Storia Medievale - Introduzione

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STORIA MEDIEVALE Appunti introduttivi L’importanza del corretto utilizzo delle parole nel suo significato, nella storia. Nella storia, come in quella medievale, sono importanti e significativi i termini utilizzati che spesso hanno somiglianze apparenti, in scrittura e pronuncia ma hanno differenze abissali di contenuti. Es. La parola terra e territorio non sono assolutamente la stessa cosa. Per terra ci si riferisce al terreno. Un terreno a sua volta può essere pubblico o privato. Vi è una differenza in questo caso se ci si trova a parlare di possesso di un terreno, perché non implica che la persona ne sia anche il proprietario (es. comodato d’uso, usufrutto, un contadino che coltiva un terreno del comune etc) e proprietà, dove la persona ne è il proprietario ma non è detto ne abbia il possesso, per esempio ha affittato il terreno. Tornando alla differenza citata inizialmente, il territorio si riferisce e qui differisce da terra, perché rappresenta un concetto di giurisdizione. Es. “Il sig. X ha un terreno nel territorio di Alessandria”. La frase e la parola stessa sono inclusi in termini di legge. Analisi delle fonti; A Le fonti si possono avere sotto varia forma. Va da se che laddove vi siano fonti per esempio video, diventano più importanti rispetto alla testimonianza diretta di chi ha assistito all’evento, perché per sua stessa natura, l’uomo ricorda per stereotipi. Es. in caso di rapina, il ladro sarà sempre o un giogante o un nano o dalla corporatura immensa o mingherlino. Altra cosa da non sottovalutare, anzi da tenere bene a mente, è che la data non incide sulla veridicità della fonte. B

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Appunti introduttivi di approccio allo studio della storia e di quella medievale. Importanza delle fonti nell'analisi del periodo storico medievale.

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STORIA MEDIEVALE

Appunti introduttivi

L’importanza del corretto utilizzo delle parole nel suo significato, nella storia.

Nella storia, come in quella medievale, sono importanti e significativi i termini

utilizzati che spesso hanno somiglianze apparenti, in scrittura e pronuncia ma hanno

differenze abissali di contenuti.

Es. La parola terra e territorio non sono assolutamente la stessa cosa.

Per terra ci si riferisce al terreno. Un terreno a sua volta può essere pubblico o

privato. Vi è una differenza in questo caso se ci si trova a parlare di possesso di un

terreno, perché non implica che la persona ne sia anche il proprietario (es.

comodato d’uso, usufrutto, un contadino che coltiva un terreno del comune etc) e

proprietà, dove la persona ne è il proprietario ma non è detto ne abbia il possesso,

per esempio ha affittato il terreno.

Tornando alla differenza citata inizialmente, il territorio si riferisce e qui differisce da

terra, perché rappresenta un concetto di giurisdizione. Es. “Il sig. X ha un terreno nel

territorio di Alessandria”. La frase e la parola stessa sono inclusi in termini di legge.

Analisi delle fonti;

A

Le fonti si possono avere sotto varia forma. Va da se che laddove vi siano fonti per

esempio video, diventano più importanti rispetto alla testimonianza diretta di chi ha

assistito all’evento, perché per sua stessa natura, l’uomo ricorda per stereotipi. Es.

in caso di rapina, il ladro sarà sempre o un giogante o un nano o dalla corporatura

immensa o mingherlino.

Altra cosa da non sottovalutare, anzi da tenere bene a mente, è che la data non

incide sulla veridicità della fonte.

B

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Nella storia si deve tenere conto dell’uomo. Tutto nella storia è interconnesso, dalle

manifestazioni spirituali, filosofiche etc.

Nella vita e quindi anche nella storia, quando ci si approccia ad un autore, si deve

porre l’attenzione su come la cosa che leggiamo (può essere un romanzo, come un

saggio, come un articolo giornalistico o una ricerca di uno studioso) viene posta, su

come è scritta. Questo perché basta la scelta di una parola in un dato contesto per

dare un determinato taglio a quello che leggiamo.

