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ANICA ANICA SCENARIO 11/07/2014 Corriere della Sera - Roma Ciak, si sogna. Ecco Cinecittà World 4 11/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale Soderbergh regista tv : medici e storie di droga in un Novecento dark 5 11/07/2014 Corriere della Sera - Milano Zalone tra le guglie 6 11/07/2014 Corriere della Sera - Bergamo Ciak in punta di forchetta Quando l' attore è il cibo 7 11/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale Parco tematico a Cinecittà tra set storici e attrazioni 8 11/07/2014 Corriere della Sera - Sette il volto giovane del cinema . Amori, amicizia, differenze sociali ed economiche. I temi di Giffoni 9 11/07/2014 Corriere della Sera - Sette Il gioco del cinema tra mitici set e montagne russe 10 11/07/2014 Corriere delle Alpi - Nazionale Sarà il film "Birdman" di Inarritu ad aprire la Mostra del cinema 12 11/07/2014 Il Giornale - Nazionale Kolossale e tecnologico (ma poco felliniano) Ecco Cinecittà World 13 11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale Inarritu apre Venezia 71 15 11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale Metamorfosi in pixel 16 11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale Lo sguardo fantastico 18 11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale I talenti della nuova generazione blockbuster 20 11/07/2014 Il Messaggero - Nazionale Cinecittà World, il parco a tema «Sarà un divertimento da Oscar» 22

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ANICA

ANICA SCENARIO

11/07/2014 Corriere della Sera - Roma

Ciak, si sogna. Ecco Cinecittà World4

11/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

Soderbergh regista tv : medici e storie di droga in un Novecento dark5

11/07/2014 Corriere della Sera - Milano

Zalone tra le guglie6

11/07/2014 Corriere della Sera - Bergamo

Ciak in punta di forchetta Quando l' attore è il cibo7

11/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

Parco tematico a Cinecittà tra set storici e attrazioni8

11/07/2014 Corriere della Sera - Sette

il volto giovane del cinema . Amori, amicizia, differenze sociali ed economiche. I temidi Giffoni

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11/07/2014 Corriere della Sera - Sette

Il gioco del cinema tra mitici set e montagne russe10

11/07/2014 Corriere delle Alpi - Nazionale

Sarà il film "Birdman" di Inarritu ad aprire la Mostra del cinema12

11/07/2014 Il Giornale - Nazionale

Kolossale e tecnologico (ma poco felliniano) Ecco Cinecittà World13

11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale

Inarritu apre Venezia 7115

11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale

Metamorfosi in pixel16

11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale

Lo sguardo fantastico18

11/07/2014 Il Manifesto - Nazionale

I talenti della nuova generazione blockbuster20

11/07/2014 Il Messaggero - Nazionale

Cinecittà World, il parco a tema «Sarà un divertimento da Oscar»22

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11/07/2014 Il Tempo - Nazionale

Apre Cinecittà World con le opere di Ferretti e le note di Morricone23

11/07/2014 Il Venerdi di Repubblica

A Roma quest'anno si vedono solo flm fantastici25

11/07/2014 Internazionale

Dalla Cina Il premio non va a nessuno26

11/07/2014 ItaliaOggi

La tv perde il 4,6%. Mediaset -5% Rai a -7%, Sky +5%, La7 -3%27

11/07/2014 ItaliaOggi

Cinecittà World, pronti al ciak28

11/07/2014 ItaliaOggi

La7 blocca le coproduzioni delle serie tv con Sky29

11/07/2014 L Unita - Nazionale

Ciak, si gira: no alla fine di Cinecittà31

11/07/2014 La Repubblica - Torino

"Non solo film io canto la terra col mio Erbaluce da utopia vegana"32

11/07/2014 La Repubblica - Roma

"Parco del cinema , un volano per Roma"34

11/07/2014 La Repubblica - Nazionale

Cinecittà World il parco del cinema dall'antica Roma agli spaghetti western36

11/07/2014 La Stampa - Torino

Dal fumetti al cinema Nasce a Torino il film di Dylan Dog38

11/07/2014 La Stampa - Torino

La Disneyland del cinema a Cinecittà39

11/07/2014 La Stampa - Nazionale

Al cuore del sogno con i set di Ferretti e le musiche di Morricone40

11/07/2014 La Stampa - Nazionale

La Disneyland del cinema a Cinecittà41

11/07/2014 MF - Nazionale

Spot depressi dall'incertezza politica42

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29 articoli

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L'attrazione A Castel Romano il parco divertimenti con le scenografie realizzate dal premio Oscar DanteFerretti. E c'è la musica di Morricone Ciak, si sogna. Ecco Cinecittà World Set dei film e trucchi da brivido. Obiettivo: un milione e mezzo di visitatori Valeria Costantini L'immaginifico elefante Erawan, le rovine dell'antica città di Aktium, la New York dei ruggenti anni '20: sono le

scenografie inventate dal maestro che dal 24 luglio potranno essere ammirate a Cinecittà World, il primo

parco tematico in Italia dedicato al mondo del cinema. Venti attrazioni, otto set cinematografici, quattro teatri

di posa dove si potranno godere spettacoli unici, sempre dedicati alla magia del cinema: i 25 ettari di parco-

show sono costati finora 250 milioni di euro, investiti da Ieg, Italian Entertainment Group, che vede tra gli

azionisti Luigi Abete, Andrea e Diego della Valle, Aurelio e Luigi De Laurentiis, insomma il gotha della

cinematografia italiana, insieme alla famiglia Haggiag con la partecipazione di Generali Properties. L'obiettivo,

ha anticipato Abete in conferenza, è quello di creare un maxi-progetto incentrato sul cinema che includa

anche il futuro restyling degli Studios di Cinecittà. Il colpo d'occhio all'entrata è di quelli per amanti della storia

del cinema: enormi mani, colossi, scenari orientaleggianti che richiamano alla memoria il primo kolossal

italiano, Le notti di Cabiria di Pastrone e D'Annunzio, data 1914. Poi i set che si alternano. Dale atmosfere

della New York di C'era una volta in America, a Indiana Jones con l'attrazione più attesa, Erawan, e il suo

tuffo da 60 metri di altezza della Drop Tower sopra l'elefante creato da Ferretti, infine Altair, astronave e

rollercoaster con inversioni mozzafiato a 360 gradi. E poi quel villaggio western, le musiche di Ennio

Morricone, e i saloon da cui sembra dover uscir fuori, sigaretta tra le labbra, da un momento all'altro Clint

Eastwood. «È questa l'unicità del parco che abbiamo voluto creare - spiega Emmanuel Gout, presidente

Cinecittà Parchi - qui è la fantasia del visitatore a fare la differenza». L'eccellenza italiana, scenari di Ferretti e

colonna sonora di Morricone, sommati alle classiche attrazioni, montagne russe e giochi: un binomio su cui i

«dreamers» di Cinecittà World hanno voluto puntare. «Se non ci fosse stata la burocrazia non ci avremmo

messo dieci anni a realizzare il parco ma cinque - ha spiegato Abete -. Abbiamo scelto questo luogo, via

Castel Romano, tra Pomezia, Roma e il mare, perché è raggiungibile da ogni latitudine. Secondo i nostri

calcoli, i ricavi per il primo anno saranno intorno ai 55 milioni, un milione e mezzo di spettatori». L'area

acquisita è di 250 ettari totali: in pratica lo scopo in futuro è di aggiungere altre attrazioni e set di cinema.

Saranno 260 i giorni di apertura, con biglietti di ingresso del costo di 29 euro per adulti, bimbi e over 65

invece 23 euro: si sta già lavorando per pacchetti turistici unici da Roma, includendo presto anche il tour negli

studios romani. Il maestro Ferretti, per firmare le scenografie del parco in bilico tra Hollywood e la storia del

cinema italiano, ha chiuso gli occhi e ricordato la sua incredibile storia che da Pasolini e Fellini lo ha portato a

lavorare in America con Scorsese e Gilliam. «Volevo restituire la magia del cinema a grandi e piccoli -

racconta mentre abbraccia l'altro premio Oscar del parco, l'uomo delle musiche, Ennio Morricone - spero che

i grandi restino a bocca aperta, che i più piccini si divertano con le giostre. Io di certo non ci salgo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Azione Riproduzione di un isolato per i film d'azione

Foto: Western La riproduzione del tipico villaggio americano nel Far West

Foto: Peplum Il genere di film sull'antichità tornato di moda con i «300»

11/07/2014 5Pag. Corriere della Sera - Roma(diffusione:619980, tiratura:779916)

La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 11/07/2014 - 11/07/2014 4

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Il serial Debutta negli Usa «The Knick» prodotto dalla Hbo. In Italia lo vedremo su Sky nella prossimastagione Soderbergh regista tv : medici e storie di droga in un Novecento dark L' autore : «Penso ancora al ritiro dal set» Il protagonista Owen: attraverso il mio personaggio esploro i latioscuri della coscienza Giovanna Grassi LOS ANGELES - Steven Soderbergh continua a dire che lascerà tutto: cinema, teatro, impegni come

direttore della fotografia e produttore. Poi, al solito, dopo il successo di Magic Mike ed Effetti collaterali , è

attivissimo su tanti fronti. Infatti si appresta a conquistare il più svariato pubblico con una serie tv che stupirà

tutti: una storia ambientata ai primi del '900, intitolata The Knick , abbreviativo dell'ospedale di Brooklyn, il

molto dark e all'avanguardia nella ricerca scientifica «The Knickerbocker Hospital».

Ribadisce il regista, premio Oscar per Traffic : «È vero, conto di dedicarmi all'esplorazione di nuovi media e

per ora ho firmato solo il primo episodio di questa serie che giudico assolutamente innovativa. Però non è

detto che in qualche modo io non sia impegnato anche nel secondo atto di Magic Mike ».

Uomo dalle eclettiche qualità, sempre capace di innovazioni in tutto ciò che fa, con The Knick tenta strade

mai percorse coniugando dramma, scienza e personaggi complessi in una serie che sta per debuttare sugli

schermi Usa (in Italia su Sky Atlantic HD nella prossima stagione). Prodotta dalla HBO, è «cinema cinema»

secondo Soderbergh. Aggiunge il protagonista Clive Owen: «È la televisione a fare attualmente il miglior

cinema ricco di contenuti».

Mai si era visto l'attore in un ruolo così cupo e inquietante. «Sono il dottor John Thackery, eccellente medico

che segretamente è un cocainomane. Sono rimasto colpito dal copione di questa serie in cui il problema delle

dipendenze (così attuale perché oggi sembra davvero che tutti siamo schiavi di qualcosa), è centrale. Poi ci

sono molti altri temi. Il razzismo, a esempio, perché il mio personaggio deve confrontarsi con un integerrimo

medico di colore impersonato da Handrè Holland. Mi ha conquistato anche il problema della difficile e spesso

fosca separazione tra le qualità umane migliori e quelle peggiori».

«Perché cercare di salvare le vite - prosegue l'attore inglese, cresciuto sul palcoscenico con testi

shakespeariani - è il primo compito di un dottore, ma accade che la genialità e l'impegno spesso vadano di

pari passo con forme autodistruttive. Io ho un appetito inesauribile per nuove esperienze. Per esempio,

lasciando il Romeo di Shakespeare ho preso parte anche a film come Sin City senza scordare il mio Re Artù .

Questa è una serie in cui ogni episodio è un film compiuto, che per me mai distingue tra grande e piccolo

schermo, come avevo pensato interpretando con Nicole Kidman il film su Hemingway. Il 2014 e gli anni a

seguire saranno giudicati dai posteri come quelli più fertili di un connubio tra due media sempre più simili.

D'altro canto, molti miei registi, da Robert Altman ad Alfonso Cuarón avevano previsto quanto sta

accadendo». L'attore ammette che studiare il problema delle dipendenze da droghe ed emozioni forti è stato

«sin troppo coinvolgente, ma anche salutare perché in questo nostro tempo consumista e spesso

superficiale, Soderbergh ci ha davvero portati tutti nelle zone più ardue, complicate della natura umana e

della società, con continui paralleli all'oggi. Tanto che continuo a vivere sul proscenio di quello che, senza

ironia, Steven ha definito "il surgical theatre", il teatro chirurgico della serie e della vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: In ospedale Sopra, una scena di «The Knick», la serie tv diretta da Soderbergh ambientata a New York.

A destra, il protagonista Clive Owen (49 anni) nei panni del dottor John W. Thackery

Foto: Premio Oscar Steven Soderbergh, 51 anni, premiato per «Traffic» (2001) divide il suo impegno tra

cinema, teatro e tv

11/07/2014 53Pag. Corriere della Sera - Ed. Nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 11/07/2014 - 11/07/2014 5

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L'iniziativa Da lunedì 14 le Terrazze della Cattedrale ospiteranno cinque film italiani: una breve rassegna peraiutare i restauri Zalone tra le guglie Il comico chiuderà il ciclo Prima titoli di Pasolini , Malaponti, Chiesa e Zeffirelli Elisabetta Soglio Metti una sera, al cinema in cima al Duomo. Con «Duomovie», nel mese di luglio sarà possibile godersi un

doppio spettacolo: la pellicola in visione e uno dei panorami più belli di Milano, sotto gli occhi della

Madonnina. L'iniziativa della Veneranda Fabbrica del Duomo ha come scopo quello di proseguire la raccolta

fondi necessaria per sostenere il progetto «Adotta una guglia» e restaurare i pregiati manufatti: con una

donazione minima di 30 euro si può cosi acquistare il pass che consente di salire sulle Terrazze e, di qui,

assistere ad una proiezione cinematografica.

I film scelti per la rassegna «Duomovie» sono rigorosamente italiani e verranno proiettati con sottotitoli in

inglese per consentire anche ai turisti la partecipazione. Si parte dunque lunedì 14 luglio con «Il Vangelo

secondo Matteo», il capolavoro di Pier Paolo Pasolini che quest'anno compie cinquant'anni. Il 16 luglio verrà

proiettato il lavoro di Claudio Malaponti, da un romanzo di Pino Farinotti, «7 km da Gerusalemme», film del

2007 che si struttura come metafora del percorso di fede dell'uomo contemporaneo. Ancora, il 18 luglio,

toccherà all'opera di Guido Chiesa «Io sono con te», presentato in concorso al Festival internazionale del film

di Roma. Il 21 luglio le Terrazze ospiteranno «Fratello sole, sorella luna» (1972) di Franco Zeffirelli, premiato

con il David di Donatello, liberamente ispirato alla vita di san Francesco d'Assisi. A chiudere, il 23 luglio, ci

sarà Checco Zalone con «Che bella giornata», diretto da Gennaro Nunziante, successo al botteghino del

2011, «che si relaziona col Duomo e le sue molteplici realtà in modo fresco e ironico», spiegano dalla

Veneranda Fabbrica.

L'apertura del Duomo al mondo del cinema ha un suo valore: «L'arte crea bellezza e restituisce armonia alla

società. Questo equilibrio è appunto alla base dell'identità stessa della Cattedrale». C'è poi, come si diceva,

la possibilità di contribuire ai costosi lavori in corso: per completare gli interventi di restauro più urgenti, il

progetto di raccolta fondi «Adotta una guglia», nato nell'ottobre 2012, ha la necessità di raccogliere ancora

circa 9 milioni di euro, per raggiungere la cifra di 13 inizialmente programmata.

