VULCANICA INFORMAZIONE ANNO II NUMERO VII 2014
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REDAZIONE—SEGRETERIA GENERALE NAZIONALE
Via Vicinale Vecchia Trani-Corato n. 24 cap. 76125 Città di TRANI (BT)
E-mail [email protected] - [email protected]
ANNO II NUMERO 7
CO.S.P. PENITENZIARIA
2014
PERIODICO MENSILE DEL CO.S.P. - COORDINAMENTO SINDACALE PENITENZIARIO -
COORDINAMENTO DI REDAZIONE RESPONSABILE RELAZIONI ESTERNE E UFFICIO STAMPA DELLA RIVISTA - LAURA PASCAZIO COMITATO DI REDAZIONE ABBINANTE VITO - BIZZOCA ROSARIA COLAPINTO GRAZIA - DE PALO GIUSEPPE - DI NOIA DOMINGA , LAMANUZZI BARTOLOMEO - IPPOLITO LORENZO, MOROSO MARIA ANTONIETTA - NARDO' COSTANZO OLIVERIO PATRIZIA - TARANTINI MARIA - TROCCOLI ANNA
VULCANICA INFORMAZIONE ANNO II NUMERO V I I CO.S.P. PENITENZOARIA 2014
PROGETTO GRAFICO ED IMMAGINE DELLA RIVISTA - WEBCOSP
SEDE REDAZIONE - SEGRETERIA GENERALE CO.S.P
Via Vicinale Vecchia Trani - Corato,24cap. 76125 Città Trani (BT)
Cell. 3355435878-3460890706-3772541369 fax 0802142003
CORRISPONDENTI DELLA REDAZIONE - SEDI REGIONALI TERRITORIALI
CALEFATO GIUSEPPE PUGLIA - TRANI
DI GIOIA DOMENICO BASILICATA - MATERA
SANTOGIACOMO DOMENICO SICILIA - PALERMO
LEOGRANDE NARDINA LOMBARDIA - MILANO
CANNONE GIUSEPPE IPM FIRENZE - TOSCANA
MEZZAPESA MARIA GRAZIA AOSTA CITTA' - AOSTA
MARIGLIANO DOMENICO EMILIA ROMAGNA - BOLOGNA
PAPPAGALLO NICOLA CUNEO - PIEMONTE
NOTARACHILLE DONATO - TRENTINO/VENETO CITTA'TOLMEZZO
LAFORGIA GIANFRANCO MARCHE - ABRUZZO -MOLISE CITTA' FORLI'
SPANU SARA SARDEGNA - ALGHERO
PERSI LILIANA - TRIVENETO TRENTINO ALTO ADIGE CITTA’ TRIESTE
DIRETTORE RESPONSABILE DOMENICO MASTRULLI
SOMMARIO
VULCANICA INFORMAZIONE ANNO II NUMERO VII CO.S.P. PENITENZIARIA 2014
PAG. 1 REDAZIONE
PAG. DA 2 A 4 EDITORIALE
PAG. 5 BRACCIALETTI
PAG. 6 FRATELLI D’ITALIA
PAG. 7 NUNEMA
PAG. 8 SISTEMA PENSIONISTICO
PAG. 9 VELINA CO.S.P. TAR PUGLIA BARI
PAG. DA 10 A 12 ORDINANZA TAR PUGLIA BARI
PAG. 13 E 14 C.C. ASCOLI PICENO—CASERME AGENTI
PAG. 15 TBC CASO POLIZIOTTO PENITENZIARIO NEL CARCERE DI TERAMO,MENTRE
IL COSP ED I COLLEGHI SI CHIEDONO: MA L'AMMINISTRAZIONE IN TUTTO QUESTO
DOVÈ?
SEGRETERIA GENERALE NAZIONALE Via Vicinale Vecchia Trani-Corato n. 24 cap. 76125 Città di TRANI (BT)
EDITORIALE di Mimmo Mastrulli
RIFORMA RADICALE DELLA
RAPPRESENTANZA, DELLE GUARANTIGE E
DEL PROCESSO NORMATIVO DI RINNOVO
DELLA FUNZIONE PUBBLICA DEL SINDACATO
NAZIONALE ITALIANO.
