza inesauribile e inarrestabile, immune alla fatica e al tempo, libera e nobilitata da un unico fine: dare, dare e ancora dare, senza chiedere nulla in cambio. Mi è sempre sembrato un mistero paragonabile ai grandi fiumi (penso al Mississipi, al Rio delle Amaz-zoni o alle cascate del Niagara) che scaricano in mare (o giù da una cascata) milioni di metri cubi al secondo. Dov’è la fonte, quanto è grande e come fa a non fermarsi mai?Anche se, dicono, una volta ci fu un arresto tempo-raneo delle cascate del Niagara, la fonte inesauribile di tutta quell’acqua potrebbe sembrare un miracolo. Potrebbe… Invece la mia fonte le stimmate del mira-colo ce l’ha tutte. Perché ogni “scarrafone è bello a mamma sua…”, e perché finora non si è mai fermata nemmeno per un attimo, mai, in nessuna occasione.E nemmeno si ferma in questo gioco dei tre canestri per la spazzatura. In questa interminabile divisione del vetro dal metallo, della plastica dall’umido.E in questo caso, mi chiedo: perseguendo quale idea di amore? Quella universale per la Terra intera? Questo Pianeta che milioni di persone si affannano per distruggere e inquinare con i fumi della chimica-lebbra, ma che miliardi di persone, tutte insieme, potrebbero salvare con semplici e quotidiani gesti come quello piccolo e ripetuto di differenziare la spazzatura. Oppure l’amore locale per la nostra bella Brindisi? Cos’è che muove il cuore e le azioni del mio eroe? Mi piace pensare che anche qui si tratti di un libero dare, dare e ancora dare, senza chiedere nulla in cambio. Senza nemmeno avere, stavolta che si

tratta soltanto di una città, la giustificazione di una parentela.Oppure sì? Del resto, non siamo figli di questo derelitto posto? Allora amiamola in tutti i modi che crediamo possibili. Con intensità, con il senso del pri-vato anche se si tratta di cose pubbliche; in un modo che non credevamo possibile e che ci stupirà per la sua grandezza, vastità e altezza. E se da questo libero fluire dovessimo, purtroppo, renderci conto che scaturiscono poche azioni soltanto, teniamoci strette quelle poche. Selezionare la spazzatura prima di buttarla nei bidoni è un gesto che ogni persona può fare da sé, senza chiedere l’intervento di un politico o di qualche autorità; è un gesto che non ha bisogno di mobilitazioni o di movimenti di piazza; non ha bisogno di aggregazioni o di salotti per confrontarsi o discutere; non ha bisogno di finanziatori che antici-pino un capitale.C’è soltanto una persona, quasi sempre una donna, davanti ad una tavola dove si è combattuto contro un primo, un secondo e poi la frutta. E allora, consi-derata l’evidente superiorità del genere femminile nelle questioni etichettate come “dare, dare e ancora dare, senza chiedere nulla in cambio”, è facile pensare che potenzialmente questa nostra città potrebbe pullulare di eroi. E la loro certificazione avverrebbe con l’intervento di un qualsiasi mezzo di informazione che pubblica la classifica delle città più vivibili d’Italia. E poi di seguito le sottoclassifiche che vanno a formarla. In quella per il mare più limpido è pulito non siamo né primi né ultimi; così per la qua-lità dell’aria; idem per il numero di disoccupati.Ma volete mettere la soddisfazione di sedersi a tavola, accendere la televisione, ascoltare l’annun-ciatrice del TG3 che dà questa sensazionale notizia: “per ciò che riguarda la spazzatura differenziata Brin-disi è la città migliore d’Italia”Anche il più maschilista e abbietto dei mariti (avete presente quelli che si siedono a capotavola e cre-dono che la moglie debba servirli come un came-riere al ristorante?) muoverebbe il culo dalla sedia per aiutare a mettere le bottiglie nel sacco verde della plastica e le cartacce in quello bianco. E poi porterebbe i sacchetti giù al portone al lunedì e al giovedì sera, ché le mattine dopo passano gli uomini della differenziata e se li portano via. Ecco, a questo miracolo noi uomini possiamo contribuire con la forza fisica, con il trasporto dei sacchetti, essendo braccio di chi invece è cuore e cervello.Perciò, mie care, questo miracolo spetta esclusiva-mente a voi. Il mio eroe lo fa con una diligenza e una puntualità che mette spavento. Quindi se il primo posto in classifica non arriverà mai, è solo colpa vostra.Un bacio, mammola.

STEFANOLA MONICA vampiri

di mattina

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CartelloneEVENTI › PROTAGONISTI › MOSTRE

Brindisi

9-17 A P R I L E

ARTE, TEATRO, MUSICA, LIBRI

XIII SETTIMANA DELLA CULTURA

Ricchissimo il programma di appuntamenti allestito dal Comune di Brindisi per celebrare la XIII

Quartet. Martedì 12 e Mercoledì 13, al Nuovo Teatro Verdi, “Donka, una lettera a Chekov”. Mercoledì 13, alle 17.30, nel Palazzo Arcivescovile, presentazione del libro “La provincia dei frati minori cappuccinid di Puglia”. Venerdì 15, alle 18.30, a Palazzo Granafei-Nervegna, incontro con Gior-dano Bruno Guerri, autore del libro “Il sangue del Sud”. Sabato 16, alle 18.30, nell’auditorium ex Convento di Santa Chiara, “Il Risorgimento in parole e musica”. Domenica 17, visite guidate a cura dell’associazione EliconArte presso il complesso ex Scuole Pie e palazzo Granafei Nervegna, dove è in corso la mostra su Manzù (prenotazioni al 345.8155678).

