QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO … QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Il Tg di...

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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 242 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 12 Ottobre 2010 COSTANO 21,6 MLD L’India compra jet militari russi Perego a pag. 13 GERMANIA Il giornalista non può usare i detective Giardina a pag. 12 FORMAZIONE Corsi solo in inglese nelle università francesi Galli a pag. 12 * con guida «Il nuovo codice del processo amministrativo» a € 6,00 in più; con cd «I nuovi ricorsi alle sanzioni stradali» a € 9,90 in più; con «Codice della sicurezza sul lavoro» a € 9,90 in più 9 771120 606007 01012 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su: www.italiaoggi.it/QRcode Scudo fiscale - I controlli entreranno nei dettagli della dichiarazione riservata Bartelli-Liburdi a pag. 21 Azienda scuola - Il ministro Gelmini vuole un super- ente per la valu- tazione degli in- segnanti Ricciardi a pag. 41 Documenti/1 - La circola- re del Mineconomia sull’an- tiriciclaggio Documenti/2 - La circo- lare sui controlli post scudo fiscale Documenti/3 - La comuni- cazione sulla futura Politica agricola comune (Pac) Documenti/4 - Tasse di concessione e giovani avvocati, la sentenza della Cassazione Documenti/5-Con- dono Irap, la sentenza sui pagamenti in ritardo www.italiaoggi.it Antiriciclaggio elastico: va esclusa ogni forma di segnalazione automatica di operazione sospetta in presenza di frequente operatività in contanti del cliente anche sotto la soglia dei 5 mila euro o di prelievi e versamenti con in- termediari finanziari di importo pari o superiore a 15 mila euro. Solo la va- lutazione complessiva dell’operazione, alla luce di tutti gli elementi conoscitivi soggettivi e oggettivi in possesso del de- stinatario degli obblighi, può infatti far scattare la segnalazione di operazione sospetta. Lo afferma una circolare diffu- sa ieri dal Ministero dell’economia. ItaliaOggi anticipa la riforma della Pac. Previsto un assegno minimo per tutti e aiuti alle pmi Redditi garantiti in agricoltura La futura politica agricola europea si baserà su incentivi diretti più selettivi. Ci sarà un aiuto minimo garantito per l’agricoltore, a cui si sommeranno bonus ecologici e incentivi specifici per le piccole imprese o legati agli svantaggi naturali. Nel quantificare gli incen- tivi da dare, poi, verrà riconosciuto l’apporto che le grandi aziende agricole danno all’occupazione. Inoltre, sarà definito un sistema di stabilizzazione dei redditi, che soccorrerà gli agricoltori in caso di grave crisi di mercato. È quanto prevede la comunicazione sulla futura Pac che ItaliaOggi è in grado di anticipare. Chiarello e Cazzaniga a pag. 35 co a D do Il Cav «vede le donne solo in posi- zione orizzontale e non verticale». E poi: «Non vogliamo un dittato- re da Repubblica della banane!». Aggiungeva: «Ancora Berlusconi? Ma come si fa?». Anche perché «è un guascone rimasto quello che era negli anni Cinquanta: un in- trattenitore sulle navi». E poi «ha un atteggiamento demodè: è come il suo Milan: antico». Peggio: «È come l’aratro nell’era di internet, odora di stantìo»: E, «in ogni caso, io non gliela do’». Chi ha detto tut- to questo? L’ultima battuta porta a escludere l’indiziato principale, Marco Travaglio. Vi aiuto: l’ha detto Daniela Santanchè, quat- tro anni fa. Ora aspira a coordina- re il Pdl. Di questa storia debbo aver perso qualche puntata. DIRITTO & ROVESCIO Az m v e t se Ric IL Giornale dei professionisti * * * Antiriciclaggio elastico La segnalazione delle operazioni sospette non può essere fatta in automatico, ma va preceduta da una valutazione caso per caso Feriozzi-De Angelis a pagina 22 AL PM SPATARO Sette domande sulla guardia del corpo di D’Ambrosio e di Belpietro Laporta pagina 5 Un disastro all’italiana. Piaz- za Italia, il progetto del più gran- de food center italiano in Cina e nel mondo, è miseramente falli- to. Schiacciate dal peso dei debiti e di costi spropositati, sono sta- te messe in liquidazione la Tac (Trading Agro Crai) spa e la con- trollata cinese Crai Beijing, che aveva in gestione il progetto. A quest’ultima società ha parteci- pato con il 39% anche lo Stato italiano, attraverso la Simest. La débâcle sta avendo un risvolto «diplomatico». Emanuele Plata, presidente della Crai Beijing, è bloccato da sei mesi in Cina. Secondo le leggi locali, finché la società non onora i suoi debiti, non può muoversi. Sansonetti e Gagliardini a pag. 7 Agroalimentare, flop totale di Piazza Italia Il responsabile bloccato in Cina dai debiti SOLUZIONE PONTE Dalla Francia il nuovo a.d. di Hachette Rusconi Plazzotta a pag. 17 EDITORIA Times , positivo bilancio sulle news a pagamento Livi a pag. 19 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA SCUOLA da pag. 41 d p 4 IN EDICOLA IL CODICE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 242 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 12 Ottobre 2010 •

COSTANO 21,6 MLDL’India compra jet militari russiPerego a pag. 13

GERMANIAIl giornalista non può usare i detectiveGiardina a pag. 12

FORMAZIONECorsi solo in inglese nelle università francesiGalli a pag. 12

* con guida «Il nuovo codice del processo amministrativo» a € 6,00 in più; con cd «I nuovi ricorsi alle sanzioni stradali» a € 9,90 in più; con «Codice della sicurezza sul lavoro» a € 9,90 in più 9771120606007

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Il Tg di ItaliaOggiPer vedereil Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su:

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Scudo fiscale - I controlli entreranno nei dettagli della dichiarazione riservataBartelli-Liburdi a pag. 21

Azienda scuola - Il ministro Gelmini vuole un super-ente per la valu-tazione degli in-

segnanti Ricciardi a pag. 41

Documenti/1 - La circola-re del Mineconomia sull’an-tiriciclaggio

Documenti/2 - La circo-lare sui controlli post scudo fiscale

Documenti/3 - La comuni-cazione sulla futura Politica agricola comune (Pac)

Documenti/4 - Tasse di concessione e giovani avvocati, la sentenza della Cassazione

Documenti/5 - Con-dono Irap, la sentenza

sui pagamenti in ritardowww.italiaoggi.it

Antiriciclaggio elastico: va esclusa ogni forma di segnalazione automatica di operazione sospetta in presenza di frequente operatività in contanti del cliente anche sotto la soglia dei 5 mila euro o di prelievi e versamenti con in-termediari fi nanziari di importo pari o superiore a 15 mila euro. Solo la va-lutazione complessiva dell’operazione, alla luce di tutti gli elementi conoscitivi soggettivi e oggettivi in possesso del de-stinatario degli obblighi, può infatti far scattare la segnalazione di operazione sospetta. Lo afferma una circolare diffu-sa ieri dal Ministero dell’economia.

ItaliaOggi anticipa la riforma della Pac. Previsto un assegno minimo per tutti e aiuti alle pmi

Redditi garantiti in agricolturaLa futura politica agricola europea si baserà su incentivi diretti

più selettivi. Ci sarà un aiuto minimo garantito per l’agricoltore, a cui si sommeranno bonus ecologici e incentivi specifi ci per le piccole imprese o legati agli svantaggi naturali. Nel quantifi care gli incen-tivi da dare, poi, verrà riconosciuto l’apporto che le grandi aziende agricole danno all’occupazione. Inoltre, sarà defi nito un sistema di stabilizzazione dei redditi, che soccorrerà gli agricoltori in caso di grave crisi di mercato. È quanto prevede la comunicazione sulla futura Pac che ItaliaOggi è in grado di anticipare.

Chiarello e Cazzaniga a pag. 35

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Il Cav «vede le donne solo in posi-zione orizzontale e non verticale». E poi: «Non vogliamo un dittato-re da Repubblica della banane!». Aggiungeva: «Ancora Berlusconi? Ma come si fa?». Anche perché «è un guascone rimasto quello che era negli anni Cinquanta: un in-trattenitore sulle navi». E poi «ha un atteggiamento demodè: è come il suo Milan: antico». Peggio: «È come l’aratro nell’era di internet, odora di stantìo»: E, «in ogni caso, io non gliela do’». Chi ha detto tut-to questo? L’ultima battuta porta a escludere l’indiziato principale, Marco Travaglio. Vi aiuto: l’ha detto Daniela Santanchè, quat-tro anni fa. Ora aspira a coordina-re il Pdl. Di questa storia debbo aver perso qualche puntata.

DIRITTO & ROVESCIO

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IL Giornale dei

professionisti* * *

Antiriciclaggio elasticoLa segnalazione delle operazioni sospette non può essere fatta in automatico, ma va preceduta da una valutazione caso per caso

Feriozzi-De Angelis a pagina 22

AL PM SPATARO

Sette domande sulla guardia del corpo

di D’Ambrosio e di Belpietro

Laporta pagina 5

Un disastro all’italiana. Piaz-za Italia, il progetto del più gran-de food center italiano in Cina e nel mondo, è miseramente falli-to. Schiacciate dal peso dei debiti e di costi spropositati, sono sta-te messe in liquidazione la Tac (Trading Agro Crai) spa e la con-trollata cinese Crai Beijing, che aveva in gestione il progetto. A quest’ultima società ha parteci-pato con il 39% anche lo Stato italiano, attraverso la Simest. La débâcle sta avendo un risvolto «diplomatico». Emanuele Plata, presidente della Crai Beijing, è bloccato da sei mesi in Cina. Secondo le leggi locali, fi nché la società non onora i suoi debiti, non può muoversi.

Sansonetti e Gagliardini a pag. 7

Agroalimentare, fl op totale di Piazza Italia Il responsabile bloccato in Cina dai debiti

SOLUZIONE PONTE

Dalla Francia il nuovo a.d. di Hachette

RusconiPlazzotta a pag. 17

EDITORIA

Times, positivo bilancio

sulle news a pagamento

Livi a pag. 19

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA SCUOLAdapag.41

dp4

IN EDICOLAIL CODICEDELLA SICUREZZASUL LAVORO

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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2 Martedì 12 Ottobre 2010

Forse già con il consuntivo di quest’anno, sicu-ramente nel 2011, il pil dell’In-

dia sopravanzerà quello cinese. Si tratta dei due più popolosi paesi al mondo, due subcontinenti del continente asiatico, in marcia verso il benessere. Oggi la ric-chezza indiana è quattro volte inferiore di quella cinese, un dato che fotografa quanto efficaci siano state le politiche economiche di Pechino avviate dal pre-mier Deng Xiao Ping. L’India non dispo-ne delle avveniristiche infrastrutture di Shanghai o della rete autostradale cinese. Le ferrovie indiane sono anco-ra in gran parte quelle realizzate dai coloni bri-tannici, mentre in Cina sfrecciano già i treni su-perveloci realizzati dai produttori europei. E il tasso di alfabetizzazione e di scolarizzazione tra i due paesi non è neppure confrontabile. Eppure l’India è la grande scommessa dell’economia globale del prossimo de-cennio. Una grande democrazia che ha tutte le carte in regola per iniziare a cre-scere e a consumare nel settore terziario e quaternario dell’economia. Non una grande manifattura per l’intero pianeta, come la Cina ha deciso di essere, ma un paese competitivo nei settori di punta dei servizi: informatica, sanità, forma-zione ed istruzione, trasporto e turismo. L’India, nei prossimi anni, si prepara a crescere a doppia cifra e si predispone per esportare una parte dei suo servizi e

della sua produzione. Per l’Europa si tratta

di una ghiotta opportu-nità. Il boom cinese, infatti, è stato molto Pacifi co nei suoi effetti trasmessivi. Ha fatto crescere la California e l’Australia, dove oggi vivono importanti comunità di espatriati, più del vecchio continente. Pechino da sempre è interessato ai con-sumatori americani, perché sa bene che quelli tedeschi spendono molto meno e non amano indebitarsi. Il prossimo boom economico indiano, invece, farà salire il livello dell’acqua delle economie del Mediterraneo e della regione della penisola arabica. Imprese europee po-

tranno intercettare una parte dei nuovi investi-menti infrastrutturali indiani, mentre i traffi ci mercantili faranno cre-scere il business nei por-ti della regione. In India si formerà una nuova

classe media con qualche centinaio di milioni di nuovi consumatori. Vorranno andare in vacanza e conoscere i luoghi belli del mondo, impareranno ad apprez-zare cibo e tradizioni dei paesi vicini ed investiranno il loro risparmio non più soltanto a livello domestico. Gli indiani sono indoeuropei, hanno cioè quasi tutto il Dna di noi europei. Se diventeranno più benestanti tutti ci guadagneranno. Ma l’Europa potrebbe guadagnare dop-piamente, anche perché un’immigrazio-ne di indiani alfabetizzati sarebbe quasi auspicabile.

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IL PUNTO

Se l’India supera la Cinal’Europa ci guadagna

DI EDOARDO NARDUZZI

onfrontabile.

pmimsts

classe media co

È la grandescommessa dei

prossimi dieci anni

Si è spento Maurice Allais, l’unico fran-cese che ha preso il premio Nobel per l’economia. Per

dare subito il senso dello straordinario spessore di Allais si deve precisare che il Nobel per l’economia lo ha preso anche il suo allievo Gèrard Dèbreu che però è stato accreditato agli Usa perché nel 1983 questo economista risiedeva negli Stati Uniti. Allais era nato come fisico. E in questo campo, da giovanissimo, già si era ritagliato una fama internaziona-le. Chiamato negli Usa, nel 1933, per fare delle conferenze, Allais si imbat-tè nel pieno della grande depressione: Da qui la sua decisione abbandonare la fisica e di dedicarsi allo studio dell’economia per riusci-re a capire come un paese dotato di ogni ben di Dio come gli Stati Uniti fosse riuscito a far precipitare i suoi cittadini, nel giro di pochi anni, nella miseria più assoluta.

Allais, che si è sempre defi nito un «li-berale socialista», voleva capire i mecca-nismi di questa profonda patologia, per evitare che una crisi di tali dimensioni potesse riprodursi in futuro. Allais (che, grazie alla sua formazione di ricercatore fi sico, usava in abbondanza sofi sticati modelli matematici, senza però rima-nerne prigioniero) aveva indicato con chiarezza , rimanendo inascoltato, che l’economia mondiale stava riesploden-do. Non solo. Avendo anche denunciato il fatto che l’Europa veniva arbitraria-

mente e fragilmente costruita facendo pre-cedere l’Unione politi-

ca a quella economica (giusto l’opposto di quanto avevano previsto i padri fon-datori che infatti, e non a caso, erano partiti dalla Comunità del carbone e dall’Acciaio, la Ceca) gli economisti ram-panti della tecnostruttura comunitaria cercarono di neutralizzarlo dicendo che Allais era un protezionista. Allais invece era solo un realista quando sosteneva che la Ue doveva, prima di tutto, assi-curare la sua sicurezza economica. Per Allais bisognava evitare che venisse distrutta l’agricoltura e l’industria

europea sull’altare del liberismo senza freni. Per lui sarebbe sta-to meglio far crescere l’economia difendendo i blocchi «regionali», in senso inglese, cioè quelli facenti parte di universi

internazionali relativamente omogenei come è la Ue nel suo complesso. Il suo, spiegò lui stesso, «era un protezionismo ragionevole e ragionato, necessario tra paesi con tenori di vita molto diversi». Allais non voleva costruire delle mura attorno all’Europa ma non voleva che l’Europa si dissolvesse sotto i colpi di maglio dei paesi che usano manodope-ra schiavizzata, senza tutela, con sa-lari da fame e tecnologie moderne. Le conseguenze della sua preoccupazione, rigettata come antica e quindi superata, sono, oggi, sotto gli occhi di tutti.

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pochi anni, internazionali r

È morto a 99 anni il Nobel

per l’economia

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Allais aveva capito tuttoma non gli hanno dato retta

I C O M M E N T I

DI ANTONIO CALITRI

Dopo lo scandalo della scuola di Adro, le spon-sorizzazioni dei banchi scolastici fanno scricchio-lare anche il rapporto tra Nichi Vendola e i creativi delle ultime due campagne elettorali. Colpa del Pdl Francesco Ventola, presi-dente della provincia di Barletta Andria e Trani, che ha lanciato il bando per sponsorizzare i banchi di scuola, del governatore pugliese, che l’ha bocciata senza appello e dell’agen-zia Proforma, che ha de-ciso di rispondere positi-vamente che adotteranno un’intera classe. Il lungo rapporto di collaborazio-ne tra Vendola e i baresi di Proforma potrebbe essere arrivato al capolinea. Il governatore si prepara alla campagna per le pri-marie del centrosinistra e vuole nuove energie fresche, mentre l’agenzia che lo ha sempre seguito non disde-gna di lavorare anche per i suoi competitor politici, da Michele Emiliano a En-

rico Letta. Così i rapporti tra uno dei pilastri della comunicazione del gover-natore e Vendola si stan-no lentamente logorando. E l’ultima iniziativa del

Pdl della sesta provincia pugliese rischia di dargli il colpo fi nale. Proforma, che con Vendola aveva lavorato nel 2005 alla fa-mosa campagna che aveva ribaltato le quattro paro-

le usate dai suoi avversa-ri (estremista, sovversivo, pericoloso e diverso), e che quest’anno aveva lanciato le fi lastrocche, ha deciso di rispondere all’iniziativa del presidente della pro-vincia Bat annunciando, con un comunicato stam-pa, di voler sponsorizza-re i banchi di una classe scolastica e di voler spin-gere i propri clienti a fare altrettanto. Con tutte le precauzioni del caso, come ha spiegato il diret-tore creativo dell’agenzia Giovanni Sasso: «al posto del nostro marchio, ci sarà il titolo di un libro e un invito alla lettura». Un distinguo che non è bastato a Vendola che, in tempi di guerra (politica), non può concedere nulla all’avversario. E siccome «è il segno di quale sia la condizione di degrado in

cui vive la scuola pubbli-ca al tempo del governo Berlusconi». ha bocciato l’iniziativa della Bat, «che, francamente la trovo sgra-devole». ha concluso.

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IL CASO DEL GIORNO

La sponsorizzazione dei banchi fa incrinare il rapporto tra Vendola e i suoi creativi

DI MARCO BERTONCINI

L’aleggiare dello spirito del-le urne anticipate si percepi-sce pure dai ricorrenti inviti del segretario democratico per il nuovo Ulivo. Si ripetono appelli all’Udc perché si uni-sca al cartello che dovrebbe comprendere (non è mai stato chiarito) Sel, Idv e formazioni minori del centro-sinistra. Si-lenzio, in genere, sulla Federa-zione della sinistra, sigla che cela i comunisti.

Pier Luigi Bersani sa bene che, a riapplicare la scelta compiuta dal suo predecessore Veltroni, la sconfi tta sarebbe certa. Partendo dalla consta-tazione che Pdl e Lega sono oggi ben oltre il 40%, Bersani deve far perno sull’antiberlu-sconismo come collante. Altro che riformismo, alleanza con i simili, programma solido…: deve coprirsi a sinistra e cer-care aiuti al centro.

Dall’Udc, tuttavia, si con-tinua a nicchiare. Anche do-menica, anche ieri. Il motivo è semplice: i centristi non hanno interesse a decidere oggi, quando potranno farlo all’ultimo momento utile. Mal

che vada, la corsa solitaria sarebbe di nuovo praticabile. Ben che vada, Casini potrà trattare spuntando le condi-zioni migliori. Rispondere ora sì a Bersani signifi cherebbe legarsi, impegnarsi troppo presto (che succederebbe se, contrariamente al pensiero diffuso, non si andasse alle urne in primavera?), com-promettere le alleanze per le prossime amministrative.

I centristi possono quindi limitarsi a rilanciare condi-zioni impraticabili, come fa Buttiglione, predicando a volta a volta l’impossibilità di allearsi con Vendola o con Di Pietro. In realtà, alle re-gionali hanno già sperimen-tato coalizioni dal centro all’ultrasinistra, senza doler-sene troppo. Eppoi, debbono mutare nome, per fi ngere di ampliarsi al centro (finora hanno trovato pochi sodali). E devono stare attenti ai Pid, che sarebbero poi i «Popolari per l’Italia di domani», ossia gli scissionisti (per ora si-ciliani), capeggiati da Lillo Mannino. Serve tempo, e parecchio.

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LA NOTA POLITICA

Bersani vuol rifare l’Ulivoma deve aspettare Casini

Nichi Vendola

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3Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 12 OttoP R I M O P I A N O

Il premier smentisce l’intenzione di cambiare i vertici del suo movimento, ma li ha accantonati

Berlusconi pensa solo ad AlfanoIl suo consigliere numero uno è il ministro della Giustizia

DI FRANCO ADRIANO

Berlusconi ormai sente soltanto Alfano. Mica vanno tanto per il sot-tile a palazzo Chigi per

descriverti l’aria che tira nella maggioranza e nel governo. Il Guardasigilli per una precisa serie di circostanze e per un’evi-dente sintonia personale con il presidente del consiglio è oggi il suo consigliere più ascoltato. Ancor di più del sottosegretario, Gianni Letta (che non gradirebbe molto). Figurarsi della triade di coordinatori del Pdl, Denis Ver-dini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi, su cui ha utilizzate parole dure come pietre (vedi altro arti-colo in pagina). Non è una novità che Berlusconi guardi con favo-re al giovane esponente siciliano del Pdl che ha voluto nel ruolo più delicato del suo governo. In particolare per Italia Oggi che per primo, il 22 dicembre scorso, raccolse la confidenza fatta ai suoi fedelissimi ad Arcore dopo l’uscita dall’ospedale in seguito all’incidente in piazza Duomo, in cui si faceva proprio il nome di Angelino Alfano come possi-

bile suo successore. Da allora il premier ha ripetuto lo stesso concetto in altre occasioni come a villa Gernetto, per esempio, dove aveva convocato una cinquantina di imprenditori per una serata pre-elettorale in vista delle ele-zioni regionali. Dopo il 2013? «Ci sono», aveva affermato, «diversi candidati a ricoprire il mio ruo-lo, io vedo bene Angelino Alfano» (allo stesso tempo aveva manife-

stato il desiderio che il prossimo inquilino del Colle potesse essere Gianni Letta). Ora, sarà perché i tempi per la fine anticipata della legislatura forse si stanno acce-lerando e di conseguenza sembra servire un tirocinio accelerato; sarà perché la questione numero uno da affrontare per Berlusconi è quella personale giudiziaria e dunque la frequentazione più as-sidua del Cavaliere è quella con il

titolare di via Arenula. Fatto sta che quella che allo stesso porta-voce del presidente del consiglio, Paolo Bonaiuti, sembrava «una fanfaluca» sembra proprio che stia prendendo corpo. Chiedere a Letta. Per carità, nessun cambio della guardia imemdiato all’oriz-zonte. Ma non c’è questione di partito o di governo, non soltanto dunque in materia di giustizia, su cui Alfano non venga interpellato da Berlusconi e sempre più soven-te ascoltato. D’Altra parte la scel-ta di Berlusconi di farsi affiancare da Alfano, sembra coerente con la sua affermazione di qualche gior-no fa, alla festa del Pdl di Milano, che annunciava «il più grande ricambio generazionale della sto-ria». Lo schema sembra consoli-dato. Basti pensare come lanciò dal nulla Maria Stella Gelmini a coordinatore lombardo del suo movimento proprio nel momento in cui i vertici in quella regione litigavano tra loro. Alfano, inol-tre, dalla sua ha il fatto di essere siciliano e molte chances per la durata del governo di Berlusconi oggi passano proprio per i parla-mentari siciliani.

© Riproduzione riservata

Che Berlusconi fosse stanco del Pdl si sapeva. La fonda-zione medesima di un nuovo partito poteva appassionar-lo all’istante, ma il passare dei giorni lo asfissiava. Il sentir parlare di tessere, cariche, congressi, l’irrita-va. Non parliamo, poi, di norme statutarie, organi da convocare, decisioni da prendere in tali consessi. Lo scoppio della tenzone con Fini non fu, in buona sostanza, che la circostan-za certifi cata dei danni cre-ati dal partito. Il messaggio lanciato domenica scorsa ai dc nel Pdl, facenti capo a Rotondi, è la conferma del consolidato sentimen-to di Berlusconi. Lasciamo stare la tardiva smentita, per spostare le critiche dal Pdl a Fli: il silenzio sarebbe stato preferibile. Il partito del Cav, comunque esso si chiami, Fi o Pdl, dev’essere semplicemente una gigan-tesca macchina elettorale e propagandistica. Infatti, Berlusconi parla di “team della libertà”, di gruppi di attivisti collocati nelle se-zioni elettorali, d’impegno per propagandare l’azione del governo. Un partito, però, dovrebbe occuparsi pure di elaborare politica, predisporre la classe diri-gente, istruire e preparare gli amministratori locali, far propaganda, sì, ma non solo al governo, bensì pure agli enti periferici (favorevole, se in maggioranza; ostile, se in opposizione). L’attivi-tà profusa per appoggiare l’opera del governo dovreb-be costituire uno dei com-piti affidati al partito; se si vuole, il più importante, perché indirizzato a con-servare e potenziare i voti politici. Non può, tuttavia, rappresentare l’unico impe-gno. Berlusconi questo non lo capisce, perché del tutto lontano dalla propria visio-ne, dal proprio sentimento, dalla propria (ideale) so-cietà. Il suo messaggio ai democristiani costituisce l’ennesimo invito alla mobi-litazione della base (mentre non giunge mai alcuna no-tizia sugli aderenti, magari con serie storiche sulla fe-deltà dei tesserati e la con-sistenza, attraverso gli anni, nelle varie province). È l’ammissione di un fallimen-to, espressa con franchezza; ma è pure la schietta dimo-strazione dell’impossibilità che possa esistere un vero partito dietro Berlusconi.

Cesare Maffi© Riproduzione riservata

Il Pdl non è mai partito

Vignetta di Claudio Cadei

15-18 ottobre 2010

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4 Martedì 12 Ottobre 2010 P R I M O P I A N O

Il premier manderà i team della libertà casa per casa a illustrare i risultati del governo

Silvio sfila il porta a porta al PdBersani rinvia la mobilitazione. Pdl pronto ad approfi ttarne

DI ANTONIO CALITRI

Il segretario del Pd si fa scip-pare da Silvio Berlusco-ni anche il porta a porta. Pier Luigi Bersani aveva

annunciato a metà agosto una grande campagna di informa-zione sul fallimento del governo prevista dall’inizio di settembre ma non è riuscito nell’intento e adesso l’idea se la ruba il pre-mier che vuole mandare i suoi 61 mila team delle libertà in 2 milioni di abitazioni a spiegare che il gover-no sta lavorando bene e se c’è qualche problema è tutta colpa d i Gianfranco Fini.

Adesso tra il Pdl e il Pd scoppia perfi-no la guerra delle idee. Pe r u n a v o l t a è stato il se-g r e t a r i o nazionale del Pd ad averla vi-sta giusta annunciando nel caldo agostano una campagna rivoluzionaria per l’inizio di settembre. Do-

veva essere un porta a porta come accadeva sotto elezioni alla Dc o al Pci nei territori più importanti dei due parti-ti. Andando a stanare famiglia per famiglia, spiegando l’atti-vità e le intenzioni del Partito democratico ma soprattutto i danni che starebbero facendo al paese il governo e Berlusco-ni. Un’idea interessante ma

che avrebbe avu-to bisogno di

forze impor-tanti per un partito che s ta d iven -

tando sempre più piccolo e ha preferito il piccolo schermo al vecchio marciapiede. A boicot-tare il progetto è stata sia la guerra scoppiata con Walter Veltroni che le intenzioni della segreteria di sfruttare il porta a porta per verificare il lavoro dei signori delle tessere nemici di Bersani, controllan-do nome per nome gli iscritti, cancellando eventuali falsi e, se possibile, cercando di porta-re nuove adesioni alla corren-te del segretario nazionale. È stata proprio questa non trop-po recondita motivazione a far naufragare il progetto.

O per lo meno a ridimen-sionarlo. Prima lo ha confer-mato contro ogni evidenza il coordinatore della segreteria politica di Bersani, Filippo Penati dicendo che «il porta a porta, c’è e crescerà di inten-sità secondo i tempi e i modi che il Pd ha stabilito». Poi ha chiarito il tesoriere del parti-to Antonio Misiani, che ar-rampicandosi sugli specchi ha spiegato che «da molto tempo stiamo lavorando e siamo esattamente in linea con i tempi che abbiamo de-ciso per spedire milioni di lettere e raggiungere mi-lioni di militanti, elettori,

simpatizzanti e non solo con

il materiale che conterrà il no-stro programma per l’alterna-tiva di governo».

Una dichiarazione che di fatto ha messo una pietra so-pra quello che doveva essere il vero porta a porta e che il 20 agosto Bersani spiegava come «la più grande mobilitazione che un partito abbia mai pro-mosso. Obiettivo è raggiungere il più alto numero di italiani, casa per casa, e informarli dei danni che il governo Berlusconi ha prodotto in questi anni». Non più dall’inizio di settembre ma con relativa calma e soprattut-to, non più con militanti (ormai diventati merce rara) che gira-no casa per casa, ma affi dan-dosi ai servizi postali. Sabato all’assemblea varesina è stato

Bersani in persona a derubri-care l’iniziativa e a lanciarne una nuova. Senza mai citare il porta a porta ormai naufragato il segretario ha annunciato che «a novembre avremo tre setti-mane di mobilitazione in tutta Italia: ognuno ci metta la sua fantasia».

Musica per le orecchie di Berlusconi e dei suoi fedelis-simi dell’organizzazione del Pdl, Michela Vittoria Bram-billa, Denis Verdini e Mario Mantovani che si preparano a copiare l’idea di Bersani e a mandare i 61 mila team delle libertà nella case degli ita-liani, spiegando però l’esatto opposto di quello che avrebbe voluto dire Bersani.

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DI CESARE MAFFI

Il dato numerico parrebbe incontro-vertibile, assodato che proviene da due donne, di primo piano nel mondo politico, tra le più vicine a Silvio Ber-

lusconi e da lui notoriamente apprezzate. Secondo Michela Vittoria Brambilla, intervistata dal Giornale, «la struttura organizzativa dei team della libertà arriva a rag-giungere 200-300 famiglie per sezione. Ognuna conta una ventina di coordinatori incaricati di stringere rap-porti con i cittadini e tenere vivo il confronto tra gli ita-liani e Silvio Berlusconi». Daniela Santanchè, a sua volta sentita ieri da la Repubblica, conferma: «Ab-biamo già identifi cato squa-dre di 20-30 persone che in ogni sezione lavoreranno per divulgare l’operato del governo agli 800 elettori che in media vi risiedono».Quando l’idea di costituire squa-dre di attivisti ripartite sulla base delle se-zioni elettorali prese l’avvio, si parlava di piccoli nuclei: tre-cinque persone. Poiché le sezioni elettorali superano quota 61mila, già predisporre cinque attivisti per seggio avrebbe signifi cato chiamare all’impegno diretto oltre 300mila italiani. Una cifra di

tutto rispetto: verosimilmente il Pdl non dispone, oggi, di tanti tesserati, posto che non pochi esponenti del partito parlano di procedere col tesseramento. Adesso, stando al duo Brambilla-Santanchè, si passereb-be invece a un totale variabile da oltre un milione e duecentomila (20 persone per seggio) a più di un milione e ottocentomila (30). Diciamo che si punta su un milione e

mezzo di cittadini, pron-ti a mobilitarsi per la-vorare «nelle piazze con banchetti e materiale divulgativo» e realizza-re «un database che non ha eguali» (Santanchè dixit). Poiché le due berlusconiane dichia-rano che l’iniziativa procede, sembrerebbe che l’opera di «comple-tare il radicamento» sia prossima. Rimane il mistero di come si possa mobilitare un

milione e mezzo di attivisti, cifra che solo Dc e Pci ai tempi d’oro superarono, quanto a semplice numero di tesserati, però. Non sarebbe il caso di rimanere più terra terra? Già sarebbe un’impresa (fi nora mai riusci-ta) coprire tutte le sezioni elettorali con rappresentanti di lista: pensare a squa-dre complesse è un fuor d’opera.

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Obiettivo: mettere insieme 1,5 milioni di militanti

Berlusconi chiama alle armi un esercito

Pier Luigi Bersani

Daniela Santanchè

di Serena Gana Cavallo

Dopo che lo specialista, per una visita dermatologica all’IDI, no-tissimo ospedale specialistico di Roma, ha detto ad una paziente che per più di tre parti della cute da esaminare bisognava fare richiesta per un’altra visita, mi chiedo se un ortopedico abbia bisogno di tre impegnative per esaminare le zone cervicale, dor-sale, lombare della colonna, quattro nel caso ci fosse problema anche ad un arto, o se un gastroenterologo abbia bisogno di al-trettante richieste per esaminare stomaco, fegato e addome di un paziente. Spero che il ministero della Sanità possa risolvere il mio dubbio.

IL DUBBIO SANITARIO

Giornalisti felloni perquisiti fin dentro le mutande e magari anche con le ma-nette ai polsi: ecco una scena che molti giornalisti in odore di santità approve-rebbero. Felloni e prezzolati, com’è noto, sono sempre gli altri. A cominciare, na-turalmente, dagli avversari di Concita De Gregorio. Alla direttrice dell’Uni-tà, per via dell’occhio torbido da vera snob, le grandi firme (be’, non grandissime) del Gior-nale stanno sull’ani-ma. È più forte di lei: ne parla e le guarda (o meglio le scruta, come attraverso una specie di monocolo invisibile) con disprezzo e compa-timento. All’esistenza del Giornale e dei suoi giornalisti, dal diretto-re in giù, gente plebea, impresentabile nella buona società, l’Unità senza fissa dimora ideologica sopravvissuta alla fine del vecchio Pci non si rassegna. Sono o non sono servi di Berlusconi, sempre pronti a rizzare la coda e puntare, dice De Gregorio, quando il padrone indica loro la selvag-gina da cacciare, prima quel leprotto di Gianfranco Fini, ora quella quaglia di Emma Marcegaglia? E allora che Dio li fulmini, o almeno li confonda! De Gregorio queste cose non soltanto le pensa (fantasticare humanum est) ma le dice anche in te-levisione, come l’altra sera a In onda,

sulla 7, ospite di Luisella Costama-gna e Luca Telese (e fantasticare in pubblico è già più diabolicus). Prendere lo stipendio dal fratello del Cavaliere è criminale (a Berlusconi, dopotutto, piacciono le sgarzole, cosa criminalissi-ma, per non parlare di quando commis-siona, come ci dicono i pentiti di mafia,

agguati mortali all’ono-rata società, cosa quasi altrettanto delittuosa). Incassare ogni 27 del mese il salario corrispo-sto da Renato Soru è invece garanzia di to-tale autonomia della testata da qualsivoglia ingerenza di chicchessia (in particolare del Par-tito democratico). Sarà magari anche vero che l’Unità è il solo quotidia-no militante al mondo

che non ha editori, nè gruppi politici di riferimento (come forse è vero, vedi mai, che anche il Giornale di Alessan-dro Sallusti non segue i consigli né tanto meno prende ordini dal fratello più bello di Silvio Berlusconi). Ma è francamente difficile crederlo. Antonio Gramsci, che in epoche remote fondò il giornale (sic transit) oggi diretto da Concita De Gregorio e prima di lei (ar-ritransit) da Antonio Padellaro, non se la sarebbe mai bevuta. E neppure avrebbe tentato di farcela bere.

Diego Gabutti© Riproduzione riservata

AMENITÀ EDITORIALI IN ONDA SU LA7

Soltanto la De Gregorio non ha padroni

Concita De Gregorio

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5Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 12 OttoP R I M O P I A N O

Nella battaglia per le primarie Pd a sindaco, scendono in campo anche i big della musica

Morandi e Dalla, sfida bologneseIl primo sostiene Cevenini, il secondo sta con Zacchiroli

DA BOLOGNACARLO RUSSO

Le primarie Pd per il can-didato-sindaco di Bologna saranno a colpi di ugola. I candidati si stanno scal-

dando, ufficiosamente sono già in corsa anche se il via ufficiale sarà il 15 ottobre con la raccolta delle firme. Superfavorito è Maurizio Cevenini, l’uomo-dei-matrimoni (ne ha celebrato oltre 4000), il su-pertifoso del Bologna-calcio (non perde una partita), il superpre-senzialista (anche 5 manifestazio-ni in un solo giorno). Ma gli altri candidati, per ora sono in lizza la cattolica Amelia Frascaroli e Benedetto Zacchiroli, ex-col-laboratore di Sergio Cofferati, vogliono fare bella figura.

Di qui la corte a personag-gi famosi e in prima linea sono già arrivati i due big bolognesi del canto, Gian-ni Morandi e Lucio Dalla. Ma schierati su fronti diversi: Morandi ha ab-bracciato Ce-venini, Dalla pre fer i sce Zacchiroli. E via col canto. Nessuna star fi no-ra, invece, per Ame-lia Frascaroli: però

non è detta l’ultima parola.Nonostante Morandi sia impe-

gnato nella preparazione del pros-simo festival di Sanremo, di cui sarà presentatore, trova il tempo per dare il suo aiuto a Cevenini: «È maturo per fare il sindaco. E poi alle ultime elezioni è stato il più votato con 19 mila preferenze, se il centrosinistra vuole vincere deve affi darsi a lui». Ma Morandi si spinge anche più in là nell’ana-lisi politica: «Certo, se Romano Prodi avesse detto di sì, il suo era un nome su cui tutti sarebbero stati d’accordo, ma Prodi sembra

che non accetti e allora largo

a Cevenini, è uno che

a m a Bo lo -

gna, è sempre presente, è uno che con una buona squadra potrebbe fare bene, vi è la certezza che lavo-rerebbe a favore della città».

Ma il cantante di «Fatti man-dare dalla mamma», che si è sem-pre professato a sinistra, qualche dubbio sulla sua parte politica e sulla città-simbolo ce l’ha: «A Bologna abbiamo avuto sindaci straordinari che ne facevano una delle città meglio amministrate in Italia. Oggi i politici non stanno più in mezzo alla gente, ma passa-no il tempo a litigare fra di loro. Il difetto più grande del Pd è quello di non saper più ascoltare e non interpretare gli umori della gente. Non solo a Bologna, anzi qui tutto sommato si sta meglio che in altre città. La Lega, con la quale io non ho niente a che spartire, riesce a parlare con la gente, porta avanti istanze che trova per la strada e molti della sinistra rimpiangono il fatto di non essere più loro a farlo».

Luca Barbareschi è andato in Parlamento, Morandi potrebbe entrare nel consiglio comunale di Bologna, come fece un suo collega, Andrea Mingardi, che però ha vissuto solo la breve e disastrata stagione del sindaco Flavio Del-bono… «Non ci penso per nien-te», risponde Morandi, «bisogna essere capaci di amministrare, mettere d’accordo tutti ed è mol-

to diffi cile amministrare Bologna, soprattutto in un momento come questo dove anche qui c’è gente che fa fatica ad arrivare alla fi ne del mese». Qualche volta insieme sul palcoscenico, Morandi e Dal-la si ritrovano invece in dissenso non sulla collocazione politica (an-che Lucio Dalla dichiara di vota-re a sinistra), ma sulla scelta del candidato-sindaco. Infatti Dalla tifa per il 38enne Benedetto Zac-chiroli che, a suo dire, assomiglia al sindaco di Firenze: «Vorrei che Benedetto fosse il sindaco di Bo-logna, ha caratteristiche simili al mio amico Matteo Renzi. Non è uno dei soliti sapienti e saggi che ormai non sono più né sapienti, né saggi».

Zacchiroli, laureato in teologia, morettiano all’epoca dei girotondi, è stato il responsabile delle politi-che estere per tutti i cinque anni del Cinese in Comune. Ora è con-sulente del comune brasiliano di Fortaleza. Dice di lui Lucio Dalla: «Mi piacciono quelli che si danno da fare come lui, potrebbe essere il sindaco giusto per far tornare Bologna quella di una volta. Fu lui che riuscì a farla diventare la città della musica Unesco. Bolo-gna ha bisogno di un colpo di reni perciò io punto su di lui».

Lucio Dalla vive a Bologna, nel centro storico: «la vedo depressa, consapevole di non essere più la

città di un tempo ma neppure in grado di reagire. Non si compiace neppure più di quel che rappre-senta nell’immaginario italiano: la città dotta, grassa, godereccia. Non è più capitale culturale, infat-ti i concerti e le mostre importanti la “saltano”. Poi è arrivata addirit-tura la vicenda Delbono, che ha destabilizzato una situazione già impoverita dalla scarsità di ener-gia sociale e politica».

Quanto alla politica nazionale, nessun dubbio: «Vedo Pier Luigi Bersani deciso, ragionevole, com-prensibile, uno che non ha nulla da nascondere», dice. «Però io punto su Nichi Vendola, che ha infranto regole e ordini superiori per seguire il proprio destino».

