SPECIALEMEDICI - imaginabunda.it · rigetto nel trapianto ... B-cell follicles in secondary...

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S M SPECIALEMEDICI sommario Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA Sped. Abb. Post. DL 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Genova Bimestrale - Autorizzazione del Tribunale Genova n. 46 del 21.12.99 ISSN 1129-8642 Associazione Italiana Sclerosi Multipla Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale - ONLUS Ric. Pers. Giur. DPR 897 22/9/81 Sede Legale: Piazza Giovine Italia, 7 00195 Roma - c.c.p. 670000 Sede Nazionale: Via Operai, 40 16149 Genova Tel. 010 27131 Numero Verde: 800 80 30 28 www.aism.it e-mail: [email protected] Edizioni AISM ISSN 1124-3422 Chiuso in tipografia il 30 novembre 2007 Copie stampate e interamente diffuse xxxxxxxxxx Il contenuto degli articoli firmati è di piena responsabilità degli autori. Manoscritti, disegni, fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. L’informazione fornita dall’AISM non rappresenta raccomandazione o prescrizione terapeutica. Supplemento n. 2 Novembre 2007 a SM Italia n. 6 Novembre 2007 Presidente Onorario Prof.ssa Rita Levi Montalcini Presidente FISM e Direttore Responsabile Prof. Mario Alberto Battaglia Comitato di redazione Paolo Bandiera, Gian Luigi Mancardi, Antonella Moretti, Grazia Rocca Redazione Silvia Lombardo (Coordinatrice) Manuela Capelli (Addetta segreteria) Progetto grafico Michela Tozzini Impaginazione Chiara Rossi Hanno collaborato a questo numero Francesca Aloisi, Alessandro Leonardi, Grazia Rocca, Chiara Rossi, Marco Salvetti, Marvi Tonus Direzione e redazione Via Operai, 40 16142 Genova Numero Verde: 800 80 30 28 Fotocomposizione e stampa GMT, Graphic Media Technology, Genova 5 Vi rus di Epstein-Barr e SM: un passo avanti 8 Anticorpi anti-interf e rone: attualità e prospettive 11 ECTRIMS 2007: da convegno europeo a incontro mondiale 14 Ricercatori e borsisti finanziati dalla FISM nel 2007 16 Infopoint: qualità integrata con accoglienza 18 Numero Verde AISM: il valore dell’informazione 19 Pubblicato su Lancet lo studio BENEFIT

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SMSPECIALEMEDICI

s o m m a r i o

Tariffa R.O.C.Poste Italiane SpASped. Abb. Post. DL 353/2003(conv. in L. 27-02-2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Genova Bimestrale - Autorizzazione del Tribunale Genova n. 46 del 21.12.99 ISSN 1129-8642

Associazione Italiana Sclerosi MultiplaOrganizzazione Non Lucrativadi Utilità Sociale - ONLUS

Ric. Pers. Giur. DPR 897 22/9/81

Sede Legale:Piazza Giovine Italia, 700195 Roma - c.c.p. 670000

Sede Nazionale:Via Operai, 40 16149 Genova Tel. 010 27131 Numero Verde: 800 80 30 28w w w.aism.it e-mail: [email protected]

Edizioni AISM ISSN 1124-3422Chiuso in tipografiail 30 novembre 2007 Copie stampate e interamente diffuse xxxxxxxxxx

Il contenuto degli articoli firmati è di piena responsabilità degli autori. Manoscritti, disegni, fotografie,anche se non pubblicati, non si re s t i t u i s c o n o .L’informazione fornita dall’AISMnon rappresenta raccomandazioneo prescrizione terapeutica.

Supplemento n. 2 Novembre 2007 a SM Italia n. 6 Novembre 2007

Presidente OnorarioProf.ssa Rita Levi MontalciniPresidente FISM eDirettore ResponsabileProf. Mario Alberto Battaglia

Comitato di redazionePaolo Bandiera, Gian Luigi Mancardi,Antonella Moretti, Grazia Rocca

R e d a z i o n eSilvia Lombardo (Coordinatrice)Manuela Capelli (Addetta segreteria)

Progetto grafico Michela To z z i n iI m p a g i n a z i o n eChiara Rossi

Hanno collaborato a questo numeroFrancesca Aloisi, Alessandro Leonardi, Grazia Rocca, Chiara Rossi, Marco Salvetti, Marvi To n u s