“Dammi gli elementi e ci ricavo una sequenza”

Settimana della Cultura, «evento che ormai è diventato un punto fermo per i brindisini attenti alle manifestazioni cultu-rali», ha detto il sindaco Mennitti nel corso della conferenza stampa di presentazione. Si parte Sabato 9, alle 18.30, con l’inaugura-zione del Complesso ex Scuole Pie, che oggi si propone come polo culturale moderno e organizzato. Domenica 10: alle 10.30 a Palazzo Granafei-Nervegna, si apre la mostra “Qui... dove la terra finisce e il mare comincia (Memoria e immagine dell’im-presa)”, a cura dell’Archivio di Stato; alle 19 nell’ex Convento di Santa Chiara, “Jazz Moment, 30 anni di jazz al Saint Louis”, mostra fotografica di Andrea Pacioni, e alle 20.30 il concerto del Lala-Mangiaracina

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Gran mattatore del palcoscenico, Tato Russo è protagonista, regista e anche autore dell’in-

teressante adattamento del celebre romanzo di Luigi Pirandello, che viene trasferito in una dimensione teatrale liberandolo dalla pesantezza di una facile proposta vincolata alla struttura letteraria. In questo viaggio nell’abisso della contraddizione tra essere e appa-rire, Russo fa propria la materia del testo per ripensarla in commedia nello stesso linguaggio drammaturgico che molto probabilmente Pirandello mede-simo avrebbe adottato per questo suo racconto dell’impossibile riscatto da una vita grigia di un uomo nato due volte. Tato Russo interpreta il doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis. Ma anche gli altri personaggi, ai quali danno corpo e voce Katia Terlizzi, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi e tutti gli altri interpreti, si rincorrono nella storia in identità diverse, quasi a scegliere di non chiarire affatto, nello spettro delle rassomiglianze, la distin-zione tra i vari aspetti della realtà. Così Mattia e i suoi coinquilini muoiono tutti per rincontrarsi identici nella storia di Adriano Meis e rivivere, quindi, in quella nuova di Pascal. Perché si vuole morire per vivere una vita diversa, per ritrovare la propria unica ragione d’esistere, per scoprire la propria vera identità.Tel. 0831.229230 - 0831.562554.www.fondazionenuovoteatroverdi.it

All’inizio degli anni ’60, i Beatles suonavano al Cavern Club di Liverpool e Yuri

Gagarin diventava il primo uomo in orbita attorno alla Terra. La protagonista di Revolution sogna di volare nello spazio e di incontrare i Fab Four, ma ha un piccolo problema: vive a Brindisi, vale a dire che è lontana 326 km dall’orbita di Gagarin e circa 3.000 da Liverpool. Per di più a Brindisi, cittadina immobile nel ripetersi dei suoi riti quotidiani, sembra che gli anni ’60 non vogliano proprio arrivare. E invece arrivano. In una forma un po’ diversa da come la ragazza si sarebbe augurata, ma arrivano: nel ’62 viene completato il primo lotto della Montecatini e le cose all’improvviso cambiano anche là dove sembravano immutabili. Revolution racconta i dieci anni che hanno sconvolto la storia, fino alla notte in cui Tito Stagno raccontò dai microfoni della Rai lo sbarco del primo uomo sulla Luna. E la ragazza innamorata dei Beatles? Dov’era mentre Armstrong imprimeva la sua famosa impronta? Anche lei davanti alla TV, oppure, come suggeriscono i Beatles in un’altra famosa canzone, “Across the universe”? Tel. 0831.229230, 0831.562554 (biglietto € 10).

Martedì e Mercoledì

19-20 A P R I L E - O R E 2 0 . 3 0

NUOVO TEATRO VERDIBrindisi

IL FU MATTIA PASCALdi Luigi Pirandello.Versione teatrale di Tato Russo

Martedì e Mercoledì

15 A P R I L E - O R E 2 0

NUOVO TEATRO VERDIBrindisi

REVOLUTIONdi Sara Bevilacqua,drammaturgia Emiliano Poddi.

Fino al

5 GIUGNO

PALAZZO GRANAFEI-NERVEGNABrindisi

GIACOMO MANZÚ: L’ARTISTA

T ra le iniziative per festeggiare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, segnaliamo la mostra organizzata dal Comune di Brindisi, dedicata a Giacomo Manzù

(1909-1991). Noto a tutti per il suo capolavoro, la Porta della Morte della Basilica di San Pietro, Manzù è unanimamente considerato uno dei più rappresentativi scultori del Novecento, tanto da essere stato ‘ribattezzato’ uno dei tre “M” della nuova rinascenza della scultura italiana insieme con Arturo Martini e Marino Marini. La selezione delle opere esposte è eterogenea e percorre le tappe fondamentali dell’artista. Immancabili le teste e i busti femminili, in particolare quelli che ritraggono Inge, l’amata moglie. Aperto tutti i giorni ad esclusione del lunedì, orari 9.30-13/16.30-20.30. Tel. 0831.229647.

TEMPO LIBERO I CARTELLONE

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“Frammenti di idee” è una raccolta di poesie nate in momenti differenti, ognuna dettata dalla necessità di esprimere un’emozione. Un’emozione che non poteva rimanere costretta in un corpo, in un pensiero, che ha trovato la forza di uscire e prendersi il suo spazio, il suo posto nel mondo. Lo ha trovato su un foglio, dove le parole sono scivolate sicure e imprecise, a tratti sospese con l’unica volontà di imprimere un momento la cui importanza rischiava di sbiadire con lo scorrere del tempo.

La mostra (curata da Maria Grazia Barnaba, Laura Maria Campa e Teresa Legrottaglie) si

propone di far conoscere il patrimonio librario antico attraverso l’esposizione dei volumi più significativi. Orari di apertura: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20. Martedì 12 Aprile, sempre alle 18, si terrà una conferenza sul tema “Rile-gatura e Restauro”. Per tutta la durata della mostra, inoltre, sarà possibile assistere alla proiezione del documen-tario “Il Genio della Carta”.

I frammenti sono piccoli ritagli, scorci di un’esistenza, che non hanno la pretesa di descrivere il profilo di una persona, che si lasciano muovere fra loro senza che il risultato le scomponga.Il libro, edito da Cicorivolta e finito di stampare a febbraio 2011, contiene 53 poesie.

LIBRI

FRAMMENTI DI IDEELa raccolta di poesie di Angela Leobilla

Fino al

15 A P R I L E

BIBLIOTECA DIOCESANAOstuni

TESORI DI CARTASfogliando le pagine della Biblioteca Diocesana.

