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NEXT #People #Business #Sport / 31 #BUSINESS S tanley Kubrick era un regista geniale. 2001 Odissea nello spazio è uno dei suoi capolavori, immagina un futuro prossimo e indaga a fon- do temi etici cruciali quali l'identità della natura umana, il suo destino, il ruolo della conoscenza e della tecnica. Temi quanto mai attuali, oggi, in un periodo in cui, nostro malgrado, la realtà ha superato la fantasia. 2020 Odissea nello spazio: sicu- ramente qualcuno un giorno ci fa- rà un lm. Perché questi sono stati i mesi dello spazio. E questa è stata l’estate dello spazio. Non solo per il recente viaggio della NASA, che sarebbe piaciuto a Kubrick, ma anche e soprattutto per la questione prioritaria dello spazio minimo da rispettare per la nostra sicurezza. L’odioso, ma necessario distan- ziamento. Lo spazio è anche ciò che in orto- graa separa due parole. Duemilaeventi è un anno che ri- corderemo a lungo. Duemila Eventi è un’iperbole alla quale afdiamo la nostra ambi- zione, il nostro orizzonte, il nostro impegno. Perché noi, al Quanta Club, di spazio ne abbiamo parecchio, lo vedete dalla foto. Quanti eventi, attività, incontri si possono organizzare in 62 mila metri quadri di verde, di campi sportivi, di piscina, seguendo le ormai famose Linee Guida che ci mettono al sicuro? Non facciamo l’elenco, perché siete voi a decidere. Con il supporto del nostro team di professionisti, istruttori, testimonial e un know- how collaudato in anni di espe- rienza, nel trovare soluzioni su misura per le aziende. Parliamone. Ripartiamo. Ritaglia- moci uno spazio. Maria Maiello - Corporate Client, Event & Sponsorship Manager [email protected] 02 66216155 Un know-how collaudato per ripartire in sicurezza Un team di professionisti, istruttori, testimonial specializzato nel trovare soluzioni su misura per le aziende Duemila Eventi

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#BUSINESS

Stanley Kubrick era un regista geniale. 2001 Odissea nello spazio è

uno dei suoi capolavori, immagina un futuro prossimo e indaga a fon-do temi etici cruciali quali l'identità della natura umana, il suo destino, il ruolo della conoscenza e della tecnica. Temi quanto mai attuali, oggi, in un periodo in cui, nostro malgrado, la realtà ha superato la fantasia. 2020 Odissea nello spazio: sicu-ramente qualcuno un giorno ci fa -rà un film. Perché questi sono stati i mesi dello spazio. E questa è stata l’estate dello spazio. Non solo per il recente viaggio

della NASA, che sarebbe piaciuto a Kubrick, ma anche e soprattutto per la questione prioritaria dello spazio minimo da rispettare per la nostra sicurezza. L’odioso, ma necessario distan-ziamento. Lo spazio è anche ciò che in orto-grafia separa due parole. Duemilaeventi è un anno che ri-corderemo a lungo. Duemila Eventi è un’iperbole alla quale affidiamo la nostra ambi-zione, il nostro orizzonte, il nostro impegno. Perché noi, al Quanta Club, di spa zio ne abbiamo parecchio, lo vedete dalla foto. Quanti eventi, attività, incontri si

possono organizzare in 62 mila metri quadri di verde, di campi sportivi, di piscina, seguendo le ormai famose Linee Guida che ci mettono al sicuro? Non facciamo l’elenco, perché siete voi a decidere. Con il supporto del nostro team di professionisti, istruttori, testimonial e un know-how collaudato in anni di espe-rienza, nel trovare soluzioni su mi sura per le aziende. Parliamone. Ripartiamo. Ritaglia-moci uno spazio. Maria Maiello - Corporate Client, Event & Sponsorship Manager [email protected] 02 66216155

Un know-how collaudato per ripartire in sicurezza

Un team di professionisti, istruttori, testimonial specializzato nel trovare soluzioni su misura per le aziende

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Riki Tessari ripensa al 9 mag-gio. Il sole che splende, i campi da tennis tirati a lu-

cido, un’automobile che lentamente si avvicina all’ingresso del Quanta Club: “Il primo Socio tornato a giocare dopo i mesi di lockdown - racconta l’Amministratore Delegato - il primo di tanti, compresi i fre-quentatori e i ragazzi dei Camp Estivi che ci hanno rinnovato la fi-ducia apprezzando il nostro sforzo per adeguare le nostre strutture ai nuovi standard di sicurezza neces-sari”. Un lavoro immane, da togliere il sonno: “Confesso lo scoramento del primo mese di chiusura forzata.

Il senso di abbandono e la preoc-cupazione per il futuro, con l’esca-lation della pandemia e l’accavallarsi di notizie, bozze di provvedimenti, decreti a scandire le nostre giornate. Ma la voglia di reagire non è mai venuta meno. Abbiamo studiato i protocolli e iniziato a lavorare alla messa a punto delle strutture, senza lasciare zone d’ombra: dalla prova della temperatura all’ingresso, alla cartellonistica onnipresente, alla ri-gorosa e reiterata sanificazione fino alla costante sensibilizzazione sui comportamenti da adottare. Quel 9 maggio, una data per noi speciale e carica di significati, non ha rap-presentato solo un sospiro di sol-

L’attività corsistica è ripresa a settembre, nel rispetto delle linee guida emanate dalle autorità

Ripartire in sicurezza

a sinistra Riki Tessari, AD del Quanta Club. Nell’altra pagina in alto: il braccialetto per il distanziamento MT-1 di eXelen, fornito ai partecipanti dei Camp

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lievo, ma anche un test a 360°. Di lì a poco i campi hanno cominciato a riempirsi come sempre: una ri-sposta che mi ha stupito fino a un certo punto, perchè ero sicuro che la gente avesse voglia di ricomin-ciare, di ritrovare un minimo di socialità, di praticare sport. Ed ero convinto che la cura nel tenere i contatti con soci e frequentatori, la possibilità data di recuperare tutte le ore perse e il lavoro svolto per la messa in sicurezza, ci avreb-bero premiati”. Il resto l’ha fatto il Quanta Club, inteso come location: “Il verde, gli spazi, la piscina e il gran senso di responsabilità, mi piace sottoline-arlo, di soci e frequentatori: i ri-chiami per il mancato utilizzo di mascherina si contano sulle dita di una mano”. Ora la stagione cambia e molte delle strutture si presente-ranno nella versione coperta: “Nes-suno può prevedere il futuro dal punto di vista sanitario, ma ripar-tiamo con l’attività corsistica nel totale rispetto delle linee guida emanate dalle autorità”. CAMP ESTIVI: OLTRE LE ASPETTATIVE Non c’è estate senza Camp per bam-bini e ragazzi. Per il Quanta Club, una vera e propria expertise consoli-data in anni di esperienza. Ma la si-tuazione di quest’anno, imponeva una serie di accorgimenti e valuta-zioni, tanto da mettere in dubbio lo svolgimento stesso delle attività: “Non ci siamo arresi - dice Marco Uda, Responsabile Sport - abbiamo alzato gli standard di sicurezza e siamo partiti confidando nel poten-

ziale enorme dei nostri spazi e nella professionalità dello staff. È andata bene: i numeri sono solo di poco inferiori all’anno passato e i feedback ricevuti dalla famiglie sono positivi. Già da settimane il focus si è spostato sulla ripartenza dell’attività corsistica, come sempre ricca e variegata. Sap-piamo di dover convivere con una situazione inedita e quindi non ab-basseremo la guardia”.

