STAGES A PRACATINAT 7/8/9 maggio 2012€¦ · Guardando le stelle mi è venuta in mente una frase...
Transcript of STAGES A PRACATINAT 7/8/9 maggio 2012€¦ · Guardando le stelle mi è venuta in mente una frase...
STAGES A PRACATINAT– 7/8/9 maggio 2012
Il soggiorno a Pracatinat non è una gita ma un viaggio artistico, culturale, emozionale individuale e di gruppo in mezzo alla Natura… esserci stati fa la differenza
Entrate in camera eravamo contentissime anche perché la
camera era luminosa, spaziosa, colorata e con un grande
balcone che dava direttamente sulle montagne
C’è stato un momento a fine gita, quando abbiamo portato
le valige nell’altra stanza, in cui ho visto che la mia stan-
za era aperta e ho visto che era occupata da qualcun altro
… ci sono rimasta male
Il paesaggio era la cosa migliore, non saprei descriverlo
perché spiegato non servirebbe a niente, troppo bello per
descriverlo!
Ho amato le camminate in montagna, i progetti, i silenzi,
le riflessioni, molto utili a livello mentale
Le passeggiate erano molto faticose ma, quando arriva-
vo in cima e guardavo giù, ero molto fiera di me.
Durante le passeggiate mi sono sentita come una piccola bimba vogliosa di carezze da una parte
dall’altra vogliosa di giocare, non sentivo la stanchezza e non facevo caso alla pendenza ma osser-
vavo lo splendido paesaggio. Ascoltavo il vento che faceva muovere gli alberi, il cinguettio degli
uccellini, l’aria fresca che ti soffiava sul viso e ti graffiava lasciandoti un buon odore
Guardando le stelle mi è venuta in mente una frase che mi disse mio nonno mancato quattro anni
fa: “Ricorda sempre che se non ami te stessa non amerai nessun’altra persona”
È valsa la pena fare quella camminata perché siamo arrivate in un spazio molto grande, erboso ed
eravamo in alto, si vedevano tutte le montagne, le casette minuscole di un paesino e il lago di fian-
co. Ho fatto subito una foto perché volevo portare con me quel momento della mia vita.
Durante i silenzi riflettevo su cosa fosse giusto fare, sulle
persone che mi mancano e a cui voglio bene. Erano mo-
menti unici e puri in cui ognuno era libero di pensare a
ciò che voleva
I 15’ di silenzio sono stati
un toccasana per me, ho
incominciato ad avere più
rispetto per me stessa
Amavo i momenti di silenzio in cui svuotavo la mente e
pensavo a quanto fossero inutili face book, televisione…
e a quanto io sia stata brava in questi anni a risolvere i
miei problemi
Ho apprezzato molto i minuti di silenzio perché mi han-
no fatto riflettere e per una volta “ascoltare” il silenzio
della natura: il vento tra i rami, gli uccellini che canta-
vano, gli insetti che volavano
Trovarsi circondati da un
silenzioso paesaggio mon-
tano era semplicemente
fantastico e anche strano…
eravamo in un “mondo pa-
rallelo”
I momenti di silenzio sono
stati momenti di riflessione
per me, ero tranquilla, cir-
condata da alte montagne
mozzafiato. Non so dire
con precisione a cosa ab-
bia pensato, so solo che
sono stata benissimo. Ho
provato a non pensare a
nulla, a liberare la mente
Durante le attività ci siamo applicati su argomenti pro-
fondi, io credo che la qualità di “essere profondi” sia
essenziale nell’individuo, dà un tocco di qualità. Trovo
sia fantastico avere una propria idea sul mondo, capire
cosa ci sta attorno e non fermarsi all’apparenza.
L’esercizio del silenzio è stato molto bello perché ad un
certo punto, tenendo gli occhi chiusi, mi sono dimentica-
ta di essere su una montagna con i miei compagni e pro-
fessori, era tutto molto silenzioso, si sentivano il vento,
gli insetti volare e il fruscio dell’erba.