La prenotazione del pass può essere fatta o direttamente all'Ufficio Donazioni di piazza Duomo 18, presso il

portico della Chiesa di Santa Maria Annunciata in Camposanto (aperto dalle 9.30 alle 17.30) , oppure on line

dal sito adottaunaguglia.duomomilano.it . La guglia da indicare è quella del «Santo del Favonio», dedicata al

vento caldo che soffia dalle Alpi, portando su Milano le temperature più miti dell'estate. Un auspicio, in attesa

del gran caldo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Il Vangelo secondo Matteo in programma il 14 luglio

Foto: 7 km da Gerusalemme Lo vedremo il 16 luglio

Foto: Io sono con te Previsto per il 18 luglio

Foto: Fratello sole, sorella luna Sulle Terrazze il 21 luglio

11/07/2014 17Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

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ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 11/07/2014 - 11/07/2014 6

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Food Film Fest A metà settembre rassegna sull'alimentazione a 360 gradi Ciak in punta di forchetta Quando l' attore è il cibo Non solo pellicole Per due giorni sarà allestita la «Piazza dei sapori» con prodotti a chilometro zero D.M. Si aggiunge un altro ingrediente al palinsesto culturale bergamasco in salsa Expo: Food film fest, «quando l'

attore protagonista è il cibo», potrebbe essere lo slogan della manifestazione. In programma dall'11 al 14

settembre, tra piazza della Libertà, suo auditorium e sala Mosaico dell'ex Borsa Merci, mette sul piatto

concorso cinematografico e prodotti di eccellenza a km zero, da conoscere e gustare attraverso conferenze,

laboratori del gusto curati da Slow food. A lanciare l'iniziativa Emanuele Prati, segretario generale della

Camera di Commercio, promotore del festival insieme all'Associazione Montagna Italia, guidata da Roberto

Gualdi, Alberto Brivio, presidente Coldiretti, e Claudia Sartirani che, smesse le vesti di assessore alla Cultura,

indossa quelle di organizzatrice in sella a Teamitalia, tra i soggetti coinvolti. Il programma, i cui dettagli

saranno illustrati a settembre, prevede un concorso cinematografico in auditorium, con proiezione di 90 film,

tra corti, lungometraggi e documentari da tutto il mondo e focalizzati su descrizione di ricette, inchieste sulla

sofisticazione alimentare, cibi geneticamente modificati, anoressia, produzione di pane in carcere,

integrazione razziale a colpi di lasagna. A questo si aggiungono incontri sulla diffusione di una cultura

dell'alimentazione consapevole, curati da Università di Bergamo e altri enti, presentazioni di libri, agriturismi,

fattorie didattiche, concerti con Luciano Ravasio e Mismountain Boys. Mentre sabato 13 e domenica 14,

piazza della Libertà ospiterà la Piazza dei sapori. Nell'area espositiva con prodotti tipici, ci sarà occasione per

«assaporare le nostre eccellenze agroalimentari - spiega Brivio -. Settembre per l'agricoltura è periodo di

raccolta e preparazione dei terreni alla semina, anche il festival è una preparazione al futuro, attento

all'educazione alimentare delle nuove generazioni».

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Foto: Sotto i denti Morgan Spurlock nel documentario «Super size me» nel quale criticava l'abuso di cibo

spazzatura

11/07/2014 17Pag. Corriere della Sera - Bergamo(diffusione:619980, tiratura:779916)

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ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 11/07/2014 - 11/07/2014 7

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L'inaugurazione Parco tematico a Cinecittà tra set storici e attrazioni Valeria Costantini ROMA - Ennio Morricone e Dante Ferretti (in due fanno quattro Oscar), si abbracciano sotto le scenografie di

Cabiria e la New York anni 20. È la magia del cinema che rivivrà dal 24 luglio con l'apertura ufficiale di

Cinecittà World, il primo parco tematico in Italia dedicato alla settima arte. Costato 250 milioni di euro, lo

spazio è stato realizzato alle porte di Roma. Ha 20 attrazioni, 8 set cinematografici all'aperto, 4 teatri di posa

per gli spettacoli unici. Venticinque gli ettari occupati finora ma il team di imprenditori che lo ha ideato intende

ingrandirlo: il terreno si estende su 250 ettari totali. Dietro l'operazione c'è una cordata formata dalla Ieg,

Italian Entertainment Group, che vede tra gli azionisti Luigi Abete, Andrea e Diego Della Valle, Aurelio e Luigi

De Laurentiis, la famiglia Haggiag con la partecipazione di Generali Properties. Da Cinecittà Street, set ideale

stile C'era una volta in America , a Erawan, l'immaginifico elefante (nella foto) su cui si ergono la Drop Tower

e il suo salto da 60 metri, al villaggio western: l'intento del parco, hanno spiegato Luigi Abete, presidente Ieg,

e Emmanuel Gout, presidente Cinecittà Parchi, era proprio creare un luogo dove è lo spettatore a viaggiare

con la fantasia. «Divertimento ma anche storia del cinema. Ci aspettiamo ricavi per 55 milioni per il primo

anno», raccontano i due creatori di Cinecittà World. «Mi sono ispirato ai miei ricordi della storia del cinema e

a Cinecittà - ha raccontato Ferretti, autore degli scenari del parco - dai set di Fellini a quelli di Scorsese».

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11/07/2014 25Pag. Corriere della Sera - Ed. Nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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il volto giovane del cinema . Amori, amicizia, differenze sociali edeconomiche. I temi di Giffoni Un titolo, "Be different", che condensa bene le tante anime del Giffoni Experience (giffoniflmfestival.it), festival

di cinema per ragazzi arrivato all'edizione numero 44 (in programma dal 18 al 27 luglio), diretto da Claudio

Gubitosi. 3.500 giovani giurati suddivisi per fasce d'età in arrivo da 52 Paesi, oltre che da centinaia di località

italiane; 163 titoli tra corti e lungometraggi che trattano temi come amicizia, amori, differenze economiche e

sociali, omosessualità, rapporti non sempre facili tra genitori e fgli, handicap, mondi immaginari; almeno 60

ospiti - attori, registi, musicisti - in rappresentanza di generi diversi, dalla commedia al noir. Tra le anteprime il

nuovo flm d'animazione Disney Planes 2 - Missione Antincendio (nella foto), che inaugura il 18 (nei cinema

dal 28 agosto) e, il 25 luglio, l'ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki The Wind Rises in uscita a settembre

distribuito da Lucky Red. Il premio François Truffaut va ad Alan Rickman, venerato dai più giovani grazie al

suo Severus Piton della saga potteriana. Stefania Ulivi

11/07/2014 49Pag. Corriere della Sera - Sette - N.28 - 11 Luglio 2014

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ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 11/07/2014 - 11/07/2014 9

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I luoghi dell'immaginario Nell'ex Dinocittà è sorto un parco a tema Il gioco del cinema tra mitici set e montagne russe Sette ha visitato in anteprima il nuovo Cinecittà World. Guidato dal premio Oscar Dante Ferretti, che ne harealizzato le scene Paolo Conti Le radici di questo sogno diventato materia affondano nella prima adolescenza di Dante Ferretti, maestro

indiscusso della scenografa cinematografca mondiale, per due volte premio Oscar (nel 2005 con The Aviator

di Martin Scorsese e nel 2008 per Sweeney Todd di Tim Burton). «Avevo tredici anni, vivevo a Macerata e

rubavo i soldi dal portafoglio di mio padre per andare al cinema invece di studiare. Vedevo flm magari brutti,

non importava, l'essenziale era che avessero grandi scenografe. Mi lasciavo andare allo stupore. E adesso

mi piace l'idea di stupire il pubblico che verrà qui». Esterno giorno, cancelli sulla via Pontina, la strada che

collega Roma al mare. L'ingresso è un clone. È la stessa identica porta di accesso alla vera Cinecittà sulla via

Tiburtina, un segno del razionalismo italiano frmato dall'architetto Gino Presutti. Un tempo qui Dino De

Laurentiis costruì orgogliosamente la sua Dinocittà da contrapporre a Cinecittà. Ora, negli stessi spazi, nasce

Cinecittà World, gigantesca scommessa imprenditoriale e insieme artistica: 250 milioni di euro già investiti

(saranno 500 a fne progetto), una previsione di un milione e mezzo di visitatori nel 2015 e di 55 milioni di

fatturato, 25 ettari di estensione per una Disneyland italiana della storia del cinema. Otto set cinematografci

ideati da Dante Ferretti, venti attrazioni studiate per attirare bambini, ragazzi adolescenti, adulti e over 60,

cinque teatri di posa per spettacoli permanenti e temporanei, quattro ristoranti tematizzati. «Una macchina

che assicura 500 nuovi posti di lavoro nell'area di Castel Romano più altri 1.000 nell'indotto che a pieno

regime raddoppieranno», spiega Emmanuel Goût, presidente della Cinecittà Parchi spa, società partecipata

all'80% da Cinecittà Entertainment, che fa capo a Italian Entertainment Group (presieduto da Luigi Abete che

ne fa parte con Andrea e Diego Della Valle, Aurelio De Laurentiis e la famiglia Haggiag) e per il 20% da

Generali Properties Spa. Ferretti è un cicerone formidabile e divertito, studia le reazioni di chi entra nella

Cinecittà-bis e si ritrova immediatamente al cospetto della madre di tutti i kolossal italiani, Cabiria di Giovanni

Pastrone: «L'ho scelta, appunto, per la sua intatta capacità di stupire. Quell'immensa bocca sembra dire

"entrate, entrate tutti, entrate in tanti"». Superate le fauci, eccoci nel viale centrale di Gangs of New York.

Proprio come avviene nei sogni (e il cinema, si sa, è un continuo sogno) ti giri e il retro di Cabiria si è

trasformato nell'ingresso della stazione centrale di N.Y.; Ferretti sorride: «È una suggestione. Potremmo

trovarci su un set di tanti flm, è il visitatore che deve decidere. Certo Gangs of New York, ma anche C'era una

volta in America, o Dick Tracy, o Chicago. Il bello del progetto è che si tratta di una cittadella viva. C'è un

Barber shop e ci sarà un vero barbiere in azione, apriranno due ristoranti, gli altri locali affacciati su strada

ospiteranno diversi negozi. E come in tutti gli altri set di Cinecittà World, seguendo una tabella oraria,

appariranno troupe che cominceranno a girare un immaginario flm. Così il visitatore verrà trascinato dalla

magia del nostro lavoro e insieme ne scoprirà i segreti tecnici». Alla fne di Cinecittà Street, il nome dell'asse

iniziale, ti ritrovi in piazza Dino De Laurentiis, con un grande water screen, uno schermo d'acqua per la

proiezione di flm. Sulla destra l'area bambini "Sognolabio", una fabbrica di sogni con tanto di laghetto e

navicelle pronte a combattersi per difendere la creatività (potremmo trovarci sia dalle parti di Hugo Cabret che

di Ember e via fantasticando). Scegliendo la sinistra puoi sbucare sul set di Aktium, l'antica Roma. Archi in

mattoncino rosso romano, rovine, mura. Siamo alle Terme di Caracalla, quindi Antonio e Cleopatra o

Spartacus, non è così maestro Ferretti? «Potremmo ritrovarci ovunque, l'essenziale è la fantasia di chi

varcherà l'ingresso». Ma nessun romano del I secolo avrebbe mai pensato di salire a bordo del Water Ride,

attrazione della categoria Super Splash, vagoni con tanto di polene che affrontano l'acqua fno a 22 metri di

altezza. Di fronte, nel tempio romano ben costruito, un altro ristorante. E poi c'è tutto il resto. C'è la nave

sommergibile Aquila IV, trasportata qui da Cinecittà, teatro cinematografco di chissà quante battaglie sul set.

Ecco Erawan, l'immenso dio-elefante in polistirolo e vetroresina. Ferretti spiega che l'intuizione «parte dal mio

11/07/2014 30Pag. Corriere della Sera - Sette - N.28 - 11 Luglio 2014

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Le avventure del Barone di Münchausen, ma poi i riferimenti sono tanti. Vede quel gran pilone che parte dalla

portantina dell'elefante? È una drop tower, una torre a caduta libera che arriva a 54 metri di altezza. Non ci

potrei salire nemmeno per tutto l'oro del mondo...». Ridono tutti, intorno, perché Ferretti sa trasmettere

quell'ironia tipica dei geni del cinema che creano capolavori col distacco di chi padroneggia la creatività. In

viaggio con il Poeta. Più avanti la cittadella di Ennio's Creek, location ritrovata di tutto il grande western

classico e all'italiana, con una colonna sonora frmata da Ennio Morricone: il saloon (altro ristorante

tematizzato), l'uffcio dello sceriffo, la chiesetta e il cimitero (Ferretti: «Per favore, non mi fotografate qui, non è

ancora il momento»). In fondo, a sinistra, Altair, defnita nel programma «attrazione adrenalitica». E c'è da

crederci, basta guardare quella grande astronave appena sbarcata sulla Terra ( Star Trek? Alien? Star wars?

Sempre inutile chiedere a Ferretti, perché si limita a sorridere con la sua aria complice e divertita) per capire

dove sia l'adrenalina: un roller coaster (per i più anziani, un'immensa montagna russa) con dieci spirali

concatenate, altezza massima di 35 metri e una velocità top di 86 chilometri orari. Poi i cinque teatri di posa

con performance e spettacoli. Si va da "Ciak si gira", adatto a tutta la famiglia, al teatro 4, passando per "Il

proiettore incantato", per bambini e ragazzi, al teatro 3, a "Dark mare", set "maledetto" in cui spunta il segno

di Gustav Dorè al teatro 2. Qui il treno è pronto per imbarcare passeggeri destinati a un viaggio nella Selva

Oscura di Dante, con inevitabile passaggio per il fume Stige (si raggiungono i 18 metri di altezza). Al Teatro 1

andrà in scena Enigma, show permanente, vero Live Movie, ovvero flm dal vivo, della Filmmaster Events con

la direzione artistica di Alfredo Accattino (suo l'allestimento delle cerimonie di apertura e di chiusura dei

Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006). La parola d'ordine è «La vita è un enigma meraviglioso e il cinema è

la più grande delle illusioni». Infne tre laboratori, tra cui una mostra permanente sul lavoro di Ferretti. Il futuro

sarà verde. C'è insieme artigianato e nuova tecnologia, in questa nuova cittadella dell'immaginario e del

divertimento. Come si possono incontrare i due mondi, Ferretti? «La tecnologia è semplicemente

un'estensione dell'artigianato, dell'invenzione. È la possibilità di dare corpo a ciò che l'autore immagina e

materialmente non si può realizzare. Le immense scene di massa che spesso vediamo oggi, o le costruzioni

spettacolari. Adesso tutto è possibile. Ma nessuna tecnologia avanguardistica al mondo potrà mai sostituirsi

all'intuizione, all'estro, all'inventiva, alla capacità di visione». Dante Ferretti sembra tornato il ragazzo che, a

tredici anni, rubava poche lire per scappare al cinema. Chissà quanti conti in sospeso ha saldato, realizzando

la cittadella che tra poco si arricchirà anche di un grande parco dedicato all'ecologia e all'ambiente, con i 75

ettari di Cinecittà Natura. Si emoziona ancora, maestro Ferretti? «Sempre. A ogni flm. Per questo ringrazio il

cinema, un mondo spesso imperfetto e pieno di errori. Ma quanto sarebbe triste e intollerabile la realtà, se

fosse perfetta. Apparirebbe fnta. Perciò si chiama realtà, che è come il cinema. O magari è il cinema...».

Foto: Artigianato e tecnologia Erawan, il dio elefante, dal quale svetta la torre a caduta libera alta 54 metri. A

destra, in alto, un particolare del set di Cabiria, storico kolossal di Giovanni Pastrone. A destra in basso, lo

scenografo (due volte premio Oscar) Dante Ferretti davanti a una delle sue creature, Aktium, dedicata

all'antica Roma.