RIAPERTURA IN DIRETTA RAI

La Rai ha scelto il Quanta Club per documentare la riapertura di palestre e piscine in Lombardia dopo la lunga fase di lockdown. La troupe guidata dal giornalista Stefano Fumagalli (sotto) ha trascorso la mattina di lunedì 1 giugno tra campi da tennis, piscina e area fitness, realizzando interviste all’Ad Riki Tessari e ai primi frequentatori, alle prese con le nuove misure di sicurezza adottate nella struttura. Cameo anche per il nostro beacher Andrea Abbiati, impegnato nella preparazione atletica in palestra. I contributi filmati hanno arricchito due collegamenti in diretta e un servizio per il Tg2. Non solo Rai: anche la tv portoghese SIC ha predisposto un collegamento in diretta dal Quanta Club, condotto dall’inviata Claudia Garcia (a sinistra).

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Avete presente l’impressionante sequenza di tic nervosi che prelude al servizio di Rafa Nadal? È solo una piccola parte dei rituali ossessivamente ripetuti du-rante un match da uno dei più grandi

tennisti della storia. E il fatto che non possa farne a meno lui, dall’alto dei suoi oltre 80 tornei vinti, rende l’idea di quanto la mente di un tennista o più in generale di chi pra tica ad alti livelli uno sport in-dividuale, possa diventare pane per gli psicologi. Perché spesso, il labile confine tra un talento ine-spresso e un campione assoluto risiede nella capacità di dominare lo stress e di mantenere il controllo: “Da questo punto di vista - spiega Sara Bordo, da

quest’anno responsabile del neonato programma di Mental Coaching del Quanta Club - il tennis è lo sport ideale per chi si occupa a livello professionale di psicologia per il potenziamento delle abilità men-tali”. Una branca della psicologia applicabile a vari ambiti, da quello personale a quello lavorativo, oltre che allo sport. “Esatto. Per me, che sono cresciuta praticando pal-lavolo, il mondo dello sport ha rappresentato lo sbocco naturale per mettere in pratica quanto ho studiato e affinato durante il mio percorso all’Uni-versità Cattolica”.

Mental Coaching: una delle novità più attese nell’offerta corsistica del Quanta Club

A Bordo campo

#SPORT

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Ci spieghi meglio di cosa si tratta? “Per conseguire la Laurea Magi-strale, ho seguito il primo corso in Italia di Psicologia per il Be-nessere. In quel periodo ho ini-ziato a ideare e creare percorsi strutturati finalizzati a migliorare la performance degli atleti. Ho creato un metodo di lavoro con-creto e pratico, basato sugli esercizi e sugli stimoli in campo, molto più che sulla teoria facendo mia la convinzione che l’approccio tradizionale non funzioni con gli sportivi. Mi sono poi affidata alla tecnologia, per dare continuità al programma e renderlo al passo coi tempi” Quali sono questi strumenti tecnologici? “Lavorare una o due volte al mese con un atleta non aiuta a miglio-rare gli standard di concentrazio-ne, autocontrollo e potenziamento

che mi prefiggo. Per questo ho progettato Perform Up, la prima applicazione specifica per il Mental Training nel tennis. Presto ne uscirà una versione aggiornata, anche in inglese. Ne ho ideata anche una per il golf. Sto rice-vendo ottimi feedback sul suo funzionamento, continuerò su questa strada” Anche perché la figura del Mental Coach oggi, non solo è sdoganata, ma resa obbligato-ria per le scuole tennis che vo-gliano fregiarsi degli più alti standard di qualità. “È stata proprio la Federazione a introdurla. Ci si è finalmente resi conto anche in Italia quanto sia importante rinforzare gli staff tec-nici con una figura specifica per la preparazione mentale”. C’è stato scetticismo da parte dei coach?

COS’È IL MENTAL COACHING È una delle grandi novità della stagione. Sara Bordo, Mental Coach professionista e Psicologa dello Sport, entra nella squadra del Quanta Club proponendo percorsi strutturati, volti a potenziare le abilità mentali degli atleti e migliorare le loro performance sportive. Le attività comprendono il Mental Training (colloqui individuali o di squadra) e il Cognitive Training (sviluppato direttamente sul campo) per allenare l'attenzione, la percezione e le funzioni esecutive attraverso strumenti come il Neurofeedback (in grado di monitorare i livelli di attenzione e di rilassamento) e i Blazepod (luci in grado di potenziare i livelli di attenzione e la presa di decisione). Le tecniche di rilassamento, respirazione, visualizzazione mentale e self talk sono utilizzate e insegnate con l’ausilio dell’app “Perform-Up Tennis” (la prima applicazione progettata ad hoc per il Mental Training con un programma di allenamento che permette all’atleta di integrare la componente mentale con quella fisica, tecnica e tattica). Per informazioni: [email protected]

In basso a destra: Sara Bordo, laureata con il massimo dei voti in Psicologia del Benessere, all’Università Cattolica di Milano

“Ho creato un metodo di lavoro concreto e pratico, basato sugli esercizi e sugli stimoli in campo, molto più che

sulla teoria”

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“Ci vuole sempre un po’ di tempo a convincere i più tradizionalisti. Ma devo dire che, una volta testato il metodo sul campo, i dubbi sul-l’utilità scompaiono. Sono con-tenta che il Quanta Club si sia dimostrato molto interessato alla mia proposta”. Al Quanta Club gioca e insegna sua sorella Chiara: è stata lei il suo primo sponsor? “Più che altro la mia prima ‘cavia’ qualche anno fa quando stavo preparando gli esercizi che oggi accompagnano il mio lavoro. I suoi feedback in presa diretta, sono stati preziosi. E di sicuro è stata tra le prime a scaricare l’app”.

ESTATE AL TOP PER CHIARA BORDO Un taccuino con gli appunti scritti a mano, fedele compagno nei cambi di campo. Chiara Bordo prepara così i match, affidando alla penna obiettivi, strategie e sensazioni. E poi c’è l’app, progettata dalla sorella Sarah: “Certo che la uso - sorride la tennista e istruttrice del Quanta Club - è un aiuto prezioso. Nel tennis fai la differenza con la testa: un lavoro che non finisce mai”. Reduce da un’estate di successi Chiara si prepara a lunghi mesi di letargo agonistico, ma di preparazione serrata: “E’ stata una stagione breve per i motivi che sappiamo. Sono riuscita a vincere due tornei e in altri sono arrivata in fondo. La fiducia nel mio potenziale è certamente cresciuta”. Assieme a tutta la squadra: in ambito femminile anche Cristina Tiglea e Beatrice Gatti sono andate a bersaglio.

a destra Sara Bordo presenta Perform Up in radio; in basso Chiara Bordo, tennista di punta del Quanta Club

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#SPORT

In alto: la squadra femminile del Quanta Club; in basso a destra: Manuela Zoni, Maestra Nazionale, responsabile della Scuola Tennis

,,Ai miei tempi ci si arran -giava con il training au-togeno”. Manuela Zoni,

responsabile della Scuola Tennis del Quanta Club, si riferisce agli anni ‘70/’80 quando all’esigenza concreta di dominare le ansie da prestazione tipiche del tennis non si era ancora data una risposta ef-ficace. Oggi è ben felice di arric-chire l’offerta della Scuola che dirige introducendo la figura del Mental Coach: “E ci tengo a sot-tolineare che sarà a disposizione di tutti i nostri atleti dell’agonistica e della pre-agonistica, senza di-stinzioni. Il mio approccio a questo nuovo servizio è lo stesso che ho adottato per la preparazione atle-tica: non lascio indietro nessuno

e a tutti viene garantito lo standard massimo”. Quanto è importante per un ten-nista la preparazione mentale? “Mol tissimo. E non è affatto sem-plice insegnare ai ragazzi come ge stire i cali di concentrazione, lo stress e le aspettative connesse ad un’attività sportiva individuale. Per questo ritengo che l’inseri-mento di una figura professionale specifica rappresenti un salto di qualità in termini di cultura spor-tiva. Con Sara Bordo diamo il via ad un progetto ambizioso, fina-lizzato a infondere maggiore fi-ducia ai nostri tennisti. Il suo ap-proccio mi ha convinto perchè si fonda sull’applicazione diretta sul campo”.