Era importante il lavoro di squadra serviva ad
unirci e a farci pensare fina ad arrivare a con-
clusioni condivise
La serata in cui abbiamo visto alcuni video
molto significativi e particolari è stato un bel
momento poiché sentendo parlare un artista di
fatti strani ed opere “assurde” ci si sente molto
coinvolti
Il laboratorio sul manufatto artistico ci ha fatto
ragionare ed esprimere i nostri ideali riguardo
un’arte fondata sulla natura
La nostra creazione era bella, tutti andavamo
in sincronia perfetta per elaborare il frutto di
tutti i nostri pensieri ed è uscito un bel lavoro,
molto complesso
Sono orgogliosa della nostra opera perché e-
sprimeva bene la nostra idea ed ha avuto suc-
cesso nel confronto finale
Mi hanno posto la domanda perché avevo scelto “un po-
sto lo troviamo”, sinceramente non avrei mai risposto il
vero motivo…
Il panorama mi dava una calma assoluta e il rumore del
vento con il fruscio delle foglie suscitava in me un forte
senso di pace, così è uscita una parte della mia persona-
lità che tendo a nascondere, una parte di me che è sag-
gia e fragile. Mi sono girata e guardando gli occhi della
prof, che mi davano una sicurezza assurda, ho detto
quello che veramente pensavo: “l’ho scelto perché sono
alla continua ricerca di uno scudo per trovare protezio-
ne”
Ci sono stati momenti in cui sono stata davvero bene: a fianco dei compagni a ridere e scherzare,
nei momenti di silenzio, davanti un paesaggio magnifico, incominciando a riflettere e a parlare con
me stessa (cose che di solito non faccio)
Ho vissuto molte emozioni tutte positive e ho conosciuto più a fondo i miei compagni, in particolare
alcuni grazie al lavoro di gruppo. Il progetto realizzato, secondo me, è il più bello
Ho conosciuto persone che credevo diverse. Sono contenta perché anche ora, a Torino, riesco a
trovarmi di più con loro. Questo è stato forse il momento più bello di questa esperienza positiva
Ho avuto l’opportunità di capire che tanta gente mi apprezza così come sono senza bisogno di fin-
gere e mostrarmi diversa; sono riuscita a conoscermi di più, più a fondo ed ho scoperto che mi
piaccio
Sono felice di essermi fatta conoscere dai compagni e dai prof
Anche le nottate con gli amici nelle stanze a ridere e scherzare e le mattine con le borse sotto gli
occhi a rimpiangere le ore di sonno sfuggite… sono state una parte importante del soggiorno
Ricordo ancora le corse nei corridoi alle 3 di notte da una stanza all’altra con la paura che uscisse
la prof da quella maledetta porta numero 106… sono sicuro che lei ci sentisse e abbia deciso di
farci fare sapendo che era un’esperienza unica nel suo genere e che siamo ragazzi che hanno vo-
glia gi divertirsi fino a un certo limite … lei, saggiamente, ha deciso di far finta di niente, control-
lando a distanza. Questa cosa l’ho apprezzata molto, è riuscita benissimo a farsi rispettare come
professoressa, come donna e come amica!
Per essere una prima e quindi conoscerci solo
dall’inizio dell’anno, siamo una classe RARA.
Questa parola non è buttata al vento poche classi
hanno un legame tra tutti i compagni, questa gita ha
rafforzato ancor più quest’amicizia e il legame di
classe. Anche la professoressa che ci ha accompa-
gnato è riuscita a farsi apprezzare, è riuscita a so-
cializzare con noi, ad esprimere e condividere idee e
emozioni, ha rinunciato ad “ossessionarci” parteci-
pando, ridendo, scherzando durante le attività e nel
gruppo.
