Stagione di prosa 2014/2015 GIÙ LA MASCHERA! - Iddocca...come figura e sinceramente reo-confessa,...

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2014/2015 Stagione di prosa GIÙ LA MASCHERA! Luca e Annamaria abbonati Elisabetta e Luca Alessandra e Elisabetta Joseph e Pina

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2014/2015Stagione di prosa

GIÙ LA MASCHERA!

Luca e Annamaria

abbonatiElisabetta e Luca

Alessandra e Elisabetta

Joseph e Pina

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Beatles SubmarineRe Lear Bestie Feroci RevolutionLe mille e una notte L’Avaro Enrico IV Doppio sogno (Eyes Wide Shut) Doris e Irene parlano da sole Ospiti L’origine del mondo/ritratto di un internoLa III Onda Prima del silenzio Il bell’Antonio Carmela e Paolino - varietà sopraffinoI viaggi di oggi Nuda proprietà La serata Mandragola La leggenda del pallavolista volante

La creatura L’abito della sposa Penso che un sogno così...Pirandello/Ora pro nobis Hamlet TravestiePiù forte del destino Novantadue Falcone e Borsellino, 20 anni dopo Ti posso spiegare...La vita è un viaggio Gl’Innamorati Alice La misteriosa scomparsa di W L’ho fatto per il mio paese La mia Odissea Sios-Boulé…di Joyce Lussu e altre SibilleApocalisse Morte di un commesso viaggiatore

Stagione di prosa 2014/2015

Paolo e Giulia Elisabetta e Guido

LE GIOIE DELLA VITA

ABITARE CON GUSTO

Via Lamarmora, 145 - Nuorotel. 0784 254058 · [email protected] · www.casarosas.it

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Assessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e SportAssessoradu de s’Istrutzione Pùblica, Benes Culturales, Informatzione, Ispetàculu e Isport

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I TEATRI

CAGLIARI Teatro Massimo

ALGHEROTeatro Civico

ARZACHENA Auditorium Comunale

CARBONIA Teatro Centrale

IGLESIAS Teatro Electra

LANUSEI Teatro Tonio Dei

MACOMER Teatro Costantino

MEANA SARDO Teatro San Bartolomeo

NUORO Teatro Eliseo

OLBIA Cine Teatro Olbia

ORISTANO Teatro Garau

OZIERI Teatro Civico Oriana Fallaci

PALAU Cine Teatro Montiggia

SAN GAVINO MONREALE Teatro Comunale

SANTA TERESA GALLURA Cineteatro Comunale Nelson Mandela

SASSARI Nuovo Teatro Comunale

TEMPIO PAUSANIA Teatro del Carmine

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONEAntonio Cabiddu PresidenteMario Pinna Vice PresidenteLucia Loddo ConsigliereGabriella Noè ConsigliereAnnalaura Pau Consigliere

Salvatore Satta Revisore Unico

Direttore del Circuito Teatrale Regionale SardoValeria Ciabattoni

Segreteria OrganizzativaLucia Loddo

AmministrazioneStefania CarrucciuAlessia CicalaGiangonario Sanna

Comunicazione e redazioneAnnalaura Pau

PromozioneFrancesco Cabiddu

Addetto stampaAnna Brotzu

Cagliari, via Mameli [email protected]

Comune di Tempio PausaniaCittà di Sassari

Comune di PalauComune di

San Gavino Monreale

Comune di Nuoro Comune di Olbia Città di OzieriCittà di Oristano

Città di Iglesias Città di Lanusei Comune di Meana SardoComune di Macomer

Comune di Alghero Comune di Arzachena Comune di CarboniaComune di Cagliari

Comune diSanta Teresa Gallura

Foto Daniela ZeddaProgetto grafico Mauro LuccariniStampa Cosimo Fadda Communication

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519 > 23 NOVEMBRE 2014 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO

Teatro dell’Archivolto

BEATLES SUBMARINEtesto e regia Giorgio Gallione

con Neri Marcorè

e la Banda Osiris(Carlo Macrì, Gianluigi Carlone, Roberto Carlone, Sandro Berti)

immagini Daniela Dal Cinvideo Francesco Frongiacostumi Guido Fioratoluci Aldo Mantovani

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Beatles Submarine è la beatlemania in palcoscenico, ri-visitata dal talento bizzarro e stralunato di Neri Marcorè, cantante e filosofo assurdista e dei quattro professori della famigerata Banda Osiris, musici iconoclasti e ipercreativi.Uno spettacolo concerto alla gioiosa, fantastica esplora-zione dell’universo della più leggendaria band beat / pop / rock di sempre. Un “Magical Mystery Tour” che raccoglie e reinventa suggestioni, musiche, frammenti biografici, can-zoni e racconti dei favolosi Beatles. Un tessuto narrativo che utilizza i brani più famosi e si ispira alle caleidoscopi-che magie visive di “Yellow Submarine”, ai surreali raccon-ti di John Lennon, alle poesie di Paul McCartney e si ali-menta degli infiniti rimandi che le canzoni e gli scritti dei Beatles hanno reso eterni: dalle pagine dell’Alice di Lewis Carroll alle magie surrealiste dell’avanguardia pop, dalle filastrocche per bambini alla poesia lisergica e visionaria.Beatles Submarine crea così una fantasmagoria giocosa e coloratissima, a dimostrazione che il fenomeno Beatles (a 50 anni dalla sua incredibile esplosione) non è stato una moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e speranze di fantasia al potere.

CORSICAFERRIES.COM - SARDINIAFERRIES.COM

GO•UP COMMUNICATION

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710 > 14 DICEMBRE 2014 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO15 > 16 DICEMBRE 2014 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE

19 DICEMBRE 2014 - OLBIA CINETEATRO OLBIA 5 FEBBRAIO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE

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Goldenart Production

RE LEARTeatro dallarmadio

BESTIE FEROCI REVOLUTIONdi William Shakespeare

traduzione e adattamento Michele Placido e Marica Gungui

con Michele Placido

e Gigi Angelillo

e con Francesco Bonomo, Federica Vincenti, Francesco Biscionee Giulio Forges Davanzati, Peppe Bisogno, Brenno Placido, Alessandro Parise, Marta Nuti, Maria Chiara Augenti, Mauro Racanati, Bernardo Bruno, Gerardo D’Angelo

scene Carmelo Giammellomusiche originali Luca D’Albertocostumi Daniele Gelsilight designer Giuseppe Filipponio

regia Michele Placido e Francesco Manetti

operina musicale modulare

di e con Fabio Marceddu e Antonello Murgia

musiche originali Antonello

Murgia

regia Antonello Murgia

Re Lear esplora la natura stessa dell’esistenza umana: l’a-more e il dovere, il potere e la perdita, il bene e il male, rac-conta della fine di un mondo, il crollo di tutte le certezze di un’epoca, lo sgomento dell’essere umano di fronte all’im-perscrutabilità delle leggi dell’universo.All’inizio del dramma Lear rinuncia al suo ruolo, consegna il suo regno nelle mani delle figlie, si spoglia dell’essere Re, pilastro e centro del mondo, per tornare uomo tra gli uo-mini, rifarsi bambino e in pace “gattonare verso la morte”. Come un bambino pretende l’amore, Lear esige in cambio della cessione del suo potere che le figlie espongano in pa-role i loro sentimenti per lui. Ma Cordelia, la più piccola, sa che l’amore, il vero amore non ha parole e alla richiesta del padre può rispondere solo: “nulla, mio signore”. È que-sto equivoco, questo confondere l’amore con le parole, che, nel momento in cui le altre figlie si mostreranno per quello che sono, farà crollare Lear rendendolo pazzo. E con Lear è il mondo intero che va fuor di sesto, la natura scatenata e innocente riprende il suo dominio, riporta gli uomini al loro stato primordiale, nudi e impauriti, in balia di freddo e piog-gia a lottare per la propria sopravvivenza, vermi della terra. È qui che può cominciare un crudele cammino d’iniziazione: resi folli o ciechi per non aver saputo capire o vedere, Lear e il suo alter ego Gloucester, accompagnati da figli che si son fatti padri, giungeranno finalmente a capire e vedere.

Lo spettacolo è una sinfonia-mosaico per due voci, una chi-tarra classica e un pianoforte in miniatura. Bestie Feroci Revolution racconta i nostri tempi col solo uso del patri-monio musicale che ci ha accompagnato in tanti decenni. Il gioco è quello di legare, cucire, tagliare e accostare stro-fe, ritornelli, sigle, per creare un discorso, per raccontare le contraddizioni e la follia, la bestialità e la “meraviglia” del tempo che viviamo o che crediamo di vivere. Tutto questo con una “pensata leggerezza”, e con una spontanea e quan-to mai voluta ironia nel trattare temi delicati e irrisolti del nostro Paese e del mondo.Non vi è, per scelta, una sola parola recitata. I tempi della narrazione sono ferrei e fuggevoli, le chiavi di lettura mol-teplici. Perché si canta? Forse perché quando le parole non bastano più non resta che cantare. C’è sempre qualcosa che sfugge nel leggere il mondo, qualcosa che “accade al di so-pra delle parole”. Elemento fondante della poetica del gruppo - che propone un teatro civile, sociale, che si occupa di attualità in termi-ni non cronachistici, partendo dall’uomo senza omologarlo a bandiere partitiche o politiche - è la musica intesa come forza narrante, perfettamente integrata e correlata alle drammaturgie.

