Sui limiti per n = ∞ delle derivate n me delle funzioni analitiche

8
SUI LIMITI PER n-- ~ DELLE DERIVATE n=~ DELLE FUNZIONI ANALITICHE. Nota di Giuseppe Vitali, in Pisa. Adunauza del 27 maggio xgoo. 1. Io mi propongo di vedere se esistono deUe funzioni analitiche che ammettano in un punto regolare a distanza finita un limite finito della derivata n m* per n tendente all'infinito. Per questo suppongo che f(~) sia una tale funzione. Senza mancare alia generalitk posso supporre che il punto nel quale essa ammette il limite della derivata n =* per n tendente all'infinito sia l'origine. Indico poi con a questo Limite. La f(z) esister~t certo in un piccolo intorno C di Z--o e in questo intorno si avrS. : Ora poich~ oo m dZ" -- d<" /~=o = a, e quindi a, tende al limite determinato e finito a. Segue che esister~t un numero reale e positivo A abbastanza grande per cui I~.l Z .4, qualunque sia n. .Rend. Circ. Matem. Po~lermo, t. XIV (xgoo). ~ Stampato il a8 giugno xgoo. 2 7

Transcript of Sui limiti per n = ∞ delle derivate n me delle funzioni analitiche

SUI LIMITI PER n - - ~ DELLE DERIVATE n =~

DELLE FUNZIONI ANALITICHE.

Nota di Giuseppe Vitali, in Pisa.

Adunauza del 2 7 m a g g i o xgoo.

1. Io mi propongo di vedere se esistono deUe funzioni analitiche

che ammettano in un punto regolare a distanza finita un limite finito

della derivata n m* per n tendente all'infinito.

Per questo suppongo che f ( ~ ) sia una tale funzione. Senza mancare alia generalitk posso supporre che il punto nel quale

essa ammette il limite della derivata n =* per n tendente all'infinito sia

l'origine. Indico poi con a questo Limite.

La f ( z ) esister~t certo in un piccolo intorno C di Z - - o e in questo

intorno si avrS. :

Ora poich~

oo m

d Z " - -

d<" /~=o = a ,

e quindi a, tende al limite determinato e finito a. Segue che esister~t un numero reale e positivo A abbastanza grande

per cui

I~.l Z .4, qualunque sia n.

.Rend. Circ. Matem. Po~lermo, t . XIV (xgoo) . ~ S t a m p a t o il a8 g iugno xgoo. 2 7

2 1 0 G. V I T A L I .

Dunque la serie m ZaL

m / , / . !

convergente in tutto il piano, ossia l a . f ( z ) ~ una trascendente intera.

2. E poi

Ma poich6

d" f ( z ) d~ ~

m

lim a = a , n ~o

si pu6 trovare un n tale che per ogni n' maggiore o uguale ad" n si abbia

l a . , - a I < *,

essendo , una quantiffl piccola a piacere. Per quell'n si ha

d~ f--~(Z~Z) ae~l < ~e,~,.

Dunque per ogni Z, col crescere abbastanza di n, la differenza

d ' f ( z ) a e~

si pu6 rendere piccola a piacere e quindi per ogni Z

d~)a "" ae v --- o, lim n ~ c a o

o s s i a

Fun d~ f (z) - - a d - - *

Riassumendo :

Esistono infinite funzioni anaIitiche cbe ammettono un limite finito pel vaIore della derivata n m a in un punto regoIare col ten&re di n alI'infinito. O, Queste funKioni sono trascendenti intere particolari ed ammettono un limite per la derivata n m a quando n ten& all'infinito per ogni punto finilo. Questo limite costituisce una funzione della forma ad , con a costante finita.

3. Da quanto precede risulta:

Se pia funzioni analitiche in numero finito

SUI LIMITI PER n - - ' o o DELLE DERIVATE n me DELLE FUNZIONI ANALITICHE. 2 I I

ammettono i limiti delIe loro derivate n ~ per n eguale all'infinito e questi

limiti sono

a z e : ~ , a 2 e : ( ~ . . . a p e ~

la fun#one

u (~) + ,,2 (~) + . . . + up(~) ammette pure il Iimite della derivata um" per n tendente all'infinito, e questo

limite k

(a + a2 + . . . + a,) e'.