Emanuele Corvetto nasce con i migliori propositi a Brindisi nel 1986. La sua prima pubblicazione arriva nel 2008 con “Memorie di un Corvo”, libro di poesie che raccoglie le prime approvazioni.Nel 2009 approda alle Edizioni Damiano e nel 2010 arriva “Sogni Parassiti”, altra raccolta poetica incentrata su uno stile più fresco rispetto alla precedente.L’ultima sua fatica, “I Sorrisi del Male”, è il suo primo libro di racconti, frutto di una sperimentazione stilistica.Testi fantasiosi, deliranti, paranoici ed avventurosi. Il tema di fondo è l’introspezione. Il lettore è portato ad avere reazioni e suggestioni piuttosto che a recepire un messaggio. I racconti sono abbondantemente assortiti e vestono

tematiche di dolore, erotismo, avvenmtura, violenza, natura. Sono piccoli spaccati di vita, momenti, decisioni, visioni. Il libro non parla, sono i lettori che parlano leggendolo, proprio come una poesia d’amore non parla d’amore ma di ricordi, di passione, di sospiri, di immagini mai dimenticate, di odori. Questa raccolta è semplicemente un prodotto artistico, un prodotto pensato per far produrre. Per il resto va soltanto letto e assimilato.Signore e signori, buon divertimento.

LIBRI/2

I SORRISI DEL MALEI racconti di Emanuele Corvetto

Fino al

20 A P R I L E

IL SEGNOBrindisi

MOSTRA UGO NESPOLO

L’élan vital della versatilità costruttiva dell’arte offre una nuova dimensionalità fatta di

convergenze, di contemporaneità, di cromatismi liberi dall’assolutistica necessità di armonia. Ugo Nespolo conferisce allo spazio frammentario la giusta collocazione di percezione sensoriale su piani che reinventano la dimensione sociale e quotidiana mediante un’attività di ricostruzione continua quale segno compensativo di una magnifica avventura.Via Giudea 5/c, Brindisi, ore 17.30-20.30.

Giovedì

28 A P R I L E

CINEMA ANDROMEDABrindisiPRIMO FESTIVAL DELLA CANZONE NAPOLETANA

Cantanti in gara nelle sale del maxicinema del capoluogo. In programma anche le esibizioni

del comico napoletano Fabian Grutt, con la parodia “Un tedesco napoleta-no”, e dei bambini della scuola di danza Excelsior.

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42 TuttoBrindisi aprile 2011

Nei Brāhmana - i testi religiosi indiani composti in sanscrito intorno ai secoli XI - IX a.C. - Indra, il dio protettore dei viaggiatori, incoraggia un giovane di nome Rohita a intraprendere una vita sulla strada. «Non c’è felicità per chi non viaggia, Rohita. A forza di stare nella società degli uomini, anche il migliore di loro si perde. Mettiti in viaggio. I piedi del viandante diventano fiori, la sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiatore. La sorte di chi sta fermo non si muove, dorme quando quello è nel sonno e si alza quando quello si desta. Allora vai, viaggia, Rohita».Si tratta del medesimo tema - “Io cammino (tributo al viaggio)” - che la poetessa mesagnese Rita Greco ha scelto per un incontro letterario che si è tenuto a Mesagne, sotto l’egida dell’Associazione artistico-culturale “Cenacolo Carmelitano” e dell’Associazione culturale Solidèa, nell’accogliente sala del cine-teatro “Shalom” della Basilica Santuario del Carmine.Un reading che - se proprio anglismo dev’essere - cambierei piuttosto in dreaming. Ché infatti d’un sogno si è trattato, più che d’una lettura. Un alito di commozione che, grazie alle poesie scelte da Rita e alle musiche e testi inediti del cantautore Davide Berardi, ha coinvolto un uditorio a cui saranno venute in mente le domande di sempre: in che cosa consiste la magia della poesia? E di certi versi in particolare? E perché alcune parole disposte in un determinato ordine rimangono in mente tutta la vita e altre no?Curiosamente l’incipit del programma riguarda un brano di prosa. Basta però solo un battito di ciglia per comprendere che le parole di Maksim Cristan altro non sono che versi sciolti: «La strada accetta tutto e tutti. Può essere una discarica umana o addirittura il paese delle meraviglie. Ma soprattutto, la strada è principalmente un luogo ove si cammina. Camminare, quindi. Un verbo col quale ogni altro fa rima, anche se ce n’è uno su tutti che, e non certo per ragioni fonetiche, lo fa meglio degli altri ed è ricominciare. Poiché si sa: chi sa ricominciare, vivrà. E a parte la strada, personalmente, non saprei indicare un luogo più adatto a chiunque capiti di dover ricominciare». E un viaggio in compagnia dei poeti

sembra percorrerlo la stessa Rita, con quei leggiadri spostamenti di farfalla tra leggio e quinte; e i “riposi” sul piancito del palcoscenico ad ascoltare il lamento delle corde della chitarra o gli arpeggi del liuto o la stessa voce con cui Davide segna lo stacco tra una poesia e l’altra. Un momento dopo Rita declama Emily Dickinson: «Ho calpestato un’asse dopo l’altra camminando lentamente, con cautela. Sul mio capo le stelle e attorno ai piedi il mare. Questo solo sapevo: un altro passo poteva essere l’ultimo. E avevo quell’andatura incerta, che taluni chiamano esperienza» (da Colloqui con le ombre).Il viaggio continua (con Capossela e Gibran) insieme agli spettatori che sono attratti anche dalle musiche del pifferaio magico-Davide. Forse, nelle pause che Rita concede con studiata parsimonia, scorrono veloci, tra il pubblico, le riflessioni esistenziali sull’uomo che accetta stoicamente il destino, che ha imparato a non lamentare l’esiguità dei risultati raggiunti perché ciò che conta è il “bel viaggio intrapreso” di cui parla Kavafis. Forse. Poi, dolce, torna la voce di Rita a declamare Octavio Paz: «Tutto è porta, basta la lieve pressione di un pensiero» (Notte di veglia).E parliamo un momento della dizione, pura come cristallo di rocca. Conoscevo Rita come affermata poetessa, autrice d’una silloge poetica (Perché ho sempre addosso un cielo), attrice teatrale e collaboratrice del Premio Letterario Nazionale Città di Mesagne. Dunque una donna - seppur giovane - avvezza a calcare il palcoscenico e a confrontarsi col pubblico. Ma sono rimasto lo stesso basito di fronte alla maturità raggiunta, fatta di padronanza della scena (sua è anche la regia), d’una voce che asseconda il testo, oltre che d’una grazia nel portamento e nella gestualità.Tutte qualità che ritrovo allorché presta la voce a Paulo Coelho: «Gioisci quando raggiungi la vetta. Piangi, batti le mani, urla ai quattro venti che ce l’hai fatta. Lascia che il vento, lassù in cima - è sempre ventosa, la vetta - ti purifichi la mente, rinfreschi i tuoi piedi stanchi e sudati, ti apra gli occhi e ripulisca il tuo cuore dalla polvere. Che bello! Ciò che prima era soltanto un sogno, un panorama lontano, adesso appartiene alla tua vita. Sì, ce l’hai fatta!» (Sono come il fiume che scorre). Ma mi ha conquistato anche questo giovane Davide che si destreggia bene tra chitarra e liuto e così la mente corre ad una notizia di qualche giorno fa. Antonio Skármeta, autore de “Il postino di Neruda”, ha scritto dei versi per Toquinho e questi li ha musicati e

