SUD anno II numero 8

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ANNO II - N. 8 - GIOVEDÌ 4 AGOSTO 2011 FREE PRESS DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO EDIZIONE DI CATANIA Melior de cinere surgo BORGHESIA MAFIOSA CACCIA AGLI SQUALI CHE AFFAMANO LA CITTà PAG. 8 PAG. 8 APPALTO IN ODOR DI MAFIA ERSU: SPARTIZIONE VERGOGNOSA COLLEZIONISTA DI INDENNITà PAG. 10 PAG. 3 PAG. 6 RISCHIAMO DI LIBERARCENE

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011FREE PRESS DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO EDIZIONE DI CATANIA

Melior de cinere surgo

bORGhESIA MAFIOSAcAccIA AGLI SquALI chE AFFAMANO LA cITTà

PAG. 8

PAG. 8

APPALTO IN ODOR DI MAFIA ERSu: SPARTIzIONE VERGOGNOSA cOLLEzIONISTA DI INDENNITà

PAG. 10 PAG. 3 PAG. 6

RISchIAMO DI LIbERARcENE

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011Pagina | 2 EDITORIALE

Più che chiedersi se è realmente possibile, occorre domandarsi quanto si è disposti a spendersi per ottenerlaFrà Giocondo

L’AuTONOMIA è L’ObIETTIVO POLITIcO DEI POPOLI SOcIALMENTE MINORENNI. L’autono-mia così come è concepita in Sicilia è un pensiero debole, che genera e riconosce come legittima la dipendenza da un potere altro: L’AuTONOMISTA SIcILIANO (MPA) VIVE SchIAccIATO DAL TIMORE chE L’INDIPEN-DENzA REALE SIA L’ALTRO NOME DELLA SO-LITuDINE E DELLA POVERTà EcONOMIcA E quESTA cONVINzIONE è IL FRuTTO DEL cOMPLESSO cORTO cIRcuITO SOcIOPOLITI-cO chE cI VuOLE SEMPRE “MAI AbbASTANzA GRANDI”. Sono pochi a credere che l’indipendenza, lungi dal generare isolamento, abbia la potenzialità di suscitare relazioni politiche paritarie, all’interno delle quali ogni legame – anche quello eco-nomico - sorge come uno scambio bidirezionale. PENSAR-SI INDIPENDENTI DA uN SINGOLO POTERE è IL SOLO MODO PER cONquISTARE IL bENE DELL’INTERDIPENDENzA A TuTTO SPETTRO, cIOè uNO SVILuPPO MATuRO NON SubOR-DINATO ALLA cOMPIAcENzA DI uN uNIcO SOGGETTO PIù FORTE. Rifiutare il percorso della finta autonomia siciliana in favore di quello per l’indipendenza signi-fica delegittimare l’idea di avere un solo interlocutore, vuol dire disconoscergli il ruolo dominante di padre-padrone. Però …“c’è uN TEMPO E uN LuOGO PER OGNI cOSA”.I moti e movimenti storici della millenaria cultura Siciliana han-no portato all’AuTONOMIA SPEcIALE, cONcESSA IL 15 MAGGIO 1946 alla Sicilia da re Umberto II di Savo-ia, disciplinata da uno STATuTO SPEcIALE (ART. 116 DELLA cOSTITuzIONE ITALIANA), che ha dotato l’isola di una AMPIA AuTONOMIA POLITIcA, LEGI-SLATIVA, AMMINISTRATIVA E FINANzIARIA, dando vita alla Regione Siciliana prima ANcORA DELLA NAScITA DELLA REPubbLIcA ITALIANA. Biso-gna subito precisare che contrariamente a quanto si pensa lo Sta-tuto è stato uN PREMIO DI cONSOLAzIONE rispetto alle spinte d’autonomia ed indipendenza che la Sicilia nella sto-ria ha sempre avuto. Un minus chE NON hA TENuTO cONTO DELLE ESIGENzE E DELLE ASPIRAzIO-NI MANIFESTATE DALLA POPOLAzIONE DEL-LA PIù GRANDE ISOLA DEL MEDITERRANEO.Senza entrare nella consunta polemica sullo “scippo” ai sicilia-ni da parte del governo piemontese e sull’inganno subito dalla mancata riforma agraria sino alla cosiddetta “questione meridio-nale”, sulla quale ebbe a scrivere Garibaldi nel 1868: “non rifa-rei la via del sud, temendo di essere preso a sassate”, parliamo dell’uLTIMO RAGGIRO PERPETRATO ANcORA OGGI DAL GOVERNO “AuTONOMISTA” SIcI-LIANO esso nasce dalla mancata applicazione dello Statuto e dei suoi regolamenti d’attuazione. Infatti l’ART. 38 DELLO STATuTO DELLA REGIONE SIcILIANA prevede che in materia fiscale “LA TOTALITà DELLE IMPO-STE RIScOSSE IN SIcILIA DOVREbbE RIMA-NERE SuL TERRITORIO REGIONALE E OGNI ANNO LO STATO ITALIANO SAREbbE TENuTO A FORNIRE uN AMMONTARE DA STAbILIR-SI, con piano quinquennale, di denaro pubblico proveniente dalle altre Regioni PER FINANzIARE LA SIcILIA”. Quest’ARTIcOLO non è stato MAI RESO ESEcuTIVO e ancor oggi l’Italia conferisce ogni anno solo una anticipazio-ne forfettaria, PERTANTO LA REGIONE SIcILIANA VANTA DA DEcENNI cREDITI MAI SALDATI DALLO STATO.

Un altro esempio viene dall’ART. 37 dello Statuto della Re-gione Siciliana, anch’esso INAPPLIcATO, il quale prevede: “PER LE IMPRESE INDuSTRIALI E cOMMER-cIALI, chE hANNO LA SEDE cENTRALE FuORI DEL TERRITORIO DELLA REGIONE, MA chE IN ESSA hANNO STAbILIMENTI ED IMPIANTI, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quOTA DEL REDDITO DA ATTRIbuIRE AGLI STAbILI-MENTI ED IMPIANTI MEDESIMI.” L’imposta, relati-va a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima. Purtroppo non solo l’articolo non è stato sinora attuato, ma inoltre LE TASSE DEI SIcILIA-NI cONFLuIScONO NELLA TESORERIA uNIcA NAzIONALE E SOLO uNA PARTE DI ESSE VIE-NE POI RESTITuITA ALLA REGIONE SIcILIA-NA. Un esempio delle proporzioni di questo gigantesco depau-peramento sistematico ci viene dalle risorse petrolifere, laddove LA SIcILIA PRODucENDO cON I SuOI POzzI E LE SuE RAFFINERIE IL 90% DI TuTTO IL PE-TROLIO NAzIONALE NON RIcEVE IN cAMbIO NuLLA, IN quANTO LE INDuSTRIE PETROLI-FERE hANNO SEDE LEGALE A MILANO E PuR ESTRAENDO IN SIcILIA (DOVE hANNO STAbI-LIMENTI E IMPIANTI Ex ART 37 DELLO STA-TuTO) PAGANO LE TASSE IN LOMbARDIA.Domandarsi oggi cosa abbiano fatto di cinquantanni di Statuto Regionale e di Autonomia i nostri Deputati Regionali, i nostri Sindaci, Assessori e Consiglieri, è cosa vana. Rimane solo un senso di rabbia cieca, di ribellione e agitazione dell’animo. è per questo motivo che quando si parla di movimenti per l’au-tonomia, di federalismo, di rivoluzione, della Lega, tornano alla mente le parole di un grande siciliano e sento che non v’è al-tra strada « ...IDDIO LE STESE D’OGNI INTORNO I MARI PER SEPARARLA DA TuTT’ALTRA TER-RA E DIFENDERLA DAI SuOI NEMIcI. LA FEcE cOSì GRANDE DI ESTENSIONE, TEMPERATA DI cLIMA, FERTILE DI SuOLO, DA bASTARE NON SOLTANTO ALLA VITA DI PIù MILIONI DI uOMINI, MA ANchE AI cOMODI, AL LuSSO, AD OGNI GODIMENTO, AD OGNI INDuSTRIA, AD OGNI cOMMERcIO... », però… C’è un tempo e un luogo per ogni cosa.INDIPENDENzA E VERA AuTONOMIA PIù chE chIEDERSI SE è REALMENTE POSSIbILE, Oc-cORRE DOMANDARSI quANTO SI è DISPOSTI A SPENDERSI PER OTTENERLA. AL PRESIDENTE DELLA REGIONE si dovrebbe dire: “Per imparare da soli a nuotare bisogna essere disposti a correre il rischio di affogare!! APPLIchI, SE IN buONA FEDE, LO STATuTO NELLA SuA INTEREzzA SENzA ScONTI O cOMPROMESSI…cOSTI quEL chE cOSTI!” Altrimenti Dante di lui così scriverà: “ Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di loro, ma guarda e passa.”

Direttore Responsabile Fabiola Foti • [email protected] Silvio D'Alì, Andrea Di Grazia, Mario Passalacqua, Simone Rausi, Antonino Reina, Federica Campilongo, Rosario Pavone, Angelo Capuano, Aureliano BuendiaRegistrazione Tribunale di Catania 18/210Edito da Editori Indipendenti S.r.l. Viale Kennedy 10 - 95121 Catania tel. [email protected][email protected] e Grafica MCA S.r.l. CataniaStampa Litocon S.r.l CataniaPer le vostre inserzioni pubblicitarie su SUD tel. 095 34 90 15 • [email protected] viene impaginato utilizzando programmi Open Source e stampato su carta reciclata

