SNA · Vigilanza unica, via al risiko tra banche 14 02/11/2014 Libero - Nazionale Auto non più...

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La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. SNA Rassegna Stampa del 03/11/2014

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parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;

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Rassegna Stampa del 03/11/2014

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INDICE

SNA

02/11/2014 Corriere delle Alpi - Nazionale

Nuova campagna degli agenti di assicurazione5

ALTRE ASSOCIAZIONI Il capitolo non contiene articoli

SCENARIO ASSICURAZIONI

03/11/2014 Il Sole 24 Ore

Dall'idea all'impresa: i capitali per crescere7

03/11/2014 Il Sole 24 Ore

Per gli incidenti stradali indennizzi a soglie ridotte11

01/11/2014 La Repubblica - Nazionale

Tra Generali e Perissinotto partita aperta su separazione e risarcimenti13

03/11/2014 Il Giornale - Nazionale

Vigilanza unica, via al risiko tra banche14

02/11/2014 Libero - Nazionale

Auto non più storiche15

03/11/2014 Il Foglio

Carriera16

01/11/2014 ItaliaOggi

Ravvedimento anche per le assicurazioni17

01/11/2014 ItaliaOggi

La medicina difensiva costa 12 mld l'anno18

03/11/2014 La Repubblica - Affari Finanza

Intesa Messina cerca un socio per l'asset management19

03/11/2014 La Repubblica - Affari Finanza

La compagnia Vita è la gallina dalle uova d'oro21

03/11/2014 ItaliaOggi Sette

Anche l'assicurazione dà credito22

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01/11/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24

A settembre raccolta positiva per 1,6 miliardi24

01/11/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24

Tutti i dubbi delle assicurazioni26

SNA WEB

Il capitolo non contiene articoli

ALTRE ASSOCIAZIONI WEB

Il capitolo non contiene articoli

SCENARIO ASSICURAZIONI WEB

30/10/2014 iomiassicuro.it

30/10/2014 - Rc auto, cala la raccolta28

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SNA

1 articolo

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Nuova campagna degli agenti di assicurazione "non cadere nel vuoto" Nuova campagna degli agenti di assicurazione Nuova campagna degli agenti di assicurazione

"non cadere nel vuoto"

di Alessia Forzin wBELLUNO "Non cadere nel vuoto". Parte da Belluno la nuova campagna pubblicitaria del

sindacato nazionale agenti di assicurazione (Sna), che interesserà tutto il territorio nazionale e che è stata

presentata all'hotel Astor alla presenza del presidente nazionale dello sna Claudio Demozzi. La campagna

richiama l'importanza di rivolgersi ad un agente professionista per stipulare una polizza assicurativa: «Negli

ultimi anni è cresciuta la necessità di sicurezza e protezione, della persona, della famiglia, dei beni e dei

risparmi», spiega Vito Greco vice presidente della sezione provinciale del sindacato. «Il mercato offre forme

di assicurazione innovative per queste esigenze, però spesso è difficile scegliere fra tante proposte. Per

questo la consulenza di un agente professionista è molto preziosa". Da questa semplice considerazione è

partita la campagna, ideata a Belluno con la consulenza di Pierluigi Svaluto Moreolo: si articola in poster,

pieghevoli e spot radio e tv. I soggetti delle foto sono ragazzi e ragazze bellunesi fotografati da Roberta De

Min. «La campagna non vuole far pensare all'agente professionista come ad un supereroe, ma come ad una

persona preparata ed attenta, in grado di ascoltare e consigliare il cliente-consumatore», continua Greco.

«Da qui il claim "Non cadere nel vuoto"; i prodotti preconfezionati potrebbero essere non adeguati alle

esigenze del cliente, ma se nessuno glielo dice rischia proprio di cedere nel vuoto». ©RIPRODUZIONE

RISERVATA

02/11/2014 18Pag. Corriere delle Alpi - Ed. nazionale

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SNA - Rassegna Stampa 03/11/2014 5

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SCENARIO ASSICURAZIONI

13 articoli

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finanziamenti Dall'idea all'impresa: i capitali per crescere Fondi, crowdfunding o business angel: tutte le alternative disponibili rispetto al canale bancario Gabriele Petrucciani Avviare una start up non è un gioco da ragazzi. I capitali personali, in genere, bastano solo a coprire le spese

di costituzione della società. La strada del finanziamento, dunque, è spesso una scelta obbligata. Il problema

è che difficilmente si riesce ad accedere ai finanziamenti ordinari, quelli di matrice bancaria. L'offerta certo

non manca, ma per ottenere il "prestito" è necessario fornire garanzie personali o reali. Insomma, la via più

ordinaria è irta e tortuosa. Meglio "battere" strad e alternative, come quella dei business angel, dei venture

capital o dell'equity crowdfunding.

business angel

I business angel sono investitori privati pronti a finanziare progetti innovativi con importi che possono variare

da 50mila euro fino a 1 milione. Possono agire da soli o in gruppi. Ma come contattarli? «La persona singola

non è facile da trovare - spiega Marco Villa, managing director di Italian Angels for Growth -. Possono essere

agganciati solo per conoscenze o passaparola. Gli angel che si organizzano in gruppi, invece, sono più facili

da individuare. Nella maggior parte dei casi hanno una piattaforma online dove è possibile sottoporre un

progetto». Se l'idea è valutata positivamente, gli imprenditori riescono a ottenere i capitali. «Ma i soldi sono

solo uno degli elementi che la start up si porta a casa - puntualizza Villa -. L'angelo custode, oltre a essere un

finanziatore, è anche un esperto del settore in cui opera l'impresa e quindi può aprire la porta a mercati

difficilmente accessibili al un neo imprenditore».

venture capital

Un'altra strada è quella dei fondi di venture capital. Il loro mestiere è il rischio a fronte di un potenziale

guadagno. Come funziona? Il fondo entra nella start up acquistando una quota societaria, partecipa

attivamente alla fase di crescita dell'azienda, con apporto di capitali e know-how, e poi realizza il proprio

guadagno vendendo la quota a un altro operatore istituzionale, generalmente un fondo di private equity. Non

è facile entrare nelle grazie di un venture capital, però.

«Da parte dei fondi c'è una grande selezione - fa notare Amedeo Giurazza, amministratore delegato di Vertis

Sgr -. In media, su 100 proposte presentate se ne realizzano un paio. Il suggerimento è non presentare delle

tesi di laurea, ovvero progetti di 200 pagine. Bastano 3 pagine, con la descrizione dell'idea, di chi lo propone,

di altri potenziali investitori e della presenza di eventuali tutele, come per esempio un brevetto, che dà un

forte vantaggio competitivo». E poi è importante anche realizzare un mini business plan, di tre anni, con

l'obiettivo di spiegare bene a cosa servono i capitali richiesti.

crowdfunding

Anche l'equity crowdfunding è un'ottima soluzione per raccogliere i capitali necessari allo sviluppo. L'Italia è

stato il primo Paese ad aver regolato questa forma di finanziamento e oggi si contano 9 portali iscritti nella

sezione ordinaria del Registro dei gestori (è visionabile sul sito della Consob, www.consob.it) e una

piattaforma iscritta nella sezione speciale. «Il vantaggio principale del crowdfunding è che può diventare una

forma importante di pubblicità - sottolinea Roberto Sparano, partner dello studio legale Carnelutti di Roma -.

Lo svantaggio, invece, è che attualmente, considerata anche la crisi, non so in quanti siano disposti a

investire». Per accedere a queste piattaforme bisogna prendere contatto con il gestore del portale e verificare

la possibilità di presentare un'offerta. In caso di esito positivo, il progetto verrà nella vetrina online e i

potenziali finanziatori potranno decidere se aderire o meno. «La cosa divertente rispetto a un finanziamento

normale - aggiunge Sparano - è che puoi richiedere capitali per 100 euro e raccogliere molto di più». In

sostanza, questi portali non fanno altro che mettere in contatto diretto le start up con gli investitori privati.

«Sulle piattaforme le start up hanno tutta la visibilità necessaria per reperire le risorse che servono per

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 7

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crescere, in termini sia di capitali sia di competenze - spiega Dario Giudici, fondatore di SiamoSoci, la

piattaforma di Crowdfunding che fa parte del progetto Azimut Libera Impresa -. Il nostro portale conta circa

12mila iscritti, che a conti fatti sono i potenziali investitori. Fino a oggi abbiamo raccolto 13,5 milioni di euro di

manifestazioni di interesse, di cui 10 milioni si sono concretizzati in investimenti. Questo ha permesso di

finanziare 37 start up». Non tutti i progetti, però, riescono a raccogliere i capitali necessari. Per raggiungere

l'obiettivo è importante creare interesse. «Il consiglio che posso dare - conclude Giudici - è essere il più

trasparenti possibili. I progetti che hanno più successo sono quelli con un tema forte, un prototipo già

realizzato e numeri di mercato in termini di utenti e clienti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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alle presecon il conto correnteVademecum delle spese

Anche scegliendo un forma di finanziamento non ordinaria, dal salasso delle banche non si scappa.