Direzione e redazioneVia Operai, 4016142 GenovaNumero Verde: 800 80 30 28

Fotocomposizione e stampaG M T, Graphic Media Te c h n o l o g y, Genova

5 Vi rus di Epstein-Barr e SM: un passo avanti

8 Anticorpi anti-interf e rone: attualità e prospettive

1 1 E C T R I M S 2007: da convegno euro p e oa incontro mondiale

1 4 R i c e rcatori e borsisti finanziati dalla FISM nel 2007

1 6 Infopoint: qualità integrata con accoglienza

1 8 N u m e ro Ve rde AISM:il valore dell’inform a z i o n e

1 9 Pubblicato su Lancet lo studio BENEFIT

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E d i t o r i a l eCarissimi, destinare il 5 per mille alla ricerca scientifica e al volonta-riato con la dichiarazione dei redditi è un’importante sceltadi civiltà che è stata accolta favorevolmente da migliaia cit-tadini. Lo dimostra il fatto che anche nel 2007 più dellametà dei contribuenti ha aderito, segnalando l’ente o l’asso-

ciazione a cui devolvere il proprio contributo: se di per sé questa è già una gran bellanotizia, ora se ne aggiunge un’altra che per noi è, se possibile, ancora migliore. Dai dati resi noti dall’Agenzia delle Entrare relativi al 2006, l’AISM e la FISM sonostate scelte da 125.000 mila italiani che hanno sposato la causa della ricerca dedicataalla sclerosi multipla, testimoniando piena fiducia nell’operare della nostraAssociazione e della sua Fondazione. La FISM, in particolare, ha conquistato la secon-da posizione, superando enti prestigiosi che si occupano di cancro – malattia moltopiù diffusa della sclerosi multipla – o di patologie genetiche. La qualità del nostro lavoro, l’affermazione dei diritti, lo sviluppo di programmi diassistenza multidisciplinare all’avanguardia e, soprattutto, il finanziamento a progettidi ricerca avanzati, nonché il sostegno ai giovani ricercatori affinché possano crearsiun percorso di carriera in Italia rientrando dall’estero, come descritto in questo nume-ro di Speciale Medici, sono alcune tra le motivazioni che hanno spinto così tanti italia-ni a sostenere il nostro impegno, privilegiando l’AISM e la FISM nella scelta del 5 permille. E a noi ha consentito di finanziare il Bando di ricerca scientifica 2007 con oltreun milione e mezzo di euro, cifra destinata a crescere negli anni a venire. Quest’autunno sarà però ricordato anche per la pubblicazione di un’importante ricer-ca italiana, in parte finanziata FISM, che approfondisce il ruolo del virus di Epstein-Barr nella SM, foriera di ottime prospettive per nuove scoperte relative all’eziologiadella malattia, di cui diamo conto. La nostra forza è la vostra forza: liberare il mondo dalla sclerosi multipla è il nostroobiettivo comune.

Mario Alberto BattagliaPresidente Nazionale FISM

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Analizzando campioni di materiale cerebraleautoptico di 22 pazienti con SM conservatonella banca dei tessuti dell’Imperial College d iLondra, un gruppo di ricercatori coordinatida Francesca Aloisi dell’Istituto Superiore diSanità ha mostrato una relazione tra la pre-senza del virus di Epstein-Barr e la rispostainfiammatoria nelle lesioni cerebrali tipichedella malattia (vedi articolo seguente per idettagli). Lo studio, realizzato anche con il contributodella Fondazione Italiana Sclerosi Multipla(FISM), mostra la presenza di un accumuloanomalo di linfociti B, infettati dal virus dellamononucleosi, nelle meningi e nelle lesioni delsistema nervoso centrale ottenuto da campioniautoptici di diverse forme di sclerosi multipla.I ricercatori hanno trovato prova della presen-za del virus sia in forma latente sia in formaattiva. Essi hanno evidenziato inoltre un attac-co immunitario in corso diretto verso le cellu-le infettate da virus nei siti principali di accu-

mulo, con un maggior numero di linfociti Tnei cervelli con una maggiore infiltrazione dicellule infettate da virus. Per far ulteriore luce su tutti gli aspetti coin-volti, la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla,nell’ambito del Bando 2007 di finanziamentodella ricerca scientifica (vedi pag. 14) haapprovato un finanziamento di 450.000 europer un progetto di ricerca triennale sul virus diEpstein-Barr e le sue possibili implicazioni conla malattia, intitolato Coinvolgimento del virusdi Epstein-Barr nell’eziopatogenesi della SM: dase a come. Anche quest’ultimo sarà coordinatoda Francesca Aloisi e da Marco Salvetti, pro-fessore associato all’Uni-versità la Sapienza diRoma, responsabile del Centro NeurologicoTerapie Sperimentali (CENTERS) e vi parteci-pano i gruppi che, per la prima volta, hannodimostrato la presenza di cellule B infettatedall’EBV nelle placche e nelle strutture linfoi-di meningee della SM. Lo scopo è ottenere unadefinizione migliore delle cause della SM tra-

