Storia semiseria dei “Signori” della politica - II ... · strumenti del mugiko. Non si sa mai...

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in PROSPETTIVA PERSONA Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo Pescara Reg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA Anno XXXIV - n. 5 - Maggio 2007 Storia semiseria dei “Signori” della politica - II° episodio Per lunghi anni il signor DS era stato il mugiko PCI, convinto della sovrumana bontà di quella scelta, assai orgoglioso della falce che pareggiava le spighe e del martello che convinceva i compagni riottosi a faticare nell’immenso podere. Amava andare in vacanza nella dacia di suo fratello PCUS sul Mar Nero o tra gli Urali o sul Don, accettava contento l’aiuto economico che questi, più ricco, generosamente gli dava e ne cantava costantemente le lodi. Quel terribile terremoto dell’89 a Berlino, fece cadere il Muro, seppellì sotto le macerie alcuni fratelli del mugiko – seppe poi che si erano riuniti rifondandosi una vita- ed egli, colpito da un mattone in testa, rimase sconso- lato con falce e martello in mano senza ricordare a che cosa servissero e chi lui fosse. Per campare si diede un nuovo nome, si mise sotto una folta quercia e ai suoi piedi depose gli strumenti del mugiko. Non si sa mai - pensò - potrebbero esser- mi utili. Cominciò a cibarsi di ghiande, provò a fare l’autista di una gioiosa mac- china da guerra ma andò a sbattere, appena presa la patente, e allora meditò che forse era il caso di cercarsi una partner o un partner - il signor DS era aperto e pronto a ogni genere di rapporto - per rifarsi una vita, risalire la china e tornare agli splen- dori di cui affiorava remota memoria. Un giorno, mentre il signor DS girovagava guar- dandosi intorno, vide un biancofiore sotto un ulivo: “Quanti petali! - pensò - quanti stami e che bel gambo!!” Desiderò fortemente stringere quel biancofiore simbolo d’amore e cominciò a corteg- giare la signorina Margherita. La signorina Margherita accettò la corte di buon grado: non era facile per un trans trovare marito. Era, infatti, in origine il signor PPI ed era figlio della signora DC, la balena bianca, ma per uno scherzo genetico, della madre aveva mantenuto solo il colore: crescendo aveva deciso di cambiare sesso e nome e, com’è ovvio, dopo l’operazione aveva perso alcuni elementi distintivi. Per essere più frou frou curava i radicali liberi, praticava l’equitazione con un Asinello e il pattinaggio a Rutelli, di tanto in tanto andava in chiesa più per mostrarsi, DICOno, che per convinzione reale e si guardava intorno per trovare un compagno, desiderosa di cancel- lare il passato, di risalire la china e di tornare agli indimenticati fasti. E fu galeotto quell’Ulivo: Margherita incrociò lo sguardo d’amore del signor DS con i baf- fetti da sparviero, lui le raccontò di sé quel poco che ricordava e lei quel che poteva, lui dichiarò di essere pronto a tutto pur di giungere ad un compromesso e lei accettò. Cominciarono ad incontrarsi sotto l’Ulivo ma erano tormen- tati da fastidiosi cespugli, spino- si e pretenziosi, che non favori- vano i loro amplessi: erano sempre lì a spiare, a commentare e poi, si riproducevano come erba infestante, e più erano piccoli più erano pungen- ti. I due compagni decisero di andare a convivere e di relegare i cespugli nel giardino di casa, alimen- tandoli, comunque, annaffiandoli e … potandoli spesso. All’uopo assunsero un factotum che,da Bologna, arrivò in bicicletta, organizzò quell’ Unione variopinta e fu tanto efficiente che rese bonsai i cespugli, propinò alla coppia di fatto pozioni di loto e spinse i due a Congressi d’amo- re, di lacrime, di commozione tanto intensi che, estenuati, ne morirono, lasciando però in incuba- trice la ‘cosa’ generata dal loro defùngere. Fu così che cominciò a prendere vita il PD, Pro Defunctis. mdf Le polemiche sui “DICO” e il sesso el dibattito degli ultimi mesi viene messa in questione la identità di gene- re: c’è chi pensa che la differenza ses- suale non abbia in sé alcun valore oggettivo e che - come prevedono alcuni disegni di legge regionali in Italia - ogni individuo possa stabilire e dichiarare alla pubblica amministra- zione la propria identità sessuale a piacimento. Si dovrebbe accettare il principio della neutrali- tà nella educazione tra bambini e bambine. L’orientamento sessuale (sexual orientation) sarebbe una variabile dipendente dai gusti sog- gettivi, dai contesti, dalle necessità. La discussione si concentra sulla distinzione tra sesso e genere, intendendo col primo l’identità biologica sessuale ereditata dalla natura, e col secondo l’insieme dei modelli culturali che costi- tuiscono le tipicità del maschio o della femmina. In altri termini si tratta del vecchio contrasto tra naturalisti e culturalismi. Una antropologia rispettosa della persona si dis- socia dalla nozione determinista e biologica, secondo cui tutti i ruoli sarebbero fissati in un modo statico e dettati dalla natura, ma nello stesso tempo si dissocia dalla convinzione che l’identità sessuale si possa scegliere come un abito o una maschera da indossare. Risulta quanto meno contraddittorio che, in un’epoca di estrema sensibilità ecologica, mentre si fa di tutto per difendere le specie in estinzione e le biodiversità, si sostiene l’assoluta libertà di auto- determinazione in barba alle mestruazioni, alla gravidanza, alla forza fisica, ai genitali, alle diffe- renze morfogeniche, ormonali, fisio-psichiche. Il segretario della CEI mons. Betori, parlando dei nemici che attentano alla persona, ha denun- ciato la falsità di ideologie che “oscurano la veri- tà della dualità sessuale in nome di una impro- ponibile libertà di autodeterminazione» (ZENIT, 16. Maggio 2007). Anche l’osservato- rio “Van Thuan Observatory”, a proposito del rapporto UNIFEF 2007 aveva sottolineato: «Si eccede nel separare il sesso dal genere, soste- nendo che il primo è un dato fisiologico e il secondo è un dato culturale e storico. E’ vero N Indignarsi? Credo che non ci siano dubbi nel rispondere Sì, quando si leggono le cifre e gli sperperi che rendono l’Italia Paese di Bengodi per gli addetti alla politica. A ragione la definizione di ‘casta’ è stata attribuita ai politici nostrani che, in nome del popolo italiano, arricchisco- no il loro conto in banca, percepiscono pen- sioni d’oro, solo dopo due anni e mezzo di servizio (sic!) anche senza aver fatto nulla o solo la bella vita. L’indignazione cresce, gior- no dopo giorno, nonostante molti dei ‘nume- ri’ siano noti da anni. Fanno paura lo stesso. Dal libro di recente pubblicazione, La casta, di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, rile- viamo cifre e ‘rendite’ dei politici stranieri e quelle degli italici. In Italia c’è un parlamen- tare ogni 60.371 abitanti, ogni 66.554 in Francia, ogni 91.824 in Gran Bretagna, ogni 560.747 negli Stati Uniti. La spesa per il Quirinale è di 217 milioni di euro, per la Corona britannica 56,8. Il Quirinale ha 1.072 dipendenti, il Bundestag 160. Lo sti- pendio di Bush è di 22mila euro, Prodi 18mila, Blair 15mila, Zapatero 7mila. La Camera costava 140 milioni di euro nel 1968, un miliardo nel 2007. Un parlamenta- re guadagnava 1.964 euro nel 1948, 15.706 nel 2006. I nostri parlamentari europei gua- dagnano 149.215 euro, gli spagnoli 39.463. Per gli aerei di stato nel 2005 il parlamento italiano ha speso 20 milioni di euro: il doppio di quanto ha dato per la lotta alla fame nel mondo. Amleto PUNTO DI DOMANDA E. Benaglia - Saltimbanco, 2006 - Scultura Segue a pagina 2

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in PROSPETTIVA PERSONA

Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo PescaraReg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURAA n n o X X X I V - n . 5 - M a g g i o 2 0 0 7