INDIPENDENzA E VERA AuTONOMIA

FINALMENTE SE NE cOMINcIA A PARLARE cON SEMPRE MAGGIORE cONTEzzA. Ne abbia-mo già scritto in precedenti editoriali, ne hanno parlato auto-revolmente su queste pagine Ivan Lo Bello ed Enzo Bianco. Altrettanto la evocano procuratori del calibro di Pignatone, Lari, Scarpinato, Petralia e tanti altri. Stiamo parlando di un’Entità viscida, melliflua, sempre pre-sente nei mille affari loschi di ogni città. E nella nostra Catania in maniera ancora più penetrante. Pra-ticamente monopolistica.Ha una sua organizzazione ed una gerarchia basata principal-mente sulla liquidità di denaro a disposizione e sulla più im-morale spregiudicatezza nell’intessere relazioni con la feccia più infima della malavita criminale e politica. SOLDI E POTERE chE PORTANO ALTRI SOL-DI ED ALTRO POTERE. I suoi esponenti frequentano i “salotti buoni”, anzi ne sono spesso gli organizzatori o gli ospiti d’onore, sono fotografati ad ogni cerimonia, in affettuosa confidenza con i massimi rappresentanti (pro tempore, grazie a Dio), delle più svariate istituzioni. Si danno del tu con chi gestisce quei soldi pub-blici che finiscono copiosi, tra appalti, varianti e affitti, nelle loro tasche e con la stessa familiarità trattano con chi invece li dovrebbe arrestare. è LA bORGhESIA MAFIOSA. Ci illumina Umberto Santino: ”L’ESPRESSIONE “bORGhESIA MAFIOSA” è STATA NEL RE-cENTE PASSATO ESPLIcITAMENTE cON-TESTATA DA STuDIOSI E POLITIcI, PREOc-cuPATI DI uN’EccESSIVA DILATAzIONE E DILuIzIONE DELL’IDEA DI MAFIA SE NON DI uNA cRIMINALIzzAzIONE GENERALIzzA-TA DELLA SOcIETà SIcILIANA (IL VEcchIO “TuTTO è MAFIA”, Su cuI AMMONIVA LEO-NARDO ScIAScIA)”, poi continua, affermando che secondo alcuni “bisogna invece limitarsi a considerare la mafia come cosa nostra, cioè una struttura militare armata, colpendo così il polo più debole del pactum sceleris tra mafia e poteri legittimi (istituzioni ed economia) che ha consentito alla prima di affermarsi.”quindi, si tendeva a sottovalutare la pericolosità di questa vera e propria organizzazione, parallela a quella militare di Cosa Nostra, che della violenza di quest’ultima si avvaleva, e si avvale, per facilitare i propri affari. IMPRENDITORI, PROFESSIONISTI, POLITIcI, FuNzIONARI PubbLIcI, TuTTI ASSOcIATI IN cONSORTE-RIE SOLIDALI, uNITI DA uN uNIcO ObIETTI-VO: L’AccAPARRAMENTO SENzA LIMITI DI OGNI RISORSA PubbLIcA E PRIVATA. OGGI AbbIAMO cOMPRESO chE quESTA bORGhE-SIA MAFIOSA è bEN PIù DELETERIA DELLA MALAVITA chE SPARA. Ma i tempi sono cambiati, e la svolta non solo è possibile ma finalmente molto vicina. Adesso la Borghesia Mafiosa comincia ad essere delineata nei suoi componenti, che iniziano ad essere individuati, per nome e cognome. Finalmente si è cominciato a comprendere come si muovono. I loro interessi disvelati da indagini sem-pre più ficcanti. Insane tutele che non reggono più lasciano spazio a rivelazioni sempre più precise. Adesso sono vera-mente troppe le indicazioni di pentiti e collaboratori di giu-stizia che fanno sempre gli stessi cognomi. Sempre gli stessi. In tutti gli affari, in tutti gli intrecci, sono sempre gli stessi. Gli incroci societari ed i movimenti finanziari cominciano a costituire prove su prove.Prove di accordi ed affari che hanno devastato un’intera eco-nomia, asfissiato la piccola impresa, il commercio minuto e di qualità, impedendo a chiunque di crescere, negando ogni possibilità di benessere generale. Adesso che hanno avvele-nato persino i pozzi cui loro stessi si abbeveravano, i nodi vengono al pettine. E la Città deve essere liberata per non morire.

È giunto il momento di liberarseneAl Marten

LA bORGhESIAMAFIOSA hA NOMI E cOGNOMI

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011 | Pagina 3MALApOLITIcA

A leggere le cronache di queste settimane, sembra di viag-giare nel tempo. Quasi inavvertitamente stiamo tornando indietro, agli inizi degli anni ‘90. Sembra passato molto più di un decennio, ma chi ha vissuto e ricorda quegli anni, da protagonista o spettatore, sa bene che vi fu qualcosa di incompiuto e sente che potrebbe compiersi adesso. Furo-no gli anni di “Mani Pulite”. Un’intera classe dirigente, politica ed imprenditoriale, venne decimata da inchieste giudiziarie che scoperchiarono un colossale apparato di corruzione e malaffare che affamava un’intera nazione.Alcune circostanze appaiono sinistramente identiche. Al-lora come oggi il sistema scricchiolò sotto i colpi di una crisi finanziaria senza precedenti. Tutto partì dal fatto che il sistema pubblico si trovò di colpo senza più risorse. Troppi sprechi,troppi ingordi, troppi parassiti. Allora come ora. Non c’erano più soldi per alimentare quegli appalti at-traverso i quali si foraggiava l’intero elefantiaco sistema di corruzione. Allora come ora. Ma il “regime partitico”, allora come adesso, aveva dei costi incomprimibili, nes-suno di quegli sciagurati, come quelli di adesso, voleva o poteva rinunciare a qualcosa. E continuava, come conti-nua, a pretendere le stesse regalie, le stesse tangenti. Ma la crisi finanziaria del 92, come quella di adesso, tolse a tutti l’ossigeno, e il Sistema si sbriciolò. Come si sta sbriciolan-do quello attuale. Molti imprenditori, schiacciati dalla for-bice crisi-concussione, si decisero a confessare le modalità di gestione di appalti e forniture. E fu il cataclisma. Ma il terremoto risparmiò, o lambì appena, le terze e quarte fila di quel sistema, che si rintanarono come topi nelle proprie tane. Qualcuno di loro si fece qualche mese di galera poi ri-solto con una bella prescrizione, e pensò bene di riprendere gli stessi identici vizi. Impuniti.Ma la Storia non perdona e non dimentica. Se lascia qual-cosa di incompiuto, torna e completa.Ripercorriamo insieme quei mesi e valutiamo le analo-gie: crisi finanziaria, tensioni su valuta e titoli di stato, tensioni nel mondo del lavoro come delle imprese e dei sindacati, crisi dei consumi e delle famiglie, ripresa del-le inchieste giudiziarie su politica-affari-mafia, vittoria di movimenti antipolitici alle elezioni amministrative. Stavolta l’esito dovrà essere molto diverso, o la Storia tornerà ancora più vendicativa.

TANGENTOPOLI:IL RINNOVAMENTO INTERROTTOLa storia non si ferma, ritorna e non perdonaSilvio D’Alì

199227 giugno: centomila persone manifestano a Palermo contro la mafia nel ricordo di Giovanni Falcone.3 luglio: Craxi dice alla Camera dei deputati: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.5 luglio: a difesa della lira la Banca d’Italia aumenta il tasso di sconto, dal 12% al 13%.10 luglio: il governo vara una manovra economica da 30.000 miliardi per risanare il disavanzo dello Stato. 16 luglio: la Banca d’Italia aumenta per la terza volta in sette mesi il tasso di sconto. 31 luglio: firma dell’accordo sul lavoro fra il governo Amato e i sindacati confederali (CGIL-CISL-UIL), viene abolita la scala mo-bile, bloccati i salari fino a tutto il 1993. 28 agosto: il marco sale al tetto massimo di oscillazione consentito dal Sistema Monetario Europeo (Sme). 1 settembre: il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio chiede altri 10.000 miliardi per la manovra finanziaria al fine di compensare il maggior costo del debito causato dal livello record degli interessi.2 settembre: prima che arrivi in Parlamento la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti muore suicida Sergio Moroni.7 settembre: stop alle pensioni baby: i dipendente statali non potranno più andare in pensione dopo soli vent’anni di servizio.13-17 settembre: crisi finanziaria (svalutazione della lira e successiva uscita dallo SME, il sistema monetario europeo), per argi-narla il governo Amato è costretto a varare una legge finanziaria da 100.000 miliardi (aumento dell’età pensionabile, aumento dell’anzia-nità contributiva, blocco dei pensionamenti, minimum tax, patrimoniale sulle imprese, prelievo sui conti correnti bancari, introduzione dei ticket sanitari, tassa sul medico di famiglia, imposta comunale sugli immobili (Ici), blocco di stipendi e assunzioni nel pubblico impiego, privatizzazioni ecc.). 17 settembre: ucciso a Palermo Ignazio Salvo, ex proprietario delle esattorie siciliane, da tempo sospettato di collusioni con la mafia.22 settembre: il segretario della CGIL, Bruno Trentin, viene contestato a Firenze nel corso di una manifestazione sindacale contro la manovra economica del governo.3 marzo: Bettino Craxi, riferendosi a Mario Chiesa, dichiara: “Mi trovo davanti a un mariuolo che getta un’ombra su tutta l’imma-gine di un partito...”. La frase viene riferita in carcere al “mariuolo” in questione, che, a fine mese dopo aver a lungo meditato, rompe il silenzio e firma le prime confessioni. 12 marzo: a Palermo, viale delle Palme, in piena campagna elettorale, viene ucciso Salvo Lima, deputato della Democrazia cristiana al Parlamento europeo.25 marzo: si scopre un buco da 32.200 miliardi nei conti pubblici. 5 aprile: elezioni politiche, tracollo dei maggiori partiti di governo.22 aprile: arrestati con un unico blitz otto imprenditori milanesi, per il mondo degli affari è uno shock. Gli otto arrestati escono da San Vittore dopo aver firmato confessioni più o meno ampie. Da quel momento decine di imprenditori, persuasi in molti casi dai propri avvocati, si presentano spontaneamente alla Procura di Milano: questo fenomeno delle “code per confessare” proseguirà fino all’estate del 1993. 1 maggio: primi avvisi di garanzia a parlamentari in carica: sono gli ex sindaci socialisti di Milano, Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri.4 maggio: la scala mobile degli statali viene congelata. 13 maggio: primo avviso di garanzia al segretario amministrativo nazionale e senatore della Dc Severino Citaristi. Ne riceverà più di 70, finirà per confessare di aver girato al partito “oltre 100 miliardi” di finanziamenti illeciti. 30 maggio: consegnata alla commissione per le autorizzazioni a procedere la richiesta di poter indagare su sei parlamentari: Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri entrambi del Psi, Severino Citaristi (Dc), Antonio Del Pennino (Pri), Renato Massari (Psdi) e Gianni Cervetti (Pds). A rivolgersi al Parlamento sono quattro pubblici ministeri di Milano. Il capo della procura Francesco Saverio Borrelli, il suo vice Gerardo D’Ambrosio e i sostituti Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro. All’assemblea annuale della Banca d’Italia il governatore Car-lo Azeglio Ciampi chiede al futuro governo di avviare immediatamente il risanamento della finanza pubblica con una manovra da 30.000 miliardi per il ‘92, e una da 100.000 per il ‘93.