Manuela Zoni promuove il Mental Coaching come veicolo di crescita in termini di cultura sportiva

IL TENNIS HA TROVATO CASA Al Quanta Club, il tennis ha trovato casa. Lo dicono i numeri, lo confermano i riconoscimenti ottenuti, lo si può toccare con mano giocando su uno dei 16 campi, immersi nel verde della pineta. Maestri Nazionali del calibro di Manuela Zoni, Barbara Rossi e Maurizio Riva, che hanno allevato generazioni di campioni e campionesse, sono garanzia di qualità. Lo sanno le migliaia di giocatori che frequentano il Club ogni anno. Lo sanno i nostri Soci, che possono usufruire di spazi esclusivi. Lo sanno le aziende, che ci scelgono da anni per i loro momenti di teambuilding. TORNEI E ATTIVITÀ DI AGGREGAZIONE

• Competizioni a squadre (serie C e serie D) sia maschili che femminili per un totale di 17 squadre del Quanta; • Competizioni giovanili di tutte le categorie; • Tornei FIT di 3 e 4 categoria I NUMERI (2019):

20640 partite giocate 2200 giocatori 350 soci 450 corsisti 3200 lezioni private Per info: [email protected]

Preparazione mentale per tutti

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L’ex golden boy dell’hockey italiano è oggi il manager di Quanta International

CLAUDIO MANTESE

Quanta Globetrotter

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#PEOPLE

Milano, quartier generale di Quanta, terzo piano. Sono le quattro del po-meriggio e Claudio Mantese non ha ancora pranzato. Mail, telefonate, riunioni: per il neoresponsabile EMEA

del Gruppo, le giornate scorrono frenetiche. L’acronimo sta per Europa, Medio Oriente, Africa, che in Quanta al momento si traduce in Svizzera, Repubblica Ceca e Romania. “Eravamo quasi pronti per il ‘next step’, in Ucraina, ma il diffondersi della pandemia ha ritardato il progetto. Operare sul mercato internazionale in questi mesi è molto complicato, con le frontiere spesso bloccate e le difficoltà negli spostamenti. Speriamo che si possa tornare presto alla normalità, noi non molliamo. Siamo una piccola realtà, se confrontata con i colossi del settore, per questo dobbiamo essere lucidi e intra-prendenti nella scelta dei mercati sui quali espanderci. Gli spazi ci sono, ma bisogna saperli trovare e coltivare. L’essere una realtà snella da un lato può rappresentare uno svantaggio competitivo, dall’altro ci dà alcuni van-taggi: processi decisionali veloci, possibilità di incidere su nicchie di mercato specializzate, lavorare sulla som-ministrazione di personale inter-country, in settori ad alta marginalità. In Cechia ha funzionato. Coordino una squadra eterogenea: al di là delle strategie di dettaglio, mi sforzo di creare un clima di lavoro positivo,

dove dedizione e rispetto siano alla base”. Il pollo con le patate, che giace incartato in un angolo della scrivania, può attendere. A sentirlo snocciolare strategie e progetti, il Golden Boy sembra perfettamente calato nella parte del manager di successo. Golden boy: chi segue l’hockey è abituato a chiamarlo così. Anche se boy non è più da un pezzo e l’hockey giocato è solo un ricordo: “Ora che per lavoro gravito spesso su Milano, Riki e il Tapio (Tessari e Rigoni, per chi non lo sapesse, ndr) ogni tanto ci provano, come pour parler. Ma tornare a giocare non avrebbe senso: il cerchio si è chiuso in maniera perfetta, con quel gol in finale di due anni fa. La tentazione ogni tanto mi prende non lo nascondo, quando vedo i miei ex com-pagni che vanno ad allenarsi. Ma è solo un attimo, le

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Mantese in maglia Quanta: un binomio vincente

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priorità sono altre”. Per esempio la paternità. Lidia è nata il 14 febbraio ad Asiago. In leggero anticipo, bruciando le tappe. Forse ha preso da qualcuno? “Ero a Milano la mattina del 13. Per mera fortuna, visto che una tempesta nei giorni precedenti ha fatto saltare alcuni voli, mentre mi trovavo in Ucraina. La telefonata è arrivata alle 8.30: mi sono fiondato in auto. Meglio non rivelare quanto tempo ci ho messo per arrivare ad Asiago… Come spesso succede, il parto si è poi fatto attendere per delle ore, che mi sono sembrate un’eternità”. Con un doveroso plauso a mamma Chiara. “Ovviamente. Siamo insieme da sempre. Insieme siamo andati prima in Brasile, poi in Repubblica Ceca. Lei ha creduto fortemente in noi, nel nostro progetto di vita, con rinunce e sacrifici”. Riavvolgiamo il nastro. Torniamo al Golden Boy, talento cresciuto a pane e hockey su ghiaccio sull’Altopiano di Asiago…

“L’hockey è il nostro sport ‘nazionale’, ne siamo tutti coinvolti. Da bambini è inevitabile finire coi pattini sul ghiaccio. Promettevo bene, sono entrato in prima squadra giovanissimo e nel giro della Nazionale con le Olimpiadi di Torino nel mirino. Ma una serie di infortuni mi hanno limitato, in particolare la spalla non mi ha dato tregua. Non avendo attività di famiglia che potesse garantirmi un futuro, già a 20 anni ho deciso di smettere e concentrarmi sugli studi in Giurisprudenza”. E sull’hockey inline, meno dispendioso a livello fisico. “Il 26 dicembre 2005, di ritorno da una trasferta a Canazei, dissi basta. Un amico, il giornalista Stefano

“In Quanta coordino una squadra eterogenea: mi sforzo di creare un clima di lavoro positivo, dove dedizione e rispetto siano alla base”

In basso: l’investitura di Mantese durante la Convention Quanta del 2019

#PEOPLE

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Angonese, all’epoca addetto stampa degli Asiago Vipers di inline, mi accennò alla possibilità di passare alle otto ruote. Il tempo di tre allenamenti e mi ritrovai in pista, addirittura nelle finali di Champions League, che quell’anno si disputavano a Bassano. Fu un trionfo. In pratica, divenni campione d’Europa di inline dopo soli dieci giorni di attività!”. Come si suol dire, chi ben comincia… In poco tempo sei diventato il più forte, vincendo titoli a ripetizione. “Continuando gli studi in Giurisprudenza. Nel 2011 mi stavo per laureare e già svolgevo praticantato nello studio del presidente dei Ghosts Padova, squadra nella quale nel frattempo mi ero trasferito”. E all’improvviso, le classiche ‘sliding doors’… “Saltano alcuni sponsor, Padova deve liberare i giocatori più forti. Contatto il Milano che già mi cercava da un paio d’anni con un’idea ben precisa in mente. Il mio obiettivo era quello di coniugare hockey e lavoro:

Quanta era la soluzione ideale. Chiesi espressamente di avere una chance in azienda, oltre al contratto da giocatore. Conobbi il Dottor Quintavalle”. E come andò? “La prima cosa che mi disse fu: se non si laurea a di-cembre non la prendo. La seconda: le offro un collo-quio per uno stage in azienda e se ricevo feedback negativi non se ne fa nulla. La terza: decida entro domani. Avevo appena incontrato la persona che mi ha cambiato la vita. Esigente, diretto, a volte duro, ma profondamente corretto e a suo modo emotivo. Mi ha dato un’opportunità. Così come Illo me ne ha date altre negli anni successivi. Entrambi hanno creduto in me, gli devo molto”. Inizia così la carriera nelle risorse umane, mentre prosegue quella in pista con la maglia dei Rinoceronti. Strade parallele, baciate dal successo. “Ci vuole anche un pizzico di fortuna. Di mio ci ho messo impegno, entusiasmo e volontà di migliorare, senza paura di accettare nuove sfide. Colsi al volo l’op-portunità di proseguire il mio percorso lavorativo in Brasile, anche se questo voleva dire rinunciare all’hockey a soli 28 anni, nel momento migliore della carriera. Fu un’esperienza difficile, ma molto formativa”. Qualche anno Oltreoceano e poi il ritorno in Eu-ropa, destinazione Praga, per la start up di Quan-ta Repubblica Ceca. “Cambiare ogni due o tre anni fa bene. Non c’è cosa

Tripla veste: manager a destra, hockeysta a sinistra, e , curiosità in basso, ospite nella

trasmissione Rai ‘I soliti ignoti’, dove i concorrenti hanno dovuto smascherarlo!