Virus di Epstein-Barr e SM: un passo avanti

n o v e m b re, sulla prestigiosa rivista Journal ofExperimental Medicine, è stata pubblicata unaricerca condotta dal Dipartimento di Biologia

C e l l u l a re e Neuroscienze dell’Istituto Superiore di Sanità(ISS) che dimostra la presenza del virus di Epstein-Barr(EBV) nei tessuti cerebrali di sclerosi multipla. Il microrganismo, molto diffuso tra la popolazione, eresponsabile della mononucleosi, gioca un ruolo importan-te innescando una serie di meccanismi ancora non del tuttoconosciuti.

aAzatioprina v e r s u s i n t e rferone nella SM

Al fine di valutare se l’azatioprina possa rappresentare una valida opzione terapeutica per le persone con SM recidivante-remittente, la sua attività verrà confrontata con quella dell’interferone beta nel corso di uno studio indipendente - ilM A I N - Trial, acronimo di Multicenter Azathioprine Interferon-beta Non-inferiority - finanziato dall’Agenzia Italiana delFarmaco (AIFA). Lo studio è iniziato a marzo 2007. L’azatioprina è un immunosoppressore utilizzato da molti anni sia nelle malattie autoimmuni sia per la prevenzione delrigetto nel trapianto d’organo. In alcuni Paesi europei questo farmaco è autorizzato anche per il trattamento della sclero-si multipla mentre in Italia questa indicazione non è prevista. Questo perché, fino a oggi, l’efficacia dell’azatioprina nellaSM è stata considerata marginale; può darsi, però, che tale valutazione sia stata prematura. L’azatioprina, infatti, non è maistata sperimentata su gruppi sufficientemente ampi di pazienti e con metodi moderni come quelli adottati nelle ricerchecon l’interferone. Studi recenti suggeriscono invece che, sia sull’evoluzione clinica della sclerosi multipla sia sulla forma-zione di nuove lesioni cerebrali, l’azatioprina abbia la stessa efficacia dell’interferone beta, il farmaco che da oltre diecianni è accreditato come il trattamento di prima scelta per la sclerosi multipla recidivante-remittente (SM-RR) e come talerimborsato dal ministero della Salute italiano. Tuttavia, in molti pazienti l’interferone non è efficace, oppure lo è solo par-zialmente o non è ben tollerato. Gli obiettivi del MAIN-Trial sono quindi di confrontare: l’efficacia dell’azatioprina rispetto alle varie formulazioni del-l’interferone beta nel ridurre l’attività di malattia; il profilo di sicurezza dei due farmaci; il loro impatto sulla qualità di vita. Lo studio prevede il reclutamento, attualmente in corso, di circa 360 persone con SM-RR, di età compresa tra 18 e 55 anniche hanno manifestato almeno due ricadute nei due anni precedenti e portatori di una disabilità lieve o moderata. I pazienti che daranno il loro consenso verranno trattati con azatioprina (3-4 compresse circa al dì = 3 mg/kg/die) o inter-ferone beta (in una delle tre formulazioni approvate in Italia). I partecipanti verranno seguiti per due anni e valutati in ter-mini di numero di ricadute (obiettivo principale dello studio), variazioni del carico lesionale alla risonanza magnetica,grado di disabilità, qualità di vita e tollerabilità della terapia (obiettivi secondari). L’AISM contribuisce allo studio con l’im-portante compito di gestire gli aspetti amministrativi e finanziari.

TN E W S

Il coordinamento nazionale del MAIN-Trial è affidato alla Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Bestadi Milano (Chiara Milanese) e al Dipartimento di Scienze Neurologiche dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze (Luca Massacesi). I Centri SM partecipanti sono:

Orbassano (To) (A. Bertolotto); Novara (M. Leone); Torino (P. Cavalla); Cuneo (F. Perla); G e n o v a(G.L. Mancardi); Milano (C. Milanese); Monza (Frigo); Pavia (R. Bergamaschi); Bergamo (M.R. Ro t t o l i ) ; Verona (M.D. Benedetti); Verona (G. Moretto); Negrar (Vr) (F. Marchioretto); Padova (B. Tavolato); Trento (D. Orrico); Bolzano (R. Schoenhuber); Treviso (B. Giometto); Ferrara (M.R. Tola); Modena (P.Sola); Reggio Emilia (L. Motti); Fidenza (Pr) (E. Montanari); Bologna (S. Stecchi); Lugo (Ra) (M.Galeotti); Firenze (L. Massacesi); Siena (M. Ulivelli); Livorno (G. Meucci); Prato (M. Falcini); Pi s a(A. Iudice); Chieti (A. Lugaresi); Macerata (G. Giuliani); Ancona (L. Provinciali); Roma (C. Pozzilli; C.Gasperini); Roma (D. Centonze); Roma (P.A. Tonali); Napoli (G. Tedeschi); Napoli (V. Brescia Morra); Salerno (G. Iuliano); Catanzaro (A. Quattrone); Palermo (G. Savettieri); Messina (C. Messina); Catania (F. Patti); Cefalù (Pa) (L. Grimaldi); Sassari (G. Rosati); Nuoro (S. Murgia).