Storia semiseria dei “Signori” della politica - II° episodio

Per lunghi anni il signor DS era stato il mugikoPCI, convinto della sovrumana bontà di quellascelta, assai orgoglioso della falce che pareggiavale spighe e del martello che convinceva i compagniriottosi a faticare nell’immenso podere. Amavaandare in vacanza nella dacia di suo fratello PCUSsul Mar Nero o tra gli Urali o sul Don, accettavacontento l’aiuto economico che questi, più ricco,generosamente gli dava e necantava costantemente le lodi.Quel terribile terremoto dell’89a Berlino, fece cadere il Muro,seppellì sotto le macerie alcunifratelli del mugiko – seppe poiche si erano riuniti rifondandosiuna vita- ed egli, colpito da unmattone in testa, rimase sconso-lato con falce e martello inmano senza ricordare a checosa servissero e chi lui fosse.Per campare si diede un nuovonome, si mise sotto una foltaquercia e ai suoi piedi depose glistrumenti del mugiko. Non si samai - pensò - potrebbero esser-mi utili. Cominciò a cibarsi dighiande, provò a fare l’autista di una gioiosa mac-china da guerra ma andò a sbattere, appena presala patente, e allora meditò che forse era il caso dicercarsi una partner o un partner - il signor DS eraaperto e pronto a ogni genere di rapporto - perrifarsi una vita, risalire la china e tornare agli splen-dori di cui affiorava remota memoria. Un giorno, mentre il signor DS girovagava guar-dandosi intorno, vide un biancofiore sotto unulivo: “Quanti petali! - pensò - quanti stami e chebel gambo!!” Desiderò fortemente stringere quelbiancofiore simbolo d’amore e cominciò a corteg-giare la signorina Margherita. La signorina Margherita accettò la corte di buongrado: non era facile per un trans trovare marito.Era, infatti, in origine il signor PPI ed era figliodella signora DC, la balena bianca, ma per uno

scherzo genetico, della madre aveva mantenutosolo il colore: crescendo aveva deciso di cambiaresesso e nome e, com’è ovvio, dopo l’operazioneaveva perso alcuni elementi distintivi. Per esserepiù frou frou curava i radicali liberi, praticaval’equitazione con un Asinello e il pattinaggio aRutelli, di tanto in tanto andava in chiesa più permostrarsi, DICOno, che per convinzione reale e si

guardava intorno per trovare uncompagno, desiderosa di cancel-lare il passato, di risalire la chinae di tornare agli indimenticatifasti. E fu galeotto quell’Ulivo:Margherita incrociò lo sguardod’amore del signor DS con i baf-fetti da sparviero, lui le raccontòdi sé quel poco che ricordava elei quel che poteva, lui dichiaròdi essere pronto a tutto pur digiungere ad un compromesso elei accettò.Cominciarono ad incontrarsisotto l’Ulivo ma erano tormen-tati da fastidiosi cespugli, spino-si e pretenziosi, che non favori-

vano i loro amplessi: erano sempre lì a spiare, acommentare e poi, si riproducevano come erbainfestante, e più erano piccoli più erano pungen-ti. I due compagni decisero di andare a conviveree di relegare i cespugli nel giardino di casa, alimen-tandoli, comunque, annaffiandoli e … potandolispesso. All’uopo assunsero un factotum che,daBologna, arrivò in bicicletta, organizzò quell’Unione variopinta e fu tanto efficiente che resebonsai i cespugli, propinò alla coppia di fattopozioni di loto e spinse i due a Congressi d’amo-re, di lacrime, di commozione tanto intensi che,estenuati, ne morirono, lasciando però in incuba-trice la ‘cosa’ generata dal loro defùngere.Fu così che cominciò a prendere vita il PD, ProDefunctis.

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Le polemiche sui “DICO” e il sessoel dibattito degli ultimi mesi vienemessa in questione la identità di gene-re: c’è chi pensa che la differenza ses-suale non abbia in sé alcun valore

oggettivo e che - come prevedono alcuni disegnidi legge regionali in Italia - ogni individuo possastabilire e dichiarare alla pubblica amministra-zione la propria identità sessuale a piacimento.Si dovrebbe accettare il principio della neutrali-tà nella educazione tra bambini e bambine.L’orientamento sessuale (sexual orientation)sarebbe una variabile dipendente dai gusti sog-gettivi, dai contesti, dalle necessità. La discussione si concentra sulla distinzione trasesso e genere, intendendo col primo l’identitàbiologica sessuale ereditata dalla natura, e col

secondo l’insieme dei modelli culturali che costi-tuiscono le tipicità del maschio o della femmina.In altri termini si tratta del vecchio contrasto tranaturalisti e culturalismi. Una antropologia rispettosa della persona si dis-socia dalla nozione determinista e biologica,secondo cui tutti i ruoli sarebbero fissati in unmodo statico e dettati dalla natura, ma nellostesso tempo si dissocia dalla convinzione chel’identità sessuale si possa scegliere come unabito o una maschera da indossare. Risultaquanto meno contraddittorio che, in un’epoca diestrema sensibilità ecologica, mentre si fa ditutto per difendere le specie in estinzione e lebiodiversità, si sostiene l’assoluta libertà di auto-determinazione in barba alle mestruazioni, alla

gravidanza, alla forza fisica, ai genitali, alle diffe-renze morfogeniche, ormonali, fisio-psichiche.Il segretario della CEI mons. Betori, parlandodei nemici che attentano alla persona, ha denun-ciato la falsità di ideologie che “oscurano la veri-tà della dualità sessuale in nome di una impro-ponibile libertà di autodeterminazione»(ZENIT, 16. Maggio 2007). Anche l’osservato-rio “Van Thuan Observatory”, a proposito delrapporto UNIFEF 2007 aveva sottolineato: «Sieccede nel separare il sesso dal genere, soste-nendo che il primo è un dato fisiologico e ilsecondo è un dato culturale e storico. E’ vero

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Indignarsi?Credo che non ci siano dubbi nel rispondereSSìì,, quando si leggono le cifre e gli sperperiche rendono l’Italia Paese di Bengodi per gliaddetti alla politica. A ragione la definizionedi ‘casta’ è stata attribuita ai politici nostraniche, in nome del popolo italiano, arricchisco-no il loro conto in banca, percepiscono pen-sioni d’oro, solo dopo due anni e mezzo diservizio (sic!) anche senza aver fatto nulla osolo la bella vita. L’indignazione cresce, gior-no dopo giorno, nonostante molti dei ‘nume-ri’ siano noti da anni. Fanno paura lo stesso.Dal libro di recente pubblicazione, LLaa ccaassttaa,di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, rile-viamo cifre e ‘rendite’ dei politici stranieri equelle degli italici. In Italia c’è un parlamen-tare ogni 60.371 abitanti, ogni 66.554 inFrancia, ogni 91.824 in Gran Bretagna, ogni560.747 negli Stati Uniti. La spesa per ilQuirinale è di 217 milioni di euro, per laCorona britannica 56,8. Il Quirinale ha1.072 dipendenti, il Bundestag 160. Lo sti-pendio di Bush è di 22mila euro, Prodi18mila, Blair 15mila, Zapatero 7mila. LaCamera costava 140 milioni di euro nel1968, un miliardo nel 2007. Un parlamenta-re guadagnava 1.964 euro nel 1948, 15.706nel 2006. I nostri parlamentari europei gua-dagnano 149.215 euro, gli spagnoli 39.463.Per gli aerei di stato nel 2005 il parlamentoitaliano ha speso 20 milioni di euro: il doppiodi quanto ha dato per la lotta alla fame nelmondo.

Amleto

PUNTO DI DOMANDA

E. Benaglia - Saltimbanco, 2006 - Scultura

Segue a pagina 2

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Nel famoso discorso che Antonio pronuncia nelGiulio Cesare di Shakespeare, egli abilmentesuscita l’ira della folla contro Bruto e gli altri con-giurati con un capolavoro di doppiezza e di sofi-smi: Bruto ha ucciso, ha tradito Cesare, tuttaviaè un uomo d’onore, è saggio e sicuramente sapràspiegare i suoi motivi… e intanto le lodi rivelanoancor più l’infondatezza e la voluta ipocrisia deldiscorso.Tutto ciò, cosa ha a che vedere col disastro delpullman che portava i bambini in gita scolastica?Ebbene anche noi, come Antonio, dichiariamo lenostre buone intenzioni “i bambini sono sacri,sono il nostro futuro”,perciò le gite scolastichesono merce garantita, sicura, supercontrollata,non servono a fare pubblicità alle scuole, né adalimentare il giro delle agenzie di viaggi, tutto èa posto!Allora forse noi docenti, ormai da un bel po’dianni, soffriamo di allucinazioni, abbiamo sogna-to autisti a cui, in partenza per un lungo viaggio,ciondola la testa sul volante, poveri diavoli che sitengono svegli col finestrino aperto all’aria fred-da della notte o, in barba al regolamento, con

qualche sigaretta, schiavi di turni impossibili,senza riposo tra un viaggio e l’altro; abbiamosognato arroganti padroncini di pullman disecond’ordine (perché, si sa, i ragazzi sfasciano),che mortificano i professori incapaci di tenerebuono un pugno di bulletti coi jeans all’inguineche impazzano con coca cola e patatine, lungoestenuanti percorsi a 80 all’ora (così risparmianobenzina, penso).Una volta arrivati, dopo sei osette ore di viaggio, ti mollano a due-tre chilome-tri da qualunque città d’arte,con la scusa deidivieti, e tu a pezzi arrivi in centro, dove invidio-so osservi gli autobus granturismo dei tedeschinovantenni che scaricano con una breve sosta inonnini in tutta comodità. Di autisti gentili e col-laborativi ne avrò incontrati due o tre negli ulti-mi decenni, gli altri sono praticamente abbrutitidalla fatica, moderni schiavi di questo ritmoaccelerato che ci costringe a scorrazzare per ilmondo, forse in cerca del paese di Bengodi.Ormai dappertutto si paga anche l’aria, tra un po’torneranno i pedaggi medioevali per attraversare,che so, Piazza di Spagna o la riva degli Schiavoni,insomma, viaggiare costa caro e si paga anche la

sicurezza, ad esempio il sospirato secondo auti-sta, possibilmente alieno da spinelli o malori: per-ciò basta con le aste al ribasso, con i prezzi strac-ciati comprensivi di panino mangiato sul bordodelle autostrade, in mezzo agli scarichi deicamion, e di guidatore rintronato dalla fatica edalla mancanza di sonno. E allora non chiediamoci come mai un viaggioche doveva essere uno svago istruttivo si sia risol-to in tragedia, meravigliamoci piuttosto cheaccada fortunatamente così di rado, vista la sciat-teria e l’incredibile trascuratezza di questi nostritempi.