E’ stata diffusa con atto GDAP-0270753-2014 del 30/07/2014 dall’Ufficio del Capo Dipartimento Relazioni Sindacali DAP Roma in sede di applicazione immediata a partire dall’1 settembre 2014 la nuova direttiva Governativa sul numero generale in fruizione dei Permessi Sindacali, distacchi,aspettative
e cumuli ridotti del 50% + 16% per un totale di riduzione al 66% rispetto a quello del precedente anno 2013. Perdono i distacchi nella misura del 50% sulla base della proiezione effetti art. 7 comma 1 D.L. 90/2014 le OO. SS. scendendo nel numero di :
oo.ss. Numero distacchi spettanti
SAPPE 5 distacchi
UIL 3 distacchi
OSAPP - SINAPPe-
CISL FNS –
UGL Polizia Penitenziaria
2 distacchi
CGIL FP 1 distacco
FSA CNPP 1 distacco
Mentre l’attuale monte ore annuo si riduce del 50% e così si riassume:
SAPPE 10.571 ore di permesso sindacale
OSAPP + ALSIPPE 5.294 ore di permesso sindacale
UIL 5.180 ore di permesso sindacale
SINAPPe. + S.PP. 4.449 ore di permesso sindacale
CISL 3.313 ore di permesso sindacale
UGL P.P. 3.493 ore di permesso sindacale
CGIL FP + SIPPE 2.283 ore di permesso sindacale
FSA CNPP 2.181 ore di permesso sindacale
Dai dati forniti dall’Amministrazione Penitenziaria si raccoglie il taglio netto e la riduzione di una “COPERTA” sempre più corta, osiamo dire, ridotta in frantumi per le OO. SS. rappresentative. Di qui,come appena sopra detto, andranno detratti eventuali partecipazioni ai Tavoli di Confronto a qualsiasi livello con una
delegazione superiore a 1 unità il resto saranno totalmente detratti dal monte ore di ciascuna Sigla Sindacale(!). Non pensiamo che chi detiene “affiliazioni” possa vantare un aumento in termini di tessere se non un cumulo di tessere pur sapendo che la “stampella” prima o poi si rompa,quanto difficile adesso diventerà per
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certe Sigle affiliate e affilianti destreggiarsi nei permessi sindacali e nella rappresentanza sui tavoli di trattativa: come faranno ,lo sanno solo loro certamente in affanno stanno e come si dice nel detto popolare: “ il segreto del fondo della pignata (recipiente in creta) lo conosce il cucchiaio in legno ”? Di già avevamo nelle nostre rubriche bimensili di “Vulcanica Informazione” avevamo espresso il nostro giudizio sulla trattativa,sugli accordi e sulle modalità attuative degli stessi.
L’accordo sulla delicatissima materia della democrazia partecipativa è un punto di svolta nella regolazione dei rapporti tra le parti e integra il quadro di regole disegnato dall’accordo del 28 giugno 2011. Misurare la rappresentanza significa determinare il “peso” sindacale e selezionare delegazioni che possono sedere ai tavoli contrattuali. Articolo 39,21,3 della Costituzione Italiana. E’ innegabile,la rilevanza e la complessità degli interessi di cui il Sindacato è portatore,la progressiva estensione del suo campo d’azione,l’accresciuta forza politica e sociale,hanno dato un diverso e nuovo ruolo al sindacato moderno - il COSP è uno di questi che nei mesi dall’11.4.2013 ad oggi è lievitato anche se di poco sull’intero territorio nazionale imponendosi a macchia di giraffa nelle sedi e negli uffici dell’amministrazione penitenziaria e se i primi dati statistici ARAN al 31.12.2013 davano il COSP a 223 iscrizione,in una parziale rielaborazione dati sono portati a considerarci nel numero di n. 240 iscrizioni sempre al 31.12.2013,se consideriamo che i nostri “fedelissimi” per l’anno 2013 hanno continuato a pagare ben tre (3) tessere contemporaneamente pur di vivere il “nuovo sindacato COSP”, oggi che i scrivo, qualcosa è cambiato in positivo con la curiosità morbosa di chi vorrebbe conoscerli. Proprio attraverso la partecipazione diretta a pubbliche funzioni, certamente non paragonabile a quella che fu l’esperienza corporativa. Lo Stato democratico non si sovrappone mai all’interesse collettivo e pubblico tutelato dal sindacato se mai, lo favorisce in nome delle libertà fissate nei principi costituzionali dell’articolo 39 appena