I COORDINATORI E I CENTRI PA R T E C I PA N T I

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VIRUS DI EPSTEIN-BARR E SM: UN PASSO AVA N T I

B I B L I O G R A F I A

1. Ascherio A, Munger KL. Environmental risk factors for multiple sclerosis. Part I: the role of infection.Ann Neurol 2007;61:288-99

2. Serafini B, Rosicarelli B, Franciotta D, Magliozzi R, Reynolds R, Cinque P, Andreoni L, Trivedi P,Salvetti M, Faggioni A, Aloisi F. D y s regulated Epstein-Barr virus infection in the multiple sclerosis brain.J Exp Med 2007 Nov 5 [Epub ahead of print]

3. Magliozzi R, Howell O, Vora A, Serafini B, Nicholas R, Puopolo M, Reynolds R, Aloisi F. M e n i n g e a lB-cell follicles in secondary progressive multiple sclerosis associate early onset of disease and severe corti-cal pathology. Brain 2007;130:1089-104

4. Hislop AD, Taylor GS, Sauce D, Rickinson AB. Cellular responses to viral infection in humans: les-sons from Epstein-Barr virus. Annu Rev Immunol 2007;25:587-617

5. Mosnier JF, Pham BN, Walker F, Dubois S, Degos F, Erlinger S, Degott C. Relationship betweencomposition of lymphoid cell infiltrates in the liver and replication status in chronic hepatitis B: an immu-nohistochemical study. Am J Clin Pathol 1996;106:625-33

6. International Multiple Sclerosis Genetics Consortium, Hafler DA, Compston A, Sawcer S, LanderES, Daly MJ, De Jager PL, de Bakker PI, Gabriel SB, Mirel DB, Ivinson AJ, Pericak-Vance MA,Gregory SG, Rioux JD, McCauley JL, Haines JL, Barcellos LF, Cree B, Oksenberg JR, Hauser SL. R i s kalleles for multiple sclerosis identified by a genomewide study. N Engl J Med 2007;357:851-62

7. Lundmark F, Duvefelt K, Iacobaeus E, Kockum I, Wallström E, Khademi M, Oturai A, Ryder LP,Saarela J, Harbo HF, Celius EG, Salter H, Olsson T, Hillert J. Variation in interleukin 7 receptor alphachain (IL7R) influences risk of multiple sclerosis. Nat Genet 2007;39:1108-13

8. Gregory SG, Schmidt S, Seth P, Oksenberg JR, Hart J, Prokop A, Caillier SJ, Ban M, Goris A,Barcellos LF, Lincoln R, McCauley JL, Sawcer SJ, Compston DA, Dubois B, Hauser SL, Garcia-Blanco MA, Pericak-Vance MA, Haines JL. Multiple Sclerosis Genetics Group. Interleukin 7 re c e p t o ralpha chain (IL7R) shows allelic and functional association with multiple sclerosis. Nat Genet2 0 0 7 ; 3 9 : 1 0 8 3 - 9 1

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mite l’analisi di diversi sottotipi di EBV (alcu-ni potrebbero essere più aggressivi) nel sistemanervoso e nel sangue. In parallelo si cercheràanche di capire se i linfociti coinvolti nellarisposta al virus esercitano essi stessi un’azionedannosa sul sistema nervoso centrale. Le unità coinvolte sono l’Istituto Superiore diSanità, il Centro Neurologico di Te r a p i eSperimentali (Uniroma1/CENTERS), il

Dipartimento di Medicina Sperimentaledell’Università La Sapienza di Roma, l’Unità diNeuroimmunologia dell’Istituto ScientificoFondazione Santa Lucia. La conclusione delprogetto è prevista per l’anno 2010.