Foto: In acqua tra le rovine dell'antica Roma Un dettaglio della Roma antica sul set di Aktium. Tra le sue

attrazioni la Water Ride, una "super splash" che ha inizio in un grande edifcio romano del I secolo, pensato

da Dante Ferretti. Ogni barca può essere caricata con 16 passeggeri e "corre" a quasi 70 km/h. Una

gigantesca scommessa imprenditoriale e artistica: 250 milioni di euro già investiti, che saranno 500 a fne

progetto

Foto: Emozioni forti Da sinistra, in senso orario: l'area dedicata ai bambini "Sognolabio"; la Main Street di

Broadway nella New York di Gangs of New York, di Martin Scorsese; il "roller coaster" che affanca gli scenari

dell'antica Roma di Aktium; l'entrata di Cinecittà World.

11/07/2014 30Pag. Corriere della Sera - Sette - N.28 - 11 Luglio 2014

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Sarà il film "Birdman" di Inarritu ad aprire la Mostra del cinema venezia Sarà il film "Birdman" di Inarritu ad aprire la Mostra del cinema Sarà il film "Birdman" di Inarritu

ad aprire la Mostra del cinema

venezia

VENEZIA Sarà "Birdman" (o "Le imprevedibili virtù dell'ignoranza"), diretto dal messicano Alejandro

Gonzales Inarritu, con Michael Keaton, il film d'apertura della 71a Mostra Internazionale d'Arte

Cinematografica di Venezia (27 agosto-6 settembre). Oltre a Keaton, il film è interpretato da Zach

Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone e Naomi Watts. Il film è una

distribuzione Fox Searchlight Pictures/New Regency di una produzione New Regency / M Productions /Le

Grisbi. La 71a Mostra di Venezia è diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da

Paolo Baratta. La pellicola "Birdman" (o "Le imprevedibili virtù dell'ignoranza") sarà proiettato in prima

mondiale, in Concorso, la sera del 27 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di venezia, a

seguire la cerimonia di apertura, che quest'anno sarà condotta da Luisa Ranieri. "Birdman" (o "Le

imprevedibili virtù dell'ignoranza") è una black comedy che racconta la storia di un attore in declino (

interpretato da Michael Keaton) - famoso per aver interpretato un mitico supereroe - alle prese con le

difficoltà e gli imprevisti della messa in scena di uno spettacolo a Broadway che dovrebbe rilanciarne il

successo. Nei giorni che precedono la sera della prima, il protagonista deve fare i conti con un ego irriducibile

e gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e anche se stesso. Il film di Alejandro Gonzales Inarritu

uscirà nelle sale cinematografiche del Nord America il 17 ottobre e all'inizio del 2015 nel resto del mondo,

Italia compresa.

11/07/2014 36Pag. Corriere delle Alpi - Ed. Nazionale

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il reportage L'EVENTO Tra business e antichi fasti Kolossale e tecnologico (ma poco felliniano) Ecco Cinecittà World Apre negli Studios fondati da Dino De Laurentiis un mega parco a tema: scenografie di Dante Ferretti e setstorici, da «Cabiria» agli spaghetti-western GIOCANDO S'IMPARA Dai peplum a Scorsese, il visitatoreripercorre la storia della settima arte ORGOGLIO ITALICO Le attrazioni citano le grandi produzioni della «Hollywood sul Tevere» Pedro Armocida «Il cinema è un'invenzione senza futuro» diceva Louis Jean Lumière nel 1895. Una profezia al contrario, ora

che proprio il cinema delle origini sembra dare linfa vitale all'immaginario di quella che un tempo si chiamava

Settima Arte. Così, nel momento in cui la produzione cinematografica langue negli stabilimenti di Cinecittà

che invece ospita molti programmi televisivi (come il GrandeFratello ), ecco che i nuovi proprietari di quel

glorioso marchio - nato negli anni in cui Mussolini sognava di far tornare Roma Caput mundi - investono 250

milioni di euro in un parco di divertimenti tematico dall'anglofono nome «Cinecittà World». E i paradossi

linguistici e temporali si sprecano. Ora che la cinematografia non è l'arma più forte, si va comunque a pescare

nel passato di cento anni fa, giusti giusti. Perché all'ingresso del nuovo parco di attrazioni sorto a Castel

Romano, alle porte della Capitale, ad accogliere i futuri visitatori (dal 24 luglio, prezzo massimo 29 euro) c'è il

tempio di Moloch. Proprio il dio che voleva in sacrificio Cabiria nell'omonimo film di Giovanni Pastrone

sceneggiato anche da Gabriele D'Annunzio: il primo kolossal italiano girato soprattutto a Torino, la città dove

è nato il cinema in Italia molto prima che sorgesse Cinecittà... E, mentre ci si riempie la bocca di tradizione e

innovazione e di specificità culturali italiche, la loro declinazione passa attraverso la prosaicità di parole

importate come vision , mission , asset ... Perché, naturalmente, anche se dedicato alla Settima Arte, un

parco di attrazioni è legato soprattutto alle regole del mercato e mira a produrre profitti. Così Luigi Abete, uno

dei principali azionisti e presidente di Italian Entertainment Group (la società che gestisce Cinecittà Studios

oggetto, pare nel 2015, di un rilancio per attrarre produzioni dall'estero) insieme a Andrea e Diego Della

Valle, Aurelio e Luigi De Laurentiis e la famiglia Haggiag, espone la sua peculiare visione: «Tutti noi

sappiamo che il nostro tempo libero è più grande del tempo occupato anche se quello libero è disorganizzato.

Noi con la nostra offerta vogliamo organizzarlo per creare equilibrio nelle persone». Perché poi, in tempi di

crisi, ci sono solo due strade per salvarsi: «Io le chiamo autostrade, una in uscita per l'internazionalizzazione

del Made in Italy e una in entrata, con l'accoglienza dei turisti con entertainment di qualità». Sarà, anche se

intanto di veramente italiano a «Cinecittà World» sembra esserci molto poco. L'Italia che non crede in se

stessa è una vecchia storia che ha pure stancato ma è curioso notare come in questa "Cinecittàland" niente

riconduca direttamente all'immaginario che il nostro Paese ha prodotto. Così se uno pensa agli studi di via

Tuscolana non può che associarli a Federico Fellini. Bene. Di lui neanche l'ombra. Anche se proprio in questi

gloriosi studi che Dino De Laurentiis fece sorgere nel 1962 in mezzo al nulla, in piena campagna romana al

chilometro 23,200 della strada Pontina oggi tra le più trafficate d'Italia (grazie alle facilitazioni che la Cassa

del mezzogiorno elargiva fino a lì, a Pomezia), Fellini girò La voce della luna . Sarà sicuramente, come

dicono gli organizzatori, «che si è lavorato su un immaginario artistico molto più ampio» e non "ristretto" come

quello, ad esempio, dei parchi di Disney, però l'idea che le nostre eccellenze artistiche nel mondo - per dire

l'horror di Dario Argento non abbiamo neanche una citazione è un po' paradossale. Rimangono allora solo i

ricordi di Aurelio De Laurentiis che da bambino passeggiava tra i due enormi teatri di posa accanto a Richard

Burton e Elizabeth Taylor, la coppia del momento sul set di La bisbetica domata di Franco Zeffirelli. Ah la

Hollywood sul Tevere! Ah la Dolce Vita! Ah il Neorealismo! Poi di sicuro tutti riconosceranno, appena dopo

l'ingresso di Cabiria , nella Main Street (ossia la strada principale), che gli edifici newyorchesi tra i quali si sta

camminando sono quelli della Grande Mela degli anni Venti che Dante Ferretti ha ricostruito a Cinecittà per

Gangs of New York di Martin Scorsese. È proprio lo scenografo premiato tre volte con l'Oscar a firmare le

sontuose scenografie che decorano le attrazioni «indoor e outdoor» - come recitano i comunicati ufficiali -

adatte a tutta la famiglia anche se per i minori di 12 anni sono sconsigliate quelle più acrobatiche e anche più

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sensazionali. Così come farà piacere ascoltare le note che Ennio Morricone ha scelto per il villaggio western

dove, oltre alla miniera, alla chiesetta e al classico cimitero polveroso, c'è il Saloon "Mezzoggiorno al fuoco" il

cui piatto principale scommettiamo sarà «spaghetti western». Ma di tutto questo probabilmente il cliente-

spettatore non si curerà poi tanto, perché a farlo contento sarà l'adrenalina promessa da Altair , una specie di

montagne russe fantascientifiche con dieci inversioni a 360 fino a 35 metri di altezza e i 100 chilometri orario

«che la posizionano tra le grandi attrazioni europee». E poi c'è Aktium che, omaggiando il genere peplum ,

dai 22 metri di altezza immerge i visitatori in onde d'acqua oppure Erawan , a metà tra i romanzi di Salgari e

TombRaider , con le poltrone in caduta libera da 60 metri di altezza. Così un tempo dove si girava Barabba di

Richard Fleischer e La Bibbia di John Huston sono altre e molto diverse le emozioni prodotte. I tempi

fortunatamente cambiano. Il cinema è un'invenzione con un suo futuro atipico. Magari esce dalla porta e

rientra dalla finestra.

Foto: IMPONENTE Alcune immagini spettacolari delle attrazioni di Cinecittà World, il parco di divertimenti sul

cinema che sarà aperto dal 24 luglio a Castel Romano, alle porte di Roma. Sotto, Dante Ferretti che ha

firmato le sontuose scenografie

Foto: FINZIONE Nel nuovo parco divertimenti si può camminare tra scenografie che fanno rivivere l'impero

romano o «La Bibbia» fino al film culto «Gangs of New York»

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IN BREVE Inarritu apre Venezia 71 Sarà «Birdman (o Le imprevedibili virtù dell'ignoranza)», diretto da Alejandro G. Inarritu, con Michael Keaton,

il film d'apertura della 71.a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (27 agosto-6 settembre).

Oltre a Keaton, il film è interpretato da Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan,

Emma Stone e Naomi Watts.

ROMA

FANTAFESTIVAL

DAL 14 LUGLI0

Tredici giornate divise fra luglio (14-23) e settembre (5-7) per la trentaquattresima edizione del Fantafestival

che si svolge a Roma fra le sale Barberini e Trevi. Molte anteprime - come il 23 luglio - con «Apes Revolution:

Il pianeta delle scimmie! di Matt Reeves, il nuovo capitolo della saga in uscita il 30 luglio. Ottanta le opere fra

lungometraggi e cortometraggi e uno sguardo sul cinema italiano contemporaneo nella sezione Panoramica

Italia. A settembre spazio alle eroine di genere con la rassegna Le eroine del cinema fatnastico itailano,

realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale Cineteca nazionale, alla Sala Trevi. Programma

completo: www.fanta-festival.it

SCARLETT JOHANSSON

PER I COEN

I fratelli Coen vogliono anche Scarlett Johansson per il loro prossimo film, «Hail Caesar», storia ambientata

negli anni '50 e incentrata su un «fixer», ovvero sulla persona che si occupa di proteggere l'immagine dei

grandi divi del cinema da scandali e rivelazioni scottanti. Lo rivela Variety.

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MONDO ROBOT Come una saga cambia l'universo hollywoodiano Metamorfosi in pixel Michael Bay produce un paradossale cinema d' autore retto da ossessioni e da temi ritornanti Giona A. Nazzaro

Il cinema cambia alla velocità della luce davanti ai nostri occhi. Volerne prendere atto o meno, questo è il

problema. La saga dei Transformers è la cronaca documentaria dettagliata della principale metamorfosi

affrontata dal cinema hollywoodiano. A partire dal 2007, quando Michael Bay mette mano, assieme a Steven

Spielberg sui Robot della Hasbro, iniettando nuova vita in una serie che aveva avuto sulla carta anche alcuni

tentativi di contatto con l'universo dei supereroi di Stan Lee, l'universo dei Transformers diventa il luogo nel

quale il cinema, ancora una volta, mette in scena se stesso.

Non è un caso che all'inizio del quarto capitolo, il camion che si rivelerà essere Optimus Prime si trovi in un

cinema distrutto e abbandonato provocando così un vertiginoso effetto-canyons. I Transformers sono il

discorso sul cinema più radicale e politico prodotto da Hollywood (in assenza di una critica capace di

intendere...). Nella saga dei robot muta-forma, Michael Bay ha assunto il carattere metastabile del cinema

stesso e l'ha elevato a luogo-narrazione di un cinema malinconico e (auto)riflessivo.

Il cinema, macchina che riproduce la realtà, fondata sul rapporto ontologico con il reale, il patto della «cosa

vista», filma macchine che non vede più. La macchina (cinema) è cieca di fronte alle nuove macchine. La

saga dei Transformers è lo snodo teorico del pensiero «macchinico» di Bay: dove si celebra la palingenesi

del cinema come organismo non-più-cinematografico. Il secondo capitolo della serie è addirittura esemplare

in questa direzione. La vendetta del Caduto, recita il sottotitolo. Optimus Prime è la macchina antropomorfa

per eccellenza. Gli Autobot si vedono come quasi-umani (il cinema dei 24 fotogrammi al secondo). I

Decepticon, nomen omen, sono organismi che non hanno bisogno di noi (il cinema venuto dopo il «cinema

del reale»).

In questo conflitto, dalla riproduzione alla creazione, da ciò che è stato visto a ciò che si può vedere solo al

cinema, Michael Bay è come se ci chiedesse di ripensare quanto pensiamo di sapere del cinema. L'ineffabile

bellezza dei calcoli in virgola mobile che permettono ai Pixel di combinarsi a velocità inimmaginabili creano,

davvero, immagini mai viste. Sin dal primo episodio della serie, nel quale il lunghissimo finale di fatto anticipa

la «poetica» dei capitoli successivi, e che sarà amplificato nella «battaglia di Chicago» del terzo capitolo, Bay

lavora al superamento dell'idea stessa di blockbuster producendo così un paradossale cinema d'autore retto

da ossessioni e temi ritornanti. In ogni segmento della serie, c'è un momento di implosione nel quale i film

diventano addirittura opachi nella loro bellezza industriale. Il Transformer che sorge dalla piscina del

capostipite, i robot scorpione del sequel che emergono dalla sabbia, la vertiginosa caduta dal grattacielo

spezzato in due del terzo episodio, sono la firma di un cineasta che presta un'attenzione ossessiva non solo

ai dettagli fisionomici delle macchine ma anche agli ambienti nei quali queste sono calate e agiscono. Un'altra

idea di realismo, se si vuole, schiettamente documentaria. Optimus Prime e Megatron (i nomi dei due

Transformers sono stati creati da Jim Shooter della Marvel in collaborazione con Denny O'Neil e Bob

Budianski) sono la macchina cinema che si scruta nello specchio del digitale. Ed è probabilmente questo

l'apporto specifico spielberghiano al progetto Transformers, che esplode in tutta la sua hybris macchinica nel

terzo capitolo, il primo in 3D (il Bay astratto al suo meglio...). L'elemento che maggiormente affascina del

cinema di Bay è osservare come il suo primitivismo spettacolare diventa pensiero teorico. D'altronde già

Marshall McLuhan aveva compreso che la macchina è un estensione del corpo umano (quindi possiamo

immaginare i Transformers come «spettacolo» della mutazione del nostro principio di realtà...).