citato ma che generalmente nelle amministrazioni non trova spazio se non ostacolo,un ostacolo a volte posto dalla nostra stessa Amministrazione Dipartimentale in profonda violazione della Costituzione,della legge n.300/1970 statuto dei lavoratori, della Sentenza 231/2013 della Corte Costituzionale quasi a sfidare anche le recenti Sentenze dei Giudici del Lavoro che hanno dato ragione alla “tesi” del COSP sul diritto/dovere della Pubblica Amministrazione nel garantire ogni diritto pubblicistico,d’informazione,d’intervento ed altro. La gravità della crisi che attanaglia i settori produttivi è pari alla crisi di sistema che ha reso ingovernabile il nostro Paese e la pressoché totale delegittimazione della politica come a volte del Sindacato,ha portato i gruppi dirigenti a cercare nuovi equilibri,forse un nuovo sistema politico sindacale ormai da tutti reclamato a gran voce. Queste difficili condizioni in cui per l’appunto versa il Paese portano all’ineludibile esigenza di coinvolgere direttamente, meglio, rendere sempre più protagonisti i Sindacati nei futuri scenari dove si giocano i destini e le scelte di politica economica e dei redditi oltre che della trattativa a favore del mondo operaio. Lo strumento più importante di confronto anche in questa fase,resta la concertazione,il sindacato è chiamato a partecipare alla gestione anche d’attività riguardanti gli Enti Pubblici; è il caso della partecipazione agli enti previdenziali, esprimere pareri obbligatori nei procedimenti per la formazione d’atti amministrativi complessi,su temi d’assoluta rilevanza come: cassa integrazione,politiche previdenziali e del lavoro o, dei redditi e delle tariffe.
Nel caso della Polizia Penitenziaria, della Dirigenza, Funzionari e del Comparto Ministeri,partecipa all’organizzazione degli Uffici centrali e periferici o, degli enti di assistenza. La partecipazione del sindacato di polizia e di comparto in tema di funzione legislativa, si sviluppa attraverso forme di consultazione e ascolto, incidenter tantum, come le audizioni parlamentari;per quella giudiziaria,come previsto per il rito del lavoro,la legge prevede che il sindacato possa rendere osservazioni,informazioni orali e scritte su istanza di parte o su richiesta del giudice, come sancito dal C.P.C. ex art. 421 e 425.
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Si può dunque affermare che, mentre gli accordi interconfederali hanno la funzione di regolare esclusivamente alcuni istituti strategici, è il caso appunto delle forme di rappresentanza partecipativa,diversamente nel livello di categoria professionale sono stipulati CCNL che contengono una più puntuale disciplina del rapporto di lavoro. Alla contrattazione decentrata è demandata la responsabilità di risolvere e disciplinare i problemi del personale dei vari uffici,reparti o specialità dislocati sul territorio,detta contrattazione ha una funzione meramente integrativa della disciplina giuridica su cui si regge la contrattazione nazionale. Le novità introdotte nel sistema delle relazioni Sindacali dell’accordo interconfederale,sono altresì un’occasione utile per intervenire ed eliminare quelle che si possono definire patologie degenerative del confronto oggettivate da tempo.
Il COSP – Coordinamento Sindacale Penitenziario – nuova modalità sul territorio di fare e svolgere il Ruolo del Sindacalista e del Sindacato sta battendo la strada del diritto Costituzionale e non quello che le Amministrazioni per un ventennio hanno voluto affermare a discapito di chi rappresenta i lavoratori del Mondo delle Divise e dei vari Comparti e Ministeri tra cui la Dirigenza. La recente Sentenza/Ordinanza n. 00457/2014 REG. PROV. CAU. E n. 00903/2014 REG. RIC. emessa in data 30.7.2014, depositata in Cancelleria al TAR PUGLIA sede di Bari IN DATA 31.7.2014
che accogliendo il RICORSO proposto da un lavoratore di Polizia Penitenziaria dirigente nazionale del Sindacato COSP Pugliese ,una ordinanza che ha condannato il Ministero della Giustizia, il Direttore del Carcere di Foggia ,smentendo per certi versi il Medico del Lavoro del Penitenziario Foggiano costretti a ripristinare, immediatamente lo status quo lavorativo del dipendente in situazione parziale per disagio lavorativo, sanitario e personale creato al lavoratore di polizia con gravi conseguenze sulla salute, ha fatto e continuerà a fare Storia moderna sulla sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi D.L. n. 626 e n. 81/2008.
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Già aveva divorato oltre 80 mi-lioni di euro dall’infelice esordio nel 2001, tanto da produrre poi sino al dicembre 2013 (quando in utilizzo ve n’erano solo 55 in 8 uffici giudiziari) ‘una reiterata spesa antieconomica e inefficace’, per dirla con le parole della Corte dei Conti ben meno icastiche del-la colorita sintesi in Commissio-ne Giustizia nel 2011 del vicecapo della polizia Cirillo: ‘Se fossimo andati da Bulgari, avremmo spe-so meno.
“Sono diffusamente in-trovabili sul territorio i braccialetti elettronici per il controllo a distanza dei detenuti ammessi agli arresti domiciliari: erano solo 2.000 quelli disponi-bili nel famoso contratto Telecom, di questo ne ha parlato anche la Trasmis-sione su canale 5 Gabib-bo , ora sono tutti finiti, e procurarne altri non sarà facile meno che me-no,possibile per almeno un anno. Lo si raccoglie da uno scritto su una lettera del 19 giugno del Capo della Polizia”. Lo riporta anche il COR-RIERE DELLA SERA. “D’ora in avanti o si fa come in alcune sedi, dove le carceri stanno già co-minciando a comunicare ai magistrati che
‘l’applicazione del braccialetto elettronico è momentaneamente sospesa per raggiungi-mento della soglia contrattuale minima’, e do-ve dunque le persone poste ai domiciliari dalla Magistratura non saranno più monitorate e-lettronicamente, ma solo (come prima) dagli estemporanei controlli delle oberate scarse unità delle Forze dell’Ordine .
Oppure ci si attrezza pazientemente per il ‘riciclo’, invece che dei regali di Natale, dei braccialetti a ‘numero chiuso’: cioè si aspetta che una persona finisca gli arresti domiciliari con il ‘braccialetto’, e si corre a prenotarlo (uno degli sempre stessi 2.000) per dirottarlo subito su altri in attesa. Non è un gran periodo per la logistica della giustizia: ieri al Csm il consigliere Auriemma ha segnalato ‘il blocco del sistema informatico che nel Tribunale civi-le di Roma ha impedito del tutto i depositi de-gli atti da parte di giudici e avvocati e l’intera attività di cancelleria’. Ma questa dei braccialetti è l’ultima peculiare puntata della telenovela legislativa-economica su quella che in realtà è una cavigliera idrore-pellente, impermeabile, resistente a 70 gradi di temperatura e a 40 chili di forza di strappo.
“LO DISSE DANTE, LO CONFERMO’ ACHILLE, CHI IN ITALIA NON METTE IL BRACCIALETTO E’ UN IMBECILLE” (?)
