Saggio DI Voci Italiane Derivate DallArabo

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  • DI VOCI ITALIANE

    DERIVATE DALL'ARABO

    D I

    ENRICO NAUDUCCI

    R 0 31 A

    TIl'OGUAFIA DF.M.E SCIENZE MATEMATICHE E FISICHE

    M \ LATA M;M. 211.

    MDCCCLVIII.

    "A^

    'Ki.W

  • ( -^ )

    PREFAZIONE

    La linguaaraba,come la maggiorparte delle lingueorien-tali,

    offre largasorgented'investigazioni,per ricercare l'o-riginedi molte paroleche incontransi nelle nostre lingued'

    occidente,e specialmentenelle quattro linguesorelle,l'ita-lianacio,la francese,la spagnuolae la portoghese.A misura

    ch'io m'innoltrava nello studio dell'arabo persuadevamimag-giormentedi questa verit,e vedea con dolore che l'Italia,

    maestra d'ognimoderno sapere, tardasse ad imitare l'esem-piodelle altre nazioni la di cui favella ha maggioreaffi-nitcolla nostra. Infatti nel tomo terzo della raccolta inti-tolata:

    Memorias da Ileal Accademia da Historia de Ma-drid

    trovasi un Catalogode algunas vozes casiellanas

    puramente ardbigas;malgradole pidiligentipremure miriusc imjiossibiledi avere sott'occhio alcun tomo della sud-detta

    raccolta,e cosi mi forza limitarmi a darne l'annun

    zio. Pi tardi comparve in Lisbona una preziosaoperetta,dove trovansi raccolte per cura de'PP. Giovanni de Sousa

  • (4)c Giuseppetic santo Antonio Moura oltre a 1375 voci por-toghesi

    d'originearaha, e che ha per titolo:/-^e^'/T^/o.y"/^Ibigoaarabica em Portagalou Lexicon etimologicodaspala^'ras,e nomes portuguezes, qitetem origemarabica,

    Compuesto por ordein da Academia Real das Scienciasde Lisboa,por Fr. lodo de Sousa, ecc., e augmentado

    annotado por Fr. loxe de Santo Antonio Moura, ecc.

    fJsboa, na tipografiada misnia academia 1830. Com li-cenca de Sua Magestade,in-s". Da ultimo il sig.Pihanpubblica Parigiuna raccolta intitolata : Glossaire desmots francaistirs de V arabe du persan et du ture, con-ienant leur tjmologieorientale en caracteres originauoc,leur de'fi7iitio?i,et des remarques philologiquessur les er-reurs des tjmologistesrlatii"ement la racine, au sensou Vortographed'un grand nombre de ces mots; prcded'une mtiwde simpleet facilepour apprendre tracer etlire promptement les caracteres arabes persans et turcs;

    par A. Pihan, compositeurpour les languesorientales Vimprimerierojale.Paris cliezBenjamin Duprat,librairede Vlnstitut,de la Bibliothqueroyale et de la socitAsiatique,rue de Cloitre Saint- Benoit,i. i847, in-s";conappendicedi XI paginestampate nel 1849. Bench pochis-sime

    delle etimologiedate dal sig.Pihan non sembrinoaccordarsi perfettamentecolla ragionee colla storia,meritaeglituttavia non piccioltributo di ammirazione e di lode,perchun semplicecompositordi caratteri,qual'eglisiprofessanel titolo dell'operasua, abbia osato assumeretanta intrapresa.

    Non sarebbe esatto l'asserireche la nostra linguaita-liananon offra alcun esempiodi simili lavori. Difatti oltre

    alle generaliricerche sulle originidella linguaitaliana,fatte con varia lode dal Menagio,dal Ferrari,dal Mannucci,dal Muratori, dal Borrelli,dal Mazzoni-Toselli e da altri,

  • il cclcl)rc Vincenzo Monti nella sna Proposla di alcunecorrezioni ed aggiiuiteal f^ocabolario della Crusca ( Vo-lume

    li, Parte l,Milano^

    ne IVImp. Regia sfa7uperia,Sd.,

    pag. 304-319)puhhlicuna lettera dell'illustreorientalista

    Peyron,intitolata: Dell'erudizione orientale del Frullone;

    ma, indipendentementedalla profondaerudizione in essacontenuta, la suddetta lettera non pu soddisfare al nostrointento, perchele etimologieivi riportatenon sono tutteprovenientidall'arabo, ed anche queste in picciolissimonumero.

    Penetrato dal nostro difetto in questa parte, mossemi

    vivo desiderio di supplirvi,a tenore della debilita dellomie forze e della scarsezza delle mie cognizioni;datomicon alacrit alle ricerche,raccolsi a bella prima oltre a

    cinquecentovoci che sembravanmi d' araba origine,ma,come avviene sempre in simili intraprese,l'ardore fu mo-derato

    dal sentimento d'imparzialit,e dalla cortesia dialcuni dotti orientalisti,che onorandomi della loro ami-cizia

    mi giovaronoaltres dei loro lumi: onde non piccioltributo di gratitudinedevonsi avere da me i sigg.abateLanci e Lasinio, e pi d'ognialtro il sig.Sciahuan miomaestro, il quale,iniziandomi con singoiarchiarezza e pa-zienza

    nelle bellezze dell'arabo idioma, corrisposeassai de-gnamentealla liberalit del eh. sig.principeBoncompagni

    (che mi fu largod'ognimezzo a progredirein tale studio),coll'essermi altres cortese di particolareassistenza nella

    compilazionedel presente Saggio.Ristrinsi pertanto il nu-merodi tali voci, come si vedr in appresso , a quelle

    sole che non ammettevano alcun dubbio sulla loro etimo-logia

    ,

    indicando sol raramente (pialchevoce persianaoturca, ricevuta anche nell'arabo.

    La linguaaraba non solo ha somministrato nuove vocialle altre lingue,essa ne ha pure ricevute parecchie,e

  • ( G )

    specialmentedalla greca, il numero delle quali moltoconsiderevole. Ha ancora evidentemente ricevuto dal-l'

    occidente varie parole,

    come,

    a camion d' esempio,

    LjjjLXj(bsljrath)-^gy passaporto, ^j^'-^'^^jSjLjjj{Lrtli-frnc ) per portofranco, ^.^ {Knsol ) per console ,^:.M,jj(biistliah)per posta, e cos\ di altre,introdotte persol di recente a comodo de'mercatanti,e fra il volgo.

    Avendo fatto seguire immediatamente ciascuna vocearaba da altra voce che ne rappresentiil suono in nostricaratteri,stimo superfluoil dare quiuna tavola dell'alfa-beto

    arabo: il qualecomponesidi ventotto lettere,tutteconsonanti, ciascuna delle quali(eccettuatenesei,che nonsi uniscono alla lettera seguente) ha quattro diverse fi-gure,

    secondo ch'ella posta in principio,in mezzo odin fine di ciascuna parola,ovvero isolatamente. La dettatavola sarebbe insufficiente per gl'imperiti,per i peritisuperflua.

    Siccome per altro molte di tali lettere non possono

    essere rappresentate in italiano ciascuna da una sola let-tera,

    cos ho procurato di rendere il loro suono nel modo

    ])iconveniente ed omofono, rappresentandop. es. c^ ts,^

    hh, ^ eh, ^ ds, (J'se dolce, \jps1i,kj dz, ?^ th,h tz,e ponendo il segno sulla vocale ch'ella riceve,e le trelettere (Sj\sovrapponendoun accento circonflesso alla vo-cale

    che le precede,quando elleno le siano omogenee, enon siano u giezmatene hamzate,dando loro in tal casoil propriovalore,cio di qualunquedelle vocali all'\ , di?t al j e di j allo "J . Nel dare poi la pronunziadi cia-scuna

    voce ho procurato di esprimereil valore di ciascunalettera per se stessa, omettendo per esempiole modifica-zioni

    del o ed il teschdid eufonico generato dalle quat-tordicilettere solari

    ,

    osservando soltanto dov' mestieri

    pei" necessita grammaticalei cambiamenti del o epenteti-

  • {' )00. E quicade in acconcio l'osservareche la linguaitaliana

    pu con ragionestimai-si una delle pi adatte a rappresen-tareil suono dell'araba,avendo ci di comune, clicpronun-

    ziansi ambedue in quellaguisache sono scritte;e di ci si

    persuaderdi leggierichi, non al tutto ignarodelle altrelingueeuropee, sa per prova di qualestrano e dispiace-vole

    accozzamento di lettere abbisogninoalcune di esseper esprimeretalvolta suoni i pi semplici.

    Quanto alle definizioni delle voci italiane ho presoa scorta il ^ocaholario degliAccademici della Crusca.

    Quarta impressione.In Firenze m.dcc.xxxi. m.dcc.xxxvi.AppressoDomenico Maria Manni ; sei volumi in-fol.;per le arabe poi ho seguitoil vocabolario che ha per ti-tolo

    : GeorgiiJVilhelmi FreytagiiLexicon arahico-lati-

    num.praesertimex DjeuhariiFiruzabadiiqueet aliorumarahum operibus,adhihitis Golii quoque et aliorum lihrisconfectum.Accedit index vocum latinarum, locupletissi-mus (compilatoda Enrico Ernesto Bindseil).Halis Saxo-num, apud C. A. ScJiivetschke et p.liummdcccxxx-mdccc-XXXVII., 4 volumi in-4. Ciascuna di tali opere da ri-tenersi

    per la pi completaed autorevole nel suo genere.Ad esempiodel sopramraentovato vocabolario della Crusca,ho inoltre fatto seguireciascuna voce italiana,salvo po-chissime,

    dalle voci latina e greca corrispondenti,e ci

    per maggioresoddisfazione deglieruditi,e perchpaiasia colpod'occhio la diversit etimologica.

    Il tempo, il volgareuso, l'arbitriodegliscrittori, l'i-gnoranzadei copisti,la maggiorcomodit di pronunzia,

    son cause tutte,

    che hanno contribuito ad alterare mi-rabilmente

    il suono e l'ortografiadi moltissime voci di

    originestraniera. In particolarmodo poidoverono soffriretali cambiamenti le voci orientali,e per essere scritte acontrario delle nostre, e per l'asprezzadi alcune conso-

  • ( 8 )_

    nauti, e per la (piasi costante omissione grafica delle vo-cali

    :onde

    nonsi aspetti il lettore di trovar sempre una

    perfetta somiglianza di suoni, ne per ci rigetti a capriccio

    non poche etimologie. Perch vorr egli essere in questocosi rigoroso

    ,

    quando per comune consenso riceve dal

    greco edal latino voci tanto diverse nella loro radice?

    Sono ben certo che il mio tenue lavoro sar ben lungidal raggiugnerc quella perfezione di cui abbisognerebbe,

    eche inoltre

    sar esso suscettibile d'essere arricchito di

    nuovevoci: ci sembrami

    avereabbastanza giustificatoin-titolandolo

    Saggio. Sono certo altres non altrove essere

    maggior disparita,di pareri che in fatto di origini, mostran-dosi

    pressoch tutti gli etimologisti parziali per la linguach'essi coltivano

    o posseggono a preferenza. Fa d'uopo,

    egli vero, esaminare e rispettare le opinioni contrarie

    alla nostra, tuttavia non ci devono esse sempre scoraggire;

    poich se ognuno vedesse ciascuna cosa meglio che noi stessi,

    neverrebbe per conseguenza che sarebbe ciascuno di noi in-feriore

    atutti gli altri, il che non pu accadere nel mondo

    che adun

    solouomo.

    Sar ben lietoper tanto, e meco

    ilsaranno tutti i cultori del nostro gentile idioma, se varr

    il presente Saggio per muovere qualche chiaro ingegno

    a compilare un ragionato dizionario etimologico italiano-

    arabo.

  • ( )

    A.

    ABBAGLIARE. V. bagliore.

    ABBATACCHIARE. Battere con bacchio,batacchio o per-tica,e dicesi per lo piadelle fruttecol guscio,quando

    sono in sull'albero. Lat. decutere-,perticaramos vulne-rare,Ovid. Gr. .v:c"jzk^at.Da (Axj (Kataca),prehensam

    rem, arreptamque traxit.

    ACC AFFARE. Strappardi mano; tor con violenza. Lat.

    arripere,extorquere, eripere.Gr. y-cczalay-^viu,x.ocroc-

    IJLc/p'^cci.Da t;^i=3 (cafata),attraxit ad se.ACCIACCARE. Ammaccare, soppestare , pestar grossa-mente.

    Lat. atterere, tundere. Gr. iraz^i^nv.Dal verbosordo

    ^ (sciakka),f-ditrem., lignum laceravit.ACCIACCO. Atto oltraggioso,soperchieria.Lat. injuria,

    coTitumelia.Gr.v^ptq.Dal verbo quiescenteLC (sciac),questusfait,che nella quarta coniugazioneLX^f (ascc),secondo i canoni generalidelle coniugazioniarabe, for-mando

    dagliassoluti i transitivi,significaeffecitut

    quereretur, conseguenza propriadell'oltraggio.ADAGIARE. I. Neut. pass. Prendere i suoi agi e comodi.

    Dal verbo*^^ (dzagiaa),decubuit in latere. II. Trat-tenersi,

    fareadagio,baloccarsi. Lat. cunctari. Gr. uil-leiv. Pu derivare dal verbo sordo _^ (daggia),leniterincessit.

  • (10)AFA. Un certo affanno,die per gravezza (Varia,o sover-chio

    caldoy pare, che renda difficilela respirazione.Da

    tjf(f),noxa, corriiptela,damniun. Deriva dal verl)ocoppiamciitcimperfettotjlf(afa),'nooca affecit

    ,

    laesit.