Lucia Pompei

2 la tenda n. 5 - maggio 2007

RIFLESSIONI 2

L’insostenibile leggerezza di...Il prof. Claudio Moffa invita il ‘negazionista’ dell’Olocausto, Faurisson, atenere una lezione all’Università di Teramo, il 18 maggio. Il Rettore nega leaule, 600 docenti italiani sottoscrivono un appello al ministro Mussi perché nonautorizzi la lezione. Faurisson viene ‘sistemato’ sotto i portici del GrandeItalia, la polizia è allertata, un drappello di ebrei venuti da Roma innesca lamiccia, volano botte e Faurisson è costretto a ripartire per motivi di ordine pub-blico.Le cronache nazionali hanno dato ampio risalto alla vicenda. Dispiaceche di Teramo ci si occupi solo per ‘fattacci’ di cronaca ma tant’è e, chie-dendosi il perché di tale pubblicità negativa, non si può fare a meno dinotare, innanzitutto, l’insostenibile leggerezza di chi ha organizzato egestito l’incontro. E’ noto a tutti quanto sia delicato (e doloroso) l’argo-mento “Shoah” e allora si pone spontanea la domanda: perché invitaremonsieur Faurisson, noto per le sue idee e sbattuto fuori dall’Università diLione, a parlare di Medio Oriente? Negando l’Olocausto, infatti, con lesue farneticanti affermazioni, getta una luce oscura su Israele e sull’esi-stenza stessa dello Stato di Israele. Forse per sostenere la causa palestine-se e suscitare rigurgiti di antisemitismo? Il dubbio è legittimo perché nonsi coglie il valore di un contributo di tal genere. Se da una parte la provo-cazione è riuscita perché gli ebrei romani hanno pesantemente (in sensoanche fisico) protestato, dall’altra è stata controproducente perché ha

contribuito a far conoscere un signore di cui molti ignoravano l’esistenza.Se poi era così determinante ascoltare Faurisson per capire meglio lasituazione mediorientale, ci si chiede: perché il Rettore ha vietato le auledel ‘campus’? Non sarebbe stato meglio organizzare un dibattito, un con-traddittorio in ambito universitario senza coinvolgere la città?L’insostenibile leggerezza dell’organizzatore ha dato risalto al personaggioe alle sue idee.Quanto all’impossibilità per monsieur Faurisson di sostare sotto i portici,in un bar per un caffè o pranzare in un pubblico esercizio, sembra eviden-te la violazione dei diritti democratici, significa tornare all’idea di un pen-siero unico,da condividere per forza con gli schiaffi o i manganelli o l’epu-razione. Il nostro governo intrattiene relazioni diplomatiche con l’Irandell’irriducibile negazionista Akmadinejad, Prodi lo ha incontrato… Conl’impedirne l’espressione non si ottiene la condanna delle idee: ben piùutile sarebbe la contestazione dialogica, documentata e costante di affer-mazioni folli.Il vicesindaco Rabbuffo ha espresso il desiderio di andare a sentire lalezione di Faurisson: chi riveste cariche pubbliche di rappresentanzadovrebbe avere il buon senso di essere sempre interprete super partes ditutta la comunità. Come sopra:leggerezza insostenibile!!

c.r.

che la differenza sessuale viene anche gestita evissuta in modo diverso dentro la cultura e la sto-ria, tuttavia non è giusto separare il genere dalsesso, perché quest’ultimo è un dato antropolo-gico fondamentale per la persona» (Verona, 15Marzo 2007).Con buona pace dei deterministi e dei culturali-sti, preferiamo salvaguardare la differenza origi-naria e originale tra i sessi, pensare che ciascunapersona abbia la possibilità di stabilire unabuona relazione col proprio corpo, con i suoilimiti e le sue risorse, che i maschi e le femminedel terzo millennio vorranno ancora sedursi,ammirarsi sposarsi e assicurare un futuro allanostra umanità.

Attilio Danese

Le polemiche sui “DICO” e il sessoDa pagina 1

E. Benaglia - Sognando di volare, 1996 - scultura

Lucciole per lanterneSe per istrada incontri un settantenne

di aspetto dignitoso e ben portante,

prima di giudicar, drizza le antenne,

se accanto a lui una bionda ed elegante

signorina cammina sorridente,

non formular pensieri irriverenti

del tipo: “E’ così negli anni avanti: è calvo,

curvo, pure senza denti

e mostra baldanzoso la sua amante!”

Hai preso un granchio: quella è la BADANTE!

Gino Pardo

Viaggi... che “passione”!

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la tenda n. 5 - maggio 2007 3

CULTURA3

La valigia (disordinata) del lettoreUn lettore appassionato è spesso anche disordina-to, onnivoro e confusionario e, nella sua valigia,mette, uno accanto all’altro, libri diversissimi traloro per toni, temi e stili ma ugualmente amati edivorati. Si possono trovare i bellissimi racconti diAlice Munro (NNeemmiiccoo,, aammiiccoo,, aammaannttee, Einaudi),con tutta la loro forza inesorabile, la prosa spietatae la ricchezza narrativa, in cui gesti, personaggi estorie ordinarie - di amori, abbandoni, attrazioniimprovvise, distacchi…- riescono a diventare para-digmi e rivelano spaccati di emozioni e vissuti dalrespiro universale. Dell’autrice Citati ha scritto:Fra pochi anni, chiunque vorrà parlare di un bellissi-mo racconto, o di una sottile accortezza narrativa, o diuna visione del mondo tanto ricca quanto inafferrabile,dirà: “Mi ricorda un libro di Alice Munro. Lo leggeròsubito”. Nella valigia,però, si può trovare anche un libro dedi-cato al design, più precisamente al DDeessiiggnn AAnnoonniimmooiinn IIttaalliiaa (di Alberto Bassi, Electa): una sorta di inven-tario illustrato e ragionato di tutti gli oggetti che

sono entrati nella quotidianità e nel nostro immagi-nario - dalla Moka ai Post it, dal Campari Soda all’Ape,dalla pentola a pressione al cono gelato - e che nonsolo non sono riconducibili ad un autore preciso manemmeno ad un marchio. Oggetti che hanno trovatola loro forza nella funzionalità estrema e nell’origina-lità e che, in un’epoca in cui la creatività è identifica-ta con il brand, hanno percorso una via alternativa diaffermazione. L’altra inaspettata scoperta nella valigia sarà inveceuna vera chicca, un piccolo libro di favole surreali(SScciinnttiillllaannttee ccoommee uunnaa ppaaddeellllaa, Einaudi) scritto daAmelie Nothomb e illustrato da Kikie Crevecoeur:un principe che vuole sposare la donna più bruttadel regno, uno strano viaggiatore che parla tutte lelingue del mondo, un serial killer filosofo e una sur-reale inchiesta sull’esistenza di Dio. Quattro storie,illustrate con tratto lineare e pulito, giocate sul filoleggero dell’ironia e dell’invenzione divertita edivertente.