BRACCIALETTO ELETRONICO VALORE AGGIUNTIVO PER LA GIUSTIZIA ITALIANA
Ma il 17 dicembre 2013 il governo Renzi dei ministri Alfano (Interni) e Orlando (Giustizia), come una delle val-vole di sfogo per l’intollerabile sovraffollamento carcerario, punta di nuovo su questo strumento regolato da un discusso e travagliato contratto con Telecom da 11 milioni l’anno. Al 19 giugno, quando scrive il capo della Polizia, erano già ‘attivi 1.600 dispositivi, con una previsione di saturazione del plafond di 2.000 unità entro giugno’. È successo: i braccialetti sono finiti, e ‘non sarà più possibile’ — scrive Pansa — esaudire le ulteriori richieste, ‘se non attraverso il recupero degli apparati non più utilizzati’. Infatti ‘l’ipotesi di ampliare il numero dei dispositivi previsti in Convenzione non appare percorribile’ perché questo contratto, bersagliato dai ricorsi, ‘è stato dichiarato inefficace dal Consiglio di Stato, che ne ha prorogato la validità fino al 31 dicembre 2014’. E rifare l’appalto? Il ministero dell’Interno promette di aver già avviato le iniziative volte alla definizione di un Capitolato tecnico da porre a base di una gara per il nuovo servizio di braccialetto elettronico, ma i tempi necessari allo svolgimento della procedura non consentiranno l’attivazione del servizio prima di marzo-aprile del prossimo anno 2015. Tutti ricorderemo e ricorderete l’ex Ministro Guardasigilli Cancellieri come ricorderete il figlio della Can-cellieri e quale impegno professionale assunse,non vogliamo fare allusione a nulla e a niente,ma ricordare a volte rispolvera la memoria. Qui si ricorda il detto popolare di chi ha vissuto l’esperienza detentiva del sovraffollamento e delle carenze igienico sanitarie detentive ma voleva vivere sul diffuso parlato: “ LO DISSE DANTE,LO CONFERMO’ ACHILLE,CHI IN ITALIA NON METTE IL BRACCIALETTO AL POSTO DI STARE NEL CARCERE, E’ UN IMBECILLE”! f.to Giuseppe Calefato Segretario Regionale della Puglia COSP
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FRATELLI D’ITALIA
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Carissimi lettori, sono consapevole che quanto scriverò non incontrerà la Vs. approvazione ma
ahimè esprimo sempre quello penso.
I mondiali sono iniziati e per noi italiani, prematu-
ramente terminati.
Ben poco abbiamo esultato e tanto purtroppo, tribo-
lato come dei veri e grandi patrioti, quasi al pari
degli affiliati all’antica Carboneria e niente da invi-
diare all’impeto dei partecipanti alle Cinque giorna-
te di Milano, stretti, non nel Quadrilatero, bensì nel
quadrato di un schermo Tv.
Abbiamo suonato trombette, ci siamo dipinto il viso e indossato maglie tricolore.
Grandi nazionalisti, verrebbe da pensare !!!!! Ma nazionalisti di cosa …..????
Ci ricordiamo della patria solo in occasione delle partite di calcio o di altri eventi sportivi con la
mano sul cuore cantando l’inno nazionale “Fratelli d’Italia”.
Fratelli, ma quali fratelli…….Se possiamo pur di soddisfare il nostro tornaconto o l’ambizione
di prevalere sull’altro annienteremmo chi ci sta accanto ma incomprensibilmente davanti ad un
pallone ci sentiamo vicini. Il nostro comportamento è un mistero anche per l’illustre Freud.
Orgogliosi di un Italia che abbiamo distrutto, votando politici che hanno promesso facili assun-
zioni, pensioni di vecchiaia a meno di quarant’anni o pensioni di invalidità a chi invalido non
era, assicurandosi nel contempo privilegi di ogni tipo.
Così oggi ci ritroviamo ad lavorare e ad essere soffocati dalle tasse, mendicando prestiti e dila-
zioni all’Unione Europea.
Il lamento e la rassegnazione sono la caratteristica nazionale , rassegnati a subire e a non cam-
biare, rimanendo pur sempre dei grandi Patrioti, aspettando i prossimi MONDIALI.
@COCCINELLAZZURRA
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A quel punto le dico “Alice fai da sola”, perché avevo già avuto modo
di constatare che buttava il corpo del reato in piena autonomia,
quindi non aveva bisogno di aiuto in questo. Infatti, si dirige verso il
carrello degli operatori e si disfa serenamente dell’oggetto sporco.
Dopo la ricreazione in sala, Alice è un po’ lamentosa. C’è qualcosa
che le dà La conferma è data da un piccolo e all’apparenza insignifi-
cante gesto: vede una goccia di caffè sul pavimento e la scansa, cor-
rendo in salotto. Se fosse stata serena, avrebbe fatto di tutto per
eliminare quella goccia che non faceva parte del pavimento, perché
Alice è anche questo, un’ossessione per la ricerca della perfezione. In
salotto ora siamo sole, l’una di fronte all’altra.