    AFFANNO. ^/^tf,yc/rt.Lat. anhelitus,anhelatio. Gr. izvoc.Per me taf.Afflizione,tormento

    ,fastidio. Dal verbo sordo

    (j(affa),moerore, ve l angore, pressus, motus dixit ^jl(af)uf,phj,vah,verbo che ha per derivato (^if(afafon),angor animi. Le due radici (_^\ed ^j\hanno suono esignificatoabbastanza somiglianteda potersiconvenevol-mente

    ancora scambiare le due soprarrecateetimologie.AG A. Dignitmilitare presso i turchi,che equivalea ca-pitano

    o comandante. Titolo dato altre volte al capodei Giannizzeri. Non nel vocabolario della Crusca.

    Dalla voce turca li.f(ag),dominus.AGGIO. Quel vantaggio,che si d, o riceve per aggiusta-mento

    della valuta d'una moneta, a quellad'un altra^

    ovvero per barattare la moneta peggiorecolla migliore.Da js^](agron,colla g dolce)merces, praemium. Dallaradice ^a^.!(agiara),mercedem dedit,rependit.

    AGGUATO. Aguato,insidia,inganno.Lat. insidiae,falla-" eia, technae. Gr. ivdpoc.Dicesi anche di un luogo na-scosto

    onde tendere insidie. Dall'articolo Jf |(al)e dalverbo concavo Ll (gtha),intravit,et latuit.

    AGUZZINO. Colui,che ha in custodia glischiavi. Lat.celeustes. Gr. xe^ao-ri^.Adoperasipi comunemente perdesignarecolui che esercita il vilissimo impiegodi bat-tere

    i rei,

    e si dice ancora di ogni uomo malvagioe bestiale. Dall'articolo J[ (al)e da jLxi(gzen)miles,essendo pi ragionevoleil credere che tale officio ve-nisse

    dato a soldati gentidi lor natura feroci (almenoun temj)o),che il farlo derivare secondo altri,da^jjj(nazr)ministro. (Vedivisir).

  • ALABARDA. Sorta (farine in asta. Lat. alabarda. Dall'ar-ticolo Jf e da iujA (liliarbat),/tasta revis,pugio cic-spisvehastilis latior.

    ALBAGIA. Boria. Dall'articolo Jf e dalla radice^j (bk-

    zagia)gloriatiisfuit.ALBICOCCO. Frutto noto, i cui pomi si dicono albicoc-che.

    Lat. prunus armeniaca. Gr. imlog ou.z'jiav.-r\.Dettoanche {Davanzati, Coltivazione toscana. Firenze 1638,pag. I7i)albercocco,e dal volgobriccocolo. Dall'arti-colo

    Jf e da K3j^y(berkk),che ha in arabo lo stessosignificato.

    ALCADE. Ministro o giudiceche ha vari officinella Spa-gna.Non nel vocabolario della Crusca. Dall'articolo

    Jf e da jcU (kdzcn),judex: participiodel verbo quie-scente^^5 (kdza),decrevit,sanxit,determinavit,prae-

    destinavit. Gli spagnuolied i portoghesidicono alcalde,il che farebbe

    supporre la provenienzadi questa vocedal solito articolo e dal participioajU" (kjd)guber-nator, praefectus

    ,

    che deriva dal verbo concavo l's

    (kda)rexit, gubernavit,etimologiaseguitadal P. Fr.loo de Sousa {P^estigiosda lingoaarabica em Portu-gal,Lisboa, 1830, pag. 26).Per altro il sig.Pihan {Glos-saire des mots francaistire'sde l'arabe , du persan etdu ture. Paris 1847, pag. 24)rigettacon ragionequestaetimologia,attribuendola invece alla voce ca'dgoverna-tore

    (1.e. pag. 73).Non essendo per altro quest'ultimavoce passata nella nostra lingua,ritengoesser compreseambedue sotto la stessa denominazione di alcade

    ,

    e

    perciconvenirsi a questa l'una e l'altra etimologia.ALCALI. Nome genericodi alcuni corpicontenenti gran

    quantit di ossigenoe d'idrogeno,la cui propriet

    particolarmentedi cangiarei colori vegetabili,ed hanno

    grandissimaaffjiitcogliacidi. Non nel vocabolario

  • (12)tlclla Crusca. Dal consueto articolo e da J^5(kelj),ci-neres^ qui ex salicornia similihiisvecombustis herhisconp-ciiiiitiir. Siccome dalle ceneri di tal piantasi tracun sale che fermenta cogliacidi e li attuta, cosi dassiil nome di alcali a tutti i sali che produconoi me-desimi

    efifetti.

    ALCHERMES. Il vocabolario della Crusca non da altra de-finizione

    che la seguente : sorta di lattovaro. Significaper pi propriamentelo scarlatto,vermine che fa na-scere

    sulle fogliedi una speciedi quercia{cocciisha-phica)alcune galle,che portano lo stesso nome. Dall'ar-ticolo

    Jf e dalla voce yj (kermez)che vale il mede-simo.Noi chiamiamo volorarmente alchermes il rosolio

    rosso.

    ALCHIMIA. Arte del raffinare,alterare,e mescolare i me-talli.Lat. alchymia.Gr. -/yiizia..Parte della filosofiaer-metica,

    scienza che col decomporree raflnarc i metalli,pretendevadi farne la pietrafilosofale,metalli preziosi,e medicamenti atti a prolungarela vita umana ; artepienad'imposturae di sogni,dietro alla qualesi an-darono

    perdendonei secoli di mezzo uomini di moltavaglia,ma che per altro ha portatoindirettamente moltivantaggialla chimica. Dal noto articolo Jf e da U*a/^(chmj).Deriva dal verbo quiescente^.tJ (^cam),cela-\'it,essendo Valchimia nel numero dello scienze occulte.

    ALCOOL. Polvere fiiissmaed impalpabile,pj^eparataconantimonio ed altri minerali, della qualesi servono inOriente per le malattie degliocchi,e per tignerele so-pracciglie. Oggisi d per analogiail nome di alcool allospiritodi vino reso sottilissimo con ripetutedistillazio-ni.

    Non nel vocabolario della Crusca. Deriva questavoce dal solito articolo Jt e da J^J^ (cohhl)colljrium,"nome di azione del verl)o J^/^(cahhala),f7/et7Ycollyrio,

  • (13)non gi secondo altri dal vciIjo sordo Ji (kalla),paic-cus fiiit^come prova ancora l'ortografiafrancese in al-COHOL, che ha conservato la h radicale.

    ALCORANO. Libro contenente le leggidi Maometto. For-masidal noto articolo Jl e da yf^3(korn).Deriva dal

    veLo hamzato \j3 (karaa)legit,e vale a dire lettura pereccellenza,siccome noi chiamiamo le sagre carte Bibbia,oScrittura,ad imitazione degliEbrei che la 4icono^TOQ(macr)lettura. Ne a ci pose mente Gherardo GiovanniVossio, che volle far derivare questa paroladal Greco,prelissol'arabo articolo,poicholtre alla evidenza dellaoriginesoprarrecata,chiaramente dice Maometto nellesure 28 e 39 dell'alcorano di scriverlo in linguaarabapura e chiara,onde non credibile , come giudiosa-mentc osserva il De Sousa [Vestigiosda lingoaarabicaem Portugal,Madrid 1830, pag. 32),ch'egliprendessedalgreco la prima paroladel suo libro,ch' il titolodel-l'opera

    sua. Dividesi in 36 sezioni,e queste in 114 ca-pitolie 66G6 versetti.

    ALCOVA. Speciedi vlta die trovasi in alcune camere,sotto la qualeordinariamente si riponeil letto. Non nel vocabolario della Crusca. Dal' articolo Jf e da u'

    (kohbat),fornix,concameratum opus, che deriva dalverbo sordo l^"(kabba),che nella seconda coniugazionesignilica,forniceinstruxit.

    ALGEBRA. Scienza,la qualeinsegnaa calcolare le quan-titd'ognisorta, rappresentandolecon segniuniversali,

    Lat. algebra.Gr. \oyicrxiY:f\.Dal solito articolo e da^a^

    (giabr),coniunctio plurium partium separatarum , utexhis unum fiat,nome, d'azione del vcrbo^/.^.(giabara),rehgavit,consolidavit,integritatireddidit fractum (os)rcstauratus fuit,e si dice propriamentedelle ossa: ondey^^ (gibcr)vale presso gliarabi cerusico, cio colui

  • (14)^

    che ricomponele ossa rotte; perciche la parolaal-gebravenne usata nel medio evo anche in latino,in

    italiano ed in francese nel medesimo significato,facen-donechiara prova alcuni esempirecati dal sig.Libri

    {Histoiredes sciences inathmatiquesen Italie. Tomeseconda,pag. 79, 80 e 50g); poinoto abbastanza che lavoce algebrista ancora adoperatain senso di ceru-sico

    nella Spagna e nel Portogallo.Dunque il nome di

    algebraadoperatodagliarabi matematici,sebbene oggidi SI esteso significato,pure in origineassai ristretto,altro non dove significareda principioche restaura-zione

    di pifrazioniad un intero, o riduzione dellepartial tutto. In fatti,come ci avverte il P. D. PietroCossali [Origine,trasportoin Italia,primiprogressiinessa delV Algebra

    ,

    Dalla reale tipografiaParmense

    797-99, T. I, cap. II,pag. 25),di gran lunga andrebbeerrato chi sujiponesse aver l'algebrada principioavutoquell'estesosignificatoche ha al presente:Algebranonera che il nome del primodei sette capitoliin che di-vide

    vasi questa scienza,menzionati nel seguente passodi Francesco Ghaigai(Pratica d'arithmetica,Firenze1548, car. 71, lib. X) : cosi comincia el testo dell'Aga- bar Arabico nella regoladel Geber, qualenoi diciamo)) Arcibra,et secondo ditto Guglielmoimporta7 nomi, cio Geber, Elmclchel,Elchal,Elchelif,Elfazial,Di-

    fareburam, Eltermen . Chi consideri la retta orto-grafiadei due primidover essere giabr

    ,

    ed almokd-

    balat (Vedipiioltre alla voce almucabala)comprender,di leggieriquanto siano alterate e corrotte le voci testeriportate,e quanto per conseguenza sia difficileil rin-tracciarne

    la vera radice,

    massime chi non al tutto

    estraneo all'arabo linguaggiosa per prova quanto riescamalai^evoleil solo cercare ne'dizionari un termine sotto

  • (15)la propriaratUce;pure, onde non lasciare incompletoil

    presente articolo,sembrami cadere in acconcio di ten-tarne

    l'etimologia,dando a confronto di ciascuno di talitermini,meno il penultimotroppo mutilato da potersiragionevolmenterestituire,la voce araba che piise gliaccosti in pronunzia,col suo rispettivosignificato,nelmodo seguente : i. Gebr da ^xa. (giabr)restaurazione;2." Elmelchel da xJLUuJf (almokbalat)la opposizione;3." Elchal da J.iJ[(aikallu)la diminuzione; 4." Elchelifda (jvUil(alchelf)il contrario, Vopposto;5." Elfazialda J_^iJl(alfadzl)Vaumento; 6. Eltermen da piA-if(aldarm)la equazione.Non avendo per altro potutorintracciare altro significatodelle anzidette voci, sot-topongo

    le mie investigazionial giudiziodei peritinellastoria delle scienze.

    Nei trattati di matematica arabi che sono giuntifino anoi la parolaalgebra generalmenteaccompagnata dal-l'altra

    almokbalat, cio restaurazione ed opposizio-ne,significatiaffatto confusi e traspostidal Montucla

    {Histoiredes mathmatiques,

    Par. II, lib. I, art. IX),dicendo : aljabarv almucabala

    ,

    ce qui cn langue)" arabe signifieoppositionet restitution,des deux. raci-)) nes Gebera (opposuit)et Cabala (restituit). InfattixJLliuJj^jaI(algiabru 'Imokbalat)sono intitolati itrattati di Mohammcd ben Musa al-Chowaremzi (o diKhowarezm),pubblicatoe tradotto dal sig.Roscn (Lon-don

    1851);di Abou Bekr ben Alliacan Alkarkhi,di cuiun estratto fu pubblicatodal sig.AVoepckc(Paris1853),ed i quattro seguenticitati dal sig.d'Herbelot {Biblio-thqueorientale,Paris 1697, pag. 3G5),del qualeman-tengo

    l'ortografia,cio: l." Argiouzahfilgebrual moca-belali,poema composto di emistici sull'algebra,di F^bnJassin;2." Bedi fd gebrual mocabelah, le maraviglie

  • (16)dell'algebra,di Faklircddin al Adhir;3.Estecsa {ilgebrual Jiocabelah

    ,o l'ultimo sforzo dello spiritoumano

    sull'algebra,di Ebii al Hareth al-Kliovarezmi;4. Ossoulal gebrual mocabelah^o i fondamenti ed i princijjiidel-l'algebra,

    di Ambari.

    L'Algebrapoi e l'Almucabala sono comprese sotto la de-nominazione

    generaledi c_jL^iI1^ (lmu'lhhesb)^c/e?izrtdel computo. E qui da osservare che, non avendo gliarabi parolecomposte, non esprimonogiammaii nomidelle scienze mediante una sola parolaall'uso de'grecie de'romani, ma in quellavece prepongono ilsostantivo

    (lm)scienza,col qualificativopiesprimenterela-tivoalla scienza medesima; cosi essi chiamano a cagion

    d'esempio*j^JfJl(lmu'longim)o scienza degliastril'astronomia,e cosi delle altre scienze.