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DI PIERO LAPORTA

Maurizio Belpietro ha subìto un atten-tato alla sua cre-dibilità prima che

alla sua vita. «Mi auguro che la procura affidi ad altri le inda-gini perché vogliamo la verità» disse Maurizio Gasparri, rife-rendosi al procuratore aggiunto Armando Spataro. Tale disi-stima per Spataro non è affat-to condivisibile. Egli è amico di Gerardo D’Ambrosio ben prima del 14 aprile 1995. Quel giorno l’agente Alessandro N. giunse faccia a faccia con l’atten-tatore di D’Ambrosio:«In quel momento l’agente», riferirono le cronache, «si è reso conto che il giovane appostato all’interno del gabbiotto imbracciava ‘real-mente’ un fucile». Ho aggiunto le virgolette a quel «realmente» che oggi è un trillo acuto; sor-voliamo. L’eroico Alessandro N. corse verso il malvivente, il qua-le, che disdetta: «Con uno scat-to improvviso fuggì dalla parte opposta dell’asilo scavalcando la recinzione». Come immagi-nare che, di lì a quindici anni, l’avrebbero buggerato allo stesso

modo? Com’è logico, fu decora-to. Nel trambusto di quei giorni per le inspiegate dimissioni del pm Antonio Di Pietro, questi non lesinò vaticini: «Dopo la pri-mavera delle indagini, arriva il buio della vendetta». L’attenta-tore, un nemico del pool, secon-do logica molisana. Per Marco Travaglio c’era puzza di servizi segreti.

Senonchè, dopo l’attentato a

Belpietro, D’Ambrosio dice che non ha mai creduto molto alla storia del suo attentato. Col tem-po, si sa, la memoria s’annacqua; così svanisce il suo affettuoso riconoscimento ad Alessandro: «Guaglio’, meno male che c’eri tu». È dunque importante af-fidare le indagini a Spataro, che ha invece ricordi nitidi, fi s-sati pure nel suo ultimo libro: «Nell’aprile ’95 venne sventato un attentato alla sua vita». Sin-cero e lucido, oggi come allora, quando dichiarò:«Per la prima volta nella mia vita sono davve-ro preoccupato. Non c’è dubbio, è una cosa molto seria».

La serietà dell’attentato del 1995 rende pertanto Spataro

assolutamente idoneo alle in-dagini 15 anni dopo. Tanto è vero che, preoccupato come al-lora, subito ha preso le fi la del-le indagini. Fiduciosi, quindi, osiamo porgere qualche umile suggerimento investigativo.

Primo. Anche nel 1995 fu

stilato un identikit del malvi-vente. Chissà, pubblicandolo, hai visto mai le coincidenze, potrebbe vedersi qualcosa d’in-teressante.

Secondo. Poiché furono chia-

mati in causa i servizi segreti e c’era odore di terrorismo, i ca-picentro del Sismi e del Sisde di Milano riferirono a Roma. Forse è bene rileggere che cosa dissero i servizi sull’attentato a D’Ambrosio, di cui lo stesso D’Ambrosio oggi non ha più un ricordo nitido.

Terzo. Occorrerebbe riesa-

minare come si svilupparono le indagini nel 1995, in quale direzione, come e perché giun-sero a un binario morto.

Quarto. Non sarebbe meno

interessante sapere chi asse-

gnò Alessandro N. alla scorta di D’Ambrosio e se il magistra-to espresse il gradimento per questa assegnazione.

Quinto. Alessandro N. rima-

se con D’Ambrosio dopo l’episo-dio del 1995?

Sesto. Se le indagini attuali

fi nissero su un binario morto, Alessandro N. rimarrà nel ser-vizio scorte?

Settimo. Chi ha assegnato

Alessandro N. alla scorta di Belpietro e da quanto tempo?

Siamo certi che un magistra-

to della serietà e della fama di Spataro vorrà trovare le rispo-ste a tali ingenui quesiti e di-vulgarle; dopo tutto non sono segreti di stato.

A proposito, come mai questa

cappa di silenzio sull’ultima eroica azione di Alessandro N., dopo che Belpietro ha ricevuto un attentato alla sua credibili-tà prima che alla sua vita?

[email protected]

© Riproduzione riservata

Sette domande investigative per il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro

La scorta di D’Ambrosio era un eroema se c’è Belpietro diventa mitomane

Beppe Grillo non ci cre-de: per lui l’attentato a Maurizio Belpietro è un’invenzione. E su La Settimana, che riporta i temi più importanti trattati nel blog del co-mico ligure, lo dice chia-ramente: «Il profilo del non attentatore è stato reso subito disponibile dalla non informazione. I non cittadini si sono non preoccupati quan-do hanno saputo il nome della non vittima». Ma ce n’è per tutti: una vi-gnetta di Gava con un cacciavite che parla con una spina per l’elettrici-tà: per la prima, «sulle scale di Belpietro non c’era nessuno di perico-loso per il Cavaliere», ottenendo come repli-ca che «bisogna dire a Bersani che certi scher-zi non fanno più ride-re». Per Grillo, «l’unica cosa vera del non fatto di sangue è la scorta di Belpietro che è paga-ta da anni dallo Stato. Tutta un’altra scorta ri-spetto alle non scorte di Clementina Forleo o di Marco Travaglio».

Sebastiano Luciani© Riproduzione riservata

Grillo, tuttaun’altra scorta

Gianni Morandi

di Marco Cobianchi

- Fabrizio Cicchitto: “La con-correnza politico-elettorale è certamente aumentata”.».

Voleva dire:

- Gianfranco Fini offre lo stesso nostro prodotto a prezzo più basso. Bisogna aumentare la produttività per non perde-re quote di mercato a avore dei newcomer di Fli.

DECRITTAZIONI

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6 Martedì 12 Ottobre 2010 P R I M O P I A N O

La Nato sostiene La Russa: armare gli aerei con ordigni non contraddice l’operazione Isaf

Ora l’Italia può dichiarare guerraCon l’invio di bombe non cambierebbe la missione militare

DI EMILIO GIOVENTÙ

C’è da chiedersi: se il parlamento, su pro-posta del ministro Ignazio La Russa,

dovesse decidere di armare i cac-ciabombardieri, l’Italia in Afgha-nistan sarebbe in guerra? Forse no o forse sì, sarebbe una sorta di guerra non guerra. Domanda lecita da porsi perché al fianco del ministro della difesa, che vuole bombe sugli aerei per difendere i nostri soldati a terra - dopo la morte dei 4 alpini (oggi i funera-li in forma solenne) - si schiera a sorpresa la Nato. «Armare i caccia italiani impiegati in Af-ghanistan con bombe «non è in contraddizione» con il mandato e la strategia militari della for-za internazionale Isaf, «ma la decisione va assunta dai singoli paesi a livello nazionale», le parole del segretario ge-nerale della Nato, Anders Fogh R a s m u s s e n . Tradotto: bom-ba o non bom-ba, i bombar-damenti non rientrerebbero in un’azione di guerra, ma sempre e sol-

tanto di peacekeeping. «Se io lancio una bomba per

difendere una colonna militare rimane un missione di pace. Non è l’arma che qualifi ca la missione ma il modo con cui la usi. Ora io dico che la situazione è cambiata e c’è una maggiore pericolosità: non me la sento di cambiare da solo questa impostazione e chiedo al parlamento che deve decidere», ri-badisce La Russa (mercoledì rife-r i rà in Senato sulla strage dei

soldati italiani). Soltanto po-

chi mesi fa La Russa ri-cordava che a suo tempo diede dispo-sizione, con-sultandosi

prima con i capi militari

italiani, «che i nostri aerei

non avessero delle bom-be» . Ma che cosa è cambiato tra le due

dichia-razio-ni? Di

fatto nulla, perché gli aerei italia-ni in Afghanistan possono svolge-re missioni di combattimento, ma in funzione puramente difensiva nel rispetto della natura della missione Isaf-Nato, ben diversa dalla missione americana «Endu-ring Freedom», dichiaratamente di guerra. Sull’eventuale sì alle bombe facile immaginare la spac-catura in parlamento tra le forze politiche. Intanto c’è da superare la rabbia dei parenti dei soldati morti: «Godetevi lo spettacolo», così lo zio di un soldato ucciso al ministro La Russa.

© Riproduzione riservata

DI PIERO LAPORTA

Non ci fa una bella figura la politica quando evoca cambi di strategie, pressata dalle conseguenze elettorali per la morte dei soldati. Che concerna le bombe con cui forse armare gli aerei, che ci si

accapigli sulla data del ritiro delle truppe o, addirittura, sull’opportunità o meno di essere partiti, una larga fetta della classe politica, nel governo e nell’opposizione, dà prova d’essere impiegata largamente al di sopra delle proprie pos-sibilità. Che la polemica sia sta avviata da Ignazio LaRus-sa, ministro della difesa, non giustifica l’opposizione che vi si aggrappa per mettere in discussione le strategie politico militari del paese, con la volubilità delle discussioni al bar dello sport; tanto meno giustifica gli esponenti della Lega, quantunque al governo, predicanti il tutti a casa, timorosi che l’Italia s’affezioni a questi alpini poco padani e molto alpini. Questo vociare, come ha sottolineato il sottosegre-tario alla difesa Guido Crosetto, rende remunerativi gli attacchi ai nostri soldati e dunque li espone a maggiori e gratuiti pericoli.Armare con le bombe gli aerei è effi cace per uccidere qualche taliban ma non ci mette al sicuro nelle imbo-scate. In guerra si può morire; occorre sforzarsi di non morire stupidamente e inutilmente. Per comprendere questo non c’è bisogno di Napoleone e neppure del suo cameriere. È meglio chiedersi, ma ben prima che questi fatti accadano, se sia preferibile scortare i pittoreschi e vulnerabili convogli terrestri oppure privilegiare su larga scala il trasporto aereo. Abbiamo suffi cienti, anzi ridondanti risorse per il trasporto aereo e il controllo dell’aria? In questo secondo caso nessuno dà la garanzia di immunità dagli attacchi, i quali tuttavia, esigendo dai taliban un livello tecnologico più raffi nato dell’agguato con le mine, ristabiliscono fra noi e loro la giusta distan-za che deve esserci fra un paese del G8 e una banda di selvaggi, cannoneggiatori di statue, lapidatori e sfregia-tori di donne indifese.Se tali interrogativi sono fondati, è singolare che nes-suno faccia due domandine molto semplici a Giulio Tre-monti, ministro dell’economia, che condivise con il Pd e poi impose a sua volta le spese strategiche della difesa, mentre non riusciamo a ricordare - e sicuramente è un nostro limite - alcuna obiezione del ministro LaRussa.Le domandine. Come mai abbiamo mantenuto l’impegno di un miliardo e mezzo di euro per la portaerei Cavour e adesso facciamo i trasporti terrestri come usava nella seconda guerra mondiale? Come mai gli scienziati del ministero dell’economia per un simile impegno di spesa non hanno obiettato alcunché? Sarebbe interessante sa-pere se fu per aiutare la Fincantieri, incuranti dei rischi cui si esponevano i soldati. Non rispondete subito; fate passare qualche settimana da questo, chiamiamolo così, incidente; intanto fate un rispettoso silenzio per i morti, anzi duratelo sinché il loro ricordo per noi sarà vivo.

[email protected]© Riproduzione riservata

Ma per le coperture aereeil governo ha tagliato i fondi

DI MARCO BERTONCINI

Sulla guerra afghana la Lega ha sempre avuto una posizione defilata rispetto alla maggioranza. Più volte Umberto Bossi si è lasciato scappare

l’auspicio, se non il desiderio, di chiudere la campagna e di riportare presto le truppe in patria. Dopo l’ultimo, tragico evento bellico è stato l’ex mini-stro e oggi presidente del Vene-to, Luca Zaia, a interpretare la reale volontà dei leghisti. Ed è palese che la Lega vorrebbe mettere una croce sulla nostra partecipazione all’impegno in Afghanistan: di là del rispetto per gli accordi sottoscritti; di là dei voti parlamentari sempre dati a sostegno delle proposte del governo; di là della stessa concertazione in sede governa-tiva, da parte dei ministri della Lega, riguardo ai provvedimenti regolatori delle (costose) spedizioni militari.

La Lega interpreta un sentimento diffuso. Già aveva captato la forte opposizione popolare alla guerra irachena. Adesso capisce che l’opinione pubblica tentenna. La paura si riassume in un solo nome, non a caso evocato da Zaia: Viet Nam. La gente teme che l’occidente si sia impantanato in una guerra come quella vietnamita, che agli Stati Uniti costò soldi e sangue, morti e polemi-

che, perdite militari e arretramenti politici, sino alla sconfi tta fi nale, umiliante.

Il cittadino medio non condivide, in genere, l’impegno militare. Nella prima guerra mon-diale ogni ora di un giorno qualsiasi signifi cava,

mediamente, più di venti morti, per tacere dei feriti e dei muti-lati. Insomma, in una sola ora si registravano più di cinque volte le perdite dell’ultima imboscata talebana, oggi celebrate nel fu-nerale di Stato. Non è senza si-gnifi cato che Bossi denunciasse i lunghi elenchi di caduti della grande guerra, che chiunque può scorrere sui monumenti in qualsiasi paesino (della Pada-nia, sosteneva lui; dell’Italia, si può senz’altro affermare). Il sentimento diffuso è ostile a si-mili perdite. I leghisti, abili come sempre a captare i sentimenti pro-fondi dei propri, ma altresì altrui, elettori, indipendentemente dalle

simpatie politiche, anche in questa circostanza si fanno sentire, ovviamente come partito di lotta e non di governo. può anche darsi che sia giunto il momento, per i leghisti, di agire come partito di governo, e che quindi alla prima circostanza intervengano per porre un termine certo all’usci-ta dalle battaglie afghane. E non è questione di schieramento a destra o a sinistra, bensì di rea-zioni diffuse nell’opinione pubblica.

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Da partito di governo a quello di lotta dalla parte dell’elettorato

La Lega si schiera con chi vuole il ritiro

Militari italiani in Afghanistan

Ignazio La Russa

Luca Zaia

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7Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 12 OttoP R I M O P I A N O

In liquidazione la società, partecipata da Simest, per la gestione del food center più grande del mondo

Piazza Italia, flop totale in CinaUn nostro manager è bloccato a Pechino. Non può lasciare il paese

DI STEFANO SANSONETTIE ROBERTO GAGLIARDINI

È la storia di un disastro tut-to italiano. Ancor più ama-ro se si considerano tutte le discussioni, reiterate

come un mantra dalla politica, su quanto sia importante investire in Cina. Piazza Italia, ovvero il più grande food center italiano nel mondo, avrebbe dovuto rappre-sentare l’eccellenza gastronomica nostrana a Pechino. Peccato che dopo un paio di anni già piuttosto tribolati, la società chiamata a ge-stire il progetto, al cui capitale ha partecipato anche lo stato attra-verso la Simest, abbia chiuso alla svelta i battenti, oberata dai debiti e da costi insostenibili. Il tutto con una coda dai risvolti quasi diplo-matici: Emanuele Plata, presi-dente di Crai Beijing, ovvero della società di gestione di Piazza Italia, è da sei mesi costretto a rima-nere in Cina. Secondo le leggi locali, infatti, fi nché la società non paga i creditori, i suoi manager non si pos-sono muovere dal paese.

La società in questione è la Crai Beijing, società di diritto cinese parte-

cipata al 61% dalla Tac (Trading Agro Crai) spa. Quest’ultima, con l’interessamento dell’allora mini-stro delle politiche agricole Paolo De Castro, venne costituita nel 2007 da un drappello di soci tutti attivi nell’agroalimentare: Crai (catena di supermercati), Consor-zio Grana Padano, Cavit (produ-zione di vini), Conserve Italia, San Daniele Service (braccio operativo del consorzio del prosciutto), Fran-toi artigiani d’Italia, Boscolo Etoi-le (ristorazione) e lo stesso Ema-nuele Plata. È nel marzo del 2008,

però, che i soci della Tac decidono di

giocare la carta cinese. E così la Tac costituisce la Crai Beijing co. ltd. A dare una mano, coprendo

il 39% del capi-tale della s o c i e tà che dovrà gestire il food cen-

ter, c’è però anche lo stato, at-traverso la Simest (Società italiana per le

imprese

all’estero), controllata al 76% dal ministero per lo sviluppo eco-nomico. Il progetto viene fatto partire a razzo, con l’affi tto di un immobile di tre piani e 3.600 mq in quel di Pechino.

Poi qualcosa comincia a non andare. Costi eccessivi, i primi debiti, la formazione di centinaia di dipendenti che occupa più risorse del previsto. La situazione precipita, no-nostante le visite fatte al food center dal premier, Silvio Berlusconi, e da un altro grande sponsor del progetto, il viceministro dello sviluppo economico, Adolfo Urso. Il 30 settembre del 2009 i soci decidono di mette-

re in liquidazione la Tac. Del resto a fi ne anno

ci sono debiti saliti da 2,7 a 4,3 milio-ni di euro, costi di produzione schiz-zati da 422 mila a

3,5 milioni, trasci-

nati da ammortamenti e svaluta-zioni varie, una perdita secca di 6,4 mln (l’anno prima il rosso era stato di 375 mila euro). In liquida-zione fi nisce naturalmente anche la Crai Beijing, fonte primaria di tutti i guai della controllante. E c’è da far fronte alle richieste della Simest, con cui era stato siglato un accordo per rilevare il suo 39% per un valore complessivo di 1,3 milioni.

Tutti i dettagli vengono fuori da una allarmata relazione fi rmata il 26 aprile 2010 da Bruno Calzia. Si tratta del liquidatore della Tac, che però a suo tempo compariva tra i consulenti dello stesso De Castro. Dalla sua relazione si ap-prende della situazione in cui sta vivendo Plata, l’ex presidente di Crai Beijing. Il manager, contatta-to telefonicamente da ItaliaOggi, conferma. «Sono qui bloccato a Pechino da aprile», precisa, spie-gando che le leggi cinesi preten-dono il pagamento dei creditori. Tra questi, aggiunge Plata, «il più esposto è la società proprie-taria dell’immobile, per svariati milioni di euro, dal momento che abbiamo 5 o 6 mesi di affi tto ar-retrato». Insomma, i destini di Plata sono appesi alle mosse dei soci, privati e pubblici, che devono pagare i creditori.

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DI DIEGO GABUTTI

Prima il Vaticano con l’embriologo Robert Edwards, colpevole d’aver messo a punto la tecnica che per-mette la nascita in vitro di bambi-

ni per così dire indebiti, e adesso il gover-no della Repubblica popolare cinese col dissidente Liu Xia-obo, cristiano, gran nemico dello stato, reduce dai campi di rieducazione e tutto-ra dietro le sbarre, uno dei giovani te-merari che nel 1989 affrontarono i carri armati (e la morte) in Piazza Tianan-men: quest’anno il Premio Nobel «el va no», come il lupo del-la canzonetta.Per il momento non ci sono proteste, ma state pur certi che non va nemmeno il Nobel per la letteratura a Mario Vargas Llosa, il più importante scrittore sudamericano dopo Jorge Luis Borges, nonché pratica-mente il solo scrittore sudamericano di fama (e statura) planetaria che, sempre dopo Borges, si dichiari liberale e consi-deri Fidel Castro un gangster. Per il mo-mento tacciono, ammutoliti dallo sgarbo ideologico, ma volete che i tifosi del comu-

nismo tropicale (cioè di quel socialismo in un’isola sola dove bere un Cuba Libre, se non è un reato, è almeno un’ironia) possa-no dormire sonni tranquilli sapendo che il Nobel per la letteratura è andato proprio all’autore di Storia di Mayta, un’amara ed

esilarante parabola su comunismo e terrorismo in Ame-rica latina, cioè del ritratto parlante dei loro eroi patetici e gradassi, da Che Guevara in giù? Pensate che siano felici al pensiero che il Nobel è an-dato al padre d’Al-varo Vargas Llosa, a sua volta scrittore e giornalista, an-che lui liberale in politica e liberista convinto in econo-mia? Non sono fe-lici affatto. Alvaro Vargas Llosa, peg-

gio di papà, peggio persino di Liu Xiaobo agli occhi dei capibastone cinesi, è l’auto-re (insieme a Plinio Apuleyo Mendoza e Carlos Alberto Montaner) del Manuale del perfetto idiota latinoamericano, Bietti, 1997. Non si tratta d’un libro qualunque: il Manuale è lo sberleffo che ha liquidato una volta per tutte le utopie rivoluzio-narie del XX secolo a sud del Canale di

Panama. Al Manuale, nel 2007, ha fatto seguito El regreso del idiota, mai tradot-to in italiano, dove il raggio della critica, come leggiamo sul sito Bogotalia, s’allar-ga a esaminare l’idiota internazionale «sia spagnolo, francese, tedesco, italiano o da-nese, che mantiene dell’America Latina l’immagine elemen-tare di un paesaggio sociale polarizzato dove tutto si riduce a pochi molto ricchi e molti molto poveri; a guerriglieri buoni e militari cattivi; a bianchi e indigeni; a oligarchi e caudillos popolari; a sinistre redentrici e destre oppressive; a grat-tacieli e favelas». Dove ha imparato queste brutte cose il giovane Alvaro? A casa, da suo padre. Mario Vargas Llosa è o non è l’autore, da parte sua, di grandi reportage politici come i recenti Sartre e Camus, Scheiwiller 2010, e Israele Pale-stina, Scheiwiller 2009, due sobrie rifl es-sioni sulla natura dei moderni confl itti ideologici e religiosi che il perfetto idiota marxistaleninista vorrebbe cancellare dalla storia del pensiero, altro che No-bel? Mettiamoci nei suoi panni, del resto.

Come può essere contento l’idiota globale se il premio va all’intelligenza politica e alla grande letteratura senza debiti con nessuno? Avrebbe preferito che il Nobel, piuttosto che a Vargas Llosa, andasse per la seconda volta a Dario Fo, diciamo, o me-

glio ancora che fosse assegnato di nuovo a Gabriel García Márquez, detto Tabo, castrista esa-gerato e autore di libri memorabili. Márquez e Vargas Llosa, parecchi anni fa, quando en-trambi erano più giovani e impetuo-si, s’affrontarono a cazzotti per una faccenda politica, o forse per un affare di donne, non si è mai capito bene, e neppure ha molta importanza. Tant’è che i due, da allo-

ra, si sono riconciliati. Ma diffi cilmente la modernità potrà riconciliarsi con i pregiudizi del Vaticano sulla procrea-zione assistita, col disprezzo per i diritti umani e civili proclamato dai boss del governo cinese o con l’amore per i ti-ranni ostentato dagl’intellettuali senza cervello.

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NON SI CAPACITANO CHE IL NOBEL PER LA LETTERATURA POSSA ESSERE ANDATO A VARGAS LLOSA

I tifosi del comunismo tropicale adesso portano il luttoMario Vargas Llosa si dichiara infatti liberale e considera Fidel Castro un gangster

L’edii cio che ospitava PIazza Italia a Pechino

Paolo De Castro Adolfo Urso

Mario Vargas Llosa,

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gio di papà, peggio per

Per il momento, ammutoli-ti dall’inimmaginabile sgarbo

ideologico, tacciono. Ma volete proprio che gli idioti internazio-nali, che sono diffusi più della

gramigna nei campi coltivati, pos-sano continuare a dormire sonno tranquilli sapendo che in Svezia,

questa volta, è stato premiato l’au-tore di Storia di Mayta, un’amara ed esilarante parabola su comu-nismo e terrorismo in America

latina, cioè il ritratto parlante dei loro eroi patetici e gradassi, da Ernesto Che Guevara in giù?

parte sua, di grandi

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ra, si sono riconciliati

Come può essere contento l’idio-ta internazionale se il Nobel va all’intelligenza politica e alla

grande letteratura senza debiti con nessuno? Non può essere

sereno chi è stato defi nito come colui «che ha dell’America La-tina l’immagine di un’area dove

tutto si riduce a pochi molto ricchi, e molti molto poveri; a guerriglieri buoni e militari cattivi; a bianchi e indigeni; a

oligarchi e caudillos popolari; a sinistre redentrici, a destre op-pressive; a grattacieli e favelas»

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8 Martedì 12 Ottobre 2010 P R I M O P I A N O

La notizia è stata già smentita, ma il gruppo che ha comperato Wind studia questa ipotesi

Vimpelcom si fidanza con FastwebIl colosso russo-norvegese sarebbe del tutto sinergico

DI SERGIO LUCIANO

Gli analisti finanziari, si sa, a volte corrono troppo e hanno sem-pre voglia di nuove

storie di Borsa da cavalcare, ma stavolta (tra quanti di loro si occupano di telecomunica-zioni) l’ipotesi è troppo corale per essere solo una fantasia: e l’ipotesi è che Vimpelcom, il colosso russo-norvegese che ha appena comprato Wind dal magnate (o ex-magnate) egi-ziano Naguib Sawiris dive-nendo così, d’un colpo, il sesto operatore telefonico mondiale, potrebbe avere già nel cassetto una seconda mossa clamoro-sa sul mercato italiano, e cioè un accordo con Swisscom per un’alleanza strategica con la controllata italiana Fastweb.

Ovvie e scontate le smentite di qualsiasi ipotesi da parte delle fonti ufficiali, eppure le nozze una forte logica ce l’avrebbero. Non difficile da capirsi.

In Italia, Wind è un gruppo forte ormai di ben 18,4 milio-ni di clienti (+9% rispetto al 2008) con ricavi cresciuti del 4,7% a 5,7 miliardi di euro, ben 2 miliardi di ebitda e 308 milioni di euro di utile netto. Quindi, una bella, so-

lida e ormai redditizia realtà. Ma attenzione: i clienti Wind che utilizzano la rete fissa del gruppo, che è poi Infostrada, sono relativamente pochi, 2 milioni. Pochi e attraenti, perché il loro «Arpu» (acro-nomico inglese che significa «average revenues per user», in pratica il fatturato per cliente) è di ben 35,4 euro, contro i 17,4 dei clienti della telefonia mobi-le del gruppo. Ne consegue che, sul mercato italiano, Wind veda fi siologicamente proprio nel settore della telefo-nia su rete fi ssa il ter-ritorio di sviluppo ideale, sia per ra-gioni di marketing che di redditività.

Fastweb, dal canto suo, è u n

colosso tascabile, perchè con 1.644 mila clienti a fi ne 2009 (+11% rispetto al 2008) ha re-alizzato l’anno scorso un giro di affari di ben 1,8 miliardi di euro, quindi riesce a fatturare un terzo di Wind con meno di un decimo dei suoi clienti, perché chi usa i servizi Fastweb su rete fi ssa (l’operatore non ha infatti servizi telefonici mobili autono-mi, ma solo il cosiddetto «virtual mobile operator», cioè l’operato-re mobile virtuale) spende molto

soprattutto per connettersi a Internet a banda larga. Inoltre è proprio questo lo specifi co di Fastweb: l’alta tecnologia per la banda larga, soprat-tutto su fibra ottica, visto che il gruppo fu il primo nel 2000 ed è ri-

masto tuttora l’unico a sviluppare una propria rete in fi -bra arrivando fi n

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case e nelle aziende dei clienti raggiugibili appunto dalla fi bra (per gli altri, c’è un servizio adsl di buona qualità). Ma queste eccellenze, frenate da un debi-to pari ad ancora 1,4 miliardi, compromettono la redditività di Fastweb, che nel 2009 ha avu-to un utile netto di appena 36 milioni. L’attuale proprietà di

Fastweb è la società pubblica svizzera Swisscom guidata da Carsten Schloter che ha appena annunciato (e proprio ieri è stata ap-provata dalla Consob) un’Opa residuale sulla propria controllata italiana per toglierla dalla Borsa, dando al mercato le solite spie-gazioni di maniera che

si danno in questi casi. In real-tà è chiaro che, per gli svizzeri,

Fastweb è un po’ un’incompiuta: troppo piccoli, con tutta eviden-za, per sviluppare una grande strategia di espansione inter-nazionale, hanno addentato un boccone molto grande, compran-do Fastweb, e si sono forse resi conto che avrebbe, per loro, più senso giocare di sinergia con qualche altro gruppo davvero multinazionale piuttosto che restringersi a quanto riescono a fare con le proprie sole for-ze. E quindi, anche con l’Opa, vogliono rimettere in gioco la loro presenza in Fastweb, in un modo o nell’altro.A queste ragioni industriali per cui il mercato si attende quanto pri-ma un fi danzamento tra i due gruppi, se ne può aggiungere un’altra, politica. La proprie-tà Swisscom è rimasta a dir poco colpita dalle dinamiche giudiziarie che hanno inve-stito l’azienda con l’inchiesta romana sull’asserita evasione fiscale e riciclaggio, non tanto per le accuse in sé, quanto per l’invasività che, utilizzando la legge 231, la Procura di Roma ha manifestato verso l’azien-da. Una ragione in più per pensarci due volte prima di restare investitori diretti in un Paese ostile.

© Riproduzione riservataNaguib Sawiris

SICUREZZA STRADALE, VALDUCCI AGUZZA LA VISTA Un ballerino, Kledi Kadiu, invita i giovani a non guidare a fari spen-ti, perché «se vedi bene guidi meglio». Con due fari al posto degli occhi, chiede agli automobilisti di sottoporsi al test della vista. È la campagna per sensibilizzare la sicurezza visiva sostenuta da Ma-rio Valducci, presidente della commissione trasporti della camera. L’iniziativa mira a rendere più consapevoli i conducenti di veicoli dei rischi che si corrono guidando con problemi alla vista. Bartolomeo Scappi © Riproduzione riservata

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Mastella sindacoa Napoli o Benevento Ma nessuno lo sa

DI OSCAR CROMATO

Per anni è stato un ago della bilancia tra il centro-destra e il centro-sinistra. Ogni sua mossa poteva infl uenzare gli equili-bri politici degli schieramenti. In molti sono convinti che sia stato proprio lui l’artefi ce principale della caduta del go-verno Prodi. Poi è passato dall’altra par-te della barricata. È diventato europarla-mentare. Ma ora, Clemente Mastella, ha un obiettivo: diventare sindaco di Napoli. O in seconda ipotesi il primo cittadino di Benevento. Eppure, nonostante gli appoggi che potrebbe avere, non riesce a schiodare. Ancora la sua poltrona sta sui carboni ardenti. Non riesce ad ave-re il lasciapassare per una candidatura tanto agognata. A quanto pare non basta autoproporsi o farsi proporre: quello che conta è farsi appoggiare. E Mastella ri-schia di non trovare nessun sostegno.

© Riproduzione riservata

RUTELLI, ALTRO CHE CICCIOBELLOCHIAMATELO PAPI. COME SILVIOFrancesco Rutelli provoca uno stato di choc all’imma-ginario collettivo. «Cicciobello? In realtà nessuno mi ha mai chiamato con questo soprannome», dice il le-ader di Api ha dell’altro. Ma c’è dell’altro, ancora più sorprendente: «Con mia moglie Barbara Palombelli, al massimo, ci scambiavamo dei messaggini in cui lei mi chiamava papi. Anche i miei fi gli mi chiamavano papi». Già, avete inteso bene, «papi», come la giovane Noemi Letizia chiamava Silvio Berlusconi, terremotando la politica italiana, non abituata a tale affettuosità. Ru-telli, dunque, come Berlusconi? No, è troppo. E infatti Rutelli si è affrettato a dire che «dopo certi avveni-menti abbiamo pensato che non fosse il caso».

© Riproduzione riservata

Carsten Schloter

di Pierre de Nolac

Berlusconi operato alla manoAveva stretto quella di Fini

PILLOLA

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11Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 12 OttoP R I M O P I A N O

Il gran premio capitolino per la pole ad aspirante sindaco

Roma, Formula LucaA Montezemolo piace il Campidoglio

DI PIERRE DE NOLAC

La Formula 1 a Roma ser-virà a Luca Cordero di Montezemolo per entra-re in politica candidando-

si come sindaco della capitale: in Campidoglio c’è chi non ha dubbi, riguardo il possibile suc-cessore di Gianni Alemanno. Niente palazzo Chigi, secondo i consiglieri dell’urbe: la ribal-ta romana offrirebbe maggiori possibilità di successo. La scom-messa di Maurizio Flammini, presidente Federlazio e promo-tore del Gran Premio romano, nel Pdl viene vista come un’oc-casione che Montezemolo non può lasciarsi sfuggire: «Ai tempi dei mondiali del 1990 non aveva queste ambizioni, ma ora gra-zie alla Ferrari potrebbe porre fine agli indugi». Certo, le rosse monoposto prima dovrebbero vincere la gara capitolina, ma la passione per i motori è talmente popolare da superare gli steccati politici della destra, del centro e della sinistra, e la kermesse allesti-ta nelle vie di Roma sarebbe un formida-bile trampolino di lancio per le ambi-zioni del manager. Quello romano diventerebbe così il laboratorio, secondo il Pdl, per dare vita all’unione tra i tre bolognesi:

Montezemolo, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini. Lo scenario ipotizzato nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio prevede l’alleanza tra il patron della Ferrari, il leader di Futu-ro e libertà (attuale presidente della Camera dei deputati) e il numero uno (con tutto il ri-spetto per il segretario Loren-zo Cesa) dell’Udc. In fondo, nel comune di Roma la voce di una mancata ricandidatura di Ale-manno gira da tempo: l’attuale primo cittadino, a quanto dicono i suoi fedelissimi, non avrebbe alcuna voglia di tornare a cor-rere per riconquistare il Campi-

doglio, preferendo tor-nare a cercare un posto go-vernativo, già sperimentato a via XX Set-tembre dove ha occupato la poltrona di ministro

per le politiche agricole. La vita del sindaco è faticosissima (come ben sanno Francesco Rutelli e Walter Veltroni), che limita fortemente la sfera privata e costringe a tour de force impressionanti: perché un sindaco è sempre nel mi-rino dei suoi elettori, pronti a denunciare i disservizi e lenti a riconoscere i meriti dell’am-ministrazione. Montezemolo ha il vantaggio di conoscere molto bene Roma: prima accanto a Gianni Agnelli, di giorno e di notte, poi come manager, si è sempre mosso a suo agio nelle strade del centro storico così come in quelle dei Parioli. E, particolare da non sottovalu-tare, vanta un illustre parente nei palazzi vaticani: Andrea Cordero Lanza di Monteze-molo, torinese, classe 1925, è stato nunzio apostolico in molte nazioni, tra le quali Italia e San Marino. Attualmente è arcipre-te emerito della basilica papale di San Paolo fuori le mura, ed è stato innalzato alla dignità car-dinalizia nel concistoro del 24 marzo 2006 da papa Benedet-to XVI. E’ il figlio di Giuseppe, martire alle fosse Ardeatine, e cugino del padre di Luca. Dati che nella Santa Sede contano parecchio, e che potrebbero pe-sare (favorevolmente) anche nella scelta di una candidatu-ra di Montezemolo al Campi-doglio. Casini, per esempio, lo sa bene.

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DI DONATO DE’ BARDI

Il partito del nord, nel Pd, per Walter Veltroni esi-ste e gode anche di buona salute: per questo sarà l’ex

sindaco di Roma a presentare il libro «La sfida» di Sergio Chiamparino il pomeriggio del 14 ottobre, nella capitale, nella sede dell’Associazione della stampa estera in Italia in via dell’Umiltà. La casa edi-trice Einaudi anticipa che sarà un colloquio, quello tra Veltroni e Chiamparino, coordinato da Paolo Griseri, coautore del libro. Walter ha molte cose da dire: alcune le avrebbe volute anticipare già ieri nella galleria Alberto Sordi, alla presentazio-ne del libro di Andrea Kerba-ker «Bufale apocalittiche» che però è stata annullata (un car-tello della Feltrinelli, la libreria che doveva ospitare l’incontro, chiedeva scusa per il disagio arrecato ai potenziali lettori). Con il primo cittadino di Torino

Veltroni vanta un’amicizia lega-ta allo spazio del Lingotto, dove celebrò il suo unico congresso da leader politico Ds, domina-to dallo slogan di don Milani, I care. Per Walter, quella di dopodomani sarà la sua rispo-sta ufficiale all’assise di Busto Arsizio voluta da Pier Luigi Bersani.

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Ma solo in libreria. Presenta «La sfida»

Veltroni lanciaChiamparino

Gianni Alemanno ha scel-to un fedelissimo di Gian-franco Fini come nuovo capo della comunicazione del comune di Roma. Luigi Di Gregorio, classe 1975, professore di politiche pubbliche all’università della Tuscia, coordinatore dell’area di ricerca Nuovi diritti e politiche sociali della fondazione FareFu-turo (carissima ai fi niani), apprezzato sia da Aleman-no che dall’assessore alla cultura Umberto Croppi, prende il posto di Mario Schintu. Sul sito internet del Campidoglio si legge che il contratto è di diri-gente, a tempo determina-to, per un importo annuo lordo pari a 96.225,13 euro. Brevissimo il curriculum di Di Gregorio: membro del comitato scientifi co della fondazione GiuGen (crea-ta per ricordare Giuliano Gennaio, scomparso due anni fa, collaboratore di Enrico Cisnetto) e socio della Società italiana di scienza politica.

Bartolomeo Scappi

Alemanno optaper il fi niano

Luca Cordero di Montezemolo

Walter Veltroni

DI PAOLO SIEPI

Gli storici, specie quelli rossi, non mi possono soffrire. Non gra-discono l’invasione di campo. Io sono il bambino che ha gridato: il re è nudo. La Resistenza non ha tutte quelle braghe di gloria che le hanno cucito addosso. Giampaolo Pansa in «I vinti non dimenticano», adesso in libreria. Rizzoli.

Sky ha posto ai suoi ascoltatori questo quesito: «E’ giusto che la magistratura abbia fatto una perquisizione “preventiva” al Gior-

nale? In Inghilterra (o negli Stati Uniti) chi chiedesse se sia giusto (o sbagliato) fare un perquisizione “pre-ventiva” a un giornale, nella prospettiva che pubblichi un’inchiesta (solo da noi la si chiama dossier) sul pre-sidente degli industriali, sarebbe preso per pazzo. Gli italiani invece non si indignano. Non danno del pazzo a Sky, ma rispondono al 60% “sì” (la magistratura ha fatto bene) e il 40% “no” (ha fatto male). Questa è la

differenza fra un paese normale e un Paese anormale, per non dire fra uno civile e l’altro incivile. Insomma, che, piaccia o no, con la testa (la camicia l’abbiamo cambiata più e più volte) siamo ancora fermi al ’22». Piero Ostellino. Corsera.

Nella vita è meglio avere tanti piccoli successi che uno grande. Claude Chabrol. Le Monde.

Non voglio parlare del pm Woodcock. L’ultima volta che ho espres-so un giudizio sui suoi metodi di indagine mi ha que-relato. Vinsi io la causa. Ma, pur avendo ragione, ho dovuto pagare le spese legali. In Italia c’è una serie di personaggi che, appena parli, ti querelano. Solo che se, per esempio, ad Annozero, Travaglio insulta me e io lo querelo e vinco, paga la Rai. Se mi invece querelo io e vinco, pago io. Roberto Castelli, Lega, già ministro della Giustizia.

Avevo sentito parlare dello stilista libanese Rabih Kayroutz, 36 anni, a Saint Tropez, da amiche beirutine che mi avevano esaltato il modo straordinario col quale modella l’organza. Carlo Rossella. Panorama.

In tutte le città premoderne i due sessi vivevano divisi. C’erano due società, quella femminile e quella maschile, che producevano un senso vivo della differenza. Con la modernità questa divisione sparisce e compare il soggetto neutro, tagliato sul modello degli uomini. Le donne perdono i loro àmbiti e restano delle disadattate culturali, per quanto inconsapevoli di esserlo. Michela Murgia, vincitrice del Campiello 2010. Io Donna.

L’Italia è un paese tragico. La colpa è delle mamme e di Berlusco-ni. Le mamme italiane sono affettuose, smielate, limi-tanti. Intontiscono i fi gli. Li rendono insicuri. Mettiti il golfi no, attento di qua, attento di là, ricordati di non fare questo, di non fare quello. Per fortuna, io ho una moglie norvegese che ha cresciuto splendidamente i nostri pargoli. E Berlusconi ha abituato gli italiani al brutto. Anche lui personalmente è un uomo inguar-dabile. Capelli, giacche, sorrisi. Dovrebbe intervenire Legambiente. Oliviero Toscani, fotografo. Io Donna.

Parigi ha dovuto aspettare il 1850 perché un prefetto intelligente decidesse di far iscrivere su delle piastre di marmo il nome delle strade. Prima di quella data i cocchieri, che conoscevano molto male Parigi, servivano un solo quartiere, indicato dal colore della lanterna che era sistemata a fi anco del loro carroccio. E nelle prime linee di metropolitana c’era così tanta puzza che alcune stazioni (quella più frequentate da gente che, a quei tempi, non faceva certo la doccia) erano dotate di distributori di profumo per far sì che le persone di-sturbate dall’odore nauseabondo del loro vicino potessero umettare il loro fazzoletto con quale poi coprirsi il naso. Grahan Robb: “Une histoire de Paris par ceux qui l’on fait”. Flammarion.

Un intellettuale è qualcuno che entra in una biblioteca anche quando non piove. Andè Roussin.

Il tempo lavora per Fini: ora lui si fa questo parti-to, un piccolo Pci, strutturatissimo, che avrà grande capacità di attrazione sugli scontenti del Pdl. E non sono pochi, anche grazie ai nostri coordinatori: un po’ demenziali, un po’ sospetti. Se gli lasciamo tempo, ci vampirizza: tutti quelli che vivono di politica andranno con lui, chè gli promette un futuro. Giancarlo Lehner deputato Pdl. Vanity Fair.

C’è una tenerezza commovente nell’amore di un vecchio, un amore insieme disperato e rassegnato, con i giorni contati. Lorella Pa-gnucco Salvemini in “Gli occhi sul samovar” Marsilio.

Il digitale terrestre è la tecnologia più vecchia rispetto al satellite o al cavo, ma permette a Rai e Mediaset di essere ancora padroni. Aldo Grasso. Corsera.

