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TAVOLA ROTONDA “I modelli organizzativi a confronto e le priorità per il miglioramento” Daniela Riccò

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TAVOLA ROTONDA

“I modelli organizzativi aconfronto e le priorità per il

miglioramento”

Daniela Riccò

L’OSPEDALEIL DISTRETTO

LA VISION DELL’AUSL DI R.E. RISPETTO ALLA CENTRALITA’ DEL METODO DEI “PERCORSI”:

ESPANDERE PROGRESSIVAMENTE LE LOGICHE DI INTEGRAZIONE SISTEMICA UTILIZZANDO I “PERCORSI ASSISTENZIALI” COME METODO PER PROMUOVERE

PRASSI INTEGRATA E PER RENDERE MISURABILI I RISULTATI

IL SOCIALE

DIAGNOSI

INSORGENZACLINICA

PRE-DIAGNOSIPRECOCE

PERCORSI ASSISTENZIALI su target mirati

PREVENZIONE

TERAPIACOMPLICANZE

RIABILITAZIONE

Costruire una cornice di Costruire una cornice di ““sensosenso””unitaria per il paziente e per tutti gli unitaria per il paziente e per tutti gli

attori partecipanti alla gestione attori partecipanti alla gestione integrata del paziente:integrata del paziente:

(PS, anestesista, internista,geriatra, radiologo, ortopedico, (PS, anestesista, internista,geriatra, radiologo, ortopedico, infermiere, infermiere, riabilitatoreriabilitatore, MMG, , MMG, fktfkt, psicologo, , psicologo, assass. sociale, famiglia . sociale, famiglia

e e carecare--givergiver).).

Dalle ROUTINE (“USUAL CARE”) all’ASSISTENZA PROATTIVA (“MANAGED CARE”):

il valore di un disegno ponderato e condiviso all’interno di tutto il sistema tra i vari attori

Il termine “GESTIONE INTEGRATA” riduce la percezione di distanza tra

I professionisti nella gestione e mette in risalto l’unitarietà di valore dell’offerta

assistenziale in qualunque momento ed in qualunque setting

Co-costruzione ed integrazione tra i vari professionisti nel rispetto delle singole specificità: si tende, cioè, ad offrire al

paziente il riferimento migliore per il suo tipo di patologia e per la gestione dei suoi

bisogni

Il paziente è e resta il centro delle decisioni:

(si costruisce un “patto terapeutico”; si dà sempre

certezza dell’accesso specialistico…

DIMISSIONE SICURA

DIAGNOSI RISULTATI

COMUNICAZIONEDELLA DIAGNOSI

DEFINIZIONEPROGRAMMATERAPEUTICO

PERSONALIZZATO(team)

CONDIVISIONE(patto)

PROGRAMMATERAPEUT.

EASSISTENZIALE

TRATTAMENTO IN INTERAZIONE MULTIPROFESSIONALE (team)

DARE CONCRETO RISALTO ALLE LOGICHE CLINICHE ED ANCHE ALLE RISPOSTE AI BISOGNI “GLOBALI” DELLA PERSONA

Percorsi assistenziali differenziati conProtocolli condivisi e verifiche in itinere

PROTOCOLLO

PROCEDURADIAGNOSTICO-TERAPEUTICAASSISTENZIALE

PROTOCOLLO RRF

PREVENZIONECADUTE

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Processo per la costruzione di un PDTAProcesso per la costruzione di un PDTA

1. Identificazione della patologia1. Identificazione della patologia2. Costituzione del gruppo di lavoro2. Costituzione del gruppo di lavoro

3. Scelta della diagnosi operativa3. Scelta della diagnosi operativa4. Identificazione della popolazione di pazienti4. Identificazione della popolazione di pazienti

5. Stesura del profilo di cura5. Stesura del profilo di cura6. Applicazione sperimentale del profilo6. Applicazione sperimentale del profilo

7. Valutazione dell7. Valutazione dell’’impatto del profiloimpatto del profilo8. Implementazione del profilo8. Implementazione del profilo

Stesura del profilo di curaStesura del profilo di cura

1. Analizzare il processo 1. Analizzare il processo ((ANALISIANALISI))

2. Ridisegnare il processo migliore 2. Ridisegnare il processo migliore indicando gli indicando gli outcomeoutcome previsti previsti ((CREARE PROFILO CREARE PROFILO DIDI CURACURA))

3. Realizzare lo 3. Realizzare lo STRUMENTOSTRUMENTOper eseguire quanto raccomandatoper eseguire quanto raccomandato

Le attivitLe attivitàà sono state riordinate sono state riordinate (etichettate) in 9 (etichettate) in 9 ““categorie di curacategorie di cura””

1 Valutazione1 Valutazione2 Educazione2 Educazione3 Pianificazione del percorso3 Pianificazione del percorso4 Esami diagnostici4 Esami diagnostici5 Interventi e procedure5 Interventi e procedure6 Consulenze6 Consulenze7 Terapia farmacologica7 Terapia farmacologica8 Nutrizione8 Nutrizione9 Attivit9 Attivitàà e sicurezzae sicurezza

9 9 ““categorie di curacategorie di cura””

0

50

100

150

200

250

300

350

400

a.2011a 2012

a.2011 69 143 74 76 362

a 2012 86 121 81 72 360

Montecchi Guastalla Scandiano C.Monti totale

Numero di interventi per frattura di Femore in pazienti di età > 65 anni AUSL RE

0

10

20

30

40

50

60

70

80

a.2011a 2012

a.2011 50 54,6 25,7 42,1

a 2012 58,6 59,5 58 68,1

Montecchi Guastalla Scandiano C.Monti

Azienda Usl di Reggio Emilia % di fratture di femore operate entro 48 ore in pazienti di età >65 anni

E POI TUTTO E’ FINITO ?

ED ORA LE UO E I SERVIZI POSSONO COMINCIARE AD

USARE I PDTA.

NON RICORDOPIU’ SE C’E’ RIMASTO

QUALCOSADA FARE ?

MOLTO TEMPO DOPO …

COME NO. LA RACCOLTA DATI, LA VERIFICA RISULTATI

E LE AZIONI DIMIGLIORAMENTO.

Un ringraziamento al Dr. Antonio Carbognani e alla Dr.ssa Antonella Messori