    ALGORISMO. Lo stesso che Aritmetica^ e Abbaco, ma che

    comprendepia che la volgareAritmetica. Molti etimo-logistifanno derivare questa voce dal greco apt^^o's,

    ma dagliesempiseguentiappar chiaramente doverlesidare originearaba. L'illustre sig.Rcinaud in una suamemoria intitolata: Mmoire gographique,liistoriqueet scientip.quesur V Inde.,antrieurement au milieu duXP siede de Vere clirtienne,d'aprsles crivains ara-bes, persans et chinois;parM. Reinaud {Mmoiresder Institut National de France

    ,

    acadmie des Inscri-

    ptionset Belles-Lettres .Tome dijc-huitime. Paris d^n-

    primerienationale, m dccc xlix , pag. 303-304 ) cosi si

    esprime: (c Je me permettraiici une conje'cture:Dans les traites latins du moyen ge,le nouveau systbme de numeration est designpar la denomination A'Al- gorismuson Algorithmus.D'un autre cote les mots Algorismuset Alkhorismus servent a designerun ecrivain arabe surnomme Al-Kharizrny ou le Kliariz-

  • ( 18 )della scienza de'numeri : l'uno Mohammed ben Musay

    e l'altro Ebn al Hareth {D"Herbelot,BihUothqueorien-tale.Paris 1697, pag. 3G5.- Vedi sopra, articoloalgebra),e che del primosolamente si diffusero in occidente delletradnzioni latine

    ,

    che possono aver popolarizzitofranoi il nome di Alg^orismo: una di queste traduzioni,della qualesi conoscono undici esemplarimanoscritti,fu pubblicatadal sig,GuglielmoLibri {HistoiredesSciences inathmatiquesen Italie,depuisla renaissancedes lettresjiLsqula jnda dix-septimesiede,Paris1S38, Tome premier);l'altra trovasi indicata in un'ope-ra

    stampata di Adriano van Rooraen ( Adrianus lo-manus ) intitolata : In Mahumedis Arabis AlgehramProlegomena,di cui noto un solo esemplareposse-duto

    dalla biblioteca pubblicadi Donai, ivi leggendosi(pag.8,lin.3-6): Opus vero ejns(ciodi Mohammed ben Musa) ex arabico in latinum transtulit Roberlus Ge- strensis in civitate Secobiensi anno 1183. est in Bi-

    bliothec me manuscriptumex liberalitte D. Thad- daei Hagecii. Di quest'ultimatraduzione non ci noto verun esemplare,n stampato ne manoscritto. Mo-hammed

    ben Busa, nativo di Kharizm o CJiovarezm nel

    Turkestan occidentale,fiorsotto Al-Mamun, settimo ca-liffo

    degliAbassidi,cio nel principiodel IX secolo del-l'eraci'istiana.Il testo arabo del suo Compendiod'al-gebrae di ahnucabala fu pubblicato,accompagnato da

    una traduzione inglese,dal sig.Federico Rosen {London1831 ). La parte geometrica, che nel testo arabo emanca nella traduzione latina,trovasi pubblicatain fran-cese

    con note dal signorAristide Marre nei NouvellesAnnales de mathmatiquespar MM. Terquem et Ge-rono {Tome cinquime,Paris 1846, pag. 357-381),e duepassidell'operamedesima furono tradotti in inglesee

  • (i9)|)ul)blicalidal ColeLiooke, nella sua opera intitolata:Algebra w^iti Aritlunetic and mensuration. Front thesanscrit ofBrahmeguptaand Bhascara [London ^i,pag. Ixxv-lxxxix).Da ultimo il eli. sig.principeBon-compagni,in un codice della Biblioteca dell'Universitdi Cambridge,contrassegnato//. e. 5. (car.102 recto -109 verso),scoperse un' opera finora sconosciuta dellostesso Mohammed ben Musa, intitolata : Algoritmidenumero Indorum, opera ch'eglipubblicsotto il titolodi Trattati d'aritmetica pubblicatida Baldassarre Bon-compagni socio ordinario dell'accademia pofitificiade*nuovi Lincei,e socio corrispondentedell'accademia rea-le

    delle scienze di Torino, della reale accademia dellescienze di Napoli,e della pontificiaaccademia dellescienze dell'Istitutodi Bologna. /.Algoritmide numeroIndorum. Roma, Tipografadelle scienze fsichee ma-tematiche,

    In via Lata Ji." 2H. 1857. Che questo trattato

    sia di Mohammed ben Musa rilevasi primieramentedalleparoleDixit algoritmi,colle qualiil trattato comincia,e che trovansi ripetutenel contesto dello scritto,quindidal leggersinel trattato medesimo (pag.2, lin. 3-6): Et)) iam patefeciin libro algebreet almucabalah,idest restaurationis et oppositionis,qiiodiiniversus nume-)) rus sit compositus,et quod universus numerus com-)) ponatur super unum. Infatti a niun altro libro puessere qui fatta allusione,se non al Compendiomen-zionato

    di sopra e pubblicatodal sig.Rosen, ivi leg-gendosi: I also observed that every number is com-

    )) posed of units,and that any number may be divided into units [Rosen,TJie algebraofMohammed benMusa, Loulon I83i, pag. 5, lin. 7-8. - Genocchi, biblio-grafia.

    Estratto,])ag.2).Che poiincominci la traduzio-necolleparoleDixit algoritmi,non osta che il trattalo

  • (2a)su cui essa fu fatta fosse completo,essendo noto che

    spesso soglionogliarabi incominciare i loro trattati collaparolaJU {disseed anche dice),seguitadal nome del-l'autore;

    ne unico esempio iltrovarsi quiil solo nomepatronimicodell'autore,occorrendo altrettanto ogniqual-volta

    trovisi a cagiond'esempionelle traduzioni latinela sola parolaAlfragaiio,per indicare Ahmed ben Mo-hamraed ben Ketsr, che, com' noto, fu chiamato Al-

    fragano,perchnato a Ferganahcittk della Sogdiana;adunqueper l'istessacagionepotr ragionevolmentean-che

    Mohammed ben Musa essere stato designatocol solonome di Algoritmio rigorismi(corruzionedi Al-Kho-uarezini) p^erchnativo di Khovarezm, e potr altres

    per antonomasia, o per qualsivogliaaltra ragioneesserestato dato ilnome di lui alla scienza ch'egliha trattato.

    ALLISCIARE, v. lisciare.

    AL^IANACCO. Efemeride,che un libro,che coJitiene lecostituzioni de'pianetigiornoper giorno.Lat. ephenie-ris,kalendarium. Gr. emiJLepig.Cos\ il vocabolario della

    Crusca; ma generalmenteognialmanacco, oltre al sem-plicecalendario,contiene ancora dei discorsi astrono-mici,dei prognosticisulla influenza de'pianeti

    ,

    sulle

    variazioni de'tempi,sulle raccolte,e molte altre notizie

    geografiche,statistiche,ecc. Varie sono le opinioniin-tornoall'originedi questa voce: alcuni la fanno derivare

    dal verbo A^ (mknahha),doncwit, altri,fra i qualiDeSousa {/estigiosda lingoaarabica em Portugal,p.53),dal verbo quiescente^y.A" (man),certa quantitate,cer-toque modo dep.nivit.A preferenzadell'una e dell'altraetimologiasi potrebbesostenere con maggior solidit

    l'opinionedi un filologomoderno, ilqualefa derivare

    questo vocabolo dal fenicio mn3D^S (Elmenahhot),com-postoda ^N (El)Saturno, dio de'fenici,e da mn3D

  • (21)(menaliliot),doni, e vorrcLbe dire dio dei doni, dellesorti,ecc. I fenici hanno tramandato un'infinitadi vo-caboli

    all'Italia.

    ALIMtRANTE. v. ammiraglio.

    ALMUCABALA. Questa voce non registratanel voca-bolariodella Crusca. Pertanto siccome ella non voce

    nuova, e percha cagionedei maravigliosiprogressi,che merc le indefesse cure d'illustrieruditi,ha fatto

    in questo secolo la storia delle matematiche , avviene

    ben spesso ch'ella sia menzionata, cosi mi sia lecito l'es-

    porne qui appresso l'uso,la etimologiaed ilsignificato.Il eh. sig.principeBoncompagninella sua opera inti-tolata:

    Della vita e delle opere di Gherardo Cremonese

    traduttore del secolo duodecimo e di Gherardo da Sa-

    hionetta astronomo del secolo decimoterzo. Notizie rac-colte

    da Baldassarre Boncompagni.DagliAtti delV ac-cademiapontificiade'Nuovi Lincei Anno If^. - Sessio-ne

    VII del il giugno 1851. Roma 1851. Tipograp.adelleBelle Arti piazzaPoli n. 91, dopo aver pubblicatoperintero (pag.28-5i)uno scritto che ha per titolo: Incipit liber qui secundum arabcs vocatur algebraet almu- cabala, et apud nos liber restaurationis nominatur, et fuit translatus a magistroGherardo cremonense in toleto de arabico in latinura )"

    ,

    e che contenuto

    nelle carte 72 recto a 76 verso del codice Va ticanOjU."4606,a pag. 53 dell'operamedesima riportailseguente titolodi una traduzione italiana del suddetto trattato, da lui

    rinvenuta nel codice Vaticano Urbinate n. 291: Incipit)) libro lo qualesgondoglarabisi chiama algiebrae") alraucabala,e sigondonostro volgaresi chiama libroi) di restorassione,cfuc trasslatato da maestro gherardo cremonese in tolletta di arabo in latino. E ci basti

    per provare l'uso non recente in linguaitaliana della

  • (22 )parolaalmucahala. Questa voce pertanto 1' infinitodella terza coniugazioneJljU(kabala)della radice Jl".5(kabala),premessoviil solito articolo Jf

    ,

    e significaop-posizione;non per nel senso ligorosodi questa pa-rola,

    ma piuttostonel senso di paragone o confron-to.Infatti il Freytag{Lexicon Arabico- Latinum ecc.

    Halis Saxonum, apiidC. A. Schwetschke et p.liumMDCCCxxx-MDCccxxxvii; quattro tomi, in-4.,tomus ter-

    tius,pag. 395, col. 1, lin. 26-27)cosi si esprime: xjIL Oppositio.jJLU^ Corara. Kam.; Comparatio;colla-tio. )) E da avvertire che l'unico modo di rendere ap-prossimativamente

    co' nostri caratteri la retta pronun-ziadi tale parolasi scrivendola: al-mokdhalat

    ^e tra-ducendola:

    //confronto,o ilparagone, ovvero la com-parazione; poichse oppositioin latino equivalean-che

    ai suddetti significati,

    la parolaitaliana opposi-zionenon sembra accordarvisi perfettamente.Ne la pa-rola

    oppositiofu la sola in latino adoperataa rappre-sentareilvalore di al-mokdhalat o alnincahala. Nell'in-troduzione

    al decimoquartocapitolodel Liber Ahhacidi Leonardo Pisano {Scrittidi Leonardo Pisano mate-matico

    del secolo decimoterzo pubblicatida Baldassar-reBoncompagnisocio ordinario dell'accademia pontip.-

    cia delSuovi Lincei,e socio corrispondentedelV accade-miareale delle scienze di Torino, della reale accademia

    delle scienze di Napoli,e della pontificiaaccadeniadelle scienze dell'Istituto di Bologna,l^olume I. {Leo-nardi

    Pisani-

    Liber Abbaci).Roma Tipografiadellescienze matematiche e fisiche

    ,

    Pia Lata,

    7t." 2H, 1857

    pag. 353, lin. 2-5)si legge: ad has quidemultimas duas diffinitiones reducuntur omnes questionestiones{sic), que sunt in aliebra almuchabala,scilicet in libro con- templionis,et solidationis: denique,bis terminatis.

  • ( 23 )j) hoc captulumin qiiiuquepartes clivclatur. E dacredere che in questo passo del suddetto Liher Ahhnci

    Leonardo Pisano abhia scritto contentionis, e che posciaper errore di copistisia stata sostituita nel passo mc-"lesimo a questa parolala parolacontemptionis9 giac-che

    uno dei significatidella parolacontentio para-gone^confronto{mtonioBazzarni,P^ocabolario uni-versalelatino-italiano e italiano-latino. Opera riK^eduta

    per cura delcav, T. Vallauri. Volume primo ^ Latino-Italiano. Torino^cuginiPomha e comp. 1850, pag. 225,col. 2, lin. 88-92, voce contentio).

    ALO. Erba amarissima, il cui sugo medicinale. Lat.aloe. Gr. oHcn. Da g^J(aluat),che suona il medesimo.

    AMARRA. Fune con cui si leganoi bastimenti a terra,

    senzancora. Non nel vocabolario della Crusca. Da

    ^x (marron)funis,che deriva da y"\(amarra),quartaconiugazionedel verbo sordo j* (marra),e significaflr-miter torsit funem.

    AMBASCL\T0RE. Propriamentequegli^,che porta V am-basciatadi signori,o di repubbliche.Lat, nuncius, le-

    gatus. Gr. ayy.cc,opetr^vg.Il Golio lo fa derivare dazjijLi(bescirat)laetus nuntius. Si potrebbeanche farderivare da t"""jf(enbasa),settima coniugazionedellaradice

    t"-J (bkasa),misit.AMBRA. Materia di preziosissimoodore, che si trova nel

    mare. Lat. jmbar,ambarum. Gr. u^ap.Da^*.**(anbar),che ha lo stesso significato.

    AM]\I1RAGL10. Titolo di capitanod'armate di mare. Lat.classis praefectus

    ,

    archithalassus.