4. L~.MMA. - - Siano

ao~ az~ �9 . . an~ �9 . .

bo, b , , . . . b , , . . .

due successioni semp licemente infinite di numeri complessi tendenti rispetti-

vamente ai limiti finiti a e b. Se ts e k sono due humeri reali positivi, la

espressione

n = (k + b)"

tende per n uguale all'infinito aI Iimite a b.

DtMosTRAzlOXE. Siano

Po, P , , " " P , , " ' "

qo, q, , . . . q , , . "

le successioni dei rispettivi moduli e

~o, ~ , , . . . [ z , . . .

' Vo~ , ' V I ~ . , , V ~ . . .

quelle degli argomenfi dei termini delle date successioni e infine siano

P , q, ~-,

i moduli e gli argomenti di a e b.

Supponiamo che tz + ~ sia compreso ira o e ~ o e - - esclusi . 2 2

Poniamo quindi

a = P , , + i Q ,

con P, e Q , reali.

212 G. V I T A L I .

Si ha

(h + k)-P. = Z ~ $ 0

_

,.o ' $

n--mV~I t +~_ $

nP+i

= -Jr- n o n - - m t l $

(2, + + n

o n - - m ' / S

p,q._,b'k"-' cos(p. 21-- v _ , )

p, ,~._, h' k"-" cos (t-'-, + "._3

p, q._, h' k"-' ~o~ (~, + ~._,)

b' k"-' [_t,, ~._, ~os (~, + ',._3 - - p q co~(p. + ,,)]

b' k"-' p q cos (p~ -3 l- v)

~--rttt--I ) s p, q._,o cos (~, + ~_,)

Ora osserviamo che pel fatto che p . , q. , ~ . , ~. tendono ai limiti

determinati p , q, ~., v e poich6 o < ~. + v < --~-, + possibile determi-

nare n' ed m' in guisa che per n > n' ed m > m' sia sempre q~

o < t ~ . + ~ m < - T

e

Ip. q. cos (~. + ~.) - - p q cos (~ + ~)1 < , ,

essendo ~ una quantit~ prefissata piccola a piacere. Indichiamo brevemente con P l'espressione

p q cos (t~ + ~), che per l'ipotesi fatta ~ essenzialmente positiva.

1~ manifestamente per tali n' ed m'

s p'q" ,b 'k"- 'cos(g.+v. . , )

(b + k)" n

(-,' + X (" o $

< (k 27 k)"

e, indicando con P" il primo membro di questa disuguaglianza :

L ' < P + ~ .

s o i LIMITI PER n - - - c o DELLE DERIVATE n me DELLE FUNZIONI ANALITICHE. 2 I 3

Si ha pure analogamente

P ' > P - - ~ , dunque

I P ' - - Pl < ~ .

1~ poi, indicando con M un valore pifl grande di tutti i p. e di

mrd i q. :

+ ~ b' k"-' O', q.-, co~ (v-, + ',._3 - - P q ~os (v. + ",)] n--re' (h + k) n

< (h + k)" ;

ma per n abbastanza grande supposto m' > n' e k > b, essendo n' + m' + 2

i termini della sommatoria -1- n h' k"-', e per n abbastanza n_mt / S

grande ed s L m ' essend~ ( n ) L ( s - - m' < n "', si ha

x o n--rot/ $ l n t

(h + k) ~ < (b + k)" < 2U*(n'.-.I - m' "JI- 2 ) n "

e poich~

pure

b + k > k I ,

,~m P

lira . - - o.

Dunque si pu6 fissare un n ranto grande che da esso in poi sia

=)() + .$7 n h'k"-' [p, q._, ~o~ (V-, + ",,_3 - - P q ~o~ (~.,. + ,,)] ; $

(k + k)" < ~

2 1 4 G. V I T A L I .

Segue che da un n in poi

I L - - e l < 2 ~ l

e quindi che ~ ha col crescere di n un limite che ~ P.