L’educatore era molto bravo e ci ha spiegato cose di cui non mi ero mai accorta
Bello il carattere dell’educatore perfettamente integrato con noi, che ci ha dato consigli, fatto ra-
gionare rendendo le attività accattivanti. Una persona così la si può solo stimare
Ho apprezzato molto l’attività che ci ha fatto fare Fabio perché mi ha fatto pensare molto
Mi piaceva molto l’educatore Fabio, ironico e simpatico, con cui ho fatto splendide attività e pro-
fonde riflessioni
Ho trovato molto efficiente l’impegno messo dalle professoresse per farci vivere questa esperienza
al meglio, proprio per questo vorrei ringraziarle
Sono contenta di aver conosciuto il lato “umano” della prof che è molto profondo e ricco di senti-
menti, che vanno oltre l’essere prof. La cosa che mi ha molto colpito è che sa essere prof e amica-
consigliera allo stesso tempo
Mi ha emozionata la lettera della prof e così ho capito che lei riesce a mettersi al livello di noi stu-
denti rimanendo comunque autorevole
La prof è fantastica, una delle migliori che possano esistere, vorrei tanto rivivere quei tre giorni
stupendi perché mi sentivo veramente viva e poi quei momenti di silenzio non li dimenticherò mai
perché è come fossi rinata, mi dimenticavo qualunque cosa negativa
Il voto che do è 10: 2 per i professori, 2 per l’educatore, 1 per gli amici, 2 per i sentimenti trasmes-
si, 2 per la natura e 1 per il mangiare
Finisco per ringraziare la prof Bicego e anche la prof Cervetto che hanno fatto sì che questa gita
fosse fantastica e indimenticabile
Stupendo il video della prof Statile, la let-
tera che la prof Bicego ci ha scritto l’ho
trovata bellissima perché in qualche modo
ha centrato il punto. Una frase che mi è
piaciuta davvero tanto è stata “Ho scoper-
to in ciascuno di voi risorse segrete, ca-
pacità di riflettere e voglia di crescere in
un mondo diverso, migliore”
VI REGALO
LE MIE EMOZIONI
DEL SILENZIO
Mi sono resa conto che continuo a cercare
uno scudo per proteggermi quanto sono in-
significanti gli esseri umani in confronto alla
natura
Situazione interessante dove ritrovare
se stessi, svuotare la mente e ascoltare
i rumori della natura senza distrazioni
Ho pianto
Quando ero in silenzio ero
tranquilla
Mi sono emozionata tantissimo a
vedere il paesaggio
Mi sono trovata bene con me
stessa, sarei rimasta ore e ore
immersa nel silenzio
Mi rilassava in mezzo alla na-
tura, mentre fissavo le nuvole
col vento
I RUMORI DEL SILENZIO: fruscii di
vento, stormir di foglie, voci soffuse…
rumori del mio interiore
Sono riuscita a liberare la mente da tutti i problemi e mi sono
ritrovata. Sono riuscita a rilassarmi e a pensare solo a quello
che ci circonda
Riflettevo, guardavo il cielo e ogni problema
bussava alla porta del mio cuore… bum…
bum… e improvvisamente un sorriso coglie-
va il mio volto
Stare nella natura e ascoltare quello che
di solito non udiamo mi ha reso felice
perché mi sono concentrata su me stessa
Un’esperienza meravigliosa. Sono riuscita a libe-
rare la mente e a rilassarmi, ad ascoltare tutto quel-
lo che mi circondava
Mi è piaciuto molto quel momento e mi ha
fatto conoscere più a fondo me stessa e ades-
so… mi faccio paura da sola
La pausa del silenzio è stata
magnifica
Su una montagna silente, non avendo nul-
la cui pensare si pensa a se stessi
Oh, il silenzio mi sussurra!
Oh, brutto quell’abbraccio di
vuoto!
… molte volte è indispensabile…
Ho osservato particolari che normalmente non mi sarei ferma-
ta a vedere. Ho ascoltato me stessa ma anche i suoni della na-
tura: il vento, gli uccellini… Un’esperienza sicuramente da ri-
petere
Un’esperienza unica! È prendere parte alla perfe-
zione perché in quanto umani, quindi animali, ci
serve fare un tutt’uno con il mondo
Sentire, provare, ascoltare suscitano emozioni dif-
ficili da esprimere. Ascoltare il cuore è stata
un’esperienza nuova che rimarrà per sempre den-
tro di me
Sono riuscita ad allontanare pensieri brutti e a sta-
re in armonia con me stessa
È stata un’esperienza bellissima, in cui credo
di essere un po’ cresciuta. Spero si possa ri-
petere il prossimo anno, magari una settima-
na, in ambiente di mare.