    Gr. ^aka.zrdp-/oc,.No-mecomposto da ^^f (amr),imperator,princeps,dux,

    dall'articolo J[ e da^j (jamm) mare ; ^Jf^ a!(amiru

    'Ijamm),comandante del mare.AMULETO. Oggettosuperstiziosodi pietrao di altra so-

  • (24)Stanza., in cui erano incise alcune simbolicile p-gureecaratteri^esi portava appeso al collo contro i veleni,le

    disgrazie ed il mal occhio. Non nel vocabolario della

    Crusca. Da *J^^a.(hharalat),del verbo JU^ (hbamala),portavit.

    kW[)kKY.. Muoversi da luogoa luogo,camminare, propriodeglianimali, che hanno i piedi;contrario di stare.Lat. ire,incedere,gradi,proficisci,se conferre.QiY.li'jai.Sebbene si faccia comunemente derivare dal latino ante

    ire, pure non improbabileclie derivi dal verbo ai^f(knada),quarta coniugazionedel verbo cXx (nada),rtZ^^.

    ANEMONE. Sorta di florerosso bellissimo,che nasce daradice tubercolosa,e che i poetifinseronato del san-gue

    di Adone. Non nel vocabolario della Crusca. Ben-ch

    il greco abbia vi/.)vn,contuttoci voce araba,e deriva dal solito articolo Jf e da qI-^j(naamn),san-guis,in graziadel suo colore. Fu anche il nome di unre deirirac,figliodi Almondsir, onde qUaj (naamn)vennero detti anche i suoi successori.

    APPICCARE. Attaccare, unire, congiungereVuna cosaair altra,o colV altra. Lat. jungere, aptare. Gr. ?K^cuy.o'k-/av. Dal verbo

    ^a (abeka),adhaesit,aj^ocus,commo-ratus fuit.

    ARANCIO. Melarancio. Lat. malus aurantia. Gr. m^c.-0|U7)v.Noto frutto,detto av\c\\cportogallo, perchla picomune variet dell'arancio detta di Portogallo.Da

    j^Jj(nrangion),e questo dal persianoAJ^Lj(nreng),onde i grecimoderni han fatto -jt^vxlie glispagnuolinaranja. Per altro la parolamelarancio deriva da ma-lum arantium, nome latino di questo frutto.

    ARCHIBUGIO. Strumento da ferire,simile all'artiglieria,ma di ferro,e maneggiabileda un uomo solo. Dice ilMenagio: Da arco e da bugio;j)oichtien luogodi ar-

  • ( 20 )AIxROBA. Misura usata nella Spagna e nel Portogallo,citeequwalea 25 libre spagnuole-,ossia libre 31 ~ delle no-stre;

    se adoperataper misura di liquidicorrispondecirca al nostro mezzo barile. Non nel vocabolario

    della Crusca. Dall'articoloJf e da ^t) (rob),che signi-ficaancora quarta pars rei,quadrans,poichconte-nevala quarta parte di un XaJj (uaibat),altra misura

    contenente 22 o 24 moggia[Abd-Allatif,Relation deVEgjpte,pag. 152 e seg.)

    ARSENALE. Luogo dove sifabbricanoi natili,e ognistru-mentoda guerra navale. Lat. navale. Gr. vavaa^-fxi.

    Da jb (dar)locus ubi plurasunt aedificia,locus habi-tatus, atrium domus, habitaculum,aedijiciaet atrium.Derivasi dal verbo concavo jb (dar)circumivit,gjrumegit,conversus fuit^G.da 'i.sX.k^(shanat),artificium,opusartisjderivante dal verbo

    ^-^ (shanaa)fecit,confecit;onde suonerebbe ddr shanddt, casa della fabbricazione

    ,

    ossia opificio.La voce arzan, usata da Dante in questostesso senso {Inferno,21, 7)dicendo: Quale nell'arzana)) de Viniziani Bolle l'inverno la tenace pece , si ac-costa

    pi all'originearaba,ed spiegatadall' anticocommentatore di Dante, detto da molti Vantico ilbuono

    ed anche Vottimo, creduto da Lionardo Salviati (l'In-farinato)essere Messer Iacopodella Lana cittadino Bo-lognese,nel modo seguente:^t Esemplificaquestabolgia

    )" un luogodella citta di Venezia detto l'Arzana,nel)) qualediverse e varie fabbricazioni e operazionisi)) fanno per li maestri e artefici,che quivistanno a racconciare i navilii

    .

    poicostume degliarabi di

    preporre il sostantivo jb a vari nomi di luoghi,comejjeres. ^iJiJf^b (dru'lthaam)o casa del cibo ilgranaio,^l^Jfjb (dru'Isalm)o casa della salute ilparadiso,cilijfj\^ {ddruImolchi)o casa del re la reggia,edaltri.

  • (27)ASSASSINO. Che assassina, scherano. Lat. crassator, la-tro.

    Gr. IciTiodvx-ng.Varie sono le opinionideglietimo-logistiintorno all'originedi questa voce, intorno alla

    qualescrissero fra glialtri Falconet,Carpentier,Reiske,i due Assemani, Silvestre de Sacy,De Sousa,ed il Mo-

    niteur, anno 1809, n/ 210 e 359. Alcuni,fra i qualil'ab-batedi Marigninella sua Storia degliarabi (Tom, IV,

    pag. 158),la fanno derivare dagliAssassini popolidellaPersia,e che si credono originaridai Caramati,dinastiache dur 171 anni

    ,

    di cui fu primo sovrano HosseinSabah,da cui presero il nome di Assassini.Questipo-poli

    obbedivano ciecamente al loro capo, e furono in-festissimi

    ai cristiani,e commisero molti assassinamenti,fra i qualisono i pi celebri sono quellodel marchese diMonferrato,di Corrado imperatore,del Conte Raimondo edi Odoardo fratello di Enrico III re d'Inghilterra.Questaetimologiaparraipi ragionevoledi quellaaddotta dalPihan {Glossairedes mots francaistirs de V arabe, da

    persan e da tare, p. 43),che fa derivare questa voce da

    jLls.(hhasciscion), venditore o consamatore di ^ji^/yi^(hhascscion),sorta di erba,dei granie delle fogliedella

    qualefanno uso immoderato tali briganti.Per altro ,se vuoisi ricorrere al puro senso della parolae darle

    una etimologiapi omofona, crederei megliofarla de-rivareda i^A,L^(asssna),caso obbliquodel plurale

    mascolino di j_^L^x:(assson),t^/g-//Aioc^i^rm^^, derivatodel verbo sordo

    ^jc (ssa),circamivit,ohivit noeta, cu-*^0fi?/e7zr/ic"2t^6^rt,essendo propriodegliassassini il vigi-lare

    e stare in agguato, per sorprenderei passeggeri,ochiunquealtro destinato ad esser loro vittima.

    ASSEDIO. L'assediare. Lat. obsidio,obsessio. Gr. -nohopya..Comunque sia da ritenersi che questa voce provengadal latino obsidio,gioverl'osservare trovarsi nell'arabo

  • (28)a*J(che,essendo il

    ^_^

    lettera solare,dopo l'articoloJlpronunciasiassaddon),nome di azione del verho a*,(sadda),ohstriixit viam.

    ASTIO. Asciio i^nvidia. Lat. invidia. Gr. (s^Qvoq.Da ji^a(liliasad),che deriva dal verbo a^^ (lihasada),invidit,cambiato il d in t, come accade spesso.

    ATTACCARE. I. Appiccare.Lat. suspenderea^ptare. Gr.Trrstv. Dal verbo J"l\ (ettahhada),unitiis,vel adunatusfuit,ottava coniugazionedel verbo simile a^^ (uahliada),unicus et incoinparahilisfiiit.IL Attaccare la zuffa.,la battaglia,la scaramuccia, o simili,vale lo stesso checominciarla, attaccarla. E da osservare che il verbocilxi (ataca)spiegasi:iteravit impetum in pugna.

    ATTILLATO. Acconcio, adorno, ben composto ~ Lat. ele-

    gans. Gr. (s^ikY.o.cc.Dicesi per lo pi degliabiti. DaiJtXi.(adalat),insti iabiti,cambiato il d in t.

    A VANI A. Imposizionerigorosa,che comunemente quel-la,che fannoi Turchi a'Franchi. E per similit.torto,

    ingiustizia.Lat. iniustitia. Gr.a(Jixia.Da f^\yb(haun),contemtus, vilitas.Deriva dal verbo concavo qLj(hna),vilis,contemnendus fuit.

    AZZANNARE. V. zanna.

    AZZARDO. In significatodi caso o sorte; dicesi anche del-l'accingersia perigliosaintrapresa.Non nel vocabo-lario

    della Crusca. Il Muratori Io fa derivare dal verbo

    sordo j-i5 (dzarra),nocuit, noxa affecit,laesit;per al-troilsig.Libri [Histoiredes sciences mathmatiques

    en Italie, Tom. II, pag. 188)riportaun passo di unantico comento di Dante, nel qualesi legge: Quat-)) tro non puote venire in tre dadi se non in uno mo-

    )) do, cio l'uno in due, e glialtri due ciascuno in)) asso; e per che questinumeri non possono venire se non in uno modo per volta,per schivare fastidio

  • (29)

    )" e per non aspcctare troppo, non sono compntall nello

    gioco, e sono appellati azari. Si vede chiaramente

    che la parola azari qui impiegata significapunti dif-ficili;

    per ci dacredere che derivi da

    ^-^^ ( aser )

    diffcilis,la di cui radice jm^. (sara)difficiUs,adver-

    sus fuit.AZZERUOLO. V. lazzeruolo.

    AZ Zie ARE. Muoversi.) ruticarsi, bucicarsi. Lat. loco mo-

    veri. Gr. y.ivz'i(j^oi. Dal vcrho sordo jjt (hazza), moviti

    quassit.AZZIMUTTO. Il vocabolario della Crusca dice solamente

    vocearaba. Azzimutto chiamasi quel cerchio verticale

    chesega 1' orizonte ad angoli retti, passando per gli

    zenit e nadir. L'azimutto magnetico un arco che serve

    amisurare la declinazione dell'ago mao^netico. Dall'ar-

    ticolo Jf (al), e dae"-^

    (samt), via qua quis incedit.

    In arabo pronunciasi assamt, essendo il^_^

    {siu) lettera

    solare. Ci stato accennato nella prefazione (Vedi so-pra,

    pag. e). Notisi l'affinifa che offre questa voce colla

    parola latina semita.

    AZZURRO, aggiunto di colore, alquanto pi pieno del ci-

    lestro, e che and te si dice Turchino. Lat. coeruleusy

    cjaneus. Gr. /.?odvzoq.Da ^j^ji (lazouard) cjanus; ondevenne

    dato ilnome

    di lapis lazzuli alla nota pietra di

    questo colore.

  • (30)

    B.

    BABBO. Padre; e dicesi per lo piada fanciulliancor bal-buzienti.Lat. pater. Gr. Trarvip.Gli arabi lianno il verbo

    qiiadrilitteroharazato LL (ba'baa).Dixit bab, i. e.pater infans.

    BABUSSE. V. PAPussE.

    BACCELLO. Guscio, nel quale e nascono, e crescoio igranellide'legumi}o detto assolutamente

    ,

    s' intende

    solo del gusciopieno delle favefresche.Lat. siliqua,vahulus, fabarum siliqua.Gr. xepTcv. Da ^3L (b-kell),detto anche JjL (bkelan)e ^XA.^ (bkelori),faba.

    BACUCCO. Arnese di panno, che serve per metterlo in

    capo a uno, per coprirgliilvolto;e ilmetterlo altrui in

    capo si dice Imbacuccare. In arabo ^^j {hachok),pan-nus, cuius extremitates duas puellasub mento colligat,ut velum jU^ ab oleo,oleum vero a pulveredefendat.

    BADARE. Indugiare,

    trattenersi. Lat. immorari,

    cun-

    ctari. Gr. Tipcfjy^ziv.Si porrebbederivare dal verbohamzato Ixj (bataa),constitit,substitit,oppure da juf(abada),^Z?5"tz^,perennavit;per altro noi l'adoperiamopi comunemente in senso di attendere,attentamenteconsiderare,por cura, ed a questo significatoviene insoccorso l'altra radice araba jju (badara), praevenit,praevenirestuduit, e che molto pi omofona col no-stro

    badare.

    BAGASCIA. Concubina, e talora vale anche bagascione.Lat. pellex,concubina, meretricula,cinaedus. Gr. -nal-luY.ri,ezalpa,Ticpvyi.DaLLj (bagj),meretrix, adultera.

    BAGATTELLA. Cosa frivolae vana e di poco pregio,che

    .

    diremmo anche chiappoleria.Lat. nugae, gerrae. Da

  • ( 31 )tjXLi(bottlialt),?mgae.l"evvndal verLo Jj(bathala),CI:he nella seconda coniugazionesignificairritimi,fru-straneiun fecit,aholevit.

    Bx\GLIORE. Subitano, e improwisosplendore,che abba-glia.Lat. fulgor.Gr. arpxri-n.Da jIj{haKigon),splen-dore,

    nome di azione,che deriva dal verbo ^1j(ba-lagia),nituit,fLilsitluxitque.

    BALCONE. Loggiao ringhierache sporge fuoridelle case.Il vocabolario della Crusca ne da soltanto la seguentedefinizione: da balco,finestra.Da *jLi!i!L(blclinah),nome composto da "^L (bia)elevata, e da *jL^ (ch-nali),domus {Pihan,Glossaire des mots francaistirsde Varabe,du persan et du ture. Paris 1847, pag. so).