A conclusione della giornata, succede un altro episodio che per me
ha un grande significato: Alice è palesemente interessata alla mia
penna. La guarda con insistenza, incurante del fatto che stia nelle
mie mani. Gliela porgo, lei la afferra e se la avvicina in modo esagera-
to ai suoi occhi, è attratta dalla trasparenza della cannuccia della
mia biro. Trascorre minuti a guardare il mondo circostante attraver-
so essa. Voglio osare qualcosa di più: mi siedo accanto e le porgo il
mio quaderno. Lei lo poggia sulle mie gambe e comincia a scrivere
una sequenza di “A” dai contorni tremolanti ma definiti. Alcune
sono un po’ più perfette ed altre invece sembrano tanti fantasmi
dalle braccia aperte. Scrive senza nessuna indicazione da parte mia
e, soprattutto, senza nessun invito. Le posiziono il quaderno sulle
sue gambe e mi allontano da lei. Alice continua a scrivere, ma si
lamenta e batte la sua mano libera sul divano, esattamente al posto
dov’ero seduta fino a qualche minuto prima. Non so che cosa voglia
dire, non so perché si lamenta. Vuole continuare a scrivere e mi vuo-
le vicina? Oppure non ha gradito che le ho prestato i miei “attrezzi
da lavoro”? Rimango dove sono. Ad un tratto, Alice smette di scrive-
re, chiude il quaderno, guarda la penna a scatto e la chiude da sola.
Ripone il quaderno sul divano e la penna sopra di esso. Allora la
invito a darmi le mie cose, ma lei mi guarda e non si muove. Però mi
guarda! Le tendo la mano e lei mi porge subito sia il quaderno
che la penna. Restiamo a guardarci per qualche secondo, ma capi-
sco che lei non è abituata a posare lo sguardo negli occhi di qualcun
altro e la cosa la imbarazza, o la infastidisce, o la spaventa, o... non
so cosa, è indefinibile anche quest’atteggiamento. Ciò che è certo è
solo ciò che si vede: Alice, dopo una sequenza di lamenti, mostra
tutte insieme le sue modalità di protesta, quindi si colpisce gli inci-
sivi con l’indice, sbatte i piedi per terra quasi a voler cacciare qual-
cuno e pronuncia parole incomprensibili miste a lamenti di ogni
sorta. In tutto questo, ovviamente, ha smesso di guardarmi. Il suo
animo si rasserena solo quando sente che dalla sala giunge una mu-
sica. L’operatrice di turno, infatti, ha acceso la radio nella speranza
di farla calmare. Mi riferiscono che è già successo altre volte che la
musica ha avuto un effetto “sedativo” su di lei, o per lo meno, la aiu-
ta a dirigere la sua attenzione ad altro. Infatti, la musica porta Alice
a tornare a sorridere, corre e sembra un cavallo impazzito. C’è
un movimento in particolare che mi colpisce, a suon di musica
salta allargando braccia e gambe. Corre in salotto a guardare
gli altri ospiti che sono lì assopiti. Li guarda e ride divertita. Si
avvicina alla radio e saltella gioiosa. Alterna dondolii a risa-
te, intona melodie incomprensibili ma c’è una cosa che
pure in quest’atmosfera di allegria non dimentica: corre
ad intervalli in camera a controllare il suo salvaslip. E mi
sono accorta che lo controlla, ma non lo cambia. Mi vie-
ne in mente un’altra ipotesi: e se fosse la noia che porta
Alice a fare sempre le solite cose? Diversamente avrebbe
già buttato e sostituito l’assorbente. Perché ora non l’ha fatto?
Guardandola mi viene da pensare solo una cosa: perché in
questi minuti Alice forse è felice di fare una cosa che a lei PIA-
CE. Quindi, non dimentica le sue abitudini, ma le modifica a
seconda dei suoi stati d’animo. Cerco in lei una conferma di
tutto ciò, ma vedo solo una ragazza che gioisce nel SUO mon-
do, sembra per qualcosa che le ha procurato il NOSTRO mon-
do. Smetto di pensare a quello che potrebbe essere. A volte le
ipotesi non portano a niente. Alice non mi dirà mai quello che
prova in questo momento di apparente contentezza. Allora io
me la godo così, come un puledro che è finalmente uscito dalle
scuderie in cui per chissà quale motivo rimaneva rinchiuso.