IL C.V. DA HOCKEISTA Claudio Mantese nasce ad Asiago il 18 maggio 1985. Indossa i pattini da ghiaccio a 5 anni e inizia la trafila nelle giovanili dell’Asiago. Esordisce in prima squadra a 17 anni facendosi notare come attaccante di talento, visione di gioco e personalità. Entra nel giro delle Nazionali di categoria. Limitato dagli infortuni, lascia il ghiaccio a soli 20 anni e passa all’inline con gli Asiago Vipers. In maglia arancionera vince: 5 scudetti , 3 Champions’ League, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Dopo una stagione e mezza nei Ghosts Padova, passa al Milano Quanta a fine 2011 In rossoblu vince altri 11 trofei: 4 scudetti, 3 Coppe Italia, 3 Supercoppe, 1 Coppa Fisr. Con la Nazionale, è stato vice-campione del mondo a Roccaraso nel 2011 e medaglia d’argento ai World Games di Cali nel 2013.

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peggiore nel lavoro che fare sempre le stesse cose e fossilizzarsi nella propria zona di comfort. Praga per me ha rappresentato una svolta. Ho avuto la piena responsabilità del progetto, seguendolo in tutte le sue fasi e sono orgoglioso del lavoro svolto assieme ai miei collaboratori. E come qualità della vita, Praga è imbattibile! Ero a dieci minuti dallo stadio del ghiaccio, andavo sempre alle partite dello Sparta”. L’hockey nel sangue, tanto che alla fine non hai resistito e sei tornato in pista. Com’è andata? “Colpa o merito della bilancia. Mancavano pochi mesi al matrimonio e oggettivamente mi ero lasciato andare un po' troppo, come spesso capita agli ex atleti. Volevo rimettermi in forma e il Beroun mi offriva la possibilità di giocare e allenarmi senza troppi stress. E’ finita con tanto divertimento, un altro campionato vinto e… ” …una telefonata da Milano. “Il Milano Quanta aveva bisogno di me. Il dottor Quintavalle mi chiese di tornare in rossoblu e a lui non potevo dire di no: per rispetto dei ruoli, ma anche per profonda gratitudine. Non ero per niente convinto, ma in fondo il sacrificio che mi si chiedeva era quello di giocare a hockey, la passione

di una vita. Anche se le difficoltà logistiche erano oggettive e pesanti”. Da Golden Boy, a Pendolare del Gol, per un’indimenticabile stagione 2017/18. “Avanti indietro, Praga Milano. Circa 40 aerei. Uno stress incredibile in un momento in cui il lavoro andava a gonfie vele ma c’era la necessità di restare sul pezzo. Quelle cinque finali contro i Diavoli Vicenza furono un delirio. Con la beffa nell’aria…”. Poi succede che in gara-5, all’overtime, in inferiorità numerica, Ferrari ti serve un disco d’oro… “Mi trovai a tu per tu con Alberti, mio futuro cognato, in un momento della gara in cui sembrava che gli dei dell’hockey ci avessero voltato le spalle e che tutte le fatiche fossero state inutili. Quel gol è stata una liberazione: meglio di così davvero non poteva finire. E ancora una volta, col senno di poi, devo rin-graziare la famiglia Quintavalle”.

MANAGER A TUTTO MONDO Laureato in Giurisprudenza, entra in Quanta con uno stage nella sede di Milano nel 2012. Completa il suo percorso come Consultant, con un’esperienza di un anno e otto mesi in filiale a Vicenza. Dal 2014 al 2016 è in Brasile, prima come Division Manager poi come Country Manager di Quanta Brazil. Dal gennaio 2017 a gennaio 2020 segue la start up di Quanta Repubblica Ceca a Praga, in qualità di Country Manager. Durante la Convention Quanta del dicembre 2019, viene ufficializzata la sua promozione a International Manager con la responsabilità delle filiali in Svizzera, Cechia, Romania e la nascitura in Ucraina.

In alto: 2 giugno 2018: il gol all’overtime di gara-5 contro

i Diavoli Vicenza, che ha consegnato lo scudetto al Milano Quanta. In basso:

un momento di pausa durante il Team Management di Quanta,

a Villa del Dosso

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#SPORT

In alto, il primo allenamento della nuova stagione. A sinistra Simone Battistella. In basso: Chris Zagni e Gabriel Spimpolo

Il Milano Quanta è pronto. È ormai definito il roster a dispo-sizione di coach Luca Rigoni

per la stagione 2020/21, che nelle intenzioni della società dovrà ri-prendere il filo bruscamente in-terrotto a febbraio, con la stessa lista di priorità: in primis, la con-quista della Stella. LE CONFERME Nelle scorse settimane, il presidente Riki Tessari ha provveduto a “met-tere in sicurezza” i gioielli di casa, giocatori che hanno sposato la causa rossoblu nonostante le sirene di mercato: confermati i toscani Let-tera, Bellini e Barsanti, confermato il gruppo storico dei vari Mai, F.Ri-goni, Comencini, Banchero, Bel-castro, Ferrari e Ronco, confermate le new entry della passata stagione Pignatti, Ederle e Caletti (part time per gli impegni su ghiaccio). Salutano Buggin e Crivellari, men-tre torna in rossoblu una vecchia conoscenza del calibro di Chri-stopher Zagni (nella foto).

IL RITORNO DI CHRIS A quasi 35 anni, l’attaccante milanese Christopher Zagni è ancora tra i più pericolosi in circolazione. Nel curriculum già 9 trofei vinti da Ri-noceronte, con l’ultima apparizione che risale alla stagione 2017/18: “Al Milano non si può dire di no – rac-conta Zagni – anche se nei mesi scorsi non nascondo di aver pensato di appendere i pattini al chiodo: con un bebè in arrivo (auguri! ndr) e il lavoro come priorità, diventa sempre più dura. Ma sono legato al Quanta e sono orgoglioso che abbiano pen-sato a me. Con la mia esperienza

penso di poter dare una mano ai più giovani. Lo stimolo maggiore? Non ho mai giocato l’Eurolega, spe-riamo che non ci siano problemi nel disputarla il prossimo anno”. I VOLTI NUOVI A pochi giorni dall’inizio degli al-lenamenti la squadra si è rinforzata con l’arrivo dell’attaccante classe 2000 Simone Battistella (foto sot-to), l’anno scorso al Cus Verona: “È un ragazzo fortemente motivato – dice coach Luca Rigoni – già da tempo nel giro delle Nazionali. Vuole mettersi alla prova e con-quistarsi uno spazio nel line-up”. Un altro giovane che ha già vestito

l’azzurro a livello junior è il difen-sore classe 2001 Gabriel Spimpolo (qui sotto), impegnato sul ghiaccio con la maglia del Fassa, ha scelto il Quanta per proseguire la carriera anche nell’inline: “Lui sarà a di-sposizione part-time – spiega Rigoni – come avviene con Caletti. Lo conosco bene, ha ottime qualità. Con questi due innesti abbiamo pensato non solo al presente, ma anche al futuro del nostro roster”.

