STUDIO DI COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO · La Carta di sintesi della pericolosità è stata...

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PROVINCIA DI TRENTO COMUNE DI TRENTO PROGETTO DEFINITIVO SISTEMAZIONE AGRARIA LOC. REDONDOLO SULLE PP.FF. 1585 E 1586/6 C.C. POVO STUDIO DI COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO RELATIVAMENTE ALLE CONDIZIONI DI PERICOLOSITA’ IDROGEOLOGICA DELL'AREA Trento, Ottobre 2018 i tecnici PAT/RFS013-06/03/2019-0148651 - Allegato Utente 1 (A01)

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PROVINCIA DI TRENTO COMUNE DI TRENTO

PROGETTO DEFINITIVO

SISTEMAZIONE AGRARIA LOC. REDONDOLO SULLE PP.FF. 1585 E 1586/6 C.C. POVO

STUDIO DI COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO

RELATIVAMENTE ALLE

CONDIZIONI DI PERICOLOSITA’ IDROGEOLOGICA DELL'AREA

Trento, Ottobre 2018 i tecnici

PAT/RFS013-06/03/2019-0148651 - Allegato Utente 1 (A01)

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SOMMARIO

1 PREMESSA ........................................................................................................................................ 3

2 BREVE DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO ............................................................................................ 4

3 CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E IDROGEOLOGICHE DELL’AREA ..................................................... 7

3.1 STRATIGRAFIA E GEOMORFOLOGIA DELL’AREA DI INTERVENTO ....................................................................... 7 3.2 IDROGEOLOGIA DEL SITO DI INTERVENTO ................................................................................................... 9

4 STUDIO DI COMPATIBILITA’ .............................................................................................................. 9

4.1 ANALISI DELLE CONDIZIONI DI PERICOLOSITÀ ............................................................................................ 11 4.1.1 Frane e DGPV ........................................................................................................................ 11 4.1.2 Condizioni lito-geomorfologiche ........................................................................................... 14 4.1.3 Problematiche alluvionali torrentizie .................................................................................... 16 4.1.4 Incendi boschivi ..................................................................................................................... 18

4.2 COMPATIBILITÀ DELL’INTERVENTO ......................................................................................................... 19

5 CONCLUSIONI ................................................................................................................................. 19

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PROGETTO DEFINITIVO

SISTEMAZIONE AGRARIA LOC. REDONDOLO SULLE PP.FF. 1585 E 1586/6 C.C. POVO

STUDIO DI COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO

RELATIVAMENTE ALLE

CONDIZIONI DI PERICOLOSITA’ IDROGEOLOGICA DELL'AREA

1 PREMESSA

Su incarico del signor Giovanni Pivato, è stato predisposto lo studio relativo alla

definizione delle condizioni di pericolosità idrogeologica dell’area interessata dal progetto

di sistemazione agraria sulle particelle in oggetto.

Tale studio è richiesto dalla DGP 1630 del 07/09/2018 “Carta di sintesi della

pericolosità” - “Indicazioni e precisazioni per l’applicazione delle disposizioni concernenti

le aree con penalità elevate, medie o basse e le aree con altri tipi di penalità - Piano

urbanistico provinciale, norme di attuazione (allegato B della l.p. n. 5 del 2008), articoli

14, comma 3, articolo 18, comma 2 Legge provinciale per il governo del territorio l.p. n.

15 del 2015, articolo 22”, e dalla DGP 1942 del 12/10/2018 (rettifica della DGP

1630/2018).

La “Carta di sintesi della pericolosità”, prevista dall’articolo 22, comma 1 della l.p.

n. 15/2015 e dagli articoli 14 e 48, comma 1 delle norme di attuazione del Piano

urbanistico provinciale, si configura come strumento urbanistico per la disciplina della

trasformazione d’uso del territorio al fine di perseguire la tutela dell’incolumità delle

persone e la riduzione della vulnerabilità dei beni in ragione dell’assetto idrogeologico

del territorio.

