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ANICA ANICA CITAZIONI 22/07/2014 Corriere delle Comunicazioni Preta: «L'Italia si renda attraente» 4 ANICA SCENARIO 22/07/2014 Avvenire - Liguria Il cinema come «terapia del sollievo» Al Gemelli apre una sala per i malati 7 22/07/2014 Il Giornale - Nazionale Le nuove Guerre stellari? Un'Odissea nello spazio 8 22/07/2014 Il Manifesto - Nazionale FESTIVAL «Inherent Vice» in prima a New York 10 22/07/2014 Il Mattino - Salerno «Ragazzi, abbiate fiducia e credete nei vostri sogni» 11 22/07/2014 Il Messaggero - Nazionale O'Brien: l'amore è il vero mostro 13 22/07/2014 Il Messaggero - Nazionale Il Vaticano: è il Vangelo di Pasolini il miglior film su Gesù 15 22/07/2014 Il Piccolo di Trieste - Nazionale Le vecchie "Ombre su Trieste" raccontate in un film perduto 16 22/07/2014 Il Sole 24 Ore Murdoch stringe per «Sky Europa» 18 22/07/2014 Il Tempo - Nazionale Dopo i vampiri è l'ora dei licantropi 20 22/07/2014 L Unita - Nazionale Io, regista rom al Giffoni 21 22/07/2014 L Unita - Nazionale Venezia tra giovani doc e Iran 23 22/07/2014 La Repubblica - Nazionale Zoro va alla Mostra "Un film -commedia sul muro che c'è tra gente e politica" 24

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ANICA

ANICA CITAZIONI

22/07/2014 Corriere delle Comunicazioni

Preta: «L'Italia si renda attraente»4

ANICA SCENARIO

22/07/2014 Avvenire - Liguria

Il cinema come «terapia del sollievo» Al Gemelli apre una sala per i malati7

22/07/2014 Il Giornale - Nazionale

Le nuove Guerre stellari? Un'Odissea nello spazio8

22/07/2014 Il Manifesto - Nazionale

FESTIVAL «Inherent Vice» in prima a New York10

22/07/2014 Il Mattino - Salerno

«Ragazzi, abbiate fiducia e credete nei vostri sogni»11

22/07/2014 Il Messaggero - Nazionale

O'Brien: l'amore è il vero mostro13

22/07/2014 Il Messaggero - Nazionale

Il Vaticano: è il Vangelo di Pasolini il miglior film su Gesù15

22/07/2014 Il Piccolo di Trieste - Nazionale

Le vecchie "Ombre su Trieste" raccontate in un film perduto16

22/07/2014 Il Sole 24 Ore

Murdoch stringe per «Sky Europa»18

22/07/2014 Il Tempo - Nazionale

Dopo i vampiri è l'ora dei licantropi20

22/07/2014 L Unita - Nazionale

Io, regista rom al Giffoni21

22/07/2014 L Unita - Nazionale

Venezia tra giovani doc e Iran23

22/07/2014 La Repubblica - Nazionale

Zoro va alla Mostra "Un film -commedia sul muro che c'è tra gente e politica"24

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22/07/2014 La Repubblica - Palermo

" Cinema di frontiera" a Marzamemi con quattro schermi25

22/07/2014 La Repubblica - Napoli

Divo gentiluomo26

22/07/2014 La Stampa - Nazionale

Kate Winslet: un film sui piccoli gesti d'amore27

22/07/2014 MF - Nazionale

I film escono all'aperto28

22/07/2014 QN - Il Giorno - Milano

Piccolo è bello: tutti pazzi per i corti d' autore29

22/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli

Al via il Festival del documentario , centrale sarà il tema del 'Porto'30

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L'intervista Netix ha deciso di rimandare lo sbarco nel nostro Paese. La insufficiente capillarità di banda largafa la differenza, ma bisogna intervenire anche a livello di qualità dei servizi e sui prezzi Preta: «L'Italia si renda attraente» luciana maci «I segnali di un cambiamento di rotta ci sono tutti in termini di annunci: gli operatori sono tutti rivolti verso il

mondo Internet, ma da questo alla monetizzazione dell'offerta ne passa. È un modo per mettere una

bandierina, per segnare il territorio, ma non è ancora la trasformazione di un modello di business. È come se

tutti aspettassero l'arrivo di Netflix»: lo dice Augusto Preta , consulente strategico e ceo di ITMedia Consulting

. "È un mercato che si sviluppa se ci sono le condizioni di accesso: presenza di banda larga significativa a

livello di penetrazione nelle abitazioni e anche di performance di velocità, presenza di una molteplicità di

device e soprattutto accessibilità dei contenuti". In Italia le condizioni ci sono? Dal nostro studio "Video Killed

the TV Star", pubblicato il 10 giugno, emerge che il nostro Paese presenta un livello di sviluppo dell'offerta on

demand più basso rispetto ad altri Paesi europei. È un mercato più in ri tardo rispetto, per esempio, a quello

del Regno Unito, ma anche della Germania, che partiva da una posizione più arretrata, poi ha recuperato e

ora è il secondo mercato Ue. Dopodiché viene la Francia, dove storicamente la presenza dell'Iptv ha

garantito lo sviluppo del settore anche in termini di servizi on demand. Insomma: sia mo indietro. Ne è riprova

il fatto che Netix sta per sbarcare in vari Paesi europei ma non ancora in Italia. Evidentemente non ritiene che

l'Italia sia sufficientemente connessa in banda larga e in grado di garantire una certa qualità di servizi. Per

affermarsi, deve essere almeno analoga a quella di un broadcaster, quindi attraente sia dal punto di vista

della qualità che del prezzo (auspicabilmente inferiore). Oggi la stessa Sky offre un servizio in standard

definition sul broadband perché nessuno probabilmente è stato in grado di garantire una qualità suffi ciente ai

suoi servizi in alta definizio ne trasmessi sul satellite. Quando arriverà Netflix? Non prima dell'anno prossimo.

Mentre il mercato inglese si è sviluppato nel 2013, e altri come quello tedesco e francese completeranno lo

sviluppo tra il 2014 e il 2015, da noi non arriverà probabilmente prima della fine del 2015. Eppure nel mercato

qualcosa si sta muovendo. I segnali di un cambiamento di rotta ci sono tutti in termini di annunci. L'impulso

l'hanno dato Infinity di Mediaset e SkyOnline. Poi Telecom Italia ha stretto un accordo con Sky, Vodafone con

Mediaset, alcuni operatori come Chili tv stanno andando bene, Cubovision di Telecom Italia ha fatto

un'operazione di rebranding e ora si chiama TimVision. Nel suo piccolo anche l'Anica si è messa a fare

un'offerta di contenuti sulla produzione italiana. Tutte le novità sono che allo sviluppo dell'ultrabroadband. Sky

ha una sua rete in Uk, in Italia, non avendola, ha bisogno di qualcuno che possa fornire una qualità garantita.

Dal lato di Telecom l'intesa lascia pensare che avere Sky a bordo possa favorire l'aumento del traffico e con

sentire dunque di vendere più banda. Quanto all'accordo Vodafone-Mediaset è incentrato nel mondo

dell'offerta video. Vodafone ha acquistato operatori in Germania e Olanda. Ha un chiaro interesse ad

approfondire i temi del mercato consumer e dei servizi a banda larga, vista anche l'esplosione del mobile. E

riguardo a Mediaset, emerge l'interesse ad aver qualcuno che possa sviluppare le offerte online in modalità

multiscreen e multidevice. Quanto incideranno sul mercato italiano la Apple Tv e Chromcast, la chiavetta di

Google? Quando arrivano sul mercato operatori come Google e Apple, il mercato cresce. Ma al momento

l'impatto non è ancora evidente. I dati che abbiamo ci dicono che, dove fa il suo ingresso Netix, aumenta

molto l'uso di banda. In Uk c'è stato un aumento della banda di circa il 20%. È evidente che tanto più

entreranno nel mercato italiano modelli essibili, tanto più il mercato stesso si amplierà. A livello europeo quali

le alleanze più significative? Si può notare in generale una certa vivacità di Vodafone, che è andata a fare

acquisti in Spagna e in Olanda di importanti operatori via cavo. In assoluto però l'accordo tra Netix e Virgin

Media nel Regno Unito mi pare l'operazione più importante, perché è l'unico caso in cui un operatore

consolidato non solo non fa la guerra a quello che in genere viene considerato un vorace conquistatore, ma

22/07/2014 7Pag. Corriere delle Comunicazioni - N.13 - 21 Luglio 2014(diffusione:23000)

La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 22/07/2014 - 22/07/2014 4

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anzi mette a disposizione la propria rete via cavo per estendere la propria attrattività nei confronti del pubblico

e aumentare il traffico, a svantaggio dei concorrenti (BT e BSkyB). orientate sul mondo Internet. Ma da

questo a un'effettiva monetizzazione delle proposte ne passa. È come se tutti aspettassero l'arrivo di Netix:

ognuno cerca di acquisire una quota di mercato e un know-how da giocare come vantaggio competitivo. Ma

di fatto, in Italia, questo tipo di mercato è ancora sottodimensionato. Quali strategie dietro le alleanze tra tv e

telco? L'accordo Sky-Telecom può essere collegato al fatto di poter avere dall'operatore di rete una maggiore

qualità dell'offerta, legata in prospettiva an-

Foto: augusto prEta

Foto: consulente strategico e ceo di ITMedia Consulting

Foto: Gli operatori tutti orientati verso l'online: ma di qui alla monetizzazione ce ne passa

Foto: Le alleanze telco-tv sono il segnale di un cambiamento di rotta del mercato

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ROMA Il cinema come «terapia del sollievo» Al Gemelli apre una sala per i malati Il cinema come formidabile «terapia del sollievo»: ne è convinta l'associazione MediCinema Italia Onlus (nata

in Inghilterra nel 1996) che a Roma, entro la fine dell'anno, realizzerà una sala cinematografica integrata

all'interno del Policlinico Gemelli dedicata ai degenti dell'ospedale e ai loro familiari. Il progetto di

collaborazione, per la cui realizzazione è stata avviata un'attività di fundraising, è stato presentato venerdì

all'auditorium della Cattolica. L'occasione: una serata evento dedicata alla proiezione straordinaria del film

Per un pugno di dollari , opera cult di Sergio Leone appena restaurata e presentata in anteprima al Festival di

Cannes: quest'anno ricorre il 50° anniversario sia della pellicola che del Gemelli. «I pazienti, oltre ad avere

bisogno di cure sempre più appropriate, meritano anche attenzione e una qualità di vita più alta», ha esordito

Maurizio Guizzardi, direttore generale del Policlinico, ammettendo che la realizzazione del progetto richiederà

«un notevole impegno organizzativo, ma faremo uno sforzo per compierlo nel modo adeguato». Per Rocco

Bellantone, preside di Medicina e chirurgia: «La nostra ambizione è quella di far sentire meglio i nostri

pazienti, non soltanto dal punto di vista fisico ma anche spirituale».