    BALDACCHINO. Arnese, che si porta, o si tiene affissoso-prale cose sacre, e sopra i seggide'principi,e gran

    personaggiin segno d'onore j per lopiadiformaqua-dra,e di drappo,con drappelloni,o fregipendentiin-torno.

    Lat. mappula, pannus sericus , habylonicus.

    Dice l'abate AngeloMaria Salvini nc'suoi Discorsi ac-cademici(Voi.111. Firenze 1733, pag. 107): Da Bal-

    dacco fu detto Baldacchino,cio drappodi Babilo-)) nia,drappoturco . ifjj (Bagdad)che presso al-l'antica

    Babilonia,onde venne il nome di Baldacchinoa quell'arnese,che veggiamotuttod nelle chiese e nellesale dei principi,per essere originariamentericopertocon questo panno.

    BALSAMINO. Albero che fa il balsamo. Lat. xjlobalsa-mum. Gr. i-Ac^a.ltjo.iJ.cv.E indigenodell'Arabia,ed Vamjrisopobalsamunidi Linneo,e Yamjrisgileadensisdi Sprengel.Da o-i^-*-**-^-*(balsamn).Produce una so-stanza

    resinosa,che chiamiamo balsamo. L'uno e l'altradiconsi in arabo qL^JLj(balasn),che viene dal persiano^"^j(balsam),voce che adoperasinell'oriente altresper indicare qualunqueolio aromatico.

  • ( 32 )BALZANO. Dicesi de cavalli ec. quando,essendo d'altro

    mantello hanno i piesegnatidi bianco. Lat. albis ma-culisialhd macula. Pu derivare da JoL/j(bajdzon),

    albedo, candor, che provienedal verbo concavo joL(bdza),superavitalbedine. Il sig.Pihan fa derivarequesta voce da ^J.MJX(^be'lhhasan),composto da (-i cum,dall'articolo Jf e da (^m,s^ bellezza,ossia cavallo distinto

    di bellezza. Piuttosto deriva da xi|)JLj(balznat),com-postoda (^ (ba)contrazione di LI {dihk),pater, dall'ar-ticoloJ^ (al),e da i^])(znat),ornamentum, pulchritu-

    do, cio possessor di bellezza. Questa etimologia con-sentaneaa ffuelladata dal sig.Pihan quanto al signi-ficato,

    ma pi omofona quanto alla pronunzia.BANCO. Quellatavola, appresso alla qualeriseggonoigiudicia render ragione,i mercatanti a contar dana-ri,

    e a scriver loro conti, e i notai a scriver loro atti,

    e simili. Lat. abacus,

    tabula,

    mensa,

    tribunal. Gr.

    a|3a^.Da cAjj(uanc),nome di azione del verbo simile(AJj(uanaca),sedem fixit,habitavit.

    BANDA. Istriscia,e per lo pi s'intende di drappo.Lat.

    fasciola,taenia. Gr. xaivia. Da juj (band),voce d'ori-gine

    persiana,vexillum magnum, onde l'italiano ban-diera,

    perchformata d'una pezza di panno o di tela,dijjintevientro le impresede' capitani,e l'armi deglistati e de'principi.L'arabo cUj significaeziandio legiodecem millium, come noi diciamo pure banda un nu-mero

    o compagniadi soldati.HANDIERA. V. banda.

    BARACANE. Sorta di panno fattodi pelodi capra. Da

    qL=^j(h^vY^ckw),genus vestimenti nigri.BARDA, yirmadura di cuoio cotto, o di ferro,colla qual

    s'armava le groppe, il collo,el petto a cavalli,che

    percisi dicean bardati. Lat. phalerae.Gr. Imnmov.

  • (34)Crusca. Da 4JjXj(haduejjoa),campesfris,quiin campiset desertis r/f^g^^Y.Proviene dal verbo quiescenteftXj(l)ad),consedit^ liabitavit in campo, et campestrem duxit vi-tam. Di tutti gliarabi i Beduini sono quelliche parlanopi puramente la loro lingua.

    jEI. P'oce turca. Non nel vocabolario della Crusca. Datib (begli),dominus. Nome di dignitpresso i Turchi,e vale quanto governatore di una cittk.

    iENDA. Striscia,

    o fascia,die s'avvolgeal capo. Lat.vitta,taenia. Gr. -zy.'iviy.,oiaur,. Vedi banda.

    BERGAMOTTA (voceturca).Sorta di pera morbida e su-gosache si matura del mese d'ottobre. Dicesi ancora

    di una speciedi albero creduto un ibrido nato dal li-monee dall'arancio,che ])roducepiccolifrutti,dalla

    cui scorza odorosissima traesi il noto olio. Da tilj(begh),signore,ed y^^J(armud),pero , pero del Signore.

    P.ERICUOCOLE. V. albicocche.

    BETTOLA. Osteria dove si vende vino a minuto, ed al-quanto

    di camangiare. Lat. cauponula.Gr. xaTryiXov.Diminutivo italiano formato da

    t^_^j (bajt),domus, ciocasupola,al che ragionevoledi paragonare una betto-la.

    Altri il deriva dal tedesco httttX,povero, e bof, cor-tile.Credo per altro piiprobabilela primaetimologia.

    BEZOAR. Concrezione che si forma nelle vie digestivede-glianimali, che si adopera come antidoto. Non nel

    vocabolario della Crusca. In farmacia si d questo nome

    all'antimonio ossidato al massimo grado;ve ne ha divarie specie,secondo le diverse preparazioniche subisce.In arabo dicesi per contrazione j^j^.(bzahr)da jj"jVj(bdezahr),voce d'originepersiana,che provieneda ^Cj(bd),ventus e dj^lji)(zahr),venenum, ossmdissipatorveneni. Fr. Giovanni De Sousa ( P'estigiosda lingoaarabica, em Portngal.Lisboa 1S30, pag. 99) lo fa deri-

  • ( 35 )vare invece da ^-i (bad)in significalodi pietra;ed ili'ihan {Glossairedes mots fraiicais^ecc. pai^. go)da ^L(bd),presentatore.Ilo seguitoper altro l'opinionedelFreytag{Lexicon arabico-latiiium . Halis Saxonum

    ,

    1830, pag. 79. a).BICA. Quella massa di forma circolare n^on molto dis-simile

    dal pagliaioc^he si fa de^ covoni del grano ,quando mietuto. Lat. spicarumcongeries.Gr. qxol-yyov a(opcg.Da l'Li(Lkat),fasciculusolerum, e derivadal verbo concavo ^Aj (hka),cinxit

    ,

    circumdedit^

    sepsit.IMFFA. Bastone da livellare

    ^

    di cui si servono gliagri-mensoriponendoviin cima una tavoletta bianca.,od

    altro da potersiosservare a molta distanza. Non neivocabolario della Crusca. Non da hapha o hafa.,radiceimmaginatada alcuni etimologisti;bens dal verbo quie-sciente Lj (bag),adspexitc^ontemplatusfuit.,ohser-vavit. Credo che lo sbagliosia nato dalla grandeaffi-nit

    che passa tra la forma del (gain)e del cJ (f),allorch ciascuno di essi trovasi tra due lettere,pren-dendo

    allora il^questa forma A, ed il ^j quest'altrai.

    P"IZZi\RRlA. Astratto di lizzarro.,fierezza.Dicesi anchedi cosa che derivi da sottigliezza.,e vivacit di con-cetto,

    o d'invenzione. Da i,L^j(bascirat),pulchritudo,elegantiaformae.

    BIZZOCO. Bacchettone.,colui die ostenta la vita, spiri-tuale.Lat. religionisostentator. Gr. ilTio/iptr/?.Da ^ij

    (bazzacha),radice della seconda coniugazione,che signi-ficasuhmisit se., humiliavit se.

    BOCCALE, f^aso di terra cotta, per uso, e misura di vino,e di cose simili,di tenuta di mezzo fiasco.Lat. ba-tiocus. Gr. ^avY.lio-j.La voce greca ha molta affinitcolla nostra ; pure gioverosservare che 1'arabo haJL5J.J(bkl),amplioracarens ansa.

  • (36)BOIA. Carnefice,nanigoldo.Dicesi talora altrui per in-giuria.

    Lat. carnifejc.Gr. r,u.ioi.Da "^' (bajjon),honovilis et abiectus.

    BOLSO. Corpo soverchiamente pituitoso,o aggravato disoverchia pituita.Lat. dyspnoicus. Gr. $-j(7T.vc"iy.cq.Di-cesi

    comunemente del cavallo che respiracon difficolt.Da ^JJLj(baldsam),anteriore ac prominentiorpars pe-ctoris vel guttiirise^ique iiincta pars oesophagi,vel

    pars gutiuris,quae in equo extare et commoveri con-spicitur.

    BORDATO. Speciedi tela. Lat. pannus virgatus,virgisvariegatus. Gr. palSwTc,.Da js3^j(bordat),vestis nigraeet quadrataegenus.

    BORNUSSO. Cappucciooblungo,ed anche quahmque ve-stefornitadi cappuccio.Non nel vocabolario della

    Crusca. Da (j^y. (bornos),pileusoblongus,apex quoinitio Islamismi monacid utebantur operimentumfacieiet capiiis; vel omnis vestis eiusmodi capitioinstructa.

    BORRACE. Materia, che si trova nelle miniere delVoro,

    dell'argento,e del rame. Lat. chrjsocolla. Gr. y.pva-y.c/j.x, e pi propriamentesale composto d'acido boricoe di soda. Da \3jj-i(bkurak),e (juestodal persianotj^j(brah),nitrum.

    BORRAGINE. Erba nota. Lat. buglossum,borrago.Gr.

    j3cuyXco(7o-cv. un genere di piantedella pentandriamo-noginia,ottima da mangiare.Da ^\ (ab)paterno xis^Lj{s\\disc\\\\\)

    ,

    sudoris.

    Ci denota la virt sudorifera di

    questa pianta.BORRICO. Animale fantasticomenzionato nelV Alcorano,

    non dissimile da un mulo, die credono trasportasseMaometto da Gerusalemme in cielo nella notte chiama-ta

    Jj-*-^^-^:^-^(lajlatu'1raaragi),o notte delV ascensione .]\on nel vocabolario della Crusca. Da ?^\ji(bork),

  • (37)clic deriva da o" (baraka),/a/.7,micuit, splemiiii.Credesi aver ricevuto tal nome per la sua bianchezza e

    splendore.Oggid\nel Cairo si dice comunemente ,3Jj_j(brik)d'ognisorta d'asino. Spagn. barrico.

    BOTTARGA. Preparazionefattacolle uoi'a di pesce sec-cateal sole. Non nel vocabolario della Crusca. Da

    a^jki(botharcbat),che ha lo stesso significato.Farmipi ragionevolequesta etimologia, che farla derivaredal greco w rapt'/a,cio uova salate.

    BOTTIGLIA. Faso per lo pia di vetro da riporviil vino.Non nel vocabolario della Crusca. Da /J?Lj(bthejat),e questo dal persianoj.Ij(badili),vas figidinum,etiamaliud, amplioreventre.

    BRANDO. Spada. Lat. ensis. Gr. h'.oo;.Da a:^^ (berand),propriamentefulgorgladii.

    BRANO. Pezzo^ parte strappata con violenza dal tutto ^

    e dicesi per lo pi di carne, o di panno. Lat. frustum.Gr. p.c'occ,ly.vz. Dal plurale)y,(boron),assula, schi-diuin, pars decidua. Deriva dal verbo quiescente^^j(bara),asciando aptavitjdolavit.

    BUGIA. Menzogna, falsitdi parole-,contrario di verit.Lat. mendacium. Gr. ^xLdcg.Da "A-^ (bascc)pronun-ziato

    dolcemente. Infatti in dialetto napoletanodicesi

    buscia, ed in dialetto romanesco buda. Deriva dalla ra-dice

    (A.^ (basciaca),mentitus fuit.L'arabo ha anche ^^(bokar),mendacium, che sembra aver dato origineallavoce bugiardo.

    BUGIA. Lucerna fattaa foggiadi piccolacassettina bis-lunga,e pi adatta a portarsiin qua en l. Cosi il

    vocabolario della Crusca : oggi si adoperaanche percandeliere. Da jLjIjSj\^\(^^^\),Buggea o Bugia,nomedi una citta d'Africa nella Nubia, ora appartenente alla

    Francia, considerevole scalo dei mercatanti pisanifino

  • (38)dal tliiodeciniosecolo,donde anticamente si traeva iacera per fabbricare le candele che i francesi chiamano

    boiigie.BUSSOLA. Strumento marinaresco ove s'assiusta Va^o

    calamitato ad uso di ritrovare i luoghi,ove uom sitrova. Lat. pjjcisnautica. Gr. tzvlic,vavri'/,-/]'.Bench inoriginequesta parolanon abbia che far nulla coll'ara-bo, la pongo qui per avvertire la falsa etimologiachele diede il sig.Klaproth{Lettre M. le baron A.de Humboldt sur V invention de la boussole. Paris

    1834, pag. 27),facendola derivare dall'arabo J^^ (mo-uassal),aggettivopropriodi qualunquecosa acuminata;errore avvertito dal sig.Libri (Histoire des sciencesmathe'matiquesen Italie. Paris 1838-41. Tom. I, pag.383-384),facendo giustamenteosservare che in tal casoquesta paroladovrebbe essere stata adoperatadai priminavigatoriche si servirono dell'agomagnetico,mentretal nome non le venne dato se non dopo l'uso del bos-solo,

    vaso di legnoformato del bosso, detto anche bus-solo,da Francesco Buti, in un passo di un commento di

    Dante scritto verso l'anno i38o {Antologia,Giornale,Novembre 1831, pag. 12).Fra Domenico Cavalca avevagi scritto ( Medicina del cuore, cap. 95 ) : Santo Agostinoassimiglialo cuore pazientea uno bussolo)) d'unguentoodorifero .