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97 > 8 GENNAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE9 GENNAIO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO COMUNALE NELSON MANDELA

10 GENNAIO 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO11 GENNAIO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI 12 GENNAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA

13 GENNAIO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI14 GENNAIO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO15 GENNAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO

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Teatro del Carretto

LE MILLE E UNA NOTTE Bon Voyage Produzioni e Civit’Arte 2013

L’AVARORaccontate le storie della vostra vita, riversateci sopra il vostro sangue e le vostre lacrime e il vostro riso, finché non fioriranno

con Elsa Bossi, Giacomo Vezzani, Nicolò Belliti

suono Luca Continiluci Fabio Giommarelliscene e costumi Graziano Gregori

drammaturgia e regia Maria Grazia Cipriani

di Jean Baptiste Molière

con Lello Arena

con Fabrizio Vona, Francesco Di Trio

e con Adriana Follieri, Chiara Degani, Eleonora Tiberia, Fabrizio Bordignon, Enzo Mirone

musiche Paolo Vivaldiscenografie Luigi Ferrignocostumi Maria Freitas

regia Claudio Di Palma

In quella che è una delle più straordinarie raccolte di storie di tutta la letteratura, il sultano Shahriyar, per vendicarsi dell’infedeltà della prima moglie, uccide sistematicamente le spose al termine della prima notte di nozze. Shahrazad, figlia del Visir, decide di porre fine alla strage. Si offre così come sposa al sultano...La narrazione de Le mille e una notte risale ad un millennio fa e pur il suo tema appare più attuale e moderno che mai. La nostra protagonista vive nell’oggi. Il tema delle Mille e una notte è solo il pretesto, il filo con-duttore, la cornice che si fa elemento di raccordo tra visioni e frammenti di racconti felici o tragici tratti dalla mitologia, dalla fiaba, dalla letteratura e dalla drammaturgia… fino a quelli tratti dalla cronaca dei nostri giorni: un universo oni-rico e visionario che il teatro può offrire e che poi ci viene incontro ogni giorno dai titoli dei giornali. La struttura dello spettacolo è quella di un labirinto in cui si passa attraverso una storia e ci si ritrova in altre storie, in-catenate l’una all’altra come anelli di una catena in un espe-diente narrativo che è del “teatro nel teatro” ed è presenta-to a volte in forma continua, a volte rapsodica, costellato di poesie e canti, a costituire un unico arazzo che vuole essere un fiducioso canto alla vita.

Quando ci si appresta a preparare l’ennesimo allestimento di una commedia classica è sempre lecito porsi una domanda: quale perdurante valore consente ad alcune scritture teatra-li di attraversare i tempi incontrando e provocando in modo continuo e sempre nuovo l’interesse di pubblico ed artisti? Nel caso specifico de L’avaro di Molière ci si chiede anche cosa permetta all’aridità spirituale e materiale di Arpagone di esse-re ancora oggi tanto leggibile e fruibile; cosa le abbia consen-tito di attraversare tre secoli ed essere ancora attuale. È certo che l’artificio drammaturgico molieriano ha un’efficacia ogget-tiva. Esiste, però, un altro valore altrettanto incontrovertibile che fa da contrappunto alla meticolosa tecnica di punteggiatu-ra teatrale di Molière. È quello evidenziato e rappresentato da un mondo intimamente corrotto di straordinaria e persistente contemporaneità. Un mondo che Molière anima di complotti-smi, di ipocrisie, di arrivismi, e che abita di fingitori, spreconi, faccendieri, di fronte ai quali l’avaro Arpagone si erge quasi come figura e sinceramente reo-confessa, pervasa, in fondo, da una profonda onestà intellettuale. Lui è naturalmente com-plementare a tutti gli altri, il suo vizio lo conduce ad una so-litudine apparentemente compiaciuta e strafottente, ma che lo costringe a perdere poi quasi più di quanto abbia cercato di trattenere. È incapace di donare il suo tempo e se stesso, valuterebbe il dono come una perdita e la perdita è spreco e lui è un economo conservatore, non può sprecare.

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1114 > 18 GENNAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO19 > 20 GENNAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE

19 GENNAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO20 GENNAIO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE21 GENNAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO

22 GENNAIO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO N. MANDELA 23 GENNAIO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE24 GENNAIO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE

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CTB Teatro Stabile di Brescia / Teatro de Gli incamminati

ENRICO IV Compagnia Molière

DOPPIO SOGNO (EYES WIDE SHUT)

di Luigi Pirandello

con Franco Branciaroli

e con Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Tommaso Cardarelli, Valentina Violo, Daniele Griggio

e con (in o.a.) Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Pier Paolo D’Alessandro, Mattia Sartoni

scene e costumi Margherita Palliluci Gigi Saccomandi

regia Franco Branciaroli

di Giancarlo Marinellitratto dall’omonimo racconto di Arthur Schnitzler

con Ivana Monti, Caterina Murino, Giorgio Lupano, Rosario Coppolino,

e con Andrea Cavatorta, Francesco Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio

scene Paolo Beleù, Andrea Bianchicostumi Adelia Apostolicomusiche Roberto Fialight designer Daniele Davino

regia Giancarlo Marinelli

Franco Branciaroli, dopo i recenti successi ottenuti con Servo di scena, Il Teatrante e Don Chisciotte, continua la sua inda-gine sui grandi personaggi del teatro portando sulla scena l’Enrico IV, dramma in 3 atti di Luigi Pirandello, scritto nel 1921 e rappresentato per la prima volta il 24 febbraio 1922 al Teatro Manzoni di Milano. Considerato il capolavoro teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico IV è uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro all’autore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità. Il personaggio di En-rico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua identità fittizia, è descrit-to minuziosamente da Pirandello. Enrico è vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma dell’impossibilità di adeguarsi ad una realtà che non gli si confà più, stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta intorno e sceglie quindi di ‘interpretare il ruolo fisso del pazzo.

Enrico IV, il più grande personaggio di tutto il teatro pirandel-liano, che, impossibilitato a vivere la vita presente, si rifugia nel Teatro trovando in esso - e non nella vita - il proprio volto definitivo è l’ultima grande figura scelta da Branciaroli per la sua indagine sul rapporto tra attore e personaggio.

Per la prima volta in Teatro la novella traumatica che fonde in modo assai compiuto il sogno e la realtà, Freud e il romanzo d’appendice, e da cui Stanley Kubrick, con Eyes Wide Shut, ha tratto il suo ultimo capolavoro del tutto incompiuto.“Dopo il grande successo delle due stagioni di Elephant Man, cercavo un testo che possedesse una caratteristica; darmi la possibilità, come drammaturgo e come regista, di creare personaggi multipli per i miei attori; un testo che fos-se già teatro multiplo. Dove la storia fosse tante storie; dove la verità fosse tante verità; e dove, finalmente, l’amore, la morte, il senso di colpa, il peccato e il riscatto, affiorassero prepotentemente tutti insieme.In una Vienna innevata eppure caldissima, il dottor Fridolin riceve la più imprevedibile delle confessioni dalla moglie Al-bertine: “Ti ricordi, l’estate scorsa, sulla spiaggia danese, quel giovane uomo? Se mi avesse chiamata, non avrei potuto op-pormi. Ero pronta a sacrificare te, la nostra bambina, tutto il mio futuro”.Dall’intima confidenza di un tradimento solo fantasticato all’ossessione che dura un’interminabile notte; dopo aver viaggiato negli inferi della mente e della carne, sullo scivolo dell’alba, i due coniugi si ritrovano soli, smarriti, ma inna-morati più di prima.

Giancarlo Marinelli

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1327 GENNAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA28 GENNAIO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA

29 GENNAIO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI30 GENNAIO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE

27 GENNAIO 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA28 GENNAIO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU 29 GENNAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO

30 GENNAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO6 FEBBRAIO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE

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Pragma Srl

OSPITITeatro Stabile della Sardegna

DORIS E IRENE PARLANO DA SOLE di Angelo Longoni

con Cesare Bocci, Eleonora Ivone, Marco Bonini

scene Mario Cavacchioli e Tiziana Massaro

regia Angelo Longoni

di Alan Bennett

UNA DONNA DI LETTEREtraduzione Davide Tortorella

con Maria Grazia Bodio

regia Guido De Monticelli

UN BISCOTTO SOTTO IL SOFÀtraduzione Adele D’Arcangelo e Francesca Passerini

con Lia Careddu

regia Veronica Cruciani

Ospiti è una storia dedicata a coloro che, almeno una volta nella vita, hanno dovuto affrontare una profonda crisi emo-tiva, psicologica o sentimentale, sognando di poter esse-re magicamente e improvvisamente un’altra persona. Nei momenti difficili, quando ogni cosa sembra irrecuperabile, quando la ricostruzione di se stessi appare un’impresa ti-tanica e impossibile, capita a tutti di sognare di essere un altro, qualcuno capace di avere ancora amore per la vita e per gli altri, qualcuno in grado di essere ancora felice. Ospiti è la storia di Leo, un uomo che deve fare i conti con la propria vita sbagliata, con i propri affetti finiti e con la comica misantropia che lo accompagna. Ospiti è la storia di Sara, una donna che ha fatto del disin-canto e della consapevolezza una buffa arma per difendersi dai sentimenti. Ospiti è la storia di Franco un uomo che sa amare solo in modo eccessivo, totale, irrazionale.