Conferme, ritorni e volti nuovi per la ripartenza in pista dopo il lockdown

Una Stella per i Rinoceronti

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#SPORT

Dieci squadre a contendersi lo scudetto, cucito sulle ma -glie del Milano Quanta da

otto anni: si inizia il 26 settembre. Si disputeranno 18 giornate, di cui 6 in turni infrasettimanali “spalmati” su più giorni (una delle novità per dare visibilità alle società con dirette streaming ad hoc) al termine delle quali (6 gennaio 2021) le dieci squa-dre saranno divise in Master Round (classificate dal 1° al 5° posto) e in Playoff Round (classificate dal 6° al 10° posto). In questa seconda fase, che si concentrerà dal 9 gennaio al 27 febbraio 2021, le squadre parti-ranno con il 50% dei punti acquisiti nella regular season arrotondati per eccesso. Dal 6 marzo 2021 poi, via ai Playoff per l’assegnazione dello scudetto a cui parteciperanno le squadre del

Master Round e le prime tre classi-ficate del Playoff Round. Quarti di finale al meglio delle 3 partite; se-mifinali e finale al meglio delle 5 partite con l’eventuale “bella scudetto” in programma il 15 aprile 2021. COPPA ITALIA Format modificato per la seconda competizione nazionale: il criterio di accesso alla Final Six (6 e 7 febbraio, in sede da stabilire) è basato sulla classifica del girone d’andata di campionato. Le prime due si qualificano direttamente. COPPA FISR E SUPERCOPPA Nuovo format allo studio per la Cop pa Fisr. Cancellata per quest’anno la Supercoppa, unico trofeo assegnato (vinto dal Milano) nella stagione 2019/20 prima del lockdown.

Partite più corte e turni infrasettimanali: la caccia al trono del Milano Quanta è aperta

Una stagione ricca di novità

Tutti in pista dal 26 settembre

EUROLEGA Cancellata per l'emergenza Covid-19 l’edizione 2020, l'Eurolega 2021 si disputerà a Kaltbrunn (Svizzera) dal 22 al 25 aprile 2021. Per l'Italia, in virtù dei risultati ottenuti nella stagione 2018/19, sono stati confer-mati Milano Quanta (campione d'Italia 2019) e, in caso di un secondo posto riservato ai nostri club, MC Control Diavoli Vicenza (Coppa Italia 2019). 20 MINUTI E L’ALL STAR Le partite si disputeranno su due tempi da 20 minuti effettivi (non più 25 minuti), come da prassi a livello internazionale. Overtime a oltranza per le gare decisive delle serie playoff. Altra novità è l’in-troduzione dell’All Star Game.

HC MILANO QUANTA, SERIE A PRIMA FASE, CALENDARIO PARTITE CASALINGHE

3 ottobre h.18.30 vs Cus Verona 10 ottobre h.18.30 vs Ghosts Padova 21 ottobre h.20.30 vs Real Torino 24 ottobre h.18.30 vs Ferrara Warriors 14 novembre h.18.30 vs Asiago Vipers 18 novembre h.20.30 vs Lepis Piacenza 25 novembre h.20.30 vs Sportleale Monleale 12 dicembre h.18.30 vs Cittadella 6 gennaio 2021 h.20.00 vs Diavoli Vicenza

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#SPORT

Non solo prima squadra. L’-Hockey Club Milano Quan-ta ha posto le basi per un

progetto sportivo di ampio respiro, che nella stagione 2020/21 si svi-lupperà in più direzioni: “Avvia-mento all’hockey, categorie giovanili, serie C e femminile - anticipa Mattia Mai, responsabile della “cantera” rossoblu, oltre che portiere della squadra senior - l’intenzione è quella di strutturare e potenziare il nostro impegno a 360°, per costruire in casa i campioni di domani”. IL SETTORE GIOVANILE Per le categorie under 12, 14, 16 ed Elite, la stagione passata, bru-scamente interrotta dal lockdown, vivrà la sua appendice conclusiva dal 6 settembre fino, indicativa-mente, alla prima settimana di ot-tobre, con l’assegnazione degli Scudetti.

Archiviata la stagione 2019/20, sarà già tempo di voltare pagina: il Milano Quanta conferma il suo impegno diretto nelle categorie under 12, 14, 16, mentre valuta una partnership per la categoria Elite. La novità è rappresentata dall’iscri-zione alla Serie C di una seconda squadra, per lo sviluppo degli atleti under 23 e l’inserimento dei ‘classe 2004/2005’: una sorta di farm team che graviterà nell’orbita dei cam-pioni della senior, con l’obiettivo a medio termine di diventarne il serbatoio principale. LA FEMMINILE “E’ nostra intenzione arricchire il progetto - spiega Mai - con l’avvio di una squadra femminile che par-tecipi al campionato di serie A. E’ una sfida per rilanciare l’hockey ‘rosa’ in città, l’inizio di un percorso

che speriamo possa colmare una lacuna e dare una possibilità alle ragazze di cimentarsi in un con-testo di livello”. AVVIAMENTO SCUOLE E l’avviamento? Confermate le “pro-ve” del sabato mattina per i bambini (da 5 a 11 anni) che vogliano sco-prire l’hockey inline: “Riapriremo il discorso anche con le scuole - sottolinea Mai - per farci conoscere e attrarre nuove leve”. LO STAFF Gestione tecnica confermata e rin-novato l’accordo per altre due sta-gioni con il coach slovacco Juraj Franko, che assumerà un ruolo sempre più centrale. Franko sarà direttamente coinvolto per le categorie junior (con l’ausilio di Gabriele Fumagalli) e coordi-nerà anche le formazioni di serie C e Femminile, per le quali è in fase di valutazione l’inserimento di un’altra figura tecnica specifica: “Senza dimenticare - conclude Mai- il preziosissimo supporto delle famiglie dei ragazzi, nelle vesti di dirigenti, accompagnatori, tuttofare. A loro va la nostra gra-titudine”.

Giovanili, serie C e femminile: i Rinoceronti investono sul futuro

Piccolo Rinoceronte in azione

Milano Quanta 2020/21: un progetto a 360 gradi

L’Hockey Club Milano Quanta ha posto le basi per un progetto sportivo di ampio respiro, che nella stagione 2020/21 si svilupperà in più direzioni.

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#SPORT

Le rivoluzioni nascono da un’esigenza concreta. Scott Olson ad esempio, voleva pattinare tutto l’anno. Lui, giovane promessa dell’hockey su

ghiaccio in Minnesota, cercava di tenersi in forma anche nei mesi estivi e perfezionare la sua tecnica in ogni momento della giornata. I tradizionali quad, i pattini a rotelle con le ruote a due a due parallele e il freno davanti, non erano adatti a riprodurre il gesto tecnico dell’hockey su ghiaccio. Ecco l’illuminazione: servivano pattini con le quattro ruote in linea! È il 1980, Scott Olson con il fratello Brennan recupera un rudimentale prototipo da un fondo di magazzino e ci lavora su. Perfeziona telaio e ruote fino a ri pro -durre un attrezzo del tutto simile al “gemello” con la lama. E poi inizia a usarli, a giocarci a hockey con gli

amici, a promuoverli. È la rivoluzione dei Rollerblade, strumento perfetto per il fitness, definito dalla rivista Time uno dei cento prodotti più ‘cool’ del ventesimo secolo. E il pattino cosiddetto quad? Quello tradizionale, che spopolava negli anni ’80 anche alle nostre latitu-dini? No, non è affatto andato in pensione. È l’attrezzo ancora oggi privilegiato per salti e volteggi tipici del pattinaggio artistico. Al Quanta Club lo sappiamo bene: la nostra scuola di artistico propone corsi per differenti categorie a seconda del livello. Si inizia a 4 anni, la pista è la stessa dei nostri campioni dell’hockey, i pattini si possono even-tualmente noleggiare. Scrivete a [email protected] per saperne di più.