    La polaritdell'agomagneticofu conosciuta in Europa,assai prima di Flavio Gioja di Amalfi , da Guyot deProvins, da Giacomo di Vitry,da Gauthier d'Espinois,da Ristoro d'Arezzo,da Ruggero Bacone, da Brunetto

    Latini,da Alberto Magno e da altri:sicch chiamandoFlavio Giojainventore della Bussola,non deesi per av-ventura

    attribuirgliche la invenzione dell'istromentoconosciuto sotto il nome di bussola. Infatti tutti gli

  • (39)scrittori stranieri anteriori a Francesco BiUi non si ser-vono

    che delle parolemanire, maiite,magnete, ma-riniere, marmette, crs-montaigneo tramontana

    ,

    e g'italiani,come Pietro delle Vigne,Matteo da Messina,il notaio da Lentino, Guido Guinicelli e Ristoro d'A-rezzo,

    sono i primia servirsi della parolacalamita, che

    significapropriamenteuna speciedi rana, come avvertePlinio {Hist.iat. Lil). XXXII, cap. 42)dicendo : Ea rana, quam graecicalamitem vocant, quoniaminter arundines, fruticesquevivat. Secondo il P. Four-nier [Hjdrograpliie,liv. XI, eh. \),s'ebbe questa de-nominazione:

    parce qu'avantqu'onait trouv l'inven-

    ") tion de suspendreet de balancer sur un pivotl'ai-) guilleaimantee, nos anctres l'enfermaient dans une fiole de verre demi remplied'eau, et la faisaient flot- ter, par le moyen de deux petitsfetus, sur l'eaa comme une grenouille. Adunque se erronea l'as-serzione

    di alcuni autori,che hanno voluto attribuire

    la gloriadi tale scoperta ad Amalfi, fra i quali An-tonioBolognese,detto il Palermitano,nel seguente ver-so

    : Prima cledit nautis usiun magnetisAmalphis,

    non

    men vero che, non trovandosi fatta menzione della

    parolabussola in alcuno degliscrittori anteriori a FlavioGioja,puragionevolmeuteaccordarglisiilvanto di avereinventato la bussola^ cio lo strumento che porta questonome. Anzi, a rivendicare la fama di questo italiano

    non lieve argomento il considerare,che il suo ritro-vamentodella bussola invenzione propria,mentre la

    menzione che trovasi prima di lui della polaritdell'ago magneticoin altri scrittori,non che un raccontodi quanto avevano essi veduto o udito. Se a ci avesseriflettuto il Grimaldi,che in una bella dissertazione {AttidelV Accademia di Cortona, T. Ili)provasidi attribuire

  • (40)

    aFlavio Gioja la detta invenzione, non si sarebbe al

    certo attirato i ragionevoli rimproveri dell'Aziini {Dis-

    sertation sur V origine de la Boussole^ seconde dition.

    Paris 1809, pag. 143, nota (i) ), che altrove (op cit., pag.

    157), non esita di asserire gratuitamente la bussola in-

    vente d'abord en France,

    mentre fino dai tempi di

    Ngan ti imperatore della Cina, cio verso gli anni 121

    di Gesi Cristo, Hiii tchin, nel suo dizionario intitolato

    Choiiewe7i,

    da la seguente definizione alla parola ma-

    gnete: Nome di una pietra, mediante la quale si

    )) pu dare la direzione all'ago. {K/aproth, op. cit. y

    pag. 6G).

  • ( '.-^)e Alceo. Vasselletto da remi^ e portasisopra qualsisia

    vassallo,

    o galeaper metterlo in mare , sempre chebisognoil richiegga.Lat. cymhula.Da ^X (kjk),chevale il medesimo.

    Q.kW^K. Diconsi caide quelledue striscie di panno ^ chependono dalle spalledei bambini^ e per le qualiven-gono

    retti quando s'insegnaloro a camminare. Non nel vocabolario della Crusca. Da ^L^" (kejd),habena^e deriva dal verbo concavo X' (kda),duxit^ rexit.

    CAIMACAN. Titolo di dignitdell'ImperoOttomano^ ap-partenenteal luogotenentedel gran P^isir. Neppure

    questa voce nel vocabolario della Crusca. Da ^jL3(kjm),participiodel verbo concavo *U' (kma),stetit e^ da U^(makm) locus^ cio a dire falcarlo.

    CALA. Piccolo seno di mare ove possa coti sicurezza trat-tenersi

    alcun tempo qualchenaviglio.Lat. sinus. Daj=.Mi=a(callon),locus contra ventos tutus^ navium sta-tio. Deriva dal verbo liamzatu 3^/^ (calaa)custodivit

    ,

    servavit^che nella seconda coniugazioneL/^ (callaa)si-gnificaadmovit ad ripam fiuminis,vel in locum tu-

    tum navim.

    CALAFATARE. Ristopparei navili. Lat. navium rimasobturare. Dal verbo ^J.\.'^(klafa),ferruminavit,et p.brispalmae, etc. stipavitnavim. ts^ (kelfat),opus fer-ruminandi et stipandinaves.

    CALAMO. I. Penna da scrivere. Lat. calamus scriptorius.Gr. yoa(s^t'tov.Voce usata dai buoni scrittori,e fra glialtri dal Bembo e dal Buonarroti. II. Pianta^ che ha

    similitudine colla canna. Lat. calamus. Gr. '/.ocAocuo^.

    Bench ambedue i significatidi questa voce vengano anoi direttamente dal latino,e a questo dal greco, gioviosservare che l'arabo ha ancora Vs (kalam),calamusscriptorius,e -li (kallm),calamus, pianta.

  • (43)CALARE. Venire in diminuzione

    ^mancare^ scemare. Lat.

    decrescere, imminui. Dal verbo sordo J^ (kalla),yyrta-cus fiiit.

    CALCE. Pietra cotta, la quales'adoperaa murare, stem-perandosicon acqua e rena; e tutte questecose in-sieme

    stemperatepur si dicono calcina. Lat. calx. Gr.

    xi-zvMc,.Il vocabolario della Crusca ha soltanto calcina.

    In arabo trovasi (j-i/^(chels)caljc,da cui provieneilverbo della seconda forma ^f (callasa),ca/ceabduxit(Colioin Matth. XXlll. 27).

    CALIBRO. Istrumento per misurare la portatade'canno-ni.

    Da ^U (klab),forma in qua aes funditur,forma,ad quam res p^ngitur.

    CALIFFO, Arcalif,titolo del signordeSaracini. Da jcaI^

    (clialfat),successor, vicarius. Deriva dal verbo (^-U.(chalafa),successor fuit.Dopo la morte di Maometto,il suo successore AbiBecr fecesichiamare aJltJ^^ 1sl..,cio successore del legatodi Dio, Omar, che glisuc-cesse,

    venne chiamato Jllij^'^j^;A-^aIjj,ossia ^-^^c-cessore del successore del legatodi Dio. Vedendo peraltro che questo titolosarebbe divenuto soverchiamente

    prolisso,se ognisuccessore avesse aggiuntola mede-simavoce

    ,

    lasciato questo titolo presero quellodi

    i^^^j^}'v^")f(amru 'l-mmenna),o principedei fedeli.CALLA. Valico,passo, e quell'aperturache si fa nelle

    siepiper potere entrare ne'campi.Lat. sepes, ostium.Gr. Q-joa. Dall' arabo ^3":L (chalon),locus vacuus, inquo nullus est.

    CALLAIA. Lo stesso che calla.

    CALOTTA. Termine francese,

    e sigTiificaquelpiccoloberretto tondo col qualegliecclesiasticicuoprono latonsura. Non nel vocabolario della Crusca;volgar-mente

    scazzetta. Da kjj. (^caltat),bonetto,che faparte del turbante presso gliorientali.

  • ( 44 )CAMAURO. Berrettino che ciiopre gliorecchi,propriodel

    Sommo Pontefice.Da jU (cliemr),omnis res, quae al-teram tegit;inde operimentum:peculiaritercapifis,seiifacieimuliebre, praecipue,ita uti mine mos obtinet,quod anterioribus collipartibus,mento atque ori prae-tentiim, superne in capitisvertice nodatur. Deriva dalverbo j^. (chkmara),operuii,texit.

    CAMELIA. Pianta nota per la bellezza de suoi fori.Non nel vocabolario della Crusca. Da JLa^ (cmeljah),chevale il medesimo.

    CAMERA. Stanza fattaprincipalmenteper dormirvi. Lat.cubiculum. Gr. xotcv.Si deduce comunemente del greco

    9

    y.txupavlta , essendo ordinariamente la camere fatte

    a volta. Si potrebbeanche dedurre da ^^i^ (chamara),operuit,texit, la medesima radice che si riportatadi

    sopra alla voce camauro.

    CAMICE. Veste lunga di panno lino bianco,che portanole persone ecclesiastiche nella celebrazione degliufficidivini sotto il primo paramento. Lat. alba. Da ^/^'i(kams),tunica {jjroprieindumentum omne interius etdimissius).

    CAMICIA. Quella veste bianca di panno lino per lo piluigapiioal ginocchio,che si porta in sulla carne.La.subucula, interula. Gr. vv:o-/^iz(trj

    .

    Deriva dalla stessa

    voce u2.A^5 (kams),nel significatoche parimentile ap-partienedi indumentum noctis.

    CAMMELLO. Mammifero noto peigrandiservigiche recaair uomo e specialmentenelV Asia e nelV Africa.Questavoce, come anche il spreco y.ixrtAoied illatino camelus,

    vengono dall'arabo J^a. (giaml),che vale il medesimo,ed ha nel pluraleJl^:^(geml)

    ,

    che ha dato originealle suddette voci. da notare altresche il verbo J^.^{\\ima\R),por tavit, fa nel participioJl^La(hhmelon),

  • (4o)cio portante^ il che offre molta analogiacoU'uso a cuisono destinati i cammelli.

    CAMUFFARE. Travestire;ed anche quello,che noi di-remmoimbacuccare

    ,imbavagliare, incapperucciare.

    Lat. caput ohvolvere , obtegere,obnubere. Gr. xaXuTTTretv.Dal verbo sordo ^/^(camma),operuitt^eocit,e^Li (fon),OS, cio coprla bocca.

    CANAPA. Erba, della quale esce fio simile al lino,colqualesifanno corde,funi^ e anche tele. Lat. cannabis.Gr. y.a'vvajStc,Essendo questa piantaindigenadell'orien-te,

    ragionevolefar derivare la sua denominazione da

    ,^.9 (kennab),che vale il medesimo.GANGAMO. Gomma rarissima, o piuttostounione di molte

    gomme provenientedalV Jfricae poi dal Brasile, la

    qualeeccita il calore dove viene applicata.Non nelvocabolario della Crusca. La maggiorparte deglieti-mologisti

    lo derivano dal greco Y.yY.ai;.o-j, e questo dav.yv.v.uMio scaldo,io dissecco. Per altro la linguaarabaha XC^S^ (camcm),e sembra da preferirsiquest'ultimaetimologia

    ,

    avuto liguardoalla provenienzadi detta

    gomma.CANDELA. Cera lavorata ridotta in forma cilindrica,con

    istoppinonel mezzo, al quale s'appiccail fuocoperuso di veder lume, e se ne fanno anche di sevo . Lat.candela. Gr. "kvyvoq.Da Jbai(kendil),lucerna,lampas.

    CANFORA. Speziedi gomma d'un albero,che fa neW Li-die.Lat. camphora,caphura.Da jj.5L.=(cfiir),chevaie

    il medesimo.

    CANGI ARO. Speciedi pugnaleche usano i turchi,la dicui lama molto larga verso la base, ed il manico

    per lo pi ricurvo. Non nel vocabolaiio della Crusca.Da

    ^j^. (changiar),culter magnus.CANT \R(). Misura di diverse sorte di cose, di peso a iwi

  • (46)(in Toscana) di libbre cencincjuanta,e di maggiore ominore

    secondo la diversit dei paesi e delle robe.

    Lat. cantharus. Gr. y-ocvOapoq.Da jlJzxi(kentlir),di cuiecco la definizione che ne dk il Freytag{Lexicon ara-bico-latinum. Tomus tertius

    .

    Halis Saxoniun mdcccxxxv,

    pag. 505, col. 2, lin. 9-14): ^Li"recens lignum,quo suffitur,Kam; PI. ^/^LuiTalentum, quadiagintaun- ciae auri, vel 1200 denarii,vel 1200 unciae auri,vel

    7000 denarii,vel 80000 dirhemi, vel 100 J4" ^"''^''^"^)) argenti,vel lOOO denarii,vel utrem taurinum implens auri et argentiquantitas.Kam. Dj .

    CAPANNA. Stanza di fraschee di pagliadove ricoveralila notte al coperto quegli d^ie abitan la campagna.Lat. casa. Gr. Y,orlvf6-n.Il Menagio la fa derivare dal

    greco -/taTT/j,stalla o presepio.Per altro Fr. Giuseppede Santo Antonio Moura, nelle sue aggiunteall'operadel P. Ioao de Sousa [f^estigiosda lingoaarabica emPortugal L^isboa 1830, pag. 102)la fa derivare da XjLj"

    (kabbnat),baracca,etimologiapi omofona, e quindipiliprobabile.

