STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf ·...

39
Politecnico di Torino I Facoltà di Ingegneria Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME DI STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA Per gli allievi del Corso Universitario a Distanza in Ingegneria Elettrica e Meccanica Anno Accademico 2003-2004

Transcript of STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf ·...

Page 1: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Politecnico di Torino

I Facoltà di Ingegneria

Alberta Rebaglia

GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME DI

STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA

Per gli allievi del Corso Universitario a Distanza in Ingegneria Elettrica e Meccanica

Anno Accademico 2003-2004

Page 2: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

2

Avvertenze

1. Le videolezioni segnalate sono incluse nella serie di videocassette dell’Atlante Ideologico del Novecento registrate dal prof. G. Vattimo per il consorzio Nettuno.

2. I concetti, gli autori e le correnti filosofiche precisati nella sezione “da Dizionario”, all’interno di ciascuna lezione, sono da approfondire mediante la consultazione di un dizionario filosofico (si consiglia l’Enciclopedia Garzanti di Filosofia), oppure di un manuale di storia della filosofia o tramite la connessione ai siti internet:

Stanford Encyclopedia of Philosophy: http://www.plato.stanford.edu

The Internet Encyclopedia of Philosophy: http://www.utm.edu/research/iep/

3. Il testo del docente a cui si fa riferimento è: A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all’epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997.

4. Dubbi e curiosità emersi durante la preparazione delle lezioni potranno essere sottoposti all’attenzione degli altri iscritti al corso e del docente utilizzando il Forum aperto nella pagina del portale della didattica dedicata al corso. Le spiegazioni necessarie saranno fornite nella medesima sede, ed eventualmente riprese durante le lezioni di tutorato.

Occorre svolgere 5 esercizi fra quelli proposti al termine di ciascuna lezione, con la sola condizione che l’allievo non svolga più di un esercizio attinente a una singola lezione. Lo scritto dovrà essre inviato all’indirizzo [email protected] una settimana prima della data di appello prescelta. Il punteggio acquisito contribuirà alla valutazione finale.

Page 3: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

3

Indice

- Il concetto di artificiale nella civiltà industriale novecentesca

Lezione 1 Il positivismo e l’organizzazione scientifica del lavoro

Lezione 2 La civiltà industriale

Lezione 3 Razionalità formale e ragione strumentale

Lezione 4 Pianificazione tecnologica e progetto esistenziale

Lezione 5 Il problema della verità e l’esperienza estetica

- La rivoluzione cibernetica e il suo impatto culturale

Lezione 6 Il problema della verità e il metodo scientifico

Lezione 7 Verità, adeguatezza empirica e linguaggio

Lezione 8 La cibernetica. Uno studio interdisciplinare

Lezione 9 Pianificazione e strategia

Lezione 10 L’uomo dialogico

Page 4: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

4

Il concetto di artificiale nella civiltà industriale novecentesca

Il Novecento è senza dubbio il secolo in cui la produzione di beni e artefatti si è imposta come aspetto dominante del panorama economico e sociale. I presupposti concettuali alla base della produzione tecnologica vengono analizzati con interesse positivo da alcuni movimenti di pensiero, mentre le sue conseguenze sociali e il suo impatto culturale sono considerati con sospetto e disagio da altre correnti filosofiche, le quali indicano nella produzione artistica, letteraria, filosofica e, globalmente, culturale il percorso più idoneo a cogliere gli aspetti maggiormente creativi ed ‘essenziali’ del vivere umano. Il primo gruppo di lezioni del corso è dedicato a chiarire questa tensione e le modalità con cui essa è venuta articolandosi.

Lezione 1

IL POSITIVISMO E L’ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO

Inquadramento dei temi Il positivismo, indirizzo filosofico che ha caratterizzato la seconda metà dell’Ottocento e di cui Auguste Comte è la figura più rappresentativa, intende proporre una razionalizzazione complessiva nell’ambito della conoscenza e dell’azione sociale. Il programma positivistico di trasformazione della cultura e della società, mediante una rigorosa applicazione del metodo scientifico, è organizzato sulla base di una valutazione positiva del processo di industrializzazione (che rappresenta l’esito dell’operare scientifico e tecnico). Il pensiero positivistico permea la ‘cultura d’impresa’ che caratterizza le industrie manifatturiere di inizio Novecento. La produzione di serie, che solleciterà le riflessioni critiche di esponenti significativi della filosofia del periodo, si impone insieme a una radicale riorganizzazione dell’attività lavorativa operata da Fredrik Wilson Taylor. Egli propone un cambiamento sostanziale delle modalità del lavoro industriale, sostituendo metodi “empirici” utilizzati dagli operai con metodi “scientifici” approntati dal quadro dirigente.

Page 5: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

5

Videolezione 1 Fine della Belle Époque. Tramonto dell’Occidente e spirito dell’avanguardia - Esposizione introduttiva degli scopi e delle motivazioni del corso

Videolezione 2 (Punti 1 e 2) Il positivismo 1. Il positivismo come filosofia egemone nel secondo Ottocento.

2. Comte e la legge dei tre stadi. - Stadio teologico, metafisico, positivo. - Il metodo sperimentale nelle scienze umane.

Passi antologici

“Nello stadio teologico, lo spirito umano mira essenzialmente, mediante la ricerca, allo scoprimento della natura intima degli esseri, delle cause prime e finali dei fenomeni che lo colpiscono; in una parola, tende alle conoscenze assolute. Si rappresenta i fenomeni come prodotti dell’azione diretta e costante di agenti sovrannaturali, più o meno numerosi, il cui intervento arbitrario spiega le apparenti anomalie dell’universo. Nello stadio metafisico, che sostanzialmente è soltanto una modifica del primo, gli agenti sovrannaturali sono sostituiti da forze astratte, vere entità (astrazioni personificate) inerenti ai diversi esseri nel mondo, e concepite come capaci di produrre tutti i fenomeni che cadono sotto la nostra osservazione, e la cui spiegazione consiste allora soltanto nell’assegnare a ciascun fenomeno l’entità corrispondente. Infine, nello stadio positivo, lo spirito umano, riconosciuta l’impossibilità di toccare nozioni assolute, rinuncia a indagare sull’origine e sul destino dell’universo, e tenta unicamente di scoprire, mediante l’uso ben combinato della ragione e dell’esperienza, le loro leggi effettive, ossia le loro relazioni invariabili di successione e di somiglianza. La spiegazione dei fatti, ridotta allora in termini reali, non è altro che il legame stabilito fra i diversi fenomeni particolari e qualche fatto generale, il cui numero tende via via a diminuire in seguito al progresso costante delle scienze.

Il carattere fondamentale della filosofia positiva è di considerare tutti i fenomeni come assoggettati a leggi naturali invariabili, la cui precisa scoperta e la riduzione al minor numero possibile costituiscono il fine di tutti i nostri sforzi, mentre riteniamo assolutamente inaccessibile e priva di senso per noi la ricerca di quelle che vengono chiamate le cause, sia prime sia finali.

Page 6: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

6

Se, invece di considerare [..] lo spirito generale della filosofia positiva relativamente al modo fondamentale di procedere, lo si considera ora quanto al carattere essenziale dei concetti scientifici, si può facilmente riconoscere che, conformemente alla nostra prima indicazione comparativa, questa filosofia si distingue allora principalmente dalla filosofia teologico-metafisica per una tendenza costante e irresistibile a rendere necessariamente relative tutte le nozioni che, all’inizio, erano, al contrario, necessariamente assolute. Questo passaggio inevitabile dall’assoluto al relativo costituisce, infatti, uno dei più importanti risultati filosofici di ognuna delle rivoluzioni intellettuali che hanno successivamente condotto i diversi ordini delle nostre speculazioni dallo stato puramente teologico o metafisico allo stato veramente scientifico. [..] Dal punto di vista puramente scientifico, e mettendo da parte ogni idea di applicazione, si può anche considerare, mi sembra, un simile contrasto generale tra il relativo e l’assoluto come la più decisiva manifestazione del contrasto fondamentale che separa così profondamente la filosofia moderna dall’antica. Ogni studio della natura intima degli esseri, delle loro cause prime e finali, ecc., deve, evidentemente, essere sempre assoluto, mentre ogni ricerca delle sole leggi dei fenomeni è assolutamente relativa, poiché presuppone immediatamente un progresso continuo della speculazione subordinata al perfezionamento graduale dell’osservazione, senza che l’esatta realtà possa essere mai, in alcun modo, perfettamente rivelata.”

(da A. Comte, Corso di filosofia positiva , 1830-1847) “Prima di incominciare ad illustrare i principî dell’ordinamento scientifico, o ordinamento a compito come si suole chiamarlo più brevemente, è utile indicare i caratteri di quello che secondo l’autore è il miglior tipo di ordinamento tra quelli in uso. E ciò sarà fatto in modo che possa essere pienamente apprezzata la grande differenza tra il migliore degli ordinamenti ordinarî e quello scientifico. In uno stabilimento industriale, che impiega da 500 a 1000 operai, si compiranno in molti casi almeno 20 o 30 lavorazioni diverse. Gli operai addetti ad ognuna di queste lavorazioni hanno appreso il loro mestiere materialmente dalla viva voce dei loro compagni, e così per molti anni da quando le lavorazioni si sono sviluppate dalla loro forma primitiva, nella quale i nostri avi riunivano insieme rudimentalmente molte e diverse lavorazioni, fino al momento attuale di molteplice e progressiva suddivisione del lavoro, nel quale ognuno si specializza per una parte relativamente piccola di esso. L’ingegnosità di ogni generazione ha sviluppato i metodi più rapidi e migliori per compiere ogni elemento del lavoro in ogni industria. Così i metodi ora in uso possono in senso largo dirsi il prodotto di un’evoluzione, che rappresenta il sopravvivere delle idee migliori e più profondamente fissate fino dall’inizio di ogni lavorazione. Tuttavia ciò è vero solamente in senso largo [..] Invece di avere un solo metodo generalmente accettato come tipo nell’uso quotidiano, ci sono 50 o 100 modi diversi di fare una parte del lavoro [..] Nel migliore dei tipi comuni di ordinamento i direttori riconoscono francamente il fatto che i 500 o 1000 lavoratori addetti alle 20 o 30 lavorazioni, che sono sotto la loro direzione, possiedono questa massa di conoscenze tradizionali, una grande

Page 7: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

7

parte delle quali è ignota alla direzione. [..] I direttori più esperti debbono dunque rimettersi ai loro operai per la risoluzione del problema di fare il lavoro nel modo migliore e più economico. Essi riconoscono che il loro compito è pertanto di indurre il lavoratore ad usare i suoi migliori sforzi, la sua maggiore resistenza, tutte le sue conoscenze tradizionali, la sua abilità, la sua ingegnosità, la sua buona volontà, in una parola la sua iniziativa per dare il maggiore rendimento possibile al suo imprenditore. [..]