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12 Martedì 12 Ottobre 2010 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

I cronisti possono indagare quando vogliono, su chi vogliono ma non in qualsiasi modo

Giornalismo investigativo tedescoLe inchieste debbono farle i giornalisti. Esclusi i detective

DA BERLINO ROBERTO GIARDINA

Il mestiere di giornalista non è molto considerato in Ger-mania. I miei colleghi tede-schi non hanno neanche un

ordine. Credo che l’abbiamo solo noi, un regalo di Mussolini. Chi dimostra di vi-vere scrivendo per giornali e riviste ottiene la tessera, che concede pochi privilegi. Tutto qui. E giorna-listi e tipografi sono nello stes-so sindacato, quello dei poli-grafici. Fanno lo stesso lavoro, un tempo divisi da un bancone.

Al contrario che in Italia, qui si fanno ancora inchieste e reportage. L’unica via per contrastare la tv e internet. Sui giornali troverete sempre qualcosa di nuovo e di partico-lare. Ma vigono semplici regole di comportamento. Qualcuno ricorda forse «Topolino giorna-

lista», un mitico episodio in cui Mickey Mouse si batte contro la corruzione cittadina. Ebbene, chi vuole imitare il topo di Walt Disney può farlo, purché lavori in prima persona.

Il reporter come un detective, secondo il romantico mito pro-

fessionale. Ma non può ricor-rere ad agenzie investigative, o tanto meno alla collabo-razione dei servizi segreti. Non escludo che quest i , di quando in quando, pas-sino qualche informazione ai colleghi, ma se la notizia viene pubbli-cata si dovrà poi dimostrare come si è avuta l’informazione.

Non da chi. Il segreto professio-nale è tutelato.

Il problema è diventato di at-tualità lo scorso marzo. La rivista amburghese Stern ha accusato la rivale di Monaco, Bunte, di aver usato agenzie investigative

per spiare la vita privata di al-cuni politici. Nord contro sud, e Grün+Jahr contro Burda. Secon-do il settimanale anseatico, i col-leghi bavaresi avrebbero incari-cato l’agenzia Cmk, uffi cialmente dedita alla ricerca fotografi ca, ma al cui indirizzo si trova anche l’uffi cio di un detective privato, di spiare la vita sentimentale di Franz Müntefering, leader socialdemocratico, di Oskar La-fontaine, allora ancora leader de la Linke, partito dell’estrema sinistra, e di Horst Seehofer, cristiano sociale e attuale primo ministro della Baviera.

Inchiesta da sinistra a destra, ma focalizzata sul sesso. Franz, rimasto vedovo a 65 anni, fre-quentava una giovane della stes-sa età di sua fi glia. Oskar il rosso avrebbe avuto una relazione ex-traconiugale con una collega di partito, Sahra Wagenknecht. E il conservatore Horst, sposato e con figli, aveva una giovane amante. Nel lavoro di ricerca si sarebbero impiegati metodi ille-gali come manipolare la cassetta della lettera dell’amica di Mün-tefering, Michelle Schumann, nel frattempo diventata sua mo-glie. O seguire passo passo Lafon-taine, che si è poi ritirato a vita privata a causa di un cancro alla

prostata. Uno scandalo avrebbe potuto costare la carriera di See-hofer, leader della Csu, cattolica e puritana. Ma la moglie ha chiuso un occhio, e i compagni di partito hanno commentato che non era affare loro, e tutto è fi nito bene.

Bunte ha smentito i rivali del nord: tutto a posto. L’agenzia Cmk ha ribadi-to che i metodi d i indagine erano legali, ma subito dopo ha troncato la collaborazione con alcuni pro-fessionisti che avrebbero spia-to la vita dei tre politici. Qualco-sa, dunque, non torna. Rimane ferma la rego-la deontologica che il reporter deve lavorare in prima perso-na: avrà i suoi informatori pagati o no, di cui potrà non fare il nome, purché non ricorra a detective privati che non sono tenuti a osservare il codice di comportamento gior-nalistico. Infi ne, il dossier potrà

essere pubblicato o no, dipende dal direttore. Ma non si potrà in alcun caso avvertire la persona indagata e porle delle condizio-ni per evitare la pubblicazione. Altrimenti si cade nel ricatto. La vittima di Topolino giornalista può essere avvertita, anzi si do-

vrebbe, solo per consentirle una dichiarazione sui fatti accer-tati. La prassi vuole che la vita privata dei politici sia tabù, purché non abbia rile-vanza, per l’ap-punto, politica. Per esempio, tutti erano al corrente che l’attuale mi-nistro degli esteri e vice cancelliere, il liberale Guido Westerwelle , era omosessua-

le. Nessuno lo scrisse fi nché lui non decise di fare outing. Ma, se Guido avesse osato attaccare gli omosessuali al Bundestag, non avrebbe avuto scampo.

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DI MASSIMO GALLI

L’élite parigina chie-de di voltare pagina: basta con l’abitudine, così radicata Oltralpe,

di difendere la superiorità del-la lingua francese. Soprattutto dalla lingua di Sua Maestà. A lanciare l’allarme sono i respon-sabili delle grande école, gli istituti formativi di altissimo livello, secondo i quali bisogna permettere agli atenei di esten-dere i corsi tenuti in inglese. Altrimenti c’è il rischio che gli studenti vadano a prepararsi in altri paesi.

Secondo i promotori dell’ap-pello, le leggi che difendono l’uso del francese devono tener conto della preferenza globale per l’inglese nella formazione superiore. Insomma, andando avanti così, dicono, Parigi rimarrà ta-gliata fuori dai grandi circuiti educativi inter-nazionali.

Pierre Tapie, direttore di Essec, una scuola economica della capitale, ammette che si tratta di una materia delicata. Tuttavia, se non si in-trodurrà un numero maggiore di corsi in ingle-se, il 95% dei migliori stranieri andrà perso. Una norma appro-vata nel 1993 limita fortemente l’insegnamento in lingua ingle-se, ma ora questa restrizione è considerata controproducente. Diversi esperti sostengono che

la Francia può esercitare meglio la propria in-fl uenza trattenendo gli stranieri a studiare nel paese, anche se non in lingua francese, piutto-sto che perderne il controllo lasciandoli andare altrove.

Ma il problema non è così semplice in una nazione che ha impiegato notevoli energie e soldi per fermare l’offensiva anglosassone. Or-dinateur invece di computer, tanto per fare un esempio. Perché il francese è considerato una

lingua superiore, che rischia di essere contaminata. Il contrario dell’Italia, dove c’è chi sostitu-isce parole italiane con termi-ni inglesi solo per mettersi in mostra.

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Lo chiedono gli atenei: altrimenti gli stranieri scappano

Corsi solo in inglese nelle università francesi

Co n t r a r i a m e n t e a quanto avviene in Italia, i giudici ingle-si non possono espri-

mere giudizi personali nelle loro sentenze. E, se lo fanno, vengono sanzionati. È quanto accaduto a George Bathurst-Norman, che si è trovato a giudicare un gruppo di attivi-sti che avevano fatto irruzio-ne in una fabbrica di armi di Brighton, sospettata di lavo-rare per l’esercito israeliano, e progettando di danneggiarla. Il loro obiettivo era prevenire crimini di guerra contro i pa-lestinesi.

Il giudice, durante il proces-so, aveva espresso valutazio-ni personali, affermando che le forze di Tel Aviv avevano evidentemente commesso cri-mini di guerra nella striscia di Gaza e riferendosi a scene terribili di devastazione, che si sperava fossero scomparse con il regime nazista del secolo scorso.

Espressioni che non sono affatto piaciute ai vertici dell’amministrazione giudi-ziaria britannica, che hanno fortemente censurato il magi-strato per essersi pronunciato non in base all’evidenza, ma

unicamente secondo una visio-ne personale, su una questione politica.

Secondo Jonathan Hoff-man, vicepresidente della Fe-derazione sionista, Bathurst-Norman si è comportato come uno dei difensori degli impu-tati.

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In un processo svoltosi in Gran Bretagna

Giudice censurato per idee personali

La Francia continua a fare muro contro le lingue anglosassoni

George Bathurst-Norman

Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

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Non da chi Il seg

I giornalisti tedeschi non hanno nemmeno un Ordine. In Italia è un regalo di Mussolini. Chi dimostra di vivere scrivendo per giornali

e riviste, ottiene la tessera che concede

pochi privilegi. E giornalisti e tipografi

sono nello stesso sindacato, quello dei

poligrafi ci: fanno lo stesso lavoro e,

un tempo, erano divisi solo da un bancone

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La vita privata dei politici deve rimanere

tabù in Germania, a meno che i loro comportamenti

abbiano rilevanza politica. Per esempio, l’attuale vicepremier,

il liberale Guido Westerwelle,

è omosessuale. Nessuno lo scrisse fi nché non

decise lui di farlo sapere. Ma, se avesse osato attaccare i gay in parlamento, non

avrebbe avuto scampo

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13Martedì 12 Ottobre 2010ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Nuova Delhi si svena con la più grande commessa nella sua storia. Per la gioia di Putin

L’India compra jet militari russiCostano 21,6 miliardi di euro i 300 aerei da combattimento

DI SERGIO PEREGO

È la più grande commes-sa militare nella storia dell’India. Il paese asia-tico ha ordinato alla Rus-

sia 300 aerei Sukhoi T50 per un valore complessivo di 30 miliardi di dollari (21,6 mld euro). Inoltre Nuova Delhi acquisterà 45 velivo-li da trasporto come parte di una joint venture sempre con Mosca, nell’ambito di un progetto da 645 milioni di dollari (465 mln euro).

Il ministro della difesa indiano, Arackaparambil Kurian An-tony, ha sottolineato che si trat-ta dei due maggiori piani per il prossimo decennio. Un’iniziativa che denota la chiara volontà del paese asiatico di incrementare la propria capacità militare, di pari passo con lo sviluppo economico. La Russia di Vladimir Putin è il maggiore partner di Nuova Delhi per quanto riguarda la di-fesa. Ed è un bel colpo per il nuovo velivolo da combattimento, con-siderato rivale dell’F22 Raptor in forza all’aviazione americana; entrambi sono aerei di quinta ge-nerazione.

Molte caratteristiche del Sukhoi

restano ovviamente segrete, ma è emerso che è dotato di tecnologia per sfuggire ai radar nemici e che combina una velocità di crociera supersonica con un raggio d’azio-ne di 5.500 chilometri, il doppio di un F22. Sukhoi, azienda russa

posseduta dallo Stato, lavorerà in tandem con l’indiana Hal. Ma per l’India si tratta pur sempre di una scommessa, visto che sta ancora aspettando la consegna, da parte di Mosca, di una porta-erei da ristrutturare nell’ambito

di un contratto siglato nel 2004. Nel frattempo, però, i costi sono triplicati da 750 milioni a 2,3 mi-liardi di dollari (540 milioni-1,6 miliardi di euro) e la nave non sarà pronta prima del 2012. Ma ci sono anche timori riguardanti l’affi dabilità dei mezzi: tre anni fa l’Algeria rispedì indietro ai russi 15 aerei Mig29 lamentando la loro qualità inferiore.

In ogni caso, la partnership India-Russia è destinata a raffor-zarsi sempre più. Oltre ai velivoli,

Delhi dovrà decidere se compra-re una trentina di elicotteri. I due paesi, inoltre, hanno sviluppato insieme un missile supersonico, chiamato BrahMos, che dovreb-be essere tre volte più veloce dello statunitense Tomahawk. L’alle-anza militare tra le due nazioni risale al 2001. Col passare degli anni si sono intensifi cate le com-messe. Ora il salto di qualità, con i 300 aerei di ultima generazione commissionati a Mosca.

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È cominciata la tournée francese, che si protrarrà fino al 7 novembre, del grup-po Ballets Trockadero di Monte Carlo. Continua a riscuotere successo in giro

per il mondo la famosa compagnia di ballo new-yorchese composta da uomini, che si presentano rigorosamente in punta di piedi indossando il tutu. La loro più celebre esibizione è quella del Lago dei cigni di Tchaikovski.

I ballerini, diretti da Tory Dobrin, fanno la parodia di celebri opere e il pubblico si diverte un mondo. La riuscita di questo esperimento poggia su diversi elementi: in particolare, una

approfondita conoscenza delle opere messe in scena (in tutto una trentina), un’autentica tecnica classica sulle punte, un acuto senso dell’ironia. L’originalità poggia anche sulla mi-mica, sulle gag, sulle gaffe che fanno parte delle coreografi e.

I Trockadero sono nati a New York nel 1974 sull’onda del boom del movimento omosessuale. Nel giro di pochi anni la compagnia si è afferma-ta a livello internazionale, esibendosi da Mosca a Londra. È formata da una ventina di ballerini ed è impegnata ogni anno in circa 130 spettacoli.

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Partita la tournée francese della compagnia Ballets Trockadero

I Boys di New York sono ballerine di grido

In Israele la pubblica-zione di una parte degli archivi della guerra del Kippur (ottobre 1973) in-

tacca il mito dell’invincibilità dell’esercito (Tsahel) e scalfi-sce il piedistallo sul quale una parte degli israeliani continua a tenere l’ex generale e mini-stro della difesa Moshé Da-yan, eroe della guerra dei Sei giorni.

La storia è nota: il 6 otto-bre 1973 gli eserciti egiziano e siriano lanciano un’offensi-va a sorpresa contro Israele, il primo sul Sinai, il secondo nel Golan.

Ci vuole una settimana buo-na prima che il contrattacco israeliano inverta il corso della guerra. E in quella set-timana sono state tante le oc-casioni mancate.

Quello che gli archivi resti-tuiscono è soprattutto l’im-magine di un ministro della difesa, Dayan appunto, tanto accecato dalla certezza della potenza dell’esercito israelia-no, quanto depresso e psico-logicamente fragile. E che, 24 ore dopo l’inizio delle ostilità, di fronte a un primo ministro (Golda Meir) che mantiene comunque il sangue freddo, sembra cadere nel panico più totale, arrivando addirittura a proporre di arruolare gli ebrei

di tutto il mondo a difesa di Israele.

Ben presto Dayan avrebbe fatto mea culpa, riconoscendo di aver sottostimato le forze nemiche e «sovrastimato le nostre proprie forze».

Quello che gli archivi non dicono è che Israele all’epo-ca aveva minacciato di usare armi nucleari. Una possibili-tà, secondo lo storico israelia-no Avner Cohen, che all’ex ministro ha appena dedicato un libro, evocata nei primi giorni della guerra dallo stes-so Dayan.

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Lo dicono gli archivi della guerra del Kippur

Il ministro Dayan era un pasticcione

Il Sukhoi T50 è un velivolo di quinta generazione.A destra, Vladimir Putin sull’aereo

Sono uomini, ma si presentano in tutu e scarpette da ballo

Moshé Dayan

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14 Martedì 12 Ottobre 2010 ECONOMIA E POLITICA

L’Istat: produzione su del 9,5%. Coni ndustria: ma a settembre calo dello 0,7%

Industria, balzo ad agostoMale l’auto (-20%). Ocse: la ripresa si indebolisce

DI LEONARDO ROSSI

Catene di montaggio a pieno ritmo l’estate scorsa. E così, dopo i pessimi risultati regi-

strati nei mesi di agosto 2008 e 2009, cioè nel periodo della recessione, anche per un effetto rimbalzo quest’anno la produzio-ne industriale secondo l’Istat è salita su base annua del 9,5%, un valore nettamente più alto della media di gennaio-agosto (+5,9%) e oltretutto la migliore performance dal dicembre del 1997. Nel panorama a tinte rosa l’industria automobilistica appa-re però in grigio: senza incentivi il comparto è tornato in crisi, con la produzione di autoveicoli calata del 20,2% su agosto 2009. Hanno invece sostenuto la cre-scita soprattutto il legno e carta, i metalli e la meccanica: in par-ticolare si è verifi cato un piccolo boom in quest’ultimo settore che produce la gran parte dei beni strumentali in forte espansione ormai da molti mesi.

Sul mese precedente il miglio-ramento è stato dell’1,6%, ovvero la crescita maggiore da gennaio scorso. Ma va precisato che oltre al rimbalzo rispetto alla caduta di agosto 2009 (-18%), sulla cre-scita rilevata adesso «pesa l’ef-fetto delle chiusure estive, che di

anno in anno variano a seconda delle politiche aziendali», spiega-no i tecnici di Via Balbo. Da non dimenticare, poi, che sulla rile-vazione di agosto ha inciso pure la revisione periodica dell’indice che ha causato un rialzo di tutti i dati: quello del primo trimestre è stato rivisto da +3,1% a +3,4%, quello del secondo trimestre da +9% a +9,3%, mentre l’incremen-to su base annua di luglio scor-so è stato alzato addirittura di otto decimi di punto, da +1,7% a +2,5%. Appare però evidente che più forte è la crisi maggiori sono i giorni di chiusura in agosto per le ferie estive, dunque le imprese in-dustriali nell’agosto scorso hanno

ritenuto conveniente rimanere aperte e lavorare maggiormente per rispondere a una domanda più dinamica (soprattutto estera) che durante la recessione risul-tava invece asfi ttica.

La ripresa economica ha spro-nato la domanda di beni sia strumentali che intermedi, beni molto richiesti dalle imprese in presenza di fiducia nel futuro prossimo. Infatti la produzione industriale, corretta per gli effetti di calendario, ha fatto registrare nel confronto con agosto 2009, gli aumenti più importanti proprio nei beni strumentali (+23%) e in quelli intermedi (+15,1%), men-tre i beni di consumo sono au-

mentati soltanto dell’1% (+2,6% i beni non durevoli e -17% quelli durevoli); l’unica variazione ne-gativa ha riguardato l’energia (-1,3%), calo reale perché non dovuto al prezzo, come si potreb-be pensare, ma al volume fi sico della produzione che appunto l’indice dell’Istat rileva.

Infi ne i settori produttivi. Nel mese di agosto l’attività produt-tiva, corretta per gli effetti di ca-lendario, ha fatto registrare gli incrementi più marcati su base annua nei macchinari e attrezza-ture (+35,3%), nella metallurgia e prodotti in metallo (+20,4%), nelle apparecchiature elettriche e non elettriche (+18,7%) e nel legno, carta e stampa (+8,7%); l’unica variazione negativa ha riguardato il settore della forni-tura di energia (-3,5%).

Secondo il Centro studi Con-findustria però l’ottimismo è destinato a esaurirsi, visto che a settembre la produzione in-dustriale è prevista in calo dello 0,7% su agosto. E un’altra doccia fredda arriva dall’Ocse, il cui su-perindice sull’attività economica in Italia ad agosto si è attestato a 103 punti, in calo dai 103,2 di lu-glio, mentre le prospettive econo-miche sul nostro paese «puntano chiaramente» verso un indeboli-mento della ripresa.

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Saldo netto positivo per la bilancia dei pagamenti turi-stica. Nei primi sette mesi 2010, secondo l’indagine campionaria di Bankitalia sul turismo internazionale dell’Italia, il saldo è stato di 5,762 miliardi di euro, in aumento del 4,4% ri-spetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le spe-se dei viaggiatori stranieri in Italia (16,995 mld) sono aumentate del 3,3%, quel-le dei viaggiatori italiani all’estero (11,233 mld) del 2,8%. L’aumento deriva principalmente da un incre-mento per i viaggiatori pro-venienti dai paesi non-Ue (+6,1%), in particolar modo dall’Asia (+22,2%). Cresce, sebbene in misura minore, anche la spesa dei viaggia-tori provenienti dall’Ue (+1,7%), in particolare da Austria (+16,2%) e Spagna (+14,1%). L’incremento della spesa dei viaggiatori italiani all’estero è invece stato più forte nei paesi Ue (+4,1%). A luglio la bilancia dei pagamenti turistica ha presentato un saldo net-to positivo di 1,559 mld, a fronte di uno di 1,91 mld un anno fa.

BANKITALIA

Aumenta la spesa

dei turisti

DI GIAN MARCO GIURA

Prenderà il via oggi ad Arezzo «Una storia italiana. Arezzo sulla strada della ripresa: imprese, economia e mercati nel 2010», il roadshow di Banca Monte dei Paschi di Siena e di Class CNBC che mette a con-fronto imprenditori, istituzioni ed esperti del mercato e del risparmio per analizzare la realtà locale e le ricette per superare la crisi. Il one day televisivo dedicato all’economia di Arezzo comincerà con le dirette della mattinata tra-smesse (alle ore 10.10; 11.30, 12.15 e 13.10) dallo studio allestito in piazza Grande, cui interverranno fra gli altri il sindaco Giuseppe Fanfani, il presidente di Confi ndustria Arez-zo Giovanni Inghirami, il presiden-te della Cciaa di Arezzo Giovanni Tricca, il presidente della provincia Roberto Vasai e il direttore generale di Banca Monte dei Paschi di Siena Antonio Vigni. E inoltre il presiden-te della Confagricoltura di Arezzo,

Antonio Tonioni, Giovanni Battista Donati, presidente Confartigianato Arezzo e del Frantoio Donati, Mario Checcaglini, presidente Confesercenti e Franco Marinoni, direttore Confcommercio di Arezzo. Il roadshow si chiuderà con un talk show che si svolgerà dalle 18 presso il Padiglione Vasari dello spazio Arezzo Fiere e congressi. Sul palco, oltre alle massime istituzioni, un campione di imprenditori, politici ed economisti che analizzeranno i risvolti attuali della congiuntura e le possibili prospettive dell’economia aretina. Il talk show è aperto al pubblico, che potrà seguire i diversi momenti della giornata in diretta su Class CNBC, trasmessa sul canale 505 di Sky, sulla web tv di Telecom Italia http://webtv.cubovision.it/ e sulla broadband tv cubovision.

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Oggi ad Arezzo il roadshowdi Class CNBC e Banca Mps

DI GIORGIO RAPARIPRESIDENTE DI ASSINTEL

L’Information technology sta viven-do un periodo di criticità, quasi un «ground zero», dopo il quale la strut-tura stessa del nostro mercato si sco-prirà modificata dalle sue radici.Il 2010 chiuderà in negativo, sco-standosi di poco da quel -7,7% regi-strato già ad aprile rispetto all’ulti-mo trimestre del 2009, confermando il divario con l’Europa, la cui spesa It nel 2010 cala del 6,3%. Intanto la ripresa si affaccia all’orizzonte timidamente e ha contorni incerti. Stiamo vivendo un periodo di stabile transizione, una «nuova normalità» che ha tutta l’aria di voler durare ancora a lungo.Dal punto di vista degli operatori It, il modello che punta sull’efficienza e sulla riduzione dei costi per far fronte al calo degli ordini rischia di depauperare la capacità stessa di innovazione, mentre questo periodo dovrebbe essere utilizzato per pre-pararsi alla ripresa che verrà.Il fare impresa tout-court soffre an-cora delle criticità strutturali che gli sono proprie ormai da tempo: nelle micro e piccole imprese man-cano spesso le condizioni per pen-sare all’Ict come investimento per il proprio business; l’infrastruttura economico-fiscale non favorisce gli investimenti in innovazione; il siste-ma creditizio non riesce a risolvere

il problema della mancanza cronica di liquidità nelle aziende.E la pubblica amministrazione, che potrebbe essere un volano per la ri-voluzione digitale del paese, tarda a metabolizzare e a implementare gli impulsi dati dal ministro Brunetta (tant’è che la spesa It in questo set-tore è ancora in discesa).Manca ancora una visione strate-gica dell’innovazione, manca un progetto unitario e concreto per il suo sviluppo, mancano idee nuove e strumenti nuovi. Il lessico dell’in-novazione è entrato nel linguaggio della politica, ma non ancora nei suoi programmi.È allora fondamentale il ruolo del nostro sistema associativo impren-ditoriale, che Assintel e Confcom-mercio - Imprese per l’Italia stanno giocando con impegno caparbio, per sensibilizzare e vincolare gli attori politici a mettere in agenda prov-vedimenti coerenti per sostenere e promuovere l’innovazione, dando così beneficio, diretto e indiretto, sia al mercato dell’Ict sia a tutto il sistema-paese.L’Assintel Report si inserisce esat-tamente qui: come strumento per spingere tutti gli stakeholder a una profonda riflessione strutturale. La ricerca sarà presentata mercoledì 13 ottobre a Roma e venerdì 15 ottobre a Milano. Per iscriversi: http://www.assintel.it/root/assintelreport2010.jsp.

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L’INTERVENTO

Il ground zero dell’It

Antonio Vigni

Secondo l’Istat, ad agosto la produzione industriale ha registrato la miglior performance dal 1997

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21Martedì 12 Ottobre 2010

INEDICOLA

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CON ITALIAOGGI

EDICO

& Fisco

Per i professionisti dalla circolare 52/2010 tempi troppo stretti per l’opposizione dei documenti

Un esame di qualità per lo scudoNei 415 mila controlli 2010 verifi che doc sulla dichiarazione

DI CRISTINA BARTELLI

Scudo fiscale con controlli di super qualità. Per i 180 mila soggetti che hanno rimpatriato o regolariz-

zato attraverso lo scudo fiscale, parte l’attività di verifica dell’am-ministrazione. Che ha indicato, nella convenzione triennale 2010-2012, in 415 mila il numero degli accertamenti per imposte dirette, Iva e registro da effettuare nella campagna controlli dell’Agenzia delle entrate nel corso del 2010. Durante l’attività di normale ve-rifica sarà possibile incontrare dunque una parte dei 180 mila scudanti, per i quali le Entrate hanno stabilito modalità di con-trollo doc con la circolare 52/E di venerdì scorso (si veda ItaliaOggi del 9/10/2010). Per questi si trat-terà non di una semplice verifica formale della presentazione della dichiarazione riservata ma di un vero e proprio esame di qualità che potrebbe non metterli al ri-paro da eventuali violazioni fuori scudo. A differenza delle prece-denti edizioni, infatti, la verifica degli 007 del fisco non sarà solo formale sulla presentazione del-la dichiarazione in sé ma andrà ben oltre, sbirciando e integran-do quanto scritto nero su bianco nel modello di dichiarazione. Un vero e proprio esame se lo scudo risponda ai requisiti normativi o se nella documentazione ulte-riore che potrà essere richiesta al contribuente si annidino altre violazioni. Una novità a cui gli studi si stanno preparando e che desta in alcuni casi vera e propria preoccupazione. «L’aspetto più de-licato derivante dai chiarimenti dell’Agenzia è quello della prova della detenzione dei beni scuda-ti a una data non successiva al 31 dicembre 2008»,osserva Sal-vatore Sanna, del centro studi Eutekne. I verificatori, infatti, non si limiteranno a un controllo sull’esistenza della dichiarazione riservata, ma potranno entrare in possesso di elementi ulteriori e documenti attinenti al rimpatrio e alla regolarizzazione. «Si tratta indubbiamente di una tutela per l’Erario, in quanto la richiesta di una nutrita documentazione potrebbe far emergere molto fa-cilmente eventuali violazioni che non potevano essere coperte dallo scudo», commenta Sanna, ponen-do però l’accento sul fatto che la richiesta di tale prova documen-tale non si concilia certo con la riservatezza su cui contano coloro che aderiscono allo scudo fiscale. Ai professionisti poi non va giù il tempo molto stretto concesso al

contribuente per la presentazione della dichiarazione riservata. La circolare stabilisce, in via inter-pretativa, che il contribuente può opporre la dichiarazione riserva-ta entro i trenta giorni successivi a quello in cui si riceve formale conoscenza di un avviso di accer-tamento. Il termine però, rilevano gli esperti, non è previsto dalla norma e la sua applicazione da parte dei verificatori potrebbe originare molti contenziosi. «È discutibile la scelta di obbligare il contribuente a esibire la dichia-razione riservata all’atto dell’ac-cesso ovvero entro 30 giorni», evidenzia Antonio Tommasini dello studio Dla Piper. «Ritenia-mo da sempre che non esistano condizioni normative che vietino una esibizione successiva». Ul-timo punto assai delicato è rap-presentato dalla conferma che le attività dichiarate non erano già detenute in epoca antecedente al periodo d’imposta oggetto del controllo, in quanto, in caso contrario, le stesse non possono ritenersi «riferibili» agli imponi-bili relativi al detto periodo, con conseguente inopponibilità dello scudo. Non manca chi, sia pure coperto dall’anonimato, sottolinea tutta la propria preoccupazione: «i vecchi scudi non andavano a vedere la validità dell’operazio-ne. Si rischiano adesso controlli molto invasivi che possono por-re dei problemi». Per Gabriele Labombarda, partner dello studio Bernoni sono a rischio figure particolari come gli eredi o i coniugi, su cui l’Agenzia con la circolare accende i riflettori. «Qualora qualche soggetto vi-cino non abbia adempiuto agli obblighi del monitoraggio fiscale il contribuente dovrebbe pensare due volte a eccepire la dichiara-zione riservata per non mettere in difficoltà questi altri soggetti», spiega. Il caso ricorrente è quello del soggetto con potere di firma sul conto corrente estero, conto scudato dal solo titolare. Un primo test per qualche studio è già partito a gennaio: «Abbiamo già ricevuto dalla Guardia di fi nanza richieste di esibire la documentazione da scudo» spiega Michele Lenotti, dello studio tributario Deiure, «erano soggetti che avevano già ricevuto i questionari e quindi in un certo senso eravamo pre-parati. Per gli altri clienti che hanno scudato non pensiamo ad un’attività particolare di controllo ma, soprattutto per i fascicoli ancora non chiusi per le cause ostative procederemo per una verifi che per completa-re le varie posizioni».

La dichiarazione riservata dovrà sempre es-sere esibita all’inizio dell’attività di verifi ca o nei trenta giorni successivi alla ricezione di un atto formale quale l’avviso di accerta-mento o un questionario. Questo senza che la specifi ca previsione in materia di esibizione della di-chiarazione riservata sia prevista nell’ambito di una disposizione normativa ma solo nelle indica-zioni di prassi. Il che, evidente-mente, potrebbe riproporre la problematica in merito alla possi-bilità che l’esibizione in questione possa avvenire anche soltanto al momento di un eventuale conten-zioso, in linea con la precedente interpretazione fornita dall’ammi-nistrazione fi nanziaria. Una volta esibita la dichiarazione riservata partiranno le attività di control-lo sulla tenuta dello scudo fi scale come delineate dalla circolare n. 52 del 9 ottobre scorso. L’esibizione della dichiarazione riservata. In apertura della circolare n. 52 viene ripro-posta la posizione già espressa dall’ammini-strazione fi nanziaria in relazione al momento entro il quale il contribuente, interessato da una attività di controllo, deve provvedere a dare notizia del fatto di avere effettuato lo scudo fi scale. Il documento di prassi affer-ma che ciò deve avvenire in sede di inizio di accessi, ispezioni e verifi che ovvero entro i trenta giorni successivi a quello in cui l’inte-ressato ha formale conoscenza di un avviso di accertamento o di rettifi ca o di un atto di contestazione di violazioni tributarie, com-presi gli inviti, i questionari e le richieste di cui agli articoli 51, comma 2, del dpr 26 ottobre 1972, n. 633 e all’articolo 32 del dpr 600/73. Per formale conoscenza si intende la notifi ca, ritualmente eseguita, dei predet-ti atti. Tale indicazione, come accennato, è contenuta esclusivamente nei documenti di prassi ma non ha di fatto una copertura nor-mativa che, in realtà, avrebbe potuto essere inserita anche mediante l’inserimento di una specifi ca previsione nel decreto legge n. 194 del 2009 che ha riaperto le operazioni di sa-natoria sino ai primi mesi del 2010. Le conseguenze della esibizione della dichia-razione riservata. Una volta che il contri-buente ha fatto presente di avere effettuato lo scudo fi scale, si avviano i controlli anali-ticamente descritti nella circolare n. 52 che muovono, essenzialmente, dalla verifi ca dei presupposti di accesso alla sanatoria e cioè il fatto di detenere all’estero, alla data del 31 dicembre 2008, attività in violazione delle norme sul monitoraggio fi scale. Il meccani-smo è dunque così sintetizzabile: Esibizione della dichiarazione riservata (o delle dichiarazioni riservate) con eviden-ziazione dell’importo fi no al quale, in linea di principio, opera la copertura da accerta-mento; L’esibizione avviene in un momento che, tran-ne il caso di avviso di accertamento, non è

quello fi nale ai fi ni della concretizzazione della eventuale pretesa tributaria rilevabile solo a chiusura dell’attività di controllo; Avvio della verifi ca sulla «validità» dello scu-

do. Pertanto, il meccanismo della sanatoria po-trebbe operare in modo tutt’altro che au-tomatico soprattutto tenendo conto che, attraverso recenti modifi che normative, gli accertamenti sulle persone fi siche devono essere preceduti da una attività istruttoria e da un contraddittorio. Si pensi, ad esempio, alla nuova formulazione delle disposizioni in materia di accertamento sintetico di cui all’articolo 38 del dpr n. 600 del 1973. Peral-tro, la problematica relativa al momento di esibizione della dichiarazione riservata era stata già affrontata dall’amministrazione fi -nanziaria in relazione al decreto legge n. 350 del 2001 (il primo scudo fi scale) e, in quella occasione, era stato affermato che l’esibizio-ne della stessa poteva avvenire anche solo al momento del contenzioso o, per meglio dire, non era stato identifi cato un momento entro il quale doveva essere esibita la dichiarazione riservata. Sul punto, peraltro, si potrebbe sostenere, al fi ne di trovare una relazione normativa con quanto previsto dalle circolari dell’agenzia delle entrate, che nel caso di specie possa operare quanto previsto dall’articolo 32, comma 4, del dpr n. 600 del 1973 in merito alla inutilizzabilità di quanto non prodotto rispetto alle richieste formulate dall’ammi-nistrazione fi nanziaria. In linea di principio, evidentemente, anche la dichiarazione ri-servata costituisce un documento sul quale fondare, nello specifi co, la preclusione ad un accertamento ma sarebbe stato senza dubbio più opportuno fornire una copertura norma-tiva alle possibilità di richiesta della dichia-razione contenente la sanatoria attivata dal contribuente. Senza contare che, laddove l’ipotesi sia quella della notifi ca di un avviso di accertamento, il sistema generale previsto dall’articolo 32 prima richiamato potrebbe comunque non garantire la posizione soste-nuta nei documenti di prassi in sede conten-ziosa rispetto al vaglio del giudice.

Duilio Liburdi

Il modello da esibire all’inizio della verifi ca

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22 Martedì 12 Ottobre 2010 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

ANTIRICICLAGGIO/ I chiarimenti del Mineconomia destinati a professionisti e intermediari

No alle segnalazioni automaticheIl ricorso frequente al contante valutato con altri fattori

DI CHRISTINA FERIOZZI E LUCIANO DE ANGELIS

Esclusa ogni forma di og-gettivizzazione della se-gnalazione di operazione sospetta in presenza di

frequente operatività in contanti del cliente anche sotto la soglia dei 5 mila euro o di prelievi e ver-samenti con intermediari fi nan-ziari di importo pari o superiore a 15 mila euro. Solo la valutazione complessiva dell’operazione, alla luce di tutti gli elementi cono-scitivi soggettivi ed oggettivi in possesso del destinatario degli obblighi, può far scattare da par-te di professionisti, intermediari fi nanziari e revisori contabili la segnalazione di operazione so-spetta. È questo il senso dell’at-teso intervento chiarifi catore da parte del Mef, con la circolare in-terpretativa del 11/10/2010, prot. 297944, della Direzione V del Di-partimento del Tesoro, il cui testo è stato condiviso con Banca d’Ita-lia, Uif e Guardia di fi nanza.

Il contante quale indice di anomalia. Per il ministero la più intensa circolazione del contante, anche rispetto alla media europea

evidenzia maggiori rischi di rici-claggio e di evasione fi scale oltre che più elevati costi di gestione della massa monetaria ed indi-retti costi di sicurezza.

Le movimentazioni di con-tante sono state, infatti, inserite nell’occhio del mirino a seguito della modifica dell’art. 41 del dlgs 231/2007, operata dall’art. 36 comma 1, lett. b) del dl 78/2010, con il quale si era precisato che co-stituisce «un elemento di sospetto il ricorso frequente o ingiustifi cato ad operazioni in contante, anche se non in violazione dei limiti pre-visti dall’art. 49, e, in particolare il prelievo o il versamento in con-

tante con intermediari fi nanziari di importo pari o superiori a 15 mila euro». Da ricordare, in pro-posito che sempre lo stesso dl 78 aveva disposto l’abbassamento da 12.500 a 5 mila euro dei li-miti fi ssati dal citato art. 49 del dlgs 231 allo scopo, tra gli altri, di ridimensionare il ricorso alle movimentazioni in contanti, che in Italia mantengono sempre un livello elevato, in particolare nel Centrosud, rispetto ad altri paesi europei come si può riscontrare anche dai dati del bollettino Uif 2009, pubblicato nel maggio 2010 (si veda tabella delle movimenta-zioni per regioni).

Già il ministero era interve-nuto, in particolare sugli aspetti sanzionatori, relativi alle modifi -che conseguenti al dl 78, con la precedente circolare, nota prot. 281178 dell’agosto 2010 (si veda ItaliaOggi dell’11/8/2010), ed ora si pronuncia per puntualizzare, in veste «prudenziale» l’applica-zione del monitoraggio dei trasfe-rimenti di contante, ai fi ni della segnalazione delle operazioni sospette. Interpretazione questa, che era già stata ipotizzata su queste pagine (si veda ItaliaOggi del 6/9/2010), nel senso di soste-nere la necessità di valutazione caso per caso, con evidenziazione

dell’obbligo di segnalazione di solo quelle situazioni concretamente a rischio di riciclaggio.

I criteri per la segnalazio-ne. Secondo il Mef il controllo del movimento dei contanti va inqua-drato nel contesto delle previsioni dell’art. 41 del dlgs 231, ossia la segnalazione scaturisce da «un procedimento complesso che si basa sulla valutazione di elementi oggettivi dell’operazione (caratte-ristiche, entità, e natura), di profi li soggettivi riferiti al soggetto/clien-te che richiede o effettua l’opera-zione, e di ogni altra circostanza conosciuta dal soggetto obbligato alla segnalazione, in ragione del-le funzioni esercitate». Il processo per la segnalazione, pertanto, va interpretato alla luce dell’inte-ro quadro normativo dettato in tema, ivi comprese le direttive contenute negli indicatori di ano-malia per gli intermediari fi nan-ziari emanati dalla Banca d’Italia il 24/8/2010 (si veda ItaliaOggi del 28/8/2010), nonché quelli diffusi dal Ministero della giustizia il 16/4/2010 per i professionisti.

In pratica, le citate modifi che apportate dall’art. 36 del d.l. 78/10 sono dirette ad offrire ai soggetti obbligati un «campa-nello d’allarme» (l’utilizzo del contante) fornendo, si legge nella circolare: un elemento valutativo di particolare pregnanza, volto a qualifi care meglio il sospetto circa il cliente o l’operazione e ad agevo-lare l’individuazione e la corretta ponderazione di eventuali profi li di sospetto di riciclaggio o fi nan-ziamento del terrorismo.

Come deve comportarsi il soggetto segnalante. La circo-lare esplicitamente esclude ogni forma di oggettivizzazione della segnalazione che non deve, quindi, essere effettuata in modo automa-tico, ma attentamente ponderato. La mera ricorrenza dell’indicato-re in commento non è motivo di per sé suffi ciente all’inoltro della «denuncia» da parte dei soggetti destinatari degli obblighi i quali, pertanto, dovranno:

1) valutare con attenzione l’ope-ratività in contante dei clienti, an-che sotto la soglia dei 5 mila euro, qualora essa appaia frequente e ingiustifi cata nel quadro delle co-noscenze complessive degli stessi soggetti, nonché le operazioni di versamento e prelievo presso gli intermediari fi nanziari per im-porti pari o superiori a 15 mila euro;

2) raffrontare i dati sopra men-zionati con le informazioni che si possiedono, inerenti il profi lo sog-gettivo del cliente o dell’effettivo benefi ciario dell’operazione, ana-logamente a quanto si deve opera-re in relazione alle altre tipologie di indici di anomalia.

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Da oggi scatta il divieto di utilizzare il casco «scodella» su ciclomotori. Inoltre, i ciclisti dovranno indossare il giubbotto o le bretelle retrorifl ettenti ad alta visibilità sia nelle gallerie che, fuori dei centri abitati, nelle ore serali e notturne. Lo pre-vedono rispettivamente il comma 1 dell’art. 171 e il comma 9-bis dell’art. 182 del codice della strada che entrano in vigore il ses-santesimo giorno successivo alla data dell’entrata in vigore della legge n. 120 del 29 luglio 2010. Per adeguarsi ai nuovi precetti del Codice e conoscere le caratteristiche dei giubbini, i ciclisti possono far riferimento alla norma UNI EN 471 «indumenti di segnalazione ad alta visibilità per uso professionale - Metodi di prova e requisiti.Dunque, dal 12 ottobre i conducenti e i passeggeri di ciclomotori e motoveicoli devono tenere allacciato un casco protettivo con-forme ai tipi omologati, in conformità con i regolamenti emanati dall’Uffi cio europeo per le Nazioni Unite – Commissione econo-mica per l’Europa e con la normativa comunitaria. Non potranno più essere utilizzati sui ciclomotori i caschi «scodella», detti anche «DGM». Dal 1° settembre 2001, secondo quanto stabilito dal decreto del Ministero dei trasporti e della navigazione del 28 luglio 2000, era stato introdotto il divieto di commercializzare sul territorio nazionale i caschi protettivi con omologazione nazionale per i conducenti di ciclomotori. Peraltro, ne era con-sentito l’utilizzo, nonostante la pericolosità per l’incolumità. Ora, con la modifi ca del comma 1 dell’art. 171 del codice della strada, dal 12 ottobre scatta il divieto di indossare i caschi privi dell’omologazione ECE/ONU. Per i trasgressori è prevista la sanzione pecuniaria di 74 euro, la confi sca del casco e il fermo amministrativo del ciclomotore per 60 giorni o, in caso di rei-terazione nel corso di due anni, 90 giorni.Sempre da oggi scatta l’obbligo per i conducenti di biciclette di indossare sia nelle gallerie che, fuori dei centri abitati, da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere, il giubbotto o le bretelle retrorifl ettenti ad alta visibi-lità con le caratteristiche tecniche defi nite dal decreto del Mi-nistero delle infrastrutture e dei trasporti del 30 dicembre 2003 (pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale n. 2 del 3 gennaio 2004). L’obiettivo del nuovo comma 9-bis dell’art. 182 del codice della strada, introdotto dalla legge n. 120/2010, è di rendere più si-cura la circolazione dei ciclisti nelle situazioni più rischiose che rendono più diffi cili il loro avvistamento da parte degli altri utenti della strada. In caso di inosservanza, il trasgressore è soggetto alla sanzione pecuniaria di 23 euro.

Stefano Manzelli ed Enrico Santi

Due ruote, da oggi giubbotto e niente caschi scodella

Decreto legge con norma interpretativa e disciplina transitoria per adeguare entro sei mesi tutti i contratti e i subcontratti di appalto alle nuove norme sulla tracciabilità dei fl ussi fi nanziari; ulteriori norme attuative saranno rinviate a un Dpcm. È questa l’impostazione del provvedimento di urgenza relativo alle mo-dalità applicative dell’articolo 3 della legge 136/2010 messo a punto da parte dei dicasteri dell’interno, di grazia e giustizia e delle infrastrutture, di cui si parlerà oggi nel preconsiglio dei Ministri, ancorché il provvedimento non sia all’ordine del giorno del preconsiglio stesso. È quindi deciso, vinte le resistenze del Viminale, che un intervento di urgenza sarà varato a breve dal consiglio dei ministri, anche perché sul territorio si verifi cano situazioni applicative assolutamente difformi e disomogenee: in alcuni casi si fa riferimento ai contenuti delle linee guida messe a punto dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ma bloccate da ormai quasi un mese (che facevano salvi, ad esem-pio, i subcontratti relativi a contratti principali stipulati prima del 7 settembre, data di entrata in vigore dell’obbligo di traccia-bilità tramite bonifi co e conto dedicato); dall’altra parte si sono registrati casi in cui l’obbligo è stato ritenuto applicabile da subito a tutti i contratti e subcontratti, precedenti e successivi al 7 settembre. Proprio questa difformità applicativa avrebbe portato il ministero dell’interno a riconoscere l’esigenza di un intervento normativo con il duplice fi ne, da un lato, di chiarire alcuni punti della normativa che stanno creando problemi in sede applicativa e, dall’altro, di consentire un adeguamento pro-gressivo all’obbligo di tracciabilità dei contratti e subcontratti in essere. Per la parte interpretativa il decreto recepirà alcune delle indicazioni contenute nelle linee guida dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, ormai ferme da un mese; si tratterebbe, fra gli altri, dei chiarimenti sulle modalità di paga-mento, sull’indicazione del Cig e del Cup e sull’estensione del concetto di «fi liera» ai fi ni della tracciabilità dell’appalto. C’è poi una parte del decreto che conterrà una sorta di disciplina transitoria che consentirà l’adeguamento di tutti i contratti e dei subcontratti ad essi connessi, alle disposizioni previste dal decreto stesso e alle ulteriori disposizioni attuative che do-vranno essere emanate con Dpcm. Per quel che riguarda l’arco temporale entro il quale dovranno essere applicate le nuove norme alla fi liera dei vecchi contratti, si sarebbe ipotizzato un periodo di 180 giorni. In sostanza, quindi, tracciabilità per tutti i contratti e subcontratti, ma graduata a seconda della data di stipula dei contratti e subcontratti.

Andrea Mascolini

Tracciabilità, sei mesi per adeguare i contratti

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LA MOVIMENTAZIONE DEL DENAROPeriodo gennaio - dicembre 2009 (importi espressi in milioni di euro)

Movimentazione mediamensile in contanti

Movimentazione mediamensile complessiva

Peso % contantirispetto a totalemovimentazione

Italia nord-occidentale 8.720 1.792.818 0,49%

Italia nord-orientale 6.874 2.811.386 0,24%

Italia centrale 7.515 954.393 0,79%

Italia meridionale 7.850 99.690 7,87%

Italia insulare 3.189 36.488 8,74%

Totale Italia 34.148 5.694.775 0,60%

(*) fonte: UIF rapporto annuale 2009

La circolaresul sito www.italia-oggi.it/documenti

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23Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 1I M P O S T E E TA S S E

Agenzia delle entrate sulla tassa per il registro speciale

Iscrizioni esentasseL’avvocato paga il secondo anno

DI ROBERTO ROSATI

La tassa di concessione go-vernativa di 168 euro non è dovuta all’atto dell’iscri-zione nel registro speciale

dei praticanti avvocati, ma nel secondo anno, da quando è con-sentito svolgere attività forense. Così ha risposto l’agenzia delle entrate, con la risoluzione n. 103 dell’11 ottobre 2010, al quesito posto da un ordine degli avvoca-ti in merito all’interpretazione dell’art. 22 della tariffa allega-ta al dpr 641/72. L’ordine ave-va chiesto di sapere se la tassa fosse dovuta dal laureato in giurisprudenza per l’iscrizione nel predetto registro e dal prati-cante avvocato per l’ammissione al patrocinio, esprimendo pare-re negativo per entrambi i casi. Nella risposta, l’agenzia osserva anzitutto che, in base all’art. 1 del rdl 1578/34, nessuno può as-sumere il titolo, né esercitare le funzioni di avvocato o di procu-ratore se non è iscritto nell’albo professionale. Tale normativa prevede che per ogni tribunale civile e penale è costituito un albo di avvocati e che i laureati

in giurisprudenza, che svolgono la pratica, sono iscritti, a doman-da, in un registro speciale tenuto dal locale consiglio dell’ordine. Dopo un anno dall’iscrizione, i praticanti sono ammessi, per un periodo non superiore a sei anni, ad esercitare il patrocinio davanti ai tribunali del distretto e possono, altresì, essere nomi-nati difensori d’uffi cio, esercita-re le funzioni di pm e proporre dichiarazione di impugnazione, con alcuni limiti di competenza. Ciò premesso, l’agenzia sottoli-nea che la citata disposizione prevede il pagamento della tas-sa di cc.gg. di 168 € per l’eserci-zio di attività industriali o com-merciali e di professioni, arti o mestieri, rilevando che durante il primo anno di iscrizione nel registro, tuttavia, il praticante non è ammesso all’esercizio del-la professione forense, che potrà invece essere svolta decorso un anno dall’iscrizione stessa. Oc-corre quindi stabilire se l’attivi-tà svolta dal praticante procu-ratore possa essere qualifi cata come «professione», in modo da realizzare il presupposto per l’applicazione della tassa. Posto

che tale questione non risulta definita, l’Agenzia osserva al riguardo che, ai sensi dell’art. 2229 c.c., la legge determina le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessa-ria l’iscrizione in appositi albi o elenchi, mentre il successivo art. 2231 stabilisce che quando l’esercizio di un’attività pro-fessionale è condizionato alla iscrizione in un albo o elenco, la prestazione eseguita da chi non è iscritto non gli dà azione per il pagamento della retribuzione. Inoltre, l’esercizio del patrocinio e delle altre funzioni, dopo il se-condo anno di iscrizione, richie-de un giuramento la cui formu-la contempla l’adempimento ai doveri inerenti alla «professione forense». L’agenzia conclude che in caso di iscrizione nel registro per gli anni successivi al primo sussiste il presupposto per il pagamento della tassa, presup-posto che non sussiste, invece, qualora l’iscrizione non abiliti all’esercizio di alcuna profes-sione, come nell’ipotesi di iscri-zione al primo anno nel registro speciale dei praticanti.

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DI FRANCO RICCA

Le somme che il comu-ne riceve dalla società di gestione del servizio idrico integrato, a tito-

lo di rimborso delle passività pregresse, rappresentano il corrispettivo della prestazione consistente nella concessione dei beni, degli impianti e delle opere destinate all’espletamen-to del servizio; pertanto devono essere assoggettate all’Iva con l’aliquota ordinaria del 20%. È quanto emerge dalla risoluzio-ne dell’Agenzia delle entrate n. 104 dell’11 ottobre, emanata su sollecitazione di un comune ap-partenente a una Aato (autorità d’ambito territoriale ottimale), il quale rappresentava che la gestione del servizio idrico in-tegrato è stata affi data ad una società che è tenuta a pagare ai comuni partecipanti all’Aato e ai precedenti gestori del servizio somme a titolo di ristoro per gli investimenti da questi effettuati nel settore idrico, nonché di rim-borso delle «passività pregresse» per l’ammortamento dei mutui accesi per investimenti nel set-

tore. Il quesito posto all’Agenzia riguardava il trattamento ai fi ni dell’Iva di dette somme.

L’Agenzia osserva preliminar-mente che, secondo la normativa del settore, l’autorità d’ambito è una struttura dotata di persona-lità giuridica alla quale gli enti locali partecipano obbligatoria-mente, ed alla quale è trasferito l’esercizio delle competenze ad essi spettanti in materia di ge-stione delle risorse idriche.

I rapporti fra l’autorità d’am-bito e i gestori del servizio idrico integrato sono regolati da con-venzioni, mentre le infrastruttu-re idriche di proprietà degli enti locali sono affi date in concessio-ne d’uso gratuita al gestore del servizio. Ad esso sono inoltre trasferite le immobilizzazioni, le attività e le passività relative al servizio, compresi i mutui e gli oneri connessi all’ammortamen-to degli stessi.

Tanto premesso, l’Agenzia osserva che, nella fattispecie, la convenzione prevede che il ge-store assume gli oneri connessi all’ammortamento delle passivi-tà pregresse relative al servizio assunte dagli enti locali, ed è tenuto a rimborsare le rate di ammortamento delle gestioni preesistenti. Dette passività, secondo la convenzione, sono considerate ai fini del calcolo della tariffa e sono rimborsate alle gestioni preesistenti secon-do un piano prestabilito.

Ciò premesso, per quanto ri-guarda il trattamento Iva di dette somme, l’Agenzia ritiene in primo luogo che la circostanza che il comune conceda in uso al gestore i beni, le opere e gli im-pianti necessari all’erogazione del servizio, anche se per obbligo di legge, realizzi una prestazione di servizi ai sensi dell’art. 3 del dpr 633/1972.

Sussiste, inoltre, il presuppo-sto soggettivo, poiché l’attività posta in essere dal comune, con-sistente nel mettere a disposi-zione del gestore del servizio le infrastrutture necessarie, costituisce esercizio di attivi-tà rilevante ai fi ni Iva ai sensi dell’art. 4 del citato dpr, poiché si ricollega alla pregressa gestione del servizio da parte del comune nel quadro di un’attività com-merciale. In proposito, l’Agenzia ricorda di avere chiarito, con la risoluzione n. 122/2009, che il comune riveste la qualifi ca di soggetto passivo dell’Iva in re-lazione all’affidamento di un servizio pubblico locale e delle relative infrastrutture.

Nella fattispecie, dunque, sus-sistono tutti i presupposti per l’applicazione dell’Iva sul corri-spettivo che costituisce la base imponibile dell’operazione, rap-presentato dagli oneri connessi all’ammortamento delle passivi-tà pregresse relative al servizio idrico, che pertanto dovranno essere assoggettati all’impo-sta con l’aliquota ordinaria del 20%.

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Risoluzione sulle somme ai comuni

Nel servizio idrico l’aliquota è al 20%

A BRUXELLES

Ici e Chiesa Si riapre il dossierLa Commissione europea apri-rà oggi un’inchiesta formale nei confronti dell’Italia per l’esenzione dall’Ici concessa per i beni della Chiesa e di al-tre entità «non commerciali». L’indagine servirà a verifi care se effettivamente questa age-volazione è un aiuto di Stato non compatibile con le norme europee. Bruxelles ritiene che le informazioni fi nora raccolte attraverso lo scambio di lettere avuto con le autorità italiane non siano suffi cienti a sgom-brare il campo dal sospetto che l’agevolazione riconosciuta agli enti ecclesiastici e ai club spor-tivi amatoriali abbia effetti di-storsivi sulla concorrenza. Sul caso, Bruxelles ha ricevuto da diversi ricorrenti informazioni sui servizi ricettivi e sanitari offerti da istituzioni ecclesia-stiche. Servizi che, osserva la Commissione, «sembrano esse-re in competizione con servizi simili offerti da altri operatori economici» che non benefi cia-no delle stesse agevolazioni. Il dossier è sul tavolo di Bruxelles dal 2006. La Commissione, nel febbraio 2009, aveva deciso di chiudere il caso ma in segui-to all’intervento della Corte di giustizia Ue e a nuovi ele-menti acquisiti nel frattempo, lo scorso luglio ha deciso di riaprire il dossier.

AVVOCATO UE

Cessioni di cavalli, Iva ordinaria

DI ROBERTO ROSATI

Le cessioni di cavalli vivi non destinati all’alimentazione de-vono essere assoggettate all’Iva con l’aliquota ordinaria; non è pertanto corretta la normativa olandese, che prevede l’appli-cazione dell’aliquota ridotta a prescindere dalla destinazione. È il parere depositato dall’av-vocato generale della corte di giustizia il 5 ottobre 2010 nel-la causa C-41/09, concernente un ricorso per inadempimento proposto dalla commissione europea contro i Paesi Bassi. Secondo l’avvocato generale, le motivazioni addotte dall’Olan-da, che peraltro in un primo momento aveva riconosciuto la non conformità con la direttiva Iva della propria normativa in materia, non sono fondate, do-vendosi la disposizione dell’al-legato III alla direttiva 112 del 2006 interpretarsi nel senso che l’applicazione dell’aliquota ridotta è limitata alle cessioni di animali vivi destinati ad uso alimentare. La normativa italiana, sul punto, è stata mo-difi cata dal 2008, nel senso in-dicato nelle conclusioni dell’av-vocato, con l’aggiunta, nel n. 1) della tab. A, parte III, allegata al dpr 633/72, del vincolo di destinazione.

DI FRANCO RICCA

I servizi consistenti nell’ese-cuzione di lavori di ricerca e sviluppo in materia am-bientale e tecnologica resi da

ingegneri, ai fi ni della territoria-lità Iva, si qualifi cano come pre-stazioni proprie degli ingegneri e non come prestazioni scientifi che, anche se con contenuto creativo, e si tassano quindi nel Paese del committente soggetto passivo e non nel luogo di esecuzione. Lo ha dichiarato la Corte di giustizia Ue nella sentenza C-222/09 del 7 otto-bre 2010, risolvendo la questione sollevata nell’ambito di una con-troversia sul luogo di imposizione delle prestazioni di servizi relativi a ricerche e analisi tecniche, non-ché alla realizzazione di lavori di ricerca e sviluppo nel settore delle scienze naturali e della tecnologia. Detti servizi, riguardanti più pre-cisamente ricerche e misurazioni di emissioni, studi sulle emissioni e sugli scambi di emissioni noci-ve, secondo la società prestatrice dovevano qualifi carsi come lavori di ingegneria, soggetti a Iva nel paese del committente (Cipro), mentre l’amministrazione fi nan-ziaria polacca riteneva trattarsi di attività scientifi che, soggette all’imposta nel paese di esecuzio-ne materiale (Polonia). Nella sen-tenza, la corte ha osservato che, per risolvere la questione, occor-

re stabilire se i lavori di ricerca e sviluppo in esame costituiscano prestazioni principalmente ed abitualmente fornite nell’ambito della professione di ingegnere, come tali soggette all’imposta nel paese del committente. Questo, se-condo la corte, non è contestabile, poiché l’esercizio della professio-ne di ingegnere comprende anche prestazioni che implicano l’acqui-sizione di nuove conoscenze e lo sviluppo di procedimenti nuovi. La corte riconosce che, in effetti, sono le attività scientifi che a ca-ratterizzarsi generalmente per un aspetto innovatore e creativo; tuttavia, questa sola circostanza non può escludere che un soggetto passivo che svolge un’altra attivi-tà o professione, prevista da altre disposizioni della direttiva, possa effettuare anche, in via principa-le ed abitualmente, prestazioni aventi tali caratteristiche. La corte ricorda, poi, di avere già chiarito che la categoria di pre-stazioni tra le quali rientrano quelle scientifi che si caratteriz-zano, in particolare, per il fatto che sono fornite a una molteplici-tà di destinatari, cioè all’insieme delle persone che partecipano, a diverso titolo, ad attività culturali, artistiche, sportive, scientifi che, di insegnamento o ricreative, caratteristica che non sussiste, invece, nel caso in esame.

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La Corte di giustizia sulla territorialità

Servizi ingegneria sempre a destino

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24 Martedì 12 Ottobre 2010 I M P O S T E E TA S S E

Una sentenza della Corte di cassazione in materia di Irap

Il ritardo costa caroPagamenti in mora, cade il condono

PAGINA A CURADI DEBORA ALBERICI

Il condono Irap cade se il contribuente paga le rate in ritardo. Lo ha stabili-to la Corte di cassazione

che, con la sentenza n. 20966 dell’11 ottobre 2010, ha accolto il ricorso dell’amministrazione fi nanziaria. La società contri-buente aveva aderito al con-dono previsto dalla legge 289 del 2002. L’accordo con il fi sco era scattato dopo una cartella di pagamento Irap, Irpeg e Iva. Ma la contribuente non aveva pagato in tempo la seconda e la terza rata. Così l’amministra-zione aveva invalidato tutta la procedura. Contro questa deci-sione l’azienda aveva presenta-to ricorso alla commissione tri-butaria provinciale di Milano e aveva vinto. Stessa sorte di fronte alla commissione tribu-taria regionale della Lombar-dia. A questo punto l’ammini-strazione ha presentato ricorso in Cassazione e questa volta lo ha vinto. Il Collegio, aderendo alla proposta del Procura ge-nerale, ha risposto al quesito

formulato dall’Agenzia delle entrate e nel quale si chiedeva «se il condono previsto dall’art. 9 bis della legge n. 289/2002, in caso di rateizzazione, possa ri-tenersi perfezionato, coma rite-nuto dall’impugnata sentenza, anche effettuando alcuni paga-menti in ritardo, come espres-samente previsto per le altre forme di condono disciplinate dalla legge n. 289/2002, oppure se debba affermarsi il principio secondo il quale, attesa la man-canza di clausole esplicitamen-te riferibili all’art. 9 bis citato, volte a riconoscere effetti al pagamento tardivo, tale forma di condono è perfezionabile solo mediante il pagamento dell’in-tera imposta dovuta entro le scadenze stabilite dalla norma». La Cassazione ha scelto questa seconda strada spiegando, nelle brevi motivazioni, che «la tesi dell’amministrazione appare palesemente fondata in quanto non è confi gurabile in tema di condono, proprio per il caratte-re eccezionale di tale istituto, un principio generale destinato a valere in caso di silenzio del legislatore e tanto meno tale

principio può identifi carsi con quello ritenuto dalla Ctr dato che la sostituzione dell’obbliga-zione tributaria, oggetto della lite fi scale pendente, con quel-la assunta dal contribuente con l’istanza di defi nizione appare condizionata dal punto vista dell’amministrazione finan-ziaria al benefi cio del riconosci-mento e pagamento immediato della ridotta entità del debito tributario da parte del contri-buente». L’anno scorso la sezio-ne tributaria di Piazza Cavour aveva depositato una sentenza di segno opposto, la n. 22569, secondo cui «anche qualora il contribuente salti il pagamen-to dell’ultima rata, l’ammini-strazione non può annullare la richiesta di benefi cio, poten-do infatti l’Uffi cio iscrivere al ruolo le somme eventualmente dovute con le relative sanzioni ed interessi».

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Risponde di estorsione il consulente del lavoro che, insieme al datore, sotto la minaccia del licenziamento, costringe il la-voratore a fi rmare una busta paga con corrispettivi superiori rispetto a quelli percepiti. Lo ha sancito la Cassazione che, con la sentenza n. 36276 dell’11 ottobre 2010, ha confermato la condanna nei confronti di un consulente, nonostante la sua posizione marginale rispetto al ruolo dell’imprenditore. È successo in un’azienda di Catanzaro. Un imprenditore e un suo consulente del lavoro avevano tentato di far fi rmare a una dipendente una busta paga che riportava delle cifre più alte rispetto a quanto effettivamente percepito. Lei si era opposta e il vertice aziendale, insieme al consulente, l’aveva minacciata di licenziamento e lo aveva fatto. La donna li ha denunciati. Il Tribunale e la Corte d’Appello di Catanzaro hanno condannato i due per estorsione, concedendo al con-sulente le attenuanti. Contro questa decisione l’uomo ha pre-sentato ricorso alla Suprema corte ma senza successo. Infatti, secondo i giudici del Palazzaccio, integra il reato di estorsione la condotta del consulente del lavoro che, in concorso con il datore di lavoro, ricorre a reiterate minacce di licenziamen-to per costringere il dipendente a sottoscrivere buste paga riportanti corrispettivi superiori a quelli effettivamente per-cepiti, «non potendo la concessione dell’attenuante ex art. 114 c.p. escludere una sua reale partecipazione al delitto». Questo perché, ha poi aggiunto il Collegio, anche il consulente «aveva prospettato il licenziamento alla donna ove non avesse fi rmato e anche una minaccia larvata era suffi ciente, stante le condizioni ambientali, ad integrare il delitto di estorsione». In proposito, si legge in sentenza, «appare appena il caso di osservare che il riconoscimento dell’attenuante di cui all’art. 114 c.p. non è affatto incompatibile con l’attribuzione del concorso nel reato ma, anzi, la presuppone e, quanto alle valutazioni della Corte di merito, qui censurate, che la Corte di cassazione, nel controllo di legittimità, non deve stabilire se la decisione di merito proponga effettivamente la miglio-re possibile ricostruzione dei fatti, né deve condividerne la giustifi cazione, ma deve limitarsi a verifi care se questa giu-stifi cazione sia compatibile con il senso comune».

Busta paga taroccata, risponde il consulente

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DI ENRICO SBANDI

I viaggi d’affari nel 2010 rive-dono il sereno. Non si recu-

pereranno rapidamente i volumi del 2007 e di parte del 2008, ma l’anno in corso, dai segnali che emergono, fa ben sperare. Se-condo il principale organismo che misura l'andamento il set-tore, l’Osservatorio sui Viag-gi d’Affari dell’Università di Bologna, la tendenza negativa ormai è invertita. È alle spal-le il -5% del pil registrato nel 2009. È vero che il dato, capace di mettere in ginocchio più di un Paese, ha pesato in misura rilevante sui viaggi delle impre-se italiane, che nel 2009 hanno segnato la più importante con-trazione da dieci anni a questa parte, perdendo il 7,5% rispetto al 2008, scendendo a quota 31.4 milioni. Ma nel comparto con-gressuale, si è visto un aumento delle giornate di eventi (saliti a 35,5 milioni, in progresso del 2,9% rispetto al 2008) a fronte del calo del numero di incontri (dati Osservatorio Congressuale Italiano, rapporto 2010). «Sono numeri di significativo interesse se incrociati con il dato econo-mico dello stesso periodo: infat-ti, a fronte di un'economia che ancora non dava segni di ripre-sa, le aziende hanno comunque continuato a investire nei grandi appuntamenti coinvolgendo un numero maggiore di congressisti (+2,8%)», spiega Marco Serio-li, che ha il polso del settore in qualità di direttore esecutivo di Rassegne Spa, società del grup-po Fiera Milano organizzatrice della Bit, l’appuntamento di ri-ferimento mondiale per il «buy Italy» del turismo, sia d’affari che leisure (la prossima edizio-ne è in programma a dal 17 al 20 febbraio 2011, a Milano). «A testimonianza della crescente importanza che il segmento affari riveste per il turismo na-zionale, il ministro Brambilla, durante il Convention Bureau Nazionale del luglio scorso», prosegue Serioli, «ha presentato un progetto che consentirà mi-gliori sinergie nella promozione del prodotto Italia all’interno di questo segmento. Un progetto fondamentale, considerato che il congressuale italiano, pur cre-scendo, non lo fa comunque agli stessi ritmi dei nostri concorren-ti: + 3,9% negli ultimi dieci anni rispetto a un + 47,5% a livello internazionale». È necessario

quindi rinforzare all’interno di tale comparto il posizionamen-to dell’Italia. E questo è il ruolo di Bit, la manifestazione che da oltre 30 anni promuove in mo-do attivo e sempre più specifi-co la qualità del prodotto Italia all’estero. «La nostra fiera nel 2011», continua il manager di Rassegne Spa, «sarà il luogo ideale per ripensare il ruolo che il nostro Paese può avere nel congressuale. Sosterremo i

nostri espositori nello sforzo di moltiplicare i momenti di busi-ness, per dare decisivo impulso al settore».È proprio il comparto nazionale quello che ha bisogno di rilancio. I 2,5 milioni di viaggi persi sono concentrati per più dell’80% sul mercato interno, arretrato di 9,3 punti percentuali. «Il dato dà una misura delle difficoltà incontrate lo scorso anno dalle imprese che non sono riuscite ad agganciare

la ripresa del commercio mon-diale nella seconda metà dell’an-no», spiega il Rapporto. Anche sul versante internazionale c’è contrazione, sebbene su livelli più contenuti: si è registrato un -2,3% ma nel segmento extraeu-ropeo il calo è stato del (-5,8%), mentre i viaggi in Europa sono stati quasi stazionari (-1,3%).La contrazione congiunturale del mercato dei viaggi d’affari italiano non ha però inciso sul-

la domanda di turismo d’affari. Il mercato resta in espansione. L’Osservatorio rileva fra l’altro la riduzione della forbice tra mercato nazionale e interna-zionale. Sul risultato – rileva l’Osservatorio – incide anche il non trascurabile contributo della crescente integrazione tra i mer-cati europei e dalla conseguente necessità di viaggiare per l'Eu-ropa di molti manager italiani. (riproduzione riservata)

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($, "+"&)$! %"&' %"")$&#Calate del 9% le trasferte sull’Italia nel 2009. Ma c’è ripresa

rapporto

Le nubi della crisi si stanno diradando. «Attenzione, non è un dato quantitati-

vo, è la sensazione che traggo dalle risposte all’indagine che l’Osservatorio sui Viaggi d’Affari dell’Università di Bologna con-duce con il patrocinio del Dipartimento di Scienze statistiche e della Scuola superiore di Scienze turistiche», precisa il professor Andrea Guizzardi, che dell’Osservatorio è il coordinatore.Non sono ancora numeri – quelli saranno rilevati a consuntivo a partire da dicembre - ma si avverte che la ripartenza c’è stata: «L'anno scorso, nel periodo più acuto della crisi», spiega Guizzardi, «si faceva fatica ad ottenere attenzione con i questionari d'in-dagine negli uffici viaggi, evidentemente erano questioni considerate marginali. Si percepisce che tutto il mercato si è dato da fare per aiutare le imprese a ridurre i costi e il risultato è importante, soprattutto se valutato nell’ottica attuale». Gli ultimi dati disponibili, per i quali si attende conferma dalla prossime rilevazioni, dicono che si riduce la spesa complessiva, ma non dimi-nuiscono i viaggi.Ma il professore va oltre: «Da qui a un certo numero di anni prevedo che i viaggi business prevarranno, in quantità, sui viaggi leisure, quelli di piacere». Lo studioso fonda la sua previsione sull’analisi dei dati Wttc, orga-nismo che per l’Università di Oxford ogni

anno elabora uno studio di conti satellite riguardanti tutto il mondo: sono dati indi-retti, che analizzano le spese per consumi e investimenti legati al turismo. «Il punto cruciale», evidenzia Guizzardi, «è che da anni il trend per i Paesi occidentali, quelli che definiamo sviluppati, è di calo per il turismo leisure mentre sale il turismo bu-siness. Siamo oggi ad una ripartizione di 30-70, il business è 30%, ma la tendenza, che è co-stante in tutti questi anni, lo porterà a superare il lei-sure. Sono convinto che succederà».La previsione è confortata da altri elementi. Con lo sviluppo della comuni-cazione, con i viaggi low cost, piuttosto che venire a Riccione si sceglie la va-canza alle Antille. Luoghi dove si può fare solo va-canza, dove il turismo business non esiste. «La domanda da parte della clientela d'affari continua, nonostante le videoconferenze e i molteplici futuri strumenti succedanei dello spostamento per affari: il contatto, come s'è visto in questi anni, è necessario. E dal mio Osservatorio», afferma il professor Guiz-zardi, «si vede che i viaggi d'affari calano nella spesa, ma non nel numero. Non sono

diminuiti nemmeno per la crisi, anzi sono aumentati: proprio in momenti di grande dif-ficoltà le aziende hanno ancor più bisogno di vendere. Vendita vuol dire andare a scovare il cliente, compiere uno sforzo maggiore, magari, costretti a scegliere, si preferisce di non dormire fuori, si scelgono hotel a due o tre stelle anziché quattro, si agisce sulla spesa, ma non sul numero di viaggi».

Guizzardi continua a esprimere le sue valutazioni: «Visto che queste statistiche internazionali sono ela-borate anche sul numero di arrivi e presenze, è chiaro che il turi-smo leisure risulta un fenomeno in diminuzione, mentre cresce il turismo d'affari. È un trend con-solidato da un quindicennio. Per giunta parliamo di una quota del 30% rappresentata da turismo de-stagionalizzato. Per questioni di ambiente e di ecocompatibilità è ancor più in linea con la soluzione

del problema-sovraffollamento delle locali-tà turistiche in determinati periodi dell'anno. L'impatto antropico di 10 milioni di turisti leisure concentrati a Rimini, per fare un esempio, nei mesi estivi, è evidente. Ben diverso è se le presenze vengono spalmate su dieci mesi, come nel caso del turismo d'affari». (riproduzione riservata)

Enrico Sbandi

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Andrea Guizzardi

I VIAGGI D’AFFARI DELLE IMPRESE ITALIANE (2001-2009)

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BusinessTRAVEL inserto a cura

di Giuliano Castagneto

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Versione 1.0

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DI CLAUDIO RAVEL

Qualità e ampiezza del ven-taglio dei servizi, possibilità

di agire sulla leva prezzo e coc-cole per il cliente business. Sono le armi con le quali il settore al-berghiero si contende una fetta di mercato importante perché ben programmabile, destagionalizza-ta e meno esposta alle oscillazio-ni dell’economia generale perché vendere e relazionare sono due attività d’obbligo per le aziende, anche in tempi di crisi.Calano i viaggi e i numeri degli incontri, ma aumentano le giorna-te di presenza: è un dato, quest’ul-timo, che conforta il settore nel suo complesso, un po’ meno gli alberghi, che sono l’anello della catena più esposto alle fluttuazio-ni del mercato. Perché il rispar-mio, per tenere sotto controllo i costi delle trasferte business, ora si fa riducendo il numero di per-nottamenti, la classe dell’hotel o il numero degli accompagnatori. Il settore reagisce con politiche di revenue management, che co-minciano a dare i loro risultati anche nelle gestioni di dimen-sione più contenuta rispetto alle grandi catene internazionali. Ma, dove cala il prezzo – perché si è prenotato per tempo e sfruttando l’occasione – si riduce il margine per la struttura. Fra wi-fi libero, sontuose colazioni all’alba per non rinunciare al breakfast com-preso nel prezzo anche se si deve raggiungere l’aeroporto di buon mattino, e consumazioni gratuite nel frigobar si cerca di allettare il cliente d’affari, si contrattano pac-chetti con un occhio ai portali spe-cializzati sul web. L’imperativo è invertire una tendenza segnata lo scorso anno da pernottamenti in forte diminuzione, a seguito del-la domanda estera che ha seguito la contrazione del mercato euro-peo. La crisi ha pesato anche sullo spending alberghiero, visto che la maggiore perdita di pernottamenti si è registrata sui segmenti conve-gni-incentive e fiere, dove, gene-ralmente, si acquistano le trasferte con pernottamenti più costosi.Ma come si attrezzano gli operatori

per agganciarsi alla ripresa, anche sotto il profilo dei posti-letto da riempire? Molto marketing one-to-one, iniziative di co-marketing con gli altri della filiera business travel, offerte speciali sui prezzi e sulle soluzioni integrate. La cate-na Best Western, ad esempio, ha sviluppato in 60 delle sue strutture in Italia una linea di offerta inedita per la clientela BT dando nome di «Love Promise for Business», ad una specifica selezione di struttu-re destinate ai viaggiatori d'affari. Prenotando una Business Room, Best Western consente di usu-fruire gratuitamente di minibar, servizio in camera, quotidiano, garage, canali tv pay per view e kit di cortesia. All'interno degli alberghi i clienti business hanno a di-sposizione Business point con connessione ad alta velocità, early breakfast, fast check-out.Crede nello sviluppo soprattutto della clien-tela business un’altra grande catena inter-nazionale: è di fresca apertura lo Sheraton a Malpensa, mega al-bergo da 433 stanze sorto davanti al terminal 1 dello scalo nord-milanese, lungo ben 480 metri. Stanze particolarmente curate e cucina italiana, con piatti tipici locali come il risotto alla mi-lanese o l'ossobuco pronti a con-quistare ogni palato. 170 camere disponibili all’apertura, lo scorso 2 ottobre, a cui vanno ad aggiun-gersene altre 160 a metà mese. Per il centinaio di stanze mancanti si dovrà attendere l’inaugurazione, a gennaio 2011. Il salone per me-eting, da 800 persone sarà il cen-tro congressi privato più grande dell'intera regione.

La scommessa Sheraton Mal-pensa ha per scenario un merca-to che vede recuperare al rialzo i prezzi di listino alberghieri in tutto il mondo. Nel secondo trimestre del 2010 il prezzo dei soggiorni è cresciuto del 2% su base annua a livello mondiale e di circa l’1% a livello europeo interrompendo la stagnazione iniziata nel 2007. Si rispecchia-no nella crisi più pronunciata che tuttora segna il mercato italiano di settore i prezzi nella Penisola: sono rimasti pressoché invariati, anche se tuttora l'Italia si classi-

fica sesta nella graduatoria dei Paesi con i sog-giorni più cari d’Europa. I dati

sono frutto delle rilevazioni di Hotel Price Index (Hpi) di Ho-tels.com, l'analisi sull'andamento dei prezzi delle camere d'albergo in tutto il mondo condotta perio-dicamente dal sito di booking online.A testimoniare la recuperata viva-cità del mercato di Oltreatlantico c’è la crescita dei prezzi negli Usa, in Canada e in America Latina, dove i soggiorni alberghieri han-no lievitato i costi sono saliti del 3% nel secondo trimestre 2009, grazie all'aumento dei viaggi in-terni e d'affari. Nei Paesi caraibici

i primi segnali di ripresa registra-ti dal 2007 hanno portato ad un incremento pari all'1%, le tariffe praticamente si vanno riallinean-do al periodo ante 2004, da cui di vede con chiarezza quanto i prezzi siano scesi durante la crisi economica.L’Asia è in controtendenza, sem-pre secondo l’indagine di Hotels.com, con i prezzi degli hotel sta-bili sugli stessi valori del secondo trimestre 2009. Le tariffe hanno tuttavia subito un incremento ri-spetto al 2004, a conferma del-la crescita generale del paese e della sempre più forte domanda di camere, in particolare come conseguenza del rafforzamento del mercato dei viaggi business. (riproduzione riservata)

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L'offerta tiene conto delle caratteristiche dei siti web

Uno sportello unico di prenotazioni globale. Un gigantesco booking bureau capace di mettere

a confronto in pochi istanti le offerte provenien-ti da ogni parte del mondo. Questo è, oggi, una specie di Grande Fratello che – attraverso internet - domina il settore turistico e che ha rivoluzionato il meccanismo di formazione dei prezzi di struttu-re e servizi. Gran parte delle persone, viaggiatori d’affari in primis, conoscono i siti ed i portali che consentono la prenotazione di viaggi o camere d’hotel. Sigle come Expedia, Booking.com, Orbiz, Priceline, sono ormai fra i «preferiti» dei pc di chi si sposta frequentemente per lavoro e non. Il motore di questi portali è un sistema ancora più vasto e complesso. Per meglio dire, occorre parlare dei sistemi telematici di prenotazione Gds, che

gestiscono i grandi database tramite i quali sono in collegamento gli agenti di viaggio, le compagnie aeree, gli alberghi e le società di autonoleggio. Prende corpo in questo modo lo sportello unico di prenotazioni di viaggio. Più precisamente, con l’acronimo Gds (Global distribution system) si intendono i sistemi di prenotazione automatica avanzati che, in base ad accordi con i principali operatori turistici, offrono alle agenzie di viaggio di tutto il mondo la possibilità di prenotare per i clienti dall’alloggio ai vettori di trasporto (aerei, treni, crociere, autonoleggio). I principali Gds so-no quattro. Raggiungono oltre 600 mila agenzie sparse in tutto il pianeta. I loro nomi: Amadeus, Sabre, Galileo e Worldspan.Molti portali si approvvigionano tramite i Gds, così che non esiste distinzione tra il booking on line e quello dei Gds. Tra questi: Hotels.com, Tra-velnow.com, Travelocity, World Choice Travel, Worldtraveloptions.com, Yahoo.com. Attraverso l'Internet distribution system (IDS) di Pegasus è possibile apparire su una lista pressoché illimita-ta di siti, tra cui Expedia.com, Orbitz, Priceline. (riproduzione riservata)

Claudio Ravel

Il Grande Fratello del booking

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Il bar dell'hotel Sheraton alla Malpensa

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27Martedì 12 Ottobre 2010

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MartedRapporto Business Travel

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DI CLAUDIO RAVEL

La grande attesa è per la fru-ibilità di internet durante

i voli. Una realtà per molti che viaggiano coast to coast negli Usa, una chimera per i business traveler europei. Cellulare e pc connesso in rete, compagni di viaggio insostituibili, potrebbe-ro essere attivati anche a 10 mila metri d’altezza entro breve tem-po anche nel nostro continente. Ryanair è stata la prima a dotare 20 dei suoi velivoli di questa fun-zionalità, attraverso il wi-fi. Altre compagnie lo hanno annunciato, Lufthansa aveva sperimentato il servizio tra anni fa, poi rinviato l’operazione. Tutti, chi c’è e chi ci sarà, faranno pagare cara la possi-bilità di essere connessi durante il volo. Si parla almeno di 10 euro per megabyte, una somma che ha il potere di vanificare i vantaggi del low cost.Il dato comune alle compagnie aeree è la necessità di escogita-re qualcosa per risollevarsi dalle difficoltà e dai conti in rosso del 2009. Allora va bene internet, la chicca maggiormente attesa; ma occorre anche migliorare i servizi e razionalizzare gli orari. Sul pri-mo versante la corsa è alle como-dità, soprattutto per i privilegiati della business class. Gastronomia d’autore – è ancora viva la pole-mica sulle prelibatezze della cuci-na made in Italy offerte da Alitalia nonostante le condizioni non pro-

prio floride dei conti economici – poltrone superconfortevoli e più spazio per i passeggeri. L’opposto della scioccante proposta di una compagnia low cost che nel 2009 fece gridare allo scandalo con la sua idea di far viaggiare in piedi i passeggeri, appoggiati ad appo-siti pannelli sagomati e imbottiti, assicurati con le cinture di sicu-rezza. Airfrance ha di recente an-nunciato per la categoria Affaires una supercabina equipaggiata con

poltrone che diventano letti da 2 metri, monitor tv da 15 pollici e una razionale struttura per riporre il bagaglio a mano. Entro l’estate 2011 oltre 20 aeromobili saranno equipaggiati con la nuova cabina, ed entro il 2013 toccherà ad altri 40 tra Airbus A330, Boeing 777 e Airbus A380.Sul versante low cost, alla como-dità si risponde con l’efficienza. EasyJet va incontro alle esigenze del segmento Premium rimodu-

lando le proprie frequenze a van-taggio dei viaggiatori business: un segmento che rappresenta cir-ca il 25-30% dei viaggiatori della compagnia low cost con punte, su alcune tratte, del 45%. Tra le nuove rotte inserite dal vet-tore, due voli in più da Milano a Londra, sette al giorno da Mila-no a Parigi, cinque da Malpensa a Napoli e cinque collegamenti da Malpensa a Fiumicino. E, in più, la possibilità – finora bandita assolutamente sulle tratte a basso costo – di modificare a costo zero l’orario del ritorno su alcune trat-te servite dal vettore.La crisi aguzza l’ingegno degli esperti del marketing e del posi-zionamento di prodotto. Ma sarà comunque dura, per il trasporto aereo, risalire la china dopo un 2008 difficile e un 2009 nel quale ha registrato la performance peg-giore del decennio. I competitor nel settore trasporti per i viaggi d’affari si fanno sentire. Consi-derato che le sofferenze maggiori riguardano proprio i viaggi nazio-nali c’è da focalizzare l’analisi proprio su quanto avvenuto in Italia per capire meglio la dire-

zione che potrà essere intrapresa nel dopo-crisi.Il riferimento è ai dati e alle indicazioni dell’Osservatorio dei Viaggi d’Affari, che segna nell’anno nero per il trasporto aereo la perdita di traffico di ol-tre il 10%, pari a 1,3 milioni di voli. Numeri maturati nonostante, a fronte di una minore incidenza dei pernottamenti, gli spostamen-ti non siano calati in pari misura. I fattori che determinano l’arre-tramento di 1,1 punti percentuali nella quota di mercato in volu-mi, secondo l’Osservatorio, so-no molteplici. Il ruolo principale lo ha esercitato la congiuntura economica. La perdita di pil e imprese ha pesato soprattutto sul mercato nazionale, mentre in am-bito internazionale la dinamica dei viaggi – e le relative trasferte aeree – hanno registrato flessioni meno importanti grazie al contri-buto positivo delle destinazioni dei Paesi emergenti.In Italia un colpo importante a velivoli e aeroporti è venuto dai treni veloci: l’entrata a regime di molte tratte ad alta velocità, ha fatto schizzare in avanti la ferro-

via dell’11,7% (si veda box in al-to). Dato ancor più significativo, perché conseguito in un anno in cui i viaggi arretrano del 7,5%. E anche perché nell’indagine – fa chiarezza l’Osservatorio – non sono censite microimprese e set-tore pubblico, ovvero i maggiori fruitori del trasporto ferroviario. Ciononostante, «i segnali di ri-presa ci sono. Ma gli operatori non devono perdere l'occasione, rinnovando le strutture e seg-mentando l'offerta. Ma occorre anche che il sistema Italia nel suo complesso compia un gran-de sforzo sul versante infrastrut-turale», afferma Ugo Picarelli, componente della giunta nazio-nale di Confindustria Turismo e presidente del convention bureau di Salerno. «L'Italia è un Paese ricco di attrattive e di offerte per il turismo d'affari. Ma alle volte, problema che si esalta nel Sud, l'accessibilità sia dall'Italia che dall'estero è problematica, e ciò finisce per vanificare le potenzia-lità che abbiamo di attirare flussi di un turismo che è importantis-simo per due ordini di motivi: è destagionalizzato e determina una forte ricaduta, in termini di spesa pro-capite, sul territorio». (riproduzione riservata)

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Le compagnie fanno a gara per aumentare il comfort

Sulla tratta business per eccellenza, la Roma-Milano, si è già registrato il sorpasso: il treno ha superato l’aereo, con-

quistando il 55% dei viaggiatori su quel percorso, come ha recentemente annunciato l’ad di Trenitalia, Mauro Moretti.Fra breve sarà risolto anche uno dei più fastidiosi handicap per gli uomini d’affari che vanno in alta velocità: il cattivo funzionamento dei telefonini e, di conseguenza, dei computer collegati alla rete dati 3G. Trenitalia ha annunciato che tra la fine del 2010 ed il 2011 si potrà telefonare e navigare in internet con il wi-fi o con l’Umts di bordo sui Frecciarossa senza più i continui problemi di azzeramento del segnale che affliggono tuttora chi telefona o si collega alla rete con le chiavette 3G.I treni AV, grazie a un server di bordo, consentiranno ai pas-seggeri l’accesso, attraverso il portale di treno, alle news dei principali giornali online, ai programmi televisivi, a film on demand, musica e video, meteo, informazioni sul traffico, gio-chi, mobile ticketing, prenotazione di taxi e noleggio auto.Il programma nasce da un'iniziativa congiunta di Telecom Italia, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana; ma le infrastrutture realiz-zate potranno essere fruite anche da altri operatori, permettendo così agli utenti di fruire sui treni ad alta velocità anche delle offerte telefoniche e broadband di carrier concorrenti.L’iniziativa punta dritta alle esigenze della clientela affari, che, secondo i dati di Trenitalia, attualmente costituisce più del 37% sul totale dei passeggeri, percentuale che si avvicina al 46% se si considerano solo i treni Eurostar; dato che per i nuovi T-biz, sale oltre il 50%. Non doversi sobbarcare arrivi anticipati in aeroporto ed i controlli di sicurezza, evitando i tragitti che portano alle aerostazioni, in genere fuori città, so-

no caratteristiche apprezzate. Per il viaggiatore business la progressiva entrata in funzione dell’alta velocità ferroviaria sulle principali tratte ormai garantisce, su buona parte dei viaggi, tempi di percorren-za paragonabili a quelli che complessivamente richiede lo spostamento in aereo. (ripro-duzione riservata)

Claudio Ravel

Anche il Frecciarossa a tutto web

Chi si sposta per affari nella maggior parte dei casi utilizza tuttora le quattro ruote. Da un hotel all’altro, dal centro città verso il

centro congressi per il meeting aziendale o la convention, i percorsi, in misura crescente, vengono coperti con automobili a noleggio. Ma i dati Aniasa (l’associazione confindustriale che riunisce le com-pagnie d’autonoleggio) relativi al 2009 parlano chiaro: la crescita del settore, lo scorso anno, s’è arrestata dopo 15 anni di andamenti positivi. Ha pesato la crisi generale dell’economia, con un fatturato totale in calo del 3% (4.820 milioni di euro) e una flotta circolante ridottasi del 4,7% ed attestatasi a 670 mila unità.Per parlare di ritorno alla crescita occorrerà verificare i consuntivi del 2010, l’inversione di tendenza generale è tuttora troppo blanda per garantire un risultato positivo a chiusura dell’anno in corso. Ma va notato che lo stop ha fornito l’occasione per rimodulare le offerte, razionalizzare le procedure di gestione dei parchi auto e guardare alle nuove esigenze che caratterizzano il cliente business del noleggio, per il quale il tempo è un bene sempre più prezioso, che cerca facilitazioni negli spostamenti e nelle tariffe, oltre a ef-ficienza e anche gratificazione nella guida dei veicoli che gli sono affidati. Ecco quindi che uno degli operatori leader in Italia, Mag-giore, incrocia il boom dell’alta velocità ferroviaria, che ha fatto riscoprire a molti i vantaggi del treno, per offrire pacchetti integrati sviluppati in partnership con Trenitalia: con la possibilità, per esem-pio, di arrivare alla stazione Termini di Roma o a Milano Centrale con la propria automobile, parcheggiarla a cura di Maggiore e trovare, alla stazione d’arrivo, pronta l’auto a noleggio; oppure di noleggiare l’auto solo per il numero di ore in cui se ne ha bisogno; oppure le formule a chilometraggio illimitato, sempre più gradite se nella stessa giornata occorre, più che in passato, concentrare una buona serie di contatti di lavoro, magari a una certa distanza l’uno dall’altro. Questa soluzione, alquanto flessibile, è particolarmente adatta a un periodo in cui, seppure di entità sicuramente inferiore a numerosi altri comparti industriali e di servizi, gravati da una crisi mai vista per gravità ed estensione, il noleggio a breve termine ha visto calare il giro d’affari del 6% (nel 2009), una percentuale comunque di poco superiore al decremento del pil (-5%). La con-trazione dell'attività, informa l’Aniasa, ha determinato quindi una rilevante diminuzione dei viaggi di lavoro, cosa che ha fatto calare del 12% la domanda di noleggio da parte dei clienti business. La difficile congiuntura ha obbligato, specialmente le imprese, a ri-durre le spese di trasporto e mobilità. Con l’imperativo «riduzione dei costi», sono state tagliate le trasferte aziendali, e ripianificati gli incontri a fini commerciali. (riproduzione riservata)

Claudio Ravel

Maggiore punta sul park-tav-auto

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La business class della Etihad di Abu Dhabi

Si lavora anche sul Frecciarossa

29Martedì 12 Ottobre 2010

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MartedRapporto Business Travel

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DI ENRICO SBANDI

Ci sono le città e le location extraurbane specificamen-

te dedicate, per le quali vale la regola che la fruibilità per il turista d’affari sia strettamente legata alla sinergia fra alberghi, teatri o centri congressi, infra-strutture di trasporto e, infine, l’entertainment, il fuori-fiera o il dopo-congresso, quello che suggella l’esito favorevole di un meeting o di una riunione d’affari.Poi ci sono le navi da crociera: dentro hanno tutto. Addirittura, fanno da taxi extralusso racco-gliendo, da un porto all’altro, i partecipanti. I grandi marchi internazionali come Carnival e la controllata Costa Crociere contro il gigante made in Italy dei transatlantici, MSC Crocie-re dominano questo mercato. Il dinamismo della compagnia italiana con sede a Ginevra, for-te di 11 autentiche città galleg-gianti grazie alle quali s’avvia a chiudere il 2010 con oltre 1 miliardo di euro di fatturato, at-

tua una politica di flessibilità e apertura al segmento business.«Quella d'affari è una cliente-la che ci interessa moltissimo, è assolutamente strategica so-prattutto in determinati periodi dell'anno», spiega Leonardo Massa, che di MSC Crociere è direttore commerciale. «Con le nostre navi possiamo offrire al mercato alcune esclusività. Tanti incentive scelgono noi perché la stessa azienda può raccogliere lungo il territorio i suoi dipendenti, nei porti nazio-nali o nell’intero bacino medi-terraneo». Tutti dentro a queste

città galleggianti, 1.700 posti vista mare, ristoranti, teatri, spazi per le riunioni. «Guardia-mo con attenzione primaria al traffico Mice (meetings, incen-tives, conferences, events, ndr.) in generale», spiega Massa. «A oggi incide per circa il 15% sul volume d'affari Italia di MSC Crociere ma puntiamo a incre-mentarne rapidamente la quota. Per il 2011 abbiamo fissato un target al 18% ma ci piacerebbe riuscire ad arrivare al 20%».Comoda, economica (fa rispar-miare su trasferimenti e sui costi aggiuntivi che, nel caso di una

crociera, sono nel «tutto com-preso») ed evocativa. La nave piace al punto che dalla sua scel-ta come location per l’incentive o per il congresso nascono ope-razioni di co-marketing. «Oltre alle motivazioni di traffico d’af-fari per le quali veniamo scelti dalle aziende», racconta Massa, «il fatto di essere una compa-gnia di crociere ci mantiene poi legati oltre l’evento alle aziende stesse, ad esempio per campa-gne d'incentivazione sulle forze vendita o sui consumer».Non si pensi alla nave monopo-lizzata, «charterizzata», come si dice, per intero al servizio di un congresso o di un evento. Capita, ma è un fatto episodico nell’arco di una stagione inte-ra. «In genere», spiega Massa, «un’azienda utilizza la nave all'interno di una crociera di 7, 4 o 3 giorni e tipicamente ne fa utilizzo parziale; ospitia-mo gruppi business che vanno dalle venti alle mille persone, e il tutto rientra nell'ambito di una crociera». (riproduzione riservata)

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La grande flessibilità consente soluzioni su misura

tua una politica di flessibilità e città galleggianti 1 700 posti

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La MSC Magnifica, ultima nata della flotta

Non sono molte le aziende che hanno la capacità, anche finanziaria, di occupare com-pletamente una nave. Con MSC lo ha fatto di recente una casa automobilistica che, dovendo presentare in anteprima europea un nuo-vo modello, ha caricato le macchine in e s p o s i z i o n e a bordo della nave, e ha fatto alternare grup-pi di conces-sionari che sa-liti in un porto e ridiscesi nel s u c c e s s i v o , nell’arco di due o tre giorni, hanno trovato sotto bordo ad ogni scalo le nuove au-to pronte per essere testate. Che i viaggi di mare facciano bene al business è addirittu-ra evidenziato da più di un caso di marchi che, testato il «prodotto nave», lo hanno fatto proprio importandone e condividendone, in azioni di co-marketing con MSC, immagine e filosofie nella strategia di comunicazione di un intero anno.

Idealiper i grandi

gruppi

Leonardo Massa

30 Martedì 12 Ottobre 2010

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32 Martedì 12 Ottobre 2010 I M P O S T E E TA S S E

È quanto emerge dalla relazione sul contenzioso i scale 2009, diffusa dalle Finanze

Sospensive, decisioni più velociDopo lo stop agli atti, giudici a sentenza in 150 giorni

DI VALERIO STROPPA

Si accorciano i tempi per de-cidere i ricorsi con istanze di sospensione della ri-scossione accolte: lo scor-

so anno, tra la concessione dello stop degli effetti esecutivi degli atti e la sentenza i giudici tribu-tari hanno impiegato 150,8 giorni, contro i 195,7 del 2007 e i 179,9 del 2008. In totale, le Ctp italiane accolgono in media un’istanza di sospensione su due. Nel corso del 2009, sono state decise dalle com-missioni di primo grado circa 103 mila richieste sospensive: il 49% di queste sono state accettate, il 51% respinte. A livello territoriale, quasi la metà dell’intero numero di istanze è stato proposto in Cam-pania, Puglia e Sicilia, che insieme totalizzano quasi 56 mila richie-ste (46% del totale). Per quanto riguarda i verdetti, però, il trend varia da zona a zona: in Abruzzo, per esempio, si registra il picco de-gli accoglimenti, con oltre il 61%; percentuali superiori al 55% anche presso le Ctp operanti in Umbria, Sicilia, Valle d’Aosta e Marche. Dal punto di vista dei rigetti, invece, nella classifica aggregata delle

regioni spiccano il Trentino-Alto Adige e la Basilicata: qui, nel 2009, i giudici tributari di prime cure hanno respinto circa sette istanze

di sospensione su dieci. È quanto emerge dalla relazione annuale sul contenzioso per il 2009 diffusa nei giorni scorsi dal Dipartimento del-

le fi nanze (si veda ItaliaOggi dell’8 ottobre). Un dato particolarmente interessante è quello relativo ai tempi medi per la decisione del ri-

corso a seguito della sospensione. Come noto, la manovra correttiva aveva inizialmente previsto un termine massimo di durata della sospensiva pari a 150 giorni. Poi-ché nel 2009 i ricorsi defi niti entro tale termine sono stati il 59,84%, laddove la norma fosse rimasta in-variata (invece che essere abroga-ta in sede di conversione), quattro contribuenti su dieci si sarebbero trovati, al decorrere del 151° gior-no, a dover ugualmente pagare il debito per non vedersi sottoposto all’esecuzione. Va però detto che nel 2007 le decisioni emesse oltre i 150 giorni erano il 50%, mentre nel 2008 il 48%, contro il 40% del-lo scorso anno. Per quanto attiene alle sospensive presso le Ctr, dove la presentazione è ammessa solo avverso le sanzioni, nel 2009 sono state inoltrate 914 istanze, di cui solo il 28% accolte.

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regioni spiccano il Trentino-Alto di sospensione su dieci. È quanto le finanze (si veda ItaliaOggi dell’8

Istanze di sospensione: così i numeri nel 2009

Ctp aggregate per regione

Istanze decise nel 2009

Numero accolte

Percentuale accolte

Numero respinte

Percentuale respinte

Liguria 2.831 1.32746,87%

1.504 53,13%

Lombardia 7.409 3.813 51,46% 3.596 48,54%

Piemonte 2.683 1.028 38,32% 1.655 61,68%

Valle d’Aosta 51 29 56,86% 22 43,14%

Emilia Romagna 4.679 2.015 43,06% 2.664 56,94%

Friuli V.G. 1.009 374 37,07% 635 62,93%

Trentino-Alto A. 847 252 29,75% 595 70,25%

Veneto 3.719 1.494 40,17% 2.225 59,83%

Lazio 3.827 1.547 40,42% 2.280 59,58%

Marche 1.753 975 55,62% 778 44,38%

Toscana 4.409 1.888 42,82% 2.521 57,18%

Umbria 1.279 768 60,05% 511 39,95%

Abruzzo 1.717 1.054 61,39% 663 38,61%

Basilicata 1.527 471 30,84% 1.056

69,16%

Calabria 6.779 3.255 48,02% 3.524 51,98%

Campania 15.797 6.449 40,82% 9.348 59,18%

Molise 1.160 535 46,12% 625 53,88%

Puglia 11.270 6.003 53,27% 5.267 46,73%

Sardegna 2.055 870 42,34% 1.185 57,66%

Sicilia 28.669 16.577 57,82% 12.092 42,18%

TOTALE 103.470 50.724 49,02% 52.746 50,98%

E’ nata ieri Sara D’Anna, primo-genita dell’amico e collaborato-re di ItaliaOggi Antonino D’An-na. Alla piccola Sara, a mamma Erica e ad Antonino gli auguri della direzione e della redazio-ne di ItaliaOggi.

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33Martedì 12 Ottobre 2010MPUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Dal federalismo tributi al posto dei trasferimenti. Bilanci a rischio nel 2011

Province, fisco fai-da-teL’autonomia fi nanziaria vale oltre 6 miliardi

DI FRANCESCO CERISANO

Alla faccia di chi voleva abolirle del tutto o razio-nalizzarle (come tentò di fare, senza successo,

la manovra correttiva nelle sue prime versioni) le province esco-no rafforzate dal federalismo fi-scale. Che porterà in dote agli enti intermedi un’autonomia finanziaria di oltre sei miliardi di euro, solo considerando i tre principali tributi del futuro fi-sco provinciale: imposta sull’Rc auto, compartecipazione all’ac-cisa sulla benzina e comparte-cipazione al bollo auto.

Il problema sarà far quadrare i conti del 2011 su cui peseran-no, e non poco, i tagli della ma-novra che rosicchieranno prima 300 milioni e poi 500 (nel 2012) sul complesso dei trasferimenti erariali che ammontano a 1,3 miliardi di euro. Senza contare gli effetti della crisi economica. Perché a causa del calo delle im-matricolazioni, le entrate assi-curate dai tributi legati all’auto (Ipt e imposta sulle assicurazio-ni contro la responsabilità civi-le) si sono ridotte nel primo caso

da 827 milioni a 793 (-4%) e nel secondo da 1,5 miliardi a 1,393 (-7,5%). E anche per quanto ri-guarda l’addizionale sull’energia elettrica le province in un anno (da settembre 2009 a settembre

2010) hanno perso per stra-da circa 40 milioni di euro (da 641 milioni a 601).

Superato il 2011 le pro-vince potranno intravede-re nuovamente la luce. Nel 2012 entrerà a regime il nuovo assetto fi scale dise-gnato dal decreto legislativo approvato giovedì scorso dal consiglio dei ministri e l’im-posta sull’Rc auto (esclusi i ciclomotori) diventerà a tut-ti gli effetti tributo proprio delle province con un’ali-quota di base del 12,5% che dal 2014 potrà essere aumentata o diminuita di 2,5 punti percentuali.

Confermata l’Ipt, nel pa-niere dei tributi provinciali entrerà la compartecipa-zione all’accisa sulla ben-zina, la cui aliquota verrà determinata con dpcm in modo da assicurare entrate corrispondenti alle vecchie

fonti di fi nanziamento a cui in-vece gli enti intermedi dovranno rinunciare. Se si considera che le province perderanno 1,3 mi-liardi di trasferimenti statali, 1,116 miliardi di compartecipa-

zione Irpef (istituita nel 2003 e sempre prorogata fi no al 2011) e 601 milioni di euro di addiziona-le all’accisa sull’energia elettrica (che dal 2012 passerà allo stato) il valore del nuovo cespite pro-vinciale è presto fatto: 3 miliardi di euro.

E veniamo alla comparteci-pazione al bollo auto. Partirà nel 2013 e dovrà sostituire i trasferimenti di parte corrente che le regioni a statuto ordina-rio attualmente assicurano per fi nanziare le spese delle proprie province. Secondo la Copaff, che nella relazione presentata al parlamento il 30 giugno scorso ha preso in considerazione i bi-lanci regionali del 2008, si tratta di un assegno di 2 miliardi e 238 milioni l’anno. A cui le province dovranno dire addio. In compen-so però ciascuna regione dovrà riconoscere agli enti intermedi del proprio territorio una com-partecipazione tale da coprire integralmente i trasferimenti regionali soppressi. E la fetta di bollo auto spettante alle province potrà ulteriormente aumentare se ci saranno ulteriori contributi regionali da tagliare.

Sull’aborto, al Consiglio d’Europa, vince la linea piu’ favorevole alla difesa del diritto all’obiezione di coscienza da parte del per-sonale sanitario. Questo il risultato del confronto av-venuto giovedì scorso nel corso dei lavori dell’assem-blea parlamentare di Stra-sburgo. La risoluzione e’ stata approvata con 56 si’, 51 no e quattro gli astenuti. Tra i maggiori cambiamenti introdotti la cancellazione del richiamo all’obbligo per i medici di informare i pa-zienti su tutte le opzioni di cura disponibili, indipenden-temente dal fatto che tali in-formazioni possano indurre il paziente a seguire una cura a cui l’operatore sani-tario obietta. E’ stato poi inserito un paragrafo che af-ferma che «nessuna persona o ospedale o istituzione puo’ essere obbligata o ritenuta responsabile o discriminata se rifi uta per qualsiasi moti-vo di eseguire o assistere un aborto, anche spontaneo».

CONSIGLIO UE

Aborto, vince

l’obiezione

Il ministro per la p.a. e l’in-novazione Renato Brunetta e il presidente della regione Piemonte Roberto Cota han-no fi rmato nei giorni scorsi presso la sala giunta della re-gione Piemonte un protocollo d’ intesa per la realizzazione del programma di innovazio-ne dell’azione amministrati-va fi nalizzato a incrementare l’accessibilità dei sistemi di e-government. Il protocollo rafforza l’impegno assunto dalla regione Piemonte di avvicinarsi sempre di più alle esigenze e alle aspettative del cittadino e le imprese, contri-buendo quindi alla riduzione degli oneri burocratici e di semplifi cazione nell’offerta dei servizi della regione.

«Nell’ambito dell’atti-vità di concertazione per l’aggiornamento della legge regionale quadro sul com-mercio, la numero 33 del ‘99, al fi ne di renderla più rispondente alle esigenze de-gli operatori e dei consuma-tori, è stato aperto un tavolo tecnico con le associazioni di categoria volto a defi nire nuove date per i saldi nel Lazio» ha affermato l’asses-sore alle attività produttive e alle politiche dei rifi uti della regione Lazio, Pietro Di Pa-olo. «La riforma della legge sul commercio, all’interno della quale sono disciplinati i saldi, sarà varata, secondo i tempi che ci siamo dati, entro il 2011» ha concluso Di Paolo.

Anche a settembre si è confermato l’interesse delle amministrazioni pubbliche e dei cittadini per «Mettiamoci la faccia», il sistema di rile-vazione della customer sati-sfaction attraverso l’ausilio degli emoticon (le cosiddette faccine) promosso dal mini-stro per la p.a. e l’innovazio-ne Renato Brunetta. Grazie ai 400 mila feedback espressi nel mese dai cittadini-clienti, le valutazioni complessive dall’avvio dell’iniziativa hanno superato la soglia dei 4 milioni. Il mese di set-tembre ha registrato anche nuove adesioni al progetto, in particolare quella del primo gruppo bancario: si tratta di Unicredit spa, che avvierà la rilevazione su alcuni servizi web erogati nell’ambito di «Reti Amiche».

Prosegue la collabora-zione fra comuni lombardi e Agenzia delle entrate sul fronte del contrasto all’eva-sione. È infatti in program-ma a Bergamo, per i giorni 14 e 15 ottobre prossimi, il convegno di formazione «Fe-deralismo e partecipazione dei comuni all’accertamento, metodologie di controllo e segnalazioni qualificate» che si terrà presso la Fiera in via Lunga. L’evento nasce dalla collaborazione ormai consolidata fra la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, il comune e la pro-vincia di Bergamo, l’Anci Lombardia e l’Inps.

BREVI

Partecipa! Avrai la possibilità di dialogare personalmente con i Collaboratori di ItaliaOggi

e di porre loro le Tue domande su varie tematiche di grande interesse e attualità.

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LE TEMATICHE O I COLLABORATORI

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I trasferimenti delle regioni alle province

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Emilia-Romagna 192196287

Lazio 26019090

Liguria 91598736

Lombardia 395564640

Marche 94260564

Molise 456000

Piemonte 392353827

Puglia 93998608

Toscana 269367278

Umbria 62504635

Veneto 179390319

Totale 2238017725

Fonte: Copaff. Dati su bilanci regionali 2008

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34 Martedì 12 Ottobre 2010

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AVVISO D’APPALTOAGGIUDICATO

Si rende noto che il Comune di Genova,mediante procedura aperta, ha assegnatol’appalto avente ad oggetto “noleggio edassistenza tecnica di sistemi di copiaturamultifunzione ad uso degli Uffici Comunali,delle scuole Infanzia, Asili Nido, Musei,Biblioteche e del Centro Stampa di ViaGaribaldi 9 e del relativo software digestione delle periferiche per il periodo01/11/2010 - 31/10/2015”.L’avviso di appalto aggiudicato è stato inviatoalla G.U.C.E. il 27/09/2010, è affisso all'AlboPretorio del Comune dal 27/09/2010, è in corsodi pubblicazione sulla G.U.R.I. ed è scaricabilesui siti internet www.comune.genova.it ewww.appaltiliguria.it

IL DIRIGENTE(Dott. Alessio Canepa)

Il Compartimento della Viabilità per la Toscana, Viale dei Mille 36 - 50131 FIRENZE Tel. 055/56401

rende noto che sarà esperito il seguente appalto a procedura aperta ai sensi degli artt. 81, 82 e 86

del D.Lgs 163/2006 avente per oggetto: PA 15/10 provincie di Pisa - Lucca e Pistoia - Servizio:

manutenzione ordinaria - S.S. 12 dell’Abetone e del Brennero - 12 Radd. - 12 Variante Ponte a Moriano

- Servizio triennale operazionale invernale dal Km 3+219 al Km 7+030 e dal Km 25+788 al Km 91+450

della S.S. 12; dal Km 0+000 al Km 9+500 della S.S. 12 Radd.; dal Km 0+000 al Km 4+000 della

Variante di Ponte a Moriano - Importo totale lordo dei servizi a corpo € 499.800,00 oneri sicurezza

€ 22.000,00 importo soggetto a ribasso € 477.800,00 - CUP F52C10000030001. Responsabile del

procedimento Ing. Alfredo Cavalcanti. Il bando di gara è stato trasmesso alla Commissione Europea

in data 30.09.2010, ed è pubblicato presso questo Compartimento, l’Albo Pretorio del Comune di

Firenze, la G.U.R.I. n. 118 del 11.10.2010, il profi lo committente www.stradeanas.it, il sito informatico

del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e sul sito informatico presso l’Osservatorio sui lavori

pubblici. Le offerte e la documentazione per la partecipazione dovranno pervenire, pena l’esclusione,

entro le ore 12.00 del giorno 10.11.2010 all’indirizzo di questo Compartimento con le modalità e le

prescrizioni indicate nel citato bando e nel relativo disciplinare.Il Capo Compartimento

Dott. Ing. Antonio Mazzeo

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilità

per la Toscana

VIALE DEI MILLE, 36 - 50131 FIRENZE

Tel. 055/56401 - Fax 055/573497

sito internet www.stradeanas.it

ESTRATTO DEL BANDO DI GARA

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOAgenzia per i Servizi – Ufficio Gestione Gare

ESTRATTO DI BANDO DI GARA

Si rende noto che la Provincia Autonoma di Trento - AGENZIA PER I SERVIZI – ha indetto procedura aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/2006, del D.P.R. 554/99 e del D.P.R. 25/01/2000, n. 34 per l’appalto dei “LAVORI PER IL RIASSETTO COMPLESSIVO DEL COMPENDIO IMMOBILIARE “G. REA” IN BASELGA DI PINE’ – EDIFICIO A”, per l’importo complessivo di € 879.551,45. La procedura viene indetta dall’Agenzia per i servizi su delega della Comunità Alta Valsugana e Bersntol ai sensi della convenzione n. 7 dd. 15 ottobre 2009.L’aggiudicazione avverrà con il criterio del prezzo più basso con offerta a prezzi unitari ex art. 82, c. 2 lett. a) D.Lgs. 163/2006.Le imprese interessate possono presentare l’offerta all’AGENZIA PER I SERVIZI – Ufficio Gestione Gare, Trento Via Dogana 8, 1^ piano–stanza 101.Bando, disciplinare di gara, modelli per rendere le dichiarazioni per la partecipazione, la “Lista delle categorie” e il cd-rom contenente gli elaborati progettuali potranno essere ritirati all’indirizzo di cui sopra. Bando, disciplinare di gara, modelli per rendere le dichiarazioni per la partecipazione e l’elaborato “Schede di valutazione offerte anomale”, possono essere scaricati dal sito www.appalti.provincia.tn.it.Il termine di presentazione delle offerte è fissato alle ore 12.00 del 23 novembre 2010. La prima seduta di gara è fissata per il giorno 25 novembre 2010 – ore 9.00.

IL SOSTITUTO DIRIGENTE DELL’AGENZIA - dott. Leonardo Caronna -

AVVISO DI GARA ESPERITAGARA N° 2A2010 - S.S. 125 - Lavori di realizzazione degli impianti tecnologici nella galleria Genna

Ortiga in ordine ai lavori di costruzione della nuova SS.125. Tronco: Tertenia-Tortoli 3° lotto 1° e

2° stralcio. Importo complessivo dell’appalto Euro 6.000.000,00=. Offerte pervenute n. 42, offerte

ammesse 34, impresa migliore offerente S.I.E.I. SRL - ribasso offerto 57.03300%.

Esiti comunicati alla G.U.C.E. il 30/09/2010 e pubblicati sulla G.U.R.I., albo Stazione Appaltante,

albo comune di Cagliari, sito internet www.stradeanas.it. e sito informatico del Ministero delle

Infrastrutture e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a: ANAS Spa (società

con socio unico) - sede compartimentale della Sardegna - Uffi cio Gare Via Biasi, 27 - 09131 CAGLIARI

- Tel. 070/52971 - Fax 070/5297268.IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO

Gianni Cossu

VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI

Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilità

per la Sardegna

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35Martedì 12 Ottobre 2010MaDIRITTO E AGRICOLTURA

ItaliaOggi anticipa la comunicazione sulla Pac del futuro del commissario Ue all’agricoltura, Ciolos

Una rendita sicura per l’agricoltoreVerso l’aiuto minimo garantito. Ecobonus e incentivi ai piccoli

DI LUIGI CHIARELLOE GIANLUCA CAZZANIGA

La futura politica agricola europea si baserà su aiuti diretti più snelli e selettivi. A un tasso base di fi nanzia-

mento, che servirà come sostegno al reddito (o rendita minima), si ag-giungeranno aiuti supplementari, legati ad azioni «ecologiche» e pa-gamenti erogati solo in caso di spe-cifi ci svantaggi naturali. Non solo. Verranno previsti aiuti mirati per le piccole imprese, ma nella quan-tifi cazione degli incentivi erogabili, si riconoscerà anche l’apporto che le grandi aziende agricole danno in termini di occupazione. Inoltre, ver-rà defi nito un sistema di stabiliz-zazione e sostegno dei redditi, che soccorrerà gli agricoltori incappati in gravi crisi di mercato. È quan-to prevede la comunicazione sulla futura Pac (2014-2020), che Italia-Oggi è in grado di anticipare, e che il commissario europeo all’agricol-tura, Dacian Ciolos, presenterà il 17 novembre all’Europarlamento. La proposta Ciolos - che non esclude una redistribuzione dei fondi tra gli stati membri - prevede tre approc-ci differenti per aggiornare la Pac: uno conservativo, uno riformista e uno radicale, che prevede addirit-tura un drastico taglio agli aiuti agricoli. La decisione spetterà agli eurodeputati e ai governi dei 27 sta-ti europei. Anche se, ad oggi, la gran parte degli addetti ai lavori e dei cittadini crede che la futura politica agricola debba rimanere comune, forte e basata su due pilastri: aiuti annuali ai contadini e fondi plurien-nali per lo sviluppo rurale. Questo, stando alle coordinate emerse dal dibattito pubblico sulla Pac (che ItaliaOggi ha seguito costante-mente nei mesi scorsi), culminato a luglio in una conferenza a Bruxel-les; un vero e proprio «referendum sulla Pac», insomma, che ha riba-dito la volontà di avere una politi-ca agricola europea, piuttosto che tante politiche nazionali e regionali. Tornando alla comunicazione, questa evidenzia come tocchi alla Pac affrontare nuove sfi de, tra cui i cambiamenti climatici, senza ve-nir meno ai vecchi obiettivi. E cioè garantire la sicurezza alimentare in Europa e garantire un reddito adeguato agli agricoltori, visto che questi forniscono beni e servizi pubblici a tutti, come la tutela del paesaggio. Altro punto che Ciolos affronta è la struttura della futura politica agricola europea. La nuo-va Pac dovrà essere più semplice e trasparente, pur mantenendo l’at-tuale suddivisione in due pilastri: - gli aiuti diretti agli agricolto-ri (che assorbono la parte più consistente del bilancio Pac), - e i fondi per lo sviluppo rurale. «C’è largo consenso sul fatto che la distribuzione dei pagamenti diretti debba essere rivista e resa più com-prensibile ai contribuenti» si legge

nella comunicazione. «Indirizzare il supporto esclusivamente agli agri-coltori attivi e remunerare i servizi pubblici che forniscono alla società aumenterebbe l’efficacia e l’effi-cienza del sostegno e legittimereb-be ulteriormente la Pac», chiosa il documento. E ancora: «Tutto questo deve avvenire nell’ambito di risorse di bilancio limitate e considerando il severo impatto della risi economica sull’agricoltura». Del resto, recente-mente, lo stesso ministro italiano all’agricoltura, Giancarlo Galan, aveva ribadito che gli aiuti diretti ai contadini europei sono destinati a restare il pilastro fondamentale della futura Pac. Galan, però, aveva

anche ammesso che il bilancio della nuova politica agricola sarà più bas-so di quello relativo al periodo 2007-2013, per via della crisi economica. Il quadro. Negli ultimi anni il bi-lancio annuale della politica agri-cola europea si aggirava intorno ai 50 miliardi di euro, pari a cir-ca il 40% del budget complessivo dell’Ue. La maggior parte di que-sti fondi viene assorbita da aiuti diretti annuali agli agricoltori dei vari stati membri, ma la distribu-zione è diseguale. Oggi un conta-dino greco prende in media 500 euro a ettaro, mentre un collega lettone riceve circa 100 euro a et-taro. Un agricoltore italiano, inve-

ce, prende circa 300 euro per ettaro. Rendita minima, più bonus. Nel corso del dibattito sulla Pac è emer-sa la proposta di creare un unico pagamento a tasso fi sso per tutti i contadini europei. Questa opzione, però, non tiene conto delle diverse condizioni che sussistono nei vari paesi e nelle varie regioni europee. Per questo Ciolos ha pensato di presentare un sistema misto: da un lato una rendita minima per tutti gli agricoltori europei, dall’al-tro una serie di aiuti aggiuntivi come quelli legati a azioni ecologi-che. Ad esempio la rotazione delle colture. La sostenibilità del resto è uno dei punti centrali sollevati nei

mesi scorsi dall’Europarlamento. Tempistica. L’Assemblea di Stra-sburgo ha presentato il suo con-tributo alla riforma, approvando a luglio la relazione di George Lyon, in cui si sottolinea la necessità di una Pac più sostenibile. La Com-missione Ue pubblicherà le linee guida sul futuro della Pac a fi ne novembre e presenterà proposte di legge intorno a metà 2011. Poi la palla passerà a eurodeputati e governi europei, che dovranno emendare e approvare le propo-ste dell’esecutivo comunitario. Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore nel 2014.

© Riproduzione riservata

nella comunicazione Indirizzare il anche ammesso che il bilancio della ce prende circa 300 euro per ettaro mesi scorsi dall’Europarlamento

Tre ipotesi di riforma sul tavolo della CommissionePAGAMENTI DIRETTI MISURE DI MERCATO SVILUPPO RURALE

Prima ipotesi - MIGLIORAMENTO DELLO STATUS QUO

Verrà introdotta più equità nella distribuzione dei pagamenti diretti tra stati membri (ma verrà lasciato invariato l’attuale sistema di pagamento)

Ver ranno ra f fo r za t i g l i strumenti di gestione del rischio

Verranno razionalizzati e semplif icati gli strumenti d i me r c a to es i s t en t i , oveconsiderato appropriato

Sarà mantenuto l’orientamento assunto con l’Health check di aumentare i finanziamenti per far fronte alle sfide legate a cambiamenti climatici, acqua, biodiversità, energie r innovabil i e innovazione

Seconda Ipotesi – AIUTI PIÙ EQUILIBRATI, MIRATI E SOSTENIBILI

Si introdurrà più equità nella distribuzione dei pagamenti diretti tra stati membri e si lavorerà a un sostanziale cambiamento della loro architettura

I pagamenti diretti saranno così composti:- un tasso base di i nanziamento, che servirà come sostegno al reddito- un aiuto supplementare obbligatorio per specii ci beni pubblici “ecologici”; i nalizzato a sostenere azioni agroambientali semplici, generalizzate, annuali e non contrattualizzate. L’aiuto sarà erogato in base ai costi supplementari sostenuti per eseguire tali azioni- un pagamento supplementare volontario e coi nanziato, per compensare da specii ci svantaggi naturali- un sostegno volontario aggiuntivo accoppiato, previsto per specii ci settori e regioni*

Verrà introdotto un aiuto mirato per le piccole imprese

Verrà introdotto un limite massimo del tasso base di aiuti diretti, considerando nel contempo il contributo che le grandi aziende agricole danno all’occupazione rurale

*questo incentivo sarà equivalente agli aiuti accoppiati, oggi erogati in base all’articolo 68 e alle altre misure di aiuto accoppiato

Ve r r anno m i g l i o r a t i e semplif icati gli strumenti di mercato esistenti, ove necessario

Gli strumenti esistenti saranno adeguati e integrati, afi nché siano meglio allineati alle priorità dell’Unione europea. Gli aiuti verranno focalizzati su ambiente, ristrutturazione aziendale e innovazione. Rafforzando le iniziative regionali e locali

Verranno rafforzati gli strumenti esistenti di gestione del rischio e verrà introdotto uno strumento di stabilizzazione dei redditi opzionale e compatibile con la scatola verde Wto. Il tutto per compensare gli agricoltori dalle perdite sostanziali di reddito

Potrebbe essere prevista una cer ta redistribuzione dei fondi tra stati membri sulla base di criteri oggettivi

Terza Ipotesi - ABOLIZIONE DEI SOSTEGNI AL MERCATO E AL REDDITO

Sarà prevista una fase di transizione per portare a chiusura (phase-out) i pagamenti diretti nella forma attuale

Saranno attivati, invece, pagamenti limitati per beni pubblici ambientali e ulteriori specii ci pagamenti legati a condizioni naturali di svantaggio

Verranno abolite tutte le misure di mercato, con la potenziale eccezione delle clausole di disturbo che potrebbero essere attivate in tempi di grave crisi

Le misure saranno orientate principalmente su cambiamento climatico e aspetti ambientali

Un comune, ai fi ni dell’Ici, può de-terminare periodicamente il va-lore venale dei terreni per zone omogenee; qualora questa deter-

minazione periodica non sia stata realizza-ta (per il comune è una facoltà e non un obbligo), in caso di accertamento le relative sanzioni non saranno dovute. Sono queste le conclusioni della sezione tributaria della cassazione, che si leggono nella sentenza n.20872/10 depositata nella cancelleria della Corte lo scorso otto ottobre. La ver-tenza trae origine da un accertamento Ici con cui, Castelnuovo Rangone, comune della provincia di Modena, rettifi cava i valori Ici dichiarati da una società a responsabilità limitata per diversi appezzamenti di ter-reno situati nello stesso comune. Ricorrendo con-tro questo atto, la società eccepiva il vizio di moti-vazione e ne chiedeva l’annullamento, nonché

la disapplicazione delle relative sanzioni ai sensi dell’articolo otto del dlgs 546/92. La Commissione provinciale, con una sentenza che veniva confermata in appello dalla Com-missione regionale di Bologna, dichiarava non dovute le sanzioni e rigettava nel resto. Contro questa decisione il comune ricorreva in cassazione. Nel ricorso principale rivol-to alla Corte, l’ente aveva sostenuto che, i giudici di merito, dichiarando la non appli-cabilità delle sanzioni ai sensi dell’articolo 8 del dlgs n. 546/92, non avevano tenuto in considerazione che l’accertamento ici non presuppone che sia preventivamente attri-buito un valore ai singoli terreni; il comune aggiunge che, l’articolo 59 del dlgs n.446/97 infatti, non prevede alcun obbligo per i co-

muni di determinare il valore dei terreni ai fi ni Ici, ma ne attribuisce solo una facoltà. La Corte di cassazione ha confermato quanto stabilito nei precedenti gradi di me-

rito, rigettato il ricorso del comune di Ca-stelnuovo Rangone e stabilito un principio di grande interesse generale. Gli ermellini, infatti, rigettando il ricorso e confermando la non applicabilità delle sanzioni alla ret-tifi ca, hanno stabilito che la determinazione prevista dall’articolo 59 citato, che consente ai comuni di determinare il valore venale dei terreni per zone omogenee, pur non aven-do natura imperativa, svolge una funzione analoga a quella degli studi di settore o dei redditometri ai fi ni delle imposte dirette; se predisposta, questa valutazione fornisce al contribuente un parametro di riferimento. Tuttavia conclude il collegio di piazza Ca-vour, in assenza di una chiara e disattesa normativa e in mancanza di parametro di riferimento (per non avere il comune de-terminato il valore venale dei terreni), la condotta del contribuente non può essere sanzionata.

Benito e Nicola Fuoco© Riproduzione riservata

LA CASSAZIONE INTERVIENE SULLA DETERMINAZIONE DEL VALORE DEI TERRENI

Ici, se il comune è pigro la sanzione non scatta

La comunicazione sulla Pac su www.Ita-liaOggi.it/documenti

La sentenza sul sito www.ItaliaOggi.it/documenti

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36 Martedì 12 Ottobre 2010 LAVORO E PREVIDENZA

Una circolare dell’Inpdap illustra le novità introdotte dalla manovra estiva (legge 122/2010)

Tfr a rate ai dipendenti pubbliciNella stretta sulla buonuscita anche le casse dei professionisti

DI DANIELE CIRIOLI

Il pagamento rateale della buonuscita non riguarda solo i dipendenti di pubbli-che amministrazioni, ma

anche i dipendenti di organismi che, pur non avendo natura spe-cifi ca di pa, rientrano comunque nell’elenco degli enti i cui bilanci sono inseriti nel conto consolida-to dello Stato. Tra questi, dunque, i dipendenti di federazioni, con-sorzi, istituti di ricerca, ammini-strazioni locali, enti previdenziali e casse professionali. Ai fi ni del pagamento rateale, inoltre, la prima rata rispetterà i termini di legge (tra il 181mo e il 270mo giorno dopo la cessazione dal servizio), mentre la seconda e la terza rata saranno poste in paga-mento, rispettivamente, dopo 12 e 24 mesi dalla prima. Lo precisa, tra l’altro, l’Inpdap nella circolare n. 17/2010.

Manovra estiva. La circolare illustra e spiega le novità del dl n. 78/2010 (convertito dalla legge n. 122/2010) in tema di trattamento di fi ne servizio e di fi ne rappor-to, con placet del ministero del lavoro. L’articolo 12, comma 7,

della manovra, infatti, ha intro-dotto nel pubblico impiego una nuova regola di pagamento delle indennità di fi ne servizio; mentre il comma 10 ha disposto, a parti-re dalle anzianità maturate dal 1° gennaio 2011, che tutti i trat-tamenti di fi ne servizio vengano determinati secondo le regole del codice civile (articolo 2120), cioè come avviene per i dipendenti privati.

Buonuscita a rate. Il paga-mento rateale della buonusci-ta si applica a condizione che l’ammontare della prestazione sia superiore a 90 mila euro. In primo luogo, l’Inpdap precisa che l’ambito di applicazione di questa

nuova modalità di erogazione non interessa solo i dipenden-ti diretti della pa, ma anche i lavoratori dipen-denti da enti che rientrano nel bilancio conso-lidato dello sta-to (elenco Istat individuato ai sensi dell’arti-

colo 1, comma 3, della legge n. 196/2009). Nel dettaglio, il paga-mento della buonuscita avviene: in unico importo annuale se in-feriore a 90 mila euro; in due im-porti annuali se d’importo supe-riore a 90 mila euro ma inferiore a 150 mila euro (prima tranche di 90 mila euro e seconda pari al residuo importo); in tre importi annuali se superiore a 150 mila euro (prima tranche di 90 mila euro, seconda di 60 mila euro e terza pari al residuo importo).

Il limite d’importo della buo-nuscita, spiega l’Inpdap, è consi-derato al lordo delle trattenute fi scali e, quindi, anche delle even-tuali esenzioni fi scali spettanti.

Per quanto riguarda i termini di pagamento, l’Inpdap precisa che la prima rata (o unico versa-mento) avverrà non prima di 181 giorni e non oltre 270 giorni dalla cessazione di servizio, come stabi-lito per legge (legge n. 140/1997). Nelle ipotesi di cessazioni dal servizio per limiti di età o di ser-vizio, per decesso o per invalidità, il pagamento verrà disposto en-tro 105 giorni dal collocamento a riposo. Le altre tranche (una o due, a seconda dei casi), spiega l’Inpdap, saranno poste in paga-mento rispettivamente dopo 12 e dopo 24 mesi dalla prima (sarà considerato il limite di 270 giorni dopo la cessazione dal servizio in caso di tardato pagamento della prima rata).

La novità del pagamento rate-ale non si applica alle buonusci-ta relative a pensionamenti per limiti di età che intervengano entro il prossimo 30 novembre, a patto che le dimissioni siano state presentate entro il 31 mag-gio 2010. L’Inpdap precisa che questa deroga interessa anche coloro che, raggiunto il requisito del limite di età, hanno chiesto il trattenimento in servizio ma,

durante tale periodo e in ogni caso entro il 30 novembre 2010, decidano di recedere dal rapporto di lavoro.

Dal 2011 tutti a tfr. Dal prossimo anno tutte le buonu-scita verranno calcolate secondo le regole del tfr. Ciò determina, spiega l’Inpdap, un calcolo in 2 quote dell’indennità per chi è in servizio: una prima quota re-lativa all’anzianità che è stata maturata al 31 dicembre 2010, secondo le vecchie regole; la se-conda quota, per le anzianità che sono maturate dal 1° gennaio 2011 in poi, attraverso l’appli-cazione dell’aliquota del 6,91% alla retribuzione contributiva utile ai fi ni del trattamento di fi ne servizio, per ciascun anno di servizio (si veda tabella). Infi ne, l’Inpdap precisa che la normativa ha cambiato soltanto le regole di calcolo della prestazione, ma non anche la «natura» della stessa che, dunque, rimane quella del trattamento di fi ne servizio. Ciò signifi ca, tra l’altro, che le voci retributive utili ai fini di tale indennità restano tutte confer-mate.

© Riproduzione riservata

Altre volte vi ho parla-to di quell’anziano col-lega meridionale che ogni tanto mi scrive per raccon-tarmi le sue sconfitte oppure i suoi successi professionali o privati.

L’ultima telefonata ri-guarda un problema pri-vato: sua nuora Desdemona pretende un contributo men-sile per mantenere in vita e agli studi il figlio Corrado, mio adorato nipote.

Le ho risposto che mi mancano i mezzi per esaudire la sua richiesta. Sai bene che mia moglie è malata di cento mali, sep-pure immaginari, ma io non posso fare a meno di gira-re da un professorone a un altro, tutti i miei risparmi vanno lì.

Vedi di cavartela da sola, lavori, i soldi ce l’hai, le ho risposto, fermo restando che, qualora avan-zi qualcosa del mio bilan-cio, provvederò a passartela immediatamente.

Ma Desdemona insiste in un modo che mi pare eccessivo. Velatamente dice

addirittura che se non le assicuro un fisso mensile proibirà al ragazzo di ve-nirmi a trovare per studia-re insieme la storia.

Capisco le sue ragio-ni, mi dice il collega, ma io non posso impegnarmi in un contributo fisso, an-che se sono il nonno, cioè un parente di secondo grado, per di più affezionatissimo a quel nipote. Che mi con-sigli?

Il consiglio migliore, gli rispondo, te lo dà la Cassazione, che recentemen-te (20509/2010), ha deciso, esaminando un caso ana-logo, che i nonni non sono obbligati a mantenere i ni-poti, a norma dell’art. 147 c.c.: «Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi di... mantenere i figli».

Spiegaglielo a tua nuo-ra che non bisogna esage-rare coi nonni, specie quel-li con la moglie afflitta da tanti e immaginari mali.

Valfrido Paoliconsulente del lavoro

[email protected]© Riproduzione riservata

STORIE DI LAVORO

Non esageriamo coi nonni

DI SIMONA D’ALESSIO

Dieci milioni di euro per dare lo sprint alle im-prese laziali affinché assumano lavoratori

svantaggiati e si impegnino nel-la prevenzione del sommerso. È questa la dote di «Lavoro in chia-ro», l’iniziativa promossa dall’as-sessorato lavoro e formazione della regione Lazio, presentata ieri mattina per sostenere, ha spiegato la governatrice Renata Polverini, «non soltanto l’occupa-zione, ma la buona occupazione». La sovvenzione, messa a disposi-zione dall’amministrazione regio-nale grazie alle risorse del Fondo sociale europeo attraverso un bando che scadrà il 30 settembre 2011, avrà come destinatari da un lato le imprese laziali (profi t e non profi t, attive in qualunque comparto produttivo e di qual-siasi dimensione), e dall’altro i disoccupati da almeno sei mesi, i senza lavoro over50, quelli con una bassa scolarità (privi, cioè, di un titolo di scuola secondaria superiore o di una qualifi cazione professionale) e gli adulti soli inoccupati con una o più persone a carico. L’obiettivo, ha precisato l’assessore Mariella Zezza, è cre-are «nei prossimi anni almeno 1.000 occupati in più», assestando un colpo al fenomeno del lavoro irregolare, tema «molto sentito

nel nostro territorio visto che i lavoratori irregolari nel Lazio sono quasi 270 mila, di cui oltre il 60% nella provincia di Roma» e a seguire in quelle di Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo. Ecco come verranno erogati i fi nanzia-menti: «Il benefi cio minimo con-cesso in ragione della condizione di svantaggio è di 5 mila euro», ha evidenziato Zezza, «e quello mas-simo di 12 mila», pertanto Lavoro in chiaro può raggiungere circa 1.000 persone in cerca di occu-pazione che, ha proseguito, «pos-sono, a seconda delle richieste e degli incentivi erogati, arrivare fi no a 2 mila». La Regione, inoltre, ha scelto di giocare anche la carta delle agevolazioni per la forma-zione, giacché il datore di lavoro può usufruire di voucher succes-sivi all’assunzione dell’importo di 2 mila euro. Per diffondere questa interessante opportunità, gestita da un organismo intermedio com-posto da Ernst&Young, MBS e Studio Come, dal 18 al 22 ottobre verranno promossi cinque semi-nari nei capoluoghi di provincia; per una corretta compilazione delle domande, però, ci si può rivolgere anche al numero verde 800925525, oppure consultare il sito www.portalavoro.regione.la-zio.it e conoscere un innovativo strumento, «Tribù», per tradurre dal burocratese all’italiano quan-to scritto nei bandi regionali.

Dalla regione stanziati 10 milioni di euro

Imprese laziali, aiuti ad assumere

Prorogato al 15 novembre 2010 il termine di presenta-zione delle domande di par-tecipazione al bando per la valorizzazione del capitale umano e il sostegno dell’oc-cupazione giovanile nelle pmi di Milano e provincia. L’iniziativa è rivolta alle as-sunzioni/trasformazioni/qualifi cazioni di contratti effettuate dal 21/06/2010 e fi no al 15/11/2010. Si tratta di contributi per un milione di euro. Info: ht-tp://www.mi.camcom.it

Ingegneri e architetti liberi professionisti, società di professionisti e società d’ingegneria, devono pre-sentare a Inarcassa la di-chiarazione obbligatoria del reddito professionale e/o del volume d’affari riferita all’anno 2009 entro il 31 ottobre 2010, in via te-lematica tramite il servizio Inarcassa On line.

Luca Aniasi è stato no-minato presidente dall’as-semblea generale dell’Inaa, International network of accountants and auditors tenutasi. L’Inaa è l’asso-ciazione internazionale di commercialisti e revisori contabili ed è presente in 45 nazioni. Aniasi, com-mercialista milanese e ma-naging partner di Aniasi Leonetti, sede romana del gruppo Resolve, ha 47 anni e ha maturato esperienze professionali in Italia e all’estero.

BREVI

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37Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 12 OttoP R O F E S S I O N I

In Gazzetta il bando con la ripartizione delle risorse

Fondi ai ricercatoriIn arrivo 50 mln per le eccellenze

DI BENEDETTA PACELLI

Cinquanta milioni di euro per provare a svecchiare la ricerca italiana. Con il pro-

gramma «Futuro in Ricerca 2010» (Gazzetta Ufficiale 237 del 9-10-10) il ministero punta a favorire il ricambio genera-zionale e a sostenere le eccel-lenze scientifiche presenti negli atenei e negli enti di ricerca. Saranno le casse del Firb, il Fondo per gli investimenti del-la ricerca di base, a dare fiato al programma che prevede, per questo anno, tre linee di intervento: la prima, con uno stanziamento pari a 10 milioni di euro, per progetti di ricerca che hanno come responsabile di progetto, dottori di ricerca ita-liani non strutturati presso gli atenei e gli enti pubblici di ri-cerca che non abbiano compiu-to il 32esimo anno di età e che abbiano conseguito il dottorato

di ricerca da più di due anni e da meno di sei. Altri 20 milioni, poi, rivolti a dottori di ricerca che non abbiano compiuto il 36esimo anno di età e che, alla stessa data, abbiano consegui-to il dottorato di ricerca da più di sei anni e da meno di dieci. Infine 20 milioni per progetti di giovani docenti o ricercatori di età non superiore a 40 anni. I progetti di ricerca, anche a rete, sono finanziabili se di durata almeno triennale e se rientran-ti in uno qualsiasi dei settori scientifici definiti dall’Europe-an research council. Avranno quindi priorità le tematiche relative alle energie alterna-tive e sostenibili, all’agricoltu-ra e ambiente, al patrimonio artistico-culturale e ambien-tale, alla mobilità sostenibile, alla salute e alle scienze della vita, ritenute strategiche per l’economia nazionale. Per cia-scun candidato non è ammessa la partecipazione a più di un

progetto. Il costo della singo-la proposta progettuale dovrà essere compreso fra 300.000 e 1.200.000 euro; il programma prevede la copertura del 70% dei costi esposti, fatta eccezione per i contratti con giovani ri-cercatori, interamente a carico del ministero dell’istruzione e dell’università. Due le scadenze previste per aderire al bando: 15 novembre 2010 per i respon-sabili di unità e il 23 novembre 2010 per i coordinatori di pro-getto. A selezionare le propo-ste sarà la Commissione Firb che ha la responsabilità della valutazione dei progetti e fun-zione di garanzia. Per farlo si avvarrà sia dell’opera di reviso-ri anonimi sia di panel esperti ognuno dei quali composto da tre specialisti di settore. Con un decreto ad hoc, poi, verran-no rese pubbliche le graduato-rie dei progetti finanziati una per ogni linea di intervento.

© Riproduzione riservata

DI DUILIO LUI

Un appello al parlamento per approvare subito la riforma della professione legale e av-vicinare così l’Italia agli altri paesi europei. È la posizione che ha messo d’accordo tut-ti gli intervenuti al convegno «Troppi avvocati in Italia? Confronto con l’Europa», organizzato ieri dall’Ordine degli avvocati di Milano.Del resto, i dati diffusi nel corso del convegno dovreb-bero spingere il legislatore a mettere mano al settore: in Italia ci sono 26,4 avvo-cati ogni giudice, mentre in Francia il rapporto scende a 7,1, in Germania a 6,1 e in Inghilterra addirittura a 3,2. Questo rapporto influisce anche sul numero dei cas-sazionisti, che in Italia è di 44.817, mentre in Francia è solo di 95 è in Germania si ferma a 44. Per il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Paolo Giuggioli «oc-corre ripartire dal progetto di riforma della professione che giace in parlamento (do-mani dovrebbe riprendere la discussione in senato, ndr), che prevede criteri più strin-genti in tema di ammissione e permanenza nell’albo». Tra le misure previste, una presele-zione per l’accesso all’esame di Stato e l’esercizio conti-nuo della professione come requisito per restare iscritti. «L’esistenza stessa dell’inte-ra categoria forense», se-condo Giuggioli, «è legata all’attuazione di un incisivo percorso di modernizzazio-ne dal quale deve emergere una professione rinnovata, maggiormente qualifi cata e aperta al mercato interna-zionale».

FOCUS A MILANO

Avvocati, in Italia

sono troppiGiovani commercialisti in pressing per l’introduzione del limite al cumulo degli incarichi sindacali nelle so-cietà non quotate. L’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili ha infatti invita-to tutti gli iscritti all’albo a scrivere al consiglio na-zionale per esternare la propria posizione favore-vole all’introduzione del tetto. Non solo. L’Ungdcec «invita inoltre il Consiglio nazionale ad attivarsi nelle competenti sedi istituziona-li affi nché detta limitazione sia recepita anche a livello legislativo con effi cacia erga omnes, ottenendo, in cambio di questo atto di responsa-bilità da parte dei commer-cialisti italiani, consapevoli essi per primi della centra-lità del collegio sindacale nell’ottica della tutela della fede pubblica, l’estensione dell’obbligatorietà del col-legio sindacale per tutte le società che percepiscono contributi pubblici in mi-sura superiore al proprio capitale sociale e per quelle che presentano un livello di indebitamento verso terzi superiore di cinque volte le risorse proprie». Questo il monito dei giovani dottori guidati da Luigi Carunchio: «Servono norme che impedi-scano a una miriade di so-cietà di contrarre rilevanti obbligazioni nei confronti dei terzi e di benefi ciare di contributi pubblici in fran-chigia da ogni controllo tec-nico e indipendente sulla le-galità dell’amministrazione; servono professionisti che, per eseguire bene questi controlli a tutela dei terzi, abbiano il tempo di farli».

INIZIATIVA UNGDCEC

Revisione,un tetto

agli incarichi

Il ministero della giustizia anticipa anche ai tributaristi dell’Int e dell’Ancot l’arrivo del decreto per l’inserimento delle due associazioni nell’elenco dei soggetti che potranno partecipare alle piat-taforme europee sulle professio-ni (articolo 26 del dlgs 206/2007 di recepimento della direttiva Qualifiche). Ai due sindacati, infatti, sono arrivati nei giorni scorsi i fax con la comunicazione (si veda anche ItaliaOggi del 7 e dell’8 ottobre). Il tutto a ridosso del terzo con-gresso nazionale dell’Istituto nazionale dei tri-buta-risti

che si è svolto a Bologna. Assise, quest’ultima, che ha rinnovato i vertici dell’Int con la confer-

ma di Riccardo Alemanno alla presidenza. Al consiglio nazionale sono stati eletti

anche Sergio Alfani (vicepresidente vicario), Giorgio Del Ghingaro (vi-cepresidente), Edoardo Giuseppe Boccalini (segretario), Claudio Barbieri, Costantino Bianchi, Fer-nando Cavallari, Alfredo Giampaoli, Piergiorgio Mansanta, Michelange-

lo Musarra, Marina Piegari, Tiziana Pucciarmati, Cinzia Sanfi ori, Roberto

Vaggi e Giuseppe Zambon (consi-glieri), Carmelo Arena, Ro-

berta Bianchi e Andrea Bognolo (consiglieri aggiunti), Giusep-pe Oca (presidente onorario).

Tributaristi, anche Int e Ancot pronte per l’Ue

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38 Martedì 12 Ottobre 2010 GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI Istituzioni, politici e professionisti al seminario in programma domani a Roma

Focus sulla revisione legaleDibattito sulle regole introdotte dal dlgs 39/2010

DI ANDREA LOVELOCK

Domani si terrà a Roma, presso la sala refettorio di Palazzo San Macuto a Roma, il primo gran-

de dibattito nazionale sulla «nuova» revisione legale, alla luce del dlgs 39/2010 entrato in vigore nell’aprile scorso, e a pochi giorni dall’emanazione dei decreti attuativi.

Forte il sostegno all’iniziativa da parte del Cnai e della Cisal che saranno presenti all’in-contro rispettivamente con il presidente Orazio De Renzo e il segretario confederale Fulvio De Gregorio.

Sarà un costruttivo confron-to al quale prenderanno parte numerosi esponenti del mondo politico, istituzionale e profes-sionale: dal direttore genera-le dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera al presidente del Comitato nazionale per il microcredito, Mario Baccini, al tavolo dei relatori si alter-neranno i personaggi pubblici che hanno seguito l’iter che ha reso possibile il pieno recepi-mento della direttiva europea che ha riconosciuto nella revi-sione legale una delle libere professioni esercitabili in tut-ti i paesi-membri dell’Unione europea e l’attività di controllo dove dovranno predominare i principi della terzietà, traspa-renza e legalità.

Principi che saranno le linee-guide dell’aggiornamento pro-fessionale dei revisori, che la stessa Inrl ha predisposto, in collaborazione con la società di consulenza Fqr e il fattivo con-tributo della dott.ssa Ruggeri e del dottor Trevese.

Tra i contributi di idee e rifl essioni al seminario sulla revisione, sono attesi gli inter-venti dell’ispettore generale capo di fi nanza, Ragioneria del-lo stato al ministero dell’eco-nomia, Domenico Mastroianni; del responsabile uffi cio control-li societari alla Consob, Mari-na Cicchetti; del presidente dell’Inps, Antonio Mastrapa-squa; del segretario generale della Cisal e componente del Cnel, Francesco Cavallaro; e dell’europarlamentare e vice-presidente commissione com-mercio internazionale all’Ue, Cristiana Muscardini.

Antonio Mastropasqua Virgilio Baresi

Francesco Cavallaro Davide Caparini

Mario Baccini Pierluigi Mantini

Orazio Di Renzo Tiziano Treu

Pagina a cura di Cnai -

Coordinamento nazionale

associazioni imprenditori

Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI

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39Martedì 12 Ottobre 2010MCONSULENTI DEL LAVORO

Augusta Iannini, capo dell’ufi cio legislativo, ha illustrato alla web tv del Cno tutte le novità

Conciliazione ai nastri di partenzaA breve il regolamento. Dai consulenti un aiuto alla giustizia

È prevista a breve la pubbli-cazione del Regolamento attuativo per la mediazio-ne civile e commerciale,

provvedimento nato per ridurre i processi. Regime della concilia-zione, quindi, come alternativa alle lungaggini giudiziarie e per dirimere le controversie penden-ti. «Sono oltre 5 milioni i processi pendenti», dice il capo dell’Uffi-cio legislativo del Ministero del-la giustizia, Augusta Iannini, in un’intervista rilasciata alla web television dei Consulenti del lavo-ro. «Un numero che la dice tutta sulla necessità di evitare l’ingol-famento delle aule dei Tribunali con l’istituto della conciliazione che potrà certamente essere una delle alternative al processo. Ma, indiscrezioni dell’ultim’ora, pro-prio il regolamento tanto atteso potrebbe rischiare di «sminuire» uno dei punti cardini del decre-to legislativo sulla mediazione, ovvero evitare la obbligatorietà della proposta di mediazione alle

parti la quale, invece, dovrebbe venire affidata al regolamen-to dell’ente di conciliazione che potrà, o meno, stabili-re il vincolo o escluderlo. In questo modo, quindi, verrà naturalmente depotenziata una del-le misure contenuta nel decreto, l’eccezio-ne al principio di soccombenza , in base alla quale può essere chiama-ta a pagare le spese del giudizio anche la parte vincitri-ce, nel caso in cui abbia in prece-denza rifiutato una proposta di accordo di c o n t e n u t o analogo alla sentenza. È da evitare dunque che le norme regola-

mentari in-gessino il percorso della con-ciliazione rinuncian-

do a quel carattere in-formale ca-ratterizzante il decreto le-

gislativo dello scorso 4 marzo. E

ciò per non depo-tenziare la valen-

za deflativa del provvedimen-to. «Da una

valutazione ex ante del regime con-ciliatorio», spiega la

Iannini,

«saranno circa 600 mila i proce-dimenti che si concluderanno con la mediazione degli organismi ac-creditati». Organismi tra i quali rientra, a pieno titolo, il Consi-glio nazionale dei Consulenti del lavoro che, oltre a procedere al regime di accreditamento pres-so il Ministero della giustizia, ha già attivato una serie di percorsi formativi attraverso la scuola di Alta formazione della Fondazio-ne Studi. La affollata partecipa-zione dei consulenti a tali corsi sottolinea l’importanza dei pro-fessionisti per la riuscita della normativa sulla conciliazione. Pensiero peraltro ribadito dalla stessa Iannini. «Le professioni più vicine al mondo del diritto sono le più accreditate a com-porre collegi di conciliazione; in questi casi la formazione diventa fondamentale, oltre che obbliga-

toria, con la possibilità di aggior-namenti ogni qualvolta ci siano novità legislative e regolamen-tari». Non a caso la Fondazione Studi, per agevolare la diffusione della formazione, ha in fase di or-ganizzazione i corsi presso le sedi provinciali degli Ordini.

Siracusa. Convegno di stu-dio organizzato dall’Ordine provinciale dei Consulenti del lavoro di Siracusa su di una tematica dal forte impatto sociale. Ogni anno, infatti scompaiono almeno un migliaio di lavoratori per le malattie professionali, mentre l’onda lunga, prevista dalle stime dell’Ispesl prevede una serie di decessi paragonabili allo scoppio di una guerra. Il tema ha sviluppato un contenzioso notevole, ma la giurisprudenza si presenta ondivaga, anche per l’effetto dello stratifi carsi di fonti (an-che comunitarie) non sempre facilmente intelligibili. (Open Land - V.le Epipoli, 252 Sira-cusa - a partire dalle ore 9 del 15 ottobre 2010)

Reggio Calabria. Far cre-scere la coscienza previden-ziale e guidare i lavoratori, in un percorso di costruzione del proprio trattamento pensio-nistico il più possibile tarato sulle esigenze del singolo. Un tema di grande respiro, sul quale abbiamo intervistato Alessandro Visparelli, vice-presidente del Consiglio na-zionale dell’Ordine con delega alla previdenza (vedi www.consulentidellavoro.it), ogget-to di particolare attenzione da parte della Fondazione Studi che porta avanti una serie di convegni su tutto il territorio nazionale. Il prossimo appun-tamento del tour convegnistico è fi ssato per il prossimo 19 ottobre a Reggio Calabria (E’ Hotel – via Giunchi, 4/6 dalle 14.30 – alle 18,30)

Roma. Il Master in «esperto in relazioni industriali e di

lavoro» ha come obiettivo la formazione di fi gure profes-sionali da impiegare presso imprese ed enti pubblici econo-mici, nella attività di gestione, amministrazione e sviluppo delle risorse umane. Con que-sto Master, che rappresenta una ottima base per eventuali percorsi di dottorato, puntia-mo a creare una fi gura che assista il datore di lavoro nelle scelte operative e strategiche di organizzazione della propria azienda. Evento organizzato in collaborazione Fondazione Studi, Adapt e UniRoma3. (Aula Magna, via Ostiense 159 Roma - ore 11-13,30)

Cagliari. Si svolgerà a Forte Village Resort - Santa Margherita di Pula - dal 21 al 23 ottobre 2010 il XII congres-so regionale della Sardegna. Tra gli argomenti, trattati anche con tavole rotonde, la tassazione degli straordinari e delle somme incentivanti, le ispezioni e gli accertamenti di polizia tributaria, il ruolo degli enti bilaterali, i fi nanzia-menti per le pmi, le novità del-la manovra correttiva 2010. Ai lavori parteciperanno i massi-mi vertici di categoria.

Monfalcone. Presso la Sala Conferenze Marina Lepanto – Via Consiglio d’Europa 38 (Lisert) – Monfalcone si svol-gerà il prossimo 29 ottobre (14,30–19,30) un convegno di studio organizzato dagli Ordi-ni provinciali dei Consulenti del lavoro del Friuli Venezia Giulia sul tema «Deontologia professionale e ordinamento del consulente del lavoro» e «Distacco di lavoratori extra-comunitari».

L’AGENDA

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Pagina a cura

DELL’UFFICIO STAMPADEL CONSIGLIO NAZIONALE

DELL’ORDINEDEI CONSULENTI DEL LAVORO

Augusta Iannini

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40 Martedì 12 Ottobre 2010 GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI

Cnai: una nuova legge quadro per trainare l’occupazione femminile

Lavoro, donne da tutelareÈ necessaria una politica di welfare coordinata

Il lavoro non nobilita le donne. Verrebbe da cambiare scher-zosamente il detto popolare, ma c’è poco da stare allegri.

Le donne italiane si dividono tra casa, supermercati e lavoro. Una realtà complessa. Dall’attività la-vorativa alla famiglia, dai rappor-ti interpersonali agli spostamen-ti: le italiane di oggi vivono una vita piena, spesso lavorando, por-tando avanti le faccende di casa e occupandosi dei fi gli. Un dato fotografa la situazione: rispetto agli altri paesi europei l’Italia ha una percentuale di partecipazio-ne delle donne al mercato del la-voro decisamente bassa, il 46,1% di occupazione, inferiore di circa 12 punti percentuali rispetto a quello medio della Ue 27 secondo la ricerca Istat «Noi Italia. Cento statistiche per capire il paese in cui viviamo» edizione 2010.

Quando si parla di integrazio-ne della donna nell’impresa si dovrebbe tenere conto dei molte-plici ruoli che ricopre nei diversi ambiti di vita. Le italiane impe-gnate in queste attività tendono a tessere una (costosa) rete privata di supporti e di aiuti, ma non è certo questo il sistema adatto, né tantomeno una soluzione a lungo termine. Servono modelli che siano organizzati e struttu-rati sul piano sociale, politico ed economico.

I sistemi a tutela dell’occu-pazione femminile non possono essere attivati solo dalla stessa lavoratrice o dall’impresa, ma è necessaria una coordinata poli-tica di welfare. Serve innovazio-ne e un’attiva, sempre maggiore partecipazione delle Istituzioni pubbliche. Occorre un sistema po-litico che si prenda la responsabi-lità di effettuare un cambiamento radicale, strutturale. Anche il mi-nistero del lavoro e quello delle pari opportunità cominciano a muoversi in questa direzione. È stato presentato il programma «Italia 2020» sull’inclusione della donna nel mercato del lavoro.

Si tratta di un piano strategico di azione per la conciliazione dei

tempi di lavoro con i tempi dedi-cati alla cura della famiglia e per la promozione delle pari opportu-nità nell’accesso al lavoro. Questo signifi ca che devono essere garan-tite le stesse condizioni per tutti, sia nel momento dell’accesso al lavoro sia nel mantenimento.

È da tempo che il Cnai osserva queste problematiche da diverse angolazioni. Occorre prima di tutto postulare che un fenomeno del genere non si può risolvere se non con una visione d’insieme. Se da un lato le esigenze delle don-ne incalzano, dall’altro le aziende, soprattutto in periodi di crisi, de-vono contenere i costi e garantire la continuità della produttività. Ed è nel momento della mater-nità che si avverte la fase critica per entrambi. La questione si fa ancora più complicata quando si parla di piccole e medie imprese, dove l’equilibrio economico è as-sai più labile.

Molte donne lasciano il lavo-ro e per quelle che decidono di rimanere la carriera si fa più diffi cile; la condizione migliora con la crescita dei fi gli e le donne potrebbero rientrare a regime ma spesso è tardi, le aziende le hanno già rimpiazzate. È una necessità, ma inserire nuovamente la donna può essere assai complicato per l’impresa. Eppure sia l’azienda che la neo mamma hanno delle necessità specifi che. Come fare per conciliare due bisogni così diversi?

Un primo stimolo al cambia-mento, secondo il Cnai, potrebbe essere una nuova «Legge Qua-dro» che vada a disciplinare in ugual misura i doveri e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Si supererebbero le attuali discri-minazioni tra impiego pubblico e impiego privato, garantendo a tutti gli stessi benefi ci, a comin-ciare per esempio dall’orario di lavoro, per il quale a parità di ore lavorate il pubblico paga meglio.

Le donne che occupano un po-sto pubblico hanno alcuni «privi-legi» rispetto a quelle impiegate nel privato. Solitamente possono

permettersi di assentarsi più a lungo e soprattutto godono della certezza del «posto fi sso». È una differenza notevole per due donne che, a parità di capacità, lavorano nel settore pubblico o privato. La seconda vive in una dimensione di incertezza continua, e avrebbe bisogno di tutele strutturali.

Quindi è opportuno salvaguar-dare anche quelle donne che non hanno la fortuna di lavorare per gli uffi ci pubblici per eliminare una discriminazione a monte nel mercato del lavoro.

Un altro impulso importante deve partire dall’Inps.

È un Istituto potenzialmen-te ricco di risorse economiche e professionali, se solo venissero ge-stite con coscienza, competenza e lungimiranza. In una condizione di gestione competitiva potrebbe contribuire a favorire l’inseri-mento del lavoro femminile. Per cominciare potrebbe organizzare direttamente tutti i servizi per la maternità e i permessi parentali, favorendo il potenziamento delle attività di coordinamento e di controllo. La gestione sarebbe così in mano a un organo centra-le pubblico, con cui le aziende e le altre istituzioni si potrebbero facilmente relazionare.

Anticipare il costo della mater-nità o dei permessi non è l’unico adempimento a carico dell’azien-da. Quando la lavoratrice donna si allontana dal posto di lavoro, si pone il problema della sosti-tuzione. Non basta avere un piccolo beneficio contributivo che permetta di effettuare ver-samenti minori all’Inps sul la-voratore in sostituzione. Entra in gioco il fattore formazione di un dipendente a cui trasferire le nuove conoscenze e che va in-serito in un processo lavorativo. Si tende spesso a dimenticare i costi di cui un’azienda si fa carico per trasferire il «know how» a un dipendente. L’impresa dovrebbe essere agevolata in modo deciso per poter da una parte mantene-re inalterato l’inalienabile diritto alla maternità della dipendente,

dall’altro per poter investire nuo-vamente (o comunque tempora-neamente) su un nuovo lavora-tore da formare.

Non bisogna inoltre dimentica-re che la natalità di un sistema paese non è un problema perso-nale femminile o della coppia, è un valore sociale. In un contesto demografi co soggetto a radicali mutamenti, la bassa natalità costituisce un potente freno alla produttività e alla crescita. Non si tratta solo di tutelare un (ba-silare) diritto. Si vuole evitare di condannare a pesanti costi sociali le future generazioni. Se solo il tasso di natalità del nostro paese, nell’arco dei prossimi dieci anni, ritornasse nella media europea, la struttura della popolazione ri-diventerebbe più larga, con effetti positivi crescenti sul mercato del lavoro come sul sistema dell’ assi-stenza e della previdenza. Sareb-be una soluzione a medio-lungo termine capace di districare un nodo che al momento appare in-solubile.

I fattori che infl uiscono sulla rinuncia al fi glio sono molteplici. Tra questi, indubbiamente, una fi scalità che non premia la fami-glia, la diffi coltà di accesso a un lavoro regolare e di qualità per le donne. Servirebbe la diffusione del lavoro a tempo parziale e dei contratti di inserimento al lavoro. Se riuscissimo a calcolare in ter-mini economici quanto un’azien-da investe sulla formazione del lavoratore, probabilmente ri-sulterebbe palese che l’aggravio maggiore sta proprio nel riuscire a rimpiazzare la fi gura mancante. La velocità dei processi lavorativi chiede inoltre che questa sostitu-zione avvenga in tempi stretti, perché nel frattempo il «gap» che

si è creato va recuperato. C’è poi da prendere in considerazione che nel periodo di maternità la donna perde l’aggiornamento sul-la propria professione. Quindi un nuovo inserimento sul mercato del lavoro dovrebbe tenere conto della formazione sulla donna che rientra nuovamente in azienda. Le si dovrebbe insomma garanti-re di non essere in una posizione svantaggiata rispetto ai colleghi che nel frattempo, durante la sua assenza, hanno acquisito nuove competenze.

All’uguaglianza formale garan-tita alle donne dalla legge non corrisponde tuttavia quella della realtà quotidiana. Non va inoltre dimenticato che ancora oggi si registrano discriminazioni, più o meno palesi, che incidono non solo rispetto all’accesso al lavoro, ma anche sul trattamento retributi-vo, sulla qualità della occupazio-ne, sui percorsi di carriera e cre-scita professionale e persino sulle opportunità di partecipazione a percorsi di formazione. Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini per ogni ora lavora-ta e a essere sottorappresentate nelle posizioni che comportano responsabilità decisionali. Questo non fa che aggravare il lavoro del-le italiane: da una parte una vita privata più impegnativa di quella maschile, dall’altra condizioni di lavoro peggiori.

Se parliamo di aziende di gran-di dimensioni forse il problema della sostituzione delle lavoratrici in maternità non si pone, ma se parliamo di piccole e medie im-prese, di cui il nostro territorio è composto per la maggior parte, allora la questione è rilevante. E bisogna trovare una soluzione a lungo termine.

Pagina a cura di Cnai - Coordinamento nazionale associazioni imprenditori

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41Martedì 12 Ottobre 2010

INEDICOLA

CON ITALIAOGGI

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE

A

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE

CON ITALIAOGGIScuolaIN

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Azienda

L’ipotesi in vista della sessione di bilancio. La Gelmini chiede anche 130 milioni per il funzionamento

Un super ente per la valutazioneIndire, Invalsi e ispettori insieme per lo screening delle scuole

DI ALESSANDRA RICCIARDI

È tempo di sessione di bi-lancio e di Finanziaria. Quest’anno sarà light e fatta di sole tabelle, eppu-

re è sempre l’occasione per stu-diare correttivi di fine anno da apportare alla macchina pubblica e ai conti. Le ipotesi per la scuola parlano di una spa per l’edilizia, di un super ente per la valutazio-ne. E di 130 milioni di euro per il funzionamento degli istituti. Si parte dalla tentazione dell’Eco-nomia di una società per azioni, aperta ai privati, a cui assegnare la gestione del patrimonio sco-lastico, ad oggi parcellizzato tra comuni e province e troppo spes-so lasciato nell’incuria generale. Il progetto, che dovrebbe confluire in un decreto ad hoc, ha scatenato la levata di scudi degli enti locali, che hanno gridato all’assassinio del federalismo; e le proteste del Pd, che ha parlato di priva-tizzazione dell’edilizia pubblica. Tanto che il piano pare essere stato comunque ridimensionato

alla gestione della sola edilizia di nuova costru-zione. C’è poi il progetto dell’Istruzione di mette-re in piedi un super ente per la valutazione delle scuole, progetto su cui vi sarebbe anche una certa fretta visto che il ministro, Mariastella Gelmini, è intenziona-to ad avviare nel 2011, seppure in via speri-mentale e a campione, un sistema di controllo che metta a confronto rendimento degli alun-ni e performance degli insegnanti. E per farlo vuole utilizzare il cavallo del decreto di ripristino degli scatti di anzia-nità, ad oggi all’esame del mini-stro dell’economia, Giulio Tre-monti. Il recupero infatti non esaurisce la quota dei risparmi che la manovra 2009 ridestina-va alla scuola. Ne avanzerebbe per avviare la valutazione e dare aumenti di merito. L’idea, ancora da decidere il provvedimento di

approdo, è quella di riunire sotto un coordinamento unico l’ex Indi-re, oggi agenzia per l’autonomia, che si occupa di supporto alla di-dattica, l’Invalsi, a cui toccano i test di valutazione degli studen-ti, e gli ispettori, con compiti più operativi. Il coordinamento unico, con una nuova mission per le tre strutture di base, avverrebbe a costo zero e potendo contare su uomini nuovi ai vertici: l’agenzia

è infatti commissariata (Stefania Fuscagni il commissario), mentre all’Invalsi, dove il cda sca-de a breve, starebbe co-munque per lasciare il suo presidente, Piero Cipol-lone, nominato nel 2007 dal ministro dell’istruzio-ne Beppe Fioroni e poi confermato dalla Gelmini. Cipollone, ex ufficio studi di Bankitalia, padre del Libro bianco sull’istruzione, è stato nominato dal governa-tore, Mario

Draghi, alla World Bank.

Per il funziona-mento ordinario delle scuole, infi-ne, l’Istruzione sta battendo cassa perché siano sco-vati 130 milioni.

©Riproduzione

riservata

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare, avrebbe commentato Bartali au-tocitandosi. Il ministro dell’istru-zione, Mariastella Gelmini, pare

aver corso troppo sui curriculum on line dei docenti dando per raggiunto un obiettivo che invece è ancora lontano: la norma che preve-de la messa in rete delle conoscenze e delle competenze degli 800 mila docenti italiani in verità non esisterebbe, non facendo parte del regolamento licenziato originariamente dal consiglio dei ministri e su cui il Cnpi, il consiglio nazionale della pubblica istru-zione, si è espresso, per la seconda volta, la scorsa settimana. Si tratta dell’articolo 4 del regolamento sulle classi di concorso, articolo spuntato in una bozza inviata al Cnpi nel corso dei lavori preparatori ai prescritti pa-reri, ma che non farebbe parte integrante del testo formalmente all’esame. Tanto che il Cnpi oggi è chiamato a riunirsi di nuovo per sbrogliare la matassa dopo le protesta di molti suoi componenti che si sono sentiti chiamati in causa dalla stampa: avrebbero li-cenziato una riforma, quella dei curricula da pubblicare in rete, senza averla mai letta.

Il ministero pare intenzionato a sanare la vicenda chiedendo al Cnpi di integrare i due pareri che ha rilasciato in tempi diversi sul regolamento sulle classi di concorso. Ed

escludendo che si possa far riferimento a un testo diverso da quello licenziato dal governo con relative tabelle allegate (si veda altro servizio a pag. 43).

Nessun valore invece avrebbero le versioni fatte pervenire nell’iter istruttorio da parte dell’amministrazione scolastica.

L’articolo incriminato recita: «È costituita l’anagrafe nazionale telematica dei docenti, pubblicata sul sito del Ministero dell’Istru-zione, dell’università e della ricerca. Detta anagrafe comprende, oltre ai dati anagrafi ci, i titoli di studio, le abilitazioni, le sedi di servizio, le pubblicazioni, il servizio presta-to, le specializzazioni, le certifi cazioni posse-dute, con particolare riferimento alle lingue straniere e alle competenze informatiche. A detta anagrafe è iscritto il personale docente di ruolo e i docenti non di ruolo abilitati e idonei per le specifi che classi di concorso e posti di insegnamento». La schedatura con-sentirebbe ai genitori di conoscere i docenti assegnati ai propri fi gli. E sarebbe a carico degli uffi ci regionali, con la collaborazione di uffi ci provinciali e delle scuole. Le prime reazioni non sono state del tutto negative. Per Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, «potrebbe essere utile per dare valore alle esperienze degli insegnanti. Attenzio-

ne però al rischio tutto italiano di una burocra-zia soffocante». «Gli inse-gnanti italiani non hanno nulla da nascondere, casomai potrebbero cogliere l’occasione per evi-denziare un patrimonio di competenze ed esperienze spesso misconosciuto e nient’affatto valorizzato», è il commento di Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, «quello che non va è il modo. Per migliorare la scuola non servono meto-di bruschi». L’associazione Anief invece già annuncia un ricorso abrogativo. Si tratte-rebbe di una inutile forzatura per la FlcCgil di Mimmo Pantaleo. «E poi i docenti alle classi li assegna il preside, quando l’anno è già iniziato», spiega Rino Di Meglio, coor-dinatore Gilda.

«È una riforma che va nel senso della traspa-renza», spiega Max Bruschi, consigliere del ministro. Con la trasparenza sui titoli i docenti verrebbero equiparati ai dirigenti statali, per i quali la pubblicazione on line è già prevista dal decreto Brunetta. Una trasparenza che sarebbe funzionale anche alla nuova stagione della va-

lutazione. C’è chi scommette che per i curriculum on line è solo questione di tempo.

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LA RETROMARCIA DOPO L’ANNUNCIO

Curriculum dei prof on line, è tutto da rifareLa norma non era nel regolamento su cui si è espresso il Cnpi

Giulio Tremonti

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/curriculum+scuola

Maria Stella Gelmini

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42 Martedì 12 Ottobre 2010 A Z I E N DA S C U O L A

Le scuole attendono di avere i fondi dal ministero. Ma i criteri per calcolarli ci sono già

Sessione di bilancio al via. Al buioE i fi nanziamenti disponibili in dieci anni sono stati dimezzati

DI MARIO D’ADAMO

Nemmeno il prossimo anno la dotazione fi-nanziaria che lo stato assegna alle scuole e

che è stata progressivamente ridotta contribuirà a innalza-re la qualità del programma annuale, preventivo del 2011. Che proprio in questi giorni i dirigenti dovrebbero scri-vere per permettere alla Giunta esecutiva di pro-porlo entro il 31 ottobre prossimo al Consiglio di circolo o d’istituto, con una relazione del diri-gente stesso e il parere di regolarità contabile dei revisori (art. 2, terzo comma, del regolamento di contabilità approvato con decreto intermini-steriale 1° febbraio 2001, n. 44). Come ogni anno inizia infatti anche per le scuole una mini ses-sione di bilancio, nel corso della quale il Consi-glio deve pervenire a una decisione: o di approvazione del bilancio nel termine ordinario, 15 dicembre, o di rinvio eccezio-nale della sua approvazione ad una data successiva, comunque non oltre il 14 febbraio, pena il commissariamento (art. 8 del regolamento di contabilità). Ma se c’è una scadenza che tutti la-sciano passare fin da quando il regolamento di contabilità l’ha

posta è proprio quella del 31 ottobre. In quasi tutte le isti-tuzioni scolastiche, infatti, si preferisce attendere la comuni-cazione da parte del ministero dell’istruzione della dotazione finanziaria spettante, presen-tando il bilancio anche dopo il termine ordinario della sua approvazione del 15 dicembre,

com’è accaduto l’anno scor-so. In realtà ogni istituzio-

ne scolastica è in grado di ri-

spettare le

sca-denze stabilite dal regolamento di contabilità, potendo già ora calcolare la propria do-tazione finanziaria. Il decreto ministeriale 1° marzo 2007, n. 21, infatti, definisce in via per-manente i parametri di calcolo, attribuendo determinate quo-te alla tipologia della scuola, a ciascuna unità di personale, a ciascun alunno, a ciascuna

sede aggiuntiva (vedere tabel-la). Moltiplicando le quote per i numeri effettivi di ciascun isti-tuto, si ottiene la dotazione, che le scuole possono ripartire come meglio credono tra le varie atti-vità d’istituto. Essendo assorbi-ta quasi interamente dalle spe-se per le supplenze (soprattutto nelle scuole del primo ciclo) e per il funzionamento minimo di scuole e uffici, essa concorre quindi se non in minima par-te all’attuazione delle attività e delle iniziative previste dal

piano dell’offerta formati-va. Quanto al fondo per l’arricchimen-to e ampliamento dell’offerta forma-tiva (legge 440 del 1997), solo in questi giorni le commissio-ni di Camera e Se-nato hanno espresso il prescritto parere sulla direttiva mi-nisteriale che lo ri-partisce i fondi del 2010 tra le varie fi-

nalità. Poiché le scuole non ne hanno evidentemente potu-to tenere conto nella redazione del preventivo di quest’anno, potranno iscrivere le relative poste, quando perverrà la re-lativa comunicazione, in quello del 2011. Una cosa è certa, l’ar-ricchimento dell’offerta forma-tiva potrà contare su metà delle risorse di dieci anni fa, di tanto è stato ridotto lo stanziamento.

E sui contributi delle famiglie, degli enti locali, della Comunità europea, dove e quando erogati. Anche per determinare il fon-do d’istituto le scuole possono autonomamente calcolare lo stanziamento per finanziare le varie funzioni e attività svolte dal personale. I parametri di calcolo sono contenuti nell’ac-cordo ministero dell’istruzione – sindacati del 18 maggio scorso. A bilancio si potranno iscrivere, poi, negli importi definitiva-mente previsti per quest’anno,

le poste per i contratti di colla-borazione con personale ex lsu, i cosiddetti contratti storici per le pulizie, decurtati quest’anno del 25 per cento rispetto al 2009, nonché, quando perverranno le relative comunicazioni, quel-li da trasferire ai comuni per rimborsare i costi relativi alla fruizione gratuita della mensa da parte del personale che ne ha diritto. Tutte partite di giro che non innalzano la qualità del programma.

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DI FRANCO BASTIANINI

Prime indicazioni dal ministero dell’istruzione per consentire l’immediata attivazione delle procedure per la mobilità pro-

fessionale del personale Ata, ovvero ausiliario, tecnico e amministrativo, di cui al contratto collettivo nazionale integrativo 3 dicembre 2009.

Con una nota del 5 ottobre il diretto-re generale per il personale scolastico del ministero ha, infatti. dato dispo-sizione ai dirigenti degli uffi ci scola-stici regionali perché procedano alla pubblicazione di rito delle graduatorie provvisorie e defi nitive in modo da po-ter disporre le consequenziali nomina in ruolo entro la fi ne del corrente mese di ottobre.

I numeri in gioco

Entro tale data dovranno essere per-tanto conferite 450 nomine di direttore dei servizi generali e amministrativi; 1.376 nomine di assistenti ammini-strativi e 366 nomine di assistenti tecnici.

L’accelerazione delle procedure per consentire la mobilità professionale è la diretta conseguenza dell’ordinanza

n. 4232 del 30 settembre 2010 con la quale il Tar del Lazio aveva respinto la richiesta di sospensione cautelare del decreto 979/2010 in quanto escludeva la partecipazione alle procedure selet-tivi del personale ata precario.

I chiarimenti

La nota ministeriale fornisce im-portanti chiarimenti sulle modalità di conferimento delle nomine agli aventi diritto. Viene precisato preliminar-mente che le nomine dovranno esse-re conferite con decorrenza giuridica dal 1° settembre 2010 ed economica dalla data di effettiva assunzione in sevizio che deve avvenire entro cinque giorni dalla stipula del contratto, salvo le prescritte deroghe di legge. Il pe-riodo di prove dovrà essere effettuato secondo le modalità previste dal vi-gente contratto del comparto scuola 27 novembre 2007 (quattro mesi di servizio effettivo). La sede assegnata avrà carattere di provvisorietà. Quel-la defi nitiva verrà assegnata secondo i criteri e le modalità da determinare con il contratto della mobilità relativo all’anno scolastico 2011/2012.

Dovranno essere evitati, il più pos-sibile, modifi che delle sedi di servizio

presso le quali gli eventi titolo alla mobilità prestino attualmente servizio. Pertanto, il collaboratore scolastico che già presta servizio nel profi lo profes-sionale dell’assistente amministrati-vo o tecnico dovrà essere confermato provvisoriamente nella attuale sede di servizio. Identico discorso vale per il personale che presta servizio nel profilo di dirigente dei servizi generali e amministrativi., sem-preché la sede risulti disponibile per l’inte-

ro anno scolastico.Un’ultima annotazione riguarda

l’ipotesi che qualora nell’area B che comprende la figura dell’assistente amministrativo e dell’assistente tecni-co, la nomina non si renda possibile per esaurimento della graduatoria ovvero per assenza del corrispondente nume-ro di posti vacanti e disponibili in or-ganico di diritto la disponibilità dovrà confl uire nell’altro profi lo professiona-le della medesima area. Per i dirigenti dei servizi generali e amministrativi la compensazione dovrà avvenire, sempre nella medesima regione, a livello esclu-sivamente interprovinciale.

Le criticità

Nessuna indicazione viene, invece, fornita per la soluzione di possibili necessità di revocare le nomine an-nuali o fi no al termine delle attività didattiche conferite dagli uffi ci scola-stici provinciali agli aspiranti precari prima della nota n. 7701 del 25 agosto con la quale si invitavano i dirigenti

scolastici provinciali a disporre le nomine fi no all’arrivo dell’avente diritto.

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LE DECISIONI DI VIALE TRASTEVERE DOPO LA PRONUNCIA DEL TAR LAZIO

Per gli Ata in carriera la decorrenza è retrodatataMa solo per l’inquadramento giuridico, per il profi lo economico vale la presa di servizio

Ecco come determinare la dotazione fi nanziaria

1 - Supplenze brevi

Istituzioni scolastiche Quota baseQuota

integrativa

Primo ciclo € 450,00 per docenteI n r e l a z i o n e al fabbisogno accertato

Secondo ciclo € 140,00 per docente

Primo e secondo ciclo€ 45,00

per unità di personale Ata

2 - Funzionamento didattico - amministrativo

Quota per istituto

Quota per sede

aggiuntivaQuota per alunno

Primo ciclo € 1.100,00 € 100,00 € 8,00

Licei classici, scientii ci e scuole magistrali

€ 1.500,00

€ 200,00

€ 12,00

Istituto commerciali, per geometri e turistici

€ 2.000,00

€ 24,00

Licei e istituti d’ar te, industriali, professionali

€ 36,00

I s t i tu t i a lbe rgh ie r i , agrari

€ 48,00

Ist ituti superiori, che aggregano più tipologie

Valore secondo il numero delle sedi e degli alunni delle diverse tipologie aggregate

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43Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 1A Z I E N DA S C U O L A

ESCLUSIVO/ItaliaOggi anticipa i contenuti della nuova circolare sulle sanzioni disciplinari

Ritorna la sospensione cautelareLa scelta dell’Istruzione, nonostante l’abrogazione di Brunetta

DI CARLO FORTE

La sospensione cautelare dal servizio, abrogata dal decre-to Brunetta, può continua-re regolarmente ad essere

applicata. Secondo l’amministra-zione scolastica, l’abrogazione dell’art.506 del testo unico, che la prevedeva espressamente «po-trebbe essere frutto di una scelta consapevole ovvero conseguenza di una svista provocata dalla com-plessità della riforma». E quindi «occorre continuare a fare riferi-mento alla disciplina previgente». Lo prevede l’ultima bozza della circolare sulle sanzioni discipli-nari al vaglio dei tecnici di viale Trastevere e che ItaliaOggi ha avuto modo di leggere. Il testo illustra puntualmente tutte le novità introdotte dal decreto legi-slativo 150/2009 e si spinge fino a riempirne i vuoti. Ed è il caso della so-spensione cautela-re. Si tratta di uno strumento che era previsto dall’arti-colo 506 del de-creto legislativo 297/94. E aveva la funzione di sopperire alla lunghezza dei procedimen-ti disciplinari

quando bisognava intervenire con urgenza. Non si trattava di una vera e propria sanzione discipli-nare, sebbene gli effetti fossero in tutto simili, e veniva applicata solo in casi gravi ed urgenti. Il decreto 150, però, ha abrogato espressa-mente l’art.506, che è la disposi-zione che la regolava. E quindi, stando a quello che prevede la nuova disciplina, non potrebbe più essere applicato. Il ministero, però, la pensa diversamente

ed è sul punto di emanare

una circo-lare dove si dice che, no-nostante l ’abro-gazione

espressa d e l l a

disposizione che la prevede, la sospensione cautelare si può an-cora applicare. Anche perché, se così non fosse «il nuovo sistema disciplinare disvelerebbe, con ri-ferimento a tali ipotesi», si legge nella bozza di provvedimento, «una grave contraddizione rispet-to non solo alle finalità generali perseguite dalla riforma, ma an-che, e soprattutto, alla necessità di preservare i valori fondamen-tali che la funzione educativa deve realizzare». La sospensione consentirà ai presidi di allonta-nare il docente dal servizio per garantire la serenità dell’attivi-tà didattica e del rapporto con le famiglie senza attendere l’esito del procedimento disciplinare. Resta da vedere, però, che cosa ne penseranno i giudici, qualo-ra la questione dovesse essere discussa in sede giudiziale. La decontrattualizzazione della materia, limitatamente al per-sonale docente, espone infatti i dirigenti scolastici al rischio di responsabilità penali, qualora dovessero infliggere sanzioni non giuridicamente fondate o provvedimenti comunque af-flittivi. La sesta sezione della Corte di cassazione, infatti, con la sentenza 5026 del 5 febbraio 2009 ha stabilito che il reato di abuso d’ufficio non sussiste quando la violazione è

contrattuale, ma sussiste quando ad essere violata è la legge o un regolamento. Come, per esempio, il decreto 1502009.

Oltre tutto, il rischio che il contenzioso disciplinare possa approdare in sede penale è molto più alto che in passato. La stessa amministrazione scolastica, nella bozza di circolare, avverte infatti che le sanzioni disciplinari non possono più essere impugnate per via amministrativa oppure con i rimedi contrattuali. E quindi, chi si becca una sanzione non può fare altro che andare dal giudice. Siccome per esperire l’azione giu-diziale bisogna andare dall’av-vocato, è probabile che, se ve ne saranno i presupposti, insieme al ricorso al giudice ordinario, gli interessati presenteranno anche una denuncia alla procura della repubblica. E ai rischi per i pre-sidi si aggiungono altri rischi per impiegati, funzionari e dirigenti coinvolti nel procedimento. Perché in caso di condanna del dirigente scolastico, infatti, scatterebbe nei loro confronti la responsabilità pe-nale per omessa denuncia.

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DI ANTIMO DI GERONIMO

Un organo di garanzia della professione docente, che sia competente a pronunciarsi sui ricorsi in materia di sanzioni

disciplinari. Lo ha chiesto il Consiglio nazionale della pubblica istruzione con un parere inviato di propria iniziativa al ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, il 6 ottobre scorso (prot. 7046). Il parlamentino dell’istruzione, ha mes-so in guardia il governo sui rischi connessi alla concentrazione dei po-teri disciplinari nelle mani del dirigente sco-lastico o dell’ufficio del contenzioso previsto dal decreto legislativo 150/2009. E a questo proposito, ha ricor-dato che i rimedi stragiudiziali in sede amministrativa, previsti dalla normati-va previgente per impugnare le sanzioni, trovavano fondamento nella necessità di evitare che l’esercizio del potere discipli-nare interferisse con quello della libertà di insegnamento. Principio riconosciuto dall’art. 33 della Costituzione. Di qui l’esigenza di trasferire tale potere, in ri-ferimento alle sanzioni più rilevanti, ad un organismo di garanzia. Trasferimento operato dai decreti delegati del 1974 e poi da testo unico del 1994. L’organo con-sultivo ha ricordato , inoltre, che anche la Corte costituzionale (n.290/2006) ha spiegato che il vincolo di subordinazio-

ne dei docenti, derivante dal rapporto di pubblico impiego, incontra il limite del-la libertà di insegnamento. E quindi non può incidere sulla prestazione lavorativa, che è costituita, appunto, dall’insegna-mento. Pertanto, «lasciare la materia all’interpretazione individuale», scrive il Cnpi, «oltre a comportare una possibile disparità di trattamento, oggetto di sicuri interventi giurisdizionali, contribuireb-be a ingenerare ulteriore confusione e

conflittualità in una scuola che, nella fase di attuazione della rifor-ma di sistema, neces-sita particolarmente di certezza normativa e serenità operativa». In buona sostanza,

dunque, sebbene con il tono diplomati-co e ovattato tipico delle comunicazioni interistituzionali, il Cnpi ha lanciato l’allarme circa la possibilità che l’eserci-zio del potere disciplinare si traduca in comportamenti arbitrari e fuori controllo. Se non addirittura in situazioni preclusi-ve dell’esercizio della libertà di insegna-mento. Il tutto con l’ulteriore aggravante che non sarà più possibile lavare i panni sporchi in casa, perché il decreto 150 prevede che le sanzioni potranno essere impugnate solo davanti al giudice. Di qui l’invito al governo a reintrodurre un organo di garanzia amministrativo, com-petente almeno sui ricorsi dei docenti.

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LA RICHIESTA DEL CNPI

Ma ora serve un garantePer evitare la giungla delle interpretazioni

DI ANTIMO DI GERONIMO

I docenti di sostegno delle superiori non saranno più suddivisi nelle clas-siche 4 aree previste per le varie spe-cializzazioni. E andranno a confluire

gradualmente in un’unica area, così come già avviene per le scuole secondarie di I grado. L’unificazione delle aree avverrà con molta gradualità e si comincerà dalla II e III fascia delle graduatorie di istituto. E cioè dagli elenchi dove vengono collo-cati gli aspiranti docenti abilitati ( II fascia) e non abilitati (III fascia), che non hanno titolo ad en-trare nelle graduatorie a esaurimento provinciali. È questa la novità più importante contenuta in una nota inviata al Con-siglio nazionale della pubblica istruzio-ne dal dicastero di viale Trastevere, in risposta ad alcune richieste formulate dall’organo consultivo, durante l’esame della bozza del nuovo regolamento sul-le classi di concorso. Il parere richiesto è stato emesso il 6 ottobre scorso. Dun-que, non avremo più elenchi distinti nelle varie aree (scientifica: AD01; umanisti-ca: AD00; tecnica professionale artistica: AD03; psicomotoria AD04) ma un unico elenco, nel quale confluiranno tutti gli aspiranti, a prescindere dalla classe di concorso di provenienza. A differenza del-le scuole medie, dove i docenti di sostegno sono inquadrati un unica grande area,

denominata AD00, nelle scuole superiori, infatti, i docenti di sostegno vengono qua-lificati in base alla disciplina per la quale possiedono l’abilitazione. E a seconda del tipo, confluiscono in 4 grandi aree orien-tate secondo la specificità della disciplina nelle quale sono abilitati. Questa scelta, che risponde alla volontà di valorizzare le competenze specifiche possedute da-gli interessati, nel tempo ha subito mol-te critiche. Perché, di fatto, qualunque

sia la specializzazione posseduta, il docente di sostegno, quando viene assegnato all’alunno di-sabile, si occupa di un po’ di tutto, aiutando l’alun-no affidato alle sue cure a superare le difficoltà in tutte le discipline.

A prescindere dal fatto che il docente venga tratto da un’area piuttosto che da un’altra. Tra le altre novità comunicate al Cnpi, che il 6 ottobre scorso ha espres-so parere favorevole alle nuove classi: l’istituzione di un ruolo a esaurimento per le classi di concorso incompatibili con le nuove e la ricollocazione dei docenti in esubero; la conferma della validità dei vecchi titoli di studio di accesso alle classi di concorso; attività di formazione in servizio per i docenti che insegneranno in Inglese una disciplina non linguisti-ca nell’ultimo anno delle superiori, così come prevede la riforma.

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LE NUOVE CLASSI DI CONCORSO

Unica area per il sostegnoE ruolo a esaurimento per le vecchie cattedre

Renato Brunetta

Supplemento a cura di ALESSANDRA RICCIARDI

[email protected]

Il nuovo maestro delle ele-mentari lo paga il vento. Per far fronte al taglio degli in-segnanti della locale scuola, il comune di Castelguidone (Chieti) si è impegnato a pagare di tasca propria un nuovo docente sfruttando i fondi provenienti dall’istal-lazione di una centrale eo-lica. Il nuovo insegnante permetterebbe il passaggio dall’attuale pluriclasse uni-ca, dove gli alunni sono co-stretti a studiare in una clas-se unifi cata dalla prima alla quinta, ad una divisione in due classi, con notevole be-nefi cio per l’apprendimento . L’annuncio è stato dato dal sindaco, Mario Cicchillitti, nel corso dell’ultimo consi-glio comunale; ora la que-stione verrà esaminata an-che dal consiglio d’istituto e dal consiglio dei docenti. I soldi verranno anticipati dalla ditta che, entro la pros-sima primavera, dovrebbe realizzare la centrale.

Antonello Di Lella©Riproduzione riservata

L’eolico pagalo stipendio

posito, ha ricor-

csamsdeI

dunque, sebbene c

La tesi del consiglio: libertà di insegnamento a rischio con il potere

sanzionatorio ai presidi

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44 Martedì 12 Ottobre 2010 A Z I E N DA S C U O L A

La corte di appello di Brescia riconosce il diritto di essere pagati nei mesi fuori contratto

Precari, stipendi con il solleoneDa retribuire anche luglio e agosto. Per un costo di 220 mln

DI MARIO D’ADAMO

Precari retribuiti anche nei mesi di luglio e di agosto.

Una bella mazzata per le casse dello statoi La sentenza dei giudici della Corte di appello di Brescia che ha riconosciuto a un’insegnante di matematica, precaria storica dal 1995, la retri-buzione anche dei mesi di luglio e di agosto, non compresi nei suoi contratti di lavoro, se applicata a tutti coloro che si trovano nella sua stessa situazione, potrebbe costare all’erario circa 220 milioni di euro per anno fi nanziario, oltre un miliardo in un quinquennio (due mensilità per ciascuno dei 93 mila precari fi no al termine delle attività didattiche dell’anno scolastico 2009/2010).

La Corte d’appello di Brescia, sezione lavoro, presieduta da Angelo Tropeano, infatti, ha condannato l’amministrazione scolastica a versare all’inse-gnante che ha presentato ricorso il corrispettivo di due mensilità per anno, limitando l’esborso agli ultimi cinque anni per inter-venuta prescrizione, in tutto 13 mila euro (sentenza dell’8 luglio scorso, da pochi giorni di pubbli-co dominio). Una sentenza salo-monica, se così la si può defi nire, perché l’insegnante rivendicava

anche il diritto a essere assunta con contratto di lavoro a tempo indeterminato, che i giudici non le hanno invece riconosciuto (a differenza di quanto ivnece fat-to dal tribunale di Siena), con-siderato il particolare regime di assunzione dei dipendenti dalle amministrazioni pubbliche. Per comprendere il senso della deci-sione dei giudici bresciani, occor-re fare riferimento alla direttiva

comunitaria n.1999/70/CE del 28 giugno 1999, recepita nel nostro ordinamento con il decreto legi-slativo n. 368/2001.

Direttiva e decreto stabili-scono che i lavoratori si devono assumere con contratti a tempo indeterminato, pur ammettendo eccezioni, ad esempio quando lo richiedano esigenze particolari e temporanee della struttura orga-nizzativa del lavoro.

Se però di anno in anno, han-no sostenuto i giudici, si ripete lo stesso schema organizzativo, secondo cui una quota del fab-bisogno di organico delle scuole viene sistematicamente coperta da assunzioni a termine, risulta diffi cile dimostrare l’ecceziona-lità e la temporaneità di tali esigenze. La legge 124/1999 pre-vede che sui posti dell’organico non vacanti si possano nominare supplenti fi no al termine delle attività didattiche, e tali si consi-derano quelli dell’organico di fat-to, defi nito poco prima che inizi l’anno scolastico cui si riferisce. Ma se gli scostamenti con l’or-ganico di diritto, defi nito prima dell’organico di fatto sulla base delle proiezioni annuali delle anagrafi e numericamente infe-riore, si ripetono costantemente, quasi con le stesse percentuali di incremento, si è in presenza di un dato strutturale che nulla ha a che vedere con l’eccezionalità e la temporaneità richieste dalla legge per giustifi care i contratti a termine.

L’insegnante aveva dimostrato come a fronte di un elevato fabbi-sogno di docenti l’amministrazio-ne scolastica avesse deciso di co-prirne una parte con assunzioni in ruolo e l’altra con contratti di lavoro a tempo determinato con scadenza fi no al 31 agosto o fi no

al 30 giugno. Ciononostante, tali pur ille-

gittimi contratti non si possono trasformare di diritto in contratti a tempo indeterminato, come sta-bilisce l’art. 5 del decreto n. 368, che sanziona così l’irregolarità della loro costituzione.

L’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministra-zioni pubbliche, infatti, se da un lato stabilisce che «per le esigenze connesse con il proprio fabbiso-gno le pubbliche amministrazio-ni assumono esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato» (art. 36, primo comma, del decreto legi-slativo n. 165/2001), dall’altro impedisce che la violazione della regola comporti la trasformazione del contratto ma fa salve respon-sabilità e sanzioni conseguenti (art. 36, quinto comma).

Di qui, niente trasformazione di contratti ma solo riconoscimen-to di retribuzioni non corrisposte. E, aprendo un altro contenzioso, scatti di anzianità (Tribunale di Livorno, sentenza del 26 nov. 2009, n. 1222).

© Riproduzione riservata

DI MARIO D’ADAMO

Ha dovuto attendere quattordici anni una docente di lingua stra-niera, francese, per

vedersi definitivamente ricono-scere dai giudici del Tribunale regionale amministrativo della Puglia, sezione di Lecce, il diritto alla riserva, quale orfana di ca-duto sul lavoro, nell’assegnazione di una cattedra d’insegnamento (sentenze del 7 settembre scorso n. 1926 e n. 1935). In seguito al superamento del concorso a posti di insegnante di lingua e civiltà straniera nelle scuole superiori indetto con bando del 29 marzo 1996, l’amministrazione scolasti-ca di Lecce le aveva attribuito la riserva nella graduatoria di me-rito solo come titolo di preferenza a parità di punteggio e non, come avrebbe dovuto, ai fini dell’assun-zione nella quota riservata alla sua categoria, con precedenza rispetto ad altri concorrenti con punteggio superiore. Secondo il Provveditorato agli studi di Lecce l’insegnante non ne aveva titolo perché al momento della presen-tazione della domanda non era iscritta nell’elenco provinciale dei

riservisti in attesa di occupazione (ex lege n. 482/1968), perché in servizio come supplente tempo-ranea e quindi non disoccupata. Presentati ricorso e istanza cau-telare, l’insegnante ottenne, sì, l’assunzione tempo indetermina-to ma sub condicione, condiziona-tamente, cioè, all’esito del ricorso, oggi definitivamente deciso a suo favore. I giudici hanno stabilito che in un pubblico concorso in-detto per assumere personale docente della scuola i posti per le categorie protette vanno sempre assegnati, anche se il bando non prevede la relativa riserva. Non si deve nemmeno essere forma-listi nel riconoscerne il diritto, perché, sempre secondo i giudi-ci, dall’elenco provinciale si può essere esclusi anche solo tempo-raneamente e per le più diverse ragioni, senza per questo perde-re la qualità di orfano. È questa condizione personale a costituire il presupposto per l’iscrizione nell’elenco provinciale e non vi-ceversa. L’incarico di supplenza, poi, per la sua brevità e tempo-raneità, non poteva precludere la conservazione dello stato di disoccupazione.

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Il Tar Puglia riconosce il diritto della prof

Sulle riserveniente formalità

DI ANTIMO DI GERONIMO

Sì alla ricostruzione di carriera per i precari, arretrati compresi. Lo ha stabilito il giudi-ce del lavoro di Treviso con una sentenza emessa e depositata il 22 settembre scorso

(n.397/2010, r.g.n. 687/2009). La questione riguarda-va un gruppo di docenti precari che, a fronte della reiterazione, di anno in anno di contratti a tempo determinato, lamen-tavano che la loro posizione stipendiale non fosse mai muta-ta, essen-do privi di qualsiasi mecca-nismo di progressione economica e che ciò comportasse una evidente disparità di trattamento con il personale di ruolo. Oltre che con i docenti precari di religione ai quali viene attribuito, invece, il diritto alla rico-struzione di carriera dopo un determinato numero di anni di servizio. Il giudice monocratico, dunque, ha accolto il ricorso ed ha condannato l’amministra-zione al pagamento degli arretrati, ma non ha di-sposto l’applicazione della ricostruzione di carriera per i contratti futuri. E in più ha anche condannato l’amministrazione al pagamento di 2500 euro di spe-

se legali oltre all’importo dell’Iva e dei diritti per la cassa degli avvocati. Il magistrato ha motivato la decisione ricostruendo tutto il processo di formazione della normativa sul contratto a termine. Evidenzian-do come il legislatore abbia oscillato nel tempo tra la liberalizzazione totale e il divieto di ricorrere a tale istituto. Fino ad attestarsi su di una posizione intermedia, caratterizzata dalla espressa previsione

della facoltà, per l’amministrazione, di uti-lizzare il contratto a termine, solo in casi

eccezionali, prevedendo sanzioni per l’utilizzo illegittimo di tale tipologia

contrattuale. Il giudice, inoltre, ha fatto ampio riferimento an-che alla normativa comunitaria

e alla giurisprudenza della Cor-te di Giustizia, concludendo che,

allo stato, l’orientamento del giu-dice sovranazionale va nel senso di

considerare illegittima la previsione di un diverso trattamento retributivo

tra lavoratori equiparabili, distingui-bili solo per la titolarità di un contratto

a tempo indeterminato o determinato. E siccome le sentenze della Corte di giustizia europea valgono per tutti e non solo per le parti (come invece accade in Italia) il giudice del lavoro di Treviso ha disapplicato la normativa interna che prevede il di-vieto per i precari di ottenere gli aumenti retributivi dovuti all’anzianità di servizio. Ed ha condannato l’amministrazione a corrispondere ai ricorrenti le differenze retributive che sarebbero loro spettate se l’amministrazione avesse corrisposto gli scatti.

©Riproduzione riservata

La sentenza del tribunale di Treviso sulla ricostruzione di carriera

Il servizio va a regimecompresi gli arretrati

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/precari+scuola

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45Martedì 12 Ottobre 2010Martedì 12 Ottobre 20L E T T E R E

Il collegio è perfetto anche senza il presidente. Perché il consiglio di istituto possa operare è suffi ciente che ci sia il numero legale dei com-ponenti e che ci sia un vice che eserciti il poter di surroga. È la risposta al quesito di un lettore

che chiedeva conto dell’operatività del consiglio di istituto. In primo piano anche le pensioni, con i nuovi re-quisiti sull’anzianità contributiva ed anagrafi ca che attanagliano molti lettori.

l’ESPERTO RISPONDE/ Un lettore sull’operatività dell’organismo

Consiglio di istituto okanche senza presidenteBasta che ci sia un vice con poteri di surroga

Prof di sostegno, a caccia di norme

Vorrei sapere se esiste una normativa relativa alla scuola secondaria di 1° grado che re-golamenti l’impiego dell’inse-gnante di sostegno in caso di assenza dei colleghi.

lettera firmata

Non risulta l’esistenza di norme nel senso da lei chieste. L’insegnante di sostegno è un insegnante a tutti gli effetti assegnato alla classe e non all’alunno handicappato.

Dispone, infatti, il comma 6 dell’art. 13 della legge 104/92 che” gli insegnanti di soste-gno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti”. Ne consegue che in caso di assenza del collega con-titolare della classe, l’insegnan-te di sostegno è tenuto a presta-re servizio anche da solo.

Franco Bastianini

Il rebus dell’età e dei contributi

Ho lavorato nel privato con contributi Inps per 19 anni, sei mesi e dieci giorni dal 1.3.1981 al 17.9.2000. Da quella data sono stato assunto nella scuo-la come collaboratore scolasti-co con versamenti Inpdap Im-messo in ruolo dall’ 1.10.2010. Vorrei sapere se mi conviene chiedere la ricongiunzione dei servizi in base alla legge 29/79 per passare tutti i contributi all’inpdap e per poi avere una unica pensione. Chiedo inoltre se tale ricongiunzione mi com-porterà una notevole spesa.

Andrea GianiPadova

Non conoscendo la sua età anagrafi ca e quanti anni pensa di continuare a prestare servi-zio, la risposta alle sue doman-de presenta alcune diffi coltà.

Alla data odierna lei può fare valere 29 anni, 5 mesi e 23 giorni di contribuzione utile ai fi ni pensionistici. Se pensa di poter permanere in servizio in servizio fi no al 65° anno di età e quindi per altri 10 anni, un mese e 3 giorni, la ricongiunzio-

ne dei contributi inps all’inpdap ai sensi della legge 29/79 non la ritengo utile. Al compimento del 65 anno di età avrebbe diritto a due pensioni, una dall’inps e un’altra dall’inpdap. Se vice-versa potrà rimanere in servizio come collaboratore scolastico per un periodo inferiore la ri-congiunzione dei contributi inps all’inpdap, ai sensi della legge 29/79, sarebbe consigliabile perché le consentirebbe di per-cepire una sola pensione dall’in-pdap il cui ammontare sarebbe certamente maggiore di quello che della pensione inps.La spe-sa di tale ricongiunzione non è teoricamente quantificabile

essendo subordinata tra l’altro all’ammontare dei contributi versati all’inps in rapporto a quelli che avrebbe dovuto ver-sare all’inpdap.

Nicola Mondelli

I genitori e i i gli che escono da soli

Tra le lettere del 5 ottobre ho letto la risposta alla dichiara-zione liberatoria da parte del genitore per fare uscire il fi glio da scuola. Vorrei che gentil-mente mi fossero forniti i riferi-menti normativi per poter fare votare questa modalità(basta la liberatoria del genitore) al

collegio della mia scuola.Paola Corci

Bologna

L’istituto della liberatoria e disciplinato dal codice civile. Non è altro che una dichiara-zione sottoscritta da entrambi i genitori o da che esercita la pa-tria potestà del minore che deve considerarsi affidato ad essi ovvero al servizio di trasporto pubblico dal momento in cui la-scia l’edifi cio scolastico o il peri-metro della scuola.L’obbligo di vigilanza, secondo i giudici del-la Corte di Cassazione( senten-za del 7 maggio 2010) continua anche al di fuori dell’edifi cio scolastico fi n quando l’alunno non viene affi dato al genitore o al servizio di trasporto pub-blico, circostanza questa che si concretizza con la predetta liberatoria.

Franco Bastianini

Pensione salva nonostante il sistema retributivo

Sono un’insegnante di scuola secondaria di 1° grado. Essen-do nata nel 1950 potrei andare in pensione dal 1° settembre 2011 con una anzianità con-tributiva di 37 anni e 8 mesi. Dal mese di gennaio 2012 è fi ssato il passaggio all’ultimo gradone stipendiale(35). Vorrei sapere quanto perderei andan-do in pensione nel 2011 piutto-sto che nel 2013 con 40 anni e l’ultimo scatto maturato.Dal 1° gennaio 2011 come cambieran-no i coeffi cienti per calcolare la pensione?

Maria CordiglieriLatina

Certamente lei potrebbe an-dare in pensione del 2011 sia per anzianità, potendo fare valere quota 96, sia per vec-chiaia avendo 61 anni di età. La pensione che percepirebbe nel 2013, comprendendo an-che l’ultimo gradone stipen-diale sarebbe indicativamen-te superiore al 5% rispetto a quella che le verrebbe liqui-data dal 16 settembre 2011.Avendo maturato il diritto al calcolo della pensione secondo il sistema retributivo, la modifi ca dei coeffi cienti prevista a partire dal 2011 non graverebbero sul calcolo della sua pensione.

Nicola Mondelli

ne dei contributi inps all’inpdap essendo subordinata tra l’altro

In un istituto comprensivo in provincia di Salerno, il 31 agosto 2010, il presidente del consiglio di isti-

tuto eletto è decaduto dalla carica ai sensi del com-ma 2 dell’art. 51 dell’ordinanza ministeriale n° 215 del 15-7-1991 «elezioni degli organi collegiali a livel-lo di circolo istituto». L’istituto comprensivo è dotato di regolamento per il funzionamento del consiglio di istituto. Il vigente regolamento per il funzionamento del consiglio di istituto prevede che in assenza del presidente il vice presidente può esercitare le sue funzioni. In seno al consiglio di istituto è presente anche il vice presidente eletto dal consiglio stesso. Ciò premesso, vorremmo sapere se il vice presidente in carica, può e/o deve convocare il consiglio di isti-tuto per la surroga del consigliere cessato con altro genitore appartenente alla stessa lista in cui era stato candidato ed eletto il presidente del consiglio di istituto decaduto dalla carica e quindi procedere alla elezione del nuovo presidente ?

lettera fi rmata

L’elezione del nuovo presidente non è necessaria. Ai sensi dell’art. 53, comma 2 , dell’ordinanza ministeriale 215/91, la costituzione del consiglio è valida anche nel caso in cui non tutte le componenti abbiano espresso la propria rap-presentanza. A maggior ragione è da ritenersi legittima la costituzione del consiglio nella composizione in cui la presidenza venga assunta dal vicepresidente, fatto salvo l’obbligo di procedere alla surroga del componente cessato, ove possibile. Milita in favore di questa tesi la prassi in-valsa presso alcuni supremi collegi amministrativi quali: il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, nonché il Consiglio superiore della magistratura, di funzionare, per consuetudine, in assenza del presidente (sebbene rego-larmente in carica). Tanto premesso è ragionevole ritenere che il presidente non sia da considerarsi fi gura necessaria ai fi ni della perfezione del collegio. Ciò che conta è che lo svolgimento della funzione sia assicurata dall’avente titolo in sua vece. Tanto più che, nel caso del consiglio di istituto, la perfezione del collegio non è richiesta. La stessa norma-tiva di riferimento, considera, infatti, legittimo il collegio costituito in assenza di alcune sue componenti, fatto salvo il raggiungimento del numero legale.

Antimo Di Geronimo

I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo:

[email protected]

«IL NUMERO LEGALE È L’UNICO ELEMENTO NECESSARIO PER LA PERFEZIONE DEL COLLEGIO»

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46 Martedì 12 Ottobre 2010 A Z I E N DA S C U O L A

Ecco tutto ciò che devono fare personale docente, educativo, Ata e dirigenti scolastici

Legge 104, al via gli accertamentiAssistenza all’handicap, il ministero alla verifi ca dei requisiti

DI NICOLA MONDELLI

Corsa agli accertamenti dei requisiti per i bene-fici di assistenza all’han-dicap. La verifica riguar-

da il personale docente, educativo e Ata oltre che per i dirigenti scolastici in servizio in provincia diversa da quella di residenza o proveniente da altra provincia o incluso nelle graduatorie provin-ciali, che fruiscono o intendono fruire dei benefici previsti dalla legge 104/92 per l’assistenza al parente disabile.

A prevederlo un apposito rego-lamento emanato con il decreto 30 luglio 2010, n. 165, pubblica-to nella G.U. n. 234 del 6 ottobre 2010, dal ministro dell’istruzione di concerto con i ministri della salute, del lavoro e politiche so-ciali.

Il regolamento elenca, prelimi-narmente, i benefi ci che sono sog-getti a controllo e gli adempimen-ti che sono richiesti ai soggetti che ne fruiscono o che chiedono di fruirne. Tali benefi ci, fruibili da parte del personale che assiste un parente handicappato in stato di gravità, sono indicati nell’art.1,

comma 1 del decreto 165/2010 e riguardano la precedenza nell’as-segnazione di sede e il diritto alla scelta ove possibile della sede più vicina al proprio domicilio e i tre giorni di permesso mensile retri-buiti; il diritto alla riserva del po-sto per il personale incluso negli elenchi delle categorie protette per l’assunzione obbligatoria, ai sensi delle disposizioni di cui agli articolo 3 e 18, comma 2. della legge n. 68/1999.

I principali adempimenti

I dirigenti scolastici che con-seguono l’immissione in ruolo in regione diversa da quella di residenza, fruendo dei predetti benefi ci, dovranno trasmettere all’uffi cio scolastico competente la documentazione provante il diritto alla fruizione dei benefi -ci entro il termine di 30 giorni dalla data di assunzione in servizio; quelli che hanno con-seguito l’immissione in ruolo a decorrere dall’anno scola-stico 2009/2010 dovranno trasmettere la certifi cazio-ne medica in originale o in copia conforme entro il 5

novembre 2010.Per certifi cazione medica si in-

tende l’atto, il verbale o la certifi -cazione rilasciata all’interessato a conclusione dell’accertamento effettuato a norma della legge 104 e successive modifi cazioni. Identica certifi cazione deve esse-re allegata, da parte del personale docente ed ata, alla domanda di inserimento in una graduatoria di provincia diversa da quella di residenza, domanda fi nalizzata all’assun-zione nelle scuole sta-tali.

Il personale già inserito in una graduatoria provinciale in pro-vincia diversa da quella di resi-denza dovrà, invece, trasmettere la certifi cazione medica entro il 5 novembre 2010

Le graduatorie provinciali

Ulteriori accertamenti sulle condizioni di invalidità e handi-cap dei soggetti assistiti.

Al fi ne di prevenire gli abu-si registrati in molte province, molteplici sono gli accertamenti sulle condizioni di invalidità e di handicap oltre che su quelle personali e familiari che danno diritto alla fruizione dei benefi -ci che le istituzioni scolastiche dovranno attivare. Potranno

farli anche con metodo a campione.

La valu-tazione della

situazione sa-nitaria del richie-dente la fruizione dei benefi ci dovrà essere effettuata

dall’azienda sani-taria competente

per l’area territoriale nella quale ha sede l’autorità scolastica. Nel caso in cui il familiare handicap-pato risieda nell’area territoriale della scuola che ha rilasciato la certifi cazione originaria, l’accer-tamento dovrà essere effettuato da altra azienda sanitaria, ove possibile nell’ambito della stessa regione.

Insussistenza dei requisiti

Nel caso in cui venga com-provata la non sussistenza delle condizioni che danno di-ritto ad usufruire dei benefi ci si dovrà dare luogo all’imme-diata sospensione cautelativa del pagamento degli stessi (per esempio i permessi retribuiti), da notifi care entro trenta giorni dalla data del provvedimento di sospensione. Inoltre, in caso di revoca per insussistenza dei requisiti, in cui vengono rile-vati elementi di responsabilità per danno erariale, i prefetti saranno tenuti ad inviare copia del provvedimento alla Corte dei conti per eventuali azioni di responsabilità.

© Riproduzione riservataMaurizio Sacconi, ministro del lavoro

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Il rischio ora è la corsa alla svalutazione delle valute. Stretta Bce a rii nanziamento banche

Guerra dei cambi, flop del FmiNonostante le pressioni, non c’è stato risultato a Washington

Il Fondo monetario interna-zionale, riunito a Washing-ton nel fi ne settimana, alla fi ne ha partorito un topolino.

Non è stata trovata, infatti, una soluzione condivisa su uno dei nodi centrali del dibattito econo-mico mondiale: quello della sva-lutazione delle valute. I leader del mondo della fi nanza hanno infatti perso l’occasione di discu-tere dei modi per prevenire una possibile «guerra dei cambi».

Il termine, coniato qualche giorno fa dal ministro brasiliano delle fi nanze, Guido Mantega, na-sce dal timore che, nel tentativo di proteggere le proprie economie, sempre più paesi comincino a de-prezzare la loro valuta, alteran-do gli scambi nell’intero pianeta.

Nonostante i continui appelli degli Usa e dell’Unione europea, la Cina continua a tergiversare sull’apprezzamento dello yuan e una lista sempre più lunga di paesi, dalla Corea del Sud al Bra-sile, si sta avviando sulla strada del dumping valutario per age-volare le esportazioni e restare competitiva sul mercato.

Dal 2 settembre, cioè dalla visita di Lawrence Summers, il principale consigliere economico del presidente Barack Obama, in Cina per discutere della rivalu-tazione dello yuan, quest’ultimo si è rafforzato del 2% contro il dollaro. L’Unione europea e gli Usa premono però per un ap-prezzamento in tempi più rapidi.Il meeting del Fondo monetario

internazionale, che poteva essere una buona occasione di dialogo, ha fallito nel tentativo di fare un passo avanti per uscire dall’im-passe. I funzionari della Banca

centrale cinese sono rimasti sor-di alle richieste di un accordo su base regionale o internazionale e l’Organizzazione del commer-cio mondiale ha dichiarato di non voler entrare nel merito del problema. Ora, nel miraggio di una nuova Bretton Woods, tutti gli occhi sono puntati sul G20 in programma a metà novembre a Seul.

Se l’Fmi guidato da Dominique Strauss-Khan, latita, la Bce sta invece avviando una stretta al ri-fi nanziamento delle banche. Le nuove norme, annunciate saba-to ed entrate in vigore domenica, mettono in chiaro i diritti dell’isti-tuto monetario, a cominciare dal potere di limitare o restringere l’accesso degli istituti di credito

alle operazioni di rifinanzia-mento «per motivi di prudenza».La Bce ha stabilito che titoli swap e sintetici non danno dirit-to alla generazione di cassa nelle operazioni di rifi nanziamento e ha annunciato che accetterà ob-bligazioni garantite da attività, solo se provenienti dai paesi dello spazio economico europeo.

Le nuove norme si inseri-scono nel tentativo della Bce di limitare la dipendenza de-gli istituti di credito dalle sue erogazioni di liquidità, per salvaguardare il suo bilancio.Da domenica una banca centrale può rifi utare l’offerta di bond con rating basso o illiquidi per opera-zioni di rifi nanziamento.

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Dominique Strauss-Khan

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Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 30/09/2010

Adesso Index Aprile '07 87,850 A2 | A | A+ - | A- | A-Adesso Index Febbraio '07 97,086 A2 | A- | A- * - | A- | A-Alba Carim Index 08/07 101,170 - | BBB- | - A2 | A+ | AA-Alba Carim Index 11/06 98,685 - | BBB- | - Aa2 | AA | AA-Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,744 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+AltiPercorsi Index 2005 100,343 A3 | - | - Aa3 | AA- | AA-CariChieti Index Linked 2005 101,660 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Carichieti index linked 2006 97,720 Aa2 | A+ | AA- A1 | A | A+Carichieti Index Linked 2007 98,107 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Creberg altiplano marzo 07 96,304 - | A- | A- - | A- | A-Creberg Altiplano Aprile '07 88,260 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-Creberg Polar Aprile '07 88,120 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-Derby Index Linked Dicembre 2006 91,620 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A | A ****Derby Index Linked Ottobre 2006 91,620 - | (1) | - - | A- | A-DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 87,740 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | AA-DomanIdea 3 - Index Linked 2007 99,750 - | BBB+ | BBB+ Aa3 | A+ | A+ *****Duomo Index Nuove Frontiere 98,520 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D (�) WR | NR | NR Aa2 | A+ | A+Duomo Index Nuove Frontiere III serie 91,760 - | BBB+ | BBB+ Aa2 | AA | AA-Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 94,880 Aa2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,650 Aa2 | A+ | A+Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 87,740 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Duomo Index Nuove Frontiere VIII serie 99,750 - | BBB+ | BBB+ Aa3 | A+ | A+ *****Duomo Index Performance Positiva 112,330 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+ExtraFrutti - Index Linked 2008 100,570 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Futuro Forte 1 - 2006 98,650 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Index Scatto piu' Persona Life 97,000 Aa2 | A+ | A+Index Up 1-2008 84,660 A2 | A | A Aa2 | A+ | A+Index Up 3 - 2005 99,650 - | BBB+ | A- Aa2 | A+ | A+Index Up 4 - 2005 100,013 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Indice Più 3 100,430 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Indice Più 4 - 2004 99,749 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Prima Classe 1 - 2005 102,495 A3 | - | - Aa3 | A+ | AA-Prima Classe 2 - 2005 102,191 - | BBB+ | A- Aa3 | A | A ****Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 97,400 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+Prima Classe 3 - 2005 98,018 A2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Scelgo Index 10 97,881 Baa3 | - | - Aa3 | A+ | AA-Scelgo Index 11 98,104 Baa3 | - | - A1 | A+ | A+Scelgo index 12 98,512 Baa3 | - | - Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 97,710 Baa3 | - | - Aa3 | AA- | AA-Scelgo Index 14 97,109 Baa3 | - | - Aa1 | AA- | AA-Treviso Index 2007 98,744 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+Uni Class 98,891 Aa3 | A | AA- Aa3 | A | A+

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-3% Top Coupon Index Linked serie XIII 2003 100,740 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-3% TOP COUPON INDEX LINKED SERIE XV - 2003 100,481 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 98,714 Aa2 | AA | AA- Aa2 | AA | AA-3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 100,360 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-4,0% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE XV NOVEMBRE 2004 99,520 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-4,0% CRESCITA USA SERIE XIII OTTOBRE 2004 99,940 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-4,30% International Index Serie V Marzo 2007 89,560 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | A+4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-4,30% International Serie VI Aprile 2007 82,580 Baa3 | BBB | BBB+ Aa1 | A+ | AA-4,30% International Serie VII Aprile 2007 82,720 Baa3 | BBB | BBB+ Aa1 | A+ | AA-4,30% International Serie X Giugno 2007 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 94,915 A2 | A | A Aa3 | A+ | A+Capital Index Serie II 2005 99,400 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA-Capital Index SERIE IV 2005 97,760 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 97,850 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-CAPITAL INDEX SERIE XVI 2004 100,000 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-CAPITAL INDEX SERIE XVII 2004 99,850 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Capital index serie XX 2004 99,640 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA-Convergence Serie IX 2007 82,580 Baa3 | BBB | BBB+ Aa1 | A+ | AA-Convergence Serie VIII 2007 89,560 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | A+Convergence Serie XI 2007 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-Convergence Serie XII 2007 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 96,860 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 96,890 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie I 2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE I 2006 98,860 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE I 2007 97,190 A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie II 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE II 2007 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+CRESCITA SICURA SERIE II/2006 99,310 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+Crescita Sicura serie III 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-CRESCITA SICURA SERIE III 2006 94,460 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie III 2007 95,020 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie IV 2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+Crescita Sicura Serie IV 2007 94,683 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2004 100,581 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 96,630 A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie V 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE V 2006 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie V 2007 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****Crescita Sicura Serie VI 2007 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,520 Aa2 | AA | AA-Crescita Sicura Serie VII 2007 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE VIII 2004 101,260 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,182 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 97,220 A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie VIII 2007 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE X 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 96,270 A2 | A+ | AA-DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 99,310 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+Esagono Plus Nikkei Serie XIX 2006 99,960 Aa1 | - | -Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 99,450 Aa3 | AA- | AA- Aa3 | AA- | AA-Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 93,840 A1 | A | A+ A1 | A | A+Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 100,660 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-Euro-dollaro Serie V aprile 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 98,680 A2 | A | A+ Aa3 | A+ | A+ *****EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,520 Aa2 | AA | AA-EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 96,630 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 96,270 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 97,220 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 97,190 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 99,310 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+Everest Equity World Serie XI 2007 97,710 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 97,392 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Everest Global Basket Serie XIII 2007 97,710 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+Everest Global Basket Serie XV 2007 97,392 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,921 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-Grifo Index serie XIX 2004 99,811 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 94,460 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,520 Aa2 | AA | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 97,220 A2 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 96,630 A2 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 97,450 Aa2 | AA | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 96,270 A2 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 97,190 A2 | A+ | AA-INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 99,270 Aa1 | - | -Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 99,230 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 95,020 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 94,683 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

INDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 98,860 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,182 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 98,860 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 99,230 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-Index Esagono Plus Serie XIV 2006 98,265 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-Index Esagono Plus Serie XIX 2005 99,920 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-Index Esagono Plus Serie XXI 2005 89,000 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | AA- | AA-Index Esagono Plus Serie XXII 2005 89,000 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | AA- | AA-Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 100,660 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****Japan – Euro Serie IV 2007 88,710 Baa3 | BBB | BBB+ Aa2 | A+ | A+Lombarda vita 6&6 95,750 - | A+ | - Aa3 | A | A+Lombarda vita 6&6 New 91,315 A2 | A | A A2 | A+ | AA-Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 102,290 A2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 82,240 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 92,510 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-Lombarda Vita Classic Markets 99,108 Aa1 | A+ | AA-Lombarda Vita Classic Markets New 95,020 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-Lombarda Vita Euro Sector 95,050 - | A+ | - A1 | AA | A+Lombarda Vita Euro Sector New 93,330 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-Presente e Futuro Serie XVI 2007 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-Protezione e Valore Serie III 2007 99,270 Aa1 | - | -

VALORI AL 30/09/2010

PRODOTTO VALORERATING RATING OPZIONE

OBBLIGAZIONE MOODY’S/S&P/FITCHMOODY’S/S&P/FITCH

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quota-zioni dell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come da comunicato disponibilesulla home page del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 99,271 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

BCP Più index serie IV 2005 98,180 - | A- | - Aa3 | A | A ****

C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE IX - 2003 99,909 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII 99,100 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 97,998 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Il valore dell'energia 98,053 A1 | A | A+ - | A- | A-

Index Linked Bull Dividend 92,260 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | A+ | A+

Index linked di lusso 104,645 - | A+ | - Aa3 | A+ | A+ *****

Index Linked Select Dividend 93,630 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2006 100,437 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2007 98,526 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+

Index Up 2 2006 94,900 A2 | A | A+ Aa2 | A+ | AA-

Nikkei Avenue 96,400 Baa3 | - | BBB+ Aa2 | A+ | AA-

PROFIT + 99,110 - | BBB+ | BBB+ Aa1 | A+ | AA-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 143,580 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie I 144,550 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie II 143,580 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie III 142,610 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie IV 141,640 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie V 143,730 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

Tandem Doppia Opportunità 98,736 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+

Valore Assicurato 97,190 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | AA-

VALORI AL 30/09/2010

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

(2) Prodotto costruito ante Circolare ISVAP 451/D del 24 luglio 2001

INDEX LINKED NUMERO 1 102,495 A3 | - | - Aa3 | A+ | AA-

VALORI AL 30/09/2010

Carismi Più Certezza 10 104,981 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 11 106,790 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 2 106,279 A2 | A | A Aa3 | A | A ****Carismi Più Certezza 2 Private 100,820 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 3 97,101 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 4 90,600 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 5 97,120 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 6 104,000 Baa3 | - | BBB+Carismi Più Certezza 7 97,700 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+CARISMI Più Certezza 8 89,250 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 9 89,880 - | A+ | - Aa2 | A+ | A+

VALORI AL 30/09/2010

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 92,030 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-Short Everest Global Basket Novembre 2007 104,217 Baa1 | - | A Aa2 | A+ | A+Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 97,190 A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 95,020 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 94,683 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 97,220 A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 96,540 A2 | A+ | AA-SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 96,630 A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 96,270 A2 | A+ | AA-Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 100,660 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 97,220 A2 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 96,630 A2 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 99,230 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

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49Martedì 12 Ottobre 2010Martedì MERCATI E FINANZA

La compagnia low cost inglese ora può rilanciare le attività commerciali

Pace easyJet-easyGroupDopo due anni intesa sulla licenza del brand

La compagnia aerea easyJet ha risolto una disputa durata due anni con la società easyGroup

in merito ai termini della li-cenza del brand «easyJet». In base ai nuovi termini dell’ac-cordo, il carrier inglese potrà mantenere il brand «easyJet». In cambio, il socio fondatore, Stelios Haji-Ioannou, rinun-cerà al diritto di autoeleg-gersi presidente del board.La schiarita sull’accordo ap-porta maggior trasparenza sui termini del deal e sui rap-porti tra easyJet e easyGroup. Il nuovo deal permetterà a easyJet di esercitare in tutto il mondo i suoi diritti sul brand, tutelando così le sue attività commerciali attuali. easyJet inoltre potrà si-glare in piena libertà nuovi ac-cordi di co-bran-ding con altre so-cietà, come tour operator, auto-noleggi, alber-ghi e compagnie di assicurazione viaggi.

I diritti avranno la dura-ta di altri 50 anni. Secondo i termini del deal Haji-Ioan-nou, che con la sua famiglia controlla il 38% del gruppo, riceverà un pagamento fisso di 3,9 mln di sterline, somma che aumenterà a 4,95 mln di sterline nel secondo anno. Se-guirà un pagamento annuale delle royalty pari allo 0,25% dei ricavi del carrier inglese.Haji-Ioannou ha affermato che l’accordo sarà vantaggioso per entrambe le parti. Tuttavia non è da escludere la potenzia-le resistenza di altri azionisti, la cui approvazione è neces-

saria in vista

de l l ’ imminente extraor-dinary general meeting.Secondo Charles Stanley e l’analista Douglas McNeill, gli altri azionisti punteran-no il focus sull’impatto che il deal avrà sui dividendi futuri.Haji-Ioannou ha ribadito a tal proposito di sperare «che lo scopo fi nale dell’accordo sulla licenza del brand sia quello di creare valore per tutti gli azionisti», aggiungendo che il modo in cui le compagnie

aeree low cost registrano gua-dagni è cambiato negli ultimi dieci anni, da quando l’accordo iniziale era stato firmato.Secondo il deal

originale, easyJet versava a Haji-Ioannou soltanto una sterlina all’anno di royalty per l’utilizzo del marchio. In base a una regola precedente, alme-no il 75% dei ricavi di easyJet doveva derivare dal business principale o dai servizi a esso annessi. Questa norma impe-diva al carrier di diventare un consorzio e a easyGroup di di-ventare una compagnia aerea.La risoluzione della disputa tra easyJet e easyGroup sui termini della licenza del brand è un fatto positivo, ha commen-tato un trader. Il nuovo accordo sulla licenza avrà valore per 50 anni e oltre a tutelare i diritti del carrier sul brand, permet-terà al vettore di siglare accor-di con altre società di servizi.

La scorsa settimana il vetto-re ha alzato le guidance sugli utili del prossimo anno fi scale, che terminerà a metà settem-bre 2011, di 150 mln di sterline da 100-150 mln. L’ottimismo è dovuto alla performance soddi-sfacente del gruppo, soprattut-to nelle rotte tra Regno Unito e le città turistiche europee.

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Alfredo Altavilla sarà nomi-nato amministratore delega-to dell’Iveco, in sostituzione di Paolo Monferino, che lascerà il gruppo Fiat assumendo l’in-carico di direttore della sanità della regione Piemonte.Altavilla è nato a Taranto nel 1963 ed è laureato in economia e commercio. Nel 1990 è stato assunto in Fiat auto, dove inizialmente si è occupato di collaborazioni e operazioni internazionali nell’ambito delle attività di sviluppo prodotto e mercato.Nel 1995 è stato nominato responsabile dell’uffi cio Fiat auto di Pechino, e nel 1999 responsabile delle attività in Asia. Nel settembre del 2004 è stato nominato presidente di Fgp (Fiat/Gm Powertrain) e senior vice president del business development di Fiat auto. Da novembre 2006 è a.d. di Fpt. A luglio 2009 è entrato nel cda di Chrysler e a ottobre 2009 è stato nominato executi-ve vice president del business development di Fiat group.«Voglio ringraziare, personal-mente e a nome dell’azienda, Paolo Monferino per l’eccel-lente lavoro svolto in tutti questi anni di servizio in Fiat. Nei diversi incarichi che ha ricoperto, si è sempre contraddistinto», ha dichiara-to l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, «per serietà, rigore e grande intelligenza. Queste quali-tà gli hanno permesso, ad esempio, di completare pri-ma un’impresa straordinaria come l’integrazione tra Case e New Holland e poi di ripor-tare l’Iveco ai massimi livelli di competitività nel settore dei veicoli industriali».«Mi dispiace», ha aggiun-to Marchionne, «che lasci il gruppo Fiat, ma sono lieto di sapere che le sue competenze, le sue capacità di programma-zione e di gestione, oltre alle sue grandi qualità umane, potranno essere messe a di-sposizione della sanità pub-blica, a benefi cio dell’intera collettività».

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FIAT IVECO

Monferino va,arriva

Altavilla

È stata fi rmata una con-vezione tra il comune di Napoli e l’Associazione bancaria italiana (Abi)

per la concessione di mutui a tasso agevolato per l’acquisto di immobili compresi nel piano di dismissione dell’amministra-zione comunale. Il protocollo di intesa, di durata triennale, ha lo scopo di agevolare i cittadini intenzionati a comprare, velo-cizzare le fasi e assicurare al comune l’incasso delle somme derivanti dalla vendita del pa-trimonio di edilizia residenziale pubblica. Gli istituti di credito che hanno sottoscritto l’accor-do (Banca della Campania, Bnl, Banca popolare di sviluppo, Banca Promos, Banco di Napoli, Banca Ugf e Monte dei Paschi di Siena) si impegnano ad as-sicurare la massima rapidità nella concessione del mutuo e a garantire assistenza gratuita ai cittadini per individuare la soluzione migliore.

L’istruttoria per le pratiche, che dovrà durare al massimo 25 giorni, sarà gratuita. I mu-tui concessi avranno una dura-ta variabile da 5 ai 30 anni e serviranno a fi nanziare al mas-simo l’80% del valore degli im-mobili. In merito alla variazioni dei tassi di interesse, le banche garantiscono inoltre uno spre-ad inferiore del 15% rispetto a

quello applicato alla clientela ordinaria.

«La sottoscrizione dell’accordo da parte di tutte le banche del territorio», spiega il presidente della commissione regionale Abi, Giuseppe Castagna, «cree-rà una concorrenza virtuosa tra gli istituti, dando un ulteriore vantaggio agli utenti fi nali».

Anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, esprime soddisfazione per la fi rma della convenzione, «che darà la possi-bilità a 12 mila famiglie di ac-quistare l’immobile che, nella maggior parte dei casi, stanno già occupando».

Il primo cittadino, poi, chiede una risposta concreta e rapida da parte della Sovrintendenza per i beni architettonici, che sta vagliando la posizione di centi-naia di immobili per acconsen-tire alla vendita. «Si tratta di edifi ci nei quartieri di Ponticel-li, Barra e San Giovanni a Te-duccio», chiarisce. «Quindi non soggetti a particolari vincoli. Purtroppo la legge prevede che, dopo 50 anni dalla costruzione, ne venga bloccata la vendita. Confi dando nello sblocco degli immobili; avevamo inserito nel bilancio di previsione un’entrata di 50 milioni di euro, ma ne ab-biamo incassati solo 10, perché le operazioni vano a rilento».

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Per case dismesse da amministrazione

Mutui agevolati,intesa Napoli-Abi

Confidi province lombar-de è stato iscritto da Banca d’Italia all’elen-co speciale degli inter-

mediari finanziari vigilati (107) di cui all’articolo 107 del Testo unico bancario (d.lgs. 385/93). Si conclude così il percorso di trasformazione che Confidi province lombarde aveva av-viato già nell’aprile del 2005 con la trasformazione da con-sorzio fidi a cooperativa di garanzia.

A oggi sono meno di trenta i Confidi riconosciuti nell’ap-posita sezione. E parte una nuova sfida. L’assunzione della veste di intermediari fi-nanziari sottoposti a vigilanza equipara le garanzie di Cpl a quelle delle banche. La nuova garanzia mitiga il rischio di credito, riduce l’assorbimento di capitale della banca e riduce lo spread pagato dall’impresa sul credito.

Per gli addetti ai lavori la nuova garanzia influenza alcune grandezze specifiche nelle formule di calcolo dei rating creditizi utilizzati dalle banche: riduce la probabilità di default e contiene la loss given default (perdita in caso di insolvenza) dell’obbligato principale: quindi conviene a tutto vantaggio dell’impresa.Nella nuova veste, Cpl potrà

anche rilasciare garanzie fi-dejussorie a favore dell’am-ministrazione finanziaria dello stato, per eseguire i rimborsi di imposte alle im-prese socie e gestire fondi pubblici di agevolazione.Numerosi i passi fatti: dalla fusione con un importante confidi lombardo nell’aprile 2006, ai continui interventi sul fronte della regolamenta-zione e organizzazione inter-na, dall’adozione di un proprio modello di rating a supporto della valutazione del rischio di credito operante dal 2007, all’ampliamento della base associativa per comparto e territorio, dall’apertura dell’importante sede di Sa-lerno, avamposto di Cpl per l’intero Mezzogiorno, e quella appena avvenuta delle nuove sedi lombarde di Varese, Ber-gamo, Brescia, Lecco e Como, dal nuovo contratto Fei Cip per oltre 800 milioni di euro di garanzie all’assegnazione a Cpl del fondo Jeremie-Fesr dalla regione Lombardia per la ricerca e innovazione delle pmi lombarde.

Il Cpl vede associate oltre 6.500 piccole e medie imprese, sono 900 i milioni di finanzia-menti in essere per oltre 400 milioni di garanzie.

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Promosso Confidi province lombarde

Cpl intermediariofinanziario

Alfredo Altavilla

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50 Martedì 12 Ottobre 2010 MERCATI E FINANZA

Ansaldo Sts. Il comune di Genova ha affi dato alla socie-tà la fornitura di un primo lot-to di sette treni di produzione AnsaldoBreda, di nuova gene-razione per la metropolitana di Genova, per un importo di oltre 31 mln euro. Il contratto è direttamente collegato con i lavori, in corso di esecuzione da parte di Ansaldo Sts, per l’ampliamento del deposito di Dinegro. I convogli potranno viaggiare in confi gurazione singola o di due unità di trazione accoppiate per una capacità di trasporto comples-siva di 600 passeggeri.

Datalogic. I ricavi prelimi-nari delle vendite del terzo trimestre sono stati di 100 mln euro, +32% circa rispetto allo stesso periodo 2009. Nei primi nove mesi, i ricavi si sono attestati a 291 milioni, +29% rispetto al 2009. Per quanto riguarda le divisioni operative del gruppo, tutte hanno registrato risultati di crescita molto sostenuti: la divisione Datalogic mobile ha visto un +39% con ricavi di vendita per 21 mln euro, Datalogic automation del 36% a 21 mln euro, Datalo-gic scanning al 31% con un fatturato superiore a 48 mln euro mentre quella di Infor-matics è del 13% a 9 mln euro.

Brembo diventa fornitore di Suzuki anche per le moto stradali, dopo anni di colla-borazione nella Moto GP, con una nuova pinza freno. La nuova fornitura durerà circa tre anni. Grazie all’accordo, la società rafforza la sua presen-za sul mercato delle due ruote giapponesi, dove è già presente da alcuni anni con Yamaha.

Enel green power. Le azioni ordinarie sono state ammesse alle negoziazioni nel Mercato telematico azionario. Lo sponsor è Mediobanca. La data di inizio delle nego-ziazioni verrà stabilita con un avviso di Borsa italiana.

Solar energy, gruppo Uni Land, e Conergy Italia, so-cietà del gruppo Conergy, hanno siglato un accordo per la realizzazione di nove parchi fotovoltaici da 1 MW ciascuno. L’accordo prevede la costruzione degli impian-ti chiavi in mano, tranne che per i lavori edili iniziali (preparazione del terreno, re-cinzione, strade e viabilità). I primi tre progetti sono loca-lizzati in Puglia e dovrebbero essere consegnati chiavi in mano entro il 31 dicembre.

Fondazioni bancarie. «Non è giudicabile inopportu-na la sollecitazione, a 20 anni dalla legge Amato-Carli di riforma dalla banca pubbli-ca e a 12 dall’adozione della normativa Ciampi, a consi-derare se e quali innovazioni introdurre nell’ordinamento delle fondazioni bancarie per rafforzarne l’autonomia, mi-gliorare ancora il sostegno ai

settori dell’intervento istituzio-nale, defi nire più particolareg-giatamente il rapporto con gli enti che concorrono a formare i loro organi e con il sistema bancario. Una ricognizione, in-somma, al termine della qua-le si potrebbe anche convenire che non esistono ragioni di innovazione. Ma una verifi ca appare opportuna». Lo ha af-fermato il presidente di Gene-rali, Cesare Geronzi, nel corso del suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’asilo nido aziendale a Trieste.

Simest e Sie, Société d’in-vestissements energétiques, l’azienda governativa creata per accompagnare il piano di sviluppo nazionale delle ener-gie rinnovabili, hanno siglato un accordo di collaborazione nel settore. Obiettivo dell’ac-cordo è quello di collaborare per promuovere e fi nanziare i progetti per la costituzione di società miste italo-marocchi-ne, con la priorità per i settori dell’eolico, del solare e delle biomasse, ma anche di indi-viduare aree prioritarie per lo sviluppo di parchi eolici o solari dedicati alle imprese italiane.

Generali. Nuovi acquisti di titoli Generali da parte dell’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagi-rone, che oltre a esserne azio-nista con poco più del 2% è anche vice presidente della compagnia. Secondo quanto si apprende da un fi ling mo-del di borsa, il 6 ottobre scorso Caltagirone ha acquistato sul mercato attraverso la società Gamma, 100 mila azioni del Leone, per un controvalore di 1,471 milioni di euro.

Popolare Milano. È sta-to convocato per oggi un cda straordinario per la valuta-zione di un’offerta per Banca Monte Parma. I consiglieri dovranno, secondo fonti, va-lutare se presentare un’offer-ta per l’ingresso, contestuale a un aumento di capitale, nella Fondazione Monte di Parma, che controlla la mag-gioranza dell’istituto di cre-dito presieduto da Carlo Sal-vatori con una quota del 68%.Nei mesi scorsi, la Fonda-zione, nonostante le criticità emerse in Banca Monte Par-ma e la moral suasion eser-citata dalla Banca d’Italia, era orientata a non cedere la maggioranza e a ricercare un socio industriale disponibile a entrare, almeno inizial-mente, solo con una quota del 30%. Ora però la Fondazione potrebbe essere stata indotta a una svolta.

Banca Italease. L’ex a.d., Massimo Faenza, ha chiesto al gup di Milano Fabrizio D’Ar-cangelo di patteggiare quattro anni di carcere e 30 mila euro di multa per un fi lone dell’in-chiesta con al centro l’istituto di leasing e in cui è accusato di truffa, aggiotaggio, falso in bilancio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza.

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Unidesio 760104 10,275 01/10/2010

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Unidesio 760125 10,563 01/10/2010

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Unidesio 760141 10,119 01/10/2010

Unidesio 760143 10,235 01/10/2010

Unidesio 760144 10,239 01/10/2010

Unidesio 760145 10,642 01/10/2010

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Unidesio 760148 10,206 01/10/2010

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Unidesio 760168 10,100 01/10/2010

Unidesio 760169 10,108 01/10/2010

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51Martedì 12 Ottobre 2010Martedì MERCATI E FINANZA

Ftse All share +0,44%, euro in lieve calo a 1,3893, petrolio a 82,38 $

Un avvio in timido rialzoSenza spunti di rilievo sulle piazze Ue e Usa

La settimana borsistica ha registrato un avvio in cauto rialzo, in una seduta priva di spunti significati-

vi e caratterizzata da scambi li-mitati a causa della festività del Columbus day negli Stati Uniti. Poco mossa anche Wall Street.Il Ftse Mib ha segnato +0,42% a 20.837 punti, il Ftse All share +0,44% a 21,450 punti, il Ftse Mid cap +0,5%, il Ftse Star +0,43%. A Londra il Ftse 100 ha registrato +0,26%, a Parigi il Cac-40 +0,14% e a Francoforte il Dax +0,24%. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segna-va +0,11%, l’S&P 500 +0,15%, il Nasdaq Composite +0,33%.

A piazza Affari sono state ben impostate Fiat (+1,87%) ed Exor (+4,04%) in attesa di novità dalla Cina. Il presidente John Elkann avrebbe concluso una serie di incontri con nuovi possibili part-ner per Fiat e Fiat industrial. Nei prossimi giorni andrà in Cina an-che l’a.d., Sergio Marchionne. A sostenere le azioni del Lingotto anche la positiva performance di Cnh, venerdì scorso, salita a Wall Street sui massimi degli ultimi 27 mesi.

Nel segmento del lusso, dena-ro su Bulgari (+4,97%) al centro di scambi intensi. Dalle sale ope-rative, non si segnalano notizie particolari sul titolo e gli acquisti potrebbero essere dettati da una serie di operazioni di trading da parte di alcuni fondi. Bene an-che Tod’S (+2,08%) che ha stac-cato ieri la cedola straordinaria da 2,5 euro per azione, Geox (+1,75%) e Luxottica (+0,91%).In ascesa anche ieri i titoli dell famiglia Ligresti, mentre gli in-

vestitori cercano ancora di capi-re le motivazioni della salita di Bolloré nella holding Premafi n (+6,06%). Secondo Banca Leo-nardo, la mossa del fi nanziare bretone sembrerebbe amiche-vole, piuttosto che un cavallo di Troia a favore di potenziali offerenti. Progressi meno accen-tuati per FonSai (+1,04%) e per Milano ass. (+2,27%).

Tra le altre blue chip, dena-ro su Stm (+1,49%) e Prysmian (+2,33%), mentre hanno chiuso

in marginale calo Telecom Italia (-0,29%) dopo che la stampa ha annunciato nel fi ne settimana il raggiungimento della pace tra il gruppo italiano e la famiglia Werthein relativamente agli asset argentini ed Enel (-0,06%) nel giorno del via libera di Bor-sa all’ammissione a quotazione di Enel green power. Ben im-postata Ansaldo Sts (+1,09%).Nel resto del listino, in luce Chl (+4,26%) in scia alle attese sul giro d’affari previsto nel bu-siness farmaceutico, Carraro (+7,07%) mentre hanno perso terreno Coin (-0,85%) in scia al downgrade di Equita sim a hold. Pesanti Pms (-4,91%) e Kerself (-3,15%).

Quanto all’euro, ha chiuso in leggero ribasso a 1,3893 dollari e si è indebolito anche nei confron-ti della valuta giapponese a 114 yen mentre il dollaro è rimasto stabile sullo yen a 82,06.

Infi ne il petrolio, stabile, con il future sul Wti, che a metà seduta a New York passava di mano, è 82,38 dollari al barile, contro gli 83,82 dollari del Brent a Londra.

© Riproduzione riservata

La Consob ha messo in con-sultazione un documento con disposizioni attuative in ma-teria di organizzazione, pro-cedure e controlli interni per prevenire l’utilizzo a fini di riciclaggio e di fi nanziamento del terrorismo delle società di revisione iscritte nell’Albo spe-ciale previsto dall’art. 161 del Tuf e contemporaneamente iscritte nel Registro dei revi-sori contabili. Lo ha annuncia-to la stessa Consob nella sua newsletter settimanale. Le disposizioni concernenti le società di revisione iscritte nell’Albo Consob, per quanto concerne la disciplina relativa all’organizzazione, alle proce-dure e ai controlli interni, devono essere emanate dalla Consob, d’intesa con la Banca d’Italia e l’Isvap. Il provvedi-mento in esame, dopo una «pre-messa» di carattere normativo, è suddiviso in quattro capitoli.Le osservazioni al documento in consultazione, disponibile sul sito www.consob.it, do-vranno pervenire entro il 15 novembre.

RICICLAGGIO

Nuovotesto

da Consob

Il Consiglio di stato si pronuncerà il 22 ottobre sul ricorso pre-sentato dall’Antitrust in merito all’annullamento, da parte del Tar del Lazio, delle multe a 20 banche in materia di portabilità dei mutui. Lo ha annunciato il presidente, Antonio Catricalà.L’Antitrust aveva multato Credito artigiano, Banca Carige, Bnl, Banca nuova, Antonveneta, Popolare Vicenza, Deutsche bank, Popolare Milano, Popolare Sondrio, Banca Sella, Uni-credit banca, Unicredit Banca di Roma, Banco di Sicilia, Bipop Carire, Banca Mps, Intesa Sanpaolo, Popolare di Bergamo, Credem, Bpl e Popolare Verona. Il Tar del Lazio aveva riscon-trato l’assenza di «elementi univocamente indizianti la pre-senza di una pratica commerciale scorretta».

Consiglio di stato decidesu stop multa banche

DI MARCO CAPROTTI *

La creazione di valore, per i fondi, può viaggiare anche in aereo. Il comparto airline, entrato in fase di stallo con la crisi fi nanziaria mondiale (secondo l’equazione meno affari uguale meno business trip), ha ritrovato vigore negli ultimi tempi grazie all’ondata di consolidamenti ricominciata recentemente con la fusione fra United e Continental airlines che ha creato il più grande vettore al mondo davanti a Delta airlines (che aveva conqui-stato il primo posto nel 2008 comprando Northwest). Nel frattempo Southwest ha an-nunciato l’acquisizione della compagnia low cost Air Tran. «Questa voglia di consolida-mento, spinta dal desiderio di tagliare i costi e creare eco-nomie di scala in un settore dove le spese sono molto alte, può dare un’ulteriore spinta ai titoli del settore e ai quei fondi (solitamente quelli di-versifi cati su più settori) che hanno deciso di inserirli nei loro portafogli», spiega uno studio fi rmato da David Kath-man, analista di Morningstar. «A questo bisogna unire il ri-torno dell’appetito da parte degli investitori per gli asset di investimento più rischiosi, fra cui, appunto quello delle società aeree». La ripresa, per il momento, sembra robusta. I titoli dei vettori (a livello

mondiale) hanno guadagnato circa il 30% rispetto ai minimi toccati nel 2008, nel periodo più duro della crisi fi nanzia-ria scoppiata con la bolla dei subprime nel 2007. Nell’ulti-mo mese, tuttavia, non hanno risparmiato qualche patema d’animo agli investitori. «Gli alti e bassi del comparto sono andati di pari passo con le contraddittorie notizie con-giunturali che sono arrivate soprattutto dagli Stati Uni-ti e dall’Europa», continua l’analista di Morningstar. «È andata meglio ai vettori asia-tici, che hanno potuto contare sulla tenuta delle economie della regione e sulle conti-nue richieste interne sia per i viaggi d’affari, sia per quelli turistici».

Le controindicazioni non mancano, soprattutto per i più deboli di cuore. «Questo tipo di investimento funzio-na quando i titoli, partico-larmente sensibili alle dina-miche economiche, crescono aiutati anche dalle voci di M&A», conclude Kathman. «Tuttavia bisogna tenere presente i rischi. Alla luce della fragilità del recupero congiunturale mondiale, la situazione può cambiare. Gli investitori, quindi, è meglio che siano preparati a una forte volatilità nel breve ter-mine».

* Editor&AnalystMorningstar Italy

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LA PAROLA ALL’ESPERTO - I FONDI

Fondi Air, rischio calcolato

NOBLES CRUS

Tra i fondivince quellosul vinoLa ricetta per vincere sui mer-cati negli ultimi due anni? Ri-manere rigorosamente liquidi. Esiste un fondo comune, sotto-scrivibile anche in Italia, che ha preso l’indicazione alla lettera e ha fi n qui ripagato i quotisti con performance costanti e con il segno più.Nobles Crus, questo il nome del comparto, investe infatti in vino: nel portafoglio fi gura-no bottiglie di Chateau Latour, Romanée-Conti o Lafi te-Roth-schild, piuttosto che azioni e titoli di stato.Con questa ricetta, il fondo ha già guadagnato l’8,74% da inizio anno, dopo aver chiu-so il 2009 con un guadagno del 9,79% e il 2008 con un munifico 20,39%. Non solo: su 33 mesi di gestione, solo 3 hanno restituito un risul-tato negativo, il che ne fa un prodotto per cassettisti.Le scelte strategiche di por-tafoglio sono demandate a un sommelier di fama internazio-nale (Christian Roger), mentre la società che lo ha promosso, Elite advisers, è stata fondata ed è tuttora guidata da Michel Tamisier. In caso di riscatto, gli investitori possono sceglie-re se farsi liquidare l’investi-mento in contanti, oppure sot-to forma di bottiglie di vino.

© Riproduzione riservata

Si è svolta ieri al tribuna-le di Modena l’udienza per l’attribuzione del ruolo di cfo di Montana

alimentari, controllata da Inal-ca-Jbs. Secondo i patti paraso-ciali di Inalca-Jbs, Cremonini dovrebbe gestire la partnership, mentre Jbs dovrebbe gestire la controllata Montana.

Presidente e direttore fi nan-ziario di Inalca-Jbs dovrebbero essere di nomina Jbs, mentre gli a.d. dovrebbero essere di Cremonini. Da qui la proposta da parte dei brasiliani di ave-re la nomina del cfo anche per la controllata Montana, che

tuttavia ha trovato una diver-sa interpretazione da parte di Cremonini. Così, entro lunedì prossimo, il giudice sarà chia-mato a dipanare il nodo, l’enne-simo, che mina la partnership. Per tutta risposta, i brasiliani hanno avanzato la proposta di nominare direttore fi nanziario l’attuale cfo della concorrente Rigamonti.

Mercoledì 20 il tribunale di Modena dovrà anche esprimer-si sulla validità o sull’effettiva decadenza dei consiglieri di no-mina brasiliana. Nessuna deci-sione sarà invece presa sui tre consiglieri di nomina italiana.

Raffica udienze per i giudici di Modena

Ancora litisoci Inalca-Jbs

Electrolux ha fi rmato un accordo con Paradise capital per acquisire una quota del 52% in Olympic group for fi nancial investments, in linea con il suo piano di cre-scita nei mercati emergenti. Olympic group ha 7.300 di-pendenti. Nel 2009 la società aveva registrato vendite per 2,5 mld di corone svedesi con una quota di mercato pari al 30% in Egitto.Electrolux e Olympic group hanno sviluppato una colla-borazione commerciale di successo in Egitto da almeno 30 anni, occupandosi attualmente di tecnologia, fornitu-ra di componenti, distribuzione e brand licensing.Electrolux lancerà un’offerta vincolante per la quota rimanente nella società, in linea con le regolamentazioni egiziane e al prezzo pattuito con Paradise capital.

Shopping Electroluxsu mercati emergenti

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DA ENEL, ENEL GREEN POWER. LEADER MONDIALE NELLE ENERGIE RINNOVABILI.Enel Green Power è la società di Enel dedicata all’energia prodotta da fonti rinnovabili.

Con impianti operativi in 16 paesi del mondo e una capacità di generazione di energia da vento,

sole, acqua e calore della terra pari a oltre 20 miliardi di kWh, Enel Green Power è leader mondiale.

Ogni anno evita l’emissione in atmosfera di circa 14 milioni di tonnellate di CO2*, un risultato

destinato a crescere perché Enel Green Power continuerà ad andare verso un futuro sempre

più sostenibile. Proprio nella stessa direzione dove volete andare anche voi. www.enel.com

*Fonte: Bilancio di sostenibilità 2009.

SIAMO GIÀ DOVE VOLETE ANDARE. IN UN FUTURO SOSTENIBILE.

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