Le imprese devono avere un conto corrente di appoggio.

E un conto business ha spese ben più alte rispetto ai prodotti destinati alle persone fisiche: dall'imposta di

bollo, pari a 100 euro su base annua, alla carta di credito, indispensabile per un'impresa. Per risparmiare è

importante analizzare tutti i prodotti presenti sul mercato, privilegiando il web.

Tra le offerte più competitive, il conto Business Insieme Web di Intesa Sanpaolo, che ha un canone mensile

di 3 euro con operazioni illimitate

e il conto Small Business

di Banca Sella, che

ha un canone trimestrale

di 10 euro, con 100 operazioni incluse.

TESTI MUSICALISINCRONIZZABILIMUSIXMATCH

Musixmatch offre testi musicabili sincronizzabili con le canzoni.

Ha circa 10 milioni di utenti per un totale di 1 miliardo di pagine viste al mese, e più di 5 milioni di testi nel suo

data base. Il business model è principalmente basato sula pubblicità. Impiega 20 persone, quasi tutti

sviluppatori

Anno di fondazione:

2010

Sede:

Bologna (e uffici a Londra e New York)

Fondatore:

Massimo Ciociola

Finanziamenti ottenuti:

8 milioni di euro ricevuti tra il 2013

e il 2014

Principali finanziatori:

P101, United Venture e Micheli Associati, oltre ad altri angel investor informali come Paolo Barberis

(fondatore di Dada), Paolo Basilico e Roberto Condulmari di Kairos Partners

Cosa fa:

si tratta di un'applicazione mobile che associa i testi delle canzoni a tutti i brani presenti nel lettore musicale

del dispositivo. Rende inoltre possibile la ricerca dei testi di canzoni non presenti nella libreria e trasmette in

streaming una parte della canzone contemporaneamente al testo e poi rimanda all'acquisto del brano su

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 8

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iTunes

INTERMEDIARIOASSICURATIVOCOMPARAMEGLIO.IT

Comparameglio (prima ComparaFinanza) è un intermediario assicurativo. ComparaMeglio.it è il punto di

rifermento per chi vuole risparmiare tempo e denaro nella ricerca dell'assicurazione più conveniente. È l'unico

comparatore di prodotti assicurativi e finanziari gratuito, indipendente e regolamentato sia dall'Isvap in Italia

che dal Financial Services Authority (Fsa) nel Regno Unito

Anno di fondazione:

2010

Sede:

Roma

Fondatore:

Robin Daina

Finanziamenti ottenuti:

circa 5,3 milioni di euro

Principali finanziatori:

Braveheart Investments e alcuni business angels

Cosa fa:

sul sito e sull'app è possibile recuperae informazioni, confrontare e scegliere le migliori assicurazioni online.

Al momento è possibile comparare: assicurazione auto e moto, RC professionale, assicurazione viaggi,

assicurazione casa, assicurazione dentale, assicurazione camper, Mutui per la casa, Prestiti,

ma a breve il pacchetto d'offerta sarà implementato con altri prodotti di finanza personale

PAGAMENTIIN MOBILITÀJUSP

Jusp è una startup nata con l'idea di trovare una soluzione che permettesse di incassare pagamenti da carte

di credito anche in mobilità, a sostegno di professionisti e piccole e grandi aziende. La società ha lanciato un

lettore Pos mobile che ssi connette tramite mini jack audio a qualsiasi dispositivo smart, in grado di leggere il

chip di carte di credito e bancomat. Un'applicazione scaricabile gratuitamente riceve i dati e gestisce il

processo di transazione. L'azienda conta 26 dipendenti che operano negli uffici di Cagliari e Milano

Anno di fondazione:

2011

Sede:

Cagliari, ha un ufficio anche a Milano

Fondatori:

Jacopo Vanetti e Giuseppe Saponaro

Finanziamenti ottenuti:

circa 5 milioni di euro

Principali finanziatori:

I fondi Principia II e Vertis Venture

Cosa fa:

Jusp è un Pos per dispositivi mobili con una commissione molto bassa.

È l'unico tra i dispositivi Chip&PIN sul mercato che si connette utilizzando la porta audio integrandosi

perfettamente con smartphone e tablet (mentre gli altri utilizzano la tecnologia bluetooth).

Si può digitare manualmente

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 9

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l'importo che si sta incassando

oppure si può configurare

un listino prodotti

VOLANTINI DIGITALIZZATIE SFOGLIABILIDOVECONVIENE

DoveConviene è una startup bolognese che raccoglie e digitalizza i volantini promozionali delle maggiori

catene di negozi, nazionali e locali, mettendoli gratuitamente a disposizione del pubblico in forma sfogliabile.

Il sito permette di sfogliare in digitale volantini e cataloghi di oltre 60 catene - da Ikea a Carrefour, da Media

World a Decathlon - e individuare sulle mappe oltre 10.000 punti vendita. Ogni mese su Doveconviene

vengono consultati più di 3 milioni di volantini digitali

Anno di fondazione:

2011

Sede:

Bologna

Fondatore:

Alessandro Palmieri

Finanziamenti ottenuti:

circa 3,5 milioni di euro

Principali finanziatori:

Principia

Cosa fa:

sul sito di DoveConviene si possono leggere i volantini in vetrina con le ultime offerte, navigare per categoria

di prodotto, cercare i negozi, i centri commerciali,

gli ipermercati e i supermercati più vicini, visualizzarli sulla mappa e trovare informazioni sugli indirizzi e sugli

orari di apertura dei punti vendita. L'offerta comprende la possibilità di essere informati, tramite e-mail o

mobile, dell'uscita di nuovi volantini promozionali e avvertiti della scadenza delle promozioni

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 10

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Risarcimenti. Le conseguenze della sentenza 235/2014 della Corte costituzionale Per gli incidenti stradali indennizzi a soglie ridotte Legittime le tabelle previste dal Codice assicurazioni Filippo Martini Sì alle soglie ridotte per i risarcimenti a chi subisce lesioni lievi in un incidente stradale. È infatti legittimo

calcolare gli indennizzi in base ai valori indicati dall'articolo 139 del Codice delle assicurazioni (Dlgs

209/2005), anziché applicando quelli - più generosi - elaborati dalla giurisprudenza. Lo ha deciso la Corte

costituzionale che, con la sentenza 235 del 16 ottobre scorso, ha dichiarato non fondata la questione di

legittimità costituzionale sollevata da alcuni giudici sull'articolo 139 del Codice delle assicurazioni private (si

veda Il Sole 24 Ore del 17 ottobre). La decisione La Consulta ha dovuto valutare se la tabella per la

liquidazione del danno alla persona, contenuta nell'articolo 139 del Codice delle assicurazioni, violasse i

principi della Costituzione che disciplinano la tutela dei diritti primari (la salute) e l'uguaglianza tra le persone.

In particolare, nelle censure sottoposte al vaglio della Corte, si è sostenuto che la tabella non fosse legittima

perché prevede importi limitati e contenuti per compensare il danno biologico conseguente a sinistri stradali,

mentre i magistrati possono liquidare diversamente e maggiormente la stessa lesione originata da altra

vicenda. Ma la Consulta ha ritenuto ammissibile la tabella che, pur comprimendo parzialmente il diritto

risarcitorio di una parte, consente di mantenere in equilibrio il sistema assicurativo e quindi di avere un

«livello accettabile e sostenibile di premi assicurativi». Gli effetti Dopo la decisione della Corte costituzionale,

tutti i danni alla persona che derivano da sinistro stradale, che comportino conseguenze temporanee o

permanenti dall'1% al 9% di danno biologico, dovranno essere risarciti esclusivamente sulla base e nei limiti

della tabella ministeriale emanata in applicazione dell'articolo 139 del Codice delle assicurazione (da ultimo,

aggiornata con il decreto del ministro dello Sviluppo economico del 20 giugno 2014). Come si vede negli

esempi pubblicati a fianco, che prendono in esame alcuni casi di microlesioni permanenti, è notevole la

differenza economica con gli importi riconosciuti, per lesioni identiche, dalla tabella elaborata dai giudici del

tribunale di Milano, oggi il principale strumento di riferimento per il risarcimento del danno alla persona. Ciò

sia se si consideri il valore base del risarcimento riconosciuto dalle tabelle, sia se si aggiunge l'aumento

massimo del danno previsto dai due diversi strumenti di calcolo. La giustificazione di questo sensibile

squilibrio sta, secondo la Consulta, proprio nella natura dello speciale sistema che regge la disciplina dell'

assicurazione obbligatoria per la Rc auto. Infatti, la vittima di un incidente stradale (a differenza di quanto

avviene per le vittime di altro fatto illecito) ha la certezza di soddisfare i propri diritti: sia per la garanzia

patrimoniale prestata dalle imprese di assicurazione; sia per la possibilità di citare in giudizio direttamente la

compagnia; sia, infine, per la tutela del Fondo di garanzia vittime della strada, che interviene quando il veicolo