… per avere qualche speranza di ottenere l’iniziativa dei suoi lavoratori, il direttore deve usare qualche speciale stimolo oltre quelli dati in generale dall’industria. Questo stimolo può essere dato in parecchi modi differenti per esempio, come speranza di una rapida promozione o avanzamento, come salario più alto sia in forma di maggiore prezzo per il lavoro compiuto, sia come premio o compenso di qualche genere per lavoro rapido e ben fatto, diminuzione nelle ore di lavoro, condizioni di lavoro e di ambienti migliori di quelle che si hanno ordinariamente, ecc. [..] Questo tipo di ordinamento può essere chiamato iniziativa e stimolo in opposizione all’ordinamento scientifico o ordinamento a compito, con il quale deve essere confrontato. [..]

Con il sistema scientifico l’iniziativa degli operai, che è il loro lavorare intenso e il loro buon volere e la loro ingegnosità, è ottenuta in modo assolutamente uniforme e per una più grande massa di quello che non sia possibile con il vecchio tipo; e, oltre questo miglioramento degli operai, i direttori assumono nuovi pesi, nuovi doveri e responsabilità mai sognate in passato. I direttori assumono, per esempio, il carico di riunire tutte le conoscenze tradizionali, che nel passato erano dagli operai possedute, e quindi di classificarle, compararle e dedurne regole, leggi e formule, che saranno di un immenso aiuto per i lavoratori nel fare il loro lavoro quotidiano. Oltre a sviluppare una scienza in questo modo la direzione si assume altre specie di doveri che importano nuovi e più gravi pesi. Questi nuovi doveri sono raggruppati in quattro categorie: Primo: Essi sviluppano una scienza per ogni elemento di lavoro dell’uomo, la quale prende il luogo del metodo empirico. Secondo: Essi scientificamente scelgono e quindi allenano istruiscono e sviluppano il lavoratore, mentre nel passato egli spesso sceglieva il proprio lavoro e si allenava da sé stesso come meglio poteva. Terzo: Essi cooperano di buona volontà con i loro uomini in modo da assicurare che tutto il lavoro sia fatto secondo i principî della scienza che è stata sviluppata. Quarto : C’è quasi un’eguale divisione di lavoro e di responsabilità tra la direzione e gli operai. La direzione si assume tutto il lavoro per il quale è più adatta del lavoratore, mentre nel passato quasi tutto il lavoro e la maggior parte della responsabilità erano gettati sugli operai. È questa combinazione dell’iniziativa degli operai con il nuovo genere di lavoro fatto dalla direzione che rende l’ordinamento scientifico tanto più efficiente del vecchio metodo. [..]

Forse l’elemento singolo più importante nel moderno ordinamento scientifico è l’idea del compito. Il piano di lavoro di ogni operaio è completamente preparato dalla direzione almeno un giorno avanti, ed ognuno riceve nel maggior numero dei casi complete istruzioni scritte, che descrivono in modo particolare il compito che gli spetta ed i mezzi da usare nel lavoro. E il lavoro

Page 8: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

8

preparato avanti in questo modo costituisce, come già detto, il compito non del lavoratore solo, ma in quasi tutti i casi degli sforzi congiunti dell’operaio e della direzione. In questo compito è specificato non solo quello che deve essere fatto, ma come deve essere fatto e quanto tempo esattamente ci vuole per farlo. E, quando l’operaio riesce bene nel suo compito e nei limiti di tempo prescritti, riceve un’aggiunta al suo salario ordinario dal 30 al 100 %. I compiti sono preparati con tanta cura che il lavoro riesce eccellente sia per la bontà che per la compiutezza, ma deve chiaramente comprendersi che in nessun caso all’operaio si richiede di lavorare ad una velocità che possa essere dannosa alla salute. Il compito è sempre regolato in modo che l’operaio possa eseguire il suo lavoro e arricchirsi, lavorando a quella misura, per molti anni, e diventare sempre più felice e più prospero e non essere oppresso dal sopra-lavoro. In gran parte l’ordinamento scientifico consiste nel preparare e condurre a termine questi compiti.”

(da F.W. Taylor, L’organizzazione scientifica del lavoro, 1911) da DIZIONARIO

Concetti Autori Industrializzazione Comte, August

Positivismo Taylor, Fredrik Wilson

ESERCITAZIONE 1. In cosa consiste il “passaggio inevitabile dall’assoluto al relativo” che,

secondo Comte, costituisce “uno dei più importanti risultati filosofici” del positivismo?

2. Quali differenze esistono, dal punto di vista concettuale, tra quell’ordinamento che Taylor definisce di “iniziativa e stimolo” e l’ ”ordinamento scientifico o ordinamento a compito” proposto da Taylor stesso?

Page 9: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

9

Lezione 2

LA CIVILTA’ INDUSTRIALE

Inquadramento dei temi

Ogni cultura, secondo Oswald Spengler, ha un modo suo proprio di considerare la natura; e sviluppa una scienza (nonché una filosofia, una morale, e così via) che le appartiene indissolubilmente (come le membra di un organismo sono legate all’organismo stesso, e a esso soltanto). La scienza e tutti i valori della cultura sono dunque assoluti (poiché ogni ‘organismo culturale’ realizza progressivamente e necessariamente le possibilità che lo caratterizzano) e -al tempo stesso- relativi (in quanto limitati al ciclo di vita di uno specifico ‘organismo culturale’). Alla necessità del progresso (il mito romantico che ha accompagnato il sorgere dell’industrializzazione) Spengler sostituisce l’ineludibilità del ciclo organico delle culture.

La funzione dell’artista e dell’opera d’arte consiste, secondo Ernst Bloch, nell’essere portatori di un progetto ‘utopico’, capace di contrastare la generale ‘tecnicizzazione’ della vita associata (seguita all’imporsi della civiltà industriale), ma anche di cogliere in essa le condizioni per una rivendicazione della libertà artistica nei confronti di una pura ‘rappresentazione’ del reale.

Videolezione 1 Fine della Belle Époque. Tramonto dell’Occidente e spirito dell’avanguardia

1. Tramonto dell’Occidente e prima guerra mondiale. - Spengler e le civiltà come organismi. - Il destino imperialistico dell’Occidente al tramonto.

2. Kultur e Zivilisation. - Incivilimento e fine della capacità creativa.

3. Bloch, avanguardia, espressionismo. - Gli oggetti funzionali: rischio di disumanità e occasione di liberazione.

Page 10: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

10

Passi antologici

“La passione per inventare si tradisce già nell’architettura gotica -la si confronti con la voluta povertà di forme di quella dorica- e in tutta la nostra musica. Essa si manifesta nella stampa e nelle armi a lunga portata. A Colombo e Copernico seguono il telescopio, il microscopio, gli elementi chimici e tutto l’insieme dei procedimenti tecnici del primo Barocco. Ma poi, contemporaneamente al razionalismo, si giunge alla scoperta della macchina a vapore che sovverte tutto e trasforma dai fondamenti l’immagine dell’economia. Fino a allora la natura aveva avuto la parte di una coadiutrice; ora la si riduce ad una schiava e il suo lavoro, quasi per scherno, lo si calcola secondo cavalli-vapore. [..] E’ con riferimento alla macchina che la vita umana va ora a rappresentare un valore. Il lavoro diviene la grande parola d’ordine del pensiero etico. Già nel diciottesimo secolo esso aveva perduto il suo significato negativo originario. La macchina lavora e costringe l’uomo a lavorare insieme ad essa. Tutta la civiltà è giunta ad un tale grado di attivismo, che sotto di esso la terra trema. E ciò che si è svolto nel corso di appena un secolo è uno spettacolo di una tale potenza, che l’uomo di una futura civiltà, di una civiltà con una anima diversa e con diverse passioni, avrà il sentimento che la stessa natura ne doveva esser stata scossa nel suo equilibrio. [..] … questa tecnica lascerà le sue tracce anche quando tutto sarà dimenticato e sepolto. Questa passione faustiana ha trasformato l’immagine della superficie terrestre. Qui ha agito un impulso della vita a trascendere e ad innalzarsi che, intimamente affine a quello del gotico, al tempo dell’infanzia della macchina a vapore trovò espressione nel monologo del Faust di Goethe.

E queste macchine nella loro forma sono sempre più disumanizzate, sempre più ascetiche, mistiche, esoteriche. Esse avvolgono la terra con una rete infinita di forze sottili, di correnti e di tensioni. Il loro corpo si fa sempre più spirituale, sempre più chiuso. Queste ruote, questi cilindri, queste leve non parlano più. Ciò che in esse è più importante si ritira all’interno. La macchina è stata sentita come qualcosa di diabolico, e non a torto. Agli occhi del credente essa rappresenta la detronizzazione di Dio. Essa pone la causalità sacra nelle mani dell’uomo e questi la mette silenziosamente, irresistibilmente in moto con una specie di preveggente onnisapienza. Mai come oggi un microcosmo si è sentito così superiore al macrocosmo. Oggi vediamo piccoli esseri viventi che con la loro forza spirituale hanno ridotto il non vivente a dipendere da loro. Nulla sembra eguagliare un simile trionfo che è riuscito ad un'unica civiltà e forse solo per la durata di qualche secolo. Ma proprio per tal via l'uomo faustiano è divenuto schiavo della sua creazione. Nelle sue mosse così come nelle sue abitudini di vita egli sarà spinto dalla macchina in una direzione sulla quale non vi sarà più né sosta, né possibilità di tornare indietro. Il contadino, l'artigiano, perfino il commerciante appaiono d'un tratto insignificanti di fronte a tre figure cui lo sviluppo della macchina ha dato forma : l'imprenditore, l'ingegnere e l'operaio industriale. In questa civiltà, e in nessun'altra al di fuori di essa, da un piccolo ramo dell'artigianato, cioè dall'economia dei manufatti, si è sviluppato il possente albero che oscura ogni altra professione: il mondo economico dell'industria meccanica . E questo

Page 11: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

11

mondo costringe sia l’imprenditore che l’operaio industriale a obbedirgli. Entrambi sono gli schiavi, non i signori della macchina che ora comincia a manifestare il suo occulto potere demonico.”

(da O. Spengler, Il tramonto dell'Occidente. Lineamenti di una morfologia della Storia mondiale, 1918)

da DIZIONARIO

Concetti Autori Cultura-civiltà Bloch, Ernst

Utopia Spengler, Oswald

ESERCITAZIONE

1. Cosa intende Spengler con l’espressione “uomo faustiano”, e in che senso “l’uomo faustiano è divenuto schiavo della sua creazione”?