r a cura della Redazione

La sclerosi multipla è una malattia multifattoriale che si svi-luppa per la convergenza di molteplici fattori ambientali, ge-netici ed epigenetici. Fra tutti i possibili fattori ambientali, ivirus sono stati da sempre considerati gli indiziati principa-li, soprattutto per la possibilità che agiscano da trigger oc-culti dell’infiammazione nel sistema nervoso centrale (vediSpeciale Medici 1/2007). La negatività delle ricerche in que-sto senso, unita all’avvento del modello animale di SM, l’encefalite allergica sperimentale (EAE) in cuila malattia si sviluppa per immunizzazione contro antigeni della mielina, ha portato alla prevalente con-vinzione che l’autoimmunità in corso di SM non dipenda da trigger microbici locali. Anche la vasta econvergente letteratura siero-epidemiologica su un legame fra virus di Epstein-Barr (EBV) e sclerosim u l t i p l a1 è rimasta in qualche modo isolata in assenza di dati in grado di legare il virus al danno isto-logico (peraltro l’EBV infetta l’80-90% della popolazione ed è difficile comprendere come possa con-correre a determinare una patologia relativamente rara come la SM).Uno degli anelli mancanti del legame tra EBV e sclerosi multipla potrebbe essere stato identificato dal-lo studio recentemente pubblicato sul Journal of Experimental Medicine2: negli infiltrati infiammatorisono presenti linfociti B che esprimono proteine della fase latente dell’EBV e, nei casi con maggioreflogosi, anche di quella litica. I linfociti B infettati non sono presenti solo nelle aree di infiammazionedella sostanza bianca ma anche a livello di strutture meningee simil-linfoidi, recentemente descritte nel-la SM3, che hanno caratteristiche che le avvicinano ai centri germinativi e che quindi potrebbero co-stituire il “covo” dove il virus organizza e mantiene la propria persistenza nel sistema nervoso centra-le. Accanto alle cellule B infettate sono presenti linfociti T CD’ che potrebbero essere responsabili deldanno collaterale inflitto al sistema nervoso durante il tentativo di controllare l’infezione.La dimostrazione della presenza di un virus è pienamente in accordo con le caratteristiche dell’infil-trato T linfocitario nella SM, composto in maniera predominante da linfociti CD’, la sottopopolazioneattesa in caso di infezione da parte di un antigene virale endogeno, presentato dal Complesso Maggioredi Istocompatibilità di classe I. Ciò è ancor più vero nel caso dell’EBV: in corso di mononucleosi il vi-rus espande una considerevole quantità di cloni CD’ virus specifici4 e, anche nel caso di localizzazioniin altri organi, la sottopopolazione CD’ è particolarmente abbondante (per esempio nell’epatite daEBV rispetto a quelle HBV e HCV relate5). Globalmente, questi dati accrescono la consapevolezza deilimiti del modello animale di SM, l’EAE, che nella maggior parte dei casi è una malattia mediata prin-cipalmente da linfociti CD’.Infine, potrebbe non essere casuale il nesso che si intravede fra questo risultato e i sostanziali progres-si in ambito genetico pubblicati a fine agosto di quest’anno6 - 8: per la prima volta esiste una evidenza so-lida del contributo di geni non MHC al rischio di sviluppare la SM. Uno di questi loci codifica per la

LO STUDIO IN DETTAGLIO

catena alfa del recettore dell’interleukina7. L’infezione da EBV modula in maniera peculiare pro-prio l’espressione di questa proteina assieme a quella del recettore di un’altra citochina omeo-statica, l’interleukina-154. Come spesso accade, i progressi scientifici aprono anche nuovi inter-rogativi. Fra questi sarà interessante capire come conciliare la concausa virale con il ruolo pre-ponderante dell’associazione genetica con polimorfismi MHC di classe II e con la risposta clini-ca a terapie immunosoppressive. Una maggiore attenzione a terapie con antivirali, magari incombinazione con farmaci già in uso, potrà aiutare a comprendere questi e altri punti ancorao s c u r i .

r Francesca Aloisi, Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze, Istituto Superiore diSanità, Roma r Marco Salvetti, Neurologia e Centro Neurologico Terapie Sperimentali (CENTERS),Università Sapienza, Ospedale S. Andrea, Roma

Sul sito dell'Associazione www.aism.it

è disponibile un dossier dedicato al virus di

Epstein-Barr e al suo rapporto

con la sclerosi multipla.