Ospiti è soprattutto una commedia divertente, cinica ma anche romantica. I tre protagonisti vivono l’amore come la più impegnativa delle loro attività, sia che lo inseguano, sia che lo fuggano, sia che lo sminuiscano.

Particolarissimo incontro, questo, tra due registi, Guido De Monticelli e Veronica Cruciani, per la messa in scena di due monologhi del più importante e oggi rappresentato dramma-turgo inglese, Alan Bennett. Due punti di vista, due obbiettivi puntati su due storie ironiche, parossistiche, molto umane, scritte, in origine, per la televisione, ma poi rappresentate con gran successo a teatro e ora interpretate da Maria Grazia Bodio e Lia Careddu.Le due messe in scena, pur con approcci diversi, sanno ritro-vare una profonda unità di intenti e di visione, cogliendo nei due testi di Bennett quella struttura a flash, a piccole sequen-ze, che si sviluppano come in un rapido montaggio cinemato-grafico, in cui sono ritratte porzioni di vita quotidiana, lampi di ossessione.Quadri ritagliati nel nero per Una donna di lettere, immagini proiettate sul bianco, per Un biscotto sotto il sofà.Alan Bennett ci parla di un’umanità che della solitudine fa una lente sul mondo, un particolarissimo e molto acuto pun-to di vista sulla realtà dalla quale pare esclusa. È il caso di Miss Ruddok che interpreta a suo modo il mondo spiandolo dalla finestra, e ne trae una furente attività epistolare. Da qui l’ironia già insita nel titolo, Una donna di lettere. Nel secondo monologo un’anziana signora, spaventata dal fatto di essere portata in un ospizio, decide di lasciarsi morire dentro la sua casa.

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1528 GENNAIO > 1 FEBBRAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO 24 GENNAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA

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369gradi, PAV - Diagonale artistica

L’ORIGINE DEL MONDO Abaco Teatro

LA III ONDARITRATTO DI UN INTERNOscritto e diretto da Lucia Calamaro

spettacolo in tre atti:Donna melanconica al frigorifero Certe domeniche in pigiama Il silenzio dell’analista

con Daria Deflorian, Federica Santoro, Daniela Piperno

disegno luci Gianni Staropolirealizzazione scenica Marina Haas

Premio UBU per Migliore novità ItalianaDaria Deflorian Migliore attrice protagonistaFederica Santoro Migliore attrice non protagonista

RESOCONTO DI UNA LEZIONE DI STORIA ANDATA OLTREdrammaturgia e regia Lea Karen Gramsdorff

con Rosalba Piras

e Tiziano Polese

e Maria Francesca Autuori,Marzia Faedda, Lara Farci,Maria Giardina, Alberto Marcello,Lorenzo Melini, Mattia Murgia,Nadia Murgia, Michele Muscas,Federico Niederegger,Francesco Ottonello,Laura Pergola, Caterina Pili

scenografie Simone Dulcis

La linea traccia iniziale è una crisi individuale che travolge un gruppo familiare, nella fattispecie la crisi di una madre Daria, che fagocita la figlia Federica. Crisi dovuta ad una depressione che si installa, e rende obbligatoria l’esplo-razione psicanalitica ma anche drammaturgica-diciamo gestaltica- di dinamiche affettive e familiari. Disfunzionali ma radicate, le dinamiche conosciute chiamano sempre nuovi elementi a illustrare i come e i perché della loro ge-nesi. Per capirle e affievolirle quello che già c’è non basta, c’è bisogno di ripescare cadaveri parlanti, c’è bisogno di incidenti, e di nuovi arrivati. Oltre al coro canonico ed in-dispensabile di figuranti del dolore composto da madre, marito, fratelli, amici, nonni, cugini persino vicini.

Indago la coscienza di una Madre, quello che lei ne sa, di tutto quello che in fondo lei significa e a cui appartiene, malgrado e aldilà di lei; esploro gli stati d’animo mortificati di una Figlia adultizzata, la sua assenza di modelli, la sua tenacia; tratteggio l’indifferenza, la rabbia e l’impotenza di tutti gli altri, quelli che si ritrovano a gestire una persona depressa, senza sapere come.

Lucia Calamaro

«Com’è possibile che l’essere umano sia capace di cose del genere?» domanda una delle allieve alla fine della lezione di storia sull’autocrazia. Come nasce una dittatura? Cosa accade alla coscienza dell’uomo, al libero arbitrio, alla ca-pacità di distinguere il bene dal male? E la storia davvero insegna? Siamo o non siamo responsabili di quello che accade all’interno di una società o di un “gruppo” di cui facciamo parte?Nel 1967 Ron Jones, un insegnante di storia di una High School in California, decise di fare un esperimento con la sua classe. Senza che i suoi allievi ne avessero coscienza, adoperò delle tecniche di comunicazione e manipolazio-ne di massa proprie dei regimi totalitari durante le lezioni sull’autocrazia. Col pretesto di un gioco impose nella sua classe la disciplina, con la potenza della retorica suggerì uno spirito nuovo, di squadra, di comunità. Nell’arco di sei giorni creò il movimento “ la Terza Onda “, che proprio come un’onda investì l’intera scuola.Il progetto di Abaco Teatro nasce dal desiderio di elaborare uno spettacolo per ragazzi, interpretato da ragazzi, che solle-vi delle domande rispetto al rapporto con la Storia moderna, al rapporto studente-insegnante, alle dinamiche di gruppo.

Per ricordarsi di non dimenticare.

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174 > 8 FEBBRAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO

4 FEBBRAIO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO COMUNALE NELSON MANDELA5 > 6 FEBBRAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE

7 FEBBRAIO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO8 FEBBRAIO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE

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Teatro di Roma in collaborazione con Teatro Eliseo

PRIMA DEL SILENZIO LuxT

IL BELL’ANTONIO di Giuseppe Patroni Griffi

con Leo Gullotta

e Eugenio Franceschini

e con le apparizioni di Sergio Mascherpa, Andrea Giuliano

e l’apparizione speciale di Paola Gassman

video Luca Scarzellamusiche Germano Mazzocchettidisegno luci Umile Vainieri

regia Fabio Grossi

di Vitaliano Brancati

adattamento teatrale Antonia Brancati e Simona Celi

con Andrea Giordana

e Giancarlo Zanetti

e con Elena Callegari, Simona Celi, Michele De Marchi, Natale Russo, Alessandro Romano, Giorgia Visani

e Luchino Giordana (nel ruolo di Antonio)

scene Carlo De Marinoluci Franco Ferrari

regia Giancarlo Sepe

Leo Gullotta, giunto alla piena maturità di una carriera po-liedrica, qui si sposta sul versante del grande teatro dram-matico per indossare i panni del protagonista di un profe-tico testo, Prima del silenzio, scritto da Giuseppe Patroni Griffi nel 1979. Il lavoro narra la storia delle scelte, pratica-mente rivoluzionarie, per la casta, che lo ha inglobato per tutta la sua vita precedente, di un uomo del quale non ci viene fornito il nome. Ma per arrivare a queste scelte, il travaglio del protagonista assume i contorni di un incubo, con l’apparizione dei fantasmi della sua vita: la famiglia, affrontata attraverso il personaggio de La Moglie, come una entità vorace e ricattatoria; la casta, rappresentata da il personaggio de Il Figlio, con i suoi orpelli e contributi piccolo borghesi; il dovere, materializzatosi attraverso il personaggio de Il Maggiordomo, figura di una oppressio-ne che fa leva sul senso di colpa e che, attraverso di esso, costringe e castra. L’unica vicenda che realizza e tranquil-lizza il protagonista è costituita dal rapporto che vive, nel suo contemporaneo, con il Ragazzo. Questa è linfa pura e vivificante durante l’incubo che egli vive. Ma anch’essa terminerà, come termina la vita di un uomo, il quale, ab-bandonato dai suoi stimoli, si richiude nella sfera delle pa-role come ultima spiaggia di un inevitabile tramonto. Alla fine si aggrapperà alla Poesia e con la poesia chiuderà un percorso che della poesia era sempre stato permeato.

Il bell’Antonio è il secondo romanzo italiano più letto e amato nel mondo dopo Il Gattopardo. Un lucido e meravi-glioso affresco dell’Italia fatto attraverso un meccanismo concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un Paese in grande difficoltà durante il periodo fascista, fo-tografa una microstoria in Sicilia di una famiglia e del suo Bell’Antonio. Un personaggio reso celebre dall’interpreta-zione di Mastroianni e dalla regia di Bolognini, chiuso in un destino contrario alla propria natura. Antonio, bellis-simo e privo di qualunque talento, viene visto come una sorta di divinità. Un matrimonio non consumato porterà due famiglie di Catania al centro di una tragedia al contra-rio, in cui Antonio è eroe nonostante se stesso...In questa riduzione curata dalla figlia di Brancati, Anto-nia e da Simona Celi si è voluto fortemente riportare in palcoscenico la scrittura brancatiana senza fare operazio-ni di interpretazione. Un progetto importante che riporta in teatro una grande coppia Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti, con un cast di ottimi attori per uno spettacolo che nel 2015 rappresenterà l’Italia all’estero.