”Le parole non sono semplici unioni di lettere, ma
strumenti che ci fanno viaggiare alla scoperta del
mondo e di noi stessi”
Wilma
Sono contenta di aver condiviso con Voi
quest’esperienza! È stata un’occasione che ci ha
consentito di conoscerci meglio in un ruolo diverso
dalla scuola. Ho scoperto in ciascuno di Voi risorse
segrete, capacità di riflessione e voglia di crescere
in un mondo diverso, migliore.
A conclusione dell’esperienza, il mio augurio non
può che riprendere le parole del video con Galim-
berti: IMPARATE A CONOSCERVI, INNAMO-
RATEVI DI VOI STESSI, non lasciatevi appiattire
dalla nostra società che impone il suo speciale ide-
ale di bello, quello commerciale
SIETE GRANDI, VI VOGLIO BENE!
Fabio ha detto di voi…
Nella tre giorni di soggiorno a Pracatinat la classe 1G ha
dimostrato un comportamento, nel complesso, ottimo.
In particolare, nei momenti in cui si richiedeva un silenzio
meditativo la classe ha risposto con una maturità inusuale.
Tale atteggiamento si è poi riversato positivamente su tutto
il resto del soggiorno, innescando un circolo virtuoso che
ha permesso riflessioni profonde e mature come raramente
capita in questi soggiorni.
La visione di alcuni filmati, considerata la partecipazione
con la quale la classe li ha osservati, ha permesso di inseri-
re in un clima fertile ulteriori spunti per una riflessione
complessa sul loro modo di percepire il processo creativo.
In ultimo, il rapporto con il “fuori”, vale a dire, il rapporto
con le passeggiate, con la fatica, con l'ambiente montano,
si è rivelato molto piacevole e il loro approccio è stato par-
ticolarmente produttivo. Per dare un’idea. Non è affatto i-
nusuale incontrare ragazzi che a 14/15 anni hanno enormi
difficoltà a sedersi per terra (per paura degli insetti, di
sporcarsi i pantaloni etc. etc.) o di camminare (per il rifiuto
della fatica). L'atteggiamento della classe è, al contrario,
sempre stato positivo e il circolo virtuoso innescato da
questo entusiasmo e partecipazione ha reso questi momenti
particolarmente produttivi per le riflessioni effettuate
nell'auletta.
In ultimo, la classe mi ha impressionato per la sua fertilità
creativa e il suo contagioso entusiasmo. In una ipotetica
valutazione annuale dei gruppi in soggiorno, classi come
questa si contano sulle dita di una mano.
Voi avete scritto…
''NON BUTTIAMO VIA NIENTE''
Non buttiamo via niente, una frase per noi significativa, l'ab-biamo scelta perché abbiamo pensato alla vita! Per noi le esperienze di vita (sia negative che positive) servono a formarci, a rinforzarci, a capire meglio la vita. Una delusione per quanto sia terribile è molto utile perché ti aiuterà, in futuro, ad affrontarne tante altre con maggiore facilità. Siamo partiti proprio dal concetto astratto della vita per passare a cose materiali. Durante la passeggiata io e Alessandro abbiamo raccolto degli oggetti esteticamente non molto belli, ma che nel passato era-no stati utili o che insieme formano o formavano delle splendide cose: ad esempio abbiamo raccolto un rametto secco e di colo-re scuro, che però in passato era parte di un rigoglioso albero e, nel suo piccolo, lo rendeva bello. Anche una semplice pietra e del muschio, che da soli sembrano insignificanti, insieme possono formare meravigliose e grandissime pareti rocciose. Anche le cose fatte dall'uomo, sebbene possano sembrano inu-tili, possono essere riciclate o comunque diventare utili, come ad esempio una cartaccia o un cartello per i divieti. Il nostro progetto è stato poi realizzato attraverso un file in Power Point in cui le frasi di spiegazione si alternavano alle foto raffiguranti gli oggetti raccolti o fotografati lungo le passeggiate: elementi naturali e antropici. Credo sia stata un'esperienza utile riflettere su una frase sem-plice per crearne un'opera d'arte! Ci vuole intelligenza e fantasia! Sul palco eravamo un po' agitati ma soddisfatti del nostro lavo-ro, sapevamo che sarebbe stato apprezzato dagli altri che han-no potuto vedere un punto di vista differente dal loro.
