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36 il Soccorso Alpino aprile 2016

Qualche decennio fa l’idea di visitare una miniera attivapareva interessante come una visita allo stampaggio la-miere di Mirafiori. Ma poi una a una sono andate chiu-

dendosi, i minatori sono invecchiati o morti ed è così andata dis-solvendosi la memoria di quella che è stata in molte zone un’at-tività decisiva per l’economia locale.

Ora le miniere sono diventati posti di mistero, come i vecchiforti e le fabbriche abbandonate, con un processo simile a quel-lo per cui un PC ormai troppo vecchio che buttiamo con piace-re e qualche difficoltà di smaltimento, dopo un paio di decenni di-venta un oggetto di antiquariato ...

Ora andiamo intervistando i vecchi minatori sopravvissuti, cifacciamo raccontare le loro storie, e loro spesso stentano a cre-dere che quella che era la loro normale vita lavorativa sia diventataoggetto di interesse antropologico.

Con le miniere sta accadendo lo stesso. L’Italia, nonostante quel che si crede, è un territorio ricchis-

simo di ogni sorta di minerali utili. Il guaio è che, con poche ec-cezioni, sono dispersi in depositi piccolissimi, che avevano un enor-me interesse nei secoli passati ma che col crescere dei trasportiinternazionali sono diventati assolutamente anti-economici da sfrut-tare. E quindi un territorio che è stato coperto di piccolissime mi-

niere che anche hanno lasciato abbondanti tracce nella topono-mastica, ha dimenticato l’attività sotterranea, che si è protrattastancamente sino al tardo dopoguerra.

Poi è stata abbandonata e con essa tutte le competenze estrat-tive.

In questi anni si sta riaccendendo un interesse per quello cheormai è stato un ciclo che fa parte dell’archeologia industrialee anche per i territori sotterranei che sono ancora, ahi noi, ac-cessibili.

Le miniere abbandonate sono state sin da subito interessatedalle visite dei cercatori di minerali, ma si trattava di visite as-sai rarefatte.

In qualche occasione sono state usate abusivamente come stoc-caggio finale di materiali pericolosissimi.

Ora si sta diffondendo curiosità per ciò che celano quegli in-gressi malamente murati, e per le storie che si tramandano. Lecomunità locali intravedono la possibilità di sfruttamento turistico,a volte con ragione; le si può forse sfruttare per speleo-terapia,un tipo di cure che sta suscitando un crescente interesse; si pos-sono forse sfruttare le risorse idriche che ancora celano, ma spes-so sono da monitorare perché non creino pericoli all’esterno, in-quinando le falde acquifere o crollando.

Speleologi in minieraa cura di

Giovanni Badino (CNSAS, Associazione La Venta);Claudia Chiappino (Associazione Nazionale Ingegneri Minerari)

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37aprile 2016 il Soccorso Alpino

Grotte e miniere? Le une e le altresono buie, è innegabile. E sonotutte sottoterra, anche se questo

è un concetto meno maneggevole che nonquello di assenza di luce. Di conseguen-za in entrambe si va con una illuminazioneartificiale, è vero; e indubbiamente le luciper le grotte sono adatte anche alle mi-niere, mentre le luci dei minatori sono qua-si inutili in grotta. Inoltre in entrambe cisi sporca perché c’è acqua e residui di sca-vo, carsico uno e umano l’altro.

Poi in certe miniere si sono incontra-te grotte, che altrimenti sarebbero rima-ste sconosciute, e sono probabilmente lepiù importanti che conosciamo proprioperché prive di accessi utilizzabili dagliesseri umani. E, d’altra parte, in certe grot-te si sono incontrate mineralizzazioni, e

quindi aperte miniere, perché le grottesono finestre aperte sui segreti del sotto-suolo.

Ma già i loro destini si dividono perquel che riguarda la loro micro-climati-ca interna, perché le grotte sono dominatedall’acqua esterna che fluisce, le crea e nefissa la temperatura, mentre spesso le mi-niere interessano rocce nelle quali l’acqua,se pure c’era, stava immobile. Esse in ge-nere hanno temperature che crescono dicirca 30 °C per chilometro di profonditàdato che la roccia si è scaldata per millennialla stufa delle profondità della Terra.

Ma in realtà tutti questi appena de-scritti sono aspetti marginali.

La vera differenza fra grotte e mi-niere sta nella loro prospettiva tempo-rale.