    CAPARE, {[^oceadoperatadal volgo).Lo stesso che sce-gliere.Non nel vocabolario della Crusca. Ha anche

    il significatodi mondare, come p. es. dicesi comune-mentecapare ilgrano. Dal verbo quiescenteLi" (kab),

    digitis collegit.CAPPA. Speziedi mantello, che ha un cappucciodi die-tro,

    il quale si chiama capperuccia,e vesta usata da

    fratid'alcune religioni.Lat. palliufn,vestis cuculiata,casula. Gli arabi dicono Aa3 (kabon),ma deriva dalpersianoLi (kab),tunica virilis exterior.

    CAPPERO. Genere di pianteche nasce sulle antiche murae ne'terreni argillosi,i cui teneri fruttiaccomodati mvarie foggiesono di sapore squisito.Lai. capparis.Gr.

  • (40^

    y-oc-nzocpig.Questa definizione non tratta dal vocaholariodella Crusca. Da jLj^ (cobbr),che vale il medesimo. voce di originepersiana.

    CARABE. Sorta d'ambra. Lat. electram, succimun. Gr.

    rXey.Tpov.Dagliarabi ancora vien detta Ijj^J(^cahrab).Evoce formata dal persianocLj^ {ckh),paglia,e l^(rab),attrasse, al che corrispondeperfettamenteil nome fran-cese

    tire-paille,che si da a questa qualitd'ambra perla sua proprietattirante,allorch si riscalda.

    CARACCA. Speziedi nave. Lat. Tiavigiiui.Propriamentedicevasi di una grossa nave portoghese, che faceva i

    viaggidelle Indie Orientali e del Brasile,ma fu detto an-coradi altre navi da carico. Da a's'j(^hhorkat),navis

    incendiaria, e si dice ancora di qualunquealtra nave.Trae la sua originedal verbo v^V^^b.(hh'araka),ussit.

    CARACOLLARE. Far caracolli,volteggiare.Dal verbo qua-drilittero ^i==j-i^(carcara),regressus fiat,recurrit'

    CARAFFA. Lo stesso die guastada.Lat. pillala.Gr. (^idl-n.Da (jj^ (gorof),pocidiunmagniun.

    CARAlMiVlELLA. Dolce ben conosciuto. Non nel voca-bolariodella Crusca. E composto da '?6j=,(corat),sphae-

    ra, globus,

    e da J^^ (mohhall),res diilcis,che de-rivadal verbo quiescente'^'?*'(hhal),dulcis, gratus

    fuit.CARATO. Peso, die il ventiquattresimodelVoncia, sic-come

    il danaro, ed propriodell oro. Lat. siliqua.Gr.y.epaTtov.Da Jij^(krth),peso di valore diverso pressogliarabi, secondo i vari paesi,]).es. alla Mecca equi-vale

    ad 4t di danaro, e nell'lrac ad~.

    E da osservare che2 4 '

    -

    0

    si da il nome di-LjjU(krth)anche ai semi della car-ruba,

    dei qualiper avventura si saranno serviti queipopoliper pesare, in ijuellaguisache noi adoperiamoil arano.

  • { ^s )CARAVANA. V. carovana.

    CARAVELLA. Vasselletto non molto grande^ checamminavelocemente. Lat. dromo^ colooc. Gr: dpfjM-j.Da cjjU(kreb),navis parva ^ c\\q glispagnuolidissero crZ/o,dal cui diminutivo noi abbiamo formato caravella.

    CARCIOFO. Speziedi cardo, che fa una boccia a guisadi pina,ed buono a mangiare.Lat. carduus sativus.Qr.Gy.(7viJ.c(;.Da .a^i^ (^chaiscifah).Gli arabi chiamanoeziandio questapianta(^ji.^^J (ardzisciauc),parolacomposta da cs'J(ardzi),terrestris,e da (jl^i,(sciauc),spilla,e clicha senza dubbio formato il vocabolo fran-cese

    artichaut:

    CARICARE. Porre il carico addosso,o sopra chi ha a reg-gere.Dal vcr])o

    ^^^5 (kkraka),supposuit,imposuit.CARIE. Disfacimentoe corruttela delle sostanze ossee.

    Non nel vocabolario della Crusca, Da ji (carhh),ul-cus, pustula,quando ad corruptionemevasit. Derivadal verbo

    _^5 (karahha),vulneravit,ulceravit.CARMINIO. Lulore rosso Jinissimoche si ottiene dallacoccinigliaper mezzo dell'allume. Non nel vocabo-lario

    della Crusca. Il De Sousa (l^estigiosda lingoaarabica em Portugal.Lisboa 1830, pag. los)pone peretimologiala voce

    ^*:^j^ (karmm).Ma, non trovandosif[uestaparolanei dizionari, piinaturale ilfarla de-rivare

    da yj9 (kermez),di cui V. alla voce alchermes.CAROVANA. Nome che si d nel Levante alle Compagnie

    di mercatanti, viaggiatorio pellegrini,che per loromaggiore sicurzza vanno di conserva, per terra e permare, ne'luoghiinfestatidaladri o da corsali,e nedeserti. Questa definizione non tratta dal vocabolariodella Crusca. Da ol^^^ (caraun),voce di origineper-

    ,

    siana, e significacompagnia di mercanti. Gli arabi di-rouo qI^^a-5^(kajraun).

  • (50)questo scuso l'adoperil Tasso {Ger. conqidst.C. 3,st, 4),quando disse :

    )) Si scorge in iirail cava un vecchio onesto

    Fuggireil mondo, e sue fallaci cure .

    CAVARE. Izzappareattorno y o nello stesso luogo,

    scal-zare,

    Lat. ejfodere.Gr. /.aTao-y.a'TTetvSembra che derividal verbo concavo c_jU (kba),o dall'altro

    ^i.^ (hh-fara),che signillcanoegualmentefodit e^ffoditterram.

    CAVIALE. Uova del pesce storione , che vengono salate in

    alcune botti di Moscovia, d'Amburgo,e di Costanti-nopoli.Lat. garura. Gr. yaoo'v.Da jL^^(hhaujr),che

    vale il medesimo, ed voce di origineturca.CAVO. // canapo grosso, che s""adopera nelle navi. Lat.

    rudens. Gr. ?/.5:X")?.Da JLa^(hhabl),funis,corda, vin-culus. I francesi nella lojo voce cable hanno conser-vato

    pi esattamente la etimologia.CAZZOTTO. Pugno dato fortesotto mano. Lat. pugni

    ictus. Gr. ?KvyiJ.ri.Dal verbo .^/^ (casaa),manu, vel an-teriorepedisparte in natibus percussit.

    CHERMES. V. ALCHERMES.

    CHIACCHIERARE. Avviluppareparolesenza conclusione.Lat. ineple,inconsulte loqui,blaterare,fatari.Gr. ^tl-1lQzB"x.i.Si fa derivare dal persianoj^'^^ (krkr),pa-role

    futilie vane. E da osservare per altro,che neldialetto romanesco si adoperaanche per significarequelgorgoglioche fa il ventre, specialmenteallorch si di-giuni,

    ed infatti l'arabo ha jBj^ (karkara),sonum cummurmurc edidit venter.

    CIABATTA. Scarpa vecchia. Lat. calceamentum obsole-tum. Gr. 7:o'(Jn/7.a/.aXata'njtevcv.Dicesi anche di quellescar-pe

    all'apostolica,che usano i frati scalzi. 11 De Sousa

  • (51)(loc.cit.,pag. Ili),fa derivare questa voce da ^a^(sabata),calzare; sembrami con poco fondamento.

    CID. Soprannome onorificodato nelVXI. secolo all'eroe

    castiglianoRodrigoDiaz di Bivar per le sue vittorie

    sopra i Mori. Da ju (sajjed),dominus^ e deriva dalverbo concavo ^L* (sda),dominatus fiiit.

    CIFERA e CIFRA. Scrittura non intesa.,se non da coloro

    tra i qualis' coni"cnuto del modo di comporla,

    come

    erano presso i grecile Scitale Laconiche. Lat. arhitra-riae notae. Gr. v.^-o'^ioxyoiiacc-cc.Non gida ^i^ (sha-fara)(dicui vedi alla voce zero),i cui significatinonhanno veruna analogia col suddetto. Potrebbesi bens

    trarre dall'ebraico-j^q (sbafar),/i77zerfl!i;/o/ie,e cambiato

    r a in e, libro numerico: or come i libri numerici sono

    intelligibilia pochi,cosi cifresi son poidette le notearcane o d'intelligenzadifficile.Noi chiamiamo anchecifrei numeri volgarmentedetti arabici,ma un fran-cesismo,

    ne se ne ha esempiodi buon autore.CIURMA. Propriamenteglischiavi di gala.LA\..remigeSy

    remigum turma. Gr. ci ipizxi.f^ale anche moltitudinedi gente semplicemente.Lat. turba, turma. Gr. cy\cz.Da ^^L^(^chamr)

    ,

    midtitudo., caterva compressa ho-

    minum.

    COCCA. I. Propriamentela tacca della freccia,

    nella

    quale entra la corda delVarco. Lat. crena. Gr. yXucptc.II. Per lo strale stesso. Lat. sagitta.Gr. |3o'Xo?.De-riva

    da_a3 (kedhh),sagitta,sine alis et cuspide.

    COLTELLO. Strumento da tagliare,,il quale ha da unlato il taglio.,e dall'altro la costola. Lat. culter. Gr.p.yjx.iox.Probabilmente JLxiU (mekll),nome di istro-mento del verbo Jai (katala),occidit,interfecit,tantopiliche la m non quiradicale,ma preformativa.

    CONTRADA. I. Strada. Lat. via. Gr. C^c. ]\. Per con-

  • ' (52 )torno, paese. Lat. regio,Licinia. Vuoisi comunementefar derivare da conterratus

    ,

    voce usata ne'secoli barbari

    per conterraneus . Sarei piuttostod'avviso col sig.Pihan,di far derivare questa voce da j:l3(kothron ), latus,tractus terrae.

    COPPA. Faso d'oro,o (Tariento,o cValtra materia, peruso di bere. Lat. patera, crater. Gr. -/.paTrip.Da t_)j-f'(cb),cantharus, ansa et tubulo carens.

    CORANO. V. ALCORANO.

    CORTECCIA. Crosta, buccia, scorza.Y^o. ij^s(kescrat),pro-nunziatodolcemente, id quo res sive natura, sive ca-

    su aliquoobtecta est.CORVETTA. Speciedi bastimento da guerra, presso a poco

    della stessa forma delle fregate,ma pia piccoloedassai Si'elto. ]\Ianca in questo significatonel vocabolariodella Crusca. 11 sig.Pihan trae questa voce da Xj^U(grebat),participiofemminino del verbo t_j)i.(graba),procul abiit.

    COSTO. Radice adoperatain medicina come eccitante ecorroborante,detta costus arabicus. TKiesta definizione

    non tratta dal vocabolario della Crusca. Da k^^'(kostb),clie vale il medesimo.

    COTONE. Propriamentequellamateria di cui si fa la

    bambagia.Lat. gossipium.Gr. 7:ap.j3a;.Da (jJi5(kothn),gossipium.

    CRAVATTA. Fazzoletto, o pezzuoladi turbante, o d'altro

    panno finissimo,che si porta al collo. Da iibj(rebkat),laqueus,che deriva dal verbo ^jjj (rabaka),inseruit ca-put

    eius in laqueum. Secondo altri viene da' Croati,

    una volta detti Cravates, da cui i francesi avrebbero

    imparatoquesta parte di abbigliamentonel 1636, guer-reggiandocoll'imperatored'Austria.

    CREMISI. V. ALCllERMES.

  • (53)CRIVELLO. Faglio per uso di nettar dalle mondigliepia

    grosse gl'ano, biade,o simili. Lat. crihriim. Gr. xoaztvov.Da JL^i (gherhl),crbrum, e deriva dal verbo quadri-littero Jj^i (garbaLi),cribravit.

    CUBEBE. Sorta di pianta,i cui fruttisomigliantial pepenero, si adoperanocontro alcune malattie. Questa de-linizioDe non tratta dal vocabolario della Crusca. Da

    ^jL/" (cabbat),che vale il medesimo.CUCOMO. Noto vaso da riscaldare liquidi.Non e nel vo-cabolario

    della Crusca. Da^.Ci=,(cocom),voce d'origine

    persiana,che vale il medesimo.CUFFIA. Coperturadel capo fattadi panno lino,o d'al-tro,

    la qualeper lo pia si lega con due cordelline,nastri,0 bende, che la 'ncrespanoda una banda, scuf-fia.

    Lat. calantica. Gr. rat'vta,xprii^epcv.Da ii^^ (cfat),voce d'origineebraica, e denota una speciedi rete da

    cuoprireil capo.CUPOLA, /^o/^rtche rigirandosiper lo pi intorno a un

    medesimo centro, si regge in se medesima, usata co-munemente

    per coperchiodi edificisacri. Lat. fornixtestudo,tholus. Gr. Olcz. Da X/.5 (kobbat),fornix,con-cameratum opus (V. alcova).

    CURCUMA. Speziedi piantaindiana, die fa le radici si-milialle canne

    ,

    dalla quale si estrae un sugo cheserve per miniare di color giallo.Da ^^j^ (corcom),che vale il medesimo.

    CUSCUTA. Genere singolaredi pianta,die fa iforibian-chio alquantorossi,e nasce suglialberi senza met-terele radici in terra. Lat. cassutha, cuscuta

    ,poda-gra

    lini. Gr. o^ydpc(7ixy.ec.Questa definizione non trattadal vocabolario della Crusca. Da ^^^^j (^cosciut)

    ,

    che

    significalo stesso.

  • (54)

    D.