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195 FEBBRAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO6 FEBBRAIO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA

7 FEBBRAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO8 FEBBRAIO 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA

8 FEBBRAIO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE26 FEBBRAIO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO

18 19

Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi / Teatro Stabile d’Innovazione

CARMELA E PAOLINO VARIETÀ SOPRAFFINO

Gurdulù Teatro

I VIAGGI D’OGGI di José Sanchis Sinisterra

traduzione, adattamento e regia Angelo Savelli

con Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo

musiche eseguite dal vivo da Marco Bucci, pianoforteRuben Chaviano, violinoSimone Ermini, sax e clarinetto

musiche originali Mario Paganoscene e costumi Tobia Ercolinoluci Alberto Mariani

VIAGGIO TEATRAL MUSICALE AUTO-TRAGI-COMICO TRA VOLI LOW COST, TRENI E NAVI DA E PER LA SARDEGNA

scritto e diretto da Maurizio Giordo

con Maurizio Giordo (ViaggiAttore) e Marcus Pintus (Musicomico da viaggio)

luci Tony Grandi

Carmela e Paolino è l’adattamento italiano del testo del dram-maturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra Ay, Carmela, che dal 1986 ha avuto un successo strepitoso restando per anni in car-tellone nei maggiori teatri delle capitali di Spagna ed America Latina, e da cui nel 1990 il famoso regista Carlos Saura ha tratto l’omonimo film interpretato dalla bravissima Carmen Maura. Ay, Carmela racconta la vicenda di due oscuri attori di varietà che durante la guerra civile cadono prigionieri dei falangisti e sono costretti, loro malgrado, ad improvvisare per le truppe uno scalcinato ma esilarante spettacolo dal tragico esito finale. Nel testo originale la vicenda si svolge in Spagna nel 1938 a Belchi-te, villaggio simbolo degli effetti della ferocia distruttiva della guerra civile spagnola, le cui rovine vengono ancora oggi visitate come un monumento nazionale. Il regista Savelli, d’accordo con l’autore, ha compiuto un’ operazione di adattamento del testo trasportando l’azione nell’Italia del 1944, in piena seconda guerra mondiale, in uno sperduto paese della provincia centro-meridio-nale occupato dalle armate tedesche. La parte centrale del testo originale è occupata dal ricordo dello spettacolo di varietà improvvisato da Carmela e Paolino per le truppe d’occupazione. Sinisterra ha qui trasfuso nel testo con grande abilità un insieme di riferimenti teatrali, canzoni, bal-letti e macchiette tipiche del più tradizionale teatro leggero spagnolo.

È proprio vero, i voli low cost ci hanno cambiato la vita. Ma quante ore passate davanti al pc a cercare le offerte e a fare assurdi chek-in online pieni di trappole, tutto per un week-end in una grande città in cui non fai in tempo a veder nulla. E torni a casa più stanco di prima...che vacanze!E se, dalla Sardegna, si vuol viaggiare per mare? Lasciamo stare! E all’interno dell’isola invece, si viaggia come sempre... con i tre-nini della speranza...Fai prima ad arrivare a Beyrut che a Borutta, arrivi a Singapore e non a Siniscola, a Bosa no! A Boston si! Per Oslo? Un’ora e un quarto... Per Osilo? Tre ore...abbondanti! Vai su Giove e non vai a Giave!Oggi è un’altra era... ed era ora...

Si svolge così-in un esilarante vortice di continue sorpre-se, gag, citazioni musicali, armonizzazioni del pubblico-la parodia (autobiografica) recitata e cantata del tipico viag-gio di un sardo (e dei tanti turisti di passaggio sull’isola), per il quale il viaggio è anche un percorso interiore, epico, quasi un destino. Ninnati fin da bambini sui seni di mam-ma Tirrenia e di zia Ryanair, in lunghissime notti di sogno, d’amore e di sbornie e brevissime comiche linee di traffico aereo, imbastendo tra nausee e risate grandi aspettative di viaggio. Dalla culla mediterranea, anelando un respiro più ampio del Mondo...

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2118 > 19 FEBBRAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE 20 FEBBRAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO 21 FEBBRAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA 18 > 22 FEBBRAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO

20 21

La contemporanea in coproduzione con Mismaonda

NUDA PROPRIETÀ Nuovo Teatro di Marco Balsamo in coproduzione con PALOMAR Television & Film Production

LA SERATA (titolo provvisorio)

di Lidia Ravera

con Lella Costa e Paolo Calabresi

e con Claudia Gusmano e Marco Palvetti

scene Francesco Ghisumusiche Antonio Di Pofi

regia Emanuela Giordano

uno spettacolo scritto e diretto da Sergio Rubini

con Fabrizio Bentivoglio e Sergio Rubini

e due attrici (in via di definizione)

Innamorarsi a 60 anni è una sfida, una forma d’arte, un ca-polavoro. È la vittoria della libertà contro gli stereotipi. Iris contro ogni logica si innamora di Carlo e Carlo di Iris. Lui dopo un po’, ma va bene così. Tutto comincia con una stan-za in subaffitto. Iris la offre a Carlo, psicanalista sfrattato del pianoterra. Intanto lei, rimasta senza un soldo, vende in nuda proprietà la casa. Dissipatrice accanita, senza pensione, non ha altra scelta che cedere il suo unico bene al miglior offerente, fingendo-si molto più malandata di quello che è. Il miglior offerente è senza scrupoli…

Lella Costa è Iris, per l’evidenza dell’affinità fra lei e il per-sonaggio; Lella, spiritosa e serissima, impegnata e leggera, allegra benché intelligente, libera dentro. Lella Costa è en-trata dentro Iris con la grazia dei talenti naturali. Quando si è sentita sufficientemente posseduta, ha trovato il suo Carlo. Paolo Calabresi, perfetto nei tempi nel timbro nei sottotesti nei silenzi nel ritmo... un essere maschile supe-riore, di quelli che sogni di incontrare ad una festa e farli innamorare. Uno di quelli che non smetti mai di sognare. Usciremo da questa commedia più leggeri e agguerriti, con il sorriso sulle labbra, felici di aver celebrato tutti in-sieme un rito propiziatorio, una festa alla forza e alla fra-gilità umana.

La nostra storia si svolge in un elegante attico con terraz-za, il tipico appartamento di una coppia di intellettuali di sinistra equipaggiati di ogni genere di scartoffia e comfort. All’apparenza un posto meraviglioso, la casa dove ognuno di noi vorrebbe abitare. Qui, una sera d’autunno, mentre il sole sta volgendo al tramonto tra le cupole e i tetti di Roma, sorprendiamo Vanni e Linda mentre si stanno preparando per uscire. Si tratta di una coppia ancora nel vivo della pas-sione, sono complici, si scambiano carezze. Lui cinquant’an-ni e la trascuratezza da intellettuale consumato e progressi-sta, lei trenta con il fascino di chi ancora pende dalle labbra del maestro, il suo fidanzato appunto. Quella per Vanni e Linda è una serata molto importante, stanno andando a cena con il loro editore per parlare del prossimo libro di Vanni. Il romanzo precedente non è andato molto bene e la posta in ballo con quest’ultimo è molto alta. A quella cena però Vanni e Linda non ci andranno mai perché quella sera finiranno “segregati” in casa dai loro migliori amici. Infatti di lì a poco arriverà Costanza, coetanea di Vanni e moglie di un famoso chirurgo, Alfredo. Le due coppie da un po’ di anni hanno stretto una bella amicizia, nonostante vedute e stili di vita del tutto differenti…

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2322 FEBBRAIO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE23 FEBBRAIO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI

24 FEBBRAIO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU 25 FEBBRAIO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE

26 FEBBRAIO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA27 FEBBRAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO

28 FEBBRAIO 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO1 MARZO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE

22 23

Progetto URT srl

MANDRAGOLA Compagnia Teatri d’Imbarco

LA LEGGENDA DEL PALLAVOLISTA VOLANTE di Niccolò Machiavelli

con (in ordine di apparizione)Igor Chierici, Jurij Ferrini, Matteo Alì, Michele Schiano di Cola, Angelo Maria Tronca, Claudia Benzi, Cecilia Zingaro

costumi Nuvia Valestriluci Lamberto Pirrone

regia Jurij Ferrini

di Nicola Zavagli e Andrea Zorzi

con Beatrice Visibelli e Andrea Zorzi

scene e luci Nicolò Ghiocostumi Cristian Garbomusiche Vladimiro D’Agostino

regia Nicola Zavagli

Proviamo a fare un salto indietro nel tempo di quasi cin-que secoli, ci troviamo nel pieno Rinascimento italiano, un’epoca in cui c’era di che esser fieri del nostro sventu-rato paese; eppure tra le più autorevoli figure artistiche che hanno lasciato il segno con le loro opere nella storia dell’umanità, da Raffaello al Brunelleschi, da Michelangelo a Leonardo da Vinci, ci si ritrova di fronte, dal punto di vi-sta teatrale, al “caso unico” di un’opera straordinaria della drammaturgia di tutti i tempi, Mandragola di Niccolò Ma-chiavelli. Il mio stupore s’accende già davanti al fatto che un genio come Machiavelli, l’autore de Il principe e delle Istorie fiorentine, uomo politico, grande ed appassionato studioso e scrittore di filosofia, che ha in qualche modo inventato e contestato la “politica moderna” (la diatriba è aperta e non mi sento proprio di chiuderla io)… insomma sembra che questo insigne letterato non abbia mai fatto altro che scriver commedie, data la perfezione assoluta di questa partitura teatrale, un semplice e geniale mecca-nismo comico, allegorico, satirico e graffiante; e invece, a parte la meno fortunata Clizia, e la riscrittura dell’Andria di Terenzio non si ha notizia di alcuna altra commedia che possa essere a lui attribuita.