responsabile non è assicurato, o quando l'autore dell'illecito si dà alla fuga e resta sconosciuto. Questo

sistema di tutele previsto per le vittime di sinistri stradali ha un costo sociale rappresentato dall'importo che

ogni utente paga in premi assicurativi. Il calmieramento del costo dei risarcimenti, quindi, svolge la funzione

sociale di contenere la spesa dei cittadini in termini di sostenimento dei premi assicurativi. Si giustifica così la

legittimità di una tabella che limita il ristoro del danno alla salute, tanto come danno biologico, quanto come

danno morale o sofferenza soggettiva collegata alla lesione. Per i danni gravi Elevata così la tabella di

liquidazione per le lesioni di lieve entità a parametro normativo unico e congruo di compensazione del danno

alla persona da sinistro stradale, resta aperta la discussione sulla validità di questo sistema, nel caso in cui

vedesse la luce la tabella delle menomazioni più gravi (dal 10 al 100% di danno biologico), prevista

dall'articolo 138 del Codice delle assicurazioni ma ancora non emanata. La soluzione data dalla Corte al

bilanciamento degli interessi in gioco (risarcimento del danno alla persona di lieve entità e sostenibilità

economica del costo assicurativo) non appare predicabile anche nel diverso contesto della compensazione

delle menomazioni gravi e presuppone la necessità, ove riproposta la questione in futuro, di un nuovo vaglio

di costituzionalità. Ma questa sarà, se lo sarà, un'altra storia. LA PAROLA CHIAVE 7Il danno biologico è la

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 11

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lesione all'integrità psico-fisica di una persona, che può essere accertata con un controllo medico-legale. Può

essere permanente o temporaneo e deve avere un'incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti

dinamico-relazionali della vita del danneggiato, a prescindere da eventuali ripercussioni sulla sua capacità di

produrre reddito. Per risarcire il danno biologico ci sono diversi parametri. Per le lesioni lievi causate da un

incidente stradale, si applicano le tabelle basate sull'articolo 139 del Codice delle assicurazioni. Negli altri

casi, si usano altri criteri: quelli più usati più spesso sono quelli elaborati dal tribunale di Milano. Danno

biologico Valori a confronto Un ragazzo di 18 anni riporta una frattura isolata e parziale del bacino (ali iliache)

con una menomazione dell'8% per danno biologico LA FRATTURA DEL BACINO IL SINISTRO STRADALE

Se il danno è conseguenza di un sinistro stradale, per stabilire gli importi del risarcimento si fa riferimento

all'articolo 139 del Codice delle assicurazioni, aggiornati dal Dm del 20 giugno 2014 L'INCIDENTE NON

STRADALE Se il danno deriva da un sinistro non stradale (ad esempio, dalla caduta in un tombino lasciato

incustodito), lo standard per stabilire gli importi del risarcimento è la tabella elaborata dal tribunale di Milano

VALORE MINIMO VALORE MASSIMO (+50%) VALORE MINIMO VALORE MASSIMO (+20%) 12.836,44

euro 15.403,72 euro 17.372 euro 26.058 euro Un uomo di 45 anni riporta un danno alla spalla sinistra con

limitazione funzionale permanente sui movimenti di elevazione e proiezione, con una menomazione del 6%

per danno biologico IL DANNO ALLA SPALLA IL SINISTRO STRADALE Se il danno è conseguenza di un

sinistro stradale, si calcola il risarcimento in base all'articolo 139 del Codice delle assicurazioni L'INCIDENTE

NON STRADALE Se l'uomo è vittima di un infortunio sul lavoro, ad esempio cade da una scala periscopica, il

risarcimento si calcola applicando la tabella del tribunale di Milano VALORE MINIMO VALORE MINIMO

VALORE MASSIMO (+20%) VALORE MASSIMO (+50%) 6.697,58 euro 8.037,09 euro 9.398 euro 14.097

euro Un ragazzo di 18 anni si frattura una clavicola e riporta una menomazione del 9% per danno biologico

LA FRATTURA DELLA CLAVICOLA IL SINISTRO STRADALE Se la frattura è stata causata da un incidente

stradale, per calcolare il risarcimento si applica l'articolo 139 del Codice delle assicurazioni L'INCIDENTE

NON STRADALE Se il giovane ha riportato il danno, ad esempio, scivolando su un pavimento bagnato in un

supermercato, si applica la tabella del tribunale di Milano VALORE MINIMO VALORE MINIMO VALORE

MASSIMO (+20%) VALORE MASSIMO (+50%) 15.239,69 euro 18.287,62 euro 20.242 euro 30.363 euro

03/11/2014 31Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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IL PUNTO Tra Generali e Perissinotto partita aperta su separazione e risarcimenti Il giudice del Lavoro rimanda al Tribunale delle Imprese la decisione finale sullo scontro VITTORIA PULEDDA MILANO. Come avrebbe detto Gino Bartali, è tutto da rifare. Il tribunale del Lavoro di Trieste, infatti, ha

concluso che tra Giovanni Perissinotto e le Assicurazioni Generali non è possibile mettere la parola fine,

nemmeno con una sentenza di primo grado. La ragione è semplice: nelle richieste avanzate dal Leone di

Trieste nei confronti del suo ex amministratore delegato (nella fattispecie, nei confronti del suo ex dipendente,

per il periodo che arriva fino all'aprile 2001) il giudice del Lavoro ha dichiarato la propria incompetenza,

essendo invece competente la sezione specializzata del Tribunale delle imprese.

Dunque, nessuna decisione nel merito della vicenda, che vede le Generali contrapposte a Perissinotto (e a

Raffaele Agrusti, con una causa separata, ancora in corso presso lo stesso giudice) su due aspetti: la prima,

sull'accordo di separazione (in pratica la liquidazione, 11 milioni) e la seconda, più sostanziale, sulla richiesta

di risarcimento danni.

Ebbene, il giudice non ha deliberato sulla sostanza, però ad un punto fermo è arrivato lo stesso: le Generali

devono pagare a Perissinotto le spese legali e le altre pendenze - le spese di lite - per 32mila euro in totale.

Ora si tratterà di leggere le motivazioni della sentenza (che arriveranno entro sessanta giorni) e solo quel

punto la compagnia ragionevolmente prenderà le sue decisioni in merito, se ricorrere in appello o cambiare

direttamente Tribunale, rivolgendosi subito a quello delle imprese. E di conseguenza si vedrà se dovrà

mettere mano al portafoglio subito, per pagare le spese legali, o se ricorrerà.

Certo per ora si tratta di un giudizio di primo grado, ma per Generali è una sorta di autogol: quantomeno, per

il top manager uscito tra forti critiche e poi con strascichi legali importanti sul suo operato (la causa in

questione riguarda alcuni investimenti, nel periodo in cui era direttore generale) si tratta di un primo punto a

suo favore.

Foto: L'EX MANAGER Giovanni Perissinotto ha guidato il gruppo Generali a partire dal 2001

01/11/2014 28Pag. La Repubblica - Ed. nazionale(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 13

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il caso Domani il passaggio chiave verso l'Unione bancaria Vigilanza unica, via al risiko tra banche L'ESPERTO «Lo spread scenderà e i gruppi dovranno unirsi per recuperare profitti» Massimo Restelli A partire da domani le attività di controllo sui 130 maggiori gruppi bancari europei saranno concentrate in

seno alla Bce di Mario Draghi nel «Single Supervisory Mechanism». Il Ssm assicurerà regole comuni per la

valutazione del patrimonio degli istituti di credito e dei loro attivi. Le banche italiane che passano sotto alla

lente dei tecnici dell'Eurotower sono tredici: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte Paschi, Mediobanca, Iccrea (la

holding delle Bcc), Ubi, Banco Popolare, Bipiemme, Bper, Carige, Popolare Sondrio, Popolare Vicenza e

Veneto Banca. Tra meno di 24 ore il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, consegnerà alla Banca centrale

europea di Mario Draghi le «chiavi» dei primi 13 istituti di credito dello Stivale. Sarà l'avvio della Vigilanza

unica, dopo il duro verdetto degli stress test per Monte Paschi e Carige. Un passaggio in apparenza tecnico,

ma che una volta pienamente dispiegato «produrrà, anche per i piccoli risparmiatori, una rivoluzione di

portata simile a quella della nascita dell'euro», assicura Massimo Figna, creatore e ad del fondo hedge

inglese Tenax (oltre mezzo miliardo di euro in gestione). La divisa comunitaria e la vigilanza unica sono infatti

due piatti, per di più cucinati dalla politica, che rivelano un sapore nuovo una volta cosparsi con il sale dello

spread: «Quando l'Europa arriverà a un vero sistema bancario unico, il differenziale Btp-Bund tenderà a

tornare sotto l'1%, e quindi su valori simili a quelli post Unione monteraria, così come nelle crisi valutarie

avvenute tra il '92 e '99 si erano toccati picchi vicini a quelli successivi al fallimento Lehman Brothers». Il

minispread falcia però sia i Btp sia i conti banche, avverte Figna, 45 anni e un passato in Ubs. In sostanza,

osservati da Londra, i gruppi della Penisola non potranno che andare verso una nutrita serie di fusioni. «Il

rendimento del denaro rimarrà basso e, quindi, il margine di interesse, che oggi in Italia rappresenta in media