22/07/2014 28Pag. Avvenire - Liguria(diffusione:105812, tiratura:151233)

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EPISODIO VII Le nuove Guerre stellari? Un'Odissea nello spazio Luke è sparito da trent'anni e Han Solo lo sta cercando disperatamente Ecco le prime indiscrezioni sullatrama del film col quale riparte la saga . In attesa di conferme, i fan impazziscono Pedro Armocida Sono bastate poche righe di anticipazioni su StarWars:episodio VII , con tanto di «spoiler» (le rivelazioni che

rovinano le sorprese) croce e delizia di tutti i fan, per risvegliare la curiosità di mezzo mondo su una delle

saghe più prolifiche di Hollywood, ideata da George Lucas e ora nelle salde mani di J. J. Abrams, che ha

scritto il film con Lawrence Kasdan sui personaggi di Lucas immaginati nel 1977. Tutto è partito dal sito

Badass Digest che ha approfittato della pausa delle riprese del film, pensate probabilmente per permettere a

Harrison Ford di riprendersi dalla frattura alla gamba sinistra e alla caviglia, per far filtrare le prime notizie dal

set londinese finora blindatissimo. Naturalmente si tratta di anticipazioni che la Disney si guarda bene dal

confermare. Come questa: sullo schermo stanno scorrendo i titoli di testa di Guerre stellari con il classico

effetto «crawl» (le scritte scorrevoli prospettiche che si allontanano verso lo spazio profondo) ed ecco che la

macchina da presa compie un movimento verso l'alto, verso le stelle, e scopre non lo spazio ma una mano

tagliata che rotola alla deriva stringendo una spada laser. Da qui prenderebbe lo sviluppo tutto il film e

sarebbe una trovata geniale perché permetterebbe in poche scene di imbastire un lungo canovaccio. Infatti la

mano finisce la sua corsa su un pianeta desertico (ma - ci si è già chiesto in rete con l'attrito con l'atmosfera

come la mettiamo?) prima di essere rinvenuta da quelli che probabilmente saranno i protagonisti della nuova

trilogia. Una è Daisy Ridley (attrice inglese quasi esordiente), l'altro è John Boyega (britannico ma di origini

nigeriane) il cui personaggio, probabilmente uno Stormtrooper (le truppe d'elite dell'Impero), sta disertando

per cercare di dare una svolta alla propria vita. I due riconoscono nella spada laser una reliquia degli Jedi e

decidono di riportarla ai legittimi proprietari. Lasciano dunque il pianeta per incontrare Han Solo (Harrison

Ford) e Chewbacca (Peter Mayhew) che non pilotano più il mitico Millennium Falcon ma un altro mezzo

ancora misterioso. Comunque i due riconoscono nella spada laser quella di Luke Skywalker che non vedono

da trent'anni, dagli eventi finali di Il ritorno dello Jedi . Da qui l'ipotesi che si tratti della mano robotica che

aveva sostituito quella destra «buona» persa nel precedente L'imperocolpisceancora . Comincia così la loro

ricerca del maestro Jedi scomparso mentre, su un pianeta ghiacciato, forze malefiche stanno assemblando

una super arma capace di spazzare via interi sistemi solari. Roba da far impallidire la pur potentissima Morte

Nera. Già solo con queste mezze anticipazioni la Rete si è infiammata di dibattiti in cui si è iniziato a

elucubrare sulle possibili direzioni di questo settimo episodio che parecchi sostengono essere molto più

vicino allo spirito originario di Guerre stellari dei precedenti. Cosa plausibile considerando la capacità di J. J.

Abrams di essere innovatore nella tradizione. Si tratterebbe dunque di un omaggio un po' vintage al mondo

tanto amato di Guerre stellari creato da Lucas che, solo qualche giorno fa, ha visitato la fabbrica della Ferrari

di Maranello («Un buon esempio di come si possa usar l'immaginazione per pensare in modo differente»).

Possibilità che verrebbe confermata da un video a favore di una raccolta fondi per l'Unicef che lo stesso

regista ha diffuso proprio ieri. Il filmato è stato girato ai londinesi Pinewood Studios (gli stessi del film) e dietro

Abrams si riconosce chiaramente un veicolo familiare, un X-Wing Starfighter ammaccato e bruciato dopo uno

scontro aereo. Gli «specialisti» hanno notato che la tuta del pilota non sembra essere cambiata negli ultimi

trent'anni, proprio come l'MSE-6, uno dei piccoli droidi che di solito si vedevano girare tra i corridoi della

Morte Nera. Così, a poco a poco, s'iniziano a delineare alcuni punti fermi mentre le uniche cose veramente

certe sono la data di uscita di "Star Wars: episodio VII" che in quasi tutto il mondo, Italia compresa, sarà il 18

dicembre 2015, e il mix di volti nuovi e attori storici oltre alla colonna sonora composta ancora una volta da

John Williams. Si va dalle new entry John Boyega, Daisy Ridley, Adam Driver, Oscar Isaac, Andy Serkis,

Domhnall Gleeson, Max von Sydow e Lupita Nyong'o ai "veterani" Harrison Ford (Han Solo), Carrie Fisher

(Leila), Mark Hamill (Luke Skywalker), Anthony Daniels (D-3Bo), Peter Mayhew (Chewbacca) e Kenny Baker

22/07/2014 27Pag. Il Giornale - Ed. Nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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(C1P8). STAR WARS

Foto: IL CAST Un' immagine degli attori al lavoro su «Episodio VII» della saga di «Star Wars» con il regista

J.J. Abrams. Abrams ha diretto anche «Star Trek» e «Into Darkness -Star Trek»

Foto: JEDI Luke Skywalker, a sinistra, nella trilogia originale interpretato da Mark Hamill: nel nuovo episodio è

«disperso»

Foto: AVVENTURIERO A sinistra Han Solo, interpretato da Harrison Ford. Torna anche nel VII episodio di

Star Wars sempre in compagnia dell'immancabile Chewbecca. Secondo indiscrezioni dovranno ritrovare Luke

Skywalker

22/07/2014 27Pag. Il Giornale - Ed. Nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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FESTIVAL FESTIVAL «Inherent Vice» in prima a New York Il nuovo e molto atteso film di Paul Thomas Anderson «Inherent Vice» sarà èresentato in prima mondiale, con

serata di gala il 4 ottobre, al New York Film Festival (26 settembre-10 ottobre). Adattamento del romanzo di

Thomas Pynchon, protagonista Joaquin Phoenix, se ne parlava per il cartellone di Venezia, o per il Toronto

film festival - e a questo punto, dando un'occhiata alle date di uscita, in Italia il 19 febbraio 2015, potrebbe

approfittarne il Festival di Roma. Il film di Anderson si unisce così a «Gone Girl» (data annunciata di uscita

italiana il prossimo 2 ottobre col titolo «L'amore bugiardo»), il nuovo film di Fincher. «Inherent Vice» è la storia

di Larry «Doc» Sportello, detective privato con debolezza tossica, che finisce in un'inchiesta per omicidio. Nel

cast ci sono anche Josh Brolin, Benicio del Toro, Reese Witherspoon e Owen Wilson.

Il romanzo di Pynchon, che unisce elementi reali (come l'arresto e il processo della Manson Family) a quelli

narrativi, è stato adattato dallo stesso Anderson.

22/07/2014 13Pag. Il Manifesto - Ed. Nazionale(diffusione:24728, tiratura:83923)

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Il Festival di Giffoni «Ragazzi, abbiate fiducia e credete nei vostri sogni» Diego Del Pozzo

La presenza di Dylan O'Brien al Giffoni Experience conferma - dopo gli exploit dei giorni scorsi di Matt Bomer

(«White collar») e Lea Michele («Glee») - quanto, ormai, nella considerazione degli adolescenti le serie

televisive abbiano (definitivamente?) soppiantato il cinema per ciò che concerne la costruzione di miti e idoli.

Oggi, infatti, le giovani star vengono dal piccolo schermo e da internet. E il quasi ventitreenne attore di «Teen

Wolf» non fa eccezione, anche se la sua carriera potrebbe subire una significativa svolta cinematografica con

l'uscita in sala, a settembre, del kolossal fantascientifico «Maze Runner - Il labirinto», del quale è

protagonista, diretto da uno specialista della computer graphic animation come Wes Ball.

Sia come sia, per la seconda notte consecutiva (la prima è trascorsa in attesa di Lea Michele), centinaia di

teenager dormono accampati ai bordi del blue carpet della Cittadella del cinema di Giffoni Valle Piana, in

tende e sacchi a pelo, per accaparrarsi i posti migliori dai quali, quasi 24 ore dopo, salutare da vicino il

proprio idolo. E Dylan O'Brien non tradisce le attese facendo registrare il pienone di presenze ed entusiasmo.

«Non ho parole - racconta con gli occhi sgranati - di fronte all'accoglienza a Giffoni. Di festival come questo

ne servirebbero anche negli Stati Uniti, perché permettono a tanti giovani di conoscere il cinema e

socializzare in un ambiente sano e creativo. Anche il tema "Be different" è interessante: mi sono sentito

diverso a 12 anni quanto con la mia famiglia mi sono trasferito in California, ero solo non avevo amici, e così

ho iniziato a coltivare la passione per il web e il cinema, per questo dico ai ragazzi: non bisogna vergognarsi

e vivere in silenzio i propri sogni, non rinunciate mai a credere in voi stessi».

In «Teen Wolf» (serie creata da Jeff Davis nel 2011 e trasmessa in Italia da Fox sul satellite e da Mtv in

chiaro), O'Brien interpreta Stiles Stilinski, il miglior amico del protagonista-licantropo Scott che ha il volto di

Tyler Posey. «Sul set, con Tyler abbiamo legato immediatamente e - sottolinea Dylan - abbiamo costruito un

solido rapporto di amicizia che dura ancora oggi. Lui è un ottimo attore. In quanto a me, ho iniziato mettendo i

miei video su YouTube e consiglio a tutti di fare lo stesso, perché è un'ottima palestra per sperimentare e

farsi conoscere. Quando ero più piccolo, mi sentivo spesso solo e utilizzavo proprio il web per esprimermi».

«Teen Wolf» è giunta alla quarta stagione e ha riservato sviluppi imprevedibili proprio al personaggio di Dylan

O'Brien. «A un certo punto - conferma l'attore - il mio Stiles è posseduto da uno spirito maligno e diventa

cattivissimo. Così, ho dovuto raddoppiare il mio registro interpretativo e accettare una sfida che, all'inizio, mi

ha reso nervoso ma che, poi, mi ha permesso di capire meglio l'infinita bellezza del mestiere di attore, che ti

fa spaziare nell'intera gamma delle emozioni umane».

Di «Maze Runner - Il labirinto», invece, O'Brien è il protagonista assoluto. Il film inaugura una nuova saga

fanta-adolescenziale (sul modello di quelle di «Hunger games») a partire dai romanzi di James Darshner

ambientati in un mondo post-apocalittico. Qui, Thomas (O'Brien) si ritrova privo di memoria con altri suoi

coetanei, in una sorta di labirinto che ospita pericolose creature conosciute come Custodi. Assieme ai suoi

nuovi amici, deve fuggire e svelare il mistero di chi e perché li ha portati lì e privati della memoria. «Il futuro

distopico di "Maze runner" - spiega Dylan - serve per raccontare una storia di sentimenti e di collaborazione

nelle difficoltà. Rispetto a modelli illustri come "Il signore delle mosche", infatti, punta a far emergere il bene

che c'è negli esseri umani, piuttosto che il loro cuore di tenebra. E il ruolo di Thomas m'è servito anche per

guardarmi meglio dentro».

La frequentazione di set tv e cinematografici fa apprezzare a Dylan le differenze tra i due ambiti: «In una serie

come "Teen Wolf" la velocità è il fattore decisivo, soprattutto per quanto riguarda gli attori, che spesso fanno

pochissimi ciak delle loro scene. In un film ad alto budget come "Maze Runner", invece, puoi permetterti

maggiori sfumature interpretative e anche qualche piccolo esperimento, perché hai più tempo a

disposizione». L'attuale "golden age" delle serie tv, però, non lascia indifferente Dylan: «Ormai, ci sono più

22/07/2014 12.16Pag. Il Mattino - Salerno(diffusione:79573, tiratura:108314)

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storie di qualità in tv che al cinema, per esempio in serie come "House of cards" o "The walking dead" che

amo molto. A Hollywood s'iniziano a girare film per soldi, spesso senza nemmeno lo script. Ma spero che

questa sia soltanto una fase passeggera e che il cinema possa recuperare la sua grandezza passata».

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Parla il lupo mannaro della fortunata serie "Teen Wolf", tra le star del Festival di Giffoni, al suo debutto nelcinema con "Maze Runner" L'INTERVISTA O'Brien: l'amore è il vero mostro «IL MIO PRIMO FILM ? APOCALITTICO: LA FANTASCIENZA VIENE USATA PER ESORCIZZARE LEPAURE DI SEMPRE» Ilaria Ravarino GIFFONI Ragazze in lacrime, in adorazione, le braccia tatuate col pennarello, le magliette che sono

dichiarazioni d'amore. Urla, canzoni in coro («sei bellissimo»), pianti. Tutti per lui, Dylan O'Brien, attore

californiano di 22 anni che a guardarlo dal maxischermo del Giffoni Film Festival, dove ieri è transitato come

superospite, somiglia terribilmente a un giovane Christian Slater, meno spavaldo e un pizzico intimorito

dall'aggressione del suo stesso pubblico. Inutile, a detta delle fan, cercare di interpretarne il prodigioso

successo. «Se non hai 20 anni - dice una di loro, senza staccargli lo smartphone di dosso - non puoi capire».

Eroe di Teen Wolf , la serie tv sui lupi mannari teen trasmessa da Mtv («Tanti la guardano in streaming

dall'America - spiegano le ragazze -, in Italia siamo una stagione indietro»), O'Brien raggiungerà a settembre

anche il pubblico dei cinema, nel suo primo vero ruolo in un blockbuster: Maze Runner - Il labirinto , primo

capitolo di una trilogia fantascientifica tratta dai romanzi di James Dashner. Che effetto le fa una simile

accoglienza? «Sono sorpreso. E anche un po' spaventato. Comincio a invidiare chi può permettersi di andare

in giro senza sentirsi sotto assedio. Questo non vuol dire che non apprezzi il loro calore, non c'è nulla di male

in quello che fanno e gli sono riconoscente. È che a volte l'affetto dei fan può essere eccessivo». Lei è

coetaneo dei suoi fan: ha mai avuto un'ossessione per qualcuno? «Quando la mia famiglia si è trasferita in

California avevo 12 anni. Non facevo altro che guardare Friends in tv. I personaggi della serie erano i miei

unici amici. Poi cosa è successo? «Poi ho cominciato a girare piccoli filmati, per sentirmi meno solo e per

occupare il tempo. Facevo tutto io e poi li caricavo su Youtube. Mi vergognavo a morte, non lo dicevo

neanche ai miei genitori. Oggi mi rendo conto che quell'esperienza mi è servita a capire cosa avrei voluto fare

da grande: il cinema. Attori di riferimento? «Robert De Niro e Tom Hanks. Ma non mi azzardo nemmeno a

provare a imitarli». La tv la guarda? «Sì, adoro le serie. House of Cards e The Walking Dead sono le mie

preferite. Mi avevano scritturato per interpretare uno zombie in The Walking Dead , ma ho dovuto rinunciare

per girare Maze Runner ». Teen Wolf, Twilight, Walking Dead: oggi per raccontare l'amore servono i mostri?

«Sì. L'amore è il mostro più spaventoso di tutti, soprattutto quando sei un adolescente. Credo che traslare le

esperienze emotivamente paurose in un mondo che non esiste, raccontandole in chiave fantastica, aiuti i

ragazzi ad affrontarle. Li distrae e insieme li conforta». Lei, a 22 anni, è spaventato dall'amore? «Sono più

realistico che romantico. Non credo nel destino, né nell'anima gemella. Credo che nella vita ci si possa

innamorare più di una volta. Ma quando mi innamoro sono molto protettivo, anche possessivo. Non tollero

che sia fatto del male alle persone cui tengo». Anche in Maze Runner ricorre un tema molto frequente: il

futuro post-apocalittico... «Il tema ricorre perché la fantascienza è un eccellente strumento per raccontare le

paure, quelle di oggi e quelle di sempre. Ieri, ai tempi della grande paura del comunismo, si facevano film che

parlavano della fine del mondo. Oggi, dopo l'11 settembre, si torna a fare film apocalittici. Tutto gira intorno

alle stesse domande: cosa succederà alla razza umana? Il mondo finirà? Cosa c'è dopo la morte?». Che fine

ha fatto la sua band, gli Slow Kids At Play? «La musica è sempre stata parte della mia vita, anche prima che

cominciassi a recitare a 18 anni. Ma non riesco più a dedicargli abbastanza tempo. Ho lasciato la band e mi

si è spezzato il cuore». È vero che non si separa mai da un oggetto feticcio, un cuscino? È vero. Da

ragazzino me lo portavo sempre dietro perché avevo problemi di allergia, ed era l'unico cuscino con cui

riuscissi a dormire. Oggi mi aiuta a rilassarmi. Non viaggio senza. Cosa sogna per il suo futuro? «Migliorarmi

come attore. Essere una persona migliore. Sono giovane e mi dispiace: non sono perfetto».

Foto: «I miei miti? De Niro e Tom Hanks, ma non proverei a imitarli»

22/07/2014 21.25Pag. Il Messaggero - Ed. Nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)

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Page 14: ANICA stampa_2014/20140722.pdf · 22/07/2014 Il Messaggero - Nazionale O'Brien: l'amore è il vero mostro 13 22/07/2014 Il Messaggero - Nazionale Il Vaticano: è il Vangelo di Pasolini

Foto: BELLO E POSSIBILE Sopra Dylan O' Brien, 22 anni, accolto dalle fan in delirio (foto a destra) alla

rassegna dedicata ai ragazzi

22/07/2014 21.25Pag. Il Messaggero - Ed. Nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)

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IL CASO Il Vaticano: è il Vangelo di Pasolini il miglior film su Gesù A DISTANZA DI 50 ANNI LA CHIESA DI PAPA FRANCESCO RICONOSCE IL VALORE DELL'OPERA E LARESTAURA Franca Giansoldati CITTÀ DEL VATICANO Il Vangelo secondo Matteo compie cinquant'anni e la Chiesa di Papa Francesco

riconosce a distanza di mezzo secolo che «forse è la migliore opera su Gesù della storia del cinema».

L'Osservatore Romano non nutre dubbi: è un film «scolpito nella pietra». Il tempo passa, i giudizi si

ammorbidiscono, gli orizzonti si schiariscono. Quando nel 1964 Pier Paolo Pasolini presentò la pellicola al

mondo, raccontò di averla ideata e diretta più che per scuotere il mondo intellettuale, per squassare quello

ecclesiale. Di fatto quando uscì, il giornale della Santa Sede riservò al capolavoro una accoglienza alquanto

gelida. Titolo: «Fedele al racconto, non all'ispirazione del Vangelo». Erano i tempi del post Concilio, di Papa

Montini, del mondo diviso in due blocchi, delle tempeste ideologiche. In generale il film fu apprezzato dalla

critica cattolica ma sottoposto a una raffica di giudizi negativi da parte della sinistra. Pasolini si difese

rispondendo ai critici che aveva potuto fare quel Vangelo così come era stato fatto, proprio per il suo non

essere cattolico «nel senso restrittivo e condizionante della parola: non avendo verso il Vangelo né le

inibizioni di un cattolico praticante (inibizioni come scrupolo, come terrore della mancanza di rispetto), né le

inibizioni di un cattolico inconscio (che teme il cattolicesimo come una ricaduta nella condizione conformistica

e borghese da lui superata attraverso il marxismo)». ELOGI POSTUMI L'omaggio che oggi appare

sull'Osservatore Romano mette in luce il filo della fede che ha guidato l'autore: «L'ispirazione è degna di un

credente. In questo modo conferma cioè la validità e la forza della parola cristiana da una parte, ma dandogli

un contesto più vero in cui potersi propagare dall'altra, il regista vuole certamente dare una stoccata tanto al

mondo marxista quanto a quello ecclesiastico. Allo stesso tempo, però, forse inaspettatamente, trova un

rifugio in cui vivere in pace la propria equidistanza da quei due poli». Intanto il Vaticano ha provveduto a far

restaurare la pellicola di 16 millimetri in bianco e nero, conservata nell'archivio della Filmoteca Vaticana. Le

"pizze" mostravano gli inevitabili segni del tempo, stavano perdendo luminosità penalizzando l'intensità delle

immagini. Così uno staff di tecnici ha iniziato a lavorare per mettere in salvo il film, togliendo graffi e macchie

sui millecinquecento metri. Le bobine sono state passate in un liquido rigenerante che le ha rese più

elastiche, togliendo le macchie residue. Poi sono state trasferite su un supporto digitale che ha permesso di

eliminare i difetti dell'immagine. IL FILM SU SAN PAOLO Pasolini dopo il Vangelo secondo Matteo aveva in

animo di proseguire il sentiero della tradizione cristiana. Quattro anni dopo, rivela l'Osservatore, portò a

termine una sceneggiatura sulla vita di San Paolo già piuttosto completa, anche se varie difficoltà ne

impedirono la realizzazione. Per certi versi si sarebbe trattato di una produzione ancora più audace di quella

adottata per il Vangelo: stavolta la vicenda del santo veniva trasportata a New York, ai giorni nostri e San

Paolo sarebbe morto su una sedia elettrica, in un carcere americano.

Foto: Una scena del film di Pasolini

22/07/2014 24Pag. Il Messaggero - Ed. Nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)

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Le vecchie "Ombre su Trieste" raccontate in un film perduto Recuperata all'Archivio di Stato di Roma lasceneggiatura che poteva contare tra gli autori sulla firma di Tullio Kezich. Ne parlerà il Festival I Mille Occhi Le vecchie "Ombre su Trieste" raccontate in un film perduto Le vecchie "Ombre su Trieste"

raccontate in un film perduto

Recuperata all'Archivio di Stato di Roma la sceneggiatura che poteva contare

tra gli autori sulla firma di Tullio Kezich. Ne parlerà il Festival I Mille Occhi

di Beatrice Fiorentino Torna alla luce, dopo essere stata inconsapevolmente custodita per più di mezzo

secolo tra gli scaffali dell'Archivio di Stato a Roma, la sceneggiatura di un film perduto, intitolato "Ombre su

Trieste". Tra gli autori che ne firmano la paternità, anche un giovanissimo Tullio Kezich, che all'epoca, oltre

alla critica portata avanti sulla rivista "Sipario", si dava da fare nel cinema anche come segretario di

produzione (nel film di Luigi Zampa "Cuori senza frontiere"), come sceneggiatore e persino come attore.

Siamo nei primi anni '50, quando l'atmosfera particolare che si respira in quegli anni, l'occupazione militare, la

guerra fredda e la "questione giuliana", eleggono Trieste, frontiera tra due mondi, a location privilegiata per

numerose produzioni legate a vicende di spionaggio e intrighi internazionali. Solo tra il 1951 e il 1952 sono

addirittura sei i film - dai titoli di per sé evocativi - girati nel capoluogo giuliano: "Trieste mia!", "La ragazza di

Trieste", "Clandestino a Trieste", "Inganno", il già citato "Ombre su Trieste", e persino un film americano,

"Corriere diplomatico", che annovera nel cast anche il divo Tyrone Power (che però non girò mai in città).

L'edizione 2014 del Festival I Mille Occhi, che si terrà dal 12 al 16 settembre al Teatro Miela, intende

ripercorrere quel periodo per recuperarne (ove possibile) le copie e restituirle agli spettatori in una rassegna

dedicata. Si deve dunque a Sergio M. Germani, direttore artistico del Festival e fine studioso, l'avvio delle

ricerche portate avanti da Maurizio Radacich e Simone Starace, che hanno reso possibile la preziosa

scoperta. Questa ha preso il via da un interesse filologico non solo per gli aspetti storici ma anche per quelli

legati alle vicende produttive che spesso ammantano i film di mistero. «Non credo sia possibile rintracciare

una copia del film per settembre - afferma Germani - ed è anzi probabile che questo sia andato perduto per

sempre. Ecco perché è stato particolarmente importante recuperare la documentazione che intendiamo

offrire al nostro pubblico». Oltre alla sceneggiatura, dalla quale si possono evincere tutti i particolari relativi

alla storia, sono state infatti rinvenute anche una quarantina di foto di scena originali, attraverso le quali è

possibile farsi un'idea ancora più precisa, riconoscere le location e respirare l'atmosfera del film. "E' su questo

che sarà imperniato il lavoro del Festival", dice ancora Germani. La sceneggiatura di "Ombre su Trieste"

porta la firma di Nerino Florio Bianchi, regista del film, con la collaborazione di Giorgio Bergamini, Roberto

Bertea e il già citato Tullio Kezich, all'epoca poco più che ventenne, preso inizialmente in considerazione

anche come interprete. Ma tra i nomi coinvolti si riconoscono anche quelli di Ketty Burba, "Miss Trieste" nel

1951, Livio Lorenzon (successivamente tra gli interpreti principali de "Il vedovo" di Dino Risi), e Osvaldo

Cavandoli (animatore della celebre "La Linea") che si è occupato della realizzazione degli effetti speciali. Il

film venne interamente finanziato con capitali triestini, incontrando non poche difficoltà politiche da parte di

Alleati e Jugoslavi, per le spinose tematiche di confine affrontate. Prodotto dalla Ariston Film, società fondata

nel 1949 che avrà comunque vita breve, il progetto è reso possibile soltanto grazie all'impegno e alla

dedizione di un gruppo di giovani appassionati, che nel settembre 1951 mettono in cantiere una produzione a

basso budget (circa 50 milioni), sfruttando soprattutto la suggestione dei luoghi a loro disposizione. Gli interni

si girano negli stabilimenti Icet di Milano, mentre per gli esterni ci si muove soprattutto nei dintorni di Trieste:

Prosecco, Slivia e Sistiana. Ispirato a fatti reali e costruito in flashback, il film narra l'esperienza di quattro

giovani collaborazionisti che nel 1945 abbandonano le Brigate Nere dandosi alla macchia. Dopo uno scontro

coi Tedeschi che li porta a rifugiarsi sui monti del Carso, i quattro sbandati si fanno passare per partigiani,

diventando così un punto di riferimento per la popolazione del luogo. In realtà le dinamiche all'interno del

gruppo si fanno sempre più tese, soprattutto perché il capo, Carmine, comincia a sfruttare la propria autorità

22/07/2014 32Pag. Il Piccolo di Trieste - Ed. Nazionale(diffusione:44247, tiratura:212000)

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a loschi fini personali. Il finale, tragico, vedrà appunto la resa dei conti fra questi criminali di guerra, che

arriveranno a eliminarsi l'uno con l'altro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Media. Con l'operazione un «tesoretto» da 10 miliardi da utilizzare per alzare l'offerta da 80 miliardi sulcolosso americano Murdoch stringe per «Sky Europa» Il tycoon potrebbe cedere le pay tv italiana e tedesca a BSkyB per finanziare l'Opa su Time WarnerL'INCROCIO Il magnate australiano detiene il 39% del gruppo inglese: l'eventuale integrazione deve passaregli esami dell'antitrust Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispondente

Il destino di Sky Europa, eterea entità in teorica via di formazione, potrebbe compiersi nel volgere di due

settimane. Tanto ci vorrebbe per la definizione di un'offerta di BSkyB a Fox, un derby in casa Murdoch (fa

capo a Rupert e famiglia il 39% della pay tv inglese) capace di rivoluzionare il mondo della televisione a

pagamento dell'Unione. Le voci diffuse nel week end indicano che già venerdì, quando BSkyB diffonderà i

risultati, emergeranno dettagli di un progetto che incrocia il cammino dell'altra partita del tycoon d'origine

australiana: il tentativo di mettere le mani su Time Warner.

L'operazione Sky Europa prevede l'acquisizione del 100% di Sky Italia e del 57% di Sky Deutschland, oggi in

pancia a Fox per una cifra che veleggia fra 9,3 e 10,8 miliardi di euro, secondo stime diffuse da Bloomberg,

ma viste con sospetto nella City. Il dubbio riguarda il valore dell'emittente italiana che le stesse valutazioni

pongono entro una forchetta fra i 3 e i 5 miliardi di euro. Troppo secondo molti analisti, alla luce

dell'incertezza sulla capacità di crescita di Sky Italia. «Diversa è la percezione - precisa Toby Syfret di Enders

analysis, società specializzata nella ricerca su tv e telecomunicazioni - di Sky Deutschland che, nonostante

abbia una base di clienti più piccola, è in crescita e vede profitti». Nel caso tedesco ci sarà però da risolvere

la questione relativa alla quota di minoranza, a quel 43% che non appartiene a Fox e che BSkyB dovrà

acquisire in un secondo momento. Uno scenario che gli analisti considerano molto probabile nonostante Fox

abbia ottenuto l'ok dell'antitrust tedesco di superare il 30% per Sky Deutschland senza dover lanciare

un'offerta obbligatoria sulla totalità del capitale. Non è affatto certo che la stessa condizione sia garantita alla

pay tv britannica nell'ipotetico consolidamento europeo del gruppo. Meno preoccupazione suscitano, invece, i

regolatori europei che già avevano valutato sia gli incroci del gruppo Murdoch nell'Unione sia il livello di

concorrenza fra diversi players delle telecomunicazioni.

Gli scenari sono ancora tutti da definire, ma le conseguenze di un deal del genere finirebbero per riverberarsi

direttamente sulla tentata operazione Fox-Time avviata da Rupert Murdoch. Anzi una corrente di pensiero

suggerisce che sia proprio l'esigenza di far cassa per finanziare il mega deal americano ad aver spinto il

tycoon ad immaginare Sky Europa. Terminata la cessione è stato calcolato che Fox potrà aggiungere non

meno di 8 miliardi di euro al tesoretto che ha messo in campo che non è risultato sufficiente a convincere

Time Warner a uno storico matrimonio. L'offerta da 80 miliardi di dollari circa, già rifiutata, potrebbe essere

corretta al rialzo con i danari del riassetto europeo.

I motivi per credere in una voce che nessuno vuole confermare ufficialmente ci sono tutti e non sono affatto

nuovi. Al di là dell'esigenza di cassa per Time, Rupert Murdoch già nel 2010 aveva tentato di dare vita a Sky

Europa. Il percorso, all'epoca, prevedeva un investimento di 8 miliardi di sterline per rilevare la totalità di

BSkyB e da lì procedere al consolidamento europeo. Lo scandalo News of The World fece fallire un progetto

che ora riemerge tracciando uno scenario capace di rivoluzionare i grandi numeri della pay tv europea.

«L'attuale trio di Sky tv - precisano a Enders analysis - copre cinque paesi: Irlanda, Regno Unito, Germania,

Austria e Italia, e una fusione creerebbe un gruppo da 20 milioni di abbonati con almeno 12 miliardi di

revenue». Le economie di scala sono evidenti. Non tanto sui costi quanto sulla potenza di fuoco per i diritti.

«Non si vede - precisa Toby Seyfert - un immediata logica finanziaria, ma una forte logica strategica per

un'operazione di questo tipo. Penso ai diritti non tanto, vista la struttura attuale, del calcio quanto

dell'intrattenimento e di altri sport: dal golf, al ciclismo e a tutto il motoracing».

22/07/2014 21Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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Si farà davvero questa volta? Venerdì, quando, salvo sorprese, BSkyB annuncerà ricavi in crescita del 5% al

di sopra dei 7,6 miliardi di sterline, potranno giungere ulteriori indicazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Murdochfra tv e cinema CINEMA Twentieth Century Fox Twentieth Century

Fox Television Fox 2000 Fox21 Fox Animation & Blue Sky Studios Fox Home Entertainment Fox International

Productions Fox Searchlight Pictures Fox Television Studios Shine Group Fox Networks LA GALASSIA

NUMERI Tv via cavo Dati I trimestre 2014, in milioni di dollari Film Tv Tv via satellite Totale 8.219 Altri -329

Big Ten Network Fox Business Network Fox Deportes Fox News Channel Fox International Channels Fox

Sports 1 Fox Sports Net (FSN) FX Networks and Productions MundoFox National Geographic Channels

STAR India YES Network TV VIA CAVO Fox Broadcasting Network Fox Sports Fox Television Stations

Group MyNetworkTV TELEVISIONE BSkyB Sky Deutschland Sky Italia TV VIA SATELLITE 39% 100% 57%

3.152 2.279 1.587 1.530 Fonte: dati societari

22/07/2014 21Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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Dopo i vampiri è l'ora dei licantropi Giffoni Rivincita della generazione dei «perdenti» I ragazzi si affidano alla «diversità» di Dylan O'Brien dall'inviato Stefano Mannucci GIFFONI Dopo gli sfigati di «Glee», ecco i licantropi di «Teen Wolf». A Giffoni continua l'esplorazione di una

sacca generazionale che si riconosce nella diversità, come peraltro sottolinea lo slogan del Festival 2014:

«Be different». E la rivendica ad alta voce, questa peculiarità, di fronte ai propri idoli. Il pattuglione di fan (tutti

anglofoni in verde età, risultato della frequentazione delle serie tv in lingua originale sul web) stavolta ha

bombardato di domande capziose Dylan O'Brien, uno dei beniamini della saga sui lupi mannari trasmessa in

Italia da Fox, e presto protagonista sul grande schermo con il futuribile «The Maze Runner». E mentre il divo

rispondeva con generosità ai suoi quasi coetanei, veniva da chiedersi: perché questi adolescenti hanno

bisogno di identificarsi negli emarginati in cerca di riscatto? Quanto sono realmente fragili - e soli, nella loro

odissea virtuale sui social network - questi figli? Analizziamo «Teen Wolf»: i due personaggi principali sono

un giocatore (scarso) in una squadra liceale di «lacrosse», che per disgrazia viene morso da un lupo

mannaro e diviene a sua volta una di queste creature. Gli resta fedele un amico umano, a sua volta bullizzato

dai compagni, interpretato da O'Brien. Attorno a questi due antieroi gira da quattro stagioni la trama, con

amori e avventure in una comunità capace di mutazioni fanta-zoomorfe, tra coyote mannari, volpi, banshee:

alcuni di questi, a tratti, recuperano sembianze umane. Non è la prima invenzione artistica sui nipotini di

Dracula e sulle sue variabili animali: da «Twilight» a «The Vampire Diaries» fino a «Teen Wolf», tutto gira

sempre intorno a un branco - non importa di che specie - che interagisce con le persone normali, privilegiate

per nascita o dalle circostanze. Storie che hanno successo perché i suoi ammiratori si sentono inadeguati ad

affrontare con spavalderia la vita. E si riconoscono in attori reputati credibili, «perché sono come noi». O'Brien

sembra confermarlo. Dice: «La recitazione è terapeutica, ti permette di mostrare le tue vulnerabilità». Lui, che

viaggia sempre con un cuscino personale («da bambino mi serviva per combattere le allergie, oggi mi aiuta a

rilassarmi»), ha una storia che la dice tutta: «A 12 anni mi trasferii con la famiglia in California. Lì non avevo

amici, così sperimentai le mie storie realizzando video per YouTube. Ma ero terrorizzato dal giudizio altrui.

Ora mi rendo conto che avrei dovuto avere più coraggio. L'artista deve essere differente, questo lo aiuta a

rivendicare la propria personalità. Senza copiare gli altri, perché siamo esemplari unici». Passerella anche

per Claudia Gerini, reduce dalle riprese de «L'esigenza» con Marco Bocci. «La diversità? È ricchezza,

ognuno ha un talento che può donare agli altri senza isolarsi, magari facendo nascere la bellezza dai propri

difetti. Poi confida: «Spero che questi ragazzi non mi chiedano perché il cinema italiano ha poca visibilità

all'estero, malgrado i premi a Cannes o gli Oscar. Dovrei spiegare loro che questo Paese resta impigliato in

beghe sociopolitiche che soffocano la cultura. Chissà per quanto ancora».

INFO Il Festival Si sta svolgendo a Giffoni Valle Piana in provincia di Salerno

Foto: Riflettori Sopra Dylan O'Brien il protagonista della serie televisiva cult «Teen Wolf» In alto Claudia

Gerini

22/07/2014 25Pag. Il Tempo - Ed. Nazionale(diffusione:50651, tiratura:76264)

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ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 22/07/2014 - 22/07/2014 20

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Io, regista rom al Giffoni Laura Halilovic debutta con il suo primo film Un lungometraggio che è anche la sua autobiografia Nata aTorino, si è ribellata alle consuetudini della comunità a cui apparteneva per inseguire il suo sogno di farecinema PAOLO CALCAGNO GIFFONI IL DEBUTTO SULLO SCHERMO DI LAURA HALILOVIC, 25 ANNI,CON ILSUOPRIMO

LUNGOMETRAGGIO«IOROMROMANTICA» è insieme un'esemplare sintesi del rapporto di partecipazione

tra giovani e Cinema, che il Festival di Giffoni persegue e coltiva a livello internazionale da 44 anni, e un caso

tipico della politica di accoglienza e di integrazione, troppo spesso pigra e avara verso i soggetti

extracomunitari. Il film presentato, ieri, in anteprima nella sala Lumière di Giffoni Film Festival, e da

dopodomani nelle sale italiane, racconta la storia della giovane regista ed è il risultato della passione e della

incrollabile fede con cui Laura Halilovic ha inseguito il suo sogno della regia cinematografica. «Io sono nata in

Italia, a Torino, ho la carta d'identità italiana, però il mio passaporto è della Bosnia e ogni anno devo dare le

mie impronte digitali per rinnovare il permesso di soggiorno. Ma la mia identità è ancora un'altra: io sono

rom», ha spiegato Laura Halilovic introducendo il film in cui narra le varie battaglie che ha dovuto combattere.

Nel film Laura diventa «Gioia» ed è interpretata dall'esordiente Claudia Ruza Djordjevic, una ragazza rom di

15 anni che vive nel campo nomadi di Salone, alla periferia di Roma, e studia recitazione nella Scuola di

Giulio Scarpati. Gioia è una diciottenne che vive in famiglia in una casa popolare di Falchera, la periferia

storica di Torino. Per la disperazione del padre, Gioia rifiuta, uno dopo l'altro, i vari pretendenti alla sua mano,

a differenza delle cugine che sono già maritate dall'età di 14 anni. La sua ribellione alle usanze della

comunità e alcune sue abitudini, come quella di portare i pantaloni invece delle gonne, agli occhi della

famiglia fanno di Gioia una ragazza «gagé», non rom; mentre per le autorità italiane, a causa di vari ostacoli

burocratici la ragazza, pur essendo nata in Italia, è solamente una zingara. Gioia, dunque, è due volte

emarginata e la sua vita si annuncia priva di prospettive e di sogni. L'unica confidente di Gioia è Morena, una

ragazzina figlia di italiani, che la spinge a partecipare ai provini di una pubblicità. il set è per Gioia il mondo

che sogna e che può offrirle ciò che cerca. La ragazza scopre, così, di volere solo una cosa: diventare una

regista cinematografica. Nella realtà, è così che la giovane rom, nel 2007, collabora alle attività del Centro di

Cultura per la Comunicazione e i Media dei Servizi Educativi di Torino. Nello stesso anno, realizza il suo

primo corto, Illusione , che vince nella sezione Extra-Scuola al Festival «Sotto-18». Nel 2009, scrive e dirige il

documentario Io, La Mia Famiglia Rom e Woody Allen , dichiarando nel titolo la sua grande ammirazione per

il celebre regista americano (« Manhattan e » sono i miei preferiti«) . « Io Rom Romantica è il mio primo film -

ha aggiunto Laura Halilovic, che ha ricordato come la pellicola sia stata prodotta da Mario Gianani e Lorenzo

Mieli, in collaborazione con Rai Cinema, con il sostegno dell'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza e

con il contributo e il riconoscimento di interesse culturale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del

Turismo -. La mia decisione di rimanere dietro la macchina da presa e di non comparire mai non è il sintomo

di uno sguardo distaccato, ma una testimonianza di affetto per la mia famiglia e un'affermazione dei forti

legami che mantengono uniti i vari membri attraverso i giri, spesso drammatici, della vita. Con il racconto in

prima persona ho inteso trasportare gli spettatori alla scoperta della realtà rom, fino a oggi conosciuta solo

attraverso stereotipi e luoghi comuni. I rom sono una realtà mai raccontata dall'interno, tanto meno con lo

sguardo di una ragazza che si sente diversa dalla propria comunità e che cerca la sua strada nella vita e che

non vuole rinunciare alla possibilità di incontrare l'amore vero, non imposto dalla famiglia». Per buona sorte

della salute del padre, Laura si è, poi, sposata all'età di 20 anni ed è mamma di un bambino di 2 anni. È

ancora in attesa della cittadinanza italiana e («anche se avrebbero già dovuto concedermela») conta di

riceverla anche grazie al suo film. «Per raggiungere il mio obiettivo di mostrare il volto umano dei rom, quello

autentico e non il profilo disegnato dai pregiudizi - ha concluso Halilovic -, ho scritto la sceneggiatura,

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assieme a Silvia Ranfagna e Valia Santella, capaci di narrare in maniera ironica e particolare. Il racconto si

muove tra la realtà della periferia storica torinese e l'immaginario della protagonista, che è una sognatrice

dalla fervida fantasia. Il tono del film è volutamente leggero: ho cercato di affrontare in una commedia

moderna, con affettuosa ironia, le contraddizioni di una famiglia rom contemporanea».

Foto: Una scena da «Io Rom Romantica»

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Venezia tra giovani doc e Iran GABRIELLA GALLOZZI Venezia tra giovani doc e Iran pag. 16 UN DOCUMENTARIO PER LA PRIMA VOLTA IN CONCORSO. POI

CINEMA DALLA PALESTINA, DAL VIETNAM, dall'Iran che parla di giovani e di donne in attesa e una

chiusura in commedia (come l'anno scorso fu con "Zoran, il mio nipote scemo") con l'esordio cinematografico

di Diego Bianchi, lo Zoro televisivo di Raitre. Ecco il menù di questa edizione numero 29 della Settimana

internazionale della critica, sezione autonoma della Mostra di Venezia (dal 27 agosto al 6 settembre) dedicata

agli esordi e curata dal Sindacato critici cinematografici. La sorpresa di questa edizione è l'arrivo di un

documentario in concorso. E "non per moda" sottolinea il delegato generale della Sic Francesco Di Pace, ma

per "qualità". L'Italia, infatti, sarà in gara con "Dancing with maria" di Ivan Gergolet dedicato ad una figura

storica della danza di tutti i tempi: Maria Fux, coreografa e danzaterapeuta argentina che svolge da quaranta

anni il suo lavoro di formazione in America e in Europa, dove ha portato il suo metodo per il recupero

psicofisico attraverso il movimento creativo in diverse situazioni di handicap. Goriziano, classe 1977 Ivan

Gergolet spiega che nei corsi di Maria Fux "danzano insieme ballerini di qualsiasi condizione ed estrazione

sociale, uomini e donne con malattie fisiche e mentali, tutti alla scoperta di se stessi e degli altri. L'incontro

con l'energia e la danza di Maria cambiano la loro vita. Dopo aver sperimentato e trasmesso agli altri il suo

metodo basato sulla percezione dei ritmi interni e sulla simbiosi con la musica, oggi ha preso in consegna

un'ultima allieva, forse la più difficile, se stessa". Non sarà però un doc biografico aggiunge ancora il regista:

""perché dietro questa figura di artista e di donna, ho capito che quello che mi affascinava erano le tante altre

storie che emergevano. Così ne è venuto fuori un film a mosaico in cui Maria è il sole attorno al quale girano

tanti pianeti che si incrociano" Zoro, invece, fuori concorso, porterà il suo "Arance e martello", una sorta di

"Fa' la cosa giusta" ambientato in un mercato rionale di San Giovanni a Roma nel corso del 2011, quando

ancora in era berlusconiana, arrivò la decisione del Comune di chiudere l'area e i cittadini si rivolsero alla

vicina sezione del Pd. Si tratta del mercato di via Orvieto che Zoro, racconta, ha vissuto come casa sua da

quando era ragazzino, osservandolo quotidianamente. Sarà un film "storico" e "in costume", dunque "che

mescola il linguaggio tipico di Bianchi, la videocamera che riprende gli avvenimenti e il punto di vista più

strettamente filmico, con reminiscenze gustose del cinema di genere popolare di matrice "romana", riuscendo

nel contempo a raccontare un pezzo di Italia contemporanea". L'apertura fuori concorso, invece, sarà una

prima internazionale iraniana: Melbourne di Nima Javidi, interpretato dal protagonista di "Una separazione"

Peyman Maadi. La storia è quella di una coppia in partenza per Melbourne che vedrà cambiare

drasticamente i suoi programmi dall'arrivo di un neonato. E molti sono i bimbi presenti in questa selezione,

come dicevamo. Nel serbo di Vuk Rsumovic', Nic(ije dete (No One's Child), ambientato prima della

polverizzazione della Jugoslavia, il "figlio di nessuno" è un piccolo selvaggio trovato per caso nei boschi della

Bosnia. Un promettente tennista è il giovane protagonista del franco-belga "Terre battue" di Stéphane

Demoustier. Un neonato in arrivo, poi, c'è anche nel vietnamita "Flapping in The Middle of Nowhere" della

regista Nguye^ ~n Hoàng ?ie^.p, dove la giovane ragazza in attesa è quasi costretta ad abortire per le

drammatiche condizioni in cui vive. In cinta, ancora, è la ragazza che vive a Ramallah, protagonista di "Villa

Touma", esordio nella finzione di Suha Arraf, sceneggiatrice palestinese de "La sposa siriana e Il giardino dei

limoni", e autrice del documentario "Women of Hamas". Insomma, tanti titoli per un grande mosaico che

guarda ai cambiamenti del nostro presente.

Foto: Maria Fux in «Dancing With Maria»

22/07/2014 1Pag. L Unita - Ed. Nazionale(diffusione:54625, tiratura:359000)

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R2 Spettacoli Zoro va alla Mostra "Un film -commedia sul muro che c'è tra gente epolitica" "Arance e Martello", esordio nel cinema di Diego Bianchi sarà alla Settimana della critica, la sezioneindipendente del Lido ARIANNA FINOS ROMA LA SETTIMANA della critica sotto il segno di Zoro. La sezione indipendente della Mostra di Venezia,

dal 27 agosto al 6 settembre, s'affida a opere che guardano ai dolori del mondo ma finisce in allegria con

Arance e Martello , esordio al cinema di Diego Bianchi: in arte, tra rete e tv, Zoro. Una commedia sul "muro"

che c'è tra la politica e la gente, simboleggiato «dalla muraglia gialla della costruzione della Metro C a Roma,

nel mercato rionale di San Giovanni, quartiere dove sono cresciuto», racconta Bianchi. L'idea è arrivata

«quando qualcuno ha detto che se fosse stato chiuso il mercato che c'è da sempre, sarebbe scoppiata la

rivoluzione. Così ho immaginato l'arrivo di un'ordinanza nel mezzo di un'estate romana». Nel film, prodotto da

Fandango e in sala il 5 settembre, ci sono attori (Giorgio Tirabassi, Giulia Mancini, Ilaria Spada) e non,

«un'umanità varia» fatta di giovani e vecchi, pakistani, russi, indiani, che si rivolge alla sede storica del Pd,

con molte incomprensioni, «da una parte una politica che non è tutta sporca, dall'altra l'oggettiva difficoltà dei

politici a capire i problemi reali dei cittadini». Zoro interpreta se stesso «arrivo con la telecamera per

raccontare la protesta e sono coinvolto nel crescendo paradossale». Autobiografia, per il blogger e

conduttore televisivo, e riferimenti cinefili, « Fai la cosa giusta di Spike Lee, certo. Venticinque anni dopo, da

Brooklyn a San Giovanni». Un film in costume: «La storia è ferma a tre anni fa, Berlusconi premier, Polverini

presidente di regionee Alemanno sindaco. Buona parte dell'elettorato di destra ancora oggi non mette in

conto di dare fiduciaa un nuovo capo». Del felice esordio del collega video-blogger Pif, Zoro dice « La mafia

uccide solo d'estate mi è piaciuto molto. Abbiamo stili diversi ma la stessa voglia di affrontare temi pesanti

con leggerezza». L'Italia in concorsoè invece quella di Dancing with Maria , documentario di Ivan Gergolet su

Maria Fux, danzatrice, 92 anni, chea Buenos Aires insegna danzaterapia alle persone con deficit motori e

mentali; «Maria è il sole attorno cui girano altre storie», dice il regista goriziano.

«Un film che ci ha commosso fino alle lacrime», confessa Luca Pellegrini, selezionatore. «A parte i film

italiani, gli altri sette titoli sono drammi con venature thriller e melò», spiega il delegato generale Francesco Di

Pace. Apre il dramma da camera iraniano Melbourne , poi il noir cinese Binguan , il vietnamita Flapping in the

mddle of nowere , tra ossessioni feticiste e transgender, il serbo No one's child , il palestinese Villa Touma , il

franco-belga Terre battue, con Valeria Bruni Tedeschi,e il tedesco The council of birds .

Foto: INTERVISTA E TRAILER Su RNews il servizio video esclusivo su Arance e martello, il film che Zoro

porterà alla Mostra di Venezia

Foto: DEBUTTANTE Diego Bianchi, in arte Zoro, debutta come regista cinematografico con "Arance e

Martello" ospite alla Settimana della critica della Mostra del cinema di Venezia

22/07/2014 45Pag. La Repubblica - Ed. Nazionale(diffusione:556325, tiratura:710716)

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GIORNO& NOTTE / Il cartellone IL FESTIVAL " Cinema di frontiera" a Marzamemi con quattro schermi l.n. HA PRESO IL VIA a Marzamemi, in provincia di Siracusa, il Festival del cinema di frontiera, curato dal regista

Nello Correale. Quattro grandi schermi distribuiti tra la tonnara e il cortile di palazzo Villadorata per il

concorso dei cortometraggi, l'incanto di piazza Regina Margherita per i lungometraggi, e poi la saletta del

Credito cooperativo, a Pachino, dedicata alle retrospettive. Un piccolo festival dalla vocazione internazionale,

come dimostra la presenza di film che hanno riscosso successo nel mondo.

Tra gli ospiti, il cantautore e regista Franco Battiato che alle 17 al cortile del palazzo di Villadorata presenterà

il docu film "Aspettando il Bardo". In piazza Regina Margherita sarà proiettato "Il mondo fino in fondo" di

Alessandro Lunardelli, con Filippo Schicchitano protagonista, e alla tonnara "L'isola" di Alberto Bougleu.

L'incontro. Alle 17 incontro con Franco Battiato che presenta "Aspettando il bardo"

22/07/2014 8Pag. La Repubblica - Palermo(diffusione:556325, tiratura:710716)

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Cinema / Il personaggio Divo gentiluomo L' attore sarà ospite d'onore dei 3500 giurati del Film Festival Ricco il programma della giornata: via alleproiezioni dei cortometraggi alle 9.30 Giffoni in fibrillazione fa festa a Richard Gere ultima star di HollywoodDalle 21.30 il concerto di Giorgia allo stadio Giuseppe Troisi Nei giorni scorsi tra i protagonisti Matt Bomer eLea Michele GIANNI VALENTINO ÈUN Tiffany. Desiderato, puro diamante. Introvabile. Questoè il suo secondo, vero cognome.

Pochi lo sanno, meno ancora naturalmente lo immaginano. È sacrosanto, a questo punto, che il destino sia

trattenuto nell'inchiostro dell'anagrafe. Là dove non si poteva prevedere questo rarissimo mix di sesso e

ascesi, una carriera cinematografica di grandi ruoli e altrettante soddisfazioni. Fama e riservatezza.

Donne (spose, anzitutto), viaggi, silenzio, lotte per i diritti umani. Red carpet nei gran gala ai festival

internazionali, che al "Giffoni Experience", almeno stasera, diventano blu cobalto. E realizzano un vivace

contrasto con i suoi capelli grigi.

La star di oggi, al Giffoni Film Festival, è Richard Gere. Attore, pacifista, vegetariano. Appassionato di sushi

e seguace delle dottrine buddiste, e preoccupato delle sorti di popolazioni indigene e malati di Aids, ispiratore

di iniziative umanitarie attraverso decine di fondazioni e convegni tenuti in ogni continente, la star di

Hollywood ha attraversato il secolo scorso e l'inizio del nuovo con una inusuale grazia. Chi lo ama, spesso si

abbandona al solo ricordo cinematografico: "Cotton Club", "Chicago", "Pretty Woman", "Ufficiale e

gentiluomo", "Analisi finale", "American Gigolò". Chi lo idolatra, probabilmente ha scolpito bene nel cervello la

multiforme dote dell'interprete nato in un agosto di 64 anni fa a Philadelphia. Così si diventa ospiti d'onore,

sebbene in queste orea Giffoni la rivalità tra generazioni stia davvero esplodendo tra atteggiamenti buffi e

curiosità da rotocalco. A contendersi il pianto e la gioia dei fan - di qualsiasi età - sono tanto i divi adulti

quanto i coetanei degli ammiratori. O poco più. Negli ultimi giorni, a regnare nella cittadella salernitana,

sommersi da ovazioni, regalini e collassi, sono stati soprattutto Matt Bomer (che ha affrontato tematiche gay

in compagnia del suo compagno-manager: i due sono genitori di tre figli) e Lea Michele (simbolo della serie

"Glee", sospesa appunto tra sessualità e showbiz).

Oggi e domani, al contrario, toccherà a personaggi dalla biografia creativa lunghissima e impeccabile:

Richard Gere e Alan Rickman (che racconterà dei dettagli di "A Little Chaos", secondo lungometraggio da

regista in cui recita anche il ruolo del Re Sole). Ciò lascia intendere una sorta di giocoso conflitto tra

generazioni: tra coloro che si affidano all'estemporaneità pur di osannare una giovanee potenziale stare

coloro che dedicano il loro applauso solo dopo aver apprezzato il talento in decine di pellicole. Il programma

di oggi a Giffoni è come al solito frenetico. Si inizia alle 9.30 con le proiezioni di "Counting Dreams", "Exit

Marrakech", "Skating to New York", "Tainá an amazon legend", "Amori elementari" diretto da Sergio Basso,

fino all'anteprima "Colpa delle stelle" di Josh Boone. Alle 17, invece, è in programma l'incontro con Richard

Gere in sala Truffaut durante il quale alcuni dei 3500 giurati provenienti da 41 nazionie 160 città italiane

potranno rivolgergli domande artistiche e personali. Dalle 21.30, infine, il concerto di Giorgia per la sezione

"Giffoni Music Concept". L'artista romana canterà sul palco dello stadio Giuseppe Troisi e proporrà una sorta

di medley tra gli standard della sua discografia e le recenti canzoni raccolte nell'album "Senza paura"

pubblicato lo scorso autunno. Tra i titoli, "I Will Pray" (un duetto con Alicia Keys), "Oggi vendo tutto" scritta da

Ivano Fossati, "Quando una stella muore" e "La mia stanza" (biglietti a 20 euro).

Foto: LA STELLA A destra, Richard Gere: sarà oggi pomeriggio al Giffoni Film Festival

Foto: OSPITI Sopra, Matt Bomer. A destra, nella foto grande, Giorgia: sarà stasera allo stadio Troisi di Giffoni

22/07/2014 1.11Pag. La Repubblica - Napoli(diffusione:556325, tiratura:710716)

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Intervista Kate Winslet: un film sui piccoli gesti d'amore La protagonista di "Un giorno come tanti": è un esempio per tutti LA VERA SFIDA «Recito molto di piùquando sono sul red carpet che sul set sudata e spettinata» MARCO CONSOLI LONDRA Èstata una sfida interpretare Adele, perché in superficie è una donna fragile che sembra cadere a pezzi e ha

un passato tormentato, ma allo stesso tempo ha una grande forza, che non ha mai messo in mostra prima».

Così Kate Winslet, 38 anni, descrive il suo personaggio di Un giorno come tanti , il nuovo film di Jason

Reitman, che stranamente in Italia esce solo in home video, nonostante la buona accoglienza al festival di

Toronto e il successo dei precedenti Juno e Tra le nuvole . L'attrice è intanto sul set a Chicago del sequel del

fantascientifico Divergent , dal titolo Insurgent , dove l'attrice premio Oscar per la prima volta nella sua

carriera interpreta un personaggio cattivo. In un giorno come tanti tratto dal best seller omonimo di Joyce

Maynard (ed. Piemme) Winslet è Adele, madre divorziata e depressa dell'adolescente Henry (Gattlin Griffith),

che viene sequestrata in casa assieme al figlio da Frank (Josh Brolin), evaso di galera dopo una condanna

per omicidio. Tra il rapitore e le sue vittime cresce però un rapporto di fiducia e un senso di famiglia. «Q

uando ho letto la sceneggiatura - continua l'attrice mi ha colpito il fatto che la relazione tra Adele e Frank non

si basava tanto sul dialogo ma sulle emozioni, e mi intrigavano gli sviluppi inattesi della vicenda. Jason me

l'ha proposta, ma avevo altri programmi e ho dovuto rinunciare». E poi come è andata? «Ha messo in pausa

il progetto per un anno, e ne sono lusingata: è la prima volta che qualcuno rimanda un film per aspettarmi».

Come si è accostata al personaggio? «Ho cercato di capirla, perché anche a me sembrava bizzarro

accogliere in casa un fuggitivo e aiutarlo. Ma Adele è una di q u e l l e d o n n e c h e tende a fidarsi degli u o

m i n i p i ù i m p ro b a b i l i , p e r v i a d e l suo istinto: in qualche modo sente che Frank è una brava

persona. Ammiro il suo coraggio, che le ha permesso di tirare su un figlio da sola, senza prendere il Prozac o

attaccarsi a una bottiglia di gin dal pomeriggio». L'ha sentita in qualche modo simile a lei? «Mi sono

identificata nell'impegno dell'essere genitore, ma anche nella sua grande capacità di amare, di essere

romantica e passionale, nonostante non si ricordi più come si fa. Interpretarla mi ha dato la capacità e il

coraggio di esplorare emozioni che io stessa avevo scordato, e mi ha fatto apprezzare una grande lezione».

Quale? «Adele riscopre l'amore nel modo più semplice e puro, con piccoli gesti, come preparare un pasto a

Frank. A volte nella vita ci dimentichiamo di fermarci un attimo e di essere solo gentili e calmi con chi ci sta

accanto. Il film elogia il ritorno a gesti semplici, come tenere per mano qualcuno». O preparare una torta

insieme... «La torta è proprio il mezzo con cui Frank porta Adele e il figlio nel suo mondo privato,

condividendo e insegnando qualcosa che gli appartiene. Cucinare con qualcuno è un atto che rivela calore e

intimità». Come se l'è cavata a preparare la ricetta sul set? «Per fortuna devo dire che in cucina sono

piuttosto brava. Però non mi aspettavo quanto Josh Brolin potesse essere ossessionato da quella scena: è

un perfezionista e si alzava alle quattro di mattina per cucinare una torta da portare sul set. All'inizio è stato

divertente, poi dopo 5 settimane io e la troupe non ne potevamo più (ride)!». Come mai lei spesso ritrae

donne molto lontane dalla sua immagine? «Mi creda, recito molto di più quando sfilo sul red carpet di quando

interpreto una donna con il volto tutto sudato e i capelli arruffati. Però ho un segreto per bilanciare questi due

lati del lavoro di attrice: cerco di godermeli entrambi in egual misura». In arrivo il sequel di «Divergent» A

sinistra, Kate Winslet in una scena di Un giorno come tanti con Josh Brolin, che dopo il successo al festival di

Toronto è uscito ora in Dvd. Sopra, nel fantascientifico Divergent , di cui sta girando ora il sequel Insurgent

Morta l'attrice di The Patriot n È morta a soli 21 anni nella sua casa di Houston, in Texas, Skye McCole

Bartusiak, l'attrice diventata famosa per aver interpretato la figlia di Mel Gibson nel film The Patriot . La causa

del decesso sembrerebbe legata alle crisi epilettiche di cui soffriva.

22/07/2014 30Pag. La Stampa - Ed. Nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)

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• Rassegne Cinema dentro le cantine, nei musei e sul belvedere di paesaggi mozzafiato I film escono all'aperto Tour di sette regioni fra pellicole e vino. Roma omaggia il Giappone Cristina Cimato Dall'Emilia Romagna alle Marche fino in Abruzzo, Umbria e Toscana, Basilicata e Sardegna. Quesf estate gli

appassionati di cinema e di vino possono fare un Grand Tour attraverso luoghi enologici vocati, nei quali è

possibile guardare le pellicole dell'ultima stagione. Cinemadivino -1 grandi film si gustano in cantina porta il

grande schermo dentro il «caveau» del vino. Le serate sono organizzate per soddisfare gli amanti di cinema

e i gourmand, e prevedono degustazioni di vino, piatti preparati nello spazio gastronomico gestito

direttamente dalle aziende oppure proposti dal Food Truck di Cinemadivino. Dalle 19,30 sono previste le

degustazioni di vino, a seguire le visite alle cantine e poi la proiezione dalle 21,30. Chi desidera può anche

cenare in cantina alle 20 (cinemadivino.net). L'estate svela il meglio degli archivi dei tre filmfestival trentini:

Cinema Archeologico, Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival, proiettati in suggestive località della

Val di Sella e Val di Non. La rassegna, che prosegue fino a settembre, offre all'interno di castelli, musei e

dimore storiche una programmazione che spazia dal cinema di montagna ai documentari archeologici fino

alle pellicole religiose. Oggi, 22 luglio, al museo di Sanzeno la seconda serata della rassegna con It pays to

be sharp, film che narra la storia di un arrotino di Carisolo e La -montagna magica. Sul cammino diKailash

(trentofestival.it ). Giovedì 24 luglio ha inizio la 21 concorso internazionale di cortometraggi con 15 lavori

provenienti da tutto il mondo, a cui si aggiungono le sezioni Junior, con film per i giovani, e Onde corte, uno

sguardo alle espressioni visive più originali. Le proiezioni hanno luogo in piazza Magenta, al cinema Tirreno e

nelle spiagge (capalbiocinema.com). Per chi resta in città, a Bologna la Cineteca ha inaugurato l'arena

all'aperto, che quest'anno proseguirà Uno a metà agosto in piazza Maggiore. Stasera è previsto il film Smetto

quando voglio di Sydney Sibilla, domaniie meraviglie, film diretto da Alice Rohrwacher premiato all'ultimo

festival di Cannes, mentre giovedì 24 luglio l'appuntamento è con l'estro di Wes Anderson e del suo colorato

Grand Budapest Hotel (cinetecadibologna it). A Roma all 'Isola del cinema sull'Isola Tiberina c'è una vasta

programmazione che include il Festival isola mondo dedicato ai Paesi stranieri. Stasera l'omaggio è al

Giappone, con degustazioni Sakè, workshop calligrafico e esibizione di Koto, a seguire, Thermae romae II di

Hideki Takeuchi. Domani, San San di Bunji Sotoyama (isoladelcinema.com). Anche a Milano il cinema entra

in luoghi insoliti. Accanto alla ormai famosa rassegna Arianteo, che proietta all'interno del Conservatorio, dei

Chiostri dell'Umanitaria, Castello Sforzesco e di Palazzo Reale i film dell'ultima stagione (spaziocinemainfo),

l'appuntamento con i corti che anticipa la prossima edizione del Milano Film Festival entra al museo e in

cascina. Alla Cuccagna, per esempio, venerdì 25 luglio alle ore 21 è prevista una serata di proiezione di

cortometraggi che include i più divertenti e ironici della storia del Festival, quest'anno atteso dal 4 al 14

settembre (milanofilmfestival.it).

22/07/2014 21Pag. MF - Ed. Nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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Piccolo è bello: tutti pazzi per i corti d' autore Settimo, al via «Tempistretti» GIGIA PIZZULO di GIGIA PIZZULO - SETTIMO MILANESE - TUTTI PAZZI per il corto di autore. Per quelle storie che

concentrano in pochi minuti un intero racconto, in maniera allegra, ironica, surreale o visionaria. Grovigli di

vita che scorrono veloci in trailers che risvegliano l'attenzione e offrono lo spunto per un arricchimento

culturale. Prende il via oggi, per gli appassionati del genere, Tempistretti, la rassegna di cinema indipendente

organizzata dalla Pro Loco di Settimo in collaborazione con Fedic ed Enoteca Maggiolini di Bareggio. Un

evento che si è consolidato tra i cultori del genere e che sarà diviso in due appuntamenti: il primo, stasera, è

monografico, dedicato al giovane autore Alessandro Grande; il secondo è dedicato al cinema internazionale

con la proiezione di filmati provenienti da tutto il mondo e la possibilità di degustare ottimi vini nella splendida

location del Parco Farina. L'idea di Tempistretti è venuta a Mario Lucio Vecchio, fermamente convinto che «i

corti, più di altre produzioni audiovisive, sono vere e proprie pillole di verità oltre che una scoperta

appassionante». Per ora gli organizzatori registrano la nona edizione del festival ma non è escluso che, se

l'interesse sarà crescente da parte degli spettatori, la manifestazione possa diventare un concorso. «In realtà

si tratterebbe di tornare a una formula che avevamo già sperimentato - dice Vecchio -: una decina di anni fa

siamo stati tra i primi a fare una rassegna sui video di viaggio. È stata una bella parentesi ma ci siamo

scontrati con le spese, le sponsorizzazioni e tante altre difficoltà». Per ora, quindi, resta un'idea, a meno che

qualcuno non si faccia avanti per aiutare economicamente questa nuova avventura. «SIAMO una Pro loco

alternativa, ci piace fare eventi per il territorio ma che non si limitino alla sagra della salamella - aggiunge -.

Nel nostro calendario abbiamo inserito concerti, mostre, libri e il cinema». All'inizio infatti i corti venivano

presentati prima dei film in proiezione il giovedì sera e a giugno si faceva la selezione del più bello. Poi gli

organizzatori si sono legati alla Fedic (Federazione italiana dei cineclub), che ha cominciato a fornire loro gli

short film. «La gente all'inizio non partecipava, non era incuriosita, poi spostando l'evento nel parco Farina,

quindi all'aperto, in luglio, si è creato l'interesse e in molti apprezzano Tempistretti. Le tematiche sono varie,

sono io a fare una selezione: devono essere argomenti che possano piacere. Per ora siamo molto soddisfatti

della risposta che il pubblico ci sta riservando, non è facile proporre dell'ottimo cinema al di fuori dei grandi

circuiti». ASPETTANDO i corti dall'estero il 29 luglio, l'appuntamento è oggi alle 21,30 con la serata dedicata

al regista Alessandro Grande, che, collegato in streaming, dialogherà con gli spettatori. I suoi lavori sono

improntati ai temi sociali e ha raggiunto la notorietà con «In my prison», dedicato al delicato tema delle

carceri, presentato ufficialmente nell'ambito dell'edizione 2010 del Roma Fiction Fest. Con My Prison ha

ottenuto importanti successi in Italia, tra cui la vittoria del Premio Anello Debole, e del Premio Amnesty

International, e all'estero dove ha conquistato il Premio del pubblico al festival nipponico di Tokyo Con-Can

Movie Festival. Lo scorso anno ha partecipato con Margherita al Giffoni Film Festival. Image:

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22/07/2014 13Pag. QN - Il Giorno - Milano(diffusione:69063, tiratura:107480)

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LIBERO BIZZARRI Al via il Festival del documentario , centrale sarà il tema del 'Porto' È COMINCIATO oggi e finirà nella giornata di sabato, il Festival del documentario intitolato alla memoria di

Libero Bizzarri, giunto ormai alla sua ventunesima edizione. Il tema di quest'anno è 'il Porto', inteso come

metafora di approdi e partenze, attese, speranze, drammi, relazioni, lavoro da ripensare, rotte per il futuro,

luogo della conoscenza per antonomasia perche punto di contatto fra rappresentanti di culture diverse,

veicolo per lo scambio di usanze, lingue, dialetti e informazioni in genere. La città - porto qual è San

Benedetto del Tronto vuole essere luogo che consenta di navigare in un pelago dove tradizione e origine,

innovazione e scoperta fanno parte di un'avventura socio-antropologica le cui tracce il cinema documentario

riesce strenuamente a testimoniare tenendo insieme memoria e futuro. Il 'Bizzarri' apre le porte ai giovani di

tutta Europa con 'CinemadaMare'. La città di San Benedetto del Tronto diventerà, per una settimana, un vero

e proprio set cinematografico animato da più di 100 giovani filmaker che realizzeranno cortometraggi e

documentari alla scoperta delle locations della Riviera che più li ispireranno e dei cittadini che vorranno

mettersi in gioco diventando attori stessi dei video. Tra gli appuntamenti di questa edizione: 'Lavoro da

ripensare, rotte per il futuro' condotto da Riccardo Luna. Proiezione del documentario 'Avanti artigiani' di

Teresa Sala realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - sede di Milano.

'Storie di (stra)ordinaria integrazione': proiezione dei documentari 'La Toscana incontra la Cina' e 'L'Emilia

Romagna incontra l'India' di Angelo Bozzolini. Dibattito a cura dell'autore insieme ai protagonisti delle storie.

Interventi sulla MacroRegione Adriatico Ionica: 'La Macroregione Adriatico Ionica- sfide e opportunità'. L'arte

sul grande schermo: proiezione del film 'Onirica' di LechMajewski.

22/07/2014 11Pag. QN - Il Resto del Carlino - Ascoli(diffusione:165207, tiratura:206221)

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