La durataLe grotte sono strutture naturali fatte

per durare; sono forme di equilibrio, ca-paci di attraversare periodi di tempogeologici, con piccole e impercettibili mo-difiche date da immense piene, terremo-ti, glaciazioni.

Le miniere no. Nessuno ne progetta loscavo perché duri secoli, ma solo perchénon dia problemi mentre si cava il mine-rale. Quindi ecco gallerie di collega-mento fatte per tenere aperto un varco chestia su anni, forse decenni, ma ecco anchecameroni di coltivazione che devono du-rare il tempo dello scavo. E poi crollano(sfornellano) arrivando a volte a creareenormi doline sin all’esterno: chi s’è vi-sto s’è visto ...

Ma, come dicevamo, si sono perse le competenze per fre-quentarle. In genere, ad esempio, non si sa che nella stragrandemaggioranza dei casi negli Archivi di Stato ci sono topografie eogni altra informazione di tutte le miniere abbandonate. Macché,bisogna riesplorarle, come fossero grotte sconosciute ...

E dunque in questi anni va crescendo l’uso delle miniere comegrotte artificiali, che in realtà appaiono sconosciute solo perchéchi le frequenta non ha saputo fare ricerche bibliografiche ...Sempre più gruppi speleologici stanno scoprendo che là sotto cisono ambienti adatti ad escursioni interessanti e spesso, assai piùa portata di mano delle grotte. E dunque via con gite sociali, escur-sioni, finte esplorazioni, ma verissime avventure ... Semmai conpermesso e incoraggiamento delle autorità locali, curiose di sa-pere cosa cela il loro territorio; ma che, ahi loro, non hanno ti-tolo per dare il permesso a chicchessia...

PericoliIl tipo di pericoli dipende dal tipo di miniera, e quindi è im-

possibile dare un quadro unitario dei rischi di questo tipo di spe-leologia.

In ogni miniera abbandonata di questo mondo c’è rischio dicrolli, che vanno da piccoli sfornellamenti causati dal cedimen-to delle armature marce (i quadri) e che coinvolgono poche ton-nellate di roccia, a collassi enormi che creano sink-holes in su-perficie, come è accaduto l’estate scorsa vicino Buggerru, inSardegna.

Un’altra fonte di rischi sono le cadute. Le miniere sono pie-ne di gallerie di collegamento fra i livelli, sia per la movimenta-zione del minerale che per la ventilazione, quindi si possono in-contrare ogni sorta di pozzi e precipizi, anche di molte centinaiadi metri di profondità. Nelle miniere abbandonate questi posso-no anche condurre a zone ormai inaccessibili o ripiene di mate-riali industriali buttati giù, quindi anche il recupero di un corpopuò creare problemi quasi insolubili.

La discesa in corda nei pozzi di miniera è molto più rischio-sa di quella nelle grotte; per lo stato della roccia, sempre mar-cia perché lesionata dallo scavo e dagli sforzi di distensione e maidilavata dall’acqua, per la difficoltà di bonificare la discesa daisassi, e per le dimensioni dei pozzi che sono sempre modeste e cherendono difficile sperare che un sasso che si stacca sopra di noici eviti ...

L’aria che si respira è un’altra fonte di rischio nelle miniereprive di buona ventilazione naturale. I processi ossidativi possonocreare atmosfere carenti di ossigeno, che sono fra le più subdo-le cause di incidenti, che in quei casi si attribuiscono erroneamenteall’anidride carbonica. In realtà un’atmosfera con ossigeno al 12%invece del normale 21% è rapidamente mortale, senza però daresintomi di soffocamento o difficoltà respiratorie, ma solo lievi se-gnali come i primi sintomi di un’anestesia: vertigini, riduzione del-la coscienza e del tatto, difficoltà a fare sforzi.

Se i processi ossidativi hanno coinvolto il legname della mi-niera, appare il rischio di alte concentrazioni di anidride carbo-nica, che causa affanno, mal di testa, irrequietezza; ed eventual-mente morte, se la sua concentrazione è oltre il 10%.

Il metano ha per i minatori una pessima fama perché stori-camente è stato la principale fonte di incidenti da esplosione insotterraneo, anche enormi, dato che è il principale componentedel grisù, il famigerato gas di miniera, presente nelle miniere dizolfo e, soprattutto, in quelle di carbone.

E’ ovviamente pericoloso per la sua infiammabilità, ma il me-tano di per sé non è tossico; pare che ogni anno un centinaio dipersone tentino di suicidarsi respirandolo: inutilmente ... Non pareessere un pericolo grave nelle miniere abbandonate, dove inve-ce è ben concreto il rischio di incontrare l’idrogeno solforato (det-to anche acido solfidrico).