199326 settembre: duecentomila pensionati manifestano a Roma contro la manovra del governo e i tagli alla previdenza.28 settembre: la Lega nord trionfa nelle elezioni provinciali. Crollano Dc e Psí. ottobre 1992 - aprile 1993: a Milano indagini e arresti legati a Eni, Ferrovie, Anas, Enel, ministeri della Sanità e delle Poste. La procura di Roma solleva un conflitto di competenza e ottiene le indagini Anas, ministero delle Poste e Intermetro: a Roma finirà con prescrizioni e assoluzioni.2 ottobre: sciopero nazionale del pubblico impiego contro la manovra economica. 5 ottobre: la lira tocca un nuovo minimo storico nei confronti del marco. 7 ottobre: la Lega nord invita gli italiani a non comprare più i titoli di Stato. 13 ottobre: sciopero generale, dure contestazioni dei lavoratori in varie città contro la manovra economica e il blocco della scala mobile: a Milano è ferito Sergio D’Antoni, segretario della Cisl.22 ottobre: i giudici di Palermo accertano che Lima fu ucciso dalla mafia per non aver mantenuto la promessa di far assolvere in Cassazione i boss condannati nel maxi processo. 3 novembre: l’Istat segnala un aumento della disoccupazione di 202 mila unità. Si allarga l’indagine della magistratura sulla mas-soneria.15 dicembre: primo avviso di garanzia al segretario del Partito socialista Bettino Craxi per corruzione, ricettazione e violazione del finanziamento pubblico ai partiti. 19 dicembre: arrestato l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino che era in procinto di lasciare l’Italia.21 dicembre: crolla la produzione. L’Istat e il centro studi della Confindustria confermano: è recessione.29 dicembre: nel 1993 si prevedono quattrocentomila posti di lavoro in meno.31 dicembre: nel suo primo messaggio di Capodanno il presidente Scalfaro invita i giudici a proseguire nelle indagini, i partiti a rinnovarsi, il Parlamento a fare le riforme e auspica “un nuovo Risorgimento”.

Era il 1992. Poi, aprile 1993, le monetine a Bettino Craxi. Adesso è il 2011... e anche l’eruzione dell’Etna è identica!bETTINO cRAxI

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IL PIANO DEL TRAFFIcODI STANcANELLI: bOccIATO

Il Piano Urbano del Traffico, varato dalla Giunta Stanca-nelli, è un piano provvisorio (previsto dal codice della stra-da) che promette – come si legge nella presentazione - : “maggiore spazio e rispetto per i pedoni, servizi pubblici di trasporto diffusi sul territorio ed efficienti, e la possibilità di poter usare la bicicletta per i propri spostamenti urbani”. Tutto ciò mantenendo le stesse infrastrutture e gli stessi mezzi di trasporto.

I VIzI DELLA MObILITà cATANESE SONO GIà cO-NOScIuTI DA TEMPO, LE cRITIcITà MAGGIORI, cONVERGONO NEI PuNTI DI AccESSO AL cENTRO DELLA cITTà.

Da nord, si concentra un volume di traffico, che durante i picchi, raggiunge i 10.000 veicoli l’ora.*

cRITIcITà 1: TONDO GIOENI - VIA PASSO GRAVINA

MALApOLITIcA

Confcommercio: “non tiene conto nemmeno dei flussi scolastici” Angelo Capuano

Da sud circa 2.500 veicoli accedono al nodo di Faro Biscari, e da qui al centro storico etneo, at-traverso l’Asse dei Servizi, su cui confluiscono i flussi provenienti dalla tangenziale, dalla SS 114 e dal quartiere di Librino (oltre 50.000 abitanti).

cRITIcITà 2: FARO bIScARI - ALcALà

Interventi previsti nel PUT: La linea a trasferimen-to rapido – Due Obelischi/Stesicoro, che insieme alle altre 6 linee a corsia preferenziale (BRT + Velobus), dovrebbero far transitare 30.000 passeggeri/gior-no. Considerando il fatto che a Catania, 1 automobile equivale a 1 passeggero, questa cifra si raggiunge in appena 3 ore di transito dall’accesso nord.Come si evince dalla foto, attualmente, anche i taxi che potrebbero usare le corsie preferenziali destinate ai BUS, preferiscono imbottigliarsi al Tondo Gioeni.

Interventi previsti nel PUT: Linea a trasferimento rapido Fontanarossa - (Zia Lisa) – Centro.La criticità di Via Mulino Santa Lucia si manterrà, e cosa più importante, il piano urbano del traffico, non prevede alcun intervento per interi quartieri storici: San Cristoforo e Acquicella sono destinati a rimanere, sotto il punto di vista del codice della stra-da, terra di nessuno.L’abbandono del Centro storico, è anche la preoccu-pazione dei commercianti. Francesco Sorbello, che ha presentato, nei giorni scorsi l’analisi di confcom-mercio, ha evidenziato le lacune del piano, definen-dolo parziale e teorico.

Resta da chiarire se la protezione delle corsie avverrà tramite l’installazione di cordoli, che nell’immediato, a traffico invariato, por-teranno solamente ad un restringimento delle carreggiate interessate. Incerta anche la natura delle “Isole Ambientali” , (il nome rimanda ad una via di mezzo tra un’isola pedonale e un posto raccolta rifiuti), localizzate nel piano, a Cibali, Picanello e alla Civita.Un piano della mobilità che non preveda la valorizzazione del centro storico commerciale, è un piano miope, che delega, la pia-nificazione degli snodi viari principali, a chi deve costruire centri commerciali. Il Piano Urbano del Traffico ridisegna linee, non riassegna spazi. L’assenza di interventi strutturali, quindi risolutivi, risente dello stile emergenziale di questa amministrazione: Dalla Cera alla Cenere il passo è breve.

LA cONcOMMERcIO bOccIA IL PIANO DEL TRAFFIcO DI STANcANELLI. SAREbbE INcOMPLETO E NON TERREbbE cONTO DI ELEMENTI FONDAMENTALI quALI LA DENSITà DEGLI ESERcIzI cOMMERcIALI. SOTTOVALuTA PERSINO L’INcIDENzA DEI FLuSSI VEIcOLARI cAuSATI DALLE AT-TIVITà ScOLASTIcA, NON TIENE cONTO DELLE RIcADuTE DELL’AREA METROPOLITANA ED è PRIVO DI STuDI SPEcIFI-cI SuLLE zONE A MAGGIOR cRITIcITà. MA ALLORA, SIAMO IN PRESENzA DEL SOLITO “cOPIA E INcOLLA” A SPESE DEI cITTADINI? ANchE STAVOLTA NESSuNA RESPONSAbILITà?

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ERSu: SPARTIzIONE VERGOGNOSA IL DIRETTORE TOccA AL PDPignataro non ha la laurea come vuole la legge ma è stato deputato e consigliere provinciale del PDMario Passalacqua

è un bell’esem-pio quello fornito dall’Ente Regiona-le per il Diritto alla Studio Universita-rio (?!) nelll’era dei commissari lombar-diani: come Diretto-re Generale facente funzioni è stato no-minato, dal solito

commissario regionale, l’unico che, per legge, non po-teva esserlo: l’ex deputato regionale del PD Pippo Pi-gnataro. Nominato e prorogato. E partono le denunce.L’ERSU dovrebbe occuparsi di servizi abitativi, di risto-razione, assistenza studenti disabili, attività culturali, ri-creative, turistiche e sportive per studenti, informazione e orientamento, coordinamento servizi informatici, co-operazione con associazioni studentesche e orintamne-to, accompagnamento e tutoraggio. Inoltre, secondo la legge istitutiva, dovrebbe “informare la sua azione a cri-teri di pubblicità, economicità, efficienza ed efficacia”.Si tratta di un ente pubblico molto attento, finora, a stare lontano dalle cronache, e si comincia a capire il perchè.I riflettori cominciano ad accedersi a seguito del ten-tativo di piazzare alla sua presidenza l’ex deputa-to MPA Orazio D’Antoni, dichiarato decaduto da deputato in quanto ineleggibile perchè presiden-te della Sac Service (ma questa è un’altra storia). Scoppia la polemica perchè pare che il candidato lombardiano, secondo quanto dichiarato dallo stesso assessore Centorrino, abbia qualche pendenza penale e a furor di popolo (universitario) viene ritirato. Ma le luci si sono accese, ed emergono cose interessanti.Da due anni, l’importante Ente Universitario risul-ta essere tra le decine di enti regionali che Lombardo ha posto sotto il suo più stretto controllo attraverso la nomina di un proprio commissario. Tutte gestioni che stanno dando il meglio: dalle Autostrade ai Teatri alle Terme, dalle ASI agli IACP. Ovunque disastro totale.In questo caso il prescelto fedelissimo è Cosimo Aiello, funzionario regionale già assurto alle cronache nazio-nali per essere tra i beneficiari della famigerata legge re-gionale 104: andato in pensione a soli 51 anni per poter accudire la madre gravemente malata. Circostanza che non gli impedisce di svolgere incarico di consulente per il bilancio al Teatro Massimo Bellini di Catania (con indennità di 42.800 euro l’anno)) e, appunto, commis-sario all’ERSU (indennità non pubblicata). Da qualche giorno è staro nominato presidente l’attuale vice capo di gabinetto di Lombardo alla Regione, Gianni Silvia.Ma torniamo indietro. Lo scorso aprile il Diretto-re dell’ERSU, Nunzio Rapisarda, va in pensione e le modalità della sua successione provocano malumori e sospetti che sfociano addirittura in denunce presenta-te da alcuni dirigenti alla Procura di Catania. Il diri-gente Guglielmo Reale e il capo dell’Ufficio Stampa dell’ERSU, Giampiero Panvini, denunciano gravis-sime irregolarità nella nomina a direttore protempore del signor Pippo Pignataro, militante di lungo cor-so del PD, partito di riferimento dell’assessore com-petente Centorrino e alleato di ferro di Lombardo.

Viene denunciato che, in plateale violazione della leg-ge regionale 20/2002, il commissario Aiello avrebbe nominato con il proprio decreto 12 del 26 maggio il signor Pignataro alle funzioni di direttore. La legge ri-chiede che tale ruolo vada assegnato: “mediante pub-blico concorso per titoli, cui possono partecipare lau-reati che abbiano esercitato per almeno dieci anni le funzioni di Direttore o di Dirigente di Enti pubblici o in aziende pubbliche o private”.Secondo i denuncianti il Pignataro non solo non avrebbe il titolo prescritto, ma la circostanza che potrebbe andare in pensione il pros-simo aprile, comporterebbe un suo notevole vantaggio personale nel calcolo di liquidazione e trattamento pen-sionistico. Insomma, l’ipotesi dei denuncianti è di abu-su su abusi. Occorre dire che l’operato del commissario Aiello venne ratificato dal consiglio d’amministrazione dell’Ente composto da otto consiglieri e ne è stata per-sino accolta una ulteriore proroga il 4 luglio. Infatti, al sorgere dei malumori, l’amministrazione aveva invita-to i dirigenti in possesso del titolo richiesto per poter accedere all’ambito incarico, a presentare apposita ri-chiesta. Ma, cosa strana, nonostante la presentazione di alcuni curricula, l’incarico è stato prorogato proprio all’unico che non aveva i titoli: il signor Pignataro.Questo ha inasprito gli animi, scoperchiando, anco-ra molto parzialmente, un bel pentolone, con tan-to di denunce per mobbing, abusi, diffamazioni.L’accensione dei riflettori ha consentito di rilevare, ol-tre alla nomina del direttore ed in attesa degli approfon-dimenti da parte della Procura, alcune altre anomalie.L’Ente, in palese violazione della legge, non pubblica i propri dati finanziari né quelli sugli incarichi ester-ni da almeno tre anni. Gli ultimi pubblicati risulta-no essere quelli relativi al 2008: circa 300.000 euro di incarichi e consulenze, tra i quali spiccano i 5.000 euro di gettone per ogni compo-nente la commissione di gara per l’appalto delle mense. Mense milionarie sulle qua-li, pare, ci sarebbe più di un problema. E poi miglia-ia di euro per “collaudi su

opere ancora da realizzare”; 19.400 euro per la “di-rezione accompagnamento studenti a visite guidate”; 50.000 euro per la direzione dei “laboratori musicali” e via discorrendo. Cosa è successo dal 2009 al 2011 non è dato sapere e nulla pare pubblicato sui dati di bilancio. Le indagini dovranno chiarire anche questo.Insomma, la vicenda, molto significativa, della no-mina del Direttore, ruolo ovviamente più che “stra-tegico”, non è che la punta di un iceberg e que-sta dell’ERSU pare la classica storia siciliana. Enti sotto il totale controllo di politici senza scrupo-li che inghiottono fiumi di denaro pubblico. E poi mancano i soldi per la salute o i servizi essenziali.