2. Quali sono i caratteri centrali e quali gli autori di rilievo dell’ “espres-sionismo”?

Page 12: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

12

Lezione 3

RAZIONALITA’ FORMALE E RAGIONE STRUMENTALE

Inquadramento dei temi L’economista, storico e sociologo tedesco Max Weber individua nell’analisi delle origini e delle condizioni di sviluppo del capitalismo industriale un nodo centrale per cogliere i caratteri tipici della società contemporanea. La concezione calvinista del successo come prova della grazia divina costituisce, secondo Weber, una sollecitazione concettuale indispensabile al sorgere del capitalismo, la cui ‘essenza’ consiste nel processo di razionalizzazione, ovvero nella progressiva applicazione della razionalità formale (ossia del calcolo razionale dei mezzi rispetto a uno scopo possibile). Max Horkheimer -tra i fondatori, insieme a Theodor Adorno, dell’Istituto per la ricerca sociale di Francoforte- considera criticamente la riduzione degli ideali di emancipazione (che la ragione illuministica avrebbe dovuto aprire all’umanità) a rigide regole di una ragione strumentale, tesa a individuare soltanto i mezzi più idonei al perseguimento di fini (che vengono dati per scontati o si suppone si spieghino da sé). Questa riduzione della ragione a mezzo di dominio sulla natura, confluita (in particolare) in una industrializ-zazione basata su principi tayloristici, si rivela -in ultima analisi- uno strumento di controllo dell’uomo e della società, in contraddizione con i propri scopi originari.

Videolezione 7 (punti 1 e 2) La critica della razionalizzazione: da Weber alla Scuola di Francoforte Sommario:

1. Max Weber. - Razionalità formale. Razionalità come funzionalità allo scopo. - Capitalismo moderno. Capitalismo e etica cristiana. - Disincanto del mondo. Burocrazia contro democrazia.

2. La Scuola di Francoforte. - Horkheimer, Adorno e la dialettica dell’illuminismo. - Marxismo critico. - La contraddizione della razionalità. - Dominio sulla natura e dominio sull’uomo - L’industria culturale.

Page 13: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

13

Passi antologici

“La trasformazione totale di ogni e qualsiasi campo dell’essere in un insieme di strumenti porta alla liquidazione del soggetto che li dovrebbe usare. Questo dà alla moderna società industriale un aspetto nihilistico; la soggettivazione, che esalta il soggetto, lo condanna a morte. L’essere umano, nel processo della sua emancipazione, condivide il destino di tutto il resto del suo mondo. Nel dominio sulla natura è incluso il dominio sull’uomo. Ogni soggetto non solo deve cooperare con gli altri per soggiogare la natura esterna, umana e non umana, ma per far questo deve soggiogare la natura dentro di sé. [..] Se dunque nella società industriale l’uomo rinuncia a se stesso, questa rinuncia non ha uno scopo che trascenda la società industriale stessa; essa porta alla razionalità per quanto riguarda i mezzi, ma alla più assoluta irrazionalità per quanto riguarda la vita umana. [..]

Un fattore della civiltà potrebbe essere definito come la graduale sostituzione della selezione naturale con l’azione razionale. La sopravvivenza -o, diciamo pure, il successo- dipende dalla capacità dell’individuo di adattarsi alle pressioni che la società esercita su di lui. [..] Questa, senza dubbio, non è una caratteristica solo dei tempi nostri, bensì è stata presente in tutta la storia dell’umanità. E’ vero però che le risorse intellettuali e psicologiche dell’individuo sono cambiate di pari passo con il variare dei mezzi di produzione materiale. [..]

Grado a grado l’uomo è diventato meno dipendente da norme assolute di condotta, da ideali vincolanti per tutti; è anzi considerato così completamente libero da non aver bisogno d’altra legge oltre la sua. Ma paradossalmente, di pari passo con l’indipendenza è cresciuta la passività. Mentre l’uomo è diventato abilissimo nei suoi calcoli finché è in gioco la scelta dei mezzi, la sua scelta dei fini -un tempo in rapporto con la fede in una verità oggettiva- è diventata priva d’intelligenza: purificato d’ogni residuo di mitologia, ivi compresa la mitologia della ragione oggettiva, l’individuo reagisce meccanicamente obbedendo a schemi generali di adattamento. Le forze economiche e sociali assumono il carattere di cieche forze naturali che l’uomo, se vuol sopravvivere, deve dominare adattandosi ad esse. Come risultato finale del processo abbiamo da una parte l’io, l’astratto ego svuotato di ogni sostanza tranne che di questo tentativo di trasformare tutto quanto sta nel cielo e sulla terra in uno strumento della sua sopravvivenza, e dall’altro una natura anch’essa svuotata, degradata a pura materia, che dev’essere dominata senz’altro fine fuorché quello appunto di dominarla. [..]

Può sembrare che l’uomo del nostro tempo abbia molta più libertà di scelta di quanta ne avessero i suoi predecessori, e in un certo senso è vero; questa libertà è cresciuta immensamente di pari passo con il crescere della capacità produttiva. In termini di quantità, un operaio dei nostri giorni ha a disposizione una scelta di beni di consumo assai più vasta di quella di cui poteva godere un aristocratico dell’ancien régime. L’importanza di questo fenomeno storico non va sottovalutata; ma prima di interpretare l’aumento delle possibilità di scelta come un aumento di libertà imitando gli entusiasti della produzione a catena, dobbiamo tener conto della pressione inseparabile da questo aumento e dal mutamento di qualità concomitante con questo nuovo tipo di scelta. La pressione consiste nella coercizione che le moderne

Page 14: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

14

condizioni di vita sociale esercitano su chiunque; il cambiamento può essere illustrato dalla differenza fra un artigiano del vecchio tipo che sceglieva lo strumento più adatto per un lavoro delicato e l’operaio del nostro tempo che deve decidere rapidamente quale fra molte leve tirare o quale interruttore girare. Il guidare un cavallo e il guidare un’automobile moderna comportano gradi di libertà assai diversi. A parte il fatto che l’automobile è accessibile a una percentuale di popolazione assai più alta di quella che poteva permettersi una carrozza, l’automobile è più veloce ed efficiente, richiede cure minori ed è forse più maneggevole. Tutto questo comporta un accrescimento di libertà cui però si accompagna un mutamento nel carattere della libertà. E’ infatti come se innumerevoli leggi, regole, istruzioni a cui dobbiamo obbedire guidassero l’automobile al nostro posto: ci sono limiti di velocità, cartelli che ci comandano di guidare piano, di fermare, di non uscire da certe corsie, e persino cartelli che ci mostrano la forma della curva che tra poco dovremo affrontare. Dobbiamo tenere gli occhi fissi sulla strada ed essere pronti a reagire in ogni momento con il movimento giusto. Alla spontaneità si è sostituito un atteggiamento mentale dal quale siamo costretti a scartare ogni emozione o idea capace di diminuire la nostra prontezza a rispondere alle esigenze impersonali che ci premono da ogni parte.”

(da Max Horkheimer, Eclisse della ragione. Critica della ragione strumentale, 1947)

da DIZIONARIO

Concetti Autori

Francoforte, Scuola di Horkheimer, Max Razionalità Weber, Max

ESERCITAZIONE 1. Quali sono, secondo Weber, le basi concettuali dell’economia capitalistica?

2. Cosa intende Horkheimer allorché sottolinea che “nel dominio sulla natura è incluso il dominio sull’uomo”?

Page 15: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

15

Lezione 4

PIANIFICAZIONE TECNOLOGICA E PROGETTO ESISTENZIALE

Inquadramento dei temi La “ragione strumentale”, alla base dell’indagine scientifica e tecnologica e della produzione industriale, si rivela inidonea a cogliere l’originalità dell’esistenza umana (cfr. lezione 3). Perciò, secondo Martin Heidegger, non è sufficiente esaminare i prodotti della razionalità scientifica e della pianificazione tecnologica per interrogarsi correttamente sul senso dell’essere, e non è nemmeno sufficiente unire all’esame di questi prodotti ‘artificiali’ quello degli oggetti ‘naturali’ del mondo fisico: l’uomo -colui che pone la domanda sull’essere- non rientra in queste categorie, le quali (piuttosto) sono subordinate alla sua esistenza, poiché egli vive nel mondo anzitutto modificandolo, e riorganizzandolo continuamente (‘prendendosi cura’ degli enti). Per l’uomo, essere nel mondo significa progettare la propria esistenza; e il suo modo più originario, costitutivo, di rapportarsi alle cose non consiste nel distinguere tra prodotti artificiali e fatti naturali (considerando questi ultimi enti semplicemente presenti dinnanzi a sé, da indagare con obiettività scientifica). Egli vede tutte le cose (prodotti artificiali e oggetti naturali, un martello o un paesaggio) quali strumenti , che immediatamente valuta in funzione del proprio ‘progetto’ di vita. Nessuno strumento può venire considerato isolatamente: ciascuno rimanda alla totalità degli strumenti, e alla totalità dei significati sottesi a ciascuno di essi. Solo il linguaggio (l’orizzonte concettuale che include la totalità dei significati) rende possibile fare esperienza del mondo (ed elaborare progetti).

Videolezione 3 (introduzione e punto 4) L’esistenzialismo e la ricerca dell’autenticità Sommario: - Esposizione introduttiva. 4. Heidegger. L’uomo progetto gettato.

- Esistenza = stare in situazione. - Situazione = progettualità. - Il progetto è gettato e finito. - Se l’uomo è, la nozione di essere va riveduta. - L’essere non è presenza e oggettività.

Page 16: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

16

Videolezione 8 (introduzione e punto 2) Nichilismo Sommario: - Esposizione introduttiva. 2. Heidegger: l’essere, il tempo, l’evento. - Oblio dell’essere, metafisica, modernità.

- Contro l’umanismo. - Essere e linguaggio.