Si tratta del Pericolo numero uno nelle miniere di zolfo. E’ unveleno ad ampio spettro, ancora più letale dell’acido cianidrico,è già dannoso a concentrazioni di 10 parti per milione e a oltrelo 0.1% causa la morte immediata con una singola inspirazione.Va in soluzione in acqua e quindi piccole pozzanghere, se agita-te, possono liberarne. Ne è ricca la roccia delle miniere di zolfoe quindi le pozze d’acqua nelle miniere di zolfo abbandonate pos-sono dare sorprese rapidamente mortali.

SoccorsoDiventa sempre più concreta la possibilità di interventi di soc-

corso in miniera, su due livelli totalmente diversi:1. per emergenze a personale entrato in modo abusivo nelle

strutture minerarie, eventualmente durante gite organizzate in modoufficiale (!) da sezioni del C.A.I.;

2. per emergenze a persone entrate in miniere adattate alle vi-site turistiche, e quindi nel quadro di accordi fra la struttura digestione e la struttura di soccorso.

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L’irraggiungibile ideale di chi progettauna miniera è che essa permetta la colti-vazione senza dare il minimo incidente epoi, cavato l’ultimo atomo, utile la minieraimploda un istante dopo l’uscita dell’ul-timo minatore. E’ un sogno irrealizzabi-le sia perché è impossibile riuscire ad es-sere così precisi nel programmare la te-nuta delle gallerie, sia perché nessuno puòsapere per quanto tempo starà attiva unaminiera. La sua durata dipende dalle di-mensioni della massa mineralizzata, da-gli sviluppi tecnologici, dal mercato delminerale: troppe variabili ... Nel dubbio,si scava e si armano le gallerie spenden-do il minimo, e rinforzando quando è ne-cessario.

Il risultato di questo approccio è cheuna miniera attiva ha bisogno di incessantemanutenzione, perché le strutture dirinforzo, fatte al minimo, sono soggettea continui problemi.

Ma in ogni caso arriva il momento incui la miniera deve chiudere, ma pur-troppo per chi ne ha la responsabilità, legallerie sono ancora in piedi.

Da quel momento i quadri andrannomarcendo, la lenta spinta della roccia chetende ad occupare i vuoti li schianterà, lefrane taglieranno a pezzi le gallerie ren-dendo via via inaccessibili parti semprepiù vaste della miniera, l’acqua alla-gherà ogni zona possibile. Ma ci vorràtempo, durante il quale anche muri e can-celli piazzati negli ingressi a impedire gliaccessi andranno sfaldandosi, riaprendol’accesso a sotterranei frananti.

Grotte e miniere sono quindi ambientiassolutamente diversi, anche se possonoapparire simili ad un’occhiata superfi-ciale. Visti con occhio geologico, le uneevolvono come valli e montagne, al ral-lentatore, le altre appaiono di colpocome bolle sull’acqua, che di colpo im-plodono.

PericoliQuindi i pericoli che presentano i due

ambienti sono completamente diversi.Le grotte non sono stabili ovunque, è

la loro struttura d’insieme che lo è, ma isassi, soprattutto nelle zone più quiete, maistabilizzati da interventi esterni, possonoessere pericolosi.

E quindi massi e sassi in bilico in zoneinesplorate minacciano le gambe deglispeleologi quando avanzano in gallerieorizzontali e le loro teste nei pozzi. In en-trambi i casi, basta avanzare con criterio,facendo crollare il dovuto, per rendere si-cura la progressione.

Non solo. Grazie alla relativa sicurezzadell’avanzata speleologica e a una relativa

somiglianza di tutte le grotte fra loro, è fa-cile acquisire un occhio che ci permettedi valutare la stabilità di passaggi rischiosio di massi in bilico, e ci sono semplici cri-teri di comportamento per metterli in si-curezza.

E’ lo stesso in miniera? No, affatto. La caduta di un sasso fa sorridere, al

confronto con quello che ci può franarein testa da pareti e soffitti. Non solo, men-tre le grotte sono quasi tutte in calcare, roc-cia generalmente affidabile, le minieresono state scavate dove c’era minerale,quindi: ovunque. Le rocce incassanti co-prono lo spettro di tutte le possibilità mi-neralogiche e geo-meccaniche, alcune as-solutamente infernali, e inoltre sono sta-te rese meno stabili dallo scavo.