Jurij Ferrini

Un pallavolista del calibro di Andrea Zorzi campione nell’I-talia dei fenomeni allenata da Julio Velasco, per la prima volta in scena con uno spettacolo davvero unico nel suo genere.Un grande campione del passato, oggi giornalista, un gi-gante (in ogni senso) che ha segnato la storia della nostra pallavolo sale sul palcoscenico di un teatro che magica-mente si trasfigura in un campo di gioco. Qui la rete diven-ta metafora e la palla simboleggia il mondo. Ed ecco attraverso la biografia di un fuoriclasse, dipanarsi un racconto teatrale dove la vicenda personale s’intreccia alla storia e al costume, dove la luminosa carriera di uno sportivo viaggia attraverso la cronaca e la storia di un Pa-ese. Ecco il ritratto in formazione di un campione, gli inizi, i primi successi, le straordinarie vittorie ai campionati del mondo, e l’indimenticabile, dolorosa sconfitta nella finale olimpica, con una squadra considerata da tutti leggenda-ria. Ma soprattutto l’infinita passione per uno sport che richiede prontezza di gesto e intelligenza veloce. Accanto ad Andrea Zorzi, detto “Zorro”, l’attrice Beatrice Visibelli che con ironia e divertimento lo guida nel viaggio della sua vita e della sua carriera sportiva, raccontando e incarnando gioiosamente i personaggi che lo hanno ac-compagnato fin dall’infanzia.

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2526 FEBBRAIO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI6 MARZO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI

3 MARZO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU 4 MARZO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE

5 MARZO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA 6 MARZO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO

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Akròama / Teatro Stabile d’Innovazione

LA CREATURA ArTè Teatro Stabile d’Innovazione in collaborazione con Todi Festival

L’ABITO DELLA SPOSAdi Lelio Lecis

liberamente tratto da Quando noi morti ci destiamo di Henrik Ibsen

con Lea Karen Gramsdorff, Simeone Latini, Rosalba Piras,Tiziano Polese

voce fuori campo Rosario Morra

spazio scenico e immaginiLelio Leciscostumi Marco Naterimusiche Amy MacDonald

regia Lelio Lecis

di Mario Gelardi

con Pino Strabioli e Alice Spisa

scene e costumi Alessandro Chitimusiche Paolo Vivaldiluci Roberto Rocca

regia Maurizio Panici

La creatura indaga il rapporto tra l’artista e la sua opera. La pièce è liberamente ispirata a un dramma di Henrik Ib-sen, Quando noi morti ci destiamo, pubblicato nel 1899, e rappresentato per la prima volta a Stoccarda il 26 genna-io 1900. È l’ultima opera del drammaturgo ed è l’estrema meditazione su se stesso e sulla propria arte, attraverso il personaggio di un famoso scultore ormai anziano che scopre di aver sacrificato l’amore all’arte e l’arte stessa al successo in una catena di atti d’assoluto egoismo.Lo scultore è diventato famoso in tutto il mondo principal-mente per una sua scultura sulla resurrezione. La scultura rappresenta una giovane donna che si libra verso il cielo da un piedistallo che sembra la terra popolata da esseri umani simili a bestie.Proprio il piedistallo sarà il motivo del suo successo. Il pie-distallo quindi e non la sua opera immortale.Il rapporto strano tra lo scultore e la modella porta quest’ultima ad una sorta di follia, che la farà fuggire in giro per il mondo finché avventure pericolose la porteran-no alla morte.Tornerà da morta per trascinare con sé lo scultore che ave-va tradito il suo spirito dando più importanza al piedistallo che alla sua figura.

Italia 1963. È l’anno del matrimonio Ponti – Loren, della visi-ta in Italia di Kennedy, della scandalosa love story tra Teddy Reno e Rita Pavone, è l’anno della tragedia del Vajont. Al-to-basso, rosa-nero, le vicende si alternano così nel paese ed anche nella vita del sarto Lucio.Lucio è un sarto di abiti militari, figlio di un sarto di abi-ti militari; ha girato tutta l’Italia con i suoi genitori ed ora parla un dialetto che è un miscuglio di molte lingue. Lucio è un uomo di mezza età, un po’ irascibile, dai modi spicci e diretti, ma in fondo una brava persona, quindi non se la sen-te – e forse non può proprio rifiutare – quando un capitano gli chiede di cucire l’abito da sposa di sua figlia. Lucio non può tirarsi indietro, ma non sa nemmeno come fare, così è costretto ad assumere una giovanissima sartina, Nunzia, una ricamatrice che ci riporta direttamente all’at-mosfera di quegli anni. Così il logorroico Lucio deve divide-re la sua sartoria con la timida Nunzia «che per tirarle una parola di bocca ci vuole più di una tenaglia». L’incontro è la scoperta di due vite, di due imprevedibili vite; tra la passione per le canzoni di Rita Pavone e le ritrosie di una ragazza che non sa come comportarsi con gli uomini, raccontiamo il mondo fuori da quella sartoria, ma anche il piccolo mondo di due persone che custodiscono un segreto che finalmente possono svelare.

Mario Gelardi

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273 MARZO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE 4 > 8 MARZO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO

6 MARZO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA11 APRILE 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE

26 27

Nuovo Teatro di Marco Balsamo / IBLA Film

PENSO CHE UN SOGNO COSÌ...Origamundi

PIRANDELLO/ORA PRO NOBIS di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni

con Giuseppe Fiorello

musiche eseguite dal vivo da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma

scene Patrizia Bocconiregia video Cristina Redinidisegno luci Alberto Negri

regia Giampiero Solari

opere e visioni pirandelliane

scritto diretto e interpretatoda Nunzio Caponio

e con Tiziana Pani e Ivano Cugia

voice over Alessandro Fulvio Bordigoni, Giorgia Barracu, Consuelo Melis, Fabrizio Murgia

in video Margherita Margarita, Danilo ‘Il Drugo’, Rita Napolitano, Annalisa Zedde, Ismaelle Melville, Lorenzo Melini, Carla Teodora Puggioni, Laura Zedda

video e animazioni Roberto Putzuscene e costumi Salvatore Aresuprogetto luci Ivano Cugia

Salgo a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico Modugno e sorvolo la mia infanzia, la Sicilia e l’Italia di que-gli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose, altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare in-credibili.Attraverso questo viaggio invito i protagonisti della mia vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco, per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi.

Giuseppe Fiorello

Pirandello Ora Pro Nobis (lett. “prega per noi”) è un inno-vativo spettacolo teatrale che esplora l’attuale condizione del teatro e della cultura teatrale in Italia facendo riferi-mento alle idee e alle opere di uno dei più grandi dramma-turghi di tutti i tempi: Luigi Pirandello. Lo spettacolo met-te in risalto la modernità del pensiero dell’artista siciliano attraverso un’accattivante composizione delle sue opere, che mira a svelare i principi salienti della sua dialettica: l’esistenza umana sospesa tra Vita e Forma. Un relativismo psicologico che si svolge in due sensi: in senso orizzontale, riguarda il rapporto dell’individuo con gli altri, mentre in senso verticale riguarda il rapporto dell’individuo con se stesso.Lo spettacolo vede in scena un attore e 10 avatar creati digitalmente che impersonano i più famosi personaggi pirandelliani: il protagonista (incarnazione “futurista” del drammaturgo siciliano) si troverà a recitare con attori di-gitali mentre in sottofondo risuonerà un incalzante ritmo di musica elettronica.

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2910 MARZO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE11 > 12 MARZO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE 13 MARZO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO 13 MARZO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA

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Punta Corsara e 369 gradi

HAMLET TRAVESTIEAtzeca produzioni cinematografiche

PIÙ FORTE DEL DESTINO DA JOHN POOLE E ANTONIO PETITO A WILLIAM SHAKESPEARE

di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella

con Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Carmine Paternoster, Valeria Pollice, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella

drammaturgia Marina Dammaccodisegno luci Giuseppe Di Lorenzo

regia e spazio scenico Emanuele Valenti

in collaborazione con Teatro Franco Parenti con il sostegno di Olinda, Armunia / Inequilibrio Festival, Fuori Luogo - La Spezia

Premio UBU per migliore formazione artistica under 30

TRA CAMICI E PAILLETTE LA MIA LOTTA ALLA SCLEROSI MULTIPLA

di e con Antonella Ferrari

regia Arturo di Tullio

A partire da Hamlet Travestie, riscrittura burlesque sette-centesca di John Poole, passando per Don Fausto di Antonio Petito, immaginiamo una famiglia napoletana a noi contem-poranea, i Barilotto, in un quadro di sopravvivenza quoti-diana: il lavoro, la casa, i debiti, i figli. Ognuno vincolato al legame con l’altro, in una stasi violenta in nome dell’unità. Dissociato, se ne sta Amleto, il figlio senza padre, ad alimen-tare un conflitto di dubbi e paure. Intorno a lui, la vicenda shakespeariana diventa il canovaccio di un’improbabile tra-gedia redentiva, una fallimentare distribuzione di ruoli e di pesi, in una famiglia fuori di sesto.