''VADO SEMPRE DI FRETTA''
La prima attività svolta a Pracatinat consisteva nello sceglie-
re una frase fra tre lette dalla nostra professoressa; senza pen-
sarci due volte ho scelto "Vado sempre di fretta", è sicuramente
quella che mi descrive meglio.
Al giorno d'oggi l'intera società è frenetica, non abbiamo più
il tempo per soffermarci a parlare, per osservare e "prendercela
comoda" , questo è un lato oscuro per la nuova generazione
perché si perde tanti fantastici aspetti della vita e trovo che sia
un peccato... Dalla premessa si può
capire perfettamente che anche il sottoscritto ha una vita frene-
tica e molto agitata fra scuola, sport, amici e ragazza. Ogni
giorno cerco di fare l'impossibile per esserci per tutti e per tutto,
ma a volte crollo e non riesco a stare dietro a tutti questi impe-
gni, quindi la frase "Vado sempre di fretta" è azzeccatissima
per me.
Individuata la frase che ci identificava ci siamo divisi in tre
gruppi in base alla scelta effettuata, quindi abbiamo iniziato la
camminata in montagna e dovevamo raccogliere materiali per
poter realizzare il progetto che poi avremmo dovuto eseguire la
sera nella struttura. Il gruppo "Vado sempre di fretta" ha raccol-
to bastoncini, fiori, pietre, pigne ecc...
Quando ci siamo riuniti abbiamo incominciato a discutere su
come portare avanti il lavoro, dopo varie idee abbiamo optato
per prende un foglio e incollarci sopra i vari oggetti raccolti du-
rante la
camminata, buttandoli a caso sul foglio come per far capire
che, andando di fretta, non avevamo il tempo di pensare e met-
terli in ordine, magari classificandoli per origine o specie.
''UN POSTO LO TROVIAMO'' L’esperienza a Pracatinat... che dire, un concentrato di
emozioni che tra alti e bassi, mi ha permesso di conoscere tanti aspetti importanti dei miei compagni di classe e soprat-tutto di me stesso! Penso in quei tre giorni sia nata un'armo-nia maggiore che in tutto il resto dell'anno, che siano cadute tante maschere e sia venuta a galla la vera parte di noi stes-si, permettendo ai nostri rapporti di andare nel verso giusto, quello delle amicizie vere, quello che realmente ci unisce! Inoltre c'è stato modo di pensare tanto, di essere liberi di mettere in ordine i nostri pensieri prima di ritornare nel caos di tutti i giorni. Forse, la parte più difficile è stata proprio quella di provare a riordinarmi dentro, perché devo conosce-re bene i miei cassetti e i miei scaffali, cioè me stesso, per poi riporre tutto all'interno e trovare una cosa, ovvero una soluzione adeguata a me stesso, appena ne ho bisogno, perché per ora dentro me queste "cose" (emozioni, sicurez-ze...) sono come sparpagliate in un vasto prato e quando ne sento il bisogno non le trovo!
Questo viaggio alla ricerca di me stesso mi hanno portato a scegliere, tra le tre frasi proposte dal progetto, "Un posto lo troviamo", stimolo che ho inteso come un rifugio dove po-termi creare una bella dose di autostima prima di ritornare a rapportarmi con gli altri: in questo caso il rifugio è stata l'e-sperienza di Pracatinat in tutti i suoi aspetti, perché sono tutti lontani dal caos.