A COSA SERVE LA STORIA

Si deve iniziare a comprendere che la memoria di una società è la sua storia. Per

questo si deve considerare la bioantropologia, ossia la storia naturale dell’uomo,

considerando vari aspetti, dal l’origine, l’evoluzione fisica e bio culturale.

Gli italiani sotto questo punto di vista hanno un primato invidiabile, hanno nel loro

patrimonio, ben 19 etnie diverse.

Studioso di cui tenere conto è sicuramente Marc Bloch (Lione 1886 – Lione 1944).

Nato nel polo industriale di Lione è uno dei principali intellettuali che la storia ebbe.

Morì nei campi di prigionia, in cui spesso oltre ai citati ben più noti quali prigionieri

politici o religiosi, oltre ovviamente ebrei, venivano rinchiusi molti intellettuali.

L’opera più nota di Bloch fu edita postuma, ovvero dopo la sua morte, perché scritta

nel periodo di internamento. Lo stesso autore, si scusa perché mentre scriveva i propri

appunti, non era in grado di poter citare sempre l’esatta fonte della sua citazione,

perché non aveva a disposizione la sua biblioteca.

Da tenere di conto che le ideologie malate di un folle come Hitler hanno fatto perdere

all’uomo e alla società stessa tanti patrimoni, di idee, opere, intenti stroncati sul

nascere o interrotti. Spesso nascere nel periodo fortunato nella parte fortunata del

mondo permette di emergere ed anche di arrivare a delle scoperte sensazionali, senza

sapere che molto probabilmente quella stessa cosa era stata scoperta o creata in

precedenza, ma a noi non ne è arrivata testimonianza.

Tra l’altro è curioso considerare il mito della razza ariana istillato e perseguito da

Hitler. Ad oggi se dovessimo arrivare alla giusta definizione di caratteri ariani, nessun

popolo occidentale ne farebbe parte, l’unico che pare rispettare questi canoni di

(apparente) “superiorità” è il popolo afgano di cui fa parte Osama Bin Laden!

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L’importanza della scrittura nella storia

Il nostro alfabeto è fenicio e la scrittura è stata creata in Iraq, questo per la presenza

di senso di civiltà occidentale ed influenza mediterranea che ha dato vita alla

storiografia, ossia a popoli di storiografici.

Punti di forza ed importanza del Cristianesimo

A prescindere dalla formazione spirituale individuale, va dato atto della forza e

dell’importanza del cristianesimo. La forza è data dal fatto di essere una religione di

storia.

L’importanza è data anche da alcune regolamentazioni ed istituzioni che fanno parte

attiva nella vita dell’uomo, come quella del matrimonio. Fu istituita ufficialmente a

partire dal 1215 con il “Concilio Lateranense IV” *(prima aveva diverse formule e

tipologie, nell’epoca in cui avvenne il concilio la più diffusa era quella che prevedeva

solo un patto, con scambio di formule pubbliche senza obbligo di un celebrante;

nemmeno di testimoni durante la promessa di nozze a cui assistevano solo i membri

maschi delle due famiglie e ciò era simbolo di alleanza tra le stesse ed era rispetto a

questo, insignificante il consenso della donna, era tra l’altro l’aspetto più importante

del matrimonio; nei vari strati sociali era diffusa anche per via del paganesimo, con

rituale di sacrificio animale in favore degli Dei per ottenere attraverso l’esame delle

viscere dell’animale il loro favore. Per la Chiesa era tutt’altro che una cosa positiva o

innocente perché prevedeva spargimento di sangue ed esamina delle viscere della

bestia, certamente non stordita prima di essere sgozzata e sviscerata. Erano, come

sopra accennato rituali ed usanze pagane in netto contrasto con la Chiesa che arginò

queste barbarie eliminandole dal rito religioso appena istituito, tuttavia ne mantenne

alcune ma solo quelle che non andavano in contrasto con il credo cristiano: ossia la

figura del celebrante, il sacerdote e non più un notaio o un divinatore, la promessa di

nozze e lo scambio del consenso, tramite domanda durante il rito o diretto e il

trasferimento della moglie presso la casa del marito). Tale concilio venne convocato

da Papa Innocenzo III il 19 aprile 1213, ebbe inizio con il discorso inaugurale dello

stesso, l'11 novembre 1215 e si concluse con la terza sessione del 30 novembre. Allora

era a capo dell’impero Federico II di Svevia (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di

Puglia, 13 dicembre 1250).