Passi antologici

“I greci usavano un termine appropriato per designare le ‘cose’: pragmata , ciò con cui si ha a che fare nel commercio prendente cura. Ma essi lasciarono ontologicamente all’oscuro proprio il carattere ‘pragmatico’ specifico dei pragmata , determinandone, ‘innanzi tutto’, il significato come ‘semplici cose’. Noi chiamiamo l’ente che viene incontro nel prendersi cura: il mezzo (per). Nel commercio si incontrano mezzi per scrivere, per cucire, di trasporto, per misurare. Il modo di essere del mezzo richiede una definizione rigorosa. [..] A rigor di termini, un mezzo isolato non ‘c’è’. L’essere del mezzo appartiene sempre alla totalità dei mezzi, all’interno della quale un mezzo può essere ciò che è. Un mezzo è essenzialmente ‘qualcosa per…’ Le diverse maniere del ‘per’, come l’utilizzabilità, l’idoneità, l’impiegabilità, la manipolabilità, costituiscono una totalità di mezzi. Nella struttura del ‘per’ è implicito un rimando di qualcosa a qualcosa. [..] Il mezzo, per la sua stessa natura, è sempre tale a partire dalla sua appartenenza ad altri mezzi: scrittoio, penna, inchiostro, carta, cartella, tavola, lampada, mobili, finestre, porte, camera. Queste ‘cose’ non si manifestano innanzi tutto isolatamente, per riempire successivamente una stanza come una somma di reali. Ciò che si incontra per primo, anche se non tematicamente conosciuto, è la camera, e questa, di nuovo, non come ‘ciò che è racchiuso fra quattro pareti’ in senso spaziale e geometrico, ma come mezzo di abitazione. E’ a partire da essa che si rivela l’ ‘arredamento’ e in questo, a sua volta, il ‘singolo’ mezzo. Prima del singolo mezzo è già scoperta una totalità di mezzi. Il commercio più appropriato al mezzo, commercio in cui unicamente il mezzo può manifestarsi nel suo essere (ad esempio, il martello nel martellare), non conosce tematicamente questo ente come cosa presentantesi, allo stesso modo che l’usare non ne sa nulla della struttura del mezzo in quanto tale. Il martellare non si risolve nella semplice conoscenza del carattere di mezzo del martello, ma si è invece già appropriato di questo mezzo come più adeguatamente non sarebbe possibile. [..] Quanto meno il martello è oggetto di contemplazione, quanto più adeguatamente viene adoperato, e tanto più originario si fa il rapporto ad esso e maggiore il disvelamento in cui esso ci viene incontro in ciò che è, cioè come mezzo. E’ il martellare a scoprire la specifica ‘usabilità’ del martello. [..] Lo sguardo che si limita a osservare le

Page 17: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

17

cose nel loro ‘aspetto’ apparente, anche se acutissimo, non può scoprire l’utilizzabile. L’ossevazione puramente ‘teorica’ delle cose è estranea alla comprensione dell’utilizzabilità. [..]

Nel mondo-ambiente sono [..] accessibili anche enti che non hanno bisogno di manipolazione, enti già da sempre disponibili. Martello, tenaglie, ago, rimandano in se stessi a ciò di cui sono fatti, cioè all’acciaio, al ferro, al bronzo, alle pietre, al legno. Nell’uso del mezzo usato è con-scoperta, attraverso l’uso, la ‘natura’: la ‘natura’ alla luce del prodotto naturale. [..] La foresta è legname, la montagna è cava di pietra, la corrente è forza d’acqua, il vento è vento ‘in poppa’. Di pari passo con la scoperta del ‘mondo ambiente’ si ha anche la scoperta della ‘natura’. E’ però possibile prescindere da questa utilizzabilità e scoprire e determinare la natura come semplice-presenza. Ma a questo genere di scoperta la natura resta incomprensibile come ciò che ‘vive e tende’, ciò che ci assale, ciò che ci emoziona nel paesaggio. Le piante del botanico non sono i fiori di campo, le ‘sorgenti’ di un fiume, stabilite geograficamente, non sono la ‘polla nel terreno’.

(da M. Heidegger, Essere e tempo, 1927)

da DIZIONARIO

Concetti Autori

Esistenzialismo Heidegger, Martin Esserci

ESERCITAZIONE

1. Perché secondo Heidegger l’uomo è “progetto gettato”?

2. Esplicitare e spiegare la precisazione di Heidegger secondo cui “a rigor di termini, un mezzo isolato non ‘c’è’ ”.

Page 18: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

18

Lezione 5

IL PROBLEMA DELLA VERITA’ E L’ESPERIENZA ESTETICA

Inquadramento dei temi

Nel pensiero antico le arti sono incluse nell’orizzonte delle tecniche, dei prodotti artificiali inventati dall’uomo per agevolare la propria esistenza. Esse imitano la natura, in quanto la rappresentano o in quanto ne evidenziano l’essenza strutturale e le finalità. Nell’età moderna, con l’imporsi dello spirito scientifico, alle arti vengono applicati principi fisici formulati matemati-camente; emerge l’idea di una imitazione razionale della natura, guidata dal sapere scientifico. Nel Novecento, anche le arti -rielaborando un tema caratteristico del romanticismo, che concepisce la produzione artistica come opera di una forza creativa la quale si manifesta attraverso il genio individuale, e si sottrae a ogni vincolo dovuto a regole o a precetti- esprimono il clima di insofferenza verso la massificazione della società, indotta dalla produzione industriale standardiz-zata. All’esperienza estetica viene attribuita una portata di verità che conduce a non richiedere (più) all’arte la conformità con l’originale; essa -si sottolinea- non si modella sul metodo della conoscenza scientifica. Piuttosto, istituisce degli orizzonti di senso entro cui diventa possibile fare autentica esperienza del mondo.

Nel saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica , del 1936, Walter Benjamin analizza il rapporto tra le modalità tradizionali con le quali l’opera d’arte viene prodotta dall’autore, e fruita dal pubblico, e le nuove opportunità connesse alle innovative tecniche di riproduzione (in particolare la fotografia e la cinematografia). Sulla base di queste considerazioni, egli intravede la possibilità di un ‘riscatto estetico’ dell’esperienza quotidiana, realizzabile mediante l’apporto delle nuove tecnologie.

Secondo quanto Hans Georg Gadamer argomenta nella sua opera principale Verità e metodo, del 1960, la fruizione dell’opera d’arte può costituire un’esperienza di verità; non solo alternativa, ma anche più autentica e profonda della conoscenza del mondo fisico ottenuta attraverso il metodo scientifico. Il coinvolgimento personale che tale fruizione implica, egli spiega, non può essere incluso nell’orizzonte metodologico dell’obiettività e della dimostrabilità scientifica, e tuttavia costituisce una conoscenza effettiva in quanto modifica radicalmente chi compie tale esperienza, inducendolo a una riorganizzazione di quell’orizzonte di significati che coincide con il suo ‘stare al mondo’.

Page 19: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

19

Videolezione 12 L’arte e la sua verità Sommario: 2. Arte e verità. - Adorno e l’avanguardia. - Gadamer: verità dell’esperienza estetica. - Heidegger: l’opera apre un mondo. - Dufrenne: l’opera quasi soggetto.

- Pareyson: l’arte e l’essere. 4. Arte e tecnologia moderna. - Benjamin: riproducibilità e fine dell’aura. - Il sogno del riscatto estetico dell’esistenza. - Arte e inquietudine critica.

Passi antologici

“Anche nel caso di una riproduzione altamente perfezionata, manca un elemento: l'hic et nunc dell'opera d'arte - la sua esistenza unica e irripetibile nel luogo in cui si trova. [..] L'hic et nunc dell'originale costituisce il concetto della sua autenticità. [..] L'intiero ambito dell'autenticità si sottrae alla riproducibilità tecnica [..] Ma mentre l'autentico mantiene la sua piena autorità di fronte alla riproduzione manuale, che di regola viene da esso bollata come un falso, ciò non accade nel caso della riproduzione tecnica. Essa può, per esempio mediante la fotografia, rilevare aspetti dell'originale che sono accessibili soltanto all'obiettivo, che è spostabile e in grado di scegliere a piacimento il suo punto di vista, ma non all'occhio umano, oppure, con l'aiuto di certi procedimenti, come l'ingrandimento o la ripresa al rallentatore, può cogliere immagini che si sottraggono interamente all'ottica naturale. E' questo il primo punto. Essa può inoltre introdurre la riproduzione dell'originale in situazioni che all'originale stesso non sono accessibili. In particolare, gli permette di andare incontro al fruitore, nella forma della fotografia oppure del disco. La cattedrale abbandona la sua ubicazione per essere accolta nello studio di un amatore d'arte; il coro che è stato eseguito in un auditorio oppure all'aria aperta può venir ascoltato in una camera. Le circostanze in mezzo alle quali il prodotto della riproduzione tecnica può venirsi a trovare possono lasciare intatta la consistenza intrinseca dell'opera d'arte - ma in ogni modo determinano la svalutazione del suo hic et nunc. [..] ciò che così prende a vacillare è precisamente l'autorità della cosa. Ciò che vien meno è insomma quanto può essere riassunto con la nozione di 'aura'; e si può dire: ciò che vien meno nell'epoca della riproducibilità tecnica è l' 'aura' dell'opera d'arte. [..] La tecnica della riproduzione, così si potrebbe formulare la cosa, sottrae il riprodotto all'ambito della tradizione. Moltiplicando la riproduzione, essa pone al posto di un evento unico una serie quantitativa di eventi. E permettendo alla riproduzione di venire incontro a colui che ne fruisce nella sua particolare situazione, attualizza il riprodotto. Entrambi i processi portano a un violento rivolgimento che investe ciò che

Page 20: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

20

viene tramandato - a un rivolgimento della tradizione, che è l'altra faccia della crisi attuale e dell'attuale rinnovamento dell'umanità.

[..] la riproducibilità tecnica dell’opera d’arte emancipa per la prima volta nella storia del mondo quest’ultima dalla sua esistenza parassitaria nell’ambito del rituale. L’opera d’arte riprodotta diventa in misura sempre maggiore la riproduzione di un’opera d’arte predisposta alla riproducibilità. Di una pellicola fotografica per esempio è possibile tutta una serie di stampe; la questione della stampa autentica non ha senso. [..]

La riproducibilità tecnica dell’opera d’arte modifica il rapporto delle masse con l’arte. Da un rapporto estremamente retrivo, per esempio nei confronti di un Picasso, si rovescia in un rapporto estremamente progressivo, per esempio nei confronti di un Chaplin. Ove l’atteggiamento progressivo è contrassegnato dal fatto che il gusto del vedere e del rivivere si connette in lui immediatamente con l’atteggiamento del giudice competente. [..] La massa è una matrice dalla quale attualmente esce rinato ogni comportamento abituale nei confronti delle opere d’arte. La quantità si è ribaltata in qualità: le masse sempre più vaste dei partecipanti hanno determinato un modo diverso di partecipazione. L’osservatore non deve lasciarsi ingannare dal fatto che questa partecipazione si manifesta dapprima in forme screditate. [..] La ricezione nella distrazione, che si fa sentire in modo sempre più insistente in tutti i settori dell’arte [..], trova nel cinema lo strumento più autentico su cui esercitarsi. [..] Il cinema svaluta il valore cultuale non soltanto inducendo il pubblico a un atteggiamento valutativo, ma anche per il fatto che al cinema l’atteggiamento valutativo non implica attenzione.”