Si tratta quindi di gallerie intrinseca-mente instabili nella loro struttura, desti-nate a crollare in tempi brevi.

LegislazioneL’altra differenza importante fra le

grotte e le miniere, per chi ci va, è nellalegislazione di accesso.

Per una fortuna quasi miracolosa,che mostra una tendenza a svaporare intutti i Paesi del mondo, l’accesso alle grot-te naturali è libero, e spesso sono di liberafrequentazione persino le grotte con in-gresso in terreni privati, nel senso che ba-sta mettersi d’accordo per il passaggio perpoi esplorare senza che il proprietario ab-bia la minima responsabilità di quanto ac-cade là sotto.

Per le miniere questo non è mai vero,neppure in minima parte.

Le miniere appartengono al patrimo-nio indisponibile dello Stato (art. 826 delC.C.), e sono coltivate in regime di con-

cessione mineraria (R.D. 1443/1927).Quindi un buco artificiale è sempre

sotto la responsabilità di qualcuno. Chi siacostui, dipende dallo stato legale della mi-niera:

1. se è ancora attiva, esiste una con-cessione mineraria, con responsabilità pe-nale e civile del titolare (ditta o privato)e del direttore dei lavori;

2. se è abbandonata, con concessionescaduta (o decaduta o rinunciata), ma maidichiarata esaurita, la responsabilità è del-lo Stato, ora delegata alle Regioni (e inprospettiva chissà a chi);

3. se non esistono più titoli minerari(vale a dire: “se è stato dichiarato che ilgiacimento è esaurito”), la responsabilitàtorna ad essere del proprietario del soprasuolo …

La conseguenza di questo regimegiuridico è che una volta che una minie-ra viene abbandonata capitano due cose.La prima è che viene sigillata il più pos-sibile compatibilmente con lo spenderepoco, la seconda è che si scatena il gio-co a scaricarne la responsabilità su qual-cun’altro.

ConseguenzeIn ogni caso, quando entriamo in una

miniera, siamo in casa d’altri, propriocome se andassimo nottetempo nel terrenodi qualcuno a scendere nel pozzo da cuicostui cava l’acqua. Roba da fucilate asale.

Insomma, se in miniera ci facciamomale ne risponde qualcun’altro: questo èil motivo per cui gli ingressi delle miniereaperte sono blindati con cancelli e quel-li delle miniere chiuse sono stati fatti crol-lare, cementati o chiusi con muri.

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Quindi demolire (disostruire ...) unabarriera che impedisce l’ingresso è un nor-male reato, per di più con violenza sullecose (la disostruzione). E lo è anche en-trarci, sia che sia presidiata, sia che sia ab-bandonata del tutto con cancelli sfascia-ti (art. 614 del C.P.)

Chi sia il responsabile, e quindi chi siaquello che ci denuncia per violazione diproprietà privata, dipende dal regimedella miniera. Se è attiva tocca alla com-pagnia mineraria titolare della conces-sione, se non lo è tocca alla Regione, e seè stata dichiarata esaurita, ai proprietaridei fondi sovrastanti le gallerie. Che ov-viamente raramente sanno cosa hanno sot-to i piedi …

IncidentiE se c’è un incidente?E’ ben noto che se nel nostro quoti-

diano c’è un incidente che avviene in am-bienti operativi ostili, in genere inter-vengono i Vigili del fuoco. Il guaio è chelo spettro di questo tipo di incidenti è mol-to ampio, e può andare a riguardare nu-meri piccoli di persone che sono finite inproblemi bizzarri: incidenti in montagna,in grotta, nei canyon e così via ...

In Italia, come in diversi altri Paesi, lacosa è stata risolta delegando il recuperoin quegli ambienti a quelle stesse perso-ne che, per passione, li frequentano.

E in miniera?Il problema è stato affrontato e risol-

to da millenni, in modo uguale: i soccorsiin miniera sono fatti dai minatori com-pagni degli incidentati.

Si noti un punto fondamentale, non siparla di minatori generici, ma dei mina-tori di quella stessa miniera. Perché chiinterviene, specie dopo incidenti chepossono averne sconvolto la morfologiae la ventilazione, deve conoscere comenessun’altro quello specifico ambiente.

E quindi un minatore del carbone non

potrebbe intervenire efficacemente inuna miniera di metalli.

La soluzione è sempre quella di crea-re in ogni miniera attiva delle squadrecomposte dai minatori più esperti e capaci,più o meno distaccati dai lavori di estra-zione, per coprire tragedie o problemi.