PIPPO PIGNATARO

cOSIMO AIELLO

MARIO cENTORRINO, RAFFAELE LOMbARDO

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011Pagina | 6 cROnAcA

SINDAcO, SENATORE O A cASA?

ELEzIONI cOMuNALI A MARzO DEL 2012? E PERché? Il 20 settembre prossimo a Roma udienza aperta presso la Corte Costituzionale per discutere della legittimità della legge del 1953 n.60 nella parte in cui non prevede l’incom-patibilità tra la carica di Parlamentare e quella di Sindaco di Comune con popolazione superiore ai 20mila abitanti. Il caso nasce proprio contro il primo cittadino catanese Raf-faele Stancanelli nei cui confronti è stato proposto ricorso non solo da parte di un deputato regionale del Pd, Toni-no Russo, ma anche da un comune cittadino catanese: il 47enne Salvatore Battaglia impiegato di banca. «Il ricorso, potrebbe avere ricadute nazionali, ma io ho puntato contro Raffaele Stancanelli - ha dichiarato con sommo candore per Sud Salvatore Battaglia, - mi sono sentito semplice-mente indignato di essere governato da un sindaco che riveste anche il ruolo di senatore. Non si possono mica collezionare cariche istituzionali» e come dargli torto. Al-trettanto chiaro e conciso il punto di vista dell’avvocato messinese Antonio Catalioto, che lo segue, e che in Sicilia è ormai noto proprio per aver sollevato la legittimità costi-tuzionale di altri casi riguardanti l’incompatibilità «vede – spiega – non ha senso che la legge preveda esclusiva-mente l’incompatibilità per il sindaco di rivestire la carica parlamentare e non il contrario ovvero che il parlamentare non possa aspirare alla poltrona di sindaco.» E il messaggio lo ha ben recepito il tribunale di Catania, che ha dichiarato manifestamente fondata la questione di illegittimità, rinviando alla Corte Costituzionale e quindi all’appuntamento del 20 settembre. E qualora la Corte dovesse dichiarare l’incostituzionalità, Stancanelli avrebbe 10 giorni di tempo per scegliere. Sul piatto della bilancia: un placido posto in senato, contro, una scomoda e fin troppo esposta posizione da sindaco.

A settembre la Corte Costituzionale darà una prima rispostaFabiola Foti

ROMA?

A noi non sembra, che il dilemma possa essere shakespe-ariano per il buon Raffaele Stancanelli e certamente non crediamo che il sindaco di catania potrà vantare lo stesso virtuosismo di Piero Fassino, che tra due opzioni ha prefe-rito Torino a Roma. E allora se tutto va bene e Stancanelli, solo per farci dispetto, non rinuncia alla carica romana, a marzo ci dovrebbero essere le elezioni amministrative e allora che “Dio ce la mandi buona”.

cATANIA?

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011 | Pagina 7MALApOLITIcA

LA cASTA DEI POTENTI: SALVO FLERES RAPPRESENTANTE ILLuSTRECon il cumulo di tutte le indennità che percepisce è tra i più ricchi politici siciliani. Nel frattempo in carcere qualcuno piange lacrime di sangueFabiola Foti

SAPETE chI è L’AuTORE DI quELLA LEG-GE chE PREVEDE L’ESTENSIONE DEI REATI cOPERTI DALLO ScuDO FIScALE PER cuI VI RIENTRANO ANchE quELLI TRIbuTARI E LE VIOLAzIONI cONTAbI-LI, cOMPRESO IL FALSO IN bILANcIO? SAPRESTE DIRE chI ERA, FINO AL 2008, IL DEPuTATO PIù RIccO DELLA SIcILIA cON uN REDDITO IMPONIbILE PARI A 312.000,00 EuRO L’ANNO E OGGI IL TER-zO SENATORE PIù RIccO DI SIcILIA? cONOScETE IL NOME DEL GARANTE DEI DIRITTI DEI DETENuTI DELL’ISOLA? SA-PRESTE DIRE chI è A cAPO DELLA FON-DAzIONE FuLVIO FRISONE? C’è solo una risposta a queste domande ed è Salvo Fleres. Grande oratore, vero mestiere politicante, con il vizietto dell’informazione (è un giornalista), ma soprattutto, Salvo Fleres è un collezionista di ca-riche, e che cariche. Dopo anni passati a sedere sulla poltrona da deputato regionale, alle ultime elezioni gli viene riconosciuto il premio per eccellenza il ti-tolo di senatore e tutto ciò, che ad esso è collegato. E come garante dei diritti lui sa proprio battersi per essi (e ci riferiamo ai suoi diritti). Quando l’ars, fi-nalmente ne fa una buona, decidendo di stoppare il cumulo di indennità e pensione per chi come Fleres è senatore e nel frattempo percepisce lo stipendino romano e la pensione come ex deputato, lui che fa, (l’unico)? Ricorre al tar, e fortunatamente perde.

Ma torniamo a questa storia del garante dei diritti dei detenuti in Sicilia, istituto nato nel 2004 e da allora guidato sempre dallo stesso, l’ufficio coste-rebbe alla regione 111 mila euro l’anno. Tale dota-zione, voi direte, sarà servita a colmare soprattutto le lacune del pianeta carcere, ma in realtà 100 mila di questi soldi, sono l’indennità che dal 2004 fino al 2011 Salvo Fleres ha percepito annualmente per ri-vestire questa importantissima funzione. Ci conforti sapere, che almeno oggi sappiamo quale sia uno dei motivi che contribuisce a rendere tanto disastrosa la situazione delle carceri in Sicilia. Non saranno cer-to 100 mila euro a porre una pezza laddove invece sarebbe necessario un macigno per colmare un tale gap. Ma di certo con 11 mila miseri euro all’anno possiamo comprendere perché magari un detenuto non possiede un quaderno quando ne fa richiesta. Niente paura però, perché a maggio scorso Salvo Fleres ha dichiarato di voler rinunciare all’indennità in questione. Vogliamo credergli? Ma sì, tentiamo.

Peccato però che resti ancora in piedi l’ufficio del garante dei diritti dei detenuti. 3 stanze all’interno della sede di rappresentanza della regione a Cata-nia, sita in via Etnea. Un ufficio, nel suo comples-so, ritenuto dai più superfluo; il presidente dell’ars Francesco Cascio da detto di averlo usato solo due o tre volte in tre anni di mandato. Ma come man-dare a casa i tre dipendenti, che prestano servizio proprio all’interno delle stanze del garante dei di-ritti dei detenuti? A maggior ragione, come fare, se uno di essi è Paolo Garofolo, sindaco di Enna? Non vorremo mica mettere sulla strada un espo-nente in vista della politica?Voltiamo pagina e guardiamo ad un altro nobile incarico del senatore Salvo Fleres, egli è il presi-dente della fondazione Fulvio Frisone, ma di re-cente anche qui si sono registrate delle magagne.

è stato il deputato Bruno Marziano che con una interrogazione all’assemblea regionale ha chiesto chiarimenti sull’attività svolta dalla fondazione Frisone, e qui si legge:

SALVO FLERES

SALVO FLERES E FuLVIO FRISONE

•••

ricordato che in Sicilia il dott. Fulvio Frisone ha in corso studi per la fu-sione nucleare fredda, che risolve-rebbe i problemi emersi in tutti gli incidenti a reattori nucleari;

ricordato altresì che per garantire questi studi è stata creata la fon-dazione scientifica Fulvio Frisone, finanziata dalla Regione con circa euro 500.000 annuali;

•••

per sapere se non ritenga:di verificare le ragioni per cui la fondazione non assicura la presenza del dott. Frisone presso i laboratori di Frascati e nelle sedi ove si spe-rimentano le sue tesi scientifiche;

di verificare l’uso dei contributi re-gionali alla fondazione Frisone e la correttezza amministrativa della stessa;

di valutare l’adeguatezza dell’am-ministrazione della fondazione a in-terpretarne e garantirne nel miglio-re dei modi la missione scientifica.

(16 marzo 2011)

Ebbene, anche noi ci chiediamo, come mai Fulvio Frisone, che ha ricevuto ben 500 mila euro l’anno dalla regione, per condurre le sue ricerche scientifi-che, non possa invece andare a Frasca-ti per contribuire agli studi che hanno ad oggetto le sue tesi?come ci spiega il fatto il presidente della fondazione. Spereremmo avere risposta.

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011Pagina | 8 gIuDIzIARIA

IKEA: APPALTO DA 14 MILIONIIN ODORE (PuzzA) DI MAFIAAd alzare le mura del colosso svedese a Catania ci pensa IncarboneAureliano Buendia

L’IKEA decideva di sbarcare a Catania e poteva un affare di quella entità sfuggire agli interessi mafiosi? Ovviamente no.

Ecco i fatti, così come sono stati ricostruiti attraverso l’attività di in-dagine svolta nel procedimento di mafia denominato “Iblis”:

1. il 18 febbraio 2005 la I.K.O. S.r.l., di proprietà di tale Meregalli Cesare, stipulava con IKEA ITALIA RETAIL S.r.l. un Contrat-to Preliminare Condizionato per la realizzazione di un complesso immobiliare commerciale a Catania;

2. il 22 luglio 2005 la IKO S.r.l. cedeva detto contratto alla IKO 2 S.r.l., sempre riconducibile come società al Meregalli il quale a sua volta il 16.12.2006, stipulava un altro Contratto Preliminare Condizionato con la CCI SOCIETA’ CONSORTILE a.r.l. per un importo pari ad euro 14.107.000,00 al netto d’iva;

3. la CCI SOCIETA’ CONSORTILE a.r.l. è rappresentata da INCAR-BONE Mariano Cono. Lo stesso Incarbone che si sarebbe aggiudi-cato il parcheggio Sanzio a Catania; lo stesso Incarbone arrestato in IBLIS, scarcerato dal Tribunale del Riesame e per il quale è stato richiesto il rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa.