Valeria Cappelli

LETTURE EXTRA MOENIA

“Percorsi interiori” di Enrico BenagliaPersonale alla Pinacoteca Civica diTeramo fino al 15 Ottobre 2007

Varcando la soglia della Pinacoteca,il visitatore trova ad accoglierlo unascultura in bronzo, “Saltimbanco”,uscito dalla fantasia dell’artista nel2006, in cui una silhouette femmi-nile, ritagliata come un lungonastro dalla superficie metallica,compie acrobazie, facendo levasulla sella e il manubrio di unaimprobabile bicicletta priva di qual-siasi sostegno equilibrante, con ununico piede e l’anulare della manodestra. Sulla parete di fondo in un“olio” su tela “L’assedio”, uccellimulticolori in forma di giocattoliissati su trampoli, rivendicano illoro diritto al verde circondando lasgangherata cinta di mura di unacittà, da cui fuoriescono lussureg-gianti chiome di alberi. Intorno unapiatta ed ampia distesa verde, con-finante con l’orizzonte e con unsole elementarmente raggiato.Scegliendo questa collocazione adue sue opere, Enrico Benaglia –Roma 1938 – ci sollecita ad intuireistintivamente l’orientamento delsuo estro creativo: inequivocabil-mente la “sostanza” del suo fareartistico ha come riferimento focaleil gioco, mai smentito nelle opere inmostra. Seguendo, infatti, la grigliaespositiva ci si accorge che le quat-tro sezioni – il Gioco, Angeli, IGiardini, I Quartieri dell’anima –non sono che aspetti di un unicoassunto tematico: percorso interio-re. Allo stesso tempo si avverte chel’artista nel suo arco esistenzialecreativo ed espositivo – la primaesposizione risale al 1969 nellaGalleria “La Vetrata” di Roma –

fino ad oggi rimane fedele alla suapoetica. Se c’è un artista che nonsappia, per via di sotterfugi o ancheper maestria tecnica, ornare o abbi-gliare la sua visione della realtàdeclinandola in varianti apparente-mente diverse, questi è senza alcundubbio Benaglia. L’artista vive in unmondo strano, fantastico e reale ad

un tempo, presente e lontano; capi-sce che nell’arte tutto è permesso elegittimo, che ciascuna cosa con-corre alla sincera espressione diuno stato d’animo. Espelle dall’arteogni elemento razionale per abban-donarsi all’esaltazione lirica ema-nante da colori e linee, che si fannosimbolo di stati d’animo e di emo-zioni. Un rosso, un giallo, un verdepossono trovare riferimento neldato naturale, essere caricati finoall’esasperazione, ma possonoanche trasgredirlo, sostituirlo conuna nota cromatica che cessa di

essere riproduttiva e diventaespressiva – esprimere da ex-pre-mere, portare dal “dentro” al“fuori”. E così le linee, i loro anda-menti si trasformano in diagrammipsichici. Rimangono costanti negli olii e neipastelli del pittore romano la festo-sità non naturalistica del colore, il

gusto primitivo delracconto, le pro-spettive “sbagliate”,l ’ i l l u m i n a z i o n eirreale in assenza diombre e di fonti diluce, le atmosfereimmobili.Ma l’aspetto prima-rio della sua espres-sività è la riduzioned e l l ’ i m m a g i n eumane ed animali aforme estremamen-te sintetiche: imma-gini come ritagliateabilmente con for-bici da cartoncinibristol. Un esempioper tutti: “L’Esilio”,1988. Il riferimento

iconografico è l’affresco diMasaccio, la “Cacciata dal Para-diso Terrestre” di Adamo ed Evadella Cappella Brancacci della fio-rentina Chiesa del Carmine, esem-pio insuperato di una visione stori-ca dell’avvenimento: i progenitorisono interpretati come personaggireali consapevoli e artefici del pro-prio destino. Nel quadro diBenaglia la gestualità è identica:Adamo nasconde il volto tra lemani Eva tenta di coprire la proprianudità, getta indietro il capo insegno di disperazione, ma anche di

ribellione, il cancello, che si chiudealle loro spalle, esprime l’impossibi-lità di ritornare indietro. Ma le ana-logie si arrestano qui. I corpi sonodiventati sagome cartacee, appiatti-te inconsistenti, sommariamentedettagliate, che nella loro astrazio-ne rinviano ad un modo di fantasiada cui è espunto ogni accenno didrammaticità insita nel tema.L’Eden stesso, con la lussureggian-te varietà arborea, è popolato da uncavalluccio di legno, uccelli infilzatisu bastoni, una giraffa dai variegaticolori, un rinoceronte “pietrificato”nell’eburneo del colore, una conchi-glia a mezz’aria tra il verde. La nar-razione viene trasferita su un ver-sante “altro”. Benaglia, in definitiva, manipola ildettaglio reale in forma eccentricaed evocativa, obliterando il mondo“basso” e drammatico dei fenomeni,trasceso nell’immagine imperturba-ta del sogno e dell’immaginazione.

Marisa Profeta De Giorgio

E. Benaglia - L’assedio, 2000 - olio su tela CCOONNCCOORRSSOO NNAAZZIIOONNAALLEE

ddii lleetttteerraattuurraa

NNIICCOOLLAA MMOOSSCCAARRDDEELLLLIIPrima edizione

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CCOONNTTII OO RROOMMAANNZZOOSSccaaddeennzzaa :: 15 luglio 2007

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GGUUEERRRRIIEERROO DDII CCAAPPEESSTTRRAANNOOSeconda edizione

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GGIIOORRNNAALLIISSTTIICCOO SSUULLLL’’AABBRRUUZZZZOO

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44)) NNAARRRRAATTIIVVAA EEDDIITTAA

quota di partecipazioneEuro 10,00

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“I baffetti di Hitler, quelli erano veri!” (Bazin);era quei baffetti, che infatti gli sopravvissero, perposarsi su settanta volti d’attore in sessant’anni:non è sufficiente una pelata per essereMussolini, ma chiunque possieda quei baffetti èHitler. Lo intuisce per primo, in tempo reale, ilgenio di Chaplin e Lubitsch; un barbiere ebreo(Il Grande Dittatore, 1940) e un attore polacco(Vogliamo vivere!, 1942; Mel Brooks nel 1983 nefece un piacevole remake dal titolo Essere o nonEssere) recitano la parte di Hitler, lo raddoppianoesplicitandone la natura di maschera: due baf-fetti in cerca d’attore. L’Hitler del periodo belli-co non conosce altre luci della ribalta, ma siaffaccia marginalmente per ben tre volte dall’at-tore Karl Ekberg in Duello mortale (Fritz Lang,1941), The Wife Takes a Flyer (Richard Wallace,1942) e Fuggiamo insieme (Leo McCarey, 1942).Il medesimo attore torna al personaggio, informa caricaturale, nella commedia Papà, macosa hai fatto in guerra? (Blake Edwards, 1966);satira, commedia e farsa, tradizionalmentenutrite di maschere, sono affascinate da queibaffetti: nulla di più rassicurante che ridere dellepassate disgrazie per rimarcarne la distanza. Siva da Le Roi de coeur (Philippe De Broca, 1966)a Per favore non toccate le vecchiette (Mel Brooks,1968), sino a Kakkientruppen (Franco Martinelli,1977) e Zio Adolfo, in arte Führer (Castellano ePipolo, 1978), per citare i risultati migliori e ipeggiori d’una così radicata tendenza. L’esito ècomunque un Hitler astorico e fumettistico checol nazismo nulla ha a che fare, un materialericiclabile ad libitum in produzioni anche orripi-lanti. Ma a suo tempo, Serge Daney aveva trova-to abietto il videoclip We are the World – le stardella musica internazionale in dissolvenza con

bambini africani denutriti. – Più tardi sarebberovenuti altri colpi tremendi in vesti rispettabili, eperfino sacrali.

Hans Ranalli

VISTI PER VOISSUUNNSSHHIINNEE voto 7D. Boyle (Fant.)

SSAALLVVAADDOOR: 2266 AANNNNII DDOOPPOO voto 6M. Huerga (Dramm.)

CCRROONNAACCAA DDII UUNNAA FFUUGGAA voto 7I. Caetano (Dramm.)

a febbraio è in commercio il vaccino contro il cancro della cervice ute-rina; è il primo vaccino esplicitamente diretto a prevenire lo sviluppodi un tumore, perché il tumore del collo dell’utero è un tumore a

causa nota –almeno in una percentuale di casi. La cervice è la parte di uteroche si affaccia in vagina. Il tumore che la interessa è il secondo più frequenteper incidenza e, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, è un problema sani-tario ingente. Il cancro della cervice consegue in molti casi a un’infezionevenerea virale. Alcuni virus trasmessi per via sessuale, come quelli della fami-glia del papillomavirus (HPV), innescano nelle cellule della cervice alterazio-ni che possono regredire con tempo e con la terapia, oppure progredire finoallo sviluppo del cancro. Esiste circa una ventina di sottotipi di HPV diversi,anche se a più del 70% dei cancri della cervice si associano i sierotipi 16 e 18.Le infezioni sono più frequenti in donne che hanno avuto molti partner, o checonducono una vita sessuale promiscua. Fino ad oggi la prevenzione consiste-va –oltre che nella protezione dei rapporti- nella diagnosi precoce, ovvero Pap-test annuali negli anni della vita sessualmente attiva. Lo sviluppo di un vacci-no diretto contro i 4 sierotipi virali più cattivi (fra cui 16 e 18) risale a pochi

anni or sono, quindi i dati di efficacia si riferiscono ancora a periodi di osser-vazione di pochi anni. Lo studio FUTURE II pubblicato il 10 maggio sul NewEngland, ha seguito per 3 anni più di 12.000 donne, metà vaccinate e metàno: l’efficacia del vaccino, confrontando l’incidenza delle lesioni uterine pre-tumorali nei due gruppi di donne, è attorno al 17%. Si tratta di un risultatoabbastanza modesto, se si tiene conto del costo di una campagna vaccinale edei possibili danni da vaccino. Studiando a fondo i dati, gli studiosi hannonotato che l’efficacia del vaccino è inversamente proporzionale al numero deipartners che la donna ha avuto. In particolare, se si analizzano solo i dati delledonne vaccinate prima di essere esposte ai virus HPV, l’efficacia raggiunge il100%. Quindi, fermo restando che il vaccino può essere offerto e prescritto atutte le donne, la vera campagna su vasta scala si rivolgerà alle bambine di 11e 12 anni, prima dell’inizio dell’attività sessuale. In questi casi la copertura,almeno per i sierotipi virali compresi nel vaccino – i più importanti- sarebbetotale. Nel lungo periodo poi si capirà se l’immunità vaccinale è duratura e sei rischi di effetti avversi da vaccino sono trascurabili come sembra finora.