INCONTRI CULTURALI

UN VIAGGIO CON LE ALI DELLA POESIACronaca di una serata magica e commovente, a Mesagne, con Rita Greco e Davide Berardi

messi su un cd che avremo il piacere d’ascoltare tra qualche mese. Penso che un binomio artistico potrebbe nascere anche tra Rita e Davide. Chissà! Non c’è tempo per soffermarmi su questa idea perché sopraggiungono i versi di Arthur Rimbaud: «Me ne andavo, coi pugni chiusi nelle tasche sfondate; anche il mio paltò diventava ideale; andavo sotto il cielo, Musa! (…) La mia locanda era l’orsa maggiore. Nel cielo le mie stelle avevano un leggero fru-fru. L’ascoltavo seduto sul ciglio della via, le belle sere settembrine in cui la rugiada m’imperlava la fronte come un vino di vigore; in cui poetando tra ombre favolose, tiravo come lire gli elastici alle scarpe ferite e avevo un piede accanto al cuore» (La mia boheme). Penso a Rimbaud e al suo “Le bateau ivre”, il battello ebbro, simbolico viaggio d’un battello fantasma col quale identifica la sua stessa vita, il suo bisogno d’andare alla ricerca dell’ignoto. Rivado col pensiero alla sua lunga permanenza a Brindisi prima d’imbarcarsi per Paros. Ma è proprio qui che, complice la vertigine d’una città d’acqua, Rimbaud erra di osteria in osteria, vagabondo senza più denaro, finché, annebbiato dall’assenzio e colpito da un’insolazione, viene rimpatriato dal console di Francia.E mentre ancora ho in mente quel “viaggiatore cencioso” (come lo definì Paul Verlaine) Rita presenta l’ultima perla della collana: una collana tenuta insieme col filo dell’amore per la poesia. Questa volta sono sue le parole tratte dal racconto poetico “Dimmi visionaria”: «Tutte le cose sono come tu decidi che siano. Le cose possono chiamarsi splendore o cupezza, dipende da dove le guardi, dipende da quale colore di lente scegli. Potresti chiamarla bacchetta magica, se ti piace, se ami le favole. Se sei diventata un’ottimista e, spiando la vita da un angolo nuovo, ci ha visto bellezza, e ogni dolore l’hai scoperto semina di una più vasta chiarezza. È una semina che richiede coraggio, ma il raccolto è quanto mai fruttuoso». Lascio la sala in fretta perché mai come in certi momenti s’avverte il bisogno d’essere soli con se stessi. Fuori, intanto, la rabbia dello scirocco non conosce riposo. Ed è alla sua forza che affido i miei lievi pensieri sulla magia della serata.(nella foto i protagonisti del reading)

DI GUIDO GIAMPIETRO

TEMPO LIBERO I CARTELLONE

Il Comitato Litho-strotos è alle prese con la imponente macchina organizza-tiva prevista per la messa in scena della Passione vivente. Quando sei anni fa si è pensato di realizzarla era un desiderio cullato da pochi e non si pen-sava che sarebbe diventata un evento

tanto atteso dalla cittadinanza. Anche quest’anno, location dell’intera mani-festazione e delle varie stazioni sarà il centro cittadino. La rievocazione storica inizierà alle 18.00 del 17 aprile 2011. Si parte dalla Parrocchia san Vito con l’Unzione di Betania, poi ci si sposta sul cavalcavia De Gasperi dove si rappresen-terà l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. A piazza Cairoli ci sarà l’Ultima Cena, su piazza Sottile De Falco sarà rappre-sentato Il Getsemani, in piazza Anime Il Sinedrio e in piazza Vittoria Ponzio

Pilato. Da qui par-tirà la Via Crucis che, da corso Garibaldi, passerà attraverso il lun-gomare Regina Margherita e, infine, la Crocifis-sione che avverrà sul piazzale anti-stante le Colonne Romane.Don Peppino Apruzzi, parroco

della Parrocchia San Vito e presidente del Lithostrotos, constatando le reali difficoltà logistico-organizzative che un simile evento porta a dover affrontare, dice: “Gli eventi culturali fanno sempre fatica a farsi spazio nel popolo e nelle istituzioni, non danno pane. In realtà dissodano il terreno della mente e del cuore dell’uomo perché germogli la vita e sulla tavola ci sia il pane. La dramma-tizzazione della Passione vuole portare in città, tra le strade, con le categorie dell’arte, la cultura della vita come dono, dell’amore come gratuità, della non-violenza come stile, dell’accoglienza come convivialità. Nell’impostazione e nella esecuzione, la nostra Passione Vivente è composta e rispettosa dei testi. Gli attori e i partecipanti sono consape-voli di proporre in semplicità l’evento che ha sconvolto la storia ed ha cambiato l’umanità”.Nel ruolo di Gesù uno straordinario Alberto Bova, mentre la direzione arti-stica è da sempre stata affidata a Jenny Ribezzo.