Sulla base della classificazione della pericolosità dei fenomeni geologici, idrologici

e nivologici o forestali, derivante dalla combinazione dei fattori di pericolo, la Carta di

sintesi della pericolosità individua le aree con diversi gradi di penalità (elevata, media,

bassa e altri tipi di penalità), in funzione della combinazione tra più tipologie di fenomeni

dettandone la relativa disciplina urbanistica attraverso gli articoli 15-16-17-18 delle

norme del PUP.

In particolare, la Carta di sintesi della pericolosità sintetizza quanto riportato nelle

Carte della pericolosità previste dalla legge provinciale 1 luglio 2011, n. 9 “Disciplina

delle attività di protezione civile in provincia di Trento” (che riguardano i pericoli connessi

a fenomeni idrogeologici, valanghivi, alluvionali, e incendi boschivi), approvate con DGP

n. 1682 del 14 settembre 2018, relativamente ai territori del Comune di Trento e dei

Comuni di Aldeno, Cimone, Garniga Terme, del Comune di Caldonazzo e territorio dei

comuni compresi nella Comunità Rotaliana-Königsberg, e in adozione preliminare per il

resto del Trentino (DGP 788 del 19 maggio 2017).

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Le Carte della pericolosità sono redatte secondo quanto riportato nei “Criteri e

metodologia per la redazione e l’aggiornamento delle carte della pericolosità (art.10,

comma 5, l.p. 1 luglio 2011, n. 9), approvati con DGP 1681 del 14/09/2018.

La trasposizione delle classi di pericolosità nei diversi gradi di penalità è effettuata

sulla base dei criteri definiti con la deliberazione della DGP 1629 del 07/09/2018 avente

a oggetto “Disposizioni tecniche per la redazione della Carta di sintesi delle pericolosità”

(in attuazione di quanto disposto dall'articolo 14 della legge provinciale 27 maggio 2008,

n. 5 ‘Approvazione del nuovo piano urbanistico provinciale’”).

Figura 1.Area di intervento su ortofoto world Imagery di Global Mapper

La Carta di sintesi della pericolosità è stata approvata In data 07 Settembre 2018,

con DGP n. 1630, per quanto riguarda lo stralcio territoriale del Comune di Trento, dei

Comuni di Aldeno, Cimone, Garniga Terme, del Comune di Caldonazzo e del territorio

dei comuni compresi nella Comunità Rotaliana-Königsberg, ed è entrata in vigore dal

21/09/2018.

Di seguito viene svolta un’analisi delle reali condizioni di pericolosità dell’area

oggetto di intervento, sulla base delle risultanze dello studio geologico effettuato, e una

conseguente verifica della compatibilità dell’intervento in progetto.

2 BREVE DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO Il progetto di sistemazione agraria prevede di intervenire sulle pp.ff. 1585 e 1586/6

C.C. Povo in loc. Redondolo; l’area si trova sul versante esposto maggiormente ad ovest

della collina di Trento circa tra le quote di 460 e 490m s.l.m..

La p.f. 1586/6 è in buona parte già coltivata a frutteto, mentre l’altra è boscata.

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L’intervento interessa la sistemazione con movimenti terra e riprofilatura dei

terrazzamenti già esistenti e l’ampliamento della parte coltivata su un’area attualmente

boscata; in totale la superficie interessata ammonta a 5000 m2; i nuovi terrazzamenti

verranno realizzati in continuazione con quelli esistenti, garantendo una larghezza

coltivabile di circa 2,50 metri. L’acclività media per il versante sistemato sarà dell’ordine

dei 20°-25°; lo spessore massimo del livello di terreno di riporto sarà inferiore a 1,50 m e

la massima profondità di sbancamento sarà di circa 3,00 m, nella parte superiore

dell’area, a minore acclività.

Per maggiori chiarimenti si rimanda all’esame degli elaborati progettuali.

Figura 2. Planimetria di raffronto (scala a vista)

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Figura 3. Sezione 6 di raffronto (scala a vista)

Figura 4. Sezione 8 di raffronto (scala a vista)

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Foto 1: Area di intervento vista da sud est

3 CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E IDROGEOLOGICHE DELL’AREA

3.1 Stratigrafia e geomorfologia dell’area di intervento

La zona di intervento si colloca nella parte medio bassa del versante nord

occidentale del monte La Marzola, poco a sud della frazione di Salé.