Infatti ogni film dei Transformers è un'industria a parte. Un'esposizione universale delle merci (basti pensare

ai titoli di coda che assumono le dimensioni di una vera e propria fabbrica). Ci vorrebbe un visionario come

Benjamin e un moralista come Burroughs per spiegarci cosa sta accadendo al cinema, «adesso», mentre

siamo seduti al buio a contemplare distruzioni che, nei momenti di lirismo più sfrenato, sembrano pure

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astrazioni pittoriche meccaniche. E anche lo sguardo è «passato». Tra(n)sformato per sempre.

Foto: SHIA LABEOUF

Foto: MEGAN FOX

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Cinema • CinemaIl 16 luglio nelle sale il quarto «Transformers» diretto da Michael Bay CinemaIl 16 luglionelle sale il quarto «Transformers» diretto da Michael Bay Lo sguardo fantastico Spericolato e puro l'immaginario del regista nel sequel. Una corsa frenetica dalle macerie di Chicago fino aHong Kong Giulia D'Agnolo Vallan

Il sole una palla di fuoco che illumina di rosa i campi circostanti. Una fattoria bianca sulla collina. Nella stalla

adiacente, montagne di ferraglie e circuiti, amorevolmente assemblati in «invenzioni», che però non

funzionano. Nella buca delle lettere una montagna di bollette non pagate. Transformers 4: l'Era

dell'Estinzione (sugli schermi italiani dal 16 luglio) , apre come un costosissimo spot su un idilliaco paesaggio

americano da Fifties, in un luogo identificato (per l'audience potsglobalizzazione), come Texas, Usa. Mark

Walhberg è Cade Yeager, un Archimede Pitagorico di provincia, vedovo e senza un soldo, accudito con quasi

esasperazione dalla figlia teen ager Tessa (Nicola Peltz).

Come prevedibile, Michael Bay, il detestatissimo e inarrestabile autore della più ambiziosa, incompresa,

incomprensibile, affascinante, delirante e monumentale franchise hollywoodiana del terzo millennio non

concede molti dei 166 minuti («uno in più dell'Andrei Rublev di Tarkovsky» ha notato con esasperazione

Andrew O'Hehir su «Slate»...) del suo nuovo film ad evocare Norman Rockwell.

Entro breve - ma non prima di essersi preso la soddisfazione, lui, l'autore più accusato di aver ucciso il

cinema, di far cominciare la storia in un cinema abbandonato che Cade vorrebbe salvare - Bay sprigiona

contro quel quadretto famigliare, analogico, lineare, tutta la forza d'urto del suo immaginario che di lineare,

analogico, rockwelliano e famigliare non ha proprio nulla. E, insieme a un vecchio camion scassatissimo

nascosto nel cinema, che si rivelerà esser Optimus Prime (il capo dei Transformers), presto arriveranno alla

fattoria degli Yeager gli strascichi della colossale «battaglia di Chicago» (Transformes 3: Dark of the Moon,

tuttora il più bello, con quel suo titolo un retro Pink Floyd), seguiti da una squadraccia di neri, sadici sgherri

della CIA, da un gigantesco cacciatore di taglie spaziale con la faccia da serpente, dal fidanzato irlandese di

Tessa e da un esercito di Tranformers replicanti, cucinati nel laboratorio di una multinazionale comandata da

Stanley Tucci, a partire dai frammenti della testa del peggior nemico di Optimus Prime, Megatron. La trama,

come sempre, è confusissima, la mitologia anche. Per seguire basta sapere che l'alleanza tra uomini e robot

è finita e che, traditi dagli umani, i Transfomers sono sulla lista dei «wanted», sia sulla Terra che in altre

galassie.

Dal Texas, a Langley, alle macerie di Chicago in corsa sfrenata verso il gran finale a Hong Kong (la Cina è il

secondo mercato cinematografico del mondo e, con incassi favolosi ha già ampiamente ripagato l'omaggio di

Bay), macinando product placements uno dopo l'altro, come pop corn (Budwiser, Gucci, Armani, Ducati,

Victoria Secret...) Transformers- L'Età dell'Estinzione combina il suo sfrontato cinismo commerciale e la sua

monumentale distruttività all'incanto dei film dipinti di Stan Brakhage e alla purezza teorica del 3D fatto in

casa di Ken Jacobs. Le forme gigantesche dei robot in continua, sempre più vertiginosa,

compo/scomposizione sono di una bellezza straordinaria, un'esperienza di cinema astratto in versione

blockbuster, un'ossessione d'autore da 165 milioni di dollari (secondo il budget ufficiale, ma saranno molti di

più), di cui la critica detesta la disumanità (quando, all'inizio del film, muore un Transformer, viene da

piangere; quando rimane incenerito l'amico di Yeager, non ti fa un baffo) e la mancanza di filo logico ma,

dietro al quale - stanno cominciando a sospettare- si cela «un film d'arte». Magari un po' noioso, come ha

scritto il critico del New York Times A.O. Scott.

Concettuale laddove Christoper Nolan è concettuoso, Michael Bay è l'antitesi del regista inglese di Inception,

le cui premesse pretenziose soddisfano più facilmente le aspettative dello spettatore «colto». Bay è un autore

di puro istinto visivo, sfrontatamente volgare, occasionalmente autoironico (come in Pain and Gain- Muscoli &

denaro), e con una passione fisiologica per il cinema. Non a caso (come fece con Joe Dante negli anni

11/07/2014 14Pag. Il Manifesto - Ed. Nazionale(diffusione:24728, tiratura:83923)

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ottanta/novanta) l'ombra di Steven Spielberg (in qualità di produttore) veglia sempre fedele sui Transformers,

libera di «fare cinema» spericolato, e lontano dagli obblighi della sua immagine più istituzionale.

Spielberg sembra ancora più presente in questo capitolo numero 4 dove, dal sottosuolo di una folta,

spettacolare, boscaglia cinese circondata da rocce grigie, emergono a spalleggiare i Transformers, i

Dinobots, immensi dinosauri metallici e una nuova famiglia di giocattoli Hasbro, forse (ma forse no) risultati

da un incrocio con alieni arrivati sulla terra milioni di anni prima, che presumibilmente Bay vuole coinvolgere

in futuri capitoli.

Come nel secondo e nel terzo sequel, L'Età dell'Estinzione riserva il meglio per gli ultimi cinquanta minuti, in

cui - un po' come aveva fatto con Chicago - Bay mette a ferro e fuoco mezza Hong Kong, patria di uno dei

cinema d'azione migliori del mondo e già teatro (anche lì un calcolo di mercato) del gran finale di Pacific Rim

di Guillermo del Toro. Come se non bastassero Wahlberg, i Transformers e un T-Rex Sputafuoco scatenati

per le strade dell'ex protettorato inglese, dal cielo arriva anche un'astronave che prima risucchia e poi risputa

auto, giunche, piroscafi e pezzi di città. No, Bay non e un regista fine o dalla mezze misure.. E questo quarto

capitolo non è bello come il precedente, ma è un film ipnotico che sfida, affascina, e reinventa, lo sguardo.

Foto: SOTTO E A SINISTRA DUE IMMAGINI DA «TRANSFOERMS 4, L'ERA DELL'ESTINZIONE»

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La scena /VAUGHN, SINGER FINO A JJ ABRAMS I talenti della nuova generazione blockbuster Cinefili e post moderni, dal gusto pirotecnico o malinconico, sono i maestri del genere capaci di maneggiarepiccoli e enormi budget, Il pubblico continua a vederli, ma l'attuale temperatura critica nei confronti del blockbuster hollywoodiano

d'azione estivo è freddissima: come se fosse diventato un genere privo di interesse, di idee (sono tutti

sequel..) e di una dimensione autoriale. Contro quel cliché questi sono i registi della nuova generazione da

non perdere.

Matthew Vaughn Inglese. Più uno sceneggiatore che uno stilista dell'azione è però passato con grande

naturalezza dal piccolo budget della sorpresa Kick Ass a quello mega di X-Men: First Class. Ha un bel senso

del racconto, dell'avventura e dei personaggi. E, come Joss Wehdon, cattura benissimo la dimensione

esistenziale del cinema fantastico

Mark Webb Ha debuttato con una commedia romantica (500 giorni insieme), quindi il passaggio a grosso

cinema d'azione non era scontato. Però sono belli i suoi The Amazing Spider-Man, specialmente il secondo,

che ha una mise en scene elegante, è raffinato d'immagine, nei colori e nell'uso del 3D. Il terzo capitolo della

serie, sempre suo, è in lavorazione.

Brian Singer Grande stilista d'immagini, ha un senso dell'azione elegante e preciso e un rapporto intenso con

il cinema fantastico, che traduce in una dimensione malinconica. Ha personalizzato la saga degli X-Men (di

cui ha diretto il primo, il secondo e l'ultimo capitolo) non solo visivamente ma anche nella sua dimensione

esistenziale. Ha fatto il più strano e bello dei Superman post Christopher Reeve, Superman Returns. E il suo

film Il cacciatore di giganti è ingiustamente sottovalutato

JJ Abrams Cinefilo post postmoderno, agilissimo anche alla tv (Alias e Lost le sue serie migliori) È il più

«artisticamente» riconosciuto dei «nuovi» registi di blockbuster, e l'erede della luccicanza di Spielberg (di cui

Bay è la progenie dark). Non a caso, dopo essersi fatto le ossa con due Star Trek (nel 2009 e nel 2013) e un

Mission Impossible (nel 2011) è andato a lui il compito difficilissimo di rilanciare la saga di Star Wars, di cui

sta girando il settimo capitolo.

Justin Lin Taiwanese di Taipei, ha legato il suo nome soprattutto alla serie dei Fast & Furious. Dopo uno

scoppiettante terzo capitolo, privo però dei protagonisti titolari, rilancia la franchise con un gusto pirotecnico e

un virtuosismo visivo che nemmeno l'autoironico machismo di Vin Diesel riesce a occultare. Nell'arco di tre

capitoli, uno più fragoroso e paradossale dell'altro, rilancia una serie che sembrava morta. Jason Bourne è il

prossimo che attende di essere rianimato da Justin Lin.

Joss Whedon Geniale autore televisivo, Buffy è una pietra miliare, Whedon è riuscito nell'impresa di portare

al cinema gli Avengers onorando sia la serie classica di Roy Thomas e John Buscema che le innovazioni

introdotte da Brian Michael Bendis. Dotato di uno sguardo in grado di dialogare sia con il digitale che le

complessità dei personaggi così come queste si sono andate definendo attraverso le serie tv più innovative,

con gli Avengers Whedon ha creato istantaneamente un modello e un prototipo.

Matt Reeves Discepolo di J.J. Abrams, si è fatto notare con un blockbuster di notevole interesse come

Cloverfield prima di girare il remake di Lasciami entrare di Tomas Alfredson, l'ottimo Let Me In, e

probabilmente superiore al celebrato originale. Sceneggiatore per Steven Seagal (Trappola sulle montagne

rocciose) e per James Gray (The Yards), ha firmato la regia del secondo capitolo del reboot della neonata

saga del Pianeta delle scimmie.

Gareth Edwards Inglese, autore di un promettente Monsters che già tradiva il suo amore per i kaiju-eiga

nipponici, corona il suo sogno con un Godzilla molto interessante che se evidenzia pecche drammaturgiche,

esalta la precisione da otaku nel celebrare il re dei mostri in tutta la sua magnificenza. Un cineasta in piena

transizione.

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G.D.V e G.A.N

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L'EVENTO Cinecittà World, il parco a tema «Sarà un divertimento da Oscar» VENTI ATTRAZIONI ADRENALINICHE ATMOSFERE LEGATE AI FILM DEL PASSATO L'APERTURA IL 24LUGLIO Gloria Satta Giovedi 24 luglio, alle 10 di mattina, il mostro centenario Moloch inghiottirà nelle sue fauci i primi visitatori

paganti di Cinecittà World. Intanto ieri la gigantesca scenografia progettata dal tre volte premio Oscar Dante

Ferretti in omaggio al primo kolossal italiano (Cabiria di Pastrone, 1914) ha accolto le autorità e un migliaio di

invitati all'inaugurazione dell'unico parco dei divertimenti italiano dedicato al cinema e costruito-con un

investimento di 250 milioni-a Castel Romano sulla via Pontina, dove negli anni '60 sorgevano gli studios di

Dinocittà. Venti attrazioni adrenaliniche, otto set cinematografici e le montagne russe più spericolate d'Europa

con il loro "giro del cobra", un villaggio western in cui risuonano le note di Ennio Morricone, quattro ristoranti e

la "drop tower" che garantisce cadute da brivido, e poi il trenino che si immerge a tutta velocità in un laghetto,

i negozi della Main Street, l'area dei bambini: Cinecittà World, scaturita dalla fantasia di Ferretti, è insieme

intrattenimento di ultima generazione e omaggio al cinema che continua a nutrire l'immaginario collettivo.

ENTERTAINEMENT "Un divertimento da Oscar": è la promessa che ti accoglie nei 25 ettari del parco. «Lo

sviluppo dell'economia italiana si fonda su due pilastri: l'internazionalizzazione del made in Italy e la

valorizzazione dell'entertainement»: è questa la scommessa di Luigi Abete, promotore dell'iniziativa e

presidente di Ieg, il gruppo che sta alla base del progetto e i cui principali azionisti sono Andrea e Diego Della

Valle, Aurelio e Luigi De Laurentiis e la famiglia Haggiag con la partecipazione di Generali

Properties.Previsione: un milione e mezzo di visitatori all'anno. Ferretti, che lunedì volerà a Taiwan per

raggiungere Scorsese sul set di Silence, ha attinto alla sua storia di scenografo. «Sono tornato con la

memoria a Pasolini, Fellini, Scorsese, Gilliam», racconta, «e ho citato le scenografie dei loro film. L'elefante

alto 25 metri è ispirato al Barone di Munchausen, ho ricreato la Broadway Street di Gangs of New York e il

villaggio western pensando a Leone. L'ingresso non poteva che essere Cabiria». TRADIZIONE Degli azionisti

di Cinecittà World, Aurelio De Laurentiis è quello che ha il dna cinematografico. «Proprio qui», racconta il

produttore con una certa commozione, «da bambino ho passato le mie estati più felici sui set di papà Luigi e

di zio Dino». Affiorano i ricordi: l'incendio che John Huston, durante le riprese della Bibbia, non riusciva a

creare («dovette aiutarlo Blasetti»), le riprese de I due nemici con Sordi e Niven. Tempi gloriosi «in cui il

cinema all'italiana si faceva con amicizia e rispetto». Aurelio e suo figlio Luigi credono in Cinecittà World:

«Sfiderà con successo», spiegano, «i competitor internazionali».