Punta Corsara è stata ospite, con il primo studio di Hamlet Travestie, di Tfaddal, il progetto con cui il Teatro Franco Pa-renti ha festeggiato i 40 anni dalla prima rappresentazione dell’Ambleto di Testori, nel gennaio del 1973, chiedendo a tredici giovani compagnie, allora non nate, di presentare un breve studio sull’Amleto, nella totale libertà di reinventare il testo shakespeariano.

Essere una donna disabile in un mondo in cui l’immagine femminile appare sempre patinata e perfetta non è facile, ma Antonella Ferrari, attrice e ballerina, malata di sclerosi multipla, non si è mai arresa tanto da diventare un punto di riferimento, una fonte di ispirazione per tante persone meno fortunate. La sua storia è raccontata in un libro, “Più forte del destino”, da cui è tratto l’omonimo spettacolo, in cui l’artista offre una testimonianza diretta e toccante, ma anche venata d’ironia e grazia, condividendo i momenti di sconforto, la rabbia, la frustrazione, la fatica di rialzarsi dopo ogni caduta ma anche la grande gioia data da ogni piccola conquista.«Questo è uno spettacolo sulla mia vita ed è un’ennesima sfida da vincere!» – sottolinea l’autrice e interprete – «Vo-glio dimostrare che uno spettacolo che tocca anche temi sociali non deve necessariamente essere drammatico. Ci si può divertire anche parlando di disabilità e di tutti quei luoghi comuni che, spesso, la accompagnano nella sua rap-presentazione mediatica!»

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3118 > 22 MARZO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO

24 MARZO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO25 MARZO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE

26 MARZO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA27 MARZO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI

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Bam Teatro

NOVANTADUE FALCONE E BORSELLINO, 20 ANNI DOPO

Produzione Teatro7 e Teatro Golden

TI POSSO SPIEGARE... di Claudio Fava

con Filippo Dini, Max Mazzotta,Federico Ferracane

allestimento e regia Marcello Cotugno

in collaborazione con XXXVII Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulcianoe Festival L’Opera Galleggiante

di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli

con Michele La Ginestra

e Beatrice Fazi

e con Maria Chiara Centorami

musiche Antonio Di Pofiscene Rossella Inzillodisegno luci Francesco Mischitelli

regia Roberto Marafante

Il 1992 fu un anno denso di avvenimenti, eppure fu un anno oscuro e orribile della nostra storia repubblicana. Era cominciato proprio con la pronuncia da parte della Cas-sazione, della sentenza storica e definitiva di condanna che chiuse di fatto il Maxi-processo, il più grande processo pe-nale mai celebrato al mondo. Mentre si segnava la fine del-la cosiddetta Prima Repubblica con i processi “mediatici” di Tangentopoli che coinvolsero principalmente i tribunali milanesi, i due magistrati simbolo della lotta alla mafia, i cervelli del primo grande processo a Cosa Nostra, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, saltarono in aria con chili e chili di tritolo.Da allora, si cerca affannosamente una verità. C’è una curiosa regola di rinnovamento alla ciclicità della storia della Repubblica italiana che il costituzionalista Mi-chele Ainis, chiama la “sindrome del ventennio”. Ne sem-briamo come patologicamente affetti. Non a caso, vent’anni dopo eccoci a parlare di nuovo di Falcone e Borsellino e qua-si senza volerlo, ad allargare la riflessione nel momento in cui, venti anni dopo quelle stragi, si riapre prepotentemente il filone di inchiesta della trattativa tra Stato e Mafia, che non sembra risparmiare neppure le più alte cariche dello Stato. Sullo sfondo, la nostra Italia che in vent’anni, a ben guardare, considerando proiezioni e strane simmetrie, sem-bra uguale ad allora…

Un uomo e una donna, un marito e una moglie..vent’anni insieme, senza sbavature, senza incertezze…Certo, ogni tan-to una piccola discussione, di quelle banali ma al contempo affascinanti, fatte con l’ironia sottile, tipica di una coppia ormai collaudata. Sembrerebbe filare tutto liscio tra i binari della consuetudine, di una monotona monogamia… fino a quando compare…un’altra donna!..ma non una qualsiasi…, una donna giovane, affascinante, straniera! …ma soprattutto compare all’improvviso, …nel loro letto matrimoniale! “Cara non è come credi… giuro, ti posso spiegare!” È da qui che comincia la nostra storia, fatta di un presente inspiegabile e di un passato prossimo abbastanza confuso, e tra un flash back illuminante e un “non ricordo” diverten-te, tra una risata e una riflessione, la matassa pian piano si dipana, lasciando agli spettatori la possibilità di valutare se è preferibile la cruda realtà o una magica illusione.L’intreccio individua il suo elemento di distinzione nel gar-bo e nella delicatezza di una scrittura drammaturgica effica-ce, che non presta mai il fianco alla volgarità...

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3325 MARZO 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA26 MARZO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE27 MARZO 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO

28 MARZO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO29 MARZO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO COMUNALE NELSON MANDELA

25 > 26 MARZO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE27 MARZO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO

28 MARZO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI29 MARZO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE

32 33

Sosia e Pistoia

LA VITA È UN VIAGGIO Fondazione del Teatro Stabile di Torino / Il Mulino di Amleto

GL’INNAMORATIdi e con Beppe Severgnini

e con Marta Isabella Rizi

e la cantante musicista Elisabetta Spada

musiche originali Kiss & Drive

regia Francesco Brandi

di Carlo Goldoni

con Nello Mascia, Marco Lorenzi, Fabio Bisogni, Barbara Mazzi, Maddalena Monti, Raffaele Musella

scene e costumi Gaia Moltedomusiche originali Davide Arneodo (Marlene Kuntz)

regia Marco Lorenzi

progetto realizzato con il contributo della Città di Torino e della Provincia di Torinoe con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia

Due viaggiatori, un uomo maturo e una giovane donna, si in-contrano in un non-luogo: un piccolo aeroporto, dove resta-no bloccati la notte, in seguito alla cancellazione di un volo. All’inizio si studiano, forse diffidano uno dell’altro. Lui teme di essere paternalista; lei, ingenua. Lui spiega, lei ascolta. Lei chiede, lui risponde. Poi l’intimità forzata cambia i rapporti: i due scoprono di aver molto viaggiato, discutono di arrivi, partenze e bagagli.Per poi ragionare di talento e tenacia, tempismo e tenerezza, brevità e precisione. Di quello che si abbandona e invece ci si dovrebbe portare dietro.Il tempo scorre, la notte passa. Finché arriva il momento di partire: ognuno per la propria destinazione, che forse diven-ta la stessa.

Gl’Innamorati (1759) segna una svolta nella scrittura gol-doniana, con un’attenzione tutta nuova alle sfumature psi-cologiche e agli stati d’animo dei personaggi: fulcro della storia è la gelosia, che tormenta Eugenia, e getta un’ombra sul suo idillio con Fulgenzio. L’inquietudine d’amore stem-pera l’allegria della commedia e il gioco degli equivoci, tra ripicche e presunti tradimenti rischierà perfino di sfociare in tragedia, finché con l’ennesimo colpo di scena giungerà l’atteso lieto fine...Le baruffe tra i due innamorati sono il cuore dell’azione, ispirano i commenti dei servi, e gli interventi di parenti e amici, che cercano di ricondurre i due alla ragione; a complicar la situazione, la presenza di una cognata, affi-data alle cure di Fulgenzio, e un nuovo pretendente per Eugenia.Sullo sfondo del dramma privato de Gl’Innamorati affiora l’immagine di un mondo che precipita verso la sua fine, il tramonto di un’epoca davanti all’inevitabile trasformazio-ne della società.

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3527 MARZO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA28 MARZO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU 29 MARZO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE

8 APRILE 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE9 > 10 APRILE 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE 11 APRILE 2015 - NUORO TEATRO ELISEO

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Arte e Spettacolo Domovoj in collaborazione con XLV Festival Teatrale Borgio Verezzi

ALICE Teatro dell’Archivolto

LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI Wda Lewis Carroll

con Romina Mondello, Salvatore Rancatore, Giulia Galiani, Odette Piscitelli

musiche Riccardo Benassi-Nicola Sacchellicostumi e maschere Chiara Aversanomusiche e suoni Riccardo Benassi e Nicola Sacchelli

scena, luci, drammaturgia e regia Matteo Tarasco

di Stefano Benni

con Ambra Angiolini

scene e costumi Guido Fioratomusiche Paolo Silvestri

regia Giorgio Gallione

Alice, ovvero la sorella di Amleto.

Alice non è uno spettacolo per bambini; se i libri di Alice hanno acquisito la certezza dell’immortalità, questo è perché continuano ad essere letti e gustati dagli adulti. I bambini a volte si trovano disorientati dall’atmosfera dark dei sogni di Alice. Lewis Carroll, con il rigore del matematico, e lo scrupo-lo di un chierico, ci conduce in un viaggio nel profondo dell’a-nimo umano, ove le contraddizioni più aspre si fondono, per restituire un’immagine del mondo vividamente controversa. Mettere in scena Alice, capolavoro della letteratura ingle-se dell’Ottocento, vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione in-compresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fasci-nazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Mettere in scena Alice significa essere appassionati, e per mettere Alice dentro la scena del teatro siamo costretti ad essere fisici, nemmeno corporei o corporali, ma fisici e primitivi, “naturali”, per essere lo spec-chio distorto di una nuova barbarie che avanza. Ma dobbia-mo anche ricordare che le parole bruciano, che le parole si fanno carne mentre noi parliamo e quindi anche parlare, an-che raccontare una storia è un gesto fisico.