Ora è diventato impossibile, perché seuna miniera è dismessa, non ha più mi-natori, e quelli vecchi sono rari e restii adentrare, ormai anziani, in un buco che, dailoro tempi, è andato crollando.

E far intervenire minatori di altre mi-niere attive?

Intanto: trovali. In Italia minatori nonce ne sono praticamente più da decenni,e comunque solo i minatori di una certaminiera sono realmente efficaci ad af-frontarci delle emergenze. Se anche de-cidessimo di accontentarci dei minatori diun certo tipo di coltivazioni non sarem-mo messi bene. I più vicini per le minie-re di metalli sono in Albania, per quellidel carbone si va in Germania, per quel-li dello zolfo in sotterraneo bisogna cer-care in un altro sistema solare.

Intervista speleo-minerariaIn diverse zone d’Italia ci sono dei

comuni che vorrebbero valorizzareturisticamente le miniere del loro ter-ritorio, e contattano speleologi per sa-perne di più. Secondo te, è uno svilup-po positivo?

“E’ positivo il fatto che si cerchi diriappropriarci del proprio passato, che sicerchi di conoscerlo, che si tenti di valo-rizzare le peculiarità del proprio territo-rio come in tanti altri paesi stanno facendoda anni. Il guaio è che questo viene fat-to in modo improvvisato. Ad esempio, iSindaci rilasciano permessi che non han-no nessun titolo per rilasciare, a meno cheil Comune non sia proprietario dei terre-

ni sovrastanti la miniera e che questa siadichiarata esaurita”.

Sennò a chi tocca?“Se il giacimento è stato dichiarato

esaurito, tocca al proprietario dei terreni,se è così pazzo da assumersi la responsa-bilità di mandare persone in sotterranei sco-nosciuti sotto la sua responsabilità.

Se la concessione mineraria è ancoraattiva tocca invece alla Pubblica ammini-strazione, vale a dire in passato ai Distrettiminerari, che però sono stati aboliti, eccettoche in Sicilia, intorno agli anni ‘90. Ora lecompetenze sono passate alle Regioni, chele hanno accolte molto malvolentieri, e gliarchivi dei distretti minerari sono passatiagli Archivi di Stato”.

Comunque il ruolo degli speleologiè utile?

“Lo è solo se sono esperti nella pro-gressione in miniera, che è totalmente di-versa da quella in grotta. Troppi speleologicredono che, visto che ci si va in entram-be con la luce sul casco, siano più omeno posti simili. Non è così. Occorre unapreparazione specifica, che si ottiene in mi-niera”.

Dove però non si può entrare ...“Esatto, in generale. Ma ci sono spe-

leologi ex-minatori o altri che a forza di en-trate abusive sono diventati abbastanzaesperti”.

Però gli speleologi possono fare pro-spezioni, rilievi ...

“Le prospezioni sono utili solo se, ap-punto, sono fatte da esperti di miniera e, piùnello specifico, di quel tipo di coltivazio-ni. Quanto ai rilievi, esistono già di tuttele miniere, almeno di quelle cosiddette non-arcaiche, e con una precisione irraggiun-gibile dal tipo di rilevamento che fanno glispeleologi. Senza rilievi precisi è impos-

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sibile qualunque coltivazione in sotterra-neo; ricordiamoci poi degli adempimentidi legge, che hanno sempre imposto la co-municazione agli Enti preposti sullo statodi avanzamento dei lavori, almeno annuale,con sopralluogo dell’Ingegnere capo a ve-rifica; e infatti ogni miniera ha sempre avu-to una squadra topografica ...”.

Ma molti Sindaci non hanno i rilie-vi delle miniere che si aprono nel loro co-mune.

“Direi che, a priori, nessun Sindaco liha, né ha alcun motivo di averli, perché nonha nessuna competenza sul sotterraneo mi-nerario del suo Comune. I rilievi erano aiDistretti minerari, passati poi negli Archividi Stato nelle regioni dove sono statichiuse. Accessibilissimi, basta andarci”.

Ma allora che senso ha fare i rilievidi miniere dismesse?

“Quasi nessuno, è come rilevare unastrada statale per verificarne il percorso.Diverso è verificare, carte alla mano, la si-tuazione di una miniera dove eventuali crol-li od ostruzioni delle gallerie hanno mo-dificato lo sviluppo dei vuoti. Di conse-guenza ci possono essere ricadute in su-perficie con sink-holes, sbarramenti aldeflusso delle acque e altri guai che po-trebbe effettivamente aver senso conoscere,dal punto di vista della protezione civile.Ma questo è un lavoro da specialisti”.