Emilia Camilloni

4 la tenda n. 5 - maggio 2007

PARLIAMO DI... 4

Un vaccino da conoscere

Uno scempio ciclopico

DMedicina

Cinema Nuove Professioni

Archeologia

Hitler icona del potere: dalla tragedia alla farsaIl medico dell’Azienda...Tra le nuove professionalità un posto importantespetta al consulente di riorganizzazione aziendaleQuando si lavora insieme , si è cioè costretti e sista insieme non per scelta , possono maggior-mente verificarsi incomprensioni, rancori, ruggi-ni, attriti a scapito della qualità del lavoro. Ciòaccade nelle grandi aziende ma è un problemache spesso investe anche le piccole imprese e nonsolo, ma anche gli uffici, la scuola, insomma ogniattività organizzata che preveda la convivenza eil coinvolgimento di più soggetti.Le aziende, le imprese commerciali o industriali,anche piccole che vogliono ottimizzare le pro-prie forze possono rivolgersi agli esperti di con-sulenza aziendale. Sintetizza il procedimento ladottoressa Amato (laurea in economia e com-mercio, master di formazione con stagedell’Associazione industriali di Pescara, espertadi certificazione di qualità e consulente di riorga-nizzazione d’impresa) dicendo che l’esperto arri-va presso l’azienda: fa un check up iniziale, ana-lizza i punti deboli e i punti di forza, analizza lerelazioni personali tra i dipendenti s’impadroni-sce dei processi aziendali. Quindi, in base ad unagriglia già preordinata:1) ristruttura le mansioni e i compiti del persona-

le (reingegnerizzazione dei processi aziendali);2) forma il personale (chi è demotivato viene

coinvolto di nuovo);3) indica la strategia di miglioramento continuo.L’azienda che si affida al consulente esperto nellariorganizzazione, si troverà ad usufruire di unnuovo clima: le tensioni tra il personale scompaio-no anche grazie al ‘mansionario’. Chi aveva‘dimenticato’ la sua mission o era ‘spompato’ sisente incoraggiato e rinfrancato nell’autostima.I procedimenti vengono razionalizzati così che l’at-tività viene incanalata senza incertezze superandogli ostacoli legati al fattore umano.

Simonetta Iannetti

Presso la Muraglia Ciclopica dei Paladini, aCrognaleto nel Parco Gran Sasso Monti dellaLaga,cancellata una parte dell’antica necropoli .

Davide Peluzzi dell’ associazione Ex-ploraNunaat International ha manifestato il propriodissenso “nei confronti della Sovrintendenza deiBeni Archeologici, per lo scempio compiuto nel-l’area denominata Colle del Vento, situata neipressi della Muraglia Ciclopica dei Paladini

(Comune di Crognaleto, Te) all’interno del ParcoNazionale del Gran Sasso e dei Monti dellaLaga”. Dagli Anni 80 sono in corso gli scavi,curati dalla Sovrintendenza, per il recupero di unantico abitato e di un tempio italico con necropo-li del III secolo a.C. La scorsa estate, per mette-re in sicurezza la parte posteriore della MuragliaCiclopica, proprio i ‘curatori’, con l’uso di mezzimeccanici (una ruspa!), hanno distrutto parte deireperti archeologici dell’area, triturando resti

umani e reperti in ceramica aretina, mosaici del-l’antica necropoli. Grazie anche al tacito consen-so degli Organi Competenti del Territorio sonoscomparse per sempre alcune tracce dell’identitàdi una comunità lungamente dimenticata, nel piùimportante sito archeologico dell’Alta Valle delVomano. L’autore della denuncia ha fortementestigmatizzato l’operato di chi ha consentito taledevastazione .

Nicola Facciolini

E. Benaglia - Il giocoliere, 2007 - pastello su carta

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la tenda n. 5 - maggio 2007 5

CRONACHE TERAMANE5

OSSERVATORIO

Un...due...TEAM libera tuttiLa Biblioteca Provinciale MelchiorreDelfico, fiore all’occhiello e specchio dellacultura teramana, al suo amplio patrimoniolibrario e artistico ha aggiunto 254 fram-menti ceramici abruzzesi, generosa dona-zione di PPiieettrroo MMaarrccaattttiilliiii e PPiieettrroo NNaarrddiinnii,appassionati collezionisti di ceramiche.I 254 lacerti ceramici esposti, provenienti daun butto del centro storico teramano, eranostati scoperti da un rigattiere e successiva-mente acquistati dai due donatori. Sebbenedi piccolo formato, essi raccontano persommi capi quattro secoli di attività maioli-cara (dal XV secolo al XIX secolo e conqualche appendice del XX). Usciti da diver-si opifici, prevalentemente abruzzesi, pre-sentano motivi decorativi antropomorfi efitomorfi, decori colorati a foglie tipo“penne di struzzo”, ghirlande, girali, arabe-schi e figure geometriche, costituendo unvasto campionario di motivi ornamentali.Tra i reperti più interessanti, tre lacerti

ricompongono un piatto, appartenente allafine del XV secolo e gli inizi del successivo,in cui una figurazione femminile incornicia-ta all’interno di un motivo a raggiera, forma-to da apici triangolari, testimonia la volontàdello sconosciuto artigiano di rivisitare ilrepertorio decorativo della ceramica ingob-biata e graffita prendendo a modello quellodella più pregiata maiolica.La donazione Marcattilii-Nardini risultaapprezzabile non solo per la quantità e qua-lità dei frammenti, ma anche per il profon-do senso civico di mettere a disposizione delpubblico un materiale, che se fosse rimastonel chiuso delle collezioni private sarebberimasto appannaggio di pochi conoscitori.L’esposizione dei “Frammenti CeramiciAbruzzesi” rimarrà aperta nelle sale dellaBiblioteca sino al 31 maggio. Si auspica,però, che trovino una sistemazione espositi-va permanente.

Francesca Mosca

E’ stato bandito, alla fine diaprile, il Premio Teramo, giuntoalla quarantesima edizione. Nelbando sono riportati tutti i cri-teri, i requisiti, le scadenze equant’altro. Manca, però, l’in-formazione fondamentale che,di solito, qualifica un premioletterario: la composizione dellagiuria. Si sa che ci sarà una giu-ria ma nel bando non si dice chine farà parte…. Si vuole creare suspence, perrivitalizzare la manifestazione esolennizzarla o altro si agita nelsottosuolo? Chi può dirlo!

cierre

Donazione Marcattilii-Nardini alla Delfico

«A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso siindovina». Inutile stare a ricordare chi abbia pronuncia-to la frase che oramai fa parte della storia italica. Maandiamo avanti. A via di pensarlo, il miracolo è avvenu-to:il parto c’è stato,anche indolore e piuttosto atteso.Dopo Ruzzo uno, Ruzzo due e Ruzzo tre, finalmenteavremo anche Team due. Sinceramente sentivamo dav-vero il bisogno di un altro carrozzone dove sistemare gliultimi che poi saranno i primi. Tutti una volta si davanoall’ippica: oggi i teramani hanno invece scoperto che èmeglio darsi alla spazzatura,magari per solo sei mesi,tanto poi con la disoccupazione si prendono soldianche per gli altri sei mesi. Non si suda eccessivamen-te, si sta all’aria aperta, si parla con la gente. InsommaTeam uno o Team due ,va bene sempre. Ma attenzione:per gestire Team due, ovviamente occorrerà unConsiglio di Amministrazione. E vai con il valzer dellepoltrone! Il carrozzone prosegue la sua corsa. Tanto paghiamosempre e soltanto noi. Scommettiamo che qualcunoche ha urlato di più alla luna per la discarica famosa, sefosse ancora disoccupato, potrebbe trovare spazio alla

Team due?Scommettiamo che pureun ex di sinistra, oggi rima-sto in parcheggio, potreb-be ritrovare un posto inregia?Scommettiamo che sta-volta tutti saranno d’ac-cordo (maggioranza edopposizione) per dividersiTeam due? D’altra parte,nessuno ha dimenticatoche quando nacque Teamuno, la Sinistra abbando-nò l’aula per non farsistrumentalizzare; la Teamnacque ed il primo presi-dente fu uno di sinistra.Ma questa è un’altra sto-ria che però fa parte dellastoria politica di Teramo.Nasce dunque Team duee muore la notte bianca.