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ancorché non conclusivo, rappresenta un inte-ressante tentativo di rispondere ad alcune esi-genze cliniche.È ormai dimostrato che già normalmente, cioèin soggetti sani mai trattati con interferoni, esi-stono nel sangue anticorpi diretti contro moltecitochine endogene, compreso l’interferone.Questo dato può stupire, poiché si tratta diautoanticorpi diretti contro molecole “self”.Tuttavia, va ricordato che l’esistenza in tutti gliindividui di linfociti autoreattivi B, produttoridi questi anticorpi, è un dato assodato. D’altraparte è possibile che abbiano un ruolo di tiporegolatorio, limitando la stimolazione immu-nologica, potenzialmente eccessiva, che le cito-chine determinano. Il sistema immunitariospesso dispone di “meccanismi di sicurezza”atti, in buona sostanza, a frenare se stesso.È altrettanto ben dimostrato, inoltre, che iltrattamento cronico con citochine o ormoniincrementa molto la presenza di questi autoan-ticorpi nel sangue. Produzione aggiuntiva pro-babilmente dovuta alla stessa abbondanzadella citochina che ora entra in contatto conl’organismo e che potrebbe tradursi in uneccesso di stimolazione immunologica. Inoltre,il preparato farmaceutico spesso differiscedalla molecola originale endogena poiché hauna struttura chimica modificata (per esempiouno o più aminoacidi diversi rispetto al beta-interferone naturale) o viene iniettato con unamiscela di additivi contaminanti. Di conse-guenza scatena una risposta immunitaria viva-ce. In buona sostanza, l’interferone “farma-ceutico” viene scambiato come not self, eviene prodotta una gran quantità di autoanti-corpi contro di esso.

LE TAPPE DECISIONALI

Dal punto di vista del clinico, l’esistenza dianticorpi anti-interferone nei pazienti trattaticon questi farmaci potrebbe portare alseguente ragionamento: più si dimostra untitolo elevato di autoanticorpi nel siero di que-sti soggetti, più l’interferone, neutralizzatodall’anticorpo agirà poco e male. Si potrebbe

individuare un valore di cut off sopra il quale lamaggior parte dei pazienti sembra non rispon-dere più all’interferone, e in questi casi sospen-derne la somministrazione, concentrandosi sudiverse opportunità terapeutiche, che fortuna-tamente oggi non mancano. Tuttavia, dall’esa-me della letteratura di questi ultimi anni emer-ge incertezza riguardo al reale valore delladeterminazione di questi anticorpi nella comu-ne pratica clinica. Accanto a studiosi che negano risolutamenteogni valore clinico legato alla determinazionedel titolo di anticorpi anti-interferone n e lsiero, ve ne sono altri che lo ritengono un indi-catore fondamentale per guidare le decisioniterapeutiche del neurologo. Non mancano infine opinioni prudenti (lamaggior parte degli autori), di studiosi che insostanza raccomandano ai neurologi clinici dinon ignorare la possibilità di ottenere questodato aggiuntivo nei pazienti not re s p o n d e r a g l iinterferoni, ma nel contempo consigliano diconsiderarlo sempre nel contesto di tutte letradizionali considerazioni cliniche e paraclini-che legate alla malattia. Prima di prendere una decisione terapeutica,per esempio sospendere il trattamento interfe-ronico o modificarlo solo sulla base del titolodi anticorpi anti-interferone, questi autori rac-comandano cioè di considerare nel suo insiemela situazione clinica del paziente (frequenza e

In quest’ultimo decennio, l’introduzione del-l’interferone come farmaco per modificarefavorevolmente il decorso della sclerosi multi-pla ha rappresentato un salto di qualità nellagestione della malattia. Purtroppo, però, larisposta clinica al trattamento risulta, tutt’ora,alquanto variabile. Di fronte a una situazionecosì eterogenea, sarebbe ovviamente di grandeutilità per il medico poter prevedere in antici-po quali soggetti troveranno giovamento dal-l’interferone e quali invece no. Sarebbe menoambizioso, ma comunque utilissimo, poteralmeno trovare, in un paziente già in terapiainterferonica, un indicatore biologico che con-fermi obiettivamente ciò che la clinica parreb-be empiricamente indicare, cioè che il farmaconon è efficace per quell’individuo ed è quindiinutile o addirittura controproducente prose-guire la somministrazione. Tutto ciò consenti-rebbe di mirare meglio, e fin dall’inizio, il tipo

di intervento terapeutico. Il fatto di non per-dere tempo in inutili tentativi di cura compor-terebbe un notevole vantaggio economico.Ottimizzando una terapia cronica molto costo-sa per la collettività, legittimerebbe la sceltaeventuale del neurologo di sospendere l’inter-ferone per inefficacia e darebbe qualche cer-tezza in più sia al paziente sia al curante riguar-do all’appropriatezza della via terapeutica scel-ta. Quest’ultimo punto potrebbe risultare dipotenziale grande utilità in termini di miglio-ramento della compliance alla terapia.