Chi avrebbe segnalato alla IKEA, attraverso la IKO del Meregalli, l’Incarbone?

Il Meregalli, interrogato, risponde che quella società gli è stata pero-rata da un noto architetto catanese, il quale ultimo negli anni prece-denti aveva percepito redditi sia dalla IKO 2 del Meregalli, che dalla COESI dell’Incarbone.

Meregalli aggiunge di aver persino firmato un protocollo di legalità con la Prefettura e di aver inviato i nomi delle imprese coinvolte nei lavori appunto alla Prefettura di Catania, allora retta da Annamaria Cancellieri, ma nessuno si sarebbe accorto di nulla!

Tutti distratti?

MARIANOINcARbONE

BORGHESIAM A F I O S A

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011 | Pagina 9gIuDIzIARIA

MAFIOPOLI:ETNAPOLIS, KATANè,PORTE DI cATANIA E MAAS Basilotta, quando trasportava terra per Lombardo, costruiva i grandicentri commerciali di CataniaAritmea

Incombe un’ombra oscura su quasi ogni nuo-va realtà imprenditoriale, che nasce a Catania. E’ l’ombra dell’illecito; più che ragionevoli dubbi, che talvolta si trasformano in certezza. La cronaca giudiziaria è illuminante in proposito. Iblis, fonte inesauribile di notizie e spunti, pone l’accento su personaggi come: Mariano Incarbo-ne e Vincenzo Basilotta. Entrambi imprenditori, il primo cugino del boss ennese Flippo La Roc-ca, il secondo vanta di essere stato il compagno di classe di Rosario Di Dio, sì, proprio quel Di Dio che avrebbe trascorso con Lombardo, la sera della vigilia delle elezioni. Scorrendo le migliaia di pagine di Iblis i punti di contatto sono innume-revoli. Anche Vincenzo Basilotta ha rapporti con Lombardo, per diverse ragioni: perché il genero è “politicante”, per 400 camion di terra nella tenuta di Lombardo (sì perché Basilotta, da monopoli-sta, gestisce tutti i movimenti terra che contano a Catania, compresi quelli del Presidente), ecc. ecc. Gli interessi economici di Basilotta sono enor-mi e radicati non solo in Sicilia, ma anche nelle altre regioni italiane e all’estero in Albania. Già nel 2005, salta ai vertici della cronaca per i lavo-ri svolti ad Etnapolis in seno all’indagine Dioniso (mafia e appalti). Figurarsi se un potente mediato-re come Basilotta si ferma al solo Etnapolis, per la sua Incoter, ci sono anche i cantieri del Katanè e del Porte di Catania. Insomma, non c’è centro commerciale, che non porti la sua firma. Esclu-diamo forse il Centro Sicilia, nei cui confronti è già dedicato un faldone intero dell’indagine Iblis. Qui proponiamo le intercettazioni realizzate all’interno dell’autovettura di Basilotta, a parti-re dal 2007, rendono l’idea sull’ulteriore volume di affari dell’imprenditore, e, a quanto pare an-che sulla sua partecipazione alla costruzione del Maas. Nell’ambito delle intercettazioni si fa riferi-mento al Presidentissimo, di chi stiamo parlando?

VINcENzO bASILOTTACondannato in appello a 5 anni per concor-so in associazione mafiosa. L’imprendito-re è al centro di presunte relazioni con il pre-sidente della Regione Raffaele Lombardo.

BORGHESIAM A F I O S A

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011Pagina | 10 InchIEsTA

Negozi che falliscono, altri che sopravvivono, ma come? Nel frattempo la città muoreAlessandro Zappalà

cENTRI cOMMERcIALI: INVESTIMENTI MISTERIOSI

Il commerciale sta uccidendo lo storico: come meta-stasi, sempre più grandi i centri commerciali devastano il territorio con delle colossali costruzioni, assorbendo anche le già modeste risorse economiche. Le grandi multinazionali investono a Catania, millantando nuovi posti di lavoro e sviluppo del commercio. Ma dietro l’apparenza c’è un popolo di negozianti, che cerca in

tutti i modi di far quadrare i conti. Per un neo impren-ditore può sembrare allettante la proposta del centro commerciale, che ogni giorno per attirare pubblico, promuove le più disparate iniziative: dal concorso di bellezza alla messa domenicale, dai musei preistorici ai trenini turistici. Il tutto, rigorosamente, a spese dei singoli negozianti. I musei, da sempre considerati ful-

cro di cultura, lasciano il posto ai nuovi mostri. Luoghi artificiali e senza storia, diventano il posto migliore per trascorrere il proprio tempo libero. Ma a che prezzo? Alto, troppo alto sia per la città, che per gli esercenti e in fondo, pure per i consumatori.

VOcI DI SPESA

• Firmare un contratto, generalmente in franchising con un marchio noto.

• Stipulare un contratto d’affitto ramo di azienda. • Provvedere alle utenze e agli oneri burocratici.

SPESE DI ALLESTIMENTO (DATI NELLA MEDIA)

Si consegnano solo le mura dei locali:

• 2.500,00 euro + 3.500 euro per manodopera pavimento;

• 4.000,00 euro per saracinesca e vetrine;

• 8.000,00 euro per impianto di aria condizionata;

• 5.000,00 euro per impianto elettrico;

• 2.500,00 euro per tetto in cartongesso;

• 1.000,00 euro per ciascun splinker (spruzzo antincendio) necessario ogni 10 mq;

a questo si aggiungono:

• 1.800,00 + 5.000,00 euro per creazione ditta s.r.l. e anticipo;

• 1.500,00 euro per utenza telefono, luce, collegamento internet/bancomat;

• a parte assicurazione per sinistri per il valore di 2.500.000,00 euro, e assicurazione incendio da 1.000.000,00 euro.

IL FRANchISOR Può IMPORRE (DATI NELLA MEDIA VARIAbILI A SEcONDA DEL FRANchISING):

• 25.000,00 euro Fideussione bancaria;

• 2.000,00 euro Trasporto mobili;

• 1.500,00 euro per il corso di Formazione (in altri casi si impone una prova di due settimane per tastare la capacità di vendita);

• 5.000,00 euro per arredamento, che generalmente resta di proprie-tà del franchisor (e non del negoziante);

• 15.000,00 euro come cauzione prodotti;

• 2.000,00 euro per Software, computer e cassa;

• fino a 15.000,00 euro eventuale fee di ingresso (compenso che ri-chiede il franchisor degli investimenti fatti dallo stesso per creare, testare il concept e farne approfittare il franchisee);

TOTALE: 64.500,00 EuRO

I NuMERI

L’offerta del Centro Sicilia in fase di apertura è stata strutturata, in molti casi, nel seguente modo:

Affitto dei locali:

• 475,00 euro + iva all’anno al metro quadro;

• 57.000,00 euro compreso iva all’anno per un negozio tipo di 100 me-tri quadri;

• 4.750,00 costo mensile.

Condominio

• 110,00 euro al metro quadro;

• 13.200,00 euro compreso iva all’anno per un negozio tipo di 100 me-tri quadri;

• 1.100,00 euro costo mensile

e ancora

• 57.000,00 euro per Fideussione bancaria pari ad una annualità;

• 12.000,00 euro per pre-apertura e spese di commercializzazione;

• 3.550,00 euro per pilotage;

• 5.290,00 euro per pro-rata;

• 2.395,00 euro contributo impianti;

• 57.000,00 euro un anno anticipato di affitto inizialmente pre-sentato con fideiussione, convertito in anticipo al momento della firma;

L’AVVIO DELL’ATTIVITà AL NuOVO cENTRO SIcILIA

BORGHESIAM A F I O S A

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011 | Pagina 11InchIEsTA

DOPO TuTTI quESTI SPAVENTOSI NuMERI SEMbRA Su-PERFLuO AFFERMARE chE chI cI GuADAGNA REAL-MENTE è LA MuLTINAzIONALE chE GESTIScE IL cEN-TRO cOMMERcIALE.SI INVESTONO GROSSE quANTITà DI DENARO, SENzA PERò PRODuRRE ALcuNA RIcchEzzA, MA SPESSO SOLO DEbITI E FALLIMENTI. PER OGNI NEGOzIO chE chIuDE, quASI SubITO NE APRE uN ALTRO. E quELLI chE RESI-STONO cOME FANNO?SAREbbE MOLTO PIù uTILE SPOSTARE quESTO FLuSSO DI DENARO VERSO IL cENTRO cITTà RIcERcANDO NuO-VE STRATEGIE IN SINERGIA cON IL cOMuNE, cAPAcI DI SODDISFARE LE ESIGENzE DEI cITTADINI, cOME PER ESEMPIO: POTENzIARE I TRASPORTI, FAVORIRE LO SVI-LuPPO ATTRAVERSO INcENTIVI O EVENTI, INSTAuRARE uN DIALOGO IN cuI LA cOMuNITà DIVENTI PARTE ATTI-VA PER STuDIARE E PROPORRE INIzIATIVE INNOVATIVE E VINcENTI.

è stato sviluppato dal Gruppo Cualbu, con l’architettura ecosostenibile di Design International e la gestione/commercializzazione di Cushman & Wa-kefield, avvalendosi dei servizi di pilotage evoluto di Spazio Futuro GroupLOcALIzzAzIONE: Misterbianco ( Catania )APERTuRA: 2010-2011ObIETTIVO: Conquistare una posizione leader nel mercato di Catania tra-mite la realizzazione di un Parco polifunzionale che rappresenti un’occasio-ne di shopping, di intrattenimento e di relazione per il bacino di riferimento.bAcINO DI uTENzA: circa 550.000 abitanti nel bacino dei 20 minuti autoSuPERFIcIE cOMPLESSO: ca 38 ettari di estensione territoriale; super-ficie coperta oltre 100.000 mq.STRuTTuRE E SERVIzI: Centro Commerciale di ca. 54.000 mq. Di su-perficie coperta, dotato di ipermercato, medie strutture, galleria di negozi e food court; grandi strutture di vendita esterne per ca. 40.000 mq. di superfi-cie coperta complessiva; 1 grande strutture esterna per l’intrattenimento e il tempo libero di ca. 9.000 mq. di superficie coperta.INVESTITORI: COST.RE.2007 Srl (Gruppo Cualbu)PROGETTAzIONE: Design International / PlannING Srl.REALIzzAzIONE: Cualbu Srl.

cENTRO SIcILIA

REGIME D’ATTIVITà

Dopo aver affrontato una spesa di oltre 300.000.00 euro, il com-merciante, per poter sperare di guadagnare (e non ricavare) almeno 120.000,00 euro l’anno, dovrà puntare su introiti corrispondondenti a 10.000,00 euro al mese. Dunque, per guadagnare così tanti soldi in un mese, a quanto dovrà ammontare il venduto? Secondo i calcoli*, si do-vranno emettere scontrini per un totale di 850,00 euro al giorno, ma considerando i periodi di sconti, si dovrà arrivare anche a 1.000,00 euro giornalieri, perchè in quei casi i guadagni per singolo pezzo calano ver-tiginosamente, senza considerare l’invenduto!In certi casi, si utilizzano degli strumenti per capire se un negozio può riuscire a superare il BEP (Break Event Point, ovvero punto in cui si pa-reggiano le spese con gli utili). E pure i BEP dimostrano un fallimento.