In modo del tutto analogo si prova che Q. ha per n = oo un li-

mite Q dato da p q sen (b~. -1- v). Dunque anche ~. ha un limite per n tendente all'infinito ed 6

lira D. : P -t- i Q : p q [cos (b~ n t- v) -~- i sen (p. n t- v)] : a b.

Se poi ~.-J7 ~ non 8 compreso Ira o e - - ci possiamo sempre ri- 2

durre a questo caso moltiplicando per esempio le

bo, b , . . , b , . . . 7r

per un conveniente e i~ tale che essendo v' = v + 0, sia o ~ ~. -[- v' ~ 2 "

Indicando con a ' la a costruita per le due successioni

a :, ( t2~ . . . a ,n: , . . .

b e ~0, bzgi0, . . . bnelO, . . .

si ha lira ~.~' : a b d ~

Ma ~ ' - - - ~ e iO

n n

dunque lim a , - - a b .

Cosl ~ dimostrato completamente il lemma.

5. Siano

v z : E an O

- n ! 0

due funzioni che ammettono il limite della derivata n m~ per n - -

spettivamente /'ispetto ad b ~ e a k~.

Allora le successioni

a o~ a x ~ . . . a . ~ . . .

bo, bx , . . . bn, . . .

ammetteranno dei limiti a e b che supponiamo tutti e due finiti.

Indicando con

ri-

SUI LIMITI PER n - ~ o o DELLE DERIVATE n me DELLE FUNZIONI ANALtTICHE. 2 I 5

la derivata r t ma del prodotto v v= rispetto a Z nel punto z = o, si ha n

(v,v=)~= o = a s - o

donde =o [(b + k)

n! o

Ora supponiamo che h e k siano reali e posifivi.

Si ha lim 9 ~--- a b .

Segue che Ia funzione v, v 2 ha il Iimite della derivata n ma rispetto ad

(h -~ k )Z per n = ~ tutte Ie volte che h e k sono reali e positivi e questo

limite ~ il prod, otto dei limiti deIle derivate n ~ di v e v: rispetto ad

hz~ e k~.

l~ .poi evidente che la cosa sta anche se b e k sono numeri com-

plessi collo stesso argomento.

6. Si potrebbe domandare se il teorema precedente vale anche quando h e k sono numeri complessi con argomenti differenti.

Ora dimostriamo chese b e k non hanno lo stesso argomento, esi- stono sempre dei casi in cui il teorema non vale.

Perci6 indichiamo con h e k stesse i moduli di h e k e con ~? e c? -[- 0

i loro argomenti rispettivi.

Si ha

(b + k e~~ ~ e'"~ Ora poniamo

Abbiamo

a n ~ I

b - - b + e - ~ ~ ~~ ~ b + k "

P . . - - b

( n - - " O ~ I~ . . , CO)

( n ' - ' O ~ I~ . . . CO)

E n h 'k . - ' e "~-')~ n b'k ~ - ' [ " ~ L o s s "" ] h + k

(h + k e'~ + o (h + k e'~ n

= b + o (b -t- k e~~ ~

216 G. V l T A L I .

e quindi :

onde

ossia

n

0

[b + k d~ [a . - - bl =

) h + k ? ~ s b 'k" - ' la. - bl > ~ ~-_f_ k,,Ol.

b + k ~,o. (h + k)" l a . - - b l > h-t-k Ib--k--kd~

e infine

e quindi non certo

Concludendo : &

Ira. - - b[ ~ I ,

l i m t 2 - - - b.

'v x~ "8 2~ . . . 'Up

sono p funr._ioni anaIitiche che ammettono per n - - oo il Iimite delle loro

derivate n m~ rispetto ad

h ,~ , h ,~ , . . . h~z~,

iI prodotto ~ V 2 . . . V p

ha per n - - o o iI limite della derivata n r~. rispetto ad

(h, + h~ + . . . + he)

tutte Ie volte che bx, h2, . . . b e banno gli stessi'argomenti, e questo limite

il prodotto delle derivate n m~ per n - - o0 delle

V x ~ V 2 ~ �9 . . V e

rispetto ad b ,Z , h , z , . . . h~K.

Se h:, b:, . . . h e non banno Io stesso argomento, puO non sussistere

Ia cosa.

Pisa, m a g g i o 19oo.

G. V I T A L L