(da W. Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica , 1936)

“Ciò che si svolge nella rappresentazione di un’opera d’arte è per ognuno qualcosa di talmente astratto dalle linee di sviluppo comuni del mondo, di così autonomamente chiuso in un indipendente circolo di significato, che rispetto ad esso non c’è motivo che giustifichi l’uscirne in direzione di un qualche futuro o di una qualche realtà. Lo spettatore è relegato in una assoluta distanza, che gli preclude ogni impegno a scopi pratici. Questa distanza è però in senso autentico distanza estetica, giacché significa il distacco necessario per vedere, che rende possibile un’autentica e completa partecipazione a ciò che davanti a noi si rappresenta. All’estatico oblio di sé dello spettatore corrisponde perciò la sua continuità con se stesso. Proprio ciò in cui egli come spettatore si perde pretende da lui la continuità del senso. E’ la verità del suo mondo [..] quella che si rappresenta davanti a lui, ed egli vi si riconosce. [..] Ciò che lo stacca da tutto, gli restituisce anche la totalità del suo essere. [..]

Page 21: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

21

Il mondo che appare nel gioco della rappresentazione non sta accanto al mondo reale come una copia, ma è questo stesso mondo reale in una più intensa verità del suo essere. [..]

Un’opera d’arte appartiene così intimamente a ciò a cui fa riferimento, che ne costituisce come un arricchimento d’essere.”

(da H.G. Gadamer, Verità e metodo, 1960)

da DIZIONARIO

Concetti Autori

Estetica Benjamin, Walter Verità Gadamer, Hans Georg

ESERCITAZIONE

1. Cosa intende Benjamin con l’affermazione: “ciò che vien meno nell’epoca della riproducibilità tecnica è l’ ‘aura’ dell’opera d’arte”?

2. Che cos’è, e quali implicazioni comporta, la “distanza estetica” di cui parla Gadamer?

Page 22: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

22

La rivoluzione cibernetica e il suo impatto culturale

Il secondo gruppo di lezioni si occupa delle trasformazioni che, negli ultimi decenni del secolo scorso, hanno condotto a riorganizzare sia i fondamenti metodologici delle costruzioni scientifiche, sia le strutture e i processi della produzione industriale. Dal punto di vista concettuale, tali cambiamenti hanno condotto a ‘sfumare’ la precedente contrapposizione tra intervento scientifico e tecnologico e creazione culturale, aprendo nuove possibilità di riflessione sul rapporto che lega l’uomo al mondo (naturale e artificiale). Lezione 6

IL PROBLEMA DELLA VERITA’ E IL METODO SCIENTIFICO

Inquadramento dei temi

Mentre -tra gli anni Trenta e l’inzio degli anni Sessanta del XX secolo- il pensiero filosofico conforme alle tematiche dell’esistenzialismo elabora le proprie riflessioni (di cui si è detto nella prima parte del corso), la filosofia che intende analizzare le strutture e i metodi della scienza si impegna nel mantenere e consolidare la tradizionale fiducia nelle possibilità delle strutture formali di acquisire conoscenze sul mondo fisico. Fiducia messa in crisi, principalmente, dall’elaborazione di geometrie non euclidee e di teorie fisiche non classiche (come relatività e meccanica quantistica) le quali, pur confermando l’efficacia descrittiva e predittiva dell’indagine scientifica, ne incrinano il ruolo più significativo: scoprire caratteri veri del reale.

La riflessione di pensatori come Ludwig Wittgenstein, Moritz Schlick e Rudolf Carnap è emblematica del modo in cui, negli anni Trenta, si è cercato di conciliare un atteggiamento rigorosamente empirista con l’utilizzazione delle risorse formali, elementi entrambi indispensabili alla costruzione di un efficace programma scientifico di ricerca.

Page 23: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

23

Videolezione 6 La scienza come modello Sommario:

2. Neoempirismo o positivismo logico. - Centralità della scienza. - Rifiuto della metafisica. - Analisi del linguaggio.

2. Il Circolo di Vienna. - Principio di verificazione e senso degli enunciati. - Le proposizioni protocollari. - La verità: dalla corrispondenza alla coerenza. - Fiscalismo.

3. Wittgenstein: dal Tractatus ai ‘giochi linguistici’. - La teoria della raffigurazione. - I limiti del linguaggio: ‘il Mistico’. - Le regole dell’uso. - La filosofia analitica.

Il problema della verità nella scienza. Da Kant al neopositivismo (da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all’epistemologia del Novecento) Capitolo 1: Verità e sapere scientifico, §§ 1, 2, 3. Capitolo 2: La crisi della “ragione pura”, §§ 1, 2, 3. Capitolo 3: Le vie epistemologiche del verificazionismo e del falsificazioni-

smo, § 1.

Passi antologici (da Scienza e verità)

Ludwig Wittgenstein

Testo 1: La teoria raffigurativa del linguaggio. Testo 2: “Dire” e “mostrare”. Testo 3: Leggi fisiche e verità.

Page 24: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

24

Moritz Schlick

Testo 1: Il criterio metodologico di verificazione.

Rudolf Carnap

Testo 1: La concezione scientifica del mondo. Testo 2: Protocolli e convenzioni.

da DIZIONARIO

Concetti Autori (da Scienza e verità)

Conoscenza Carnap, pp.85-86 Epistemologia Schlick, pp.78-79 Wittgenstein, pp.64-65

ESERCITAZIONE

3. Quale portata conoscitiva e quale potenziale di verità attribuisce Wiitgenstein alle teorie fisiche?

4. Cosa intendono gli empiristi logici quando affermano che “nella concezione scientifica del mondo non si danno conoscenze incondizionatamente valide derivanti dalla pura ragione, né ‘giudizi sintetici a priori’ ”?

Page 25: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

25

Lezione 7

VERITA’, ADEGUATEZZA EMPIRICA E LINGUAGGIO

Inquadramento dei temi Negli stessi anni in cui i neoempirsti elaborano le proprie soluzioni al problema della verità scientifica, Karl Raimund Popper inizia una lunga riflessione che lo conduce a rivendicare un ruolo preponderante per la formalizzazione teorica, ai fini della formulazione di ipotesi e leggi scientifiche, rispetto a quello assegnato ai riscontri empirici. Anche il problema della verità nella scienza viene, conseguentemente, riformulato. I ‘falsificatori potenziali’ di una teoria, sottolineano i filosofi di scuola popperiana, non consistono in puri e semplici fatti, che possano indicare -con la forza dell’evidenza empirica- la difformità di quelle asserzioni teoriche da una oggettiva ‘adeguatezza’ alle osservazioni effettuate: una teoria non può mai essere falsificata in base ad anomalie empiriche. Le analisi episte-mologiche compiute nella seconda metà del Novecento da Imre Lakatos, Willard Van Orman Quine (e da molti altri filosofi della scienza) conducono ad argomentare l’impossibilità di formulare giudizi sulla verità o sulla falsità di una teoria attraverso un appello, sia esso immediato oppure indiretto, all’esperienza sensibile. Le ipotesi teoriche risultano ‘vere’ in quanto articolano coerentemente un quadro concettuale, e dunque -in ultima analisi- una struttura linguistica.

Videolezione 6 La scienza come modello Sommario:

4. Popper: scienza e falsificabilità. - Contro l’induzione: il metodo ipotetico-deduttivo. - La società aperta. - La metafisica ritrovata?

5. Ritorno al pragmatismo? - Empirismo logico e filosofia anglosassone. - Dewey: pragmatismo e strumentalismo.

Page 26: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

26

I dogmi dell’empirismo (da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all’epistemologia del Novecento) Capitolo 3: Le vie epistemologiche del verificazionismo e del falsificazionismo,

§§ 2, 3. Capitolo 4: Verità come accordo tra teorie e fatti, § 1.

Passi antologici (da Scienza e verità)

Karl Raimund Popper

Testo 1: La falsificabilità come criterio di demarcazione. Testo 2: Convenzionalità delle asserzioni-base. Testo 4: La teoria oggettivistica della verità.

Willard Van Orman Quine

Testo 1: Critica della distinzione tra verità analitiche e verità sintetiche. Testo 2: Conferma empirica e impostazione olistica. Testo 3: Verità matematiche e verità della fisica.

Imre Lakatos

Testo 2: Falsificazione e teorie scientifiche rivali. Testo 3: Esperimenti solo retrospettivamente “cruciali”. da DIZIONARIO

Concetti Autori (da Scienza e verità)

Demarcazione Lakatos, pp.171-172 Olismo Popper, pp. 110.111 Quine, pp.144-145

ESERCITAZIONE

3. Esplicitare e commentare l’affermazione di Popper: “le esperienze possono motivare una decisione, e quindi l’accettazione o il rifiuto di un’asserzione, ma un’asserzione-base non può essere giustificata da esse, più di quanto non possa essere giustificata battendo il pugno sul tavolo”.

4. Quale impostazione concettuale è alla base dell’analogia di Quine, secondo cui “la scienza nella sua globalità è come un campo di forza i cui punti limite sono l’esperienza”?

Page 27: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

27

LA CIBERNETICA. UNO STUDIO INTERDISCIPLINARE

Inquadramento dei temi

“I confini fra discipline [..] non sopravvalutiamoli – i confini”, scrive Quine in uno dei testi segnalati nella precedente lezione (cfr. Scienza e verità , p.152). Negli stessi anni in cui l’epistemologia conduce a ridefinire il rapporto tra asserti teorici e fatti empirici -e, conseguentemente, anche a rivedere l’idea di confine disciplinare- prende avvio la cibernetica : una scienza interdisciplinare che, come recita il sottotitolo del volume di Norbert Wiener Cibernetica, controllo e comunicazione nell’animale e nella macchina , 1947 (il testo che ne segna l’atto di nascita), si occupa del controllo automatico e della comunicazione tanto nei sistemi naturali quanto in quelli artificiali. Essa studia i processi di regolazione attraverso cui strutture biologiche, dispositivi meccanici o complessi astratti (quali, per esempio, sistemi economici o sociali) agiscono nel loro ambiente ed elaborano informazione.