Muore perché ha forse esaurito la sua capacità di coin-volgere e forse è morta perché l’hanno voluta far mori-re. Nel frattempo però l’estate è alle porte. Forse nonfaremo più la fila per andare al mare, forse perderemoanche il calcio che conta, forse allo stadio nuovo vedre-mo giocarci la Sannicolese, forse vedremo sorgerenuovi spazi di arredo urbano sul sito del CampoComunale, forse ne vedremo ancora delle belle.L’importante però è ritrovare l’ombrellone allo stessoposto, la cannuccia e la birra fresca. Dopo aver perso laNotte Bianca, mica avranno voglia di toglierci anche ilfilm in piazza Martiri? Speriamo di no:perché sarebbela fine per una città che, ancora fra legacci e laccioli,non riesce a decollare. Ma dateci il tempo di completa-re il Lotto Zero e di tagliare il nastro al nuovo centrocommerciale e vedrete che questa città cambierà volto.Se poi nel frattempo dovessero cominciare anche i lavo-ri per realizzare il parcheggio sotto piazza Dante,sarebbe davvero una estate calda. Ma ce la faremo asuperare questi problemi tanto alla fine saremo rag-giunti dall’aria di Magnanella che, come sanno tutti,comincia a farsi sentire dopo le ventidue e “scendendo”da viale Bovio riporterà frescura e allegria a tutti quan-ti. Che ci sarà poi ancora da ridere?

Gustavo Bruno

“Teramo e la Valle del Tordino”Sono stati presentati il 27 aprile u.s., nella Sala consiliaredella Cassa di Risparmio di Teramo, due grossi volumi““TTeerraammoo ee llaa vvaallllee ddeell TToorrddiinnoo”” che documentano la storiama, soprattutto, le opere d’arte da ammirare in questa zonaparticolare. Sono già stati editi altri volumi relativi ad altrezone della provincia e, come per gli altri, così a questarecente pubblicazione, hanno contribuito tanti studiosid’arte. L’introduzione al convegno è stata fatta dal Presidentedella Banca, Lino Nisii che ha ricordato le diverse pubbli-cazioni già fatte nel passato. Ha poi parlato Roberta DiPaola (Direttrice Regionale per i Beni Culturali)che hadefinito l’iniziativa ‘un’opera monumentale’ e ogni pubbli-cazione una ‘finestra sul passato’, mentre Maria FranchiDall’Orto ha ringraziato i collaboratori e quanti, compresele Curie, hanno messo a disposizione i documenti. Ha concluso il prof. Ferdinando Bologna che ha affermatouna sacrosanta verità: “ Bisogna conoscere per conservare”.

Don Giovanni Saverioni

Mistero *Ancora brucia la TIA, l’esosa Tassa di Igieneambientale che ha alleggerito le nostre tasche percolpa anche della discarica. Leggiamo le lettere,ascoltiamo dibattiti in cui gli ‘attori’, cioè gli ammi-nistratori pubblici, si rinfacciano le responsabilità.In questo teatrino di-scarica barile, la farsa finalesarà a cura dei cittadini, che hanno pagato epagheranno per gli errori di chi non ha mai pagatoné mai pagherà di tasca propria per i danni prodot-ti. E’ un esempio di project financing: il pubblicoprogetta a modo suo e il privato paga e basta!*Vorrei tanto sapere, forse devo scrivere alla Team,chi ha progettato e realizzato le campane per laraccolta della carta ,del vetro e delle lattine. Leaperture per l’immissione dei vari materiali sonocosì strette che un fiasco da 5 litri non c’entra ebisogna smaltire bottiglie e lattine una alla volta!! Igiornali tre alla volta!! E poi ci si lamenta che laraccolta differenziata non cresce? La pazienza delprivato, rispettoso dell’ambiente, è cresciuta adismisura fino a non poterne più!

Pubblico e privatoE. Benaglia - L’esilio, 1998 - olio su tela

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Ars gratia artis

“Parole nello spazio”Nella Sala di lettura ‘Prospettiva Persona’, il 16 maggio, una serata dedicata aCCaarrllaa DDii GGiiuusseeppppee, autrice del volumetto di poesie “Parole nello spazio”: proie-zione di diapositive musicate, lettura di liriche e chiose al pianoforte hanno crea-to un clima magico.

Carla Di Giuseppe: giovanissima e già ben radicata nella “teramanità”. Sesi percorre un tratto di corso San Giorgio al suo fianco, dai saluti, subito cisi rende conto delle tante relazioni che questa giovane intesse con il terri-torio e della diversità di riferimenti di ambienti e di età. Si può incontrareCarla in tanti “spazi” diversi: a scuola come docente, allo stadio come spet-tatrice, atleta e arbitro, in spazi culturali, associazionistici, sportivi, ricrea-tivi, dai donatori di sangue o di organi, ai tavoli della biblioteca per unaricerca e tra gli aceri bianchi di Cortino per un corso di formazione sul-l’estetica. La si può incontrare con scarponi e zaino tra i dirupi, familiari,del territorio montano della Laga o, mentre disegna scorci di un paeseabbandonato come Serra. Lo zaino, a volte, lascia posto alla chitarra che sifa accompagnamento, evocazione, coinvolgimento di grandi e piccoli:Carla resta intrigata ora dai richiami che la natura prodigalmente elargisceai nostri sensi ora si riscopre impegnata sui temi delle sofferenze umane.Su tali circostanze di quotidianità Carla interviene e la sua comunicazione

non si fa mai distaccata e nep-pure forbita, mai cede allelusinghe del dire costruito,inteso come “addobbo lingui-stico”: si limita all’utilizzo didati scarni e notizie. Riesce sìa “parlarci” di problemi, dieventi, di situazioni ma soloquando, interrogatasi interior-mente su di essi, riesce a faresintesi di senso personale,prima, e di successiva adesio-ne poi; è a questo punto che lesue parole trasportano un

“sentire” che è assunzione di responsabilità, di dono all’altro da sé, testimo-niato umanamente e religiosamente. Il convincimento e l’ impegno perso-nale pertanto, sono presentati come naturale condizione dell’essereumano. Si appalesa una umanità fatta di segni, di gesti, di azioni semplicie coerenti. In tal modo Carla ci introduce ad una specifica valorialità dellapoesia che, con naturalezza, si fa narrazione e memoria per la coscienzadell’autrice e, contemporaneamente propositività ipotetica per “l’altro”che, oggi, disdegna di viversi come “viaggiatore programmato”, ma ha dif-ficoltà nel farsi “viandante consapevole” della opportunità di libertà disenso di vita a cui può aspirare. Un uomo, nella sua esistenza attraversainfiniti spazi con infinite soluzioni; l’unitarietà della persona va allora ricer-cata nel “percorso” strategico costruito dai valori di riferimento delle“orme”.

Claudio Torreggianti* L’articolo nella sua completezza può essere letto sul sito:www.prospettivapersona.it

6 la tenda n. 5 - maggio 2007

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AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE CCOORRAALLEE ““GG.. VVEERRDDII”” TTEERRAAMMOO

“Giugno in Coro”. IX edizioneIncontri folkloristiciChiostro S.Giovanni- Piazza Verdi 25-Te

SSaabbaattoo 0022 ggiiuuggnnoo oorree 1199,,0000CCoorroo VVaall CCaannzzooii - Trieste • Dir.: AAnnggeelloo TTiieeppppoo

DDoommeenniiccaa 0033 ggiiuuggnnoo oorree 1111,,0000il Coro VVaall CCaannzzooii animerà la S. Messa a San Gabriele (Isola del Gran Sasso)

SSaabbaattoo 1166 ggiiuuggnnoo oorree 1199,,0000Coro “GG..VVeerrddii”” Teramo • Dir.: Carmine LeonziCoro PPuueerrii CCaannttoorreess “G. Verdi” Te • Dir.: Umberto De Baptistis

SSaabbaattoo 2233 ggiiuuggnnoo oorree 1199,,0000Coro “LLaa CCaapprriicccciiaattaa” -Foligno • Dir.: Antonella Masciotti

Una pittrice naïve a TeramoAlla Sala Espositiva

Comunale dall’11 al 24Maggio 2007, personale diMila Lucic .