GLOSSARIOPILOTAGE: Periodo di pre-apertura in cui si svolgono tutte le attività relative all’apertura del negozio. E’ Seguito da una società che controlla l’anda-mento delle varie operazioni di pre-apertura.

AFFITTO RAMO DI AzIENDA: Vi è una disciplina civilistica e fiscale ma presenta diverse lacune che permettono di modellare il contratto secondo le necessità del più forte che in questo caso è ovviamente il centro commerciale. La sua stipula permette di cedere l’azienda pur non staccandosene completamente, es-sendone lui il proprietario.

FIDEIuSSIONE bANcARIA: La fideiussione è una sorta di garanzia nel caso in cui la ditta non fosse più in grado di garantire un pagamento. Vi sono due tipologie di fide-iussioni: bancaria ed assicurativa. Per la prima, bisogna versare l’intera somma, che rimane bloccata fino alla fine del contratto. Nella assicura-tiva viene stipulata una assicurazione (simile a quella della auto ma con spese differenti).

TOTALE SPESE ANNuE: 119.000 EuRO

LE SPESE

• 57.000,00 euro affitto annuale • 11.000,00 euro condominio annuale • 5.000,00 euro pubblicità • 10.000,00 euro assicurazione, utenze, commercialista. (prezzo stimato)• 36.000,00 euro Costo di 3 impiegati a tempo determinato part timePiù l’eventuale 7% sul volume d’affari. Se infatti vi sono buoni profitti, da contratto, il centro commerciale in questione può imporre di pagare una quota pari a quella sovra indicata al 7 % del volume d’affari, che nel caso di un negozio da 100 mq si possono tradurre in altre 3.570,00 euro!

TIRANDO LE SOMME, uN cOMMERcIANTE, chE DESIDERA AVVIARE uN’ATTIVITà AL NuOVO cENTRO SIcILIA, DOVRà SPENDERE uNA cIFRA NON INFERIORE A 238.235,00 EuRO (EScLuSI cOSTI ASSIcuRATIVI E SPESE PubbLIcITà). IL NEGOzIANTE chE VOGLIA APRIRE IN FRANchISING DOVRà INVEcE SPENDERE uNA cIFRA PARI AD ALMENO 302.735,00 EuRO.

* Se un prodotto di 25 euro ha un guadagno di 10 euro, dobbiamo riuscire a venderne 1.000 al mese per arrivare a 10.000 euro. 1000 al mese corrispondono a 34 vendite al giorno (25*34=850 euro). Se in un mese dobbiamo vendere 1000 prodotti, in un anno saranno 12.000 che moltiplicati per 25 (costo del singolo prodotto) si arriva ad un fatturato pari a 300.000,00 euro.

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011Pagina | 12 InchIEsTA

NEL 2009 uNA VIOLENTA MAREGGIATA DANNEGGIò LE STRuTTuRE APPENA cOSTRuITE, AD OGGI PER RIPARARLE SERVONO 500MILA EuRO. MA SENzA IL VOTO DELLA GIuNTA REGIONALE I FON-DI RESTANO cONGELATI...

Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, niente di più vero. Nel caso del porto turistico di Riposto, finito di co-struire dal gruppo I.R.A. srl nel 2008 su commissione della Regione Siciliana, i danni provocati dalle onde non sono l’ unica causa dei ritardi nella consegna delle strut-ture. Dopo un collaudo parzialmente eseguito prima di un’eccezionale burrasca, che nell’inverno del 2009 dan-neggiò le banchine ed i finger rendendo inagibile il molo, l’ intero iter si è arenato definitivamente. I tecnici che all’epoca montarono i pontili, subito dopo la mareggiata hanno sciolto parte degli ormeggi per evitare altri danni ed oggi le strutture ondeggiano a destra e sinistra. Nei mesi successivi al disastroso evento, il comune di Riposto, re-sponsabile dell’affidamento del molo ad una ditta esterna da selezionare con un bando internazionale, fece elabora-re una perizia per individuare le necessarie riparazioni ed avere una stima attendibile dei costi.

PORTO TuRISTIcO DI RIPOSTO: SOLDI SPESI INuTILMENTEDopo averlo costruito la Regione non sblocca i fondi necessari per renderlo funzionante e nel frattempo la struttura si usuraAndrea Di Grazia

In base ai primi calcoli, sarebbero serviti 500mila euro per rimettere in sesto il molo ed uscire dall’impasse senza perdere troppo tempo. In questa occasione vennero perfi-no individuati i fondi necessari: durante la messa in atto del progetto era avanzato ben 1milione di euro, una cifra addirittura superiore del doppio rispetto alla somma pre-ventivata. C’è di più: contemporaneamente la stessa ditta appaltatrice realizzava una controperizia ad un costo addi-rittura inferiore. Da qui la proposta di prendersi carico del-le riparazioni. Ma la Regione scartò subito questa ipotesi. La causa sembrò essere il collaudo tecnico già effettuato prima della mareggiata, con il quale il cantiere poteva dirsi concluso. Il risultato è che oggi, solo per scegliere una nuo-va ditta, bisogna proclamare un nuovo bando. Ma riman-gono anche altri intoppi, ben più gravi.

I fondi, infatti, sono nuovamente rientrati nella disponibiltà di Palazzo d’Orleans e per sbloccarli serve una apposita votazione da parte della Giunta Regionale. A distanza di due anni nessuno si è ancora pronunciato. E nel frattempo, a causa dell’inevitabile usura delle attrezzature già com-promesse, i danni aumentano ogni giorno che passa. Sen-za contare i mancati guadagni per l’intero indotto. Tutto sommato, non tutti possono dirsi scontenti dalla mancata inaugurazione del porto regionale. Tra questi i privati, che nel frattempo si sono rimboccati le maniche per costruire di tasca propria altri moli per la nautica da diporto. A conti fatti e con un briciolo di malizia, non ci resta che porci alcune domande.

cOME MAI quESTI FONDI RIMANGONO ANcORA NEL cASSETTO DELLA REGIO-NE? A chI cONVIENE chE IL PORTO Tu-RISTIcO DI RIPOSTO RIMANGA IN SO-SPESO?

LA SAGOMA SPEzzATA DEL MOLO NON PIù AGIbILE

RAFFAELE LOMbARDO

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Anno ii - n. 8 - giovEDì 4 Agosto 2011 | Pagina 13cROnAcA

«cATANIA è LA cITTà PIù SPORTIVA DI TuTTO IL MERIDIONE!», «LA NOSTRA OF-FERTA DI IMPIANTI SPORTIVI cI DA cRE-DIbILITà», «IL PALANESIMA? MA è uN GIOIELLO DELL’IMPIANTISTIcA NAzIO-NALE!». Ah, I NOSTRI ASSESSORI. quAN-TA PASSIONE, quANTE bELLE PAROLE SGORGANO DALLE LORO bOcchE OGNI quAL VOLTA SI AVVIcINA uN EVENTO.

Era successo con i mondiali di volley dell’anno scorso, accade di nuovo in vista di quelli di scherma. Gioielli di palasport, attrezzature da far invidia all’Europa intera. La pagina web del Comune dedicata agli impianti sportivi sembra la vetrina di Bulgari. 15 impianti che, sulla carta, fanno venire voglia di indossare le scarpe da ginnastica e andare a fare sport ma che in realtà, milioni di euro e di belle parole dopo, si rivelano come enormi giganti addor-mentati e malandati.

LO SPORT NELL’ERASTANcANELLI: DISTRuTTO

Inaugurato nel lontano 1967 è stato calpestato da atleti che hanno portato alto il nome della città nel mondo. Oggi do-vrebbe essere il luogo di preparazione dei nostri campioni in vista delle olimpiadi di Londra dell’anno prossimo e invece è il luogo degli infortuni e delle disgrazie. Infiammazioni ai tendini e ai muscoli, distorsioni, slogature. I nostri atleti, a causa delle pessime condizioni della pista, ci rimettono ad-dirittura la salute. Le pedane e le corsie sono usurate e non consentono il giusto “ritorno elastico”. «è come correre nel cemento» ci dicono dal campo. Le reti per il lancio con il martello sono rotte, le tribune presentano tracce di amian-to e le performances avvengono a porte chiuse perché non c’è l’assicurazione. Un intervento tampone è stato fatto nel 2001 ma si è rivelato inconcludente. Nuovi fondi, previsti per quest’anno, sono invece stati dirottati verso altro. Le so-cietà che pagano per usufruire della struttura hanno lanciato l’allarme e sono pronte a bloccare anche gli allenamenti.

In quel di Librino non va meglio. Nata come struttura per svolgere svariate attività, dal pattinaggio artistico al ka-rate, dalla pallamano al calcio a cinque, il Palanitta ora casca a pezzi. Vetri rotti, alberi non potati, sporcizia, doc-ce prive di acqua calda, un esterno senza illuminazione e controllo. E pensare che qui si allena la Catania Ring, so-cietà della quale fa parte il campione italiano dei pesi me-dio – massimi Danilo D’Agata. Società che è bene tenersi stretta perché la loro “partenza” significherebbe la fine. Nel 2003 l’impianto ha ospitato le gare di pallacanestro dei giochi militari salvo poi trasformarsi, lo scorso Otto-bre, in un centro di accoglienza deputato a ospitare i 131 clandestini egiziani acciuffati al largo delle coste catanesi.