Nel 1947, anno in cui viene pubblicato il testo di Wiener, Martin Heidegger (cfr. lezione 4) scrive la Lettera sull’umanismo, nella quale argomenta contro l’opinione tradizionale secondo cui l’essere è stabile e oggettivo: esso, secondo Heidegger, è evento, accade nel tempo. E, poiché la cibernetica si occupa di eventi dinamici anziché di strutture stabili, l’imporsi di tale disciplina entro il panorama scientifico diviene, nel suo pensiero, un tratto di particolare valore concettuale. Il 30 ottobre 1965 Heidegger tiene una conferenza (da cui è tratto il brano antologico qui incluso), nella quale sottolinea come questa scienza interdisciplinare rappresenti, soprattutto, un metodo innovativo che consente di affrontare problemi comuni a differenti ambiti di indagine. Tanto in un organismo vivente quanto in una macchina, o in qualsiasi struttura organizzata, segnali di comando vengono inviati da elementi centrali -i quali controllano il funzionamento del sistema- a elementi periferici -i quali compiono il lavoro necessario a quel funzionamento. La cibernetica, studiando la rete delle relazioni che consentono il passaggio di informazioni e il controllo dell’azione, rende evidente come lo schema delle connessioni non sia compatibile con la struttura verticistica suggerita dalla logica tradizionale di ‘dominio’ del soggetto sulla natura: la struttura reticolare, attraverso cui passa l’informazione che consente il controllo del sistema, rappresenta -piuttosto- un circuito, in cui avviene un continuo processo di feedback, dove l’azione è anche reazione e adattamento alle informazioni acquisite circa l’esito che l’azione ha avuto; il soggetto che ‘controlla’ l’oggetto modifica il proprio agire in base alle resistenze che l’oggetto oppone alla sua stessa azione. Proprio questa possibilità di impostare il rapporto tra ‘soggetto’ e ‘oggetto’ in una prospettiva differente rispetto a quella tradizionale rappresenta, nella concezione di Heidegger, il merito principale del metodo cibernetico. Quest’ultimo, infatti, ha una duplice valenza positiva: conclude l’epoca del “pensiero metafisico”, segnando la “fine della filosofia” intesa come ricerca di un’essenza reale, originaria e permanente; e consente di intravedere un modo

Page 28: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

28

alternativo di concepire ‘enti’, ‘soggetto’, ‘essere’, e di elaborare un pensiero filosofico più ricco ed emancipativo rispetto a quello tradizionale.

Le origini della cibernetica Sito web dell’American Society for Cybernetics: www.asc-cybernetics.org Foundations of Cybernetics - Definitions. An on-going dictionary of the many definitions of cybernetics. - Perspectives. Different perspectives on what is cybernetics. - Concepts. Overview of key concepts in cybernetics. Passi antologici

“La retroazione è [..] il comando di un sistema attraverso la reinserzione nel sistema stesso dei risultati del suo comportamento. Se tali risultati sono impiegati semplicemente come dati numerici per la critica e la rettifica del sistema, avremo la semplice retroazione degli addetti alla manovra. Ma se l’informazione che procede in senso inverso in funzione del comportamento è in grado di mutare il metodo generale e il modello del comportamento stesso, avremo un processo che potrà realmente essere definito di apprendimento. Un [..] esempio del processo di apprendimento è dato dai problemi relativi alla costruzione di centrali automatiche di tiro a previsione. Agli inizi della seconda guerra mondiale, la relativa inefficienza dell’artiglieria antiaerea rese necessaria l’introduzione di un apparecchio che seguisse la posizione di un aereo, calcolasse la sua distanza da terra, determinasse il tempo necessario ad un proiettile per raggiungerlo e stabilisse dove esso sarebbe stato alla fine di quel tempo; tutto ciò senza altro intervento che quello del puntatore. Se l’aereo avesse potuto eseguire un’azione evasiva del tutto imprevista, nessuna abilità tecnica ci avrebbe permesso di calcolare il movimento ancora sconosciuto dell’aereo compreso fra il momento dello sparo e l’istante in cui il proiettile avrebbe dovuto arrivare approssimativamente al suo bersaglio. Tuttavia numerose circostanze impediscono al pilota di compiere azioni evasive impreviste. Una limitazione nasce dal fatto che, se egli compie una virata rapida, la forza centrifuga gli farà perdere i sensi; e inoltre dal fatto che il meccanismo di manovra del suo aereo e il corso di istruzioni da lui ricevuto gli impongono praticamente certe abitudini di manovra regolari che si manifestano anche nelle sue azioni evasive. Queste regolarità non costituiscono un elemento certo del suo comportamento, ma piuttosto delle preferenze statistiche che egli rivela nella maggior parte delle sue azioni. [..] [..] L’adattamento del piano generale di puntamento e di sparo secondo il sistema particolare dei movimenti eseguiti dal bersaglio è essenzialmente un atto di apprendimento. E’ una modificazione nel «nastro» dello strumento calcolatore del pezzo, che altera non tanto i dati numerici quanto il processo con il quale essi opereranno e che è basato sull’esperienza passata. Esso è infatti uno dei tipi più generali di retroazione, che incide sull’intero metodo di comportamento dello strumento.”

(da N. Wiener, Introduzione alla cibernetica, 1953)

Page 29: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

29

“La nuova scienza che unifica, in un senso nuovo di unità, tutte le varie scienze si chiama cibernetica. Essa, per quel che concerne il chiarimento delle rappresentazioni che la guidano e la loro penetrazione in ogni ambito scientifico, è ancora agli inizi. Ma il suo dominio è garantito, dal momento che essa stessa è controllata da un potere che imprime il carattere di pianificazione e di controllo non solamente sulle scienze, ma su ogni attività umana. Una cosa oggi è già chiara: per mezzo delle rappresentazioni che guidano la cibernetica -informazione, controllo, richiamo- vengono modificati in un modo, oserei dire, inquietante quei concetti chiave -come principio e conseguenza, causa ed effetto- che hanno dominato finora nelle scienze. La cibernetica, pertanto, non si può più definire una scienza fondamentale. L’unità delle sfere tematiche del sapere non è più l’unità del fondamento. Si tratta invece di un’unità rigorosamente tecnica. [..] Il carattere tecnico delle scienze, che sempre più univocamente vi s’imprime, si può facilmente riconoscere dal modo, un modo strumentale, in cui esse concepiscono quelle categorie che di volta in volta definiscono ed articolano il loro ambito tematico. Le categorie sono rappresentazioni di modelli operativi. La loro verità si misura dall’effetto che produce il loro impiego all’interno del progresso della ricerca. La verità scientifica viene posta come equivalente all’efficacia di questi effetti. Le scienze medesime si prendono carico volta a volta di operare la necessaria trasformazione dei modelli concettuali. Ad essi viene concessa solamente una funzione tecnico-cibernetica, negando loro ogni contenuto ontologico. [..] Il concetto guida della cibernetica, il concetto di informazione, è per giunta sufficientemente vasto da poter un giorno assoggettare alle pretese della cibernetica anche le scienze storiche dello spirito. [..] per la società industriale, solamente la cibernetica sembra concedere all’uomo la possibilità di abitare in quel mondo tecnico che s’impone in modo sempre più deciso.

[..] Ciò che noi, abbastanza equivocamente e confusamente, chiamiamo l’ente, i filosofi greci lo hanno sperimentato come qualcosa di presente, dal momento che in quanto presenza l’essere li interpellava. In questa prospettiva furono pensati il passaggio dalla presenza all’assenza, il venire e lo svanire, il nascere e il perire, cioè il movimento. Nel corso della storia della filosofia l’esperienza e l’interpretazione di ciò che è presente si trasformano. [..] Ciò che è presente non viene incontro e non permane più sotto forma di oggetto. Esso si dissolve in entità che debbono essere costantemente, per i fini che di volta in volta si prospettano, producibili, disponibili e sostituibili. [..] Il loro modo di presentarsi è l’impiegabilità, che è contrassegnata dalla possibilità di qualcosa che è sempre incessantemente nuovo, che è migliore senza sbocco nel meglio. [..] E anche la natura delle scienze della natura viene affrontata come un’entità impiegabile. La presenza della natura entro l’ambito tematico della fisica nucleare rimane impensabile fintanto che essa è rappresentata ancora come oggettività invece che come impiegabilità. Ora, il fatto che la presenza di ciò che è presente si tramuti da oggettività in impiegabilità è però anche il presupposto perché nasca in generale qualcosa come il modo cibernetico di

Page 30: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

30

rappresentazione e la cibernetica possa avanzare la pretesa di assurgere al ruolo di scienza universale. Dal momento che la cibernetica, senza saperlo e senza poterlo pensare, rimane soggetta a una tale trasformazione della presenza di ciò che è presente, noi abbiamo potuto addurla solo come segno caratteristico della fine della filosofia. Questa fine consiste nel fatto che con l’impiegabilità di ciò che è presente è raggiunta l’ultima possibilità nella trasformazione della presenza. [..] Certo gli incommensurabili successi dell’inarrestabile sviluppo della tecnica fanno ancor sempre credere che sia l’uomo il signore della tecnica. In verità, invece, egli è il servo di quella potenza che attraversa e domina ogni produzione tecnica. La potenza del porre provocante s’imprime nell’uomo facendolo diventare quel mortale che da essa è per sé rivendicato, posto, e di cui essa in questo senso fruisce. [..] In questo fruire s’annuncia quel rapporto della presenza con l’uomo che esige da lui una particolare risposta. [..] La fine della filosofia è ambigua. Da un lato, essa significa il compimento di un pensiero, quello filosofico, a cui ciò che è presente si mostra nel suo carattere di impiegabilità. Dall’altro, proprio questa modalità della presenza racchiude in sé il rinvio alla potenza del porre provocante, la cui determinazione richiede un altro pensiero, un pensiero per il quale divenga degna d’essere interrogata la presenza in quanto tale. Essa infatti porta con sé ancora qualcosa di impensato che, nella sua peculiarità, si sottrae al pensiero filosofico.”

(da M. Heidegger, Filosofia e cibernetica , 1984) da DIZIONARIO

Concetti Autori

Cibernetica Wiener, Norbert Informazione Heidegger, Martin Retroazione

ESERCITAZIONE 1. Quali nessi concettuali correlano il principio cibernetico di retroazione con

il processo di apprendimento? 2. Cosa intende Heidegger nell’affermare che “il fatto che la presenza di ciò

che è presente si tramuti da oggettività in impiegabilità è (..) il presupposto perché nasca (..) il modo cibernetico di rappresentazione”?

Page 31: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

31

Lezione 9

PIANIFICAZIONE E STRATEGIA

Inquadramento dei temi Se nella prima fase della rivoluzione industriale congegni di tipo automatico hanno reso possibile potenziare e controllare il processo produttivo di grande serie, riducendo al minimo lo sforzo fisico da parte dell’uomo ma imponendo al lavoro ritmi rigidi e cadenze ripetitive (cfr. le prime lezioni del corso, in particolare la lezione 1), i nuovi automatismi costruiti nell’ambito della cibernetica permettono di ottimizzare la produzione facendo gestire a computers informazioni concernenti gli esiti dei processi lavorativi posti sotto il loro controllo, affidati a robots per le operazioni più ripetitive e gravose. Studiando sistemi aperti -suscettibili di ricevere non soltanto energia ma anche informazione dal mondo esterno- la cibernetica consente di mettere a punto automatismi capaci di utilizzare i dati acquisiti per imparare dall’esperienza, e modificare il proprio comportamento in relazione all’interazione con l’ambiente esterno. Dalla capacità di sfruttare energia, caratteristica dei meccanismi della prima fase dell’industrializzazione, si passa alla capacità di sfruttare informazione e conoscenza ; e queste ultime divengono le categorie centrali della più recente fase della rivoluzione industriale.