Per quanto riguarda le caratteristiche geologico stratigrafiche generali dell’area, il

versante occidentale del monte La Marzola è caratterizzato dalla presenza di formazioni

vulcaniche di età Permiana, nella parte inferiore del pendio e, a quote superiori, di

formazioni sedimentarie permo-triassiche, stratigraficamente soprastanti a quelle

vulcaniche.

L’assetto strutturale è immergente verso ovest, quindi a franapoggio sul versante

occidentale del monte, su cui si colloca l’area d’intervento.

Il versante è contraddistinto da una morfologia piuttosto articolata caratterizzata

localmente, soprattutto nella parte superiore, da discrete pendenze in direzione ovest. Il

particolare assetto morfologico è da ricondursi ad una DGPV e ad un fenomeno

gravitativo di notevoli dimensioni, che ha interessato l’intero pendio, a partire,

probabilmente, dall’epoca preglaciale o da quella immediatamente seguente,

coinvolgendone il tratto che si spinge dalla porzione alta del rilievo, sino al fondovalle.

Tale evento franoso ha determinato la dislocazione e conseguente frantumazione

dell’ammasso roccioso, perlomeno nella sua porzione superiore e la formazione di una

falda detritica che ricopre con notevole potenza il substrato. L’ammasso detritico molto

grossolano, con lenti di materiale a modesta permeabilità, ha determinato la formazione

di un reticolo idrografico piuttosto articolato e perlopiù piuttosto inciso, nella parte

superiore del versante.

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Figura 5. Estratto dal Foglio 60 - Trento, della Carta Geologica d’Italia in scala 1:50.000

In seguito, l'evoluzione morfologica recente, legata principalmente all'azione di

ruscellamento superficiale, ha determinato la presa in carico e rideposizione a valle, di

parte di questi depositi quaternari, formando piccoli conoidi alla base delle linee di

deflusso, originati da successive colate detritiche, cosicché la zona inferiore del pendio,

di raccordo con il fondovalle e caratterizzata da minore acclività, risulta interessata da

una copertura eluvio colluviale di notevole spessore, costituita dall’alternanza di livelli

lentiformi a granulometrie variabili tra quelle delle sabbie limose e quella delle ghiaie

limose.

In particolare, nella zona in esame, il rilevamento geologico effettuato, ha

evidenziato la presenza di un deposito detritico costituito da ghiaia a dominante

calcarea, sabbiosa, in matrice limoso argillosa rossastra localmente abbondante. Il

deposito detritico affiora localmente lungo l’impluvio che costeggia la zona di intervento

a sud. Non è possibile escludere la locale presenza di trovanti di diametri

pluridecimetrici.

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Figura 6. Il deposito detritico affiorante lungo l’impluvio a sud della zona di intervento.

3.2 Idrogeologia del sito di intervento

Nella zona in esame la circolazione idrica ipogea entro il deposito detritico,

caratterizzato da permeabilità media, è sostanzialmente legata all’infiltrazione in

occasione di precipitazioni meteoriche. Il livello di base della circolazione idrica è

costituito dal limite stratigrafico tra il deposito detritico di versante e il substrato roccioso

sottostante e si colloca quindi a diverse decine di metri di profondità dal p. di c.: in tale

situazione si esclude pertanto che il livello freatico interferisca con l’intervento in

progetto. In considerazione delle caratteristiche stratigrafiche dell’area, caratterizzata da

lenti di sedimenti messi in posto per ruscellamento, con granulometrie diverse in

funzione delle locali e temporanee energie di trasporto, in linea generale non è possibile

escludere la presenza di livelli idrici sospesi a carattere temporaneo, entro lenti detritiche

più grossolane, sostenuti da lenti detritiche a granulometria più fine. Tuttavia l’assenza di

aree di ristagno idrico o di emergenze idriche lungo il pendio nell’area di intervento ed in

quella ad essa prossima, evidenziano come la zona sia caratterizzata da una dominante

infiltrazione in profondità rispetto ad eventuali deflussi per ruscellamento o nei primi

metri di terreno, che saranno interessati dall’intervento. Tale condizione è avvalorata

anche dalle osservazioni effettuate in corrispondenza dell’impluvio che costeggia la zona

di intervento sul lato sud dove non è stata evidenziata alcuna emergenza idrica.