IL 17 APRILE A BRINDISI

LA PASSIONE DI CRISTO

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L’articolo n. 9 della Costituzione recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il pae-saggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Sarà. Intanto Pompei è crollata sotto gli occhi sbigottiti di tutto il mondo e il Colosseo ha cercato sponsor per non fare la stessa fine. L’ex Ministro Bondi dice «di comprendere gli sconforti del mondo della cultura e di poter solo confidare che chi gli succederà abbia l’autorevo-lezza e la forza di porre rimedio e invertire l’attuale situazione». Se volete sapere cosa sarà di noi e del mondo in cui viviamo, fate come John Brockman, impresario culturale che sul sito edge.org ha domandato a intel-lettuali, artisti e liberi pensatori quali saranno le idee che cambieranno il nostro modo di vivere. Le risposte sono state provo-catorie: qualcuno sogna un mondo dominato dalla religione del sole, altri hanno sorprenden-temente rivisto le proprie posizioni in merito all’energia nucleare e agli ogm, qualcun altro si è detto addirittura convinto che il domani sia diventato ormai un non-tempo. Per conoscere il futuro occorre inventarselo, giorno dopo giorno, per ridefinire chi e che cosa siamo, e soprattutto dove stiamo andando. In questo disorientamento culturale, sotto l’effetto di un tecnologismo sempre più esasperato, rischiamo di perdere la bussola. Ma, nonostante questo, a Brindisi si pensa positivo: la volontà di investire sull’asse della cultura invece di puntare, come in passato, solo su quello industriale/energe-tico, sta facendo riguadagnare terreno ad una città che, in quanto a ricchezze storico/artisti-che e proposte culturali nulla ha da invidiare ad altre realtà limitrofe.ASCOLTARE. Dopo la laurea al Dams di Bologna la cantante e compositrice Paola Petrosillo approfondisce in ambito etnomusicologico lo studio delle

IDEE CHE NON CAMBIANO IL MONDO, MA LO MIGLIORANOLibri, teatro, incontri: ecco qualche consiglio per il mese in corso

tradizioni musicali del Sud d’Italia. È a partire dal 2006 che l’impegno per la riproposta di una musica di tradizione evolve gradualmente verso la composi-zione di canzoni inedite scritte in dialetto brindisino e musicate coniugando varie influenze musicali (jazz, rock, popolare), che sfociano nel

progetto MarInAria. Dopo un passaggio al Piccolo Teatro di Milano nell’ambito della rasse-gna Milano incontra la Grecia approda alla “Saint Louis College of Music” sede di Brin-disi, dove dal 2009 è docente di Propedeutica Musicale. Da questo mese Paola è impe-gnata nella registrazione del suo primo disco di canzoni inedite cantate in dialetto

ed arrangiate in modo orche-strale, coniugando l’anima arcaica con un suono

contemporaneo. Da prestare l’orecchio. www.myspace.com/paolapetrosilloRACCONTARE. “Il mare è la nostra storia, la storia di un territorio e di una città che lo deve considerare una risorsa” dice Ilaria Ricchiuto, vicepresidente della neonata associazione Marina di Brindisi Club, che si prefigge di raccontare e materializzare la rotta che la città di Brindisi, ma non solo, deve percorrere per recuperare la conoscenza e il rispetto per il mare. In collaborazione con il Comune, la Provincia e la Regione, sta mettendo in atto una serie di attività nel campo della comunicazione attraverso incontri e ras-segne di educazione al mare. “L’idea è quella di coin-volgere i giovani e tutti gli appassionati di mare con itinerari turistico-naturalistici verdeblu, che attraverso l’utilizzo di imbarcazioni, biciclette e con trekking permettano di conoscere a fondo borghi marinari ma anche dell’entroterra” aggiunge Nicola Anelli, presi-dente dell’associazione. www.brindisimarinaclub.it LEGGERE. Silenzi di Andrea Summa, Edizioni Ferrarelli & D’Andrea. “Sono un poeta, un grido unanime, sono un grumo di sogni” scriveva Giuseppe Ungaretti per definire il suo ruolo nella società. La poesia è ormai una sponda desolata dove pochi naufraghi approdano nel disinteresse del pubblico. Ma consapevole della

bellezza della parola e della sua seduzione, Andrea Summa, naufrago tra naufraghi, sa cogliere i pensieri che lo attraversano tenendo insieme passato, pre-sente e futuro, rompendo gli schemi che la tirannia del tempo prevede. Il risultato è una raccolta di silenzi interiori che trovano voce diventando un delicato urlo per coloro che, spogliandosi della propria corazza, sapranno accoglierlo. Andrea abita i suoi scritti con la volontà di essere carne e anima in un mondo di carta e cemento, riuscendo ad essere sinceramente nudo di fronte a se stesso. “Sono un numero in lista, lavoratore del mondo. Prima erano ideali, ora, lo so, solo difetti”. SCOPRIRE. Scopro con piacere la libreria Alialvento, libreria on line nata da una idea di Francesca D’Acqui-sto nel 2009, che ha unito le sue due passioni: quella per il mare e quella per i libri. È possibile trovare una serie di portolani per orientarsi nei propri viaggi in mare, oltre ad una selezione di film che documentano le grandi imprese di uomini di mare. Ma soprattutto vengono proposti con passione e dedizione libri che riguardano il mare e il suo rapporto con l’uomo. “È l’uomo che può riscoprire se stesso attraverso il con-fronto/incontro con la natura, e non viceversa.” Dal mese di aprile, Alialvento aprirà una sede nel portic-ciolo turistico di Brindisi. www.alialvento.itFUORI PORTA. Annalisa Gadaleta, avvocato, con la passione per il teatro, si occupa di diritto di famiglia e difesa delle donne. È l’ideatrice di un curioso ciclo di incontri sull’arte. O piut-tosto con l’arte nascosta lì dove non l’avevamo mai vista. Gli incontri, promossi con Francesco Tammacco de “Il Carro dei Comici”, compagnia teatrale di Molfetta, sono nati dall’esigenza di creare una rassegna che fosse principalmente un contenitore cultu-rale in cui incontrarsi e confrontarsi. Parole di Fuoco, questo il titolo degli appuntamenti. I relatori impegnati sono rinomati studiosi dell’Università degli studi di Bari. L’incontro che si terrà in aprile si intitola “Il Teatro come Arte” e sarà tenuto da Grazia Distaso, docente di Letteratura Italiana e preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. www.ilcarrodeicomici.it

MARCANTONIOGALLOmagazzini

culturali

“Mi hai fatto uscir di senno adesso sono sano”