11/07/2014 24Pag. Il Messaggero - Ed. Nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)

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Castel Romano Dal 24 luglio il primo Parco Tematico dedicato ai film Apre Cinecittà World con le opere di Ferretti e le note di Morricone Tappeto rosso Ieri all'inaugurazione il sindaco Ignazio Marino e il ministro Franceschini Dina D'Isa CinecittàWorld, ilpiùgrande parco a tema in Italia dedicato al mondo del cinema, che è stato allestito a Roma

nel comprensorio di Castel Romano, doveDino De Laurentiis costruì i suoi studios negli anni '60, aprirà al

pubblico dal 24 luglio. A relizzarlo la IEG, i cui azionisti principali sono Luigi Abete, Aurelio De Laurentiis e la

famiglia Haggiag. Il primo parco tematico in Italia dedicato al mondo del cinema è stato disegnato dal tre volte

Premio Oscar Dante Ferretti e vanta la colonna sonora del premio Oscar Ennio Morricone, cui è dedicata

l'area western. Grande evento ieri, dalle 17 con l'inaugurazioneperlepersonalità: attesiil Presidente del

Consiglio Matteo Renzi (che ha poi rinunciato al tour), il ministro Dario Franceschini e il sindaco di Roma

Ignazio Marino, con oltre mille invitati del mondo del cinema, della cultura e delle imprese. Il parco offre 20

attrazioni, 8 set cinematografici, 4 teatri per spettacoli, 4 ristoranti tematizzati e diverse aree food. Le

attrazionisonoemozionantiedinnovative, adrenaliniche e ricche di effetti speciali (con le montagne russe

dedicate all'Inferno di Dante dal giro all'indietro); c'è poi un'intera area dedicata aipiùpiccoli(apartire

daunmetro di altezza). Ragazzi e genitori potranno divertirsi ciascuno nella propria area tematica preferita,

ogni giorno, dalle 10 alle 23 e, con oltre 260 giorni di apertura annua prevista, si colloca come uno dei parchi

con la stagioned'aperturapiù lungad'Europa. Il biglietto intero d'ingresso con l'accesso a tutte le attrazioni e

agli spettacoli del Parco avràvalidità giornaliera e un costo di 29 euro, quello ridotto (bambini fino a 10 anni e

over 65) costerà 23 euro, mentre il pacchetto famiglie (2 adulti e 2 bambini) si pagherà 95 euro. «Ame

leattrazioni fanno paura,perCinecittàWorld horealizzato solo le scenografie e per disegnarle sono andato

indietro con la memoria, nonostante l'Alzheimer- ha dettoscherzandoil premioOscar Dante Ferretti - Ho avuto

la for tuna d i g i rare tant i f i lm aCineci t tà e a Dinoci t tà , dove ora sorge questo parco

tematicoedovelavoraiapellicole come "Edipo Re" e "Lo sbarco di Anzio". Ho collaborato con

grandiregisticomePasolini,Fellini e Scorsese, al quale ho reso omaggio ricreando Broadway Street di "Gangs

of New York". Poi ho disegnato l'Elefante Erawan ispirandomi al "Barone diMünchausen", mentrela porta

d'ingresso si ispira a "Cabiria". Ho ricostruito qui non solo ciò che è stato fatto a Cinecittà, ma ho voluto

portare anche il buon cinema italiano», ha concluso lo scenografo sottolinenando con ironia che lui «più che

un oratore è un oracolo». L'espansione di Cinecittà World avverrà gradualmente, parola di Emmanuel Gout,

presidente Cinecittà Parchi spa, che ha annunciato l'apertura di nuovi «75 ettari dedicati a sport avventura e

natura: un'area non edificabile. Con la regione Lazio stiamo lavorando per allargare l'offerta con questo

polmone verde già dalla primavera dell'anno prossimo». Sarà inoltre pubblicizzato nei prossimi giorni «il

pacchetto "Cinecidormi", che costerà 49,50 euro e comprenderà pernottamento e ingresso al parco», ha

aggiunto Riccardo Capo, direttore di Cinecittà Parchi spa. «Quando sarà necessario - ha detto Luigi Abete,

presidente di IEG Italian Entertainment GroupSpaeamministratoredelegato di Cinecittà Entertainment Spa -

realizzeremo un albergo con 200 camere, ma solo dopo le richieste del mercato. Se non ci saranno ulteriori

intoppi, il Luneur aprirà poi nella primavera del 2015: il suo focus sarà differente rispetto a Cinecittà World e

sarà incentrato sui bambini da 0 a 12 anni. Quello del Luneur è un progetto su cui siamo entrati

successivamente a Cinecittà World (progetto in atto da 10 anni), da quando, 6 anni fa, ci siamo trovati ad

essere aggiudicatari del bando, abbiamo avuto molti problemi a liberare l'area, c'erano veri e propri occupanti

che non volevano abbandonare il territorio. Iritardi nei lavorisono legati minimamente alla burocrazia e in gran

parte ai contenziosi con i vecchi utilizzatori abusivi che abbiamodovuto risolvere.Li abbiamo vinti tutti, ora

siamo finalmente in grado di realizzare il progetto. Le nuove attrazioni si integreranno con le pre-esistenti e

sarà incentivata la visita combinata dei due parchi: Luneur e Cinecittà world. Crediamo che il 2015 per gli

Studios sarà l'anno del rilancio, quello in cui tornerà il cinema americano, anche grazie alla nuova normativa

del tax credit, a firma del ministro Franceschini. E anche Cinecittà World permetterà vantaggi sinergici con gli

11/07/2014 25Pag. Il Tempo - Ed. Nazionale(diffusione:50651, tiratura:76264)

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Studios. Le produzioni televisive a Cinecittà si sono ridotte ed ora, negliStudios,si fasoprattutto cinema

italiano, anche se le produzioni si contano sulle dita di una mano e restano solo pochi giorni.Glistudiosdevono

tornare ad essere attrattivi delle produzioni internazionali. Ora con la nuova normativa tax credit non siamo

p i ù s v a n t a g g i a t i r i s p e t t o L o n d r a e B e r l i n o , c h e f i n o a d o g g i a v e v a n o c o s t i p i ù

bassi.Inoltresonoinviadirisoluzioneiproblemi legatialla ristrutturazione e all'ampliamento dei teatri e credo

proprio che, nel 2015, gli Studios daranno un contributo positivo. Anche Cinecittà World creerà vantaggi

indiretti agli Studios, a partire dalla compensazione dell'Iva in questo modo potremo presentareaiproduttori

internazionalicostifinanziari piùbassi, cosa che non potevamo fare senza ilParco.Inoltre qui abbiamoanche

altre aree per le scenografie a servizio degli Studios».

Foto: Scenografia L'elefante Erawan disegnato da Ferretti che sostiene un'attrazione di Cinecittà World

Foto: Evento L'ingresso di Cinecittà World ideato da Ferretti che si è ispirato a «Cabiria» e le montagne russe

dedicate all'«Inferno di Dante»

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spettacoli la rassegna A Roma quest'anno si vedono solo flm fantastici In due tempi la trentaquattresima edizione del Fantafestival a Roma, che aprirà il 14 luglio (fno al 18 luglio) al

Cinema Barberini, per poi riprendere dal 5 al 7 settembre alla Sala Trevi. Ad arricchire quest'anno la Mostra

Internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico sarà una particolare attenzione allo sguardo

femminile, con il premio internazionale Mary Shelley alla migliore regista di genere e la rassegna Le eroine

del cinema fantastico italiano , realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale - Cineteca Nazionale

per ripercorrere il cinema di genere italiano dalla fne degli anni Settanta alla fne dei Novanta. Tra gli eventi

collaterali del festival, il 17 luglio il Multisala Barberini ospiterà l'evento Z-Day, che prevede la proiezione in

anteprima di April Apocalypse di Jerrett Tarnol, una premiazione dei migliori make-up zombie e una Zombie

Walk da Villa Borghese a piazza Barberini. Prevista anche la rassegna di cortometraggi FantaCorti, con

all'interno la sezione dedicata al cinema spagnolo FantaSpagna. Attesi flm del festival sono il canadese

Antisocial di Cody Calahan, lo svizzero Chimères di Olivier Beguin e il serbo Mamula - Nymph di Milan

Todorovic. (tiziana lo porto)

11/07/2014 108Pag. Il Venerdi di Repubblica - N.1373 - 11 Luglio 2014(diffusione:687955, tiratura:539384)

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Cultura Cinema Dalla Cina Il premio non va a nessuno L'associazione dei registi cinesi si ribella alla censura di Pechino Colpo di scena alla cerimonia di consegna

dei premi che ogni anno l'associazione dei registi cinesi assegna ai migliori film nazionali. L'organizzazione

ha rifiutato di assegnare i riconoscimenti riservati al miglior film e al miglior regista vista l'impossibilità di

premiare Jia Zhangke e il suo film Il tocco del peccato , già vincitore della Palma d'oro per la migliore

sceneggiatura al festival di Cannes del 2013, visto che la pellicola è stata vietata in Cina dalle autorità.

L'iniziativa è partita da un altro regista, Feng Xiaogang, e ha sollevato un gran polverone. Feng è un regista

molto popolare, tanto da essere considerato "lo Spielberg cinese". Le sue commedie attirano al cinema

milioni di persone e sono regolarmente campioni d'incasso al botteghino cinese. In questo modo ha suonato

un campanello d'allarme sulla situazione degli autori cinesi in un paese dove la maggior parte degli artisti è

sofocata dalla censura. Feng ha voluto denunciare che le uniche pellicole a essere premiate in Cina sono

quelle inluenzate dal cinema hollywoodiano, che non solo danno un'immagine fasulla del paese, ma

abbassano anche la qualità di tutta la produzione cinematografica nazionale. È una presa di posizione

coraggiosa ed è significativo che venga da un personaggio come Feng Xiaogang. Cahiers du cinéma

Massa critica Dieci film nelle sale italiane giudicati dai critici di tutto il mondo IL PArADIso... sTorIEs wE

TELL TuT TE ConTro LuI GrAnD buDAPEsT... quEL ChE sAPEvA... MAPs To ThE sTArs bIG wEDDInG

JErsEy boys InsIEME PEr forzA synECDoChE, ny

In uscita La ricostruzione Di Juan Taratuto. Con Diego Peretti, Claudia Fontán, Alfredo Casero. Argentina

2013, 93' Dopo film come No sos vos, soy yo o Un novio para mi mujer , Juan Taratuto si è guadagnato

una meritata fama di genio della commedia. Con La ricostruzione il Woody Allen di Buenos Aires ha sorpreso

tutti, cambiando completamente registro, spostandosi agli antipodi cinematografici della commedia. Partendo

da una sceneggiatura solida, scritta da lui stesso, Taratuto ha messo insieme un film che cattura lo spettatore

dall'inizio alla fine, anche grazie al potere magnetico di Diego Peretti. Il film è drammatico e ha momenti molto

duri, ma Taratuto sceglie di non abbandonare del tutto la sua amata commedia e trova il modo di strapparci

anche qualche sorriso. Álvaro Martín, El Antepenúltimo Mohicano Il paradiso per davvero Di Randall Wallace.

Con Greg Kinnear, Kelly Reilly, Connor Corum. Stati Uniti 2014, 100' Ecco un nuovo spot di

cinevangelismo che, se non altro, rispetto a precedenti peggiori, ha una certa pesantezza teatrale a

sostenerlo. Dopo un intervento di appendicite, un bambino di quattro anni, sostiene di essere stato in

paradiso. Il regista Randall Wallace (che in passato ha collaborato con Mel Gibson) con questo film "tratto da

una storia vera" voleva sollevare un dibattito. Forse sul declino degli standard di sicurezza in anestesiologia.

Mike McCahill, The Guardian

Foto: Il tocco del peccato

11/07/2014 81Pag. Internazionale - N.1059 - 11 Luglio 2014(tiratura:130000)

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La tv perde il 4,6%. Mediaset -5% Rai a -7%, Sky +5%, La7 -3% CLAUDIO PLAZZOTTA Il comparto televisivo frena in maniera evidente in maggio, con investimenti pubblicitari in calo del 4,6% sullo

stesso mese del 2013. Lo stop porta a un segno negativo anche per la raccolta tv complessiva di gennaio-

maggio, a 1,6 mld di euro, giù dello 0,7% sul medesimo periodo 2013. Tra i grandi gruppi televisivi, l'unico a

crescere pure in maggio è Sky, con 38,5 milioni di euro (+5%), e una raccolta totale di 175 milioni (+11%) nei

primi cinque mesi dell'anno. Per il resto, maggio è negativo in Rai (-7%), Mediaset (-5%), La7 (-3%), Mtv (-

17%) e Deejay tv (-19%), mentre i canali K2 e Frisbee ex Switchover Media ora del gruppo Discovery, con

una raccolta di 1,5 mln in maggio, salgono del 12%. Regina del mercato resta sempre Mediaset, le cui tv

hanno intercettato 950 milioni di investimenti pubblicitari tra gennaio e maggio (-3,1% sullo stesso periodo

2013). La raccolta del Biscione vale oltre due volte e mezzo quella di Rai pubblicità, che è a quota 366 mln (-

0,8%). A suo volta viale Mazzini pesa circa il doppio rispetto a Sky (175 mln) che, a suo volta, vale poco più

del doppio di La7 (la tv di Urbano Cairo ha incassato 72 mln nel periodo gennaiomaggio, +1,6%). Mtv, con i

suoi 23 milioni complessivi, rimane in crescita del 12% nei primi cinque mesi, nonostante la pesante frenata

di maggio, K2 e Frisbee sono a 9 milioni (+21%) e, fanalino di coda, ecco Deejay tv a 3,5 mln, giù di quasi il

20% sul 2013 che già era stato un anno pessimo. Raccolta gennaiomaggio 2014 (mln di euro) Var % sullo

stesso periodo 2013 Var % maggio 2014 vs maggio 2013

Foto: Così gli investimenti in televisione

11/07/2014 4Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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Apertura il 24 luglio per il parco dedicato al cinema di Roma. Investimento da 250 mln Cinecittà World, pronti al ciak Progetto e musiche dai premi Oscar e spazio all'adrenalina PIERRE DE NOLAC Cinecittà World, il più grande parco a tema in Italia dedicato al mondo del cinema, allestito a Roma nel

comprensorio di Castel Romano, proprio dove Dino De Laurentiis costruì i suoi studios negli anni 60, aprirà al

pubblico il 24 luglio. Un investimento pari a 250 milioni di euro, per un'occupazione diretta e indiretta di circa

mille addetti, fi rmato da Ieg, Italian entertainment group, i cui principali azionisti sono Luigi Abete, Andrea e

Diego Della Valle, Aurelio e Luigi De Laurentiis e la famiglia Haggiag con la partecipazione di Generali. Il

primo parco tematico in Italia dedicato al mondo del cinema è stato disegnato dal tre volte premio Oscar

Dante Ferretti e vanta una colonna sonora del premio Oscar Ennio Morricone, a cui è dedicata l'area western

del parco. Il parco offre 20 attrazioni, 8 set cinematografi ci, 4 teatri per spettacoli di grande impatto tra cui lo

show permanente Enigma fi rmato da Filmmaster Events, 4 ristoranti tematizzati e di qualità e diverse aree

food. Attrazioni emozionanti e innovative, adrenaliniche e ricche di effetti speciali (come il Super Splash e

l'Intamin Coaster a 10 inversioni), e di diversa tipologia (adrenaliniche, family, kids). Oltre 260 giorni di

apertura annua prevista, si colloca come uno dei parchi con la stagione d'apertura più lunga d'Europa. Il

biglietto intero d'ingresso per Cinecittà World avrà validità giornaliera e un costo di 29 euro mentre quello

ridotto (bambini fi no a 10 anni e over 65) costerà 23 euro. Cinecittà World prevede un pacchetto famiglie,

valido per 2 adulti e 2 bambini, per un costo di 95 euro. L'espansione di Cinecittà World avverrà

gradualmente «abbiamo lo spazio a disposizione», parola del presidente Cinecittà Parchi spa di Emmanuel

Gout, che ha annunciato l'apertura di nuovi «75 ettari dedicati a sport avventura e natura: un'area non edifi

cabile. Con la regione Lazio stiamo lavorando per allargare l'offerta con questo polmone verde già dalla

primavera dell'anno prossimo». Dopo essere entrati a Cinecittà World, passando dentro l'enorme bocca del

Moloch del fi lm Cabiria, il primo grande kolossal girato in Italia, di Giovanni Pastrone e Gabriele D'Annunzio

del 1914, lo scenario cambia e ci si ritrova nella main street del parco a tema, dove è possibile trovare il

primo corner M&m's d'Italia, ispirato alla New York degli anni 20. Il terzo set, invece, è dedicato ai bambini e

si chiama Sognolabio. Ispirato al genere fantasy, ospita la Splashbattle, un percorso di barche a 8 posti per

tutta la famiglia, equipaggiate da cannoni che sparano acqua. Per i più coraggiosi e alla ricerca di una scarica

di adrenalina, i set Erawan, Altair e Aktium: il primo celebra i film di avventura del 1950 ed è incentrato sul

tempio del Dio elefante Erawan, sulla cui schiena è realizzata la Drop Tower, una torre di 60 metri d'altezza,

dai quali i visitatori simuleranno una caduta libera. Altair è invece un'astronave da poco sbarcata sulla Terra:

si tratta di un «10 inversion coaster». Infine, nel set Aktium si trova il Water ride, che appartiene alle attrazioni

d'acqua Super Splash. E poi, in fondo, si approda al villaggio western ispirato ai fi lm di Sergio Leone, con la

colonna sonora dal vivo delle musiche di Ennio Morricone e i fi guranti vestiti da pistoleri. Al centro del parco,

infi ne, si trova la piazza Dino De Laurentiis, omaggio al fondatore degli Studios, caratterizzata da una

fontana tra le più lunghe d'Europa: 95 metri di lunghezza per 13 di larghezza.