L’importanza di un Concilio in una data epoca: Storia di un matrimonio religioso –

La tutela del soggetto più debole

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A prescindere dalle diverse forme che il matrimonio ha assunto nel tempo ed anche

le varie tipologie di unioni possibili nella nostra epoca recente, l’istituzione del

matrimonio in quel periodo specifico ebbe un impatto di tutela importantissimo.

Quando si affronta la storia, bisogna capire ed immedesimarsi nel contesto, per

rendersi conto della specifica importanza di un fatto. Nella nostra epoca recente è

possibile, separarsi, divorziare e risposarsi, sia da parte di uomini che di donne, senza

incorrere in grossi problemi. Nel medioevo la donna e i bambini non erano tutelati.

L’uomo, unico che lavorava, poteva tranquillamente lasciare la donna ed accadeva

abbastanza spesso, anche letteralmente da un giorno all’altro, non essendoci nessun

vincolo contrattuale, di tutela dei soggetti più deboli. In questo modo si voleva

arginare il fenomeno. La donna quando si sposava con i riti antecedenti non era

tutelata, perché non vi era un contratto, veniva considerata dall’uomo meno di una

bestia, veniva comprata e col passare degli anni, sfiorendo ed invecchiando, essere

lasciata anche solo per questo, in favore di una più giovane e florida. La donna non

aveva una casa sua di proprietà e non poteva se lasciata restare nella casa in cui aveva

vissuto fino ad allora con il marito e i bambini. Il matrimonio istituito con il Concilio

divenne indissolubile, infatti ne venne impedito il divorzio, il legame cessava

solamente con la morte di uno dei due coniugi. Vi fu l’obbligo delle pubblicazioni, per

evitare matrimoni clandestini e allo stesso modo furono vietati matrimoni combinati,

i due futuri sposi dovevano dichiarare pubblicamente il loro libero consenso

all’unione e questo a tutela prevalentemente del soggetto più debole, la donna,

spesso costretta dalle volontà della famiglia di origine. Ci si poteva tra l’altro sposare

solo in età adulta, attorno ai nostri 21 anni, per evitare il matrimonio di bambine e

giovani donne. Sempre a tutela dei soggetti più deboli, fu posto l’annullamento dello

stesso in casi gravissimi quali: violenze, rapimento, matrimonio clandestino, non

consumazione. Diventerà ufficialmente sacramento nel 1493 con il Concilio di Firenze.

La storia passa ma l’uomo rimane uguale a se stesso: da Homo Sapiens a?

Qualcosa in fondo deve essere andato storto (sigh sob)

Spesso si tende a vedere la storia come un passato in cui si era nel buio e vediamo noi

come l’uomo nuovo, l’illuminazione progressiva di una evoluzione. L’uomo o Homo

sapiens è rimasto uguale a se stesso, non si è evoluto. Siamo semplicemente abituati

tramite etichette a ritenerci evoluti, semmai le industrie hanno avuto dei progressi

grazie all’uomo, ma le scoperte sono sempre state fatte dagli uomini anche in epoche

distanti cronologicamente da noi, uomini di oggi. Un solo esempio: le piramidi. Basta

vedere le piramidi per capire che già da allora avevano fatto scoperte architettoniche,

grazie all’uso della matematica e della geometria; tra l’altro oggi architetti ed

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ingegneri non riescono a capire come abbiano fatto a scoprire come fare determinate

opere, così maestose, per i tempi e per quello che avevano a disposizione. Molte cose,

sono con il tempo andate perse, molte fonti scritte ed è sicuro che avevano scoperto

cose che noi ancora non conosciamo, semplicemente a noi non è arrivato il

documento che spiegava il tutto.

La storia passa e si ripete, diciamo che è ciclica, come la moda. Domanda: “In che

epoca viviamo?”