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...Effettivamente un po’ è vero che conosco tante persone strane, se sapesse! Ma poi, strane perché?... strane rispetto alla mia normalità, alla normale normalità delle persone normali che si svegliano, fanno colazione, vanno a lavorare, ritornano, mangiano, vivono la propria domestica normalità, vanno a dormire e si risvegliano, e così via. Io comunque vivo in una semi normalità, quindi parto già di mio con una normale anormalità intrinseca. La mattina mi sveglio e non faccio colazione, corro trafelata alla stazione salutando Ostuni in una nuvola aurorale, e prendo un treno simile ad un carro bestiame, insieme ad altri mille sfigati pendolari, molti dei quali con famiglia. Alla mia età anche io dovrei avere una famiglia, o meglio, dei figli. Ma mi sono dedicata più al lavoro che a “sistemarmi”. Quindi arrivo in quella “bella” città che si chiama Bari e cammino per tre chilometri a piedi, pioggia, vento, sole che ci sia. Non prendo i mezzi perché la zona dell’ufficio non è ben servita in questo senso e in più ne approfitto per fare un po’ di movimento, dal momento che ho quella benedetta

tendenza alla obesità. Faccio quello che si suole chiamare un lavoro creativo, ma “attaccando il ciuccio dove vuole il padrone”, così si dice dalle nostre parti. Niente di quello che faccio in ufficio mi piace, non c’è una sola cosa della quale ne vada fiera, che mostrerei in giro orgogliosa. Vige sempre, ovunque e comunquela regola del ciuccio. Ma tanto mi pagano bene, quindi “che me frega”. Alle 5 esco, mi faccio altri tre chilometri nella pioggia, nel sole o nel vento e riprendo il treno. Torno ad Ostuni, ci arrivo dopo un’ora. Fin qui una normale vita da pendolare. Ma se i pianeti del relax e dell’armonia sono allineati, dopo un quarto d’ora sono a casa. In caso contrario, passo dai miei genitori, dove trovo mia madre che rabbiosa lancia anatemi contro mio padre. Il mio ex cane e il mio ex gatto mi guardano stremati. Il gatto in particolare. Su di lui si sfoganotutte le nevrosi familiari. Da quando vive qui è diventato obeso, affaticato. Povera bestia. Se tutto va bene non litigo, ma sette volte su dieci vado via sbattendo la

OSTUNI-PARIGI, ANDATA E RITORNO“Il giusto nome” dell’ostunese Alessandra Corso è una storia piacevole, tratta da una vicenda realmente accaduta, che dalla città bianca porta il lettore fino alla capitale di Francia. Alla ricerca di una donna scomparsa... Eccovene un estratto

porta, per qualcheinsulso motivo del quale poi sistematicamente mi pento e chiedo perdono a Gesù. Se riesco ad essere a casa mia per le 8 è una vittoria. Da questo momento divento la regina del mio regno. Luna mi aspetta coccolosa e miciona

dietro la porta. Si stende per terra, si stiracchia, poi mi insegue e mi fa gli agguati da dietro gli angoli, mentre lancio zaino, soprabito, cappello e via discorrendo ora su quella poltrona, ora su quella sedia. Vivo in una grande casa con un lungo, immenso corridoio, come tutte le case degli anni Sessanta. La mia Luna si diverte come una pazza a correre su e giù. Accendo lo stereo, non c’è tv a casa

mia, da quindici anni, dopo che mi fecero vedere una testa saltata per aria in un mercato di qualche bucodiculo di paese in medio oriente. I film li vedo sul computer, mi mantengo informata con i giornali e con la radio, meravigliosa creazione, tanto più sublime quando più la radio è una bella radio. Mi preparo una cena veloce ma sfiziosa, adoro cucinare, quindi non mi

DI ALESSANDRA CORSO

TEMPO LIBERO I IL LIBRO DEL MESE

arrangio mai. Luna mangia sempre insieme a me. Poi chiamo Luca, una piccola telefonata mentre preparo il computer per il secondo round della giornata. Sì, perché dalle 20,40 circa fino alle 23,00 io mi rimetto a lavorare, su clienti miei, su cose che adoro perché sono mie e posso permettermi quello voglio. Metto in pratica nel mio piccolo tutte le bellissime nozioni imparate all’università, nei master che mi sono pagata tutti da sola. Ho un listino abbordabile. Questi soldi extra mi servono per pagarmi qualche piccolo lusso, ora il week end a Milano, ora il viaggetto a Londra... forse non proprio dei lussi, anche se ritengo di vivere al di sopra delle mie possibilità. Amo il mio lavoro e non potrei fare altro. Fino a cinque anni fa, quando stavo ancora insieme a quell’idiota, era l’unica mia fonte di vitalità, l’unica cosa che mi faceva stare bene, per la quale valesse la pena alzarsi la mattina. Ma c’è da dire anche che all’epoca Depressione era mia compagna ed Ansia ed Angoscia le mie sorelle. Ora tutto è cambiato, ma quando hai provato certe cose hai un terrore sacro di riprovarle, ti senti sempre sotto minaccia, come un fumatore che smette, rimane un ex-fumatore, non diventerà mai un non-fumatore.

In vendita a: Brindisi, Libreria PiazzoOstuni, Bottega del LibroFasano, Librerie L’Aquilone

“Vedo tutte le cose così come sono”

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BARBAGLIO Santa BarbaraUn mix di Primiti-vo e Negroamaro assolutamente da provare. È l’impersonifica-zione del titolare della cantina, Pietro Giorgiani: un uomo di campagna. Pulito e vero.

BOCCA DI LUPO TormarescaAglianico in purezza assoluta-mente da provare. Austero, caldo, moderatamente tannico. Un Castel Del Monte Doc che conferma l’azienda del gruppo Antino-ri tra i produttori al top nel Sud Italia.

CAPPELLO DI PRETE CandidoIl Cappello di Prete è il classico dei classici: questo Negroamaro è uno dei rossi pugliesi più venduti ed ap-prezzati. Se avete invitati e volete andare sul sicuro senza svenarvi, sceglietelo.

NOMAS Lomazzi&SarliUna chicca ottenuta da sole uve Susumaniello, un vitigno che era andato perso. Elegante e raffina-to. Forte e maturo. Sicuramente la punta di diamante dell’azienda latia-nese della famiglia Dimastrodonato.