Foto: L'ingresso di Cinecittà World

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ASCOLTI BASSI La7 blocca le coproduzioni delle serie tv con Sky CLAUDIO PLAZZOTTA La7 blocca le coproduzioni delle serie tv con Sky Plazzotta a pag. 19 Urbano Cairo, sistemati i conti di La7, si

porta a casa Giovanni Floris con un contratto di cinque anni e Simona Ventura per la conduzione di Miss

Italia. Dice stop alle coproduzioni con Sky perché quei contenuti, poi, in seconda visione su La7 fanno bassi

ascolti, lavora al lancio di nuovi canali grazie al multiplex appena acquistato e, come azionista di Rcs, si

augura che il management di via Rizzoli non chieda ai soci altre iniezioni di capitale. Scaramantico come da

tradizione, eccolo a presentare i palinsesti autunnali di La7, di cui è editore, al Four Seasons di Milano, che lo

ha accompagnato negli anni in tante conferenze stampa fortunate. Ecco il suo pensiero in pillole. In un anno

abbiamo sistemato i conti di La7. La7, leggevo su ItaliaOggi, perdeva 100 mln all'anno. E lo faceva ormai da

molti esercizi. Una situazione preoccupante. Con la nostra gestione, che dura da poco più di un anno, i conti

sono a posto, non abbiamo toccato la dote di Telecom Italia, che era di 88 milioni di euro, e che non si può

usare a fi ni diversi dalla ristrutturazione di La7 fi no al 30 aprile 2015. Siamo stati bravi a raffreddare i costi,

che prima erano eccessivamente alti. Ma la distribuzione di un dividendo straordinario non è la prima cosa

che mi viene in mente. Il mux lo useremo per lanciare nuovi canali. Poiché i risultati sono stati sin da subito

positivi, abbiamo potuto anche fare investimenti: in programmi e personaggi nuovi, e nell'acquisto del

multiplex, che verrà usato da La7. Intendiamo essere più indipendenti e lanciare nuovi canali. Il mux sarà

operativo dalla fi ne del 2015. Floris ha fi rmato un contratto di cinque anni. Abbiamo ingaggiato Giovanni

Floris con un contratto lungo, di cinque anni. Non entro nei dettagli economici (si parla di circa 6 milioni di

euro complessivi, ndr). Inizierà a metà settembre, con un programma in prima serata al martedì, dove la fi

nestra di apertura sarà a cura di Maurizio Crozza, che quindi non lavorerà più per Ballarò su Rai Tre. Floris,

poi, condurrà una striscia quotidiana alle 19,40 (quattro-cinque volte a settimana) che servirà a lanciare

meglio il tg di Enrico Mentana. Ingaggiando Floris risolviamo anche un problema: prima, al martedì sera, il

pubblico di La7 ci lasciava per vedere Floris su Rai Tre. Ora Floris l'abbiamo noi. Puntiamo molto sul prime

time, dove siamo già al 5,1% di share. Nel palinsesto di La7 avremo Piazza Pulita di Corrado Formigli il

lunedì, Floris il martedì, il mercoledì penso a una staffetta tra Giulia Innocenzi con Announo (6-8 puntate), Le

Invasioni barbariche di Daria Bignardi (12 puntate), L'aria che tira stasera di Myrta Merlino, e Grey's Anatomy.

Il giovedì Michele Santoro e il suo Servizio pubblico, il venerdì Maurizio Crozza, il sabato una fi ction e la

domenica La Gabbia di Gianluigi Paragone e poi In onda con Salvo Sottile e Alessandra Sardoni. Per La7 è

strategica la prima serata, dove siamo al 5,1% di share e in cui si concentrano la gran parte degli investimenti

pubblicitari. Il gruppo Discovery, tanto per dire, in prima serata è al 4% con sei canali diversi e con target non

omogenei. Ventura per Miss Italia. Simona Ventura arriva per condurre la serata fi nale di Miss Italia, il 14

settembre. Ma è stata chiamata da Magnolia, che produce l'evento. Non abbiamo parlato di altri progetti con

lei. Stop alle coproduzioni con Sky. Non ci sono altri progetti di coproduzioni con Sky. In passato abbiamo

coprodotto alcune serie con loro, ma crediamo che vi sia una certa sovrapposizione tra il pubblico di Sky e

quello di La7. Per cui, quando su La7 vanno in onda serie già trasmesse su Sky, fanno ascolti molto bassi,

come In Treatment. Non so ancora quando programmeremo Gomorra. L'informazione interessa a milioni di

persone tutti i giorni. Non credo di avere un palinsesto troppo sbilanciato sull'informazione e

l'approfondimento. In Italia ci sono milioni di persone che amano questo genere. Il lunedì Piazza pulita,

Quinta colonna e Report intercettavano il 18% di share. Ballarò il martedì era visto da 8-9 milioni di persone.

Un sacco di gente, quindi. E noi siamo l'unica rete con sei appuntamenti in diretta in prime time alla

settimana. Raccolta pubblicitaria: primi sei mesi in pareggio sul 2013. I primi sei mesi di raccolta pubblicitaria

di Cairo communication? Direi at, in pareggio sul 2013: la tv cresce leggermente, la stampa cala

leggermente. Rcs, no ad altri aumenti di capitale. Avevo il 3,7% di Rcs, che però è sceso attorno al 3% dopo

la diluizione delle quote per l'operazione sulle azioni risparmio. Ho votato contro il bilancio 2013 perché non lo

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condividevo. Ma credo che non siano belle tutte queste polemiche tra azionisti di Rcs fatte sui giornali. Non è

quella la sede giusta. Comunque di Rcs non me ne sto occupando, faccio parte del parco buoi. Spero non ci

sia un aumento di capitale, poiché gli azionisti hanno appena iniettato 420 milioni di euro nelle casse Rcs.

Non ho notizie circa la ristrutturazione del debito.

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Ciak, si gira: no alla fine di Cinecittà GABRIELLA GALOZZI Ciak, si gira: no alla fine di Cinecittà Gallozzi pag. 17 UN FESTIVAL AUTARCHICO, AUTOGESTITO IN

DIFESA DI CINECITTÀ, «BENE COMUNE». Un parco giochi sulla Pontina che alle glorie di Cinecittà s'ispira:

Cinecittà World, inaugurato ieri in pompa magna e aperto al pubblico dal 16 luglio. E poi, la vera Cinecittà con

le sue maestranze impegnate in una appassionata lotta di resistenza contro un piano industriale che vuole

aggiungere cemento (garage, alberghi, aree fitness) là dove per storia e missione dovrebbe avere spazio

soltanto il cinema. È il «pasticciaccio brutto di via Tuscolana» quello a cui assistiamo da mesi, ormai, anni e

che ogni giorno di più segna il destino dell'ex «fabbrica dei sogni» di Fellini. E che ieri, è arrivato, all'apice con

una sorta di simbolico «duello» a distanza. Da una parte chi difende il patrimonio storico e culturale, gli studi

di Cinecittà appunto, logorati da una mala gestione privata, persino morosa nei confronti dello Stato che li ha

dati loro in affitto. Dall'altra quegli stessi privati che sfruttando lo storico marchio di Cinecittà, «bene comune»,

investono in un parco a tema, uno sfavillante «doppione» di carta pesta - persino la facciata è uguale a quella

di via Tuscolana - firmato da un grande come Dante Ferretti che, suddiviso in tanti set, con montagne russe e

giochi d'acqua, promette «magiche atmosfere» cinematografiche alle centinaia di visitatori paganti. Dietro al

nuovo colosso del «divertimentificio» su via Pontina, infatti, ritroviamo i soliti noti della cordata che gestisce

Cinecittà Studios: Luigi Abete - anche ai vertici di Bnl -, Andrea e Diego Della Valle, Aurelio De Laurentiis e

Haggiag, principali azionisti della Italian Entertainment Group, che ha l'80 per cento di Cinecittà Parchi,

società promotrice di Cinecittà World, il cui restante 20% è di Generali Properties del Gruppo Generali. «Via i

banchieri da Cinecittà. Via chi non ama il cinema», sarà infatti il grido di battaglia della nuova campagna in

difesa degli studi di via Tuscolana che partirà a settembre, corredata da proposta di legge popolare con

raccolta di firme, da portare a Strasburgo. L'iniziativa è ancora una volta promossa dai lavoratori degli Studios

che, ieri, sera hanno inaugurato il loro festival al parco degli Acquedotti, a due passi dai teatri di posa. Il titolo,

ma soprattutto il sottotitolo è esplicito: «Cinecittà Filmfestival, a sostegno dei lavoratori di Cinecittà Studios e

contro il piano di Abete». Fino a domenica compresa, proiezione dei capolavori girati a Cinecittà: da Intervista

di Fellini a Giù la testa di Leone , a Una giornata particolare di Scola, e ancora dibattiti, incontri e anche un

premio Ben Hur a Citto Maselli per il suo impegno militante nel cinema e in difesa del cinema. «Tra i tanti

riconoscimenti che ho ricevuto - spiega l'autore de Il sospetto - questo è quello che a cui tengo di più perché

viene dai lavoratori che si stanno battendo non solo per il loro posto ma per tutto il cinema italiano». La

vicenda di Cinecittà, sottolinea Maselli, «dimostra ancora una volta come sia fondamentale l'intervento

pubblico in ambito culturale». Il futuro di Cinecittà, infatti, resta ancora nebuloso, nonostante il tavolo di

trattativa aperto al Ministero dei Beni culturali e del Turismo. Al momento di certo c'è solo la rateizzazione del

debito di Studios da restituire allo Stato in 96 rate. «Un precedente incredibile dice Manuela Calandrini

lavoratrice di Cinecittà - quando c'è gente che si suicida perché non riesce a pagare l'affitto di casa». Resta

ancora aperta tutta la partita «occupazionale» relativa all'area della post-produzione. A dicembre termina il

contratto di solidarietà per 110 lavoratori e si profilano nuovi 54 esuberi. Dal canto loro le proposte non

mancano. Massimo Corridoni della Rsu, spinge per l'apertura di una scuola professionale interna agli studi,

così da offrire la possibilità di guardare al futuro per le nuove generazioni. Ma soprattutto l'obiettivo è una

riflessione vera sulla gestione degli ultimi 17 anni per riparare agli errori fatti in vista di un vero piano di

rilancio. Perché perdere Cinecittà, significa perdere un patrimonio culturale non solo del cinema, ma di tutto il

Paese.

Foto: Una foto scattata durante le riprese di un film girato a Cinecittà negli anni Sessanta

11/07/2014 1Pag. L Unita - Ed. Nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)

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L'avventura ecologica della regista Emanuela Piovano che tra un ciak e l'altro coltiva la vite sulla Serra diIvrea inseguendo non un affare ma una filosofia di vita "Non solo film io canto la terra col mio Erbaluce da utopia vegana" "Non si tratta di vendere un prodotto ma di recuperare una civiltà contadina e ridare ordine a un territorioferito" IL PREMIO Emanuela Piovano ha vinto il Globo d'Oro 2011 con il suo ultimo film "Le stelle inquiete",premiato dalla giuria come " Film da non dimenticare" Possiede due giornate di terreno coltivate a terrazzeTerra fertile e generosa erba lucente e l'habitat degli ulivi CLARA CAROLI «STA tutto nell'assonanza tra vite e vita», dice, cercando di spiegare il senso profondo di quel che fa. Parla di

«un'ecologia relazionale», a chilometro zero, che sposa cultura e terra, cibo e cinema, come di un'utopia

realizzabile, di una nuova civiltà in corso d'opera. Dello spirito rivoluzionario degli anni Settanta, quello delle

comunie dei kibbutz, Emanuela Piovano ha conservato lo slancio appassionato verso la campagna e l'idea

del coltivare.

Da molti anni risiede in un casale a ridosso della Serra di Ivrea, l'altopiano morenico che sovrasta il

Canavese, dove nel 2011 ha ambientato il suo film più recente, "Le stelle inquiete", dedicato a Simone Weil

(nel quale si racconta dell'incontro della filosofa con il contadino Gustave Thibon). Una tenuta a mezza costa,

lungo la Via Francigena, acquistata dal padre dall'ingegner De Benedetti e trasformata in modello di

coabitazione quando, trent'anni fa, il co-housing non si sapeva neppure lontanamente cosa fosse. Due

giornate di terreno, tra vigne e boschi, coltivate a terrazze «in totale armonia e sintonia con l'ambiente». Qui,

su questa terra fertile e generosa, dove l'erba è lucente e il microclima preserva persino gli ulivi, Piovano ha

messo a dimora il suo cuore. Da qualche anno coltiva con passione la vite e produce un Erbaluce che porta il

nome della sua tenuta: Orosia. «Come la santa di origine greca protettrice dei vignaioli- spiega- alla quale è

consacrata la cappella seicentesca di casa mia. Una chiesetta che la Curia ci ha chiesto di restaurare.

All'interno vi è una rappresentazione della Sindone». L'Erbaluce di Santa Orosia - realizzato in bottiglie

numericamente limitate e firmate dall'enologo Donato Lanati: «Un Erbaluce assolutamente vegano,

chiarificato con la terra, più leggero e cristallino», precisa lei - nasce dunque benedetto.E sponsorizzato,

racconta l'imprenditrice e regista, da una rete di enti, associazioni e cooperative, da Confagricoltura a

Coldiretti, che da anni si battono per fare anche del Canavese, oltre alle Langhe patrimonio dell'Unesco, un

modello universale di eccellenza agricola. Di questa eccellenza è testimonianza la storia di Remo Falconieri,

oggi ottantenne, che dopo una vita di lavoro all'Olivetti, per la quale ha ideato alcuni brevetti, ha scelto di

dedicarsi all'enologia. Con la figlia Lia e il socio Domenico Caretto, Falconieri ha fondato la Cieck, azienda

agricola leader nella produzione dell'Erbaluce di Caluso. A lui è dedicato il documentario "Ridente è la calma"

che Piovano ha prodotto con la sua Kitchenfilm, con la regia di Giacomo del Buono (aiuto di Veltroni nel film

"Quando c'era Berlinguer"). Un racconto in prima persona di un momento importante dell'avventura

aziendale: il trasloco dalla vecchia sede di Agliè all'attuale cantina di San Giorgio Canavese. Il film è

acquistabile su www. kitchenfilmshop. it.