    DABBUDDA'. Strumento simile al buonaccordo,ma senzatasti,oggianche chiamato saltero,e si suona con duebacchette,che si battono in sulle corde. 1.^1.psalterium.Gr. ^cckx-n^icv.Da (^.X (dabdab),tjinpanum.

    DADO. Pezzuolo d'osso di sei faccie quadre,e uguali,inognuna delle quali segnato un numero, comincian-dosi

    dall'uno infnoal sei,e si giuccacon esso a zara,e ad altri giuochidi sorte. Lat. tessera, talus. Gr.y.u(3oc.Intcndesianche giuocoin generale.Da ^3 (daddon),lusus, iocus.

    DAMTGL4NA. Sorta di grandebottiglia,vestita d'ordinariocon tessuto di erbe o di vimini,per uso di conservarvino od altri liquori.Non nel vocabolario della Cru-sca.

    Da fj^^^:"(dalibma,s),?^fer,mquo acetum reconditur .DARSENA. La parte pi interna del porto, cinta per lopi di muraglia.Lat. Portus interior. Gr. iv^crspc^h[xr,v.Fin qui il vocabolario della Crusca : dicesi anchedeglistabilimenti ove sono detenuti i forzati. Nomecomposto d.'jjb(dar),domus, e ^^L;*^ (shanat),artif-cium, opus artis. V. la voce arsenale, colla qualehacomune l'etimologia.

    DECANO. Questavoce ha vari significati.i. Capodi dieci,e deriva dal greco iv.a,ed equivalea ^za"JaD;(c;,ondeviene decano, titolo di dignitecclesiastica;2. // pivecchio in ordine di persone , e deriva dal latino de

    particellasuperflua,e da canus canuto; 3. Il capo didiversi ordini di persone , e deriva dall' arabo qUla(dehkn),agricolarumapud persas caput et tribunus',regionispagivepraefectus;trae la sua originedal per-siano

    f^ (dal)),pagus, e ^L^ (chn),princeps.

  • (55)

    DEI'. Nome di dignit presso i Turchi. Non nel voca-bolariodella Crusca. Da c:b (dn), contratto in luogo

    di ^cb [\dS]\on)^precator,participio del verLo quie-scenteLx^ (da~), vocavit et magna voce dixit, appel-

    lavit. In origine davasi questo nome a certi missionari

    mussulmani, incaricati specialmente di chiamare i fedeli

    alla guerra santa.

    DERVIS. f^oce d'origine persiana, che significa povero,ed il nome die si d in oriente ad una specie di

    religiosi,che menano una vita molto austera. Non

    nel vocabolario della Crusca. Da (j-j^j-(deruisc),pro-nunziatodolcemente, pauper.

    DESCO. Meisa o tavola, e propriamente quella,

    sulla

    qual si mangia. Lat. mensa. Gr. rpaTre^a. Da ^^.^-O(dajsak),mensa.

    DIVANO. Consiglio de' ministri del Sultano. Non nel

    vocabolario della Crusca. Voce persiana.Da (J^-o (diun),

    senatus, consilium. Oggi chiamasi cosi anche una speciedi seditoio, e ci forse per similitudine di quelli che

    adobbano la sala del consiglio del gran Signore.DOGANA. Luogo dove si scaricano le mercatanzie, per

    mostrarle, e gahbellarle. Lat. telonium, mensa vecti-

    galium. Gr. tsXm'vjov. Voce d'originepersiana. Da o'-i=3(doccn), locus altior et planus, in quo sedet mercatoret merces suas exponit, offdna.

    DRAGOMANNO. Interprete. V. turcimanno.

  • IMPRIMATUR

    Kr.Th.

    M.Laico

    Ord. Praed.S. P. A. M.ig. Soc.

    IMPRIMATUR

    Fr.A. Ligi-Bussi 5Iiii.

    Coiiv. Aixliiup. Icoii. Vicesg.

  • N.leir anno 1858

    ,

    terminatoappena sotto la di-rezione

    dell' ottimo mio maestro sig. Sciahuan,

    il

    corso elementare di lingua araba, diedi alle stampe

    un informe Saggio di voci italiane derivale dalVarabo

    (Roma, tipografa delle scienze matematiche e fsi-che);il qual saggio, in cui sono registrate 199 voci,

    non comprende per altro se non le sole quattro

    prime lettere del nostro alfabeto. Da quel tempo,veduta la favorevole accoglienza che tale lavoro si

    ebbe, ed incoraggito da alcuni dotti orientalisti ita-liani

    e forestieri (tra i quali mi grato il ricorda-rei sigg. Amari, Lasnio, Woepcke e Steinschnei-

    der), posi opera a condurre a fine,

    per quanto da

    me si poteva, il saggio medesimo, accrescendo an-chedi non poche voci la parte gi stampata di esso.

    Ho cos potuto raccogliere varie altre voci, che opino

    derivate dall'arabo, e che ardisco sottoporre al giu-diziodei dotti, implorandone fin da ora il benevolo

    compatimento. noto come varie lettere dell' alfabeto arabico

    non possono essere rappresentate in italiano ciascuna

    da una sola lettera. Ripeter per tanto ci che posiin fronte al mio primo saggio, che cio ho procu-rato

    di rendere il loro suono nel modo pi conve-nienteed omofono, rappresentando p. es. c^ ts, *-

    hh,^

    eh,'^

    ds, (J' se dolce, u sh, v" dz, ^ th,

  • 43 tz,^

    ponendo il segno'

    sulla vocale eh' ella ri-

    ceve, e le tre lettere (Jj'sovrapponendo un accentocirconflesso alla vocale che le precede,quando ellenosieno omogenee, e non sieno n giezmatene ham-zate, dando loro in tal caso il propriovalore,ciodi qualunquedelle vocali all'^ ,di u al j, e di j allo

    Sembrami anche necessario il ripetere,

    che

    quanto alle definizioni delle voci italiane ho presoa scorta il Vocabolario degli)accademici della Cru-sca.

    Quarta impressione.In Firenze M.DCC.XXXL-M.DCC. XXXVI. AppressoDomenico Maria Manni

    (seivolumi, in foglio).Per le arabe poi ho seguitoil vocabolario che ha per titolo : GcorgiiWilhelmiFreytagiiLexicon Arabico-Latinum, praesertim exDjeuharii Firuzabadiiqueet aliorum arabum ope-ribus, adhibitis Golii quoque et aliorum librisconfe-ctum. Accedit 7idex vocum latinarum locupletissi-mus (compilatoda Enrico Ernesto Bindseil).Ha-lis Saxonum

    ,apud C. A. Scuuetscke et filium

    MDCCCXXX-MDCCCXXXVII (quattrovolumi,

    in

    4.).Ad esempio del soprammentovato vocabolariodella Crusca, ho inoltre fatto seguireciascuna voceitaliana,salvo pochissime,dalle voci latina e grecacorrispondenti;e ci per maggiore soddisfazione de-gli

    eruditi,

    e perch palasiad un tratto la diver-sitetimologica.Gli altri libri,dei qualimi sono giovatoa com-pilare

    il presente scritto,sono i seguenti:1

    .

    Memorias de la Real Academia de la Ili-

    storia. Tomo IV. Madrid, en la imprentade San-eha. Aho.de 1805, in 4." Nel qual Tomo /V(pag.

  • 5l Vili della quinta,

    e 1-85 della sesta numera-zione

    (trovasiuno scritto del sig.canonico D. Fran-ciscoMartinez Marina, intitolato: Catlogode aUjii-

    naz vozes caslellanas,j)uramenle arbifjas, deri-vadas de la lenguagriega,y de los idiomas orien-

    tales,jero introducidas en Espana por los arabes.

    2. Vestigiosda lingoaarabica em Portugal ouLexicon elymologicodas palavras e nomes portu-guezes, que lem origem arabica. Compiiestopor or-dem da Academia Real das Sciencias de Lisboa

    ,

    por Fr. lodo de Soiisa,ecc., e augmenlando e an-iotado,por Fr. loxe de Santo Antonio Moiira,ecc.

    Lisboa, na typografia,

    da misma academia 1830;

    in 8. Con aggiuntedell'E cerno Fr. Francisco de

    S. Luiz, vescovo titolare di Coimbra.

    3. Verhandlungen der ersten Versammking deu~

    tscher und aiislndischer Orienlalisten in Dresden

    den 1. 2. 3. und 4. October 1844. Leipzig,Wil-helm

    Engelmann 1845; in 4., nelle pagine 16-31del quale fascicolo trovasi uno scritto del sig.Fuchsintitolato Ueber den Einflnszdes Arabischen auf dieRomanisch en Sprachen

    .

    4. Glossaire des mots franglaistirs de Varabe,du persan et du ture , contenant leur etymologieorientale,ecc. par. A. Pihan, compositeurpour les

    langues orientales V imprimerieroyale.Paris ,chez Benjamin Diiprat,ecc. 1847, in 8.;con ap-pendice

    di XI pagine,stampata nel 1849.

    5. ber die arabischen Wrter im Spanischen,von Freiherrn Hammer Purgstall

    ,ecc., in 4," E-

    stratto, com' detto nel frontispizio: Aus dem No-

    vemberhefte des Jahrganges1854 des Sitzungsbe-

  • 6richte des philos.-histor. Classe der kais. Aka-

    demie der Wissenschaften (XIV. Bd., S. 87) be-

    sonders abgedruckt) .

    Mi grato da ultimo il tributare un dovuto omag-gio

    di riconoscenzaa

    Don Baldassarre Boncompagni,

    il quale con somma liberalit pose a mia disposi-zione

    un esemplare da lui posseduto di ciascuna

    delleopere indicate di sopm.

  • SECONDO SAGGIO

    DI VOCI ITALIANE

    derivate dalV arabo.

    ABATE. Superiore, e capo d'una badia. Lat. abbas.Gr. 'P^ag J^ys/AcJy.Da v^ (abon),pater.

    ABBATTERE. Mandare a terra. Lat. prosternere,

    evertere. Gr. xara/SaAXsivDa -^?^^'(ahbatha)De-iecit, quarta coniugazione del verbo Aajj,(baba-tha) decidit.

    ADAGIO. Per lentamente contrario di sollecitamente,

    e di tosto. Lat. cunctanter, sensim. Gr. ^puBicog.Dal verbo sordo

    ^^ (daggia),leniter incessit.AFFITTO. Lo stesso che ftto, cio il prezzo, cbe

    si paga da' fittaiuoli della possessione eh' e' ten-

    gon d'altrui; e la possessione affittata. Lat. lo-cationis prechim, fiindus locatus. Gr. xara/SsXvj/wjj/svkocOsv. registratonel suddetto Catlogode algunas vozes castcllanas puramente arabi-

    gas,

    sotto la voce ALFAYA come prove-nienteda s^^yJf(alfait),rendita, prodotto.

    AITA. Aiuto, mezzo, per lo quale s'alleggeriscono,0 si scampano i mali, o s'agevolano l'operazioni.Lat. auxilium. Gr. ^o-ffiiot..Il Pihan {Glossairedes mots (rangais tirs de Varabe^ ecc. pag. 22)lo fa derivare da ^j' (idon),robnr, vis,poten-tia. Il verbo quiescente f-^' (ada) significaiu-vit, opera tulit.

  • 8ALFIERE. Grado di milzia,ed quelche porla la

    insegna,gonfaloniere.Lat. vexillarius,Gr. aY][xet-(ppoa.Dall' articolo Jf (al)e da ^^J^ (freson),eques.

    ALFIERE. Noto pezzo del giuocodegliscacchi. Nelvocabolario della Crusca manca in questo signi-ficato.

    Dall'articolo J^ (al)e da J^9 (fil),Elephas.ALDERARAN. Termine astronomico. Manca nel vo-cabolario

    della Crusca. Da o\^^^^(aldabarn),

    mansio lunae, hyadesquinqiiein Tauro stellaepeculiariterilla,quae, oculus Tauri dicitur.

    ALFANA. Il vocabolario della Crusca non d alcuna

    definizione di questa parola,ma reca un esem-piotratto dall' Orlando innamorato del Remi

    ,

    dal quale apparisceesser sinonimo di cavalla.Dall'articolo ti'(al)e da o^"t^(fainn),nome dicavallo,che significajmlcheret longacoma prae-ditus.

    ALMAGESTO. Titolo di un' opera astronomica di

    Tolomeo chiamata anche Liber magnae constru-

    ctionis. voce ibrida composta dall'articolo J'(al)e dal greco (J.lyKjrcj, superlativodi /^s'yaj,maqnus. E qui riferito per avvertire l'errore dialcuni,fra i qualiDluteau

    ,

    che fanno derivare

    questa parolainteramente dall'arabo.AMRRETTA. Sorta di fiore odoroso. Lat. cianus

    persicus. Gr. ^uavj? ncf/aixg.V. AMRRA. Coschiamata per la somiglianzadell'odore.

    AMMx\ZZARE. Uccidere. Lat. inlerficere^occidere.Gr. XTej'vety,fcviuciv.Probabilmente da o^^'(amata),ned dcdit, quarta coniugazionedel verbo con-cavo

    cj^^ (mala),morluus (uil.

  • 10

    ARRI. Modo d' incitare,sollecitarle bestie da soma,perch camminino. Pu derivare da (j^^-f(agri),col

    ^dolce

    ,imperativodel verbo quiescente

    !"^(giara),cucurrit.ARSENICO. Veleno corrosivo. Lat. arsenicum. Gr.

    pGiviY.v.Voce d' originepersiana.In arabo formato dall'articoloJ' (al)e da ^-j^j(zernich)che ha lo stesso significato.

    ASSO. Ne' dadi e nelle carte nome d'un solo se-g