ORFEO Paolo LeoUna bellissima etichetta per un ottimo Negroamaro invecchiato 12 mesi in botti di rovere. Ed è solo uno degli ottimi vini che la cantina di San Donaci di Paolo e Roberta Leo ha prodotto nelle ultime annate.

Giunge a conclusione anche la se-conda tornata del Girogola,

una iniziativa partita da sei titolari di attività ristorative della città bianca, che sta ottenendo un grande succes-so. Gli ultimi appuntamenti della stagione sono fissati per il 14 ed il 21 aprile, come sempre di giovedì. La formula è semplice: con un unico ticket di 15 euro si partecipa al percorso enogastronomico in sei tappe che vi porterà in giro attraverso La Sparacima, Casa San Giacomo, l’Enoteca Divino, Osteria Monacelle, Sapere & Sapori, XXL Pub, tutti locali situati nel centro storico. Ogni assaggio viene accompagnato da un bicchie-re di vino offerto dalle cantine locali ed in ogni attività cibo e vini sono accompagnati da musica live. Per maggiori in-formazioni o per prenotazioni: 328.6670695, 335.6445953.

Ad Ostuni è di nuovo di moda il Girogola! Ogni giovedì sera degustazioni e musica

DI FABIUS CRUMB

BEST BAR 2011!QUALI SONO I 10 MIGLIORI BAR DELLA PROVINCIA DI BRINDISI? LO SCOPRIRETE SUL PROSSIMO NUMERO DI TB. E LE VOSTRE PREFERENZE QUALI SONO? CHI È CHE VI OFFRE IL MIGLIOR SERVIZIO, IL LOCALE PIÙ BELLO, I CORNETTI PIÙ GUSTOSI E L’APERITIVO PIÙ SFIZIOSO?SEGNALATECI LE VOSTRE PREFERENZE! SCRIVETE A [email protected]

TEMPO LIBERO I FOOD & WINE

5 ROSSI DA NON PERDERE

Gnocchetti ai gamberi con le melanzaneper 4 persone

› 500 gr. di gnocchi di patate › 1 piccola me-lanzana › 1 piccola cipolla › 5 pomodorini di tipo ciliegino › 30 gr. di gamberi sgusciati › 100 gr. di olio extravergine di oliva › sale, pepe e prezzemolo q.b. › 4 foglie di basilico › ½ bicchiere di vino bianco

Tagliare a julienne la melanzana e farla soffriggere con la metà dell’olio. Scolarla ed adagiarla su carta assorbente. Tritare la cipolla e soffriggerla in un tegame, quando sarà imbiondita aggiungere i gamberi ed i pomodorini a pezzi, soffriggere leggermen-te, regolare di sale e pepe, aggiungere un pizzico di prezzemolo tritato e sfumare con il vino bianco, aggiungere 1/2 mestolo d’acqua e portare a metà cottura. Cuocere gli gnocchi in acqua salata bollente, al primo bollore, scolare gli stessi ed aggiun-gerli al comdimento preparato, rigirare ed aggiungere le melanzane fritte con il basilico tritato ed un pizzico di prezzemolo. Impiattare e servire.

Ricetta del ristorante “L’Araba Fenice”,corso Roma 31, tel. 0831.590009.

LA R

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Nella foto in alto Antonio e Patrizia del ristorante “La Spa-racima” di Ostuni. Qui accanto

Dario Schina, del ristorante L’Araba Fenice di Brindisi

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È la seconda volta che sono stato a Tokyo, e per la seconda volta mi sono chiesto se questa sia un città che meriti

un viaggio: 18 milioni di abitanti, una distesa infinita di quartieri e palazzi brutti, persone sempre di corsa, caos e traffico in centro, il nulla più assoluto in periferia (eccezion fatta per le case). E poi prezzi folli, ragazze bruttine e con le gambe storte, ragazzi che sembrano usciti dai cartoni animati, pochi resti del glorioso impero rimasti ancora intatti, ed una bruttissima copia della torre Eiffel. Insomma, inizio a pensare che esista una sola buona ragione per venire fin qui: il sushi. Se non vi piace neanche quello, ma desiderate visitare una meta asiatica, allora optate per Shanghai, Singapore, Bangkok, Hong Kong. Sono città più a misura d’uomo, dove ci si muove con facilità e la modernizzazione non ha cancellato la storia.IL VOLO. Con Alitalia, se state attenti alle offerte, il volo a/r da Brindisi, via Roma, potrebbe costarvi pochissimo: anche 450/500 euro. Il servizio è buono, il cibo mangiabile, i posti sco-modissimi (a meno che non siate sotto

il metro e 75). Si atterra a Narita. E dopo 12 ore di volo, vi aspetta un’altra oretta di treno, oppure il limousine-bus (dai 20 ai 30 €). La metropolitana è cara, come tutto il resto. Per far scorrere i frettolosi, sulle scale mobili delle stazioni dovete posizionarvi a sinistra se siete a Tokyo, a destra se siete ad Osaka. I pochi italiani che si vedono in giro si pizzano in mezzo. Per non sbagliare.L’HOTEL. Se volete risparmiare, scegliete gli alberghi della catena Apa, non a caso frequentati quasi esclu-sivamente da giapponesi. Il prezzo di listino è di 120-130 €, ma anche in questo caso, approfittando delle offerte online, è possibile cavarsela con 60 euro, con colazione più che abbondante e internet gratuito in camera (ma non c’è wireless). Inoltre potrete utilizzare a qualsiasi ora del giorno (e la sera fino a mezzanotte) i “bagni giapponesi”: doccia seduti, piccola piscina idromassaggio, vasche in pietra con acqua bollente situate sul balcone per farvi provare l’ebbrezza del caldo-freddo. Ne vale davvero la pena. Se però siete timidi e casinari