«Un'ode al territorio ma anche il ritratto di un uomo che ha saputo mettere insieme tradizione e modernità

con una scelta coraggiosa e profondamente civile - dice Emanuela Piovano - Chi fa il vino oggi cerca un

rapporto diverso con il territorio, pratica una forma di ecologia diffusa, una particolare filosofia di vita e di

approccio all'ambiente. Non facciamo la Coca-Cola, non si tratta di vendere un prodotto ma di recuperare una

civiltà contadina e ridare ordine a un territorio che in passato è stato devastat o». Lei, racconta, ha ereditato

la tenuta - un ex ospedale psichiatrico di proprietà della famiglia Olivetti - in condizioni di degrado. «Era una

giungla - spiega - totalmente incolto. Affidai il design del verde a due bravissimi architetti dell'epoca che mi

proposero un progetto che avrebbe stravolto il paesaggio. Così decisi di ripristinare la vegetazione autoctona.

È una questione di cultura ambientale». In questi anni ha imparato a coltivare la vigna e la terra: «Che qui

non si zappa, come nelle Langhe, ma si trincia». E intanto continuaa produrree fare film, mescolando vino e

cinema in un'unica passione. «Comincerò a girare il mio prossimo lungometraggio a settembre, in Puglia -

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conclude- ispirato liberamente alla figura di Annabella Miscuglio, animatrice del Film Studio di Roma, autrice

di una censuratissima pellicola sulla prostituzione che fu preludio al celebre "Processo per stupro"».

VITA & VITE L'ETICHETTA Il suo Erbaluce si chiama Orosia, come la santa greca cui è intitolato il suo

podere LA VIGNA Emanuela Piovano coltiva la sua uva tra vigne e boschi «in totale armonia e sintonia con

l'ambiente» LA PELLICOLA Il film "Le stelle inquiete" dedicato a Simone Weil è stato girato proprio nella sua

tenuta

Foto: GLOBO D'ORO DEL 2011

Foto: TRA I FILARI Emanuela Piovano tra le vigne del suo fondo, a ridosso della Serra, con una bottiglia

d'Erbaluce

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CASTEL ROMANO / L'APERTURA IL 24 LUGLIO "Parco del cinema , un volano per Roma" RORY CAPPELLI ALL' INGRESSO ti aspetta il tempio di Moloch, dal film Cabiria , con le enormi mani e la bocca spalancata. Il

tre volte Oscar per la scenografia Dante Ferretti, chiamatoa ideare Cinecittà World, ha scelto il kolossal del

1914 per accogliere i visitatori di questo kolossal del divertimento. Entri nelle fauci ma non vieni sacrificato al

dio vendicativoe brutale di tante tradizioni: ti ritrovi semplicemente in una strada di Gangs of New York (ma

l'originale è rimasto nella Cinecittà sulla Tuscolana) altro film di Ferretti, e speri, ingenuamente, di incontrare

Leonardo Di Caprio.

< DI CRONACA FORSE non incontrerai mai nessun Leonardo Di Caprio, ma insomma qualche suggestione

questo posto te la provoca.

Ci sono otto set cinematografici con le scenografie progettate da Dante Ferretti. C'è il set di Cabiria . C'è la

Cinecittà Street, ispirata alla New York degli anni Venti. C'è il Sognolabio, completamente dedicato ai

bambini, e ispirato al genere Fantasy. C'è il set Aquila IV, un set interattivo di guerra. E poi ci sono teatri,

come l'Enigma, 1300 posti, e uno show permanente. Ci sono 20 attrazioni, le chiamano così, e sarebbero

quella specie di nave greco-romana che si lancia in acqua a velocità supersonica, o quella torre altissima

sulle spalle di un gigantesco elefante, Erawan, da cui si fionda un giapponese che quando arriva a terra ha

tutti i capelli dritti, barcolla, ma è felice. Ci sono quattro ristoranti a tema: uno per esempio nella zona Gangs

of New York , dove sarebbe bello incontrare Bill il Macellaio,e chissà magari con gli spettacoli che verranno

organizzati, pare, a ripetizione e ovunque, non sarà difficile trovarsi nel bel mezzo di una riproposizione di

scene del film, anche se è più che probabile, anzi, è certo, che non si tratterà purtroppo di Daniel Day-Lewis.

Gli investimenti sono stati notevoli: 250 milioni. Ma le aspettative sono altrettanto notevoli. Riccardo Capo,

direttore di Cinecittà World, un passato a Mirabilandia, arrivato qui a gennaio 2014, prevede che nei prossimi

cinque anni il parco diventi uno dei parchi tematici tra i più gettonati d'Europa, con 55 milioni di introiti. Per ora

le previsioni sono di un milione e mezzo di euro l'anno, vale a dire «cinquemila persone al giorno per 260

giorni di apertura l'anno». I posti macchina di fronte al parco sono tremila, c'è spazio a sufficienza per arrivare

in massa, insomma. Anche se, c'è da dire, il parcheggio, che ci si fermi un'ora o l'intera giornata, costa cinque

euro. «Per arrivare» spiega Capo, «se non siè muniti di macchina, ci sarà un servizio navetta dalla stazione

Termini e da Santa Palomba di Pomezia, che sarà su prenotazione. Chi acquisterà il biglietto del parco non

avrà un aggravio di costi e su Internet troverà gli orari di partenza. Forse includeremo una stazione

metropolitana. E nel futuro c'è anche il progetto di un albergo: che naturalmente sarà come un grande set

cinematografico».

Le persone impiegate a Cinecittà World sono 500 e altre 500 sono impegnate nei servizi di giardinaggio,

pulizie, cast artistico, manutenzione impianti, servizi di sorveglianza e reception, quindi impiegate in società

esterne. «Le 500 persone» spiega Capo «le abbiamo scelte con un bando regionale che prevedeva che

dovessero essere persone che non lavoravano da almeno sei mesi e che dovevano avere meno di 30 anni.

L'impegno del bando era di assumerne almeno il 50% di quelli di cui avevamo bisogno. Ne abbiamo presi più

del 60% e il 75% delle persone non lavorava da più di due anni. È stata un'occasione per tornare nel mondo

del lavoro. L'età media del parco degli impiegati del parco è di 33 anni».

Riccardo Bruno si è poi inventato l'Oscar dei dipendenti. «Verranno date a trenta visitatori a caso delle "card

un servizio da Oscar".

Alla persona che ti avrà colpito di più per un servizio che non ti aspettavi o per un sorriso in più, potrai dare la

card. Chi ne avrà raccolte di più vincerà un premio. Sa dove? In un altro parco!»

I NUMERI55 MILIONI Il fatturato è stimato per 55 milioni di euro Durante il 2015 sono attesi 1,5 milioni di visitatori Già

investiti nel progetto 250 milioni ATTRAZIONI I visitatori avranno a disposizione 20 attrazioni ma anche 8 set

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cinematografici ricostruiti, 4 teatri e 4 ristoranti EURO Il biglietto di ingresso darà accesso a tutte le attrazioni

del Parco Avrà un costo di 29 euro, ridotto a 23 per bambini fino a 10 anni e per over 65 ANNI L'idea del

progetto di Cinecittà World nasce nel 2003 Dopo oltre 10 anni tra burocrazia e lavori sarà aperto al pubblico il

24 luglio

1TEATRO 1 Qui ci sarà lo show permanente "Enigma": 1300 posti per uno spettacolo in 5 atti in omaggio alla

magia del cinema. Un viaggio con tecnologie all'avanguardia 2TEATRO 2 Qui, sulla sinistra, si trova il Teatro

2, dove si trova Darkmare, un'attrazione adrenalinica che riporta al genere thriller horror in bianco e nero

3SET AKTIUM Dedicato all'antica Roma, in Aktium si trova il water ride, attrazione Super Splash che arriva ai

22 metri ambientata in un edificio romano del I secolo 4SET 4 SOGNOLABIO Dedicato ai bambini, è ispirato

al genere Fantasy.

Il tema è il sogno e l'allestimento in scena è una vera e propria fabbrica dei sogni

Foto: LE ATTRAZIONI La piantina del parco giochi. I numeri 1 e 2 sono gli studios.

Il 3 le "montagne russe" ispirate agli acquedotti dell'antica Roma.

Al 4, lo spazio per i bambini

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Il caso Cinecittà World il parco del cinema dall'antica Roma agli spaghetti western Apre il 24 luglio il parco divertimenti alle porte della capitale. Un investimento di oltre 250 milioni di euro GIUSEPPE VIDETTI ROMA. Se in una sera di luglio Anna Magnani percorresse la via Pontina verso il suo Circeo adorato e

all'improvviso, passata Torvaianica, scorgesse con gli occhi pieni di mare le diavolerie che spuntano dai

vecchi studi Dinocittà tra oleandri e sugheri secolari borbotterebbe, accarezzando la bassotta Lillina: «Ma

guarda che s'è inventato quel megalomane di De Laurentiis». La stessa faccia stupefatta di chi si è inoltrato

tra le attrazioni di Cinecittà World - il ministro Franceschini, il governatore del Lazio Zingaretti, il sindaco

Marino (e un migliaio di vip che hanno partecipato alla cena inaugurale nel più prestigioso dei quattro

ristoranti del parco), tutti convinti che questo sia un modo geniale per rilanciare l'economia sul territorio. Negli

anni Settanta il grande Dino, in polemica con la legge Corona, abbandonò alle erbacce il suo quartier

generale e quegli studios che a 30 chilometri da Cinecittà coltivarono per oltre un decennio il sogno di una

seconda Hollywood sul Tevere.

Ora 25 di quei 150 ettari ospitano uno spettacolare parco tematico, Cinecittà World appunto, che apre al

pubblico il 24 luglio. Un investimento di 250 milioni, 100% privato, con azionisti del calibro di Luigi Abete,

Andrea e Diego Della Valle, Aurelio De Laurentiis e la famiglia Haggiag. Lo hanno presentato ieri Abete,

presidente dell'Italian Entertainment Group, Emmanuel Goût, Riccardo Capo, rispettivamente direttore

generale e presidente di Cinecittà Parchi, e Dante Ferretti, scenografo decorato con tre Oscar che ha messo

la sua sfrenata immaginazione al servizio di un progetto che si propone di coinvolgere 1,5 milioni di visitatori

all'anno in un viaggio ludico che celebra il cinema italiano, i fasti di Cinecittà e certamente anche quelli di

Dinocittà.

I lavori di Cinecittà World sono stati il segreto meglio custodito di questa Roma che, sudicia e sbeccata,

affronta un'altra estate. Nessuno immaginava le proporzioni dell'investimento, tantomeno le dimensioni

faraoniche di un parco che abbinasse scivoli e montagne russe a un concept intelligente e tutto italiano.

«Abbiamo usato la stessa strategia di comunicazione della Apple», confessa Emmanuel Goût durante una

visita guidata organizzata in esclusiva per Repubblica in ogni angolo del parco, comprese le attrazioni ad alto

livello adrenalinico.

«Tutto è stato pensato catalizzando nel progetto l'eccellenza italiana declinata in ogni minimo dettaglio. È

una sfida realizzata con azionisti solidi, che credono nel potere dell'entertainment. Anche in periodo di crisi».

Poi gira intorno alle parole con una grazia tutta francese per dire che in questo paese è prudente che non si

sappia troppo, meglio arrivare di corsa alla meta per evitare inciampi burocratici.

Anche Riccardo Capo, che proviene da Mirabilandia, pensa in grande e pone l'accento sulla dimensione

industriale di un progetto che prevede un fatturato annuo di 55 milioni: «Contiamo di entrare in cinque anni

nella top five dei parchi tematici del vecchio continente, al pari dell'Europa Park tedesco che si estende per

130 ettari e ha cinque milioni di visitatori all'anno».

Quando arriviamo davanti all'ingresso a H identico a quello di Cinecittà, la domanda è inevitabile: perché qui

e non sulla Tuscolana, soprattutto dopo la privatizzazione degli studios nel '98 e le polemiche scatenate dal

piano di ristrutturazione proposto da Abete nel 2012? «Primo perché è giusto che lì si continui a fare

produzione cinematografica», spiega Goût entrando nel primo degli otto set, sormontato dalla gigantesca

scenografia di Cabiria , il primo film muto italiano del 1914. «Secondo perché non avremmo avuto a

disposizione uno spazio sufficiente, qui abbiamo ancora 125 ettari da utilizzare in vista di eventuali

espansioni. Terzo perché Cinecittà è la fabbrica dei sogni, noi abbiamo trasferito qui le sue glorie in modo

che il visitatore possa interpretarle con un immaginario tutto suo, che si trovi sul set di spaghetti western (si

chiama Ennio's Creek, un omaggio a Morricone, che ieri sera si è commosso ascoltando qui le sue musiche)

o su quello ispirato a Bollywood (cadute vertiginose a testa in giù nel ventre dell'elefante Erawan di

11/07/2014 23Pag. La Repubblica - Ed. Nazionale(diffusione:556325, tiratura:710716)

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dimensioni giurassiche), nel Sognolabio peri più piccolio in uno degli studi e laboratori con attrazioni indoor,

nella tavola calda allestita con triclini romani o nel ventre di un autentico sottomarino, in una via della New

York anni Venti o sull'astronave Altair». Gli fa eco Abete: «La fabbrica dei sogni non è in agonia, statene certi,

nel 2015 il grande cinema americano tornerà a Cinecittà». © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE

DI PIÙ www.cinecittaworld.it repubblica.it/spettacoli/cinema/

Foto: LE ATTRAZIONI Le immagini del nuovo Cinecittà World: dall'alto, l'elefante di Bollywood, il villaggio

western, l'aquafan, l'ottovolante. In basso, la scenografia di "Cabiria"

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La storia Dal fumetti al cinema Nasce a Torino il film di Dylan Dog stefano priarone I successi di X-Men e Avengers non fanno per l'Italia, che ha tanti popolari personaggi a fumetti mal sfruttati

sinora dal cinema. Basti pensare a «Tex e il signore degli abissi», diretto nel 1985 da Duccio Tessari e

interpretato da Giuliano Gemma, davvero deludente anche se il successo dell'eroe del West su carta dura da

60 anni; o al film su Dylan Dog diretto tre anni fa da Kevin Munroe con Brandon Routh, detestato dagli

appassionati dell'Indagatore dell'Incubo creato da Tiziano Sclavi. La novità

Ma qualcosa forse cambierà il prossimo ottobre, con l'uscita di «La casa delle conchiglie», fan movie ispirato

al personaggio di Dylan Dog, diretto da Domiziano Cristopharo e scritto dal torinese Andrea Cavaletto, anche

sceneggiatore della serie a fumetti. Un film senza scopo di lucro, fatto da appassionati per appassionati,

realizzato da ottimi professionisti. «Da tempo sognavo di fare un corto che fosse un omaggio al mio mito

dell'adolescenza, e di cui da un po' di anni ho la fortuna di poter narrare alcune storie - dice Cavaletto, che

nasce come autore cinematografico - Sono stato convinto dalla passione per il progetto del regista Domiziano

Cristopharo». Interessante, anche se limitato, il cast. «Nel film ci saranno solo due personaggi, Dylan e la sua

fiamma del momento: l'attrice e blogger Veronica Gentili sarà Vivien, mentre Stefano Cassetti sarà il

protagonista: il suo sguardo e la sua espressività mi ricordano il Dylan disegnato dall'artista Nicola Mari». Nel

cast figura un altro torinese, Pasquale Ruju, prolifico sceneggiatore della serie. La trama

La storia è un horror alla H.P. Lovecraft, il celebre scrittore americano morto negli anni Trenta che ha

influenzato molti autori con la sua cupa mitologia fantastica. «La vicenda è ambientata in una fortezza

medievale abbandonata e perduta nella dolce campagna inglese. L'atmosfera che io e Domiziano vogliamo

ricreare - spiega Cavaletto - sarà debitrice del citato speciale di Dylan Dog, che personalmente ritengo una

delle migliori storie a fumetti che abbia mai letto. Ma lo script è originale e la storia dovrebbe stare in piedi da

sola. Se il protagonista ricorderà agli spettatori il Dylan dei fumetti, allora sarà un punto di merito in più per

tutti».