Le nuove industrie, altamente robotizzate, richiedono un’organizzazione interna profondamente diversa rispetto alla precedente (dettata dai metodi del taylorismo). Non si tratta di accelerare il ritmo di produzione, poiché -all’opposto- avere troppe scorte a magazzino sarebbe d’impaccio in quello che è il vero scopo da perseguire: adattarsi, il più rapidamente possibile, all’evoluzione delle esigenze di mercato. La nuova impostazione nella gestione d’impresa è stata introdotta negli anni Ottanta dallo studioso statunitense di statistica William Edwards Deming; “stokless production” e “just in time” sono i due termini con cui è stato designato il nuovo sistema di produzione: ‘senza scorte’, se considerato dal punto di vista del produttore, e capace di arrivare sul mercato ‘appena in tempo’ per soddisfare la richiesta, se considerato dal punto di vista -speculare- del consumatore. Questo nuovo modo di pianificare la produzione richiede una forma di pensiero che oltrepassa gli schemi rigidi della semplificazione.

Lo sviluppo della cibernetica, dell’informatica e dell’insieme delle tecnologie di trattamento automatico dell’informazione ha decretato, secondo Edgar Morin, la crisi dell’ideale tradizionale della semplicità e del metodo riduzionistico, volto a identificare costituenti elementari di sistemi composti. Nozione centrale, che Morin vede profilarsi in questo nuovo orizzonte, è che la conoscenza stessa si presenta come un fenomeno complesso, non lineare. Ogni cesura tra discipline differenti equivale a una rarefazione della possibilità di comunicazione, e dunque a una “patologia del sapere”. L’approccio multidisciplinare è, quindi, uno strumento indispensabile per affrontare una realtà complessa, dove l’elemento singolo, individuale, non deve venire dimenticato a favore del tutto, né questo è semplicemente una somma di parti elementari. Il locale e il globale non sono da considerarsi antagonisti, ma ogni

Page 32: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

32

informazione deve essere collocata in un contesto il quale modifica i propri caratteri in base a tale flusso informativo. Ragionare in termini di ‘complessità’ è indispensabile, secondo Morin, per affrontare ogni aspetto della realtà contemporanea: anche una gestione efficiente e produttiva di quel composito sistema artificiale rappresentato dalle odierne imprese industriali richiede di seguire i principi metodologici del pensiero complesso; che egli stesso ha inteso puntualizzare.

La nuova logica della produzione Sito web del W. Edwards Deming Istitute: www.deming.org Articles - Japan’s Secret: W. Edwards Deming

Teachings - The Deming System of Profound Knowledge

Passi antologici

“Il consumatore è la parte più importante della linea di produzione. Se non c’è qualcuno che acquista i nostri prodotti, possiamo soltanto chiudere bottega. Ma di che cosa ha bisogno il consumatore? Come possiamo essergli utili? Di che cosa pensa di avere bisogno? Può permetterselo? Nessuno ha tutte le risposte. Per fortuna, per essere buoni manager, non è necessario conoscerle tutte. [..]

L’uso principale delle ricerche sul consumatore dovrebbe essere quello di valersi delle sue reazioni per la progettazione del prodotto in modo che il management possa anticipare le richieste e le necessità di cambiamento e stabilire così i livelli economici di produzione. Le ricerche sul consumatore indagano sulle reazioni e richieste e cercano di trovare le spiegazioni di quanto è stato scoperto. La ricerca sul consumatore è un processo di comunicazione tra il fabbricante e gli utenti del suo prodotto [..]

Un tempo, prima dell’era industriale, il sarto, il falegname, il calzolaio, il lattaio, il fabbro conoscevano i loro clienti per nome. Sapevano se erano soddisfatti e che cosa dovevano fare perché il loro prodotto fosse ancor più apprezzato. [..] Con l’espandersi dell’industria, fu facile perdere questo tocco personale. Hanno fatto la loro comparsa il venditore all’ingrosso, il rivenditore e il dettagliante, che hanno effettivamente innalzato una barriera tra il fabbricante e il consumatore finale. Ma si sta facendo avanti una nuova scienza, la tecnica del campionamento statistico, per sfondare questa barriera. Una volta il processo di fabbricazione era concepito in tre fasi, come si vede nella figura (a). Il successo dipendeva dall’abilità di indovinare quale tipo di prodotto si sarebbe venduto e in quale quantità si dovesse produrre. Nella vecchia maniera, le tre fasi della figura (a) sono indipendenti.

Page 33: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

33

Figura (a) - La vecchia maniera

progettazione fabbricazione commercializzazione

1 2 3

Figura (b) - La nuova maniera. Introduce un’altra fase: il test del prodotto

1

2

4

3

Nella nuova maniera, il management, di solito con l’aiuto di una ricerca sul consumatore, introduce una quarta fase (si veda la figura (b)): 1. Progettazione del prodotto. 2. Fabbricazione; test sulla linea di produzione e nel laboratorio. 3. Immissione del prodotto nel mercato. 4. Test del prodotto in servizio: si scopre che cosa ne pensa l’utente, e perché

il mancato utente non lo ha acquistato.

(da W. Edwards Deming, L’impresa di qualità , 1982)

“Un’organizzazione quale l’impresa si colloca in un mercato. Produce oggetti o servizi, cose che le diventano esterne ed entrano nell’universo del consumo. Limitarsi a una immagine dell’impresa come entità etero-produttrice sarebbe insufficiente. Perché producendo cose e servizi, l’impresa, contempora-neamente, si auto-produce. Questo significa che produce tutti gli elementi necessari alla propria sopravvivenza e alla propria organizzazione. Organizzando la produzione di oggetti e di servizi, l’impresa si auto-organizza, si auto-alimenta, se necessario si auto-ripara, e se le cose vanno bene si auto-sviluppa sviluppando la sua produzione.

La complessità compare nel seguente enunciato: si producono cose e contemporaneamente ci si auto-produce; il produttore stesso è il proprio prodotto. Questo enunciato pone un problema di causalità.

Un primo aspetto è costituito dalla causalità lineare. Se con una certa materia prima, applicando un certo processo di trasformazione, si produce un certo

Page 34: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

34

oggetto di consumo, ci si inserisce in una linea di causalità lineare: una certa causa produce certi effetti. Secondo aspetto: causalità circolare retroattiva . Un’impresa ha bisogno di normatività. Deve realizzare la sua produzione in funzione dei bisogni esterni, della sua forza-lavoro e delle sue capacità di energia interne. Ora come sappiamo -da circa quarant’anni, grazie alla cibernetica- l’effetto (incremento o diminuizione delle vendite) può retroagire per stimolare o far calare la produzione di oggetti e di servizi nell’impresa. Terzo aspetto: causalità ricorsiva . Nel processo ricorsivo, gli effetti e i prodotti sono necessari al processo che li genera. Il prodotto è produttore di ciò che lo produce.

In un’ottica semplificante diremmo: la parte è nel tutto. In un’ottica complessa diciamo: non solo la parte è nel tutto; il tutto è all’interno della parte che è all’interno del tutto! Questa complessità è altra cosa rispetto alla confusione del tutto è in tutto e viceversa.

Ci troviamo di fronte a sistemi estremamente complessi in cui la parte è nel tutto e il tutto è nella parte. Questo vale per l’impresa, che ha le sue regole di funzionamento e all’interno della quale agiscono le leggi della società intera. Un’impresa si auto-eco-organizza sul mercato, mercato che è un fenomeno contemporaneamente ordinato, organizzato e aleatorio. Aleatorio perché non c’è certezza assoluta sulle opportunità e le possibilità di vendere i prodotti e i servizi, anche se ci sono delle possibilità, delle probabilità, delle plausibilità. Il mercato è una miscela di ordine e di disordine.

Ordine, disordine, programma, strategia! La nozione di strategia si contrappone a quella di programma. Un programma è una sequenza di azioni predeterminate che deve funzionare in circostanze che ne consentano la realizzazione. Se le circostanze esterne non sono favorevoli, il programma si ferma o fallisce. [..] la strategia, invece, elabora uno o più scenari. Fin dal principio si prepara, se c’è qualcosa di nuovo o di imprevisto, a incorporarlo per modificare o arricchire la propria azione. Il programma ovviamente consente un notevole risparmio: non si è costretti a riflettere, tutto avviene per automatismo. Una strategia, invece, si determina tenendo conto di una situazione aleatoria, di elementi avversi, addirittura di avversari, ed è portata a modificarsi in funzione delle informazioni fornite lungo il percorso, può avere una grandissima elasticità. Ma una strategia, per essere condotta da un’organizzazione, richiede allora che l’organizzazione non sia concepita per obbedire a una programmazione, ma possa operare con degli elementi capaci di contribuire all’elaborazione e allo sviluppo della strategia.

Nell’impresa, il vizio della concezione tayloristica del lavoro fu quello di considerare l’uomo unicamente come una macchina fisica. In un secondo tempo ci si rese conto che esiste anche un uomo biologico; l’uomo biologico venne adattato al suo lavoro e le condizioni di lavoro a quell’uomo. Poi, quando ci si è resi conto che esiste anche un uomo psicologico, frustrato dalla parcellizzazione dei compiti, si è pensato di integrarli con compiti complementari. L’evoluzione del lavoro illustra il passaggio dall’unidi-mensionalità alla multidimensionalità. [..] la volontà di imporre all’interno di un’impresa un ordine implacabile è inefficiente. Tutte le istruzioni che, in caso di guasto, di incidenti, di eventi

Page 35: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

35

imprevisti, esigeranno il blocco immediato del settore o della macchina sono anti-efficienti. Bisogna lasciare una parte di iniziativa a ogni livello e a ogni individuo.

