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IN QUESTO NUMERO

Europanews n. 73del 13.09.2013 - Anno XXIVOrgano ufficiale dell’associazione “L’Incontro” - Bisettimanaledi informazione politica e attualitàPrezzo: euro 0,283

Editrice, direzione, redazione: Mopak srlPrima Strada, 66 - 35129 PadovaDirettore responsabile: Alberto Zuccato

Autorizzazione del Tribunaledi Padova n. 1214 del 12.5.1990Spedizione in A.P. 45%Art. 2 comma 20/BLegge 662/96 Filiale di Padova

Contiene I.P.Spedizione in A.P. indiretto

SPORTininVENETOSettembre 2013

Direttore: Gianfranco Bardelle

Coordinatori: Paolo Barbieri

Stefano Camporese

Coni Regionale Veneto: Stadio Euganeo,

Viale Nereo Rocco, 35135 Padova

Tel. 049.8658315, fax 049.8658316

Email: [email protected]

Redazione: Taverna del Rum,

associazione professionale

tra giornalisti

Alberto Zuccato (direttore)

e Stefano Valentini (grafica

e impaginazione),

via Piave 31/B, 35139 Padova

Tel. 049.8078961, fax 049.8087401

E-mail: [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:

Massimo Zilio, Carolina Bianchetto,

Fiorenzo Zanella, Marco Franceschetto

Foto: Vittorino Gasparetto,

archivio Coni, archivio Taverna del Rum

Stampa: Grafiche Edicta

(Ponte San Nicolò - Pd)

4 Intervista a Roberto Fabbricini, segretario generale del Coni

6 Intervento di Antonio Finotti, presidente della Fondazione Cariparo

8 “Il ruolo dello sport veneto”: i forum di Caorle e di Treviso

12 Parla Marzio Innocenti, presidente regionale della Federazione Rugby

14 Campioni d’Italia: le squadre venete vincitrici dello scudetto nel 2013

18 Calcio: dopo 11 anni, l’Hellas Verona disputa di nuovo la serie A

20 La società sportiva: Umana Reyer Venezia, protagonista nel basket

22 Incontro con Daniel Morandin, campionissimo di pattinaggio artistico

27 Cip: a San Zeno una palestra e un centro federale per i disabili

28 Dalle Delegazioni: l’Educamp di Vicenza per tutti i giovanissimi

36 Costituita l’associazione Polo Culturale Sportivo Veneto

«Nonostante la crisi economica sia mol-to pesante, lo sport veneto continua a go-dere di buona salute». Ad affermarlo è ilpresidente regionale del Coni, il padovanoGianfranco Bardelle. Che aggiunge: «Non è una mia convinzione, maa dirlo sono i numeri, i dati di recente elaborati da monitoraggio ef-fettuato dagli Osservatori statistici per lo sport del Coni centrale rela-tivi al 2012. Il Veneto vanta 5.723 società sportive, con 466.955 atletitesserati. I tecnici qualificati sono 25.698 e i dirigenti poco più di 51mila. Solo la Lombardia ci supera, ma è molto più grande».

La Lombardia ha in totale 865.753 tesserati, 398.768 più del Veneto,ma la differenza del numero di abitanti è rilevantissima, superiore ai5 milioni: 9.939.000 contro 4.936.000. Per cui, in proporzione, la no-stra è la regione dove la pratica sportiva è maggiormente diffusa.

Vediamo ora come vanno le cose provincia per provincia. Bellunoconta 335 società e 22.382 tesserati; Padova 1.007 e 84.485; Rovigo319 e 17.888; Treviso 1.124 e 88.794; Venezia 896 e 74.589; Verona1.017 e 89.790 e Vicenza 1.025 e 91.027.

Il calcio è lo sport che ha il maggior numero di tesserati in tutte leregioni d’Italia ad accezione della Val d’Aosta, dove al primo posto –per motivi geografici fin troppo ovvi – ci sono gli sport invernali. NelVeneto al secondo posto c’è la pallavolo, seguita dal basket, dal ten-nis e dalla pesca e attività subacquee. Questi dati contrastano sololeggermente con la statistica relativa ai primi cinque sport più diffu-si per numero di società affiliate, dove le prime due posizioni riman-gono invariate, ma al terzo posto figura il ciclismo, che precede ba-sket e pesca, facendo quindi uscire di classifica il tennis.

Questi i dati. Che sono lusinghieri e ribadiscono la vocazione dellagente veneta per lo sport.

I numeridello sport

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Lei ha lavorato per molti anni nel mondo delConi ed è sempre stato un dirigente “operati-vo”. A febbraio è stato nominato Segretario

Generale dell’ente: con questo nuovo incarico, co-me ha dovuto modificare il suo approccio al ruolodi dirigente sportivo?

«Continuo a operare da appassionato di sport,con l’intento di mettere a disposizione la mia espe-rienza e le competenze maturate nell’arco dellacarriera professionale. La volontà è quella di darecentralità all’attività agonistica e spazio al campo,attraverso un approccio che si prefigge di privile-giare gli aspetti di cui mi sono sempre occupato.Non sono mai stato un burocrate e quindi non hocambiato approccio, sono al servizio dello sport percontribuire a modellare una mentalità che contri-buisca a regalare una prospettiva di crescita».

Quali sono, nello specifico, le principali man-sioni affidate al Segretario Generale del Coni

Nazionale?

«Le mansioni sono regolate dall’articolo 9 delloStatuto del Coni. In assoluto, oltre alle competenzedi natura amministrativa da assolvere in ossequioagli indirizzi della Giunta, c’è la parte prettamentetecnica, che contempla la necessità di ascoltare leistanze di chi fa sport. Mettere le federazioni nellecondizioni di poter pianificare lavoro e obiettivi,condividendoli con il Comitato Olimpico, interpre-tando le loro esigenze e cercando di ausiliarne l’a-zione per renderla il più possibile efficace. Perchélo sport lo fanno loro, non dobbiamo dimenticarlo.Dare voce al territorio, allargando la base, valoriz-zando il lavoro che si fa quotidianamente in ogniangolo del nostro Paese. Tutelare i talenti, dando ilgiusto rilievo ai risultati».

Stiamo vivendo dei tempi difficili e la crisi eco-nomica ormai ci accompagna da circa quattro

anni, rendendo sempre più arduo il reperimento di

L’intervista

risorse. Ci saranno conseguenze anche per gli atle-ti azzurri che si stanno preparando in previsionedelle Olimpiadi del 2016?

«Credo sia superfluo ricordare gli effetti determi-nati dalla particolare congiuntura economica delPaese, destinati a riflettersi in ogni settore. Il Coni èin prima linea e si sta prodigando per supportarenel modo più consono le federazioni, cercando diconvogliare ogni risorsa possibile nell’ottica dellosviluppo agonistico e della preparazione olimpica,

Roberto Fabbricini, segretario generale del Coni, risponde alle nostre domande

«Ascoltare le istanze di chi fa sport»

Necessario lavorare sulla base per aumentare la competitività.Entro dicembre saranno varati e resi operativi i Coni Point»

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L’intervista

anche attraverso nuovi percorsi che consentano diimplementare i ricavi. Recentemente, ad esempio,le somme legate alla mutualità dei diritti audiovisi-vi sono state messe a disposizione dei progetti svi-luppati dalle varie discipline sportive presenti neiprogrammi di Sochi 2014 e Rio de Janeiro 2016, alfine di promuovere la realizzazione di investimentivolti allo sviluppo dei settori giovanili. Per quelleche sono le nostre competenze e possibilità faremoquindi il possibile per sostenere la marcia di avvici-namento agli eventi olimpici».

Da molto tempo è confermato che una delle dif-ficoltà dello sport italiano è data dal non po-

ter operare in profondità nell’ambito scolastico.Quali suggerimenti e proposte, nel merito, può for-nire il Segretario Generale?

«Cambiare cultura, aggredire il problema, cercaredi compenetrare le due dimensioni per creare unavera e propria scuola dello sport. Radicare un mo-dello che sappia garantire linfa vitale al movimento,perché le medaglie più belle sono quelle che offro-no la speranza di uno sviluppo costante, che poggisu basi solide e non sia frutto di casualità. La scuo-la, il movimento di base e il territorio rappresenta-no l’architrave dello sport. Per allargare gli orizzon-ti e colmare il divario con le altre nazioni dobbiamoinvestire in termini di progettualità e di metodo, ildiscorso non è più differibile».

Il presidente Malagò, con la nuova Giunta, puntain modo deciso e con priorità assoluta alla valo-

rizzazione delle risorse territoriali. Quali gli obiet-tivi a medio e lungo termine e quali i passaggi perraggiungerli?

«Vogliamo lavorare sulla base per aumentare lacompetitività. Dare centralità alle realtà territo-riali, perché senza una solida piattaforma nonesiste il movimento di vertice. Nell’ambito di que-sto programma si inserisce il lancio dei ConiPoint, che avverrà entro dicembre, per recuperarequella dimensione persa con l’abolizione dei Co-mitati provinciali. Si tratta di centri di erogazionedi servizi informativi, di consulenza e assistenzama anche di servizi formativi. Un moderno mo-dello di segreteria chiamata a sostenere l’organiz-zazione funzionale di federazioni, discipline as-sociate, enti, associazioni benemerite e societàsul territorio. L’introduzione di questa novità saràaccompagnata da una nuova interpretazione deiruoli, con una diversa modalità di dialogo e rela-zione che prevede una partecipazione attiva allescelte strategiche della politica regionale dei dele-gati, l’adozione di nuovi modelli di governance el’istituzione di una conferenza di servizi per af-frontare le problematiche di ciascuna area regio-nale. Entro giugno 2014 sarà completata la riorga-nizzazione, con le modifiche regolamentari e lerevisioni statutarie».

Roberto Fabbricini è stato dal 1972 al 2008, ossia sino ai Giochi di Pechino,organizzatore esecutivo e responsabile della preparazione olimpica,nonché direttore esecutivo dell’Ibaf.

Fabbricini ha lavorato prima per la Fidal e poi per il Coni a livello olimpico. oltre a collaborare con il Cusi per le Universiadi.

Un dirigente attivo, preciso,sempre attendibile e pronto a risolvere le situazioni più delicate.

«Le medaglie più belle sono quelle che offronola speranza di uno sviluppo costante»

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La Fondazione della Cassa di Risparmio di Pa-dova e Rovigo, per tre anni, è stata lo “sponsor”di gran lunga più importante per mettere a

punto il progetto “SportivaMente”, che si poneva dueprincipali obiettivi: portare un’attività motoria diqualità – supportata dal Coni – in gran parte dellescuole elementari delle province di Padova e Rovigoe aiutare concretamente le società sportive di base,attraverso l’attribuzione di buoni per l’acquisto dimateriale. A fare il punto della situazione su quantofinora sviluppato è il lungimirante presidente dellaFondazione, Antonio Finotti.

Presidente, la Fondazione è soddisfatta dei risul-tati di SportivaMente?

«Il bilancio di SportivaMente è certamente positi-vo. Il progetto ha contribuito in modo efficace alladiffusione dello sport tra i giovani e a far conoscere ibenefici connessi alla pratica sportiva. Solo per cita-

re i risultati dell’ultima edizione, ricordo che tra Pa-dova e Rovigo sono stati assegnati 302 buoni alle so-cietà sportive giovanili per l’acquisto di materiali edattrezzature utili alla loro attività, per un importocomplessivo di 850.000 euro. Una vera e propria boc-cata d’ossigeno per queste realtà che, complice lacrisi economica, si trovano a fare i conti con un caloconsistente dei fondi. La loro funzione è preziosaperché promuovono sul territorio l’attività sportivacoinvolgendo numerosi bambini e ragazzi, ai qualioffrono l’opportunità non solo di tenersi in forma,ma anche di acquisire valori funzionali ad una piùcompleta maturazione. Il sostegno alle associazionisportive, infine, ha rappresentato un modo per con-sentire a tanti giovani laureati in discipline motoriedi poter insegnare, mettendo a frutto le conoscenzee le competenze acquisite nel loro percorso di studi.Risultati lusinghieri sono stati raggiunti anche nellescuole, dove abbiamo sostenuto, sempre nell’ambi-

Il presidente Antonio Finotti soddisfatto della triennale collaborazione con il Coni

Bilancio positivoSPORTIVAMENTE, progetto riuscito

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Fondazione Cariparo

to di SportivaMente, progetti come “Giocosport” e“Alfabetizzazione Motoria”, tesi a promuovere losport e corretti stili di vita tra gli studenti: oltre 20.000alunni di 280 istituti scolastici vi hanno partecipato,mentre sono state 36 le feste finali organizzate. Sem-pre nelle scuole abbiamo offerto ai giovani e alle lo-ro famiglie la possibilità di incontrare testimonialesperti del settore, favorendo in tal modo la cono-scenza delle varie discipline sportive e delle oppor-tunità che esse offrono, così da sensibilizzarli sull’u-tilità della pratica sportiva. Cento gli incontri realiz-zati, che hanno visto la presenza di testimonial del li-vello di Rossano Galtarossa,Gabriella Dorio, FrancescaBortolozzi, tutti campioniolimpici. Possiamo quindiritenerci soddisfatti dei ri-sultati del progetto, al qualeil nostro ente ha destinatorisorse importanti. Soltantoper l’edizione 2012-2013abbiamo messo a disposi-zione, tra Padova e Rovigo,un milione e 300 mila euro, incrementando il nostrostanziamento del 20 per cento rispetto all’anno scor-so. Un impegno frutto della consapevolezza di comeinvestire nello sport significhi contribuire all’educa-zione e alla crescita complessiva dei nostri giovani.Questa consapevolezza, fra l’altro, ha trovato con-cretizzazione anche a livello nazionale, come testi-monia ad esempio la firma, nel dicembre 2012, di unprotocollo d’intesa tra il Coni e l’Acri, l’associazioneche raggruppa le fondazioni di origine bancaria,proprio con l’obiettivo di diffondere la pratica spor-tiva tra i giovani e nelle scuole».

La risposta del mondo dello sport è stata quellache vi aspettavate?

«Mi pare che il mondo dello sport abbia coltol’importanza del nostro impegno, rispondendo coninteresse a SportivaMente, un progetto unico nelpanorama nazionale, a riconferma di come l’asso-ciazionismo sportivo giovanile necessiti di un soste-gno concreto per portare avanti la propria attività.Fondamentale, per la gestione operativa del proget-

to, si è rivelata la collaborazionedei Coni provinciali di Padova eRovigo che, conoscendo da vicinole esigenze delle diverse realtà lo-cali, hanno fornito un contributoimportante alla riuscita dell’ini-ziativa. Credo che il mondo dellosport rappresenti una risorsa im-portante e vada incoraggiato. Mol-to spesso, infatti, chi opera in que-sto campo lo fa a titolo volontario,spinto dalla passione per una di-

sciplina sportiva e dal desiderio di aiutare quantipiù giovani possibile a crescere».

Ora che il progetto triennale si è concluso, la Fon-dazione – visto anche il perdurare della crisi econo-mica che colpisce, nel mondo dello sport, in partico-lare le associazioni giovanili – ha in animo qualchealtra iniziativa?

«La nostra Fondazione manterrà l’impegno sulfronte della promozione dello sport, consapevole deisuoi benefici per la salute dei giovani – basti solo pen-sare all’aumento dell’obesità in età infantile dovuta

alla sedentarietà di moltibambini – e del suo peculia-re ruolo formativo. Valute-remo quindi con attenzioneeventuali nuove proposte dicollaborazione con il Coni,compatibilmente con laprogrammazione di inter-venti definita per i prossimianni e con le risorse dispo-nibili. Proprio allo sport sa-

rà dedicato il prossimo incontro di “Segnavie”, il no-stro ciclo di conferenze, in programma il 29 novem-bre al Palazzetto di Trecenta, in provincia di Rovigo. Aconfrontarsi sul tema “La fortuna si allena” sarannodue testimoni d’eccezione come il presidente nazio-nale del Coni Giovanni Malagò e l’olimpionico Ros-sano Galtarossa: un’occasione per riflettere sull’im-portanza del sacrificio e dell’impegno per raggiunge-re traguardi importanti nella vita. Sempre in tema disport, porteremo avanti il “Progetto Palestre”, cheprevede la realizzazione di strutture polifunzionali aservizio di comprensori di comuni. Protagonisti sonoi giovani sia perché destinatari dell’iniziativa, sia per-ché queste strutture sono state progettate da archi-tetti e ingegneri under 40. Quattro gli impianti già co-struiti a Porto Viro e Trecenta, in provincia di Rovigo,e a Monselice e Correzzola in quella di Padova; aquesti se ne aggiungeranno altri due, rispettivamen-te a Borgoricco di Padova e a Villadose di Rovigo».

La Fondazione della Cassa di Risparmio di Padovae Rovigo continua, quindi, ad essere grande protago-nista dell’attività sportiva nel Veneto.

«Manterremo l’impegnonella promozione

dell’attività sportiva»

«A fine novembre,a Trecenta di Rovigo,

sarà nostro ospiteGiovanni Malagò»

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Il mondo Coni

A Caorle il convegno su sport e turismo, primo forum del progetto“Il ruolo dello sport veneto nel panorama nazionale”

Promuovere i valori del territorioUn sistema virtuoso che produce benessere diffuso

Si è tenuta il 25 maggio, nel Centro Civico Comuna-le di Caorle, una nuova tappa del viaggio all’inter-no dello sport in Veneto. L’obiettivo è mettere in

evidenza le peculiarità regionali, partendo dalla largapratica diffusa e dal suo valore sociale e culturale, per ar-rivare ai grandi risultati ottenuti dagli atleti veneti,esplorandone anche la dimensione economica e la rica-duta sul territorio. “Il ruolo dello sport veneto nel pano-rama nazionale” rappresenta un approfondimento eun’analisi per creare, sviluppare e consolidare le neces-sarie sinergie tra le società sportive e il territorio.

Il percorso, ideato dal Comitato Regionale del Coni incollaborazione con la Regione Veneto, il contributo del-la direzione regionale della Scuola dello Sport e la colla-borazione di Studio Ghiretti & Associati, è iniziato a di-cembre 2012 con un ampio dibattito dedicato ai temidella pratica, della gestione e delle normative.

Cinque i Forum di settore in calendario, il primo deiquali si è appunto tenuto a Caorle sul tema “Sport e Tu-rismo”, inseriti in un percorso che partendo dal turismopassa attraverso la scuola, il benessere, l’economia e leinfrastrutture, per concludersi nella primavera 2014 conun workshop durante il quale sarà presentato un librocontenente i dati e le analisi emersi nel corso dei dueanni di lavori, assieme ad alcune indicazioni sulle lineeguida da seguire nel futuro.

Il Forum ospitato nella città di Caorle, in occasionedella terza edizione dei “Giochi del Veneto”, è iniziatocon i saluti delle istituzioni e si è concentrato sull’anali-si di progettualità diverse, messe a confronto per prova-re a definire il ruolo che devono assumere il sistemasportivo e le istituzioni pubbliche nello sviluppo di unaprogrammazione comune ed integrata, condizione in-dispensabile per elaborare un’offerta adeguata sia allereali esigenze di pratica e di benessere dei cittadini, siaai bisogni dei turisti che scelgono la destinazione diviaggio in funzione dei un’attività sportiva.

Moderato dal giornalista Luca Ginetto, il convegno èstato inaugurato dal presidente del Coni Veneto, Gian-franco Bardelle, che ha richiamato l’attenzione sul valo-re economico dell’indotto: «In un momento di crisi losport, con il suo grande mondo di volontari, può essereun elemento importante per aumentare il prodotto in-terno nazionale, soprattutto nel settore turistico. È im-portante che il movimento sportivo e le istituzioni fac-ciano squadra con l’obiettivo di potenziare il binomiosport e turismo, dal quale può derivare un importante

beneficio per l’economia. Il benessere non è soltanto si-nonimo di buona salute, ma anche di benessere econo-mico, inserito in un circolo virtuoso che valorizza ancorpiù il legame tra cultura sportiva, territorio e persone».

L’Assessore regionale alle politiche del Turismo, Mari-no Finozzi, ha evidenziato l’importanza dello sport co-me spazio culturale e di promozione territoriale: «Inuna Regione che ha dato i natali a indimenticabili cam-pioni di vita e dello sport, e che vanta nel proprio patri-monio naturalistico alcune fra le località più famose eamate dallo sport italiano, non può che far piacere por-tare i saluti ad un convegno che unisce due fra le tanteeccellenze venete. Lo sport può e deve diventare unostrumento di promozione del territorio e delle bellezzedella nostra Regione, per incrementarne ulteriormenteil successo come meta più amata dai turisti di tutto ilmondo, senza dimenticare l’aspetto importantissimodella cultura dello sport, legata a un turismo “slow” acontatto con le bellezze della natura e dell’ambiente, in-centivo per lo sviluppo dell’idea di sostenibilità del ter-ritorio di cui tutti noi siamo i primi veri custodi».

«Ritengo questa iniziativa assolutamente preziosa» hasottolineato il vicepresidente e assessore regionale alloSport Marino Zorzato «realizzata in una regione che hadato allo sport alcuni dei più grandi campioni di sem-pre, sia olimpici che paralimpici. Il binomio sport e tu-rismo è particolarmente attuale nel Veneto, al verticeper quanto riguarda le presenze turistiche, con numeriimportanti legati proprio all’offerta che il territorio è ingrado di assicurare. Abbiamo a disposizione risorse na-turali di prim’ordine, dal mare alla montagna, dai laghialla collina, ognuna in grado di consentire lo svolgimen-

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Il mondo Coni

al fianco di una analisi territoriale quantitativa, ancheuna analisi qualitativa, per cercare di capire quali sono icomportamenti del turista che sceglie il Lago di Gardacome luogo di vacanza: la conoscenza delle abitudini dichi soggiorna nelle nostre zone è di fondamentale im-portanza per strutturare in modo sempre più adeguatol’offerta locale, convinti che lo sport sia davvero un otti-mo veicolo di promozione territoriale e culturale».

Presente anche Paolo Speranzon, assessore allo Sportdella provincia di Treviso: «Tre sono i valori che merita-no attenzione nel binomio sport e territorio: sociale,sportivo ed economico. All’interno della nostra ammi-nistrazione abbiamo promosso un fattivo gioco di squa-dra tra assessorati e istituzioni, includendo enti e strut-ture alberghiere per sviluppare una maggiore capacitàdi accoglienza».

«Treviso negli ultimi anni si è data un’organizzazionespecifica, il Sistema Turistico Locale» ha specificatoAlessandro Martini presidente del Club di Prodotto, fa-cente parte del consorzio di promozione turistica dellaprovincia trevigiana. «Il Club è nato con l’obiettivo dicreare un’offerta alberghiera personalizzata rispetto alleesigenze del turista sportivo, dando una grande provaconcreta di apertura all’ascolto e alla promozione dellosport come valore aggiunto del nostro territorio».

Ha ribadito l’importanza di “fare sistema” anche ItaloMazzonelli, direttore sportivo e marketing di Area Dolo-miti: «Per “fare turismo” serve una rete che può essererappresentata graficamente con un esagono, al cui cen-tro c’è l’ospite e i cui angoli sono rappresentati dall’am-biente, dalle ricettività, dalla ristorazione, dall’assisten-za, dai servizi e dagli impianti e ai cui lati stanno simbo-licamente l’accoglienza, la disponibilità, il lavoro, i ser-vizi pubblici, i media e le scuole. Questa rete per esserefunzionale impone alcuni obblighi, in primo luogoquello di operare a piccoli passi ma pensando in grande,mantenendo la propria indipendenza e offrendo lamassima attenzione all’ospite. Diventa fondamentaleaffinare una maggiore capacità di ascolto, ciascuno nel-la propria misura e operando nell’interesse comune».

Dalla montagna alle terme: Angela Stoppato, presi-dente del Consorzio Terme Euganee, ha presentato ilprogetto “Thermae Sport”. «Le nostre sono il più grandebacino termale europeo: tre milioni di presenze annue,la maggior concentrazione di hotel a 5 stelle dopo Vene-zia, 17 mila posti letto. Il nostro progetto di marketingterritoriale punta innanzitutto a diversificare il bacinoutenti, identificando un nuovo target composto da turi-sti dinamici che, nei luoghi di vacanza, cercano un’of-ferta di servizi tale da soddisfare la loro voglia di turismo“attivo” collegato anche ad una offerta termale, vivibilecome momento di relax ma anche, e soprattutto, comeoccasione per prendersi cura della propria salute».

Lo sport, dunque, si rinnova come grande spazio incui la storia, la cultura, i valori di un territorio e del “ca-pitale umano” di cui si compone si intrecciano e si raf-forzano reciprocamente, diventando un vero sistemaintegrato nel quale è necessario l’apporto fattivo di tut-te le competenze.

to di eventi sportivi di primaria importanza. E a questerisorse naturali si affiancano quelle culturali, grazie aluoghi ricchi di storia e di tradizioni, unitamente ad unatradizionale ospitalità di alto livello e ad ottimi servizi disupporto. Auspico che dal confronto su questi temiescano riflessioni, proposte e soluzioni capaci di soste-nere il mondo dello sport veneto e di accompagnarlonel suo futuro percorso, con il supporto del Coni cheringrazio per la usuale e continua attenzione alle pro-blematiche sportive del nostro territorio».

Il turismo sportivo nello sviluppo del marketing terri-toriale è stato al centro dell’intervento di Roberto Ghi-retti, presidente dello Studio Ghiretti&Associati. «Losport attualmente è diverso rispetto a qualche anno fa.È diventato innanzitutto una “sport therapy”, e anche leprincipali testate nazionali sono sempre più sensibili altema. L’ambito sportivo è diventato sempre più unospazio educativo e una vera e propria vocazione territo-riale, calamitata e alimentata dalle manifestazioni itine-ranti e sempre più dislocate. Ogni territorio deve conso-lidare relazioni strette con il pubblico, locale e turistico,in un’ottica di rete ambientale. La pratica e l’eventosportivo sono immagini di vita e la vita di un territorio siesprime anche e soprattutto attraverso lo sport».

Di scena, nel susseguirsi delle relazioni, tre particolariprovince dell’ambiente veneto e dolomitico, con il loromodo peculiare di concepire il binomio sport e territo-rio. «La Regione Veneto» ha sottolineato Giorgia An-dreuzza, assessore al Turismo della Provincia di Venezia«con 66 milioni di presenze l’anno, è la prima regioneitaliana per presenza turistica e Venezia, con 33 milionidi visitatori, è la prima provincia d’Italia. In un’ottica disistema l’assessorato al Turismo di Venezia si interfacciacostantemente con l’assessorato allo Sport, così comecon quello alla Cultura, all’Agricoltura e all’Ambiente.Una concreta programmazione strategica, che uniscesport e turismo, non può prescindere dalla condivisionedi idee e potenzialità in modo sinergico, con lo scopo difar vivere esperienze ed emozioni».

Dal litorale veneziano alla sponda scaligera benacen-se: Ruggero Pozzani, assessore al Turismo della Provin-cia di Verona, ne ha presentato la complessità dal puntodi vista territoriale. «Con 14 milioni e mezzo di presenzeturistiche l’anno, 11 milioni delle quali provenienti dalbacino del lago di Garda, abbiamo concentrato l’atten-zione sull’area benacense. Da due anni è stata attivata,

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La necessità di “fare squadra” nel tessuto produttivo e d’impresa

Sport ed economia, alleanza naturaleA Treviso il secondo dei cinque forum

L’osservatorio regionale non intende limitarsi agliaspetti prettamente agonistici dello sport, maprende in considerazione il comparto in tutte le

sue funzioni: la spinta economica, generatrice di profit-ti e posti di lavoro, la capacità di incrementare il turi-smo, il sostegno al sistema sanitario e il valore socialecome strumento di integrazione e inclusione.

Il progetto, finalizzato ad analizzare le peculiarità del-lo sport e del “sistema veneto” regionale nelle sue con-notazioni sociali, economiche, culturali e pedagogiche,punta a fornire proposte e individuare obiettivi nei set-tori che mettono a contatto e a confronto lo sport con ilturismo, l’economia, l’impiantistica, la salute e la scuo-la, favorendo il dialogo con le pubbliche amministrazio-ni e il mondo imprenditoriale, per definire lo “stato del-l’arte” e tracciare le linee di sviluppo di un sistema indu-striale che è un vero e proprio asset dell’economia na-zionale, nonché espressione di eccellenza del “made inItaly”. Al termine si giungerà alla stesura di un testo, il“Libro Bianco dello Sport”, contenente i principali dati ele osservazioni emerse nel corso dei lavori, che si con-cluderanno indicativamente nella primavera del 2014.

La stretta relazione tra sport ed economia è stato il te-ma del secondo Forum del progetto “Il ruolo dello SportVeneto nel panorama nazionale”, ideato dal ComitatoRegionale del Coni in collaborazione con la Regione Ve-neto, con il contributo della Direzione Regionale dellaScuola dello Sport e di Studio Ghiretti & Associati.

L’incontro di Treviso si è tenuto il 22 giugno, nella se-de della Provincia, ed è consistito in un’analisi della si-tuazione dello sport nell’industria veneta con particola-re riferimento al mercato di articoli e prodotti sportivi eallo sport come “comunicazione e promozione di unbrand”. L’attività sportiva è infatti in grado di generareimportanti effetti virtuosi sul territorio, con significativericadute economiche e occupazionali. In uno scenarioche stimava, nel 2011, un Pil “sportivo” di oltre 25 mi-liardi (l’1,6 per cento del totale) e una produzione diret-tamente o indirettamente attivata dallo sport di 53 mi-liardi con 396mila persone coinvolte, il Veneto alimentain maniera significativa l’industria sportiva italiana.

Il Forum ha messo in luce l’esigenza fondamentale di“fare sistema” e condividere valori, a livello centrale e lo-cale, in un’ottica di “squadra” e in nome di una “cittàmetropolitana dello sport” in cui i singoli poli condivi-dano competenze, risorse, idee e progettualità.

«Vanno sottolineati i numeri che provengono sia dalcomparto produttivo sportivo sia dal mondo del “con-

sumo attivo” di sport» afferma il presidente del Coni Ve-neto Gianfranco Bardelle «per gli attori coinvolti, daglienti alle associazioni, dalle amministrazioni ai fruitori,diventa fondamentale “fare squadra”, in quanto lo sport– oltre a divertimento, volontariato e passione – è un vo-lano trainante dell’economia locale e nazionale. Il 24maggio abbiamo realizzato il forum sul binomio ‘Sporte Turismo’ per evidenziare il legame tra le località turi-stiche e le tante manifestazioni sportive che, organizza-te anche in termini di accoglienza e di ospitalità, incido-no in modo positivo sul benessere del territorio. Moltis-sime aziende specializzate in prodotti per lo sport siconcentrano nell’area trevigiana e non è un caso cheTreviso sia stata scelta per ospitare questo forum: im-prese localizzate tra Castelfranco Veneto e Montebellu-na sono leader nella produzione di abbigliamento, at-trezzature e materiale sportivo in genere, esportato intutto il mondo. Tramite il forum» conclude Bardelle «in-tendiamo quantificare dei parametri per misurare l’im-patto economico del comparto sportivo nella regione».

«Ritengo questa iniziativa, in sinergia tra Coni Venetoe Regione, assolutamente preziosa» sottolinea il vice-presidente e Assessore regionale allo Sport Marino Zor-zato «qui a Treviso il tema è l’economia, a Caorle si èparlato di turismo. Aspetti strettamente correlati, per-ché il turismo nel Veneto è la prima attività economica:siamo al vertice in Italia per le presenze, con numeri im-portanti legati all’offerta turistica, culturale e paesaggi-stica che il territorio è in grado di assicurare. Ma la stes-sa attività sportiva è motore per l’economia veneta, ba-sti pensare al ruolo che ha sempre avuto la produzionedi articoli sportivi. Siamo in un periodo di crisi congiun-turale, ma è anche da questo settore che si misura la te-nuta del sistema veneto. Occorre che il connubio sport-economia trovi nella nostra Regione ulteriori sviluppi».

«A Treviso lo abbiamo capito da tempo: lo sport è unaspetto imprescindibile della vita di una comunità per-ché incoraggia la crescita psicofisica dei giovani, favori-sce uno stile di vita sano dei cittadini, garantisce una

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grande promozione del territorio ed è un volano per l’e-conomia» afferma Leonardo Muraro, Presidente dellaProvincia di Treviso e di Upi Veneto. «Il progetto meritail plauso di tutte le province del Veneto. Treviso, nellospecifico, è la provincia più sportiva d’Italia, con nume-ri da record: circa 1.300 associazioni, 10.000 dirigenti,80.000 tesserati, grazie ai quali organizziamo ogni annoeventi sportivi di ogni disciplina, nazionali e internazio-nali. Il merito va soprattutto a una comunità da semprevotata allo sport e alla fatica, a un tessuto produttivo chevede nello sportsystem e nel distretto della biciclettadue eccellenze. A Treviso abbiamo sempre creduto nelbinomio tra sport e promozione del territorio, con al-meno 300.000 presenze turistiche annue in occasionedei grandi eventi sportivi. Non è un caso se il compartoha voluto costituire, sotto la regia di Provincia e Consor-zio di Promozione Turistica Marca Treviso, il “Club diprodotto Treviso Provincia dello Sport” per una vacanzaattiva. Il tessuto sportivo e imprenditoriale della Regio-ne mostra di saper “fare squadra” per contribuire al ri-lancio dell’economia e al benessere dei cittadini».

Conferma questa analisi Paolo Speranzon, assessoreallo Sport della Provincia, che aggiunge come lo sportsia «sempre più cultura di vita, di educazione pedagogi-ca, di benessere anche economico, senza dimenticare ilgrande asset sociale legato al volontariato, che ha comecarta dei valori la gratuità e la solidarietà».

Di progettualità e idee per il futuro parla Piero Gar-bellotto, Presidente di Imoco Volley. «Questa iniziativaregionale può considerarsi una fucina di idee, e di ideeconcrete. Non c’è niente di più bello dello sport, dai vi-vai giovanili fino al livello agonistico di massimo grado,ma deve essere sostenuto da una strutturale progettua-lità economica, considerandone gli effetti positivi sia alivello turistico e territoriale sia dal punto di vista dellasalute, con un impatto importante in termini di benes-sere fisico e risparmi sui costi sanitari. Lo sport dà ungrande equilibrio alla vita. Per favorire un progetto dimarketing territoriale è necessario essere credibili: conImoco Volley, a Conegliano, si è voluto riportare in augela pallavolo in un momento congiunturale non facileper le società sportive e si è creduto molto nella vicinan-za con il territorio e con le strutture locali, creando si-nergie con gli sponsor e tra sponsor locali, quali occa-sioni di co-marketing tra i nostri interlocutori».

Concorda Roberto Ghiretti, Ceo dello Studio Ghiretti& Associati: «Lo sport può essere considerato uno stru-mento di miglioramento della società civile e un grandeaggregatore sociale, ma è anche un generatore econo-mico molto significativo. L’economia reale, correlata ainumeri, necessita di un’economia sociale strutturata e

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consolidata in un sistema, condizione indispensabileper uno sviluppo futuro concreto e misurabile».

Luca Businaro, Presidente di Assosport, rimarca l’a-spetto imprenditoriale: «Sport ed economia si intreccia-no in un binomio naturale, fondato su dinamiche dimercato. Lo sport è sinonimo di movimento e vitalità ele aziende che vi operano sono spesso gestite da mana-ger sportivi, o ex sportivi, la cui intraprendenza si fondasu una cultura appresa dallo sport: in un certo senso, lastessa economia è “sportiva” per noi. La situazione nonè rosea, ma comunque migliore che in altri ambiti: leaziende sportive in Italia hanno registrato, tra il 2010 e il2011, una sostanziale stabilità di fatturato e, se il merca-to nazionale attraversa una forte contrazione, il volumedelle esportazioni è in crescita. Le aziende sono in af-fanno soprattutto a causa della burocrazia e di un rap-porto sempre più difficile con gli istituti di credito. Ab-biamo chiesto all’Associazione delle Banche Italiane unincontro per aprire un dialogo, considerando che il con-sumo di articoli sportivi in Italia è pari a 25 miliardi dieuro e il settore occupa quindi uno spazio di rilievo al-l’interno del sistema economico nazionale: genera postidi lavoro e deve poter contare su un futuro garantito».

A tale riguardo Federico Schena, direttore del Centrodi Ricerca Sport, Montagna e Salute dell’Università diVerona, evidenzia l’importanza della ricerca, che «puòdare risposte immediate alle esigenze delle imprese, of-frendo un importante contributo nello sviluppo e nel-l’innovazione». Agli aspetti etici accenna Luigi Brugna-ro, presidente di Umana holding: “È importante che lasocietà sportiva si ponga al servizio delle famiglie, ga-rantendo di attenersi ad un’etica reale ed anche certifi-cata. Per l’azienda che si affianca ad un percorso sporti-vo credibile, i risultati possono essere sicuramente posi-tivi in termini valoriali, ma anche di fatturato». Alessan-dro Martini, direttore del Consorzio Marca Treviso, par-la del “Club di prodotto” denominato “Treviso la provin-cia dello Sport”: «Nasce per fornire a una destinazioneturistica quale quella di Treviso, non tra le più conosciu-te nel Veneto rispetto a territori come Venezia, Verona oil Lago di Garda, la possibilità di dare al turista sportivoun’offerta ricettiva personalizzata e specializzata».

«Coni Servizi» sostiene Angelo Miglietta, che ne è am-ministratore delegato «è uno strumento aziendale orga-nizzato per offrire agevolazioni e risorse al ComitatoOlimpico, affinché quest’ultimo raggiunga i suoi obietti-vi di alto livello. Nell’attuale congiuntura economica,dobbiamo necessariamente rendere sinergica ogni atti-vità coinvolgendo le amministrazioni territoriali, cen-trali e ministeriali fino allo stesso Comitato OlimpicoNazionale, il quale deve giocare la sua parte. Di questopatto devono far parte tutti gli enti preposti all’organiz-zazione dello sport, quindi le federazioni sportive nazio-nali, le discipline associate e gli enti di promozione.Questo “matrimonio obbligato” a causa della crisi» con-clude Miglietta «esige una sinergia fondamentale di cuitutti, inclusi i fruitori, devono essere parte attiva, sedutisimbolicamente attorno a un tavolo per sostenere unaeccellenza della nostra nazione: la pratica sportiva».

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Il personaggio

Marzio Innocenti, quattro scudetti conse-cutivi (dall’84 all’87) vinti con il Petrarca,42 caps con la nazionale di cui venti come

capitano, dallo scorso gennaio è il presidente delcomitato veneto della Federazione rugby.

«Il comitato va bene» dice «ci sono tre persone digrande esperienza e capacità che vi lavorano: è fa-cile fare il presidente».

Ma è come se l’aspettava?«No. Quando ero consigliere federale, con Gian-

carlo Dondi presidente, si diceva che i Comitati do-vevano avere una loro autonomia gestionale, esse-re radicati e importanti nel territorio. Le cose sonocambiate, mi auguro temporaneamente: mi ade-guo, anche se a volte fatico a farlo».

Chiacchierata tra presente e passato con Marzio Innocenti

«Necessaria maggiore autonomia»L’ex capitano della Nazionale, attualmente presidente regionale

della Federazione Rugby, punta alla nascita di nuove società

per evitare l’abbandono precoce dell’attività da parte dei giovani

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Il personaggio

«Me lo chiedo spesso. La cosa positiva è che, so-prattutto grazie alla televisione e a Sky in particolare,il rugby è molto più conosciuto e la gente ha impara-to ad apprezzarlo anche per l’ambiente sano: a ve-dere una partita di rugby, a qualsiasi livello, ci posso-no andare le famiglie, perché c’è la certezza che suglispalti non succederà nulla di spiacevole. Le cose ne-gative invece sono parecchie, ad iniziare dalla cresci-ta tecnica che non c’è stata. L’unica società in Italiache ha fatto evidenti passi in avanti è Treviso, perchéneppure la nazionale è migliorata. Altro aspetto ne-gativissimo è stato l’avvento del professionismo, cheha illuso un sacco di gente. Nessuno si è ovviamentearricchito e iniziano ad essere numerosi gli ex gioca-tori senza arte né parte, che faticheranno tantissimoad inserirsi nel mondo del lavoro».

Nel rugby di oggi, quindi, Marzio Innocenti po-trebbe ancora essere protagonista.

«Fino a tre o quattro anni fa, no, oggi sì. Mi spiegomeglio. Io volevo laurearmi in medicina, crearmi unfuturo, per cui non mi avrebbero voluto perché nonmi sarei allenato due volte al giorno. Oggi le cose so-no cambiate, il campionato di Eccellenza si è ridi-mensionato, molte squadre si allenato tre o quattrovolte a settimana, per cui potrei giocare anch’io».

In Eccellenza, con il Petrarca, gioca suo figlio Lo-renzo. Cosa prova quando va a vedere le sue partite?

«Cerco di considerarlo un giocatore come gli altri,ma non sempre ci riesco. Ho fatto il possibile pernon interferire nella sua carriera e nelle sue scelterugbistiche. Da due-tre anni a questa parte si stamolto divertendo e questa è la cosa più importante,perché lo sport dev’essere principalmente un di-vertimento».

La stessa cosa che ha detto papa Francesco allanazionale di calcio.

«Personaggio davvero molto interessante, questopapa».

Di concreto cosa fa il Comitato?«Organizza i campionati giovanili regionali, si oc-

cupa della serie C e cerca di dare una mano alle so-cietà. Servirebbe altro».

Ad esempio?«Poter lavorare per far nascere nuove società. Nel

Veneto è più facile che altrove reclutare giovani gio-catori ma molti di questi, una volta arrivati a ven-t’anni, non trovano spazio nelle prime squadre. Esmettono. Un Comitato più forte potrebbe adope-rarsi per evitare che questo accada».

Il Veneto tuttavia rimane la regione all’avan-guardia del rugby nazionale.

«Senza dubbio, ma ultimamente ho notato un cer-to pericoloso rilassamento. In altre regioni c’è mag-gior fermento, anche se la base di partenza della no-stra regione rimane ineguagliabile. Abbiamo una cit-tà che fa la Celtic League, ossia Treviso ormai stori-camente targato Benetton, poi quattro società, su untotale di undici, in Eccellenza: il Mogliano, campio-ne d’Italia, il Petrarca Padova, il Rovigo e il San Donà.Ci sono inoltre tre squadre in serie A1, Valpolicella,Rubano Padova e Cus Verona, e altrettante in A2, Vi-cenza, Badia Polesine e Valsugana Padova. E c’è an-che un’altra faccenda che va sottolineata».

Quale?«Questo gran numero di squadre di buon livello è

molto stimolante per i nostri allenatori, che hannosempre la possibilità di confrontarsi, di apprenderecose nuove, di dialogare. Come Comitato indicia-mo spesso incontri di aggiornamento, perché èprincipalmente grazie al lavoro degli allenatori edei dirigenti che uno sport cresce. La tradizione hagrande importanza, ma ripeto: guai a fermarsi ocrogiolarsi sugli allori, perché altrove stanno lavo-rando con grande impegno».

Cosa è cambiato nel rugby dagli anni ’80, quan-do lei era capitano della nazionale, a oggi?

«Il professionismonel nostro sport è stato un danno»

«Veneto sempre all’avanguardia,ma guai a sedersi

sugli allori»

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Campioni d’Italia

Iniziamo a parlare del MOGLIANO, perché quelloconquistato nel 2013 è stato il primo scudetto in

assoluto di questo club. Mogliano, nella stagioneregolare, era arrivato solo quarto (tra l’altro a scapi-to di un’altra formazione veneta, il Petrarca Padova)e pareva avere poche possibilità. Invece con delleprestazioni incredibili, soprattutto sotto l’aspettocaratteriale, è riuscito ad eliminare in semifinale ilCalvisano, campione uscente, e a superare in unafinale davvero mozzafiato il Prato. A tempo pratica-mente scaduto, su un campo infangato e ormai ri-dotto a poltiglia, i toscani sono arrivati a pochissimicentimetri dalla meta che avrebbe dato loro la vit-toria e il titolo. Il direttore di gara ha fatto ricorso al-l’ausilio del Tmo (una moviola che consente di rive-dere l’azione da più angolazioni) e, dopo tre inter-minabili minuti, ha decretato che la palla ovale nonaveva oltrepassato la linea, facendo esplodere la fe-sta dei veneti.

Rimanendo al rugby, un po’ meno complicato èstato il compito del RIVIERE DEL BRENTA che,

nella finale scudetto giocata sul campo neutro di Fa-varo Veneto, ha battuto le Red Panthers BenettonTreviso per 23-7. Per la società che ha sede a Mira sitratta del sesto titolo tricolore. Va però detto che ilrugby femminile è “cosa nostra”: ovvero una faccen-da riguardante praticamente solo il Veneto e questomolto più che in ambito maschile, dove pure c’è unacerta prevalenza ma non un dominio. Basti dire che,delle quattro semifinaliste, tre erano della nostra re-gione (oltre alle due citate, il Valsugana Padova) euna di Roma. Da quando, nel 1985, è stato istituito ilcampionato femminile, lo scudetto è stato vinto so-lo da due società, le stesse che anche lo scorso mag-gio se lo sono contese: Treviso per 23 volte e Rivieredel Brenta, come già scritto, nelle altre sei occasioni.Sarebbe auspicabile che la Fir cercasse di ampliare ilbacino di squadre e quindi di contendenti, ma è unacosa più facile a dirsi che a farsi.

Sono quattro le squadre venete che disputeranno questa stagionesportiva con lo scudetto sulle maglie, due femminili e altrettante ma-schili. Tra le donne sono campioni d’Italia il Riviera del Brenta di Mi-

ra nel rugby e lo Schio nel basket, mentre tra gli uomini si fregiano del tri-colore l’Asiago nell’hockey su ghiaccio e il Mogliano nel rugby. Un partico-lare importante le acco-muna: sono tutte espres-

sioni di piccoli centri enon di capoluoghi di provin-

cia, a significare che nel Veneto –forse più che in ogni altra regione della Penisola –si riesce a fare sport ad altissimo livello anche nel-la cosiddetta “periferia”, grazie alla passione e allacompetenza di dirigenti e tecnici e anche in virtùdella materia prima (cioè atlete e atleti) che fortu-natamente abbonda.

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Campioni d’Italia

Per l’ASIAGO si è trattato del terzo scudetto inquattro anni (ha perso solo nel 2012 per mano

del Bolzano, battuto quest’anno) e del quarto in as-soluto. Nella bella cittadina dell’Altopiano, l’hockeysu ghiaccio è, per dirla all’americana, “the city ga-me” e la gente letteralmente impazzisce per seguirele sorti della squadra, facendo ribollire il palaghiac-cio. Si tratta di uno sport bellissimo, duro e affasci-nante, un vero spettacolo per fini intenditori. L’A-siago, pur non disponendo di grandi budget, riescea primeggiare grazie ad una programmazione scru-polosa e ad una grande professionalità.

Acompletare il quadro, un titolo italiano a squa-dre è stato conquistato dal Veneto anche negli

scacchi, disciplina sportiva associata al Coni. A far-lo suo, la squadra padovana Obiettivo Risarcimen-to: anche ai suoi giocatori vanno rivolti doverosicomplimenti. In Russia, dove per gli scacchi c’è dasempre un vero e proprio culto, sarebbero moltopiù celebrati e famosi.

Il basket femminile nel Veneto ha conosciuto duegrandi fasi, entrambe targate Vicenza. Cinque scu-

detti in fila dal 1965 al 1969, e poi altri sette dal 1982al 1988, con in squadra la più forte giocatrice italianadi sempre, Caterina Pollini. In precedenza aveva vin-to un titolo la Reyer Venezia e, tra un ciclo e l’altrodella società berica, c’è uno scudetto di Treviso. Mada quell’estate del 1988, a primeggiare, erano statesquadre di altre regioni. Fino al 2005, quando SCHIOconquista il suo primo tricolore. Da allora la società(che ha come presidente Marcello Cestaro, fino a po-chi mesi fa anche a capo del Padova Calcio) ha fattopokerissimo, aggiudicandosi il tricolore altre quattrovolte: l’ultima appunto nel 2013, superando nei playoff di finale la formazione di Lucca.

LA GIUNTADEL CONI VENETO

PresidenteGianfranco Bardelle

VicepresidenteEnrico Boni (Eps)

Vicepresidente vicarioGuido Di Guida (Fsn)

Componenti Paolo Carraro (Fsn)

Mauro Gazzerro (Dsa) Giorgio Grigolato (Fsn)

Ruggero Vilnai (Cip)Gabriella Dorio (Atleti) Vladi Vardiero (Tecnici)

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I PAPERONI

Come ogni anno, la prestigiosa rivista statuniten-se Sport Illustrated ha fatto i conti in tasca ai “Pape-roni” dello sport americano. Nel 2012 quello che siè messo in tasca più dollari, 90 milioni, è il pugileFloyd Mayweather, imbattuto campione del mon-do dei pesi welter che anche l’anno scorso guidava

Dal mondo

questa classifica. Secondo posto per la stella del ba-sket LeBron James, fresco di titolo Nba con i MiamiHeat, con 56,5 milioni; a completare il podio ilquarterback Drew Brees, che gioca con New Or-leans Saints e ha guadagnato 47,8 milioni. Seguonoun altro giocatore di basket, ovvero Kobe Bryant(Los Angeles Lakers) con 47 milioni e il giocatore digolf Tiger Woods con 40,8 milioni di dollari.

Cifre niente male anche al di fuori degli Stati Uni-ti. Il più ricco nel 2012 è il calciatore inglese DavidBeckam, a quota 48,3 milioni di dollari (che fanno dilui il terzo atleta più pagato al mondo). Non se lapassano male neppure il tennista svizzero Roger Fe-derer, con 43,4 milioni, e il pilota spagnolo della Fer-rari Fernando Alonso, con 42 milioni. Per trovare losportivo italiano più pagato bisogna scendere pa-recchio, visto che Valentino Rossi, con i suoi 25 mi-lioni è… appena diciannovesimo. Tra i nostri calcia-tori, i meglio retribuiti sono il portiere della Juven-tus Gianluigi Buffon e l’attaccante del Milan, MarioBalotelli, che prendono ciascuno 6,5 milioni. Di eu-ro, però, e non di dollari.

DELUSIONI MOSCOVITEErano quattro gli atleti veneti che hanno parteci-

pato ai campionati mondiali di Mosca: i vicentiniMatteo Galvan e Michael Tumi, la veronese GloriaHooper e la padovana Chiara Rosa. Non è andata

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Dal mondo

bene per nessuno di loro, dato che l’obiettivo di rag-giungere la finale non è stato centrato. Galvan hadisputato un’ottima frazione nella 4x400, ma la sua“volatona” non è bastata a ottenere un tempo suffi-ciente per superare il turno. Chiara Rosa, poco pri-ma dell’impegno moscovita, si è infortunata allaschiena; ha cercato di recuperare e ha gareggiato,dimostrando coraggio e attaccamento alla magliaazzurra, ma non è riuscita ad arrivare nel getto delpeso alla misura di 18 metri che valeva per accederealla finale. Gloria Hooper (nella foto) era decisa-mente fuori forma, mentre Tumi si è ritrovato a farparte di una staffetta 4x100 davvero improvvisata.

SODDISFAZIONI MOSCOVITE:DINO PONCHIO TELECRONISTA

Ai mondiali di atletica di Mosca era presente an-che il delegato padovano del Coni, Dino Ponchio,nella per lui inedita veste di commentatore televisi-vo per la Rai. Ponchio, che è rientrato nel mondodell’atletica quale consulente personale del presi-dente federale Alfio Giomi, è stato contattato diret-tamente dal telecronista Franco Bragnana e ha ac-cettato di commentare tutte le prove di salto, spe-cialità in cui è particolarmente specializzato. Pon-chio, che per sei anni ha ricoperto l’incarico di com-

missario tecnico della nazionale femminile (in pre-cedenza era stato l’allenatore di Giovanni Evangeli-sti, medaglia di bronzo nel lungo alle olimpiadi diLos Angeles nel 1984), ha dato prova di grande com-petenza e preparazione, riuscendo a esprimere con-cetti tecnici con grande chiarezza e facendosi com-prendere anche dai non addetti ai lavori: per questoi suoi commenti sono stati molto apprezzati. La sua,insomma, è stata una delle poche… prestazioni ita-liane all’altezza della situazione a Mosca.

GARETH BALE,MISTER 192 MILIARDI

È l’acquisto più caro della storia dello sport mon-diale. Il calciatore gallese Gareth Bale è stato pagatodal Real Madrid l’esagerazione di 99 milioni di euro,equivalenti – cifra che forse fa ancora più impressio-ne – a circa 192 miliardi delle vecchie lire (noi italia-ni ricordiamo ancora quando, alla fine degli anniSettanta, suscitarono scandalo e scalpore i cinquemiliardi pagati per Paolo Rossi o, più tardi, i 13 mi-liardi del Napoli per Maradona... che, rivalutati al va-lore odierno, sarebbero “appena” 17 milioni di euro).

A cedere Bale agli spagnoli sono stati gli inglesi delTottenham. Il calcio, e in particolare il Real Madrid,non è nuovo a spese di grande portata. Nel 2009 Ka-kà passa dal Milan al club spagnolo per 65 milioni dieuro. Tale somma viene “ritoccata” pochi giorni piùtardi, quando sempre Il Real spende 94 milioni dieuro per ingaggiare Cristiano Ronaldo rilevandolodal Manchester United. L’acquisto di Gareth Bale fapiù sensazione dei precedenti non solo per l’enor-me cifra spesa per un giocatore sicuramente bravoche, tuttavia, non ha ancora raggiunto i livelli dei ci-tati Kakà e Ronaldo, ma soprattutto per la spropor-zione con il difficile momento economico che staattraversando la Spagna, una nazione dove la crisi èancora più marcata che in Italia.

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Il ritorno

Dal 5 maggio 2002 al 18 maggio 2013: undicilunghi anni di attesa per il ritorno in serie Adel Verona, al termine di un campionato con

il risultato in bilico fino alla fine.Undici lunghi anni di sofferenza per tutti i tifosi

dell’Hellas, loro che hanno uno scudetto in bache-ca e per tutto questo tempo hanno potuto sologuardare gli altri gialloblu del Chievo far bella figu-ra nella massima serie del calcio italiano.

Dalle lacrime di Piacenza, ultima sfida in campio-nato della stagione 2001-2002 con Malesani in pan-china, alla serie A sfiorata nel 2004, per passare allaretrocessione in C1 del 2007 nei playout con lo Spe-

L’attesa è durata 11 anni, la passione non si è mai spenta

HellAs VeronA, che la festa continui

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zia e al rischio di scendere addirittura in C2 nel 2008:fu necessario uno spareggio con la Pro Patria per sal-varsi. Anni bui. Fino al 2010, quando arriva in pan-china il tecnico Andrea Mandorlini. Da quel mo-mento solo gioia, o quasi, per la tifoseria dell’Hellas.La festa di Salerno nei playoff di Lega Pro, che ripor-tano la squadra in B nel 2011. Lo scorso anno, cam-pionato di vertice ed eliminazione nei playoff contro

Fermento per i derby con il Chievo.E in Lega Pro 2 c’è anche la Virtus:nessun’altra città italiana ha tre squadre professionistiche

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il Varese. In questo 2013 la promozione. Attesa, desi-derata. Meritata. E coinvolgente, tanto che il giornodella festa è arrivato allo stadio anche il sindaco Fla-vio Tosi, con addosso la maglietta celebrativa.

«Un’emozione grandissima» ha continuato a ripe-tere Mandorlini nel dopo partita. È lui l’eroe, il piùosannato e amato dai sostenitori dell’Hellas, il tecni-co ha il merito di aver riportato Verona in A. Ora c’ègrande attesa per i derby con ilChievo, ma i tifosi dovranno pa-zientare: l’andata si disputerà il 24novembre, con l’Hellas padrone dicasa, il ritorno il 6 maggio. Le duesquadre si sono già affrontate in se-rie A nella stagione 2001-2002, ot-tenendo una vittoria ciascuna: 3-2per l’Hellas nel girone di andata e2-1 per il Chievo nel ritorno. Fu lastagione della retrocessione e del-l’inizio dei patimenti che sono du-rati, come detto, undici anni.

12 maggio 1985, il Veneto grazie all’Hellas Veronacelebra il primo tricolore della sua storia. Nella pe-nultima di campionato, i gialloblù ottengono a Ber-gamo l’1-1 che rappresenta la matematica conquistadello scudetto. Il gol che vale il campionato è siglatodal “vichingo” Preben Elkjaer Larsen. Quella del Ve-rona è una cavalcata che dura 30 giornate: la squa-dra allenata da Osvaldo Bagnoli esordisce infatti su-perando il Napoli il 16 settembre 1984 (giorno deldebutto di Maradona nel nostro campionato). Settegiorni dopo, vincendo ancora per 3-1 ad Ascoli, il Ve-rona si isola al comando della classifica che mai piùlascerà in quella magica stagione. Il capocannonieregialloblu è Beppe Galderisi, con 11 reti. L’Hellaschiude a 43 punti (22 all’andata e 21 al ritorno) con15 vittorie, 13 pareggi, 2 sconfitte, 42 gol fatti e 19subiti. La rosa campione d’Italia è composta da Ga-rella, Volpati, Marangon I, Tricella, Fontolan, Briegel,Fanna, Bruni, Galderisi, Di Gennaro, Elkjaer, Ferron,Turchetta, Sacchetti, Donà, Marangon II, Spuri.

Il ritorno

Lo storico scudetto del 1985

Cavalcata trionfale per Osvaldo Bagnoli e i suoi magnifici giocatori

A Verona c’è grande euforia: una città che, da sola,rappresenta il Veneto nel calcio di vertice e per di piùcon due squadre. In un campionato che non ha maivisto tante sfide stracittadine come questo – oltre alderby scaligero ci sono quelli “storici” tra Milan e In-ter, Juventus e Torino, Roma e Lazio, Genoa e Samp-doria – l’obiettivo delle due formazioni veronesi èuguale: raggiungere la salvezza.

Ma a Verona c’è anche la Virtus,promossa a tavolino questa estatein Lega Pro seconda divisione (lavecchia C2): espressione del quar-tiere di Borgo Venezia, gioca allostadio Gavagnin-Nocini e portauna maglia a strisce rossoblu. Il suopresidente, Luigi Fresco, ne è anchel’allenatore da 31 anni. Con questapromozione, Verona è la sola cittàd’Italia a poter vantare tre societàprofessionistiche nel calcio.

Carolina Bianchetto

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Èl’unica società del basket italiano ad avere unaprima squadra maschile e una prima squadrafemminile entrambe in serie A. Questa, però, è

solo una delle tante particolarità dell’Umana Reyer,gloriosa società cestistica veneziana, riportata in augeda Luigi Brugnaro che nel 2006 ne ha assunto la presi-denza. Sotto le luci della ribalta, oggi, sono le sue dueprime squadre: quella maschile, unica in tutto il Nord-est a partecipare al massimo campionato di basket, equella femminile – neopromossa in serie A e formataper gran parte da giovani provenienti dal vivaio – che hariconquistato la massima serie attraverso due promo-zioni consecutive e una cavalcata trionfale di 57 vittoriein 58 partite disputate negli ultimi due anni.

Ma l’Umana Reyer è molto di più. Le prime squadresono infatti il fenomeno trainante e la punta dell’ice-berg di un movimento, voluto innanzitutto dal presi-dente Brugnaro, che è rivolto soprattutto ai giovani.«Attorno alla Reyer intendiamo aggregare un territoriosempre più ampio» queste le parole di Luigi Brugnaro,presidente di Reyer e di Umana Holding «la Reyer vuo-le essere un simbolo della rinascita della città e, allostesso tempo, elemento di unione e comune denomi-natore del territorio metropolitano. Questo è un pro-getto non solo sportivo ma anche culturale e sociale,per il recupero di quei valori educativi e formativi chehanno ispirato i fondatori Costantino Reyer e PietroGallo. Ecco perché ci rivolgiamo soprattutto ai giovani.In ambito giovanile attualmente sono 20 le società delterritorio che partecipano al Progetto Reyer e molte al-tre sono prossime ad aderire a questa forma di colla-borazione. In totale si tratta di circa quattromila ragaz-zi, che si sentono partecipi di un unico grande proget-

to e che in questo modo possono “toccare con mano” losport professionistico».

Le società aderenti al Progetto mantengono la loro to-tale autonomia ma, in più, ricevono i benefici tecnici emedici dati dal potersi appoggiare ad una struttura pro-fessionistica. Allo stesso tempo, agli atleti di maggior ta-lento viene offerta la possibilità per competere ai più al-ti livelli nazionali. I risultati? Sebbene questo percorsosia storia relativamente recente, sono sorprendenti, a di-mostrazione della grande vocazione cestistica di questoterritorio. Basti pensare che la stagione scorsa tutte lesquadre giovanili, maschili e femminili, dell’Umana Re-yer hanno centrato l’accesso alle finali nazionali conqui-stando tre scudetti (Under 19 femminile, Under 15 fem-minile e Under 14 maschile) e un titolo di vicecampionid’Italia (Under 19 maschile), oltre a due titoli nel cam-pionato “3 contro 3 Join the Game” (Under 14 maschile eUnder 13 femminile).

I primati della Reyer non finiscono qui: è infatti anchela prima società di basket in Italia, nonché la prima so-cietà professionistica, adaver ricevuto la Certificazio-ne Etica nello Sport “ESI:2010”. Ciò significa che lasocietà orogranata ha “aper-to le porte” ad un ente certi-ficatore, nello specifico Esi-cert in collaborazione conBureau Veritas, che ha atte-stato, al pari di quanto av-viene per la certificazioneetica delle aziende, la cor-rettezza gestionale sotto

La società

Umana Reyer Venezia

Prime squadre in A, ma non soloLe mille idee del presidente Brugnaro per coinvolgere il territorio

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La società

ogni punto di vista, dagli aspetti economico/contrattualifino alle relazioni interpersonali.

«Attraverso questa certificazione» precisa il presidenteBrugnaro «chi si relaziona con la società, che siano le fa-miglie dei giovani atleti o le aziende sponsor, ha una ga-ranzia in più sulla correttezza e sulla serietà dell’attivitàsvolta da Reyer. Noi crediamo che questo sia il futuro del-lo sport e che tutti dovrebbero impegnarsi in questo sen-so». La bontà del progetto trova riscontro in una serie dinumeri importanti, che vanno dagli oltre 200 sponsor al-le migliaia di persone che ad ogni occasione riempiono ilpalasport Taliercio di Mestre. Un impianto che, con i suoi3.500 posti, è spesso e volentieri troppo piccolo per con-tenere tutti gli appassionati che vorrebbero assistere allepartite dell’Umana Reyer.

Il progetto Reyer punta inoltre a radicarsi nel tessuto so-ciale attraverso lo sviluppo di attività volte a promuovereil marchio e i principi sportivi che esso rappresenta. Nu-merose le iniziative in questo senso tra le quali si segnalain particolare il Progetto Reyer Baby, nato nel 2008, cheprevede la consegna a tutti i neonati degli ospedali di Ve-nezia, Mestre, Mirano, Dolo, Chioggia, San Donà, Oderzo,Camposampiero e Piove di Sacco di un pacco dono conte-nente una t-shirt Reyer, un messaggio di “benvenuto aquesto mondo” tradotto in cinque lingue e la possibilità diassistere gratuitamente alle partite fino ai 12 anni. Ma va

anche segnalato l’accordodi collaborazione siglatocon il Patriarcato di Veneziaper lo sviluppo di sinergiecon le Parrocchie del terri-torio nell’ambito dell’attivi-tà rivolta ai giovani.

«I giovani sono la piùgrande risorsa che abbia-mo» chiude Brugnaro «lorosono i cittadini di domani elo sport può aiutarli a cre-scere nel modo migliore».

LA STORIA

Nata nel lontano 1872 come polisportiva, la Reyerè diventata un simbolo della pallacanestro ita-

liana oltre che della città di Venezia. A fondarla furo-no Costantino Reyer e Pietro Gallo, promotori dellaallora innovativa ginnastica con finalità formativa epsicopedagogica, in contrapposizione alla ginnasticadi impronta marziale. Anche per questo motivo laReyer riflette, nei suoi oltre 140 anni di vita, molto piùdelle sole vicende sportive della società, legando ilproprio nome in modo indissolubile alla storia eco-nomica, sociale e politica della città, ieri come oggi.

Le pagine più belle della storia agonistica reyerinasono contraddistinte da epiche sfide che hanno avu-to come teatro, dal 1925 al 1977, la palestra della Mi-sericordia a Venezia, edificio eretto nella metà del XIVsecolo dal Sansovino e divenuto, per la sua unicità,uno dei templi del basket nazionale. Qui le maglieoro e granata della Reyer, colori ispirati dalla storicabandiera cittadina del Gonfalone di San Marco, sonoarrivate sul gradino più alto della pallacanestro italia-na nelle stagioni 1941-1942 e 1942-1943, conquistan-do due scudetti nel campionato maschile e, nel 1946,uno in quello femminile. Oggi la Misericordia è statariaperta alla città grazie all’intervento del presidenteBrugnaro, che si è aggiudicato la gestione per 40 an-ni allo scopo di farne un luogo dedicato a eventi,meeting, convegni ed esposizioni artistiche.

L’azzurroDaniele Magro

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Il campione

Ha da poco vinto, a Mar del Plata, la CoppaArgentina e anche la tappa del Grand Prix.Il pattinatore padovano Daniel Morandin

(Roll Club Albignasego) ha trionfato sia nella provaindividuale (‘solo dance’) che in quella per coppiaassieme a Melissa Comin De Candido, la ventino-venne pordenonese che dallo scorso febbraio è lasua nuova partner.

Fatte le prove generali in vista dei mondiali che siterranno a metà novembre a Taiwan?

«C’è ancora tempo. Di solito durante l’estate nongareggio, per cui andare in Argentina è stato utile».

Ed è servito a scordare le amarezze, condite daqualche polemica, che c’erano state dopo il cam-pionato d’Italia di Roccaraso, dove è giunto secon-do nelle due gare, sempre alle spalle del romanoAlessandro Spigai?

«Personalmente di polemiche non ne ho fatte enon sono interessato ad alimentarne adesso. C’è sta-ta, non da parte mia, qualche discussione con la giu-ria e ho perso per appena 40 centesimi di punto. Nonimporta: conto di rifarmi ai mondiali che sono certa-mente più importanti dei campionati italiani».

A Taiwan, nel 2008, lei ha vinto il suo primo tito-lo iridato.

«Già. La pista dove si gareggerà quest’anno non è lastessa, ma la nazione sì. Speriamo sia un buon presa-gio. Quando ho vinto a Taiwan erano da poco termi-nate le olimpiadi a Pechino, l’atmosfera era moltobella. Poi ho fatto il bis iridato in Brasile nel 2011».

Il proverbio dice che non c’è due senza tre.«Spero sia vero. Di sicuro punto molto in alto. Sia

nella gara individuale che in quella a coppie».In quanti sarete in gara?«Ancora non si sa con precisione perché alla fase

finale del mondiale possono partecipare solo i sin-golisti e le coppie che hanno raggiunto un determi-nato punteggio e in alcune aree sono ancora in cor-so le qualificazioni. L’Italia sarà presente con trecoppie».

Lei ha da poco cambiato partner.«Una decisione obbligata in quanto Serena Bido-

li ha smesso di gareggiare. Ci siamo scelti a vicendacon Melissa Comin, che è di gran lunga la più fortepattinatrice italiana in questa specialità; insommauna che ha già vinto cinque campionati del mondo,per capirci».

Daniel Morandin, asso padovano di pattinaggio artistico, in terra d’Oriente per puntare al tris iridato

Io ballo da solo. Ma anche in coppia«I mondiali si disputano a Taiwan, dove nel 2008 ho vinto il mio

primo titolo. Assieme a Melissa Comin possiamo arrivare in alto»

Quanto tempo è necessario per raggiungere unperfetto affiatamento?

«Dipende. Per prima cosa dal livello della coppiae dall’impostazione tecnica ricevuta. Se si è en-trambi ad un certo livello e la tecnica è simile, in unpaio di mesi si possono già raggiungere buoni risul-tati, ma diciamo che per trovare il sincronismo per-fetto, che è indispensabile in un mondiale se sihanno ambizioni, occorrono sei mesi di lavoro. Diduro lavoro».

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Il campione

Duro quanto?«Mi alleno due ore al giorno per il singolo e altret-

tante con Melissa. Questo normalmente. Quandoc’è anche Giuseppe Arena, che è il nostro coreogra-fo, non ci sono né orari né domeniche. Ci si prepa-ra ad oltranza, salta qualsiasi orario in quanto ognisingolo movimento va ripetuto e mandato a me-moria».

Il tutto solamente per la gloria, perché di quattri-ni non se ne parla...

«Il nostro è uno sport dilettantistico, niente soldi.Ma la preparazione è altamente professionale. For-se molto più che in altri sport».

Daniel, quando ha iniziato a pattinare?«Ho messo per la prima volta i pattini che avrò

avuto due anni, ma in pista ci andavo già quandoero in carrozzina. Del resto mia padre Sandro e miamadre Ezia, all’epoca, avevano due società di patti-naggio, per cui era inevitabile che mi avviassi a que-sto sport».

Con quale specialità ha iniziato?«La velocità. Ma con i pattini le ho

provate davvero tutte: hockey,downhill, ma quello che mi è sem-pre piaciuto di più è il pattinaggioartistico con la musica. Ho disputatola prima gara nel 1996, a 8 anni, cheè l’età minima in cui è permesso fa-re agonismo. Quando, nel 2005, ènata la ‘solo dance’, non ho avutoesitazioni e mi sono dedicato esclu-sivamente a questa specialità».

Lei ha 25 anni. Fino a quando, inuna disciplina difficile come la sua,un atleta riesce a rimanere ad altilivelli?

«Non so dare una risposta. Credosia come negli altri sport, tanto indi-

viduali che di squadra, ovvero che si possa arrivarefino ai 35 anni, senza scomodare le eccezioni comeRossano Galtarossa, che a 40 era ancora ai verticimondiali. Di solito però si smette prima, per ragio-ni economiche. Arrivati a un certo punto bisognamettersi a lavorare e a guadagnare».

Lei è allenato da sua madre, Enza Signorini.Van-taggi e svantaggi?

«La cosa positiva è che si possono regolare gli ora-ri degli allenamenti e, se ogni tanto sono stanco, miamadre mi capisce e mi è vicina. Però, a lungo anda-re come nel mio caso, per certi versi diventa un po’complicato: sono sempre con lei, a casa e in pista.Ma adesso ho anche altri due tecnici, Monica Di Io-rio che è l’allenatrice “storica” di Melissa e BeatriceLotti, di Modena, tecnico della Federazione».

Beato tra le donne, insomma.«Vero. E sono tutte donne molto in gamba. Sono

fortunato».Alberto Zuccato

«Il mio è uno sport totalmente dilettantistico,ma l’impegnoin allenamentoè altamenteprofessionale»

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Protagonisti

INFINITO DE VIDIAlvise De Vidi ancora una volta sugli scudi: il fe-

nomenale paratleta trevigiano, che lo scorso 30aprile ha compiuto 47 anni, ai campionati del mon-do che si sono disputati a Lione ha vinto la meda-glia d’argento sui 100 metri. Si tratta del più forteparatleta italiano di sempre, che ha partecipato asei edizioni della Paralimpiadi (il debutto a Seulnell’ormai lontanissimo 1988) mettendosi al collo15 medaglie: 7 d’oro, 3 d’argento e 5 di bronzo. DeVidi – premiato nel 2000 al Quirinale dal Presidentedella Repubblica, Ciampi, come uno dei dieci atletiitaliani più forti del secolo scorso – non ha presoparte ai Giochi del 2008 a Pechino in quanto, assur-damente, il Comitato internazionale paralimpicoin quell’edizione aveva escluso i tetraplegici. Chesono stati riammessi l’anno scorso a Londra, masolo sui 100 metri. De Vidi, che negli ultimi dieci an-ni si era dedicato prevalentemente alla maratona,non soltanto è riuscito a ottenere il tempo per par-tecipare, ma si è messo al collo la medaglia d’ar-gento, in quella che è stata forse la più straordinariadelle sue imprese.

SIMONE MARTINI SUL TETTO DEL MONDOMedaglia d’argento per Simone Martini, atleta

della Canottieri Padova, ai campionati del mondodi Costal Rowing che si sono disputati in Svezia.Dopo una gara serrata e avvincente, con onde chesovrastavano l’imbarcazione, si è piegato solo allospagnolo Lars Gumprecht, del Real Club NauticoTorrevieja, che ha vinto il titolo mondiale. Una ga-ra, quella di Martini, che poteva avere un altro epi-logo: l’atleta aveva la medaglia d’oro in pugno, maha chiuso al secondo posto per essere stato ostaco-lato durante la corsa sulla spiaggia e ha commenta-to così il suo risultato: «Io non sono un corridore,sono un vogatore, è stato davvero affollato il tra-guardo perché era in arrivo anche il doppio femmi-nile e non è stato facile entrare nell’imbuto. Ho per-so un oro ma ho comunque vinto una medaglia,quindi sono felice lo stesso».

MATTEO FURLAN ORO ALLE UNIVERSIADIPer Matteo Furlan è stata davvero una stagione

eccezionale: il ventiquattrenne atleta della Padova-nuoto, oltre ad aggiudicarsi un titolo italiano, a lu-glio ha vinto la gara sui 10 chilometri alle Univer-siadi disputate a Kazan, in Russia.

IL… DIVORZIO DI MARTACome i grandi

amori, anche i gran-di sodalizi sportiviprima o poi finisco-no. In questo caso,però, la fine è arriva-ta un po’ troppo pre-sto e negherà all’Ita-lia molte altre sicuresoddisfazioni. La ro-digina Marta Mene-gatti e Greta Cicolari,campionesse d’Eu-ropa nel 2011 (unacoppia che ha egre-giamente rappresen-tato l’Italia anche aiGiochi di Londra) non giocheranno più insieme.«Non ci sono più le condizioni giuste», ha dettoMarta. Fino all’ultima partita, Cicolari e Menegattinon hanno sfigurato conquistando anche, lo scorsogiugno, la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterra-neo. Purtroppo, a meno di ripensamenti, l’ultima diuna lunga serie.

FEDERICA, SEMPRE LA NUMERO 1La solita, immensa, Federica Pellegrini ha “salva-

to” la spedizione azzurra, per il resto molto delu-dente, ai mondiali di nuoto che si sono tenuti a Bar-cellona. L’atleta di Spinea, che doveva parteciparesolo alle gare di dorso ed eventualmente alle staf-fette, è stata chiamata quasi in extremis a disputarei 200 stile libero, sua specialità prediletta ma al mo-

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Protagonisti

mento accantonata. Pur senza una preparazionespecifica, Federica ha fatto una grande gara, aggiu-dicandosi la medaglia d’argento e dimostrando atutti che è ancora e sempre lei la numero uno.

RIGON CI RIMANE DI BRONZOAi mondiali di canot-

taggio, disputati in Co-rea, molto bene si ècomportata la squadraazzurra. Nel quattro dicoppia pesi leggeri, cheha vinto la medaglia dibronzo, figurava il trevi-giano Francesco Rigon,che gareggia per la Ca-nottieri Sile. Ottimo ri-sultato ma, per come siera sviluppata la gara,l’armo italiano poteva addirittura fare meglio. Masono atleti giovani (Rigon è del 1987) e non man-cherà l’occasione per puntare ancora più in alto.

BUFFON: IL MIO EREDE È MARCHETTIAlla vigilia della sfida di Supercoppa italiana, il

portiere della Juventus ha elogiato il collega dellaLazio, il bassanese Federico Marchetti, eleggendolodi fatto a suo successore in Nazionale. Il numerouno bianconero ha riservato all’omologo biancoce-leste parole al miele: «Federico è il classico esempioda far conoscere ai bimbi. Si è costruito con il lavo-

ro e il sudore, percorrendo suo malgrado anchestrade impervie». «È un portiere affidabilissimo, dilivello importante» ha proseguito «gli faccio sincericomplimenti: parliamo di un ragazzo generoso, dicuore e che nel gruppo della Nazionale si fa ap-prezzare. Mi tolgo il capello davanti a lui». Non acaso, fu proprio Buffon a sponsorizzarlo per il ruo-lo di dodicesimo della Juve quando era fuori rosa alCagliari, affare però mai andato in porto. Marchet-ti, quasi emozionato, ha ringraziato il più illustrecollega per le belle parole.

JESOLO, ALEX DEL PIERO SUPERSTARPer quasi tutto il mese di agosto, a Jesolo ha dila-

gato la “Del Piero mania”. Infatti il Sydney, squadradell’ex capitano della Juventus, ha scelto la nota lo-calità balneare quale sede per il proprio ritiro. PerAlex Del Piero, nato a San Vendemiano di Treviso il9 novembre del 1974, è stata una rimpatriata. Cre-sciuto nelle giovanili del Padova, ha debuttato inserie B nella stagione 1992-93, per trasferirsi poi al-la Juve la successiva estate. In maglia bianconera èrimasto quasi vent’anni, fino al termine della sta-gione 2011-2012, vincendo tutto e stabilendo il re-cord di gol realizzati. Al termine del lunghissimoperiodo juventino, Del Piero ha deciso di trasferirsiin Australia, appunto a Sydney, per fare una diversaesperienza di vita e concludere la carriera. Una car-riera luminosissima che ha raggiunto l’apice nel2006, quando con la maglia della nazionale (nella

quale vanta 91 presenze e 27 reti) è diventato cam-pione del mondo.

Ma torniamo a Jesolo. Il Sydney si è allenato allostadio Armando Picchi, facendo registrare sempreil tutto esaurito, e in quel campo ha disputato an-che due amichevoli, con Vicenza e Reggiana. Unicagara “in trasferta” il Sydney l’ha giocata a Padova:qui Del Piero è stato letteralmente assediato dai ti-fosi, prima nella conferenza stampa tenuta al caffèPedrocchi e poi allo stadio Euganeo, dove “Pintu-ricchio” (soprannome che gli è stato dato dall’avvo-cato Agnelli) è stato capace di attirare 16 mila spet-tatori... il 7 di agosto!

Il Comune di Jesolo, con una decisione davveroinusuale e bella, per ringraziare Del Piero (che hasicuramente fatto arrivare molti turisti in più) hadeciso di titolargli un tratto del lungo mare. Alex,pur abituato ai tributi (indimenticabile quello riser-vatogli dai tifosi della Juventus, quando ha disputa-to la sua ultima partita in bianconero), si è visibil-mente commosso. Confermando di essere non soloun grande campione, ma un uomo vero.

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La Fispes (Federazione italiana sport paralimpicie sperimentali) ha operato a pieno ritmo per da-re avvio al primo campionato italiano sperimen-

tale di rugby in carrozzina, che è stato presentato uffi-cialmente lunedì 2 settembre alle 11.30, nella sededell’Oic, alla Mandria, a Padova. Noto anche comeWheelchair Rugby (o Quad Rugby negli Stati Uniti), èl’unico sport di squadra paralimpico che vede comeprotagonisti atleti tetraplegici o con disabilità affini.

Il rugby in carrozzina nasce in Canada nel 1977 suiniziativa di un gruppo di ragazzi tetraplegici che era-no alla ricerca di un’alternativa alla pallacanestro incarrozzina, disciplina nella quale è richiesto un pienoimpiego degli arti superiori e una buona manualità,abilità queste mancanti nelle personecon tetraplegia. Questo sport mutua leregole di gioco del basket in carrozzi-na, dell’hockey su ghiaccio e dalla pal-lamano e, al tempo stesso, proponecome parte integrante del gioco i con-tatto tra le carrozzine, appositamenterealizzate per proteggere i giocatori.

In Italia, il progetto “Wheelchair Rugby” è partitonel febbraio 2011, con la realizzazione a Lignano Sab-biadoro del primo stage promozionale, al quale han-no partecipato circa 30 persone con disabilità. Nel2011 nasce la Padova Rugby, prima società veneta dirugby in carrozzina, che raccoglie la maggior partedegli attuali rugbisti presenti sul territorio nazionale.

A rugby in carrozzina possono giocare tutte le per-sone che hanno una disabilità che coinvolga con-temporaneamente sia gli arti inferiori che superiori.Le squadre di rugby in carrozzina, formata da quat-tro giocatori sostituibili come nel basket, possonoessere miste; la partita si disputa in quattro tempi daotto minuti. Il campionato si svolge nell’arco di 3weekend (denominati “round”), al termine dei quali,la squadra che avrà totalizzato il maggior numero dipunti (3 punti in caso di vittoria, 1 punto in caso dipareggio e 0 punti in caso di sconfitta) verrà decreta-ta vincitrice. Primo turno il 7/8 settembre nella ten-sostruttura dell’Oic di Padova; secondo turno 19/20ottobre nella palestra comunale di Camposampieroe giornata conclusiva il 7/8 dicembre nella palestradell’istituto Briosco di Padova.

Questa prima edizione si svolge tutta nel padovano,ma è auspicabile che già dalla prossima altre provin-ce venete vengano coinvolte, in modo da dimostrareche anche in questo importante e delicato ambitosportivo la nostra regione è all’avanguardia.

Èstata inaugurata lo scorso 17 maggio a Verona lapalestra dell’istituto salesiano di San Zeno, che di-venterà a breve un Centro federale sportivo per

atleti con disabilità, il primo del genere in Italia, a dispo-sizione delle attività del Cip (Comitato italiano paralim-pico). Il terreno, su una superficie di 1.584 metri qua-drati, può ospitare infatti un campo da calcetto, uno dabasket e due da pallavolo e non è solo adattato, bensìconcepito appositamente per chi ha difficoltà motorie,con accesso dall’esterno senza scale e su un unico pia-no, in completa assenza di barriere architettoniche. Co-sì come sullo stesso livello sono i quattro spogliatoi at-trezzati, sul lato ovest, insieme ai locali per il primo soc-corso, pensati all’interno del palazzetto proprio per fa-vorire negli spostamenti gli atleti disabili.

«Fino a oggi non avevamo una palestra», spiega donDino Marcon, direttore dell’istituto San Zeno, nel cuicortile sorge la nuova struttura, proprio accanto alla pi-sta di atletica. «Da tempo volevamo costruirla, non so-lo per le attività sportive dei nostri 1.350 giovani e deglioltre 600 ragazzi in carrozzina veronesi, ma anche pergli incontri dei genitori, gli spettacoli teatrali e altre ini-ziative», aggiunge il direttore. «Abbiamo avuto l’occa-sione di acquistare a prezzo agevolato la struttura, giàesistente, da una parrocchia vicino a Mestre. I lavori perrimontarla qui a San Zeno sono partiti il 2 febbraio esiamo riusciti a realizzare questo sogno grazie al contri-buto di genitori e benefattori, oltre che della Regione edel Comune. Nel frattempo la costruzione è servita dalaboratorio didattico per i nostri studenti del corso dienergia, che hanno seguito l’installazione dell’impian-to fotovoltaico e di quello radiante del riscaldamento».

Il Cip, per quattro anni, avrà la struttura a disposizio-ne per 500 ore: verranno organizzati stage, allenamentie appuntamenti agonistici per le più diverse disciplineparalimpiche, dalla scherma al tennistavolo al basket,in uno spazio – come detto – ideato specificamente perchi ha difficoltà motorie e totalmente privo di barrierearchitettoniche.

Attività del Cip

Verona: nasce a San Zeno il CENTRO FEDERALEper lo sport dei disabili

Al via nel padovano il primo campionato di rugby in carrozzina

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“Scuole Aperte per Ferie”. È con questo slo-gan che il Comitato Olimpico NazionaleItaliano e il Ministero dell’Istruzione, del-

l’Università e della Ricerca hanno lanciato, su scalanazionale, il progetto Educamp, Campus ScolasticiSportivi Multidisciplinari.

Il Coni Comitato provinciale di Vicenza, assegnata-rio per il terzo anno consecutivo del Campus, si è po-sto come primo obbiettivo la continuazione, anchenel periodo estivo, del progetto di alfabetizzazionemotoria – già presente nella scuola primaria – e ditutti gli altri programmi prevalentemente a carattereludico-aggregativi e polivalenti, che escludano quin-di gesti tecnici e competizioni agonistiche.

L’offerta multidisciplinare attraverso alcuni deglisport proposti quali calcio, atletica, scherma, tennis,ginnastica artistica, pallacanestro, baseball, palla-mano, pallavolo, rugby, hockey, canoa... è stata fina-lizzata al divertimento ed alla socializzazione, ba-sandosi su attività motorie all’aria aperta ed attivitàricreative differenziate per le diverse fasce d’età.

Grazie anche al patrocinio dell’Amministrazionecomunale di Vicenza sono stati allestiti quattro cen-

Dalle Delegazioni

EduCamp 2013 a Vicenza

Scuole... aperte per ferie

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tri, che comprendevano le strutture e gli impiantidella “Cittadella dello Sport” (Palazzetto), dellaScuola Primaria Zecchetto(Zona Ovest), della Scuo-la Secondaria Tiepolo (Zona Est) e del Centro Spor-tivo Country Club (struttura privata). Il Campus, fre-quentato da giovani di età compresa tra i 5 e i 14 an-ni (divisi in gruppi secondo i diversi anni di nascita),si è tenuto dal 10 giugno al 19 luglio, dal lunedì al ve-nerdì, proponendo una formula di partecipazione a“tempo pieno” dalle 8 alle 17,30 circa. Ad ogni par-tecipante è stato fornito, incluso nella quota setti-manale di iscrizione, un kit comprendente due t-shirt, un pantaloncino, un cappellino ed uno zainet-to, il tutto marchiato con il logo Educamp.

Un grande apporto alla riuscita è stato dato dapartner e sponsor che hanno collaborato con il Co-ni Comitato provinciale di Vicenza: Pfanner, TzmTrezeta, Serenissima Ristorazione, Banca del CentroVeneto, Euronda, Lauretana, Vital Nature, Centro re-visioni auto e moto Carli Nicola, Billa, FondazioneZoè, Mp Office, Pantere Security, Ristorante Pizzeria“O Sole Mio”, Country Club, Rooster House.

Fondamentale è stata la capacità organizzativadello staff del Coni di Vicenza nelle persone del co-ordinatore tecnico sportivo e referente del progettoMichele Statua, dei collaboratori tecnici GabrielePontalti, Alessandro Pontalti, Raffaelino Mauro, Bar-bara Lach, di Isabella Pontalti responsabile della se-

Dalle Delegazioni

greteria e dell’organizzazione tecnico-sportiva per ivari centri che, assieme ai tutor (insegnanti diploma-ti Isef) e ad alcune società sportive del territorio,hanno contribuito al grande successo dell’iniziativa,che vedrà sicuramente protagonista il Coni di Vicen-za anche per l’estate 2014.

Marco FranceschettoDelegato Coni per la provincia di Vicenza

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L’evento

particolarmente importanti, come il Memorial Ni-colli giovanissimi di calcio, vinto da Treviso in fina-le su Padova, o il Meeting Città di Caorle di atleticaleggera, per rappresentative under 20 regionali, conla Lombardia che ha superato il Veneto. Presentianche gli sport per atleti disabili, sia quelli del pro-gramma Paralimpico che degli Special Olympics.

Tanti giovani sportivi uniti dallo stesso spirito:«Dovete soprattutto divertirvi!» hanno urlato all’u-nisono dal palco della cerimonia di apertura uffi-ciale i cinque atleti olimpici (Michele Maffei, Rossa-no Galtarossa, Gabriella Paruzzi, Chiara Rosa e Re-nata Spagnolo) che hanno acceso il tripode davan-ti alla sfilata di tutte le delegazioni al completo.

Quattro giorni di sport a 360 gradi. Tante di-scipline (33 le federazioni presenti), tantegare, ma anche occasioni di dibattito, con il

forum “Sport&Turismo” e culturali, con la mostra“Maglia Azzurra” dell’Associazione Atleti Olimpici eAzzurri d’Italia. I Giochi del Veneto di Caorle 2013,organizzati dal Coni Veneto in collaborazione conl’amministrazione locale, sono stati tutto questo,negli impianti della cittadina veneziana e di alcunicomuni limitrofi, dove hanno trovato ospitalità tan-te diverse discipline, dallo squash al rugby, dalla lot-ta alla pallamano, dalla pallacanestro al subbuteo.

In programma manifestazioni diverse, scelte dal-le singole federazioni, con alcuni appuntamenti

Perfetto mix di divertimento, impegno e agonismo

La “PICCOLA OLIMPIADE”diventa sempre più grande

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L’evento

Per il presidente del Coni regionale, GianfrancoBardelle, Caorle 2013 ha rappresentato un ulterioreimportante traguardo per la kermesse nata nel 2009a Chioggia: «Un ulteriore salto di qualità è stato fat-to nel tipo di manifestazione che le singole federa-zioni hanno proposto» spiega il numero uno dellosport veneto. «Non è positiva solo la partecipazionedi 33 federazioni, ma anche il fatto che per molte diloro non si trattasse solo di proporre un’attività di-mostrativa, ma importanti eventi regionali e nazio-nali. L’atletica, il calcio, la pallavolo, ma anche la ve-la, il pugilato e tante altre discipline hanno portatoai Giochi del Veneto un appuntamento agonistico

Il taglio del nastro alla Mostra della Maglia Az-zurra ha dato ufficialmente il via alla terzaedizione dei Giochi del Veneto a Caorle, dal 23

al 26 maggio 2013. Alla presenza del PresidenteNazionale Anaoai Gianfranco Baraldi, del Presi-dente del Coni Veneto Gianfranco Bardelle, del-l’Assessore allo Sport del Comune di Caorle Mat-teo Dorigo e di Giancarlo Paulon, Presidente de-gli Azzurri Veneti, è stata inaugurata la mostrasulla Maglia Azzurra, con un contorno di 180alunni di IV e V elementare, dei loro insegnanti edi atleti azzurri di Padova e Venezia.

Le 60 Maglie Azzurre ufficiali sono state espo-ste al pubblico per la prima volta dopo la manife-stazione “Sports Days”. La storica Sala Consiglia-re del Comune di Caorle si è riempita di azzurroper la gioia dei piccoli ammiratori, particolar-mente attratti dalla Maglia n. 21 di Andrea Pirlo.

Fuori, nella storica Piazza Vescovado, l’AzzurroGiuliano Calore ha dato dimostrazione della suaincredibile agilità con una bicicletta priva di ma-nubrio e freni, con la quale ha conquistato 12 pri-mati nel World Guinness of Records.

La mostra ha riscosso un notevole apprezza-mento registrando ogni giorno circa 250 visitato-ri. Un altro successo Azzurro!

Fiorenzo [email protected]

La mostra della Maglia Azzurra

I love Andrea Pirlo

di alto livello». Questo ha significato per la manife-stazione nel suo complesso un grande sforzo orga-nizzativo: «In ogni competizione c’erano giudici,cronometristi, medici. Non si trattava solo di “gio-chi”, ma di gare importanti. L’organizzazione hafatto un grande sforzo, permettendo lo svolgimen-to tranquillo della stragrande maggioranza deglieventi nonostante le condizioni atmosferiche».

Ora si guarda alle prossime edizioni, a partire daquella del 2015: «I giochi del Veneto hanno dimo-strato ormai di avere un grande impatto sullo sporte sul territorio. Speriamo che questo venga recepi-to sempre di più anche dalle istituzioni regionali enazionali».

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Premiazioni

La splendida cornice di Villa Curti, a Sovizzo (Vi-cenza) ha ospitato il 10 maggio la sesta edizione di“Sport Veneto in Festa”. L’evento organizzato dal

comitato regionale del Coni è stato, come sempre, l’oc-casione per premiare atleti, tecnici e dirigenti che si so-no distinti nell’ultima annata sportiva. «Questa festa èun momento di ritrovo per lo sport di tutte le provincedel Veneto» ha detto Gianfranco Bardelle, presidente re-gionale del Coni, aprendo la serata. «Un movimento im-portante, quello sportivo, che significa anche salute, tu-rismo, sviluppo economico per un territorio. Lo sport avolte si trova ad essere “taglieggiato” in certe situazioni,

ma per fortuna esistono ancora istituzioni che ci sonovicine e capiscono che, se perdiamo il patrimonio dellosport, mettiamo in pericolo il futuro dei giovani». Ancheil sindaco di Sovizzo, Marilisa Munari, e il Questore di Vi-cenza, Angelo Sanna, hanno voluto portare i loro salutial mondo dello sport veneto riunito per le premiazioni.

Durante la cerimonia, presentata da Luca Ginetto edElisa Santucci (nella foto), sono stati consegnate le be-nemerenze del Coni, le Stelle d’Oro al merito sportivo.Una di queste è stata è andata proprio a Gianfranco Bar-delle, mentre le altre sono state consegnate a LucianoTrevisson, Franco Basso, Ernesto Gallo, Sergio Zorzi, al-la famiglia di Luciano Gaggio in memoria del loro caro eal T iro a segno nazionale, sezione di Vittorio Veneto.

Altro prestigioso riconoscimento quello dei Leonid’Argento. A riceverlo i due ori di Londra 2012, Oscar DePellegrin e Marco Galiazzo (assente per impegni agoni-stici, ritirato dai genitori), e il presidente dell’associazio-ne nazionale calciatori, Damiano Tommasi, che ha det-to di «sentire la responsabilità oltre che l’onore di questopremio. Il calcio a livello di base è fatto di passione e di

L’ELENCO DEI PREMIATILEONI D’ARGENTO: Damiano Tommasi, Oscar De

Pellegrin, Marco Galiazzo, Stefano Zarattini.UNIONE STAMPA SPORTIVA ITALIANA: Andrea Schia-

von. SCUOLA: Vittorio Fontanella. SPORT E SOLIDARIE-TÀ: Claudio Carta. SOCIETÀ CENTENARIE: Tiro a VoloVenezia-Lido, Tiro a Volo di Padova, Cai Venezia.

STELLE D’ORO AL MERITO SPORTIVO: Gianfranco Bardel-le, Luciano Trevisson, Famiglia Luciano Gaggio (inmemoria), Franco Basso, Ernesto Gallo, Sergio Zorzi,Tiro a segno nazionale sezione di Vittorio Veneto.

MEMORIAL LEVORATO: Umberto Nicolai.AMICI DELLO SPORT. CONI VENETO REGIONALE: Fonda-

zione Cariparo, Rigoni di Asiago. CONI PROVINCIALE:Conquest Cadoneghe (Padova), VeronamercatoSpa (Verona), Fondazione Zoe (Vicenza).

CONI PROVINCIALI. ATLETI: Anna Comarella (FisiBelluno), Mariaelena Agostini (Fidal Padova), Ric-cardo Passerotto (Fihp Rovigo), Beatrice Cal (FciTreviso), Andrea Zorzetto (Fci Venezia), Maria Lu-cia Zorzetto (Fipe Verona), Marco Meneguzzo (FipeVicenza). DIRIGENTI: Gianfranco Rizzardore (FisiBelluno), Gianfranco Vanni (Fihp Padova), Vittori-no Gasparetto (Fci Rovigo), Nevio Corich (Fip Tre-viso), Marco Riato (Ficr Venezia), Paola Molinaroli(Fip Verona), Luciano Brunelli (Fip Vicenza).

voglia, come tutti gli altri sport. Il calcio è una grandefetta del movimento spo rtivo e per questo si deve pren-dere le sue responsabilità». Altro Leone d’Argento a Lu-ciano Zarattini, presidente della Luparense Calcio a 5,società pluripremiata che opera a cavallo tra San Marti-no di Lupari, in provincia di Padova, e Bassano.

Nel corso della serata, anche una speciale premiazio-ne a sorpresa. L’Ussi, con il presidente regionale AlbertoNuvolari, e il Coni hanno voluto premiare come giorna-lista, insieme al padovano Andrea Schiavon autore diCinque cerchi e una stella, Luca Ginetto, presentatoredella serata e giornalista Rai.

Sovizzo, sport veneto in festa a villa Curti

Stelle & Leoni

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Notizie

Il tango non è solo un ballo passionale e coinvolgente. Per alcuni è unavera e propria attività agonistica, fatta di competizioni internazionali,lunghe trasferte, ore di allenamento e materiali “tecnici” di altissimo li-

vello. È questo il caso di Alice Gaini e Andrea Bassi, una delle coppie di pun-ta della scuderia Paoul, prestigioso calzaturificio italiano che dal 1967 rea-lizza calzature dedicate a chi ama ballare, ma di fattura tale da essere in-dossate dai migliori ballerini nel mondo, che ne premiano così le perfor-mance durante utilizzi “estremi” come sono le gare internazionali di danza.Densi di successi in campo mondiale, Alice e Andrea ci segnalano il loroprodotto top.

La scarpa di Alice (art. 109 davanti, 634 dietro, raso carne chiaro constrass) è una esclusivissima calzatura realizzata ad hoc su sua richiesta.«Durante gli spettacoli e in esibizione indosso solo questo modello perchèper me è sempre una garanzia. La prima volta, è stato sul palco del Mon-diale a Buenos Aires e da lì me ne sono innamorata. Quando voglio sentir-mi una ‘farfalla’ non ho dubbi: so cosa devo scegliere». Ci confida: «Quandoinvece ho voglia di qualcosa di glamourous e femminile, scelgo il modello103PR magari in qualche sfiziosa variante colore. Ma soprattutto il nuovo680, perfetto per una serata di gran gala milonguero».

Quello di Andrea è un modello speciale (prod. 2048_30), l’ultimo disegna-to dal fondatore di Paoul, Paolo Pizzocaro, oggi scomparso. «Questo model-lo rappresenta la perfetta sintesi tra classe e comfort. La punta, in vernice, èassolutamente affine al gusto raffinato ed elegante del mio ballo, il tango,mentre i dettagli in pelle e camoscio rendono la scarpa estremamente fun-zionale e garantiscono la massima prestazione». Prosegue: «Con queste scar-pe ho avuto modo di effettuare un collaudo unico, le ho infatti indossate perla prima volta al Blackpool Dance Festival lo scorso maggio, quando siamostati invitati ad esibirci come prima coppia di tango argentino dal 1920, an-no di fondazione del prestigioso evento di Londra».

TANGO

Tecnicae passione

Èstata una vera “pioggia di me-daglie” la trasferta delle socie-

tà di canottaggio della regione Ve-neto alla Regata Regionale apertaorganizzata dalla delegazione Re-gionale Emilia Romagna sul baci-no della Standiana a Ravenna, ilprimo settembre scorso: 18 me-daglie d’oro, 10 d’argento e 15 dibronzo è il bottino complessivodegli atleti veneti.

A questo importante appunta-mento hanno partecipato societàprovenienti da Emilia Romagna,Veneto, Friuli Venezia Giulia, To-scana, Marche, Lazio, per un to-tale di circa 600 atleti. A rappre-sentare la nostra regione Canot-tieri Padova, Padovacanottaggio,Canottieri Mestre, CanottieriQuerini, Canottieri Diadora,Centro Nautico Bardolino, Ospe-dalieri Treviso, Canottieri Sile eCanottieri Bardolino.

La società veneta che ha otte-nuto più podi è stata la CanottieriPadova che ha conquistato sei ori,tre argenti e cinque bronzi. A se-guire la Padovacanottaggio consei vittorie e tre bronzi. Quattroori, due argenti e un bronzo il

bottino della Canottieri Mestre,mentre il Circolo Ospedalieri diTreviso ha conquistato una vitto-ria, quattro argenti ed un bronzo.

Il gradino più alto del podio èstato raggiunto una volta anchedalla Canottieri Diadora, che si èinoltre aggiudicata una medagliadi bronzo. La piazza d’onore e ilterzo posto della Canottieri Sile,l’argento del Centro Nautico Bar-dolino, i due bronzi del CircoloCanottieri Bardolino e quello del-la Canottieri Querini chiudono il“medagliere” del Veneto.

CANOTTAGGIORegata di Ravenna,43 medaglie per gli atleti veneti

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La società sportiva

Poco più di un anno fa è nata Imoco Volley Srl,società sportiva dilettantistica senza scopo dilucro che fa capo a due aziende fortemente ra-

dicate nel territorio coneglianese e della Marca:Imoco Group Spa, importante gruppo tipograficoappartenente alle famiglie Maschio e Polo, e Garbel-lotto Spa, che dal 1775 produce botti esportandolein tutto il mondo. Presidente della neo-nata società

IMOCO VOLLEY CONEGLIANO

La Marca torna protagonista

è Piero Garbellotto, vice-presidente Pietro Maschio,dirigenti sono Mario Gava (Nordest Insurance Bro-ker) e Matteo Dei Tos (Gruppo Itlas Labor Legno).

Spinti dalla grande passione per il volley e dallavoglia di restituire al territorio quanto ricevuto neglianni, questi imprenditori hanno fortemente volutoriportare la grande pallavolo a Conegliano e nellaMarca trevigiana.

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La società sportiva

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lavorano a stretto contatto con i giovani econ i disabili, coinvolgendoli proprio gra-zie alla presenza di una realtà sportiva diprimo livello in città.

Anche per questo gli abbonamenti e i co-sti dei biglietti sono stati studiati per ren-dere accessibile a tutti una domenica di sa-no sport. A fianco di Imoco Volley sono giàscese diverse importanti realtà imprendi-

toriali del territorio e non solo, ad oggi Imoco Volleyvanta 90 sponsor, che assiduamente seguono ilcampionato e sostengono le squadra sia dandolesolidità economica che prezioso entusiasmo in ter-

mini di seguito e passione, creando una famigliasempre più grande.

Il 2013/14 sarà una stagione in cui l’Imoco saròimpegnata in quattro fronti, con l’impegno da esor-diente in Champions League, il campionato dove siparte dal secondo posto dello scorso anno, , la Cop-pa Italia e la Supercoppa contro Piacenza. La socie-tà ha fatto le cose in grande, rinforzando la rosa inogni reparto e dando al confermatissimo coachmarchigiano Marco Gaspari una squadra che potràlottare con chiunque, completa e intercambiabile:sono arrivate infatti le americane Lloyd (regista) eKlineman, il libero della nazionale Monica De Gen-naro, la giovane regista piemontese Marta Bechis,la schiacciatrice Valentina Tirozzi e la centrale tede-sca Kaulleldt, tutte atlete di livello internazionale.In più le conferme della capitana Raffa Calloni, tra-scinatrice la scorsa stagione insieme alla classe diJenny Barazza, alla concretezza e alla classe delledue schiacciatrici azzurre Vale Fiorin e Cristina Bar-cellini e alla sfrontatezza della “mascotte” CarlottaDaminato, trevigiana.

Il titolo sportivo è stato acquisito dal Parma VolleyGirls a fine dello scorso campionato, e la squadra èstata affidata al giovane tecnico Marco Gaspari .

La “casa” di Imoco Volley è Il Palaverde di Trevisoe l’anno scorso il boom di pubblico è sta-to eccezionale: i primi quattro record dipubblico di serie A sono dell’Imoco, conil picco di 5800 spettatori nella gara4 di fi-nale con Piacenza (17.000 tifosi nelle ulti-me tre gare, 55.000 in totale)

Da una parte una squadra di giocatriciche sono un mix di gioventù e di grandeesperienza, con grande spazio soprattut-to ad atlete del territorio, senza rinuncia-re per questo alla qualità e ai valori sulcampo; dall’altra la consapevolezza che itempi attuali impongono rigore e gran-dissima attenzione al budget: una nuovasocietà sportiva necessita una costruzio-ne dalle fondamenta e proprio per questoi passi compiuti in questi primi mesi sono statisempre cauti e ponderati.

Ma Imoco Volley non è solamente una squadrapronta ad entrare nel vivo della competizione delcampionato nazionale femminile di serie A/1.Mantenendo ben saldi gli obiettivi iniziali, la socie-tà fin da subito ha cercato e trovato un importan-tissimo accordo di collaborazione con la Polisporti-va Efferre di San Pietro di Feletto, con il Volley Vaz-zola e con Volley Pool Piave San Donà, quest’ultimasocietà leader nel settore giovanile (anche nellapassata stagione ha centrato tutte le finali naziona-li di categoria e ha sbaragliato a livello regionale,mandando anche parecchie giovani atlete in nazio-nale giovanile) per un totale di 500 piccole grandiatlete che ora giocano con l’obiettivo di divertirsi edi poter un giorno entrare nella prima squadra do-po aver ammirato le campionesse al Palaverde.

Un impegno sociale che intende allargarsi e muo-versi a 360 gradi anche grazie alla collaborazionecon le associazioni di volontariato del territorio econ quelle componenti della tifoseria che da anni

Il presidente Piero Garbellotto:«Le nostre atlete potrannocompetere con chiunque»

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Le attività del Coni

L’ 8 luglio 2013 a Padova, nella sede del Coni Re-gionale Veneto allo Stadio Euganeo, è stata costi-tuita una associazione culturale apolitica, aparti-

tica, aconfessionale e senza fini di lucro, denominata“Polo Culturale Sportivo Veneto”. Lo scopo è “promuo-vere e diffondere la cultura sportiva tramite la promo-zione e la diffusione di iniziative culturali in ambitosportivo, la raccolta e catalogazione di testi storici edocumentazione sulle origini dello sport veneto e suigiochi olimpici, la raccolta e ca-talogazione di film video e corto-metraggi sportivi nonché la rea-lizzazione di spazi (quali museo,biblioteca, videoteca e altri) ne-cessari alla fruizione del materia-le dell’Associazione e di enti terzidato in gestione”.

Soci fondatori, oltre al presi-dente del Coni Veneto Gianfran-co Bardelle, sono Giuseppe Ba-rion, Paolo Carraro, Mauro Gaz-zerro, Valeria Marin, ElisabettaMastrosimone, Dina Teatini e Al-berto Zuccato, che sono anche icomponenti del Consiglio Direttivo per il primo qua-driennio, con segretario Dina Teatini. La sede è pressoil Coni regionale, ma lo Statuto ammette l’istituzionedi ulteriori sedi associative sul territorio nazionale.

Nell’ambito delle proprie attività, l’associazione puòcollaborare con altre associazioni, istituzioni, entipubblici e privati. Oltre ai soci fondatori, possono es-sere soci ordinari dell’associazione tutti coloro che necondividano e accettino finalità e modi di attuazione.Tutti i soci, senza distinzione tra fondatori e ordinari,hanno uguale diritto alla partecipazione effettiva allavita associativa; le ammissioni sono deliberate dalConsiglio Direttivo e sono soggette al versamento del-la quota associativa. L’adesione comporta il diritto divoto nelle assemblee e il dovere di rispettarne lo Statu-to, le deliberazioni e le finalità, pena l’esclusione deli-berata dal Consiglio Direttivo. Il socio escluso, o che re-cede spontaneamente dall’associazione, non ha dirittoalcuno sul patrimonio della stessa.

L’assemblea si compone di tutti i soci, fondatori e or-dinari, e viene convocata dal presidente tutte le volteche lo ritenga necessario, oppure su richiesta di alme-no un terzo dei soci. La seduta ordinaria deve aver luo-go almeno una volta l’anno per l’approvazione del ren-diconto economico e finanziario, la discussione del

Costituita l’associazione Polo Culturale Sportivo Veneto

Alla ricerca del tempo perdutoprogramma annuale, l’elezione del Consiglio Direttivo(rinnovato ogni quattro anni, nell’anno successivo allosvolgimento dei Giochi olimpici estivi) e ogni altra ne-cessaria deliberazione.

I componenti del Direttivo – da un minimo di otto aun massimo di dodici – rimangono in carica quattroanni e sono rieleggibili. Il Consiglio Direttivo può com-piere tutti gli atti di ordinaria e straordinaria ammini-strazione, eccetto quelli riservati all’assemblea dei so-

ci; formula il programma annua-le, predispone il rendiconto eco-nomico da sottoporre all’assem-blea, delibera l’accettazione dioblazioni e contributi.

Il presidente ha il potere e la re-sponsabilità di far eseguire le de-liberazioni adottate e sovrainten-de alla gestione economica e am-ministrativa, svolgendo tutte lefunzioni di tesoriere. Nessunacarica è retribuita in alcun modo;il Direttivo può stabilire il rim-borso delle spese sostenute daisoci incaricati di svolgere qual-

siasi attività in nome, o per conto, dell’associazione. Il patrimonio è costituito dalle eccedenze di bilancio

e da erogazioni, donazioni e lasciti; le entrate sono co-stituite dal ricavato dell’organizzazione di manifesta-zioni o dalla partecipazione ad esse, da eventuali sov-venzioni dello Stato e di altri enti pubblici o privati, dacontributi di privati e persone giuridiche, da sponsoriz-zazioni, da redditi provenienti dal proprio patrimonio.Il rendiconto economico deve essere approvato dall’as-semblea dei soci entro il 31 marzo di ogni anno e deveessere consultabile nei dieci giorni che precedono l’as-semblea, presso la sede, da tutti i soci interessati.

Gli eventuali avanzi di gestione non possono esseredistribuiti, neppure indirettamente, ai soci, così come èvietato distribuire fondi o riserve costituiti con avanzidi esercizi precedenti. Gli avanzi saranno interamentedestinati al finanziamento delle varie iniziative dell’as-sociazione, intraprese nell’ambito delle proprie finalitàistituzionali. In caso di scioglimento, deliberato dall’as-semblea dei soci con incarico di uno o più liquidatori, ilpatrimonio dovrà essere devoluto ad altra associazioneavente finalità analoghe, oppure destinato a scopi dipubblica utilità, salvo diversa destinazione impostadalla legge. In nessun caso e in nessuna misura tale pa-trimonio potrà essere ripartito tra i soci.

Tra gli intenti, la raccoltadi documenti, testi

e filmati storici e la creazione di un museo

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Sostiene Zatopek

«Gli allenatori sono come le gonne: un annovanno di moda le mini, l’anno dopo le mettinell’armadio».

«In campo sembravamo turisti.Con la differenza che per entrare allo stadionon abbiamo pagato il biglietto».

[Rettifica successiva] «Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane».

«Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma anche compagni».

«Squadra che vince non si cambia».

«Io penso che per segnare bisogna tirare in porta».

«Io penso che tua testa buona solo per tenerecappello!» [ad un giornalista che gli avevadetto che il suo Napoli sarebbe retrocesso].

«Meglio perdere 4-0 che perdere 5-0» [al ter-mine di Inter–Napoli terminata 4-0].

«Meglio perdere una partita 6-0 che sei parti-te 1-0».

«No serve essere 15 in squadra se tutti in pro-pria area».

«Non si possono prendere quattro gol controavversari che passano tre volte nostra metàcampo».

«Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare».

«Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri».

VUJADIN BOSKOV, classe 1931, è stato un centrocampista di livello mondiale,per 51 volte nazionale jugoslavo. Intrapresala carriera di allenatore è arrivato in Italia nella stagione 1985-86 per guidare l’Ascoli.L’anno dopo è approdato alla Sampdoria,dove è rimasto fino al 1992, vincendo lo storico scudetto del 1991, con in squadra i “gemelli del gol” Vialli e Mancini. Quindi per due anni (dal ‘94 al ‘96) ha allenato il Napoli, per poi tornare per una stagione alla Samp. La sua carriera di allenatore in Italia si conclude nel 1999 a Perugia.

«Gullit è come cervo che esce di foresta».

«Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni voltache entro a Marassi perdo tre chili».

«Rigore è quando arbitro fischia».

«La partita finisce quando arbitro fischia».

«Pallone entra quando Dio vuole».

«Se io sciolgo il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo» [giocatore all’epoca del Genoa].

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Libri

Cosa ci spinge in modo irresistibi-le a tuffarci? Perché restiamo in-

cantati alla vista di un’ondeggiantedistesa turchese? Qual è il senso pro-fondo della magia senza tempo checi avvolge quando siamo in acqua?In Nuotare. Perché amiamo l’acqua(Editore Ultra, euro 17,50), sorta dideliziosa lettera d’amore al suo sportpreferito, Lynn Sherr risponde allepiù intriganti domande sul nuoto e

ne traccia una coinvolgente storia culturale, presentando-ci in una prosa fluente una grande quantità di informazio-ni “acquatiche”: dall’origine della bracciata all’evoluzionedei costumi da bagno, dalla fisiologia dei campioni olim-pionici alle abitudini del nuotatore nudo John QuincyAdams, fino a domande quali “le giraffe possono nuotare?”(la risposta è sì, per quanto non molto bene). Più di tutto,Sherr cattura l’emozione fisica dell’unica attività umanache si svolge in un elemento completamente alieno.

Scarpette rosse di Werther Pedrazzi (Editore Lìmina, euro18) è, recita il sottotitolo, “La storia dell’Olimpia Milano,

signora del basket”. Una squadra nata nel 1936 che diven-terà la più seguita, amata e titolata delbasket italiano: 25 scudetti, 4 Coppedei Campioni, 2 Coppe Korac, 3 Cop-pe delle Coppe e 1 Coppa Interconti-nentale. Milano sarà il palcoscenicosu cui i più grandi protagonisti dellapallacanestro interpreteranno copio-ni da leggenda – il geniale, primo pre-sidente Adolfo Bogoncelli e il PrincipeCesare Rubini, il greco Stephanidis,primo straniero nel nostro basket, ildream team di Meneghin e D’Antoni,Dan Peterson, il senatore Bill Bradley e il socio Kobe Bryante, ancora, Pittis, Fucka, Bodiroga, Gallinari – in un’altalenadi avvenimenti ed emozioni, dalla rimonta di 34 punti al-l’Aris Salonicco in Coppa dei Campioni al rischio dellascomparsa del basket a Milano. Simmenthal, Billy, Simac,Tracer, Philips, Stefanel o Armani, per tutti i sostenitoriOlimpia Milano – nei momenti di gloria denominata “la24esima squadra Nba” – sarà per sempre “Scarpette rosse”.

In Gli scudetti che vinsero la guerra (Editore Ultra, euro17,50) Mario Pennacchia omaggia la passione calcistica

degli italiani esaminando un periodo storico particolaris-simo, gli anni di guerra. Tra il 1940 e il 1945 la popolaritàdel calcio in Italia fu messa alla prova dalle vicende di unconflitto feroce e atroce, degenerato in guerra civile. Fra

bombardamenti e distruzioni, fame emiseria, deportazioni ed eccidi, il cal-cio ebbe il coraggio di non fermarsi(campionati nazionali fino al 1945,tornei locali, regionali e interregiona-li nel 1944-45) e gli italiani ne fecerolo scudo contro la disperazione, ele-mento di speranza verso un mondodi pace. Di quel calcio e di quegli in-domiti italiani, che non smisero di af-follare gli stadi, queste pagine rinno-vano il ricordo, facendone rivivere i

protagonisti e documentandone la storia: dall’egemoniadi Juventus, Ambrosiana e Bologna al primo scudetto del-la Roma e al capolavoro di Ferruccio Novo, l’immenso To-rino di Loik e Mazzola avviato a diventare leggenda.

Margherita Hack, scomparsa a giugno, ha sempre cercatodi estendere cultura, conoscenza e coscienza, contribuen-do attivamente al dibattito collettivo senza mai tralasciarela giusta dose di ironia. Ironia che è iltratto caratterizzante di La mia vita inbicicletta, autobiografia scritta a ridos-so dei novant’anni: pubblicata nel2011, viene riedita in veste economica(Sperling & Kupfer, euro 8,90). L’astro-fisica, in pagine acute e divertenti, ri-percorre la lunga esistenza al ritmo diuna pedalata in bicicletta: dall’infan-zia fiorentina agli anni dell’università,dal rifiuto di aderire al fascismo all’esperienza della guerra,dall’amore per il marito Aldo ai viaggi, dalla passione per losport alla folgorante carriera scientifica. Fino all’impegnoculturale e politico sui temi che le stavano più a cuore: il di-battito sul nucleare e l’attenzione verso l’ambiente.

La solitudine dei numeri 1I portieri tra sport e letteratura

Schede e copertine ricavate da www.ibs.itPagina a cura di Stefano Valentini

Da sempre la figura del portiere è la più affascinante e letteraria dell’universo calcistico.Stare tra i pali significa essere un outsider, con un ruolo profondamente diverso da tut-

ti gli altri giocatori. Chi difende la porta è l’ultimo baluardo, può essere acclamato come uneroe, ma il minimo errore può sprofondarlo nel baratro. Jonathan Wilson, nel libro Il por-tiere. Vite di numeri 1 (Isbn Edizioni, euro 27, prefazione di Dino Zoff) ripercorre le vicendedei portieri più famosi della storia, dalle prime partite nell’Inghilterra di metà Ottocento aigiorni nostri. Attraverso aneddoti, interviste inedite, riferimenti colti – da Nabokov a Ca-mus, passando per Soriano e Handke – l’autore delinea una mappa globale dell’individuo solitario che, con le sue para-te, è entrato – in varie epoche, a diverse latitudini – nel cuore dei tifosi e nell’epica sportiva di intere nazioni. Leggere lestorie di Zamora e Jasin, N’Kono e Bell, Banks e Shilton, Zoff e Buffon ci permette di guardare il calcio da una prospet-tiva inedita, di leggerlo per la prima volta come se fosse un unico romanzo corale, con protagonisti indimenticabili.

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