non fanno per voi: dovrete affiancarvi, tutti nudi, a sconosciuti che rispettano la regola del silenzio più assoluto. Il sabato i genitori vi ci portano perfino i bambini: per loro è normalissimo. Per noi un po’ meno. IL MERCATO DEL PESCE. È for-se l’unica cosa davvero indimenticabile di questa città. Più che un mercato, quello di Tsukiji è un quartiere. Do-vete andarci tra le cinque e le sei del mattino, perché quella è l’ora dell’asta dei tonni. Sarete costretti ad alzarvi alle 4.30, ma ne vale davvero la pena. Assisterete ad uno spettacolo incre-dibile: centinaia di uomini e carrelli in movimento, decine di camion in fila, pronti per partire e rifornire l’intero paese. Cozze di ogni tipo e dimensio-ne, pesci mai visti, granchi giganteschi. E poi il capannone dove si mettono in mostra e si vendono all’asta i tonni: decine e decine di pezzi che vengono assegnati nel giro di pochi minuti, davanti agli occhi dei turisti increduli. Dopo la vendita i tonni (già congelati) vengono fatti a pezzi con le seghe elet-triche e consegnati agli acquirenti. Se siete dotati di stomaco forte, potete

fare colazione a base di sushi e tonno rosso, ma nei localini situati all’interno del mercato c’è sempre la fila.Le altre cose da vedere sono poche: il giardino del palazzo dell’Imperatore (che non è un granché), il tempio di Asakusa Kannon, i negozi di Ginza (strada simbolo della globalizzazione), i locali di Shibuya.MANGIARE. Se volete, potete man-giare giapponese, indiano, brasiliano a prezzi sotto i 20 euro. Se tutto il resto qui è caro, il cibo a Tokyo resta a buon mercato. BUONE MANIERE. La disciplina e le regole sono pane e acqua per i giapponesi: hanno una spiccata pro-pensione a fare le file ed a rispettarle. L’efficienza sorprende in ogni cosa. In una settimana di soggiorno, mai un ritardo superiore ai 30 secondi sulle linee ferroviarie e della metro. Per strada non c’è traccia di bidoni per gettare i rifiuti, eppure per terra non troverete mai una carta. La cosa più impressionante è che, per rispetto di quanti ti stanno accanto, su treni, me-tro e bus è proibito parlare al telefono. Sono ammessi solo gli sms o le email. Ogni telefono cellulare è dotato del tasto “manner mode”, che disattiva la suoneria. A disporre il divieto non è una legge, ma una consuetudine di buona educazione. Non esistono mul-te per i trasgressori, bensì la pubblica gogna, ossia gli sguardi di disapprova-zione degli altri viaggiatori. La pena, insomma, è la vergogna.E POI... E poi succede che torni a casa, passa qualche giorno, accendi la tv e vedi che ad un paio d’ore da Tokyo è successo il finimondo, 20.000 persone sono decedute ed il Giappone teme l’inferno nucleare. Ma loro, i giapponesi, sono sempre tranquilli, in fila, a lavorare, o a piangere i loro morti con grande compostezza. Tokyo non sarà bella, ma loro, i giapponesi, sono davvero un gran bel popolo.

LOST IN T KY Viaggio nella capitale del Giappone (4 giorni prima del terremoto). Alla scoperta di un popolo bizzarro. Col culto dell’efficienza.

DI ELIO GUADALUPI

TEMPO LIBERO I I VIAGGI DI TB

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49“Alzati Pinocchio ti han rubato tutto quanto, ora si che l’avventura inizia ad esser grande”

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È stata ancora la Crono a vincere i campio-nati regionali assoluti di salvamento svoltisi

a Brindisi domenica 13 marzo. La compagine brindisina dopo un 2010 di ottimi risultati inizia il 2011 all’insegna del successo. Nel settore Esor-dienti A e B gli ottimi piazza-menti nelle prove di qualifi-cazione nel nuoto non hanno

nulla da invidiare a squadre che fanno del nuoto l’unica disciplina praticata; inoltre la squadra sale tutte le volte sul podio dei campionati regionali quando si cimenta anche nella disciplina del nuoto per Sal-vamento. Vince i Campionati Regionali di Categoria, quindi ottiene il podio nei campionati ita-liani di categoria 2011 con la fortissima staffetta femminile

LA CRONO PRIMA!Vinti i campionati regionali di salvamento

SPORT I NUOTO E BASKET

categoria juniores composta da Chiara Balsamo, Lucia Cocciolo, Carlotta Guadalupi e Maura Ungaro, e lo sfiora in tutte le altre prove di staf-fetta; vince i campionati regio-nali assoluti; infine conqui-stano innumerevoli medaglie d’oro nelle prove individuali e di staffetta nel trofeo nazio-nale di Pedimonte Matese, portando la squadra al terzo posto in classifica nella cate-goria juniores. Insomma pos-siamo dire che dove la Crono passa, lascia il segno. Siamo appena al secondo anno di attività, ma il vivaio pian piano sta prendendo piede, grazie ad un allenatore di esperienza come Stefano Scatasta, e ad una dirigenza compatta, che rendono solida una società che nei suoi 4 anni di vita non ha mai deluso ed è andata ben oltre le aspettative. Il tutto grazie anche alla disponibilità del comando della Marina militare di Brindisi, nel cui impianto natatorio la società può svolgere gli allenamenti.

La squadra U13 dell’Aurora composta da Edoardo Fontana, Matteo Passante, Brizio Rollo e Matteo Tollemeto (in foto) ha vinto la fase regionale qualificandosi per le finali nazionali del Join The Game che si terranno a Caorle (Ve) dal 21 al 22 Maggio. Il quartetto dei nati nel 1998 ha vinto nella propria categoria contro tutte le formazioni incontrate a partire dal girone eliminatorio, per poi avere la meglio nei quarti sul Taranto, nella semifinale sul Monteroni e nella finale sul Monopoli. Il Join The Game è un evento organizzato dalla Federazione Italiana Pallacanestro in tutta Italia e vede la partecipazione di 35.000 ragazzi e ragazze divisi nelle due categorie Under 13

e 14. Grande soddisfazione per i dirigenti ed i tecnici della società che, oltre ad aver vinto il titolo U13 ed aver disputato la finale U14, è stata anche la società con il maggior numero di squadre, ben 5, qualificatesi alle regionali. Questo successo sarà un ulteriore stimolo per tutti a continuare nel lavoro

in palestra per proseguire nella crescita di tutti i giovani appassionati di questo bellissimo sport.

E L’AURORA PUNTA AL JOIN THE GAMETollemeto, Fontana, Rollo e Passante battono tutti e vanno alle finali di maggio a Caorle

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