4 STUDIO DI COMPATIBILITA’

La Carta della pericolosità classifica l’area in oggetto in Area con Penalità medie

(P3) con eccezione di una fascia lungo il rio in sinistra che rientra in Aree da

approfondire (APP).

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Gli interventi ammessi nelle aree suddette sono riportati nelle “Indicazioni e

precisazioni per l’applicazione delle disposizioni concernenti le aree con penalità

elevate, medie o basse e le aree con altri tipi di penalità - Piano urbanistico provinciale,

norme di attuazione (allegato B della l.p. n. 5 del 2008), articoli 14, comma 3, articolo 18,

comma 2 Legge provinciale per il governo del territorio l.p. n. 15 del 2015, articolo 22”

DGP 1630 del 07/09/2018. Nel caso in esame, si fa riferimento rispettivamente agli

art.15 (interventi in aree P4), art.16 (interventi in aree P3), art.17 (interventi in aree

P2) e art. 18 (aree con altri tipi di penalità).

Lo studio di compatibilità è redatto come previsto al paragrafo 6 dell’allegato C

della DGP 1630/2018.

Figura 7. Estratto dalla Carta di Sintesi della Pericolosità DGP 1630 del 07/09/2018

e DGP 1942 del 12/10/2018

L’esame delle carte della pericolosità evidenziano per l’area in esame i seguenti

fenomeni attesi:

Frane: condizioni di pericolosità bassa H2 (penalità corrispondente P2)

DGPV: condizioni di pericolosità bassa H2 (penalità corrispondente P2)

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Condizioni lito-geomorfologiche: condizioni di pericolosità trascurabile H1 e pericolosità residua bassa (penalità corrispondente P1)

Problematiche alluvionali torrentizie: condizioni di pericolosità potenziale

HP (penalità corrispondente APP)

Incendi boschivi: condizioni di pericolosità media H3 (penalità corrispondente P1)

4.1 Analisi delle condizioni di pericolosità

4.1.1 Frane e DGPV

L’evoluzione geomorfologica dell’area, e la presenza di un deposito di frana,

(caratterizzato dall’ammasso caotico di litologie diverse e, localmente, dalla presenza di

abbondante matrice a granulometria fine) a coprire gran parte del versante, ha portato in

prima analisi ad evidenziare i movimenti gravitativi come fenomeno atteso in tutta l’area

interessata dalla antica frana e quella immediatamente a valle (in cui si colloca il sito di

intervento).

Figura 8. Interferometria da satellite relativi al satellite Cosmo_SkyMed

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Figura 9. Dati relativi al punto azzurro

Figura 10. Dati relativi al punto verde

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Figura 11. Estratto dalla Carta della pericolosità: tematismo frane

Figura 12. Estratto dalla Carta della pericolosità: tematismo DGPV

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L’esame dei dati di interferometria relativi al satellite Cosmo_SkyMed, gentilmente

forniti dal Servizio Geologico della PAT, di cui si presenta un estratto nella Figura 8,

evidenziano per il sito in esame, un’assenza di movimenti verticali. In termini generali,

infatti i colori che distinguono i singoli permanent scatters (PS) forniscono una prima

indicazione sulla velocità media annua degli eventuali movimenti verticali: i vari colori

individuano differenti velocità di movimento a partire dal colore azzurro che indica la

presenza di movimenti positivi (in innalzamento) passando dal colore verde a cui è

associata una velocità di movimento prossima a 0 (compresa tra -1 e 2 mm/anno) sino

al colore rosso che indica la presenza di movimenti con velocità superiore a 30

mm/anno.

In Figura 9 e Figura 10 vengono riportati i grafici dei movimenti dei due PS più

prossimi al sito di intervento. Si osserva come il punto indicato in azzurro (codice

50aA1004bJs) presenti un lieve spostamento in sollevamento, mentre quello in verde

(codice 50aA1004bJt) mostra movimenti prossimi allo 0. L’esame dei PS evidenzia

quindi una sostanziale stabilità dell’area in esame.

