Storia Della Musica

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The Italian Opera during the 17th Century

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Storia della musica

Sviluppo dell'opera italiana nel 1600Opera Romana: Nasce nel 1600 con la Rappresentazione di anima e corpo del gentiluomo romano Emilio de' Cavalieri (gi a Firenze con Peri e Caccini 6 intermedio de La Pellegrina). Rappresentazione allegorica, musica convenzionale. Grazie alla famiglia Barberini 1600-1620 primi esperimenti, testi e musica fortemente correlati al carattere serio del soggetto. Prima del 1630: prevalenza di modello fiorentino e stile recitativo: La morte di Orfeo (Stefano Landi), L'aretusa (Filippo Vitali), La catena di Adone!! (Domenico Mazzocchi) mezz'arie che interrompono il recitativo, quasi ariosi. 1632 teatro a palazzo Barberini; tra 1630 e 1650 opere dignitose che caratterizzano l'ambiente romano. Caratteristiche: 1) successione logica ma sproporzionata di recitativi e arie, recitativo parlato ma con brevi episodi cantati; 2) moderato uso del coro; 3) soggetto sacro o comunque serio; 4) no virtuosismo dei cantanti, rare eccezioni; 5) scenografie scarne; 6) unico librettista Giulio Rospigliosi, cardinale e poi Clemente IX; 7) inserimento di personaggi comici. Tutto ci Sant'Alessio (1632) di Stefano Landi di grande successo, con un personaggio con la maschera di Pulcinella. Dopodich: Erminia sul Giordano (Michelangelo Rossi), Il palazzo incantato d'Atlante (Luigi Rossi), Chi soffre speri (Virgilio Mazzocchi e Marco Marazzoli) e Dal male il bene (Marco Marazzoli e Angelo Maria Abbatini), le ultime due commedie musicali da Decameron e Calderon de la Barca.Opera Veneziana: 1637 San Cassiano, primo teatro pubblico (Andromeda di Ferrari/Manelli): si paga il biglietto ma possono entrare tutti cambia la concezione dell'opera. Gerarchia: impresario produce l'opera, gestisce il teatro e chiama i cantanti, guarda al successo; cantanti primadonna e primouomo condizionano il successo, famosi, grandi virtuosi, scelgono il compositore o comunque gli fanno delle richieste; librettista letterato di buona formazione ma non esperto di teatro, sceglie il soggetto e lo divide in 3-5 atti; compositore segue le richieste, mantenendo autonomia se pu, lotta contro virtuosismo e convenzioni; strumentisti soprattutto esecutori di repertorio solistico, violino e archi, dal 1660 oboi e corni, 25-30 di organico, primo violino coordina. Concretezza di spettacolo, minore dispendio di arredi scenici meglio di Roma, ma cantanti e compagnie vengono spesso da l. Caratteristiche: 1) soggetti pi liberi, ma quasi sempre mito/epica; 2) prevalenza delle arie sul recitativo quasi sempre secco (semplice), l'aria nasce dal recitativo ma ha caratteristiche melodico-armoniche singolari per un certo stato d'animo, strofica (4-8 7nari/11sillabi), conclusa dal ritornello e talvolta cavata, estratta dalla melodia del recitativo; 3) sinfonia d'apertura per ottoni (fanfara), ma anche per altri, senza legami tematici; 4) un po' pi di coro per spezzare la vicenda anche se costa; 5) scene descritte minuziosamente sul libretto; 6) libretto non eccezionale, buon adattamento, per le capacit dei compositori e per non deludere il pubblico, vari librettisti. Autori: Francesco Cavalli (Pierfrancesco Caletti) (1602-1676, 40 opere 1639-1673), allievo prediletto di Monteverdi, opere allestite a Venezia ma anche altre citt italiane e Parigi e Vienna. Primo operista in senso moderno: recitativo declamatorio con ariosi (cavati) assai melodici, aria solistica sillabica o poco fiorita, poco virtuosismo, strofica, con risalto agli strumenti (basso cromatico ostinato!); sempre sinfonia; poco coro. Opere: La Didone (1641, Busenello, poeta e commerciante), capolavoro, Il Giasone (1649, Faustini, letterato e studioso), dramma