Matteo Tarasco

Una donna qualsiasi, di nome V, nata in modo funambolico “e in quell’attimo, miracolo, per la gioia a tutti i parenti ri-crebbero i capelli, e una suora cresimino si spogliò dalla sua palandrana rivelando un corpo stupendo, abbronzato, nato per l’amore…” ripercorre, follemente, comicamente, la sua vita, alla ricerca del suo pezzo mancante W.V è una parte che cerca il suo tutto e in questo monolo-go paradossale, ridicolo e doloroso, si interroga sul senso di infelicità e incompletezza. Nel farlo indaga su povertà e guerra, amicizia e intolleranza, giustizia e amore: “sono sta-ta con Wolmer 6 anni e 2 mesi. Abbiamo totalizzato 12.346 baci e 854 coiti con una media di orgasmi per lui del cento per cento, per me del sedici per cento, media complessiva, secondo lui, del cinquantanove per cento, che non è male.” Tutto sembra sfaldarsi attorno a lei: scompare il coniglietto Walter, viene a mancare il nonno Wilfredo, sfuma l’amicizia con la compagna di scuola Wilma e si chiude squallidamen-te la storia d’amore con il fidanzato Wolmer.

In questo testo la parola di Benni, agile e dissacrante, è so-stenuta dall’interpretazione di Ambra Angiolini, per la pri-ma volta sola in palcoscenico, dopo il David di Donatello e il Nastro d’Argento per il film Saturno contro.

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3710 APRILE 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA11 APRILE 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO 12 APRILE 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI

15 APRILE 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE16 APRILE 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO

17 APRILE 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA18 APRILE 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA

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International Music and Arts

L’HO FATTO PER IL MIO PAESE Ludus in Fabula

LA MIA ODISSEAdi Francesco Freyrie e Andrea Zalone(scritto con Antonio Cornacchione)

con Lucia Vasini

e Antonio Cornacchione

scenografia Leonardo Scarpa

regia Daniele Sala

testo e regia Marina Thovez

con Marina Thovez, Mario Zucca, Cristina Renda, Federico Palumeri, Patrizia Scianca, Lorenzo De Iacovo, Antonio Paiola, Felice Invernici

e con la partecipazione straordinaria diAco Bocina, mandolino e Manuel Fernando Augusto, chitarra

scene Nicola Rubertelli

Immaginatevi un uomo candido e incasinato, capace di sogni sconfinati, che parlano di libertà uguaglianza e fe-licità per tutti. Un donchisciotte sempre comicamente in lotta con gli spigoli della vita, senza soldi, con la disdetta dell’affitto in una tasca e la lettera di fine rapporto di lavo-ro nell’altra, artefice di un gesto folle e disperato: rapisce il Ministro che ha deciso il provvedimento e lo nasconde in cantina.Lo fa per sé, per la sua pensione ma soprattutto lo fa per il suo paese.Unite la tragicommedia di una donna Ministro, stimata do-cente universitaria, sposata con un finanziere ricchissimo, che vive in case raffinatissime secondo valori solidissimi e che è scesa in politica solo per fare un favore al suo pae-se… ma un po’ anche a se stessa, nella speranza di colmare una solitudine assai più rara di tutte le specie rare che po-polano la foresta pluviale del Borneo...Immaginate ora l’urto di questi due mondi… e l’inferno ter-restre che si scatena vi regalerà la commedia più appassio-nata, folle e contemporanea a cui abbiate mai assistito dai tempi dell’ultima crisi di Governo.

Francesco Freyrie

L’idea di creare una commedia dal vasto tema mitologico dell’Odissea nasce dal desiderio di far rivivere i personaggi che segnano l’inizio della letteratura occidentale nella for-ma in cui io stessa sento di vivere: il teatro. Nell’Odissea, come in qualunque opera narrata, l’autore concede raramente ai suoi eroi il privilegio di un monologo o di un dialogo. Ne La mia Odissea i personaggi occupano tutta la scena, dunque parlano. Con devozione e amorevole divertimento ho scritto per Telemaco, per Calipso, per Odisseo e non di Telemaco, di Calipso o di Odisseo. Nell’elaborazione del soggetto non ho mescolato attualità e passato, mondo di oggi e mondo antico, in cui il sogget-to nacque. Ho tenuto i due piani separati, usando l’ironia. E non per smontare il mito che mi affannavo a ricostruire, ma per richiamare ogni tanto il presente nella mente dello spettatore ricordandogli che quello è un altro mondo. Un mondo poderoso, dove il mito non è favola ma religione. La lotta Odisseo-Calipso non è semplicemente un duetto d’a-more, è la lotta tra Dio e Uomo. Mentre sull’Olimpo gli Dei, a concilio, decidono quale destino assegnare a ognuno, Odis-seo compie l’ultimo tentativo per tornare a casa mettendosi, ancora una volta, in mare. È il primo segno di una rinascita, dell’uomo che torna uomo...

Marina Thovez

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3918 APRILE 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO

21 APRILE 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA22 APRILE 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU

23 APRILE 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI24 APRILE 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE

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Il crogiuolo / Rovine Circolari

SIOS-BOULÉ …DI JOYCE LUSSU E ALTRE SIBILLE

Teatro dell’Archivolto

APOCALISSE di Isabella Carloni

con Isabella Carloni e Rita Atzeri

dai racconti di Niccolò Ammaniti(con il contributo di Antonio Manzini)

con Ugo Dighero

luci Aldo Mantovaniscene e costumi Lorenza Gioberti

regia Giorgio Gallione

Lo spettacolo trae spunto dagli scritti e dal pensiero di Joyce Lussu e segue come filo rosso l’originale e appassio-nata ricerca storica, antropologica e poetica che Joyce ha dedicato alla figura della Sibilla.La tesi di Joyce, condivisa dall’autrice, è che le leggende at-torno alle Sibille non siano semplici fiabe o storie fantasti-che, ma raccontino di un’antichissima cultura, attaccata alla vita in ogni sua manifestazione, alla cura per l’ambiente e a un’idea di civiltà basata sulla convivenza e la solidarietà, dove etica e politica non sono separate, ma contribuiscono a una cultura di pace, di giustizia e di rispetto per l’altro.Stimolato dalle acute sollecitazioni dell’opera di Joyce Lussu, il lavoro ricerca così, nelle trame di dialoghi tra sibille con-temporanee, a volte dolenti, a volte ironiche, combattive o surreali, le tracce nascoste di un altro punto di vista e di un’altra sapienza, alla quale guardare come risorsa vitale per la nostra società disorientata.Affiorano, intrecciate a quei dialoghi, le esperienze e le pa-role di Joyce stessa, frutto della sua vita ricca e avventuro-sa, che ritrova, attorno alla figura della Sibilla, un legame affettivo e storico tra le Marche – regione d’origine dei suoi genitori – e la Sardegna – sua amata patria adottiva dopo l’incontro folgorante con Emilio Lussu, compagno di vita e di battaglie.

I racconti di Niccolò Ammaniti sono commedie grottesche, al limite dell’inverosimile, che utilizzano spesso un linguag-gio senza ipocrisie, duro, spudorato e vorace; vicende pa-radossali dove il delirio comico e l’immaginario sfrenato convivono ed esplodono sulla pagina.Apocalisse monta e incrocia in palcoscenico due racconti scritti in tempi molto diversi: Lo zoologo (tratto da Fango) e Sei il mio tesoro (pubblicato nel volume Crimini). Queste due storie si innestano nella vicenda di un uomo colpito da un morbo misterioso contratto con l’avvicinarsi di una sorta di Apocalisse globale, arrivata senza trombe del giudizio ad annunciarla. Ma ormai per lui e – teme – per tutti, qualsiasi processo biologico provoca disagio, dolore: dal camminare alla crescita della barba, dal sorridere al fare all’amore. Al-lora, barricato in una devastata casa / hangar, con le ultime forze scrive e racconta storie simbolo di questo progressivo disfacimento dell’umanità e del mondo. Vengono così evo-cati sulla scena zombie che prendono la laurea e folli chirur-ghi plastici, poliziotti antidroga dal grilletto facile, ultras de-menziali e violenti, cabarettisti cialtroni e starlette formose dal dubbio talento.Ne viene fuori uno spettacolo che è una perfida parodia di una società alla deriva, un po’ operetta a/morale e un po’ favola nera. Ma, lo sappiamo, nel tempo dell’Apocalisse le favole sono cambiate e «nella bocca dei poeti anche la bellezza è terribile».