Eccolo il “gioiello del meridione destinato ad accogliere eventi sportivi di livello internazionale” (così si legge nel sito del Comune). Un impianto nato con l’intento di diven-tare un’accademia dello sport con campi di atletica (mai costruiti) e alloggi per studenti (non pervenuti). L’inaugu-razione, avvenuta 8 anni fa con il musical di Cocciante “Il gobbo di Notre-Dame”, è stata seguita dalle gare di pentath-lon e scherma dei giochi militari e dai campionati di serie A di ginnastica artistica. Da allora tutto tace. Oggi “intrufolar-si” nella struttura non è difficile, parte delle cancellate sono state divelte e sostituite da transenne. I vetri, per lo più rotti, mostrano un interno abbandonato e in totale decadimento. Le centraline elettriche sono state forzate e adesso i cavi si trovano all’aperto e alla portata di tutti. L’esterno è pieno di spazzatura, siringhe, materiale abbandonato e bruciato. Il parcheggio la sera diventa meta di coppiette e spacciatori mentre la stradina che lo costeggia è sempre trafficatissima. La storia del Palanesima è sicuramente quella del “gran-de escluso”. Scelto come struttura destinata ad ospitare i mondiali di volley dell’anno scorso, è stato poi sostituito dal meno capiente Palacatania, i cui costi di ristrutturazio-ne erano decisamente inferiori (giusto 1milione e 400mila euro per adeguare l’impianto idrico e di condizionamento dell’aria, coprire in gomma il parquet, delimitare gli spazi attorno al rettangolo di gioco, aggiustare il tabellone e siste-mare problemi di infiltrazioni, un altro gioiello questo). Poi la speranza di un futuro migliore con i mondiali di scherma e i tre milioni di euro che il Credito Sportivo aveva pro-messo di stanziare. Ma alla presentazione di “SiciliaScher-ma2011” la grande sorpresa: il Palanesima è di nuovo fuori, al suo posto il Palaghiaccio. Che fine hanno fatto i soldi?

cAMPO ScuOLA DI PIcANELLO

PALANESIMA PALANITTA

TANTI PALAzzETTI, TAN-TI SOLDI SPESI. STRuTTu-RE ENORMI, TANTO quANTO IL DISSESTO EcONOMIcO chE hANNO PROVOcATO

TuTTE LE IMMAGINI SI RIFERIScONO AL PALANESIMA

Viaggio tra le strutture sportive decadenti gestite dal ComuneSimone Rausi

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cASTELLO uRSINO:uNA MOSTRA RIDIcOLA

quANDO c’è L’IMbARAzzO DELLA ScEL-TA, NON SEMPRE SI FINIScE cON LO ScEGLIERE IL MIGLIORE DEI PRODOTTI.

Sarebbero ben 17 mila i tesori del nostro patrimonio culturale “nascosti” nelle viscere del Castello Ursino a Catania. Una realtà celata da molti misteri, tante do-mande e poche risposte. Un tesoro mai esposto al pub-blico. Un tesoro fatto non soltanto di “pezze di storia”. Quest’ultima, una scelta di parole non casuali. Se non sapete di cosa si tratti, avete tempo fino al 22 ottobre per ammirare oggetti tessili, e non solo, provenienti dalle Wunderkammer, ovvero le “stanze delle meravi-glie”, che gli aristocratici del 1700 esibivano ai loro ospiti privilegiati, che sono esposti proprio nelle sale del Castello catanese di piazza Federico II di Sve-via. Sei euro il biglietto d’ingresso. Sei euro non per una statua o un manoscritto, sei euro per ammi-rare stoffe. Anzi, in alcuni casi, pezzi di stoffe. Non c’è trucco e non c’è inganno, il progetto si chiama proprio “Pezze di storia”.

L’ultimo (speriamo) “regalo” dell’assessore-consulenteFederica Campilongo

Organizzata dalla Direzione Cultura del Comune di Catania, in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania guidata da Vera Greco, pezze di storia nasce da un’idea della stilista Marella Ferrera – neo ex-assessore comunale alla cultura e adesso consulente del sindaco Stanca-nelli – la quale ha curato la disposizione dei pezzi,

addobbando le sale interessate con fili dorati e gomi-toli di cotone.

Incuriositi, leggiamo nel programma “Protagoniste le straordinarie e inedite collezioni tessili Benedet-tini e Biscari” e così ci incamminiamo verso il Ca-stello Ursino. Pochi, pochissimi turisti, «l’affluenza è stata debole – dicono dall’interno – sarà che questi sono i primi giorni», in realtà la mostra è stata inau-gurata a metà luglio, e a dire il vero erano molti i turisti che questa mattina gironzolavano nei pressi del Castello, ma pochi quelli che effettivamente mo-stravano interesse per i frammenti tessili di abiti di sacerdoti e uomini comuni vissuti tre secoli fa.

Paramenti sacri, reliquari appartenenti a sacerdoti del XXV sec, ma dal sacro al profano il passo è bre-ve, e allora ecco un paio di zoccoli; ci sono anche fazzoletti inediti del 1600, e persino un paio di mu-tande del 1700: ma siamo sicuri che Catania sappia offrire soltanto questo?

E così, ritornano in mente le parole di Silvana Gras-so «Se non recuperiamo i nostri veri tesori che sono “nascosti” al Castello Ursino, rischiamo solo di fare

chiacchiere e di dimenticare i nostri tesori» la Grasso in maniera plateale minacciò addirittura il suicidio, quando ricopriva la carica di assessore alla Cultura del Comune di Catania (ricordate persino le compar-sate in tv con il famoso “serracco”?), e adesso cosa è successo? Il tour della mostra si rivela, più che altro, un giro per sale vuote, troppo imponenti per pezze(tti) di storia. E proprio quando non resta altro che farsi ammaliare da un interessantissimo ferma-baffi da notte, una guida mostra la ciliegina sulla torta. Il pezzo forte. La vera attrazione dell’intera mostra: il frammento (pochi centimetri) di uno dei presunti mantelli appartenente ad Arrigo VI. (Per chi avesse un vuoto di memoria, Arrigo VI fu il padre di Federico II di Svevia). Esposto in desolazione senza che, durante il nostro tour, vi sia qualcuno davanti la teca pronto ad ammirarlo e a coglierne l’importanza. Anche questa è un’iniziativa che rientra nel cartello-ne Estate Catanese, ma non si tema, per questa vol-ta l’idea geniale non è frutto esclusivo dell’ammi-nistrazione etnea. Riconosciamo un certo “merito” anche all’Assessorato Regionale per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana che ha patrocinato l’evento.

Ma a noi, piace qui riportare la dichiarazione resa dal primo cittadino catanese in occasione dell’inaugurazio-ne della mostra, che ha voluto paragonare l’evento alla mostra di Modigliani e ci ha messo nel mezzo pure i mondiali di scherma: “Un evento - sottolinea il sindaco - che segna l’inizio di una stagione nuova per il Castello Ursino, che dopo la mostra-evento su Modigliani dell’in-verno scorso, si conferma centro di riferimento culturale e turistico della città e dunque motore dell’economia del territorio. Come lo sono stato per Modigliani, sono grato anche stavolta a Marella Ferrera per la passione che ha dedicato a questo progetto. Ultimati i lavori della messa in sicurezza di tutti i livelli, il Castello si prepara ad es-sere un vero contenitore di più eventi contemporanei e non ci saranno più i limiti del passato per il numero dei visitatori. La programmazione di questa mostra, poi, ri-entra fra quelli collaterali ai prossimi Mondiali Assoluti di Scherma con l’idea di offrire ai visitatori un ampio ventaglio di offerte e svaghi culturali a Catania”.

MARELLA FERRERA AccANTO A RIccARDO PATERNò DEL cASTELLO DuRANTE L’ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA - Ph.DI VALERIO D’uRSO

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è un dato di fatto ormai che le nostre istituzioni non san-no premiare l’impegno e la buona volontà dei tanti onesti cittadini che ogni giorno tra mille difficoltà lavorano nel rispetto delle regole. In piazza Grenoble, ad esempio, accanto al centralissimo Corso Sicilia, ogni domenica mattina c’è il «Mercatino delle pulci», dove vivaci e colorate bancarelle mettono in bella mostra la merce e gli oggetti più curiosi o introvabili. Almeno così dovrebbe essere. La realtà, invece, è ben altra.Tra gli espositori c’è addirittura qualcuno costretto a “mon-tare” prestissimo, già dalle 4.00 del mattino, semplicemen-te per garantirsi di occupare quello spazio concesso dal comune dopo che ha pagato la tassa sul suolo pubblico. In ogni caso, dalle 6.00 in poi si aprono i tendoni e su diver-se file di panche di legno ecco sistemarsi grammofoni di ogni dimensione, vecchi dischi in vinile, medaglie antiche e stellette del periodo delle due guerre, divise, cartoline, fotografie sbiadite, libri e riviste fuori catalogo, giocatto-li di un tempo, mobili e oggetti di arredamento di buona fattura e di qualità, quadri e pitture colorate, e poi cerami-che, vasi tradizionali dell’artigianato siciliano e locale, le vecchie “quartare”, ecc... Ricordi, insomma, e cose belle anche solo da vedere. Così almeno fino alle 10.00, quando poi una folla di vendi-tori di tutti i generi e di tutte le specie, dai più comuni ge-neri alimentari fino agli oggetti meno identificabili, invade la piccola piazza, occupando abusivamente ogni spazio e facendo collassare tutto nella solita confusione e nel caos. Questa situazione di disagio che si ripete ormai settimanal-mente è lamentata in primo luogo dagli stessi espositori. Ai quali verrebbe da chiedere: «Come mai tra tutta questa quantità di persone e di merci è così raro trovare dei vigili urbani?».

Il signor DOMENIcO cuNTRò è il presidente del coordinamento del Mercatino delle Pulci; esperto in radio e grammofoni e collezionista di dischi 78 giri ci spiega la situazione in cui versano da anni. «Io sono qui dalle 6.00, ma qualcuno deve venire anche prima per assicurarsi il proprio posto».

IL cOMuNE TOPPA ANchE cON IL MERcATINO DELLE PuLcIL’amministrazione si gioca anche il mercato dell’antiquariatoAlfredo Nicotra

E TuTTAVIA cI SONO I SOLITI PRObLEMI cON GLI SPAzI?

«Attualmente paghiamo il suolo pubblico io e pochi altri. Paghiamo 1,60 euro al mq ma come vede, la maggior parte sono abusivi. E la situazione non tende a migliorare, per-ché principalmente manca un servizio di sorveglianza da parte dei vigili urbani. Ormai è fuori controllo».

Il fenomeno dell’abusivismo, continua il signor Domeni-co, «tende a snaturare il concetto di mercatino delle pulci, che non è più tale se chiunque arriva può vendere ogni tipo di merce, dalla frutta al pesce».

Il disagio maggiore deriva dalle piccole dimensioni della piazza. Gli espositori in questi anni sono stati sfrattati da più luoghi e ultimamente da piazza Carlo Alberto, «ma la nostra situazione è peggiorata da quando ci hanno spostati a piazza Grenoble». Non sono pochi, infatti, i problemi di igiene e di decoro che ormai si vengono a creare, tanto che in molti sconfinano nelle vie vicine.

Anche il SIGNOR MIchELE, espositore di cerami-che e padre di tre figli, ci racconta simili problemi e disagi. «C’è troppo abusivismo – commenta - dopo aver pagato il suolo pubblico capita che dobbiamo anche ritirarci».

MA NON VIENE MAI NESSuNO A cON-TROLLARE?

«C’è stato ordine solo per i primi tempi, oggi molti che verrebbero a comprare scappano via per la troppa confu-sione che si è creata».

Una confusione che impedisce a questi lavoratori di svol-gere tranquillamente la loro attività e che mortifica la pro-fessionalità di molti di loro.

«I mercatini delle pulci si trovano in tutta Italia, ma lì sono regolamentati. Qui tutto si riduce a semplice fiera – ag-giunge - proporrei allora di farlo a settori, da una parte chi vende frutta, chi vende il pesce, chi vende abiti e scarpe e poi chi vende l’antiquariato come noi».