Osservando l’area ad una scala più ampia, si rileva, al contrario, come la parte

superiore del pendio, che l’esame geomorfologico dal DTM consente di identificare

come parte della grande DGPV presente nel versante occidentale della Marzola, sia

caratterizzata da un gran numero di PS con significativi movimenti verticali (colore

rosso).Anche dal solo esame cromatico dei PS, si individua quindi la presenza di

cinematismi significativamente diversi tra la porzione superiore e inferiore del versante

(in cui si colloca la zona di intervento).

Eventuali fenomeni attivi individuati in situ durante il rilevamento geologico

effettuato, di modeste proporzioni (come ad es. uncinatura dei fusti arborei), sono

correlabili a movimenti che interessano il livello corticale del terreno e sono legati ad una

maggiore acclività e/o ad una locale presenza di matrice fine all’interno del deposito

detritico.

Quanto sopra riportato è in accordo sostanzialmente anche con quanto indicato

nella Carta di Sintesi della Pericolosità, che evidenzia come l’area risulti a bassa

pericolosità per frana H2 che si traduce in Penalità media P2.

La zonizzazione in area a penalità media P3, nella carta di sintesi della pericolosità

è sostanzialmente riferita alla DGPV, considerata Attiva, con velocità costante lenta, con

pericolosità bassa H2 che si traduce in Penalità media P3: tale condizione appare

ininfluente in relazione all’intervento in progetto.

4.1.2 Condizioni lito-geomorfologiche

Le grandezze indicatrici della pericolosità lito-geomorfologica sono:

pendenza del terreno

classe litotecnica di appartenenza del substrato o dei depositi di materiale sciolto

grado di attività delle forme e dei processi.

La pendenza del terreno, è inferiore ai 43°

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Figura 13. Estratto dalla Carta della pericolosità: tematismo condizioni lito-geomorfologiche

Figura 14. Classi e intervalli di pendenza da DGP 1681/2018

Considerata la stratigrafia dell’area, le classi litotecniche di appartenenza dei

terreni presenti sono:

741 Depositi granulari sciolti a struttura caotica granulometricamente eterogenea

ed a clasti poligenici (depositi di frana, marocche)

Non si evidenziano processi attivi Tali considerazioni hanno portato allo sviluppo della carta della pericolosità in

relazione alle condizioni lito-geomorfologiche che individua condizioni di pericolosità,

bassa H2, che si traducono in Penalità bassa P2, in relazione agli indicatori sopra

riportati.

Il rilevamento geologico effettuato non ha evidenziato problematiche di qualche

rilevanza relativamente alle dinamiche lito-geomorfologiche.

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Figura 15. Classi di pendenza nell’area attraversata dal sentiero

4.1.3 Problematiche alluvionali torrentizie

La parte dell’area di intervento prossima all’impluvio presente a ovest, è

classificata come pericolo potenziale: si è reso necessario quindi valutare se su tale area

insistevano problematiche legate all’ambito torrentizio. È da evidenziare che il reticolo

idrografico in questa area risulta notevolmente modificato dall’attività antropica.

Figura 16. Estratto dalla Carta della pericolosità:

tematismo condizioni alluvionali-torrentizie

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Infatti l’area drenata a monte di via Redondolo che naturalmente scaricherebbe

nell’impluvio analizzato, viene intercettata da un canale in cls posto a monte della

viabilità. L’area che scarica in questo canale è caratterizzato da due sottobacini

rispettivamente di 3,5 0 ha e 5,10 ha: l’acqua intercettata vieni quindi recapitata nel rio

Slavina che scorre in destra orografica.

Si è quindi stimata la portata prodotta dai due bacini a monte della strada,

partendo dalle LSPP ricavate con Piene TN.

Le portate sono state stimate per tempi di ritorno inferiori a 10 anni (2, 5, 10) per

quantificare la portata che defluisce durante gli eventi più frequenti; e per tempi di ritorno

di 30, 100 e 200 anni caratteristici di eventi eccezionali.

Per eventi frequenti la portata stimata è di circa 200 l/s, mentre per eventi

eccezionali la portata stimata è di circa 600 l/s.