In linea o quad, i pattini sono di casa sulla pista di via Assietta

Quanta Club, il tempio milanese del pattinaggio

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IL PADELHA TROVATO

CASA.www.quantaclub.com

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#SPORT

Al momento di andare stampa, la si-tuazione è ancora quella riprodotta nel render. Per poco. Perché il re-styling di questa area del Quanta

Club è già in corso d’opera, figlio di un’esi-genza e di una scelta ben precise. L’esigenza è quella di spostare due campi da padel e be-ach volley e lasciare spazio a un progetto chiave per il futuro sviluppo del Gruppo: verrà presentato a tempo debito e con la do-vuta rilevanza. La scelta riguarda il padel. Uno sport in cui Quanta Club è stato tra i primi a credere in Italia e sul quale vuole investire ancora, per rispondere alla richiesta del ‘mercato’ in co-stante crescita. Questione di numeri, ma anche di anima, perché il padel è figlio legit-timo del tennis. E in via Assietta il tennis è questione di famiglia.

Il restyling dei campi è già in corso d’opera: diventano quattro,

fruibili tutto l’anno

Il padel si fa in quattro

Uno sport sul quale investire, per rispondere alla richiesta del ‘mercato’ in costante crescita

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I campi da padel erano due, saranno quattro: si presenteranno in due versioni, scoperta e coperta seguendo il ritmo delle stagioni. Saranno moderni, funzionali, adeguati nella fruibilità alle nuove Linee Guida sulla sicurezza delle strutture spor-tive. L’offerta corsistica è completa e affidata a istruttori qualificati: per info, prezzi e modalità il rimando è al sito www.quantaclub.com.

Nella stessa area, sono stati spostati due dei cinque campi da beach volley, altro sport in cui la scuola del Quanta Club rappresenta un’ec-cellenza cittadina: Andrea Abbiati e Tiziano An-dreatta sono la punta di diamante di un gruppo di lavoro in costante crescita. La nuova logistica non intacca la riconosciuta qualità degli impianti: ampio spazio, copertura invernale, sabbia ri-scaldata.

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#SPORT

Carlo Ruffoni è anche giudice arbitro regionale

Cos’hanno in comune Roberto Mancini, il principe Alberto di Monaco, Amadeus e Neri

Marcorè? Giocano a Padel! L’elenco dei vip che praticano questo sport è lunghissimo: c’è chi, come Fran-cesco Totti, si è fatto installare un campo nel giardino di casa. Con testimonial di questo calibro, il boom del padel non stupisce: “Non è l’unico motivo – ci racconta Carlo Ruffoni, classe ’82, giocatore e istruttore di padel del Quanta Club – ma certamente aiuta. Quello che attrae un sempre maggior nu-mero di persone è anche la natura stessa di questo sport: molto di-vertente, inclusivo e tecnicamente stimolante: le sponde rendono il gioco molto vario, è difficile chiu-dere il punto”. Nei due campi di Padel del Quanta Club si allenano e giocano circa 50 praticanti. La punta dell’iceberg è rappresentata dalla squadra che

partecipa al campionato di serie C: “Inizieremo a maggio – spiega Ruffoni – nel frattempo ci dedi-chiamo ai tornei. La rosa è com-posta da un massimo di 20 gioca-tori, maschi e femmine. Visto il successo che la disciplina riscuote anche presso il nostro Club, stiamo pensando di iscrivere un’altra squa-dra alla serie D”. Idee, progetti, ambizioni: Ruffoni snocciola programmi futuri mentre sistema al pc il file dell’attività corsistica: “La passione è grande. Ho giocato a tennis fino al 2013, poi ho provato il padel ed è stato un colpo di fulmine. Non solo per

il gioco in sé, ma anche per l’am-biente: il ‘terzo tempo’ di stampo rugbystico si usa anche da noi”. Sposato con figli, un lavoro “nor-male” in azienda, Ruffoni riesce a districarsi tra i vari impegni: “D’al-tronde in Italia nessuno vive di padel, a parte qualche straniero o oriundo ingaggiato da squadre di serie A. Siamo ancora lontani dal livello spagnolo, ma considerando il trend di clamorosa crescita in termini di campi e giocatori, non escludo che fra qualche anno si possa parlare di professionismo”. Continuando, possibilmente, a di-vertirsi.

Carlo Ruffoni, giocatore e istruttore al Quanta Club, spiega le ragioni del boom

Tutti vogliono giocare a Padel

“Considerando il trend di clamorosa crescita in termini di campi e giocatori,

non escludo che fra qualche anno si possa parlare di professionismo”

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#SPORT

Come nasce uno sport? È possibile stabilire con cer-tezza luogo, data e paternità?

Non sempre. La storia di alcuni “giochi” si perde nella notte dei tempi, come ad esempio il calcio, codificato in Inghilterra nel 1863, ma in forme più arcaiche praticato da secoli. Alcune vicende sconfi-nano poi nella leggenda. È il caso del Rugby, che secondo la tradizione deve la sua invenzione al gesto ‘rivoluzionario’ dello stu-dente inglese William Webb Ellis, il quale durante una partita di cal -cio prese la palla con le mani e corse fino alla linea di fondo: non gli fu misurato il tasso alcolemico, ma ancora oggi un brindisi alla sua non può mancare, durante il

rituale ‘terzo tempo’! Anche per la genesi del padel, il ‘colpevole’ ha un nome e cognome: Enrique Corcuera. Conosciamo anche la data: 1969. E il luogo: Acapulco, Messico. Si trattò di uno sbaglio. Per il qua -le ancora oggi milioni di appas-sionati ringraziano. Chiariamo. Esisteva già da fine ‘800 il paddle tennis, variante del tennis ideata dall’americano Frank Beal, che si gioca con racchette più piccole, a piatto pieno forellato, su un campo 20x10 delimitato da sponde. E proprio nel costruire all’interno della sua lussuosa villa un campo da paddle tennis, il buon Corcuera commette un errore di progetta-

zione madornale quanto prezioso: l’area è delimitata da muri troppo ravvicinati per rispettare le di-mensioni regolamentari. Ecco l’intuizione che dà vita al padel: quei muri diventano parte integrante del campo, la pallina resta in gioco anche se tocca le pareti sul fondo. La variante di-verte fin da subito l’allegra com-briccola di amici, che si raduna sempre più numerosa a casa Cor-cuera. Tra loro anche il nobile spagnolo Alfonso Hohenloe, al quale non par vero di aver trovato un nuovo passatempo così coinvolgente. Perché non esportarlo nella sua Marbella? E così già dal 1974 il padel inizia a diffondersi in Spa-gna. E dalla Spagna si passa al-l’Argentina, grazie ad alcuni neofiti che ne intuiscono le potenzialità. E così via, fino al big bang degli ultimi an ni, che al Quanta Club constatiamo quotidianamente (per prenotazione campi, lezioni e/o corsi: [email protected]).

La curiosa storia del padel inizia nel 1969 ad Acapulco

L’intuizione che dà vita al padel: i muri diventano parte integrante del campo

In alto, Luis Ovando con l’ex campione dell’Inter Esteban Cambiasso, entrambi componenti della squadra del Quanta Club. A destra, l’inventore del gioco Enrique Corcuera

Nato per sbaglio

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Un’estate breve, ma in-tensa quella del beach volley, tra gli ultimi sport a ripartire in Italia

essendo stato inserito, non senza polemiche, tra gli sport di contatto. Nel primo torneo post-lockdown, sulla sabbia di Lubiana, Andrea Abbiati e Tiziano Andreatta hanno vinto l’oro. Al secondo appunta-mento ai Campionati Italiani di Caorle, si sono classificati al terzo posto. Due tornei, due medaglie: imprese importanti, anche e so-prattutto in virtù del valore degli avversari. A Lubiana, l’affiatata coppia che durante l’inverno dirige l’attività corsistica al Quanta Club, ha sbaragliato la concorrenza fino al successo in finale, in diretta Rai-sport, contro i più quotati austriaci Doppler e Horst (vicecampioni Mondiali nel 2017): “Sulla carta

eravamo sfavoriti - racconta Ab-biati - non solo per il valore degli avversari, ma anche perché a dif-ferenza di altri Paesi in Italia l’at-tività in quel momento era ancora ferma per le restrizioni dovute al Covid (è poi ripresa a fine agosto ndr) Noi ci siamo allenati senza avere certezze sulla ripresa: a Lu-

biana abbiamo scaricato tutta la forza mentale accumulata durante il periodo più difficile. Abbiamo iniziato a crederci veramente dopo aver sconfitto in semifinale, al termine di un tie-break tiratissimo, i padroni di casa Jakopin e Bo-zenk”. Per Abbiati (eletto MVP) e An-