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4122 > 26 APRILE 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO

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Teatro dell’Elfo con il contributo di Fondazione Cariplo

MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATOREdi Arthur Millertraduzione di Masolino D’Amico

con Elio De Capitani, Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Federico Vanni, Andrea Germani, Gabriele Calindri, Alice Redini, Vincenzo Zampa, Marta Pizzigallo

scene e costumi Carlo Salaluci Michele Cegliasuono Giuseppe Marzoli

regia Elio De Capitani

Diecimila spettatori, applausi e commenti appassionati - del-la critica come degli spettatori - hanno accolto lo spettacolo firmato da Elio De Capitani nel gennaio scorso. Sono molte le coincidenze tra il momento storico attuale e i temi affrontati dal testo di Miller - il mutuo da pagare, la disperazione di chi si uccide perché non ha più i mezzi per sopravvivere o perché ha fallito nella scalata sociale - ma il successo dello spetta-colo ha radici più profonde. Al centro della scena espressio-nista di Carlo Sala una compagnia di attori in stato di grazia dà verità e profondità ai sentimenti più universali, al cuore pulsante dell’esistenza: lo strazio di invecchiare, lo scomodo bilancio delle colpe e degli errori nelle relazioni con chi amia-mo di più e, soprattutto, la tentazione della menzogna, del “far finta di essere” quello che non siamo.Willy Loman, il commesso viaggiatore protagonista del cele-bre testo di Arthur Miller, ha illuso tutti di essere un grande venditore, ma non lo è mai stato e, nei suoi ultimi due giorni di vita, deve fare i conti con il proprio fallimento esistenziale. Incapace di stare nella realtà, non distingue più tra presente e passato, sogni e ricordi, tra quanto si agita nella sua testa e la vita vera.

FEBBRAIO - MARZO 2015

Cagliari Piccolo Auditorium e Mini MaxLanusei Teatro Tonio DeiSelargius Teatro Si 'e Boi

Tempio Pausania Teatro del CarminePalau Cine Teatro Montiggia

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PER I BIMBI DAI 5 AI 9 ANNI

3 > 4 FEBBRAIO 2015 PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA

5 > 6 FEBBRAIO 2015 CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX

Gorgonzola Dream

UNA TAZZA DI MARE IN TEMPESTA di Roberto Abbiaticon Roberto Abbiati e Luca Salata e Alessandro Calabresemusiche e registrazioni a cura di Fabio Besana

Il mare. Che mare?Il rumore del mare. Cosa ti fa venire in mente il rumore del mare?Il Moby Dick di Melville. Un libro. Tutto il mare in un libro. S’accende qualcosa ogni volta che lo si prende in mano, il libro, e allora poi si co-mincia a immaginare in grande, balene, velieri, oceani, via, le cose più esagerate.

“Una tazza di mare in tempesta”,una piccola installazione, una piccola perfor-mance, per poco pubblico che assista a piccoli oggetti che evochino grandi cose.Tutto rubato da Melville, per pochi minuti.Come se si fosse nella stiva di una baleniera. Tutto qui.

20 GENNAIO 2015 CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX

Laboratorio sulla narrazione

HO QUALCOSA DA RACCONTARTI condotto da Massimo Zordan

Ricordare e rivivere una esistenza, una vicenda, un’emozione vissuta o sognata, uno stato d’ani-mo, un forte sentimento, un aneddoto, una bat-tuta di spirito, un’immagine, un suono dell’ani-ma, o anche un gioco di parole o una parola sola e tutto questo poterlo raccontare.Raccontare attraverso melodie, per trascinamen-to di cuore e unione di note. Il senso del raccon-to, il suo dipanarsi cammin facendo.Sentire il racconto e trovare la possibilità di farlo ascoltare. Improvvisare le melodie e poter così insieme costruire la trama narrativa. Indi-viduare l’oggetto del raccontare e subito can-tarlo, lasciarlo fluire senza il nostro censurare, senza condizionamenti di forma... Si tratta di un laboratorio di creazione narrativo/sonora, pratico, tendente alla creazione di micro-storie rappresentabili. Gli incontri avranno una prima fase preparato-ria d’allenamento/riscaldamento sulla ricerca di uno spazio narrativo comune e complice per poi passare all’improvvisazione narrativa e ca-nora.

20 FEBBRAIO 2015 CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX

Il Crogiuolo/ Teatro del Sottosuolo

ALL’OMBRADELL’ULTIMO SOLEliberamente ispirato al Decameron di Giovanni Boccacciodrammaturgia e regia Rita Atzericon Daniela Collu, Pier Paolo Frigau, Alessandra Leo, Alessia Marrocu, Alessandro Muronie con la partecipazione di Tiziana Martucci/Mirko Ariucanzoni originali Alessandro Muroni

Una giovane Compagnia teatrale riesce final-mente a trovare una scrittura: il committente desidera vengano messe in scena alcune novel-le del Decamerone di Boccaccio, ma ci vorrebbe un’idea orginale... che purtroppo non si trova. «In fondo in teatro non s’inventa più niente: si cita!» si giustifica il povero regista di fronte alle perplessità degli attori; e invita gli attori a cimentarsi in una gara: ciascuno di loro, come i giovani rifugiatisi in una villa fuori città per sfuggire alla peste, dovrà raccontare una novel-la alla maniera di un grande autore contempo-raneo... Mentre il musicista-poeta comporrà la colonna sonora ispirandosi a Leonard Cohen, gli attori metteranno in scena le novelle del Boccaccio; quelle narrate da Landolfo Rufolo, Nastagio degli Onesti, Lisabetta da Messina, Girolamo e Salvestra, Federigo degli Alberighi, frate Cipolla e Guido Cavalcanti, con risultati di grande commozione e comicità.

PERI RAGAZZI

DA 11 A 13 ANNI

PERI RAGAZZI

DA 13 ANNI IN SU

PERI RAGAZZI

DA 13 ANNI IN SU

16 MARZO 2015 CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX

18 MARZO 2015 TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE

19 MARZO 2015 PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA

20 MARZO 2015 LANUSEI TEATRO TONIO DEI

Teatro del Segno

AMORI DA PALCOSCENICO(da Shakespeare, Goldoni, Rostand…) di Stefano Ledda e Aurora Simeonecon Daniela Collu e Stefano Leddaregia Stefano Ledda

“Amori da palcoscenico” è un viaggio “ani-mato” dagli attori sulla scena, sul tema forse più affrontato da tutti gli autori classici. Lo spettacolo costruito in forma di dialogo con il pubblico, mostra un susseguirsi di dichiarazio-ni, giochi, schermaglie, passioni e turbamenti tratti dalle più celebri opere della letteratura teatrale.Gli attori, avvalendosi di pochi elementi per suggerire costumi o scenografie, viaggiano attraverso le pagine di grandi capolavori, gio-cando e ironizzando su se stessi e sui mestieri del teatro.Il pubblico vedrà svolgersi sotto i propri oc-chi alcune tra le scene d’amore più famose, e altre meno conosciute: il dialogo di Romeo e Giulietta al Balcone e la segreta passione di Cirano per la bella Rossana, o l’ardua conqui-sta della Bisbetica Lisetta; e ancora la favola di Piramo e Tisbe, la gelosia di Otello, gli intrighi de “Le Relazioni pericolose”…insomma dalla Commedia degli equivoci alla Tragedia.

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26 FEBBRAIO 2015 PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA

27 FEBBRAIO 2015 TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE

Teatro del Segno

G.A.P. rovinarsi è un giocodi e con Stefano Ledda

Esploso, questo è quello che diceva l’intervista sul giornale. “Ad un certo punto sono esploso e tutto non era più dove l’avevo lasciato.”Esploso. Proprio questo credo sia il modo più effi-cace per raccontare la storia di un giocatore com-pulsivo di videopoker. Raccontarla esplodendone gli episodi, le bugie, le emozioni ed insieme a que-sti cercare di raccontare anche gli oltraggi subiti…

Lo spettacolo nasce dall’intenzione di mettere una lente di ingrandimento sul fenomeno del gioco d’azzardo tecnologico, mostrando come il “passatempo innocuo” del videopoker può diventare con facilità dipendenza patologica “sulla pelle della percentuale difettosa”.La pièce prende corpo attraversando un lun-go periodo di documentazione e nove mesi di interviste. È dunque una storia reale fatta di nomi, mogli, posti di lavoro, figli, amicizie, quel-la che si svolge davanti al pubblico in una scena scarna fatta di segni brevi ed essenziali.Segni che non lusingano la poesia, ma si impon-gono come snodi freddi e reali di una storia-vi-ta, che “accadendo” sul palcoscenico racconta la claustrofobia ciclica della dipendenza.

Stefano Ledda

24 MARZO 2015 CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX

MicroFratture Teatro

DESTAR QUALCOSA di e con Monica Serra

Destar qualcosa è un elogio all’amore, un cor-po che si sottrae per lasciare il posto ad un al-tro, il sacrificio dell’affermazione del proprio io per amore dell’altro. Un processo creativo liberamente ispirato all’Iperione di Hölderlin. I suoi versi, nella prima lettera di Diotima al suo amato, risuonano come corpi del passato, riaffiorano nel vano tentativo di far coincide-re la parola pensata con quella pronunciata, inafferrabilità dell’istante. Una condizione precaria all’interno della quale la parola non sarà più portatrice di un discorso narrativo, bensì prenderà forza ed emergerà spinta dal-la carica emozionale, mantenendo così una certa purezza. La morte di Diotima che si spe-gne dal dolore credendo morto il suo divino guerriero, è un atto d’amore totalizzante, che ripristina l’armonia.Il corpo in scena interagisce col suono resti-tuendo allo spettatore una partitura musi-cale, ritmica. Una traccia sonora registrata, costruita da campioni di voce, andrà a me-scolarsi alla voce dell’attrice in scena. La voce registrata e la voce reale s’incontreranno e si uniranno in un abbraccio o lotteranno e l’u-na prevaricherà sull’altra, come due corpi nel tentativo di amarsi.

PERI RAGAZZI

DA 13 ANNI IN SU

PERI RAGAZZI

DA 13 ANNI IN SU

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