Completata la scelta, il gruppo che si era identificato con questa frase è risultato essere il più numeroso e, una volta riuniti per progettare la nostra “scultura”, ci siamo accorti che tutti i componenti di "Un posto lo troviamo" avevano inteso la frase nel mio stesso modo,magari con qualche sfumatura, ma il succo era rappresentare tutti i nostri ostacoli, le nostre paure e la soluzione appena scoperta a Pracatinat, a con-tatto con la natura ma soprattutto con noi stessi.
La prof ha scritto…
È stata la mia prima esperienza a Pracatinat con il Passoni, una bella esperienza, faticosa ma ripar-
tirei domani per come mi ha fatto scoprire lati nascosti (molto belli e di valore) dei miei allievi (so-
no partita, per scelta, con una 1^ in cui ho solo 3 h settimanali) e per come loro si sono conosciuti
tra di loro, per come hanno scoperto se stessi, per come hanno conosciuto me.
DURATA: 3 giorni un po’ pochi, i 5 giorni ci avrebbero consentito un percorso più completo sotto
vari aspetti (non ultimo quello del manufatto artistico e della sua progettazione).
PERIODO: doveva essere ad ottobre ed avrebbe favorito la conoscenza, tuttavia reputo (e penso al
gruppo della 1^ G) che ad inizio anno non avrebbero messo in ballo se stessi allo stesso modo, a-
vrebbero avuto timore a rivelare a sconosciuti i meandri del loro animo. La conoscenza (anche con
me) è stata un punto di forza per tutto il nostro percorso, lo è ancora ora che siamo in classe.
ATTIVITÀ: assolutamente utili i materiali (video,foto) predisposti (GRAZIE a coloro che hanno
lavorato!) Hanno colpito (specialmente alcuni: Galimberti, Smoke, ovvio il concerto) e sono stati
occasione di riflessioni, guida nel procedere.
Da me i gruppi si sono creati liberamente, la consegna è stata: vi dirò 3 frasi, ciascuno scelga quella
in cui si identifica In un secondo momento hanno trovato i taccuini e si sono segnati (nessuno ha
puntato a stare con l’amico, ma è entrato già un po’ nel suo interiore) Non abbiamo mutato nulla
anche se Un posto lo troviamo aveva 12 ragazzi e Non buttiamo via niente solo 2. È stata una mossa
vincente.
Bella la fase della progettazione (Il laboratorio sul manufatto artistico ci ha fatto ragionare ed esprimere i nostri
ideali riguardo un’arte fondata sulla natura; La nostra creazione era bella, tutti andavamo in sincronia perfetta per
elaborare il frutto di tutti i nostri pensieri ed è uscito un bel lavoro, molto complesso; Era importante il lavoro di squa-
dra serviva ad unirci e a farci pensare fina ad arrivare a conclusioni condivise) nonché la realizzazione e la pre-
sentazione all’altra classe (abbiamo optato per mantenere le classi separate in modo da poter poi far
confrontare come una medesima idea era stata diversamente realizzata). Nella presentazione i ra-
gazzi hanno prestato attenzione al processo che li ha condotti lì, erano soddisfatti TUTTI del loro
manufatto (e direi che non è poco)
N° CLASSI: credo un gruppo maggiore avrebbe mutato (non in positivo) il nostro percorso, per cui
direi 2 classi è un numero perfetto, massimo 3.
IL DOPO PRACATINAT: ovviamente un’esperienza così è l’inizio… anche se siamo a fine anno!
Tempo a disposizione ne ho avuto poco, comunque abbiamo cercato di recuperare i valori
dell’esperienza (umani, relazionali), le emozioni soggettive che abbiamo poi condiviso anche attra-
verso il video creato con Silvana utilizzando le foto.
Il video è stato presentato a genitori ed allievi ed ha riscosso successo, è stato presentato come un
“elemento di forza” del nostro Istituto.
Che dire… ha ragione una mia allieva qnd ha scritto Le parole non sono sufficienti per descrivere
ciò che abbiamo vissuto noi che eravamo là
Arrivederci alla prossima emozione…