#SPORT

Abbiati e Andreatta: oro a Lubiana, bronzo a Caorle per i due beacher, istruttori al Quanta Club

A sinistra, il podio di Lubiana, a destra, quello di Caorle, assime al coach Luca Larosa. In basso Abbiati in sede con il presidente del Gruppo Quanta Illo Quintavalle e l’AD del Quanta Club Riki Tessari

Due tornei, due medaglie

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dreatta si è tratta del primo oro in un torneo del World Tour: “Ab-biamo sconfitto anche il grande caldo, grazie a un’accurata pre-parazione atletica: il lavoro sulla resistenza affinato con il prepara-tore Luca Zago ha dato i suoi frutti”. La seconda medaglia della cam-pagna estiva 2020, accorciata per ovvi motivi legati alla pandemia, è arrivata sulla spiaggia veneta di Caorle. Abbiati e Andreatta si sono fermati solo in semifinale al tie-break contro i campioni olim-pici Lupo e Nicolai: “Qualche rimpianto per l’approccio non perfetto nel primo set, soprattutto in battuta. E’ andata meglio nella finale per il terzo posto contro Vanni- Lupo. Chiudiamo con un due su due nei tornei ai quali ab-biamo partecipato, dopo mesi dif-ficili per tanti motivi. La passione è stato il motore per affrontare tanti sacrifici”. La famiglia del Quanta Club, come sempre ha tifato per voi: “Abbiamo

davvero percepito il grande so-stegno, ci sono arrivati tantissimi messaggi: ringrazio Illo Quinta-valle, Riki Tessari e tutti i ragazzi e ragazze coi quali condividiamo l’attività corsistica durante l’anno, in particolare Daniel Cerri, spar-

ring e costante motivatore al limite del fastidioso! Grazie anche al nostro preparatore Luca Zago e al coach Luca Larosa”. Ora sotto con la stagione indoor, dove i due beacher hanno vinto il titolo italiano nel 2015.

UNA SCUOLA DI ALTO LIVELLO La scuola di beach volley del Quanta Club è da anni in ottime mani. Quelle di un collaudato team di istruttori di alto livello che comprende, oltre ai big Abbiati e Andreatta, Giovanni Garlaschelli, Daniel Cerri, Giulia Mangano e Franco Traversi: “L’obiettivo è duplice - spiega Abbiati - da un lato ci proponiamo di avvicinare sempre più giovani alla pratica di questa disciplina, mediante

corsi riservati a ragazzi e ragazze delle scuole Medie, Superiori e agli universitari. Dall’altro portiamo avanti un discorso agonistico finalizzato al perfezionamento tecnico e tattico: a tal fine organizziamo tornei differenziati per categorie e livelli”. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.quantaclub.com.

#SPORT

Sopra: esultanze slovene; sotto, in coppia al Quanta Club

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Un giro di telefonate, qualche contatto e la volontà di fare sul serio. Luca Pozzoni non a -

spettava altro per far decollare la nuova squadra di pallanuoto del Quanta Club: “Ci siamo iscritti al campionato anche nella cate-goria Master. Completiamo così il programma che include le for-mazioni junior under 14, 16, 18 e 21, da sempre il nostro fiore al-l’occhiello”. Pozzoni già da qualche anno è re-sponsabile della scuola di palla-nuoto, che comprende circa 80 atleti e altri 3 allenatori: Elisa Bortolato per gli Acqua Gol (8-10 anni), Luigi Amorotti per gli under 14 e 16, Alberto Cordella per gli under 18 e 21. La scorsa stagione, come per tutti gli sport, si è bruscamente interrotta a causa della pandemia: “Ovviamente la tutela della salute ha avuto e ha tuttora la priorità. Dal punto di vista prettamente sportivo ci è di-spiaciuto molto non terminare i

#SPORT

La scuola di pallanuoto del Quanta Club allarga la sua presenza iscrivendosi anche alla categoria Master

Palombella Rossoblu

AGONISTICA A PIENO REGIME Claudio Patanè, allenatore nuoto FIN 1° livello, laureato in Scienze Motorie Sport e Salute, oltre a seguire i piccoli della scuola nuoto è il coach e preparatore atletico dei ragazzi dell’agonistica: “Gli allenamenti sono ripresi a pieno regime. L’atteggiamento del gruppo mi è piaciuto: carichi e motivati, nonostante il lungo stop imposto dall’emergenza sanitaria. Attendiamo di capire il calendario di gare, che dovrebbero iniziare a dicembre. Nel frattempo continuiamo la preparazione.

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campionati. La cosa importante è che tutti i nostri ragazzi abbiamo potuto poi recuperare almeno gli allenamenti, adottando le misure necessaria per garantire la sicu-rezza”. Uno sport completo, che in Italia vanta una grande tradizione sia maschile che femminile: le imprese del Settebello e del Setterosa sono impresse nella memoria collettiva degli italiani. “Non a caso la pal-lanuoto esercita una forte attra-zione sui bambini che si approc-ciano al nuoto - spiega Pozzoni - a volte dobbiamo frenare i più piccoli perché il requisito minimo richiesto è che conoscano almeno un paio di stili prima di cimentarsi. Per il resto si può cominciare ad ogni età”. Ovviamente con approc -ci diversi in base alla categoria: “Fino ai 16 anni di età, privilegia-mo l’aspetto ludico: l’obiettivo è farli innamorare del gioco e anche lasciarli sfogare. Nei più grandi l’impegno diventa di natura ago-nistica, compresa la parte atletica

che curiamo con particolare at-tenzione”. Al netto dell’evoluzione della si-tuazione sanitaria, i campionati inizieranno tra ottobre e novembre: “Disputiamo i tornei sotto l’egida di Pallanuoto Italia, con la volontà di crescere in tutte le categorie”. Master compresa: “Mi butto in acqua anch’io! - conclude il coach 31enne - ho giocato fino a tre anni fa tra serie C e serie B e ho già detto ai ragazzi che oltre ad allenarli darò una mano in prima persona alle partite”.

PISCINA = CORSI Anche in un anno così particolare, la piscina si è confermata la regina dell’estate al Quanta Club, grazie ai punti di forza riconosciuti: location unica e professionalità collaudata. Dal relax sotto il sole, alla frenetica attività corsistica il passo è breve: giusto il tempo di ripristinare la copertura e adeguare spazi e procedure sui nuovi standard di sicurezza. Come da tradizione l’offerta è strutturata in modo da soddisfare ogni richiesta legata al mondo degli sport acquatici: la scuola nuoto differenziata per ogni fascia d’età, il nuoto sincronizzato, la pallanuoto e il diving. Il punto di riferimento per tutte le attività in piscina è Alessandra Piccolotto ([email protected]).