Non si tratta comunque di un film soltanto per gli appassionati.

Spero che «La casa delle conchiglie» possa piacere ai fan. Ma non lo faccio per loro, è piuttosto il mio tributo

di fan, prima che di scrittore, a Dylan Dog. Un atto di amore e rispetto nei confronti di un personaggio che mi

ha accompagnato per anni e che in silenzio mi ha parlato, mi ha insegnato e, perché no, mi ha anche

guidato. Glielo dovevo a lui e alla casa editrice, Giuda Ballerino!»

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La Disneyland del cinema a Cinecittà È un parco a tema che ricostruisce quel tempio del fittizio che fu Cinecittà. Con il passare del tempo anche

quella ricostruzione posticcia ha assunto la dignità di reperto storico, ora entra a far parte di un'archeologia

del modernariato fantastico.

Da qui l'idea di far nascere una Cinecittà World in mezzo a una pineta, come copia di quel luogo

dell'illusione, dove legno e cartapesta di una scenografia d'antàn potevano riprodurre le colonne in marmo di

un tempio romano, di un mastodontico idolo, di un fregio per biga. Un fantastico insieme di mondi fasulli,

pensato come un supporto del sogno, per ricostruire la magica illusione di un'epoca mitica e remota.

Ora Cinecittà è stata idealmente teletrasportata in un paradosso spazio temporale, attorno solo macchia

mediterranea, aria salmastra e cielo limpido, senza quella mano di monossido atmosferico che trascinerebbe

nel più triste presente ogni castello di nuvole. Il mitologico non-tempo della classica città del cinema è

riconducibile a una fermata della Metro Linea B, vecchi brandelli di un immaginario rosicchiato dai ratti

dell'oblio, diluito miseramente nel botulino che tracima dagli studi del «Grande Fratello», o dei salottini dei

contenitori televisivi, veri divoratori nell'immaginario popolare ogni di possibile epopea passata.

Per far risorgere l'antico giocattolo dei nostri più grandi maestri del cinema sono stati usati materiali che

rasentano l'eternità; acciaio, calcestruzzo resine e poliuretani. Solidi edifici, realmente abitabili, con un vero

tetto e tutte e quattro le pareti, che ricalcano i più caduchi teatri all'aperto, quelli con una sola facciata. Il

nuovo paese dei balocchi sulla via Pontina ricalca quel polveroso teatro della riproduzione dell'irreale che

furono gli studi di Cinecittà, la differenza è che Cinecittà World rappresenta l'antitesi di ogni nostalgia, è

un'entrata nel tempo bislacco dove nulla mai sarà come realmente fu.

La struttura appena liberata dalle maestranze che l'hanno costruita è al momento vuota di visitatori; ancora

più è possibile godersi quella singolare impressione dell'entrata in una dimensione parallela, dove ogni

spaesamento è permesso. Gli otto set sono progettati da un immenso come Dante Ferretti, vi coabitano gli

elefanti di «Cabiria» a un passo dalla New York degli Anni Venti, accanto alla strada da duello del vecchio

West che culmina nel cimiterino con croci e lapide; alle spalle degli idoli esotici delle avventure di Lara Croft

nella giungla tropicale, vicino a quelli più familiari per noi che volevamo essere come Maciste con le

fantomatiche pomate che si vendevano sull'Intrepido.

Sembra di salire nel frullatore del tempo, dal miraggio un po' vintage del cinefilo si lambisce l'estetica

«steampunk», quando la tecnologia delle attrazioni adrenaliniche si infiltra ovunque, come le radici di alberi

secolari tra le rovine dei templi perduti.

Si prevede che a Cinecittà 2.0 verranno in molti e da molti Paesi, l'assurdità sarà che alla fine tutti

penseranno che quella sia la vera Roma. I turisti giapponesi già da anni fanno la fila alla Bocca della Verità,

restano ore in piedi sotto al sole per farsi una foto mentre infilano la mano in un ex tombino da fogna. Per loro

farlo è coerente con un rito del passato, ma solo perché un film come «Vacanze romane», girato a Cinecittà,

ha trascinato l'irrealtà nel rigore della Storia.

11/07/2014 1Pag. La Stampa - Torino(diffusione:309253, tiratura:418328)

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Al cuore del sogno con i set di Ferretti e le musiche di Morricone FULVIA CAPRARA ROMA L'ingresso, dice Dante Ferretti, «non poteva che essere «Cabiria», due enormi braccia aperte accolgono il

visitatore e io immagino la voce del Cinema che dice «Venite a vedere quello che c'è qui dentro, venite gente,

venite... Entrate nel sogno"». Dentro, nel parco a tema Cinecittà World, aperto al pubblico dal 24 luglio (ogni

giorno dalle 10 alle 23), dopo tre anni di lavori, ci sono otto set con scenografie firmate dal premio Oscar

Ferretti, venti attrazioni, quattro ristoranti dedicati ad altrettante epoche e storie, quattro teatri per spettacoli e

show permanenti e l'area verde, in sintonia con la biosfera del litorale romano. L'idea è «arrivare al cuore

dell'immaginario cinematografico», con citazioni e riferimenti che riguardano «l'eccellenza italiana» come

l'epopea degli «Spaghetti Western» evocata nel set numero 6, «Ennio's Creek», villaggio di pistoleri invaso

dalle musiche celeberrime del maestro Morricone. L'investimento, totalmente privato, che ha permesso la

nascita di Cinecittà World negli spazi un tempo occupati dagli studi di Dino De Laurentiis, è di 250 milioni di

euro provenienti dall'Italian Entertainmente Group di cui fanno parte, insieme al presidente Luigi Abete,

Andrea e Diego Della Valle, Aurelio e Luigi De Laurentiis, la famiglia Haggiag con la partecipazione di

General Proprerties. Il parco ha dato lavoro a mille addetti: nel 2015 sono attesi un milione e 500mila

visitatori. Dalla vita «imprescindibile dal cinema» di Ferretti sono venute le ispirazioni, direttamente collegate

ai suoi lavori, per «Edipo Re», per «Lo sbarco di Anzio», per «Il barone di Munchausen», per «Gangs of New

York», girato da Martin Scorsese a Cinecittà: «E poi ci sono pezzi di Roma antica, l'astronave inventata Altair,

lo spazio bambini dove ho vestito le giostre con i cartoni animati, il Villaggio western, omaggio a Sergio

Leone». Per Aurelio De Laurentiis muoversi tra i viali di Cinecittà World significa tornare ai ricordi dell'infanzia:

«Passavo qui le estati, lì c'era il casolare rosso con gli uffici di papà, io stavo sempre allo zoo, a giocare con

gli ippopotami. Ricordo John Huston , l'Arca di Noè della sua "Bibbia" e l'appartamento che gli avevano fatto

costruire negli studi, e anche il regista Guy Hamilton, durante le riprese dei "I due nemici" in cui c'era la scena

di un incendio che non si riusciva a fare». Al centro del Parco c'è Piazza Dino De Laurentiis, con una fontana

spettacolare e un gigantesco schermo d'acqua: «Cinecittà World - dice Abete - consentirà a Roma di

aumentare l'attrattività turistica, come Disneyland a Parigi. Sul piano della qualità non siamo secondi a

nessuno».

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LA STORIA La Disneyland del cinema a Cinecittà GIANLUCA NICOLETTI Èun parco a tema che ricostruisce quel tempio del fittizio che fu Cinecittà. Con il passare del tempo anche

quella ricostruzione posticcia ha assunto la dignità di reperto storico, ora entra a far parte di un'archeologia

del modernariato fantastico. Da qui l'idea di far nascere una Cinecittà World in mezzo a una pineta, come

copia di quel luogo dell'illusione, dove legno e cartapesta di una scenografia d'antàn potevano riprodurre le

colonne in marmo di un tempio romano, di un mastodontico idolo, di un fregio per biga. Un fantastico insieme

di mondi fasulli, pensato come un supporto del sogno, per ricostruire la magica illusione di un'epoca mitica e

remota. Ora Cinecittà è stata idealmente teletrasportata in un paradosso spazio temporale, attorno solo

macchia mediterranea, aria salmastra e cielo limpido, senza quella mano di monossido atmosferico che

trascinerebbe nel più triste presente ogni castello di nuvole. Il mitologico nontempo della classica città del

cinema è riconducibile a una fermata della Metro Linea B, vecchi brandelli di un immaginario rosicchiato dai

ratti dell'oblio, diluito miseramente nel botulino che tracima dagli studi del «Grande Fratello», o dei salottini

dei contenitori televisivi, veri divoratori nell'immaginario popolare ogni di possibile epopea passata. Per far

risorgere l'antico giocattolo dei nostri più grandi maestri del cinema sono stati usati materiali che rasentano

l'eternità; acciaio, calcestruzzo resine e poliuretani. Solidi edifici, realmente abitabili, con un vero tetto e tutte

e quattro le pareti, che ricalcano i più caduchi teatri all'aperto, quelli con una sola facciata. Il nuovo paese dei

balocchi sulla via Pontina ricalca quel polveroso teatro della riproduzione dell'irreale che furono gli studi di

Cinecittà, la differenza è che Cinecittà World rappresenta l'antitesi di ogni nostalgia, è un'entrata nel tempo

bislacco dove nulla mai sarà come realmente fu. La struttura appena liberata dalle maestranze che l'hanno

costruita è al momento vuota di visitatori; ancora più è possibile godersi quella singolare impressione

dell'entrata in una dimensione parallela, dove ogni spaesamento è permesso. Gli otto set sono progettati da

un immenso come Dante Ferretti, vi coabitano gli elefanti di «Cabiria» a un passo dalla New York degli Anni

Venti, accanto alla strada da duello del vecchio West che culmina nel cimiterino con croci e lapide; alle spalle

degli idoli esotici delle avventure di Lara Croft nella giungla tropicale, vicino a quelli più familiari per noi che

volevamo essere come Maciste con le fantomatiche pomate che si vendevano sull'Intrepido. Sembra di salire

nel frullatore del tempo, dal miraggio un po' vintage del cinefilo si lambisce l'estetica «steampunk», quando la

tecnologia delle attrazioni adrenaliniche si infiltra ovunque, come le radici di alberi secolari tra le rovine dei

templi perduti. Si prevede che a Cinecittà 2.0 verranno in molti e da molti Paesi, l'assurdità sarà che alla fine

tutti penseranno che quella sia la vera Roma. I turisti giapponesi già da anni fanno la fila alla Bocca della

Verità, restano ore in piedi sotto al sole per farsi una foto mentre infilano la mano in un ex tombino da fogna.

Per loro farlo è coerente con un rito del passato, ma solo perché un film come «Vacanze romane», girato a

Cinecittà, ha trascinato l'irrealtà nel rigore della Storia.

Foto: Attrazioni A fianco, una delle attrazioni di Cinecittà World: il parco apre il 24 luglio; sotto, Aurelio De

Laurentiis, Dante Ferretti, Luigi Abete e Emmanuel Gout Tra la Pontina e il West Sopra, il villaggio del Far

West; a sinistra, un dettaglio del parco di Castel Romano Ingressi A destra, il set numero uno, omaggio a

«Cabiria»; qui sotto, l'ingresso, simile a quello della vera Cinecittà, a Roma

11/07/2014 1Pag. La Stampa - Ed. Nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)

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A FINE MAGGIO INVESTIMENTI IN CALO DEL 3,9%. SKY IN GRANDE CRESCITA Spot depressi dall'incertezza politica Non bastava un mercato italiano poco brillante, dopo almeno 3-4 anni di depressione (iniziata nel 2008). Ora

anche la politica mette i bastoni tra le ruote agli investimenti pubblicitari. Perché come emerge dai numeri e

dalle valutazioni di Nielsen, la società che ogni mese diffonde i dati relativi all'advertising, il clima di sfiducia

generalizzato che ha preceduto l'importante tornata elettorale europea e amministrativa dello scorso 25

maggio ha contribuito a rallentare la spesa in comunicazione delle aziende italiane e internazionali. Così nei

primi cinque mesi dell'anno gli investimenti sono calati a 2,71 miliardi (-3,9%). E nessuno media, tranne la

cartellonistica, ha ottenuto una performance positiva. «A fronte di un periodo gennaio-maggio

sostanzialmente in linea con il 2013, il solo mese di maggio registra invece una performance non molto

confortante», commenta Alberto Dal Sasso, manager di Nielsen. «Per recuperare gli oltre 110 milioni persi in

questa parte dell'anno, sarebbe necessaria una crescita del 3,2% nei prossimi sette mesi». Risultato non

facilmente raggiungibile se anche l'Upa (Utenti pubblicitari associati) aveva parlato per fine 2014 di una

chiusura invariata rispetto al 2013 (a 6,4 miliardi). «Maggio è stato un mese incerto, in attesa dell'esito delle

elezioni europee. Nulla di inaspettato. Attendiamo il consolidamento di giugno per valutare l'apporto dei

Mondiali su un'eventuale crescita». L'evento brasiliano dovrebbe garantire una crescita importante a Sky

Italia che ne ha l'esclusiva (sebbene le migliori partite le abbia trasmesse anche la Rai in chiaro) e al gruppo

Rcs Mediagroup, grazie ai quotidiani La Gazzetta dello Sport e, in Spagna, Marca. Per quel che riguarda la

spesa in spot tv ancora una volta si conferma la dinamicità della pay tv guidata dall'ad Andrea Zappia, che a

fine maggio ha incamerato 175 milioni (+11% rispetto al periodo gennaio-maggio 2013). Solo a maggio la

crescita è stata del 5%. Il maggiore flusso di spot convogliato dalle aziende sul bouquet di Sky ha penalizzato

le due big del mercato televisivo, ovvero Mediaset e Rai. Il network della famiglia Berlusconi ha archiviato i

primi cinque mesi dell'anno con introiti da spot per 950 milioni, un calo del 3,1% che diventa del 5% se si

considera il solo mese di maggio (performance identica a quella di aprile). Mentre la tv di Stato ha incassato

366 milioni (-0.8%) soprattutto per la sensibile diminuzione dei ricavi pubblicitari del mese di maggio (-7%)

dopo il-7,6% di aprile. Tiene la La7 di Urbano Cairo che incassa 72,4 milioni (+1,6%, con un -3% a maggio).

In termini di quote di mercato, però, il Biscione, malgrado la perdita in termini assoluti, migliora ancora le

performance: ora ha il 59,4% (il 58,9% a fine aprile) della torta televisiva, che rappresenta il 35% del totale

investimenti (era il 34,7% il mese scorso). Male anche gli altri media: il web con 192 milioni perde ancor il

2,1% rispetto al periodo gennaio-maggio 2013; i quotidiani (337,4 milioni) hanno perso il 12,8% e i periodici

(211,4 milioni) l'11,6%. Stabile la radio: 146,3 milioni (-0,3%). (riproduzione riservata)

SKY CRESCE A DOPPIA CIFRA, GIÙ MEDIASET E RAI GRAFICA MF-MILANO FINANZA MEDIASET RAI

SKY ITALIA LA7 TOTALE TV INTERNET QUOTIDIANI PERIODICI RADIO TOT. MERCATO

11/07/2014 14Pag. MF - Ed. Nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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