I bacini posti a monte dell’impluvio non sono caratterizzati potenziale trasporto

solido

Dopo queste considerazioni si può affermare che nell’impluvio in oggetto, in

condizioni normali non vengono recapitati i deflussi superficiali significativi, in quanto la

portata viene smaltita dal canale artificiale.

a n

Tempo di Ritorno

Durata

Precipitazione

2 5

1

0

2

0

3

0

5

0

1

00

2

00

3

00 < 1h > 1h

1

7,6

2

3,1

2

6,6

3

0,1

3

2,1

3

4,6

3

7,9

4

1,2

4

3,2 0,37 0,44

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Tempo di

ritorno

Portata massima

(m3/s)

Tr 2 0,112

Tr 5 0,186

Tr 10 0,236

Tr 30 0,364

Tr 100 0,584

Tr 200 0,688

In casi eccezionali può accadere che la canaletta presente a monte della strada

tracimi e il deflusso giunga nell’impluvio sempre con portate non significative ed in grado

di essere smaltite dalla sezione dell’impluvio esistente.

Le acque meteoriche che cadono nella zona oggetto di intervento, vengono

recapitate già attualmente nell’impluvio, e la riduzione di appena 1000 mq non comporta

variazioni significative, comunque per la gestione delle acque meteoriche saranno

realizzati dei drenaggi e la superficie sarà inerbita tempestivamente.

Sulla base di tali considerazioni si ritiene che la pericolosità limitatamente all’area oggetto di intervento possa essere considerata bassa H2.

4.1.4 Incendi boschivi

Per quanto riguarda gli incendi boschivi non si evidenziano problematiche, il

cambio di coltura di 1000 mq, interesserà una area boscata poco pregiata e

caratterizzata da un sottobosco molto fitto e caratteristico dell’orno-ostrieto, per tale

motivo l’intervento è migliorativo per questa tipologia di penalità.

Figura 17. Estratto dalla Carta della pericolosità: tematismo incendi boschivi

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Non si evidenziano altri fenomeni attesi oltre a quelli indicati dalla Carta di

Sintesi della pericolosità.

4.2 Compatibilità dell’intervento

La Carta di sintesi della pericolosità ha individuato come fenomeno prevalente

quello relativo ai alle DGPV e subordinatamente quelli relativi alle frane e alle condizioni

lito-geomorfologiche.

L’analisi delle condizioni di pericolosità della zona in esame non ha in realtà

evidenziato problematiche di qualche rilevanza relativamente ai fenomeni attesi.

Sulla base dello studio effettuato e delle considerazioni sopra riportate, la

realizzazione della “Sistemazione agraria loc. Redondolo sulle pp.ff. 1585 e 1586/6

C.C. Povo” risulta compatibile con le condizioni di pericolo riscontrate nell’area.

5 CONCLUSIONI

Su incarico del signor Giovanni Pivato, è stato predisposto lo studio relativo alla

definizione delle condizioni di pericolosità idrogeologica dell’area interessata dal progetto

di sistemazione agraria sulle particelle in oggetto.

Tale studio si rende necessario in relazione alla norme di attuazione della Carta di

sintesi della pericolosità, approvata con DGP 1630 del 7/09/2018.

Dall’esame delle Carte della pericolosità previste dalla legge provinciale 1 luglio

2011, n. 9 “Disciplina delle attività di protezione civile in provincia di Trento” si evidenzia

come le problematiche relative all’area di intervento riguardino i fenomeni di frana,

DGPV, le caratteristiche lito-geomorfologiche, fenomeni alluvionali torrentizi, e incendi

boschivi.

Lo studio relativo ai fenomeni di frana, DGPV, le caratteristiche lito-

geomorfologiche, è stato effettuato dalla dott. Annalisa Cuoghi, mentre lo studio

relativo a fenomeni alluvionali torrentizi, e incendi boschivi è stato effettuato dal

dott. Mirco Baldo

Lo studio effettuato, che ha messo in evidenza le effettive condizioni di

pericolosità, relative ai singoli fenomeni attesi non ha in realtà evidenziato criticità di

qualche rilevanza.

La realizzazione del progetto è quindi compatibile con le condizioni

idrogeologiche e geomorfologiche dell’area di intervento.

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Non si ritengono necessari opere difensive di qualche tipo o interventi di

mitigazione.

Trento, Ottobre 2018