Come abbiamo visto l’uomo è rimasto Homo sapiens. La storia ha avuto tanti diversi

periodi, ma oggettivamente il periodo che stiamo vivendo ora, non lontano da qui, è

molto simile al Crollo dell’Impero Romano D’Occidente (476 d.C [attenzione a non associare il

tutto solo alla data, vedi approfondimento nello stesso paragrafo]). Un moto irrefrenabile e continuo di

persone, continue pressioni: Le Invasioni del V secolo. Vi è l’abitudine di fissare per

qualsiasi cosa una data, è ovvio che le date siano fondamentali, ma non è che L’impero

Romano sia crollato di colpo quel giorno, si sono svegliati e sbam, caduti e crollati a

terra. Il tutto era il risultato di un periodo di pressioni a cui non hanno saputo trovare

una soluzione. Come oggi ed allora, se arrivano in modo continuo persone e badate

bene, con le invasioni del V secolo (e come con quelle continue di questo nostro

periodo storico) non è che arrivassero solo guerrieri e combattenti, anzi, erano intere

popolazioni fatte di uomini, di donne, di anziani e di bambini che fuggivano da

situazioni allucinanti e disastrose, quindi un fiume incontenibile. Come vera invasione

si può considerare quella degli Unni, in realtà gran parte delle popolazioni, stavano

emigrando. Quando si ha un Impero così grande e non si tratta di una città, come può

essere oggi per noi Budapest, ma di interi Stati odierni, si capisce come fu difficile

contrastare un fenomeno che prevalse. Perché oggettivamente se vieni letteralmente

assediato hai solo due possibilità o accogli o uccidi. E determinate invasioni, portano

effetti a prescindere devastanti, perché ti ritrovi nei vari confini persone e popolazioni

con usanze, lingue diverse e gestire un flusso simile, soprattutto con i mezzi di allora

fu impossibile (vedi Merkel e suddivisioni migranti, una quota per stato UE).

Bisogna tenere conto che le invasioni furono continue ed erano già iniziate nella metà

del IV secolo con gli Unni, sui confini di Danubio e Reno, per poi proseguire fino alla

caduta dell’Impero, per capire la fine e il declino di un’era. All’epoca il fiume era

fondamentale sia come mezzo per fa passare uomini e merci, sia perché era un punto

vulnerabile di accesso. La Legione romana era l’unità militare di base dell’esercito

romano. Da tenere presente che nei vari schieramenti, il primo era composto dalla

fanteria, fanti quindi giovani ragazzi o soldati a piedi, reclutati in massa perché erano

i più sacrificabili. Erano sprovvisti di scudo, erano i primi a morire (differenze rispetto al

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cinema romanzato storico dove appaiono grandi eroi che corrono con armature, il peso di una sola armatura

impedirebbe a chiunque di correre e saltare).

Oltre agli Unni, migrarono i longobardi e ovviamente fu un processo lungo come

prima descritti i vari flussi migratori, quello longobardo fu plurisecolare: partirono

dalla Scandinavia meridionale alla penisola italiana. Sfruttarono il duplice aspetto

accennato prima dei fiumi, risalirono il fiume Elba nei primi 4 secoli per poi nei 3

secoli successivi stanziare lungo il medio corso del Danubio, fin oltre quindi il crollo

dell’Impero Romano. Nell’impero romano il fiume Reno formava la maggior parte

del confine settentrionale ed era di uso vitale per il commercio interno. (Uno dei più

lunghi dell’Europa ben 1233 km nasce in dalle Alpi Svizzere, segna il confine con la Germania prima di svoltare a nord

presso Basilea, cittadina svizzera. Superata Basilea, segna il confine della parte meridionale tra Germania e Francia per

poi entrare in Germania. Lungo il Reno ci sono molte industrie, concentrate soprattutto nella regione della Ruhr,

attraversando Colonia Düsseldorf e Duisburg, dove vi è il più grosso porto fluviale d’Europa. Da qui gira verso ovest nei

Paesi Bassi e dopo aver oltrepassato il confine olandese, raggiunge la sua massima ampiezza, sfocerà nel Mar del

Nord. Nell’impero romano facevano parte del Reno alcuni tratti finali di fiume che ad oggi non ne fanno più parte e

sono attualmente piccoli fiumi e ruscelli che scorrono verso nord. [Il Danubio nasce in Germania e sfocia nel Mar

Nero).