Nella pagina a fianco, una foto della formazione Under 16 rossoblu, scattata nel periodo precedente alla pandemia che ha bloccato la stagione 2019/20

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#BUSINESS

L esson number 1: nella ricerca educativa, con apprendimen-to misto o apprendimento

ibrido si fa riferimento ad un mix di ambienti di formazione diversi. Combina il metodo tradizionale frontale in aula con attività mediata dal computer (ad esempio e-lear-ning) e da sistemi mobili (come smartphone e tablet). L’obiettivo è quello di favorire un approccio più integrato tra docenti e stu-denti. Nel mondo post-lockdown, rap-presenta un parziale ritorno alla normalità, nel rispetto dei proto-colli e linee guida emanate dalle autorità. Nel mondo di Quanta British Institutes, la conferma di una metodologia già adottata, ma ulteriormente sviluppata nell’offerta corsistica prevista per il 2020/21:

Il Quanta British Institutes riparte con un mix di corsi in presenza e online

La mission non cambia: inglese per le aziende, inglese per gli adulti, inglese per i bambini

Blended per tutti

“La formazione cosiddetta blended - spiega Giulia Gorgoglione, di-rettrice del Quanta British Insti-tutes, che comprende le sedi di Milano, Roma e Bergamo - è già da tempo il modus operandi della maggioranza dei nostri corsi. Oggi il tema più delicato riguarda la gestione delle lezioni in presenza, ma abbiamo a disposizione am-bienti ampi e costantemente sani-ficati. Ripartiamo, con un pro-

gramma sempre più ricco e diver-sificato”. La mission non cambia: inglese per le aziende, inglese per gli adulti, inglese per i bambini. “La novità che proponiamo alle aziende è un corso specifico per il lin-guaggio tecnico del mercato in-ternazionale. Si chiama ‘Selling on a global market’ e si compone di quattro moduli: negoziazione, co-municazione social, conferenza call, speech”. Il focus didattico per i corsi destinati alla platea “generalista” trae invece spunto dal mondo della letteratura inglese: “Per bambini, alternando testi clas-sici, attuali e nursery rhymes. Per gli adulti attingiamo dalla tradi-zione per coniugare apprendimento e percorso culturale”.

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#SPORT

Quanta Fisiomed è il Poli am -bulatorio situato all’interno del Quanta Club, specializ-

zato in fisioterapia, medicina spor-tiva e riabilitazione. L’am pia gamma di servizi offerti, si è arricchita dallo scorso anno con la possibilità di eseguire il test per la valutazione della composizione corporea, grazie alla Bioimpedenziometria (BIA). L’obiettivo della BIA è quello di ottenere: • Stima della massa grassa • Stima della massa magra • Misurazione della massa cellulare corporea (massa muscolare) • Misurazione dell’idratazione to-tale e dei liquidi extra ed intracel-lulari • Stima del metabolismo basale È un test importante per valutare

i cambiamenti della composizione corporea durante il percorso nu-trizionale, in particolare permette di verificare se è avvenuta una di-minuzione della massa grassa e un mantenimento/aumento della massa muscolare, indicazioni che il solo peso corporeo non potrebbe fornire. Inoltre, di particolare in-teresse, è la valutazione dello stato di idratazione e la distribuzione dell’acqua intra ed extra cellulare (ritenzione idrica). Una volta eseguito il test si valuta una personalizzazione del piano alimentare con lo scopo di mi-gliorare sia lo stile di vita che la performance sportiva. Questo servizio è particolarmente indicato per i seguenti soggetti: • Sportivi grazie a protocolli di ri-

composizione corporea e aumento della massa muscolare. • Sovrappeso/obesi con lo scopo di raggiungere il peso desiderato. • Soggetti in condizioni patologiche come reflusso gastroesofageo, iper-colesterolemia, stipsi, ipertensione, colon irritabile, celiachia e intol-leranze alimentari. Contattaci per maggiori informa-zioni o per fissare un appunta-mento: [email protected] Tel. 02 39565590 Federica Mascaretti – nutrizionista Quanta Fisiomed Biologa Nutrizionista, iscritta all’Or-dine Nazionale dei Biologi; visita co -me libera professionista e svolge at-tività di ricerca presso l’Ospedale Po-liclinico di Milano.

Un test importante per valutare i cambiamenti della composizione corporea

Una volta eseguito il test si valuta una personalizzazione del piano alimentare

Quanta Fisiomed: alla scoperta della bia

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di Vittorio Viterbo

C'è sempre un “dopo”. Sempre. Anche quando sembra impossibile. Come di questi tempi, in cui non vediamo l’ora che la situazione si evolva in modo da tornare a un simulacro di vita normale. Fatta non solo di casa ma anche di lavoro, di svago, di passeggiate e commissioni libere – per quanto as-sediate dalle mascherine e da quei guanti un po’ da chirurgo, un po’ da se-rial killer – e persino di sport. Fatto, assistito, detestato, adorato. Perché a me, per esem-pio, manca. Manca la dose quotidiana di pas-sione, di adrenalina, di sfottò, di rabbia e di ri-sate. Mancano anche loro, gli esecutori: atleti, campioni, fuoriclasse. Quanti ne abbiamo vi-sti. In questi giorni mi capita di pensare che anche per loro esiste un “dopo”. Vissuto da loro come un fattore nega-tivo, se non un incubo vero e proprio, perché significa e comporta la fine della popolarità, dell'idolatria da parte del pubblico e dei tifosi – le stesse che durante la carriera spesso dicevano di considerare un'insop-portabile tortura. Una volta tutto era più semplice. In Italia, l'ex cam-pione tornava al paesello e a un’esistenza semplice da novello Cincinnato oppure, se era stato un cal-ciatore di grande successo, aveva due fondamentali alternative: fidanzarsi con una bellezza variamente esotica e sperperare – si fa per dire – una montagna di soldi oppure aprire un’agenzia di assicurazione. Non ho mai capito il perché della seconda scelta; della prima sì anche se la vicenda del grandissimo Antonio Valentin Angelillo, ancora capocannoniere

assoluto nei campionati a 18 squadre con 36 reti ma cacciato dal “Mago” Helenio Herrera per eccesso di dolce vita, dovrebbe rintuzzare ogni invidia. Forse perché ai tempi non richiedeva una speciale prepa-razione o grandi investimenti e la gestione poteva essere affidata a qualcun altro di fiducia. Eppure tantissimi sceglievano quella strada! Lo fece Gianni

Rivera, lo fece Giacinto Facchetti, lo fecero Giu-seppe Furino e infiniti altri di livello meno ec-celso. Qualcuno invece diventava allenatore, pochi riuscirono a rag-giungere il ruolo di di-rigente come Giampiero Boniperti, lo stesso Ri-vera che a lungo fre-quentò il Parlamento in qualità di deputato o Lele Oriali… Oggi le cose sono molto cambiate. Non solo per-ché i grandi campioni di vari sport guadagna-no cifre davvero colos-sali, ma anche perché si sono moltiplicate le occasioni di investimen-to e di crescita. Alcuni

sono diventati importanti commentatori televisivi: Adani, Ambrosini, Bergomi, Marocchi, Marchegiani, Mauro, Costacurta, Di Canio; ma, per esempio, Francesco Totti è diventato procuratore, Ronaldo il Fenomeno un professionista di poker e ha creato la “9ine Sport & Entertainment”, importante società di sportmarketing, l’ex milanista “Kaka” Kaladze è ministro dell'Energia e vicepremier della natia Georgia, George Weah nel gennaio 2018 è stato eletto presi-dente della Repubblica della Liberia. Se tanto mi dà tanto, cosa faranno “da grandi” au-tentiche multinazionali come Cristiano Ronaldo o Lionel Messi?

I grandi protagonisti dello sport hanno creato vere aziende produttrici di profitti, multinazionali a molti zeri

Campioni, prima e dopo

Antonio Valentin Angelillo

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Essere al tuo fianco. Questa è la promessa che facciamo ogni giorno a chi vuole essere protagonista del cambiamento. Affianchiamo aziende e candidati con una forte presenza territoriale e con l,esperienza ventennale maturata dialogando con le realtà interpreti dell,innovazione

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#BIG IN QUANTA

Marco Tronchetti Provera; Carlo

Cottarelli; Maurizia Cacciatori

P. 10

#AZIENDA Nasce Olearn: innovazione

nell’apprendimento; Convenzioni Quanta: Fondazione Lavoro,

Ministero della Difesa

P. 18

#QUANTA CLUB Padel boom; novità Mental

Coaching; riparte l’hockey

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#92 ott/dic 2020

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