Ma quindi non è troppo furbo inse-rire le discese in miniere dismesse neiquaderni di attività di campagna deigruppi?

“Sì, non troppo: documenta la realizza-zione di un reato, con nomi, cognomi, localitàe data. Espone a denunce e malumori da par-te delle PP.AA. e dei proprietari. E ancormeno furbo è portare estranei in miniera,semmai come gita sociale pubblicizzata davolantini. E’ successo e succede, causa la to-tale ignoranza e confusione sulla normati-va di settore, in cui perfino gli addetti ai la-vori hanno problemi ad orientarsi”.

Ma per rendere fruibile turistica-mente una miniera allora come si fa?

“Prima di tutto occorre augurarsi chenon sia stata dichiarata esaurita, perché al-

trimenti ogni operazione in sotterraneo di-venta davvero complicata. Se invece è an-cora attiva la concessione gli interventi divalutazione e poi di sistemazione turisti-ca rientrano nelle attività autorizzabili al-l’interno del titolo minerario, sotto la re-sponsabilità del titolare e del direttore”.

E come si fa a fare una ricercascien tifica in miniera?

“Non è mai stato risolto dalla legisla-zione italiana il problema della gestione diesplorazioni, seppure scientifiche, in sitiminerari abbandonati. Quindi chi lo fa,deve sapere che non può farlo! In Italia nonesiste un modo ufficiale per documenta-re questi ipogei, a meno che non ci sianoautorizzazioni mirate da chi ha la re-sponsabilità della miniera, siano conces-sionaria, Regione, Distretto o privati pro-prietari del terreno, a seconda del regimedella miniera.

Alcune Regioni negli ultimi anni sisono mosse, ma restano zone d’ombra,come le operazioni di soccorso; ahimè,mai considerate, come se una miniera nonattiva diventasse improvvisamente in-nocua …”.

Gli speleologi corrono molti rischi inminiera?

“Certamente sì, è un ambiente appa-rentemente simile a quello delle grotte, macon problemi totalmente diversi. C’è da direperò che gli speleologi almeno evitano unrischio che invece corrono altri frequen-tatori abusivi delle miniere”.

Quale?“Gli speleologi si guardano attorno e

basta, i cercatori di minerali invece scavano,turbando la stabilità delle gallerie. E sca-vano soprattutto proprio quelle parti in cuiè rimasto del minerale che, per eccellentimotivi, era stato lasciato dov’era: i pilastri.In quasi tutte le miniere si coltiva lasciandoindietro, con grande rammarico, setti o roc-ciosi o pile di sostegno della volta, rinun-ciando al minerale che contengono. Ora che

i minatori se ne sono andati entrano i cer-catori che trovano comodissimo assotti-gliare i pilastri che impediscono al soffit-to di cadergli in testa ...”.

E in caso di incidente cosa si puòfare?

“E’ seccante dirlo, ma tutto dipende daicompagni del ferito, che devono risolve-re il problema in modo autonomo, senzaaiuti esterni. E’ già successo. Quindi lasquadra deve essere sufficientemente nu-merosa ed esperta da permetterlo. Nel casoche questo si rivelasse impossibile occor-rerebbe l’intervento di esperti esterni, cheperò non ci sono”.

Per crearli?“Bisognerebbe riprendere l’estrazione

mineraria in Italia. Impensabile”.

Niente da fare, quindi?“Quel che si può fare è creare una li-

sta di esperti che possano intervenire o, al-meno, consigliare; nelle regioni con tra-dizione mineraria ci sono ancora personecompetenti. E molti minatori, ora ex, fan-no speleologia: quelli sono ovviamente laprima scelta. Poi ci sono speleologi che, perun motivo o per l’altro, sono pratici di mi-niere. Averne un elenco sarebbe già un pri-mo passo”.

Altro?“Un altro passo potrebbe proprio essere

di competenza del C.N.S.A.S. Individuaresul territorio le miniere frequentate, nonsono molte, e sono ben note, e raccoglie-re informazioni su di esse: rilievi, condi-zioni ambientali e soprattutto localizzarele persone che ne conoscevano la struttu-ra”.

Ci sono Regioni con casi particolari?“Mancando una normativa statale di ri-

ferimento, ogni Regione è un caso a sé …Per ora Trentino Alto Adige, Lombardia,Valle d’Aosta e Liguria stanno favorendoattività di conoscenza e valorizzazione, an-che se il percorso non è mai lineare”.