Si pone allora un problema storico globale: come introdurre nelle imprese le libertà e i disordini che possono essere portatori di adattività e di inventiva, ma anche di disgregazione e di morte. [..] Si pone allora il problema di un eccesso di complessità che, alla fine, è destrutturante. Si può dire in linea di massima che più un’organizzazione è complessa, più disordine tollera. Questo le conferisce vitalità, perché gli individui sono in grado di prendere iniziative per risolvere questo o quel problema senza dover passare attraverso la gerarchia centrale. E’ un modo più intelligente di rispondere a certe sfide del mondo esterno. “

(da E. Morin, Introduzione al pensiero complesso, 1990) da DIZIONARIO

Concetti Autori Complessità Deming, Edwards William Morin, Edgar

ESERCITAZIONE

1. In quale quadro concettuale si colloca l’affermazione di Deming secondo cui “la ricerca sul consumatore è un processo di comunicazione tra il fabbricante e gli utenti del suo prodotto”?

2. In cosa differiscono, secondo Morin, le nozioni di “programma” e di “strategia”, centrali nell’organizzazione dell’impresa industriale?

Page 36: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

36

Lezione 10 L’UOMO DIALOGICO

Inquadramento dei temi

I principi dell’informazione e della comunicazione, che la cibernetica struttura in modo formale, acquisiscono un ruolo sempre più rilevante come orizzonte comune a molte riflessioni filosofiche degli ultimi decenni. Linguaggio, comunicazione, dialogo, interpretazione (ermeneutica) divengono concetti centrali ed emblematici del modo in cui la filosofia più recente pensa al rapporto dell’uomo con il mondo.

Hans Georg Gadamer, in Verità e metodo (cfr. lezione 5), delinea i tratti dell’esperienza ermeneutica, ovvero dello sforzo di interpretazione di testi scritti e di ogni altra testimonianza del passato. La sua analisi sottolinea come il compito interpretativo apra un dialogo in cui le esigenze di innovazione -caratteristiche del presente- vengono arricchite e modificate dall’incontro con l’inesauribile ricchezza di significati provenienti dalla tradizione. L’ermeneutica -nella sua più ampia portata filosofica- insegna che la parola non viene ad aggiungersi, quale strumento comunicativo, a un’esperienza in sé pre-linguistica. Ogni incontro del soggetto con il mondo fattuale, argomenta Gadamer, è sempre preliminarmente interno all’orizzonte del linguaggio.

Norwood Hanson, Thomas Kuhn e Paul Feyerabend, radicalizzando le tesi espresse da Popper (e da altri autori, cfr. lezione 7), evidenziano l’essenziale linguisticità della nostra esperienza empirica e la problematicità del concetto di un mondo ‘in sé’, non consistente nella sedimentazione di costruzioni teoriche e concettuali via via elaborate nel corso della storia. Ne consegue l’impossibilità di trascendere la dimensione linguistica anche nello sforzo di conoscenza scientifica.

Videolezione 10 L’uomo dialogico Sommario: 1. Ermeneutica.

Conoscenza è interpretazione. La verità fuori dal metodo. Verità dell’arte. Il modello del dialogo.

Page 37: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

37

Relativismo metodologico e realtà linguistica. (da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all’epistemologia del Novecento) Capitolo 4: Verità come accordo tra teorie e fatti, §§ 2, 3, 4.

Passi antologici

“La comprensione e l’interpretazione di testi non è solo affare di una scienza, ma è un aspetto dell’umana esperienza del mondo nel suo insieme. Il problema ermeneutico non è in origine un problema metodologico. Esso non riguarda la questione di un metodo del comprendere, mediante il quale un testo venga sottoposto alla conoscenza scientifica come un qualunque altro oggetto dell’esperienza. In generale, anzi, non si tratta qui della costruzione di una conoscenza certa, che soddisfi all’ideale metodico della scienza; e tuttavia anche qui si tratta di conoscenza e di verità. Nella comprensione di ciò che è trasmesso non si comprendono solo dei testi, ma si acquistano delle idee e si conoscono delle verità. Come si definiscono questo tipo di conoscenza e questo tipo di verità? Dal punto di vista del predominio che, nell’ambito della chiarificazione e giustificazione filosofica del concetto di conoscenza e del concetto di verità, possiede la scienza moderna, tale problema sembra privo di una vera legittimazione. Tuttavia, anche all’interno delle scienze, non si lascia facilmente eludere. Non solo il fenomeno del comprendere impronta di sé tutti i rapporti dell’uomo col mondo. Esso ha una validità autonoma anche nell’ambito della scienza, e si rifiuta al tentativo che vorrebbe ridurlo a una questione di metodo scientifico. [..] Le scienze dello spirito vengono così ad avvicinarsi a quei tipi di esperienza che stanno al di fuori della scienza: all’esperienza filosofica, all’esperienza dell’arte, all’esperienza della storia stessa. Tutte queste sono forme di esperienza in cui si annuncia una verità che non può esser verificata con i mezzi metodici della scienza.

[..] una situazione ermeneutica è definita dai pregiudizi che in essa portiamo con noi. Essi costituiscono un orizzonte, l’orizzonte del nostro presente, in quanto rappresentano i limiti oltre i quali noi non siamo in grado di guardare. Bisogna però badare a non ritenere che quello che definisce e delimita l’orizzonte del presente sia un insieme fisso di idee e di valutazioni, una specie di sfondo rigido sul quale si staccherebbe l’alterità del passato. In realtà, l’orizzonte del presente è sempre in atto di farsi, in quanto noi non possiamo far altro che mettere continuamente alla prova i nostri pregiudizi. Di questa continua messa alla prova fa parte anche, in prima linea, l’incontro con il passato e la comprensione della tradizione da cui veniamo. L’orizzonte del presente non si costruisce dunque in modo indipendente e separato dal passato. Un orizzonte del presente come qualcosa di separato è altrettanto astratto quanto gli orizzonti storici singoli che si tratterebbe di acquisire uscendo da esso. La comprensione, invece, è sempre il processo di fusione di questi orizzonti che si ritengono indipendenti tra loro.

Page 38: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

38

[..] il sole non ha cessato di tramontare per noi anche quando l’ipotesi copernicana è diventata comune oggetto del nostro sapere. Non è affatto contradditorio attenersi da un lato all’apparenza visiva e d’altra parte riconoscerla falsa al livello dell’intelletto. E non è proprio il linguaggio quello che agisce nella costituzione e nella coordinazione di questi diversi strati di rapporti vitali? Il nostro parlare di un “calare” del sole non è certo arbitrario, ma esprime una apparenza effettiva. E’ l’apparenza che si offre a chi sta fermo. E’ il sole che con i suoi raggi viene a noi e poi se ne va. In questo senso, il calare del sole è qualcosa di reale per la nostra intuizione. Ora, noi possiamo liberarci, sottrarci col pensiero a questa evidenza intuitiva mediante la costruzione di un altro modello, e in quanto abbiamo tale potere possiamo enunciare la prospettiva intellettuale della teoria copernicana. Ma non possiamo pretendere di eliminare o respingere con gli “occhi” di questa intelligenza scientifica l’apparenza immediata naturale. Ciò è privo di senso non solo perché l’apparenza visiva è per noi una realtà autentica, ma proprio perché la verità che la scienza ci dice è essa stessa relativa a un certo modo di rapportarsi al mondo, e non può pretendere di essere l’intera e unica verità. E’ invece il linguaggio quello che dischiude l’intero ambito dei nostri rapporti col mondo, e in questa totalità del linguaggio l’apparenza visiva conserva la sua legittimità altrettanto quanto la scienza.

[..] nel linguaggio si presenta il mondo stesso. L’esperienza linguistica del mondo è “assoluta”. Essa oltrepassa la relatività di ogni posizione d’essere, giacché abbraccia ogni in sé, quali che siano i rapporti (relatività) in cui esso si mostra. La linguisticità della nostra esperienza del mondo precede tutto ciò che è riconosciuto ed enunciato come essente. Il rapporto fondamentale tra linguaggio e mondo non significa perciò che il mondo divenga oggetto del linguaggio. Ciò che è oggetto di conoscenza e di discorso è invece già sempre compreso nell’orizzonte del linguaggio, che coincide col mondo. [..] All’opposto, l’oggettività che la scienza conosce e su cui fonda il proprio specifico carattere obiettivo fa anch’essa parte di quelle relatività che sono abbracciate dal linguaggio in quanto orizzonte del mondo. [..] Il mondo, che appare nel linguaggio e nel linguaggio si costituisce, non è in sé e relativo nello stesso senso in cui lo è l’oggetto delle scienze. Non è in sé in quanto non ha in generale il carattere dell’oggettività e non può, come totalità onniabbracciante, esser dato come oggetto di esperienza. Ma in quanto è il mondo, non può neanche essere relativo a una lingua determinata. [..] Né si può pensare di guardare dall’alto il mondo del linguaggio, giacché non c’è un punto di vista esterno all’esperienza linguistica del mondo, dal quale tale esperienza possa essere guardata oggettivamente. La fisica non può fornire un tale punto di vista, in quanto ciò che essa fa oggetto della sua indagine e dei suoi calcoli non è in generale il mondo, cioè la totalità dell’essere. [..] Aver linguaggio significa un modo di essere radicalmente diverso dalla dipendenza dall’ambiente che caratterizza gli animali. Imparando una lingua straniera, l’uomo non muta il proprio rapporto col mondo, com’è invece il caso di un animale acquatico che diventi animale terrestre; l’uomo invece, mantenendo il suo proprio modo di rapportarsi al mondo, lo amplia e lo arricchisce attraverso il nuovo mondo linguistico che si appropria. Chi ha linguaggio, “ha” il mondo.”

(da H.G. Gadamer, Verità e metodo, 1960)

Page 39: STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEAcorsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMP/dispensa_02CLM.pdf · Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia 2 Avvertenze

Corso: 02CLM Storia della Filosofia Contemporanea Docente: Alberta Rebaglia

39

(da Scienza e verità)

Norwood Russell Hanson

Testo 1: Osservazione scientifica, “vedere come”, “vedere che”. Testo 2: Verità e modelli teorici. Testo 3: La logica degli esperimenti cruciali.

Thomas Kuhn

Testo 1: Soluzioni di rompicapo nella scienza e criterio di verità. Testo 2: Rivoluzioni scientifiche come mutamenti di concezione del mondo. Paul Feyerabend

Testo 1: La scienza come proliferazione di teorie incompatibili Testo 2: Anarchismo metodologico Testo 3: La dicotomia realtà-irrealtà da DIZIONARIO

Concetti Autori (da Scienza e verità)

Dialogo Feyerabend, pp.182-184 Ermeneutica Hanson, pp.154-155 Kuhn, pp.164-165

ESERCITAZIONE 3. Per quale motivo, secondo quanto afferma Gadamer, “la comprensione e

l’interpretazione di testi non è solo affare di una scienza, ma è un aspetto dell’umana esperienza del mondo nel suo insieme”?

4. Cosa intende Kuhn affermando che “quando mutano i paradigmi, il mondo stesso cambia con essi”?