Dico questo perché non è la prima volta che Alice ascolta mu-
sica, ma non tutte le volte scalpita in questo modo. Che sia il
genere musicale che la stimola? Che sia il momento particolare
che le fa’ esprimere un’altra felicità che ha dentro? Tante do-
mande e nessuna risposta. Vedo solo Alice felice... e magica-
mente riesce a trasformare questo ambiente in luoghi diversi.
Ora siamo in una prateria e lei corre come se avesse a disposi-
zione spazi immensi, guardando il soffitto che sembra trasfor-
marsi in cielo infinito. Ora è una bimba all’asilo, che canta e
saltella in cerchio insieme ad altri bimbi come lei. Ora è...
SEMPLICEMENTE Alice, che corre, ride, gioisce e va.
Chissà dove, ma va.
NUNEMA UNO SPIRAGLIO DI SPERANZA – CAP. V A CURA DELLA DOTT.SSA GABRIELLA PASCAZIO
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SISTEMA PENSIONISTICO RIFORMA RENZI/MADIA UN D.L. DA SCATOLA CINESE
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menti introdotti, in linea generale, impediranno, ma solo nel pubbli-
co impiego, il pieno dispiegamento di una regola prevista dalla rifor-
ma Fornero: quella che consente di rimanere al lavoro fino al rag-
giungimento dei 70 per rimpinguare la rendita attraverso il sistema
contributivo. Salvo che per magistrati, professori universitari e avvo-
cati dello Stato, per i quali il limite ordinamentale di età è esattamen-
te di 70 anni. Le possibili novità della delega: La partita previden-
ziale, in ogni caso, non si chiude non il decreto. Da una parte c’è la
vicenda esodati, per la quale in queste ore il Governo ha annunciato
quantomeno la cosiddetta sesta salvaguardia, con il rinvio alla legge
di stabilità per le soluzioni più strutturali ipotizzate dalla proposta
unificata della Commissione Lavoro della Camera. Dall’altra, si è in
attesa di verificare il contenuto del disegno di legge delega sulla
riforma della Pubblica amministrazione che contiene o dovrebbe
contenere altre novità proprio per i dipendenti pubblici in materia
previdenziale. In ballo, in dettaglio, tre ulteriori innovazioni sempre
per i dipendenti pubblici: la possibilità di trasformare il proprio rap-
porto di lavoro in part-time quando manchino cinque anni dal pen-
sionamento; l'estensione del pensionamento anticipato a 64 anni
anche in favore dei lavoratori del pubblico impiego; la proroga della
cosiddetta opzione donna, che permette l’uscita anticipata a 57-58
anni di età e 35 di contributi, ma con il calcolo interamente contribu-
tivo della prestazione.
Part-time pensione. Per il primo aspetto, si prevede che nel quinquennio
antecedente alla data di collocamento a riposo verrebbe consentito, al perso-
nale del pubblico impiego, la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo
pieno a tempo parziale con una prestazione lavorativa ridotta del 50%. Nei
cinque anni mancanti, però, la Pubblica amministrazione continuerebbe a
versare i contributi previdenziali pieni, con l’effetto - e il vantaggio – che la
pensione dovrebbe essere pari a quella che il lavoratore avrebbe ottenuto
lavorando a tempo pieno. Proroga opzione donna. La proroga della cosid-
detta opzione donna, invece, contempla la possibilità di accedere, entro il
2018, al trattamento pensionistico anticipato in presenza di una anzianità
contributiva pari o superiore a 35 anni e di una età anagrafica pari o superiore
a 57 anni (con i connessi adeguamenti alla cosiddetta aspettativa di vita),
optando, però per una liquidazione del trattamento pensionistico secondo le
regole di calcolo del metodo contributivo. In pratica, la misura già operativa
(ma solo fino al 2015 e solo per le donne) verrebbe prorogata fino al 2018 e
estesa anche agli uomini: una doppia operazione che, secondo indiscrezioni,
avrebbe un onere elevato con la conseguenza che il suo inserimento nel dise-
gno di legge è incerto. Al riguardo si vedano anche gli articoli del canale
relativi. Estensione della pensione in deroga a 64 anni. Quanto, infine, alla
terza possibile novità, essa prevede l’estensione anche al pubblico impiego di
una regola già operativa per il settore privato: la possibilità di conseguire il
trattamento pensionistico anticipato al compimento di una età anagrafica non
inferiore a 64 anni a condizione che il soggetto abbia maturato, entro il 31
dicembre 2012, la vecchia quota 96 (cioè 60 anni di età e 36
di contributi o 61 anni di età e 35 di contributi)..