Montenegrina, ospite dadiversi anni in Italia(Palermo, Enna, Salerno,Verona, Teramo), Mila Lucicviene “folgorata” dai quadridi Vasily Kandinsky espostiin una galleria di Mosca.Convertita alla pittura delpittore russo dedica “Omaggio 1 e Omaggio 2”,in cui forme geometriche definite con linee, oracurvilinee ora spezzate, si dispongono sullasuperficie dei due quadri con una libertà che fariferimento al disegno infantile. L’incontro casua-le con la pittura di Kandinsky diventa fondamen-tale per Mila, sebbene apparentemente i suoi

quadri, di chiara improntanaïve, sembrino distare anniluce dall’astrattismo. Manon è così. L’Almanacco del“Cavaliere Azzurro” - 1912 -, che è il manifesto del rag-gruppamento capeggiato daKandinsky, contiene infatti ilpunto di arrivo del processo“razionale”, di allontana-mento dal dato naturaledella rappresentazione; daparte sua la pittrice, nel

momento in cui dà corpo alla sua interiore visio-ne, sceglie un vocabolario in cui forme e coloriobbediscono ad uno spirito foriero di una libertàinventiva anarcoide, che supera le regole tradi-zionali di prospettiva, di distribuzione organicadei pesi visivi, del rinvio naturalistico al colore.Né poteva accadere diversamente perché il back-

ground di Mila non può non essere che la tradizio-ne nave slava diffusa attraverso corsi rurali di pit-tura di Hlebine e di Kovacica e Jagodina, chedanno vita addirittura a una scuola – I. Generalic,I. Rabuzin, F. Mraz -. Dunque la tradizione naïveè nel DNA di Mila ma pure se ne distacca perché,anziché paesaggi rurali con le loro ataviche pre-senze, preferisce paesaggi marini, osservati nellesue incursioni di viaggiatrice: Positano, Maiori,Ravello con le case abbarbicate e affastellate suimonti, stagliate sul verde della natura con la vio-lenza dei gialli, dei verde, dei rosa carichi mentrecon ripidissime prospettive dall’alto verso il bassoscivolano tra il blu intenso del mare e il cielodemarcato da un azzurro più tenue.Anche laddove il suo linguaggio si fa più descrit-tivo - Ponte di Verona, Borghetto sul Mincio -permane un clima trasognato di una visione“ingenua” e lirica della realtà.

Marisa Profeta De Giorgio

M. Lucic - Positano

“…..ma beato è chi lascia tracce sul sentiero”

“Il funambolismo silenzioso eattentopasso dopo passo, uno avantiall’altro,procede, incerto,lungo il filo dell’esistenza”

Momenti di essere senza frettara le poche cose che mi pare di aver capito, una è questa: che spes-so a renderci infelici è il desiderio di essere là mentre si è qua, neldomani mentre si è nell’oggi . L’ansiosa attrazione per un altroveche non spalanca l’orizzonte del presente e lo rende angusto come

una cella. Allora forse saper stare nel qui e ora è il segreto, se non dellafelicità, di qualcosa che le si avvicina molto. Saperci stare , poi, cosìintensamente da riuscire a sottrarsi alle coordinate dello spazio e alla

corsa del tempo,facendo largo aKairòs, il dio diquelli che VirginiaWoolf chiamava‘momenti di essere’,può farci sperimen-tare il tutto pieno -o il tutto vuoto - diun benessere prossi-mo all’estasi. Ecco, chiamiamoliin questo modo,‘momenti di essere’,quando la frettanon esiste più e il

tempo lineare , ingannato sul serio, ci scorre accanto come un vorticosofiume in piena che non riesce a smuoverci. Siamo lì, saldi nel corpo.Perché si tratta di starci nel corpo. Non c’è nessuno spirito da liberare.Sembra un miracolo, un po’ come quello della lievitazione degli illumina-ti. Ma si può fare!

Marina TerragniIo donna -Corsera

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M. Lucic - Omaggio a Kandinsky ˘

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la tenda n. 5 - maggio 2007 7

LA PAGINA DEL FAI Fondo per l’Ambiente Italiano

GGiittaa rreeggiioonnaallee ddeell FF..AA..II.. -- DDoommeenniiccaa 2244 ggiiuuggnnooII mmuulliinnii rruuppeessttrrii aa PPrreettoorroo -- PPaasssseeggggiiaattaa nneell cceennttrroo ssttoorriiccoo ddii GGuuaarrddiiaaggrreellee

8.30 Partenza Piazza San Francesco.9.00 Mosciano Sant’Angelo - ingresso autostrada

Appuntamento a PPrreettoorroo nel centro storico presso la Chiesa di San Nicola.

10.45 passeggiata di 15 minuti (scarpe comode) fino ai mmuulliinnii rruuppeessttrriiddeellllaa VVaallllee ddeell FFoorroo. Le fabbriche molitorie oggi presenti ai piedi delComune di Pretoro sono due (le altre due sono ormai andate distrut-te), quella già del Connestabile, chiamata mulino rupestre, e l’opifi-cio Comunale. Interessantissimi, oltre che per le vaste dimensioni,anche a causa della loro architettura atipica che li rende simili aitanti eremi abruzzesi incastonati nei vari salti di roccia, i mulini sonopressoché abbandonati.

Scavati nella roccia e affacciati in bilico su dirupi in uno scenario di boschiattraversati da rapidi corsi d’acqua, i mulini sono il frutto dell’antichissimacapacità dell’uomo di utilizzare le risorse ambientali. Esempio raro diarcheologia industriale in grotta, meriterebbero sicuramente un interventoper il loro recupero e valorizzazione, considerata anche la dislocazioneall’interno della Valle del Foro, luogo di intatte e inusitate bellezze natura-listiche. Le visite saranno guidate da operatori del locale Centro diEducazione Ambientale “ Il Grande Faggio”.

12.30 colazione presso diversi ristoranti tipici locali con degustazione divini della CCaannttiinnaa SSaannttoolleerrii di Guardiagrele.

Partenza per Guardiagrele

16.00 ritrovo a Guardiagrele - Il Prof. Gabriele Vitacolonna, esperto di sto-ria dell’arte, ci illustrerà i palazzi storici di Guardiagrele più signifi-cativi ed interessanti. PPaallaazzzzoo VViittaaccoolloonnnnaa , PPaallaazzzzoo EElliissiiii, i dueppaallaazzzzii DDee LLuucciiaa e ppaallaazzzzoo MMoonnttaannaarrii –– SSppoollttoorree,, decorato da origi-nali tempere e tele del pittore Federico Spoltore, che vi ha soggior-nato a lungo negli anni della giovinezza. La nostra passeggiata ter-minerà con una visita alla antica e suggestiva ccaannttiinnaa ddii NNiiccoollaaSSaannttoolleerrii,, dove i vini della tenuta SSaannttoolleerrii ddii CCrrooggnnaalleettoo vengonosapientemente affinati in grandi botti di rovere. Qui faremo unamerenda con le caratteristiche “sise delle Monache: il dolce simbolodi Guardiagrele”. Il soffice pan di spagna farcito di crema e spolve-rato di finissimo zucchero a velo ci rinfrancherà per poter riprende-re la strada del rientro.

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a cura della Delegazione FAI di Teramo

La Giornata di Primavera del F.A.I. - delegazione di TeramoBoom di presenze per laquindicesima Giornata Faidi primavera che si è svolta aGiulianova. La perfettasinergia tra la delegazioneFAI di Teramo e le realtàlocali (Provincia di Teramo,Città di Giulianova, MASed altri)ha determinato l’ot-tima riuscita dell’iniziativa.La passione e l’entusiasmodegli organizzatori hannoportato i risultati tangibili chetutti gli interessati e i presenti hanno potutoconstatare. Un grande spettacolo di arte e bel-lezza dedicato a quanti hanno a cuore il patri-monio artistico e naturale italiano.La delegazione FAI di Teramo è orgogliosa dellavoro svolto in quanto ha consolidato la suamissione, il suo essere presente nel territorio conun ruolo importante di attivo difensore della sal-

vaguardia ambientale eculturale della nostraregione. La città di Giulianovasi è trasformata in unsalotto culturale met-tendo in mostra, in unpercorso ideale, i luo-ghi più belli e significa-tivi della sua storia.Gliospiti hanno assistito aconcerti, spettacoliteatrali, laboratori di

danza e alla importante mostra sulla pittura “ Ilvedutismo napoletano dei dipinti della collezioneVincenzo Bindi” nei locali del Museo delloSplendore. A tal proposito sembra opportunosottolineare l’importanza della mostra dedicataalla cosiddetta ‘Scuola di Posillipo’.I pittori dell’Accademia così chiamavano,insenso di dispregio, gli artisti che, nel terzo

decennio dell’Ottocento, si riunivano a dipinge-re “dal vero” sulla collina di Posillipo, affidandoa piccole superfici le rapide ma affascinantiinquadrature particolari del Golfo di Napoli,sulle orme del vedutismo napoletano settecente-sco e di quegli artisti stranieri che a Napoli veni-vano per compiere il Grand Tour: primo fra tuttil’inglese Turner. La Collezione Bindi, circa 400opere donate negli anni Venti alla città diGiulianova da Vincenzo Bindi, giornalista e cri-tico d’arte, al ritorno dal suo prolungato soggior-no a Napoli, costituisce il ricco nucleo dellaScuola: opere di vari pittori e soprattutto dell’“artistica famiglia” dei Carelli e di RaffaeleGonsalvo, ma non solo. Vale la pena di ricorda-re che vari maestri abruzzesi, quali Patini,Michetti, Barbella e Della Monica, furono nonpoco influenzati dalla pittura napoletana e , puresulando la loro vicenda creativa dal contestodella “Scuola”, furono tuttavia , in qualche modoa questa collegata.