musicale e non solo favola pastorale, La Calisto (1651, Faustini). Marcantonio Cesti (1623-1669, 15 opere 1645-1668), aretino poi a Venezia dal 1631, esperto musicista, grande mestiere teatrale. Arie pi estese della media con ritornello strumentale o ripetizione della melodia, strofiche, basso ostinato. Recitativo fa da raccordo, ma certe volte ha ariosi e pu essere accompagnato (obbligato). Molti ottimi duetti, con contrasto o armonia di sentimenti. Pi coro e pi dissonanze. Aria col da capo (A B A') con A' anche solo strumentale. Opere, a Venezia ma anche Vienna: La Dori (1657, Cicognini, toscano), la celebrazione dell'amor coniugale, sua migliore opera, organizzazione scenica, rapporto definito tra recitativo e aria, pregevole sinfonia (organico misto) e La Semirami (1667, Moniglia, toscano), soggetto di grande successo tra '700 e '800. Maggior virtuosismo. Giovanni Legrenzi (1626-1690, 20 opere 1662-1685) autore di musica strumentale, primo maestro di Vivaldi, il pi preparato come compositore per quanto riguarda il sostegno strumentale delle arie, con strumenti concertanti come violino e tromba. Le caratteristiche delle sue opere sono il risultato dell'evoluzione dell'opera veneziana durante il '600: prevalenza assoluta dell'aria sul recitativo secco e piuttosto cristallizzato; arie strofiche, con sempre maggior virtuosismo, basso di buona fattura armonica, ritornelli strumentali. Forma bipartita o tripartita. Connotazioni delle arie (guerra, sdegno, vendetta, congedo, sonno), aria-lamento approfondita, spazio alla comicit. Pochi duetti, niente coro. Soggetti pi storici che mitologici. Opere: Totila (1677, Noris), Il Giustino (1683, Beregiani). Opera napoletana: 1650 primi teatri, pubblici nel 1670 (1738 il San Carlo). Il repertorio operistico diffuso grazie ai Conservatori, dove ai giovani poveri si insegna la musica: si producono oratori e cantate ma anche opere. Tra i primi operisti c' Francesco Provenzale (1626 1704), l'iniziatore dell'opera comica napoletana, con arie semplici e poco virtuosistiche e strumentazione interessante; fu direttore del Conservatorio di Santa Maria della Piet; opere: Il schiavo di sua moglie (1671), dove si usa il dialetto. L'opera napoletana si distingue per l'uso dell'aria col da capo, che si diffonder per tutto il '700: A parte lirica e cantabile, B contrastante e meno fiorita, A ripresa con variazioni virtuosistiche, raramente scritta in partitura: evoluzione dell'aria, consente ai cantanti di esibire il virtuosismo ma il compositore non lo pu frenare. Dopo il 1680, grazie ad Alessandro Scarlatti l'opera napoletana in grado di competere con quella veneziana. Il compositore (Palermo 1660 Napoli 1725, opere 1679-1721) studia a Napoli 1675, mette in scena opere a Napoli, Roma, Firenze, Venezia, entra nell'Arcadia nel 1704 e dal 1710 a Napoli ricco e famoso. 70 opere di cui 42 pervenute; 30 serie, le altre comiche. Influenza di Roma nell'assenza di virtuosismo, ma se ne distacca con l'aria col da capo (scritto in partitura). Recitativi quasi sempre semplici alternati con equilibrio alle arie, senza distaccarsene troppo; raffinata scrittura orchestrale, e ritornelli alternati con misura alle strofe delle arie; sinfonia introduttiva in tre parti (allegro - adagio - allegro) ma in un solo movimento. Opere: Gli equivoci del sembiante (1679, Contini, Napoli, comica, esordio del compositore), Il Mitridate Eupatore (1707, Venezia, poco gradita per il tipico contrappunto nelle arie), Il Telemaco (1718, Roma, uno dei suoi soggetti mitologici preferiti), Il trionfo dell'onore (1718, Napoli, seria con episodi comici, senso della scena teatrale e molte arie col da capo), La Griselda (1721, Napoli, libretto di Zeno da Boccaccio, rielaborato da Goldoni, comica-moraleggiante, ultima opera).

Sviluppi del teatro musicale europeoL'opera in Francia: