Sport People 9-2012

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“Sport People”, Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Lecco, autorizzazione nº11/2003. Editore “Ragazzi di Stadio”, Via Adda 22, 23898, Imbersago (LC). Info: [email protected]. In questo numero troverete: Chi vivrà vedrà, Pag. 2 Comunicati, Pag. 4 Newcastle-Sunderland, Pag. 7 Feyenoord-Groningen, Pag. 11 Cantù-Pesaro F8 basket , Pag. 13 Mostra 35 anni Ultras Bari, Pag. 19 Paganese-L’Aquila, Pag. 31 Catanzaro-Aversa Normanna, Pag. 34 Sant’Antonio Abate-Noto, Pag. 36 San Paolo Bari-Fasano, Pag. 38 Pavia-Novara volley, Pag. 40 Anno 10 Numero 9 16 Marzo 2012

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“Sport People”, Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Lecco, autorizzazione nº11/2003.Editore “Ragazzi di Stadio”, Via Adda 22, 23898, Imbersago (LC). Info: [email protected].

In questo numero troverete:

•Chi vivrà vedrà, Pag. 2

•Comunicati, Pag. 4

•Newcastle-Sunderland, Pag. 7

•Feyenoord-Groningen, Pag. 11

•Cantù-Pesaro F8 basket , Pag. 13

•Mostra 35 anni Ultras Bari, Pag. 19

•Paganese-L’Aquila, Pag. 31

•Catanzaro-Aversa Normanna, Pag. 34

•Sant’Antonio Abate-Noto, Pag. 36

•San Paolo Bari-Fasano, Pag. 38

•Pavia-Novara volley, Pag. 40

Anno 10 Numero 9 16 Marzo 2012

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Chi vivrà vedrà Che la Tessera del Tifoso sia stata un totale fallimento è sotto gli occhi di tutti: liberi cittadini, ultras, semplici tifosi e via discorrendo. Su tale fallimento è stato detto e ridetto di tutto e di più, quindi non mi dilungherò oltremodo. Possiamo apostrofare l’ex Ministro On. Maroni con gli epiteti più volgari, ma una cosa è certa: costui non è un bugiardo! Sono convinto che tra gli altri obiettivi per cui fosse stata ideata la Tdt ci fosse anche quello di diminuire gli episodi di violenza negli stadi italiani. La Tdt è stata un totale fallimento perché gli incidenti tra tifoserie non sono affatto diminuiti (anche se i loro dati fasulli dicono il contrario…), bensì c’è stato un netto calo nell’affluenza di pubblico. Morale dellafavola: la Tessera ha allontanato molta gente dagli stadi relegandola seduta su una comoda poltrona. Inoltre ha ampliato gli interessieiprofittidellepay-tvcomplicando,al contempo, la vita di quanti hanno voluto continuare a vivere il calcio dal vivo negli stadi della penisola. Pensate ai disagi dei tanti “non tesserati” che seguono le sorti della propria squadra in trasferta e sono costretti, proprio perché privi di tessera, a posizionarsi nel settore locale a stretto contatto con la tifoseria di casa. Per carità, lungi da me disprezzare tale situazione: molti ultras non disdegnano tutto ciò. Ma è un dato di fatto che situazioni del genere, ripetute nel tempo, domenica dopo domenica, non potevano che portare a quanto è avvenuto: un aumento dei tafferugli tra opposte fazioni, un aumento degli uomini delle fdo impiegati la domenica negli stadi (una spesa per noi contribuenti…) e un aumento del numero dellepersone(nonsoloultras)diffidatee/oarrestate. Insomma, un totale fallimento.

Eppure non perdiamo di vista il punto nodale della questione. Il leghista Maroni, da sempre paladino della legalità, pur sbagliando totalmente la strutturazione della stessa Tessera e del suo utilizzo, avevaagito“afindi(loro)bene”.L’obiettivodella sua Tessera del Tifoso era veramente quello di ridurre gli incidenti negli stadi e l’impiego delle Fdo. In settimana abbiamo dato l’addio alla Tdt e il benvenuto (?) alla “Fidelity Card”. L’ex Ministro Maroni ha subito dichiarato “Hanno vinto gli ultras” e la mia reazione è stata scoppiare in una grossa grassa risata. La classica dichiarazione a caldo, mossa dalla rabbia di chi si è visto cancellare il proprio progetto in sostituzione di una nuova carta per il tifoso. Premettendo che per vincere una guerra, bisogna combattere prima diverse battaglie. E non credo che noi ultras abbiamo davvero combattuto contro la Tessera del Tifoso. Striscioni di carta contestatori, un paio di raduni e una manifestazione a Roma: questo vuol dire combattere una battaglia? Semmai “la vittoria” morale spetta alle solite, note, tifoserie che davvero si sono mosse e hanno fatto qualcosa per contrastare la Tdt. Vorrei citarne qualcuna: Bergamo, Parma, Padova e altre che ometterò per non dilungarmi oltremodo. Ogni curva è consapevole di quello che ha (o non ha) fatto per contrastare la Tdt. Ognuno è il miglior giudice di se stesso. Hanno vinto pochi gruppi ultras, hanno vinto quei pochi che ancora si mantengono ultras in questi tempi di vacche magre. Ma poi, siamo davvero sicuri che abbiamo vinto noi pochi? O forse, a vincere sono state le banche? Già… se Maroni aveva un’idea di legalità, di “scimmiottare” un ipotetico (very good?) modello inglese ed emulare la Thatcher venti anni più tardi,

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l’idea dello “Zio Mario” Monti è totalmente differente. Quella di Maroni era una “Carta di polizia” a tutti gli effetti, una schedatura preventiva” (e non lo dico io, sono parole dell’ On. Ministro Cancellieri). La “Fidelity Card” è una carta di credito a tutti gli effetti. Scusate, di grazia: quando il “governo tecnico” di Monti si è stanziato alla guida del paese, come pensavamo si sarebbe posto nei confronti della Tdt se non “mutandola” a sua immagine e somiglianza? Una “Carta di Credito” era l’ipotesi più plausibile per un “governo tecnico” come quello di Monti il cui compito è quello di risanare il bilancio economico del paese. In sintesi non mi stupisco più di tanto per il cambiamento né sono dell’umore giusto per cantare vittoria come molti ultras hanno fatto. Preferisco, al canto, la mia grassa grossa risata. In tutto questo scenario da film comico in

pieno stile fantozziano, l’unica dichiarazione intelligente è stata quella, riportata a mezzo stampa, dell’ on. Paolo Cento che, cito testualmente, ha dichiarato “se non viene abrogato l’articolo 9 non cambia nulla”. Ma questo benedetto articolo 9, hanno intenzione di abrogarlo oppure no? Nel momento in cui scrivo questo pezzo, non è (ancora) dato sapersi. Ai posteri l’ardua sentenza, come diceva qualcuno. Se l’articolo 9 non venisse abrogato, rimanendo in vigore, non cambierebbe assolutamente nulla per noi. Volendo fare un esempio pulp, come dopo aver insultato qualcuno apostrofandolo “seiunfigliodiputtana”,ciscusasse dicendo “in realtà volevo dire che tua madre è una troia”: le parole cambiano, la sostanza è la stessa. Lunga vita ai posteri.

Testo di Ciacco.Foto dal web.

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Brescia 1911 Ex-Curva Nord, volantino del 10-03-2012

http://www.sportpeople.net/volantino-brescia1911-del-10032012.html[16/03/12 23.45.29]

Brescia 1911 Ex-Curva Nord,volantino del 10-03-2012Lunedì 12 Marzo 2012 16:30

Non ci era mai capitato di iniziare un volantino con la nostra firma,ma dopo quattro partite su questi spalti, ci sembrava giustopresentarci a chi ancora non ci conosce, se non superficialmente.

Innanzitutto siamo - népiù né meno - dei granditifosi del Brescia, propriocome voi e come tuttiquelli che - nonostantetutto - “affollano” ancora

il Rigamonti.Siamo soprattutto Ultras, o almeno ci riteniamo tali, sebbene questosostantivo sia spesso abusato e privato delle sue accezioni piùnobili.E per chi ancora non conoscesse il valore di questo concetto, sappiache per la maggior parte di noi essere Ultras non significasolamente cantare, esporre striscioni, fare coreografie, andare intrasferta e - magari - confrontarsi con altre tifoserie, sebbene moltedi queste azioni siano le ragioni più evidenti, riconosciute e“calzanti” per tutti.Essere Ultras non vuol dire soprattutto fare i propri interessi (mapiuttosto tutelare quelli della squadra del cuore e dei tifosi alproprio fianco).Significa inoltre emanciparsi dalle società più grette e - senecessario - contrastarle quando fanno scelte assurde e deleterie;non tradire i propri ideali ma piuttosto difenderli, naturalmenterispettando i codici Ultras; salvare le tradizioni; sostenere e onorarela Maglia e i suoi colori; cercare di trasmettere ai più giovani i piùimportanti valori, di cui i principali sono Amicizia, rispetto, lealtà,solidarietà, spirito di sacrificio e - perché no - un po’ di auto-disciplina; ribellarsi alle ingiustizie, sempre più evidenti e diffuse inquesta società malata; lottare per un calcio migliore, popolare,quindi alla portata di tutti; impegnarsi socialmente e - possibilmente- a 360 gradi; confrontarsi con ogni realtà (se necessario anche lapeggiore), senza per questo farsi irretire; evitare possibilmente ogniforma di retorica, d’ipocrisia e d’opportunismo.In pratica, non vendere mai l’anima al diavolo!

Chiaramente, non sempre si è riusciti a rispettare fedelmente tuttequeste riflessioni (anche noi, come ogni essere umano, abbiamofatto degli errori più o meno evidenti), ma ci abbiamo sempreprovato!E una cosa di certo è inconfutabile: ogni nostro pensiero, ogninostra scelta, ogni nostra azione sono derivate da una precisa analisidi coscienza, non certo da un mero calcolo di convenienza.E proprio un ragionamento di questo genere ci ha fatto abbandonare(sebbene momentaneamente) la nostra tanto amata Curva Nord.

Infatti, come tutti sanno, fino a qualche settimana fa eravamo stabiliproprio là dove siamo nati - tantissimi anni addietro - e cresciuti(sotto ogni punto di vista); poi, a un certo punto della nostra storia,per una serie di ragioni contingenti e “inaspettate”, il settore da noi

Lettere, fanzine, comunicati: Brescia 1911 Lettere, fanzine, comunicati: Brescia 1911

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Brescia 1911 Ex-Curva Nord, volantino del 10-03-2012

http://www.sportpeople.net/volantino-brescia1911-del-10032012.html[16/03/12 23.48.25]

Chiaramente, non sempre si è riusciti a rispettare fedelmente tutte questeriflessioni (anche noi, come ogni essere umano, abbiamo fatto degli errori più omeno evidenti), ma ci abbiamo sempre provato!E una cosa di certo è inconfutabile: ogni nostro pensiero, ogni nostra scelta, ogninostra azione sono derivate da una precisa analisi di coscienza, non certo da unmero calcolo di convenienza.E proprio un ragionamento di questo genere ci ha fatto abbandonare (sebbenemomentaneamente) la nostra tanto amata Curva Nord.

Infatti, come tutti sanno, fino a qualche settimana fa eravamo stabili proprio làdove siamo nati - tantissimi anni addietro - e cresciuti (sotto ogni punto di vista);poi, a un certo punto della nostra storia, per una serie di ragioni contingenti e“inaspettate”, il settore da noi celebrato e difeso per anni ha cominciato adandarci stretto, e questo non certo per una questione di numeri o di timorireconditi; e non avendo mai preso seriamente in considerazione lo scioglimentodel gruppo, a questo punto ci restavano due scelte: 1) rimanere tranquillamentee senza fatica in un settore che oggi forse rappresenta la maggior parte degliUltras biancoblu, ma non certo le nostre aspettative e i nostri valori; 2) cercareun altro spazio per ritornare a esprimerci per quello che siamo - o vorremmoessere - realmente, senza per questo dover/voler giudicare chicchessia.Per questo oggi siamo qui, senza troppe pretese e con una sola convinzione:sostenere la Leonessa e difendere il patrimonio umano a essa per sempre legato.Se volete aiutarci in tutto questo, siate i benvenuti nella nostra grande famiglia e,naturalmente: buona partita a tutti!

Ultras Brescia 1911 Ex-Curva NordBrescia 10/03/2012 ore 7.00

P.S. Come sempre, potete seguirci anche on-line. Fra l’altro, nelle prossimesettimane sarà inaugurato il nuovo sito del gruppo, all’interno del quale potretetrovare importanti novità e “vecchie” testimonianze. Per qualsiasi suggerimento,per segnalarci eventuali errori, per aiutarci nella ricerca di foto, filmati edocumenti utili alla causa, per criticarci, insultarci o solamente per scambiarequalche riflessione, contattateci senza scrupolo ( [email protected] ;338-3685525).

Lettere, fanzine, comunicati: Brescia 1911

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Lettere, fanzine, comunicati: Fossa dei Leoni Bologna

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We are the Geordies. Il derby Newcastle-Sunderland

Dopo alcuni precedenti nella capitale, la prima esperienza con il calcio inglese lontano da Londra è a Newcastle per il derby locale con il Sunderland che due volte l’anno esalta l’eterna rivalità fra le due città. L’occasione è il primo weekend di marzo, con la complicità di un Geordie adottato dalla Curva Ferrovia ed alcuni compagni di tante trasferte su e giù per l’Italia al seguito degli aquilotti. L’arrivo è proprio nella City, prima del trasferimento in treno più a nord, dopo aver attraversato campagne, colline e città dall’atmosfera molto più raccolta rispetto a quella appena lasciata alle spalle. Ad accogliere vecchi e nuovi visitatori nel Tyneside è “L’angelo del Nord”, una gigantesca scultura in ferro dell’artista Antony Gormley situata alle porte di Newcastle, ultimo grosso centro urbano primadelconfineconlaScozia.Il primo impatto con la città è ottimo: ben

curata, viva e raccolta in un centro nel quale sono ancora riconoscibili i segni della presenza dei romani che la fondarono e le diedero il nome attuale. Ma a richiamare l’attenzione è soprattutto l’attesa febbrile per quella che di fatto è la partita più importante dell’anno per l’unica squadra cittadina seguita con grande attaccamento. Una vigilia vissuta in un sabato sera dal tasso alcolico altissimo, che finisce perriprendere allo stesso modo il giorno del match. Per motivi di sicurezza, infatti, il kick-offèfissatoalle12.00,quindigiàalle9 i pub sono imballati di tifosi che tra una birra e l’altra provano a domare la tensione. In stazione arrivano anche gli odiati rivali del Sunderland, duemilasettecento, i quali scortati da un imponente servizio d’ordine arrivanoapiedifinoallostadioincoincidenzacon il grosso dei supporters bianconeri. In Gallowgate Road i due gruppi camminano a pochi metri di distanza, divisi solo dalla Polizia e lo scambio di insulti, cori e sfottò è inevitabile, qualcuno prova anche rompere i cordoni ma viene respinto dai cavalli. Le

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Foto & News: Premier League, Newcastle-Sunderland 1-1 Foto & News: Premier League, Newcastle-Sunderland 1-1

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divise fluorescenti degli agenti spiccanofra l’abbigliamento impeccabile dei lads di ambo le parti con immancabili trainers Adidas, giacconi Stone Island e Barbour, anche se molti, nonostante il freddo, si limitano ad indossare camice e maglioni. Sguardi di sfida ed adrenalina amille percirca cento metri, prima che Mackems e padroni di casa raggiungano i propri settori. Rispetto a quando accade a Londra spicca l’assenza di italiani ad eccezione dei ragazzi del club Newcastle di Bergamo arrivati appositamente per la partita.Al fischio d’inizio mancano pochissimiminuti ma le procedure d’ingresso sono come sempre brevi ed essenziali: nessuno ti chiede documenti o tessere né ti perquisisce; agli steward non interessa il nome riportato sul biglietto, ma solo che il codice a barre venga letto regolarmente dallo strettissimo tornello. Una volta all’interno ci vogliono pochi secondi per trovare il proprio posto nel Sir John Hall Stand, nella parte più nuova di uno degli impianti più antichi di tutta l’Inghilterra, con i

suoi 52mila posti a sedere e perfettamente inserito nel cuore della città. Nella struttura di vetro ed alluminio rimbombano i cori che accolgono in campo le due squadre e si fanno sentire anche gli ospiti i quali non mancano di sottolineare con ironia la svolta “commerciale” del presidente del Newcastle che recentemente ha cambiato il nome allo stadio sostituendolo con quello della catena Sport Direct di sua proprietà, raccogliendo il comprensibile sdegno dei tifosi del club. Agli sfottò dei rivali i Magpies rispondono mostrando la mano ben aperta a simboleggiare i cinque gol inflittinel memorabile derby dell’ottobre 2010e sventolando decine di mazzi di chiavi il cui suono ricorda l’accento degli avversari. Battaglia verbale sugli spalti e calci veri in campo dove Cattermole viene ammonito dopo un solo minuto. Entrate dure favorite anche dalla pioggia battente e molta tensione, con gli ospiti che partono meglio e al ventiquattresimo sbloccano la partita. Williamson atterra Turner in area e l’arbitro DeanfischiailcalciodirigorecheBendtner

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trasforma nonostante il tuffo dell’ottimo Krul. Il Newcastle prova subito a reagire ma Demba Ba non è Shearer e su azione d’angolo colpisce la traversa di testa mentre poco dopo i padroni di casa reclamano anche un rigore. Nell’intervallo Pardew scuote i suoi togliendo anche lo spento Santon, tornato su ottimi livelli in Premier League, ed affidandosi al talentuoso BenArfa percercare di rimettere in piedi l’incontro. Il francese prende per mano i suoi che riescono a schiacciare nella propria metà campo i ragazzi di O’Neill, rimasti anche in dieci dopo l’espulsione di Sessegnon. LarincorsadelNewcastlevienefinalmentepremiata quando la bandiera del club Shola Ameobi, entrato da poco, cerca ed ottiene uncalciodirigore.AdottominutidallafineSt.JamestrattieneilfiatomaBasciupatuttofacendofarebellafiguraaMignoletchesidistende e para. Il boato degli ospiti equivale ad un gol e sembra spegnere l’entusiasmo del resto dello stadio. Una delusione che si trasforma però in bolgia quando al secondo

dei cinque minuti di recupero proprio Ameobi anticipa tutti e segna il suo settimo gol in carriera ai “Black cats” che vedono così svanire il sogno di una vittoria esterna nel derby. Il Newcastle prova addirittura ad inseguire l’incredibile raddoppio trascinato anchedallasuagentema l’1-1finalevalequanto una vittoria, sia per i giocatori che per i supporters, che fra solidi abbracci e pugni chiusi al cielo si rivolgono ai rivali ammutoliti con tutto il repertorio del caso.Ildeflussodall’affascinanteimpiantoèrapidoe festoso mentre i Sunderland escono solo dopo circa mezz’ora, scortati dalla Polizia che in alcuni momenti fatica ad evitare contatti pericolosi. E mentre gli ospiti fanno ritorno in stazione, il centro di Newcastle si ripopola nuovamente dell’entusiasmo e dell’inesauribile sete dei suoi tifosi, fra sorrisi e cori che esaltano l’orgoglio Geordie e la passione per i propri colori.

Testo e foto di Bendetto Marchese.

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come vicini di posto due poliziotti che per tutto il tempo puntano sugli spalti una telecameraeunamacchina fotografica.Lo stadio all’interno è molto bello anche se il parterre, presente in tutto il perimetro del campo, è costruito con materiali prefabbricati. Nell’anello superiore della curva sud prendono posto i tifosi ospiti con lo striscione “FANATICS” appeso in vetrata. Dalla parte opposta, gli ultras del Feyenoord iniziano a ravvivare l’ambiente sin dal riscaldamento delle

Tipico calore olandese?Tipico clima nordico quello che mi aspetta a Rotterdam per fotografare Feyenoord – Groningen. Temperatura vicina allo zero, cielo nuvoloso e leggera pioggerellina. Per fortuna ad accompagnare il mio breve viaggio in metro dalla stazione centrale allo stadio, ci sono decine di cinquantenni che mandano giù una birra dopo l’altra, cosa inusuale in Italia. Il Feyenoord Stadion, con una capienza di circa 50.000 posti, è stato teatro discenadellafinaledeglieuropeidel2000tra Italia e Francia e tutti ricordiamo come andòafinire.Arrivatialbotteghinodegliaccrediti trovo una brutta sorpresa: non c’è traccia del mio pass, mi spiegano per problemi “burocratici”. Riesco ad ottenere però, un ticket per la tribuna stampa e così, consapevole di non poter svolgere al meglio il mio lavoro (da lì è severamente vietato scattare foto) decido di entrare lo stesso. Appena metto piede in tribuna mi accorgo di avere

Foto & News: Eredivisie Olandese, Feyenoord-Groningen 1-0

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due squadre. Peccato però che i cori saranno scanditi solo nel pre-partita. Non mi era mai capitato di assistere ad una cosa simile. I Fanatics Groningen non faranno un solo coro in 90minuti, nonsventoleranno una bandiera e rimarranno seduti per l’intero arco della partita. Quasi identica situazione si è vista nella zona occupata dai Feyenoord Hooligans. Zero bandiere, grandi o piccole che siano, e un solo coro dopo il gol segnato dalla propria squadra. Non credo ci sia un divieto di entrare aste anche perché ho visto sventolare delle bandiere in altri punti dello stadio. Sinceramente sono rimasto deluso dall’atmosfera vissuta o forse si tratta semplicemente del tipico calore olandese. Di bello c’è il fatto che gli stadi sono sempre pieni, e con ogni tipo di condizione meteo; d’altro canto, credo che ci sia il bisogno di creare più “atmosfera” per far sì che uno stadio non sembri sempre di più un teatro.

Testo e foto di Stefano Sicilia.

Foto & News: Eredivisie Olandese, Feyenoord-Groningen 1-0

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Fratelli controNuovo spettacolo di tifo sugli spalti del Pala Olimpico di Torino in occasione della seconda semifinale che vede di frontele tifoserie amiche degli Eagles Cantù e dell’ormai ex-Inferno Biancorosso Pesaro.A dire il vero, ancora una volta, sono gli ultras canturini a mettersi in evidenza, dando letteralmente spettacolo per tutto il corso del match e confermandosi sempre più come uno tra i migliori gruppi ultras del basket nel campionato di serie A.Sicuramente favoriti dalla vicinanza geografica tra Cantù e Torino, i brianzolisono presenti in gran numero sugli spalti del palas torinese; ma ciò che più conta, e che nessuno può negare, è il gran tifo che sono capaci di creare e che in alcune occasioni sembra davvero potersi trasformare nel sesto uomo in campo.Anche stasera riescono a far rimbombare le pareti di questo enorme contenitore,

trasmettendo quel calore e quella passione che la loro squadra riesce a tradurre in canestri, decisivi per aggiudicarsi l’approdo alla tanto agognata finale che, come giàlo scorso anno, li vedrà ancora una volta opposti alla supercorazzata Mens Sana Siena.Tanti cori potenti, a volte secchi e brevi, altre volte mantenuti per diversi minuti, battimani che spesso riescono a coinvolgere tutti i presenti all’interno del loro settore, e una bella sciarpata, sono gli ingredienti del loro sostegno incondizionato.Sicuramente, torno a ripeterlo, in questo preciso momento storico gli Eagles Cantù sono una delle migliori tifoserie della serie A cestistica, tanto per i numeri che riescono a coinvolgere in casa e in trasferta, quanto per la qualità e l’intensità del calore che sono capaci di creare attorno alla loro squadra. L’arma in più che ogni quintetto vorrebbe averealpropriofianco.I pesaresi, dal canto loro, non sono certo

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“pezze”, sono sistemati nello stesso settore assieme agli altri sostenitori pesaresi, seppure bene inquadrati e compatti dietro i loro vessilli. A loro, in particolare, è dedicato lo striscione di solidarietà e sostegno esposto dalla curva canturina, che la dice lunga sul forte legame di amicizia che lega questi due gruppi.Di sicuro, il settore pesarese ci mette del suo per riuscire a farsi sentire dalla

arrivati fin quassù per rimanerseneappollaiati a guardare la partita, anzi tutt’altro. Infatti, anche loro sono autori di una prova encomiabile, tenuto conto del numero dei presenti, non tantissimi (ma a cui va reso merito per aver affrontato la lunga trasferta), e che pertantodifficilmentepotrebberoreggereil confronto con la marea canturina, nonché per il risultato sul campo che li vede soccombere, seppure con onore, dal momento che Pesaro è rimasta in partitafinoall’ultimo.Anzi,proprio l’incertezzadelmatchfinoalla sirena finale, forse condizionatoanche da alcune scelte arbitrali poco felici a loro sfavorevoli, scatenano la rabbia di alcuni pesaresi che prima della conclusione del match cercano di raggiungere la terna arbitrale per “dirgliene quattro”.A differenza del precedente incontro disputato contro la Reyer Venezia, stavolta anche gli ex-IBR, con le loro

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propria squadra, malgrado l’inferiorità numerica e la serata di grazia della curva canturina.Contrariamente a quanto visto ultimamente, stasera gli ex-IBR sembrano più attivi del solito nel tifare, eperciòl’incombenzanonèaffidataallasola Vecchia Guardia che, da parte sua, è sicuramente ancora troppo discontinua nel sostegno, ma si fa anche notare per alcuni cori nuovi e per altri “personalizzati” rivolti ai giocatori in campo, che fanno moltoanni‘70/‘80.Due ottime tifoserie a confronto, entrambe con una lunga tradizione di tifo alle spalle e che hanno scritto pagine importanti di storia del movimento ultras cestistico; uno spettacolo nello spettacolo, in questo sabato sera torinese, che di sicuro avranno apprezzato anche tutti i “neutrali” che hanno assistito alla partita.

Testo di Giangiuseppe Gassi.Foto di Cuore Gialloblu.

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35 anni di Ultras a BariGli Ucn Bari hanno festeggiato i loro 35 anni con una mostra espositiva al Fortino di Sant’Antonio. Hanno illustrato a suon di comunicati, materiale, foto, video, liste delle trasferte e striscioni tutto il passato del simbolo della tifoseria barese. Si è colta l’occasione per fare della beneficenza,è stato stampato infatti un calendario con alcune delle coreografie storiche piùbelle, il cui intero ricavato è stato donato all’orfanotrofio“VillaMadreArcucci”diBari.Tantissimi i visitatori, molte persone che assolutamente non conoscono il mondo ultras, e tanti genitori con figli al seguito,per non parlare di quelli che sono stati solo di passaggio in questa lunga storia ma che si sono ritrovati in quel luogo e in un attimo hanno rivissuto i tempi gloriosi del passato. Nel bene o nel male gli Ultras Bari rappresentano per storia e tradizione una delle più vecchie e blasonate tifoserie d’Italia. Risale al 1976 la loro fondazione, forse

tra i pochi gruppi pugliesi riusciti ad uscire indenne da ormai 35 anni in cui hanno dovuto reggere l’urto della recentissima tessera, dellediffide,delcalciomoderno,dellemodecurvaiole e di una gestione societaria tra le più mediocri e durature in Italia. In una cronologia di eventi, la storia degli Ucn e di tutta la curva nord può suddividersi in due periodi storici: quello che va dalla nascita finoadItalia90,incuiilvecchioComunale era la patria del pubblico biancorosso, e la seconda era, iniziata dopo la coppa del mondo, con il trasloco al San Nicola, bello da vedersi, ostico per proporre una certa concezione di tifo, che con il tempo e l’esperienza è diventato di migliore fattura ed organizzazione, grazie a “direttivi” che negli anni ‘90 hanno lasciato un’improntatangibile di mentalità. Dalle maestose e riuscite coreografie, alla quadraturadi gruppo, alla solidità della vecchia concezione ultras, il famoso “Stampo Italiano” contro l’avvento delle nuove mode curvaiole che incominciavano a diffondersi

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Speciale: 35 anni di Ultras a Bari Speciale: 35 anni di Ultras a Bari

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nei primi anni ‘90. Tutto questo e altroancora hanno rappresentato gli Ucn. Al di fuori della sala del Fortino, sono stati esposti storici striscioni tra cui lo striscione “Ultras” da trasferta, a caratteri cubitali (quando si potevano girare liberamente gli stadi italiani) esposto per la prima volta in un Brescia-Bari del 2 Febbraio 1997, o lo striscione “Stampo italiano” apparso nel 1994, il cui significatovienericordatoinunavecchiafanzine: s’intende la concezione di fare tifo all’italiana, ovvero con bandieroni torce e tamburi, in antitesi con lo stampo britannico che vuole come prerogativa voce e mani. I tempi si evolvono per cui le bandiere a due aste o gli stendardi che sono di stampo anglosassone hanno trovato ingresso anche nelle curve italiane. Sia ben chiaro, “stampo italiano” non significa essere di destra, anche se molti ragazzi non nascondono le proprie idee; comunque segni politici, finché ci saremo noi, non entreranno nella nostra curva. Il nostro partito è quello del credo ultras. Andando a scavare nella ultra-trentennale storia di questo gruppo, emerge la ferma passione con cui hanno accompagnato il Bari ovunque. Nel panorama del tifo pugliese ha fatto storia l’accesissima rivalità contro i tarantini già viva dagli anni‘70,quandoilmovimentoultraseraagli arbori. In un Bari-Taranto dellla serie B1978/79itarantinialloroingressononebbero una buona accoglienza, venendo poi a contatto con i baresi, anche per l’esiguo numero di forze dell’ordine. Proprio nella stessa partita, ci fu un reciproco scambio di oggetti con un altro gruppo di tarantini posizionati nei distinti laterali, vicinissimi alla curva nord. Tempi in cui certi episodi erano all’ordine della nostra amata domenica; tempi in cui nascevano i primi divisori tra settori e le scorte erano quasi nulle.Nellastagione1987/88enelnovembredel 1988, due trasferte “negative” dei baresi in terra tarantina, quando vennero

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lasciati in mano nemica gli striscioni “Ultras” (strappato da un settore all’altro e riesposto qualche anno fa in un Taranto-Salernitana) e “Boys”, una cui metà venne bruciato nella stessa partita mentre l’altra rimase in mano barese.Neglianni‘80rivalitàimportantefuquellatrabaresi e foggiani. Nei derby di quegli anni, alle grandi iniziative di folklore organizzate con puntiglio dalle due tifoserie, faceva da contorno uno scenario di violenza davvero notevole. Poi la retrocessione del Foggia in serie C e la promozione del Bari nel campionato maggiore, hanno attenuato questa acerrima rivalità per fare posto ad un’altra di pari livello, quella fra Bari e Lecce. Nel corso degli incontri disputati fra queste due squadre, stranamente, sia il Bari che il Lecce hanno avuto uno scarso seguito nelle rispettive trasferte, con presenze sempre oscillanti intorno a poche centinaia di unità. Lastagione90/91èstataun’eccezione:aLecceoltre3.000itifosibiancorossiconununico striscione di grande effetto per quei

tempi, “Del Bari Seguaci”. Derby contornato da gravi incidenti provocati soprattutto dai tifosi biancorossi. Risale a Franco Marvulli detto “Florio” la fondazione degli Ucn, uniti inizialmente sotto lo striscione che recitava “Alè Grande Bari Club Ultras”. Il gruppo si posizionò, secondo la volontà di Florio, in curva nord, per seguire le orme della amata “Maratona” di Torino. Passò poco tempo e sulla balconata nord apparve un nuovo striscione, costruito in modo più professionale, sul quale erano disegnati la scritta Ultras e il simbolo di un teschiodiprofilosopradueossaincrociate.Nei primi anni ‘80 nascono anche diversirapporti di amicizia, oltre che di rivalità, degli Ultras Bari con le altre tifoserie organizzate: il primo rapporto di stima ed amicizia fu allacciato con gli “Eagles Supporters Lazio” ed il gemellaggio durò fino al loroscioglimento e all’avvento degli Irriducibili. Nella stagione 83/84 seguì quello con ifratelli di Salerno, promotori furono Maffei e il Siberiano. L’amicizia sbocciò nella

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partita di andata 1983, ma il rapporto fu consolidato a Salerno quando, il 5 febbraio, la città di Salerno fu addobbata di manifesti che davano il benvenuto ai fratelli baresi. Nel 1985 con la Maratona di Torino, gemellaggio durato molto poco eppure intenso, fortemente voluto, creato e portato avanti da Florio e i suoi ragazzi che, come detto prima, nutrivano grande ammirazione verso quella Curva Maratona che in quegli anni scriveva ogni domenica pagine e pagine di storia ultras, sia sugli spalti sia fuori. Nel campionato 84/85, nella gara di ritornogiocata a Bari, furono addirittura ospitati in Curva Nord con il loro striscione Ultras Granata. Nel 1988/89 vi fu un nuovoincontro in occasione della famosa partita Lecce-Torino in cui, all’ultima giornata di campionato, i granata si giocavano la serie A contro una diretta contendente e il popolo granata si mosse con ben 1.500 tifosi alla voltadel Salento, per una trasferta che per quegli anni fu considerata storica. Nella stagione89/90Ultras Granata e Granata korps saranno presenti al Comunale in occasione di Bari-Juventus. Nel 90/91si presenta l’occasione per riconsolidare l’amicizia ma, dopo gli accordi presi, all’appuntamento prima dell’incontro qualcosanon vaa buon fine. Amiciziaincrinata definitivamente qualche annodopo, in occasione di un Torino-Bari con cori di scherno partiti dalla curva granata. Nella gara di ritorno furono segnalati scontri ravvicinati sotto la tribuna est, tra una quindicina di granata e ultras baresi. In quegli anni nacque un rapporto di stima e amicizia con la nord interista, amicizia nata in occasione di un Inter-Groningen di Coppa Uefa giocato a Bari e in occasione del quale il Della Vittoria si strinse calorosamente attorno ai nerazzurri, portandoli alla vittoria e al passaggio del turno. In quella circostanza i Boys Inter apprezzarono molto l’accoglienza che fu riservata alla

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squadra, soprattutto ad alcuni loro esponenti che a titolo personale vennero a Bari e furono ospitati da alcuni ragazzi di fede interista che in quegli anni militavano negli UCN Bari, addirittura nella partita casalinga a San Siro, successiva all’incontro di Coppa disputato a Bari, i Boys San esposero lo striscione: “I Boys ringraziano i tifosi di Bari”. L’amicizia è andata poi spegnendosi pian piano, raggiungendo l’apice opposto con il furto dello storico striscione “Boys San” a fine anni ‘90; lo stesso venne poi portatoa Milano, in una trasferta della stagione 1997/98, con uno stratagemma insolito ecurioso: lo stesso fu fatto prima a pezzi e poi ricomposto con il metodo della cerniera, per sfuggire ai controlli della polizia. Nel 1988 nacque il rapporto con i reggini (Boys) mentre 18 anni dopo, nel 2006 aCremona, lo striscione UTC dei sampdoriani è presente sopra lo striscione Ultras da trasferta. Nel 1983, quando i pugliesi furono nuovamente retrocessi in serie C, viene

esposto per la prima volta il simbolo del teschio alato che ancora oggi viene utilizzato dagli Ultras. In questi anni gli Ucn furono inoltre protagonisti di importanti avvenimenti dai risvolti positivi, ma anche tanti altri negativi: da un lato ricordiamo la prima coreografia con strisce (Bari-Monza1982/83)eletrasferteseguitedacentinaiadi appassionati, come mai prima di allora; dall’altro non si possono dimenticare gli incidenti di Siena ‘83 e Pescara ‘84. Brutti incidenti anche a Benevento nella stagione 1983/84,doveibaresiselaviderodavveromale. Da ricordare, nella stessa stagione con il Messina, mega-sassaiola sotto la Sud al “Della Vittoria”. Nellastagione1988/89sonodasegnalarein diverse situazioni incidenti con i pescaresi: primo episodio degno di nota accadde alla stazione centrale di Milano, quando si trovarono contemporaneamente i baresi che andavano a Monza, i pescaresi che andavano a Bergamo e i laziali che viaggiavano alla volta di Como. Un altro

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di emergenza e ci furono altri scontri con la polizia, ripetuti prima a Caserta e poi a Benevento. Decine i feriti dopo questa giornata movimentata in cui, triste epilogo, una macchina di baresi fu accerchiata e avvenne il furto dello striscione “Ucn Corato”. Nell’anno 1996 gli Ucn hanno coerentemente e compattamente portato avanti la loro radicale contestazione contro la presidenza, accusata di svendere la squadra, e contro Eugenio Fascetti per una risposta data dopo il derby contro il Lecce, dove il pareggio a molti apparse accomodato. Lo smacco non fu digerito e Fascetti proseguì con le inopportune esternazioni: “Gli ultras a Castel di Sangro non li ho neanche sentiti”. A Brescia volarono i primi cori anti-Fascetti, poi la dura contestazione contro Cosenza e Torino in cui la Nord rimase completamente vuota. Una contestazione ad oltranza che ha avuto

episodio, sempre di quell’anno, avvenne alla stazione di Bologna, dove si trovarono baresi che andavano a Piacenza e pescaresi in viaggio per Milano, e che si scontrarono in maniera piuttosto dura. In tutto quel parapiglia, leggenda narra, i pescaresi si ritrovarono senza uno zaino sottrattoli da un barese; all’interno di quello zaino c’era niente meno che lo striscione principale della loro curva, “Pescara Rangers: l’impero continua”, ritrovato dalle guardie con la minaccia di non far ripartire i baresi. Il terzo episodio avvenne al ritorno dalla trasferta di Empoli, quando al ritorno, in stazione a Bologna, si avvicinarono ai baresi una dozzina di sambenedettesi che chiesero di poter fare il viaggio insieme, visto che all’altro capo dello stesso treno c’erano i vagoni dei pescaresi. I sambenedettesi proposero di viaggiare insieme per generare “movimenti” contro i pescaresi; così, sia all’arrivo alla stazione di Rimini che all’arrivo alla stazione di Ancona, ci furono agguati nel primo vagone con ripetuti lanci di oggetti. Un episodio curioso visti i precedenti di qualche mese prima al “Riviera delle Palme” e alla stazione di Porto d’Ascoli tra baresi e sambenedettesi stessi.Storiarecente,nelfiniredel2000,riportadi incidenti sia a Pescara, fuori dallo stadio con le forze dell’ordine, e nel tragitto verso la stazione in cui vennero a contatto con la tifoseria di casa. Epilogo non diverso al “San Nicola”, dove la peggio la ebbero i baresi, sterminati da diffideearresti.Nel 1994 degni di nota furono gli incidenti al San Paolo di Napoli. Prima dell’incontro un accoltellato barese, durante la partita lancio di seggiolini, oggetti e quant’altro da una parte all’altra, e, a fine partita,autentiche scene di guerriglia urbana. Seguirono scontri feroci con la polizia in una stazione Campi Flegrei sotto assedio. Il trenopartì intornoalle19.20ma, qualche centinaio di metri più avanti, il convoglio fu fermato azionando il freno

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degli Stonati, sono sempre stati presenti nel petalo N, in alto e sempre alla sinistra degli Ultras. Non può assolutamente essere dimenticata nemmeno la GBR (Gioventù Biancorossa), tra i gruppi più radicati e più “tosti” della storia barese; durato pochissimi anni, a causa della morte di Maurizio Pontrelli, uno dei suoi fondatori, e della volontà di portare in alto il nome Ultras piuttosto che insistere con la Gbr.Nel 1985 nascono gli Alcool Bari, una spalla molto forte, soprattutto nella stagione1992/93,quandogliUcn furono falcidiati dalle diffide dopoBari-Veneziacausa contestazione alla presidenza, e gli Alcool onorarono la fine delcampionato di serie B, in ogni trasferta, con lo striscione capovolto per solidarietà al gruppo portante. Tra le amicizie degli Alcool, all’epoca in cui il gruppo era ancora in piena attività, va sicuramente citata quella più sentita, vissuta e onorata, ossia quella con le Brigate Gialloblu di Modena, nata quando gli Alcool si recarono a Modena per la prima volta, all’ultima giornata del campionato 92/93,eadaspettarliinstazionetrovaronoalcuni degli esponenti delle BG. Esisteva anche un’amicizia con gli Ultras Como, frutto dell’apprezzamento che i comaschi nutrivano nei loro confronti. Nel 1988 nascono gli Incorreggibili, nel 1994 divenuti Baresità estrema. Non si possono scordare i Bulldog Cep e gli Istinti mercantili ancora indomitamente

molta risonanza a livello nazionale. Per molti sbagliata, perché una squadra non va mai lasciata sola, per altri segno di un orgoglio indelebile, di una prima forma durissima di intransigenza culminata, nei primiannidel2000, inquasiunbienniodi diserzione casalinga. Proprio in quegli anni da ricordare il furto dello striscione ai palermitani, che fu restituito, e gli incidenti tra polizia e baresi a Lecce, con bandiere “Alcool Bari” passate in mano leccese ed esposte in un Bari-Lecce in notturna.In ogni foto esposta nella mostra, sono visibili le roccaforti degli Ucn, ognuna, chi più o chi meno, con una storia da raccontare. Diverse le sezioni sparse in Italia: Modena, Asti, Milano, Mestre, Brescia, Vicenza, Firenze, Calabria, passando per le varie sezioni locali come RioneLibertàePoggiofranco,perfinirealle varie sparse nella provincia, tra tutte Corato, Canosa, Trani, Bisceglie, Rutigliano, Ruvo, Conversano, Noci.Oltre alle sezioni, diversi i gruppi di spessoresuccedutisialfiancodegliUcn, a partire dai Viking, gruppo dal passato glorioso,natonellastagione84/85magiàattivo da un Italia-Urss al Della Vittoria. Curiosità che li riguarda: nel 1987, caso unico, le tessere ultras riportavano sia il nome degli “Ultras” che quello dei “Viking”, segno tangibile dell’importanza che questo gruppo aveva raggiunto. Per alcuni mesi ci fu una “mezza fusione” con il gruppo Kaos che diede vita allo striscione Viking Kaos. Dagli stessi Viking nacquero poi Stonati (nella stagione 1987/88)edIrriducibili (in principio Viking Island). Altra curiosità legata ai Viking: il “San Nicola” non ha mai visto il loro striscione per volontà dei suoi stessi esponenti, legati ideologicamente al vecchio stadio, dove la propria sigla aveva sempre campeggiato alla sinistra di quella Ultras. Bisogna però sottolineare che dal 1990, anno dell’inaugurazione del “SanNicola”, parte dei Viking, in compagnia

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attivi, sempre presenti con gli Ucn nella mediocrità decennale della serie B. Menzione importante la si deve fare all’Estrema Guardia, nata nel 1999 dalla fusione dell’Estremo Sostegno e della Nuova Guardia. Il loro striscione, lungo 30metricon ilguerrieroalatoalcentro,apparve il 30 gennaio del 1999 in unBari-Lazio innevato, partita contornata dal ripetuti lancio di fumogeni tra il settore ospiti e proprio l’Estrema Guardia. Composto da una decina di elementi, con sezione distaccata a Maranello, il gruppo stazionò dal 1999 all’agosto del 2002inCurvaSud,cercando(comegiàiniziato nel ‘97 con Estremo Sostegno) di svegliare i torpori della sud in fatto di tifo e di mentalità. Sempre coerenti contro la dirigenza Matarrese (striscione in pvc, sfondo nero, scritta bianca: “Matarrese vattene”). Nell’agosto del 2002, in unBari-Catania di Coppa Italia, il gruppo ritorna in curva nord per dare una mano all’anima della tifoseria barese. Neglianni ‘80e ‘90tantialtri igruppialfiancodegliUCN: il Gruppo Tequila, gli Allucinati e il Nucleo, nato nel 1993 ed in giro per l’Italia con la famosa pezza “Bari vi spezza”. Daglianni2000adoggivannoricordatiBox82, Q.S.G., gli attivissimi Bari1908, la Banda Bassotti, Kuei Vekki, gli 080, i ragazzi di Bari Vecchia. Tutti gruppi che, nel bene o nel male, hanno dato un contributo allo splendore della curva nord negli anni in cui ancora si era liberi di essere ultras.Come ricorda la tela, “Vivere ultras nel ricordo di chi ci ha lasciato, in questa mostra meritano sicuramente un pensiero quegli ultras che non ci sono più, da Massimo a Gianni e Sebastian, per non dimenticare Tato degli Alcool e tutti quei tifosi che sono venuti a mancare in questi anni, e che con la propria presenza hanno contribuito a scrivere pagine della storia della curva nord.

Testo e foto di Massimo D’Innocenzi.

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succedute. Tutti questi anni però hanno avuto un’unica costante, vale a dire la presenzacontinuaalfiancodellasquadra,ovunque, presenza che è sempre andata al di là di qualsiasi fattore ambientale, climatico,diclassificaerepressivo.La gara odierna, che vede al cospetto della Paganese la squadra dell’Aquila, purtroppo capita in un momento in cui il calo degli spettatori è ormai un dato di fatto, per cui i ragazzi hanno ritenuto opportuno rinviare ogni tipo

Gioventù: 20 anni di anticonformismo

“Sonpassatiben20anni,dibattaglieneho fatte tante, dai campetti di periferia al Bentegodi e lo Zaccheria”. Era il 23 febbraio del 1992 quando, un manipolo di ragazzi accomunati dalla passione per il tifo e innamorati della casacca azzurro-stellata, in un infuocato derby tra Paganese e Nocerina, diedero vita al gruppo della Gioventù. Nessuno allora pensava minimamente che la vita del suddetto gruppo sarebbe stata così lunga e ricca di emozioni. Inutile porre l’accento sul fatto che il gruppo, in questi 20 lunghissimi anni, ne haviste davvero tante, superando momenti difficilissimi, soprattutto ai tempi deldilettantismo, quando si sognavano campionati superiori che consentissero di confrontarsi con tifoserie più degne di questo nome, ma anche per le continue repressioni che di anno in anno si sono

Foto & News: SerieC2/B,Paganese-L’Aquila 1-1

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Foto & News: SerieC2/B,Paganese-L’Aquila 1-1

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più blando, quasi a volersi accontentare del pareggio. Come facilmente prevedibile, la gara termina col risultato di 1-1, che fa esplodere di rabbia i gruppi della curva mentre dai distinti, incuranti dell’infelice risultato, si continua a cantare anche ben oltrelafinedellagara,peronorarequestiventi anni ultras.

Testo e foto di Alfonso Ceglia.

di festeggiamento a giorni migliori. L’evento è chiaramente sottolineato con uno striscione esibito all’ingresso delle squadre in campo: “1992-2012 Novità,Stile, Originalità. Eterni Anticonformisti”. La squadra, con in testa il capitano Fusco, prima dell’inizio della gara, rende onore al gruppo dedicandogli un lungo applauso. La curva nord, mediante uno striscione degli Urban kaos, cerca di spronare l’undici azzurro-stellato ad un maggior impegno, visti anche gli ultimi deludenti risultati. La prima frazione di gioco è molto tirata e combattuta. Al vantaggio della squadra abruzzese, dopo dieci minuti, risponde subito la Paganese che perviene al pareggio su calcio di rigore. Il tifo è buono in entrambi i settori con picchi elevati soprattutto dopo il goal della squadra campana. La ripresa invece, a differenza del primo tempo, vede le squadre giocare a ritmo

Foto & News: SerieC2/B,Paganese-L’Aquila 1-1

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veemenza, e questa è una caratteristica della squadra. Si susseguono le azioni e i calci d’angolo ma il goal non arriva. Serve allora tutta l’intelligenza calcistica dell’ex del Campobasso Quadri per risolvere la contesa: arriva sulla sinistra e dal fondo la cosa più logica sarebbe metterla al centro, invece alza la testa e vede dietro Carboni; tocco delizioso d’esterno destro e il vice cannoniere del Catanzaro, al volo, non perdona anticipando anche Sirignano. Finalmente è il vantaggio ed

Sesta vittoria consecutiva Per questa gara il “Ceravolo” si riempie di circa 3500 presenze, e prima dellapartita c’è il tempo per la passerella del presidente Cosentino, che, anziché passare dal centro del campo, vuole salutare i tifosi da vicino, raccogliendo l’applauso della curva e della tribuna con il sottofondo di “Aquile Aquile”. La partita inizia e dalla curva si alza uno striscione per ricordare Massimiliano Citriniti. Poi si parte con “Siamo la Massimo Capraro...”, sventolando diverse bandiere ed alzando stendardi per colorare la mitica Ovest.In campo i giallorossi partono subito all’attacco, sfiorando diverse volte larete. Nella “Capraro” si canta e non ci si ferma mai. Il primo tempo termina a rete inviolate ma, come al solito, se il Catanzaro lo avesse chiuso con almeno due reti di vantaggio, nessuno avrebbe potuto dire nulla. Il Catanzaro inizia la ripresa con

Foto & News: SerieC2/B,Catanzaro-Aversa Normanna 1-0

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esplode il “Nicola Ceravolo”, ex Militare, e per diversi minuti sembra siano in 30.000allostadio.La curva canta a squarciagola, più del primo tempo, ma ancora manca qualcosa per ritornare ad essere il vero dodicesimo uomo in campo. L’Aversa potrebbe cambiare gioco ma il Catanzaro continua ad aggredire e legittimailrisultato,sfiorandoaripetizioneil raddoppio. Termina la partita con la squadra sotto la “Capraro” a festeggiare. Arriva anche il presidente Cosentino, raggiante per questa sesta vittoria consecutiva, a cui è indirizzato il coro “Cosentino portaci in Europa”. Si aggiunge qualche sfottò per i rossoblu cosentini e parte anche il coro “Perugia Perugia vaffanculo”.Prossimi impegni a Celano e poi Chieti. Si ritornerà a giocare al “Ceravolo” con Catanzaro-Perugia,unasfidaveramenteimportanteperlavettadellaclassifica.

Testo e foto di West Side Catanzaro.

Foto & News: SerieC2/B,Catanzaro-Aversa Normanna 1-0

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di Noto. In ogni caso, onore e merito a questo gruppetto di ragazzi che ha affrontato un viaggio lunghissimo pur di seguire la propria squadra del cuore. Alla fine del match cori da parte degliultras di casa che invitano la tifoseria giallorossa a prendere parte alla trasferta a Viterbo.

Testo e foto di Emilio Celotto.

Una vittoria aspettando Viterbo

Per gli abatesi una vittoria che vale oro, sia per la classifica sia in vista dellasemifinale di andata di Coppa Italia diSerie D contro la Viterbese. Suglispaltiisoliti400spettatori,ilsolitozoccolodurocompostadacirca20ultras,chefannolalorobellafigurasostenendoi giallorossi di casa per tutti i 95 minuti.Sempre il suddetto gruppo ultras si è reso protagonista con l’accensione di numerose torce, che hanno creato davvero un bell’effetto. Presenti nel settore ospiti una decina di persone, di cui 5 ultras, che portano con sé molti drappi, tra cui quello per Gabbo.La distanza che separa Noto da Sant’Antonio Abate è davvero elevata, per cui non ci si poteva aspettare di meglio da una realtà piccola come quella

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Fasano sempre e ovunqueDomenica soleggiata ma molto fredda in terra barese. Nello stadio del San Paolo Bari arrivano una quarantina di ultras fasanesi (Fasano Ultras e Allentati), ovunque, sempre e comunque presenti. Oggi si opta per l’ingresso gratuito anche per gli ospiti e si ritorna ai controlli zero, mettendo ancora in luce la particolarità ambientale che caratterizza questa zona. Ultras fasanesi sempre vicini a tragedie civili e problematiche sociali, in questo inizio gara espongono lo striscione targato Allentati sulla Costa Concordia: “Morire in crociera che esca la storia vera”. Assistono alla gara in silenzio ma continuo è lo sventolio delle bandiere e continue sono le accensioni di fumogeni, sotto l’occhio disinteressato di qualche guardia, che assiste alla gara da spettatore. A fine gara l’immancabilericordo targato Fasano ultras per Nicola.

Testo e foto di Massimo D’Innocenzi.

Foto & News: Eccellenza Pugliese, San Paolo Bari-Fasano 3-1

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Foto & News: Eccellenza Pugliese, San Paolo Bari-Fasano 3-1

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Novara, continua il sogno playoff Motivazioni diverse animano Pavia e Novara, che si affrontano questo pomeriggio al “PalaRavizza”; infatti, se Pavia è sempre alla disperatissima ricerca della prima vittoriastagionale,Novara,cheinclassificanaviga poco sopra la quota play-off, deve pensare a portarsi a casa i 3 punti in palio, ma anche a dosare le forze in vista del derby di Coppa Italia di martedì sera, che la vedrà opposta alla capolista Busto Arsizio, nella fortezza “PalaYamamay”.Paviapuòfinalmenteschierareiduenuoviacquisti del mercato invernale, ovvero la centrale Petkova e l’opposta brasiliana Jaline Do Prado, dopo aver risolto gli intoppi burocratici delle scorse settimane. Tuttavia, almeno in avvio di gara, i valori in campo non sembrano stravolti dai volti nuovi, con Novara sempre indiscutibilmente avanti, dopo il vuoto creato da Horvat con la sua battuta e Pavia costretta alla solita, impossibile rimonta. Capitan Gennari

prova a riportare sotto la sua squadra, ma solo gli errori in ricezione di una distratta Asystel mantengono in vita le Vespette; poi Koeva sbaglia la battuta e consegna il set alle piemontesi, 25-17. Anche il secondo gioco si apre sotto il segno di Novara, che con la sapiente gestione di Bechis sotto rete e il lavoro di “martello” di Horvath e Frigo contiene le sfuriate di una Pavia ferita, che ha almeno il merito di reagire e di prolungare lo scambio fino al 25-22messo a terra da Barcellini. Novara va 2-0e,molto credibilmente, la garaè tuttaqui. Sugli spalti, intanto, da segnalare che le due fazioni, presenti in circa una ventina di unità ciascuno, non fanno tifo, ma fanno un rumore esagerato, inutile ed insopportabile, che trasforma il palazzetto in un girone infernale. Belli, per carità, i tifosi ospiti, ma tutta questa confusione non va assolutamente a dare lustro alla loro prestazione.Il terzo parziale si apre con le asystelle ancora avanti a guidare il gioco. Prima della

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il paradosso, è stata più dignitosa la rinuncia di Conegliano a metà stagione, per motivi prettamente economici, che perpetuare una situazione al limite della decenza. Inutile dire che anche Novara lascia Pavia con 3 punti, conquistando anche il terzo set con il punteggio, eloquente, di 25-12. Novara continua la rincorsa ai playoff, Pavia aspetta solo la matematica retrocessione.

Testo e foto di Matteo Mangiarotti.

gara è stata celebrata la vittoria dell’Under 18 della Riso Scotti nel campionato provinciale: il fatto che il libero titolare di quella squadra, Barbieri, è lo stesso che riveste il ruolo da titolare nella prima squadra, dovrebbe darvi la dimensione dello stato in cui versa il volley pavese. Altro dettaglio da non sottovalutare, perchè nei dettagli sta il diabolico, il bar del palazzo è desolatamente chiuso. Purtroppo, le sensazioni che trasmettono squadra e società sono di resa incondizionata per manifesta inferiorità; troppo è, infatti, il divario che separa le pur volenterose Vespette da tutte le altre rivali, tecnico, tattico e anagrafico,fattore che porta con sé, molto spesso, anche quell’esperienza e quell’astuzia che decide le situazioni in bilico. E il confronto, oltre che impietoso, diventa anche imbarazzante. Lo sport, che di per sè racchiude uno spirito altamente competitivo, non lascia spazio ad errori di calcolo e di gestione; forse, passatemi

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