65-70% dell'utile operativo, molto sotto pressione». Raggiungere una maggiore dimensione ed economie di

scala sarà uno dei pochi modi per sostenere la redditvità. E tanto più la cedola del Btp scenderà tanto più «si

dovrà fare in fretta». Va da sé che il bollino di conformità europeo sui bilanci, assegnato da asset quality

review e stress test, renderà agevole fare shopping anche per gli stranieri. È facile tuttavia, prevedere che la

gran parte del consolidamento avverrà carta contro carta. Figna, che da questa settimana gestisce anche un

fondo specializzato sul settore per Banca Generali, pensa che l'industria creditizia italiana andrà distinta in

due famiglie: da una parte i gruppi che mostreranno di avere le forze per assicurare un dividendo tondo e

prossimo a quello dei migliori competitor internazionali (i gruppi nordici hanno un dividend yield al 5-6% per

un pay out del 70%), dall'altra quelli che faticheranno a convincere il mercato. Nessuno, tuttavia, si illuda che

le quotazioni in Borsa possano tornare ai valori pre-crisi rispetto ai multipli sul valore di libro.

Foto: SVOLTA Il presidente della Bce, Mario Draghi. Domani entra formalmente in vigore la Vigilanza unica

[LaPresse]

03/11/2014 19Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 14

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::: le lettere / VETTURE Auto non più storiche La legge di stabilità 2015 prevede che le auto e le moto si potranno definire "storiche" solo se hanno più di 30

anni di vita e non più 20. È un intervento teso alla prevenzione delle "truffe" ai danni dello Stato da parte di

motociclisti o automobilisti, possessori di auto o moto "storiche", che usano i mezzi per un uso quotidiano,

usufruendo di tutti vantaggi assicurativi e fiscali. Costoro non sono però dei veri e propri evasori ma li

chiamerei "furbi" per necessità. Le tariffe Rc Auto nel nostro Paese sono le più elevate d'Europa. E nel nostro

Sud continuiamo a pagare premi fino a 5 volte maggiori della media nazionale. Ricordo che non si diventa

"cattivi" solo per motivi puramente geografici! Prima di tutto, dovrebbero essere prese iniziative per riformare

tutto il sistema tariffario delle assicurazioni Rc e poi colpire severamente i veri truffatori cioè gli evasori totali

che circolano con falsi contrassegni. Angelo Ciarlo e.mail

02/11/2014 22Pag. Libero - Ed. nazionale(diffusione:125215, tiratura:224026)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 15

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Carriera Paolo Nori Libero, venerdì 31 ottobre Il prossimo 7 novembre, alla libreria Ambasciatori, a Bologna, insieme ad Andrea

Pezzi, che è un assicuratore, parleremo della lingua delle assicurazioni che è una cosa un po' strana perché

io non so niente, della lingua delle assicurazioni. L'ultima volta che ho firmato un'assicurazione è stato l'anno

scorso, prima di andare in Africa. Adesso che ci penso glielo chiedo ad Andrea Pezzi, la prima domanda che

gli faccio: «Cosa mi han fatto firmare», gli chiedo, «l'estate scorsa, quando sono andato in Africa?». Secondo

me salteranno fuori delle cose interessanti, perché a me i gerghi, le lingue di un determinato gruppo sociale,

mi interessano moltissimo. Questa settimana, per esempio, mi ha colpito il gergo della cosiddetta classe

dirigente, quella che ha partecipato a un raduno che si è tenuto a Firenze e si è chiamato «Leopolda 5», e in

particolare mi hanno colpito due esponenti, della classe dirigente, Emanuela Marchiafava e Pina Picierno. La

Marchiafava, che è assessore allo Sviluppo economico e Turismo della Provincia di Pavia, su ilpost.it, ha

raccontato la sua esperienza alla Leopolda scrivendo: «Gli interventi di quattro minuti dal palco, sono stati

limitati all'inizio e alla fine della kermesse; forse non concorrono alla composizione delle conclusioni, ma di

certo compongono lo storytelling della Leopolda, tracciando con i case history, le good news e il parlar chiaro

una mappa aggiornata di chi fa, di chi non si arrende in Italia». Ecco. Io, devo dire, questo parlar chiaro non

l'ho capito mica tanto bene, ho capito meglio l'eurodeputato Pina Picierno che, in risposta a Susanna

Camusso, che sembra avesse detto che il presidente del Consiglio l'avevano messo lì i poteri forti, la Picierno

ha ribattuto, in televisione: «Potrei dire, non lo farò, che la Camusso è stata eletta con tessere false». Ecco.

In risposta a questa chiarissima non dichiarazione di Pina Picierno molti si sono offesi, ma si vede che non

l'hanno ascoltata bene, perché lei non l'ha detta, quella cosa. Anch'io, per esempio, a veder la Picierno, che

ha avuto più di 200mila preferenze alle elezioni europee, anch'io, dicevo, a veder la Picierno potrei dire, ma

non lo farò, che quando ho sentito questa non dichiarazione della Picierno ho pensato all'opera numero 60

delle Opere complete di Learco Pignagnoli . E se qualcuno mi chiedesse com'è, l'opera numero 60, io potrei

dire, ma non lo farò, che l'opera numero 60 fa così: «Opera numero 60. Era un coglione e ha fatto carriera.

Non so come fanno a succedere queste cose. C'è dell'inspiegabile. Lo intervistano tutte le sere alle televisioni

locali, dicono. Non so spiegarmelo. Era un coglione e ha fatto carriera». Tutto qui.

03/11/2014 2Pag. Il Foglio(diffusione:25000)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 16

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Ravvedimento anche per le assicurazioni Ravvedimento a maglie larghe anche per le imprese di assicurazione per gli adempimenti connessi

all'imposta sulle assicurazioni dovuta sui premi incassati di cui alla L. 1216/1961. Le imprese di assicurazioni

, infatti, qualora fosse confermato il restyling del ravvedimento operoso, come delineato dall'art. 44, comma

14 del disegno di legge di stabilità 2015, avranno la possibilità di regolarizzare spontaneamente eventuali

errori ed omissioni di obblighi di versamento e denuncia dell'imposta sulle assicurazioni di cui alla L.

1216/1961 anche oltre due anni dalla violazione usufruendo di un regime sanzionatorio premiale. Unica

causa ostativa sarebbe la notifi ca di atti di liquidazione e di accertamento (cfr. art. 44, c. 14, punto 2 ddl di

stabilità). L'Agenzia delle entrate, nella risoluzione 80/E del 6 agosto 2010, ha chiarito che i soggetti passivi

dell'imposta sulle assicurazioni possono avvalersi dell'istituto del ravvedimento operoso di cui all'art. 13 del

dlgs 472/1997 nelle «ipotesi di versamenti effettuati oltre i termini stabiliti dalla legge ovvero in misura

inferiore al dovuto» nonché nei casi di «denuncia omessa/tardiva o infedele». Analogamente, nelle istruzioni

alla compilazione del modello di denuncia dell'imposta sulle assicurazioni, approvato con p r o v v e d i m e n

to del direttore dell'Agenzia delle entrate del 30 aprile 2013, è specificato che «sia nel caso di denuncia

omessa/ tardiva o infedele sia nel caso di versamenti effettuati oltre i limiti di legge ovvero in misura inferiore

al dovuto, è possibile avvalersi, per ridurre le sanzioni previste dall'art. 24 [della L. 1216/1961] dell'istituto del

ravvedimento operoso di cui all'art. 13 del dlgs 472/1997». Con le novità in corso di introduzione, quindi,

anche i soggetti passivi dell'imposta sulle assicurazioni prevista dalla L. 1216/1961 potranno regolarizzare

eventuali errori od omissioni usufruendo delle nuove ipotesi di ravvedimento di cui alle lettere a) bis, b) bis e

b) ter che, in caso di conferma del testo dell'art. 44, c. 14 del ddl di stabilità, saranno inseriti nell'articolo 13,

comma 1 del dlgs 472/1997. Claudia Marinozzi

01/11/2014 19Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 17

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IL PUNTO DI MAURO MASI* La medicina difensiva costa 12 mld l'anno Per ora non se ne sono accorti in molti ma nel mondo della sanità italiana qualcosa sta cambiando. Ad

agosto scorso è scattato l'obbligo per i medici (previsto dal decreto Balduzzi, legge 189/12) di sottoscrivere

un'assicurazione sanitaria contro le responsabilità giuridiche degli atti professionali; sono esclusi dall'obbligo

soltanto i medici del Servizio sanitario nazionale (dove l'obbligo vale per le strutture). La norma prevede

anche l'istituzione di un Fondo nazionale di un miliardo di euro cui possono accedere quei medici che non

riescono ad ottenere una polizza e cioè quei professionisti che si trovassero per fatti oggettivi e provati

nell'impossibilità di coprire i costi di stipula al prezzo richiesto dalla compagnia (con un rifiuto da parte del

mercato assicurativo ripetuto almeno tre volte). Il Fondo «Balduzzi» sarà gestito da Consap spa e sarà

operativo dopo che il relativo provvedimento avrà raccolto i pareri di legge (Conferenza stato-regioni;

Consiglio di stato). Intanto la situazione è abbastanza complessa in quanto il mercato sta proponendo polizze

mediamente piuttosto elevate (con punte fino a 20 mila euro all'anno); l'entrata in vigore del Fondo tuttavia

contribuirà molto probabilmente a equilibrare premi e risarcimenti, costi e prestazioni. La strada dell'

assicurazione obbligatoria sembra comunque essere quella più adeguata contro la piaga della cosiddetta

«medicina difensiva»: nel timore, cioè, di dover rispondere in sede legale (sia penale sia soprattutto civile) dei

propri comportamenti, molti medici prescrivono tutto il prescrivibile (in termini di farmaci e/o di terapie) ai

propri pazienti anche quando non strettamente necessari e ciò solo per garantire se stessi. Secondo stime

molto attendibili, ciò causerebbe danni al bilancio pubblico tra 10-12 miliardi di euro all'anno; una cifra enorme

che tende anche ad aumentare. Il meccanismo assicurativo pubblico può costituire una risposta concreta a

questo fenomeno che appare sempre più una replica della «malpractice crisis» che ha colpito gli Stati Uniti

negli anni 70 e 80 del secolo scorso: aumentano le azioni giudiziarie, aumentano i risarcimenti, gli

assicuratori «fuggono» dal mercato lasciando strutture, medici, e pazienti, nella sostanza senza rimedi o

coperture. È quello che gli economisti definiscono come «selezione avversa», un fenomeno che si manifesta

quando il mercato rende conveniente assicurarsi soltanto a coloro che appartengono a classi di rischio molto

elevate, con la conseguenza, nei casi estremi, che verranno meno le condizioni di profittabilità per

l'assicuratore e il mercato sparirà. Tutto ciò non fa che pesare - in Italia ed in Europa - in maniera

indiscriminata sulla fiscalità generale che deve sostenere gli extra-costi delle strutture sanitarie pubbliche.

*delegato italiano alla proprietà intellettuale CONTATTI: [email protected] © Riproduzione riservata

Foto: Mauro Masi

01/11/2014 2Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 18

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finanza e borsa Intesa Messina cerca un socio per l'asset management Vittoria Puledda Intesa Messina cerca un socio per l'asset management a pagina 15 divise alla nascita su tutto: Intesa Private

Banking, la parte bancaria dei grandi clienti che si affidano all'istituto per la gestione dei propri patrimoni, e

Banca Fideuram, la storica rete di promotori (circa 5.000 persone). Il progetto originale giurano in molti,

anche se ufficialmente non è mai stato annunciato nulla in tal senso - era di arrivare ad una fusione tra la rete

bancaria e quella dei promotori. Apriti cielo: da marzo in poi ci sono stati talmente tanti mal di pancia (e

minacce di fuoriuscite, in una certa misura anche realizzate) che alla fine il progetto - o forse solo una delle

possibilità sul tavolo - è stato accantonato. Allo stesso modo dovrebbe essere ormai un'ipotesi del passato la

quotazione di Fideuram. Il problema per Fideuram e il polo private della banca è che hanno anime diverse ma

dimensioni analoghe: a fine 2013 i promotori avevano 84 miliardi di masse gestite, mentre Intesa Private ne

aveva 81, però la composizione è diversa (più gestito, per Fideuram, rispetto all'amministrato) e di

conseguenza diversa redditività: numeri ufficiali non ce ne sono ma per il portafoglio della banca dovrebbe

essere intorno a 85 punti base e di 125 punti base per i promotori. A complicare il quadro ci sono poi le

culture differenti (e reciproche rivalità): insomma, metterli insieme è quasi impossibile e così è stata creata

una Divisione che controlla entrambe (semmai, a tendere, potrebbe scomparire il marchio Sanpaolo Invest

all'interno di Banca FideuC'è un cantiere a Intesa Sanpaolo che è peggio della fabbrica di San Pietro: quello

del risparmio gestito. Un settore che unisce un paio di primati: avere in seno la più antica società del settore

in Italia - Fideuram, quella che con i fondi lussemburghesi negli anni Settanta importò nel nostro paese il

concetto stesso di risparmio gestito - e avere il maggior numero di "ripensamenti" e ritocchi di strategia,

ancora una volta imperniati su Fideuram. Stavolta però dovrebbe essere quella buona. Nello scorso marzo, in

occasione della presentazione del piano industriale, furono tratteggiati i contorni del settore (e di quelli "affini",

come vedremo) e da un paio di settimane, con il nuovo organigramma, è stata messa una parola definitiva al

riassetto. Almeno per il momento: Fideuram ha abituato ai cambiamenti. Basti pensare che ai tempi di Ugo

Ruffolo era quotata, poi fu delistata (nel 2006) mentre avanzava il progetto, con Mario Greco, di riorganizzare

il settore e quotare il mega-polo (assicurazioni, fabbriche prodotto e reti) con il nome di Eurizon; ipotesi a sua

volta stoppata dalla fusione, nel 2007, tra Intesa e San Paolo, cui seguì la tentazione di Corrado Passera di

riquotare solo Fideuram (che nel frattempo aveva mantenuto il nome e la rete di promotori, cioè circa l'85%

del valore, ma nel frattempo aveva perso dei pezzi). Ora la logica di Carlo Messina è chiara: far emergere il

valore, che già esiste all'interno del gruppo ma spezzettato in molte società e mischiato in ambiti operativi

confusi. E l'ottica è di continuare a crescere, anche con accordi con gruppi internazionali (ma senza mai

perdere la maggioranza). A questo punto sono state varate tre macroaree, tre Divisioni che racchiudono il

Private banking (quarto gruppo nell'eurozona per masse gestite, con 160 miliardi di euro); l'asset

management (220 miliardi di masse gestite, al terzo posto nell'eurozona) e l'assicurativo (20 miliardi di premi

lordi annui fine 2013, al primo posto nel nostro paese davanti a Generali Italia e a Unipol). Le tre Divisioni

rispecchiano le anime composite di Intesa Sanpaolo. Ma è sicuramente il settore del private banking quello

più "tribolato". Sotto questo cappello infatti ci sono le due anime " core " del gruppo, ram). Lo snodo, in

questo senso, potrebbe essere l'alternanza, già annunciata dal primo luglio 2015, tra Matteo Colafrancesco

(appena nominato ad della Divisione Private Banking, e Paolo Molesini, quando il primo avrà compiuto 63

anni e andrà in pensione, probabilmente restando come presidente senza deleghe della Divisione (il secondo

ora è ad di Intesa Private). Più semplici da disegnare le altre 1 due Divisioni. A partire dalle fabbriche prodotto

dell'asset management, che vede EurizonCapital menare le danze con 186 miliardi di masse gestire, a fronte

dell'altra branca Fideuram Asset Management Ireland (35 miliardi), tutti sotto la guida - peraltro molto

apprezzata - di Tommaso Corcos (ex Fideuram). E' la cugina di Pioneer, per intendersi, su cui Unicredit ha

fatto la scelta differente di trattare con il Santander per cedere il 66%. E stessa linearità per il polo

03/11/2014 1Pag. La Repubblica - Affari Finanza - N.36 - 3 novembre 2014(diffusione:581000)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 19

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assicurativo (focalizzato per gli sviluppi futuri soprattutto nel settore danni) che vede la prevalenza (14 miliardi

a 6) di premi emessi dalle società del canale bancario, rispetto a quello di Fideuram Vita. Un vero e proprio

gigante, in Italia, la cui leadership non è stata probabilmente ancora pienamente realizzata dal mercato.

INTESA SANPAOLO, BANCA CR FIRENZE, BANCA DELL'ADRIATICO , BANCA DI CREDITO SARDO,

BANCA DI TRENTO E BOLZANO, BANCA MONTE PARMA, BANCA DI NAPOLI, CR FORLI E ROMAGNA ,

CR FRIULI E VENEZIA, CR VENETO, CR VENEZIA, C. MESSINA, L.K.JAQUOTOT CALVO, ALEX BANC,

BANCA INTESA, CIB BANK, VUB BANKA, BANK OF QIUNGDAO, G.MICCICHE, BANCA IMI, IMI

INVESTIMENTI, M. COLAFRANCESCO P. MOLESINI , BANCA FIDEURAM , SIREFID, INTESA

SANPAOLO PRIVATE BANKING SUISSE, A. NUCCI , N. ,M FIORAVANTI , T. CORCOS, EURIZION

CAPITAL, FIDEURAM ASSET MANAGEMANT E RELAND, S. DI MEO.

Foto: Qui sopra, l'andamento in Piazza degli Affari del titolo Intesa Sanpaolo Qui sopra, Gaetano Micciché

(1), Div. Corporate e Tommaso Corcos (2)

03/11/2014 1Pag. La Repubblica - Affari Finanza - N.36 - 3 novembre 2014(diffusione:581000)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 20

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[ IL CASO ] La compagnia Vita è la gallina dalle uova d'oro PASSATA IN POCHI ANNI DA ZERO AL PRIMO POSTO NELLA GRADUATORIA DELLE ASSICURAZIONI, L'IMPRESA GUIDATA DA FARINA HA RAGGIUNTO NEL PRIMO SEMESTRE 2014 UN RISULTATOOPERATIVO DI 220 MILIONI, QUASI LA METÀ DEI 506 MILIONI DELL'INTERO GRUPPO (a.bon.) Che fosse un fenomeno da studiare era già risaputo. Poste Vita, una compagnia che nasce dal nulla (nel

1999) e in soli 12-13 anni balza già al primo posto per raccolta premi (13,2 miliardi nel 2013) superando

ultracentenari e blasonati gruppi come Generali è già un evento insolito. Certo, bisogna considerare che

nascere con una dote di 13 mila sportelli e con l'abitudine dei due terzi degli italiani ad affidare i propri

risparmi agli uffici postali è un vantaggio insuperabile. Ma anche tenendo conto di questa anomalia, si tratta di

risultati assolutamente importanti che permettono all'azienda di raggiungere una quota di mercato del 15 per

cento. Vuol dire infatti che è stato azzeccato il mix di prodotti destinati ai risparmiatori a lungo termine. Non è

un caso, infatti, che Poste Vita abbia anche 613 mila adesioni ai Pip assicurativi, i "fondi pensione" venduti

dalle compagnie (prodotti molto ricchi di commissioni): il piano pensionistico Previdenza Valore è la forma

complementare più diffusa in Italia con una quota di mercato del 35 per cento. E lo scorso anno ha raccolto

circa un terzo delle nuove adesioni: 126 mila su 362 mila totali del mercato. Risultati ragguardevoli. Adesso,

però, si scopre che l'assicurazione vita dà alle Poste di Francesco Caio un altro importante vantaggio: è infatti

l'unico business che offre un apporto crescente all'Ebit di gruppo. Il comparto postale è passato da un Ebit

negativo di 202 milioni nel 2011, a uno sempre negativo di 584 nel 2012 e addirittura a uno di 631 nel 2013. E

anche quello finanziario si è un po' bloccato, dopo le belle performance del decennio scorso: l'apporto all'Ebit

di gruppo è rimasto sostanzialmente statico passando dai 1.618 milioni del 2011 ai 1.567 del 2012 e ai 1.595

del 2013. Invece il segmento assicurativo di Poste ha messo a segno un vero e proprio boom: l'apporto

all'Ebit di gruppo è passato dai 199 milioni del 2011 ai 371 del 2012 e ai 411 del 2013: in soli due anni è più

che raddoppiato. I numeri del primo semestre del 2014 confermano questo positivo trend: il risultato operativo

del business assicurativo è stato di 220 milioni su un totale di 506 dell'intero gruppo. Una vera gallina dalle

uova d'oro. Il dinamismo del comparto assicurativo ha un che di particolare. Nel 2013, quindi dopo circa due

anni che aveva conquistato il primato della raccolta in Italia, il gruppo ha continuato a correre, cosa anomala

quando si parte già dai vertici: in un solo anno, nel 2013, la crescita della raccolta vita è stata del 26 per cento

rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 13,2 miliardi di euro, mentre le riserve tecniche ammontano a

ben 65 miliardi con 2,8 milioni di clienti totali. Conquistata con relativa facilità la vetta nel ranking italiano del

ramo vita, il gruppo assicurativo di Poste guidato da Maria Bianca Farina, un'ex dirigente dell'Ina riconfermata

lo scorso agosto amministratore delegato per altri tre anni per la terza (e ultima, dato lo Statuto) volta, si butta

adesso nel settore danni. Con Poste Assicura vuole ripetere in questo ramo l'eccellente performance già

avuto nel vita. È difficile, però, che in questo caso possa raggiungere gli stessi risultati dell'altro ramo, visto

che è escluso, almeno per ora, che si butti nella mischia dell'Rc auto, dove si fanno i grossi volumi. Ma già

oggi, ovvero a fine 2013, sono state emesse ben 320 mila polizze danni. Le polizze sanitarie costituiscono

una parte cospicua dei prodotti venduti dal segmento danni di Poste. Fra le altre coperture ci sono quelle che

riguardano il furto e l'incendio in casa, la responsabilità civile del capofamiglia, i danni di vario tipo alle

abitazioni. Il tutto caratterizzato da uno schema molto semplice (ad esempio la copertura della casa dipende

dai metri quadri: meno sono meno di paga, e viceversa). Approccio semplificato che sembra essere la

vocazione scelta dall'amministratore delegato di Poste in generale: lo scopo è infatti quello di "aiutare il paese

a diventare più moderno". S. DI MEO.

Foto: A destra, Maria Bianca Farina , ad di Poste Vita e di Poste Assicura

03/11/2014 4Pag. La Repubblica - Affari Finanza - N.36 - 3 novembre 2014(diffusione:581000)

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SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 03/11/2014 21

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Gli effetti di un provvedimento dell' Ivass . Escluse microimprese e persone fi siche Anche l' assicurazione dà credito Si apre un nuovo canale di fi nanziamento per le pmi CINZIA DE STEFANIS Le piccole e medie imprese italiane potranno fi nalmente rivolgersi non solo alle banche per ottenere prestiti

per la propria attività, ma anche alle assicurazioni. Le assicurazioni diventeranno un canale di fi nanziamento

delle imprese ma non potranno però concedere fi nanziamenti alle microimprese e alle persone fi siche. L'

Ivass ha emanato un provvedimento che modifi ca e integra il precedente regolamento Isvap del 31 gennaio

2011 n. 36 in materia di investimenti e di attivi a copertura delle riserve tecniche delle imprese assicurative. Il

provvedimento datato 21 ottobre 2014 n. 22 (in attesa di essere pubblicato in Gazzetta uffi ciale) attuativo

dell'articolo 22 del decreto legge 24 giugno 2014 n. 91 convertito con modifi che nella legge 116 dell'11

agosto scorso n. 116 (cosiddetto decreto competitività) amplia le possibilità di investimento delle imprese

assicurative a copertura delle riserve tecniche includendovi il fi nanziamento diretto agli operatori, fermo

restando l'obiettivo di tutelare la stabilità delle imprese e assicurare una loro sana e prudente. Disciplina

specifica dall'Ivass. In considerazione della specifi ca natura delle imprese assicurative e del carattere di

novità che l'attività di fi nanziamento diretto agli operatori comporta per esse, l'Ivass, su cui ricade il compito

di autorizzare gli investimenti, ha previsto una disciplina precisa per la loro concessione. È necessario, infatti,

che le imprese di assicurazione redigano un piano di attività che contenga almeno i seguenti elementi: - la

descrizione delle modalità in cui i fi nanziamenti diretti contribuiscono alla determinazione della politica

strategica degli investimenti, nel rispetto dei principi generali in materia di investimenti; - le modalità di

attuazione dell'attività di fi nanziamento, se in via diretta o con l'ausilio, nella fase di selezione, di una banca o

di un intermediario fi nanziario iscritto nell'albo di cui all'articolo 106 del decreto legislativo 1° settembre 1993,

n. 385 e successive modifi cazioni. Qualora l'impresa si avvalga dell'ausilio di una banca o di un intermediario

fi nanziario, il piano specifica il livello e la qualità dell'ausilio, in particolare in termini di livello e permanenza

temporale dell'interesse economico mantenuto nell'operazione dalla banca o dall'intermediario; - la struttura

organizzativa e gestionale realizzata all'interno dell'impresa di assicurazione per l'avvio e il monitoraggio nel

tempo dell'attività di finanziamento e delle relative esposizioni, ivi inclusa la struttura informativa a supporto

della gestione dei dati e informazioni sull'attività. Sono incluse le modalità organizzative adottate per la

prevenzione e la gestione dei con itti di interessi con i prenditori dei fondi e con la banca o l'intermediario

finanziario del cui ausilio l'impresa si avvalga nonché le modalità organizzative interne previste per

l'approvazione di singoli finanziamenti di importo signifi cativo; - i criteri per la selezione di coloro che

richiedono i finanziamenti diretti, per la concessione e gestione dei finanziamenti diretti nonché le modalità e

la periodicità della revisione di tali criteri alla luce dell'andamento dell'attività. Invio del piano all'Ivass. Il piano

di attività è inviato all'Ivass prima della approvazione definitiva. Ai fini del rilascio dell'autorizzazione entro 90

giorni, l'Ivass attua una valutazione sulla coerenza del piano con: - la strategia di investimenti dell'impresa,

con le caratteristiche degli impegni a fronte dei quali l'investimento in fi nanziamenti è attuato; - con il livello di

patrimonializzazione dell'impresa di assicurazione, con particolare riferimento al livello di copertura del

margine di solvibilità e alle misurazioni di assorbimento di capitale per i fi nanziamenti diretti oggetto di

valutazione da attuare nel quadro del futuro regime di vigilanza defi nito dalla direttiva 2009/138; - con il

sistema di gestione dei rischi in essere presso l'impresa, tenendo conto dell'attività di preparazione da questa

posta in essere per l'entrata in vigore di Solvency II. A tal fi ne, l'Ivass tiene conto del livello di partecipazione

e di permanenza nell'attività di fi nanziamento di una banca o di un intermediario fi nanziario ovvero qualora

l'impresa non intenda avvalersi del supporto di una banca o di un intermediario fi nanziario iscritto al iscritto

nell'albo di cui all'articolo 106 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 e successive modificazioni,

della sussistenza di presidi per la gestione e il controllo del rischio di credito all'interno dell'impresa analoghi a

quelli previsti dalle disposizioni vigenti relative al regime prudenziale bancario, nonché dalle migliori pratiche

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vigenti nel settore bancario. L'impresa può procedere all'approvazione del piano dopo aver ricevuto

l'autorizzazione dell'Ivass. L'impresa non può procedere all'approvazione del piano dei fi nanziamenti nel

caso in cui l'Ivass.

La procedura Soggetti esclusi Invio Ivass Imprese di assicurazioni Piano fi nanziamenti Le piccole e medie

imprese italiane potranno fi nalmente rivolgersi non solo alle banche per ottenere prestiti per la propria

attività, ma anche alle assicurazioni. Le imprese di assicurazione non potranno però concedere fi nanziamenti

alle microimprese e alle persone fi siche. Le imprese di assicurazione sono tenute a redigere un piano di

attività che contenga almeno i seguenti elementi: la descrizione delle modalità in cui i fi nanziamenti diretti •

contribuiscono alla determinazione della politica strategica degli investimenti, nel rispetto dei principi generali

in materia di investimenti; la descrizione delle modalità in cui i fi nanziamenti diretti • contribuiscono alla

determinazione della politica strategica degli investimenti, nel rispetto dei principi generali in materia di

investimenti; la struttura organizzativa e gestionale realizzata all'interno • dell'impresa di assicurazione per

l'avvio ed il monitoraggio nel tempo dell'attività di fi nanziamento e delle relative esposizioni, ivi inclusa la

struttura informativa a supporto della gestione dei dati ed informazioni sull'attività. Sono incluse le modalità

organizzative adottate per la prevenzione e la gestione dei con itti di interessi con i prenditori dei fondi e con

la banca o l'intermediario fi nanziario del cui ausilio l'impresa si avvalga nonché le modalità organizzative

interne previste per l'approvazione di singoli fi nanziamenti di importo signifi cativo; i criteri per la selezione di

coloro che richiedono i fi nanzia• menti diretti, per la concessione e gestione dei fi nanziamenti diretti nonché

le modalità e la periodicità della revisione di tali criteri alla luce dell'andamento dell'attività. Il piano di attività è

inviato all'Ivass prima dell'approvazione defi nitiva.

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reti di vendita ASSORETI 2014 A settembre raccolta positiva per 1,6 miliardi Isabella Della Valle Le reti di vendita di promotori finanziari hanno archiviato un altro mese con conti in attivo. A settembre, infatti,

l'attività di collocamento ha fruttato complessivamente 1,6 miliardi, dei quali 1,2 miliardi sono arrivati grazie

alla vendita di strumenti del risparmio gestito. Più contenuto, invece, l'andamento dell'amministrato attraverso

il quale sono stati incassati poco meno di 350 milioni. I prodotti più gettonati sono stati ancora una volta gli

Oicr aperti (organismi di investimento collettivo del risparmio) e soprattutto quelli collocati attraverso le polizze

unit linked, mentre nel segmento amministrato l'attenzione si è concentrata prevalentemente sui prodotti di

liquidità. Secondo le consuete rilevazioni mensili fornite da Assoreti, dall'inizio dell'anno la raccolta netta dei

promotori finanziari si è attestata a quota 17,2 miliardi dei quali 16,8 portati in dote dal gestito e 433 milioni

dall'amministrato.

Focalizzando l'analisi sul collocamento degli Oicr aperti, se i promotori si sono rivelati dinamici (852,2

milioni), gli sportelli bancari lo sono stati ancora di più (5,2 miliardi). Per entrambi i canali buona parte dei

flussi si è indirizzata sui prodotti flessibili, ma i clienti dei promotori sono in parte usciti da azionari e

obbligazionari, mentre su queste due tipologie le banche hanno registrato saldi positivi (soprattutto sugli

obbligazionari). Da inizio anno le reti, grazie ai fondi e alle Sicav, hanno incassato quasi 14 miliardi e gli

istituti di credito 53,7.

Per quanto riguarda la classifica delle reti per raccolta netta totale da inizio 2014, il trio al vertice è composto

da Banca Generali, Mediolanum e Azimut, mentre su base mensile è Banca Fideuram a salire al vertice,

seguita da Generali e da Deutsche Bank. Chiude la graduatoria Mps.

© RIPRODUZIONE RISERVATA LA CLASSIFICA Il risultato delle prime 14 associate su 43. Dati in migliaia

di euro raccolta netta da inizio anno settembre 2014 totale totale di cui risp. gestito 1 Banca Generali

3.085.170,9 234.414,9 217.200,3 GruppoBanca Generali 3.085.170,9 234.414,9 217.200,3 2

BancaMediolanum 3.019.855,1 205.539,1 153.581,4 GruppoMediolanum 3.019.855,1 205.539,1 153.581,4 3

ApogeoConsulting Sim 159.882,9 10.091,0 14.741,5 AzInvestimentiSim 234.632,7 16.137,9 15.270,4 Azimut

Cons.Sim 2.307.298,7 134.804,8 151.862,7 GruppoAzimut 2.701.814,4 161.033,7 181.874,6 4 Finecobank

2.505.846,9 166.986,4 217.597,4 GruppoUnicredit 2.505.846,9 166.986,4 217.597,4 5 Allianz Bank F.A.

1.912.025,1 178.500,5 147.372,9 GruppoAllianz Bank 1.912.025,1 178.500,5 147.372,9 6 Banca Fideuram

1.617.909,1 339.539,7 264.237,1 Sanpaolo Invest Sim 235.211,3 59.371,2 20.758,7 GruppoBanca Fideuram

1.853.120,4 398.910,9 284.995,8 7 Finanza&Futuro Banca 1.506.445,7 230.523,6 5.056,8 GruppoDeutsche

Bank 1.506.445,7 230.523,6 5.056,8 8 Ubi Banca Priv. Inv. 527.615,5 -82,1 3.651,4 Gr. Unione Banche

Italiane 527.615,5 -82,1 3.651,4 9 Credem 439.322,1 63.146,6 79.846,5 GruppoCredito Emiliano 439.322,1

63.146,6 79.846,5 10 Banca Ipibi Fin. Advisory 127.315,0 17.857,8 1.267,3 Veneto Banca 27.604,1 3.819,2

1.670,6 GruppoVeneto Banca 154.919,1 21.677,0 2.937,9 11 BancaNuova 524,4 -3.822,6 4.468,4 Banca

Popolare Vicenza 61.798,0 4.567,0 2.129,0 GruppoBancaPop.Vicenza 62.322,4 744,4 6.597,4 12

Consultinvest Investim. Sim 57.507,0 6.737,0 7.845,0 GruppoConsultinvest 57.507,0 6.737,0 7.845,0 13

BancaMontePaschi Siena -585.123,9 -47.430,9 -37.116,7 Gr.MontePaschi Siena -585.123,9 -47.430,9 -

37.116,7 ASSORETI 44 settembre 2014 dainizio anno Oicr aperti 852,2 13.939,4 da collocamento di quote

10,0 6.374,1 da Gpf 121,5 1.137,4 da Unit linked 692,6 6153,7 da Pip 28,1 274,1 Oicr chiusi -8,8 -33,0

AltreGp 59,4 1.014,8 Altri prodotti assicurativi 348,2 1.716,6 Altri prodotti previdenziali 20,5 169,7 Totale

risparmio gestito 1.271,4 16.807,5 Titoli -327,5 -2.381,5 Liquidità 676,8 2.814,8 Totale risparmio amministrato

349,3 433,3 Totale raccolta netta 1.620,7 17.240,8 reti di vendita Lo scenario Le reti ai raggi X nota: i risultati

non tengono conto del sistema di distribuzione diretto che, comunque, incide marginalmente; (1) il dato si

riferisce principalmente alle quote di O.I.C.R. sottoscritte indirettamente attraverso unit linked e prodotti

previdenziali per le quali non si dispone della corrispondente categoria d'investimento fonte: elab Il Sole 24

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Ore e Assoreti su dati Assoreti e Assogestioni 2014

Strillo: 44

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Tutti i dubbi delle assicurazioni Minucci ( Ania ) giudica perdenti le scelte di Renzi mentre Cimbri è in linea Federica Pezzatti Non l'hanno presa bene gli assicuratori. Le novità sulla tassazione dei fondi pensione e la possibilità di poter

"consumare" il Tfr in busta paga sono, secondo le compagnie, elementi pericolosi per il futuro del Paese.

Arrivano proprio ora che la previdenza sta acquistando popolarità: secondo l'indagine sugli italiani e il

risparmio di Acri e Ipsos, è infatti cresciuta dal 19% al 24% la quota di coloro che dichiarano di aver

sottoscritto assicurazioni sulla Vita e fondi pensione, mentre salgono lievemente i possessori di fondi comuni

(dal 12% al 14%), di azioni e titoli di Stato (entrambi dal 7% all'8%), risultano invece in discesa i possessori di

libretti di risparmio (dal 23% al 22%).

«Quanto sta accadendo con la legge di stabilità appena resa nota dal governo è preoccupante - ha spiegato

a «Plus24» Aldo Minucci, presidente dell'Ania -. La convinzione che traspare dalle scelte dell'esecutivo è che,

determinando un aumento della capacità di spesa delle famiglie, da questo derivi una crescita dei consumi e,

quindi, la ripartenza del ciclo economico. L'intenzione - continua Minucci -, di per sé è positiva ma nelle

misure annunciate d'incremento della tassazione del risparmio previdenziale e della possibilità di anticipare a

richiesta l'erogazione del Tfr, si intravede un messaggio diverso, quello di sacrificare il risparmio futuro in

cambio di maggior consumi attuali».

Se così fosse ci sarebbe una proposta «debole sul piano culturale perché in piena contraddizione con il

quadro di incentivi costruiti negli ultimi due decenni per favorire la previdenza integrativa a fronte di un

parziale ritiro dello Stato - spiega Minucci -. Si finirebbe per penalizzare ulteriormente le nuove generazioni

che sarebbero private di un quadro di sufficienti garanzie per il futuro». Ma simili scelte sarebbero discutibili

anche sotto il profilo economico, ribadisce il presidente Ania. «Le risorse impiegate nel risparmio

previdenziale non rimangono dentro un cassetto per decenni in attesa di essere restituite a chi le ha

accumulate. Gli intermediari istituzionali, primi tra tutti gli assicuratori, le impiegano nel modo migliore in

attesa di restituirle a chi le ha loro affidate. Si convertono investimenti che in prevalenza affluiscono allo Stato

sotto forma di titoli pubblici, ma non solo. Servono a finanziare progetti di crescita produttiva, prestiti alle

imprese, l'ammodernamento delle reti infrastrutturali del paese. È anch'esso un modo per incrementare la

domanda interna. In conclusione - aggiunge il presidente Ania - la contrapposizione tra risparmio e aumento

della domanda interna rappresenta una falsa rappresentazione dei problemi». La pensa in maniera un po'

diversa Carlo Cimbri, amministratore delegato di UnipolSai assicurazioni, intervenuto all'Annual delle

assicurazioni del Sole-24Ore. «Io sono da sempre un fautore della previdenza - spiega Cimbri -. Ma gli

accantonamenti necessari per la pensione di scorta li può fare chi guadagna 2mila euro al mese. Ma chi ne

guadagna 800 cosa potrà mai pianificare? Ben vengano dunque strumenti che consentono di aumentare i

consumi, per uscire dall'empasse del Paese, e di allargare la torta».

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SCENARIO ASSICURAZIONI WEB

1 articolo

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30/10/2014 - Rc auto, cala la raccolta pagerank: 3 La raccolta premi nel ramo rc auto si è ridotta del 7,3% in sei mesi. E' uno dei dati resi noti dall'Ivass (Istituto

per la vigilanza sulle assicurazioni) sull'ammontare dei premi pagati dagli assicurati alle compagnie italiane

nella prima metà dell'anno. Il trend sulle coperture degli autoveicoli collide con il dato, più che confortante,

riguardo alla raccolta premi complessiva, che registra un incremento del 20,7% (sale a 72.114 milioni di euro)

rispetto al primo semestre 2013. Una crescita dovuta in particolare alla performance dei rami vita che

registrano un balzo del 30,5% (salgono a 55.599 milioni), con un'incidenza sul portafoglio globale pari al

77,1%; mente la raccolta del comparto danni, che detiene il rimanente 22,9%, si riduce del 3,8%.

Incidenza del 49% sul totale dei rami danni. Tra i rami danni, però la maglia nera spetta alla rc auto. Il calo

del 7,3% sul primo semestre 2013 riguarda il portafoglio rc autoveicoli terrestri e rc veicoli marittimi, lacustri e

fluviali, per un ammontare complessivo di 8.032 milioni. L'incidenza del comparto è del 48,6% sul totale rami

danni (era del 50,5% nel primo semestre 2013) e del 14,5% sulla raccolta complessiva (era l'11%). Secondo i

dati forniti dall'istituto guidato dal presidente Salvatore Rossi, se si somma anche la raccolta del ramo "corpi

di veicoli terrestri" (le garanzie accessorie alla rc auto come incendio, furto, collisione, kasko e via dicendo),

pari a 1.239 milioni, anch'essa in flessione (-3%), il portafoglio complessivo del settore auto si attesta a 9.271

milioni. Vuol dire un decremento sul 2013 del 6,7%. Per quanto riguarda gli altri rami danni (+0,3% in media),

i dati Ivass sul primo semestre indicano che quelli con produzione più elevata sono: infortuni (+8,7%), altri

danni ai beni (8,1), rc generale (8,0), incendio ed elementi naturali (6,2), malattia (6,1).

Crescono le polizze 'low cost', e cala la vendita di veicoli. Sono diversi gli elementi che stanno pesando sul

calo della raccolta nel settore auto. Tra i principali fattori, la crescente diffusione delle polizze online. Tra il

2010 e il 2013, in quattro anni, oltre un sesto degli assicurati italiani avrebbe cambiato compagnia per l'auto,

affidandosi ai "comparatori" sul web per scegliere e acquistare la polizza, puntando così direttamente

all'opzione online. Ciò significa: polizze economicamente più convenienti: meno soldi sborsati dall'assicurato

e meno denaro nelle casse delle compagnie. Sui "comparatori" si discute molto, e la gamma di opinioni è

ampia, all'interno e fuori dal mondo assicurativo. Da più parti, inoltre, viene segnalato l'incremento della

circolazione di veicoli senza assicurazione (si contano circa quattro milioni di auto prive di contrassegno),

della vendita di polizze low cost e contraffatte. Poi c'è il calo delle immatricolazioni di veicoli (aumentano solo

le vendite di veicoli commerciali); oggi in Italia il parco auto circolante è il più obsoleto d'Europa: l'età media

delle quattro ruote è di 9,5 anni, rispetto ai 7,5 anni del 2008.

Il nodo tariffe: scendono solo per alcune categorie. Sulla diminuzione delle vendite di auto in Italia incide la

crisi economica, ma anche il nodo tariffe. In base ai dati dell'ultimo monitoraggio trimestrale realizzato

dall'Ivass sull'andamento delle tariffe rca, presentato a metà settembre (aggiornato ad aprile), i prezzi

diminuiscono a livello complessivo, ma aumentano in alcune città del sud e per i veicoli a due ruote. E

rimangono nettamente superiori a quelli di altri paesi europei. Mentre i risultati del progetto RCeAsy,

(un'indagine condotta da quattro associazioni dei consumatori: Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva e Ctcu,

anche questo reso noto il mese scorso), evidenziano che il premio medio di una polizza rc auto è di 604 euro

l'anno, ma il costo sale vertiginosamente per i neo-patentati, che spendono il 338% in più rispetto a un

guidatore adulto.

Cambiare le normative? All'inizio di ottobre le 18.672 imprese carrozzeria attive in Italia, rappresentate da

Confartigianato, Cna e Casartigiani, hanno chiesto di arrivare a una proposta di legge per modificare le

norme in materia di rc auto contenute nel Codice delle assicurazioni private, in modo da frenare la corsa delle

tariffe in questo settore assicurativo. Negli ultimi dieci anni (tra marzo 2004 e marzo 2014), sostengono le tre

associazioni, i prezzi delle polizze rc auto in Italia sono aumentate del 27,9%, più del doppio rispetto al 13,6%

30/10/2014 Sito Webiomiassicuro.it

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di aumento medio registrato in Europa; per i tedeschi i rincari si sono fermati all'8%, mentre i francesi hanno

speso soltanto il 6,6% in più. I cambiamenti ipotizzati dai carrozzieri sono destinati a far discutere: si chiede

libertà per l'automobilista di scegliere la carrozzeria dove far riparare la vettura, risarcimento integrale dei

danni, e l'eliminazione dell'indennizzo diretto, cioè del sistema in cui l'assicurato che non ha provocato

l'incidente viene rimborsato dalla propria compagnia anziché da quella della controparte, come avveniva in

passato.

di Antonio Barbangelo

30/10/2014 Sito Webiomiassicuro.it

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