Incontro col RISVenerdi 16 marzo si è tenuto a Teramo nella sala del Convitto Nazionale“M. Delfico” un incontro con due rappresentanti del RIS, il MaggioreSaravo ed un suo collaboratore.RIS significa Raggruppamento Investigazioni Scientifiche con attività disopralluogo e repertamento sulla scena del crimine.In Italia il RIS ha quattro reparti uno a Roma, a Messina, a Parma e aCagliari. Ogni sezione opera autonomamente e si lamenta l’inesistenza diun archivio di base a cui attingere per facilitare le indagini. Lo abbiamoappreso dalla viva voce del Maggiore. La conoscenza del RIS per la massi-ma parte del pubblico è avvenuta a seguito di una serie televisiva di grandesuccesso, in cui i protagonisti, con l’ausilio di tecniche scientifiche sofisti-cate, riuscivano a risolvere complicatissimi casi criminali.L’incontro col RIS organizzato dal FAI, si è svolto in due tempi: uno al mat-tino con gli alunni del Liceo Europeo e del Liceo Scientifico “M. Delfico”;l’altro nel pomeriggio con un pubblico più variegato. In ambedue le occa-sioni gli incontri hanno avuto un effetto sorprendente. Al mattino la salabrulicava di ragazzi:brusii, risate e qualcheschiamazzo, dovuti,forse, all’atteggiamen-to disincantato eindifferente, che nor-malmente li caratte-rizza. Poi ... è statoacceso il computer, ilMaggiore, giovane,piacente, si è presen-tato e, con tono serioe competente ha par-lato della struttura,delle tecniche e delruolo del RIS. Hamesso in luce le difficoltà che devono affrontare ma ha esposto anche pro-getti futuri. E’ stata così catturata l’attenzione dei ragazzi che hanno ascol-tato, quindi hanno cominciato a chiedere per sapere e a mettere a confron-

to questa realtà scoperta con quellarappresentata dalla serie televisiva,riuscendo a creare fusione tra finzio-ne e realtà.

Ione Claps

ATTIVITÀ

Scuola di Posillipo

Scuola di Posillipo

Comunicazione

ZURIGOGentile Lea Norma sas

Via Paris 16 - 64100 TeramoTel. 0861.245441 - 0861.240755

Fax 0861.253877

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Prospettiva Persona alla 33° FeriaInternacional del libro de Buenos Aires25 aprile - 7 maggio

Alla 33ma fiera internazionale del libro aBuenos Aires, il 2 Maggio, nella bella Sala“Adolfo Beoy Casares” è stato presentato il libro:Vivir de dos. El secreto del amor de pareja ( in italia-no: Amici a vita) di Giulia Paola Di Nicola eAttilio Danese. L’iniziativa è del giovane editore SB

(San Benito), che ha contattato gli autori, dopoaver acquistato a Francoforte alcuni libri dei diret-tori di “Prospettiva Persona”. L’evento si è ripetutonella città di Rosario. Con l’occasione, ancheCiudad Nueva editrice ha organizzato due presenta-zioni, a Buenos Aires e a O’ Higgins, del libroPerdono… per dono, edito da Effatà, tradotto in spa-gnolo col titolo Aprender a perdonar. Un recursofamiliar y social. Tali eventi hanno registrato la par-tecipazione di un pubblico attento, numeroso eattivo (per le numerose domande nel dibattito rela-tivo) e l’attenzione significativa dei mass media.Particolarmente apprezzata la partecipazione diSamuele Danese che, oltre ai concerti viola-piano-forte, ha introdotto la presentazione dei libri deigenitori con due concerti per viola solista. Non sono mancati promettenti contatti sia quan-to alla traduzione di altri libri (già quasi pronto:Yo creo, tu no, che traduce l’italiano Con o senzaDio), sia in relazione alla rivista “PrsopettivaPersona”, edita da Rubbettino di Cosenza e usci-ta in questi giorni con una nuova veste e connuove sezioni: “Prospettiva Bambino” (curata dalCentro Studi Bambino di Scerne. Responsabile:Andrea Bollini) e “Finetica”, ossia finanza etica(curata da un gruppo di studiosi della Lateranensedi Roma e della Bocconi di Milano. Responsabile: Flavio Felice).

l.p.

All’interno della galassia omerica vive un micro-cosmo di storie,uno splendente pulviscolo side-rale di poesia,fatto di momenti “privati”, che gui-dano il lettore dalla dimensione “ maggiore “ del-l’epica ad un livello poetico “minore” costruitosu fatti quotidiani che legano le cose a personag-gi ed azioni .In Omero è spesso l’essenza stessadegli oggetti che parla per i personaggi,si fa con-temporaneamente “ragione” e “poesia”, dipa-nandosi in una costruzione narrativa fatta dirimandi e correlazioni, secondo una ferreaconcatenazione “concentrica” degli eventi:un oggetto diventa quindi la metafora diun carattere o di un destino. Nella lotta traTroiani e Achei ,su richiesta di Era e suordine di Zeus, Atena viene mandata sullaterra, affinché i Teucri violino la tregua,diano ancora una volta inizio alle ostilità ela guerra riprenda: sotto mentite spoglie ladea convince Pandaro, figlio di Licaone,acolpire con una freccia Menelao. L’iternarrativo omerico vede gli dei arbitri dellequestioni terrene,intervenendo e stravolgendo aloro piacimento l’ordine delle cose umane; cosìun guerriero come Pandaro, spinto dai perversiconsigli di Atena,diventa paradigma della logicanarrativa di Omero: l’eroe esiste ed agisce in fun-zione del suo arco,la cui storia “tecnica” estraniaper un momento il lettore dal contesto bellico.Prima di descrivere il folle tentativo di Pandaro,Omero si sofferma sulla storia dell’arma e alla

pianura di Troia si sostituisce così un paesaggiomontano. Pandaro non è più un combattente,ma un cacciatore in agguato che colpisce unmeraviglioso esemplare di stambecco; l’animalecade riverso sulla roccia e le sue corna verrannoaccuratamente lavorate da un artigiano che letrasformerà in un arco. La genesi di quest’armasi ricollega poi all’ampio contesto del poema,segnando il destino di Pandaro, arciere a tutti icosti e guerriero “afron” privo cioè di razionali-

tà e sostanzialmente individuo mediocre. Nonè prevista infatti per lui l’aristeia, la superioritàin combattimento : egli aveva precedentemen-te tentato di uccidere Diomede con una frec-cia, ferendolo solamente e il tentativo andràugualmente fallito con Menelao. L’errore delguerriero consiste nel voler adoperare l’arcoimpropriamente, nel timore di uno scontro rav-vicinato; egli trasferisce incautamente le regole

“minori” di un contesto venatorio in un ambitobellico “ superiore “. Ma Diomede e Menelaosono eroi, non animali e proprio per questo aPandaro sarà fatale la sua imperizia. Nel quin-to libro dell’Iliade la vicenda di questo antieroesi concluderà drammaticamente: infatti dal dia-logo tra il personaggio ed Enea, inutilmenteemergerà il suo ravvedimento unito alla tardivacoscienza della sua inadeguatezza. Parlandodei due eroi greci solamente feriti, Pandaro

dice: “Ho fatto scorrere il loro sangue e liho soltanto eccitati di più .Certo è per untriste destino che ho staccato dal chiodol’arco ricurvo il giorno in cui partii versoIlio bellissima” (Iliade V 208-210).Malfidando nella sua tardiva consape-volezza, Pandaro decide allora diaffrontare Diomede, tenta l’estremoriscatto e cerca invano l’aristeia, lasupremazia, non con arco e frecce, mafronteggiando finalmente l’avversariocon la lancia.

Troppo tardi… Diomede ha dalla sua parteAtena e la dea guida l’arma dell’eroe greco checolpisce a morte lo sventurato: cadendo a terra“risuonarono su di lui le armi scintillanti e lucenti(…) e là lo abbandonarono vita e vigore” (Iliade V294-296)… nel mondo perfetto e assolutodell’Iliade non c’è posto per il ravvedimento e lamediocrità.

B.D.C.

SATURA LANX 8

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IL GUSTO... LETTERARIO

“Atena (…) persuade il folle (sc. Pandaro ) nel cuore;subito egli afferrò l’arco ben levigato,fabbricato con lecorna di uno stambeccoche un giorno, in un agguato, egli colpì sotto lo sternomentre balzava da una roccia (…).Le corna (…)le lavorò un artigiano esperto “.

( Iliade IV 104 passim)

TACCUINOAAuugguurrii

Agli sposi novelli: Roberta Ranalli e Luca Di CarloSerena Nicolai e Fabrizio NarcisiA Gabriele Rivero per la Prima Comunione

BBuuoonn CCoommpplleeaannnnooIone Claps, Margherita Di Francesco, Andrea

Caporale, Gino Pardo e Loretta Boccabella

RRiiccoorrddaannddooCamillo Esposito già Sindaco di ValleCastellana e padre di Nunzia e Lina.Giselda Peticoni madre del Dott. Piero Sinigaglia

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E. Benaglia - Il Cacciatore di stelle, 2007 - olio su tela