G L I A N T I C O R P IA N T I - I N T E R F E R O N E

Lo studio degli anticorpi anti-interferone,tematica di sempre maggiore interesse nellaletteratura dedicata alla sclerosi multipla,

Anticorpi anti-interferone attualità e prospettive

ome può constatare ogni giorno il neurologo che sioccupa di sclerosi multipla, l’efficacia della terapiaimmunomodulante o immunosoppressiva è molto

variabile da individuo a individuo. La terapia con gli inter-feroni non fa eccezione: accanto a pazienti che rispondonoin maniera brillante alla somministrazione del farmaco, siain termini di miglioramento della qualità di vita sia in ter-mini di riduzione del numero e della gravità delle ricadute,vi sono soggetti che non sembrano trarre alcun beneficiodal trattamento.

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Come di consueto, la riunione dell’ECTRIMSè stata un’occasione preziosa per presentare alivello europeo i dati ottenuti in tutti i settori distudio applicati alla sclerosi multipla.Di seguito verranno descritti alcune novitàemerse nel corso dei lavori congressuali mauna rassegna completa degli abstract in inglesepuò essere reperita collegandosi all’indirizzoInternet http://www.akm.ch/ectrims2007/.

● T E R A P I E C O N V E N Z I O N A L IEfficacia nel lungo termine degli interf e r o n i .Sono sempre più numerosi gli studi clinici ita-liani e stranieri che mettono in luce l’efficaciadel trattamento a lungo termine, nella riduzio-ne di disabilità. Oltre al vantaggio riscontratodopo alcuni mesi dall’inizio della somministra-zione, si comincia a disporre di dati semprepiù consistenti sull’azione a distanza anche dimolti anni. Proprio da ciò deriva l’importanzadegli studi presentati all’ECTRIMS con risul-

tati rassicuranti rispetto la decisione di prolun-gare la terapia, a dispetto dei costi rilevanti e diperplessità da parte del paziente.Utilità dell’avvio precoce dell’interf e r o n e .Parallelamente all’effetto sul lungo periodo,emergono nuovi dati che confermano l’utilità,in termini di riduzione della progressione dimalattia, anche dell’avvio precoce della terapiaimmunomodulante dopo un singolo episodioclinico suggestivo di SM o CIS (C l i n i c a l l yIsolated Syndrome). Sono infatti stati comple-tati positivamente alcuni studi a riguardo.Naturalmente la decisione va presa caso percaso, in base al rischio stimato di una nuovaricaduta valutato con la risonanza magneticanucleare (RMN) e alla tipologia clinica dell’e-pisodio. I n t e rferone e gravidanza. Gli ultimi dati pre-sentati da autori italiani all’ECTRIMS confer-mano il generale ottimismo riguardo la proble-matica della terapia con interferone in gravi-

ECTRIMS 2007: da convegno europeo a incontro mondiale

all’11 al 14 ottobre 2007 a Praga, capitale dellaRepubblica Ceca, si è svolto il ventitreesimo con-g resso del Comitato Europeo per il trattamento e la

ricerca nel campo della sclerosi mutilpla ( E C T R I M SEuropean Committee for treatment and research inMultiple Sclerosis). Quattro giorni di intensi lavori scientifici durante i quali sisono confrontati, nel corso di seminari e incontri, centinaiadi ricercatori e neurologi clinici provenienti non solo daiPaesi europei, ma anche da Stati Uniti, Canada, Giappone,America Latina e Iran.

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intensità di ricadute, progressione nella disabi-lità, età e tolleranza all’interferone, numero diplacche attive visibili alla risonanza, eventualeincremento del carico lesionale eccetera).

I R A G I O N E V O L I D U B B IS U L S I G N I F I C AT O B I O LO G I C O

Di seguito verranno presentate schematica-mente alcune cause che giustificano questaperdurante incertezza scientifica, a più di 20anni dalle prime segnalazioni dell’esistenza diquesti anticorpi e nonostante la mole ormairilevante di articoli scientifici dedicati all’argo-mento. In primo luogo, sono necessari ulterio-ri studi di qualità, cioè indipendenti, svolti sunumeri elevati di pazienti, che prevedano unlungo follow-up poiché è noto che il tasso dianticorpi anti-interferone tende a modificarsinotevolmente nel tempo. Inoltre è richiesta unmetodo longitudinale di osservazione. Glistudi retrospettivi, infatti, hanno l’ovvio limitedi non poter stabilire con certezza il nesso cau-s a l e, cioè che è proprio la comparsa degliautoanticorpi a determinare la perdita di effi-cacia terapeutica. C’è chi sostiene che, al con-trario, persa l’efficacia biologica dell’interfero-ne, compaiono come epifenomeno anticorpidiretti contro di esso. Esistono in realtà molti diverse tipologie dianticorpi anti-interferone e non vi è accordo setutte abbiano rilevante effetto biologico. Unadistinzione tradizionale è fatta tra BAB (b i n-ding antibodies) e NAB (neutralizing antibo-d i e s). I primi, meno studiati dei secondi, ven-gono di solito considerati incapaci di determi-nare un effetto biologico apprezzabile, ma nontutti sono d’accordo su questo punto.Non tutti gli studi hanno riscontrato differen-ze significative, in termini di efficacia clinicadella terapia con interferone, tra soggetti siero-positivi e controlli sieronegativi per anticorpianti-interferone, ma vi è grossa disomogeneitàriguardo ad alcune importanti variabili, comeil tempo di osservazione. Non è certo che chi sviluppa anticorpi anti-