La Redazione
Operative le prime novità in
materia previdenziale contenute
nel decreto sulla Pubblica am-
ministrazione: cancellato il co-
siddetto trattenimento in servi-
zio; introdotta la possibilità di
mandare in pensione d’ufficio i
dipendenti che raggiungano i
requisiti per la pensione antici-
pata; fissato il divieto di incari-
chi pubblici per i dipendenti
p e n s i o n a t i .
Vediamo in dettaglio le innova-
zioni già scattate. Le novità
del decreto legge: Fine del
trattenimento in servizio. Il
provvedimento mette fine
all’istituto del trattenimento in
servizio che permetteva ai di-
pendenti pubblici di rimanere a
lavoro per altri due anni anche
una volta raggiunti i requisiti
per il pensionamento. Ebbene,
questa possibilità viene cancel-
lata e i «trattenimenti in servi-
zio in essere alla data di entrata
in vigore del presente decre-
to sono fatti salvi fino al 31
ottobre 2014 o fino alla lo-
ro scadenza se prevista in data
anteriore». E’ prevista una par-
ziale eccezione solo per i magi-
strati e gli avvocati dello stato:
«Al fine di salvaguarda-
re la funzionalità degli uffici
giudiziari, i trattenimen-
ti in servizio dei magistra-
ti ordinari, amministrativi, con-
tabili, militari nonché de-
gli avvocati dello Stato, sono
fatti salvi sino al 31 dicembre
2015 o fino alla loro scadenza
se prevista in data anteriore».
Analoga deroga anche per i
militari che hanno fruito del
collocamento in ausiliaria. Ri-
cordiamo, in particolare, che per
i magistrati, gli avvocati dello
Stato e i professori universitari
il limite di età, cosiddetto ordi-
namentale, è di 70 anni e non di
65, come è in generale. E che il
trattenimento in servizio poteva
essere di cinque anni, fino a 75
anni. L’effetto dell’innovazione,
in questo caso, è di fatto una
riduzione dell’età pensionabile
effettiva da 75 a 70 anni. Pen-
sione anticipata d'ufficio.
La seconda innovazione già
operativa riguarda la possibilità
per la Pubblica amministrazione
di risolvere unilateralmente il
rapporto di lavoro al raggiun-
gimento alla massima anzianità
contributiva del dipendente
pubblico per la pensione antici-
pata (41 anni e 6 mesi di con-
tributi per le donne, 42 anni e
6 mesi per gli uomini). La no-
vità tocca anche il personale
delle autorità indipenden-
ti e i dirigenti medici respon-
sabili di struttura comples-
sa. Attenzione, però. La norma
non può essere utilizzata nel
caso il dipendente abbia meno
di 62 anni e, dunque, sia sogget-
to alla penalizzazione o rischi di
essere soggetto.Divieto incari-
chi per pensionati. Il decreto,
infine, stabilisce il divieto per i
pensionati di avere incarichi
di consulenza, dirigenziali o di
vertice, in qualsiasi Pubblica
amministrazione. Per coloro
che, però, hanno in corso con-
tratti di consulenza, il limite
scatterà solo a partire dal mo-
mento della conclusione del
contratto. Non basta. Sono pre-
viste due eccezioni. La prima
riguarda il conferimento di inca-
richi a titolo gratuito, che rima-
ne sempre praticabile. La se-
conda concerne gli organi costi-
tuzionali, come Camera, Sena-
to, Corte Costituzionale: in que-
sti casi, sarà ugualmente possi-
bile affidare incarichi a persone
in pensione, anche a titolo one-
roso..Ricordiamo che i cambia-
Ministro per la Pubblica Amministrazione
e la Semplificazione Marianna Madia
Pubblico impiego, guida alle novità previdenziali della riforma
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