Se vi spostano da un’altra parte, anche fuori zona?

«Già qui vengono in pochi, se ci spostano ancora senza sapere dove o lontano dal centro siamo rovinati».

DOMENIcO cuNTRò PRESIDENTE DEL cOORDINAMENTO DEL

MERcATINO DELLE PuLcI

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cARTELLE PAzzE

cELLuLARI ED INTERNET: ATTENzIONE ALLE cONNESSIONI INDESIDERATE

PRIMO cONSuMO DELEGAzIONE DI cATANIAcORSO DELLE PROVINcE, 203TEL. +39 366 1991408 • 095500311

Iscrizioni a ruolo di tributi già REGOLARMEN-TE PAGATI dal contribuente….Notifiche di cartelle di pagamento per la richie-sta di somme NON DOVuTE O GIA’ PREScRIT-TE….Iscrizioni di fermi amministrativi fondati su cartelle ANNuLLATE cON SENTENzA….

questi i (tutt’altro che encomiabili) metodi uti-lizzati dal concessionario per la riscossione (Se-rit Sicilia S.p.A.), nell’intento di “far cassa” a qualunque costo!

basti sfruttare la “teoria dei grandi numeri”, e il gioco è fatto! come?Notificando a tappeto atti illegittimi o infondati e richiedendo, su commissione dell’Ente imposi-tore, (anche) somme non dovute, nella speranza di ottenere grossi introiti con il minimo sforzo. ciò sulle spalle di quei cittadini più disattenti o, semplicemente, troppo impegnati per dedica-re il loro tempo a cercar di decifrare il contenu-to delle (ai più incomprensibili) buSTE NERE provenienti da Via Luigi Rizzo 39 (già Via Porto ulisse 51).Primoconsumo ritiene giusto, pertanto, esorta-re gli utenti ad analizzare molto attentamente gli atti provenienti dalla Serit e, conseguente-mente, a non pagare immediatamente quanto richiesto, se non a seguito di scrupolosa valu-tazione. Ricordandovi che, in casi analoghi, così come in ogni altro in cui percepiate di esser lesi nei vostri diritti, potrete sempre usufruire della no-stra pronta assistenza, sia per quanto riguarda la “lettura” delle cartelle o intimazioni ricevute, sia, ovviamente, per la predisposizione e l’inol-tro dell’eventuale ricorso all’organismo compe-tente.

come di consueto, Primo consumo si fa carico di tenere informati gli utenti degli svariati e spia-cevoli “inconvenienti” sui quali, ogni giorno, noi tutti rischiamo di incappare.

TI è FORSE AccADuTO chE IL cREDITO RESI-DuO SuL TuO cELLuLARE, PARI MAGARI A 10 O 20 EuRO, “SVANIScA” NEL cORSO DI POchI MINuTI? hAI MAI RIcEVuTO uNA bOLLETTA DEL TuO cELLuLARE IN AbbONAMENTO chE SFIORI L’IMPORTO DI 2.000 EuRO, SE NON DI PIù?

Se la risposta è no, ritieniti fortunato, atteso che a molti, purtroppo, è già successo…Spesso, le multinazionali produttrici di apparec-chi telefonici cellulari, così come i gestori delle linee, “dimenticano” di informare l’utente/consu-matore dei rischi connessi all’utilizzazione dei te-lefoni predisposti per la connessione ad Internet.Invero, l’utilizzo di telefonini senza una totale conoscenza delle funzionalità di connessione dati può erroneamente comportare la mancata chiu-sura della connessione, con la conseguenza della tariffazione continua di un servizio non richiesto. D’altro canto, l’installazione sul proprio telefoni-no di software (client) può comportare l’apertura automatica di sessioni di navigazione con conse-guente, e soprattutto indesiderata, tariffazione del servizio.circostanze, tutte, sulle quali Primo consumo ha ritenuto giusto mettere in guardia gli utenti, an-che in considerazione del fatto che, mentre il con-sumatore concretamente interessato al servizio di connessione Internet sarà, sicuramente, capace di districarsi tra i vari settaggi e le innumerevoli opzioni del telefono, lo stesso non può dirsi dei tanti, tra noi, che acquistano un cellulare esclusi-vamente per utilizzarne la funzione primaria, ma assistono, inspiegabilmente, ad un vero e proprio prosciugamento del proprio credito.

DATI ISTAT INcIDENzA SuI bILANcI FAMILIARI FAMIGLIE TRuFFATEIL cALcOLO DELL’ISTAT,I cRITERI DI VALuTA-zIONE DELL’INDIcE, L’AGGIORNAMENTO DEL PANIERE, LA quALITà DEI DATI,L’INcIDENzA chE I RISuLTATI OTTENuTI RAPPRESENTANO PER MOLTI ASPETTI DELLA VITA SONO TuT-TI TEMI chE SPESSO NON SONO cONOScIuTI NE VENGONO PRESI IN cONSIDERAzIONE, SE NON A LIVELLO SuPERFIcIALE , DALLE FAMI-GLIE.

PRIMOcONSuMO, nasce, com’è noto, oltre che dall’esigenza di tutelare il cittadino, anche da quella di renderlo partecipe e consapevole, sen-sibilizzandolo nel dedicare la dovuta attenzione anche a temi sottovalutati e/o non di comune do-minio .Non dovrebbe essere così, ma proprio la mancata conoscenza del consumatore ha permesso che il comune di catania agisse indisturbato ed abu-sasse di una posizione DI FIDucIA E DI LEGA-LITà quALE quELLA ATTRIbuITIGLI cOME cITTà MONITORATA DALL’ISTAT.

MA VEDIAMO DI chE SI TRATTA.

In occasione della pubblicazione dell’articolo di SuD (edizione del 7 Luglio u.s.), in riferimento al comportamento illecito tenuto dal comune di catania ( che fa parte del gruppo delle 86 città monitorate dall’ISTAT)nel rilevare i c.d. “dati ele-mentari alla fonte”, si è sentita in dovere di ren-dere edotto il consumatore seppur succintamente sui meccanismi che sottendono alle indicizzazioni Istat,ed ancora una volta di denunciare un’ammi-nistrazione priva di scrupoli, che ha agito in con-trasto con le politiche di tutti quei paesi e città civili al servizio dei cittadini, infischiandosene della serietà e dell’ importanza dei compiti di RI-LEVAMENTO assegnatigli.

Orbene, secondo l’ISTAT “La metodologia degli indici dei prezzi al consumo prevede l’aggiorna-mento annuale sia della lista dei prodotti per i quali vengono rilevati i prezzi, il paniere, sia del-la ponderazione con cui i prodotti partecipano al calcolo degli indici.Inoltre” l’aggiornamento annuale della compo-sizione e della ponderazione del paniere ha la fi-nalità di mantenere nel tempo la capacità degli indici dei prezzi,di riflettere i cambiamenti nei comportamenti del consumatore e di adeguare i pesi assegnati ai prodotti , alla mutata struttura dei consumi nelle famiglie.

Nel processo di produzione dei dati un ruolo fon-damentale è stato assegnato ai comuni( nella specie al comune di catania, il cui ufficio Stati-stica, nell’ambito della collaborazione con l’Istat, DEVE RILEVARE I DATI cON SERIETà E PRO-FESSIONALITà. Ma soprattutto deve rilevare quei cambiamenti che si realizzano nell’ambito dei dati elementari, ( prodotto ortofrutticolo che non c’è più in commercio, attività chiusa ecc...) ciò al fine di assicurare la miglior qualità dei dati immessi ed utilizzati in tutti gli stadi del processo di produzione.

Il meccanismo si basa su due distinte rilevazio-ni: una a livello territoriale effettuata dai comuni che ha un peso sull’indice pari all’(80,3% ) e una centralizzata effettuata dall’ISTAT ( peso pari al 19,7%).All’inizio di ogni anno l’ISTAT invia agli uffici co-munali di statistica l’elenco dei prodotti da rile-vare ed il comune individua per ciascun prodotto, al’interno di ogni punto di rilevazione, il più ven-duto tra quelli che hanno le caratteristiche defi-nite dall’ISTAT.Il comune in base alla densità demografica parte-cipa alla formazione dell’indice generale.

IL cITTADINO DEVE SAPERE chE L’ISTAT IN-cIDE IN MANIERA PuNTuALE NELLE DINA-MIchE cONTRATTuALI( AFFITTI, LOcAzIONI, ASSEGNO DI MANTENIMENTO Ecc.) . MOLTI NON SANNO PER ESEMPIO, chE uNA DELLE cAuSE chE hA PRODOTTO IN quESTI ANNI uNA PERDITA cONSISTENTE DEL POTERE D’AcquISTI DEI SALARI E DELLE PENSIONI è ANchE DOVuTA ALLA cOMPOSIzIONE DEL PANIERE IN quANTO NON RISPONDENTE SIA PER I PRODOTTI INSERITI chE PER I RISPET-TIVI PESI AI REALI cONSuMI DELLE FAMI-GLIE DEI LAVORATORI E DEI PENSIONATI.

Il comune di catania, e segnatamente, l’ufficio statistica , se ne “infischiato” della costruzione dell’indice generale, dell’incidenza ed importanza dei rilevamenti dei dati, perpetrando una politica del tipo es. la cooperativa di via Verona è trasfe-rita da cinque anni, ma chi se ne frega, chi se ne accorge della circostanza? E si va avanti così per anni, senza alcun controllo. In detta sede non si vuole entrare nel merito della vicenda, peraltro conosciuta dai lettori e dai cit-tadini, ma si vuole( ed il cittadino ne ha pieno di-ritto) un amministrazione giusta, a tutela dell’in-teresse del consumatore che deve fidarsi di chi lo rappresenta.

Ma ancora sul tema….il cittadino è a conoscen-za che il comune percepisce ED hA PERcEPITO per l’attività di rilevamento dati, degli incentivi in denaro? ci si chiede dove son andati a finire gli incentivi degli ultimi 10 anni di attività di rilevamento dei dati non avvenuta o avvenuta difformemente dalla realtà ? è il caso che i diri-genti e chi fino ad oggi si è occupato di statistica( i nomi sono ben noti alla Procura della Repubbli-ca )continuino a svolgere ruoli di fondamentale importanza, ( da ultimo quello delicatissimo del cENSIMENTO, pur attribuito al medesimo ufficio statistica e dove girano milioni di euro) .

Primo consumo prenderà tutte le misure ido-nee a tutelare il cittadino nelle diverse sedi di competenza, e porterà avanti una campagna al fine di raccogliere adesioni alla proposta di rin-novamento dell’ufficio statistica del comune di catania, con rimozione dell’incarico di chi ha trasformato un meccanismo serio ( quale quello che sottende la materia che ci riguarda) in una macchina nociva .

a cura del responsabile provinciale Avv. Renata Saitta