interferone sia paragonabile, da un punto divista sia clinico sia immunologico, a chi non hanel siero tali anticorpi. In altre parole, potreb-be esserci qualche caratteristica fondamentaleche differenzia i due gruppi di pazienti cheancora sfugge: questi autoanticorpi potrebbe-ro costituire unicamente un epifenomeno. Il dosaggio di questi anticorpi non è tecnica-mente facile: esistono metodi differenti e labo-ratori che potrebbero avere esperienza e affi-dabilità non paragonabile. Anche questo moti-vo pratico contribuisce alla disomogeneità deidati a oggi disponibili.Concludendo, la determinazione degli anticor-pi anti-interferone rappresenta un dato clinicoimportante, anche se meritevole di futuriapprofondimenti. Nuove ricerche sarannonecessarie per meglio definire il significato deldato e il peso da attribuirgli nella gestione pra-tica del paziente. Al momento sembra ragione-vole considerare la presenza e il titolo deglianticorpi anti-interferone una delle variabili daponderare nella rivalutazione clinica deipazienti scarsamente resposivi al trattamentroi n t e r f e r o n i c o .

r Alessandro Leonardi, Dipartimento diNeuroscienze, Oftalmologia e Genetica,Universita di Genova

A N T I C O R P I ANTI-INTERFERONE: AT T U A L I TA’ E P R O S P E T T I V E

1312

malattie autoimmuni particolarmente gravi:lupus sistemico, sindrome sclerodermica, scle-rosi multipla classica o varianti. La proceduraconsiste in una intensa immunosoppressioneseguita da trapianto midollare autologo. I datiriguardano 60 pazienti con un’età media di 36anni e una storia di malattia in media di 11anni. Nel 75% dei casi si è registrata una stabi-lizzazione o un miglioramento delle condizionineurologiche, con risultati migliori per leforme a ricaduta e remissione (RR) che quindisarebbero quelle ideali per le quali ipotizzare iltrapianto. Va però tenuto presente un rischiodi morte pari a circa il 3,3% che ancora costi-tuisce una limitazione. Solo un’attenta selezio-ne dei pazienti, nonché lo sviluppo di proto-colli di chemioterapia immunosoppressivameno tossici, potranno portare a un futuro svi-luppo di questa tecnica.● S I N T O M ISindrome delle gambe senza riposo. U n ostudio statunitense indica una prevalenza nellepersone con SM molto superiore a quantoatteso nella popolazione generale, addiritturadel 33,4%. Si tratta quasi sempre di donne,solitamente con più di 40 anni e con forma diSM-RR. L’importanza della segnalazione risie-

de nel fatto che la sindrome delle gambe senzariposo ha criteri di diagnosi precisi e terapia adhoc (farmaci dopaminergici, assunti la sera). Rischio di cancro e sclerosi multipla. Unostudio epidemiologico norvegese che ha consi-derato la causa di morte di 878 soggetti conSM (periodo 1953-2003) riporta una mortalitàper neoplasia nel 8,1% per gli uomini e nel17% per le donne. Questi dati mostrerebberoun rischio superiore rispetto alla popolazionegenerale contraddicendo una teoria storicasecondo la quale le patologie autoimmuni pro-teggerebbero dal cancro.

ECTRIMS 2007 è stato un incrocio di espe-rienze a livello mondiale in attesa del prossimoappuntamento già previsto per settembre 2008a Montreal, in Canada, e fin da ora definitoc o n g resso mondiale della sclerosi multipla p o i-ché radunerà insieme i comitati di trattamentoe ricerca europeo, latino americano e statuni-t e n s e .

r Alessandro Leonardi, Dipartimento diNeuroscienze, Oftalmologia e Genetica,Università di Genova

danza. La sospensione del farmaco con unanticipo congruo, cioè circa 1-3 mesi prima diiniziare i rapporti non protetti, continua a esse-re raccomandabile, tranne che in particolarisituazioni. Tuttavia, anche in caso di interru-zione molto a ridosso del giorno del concepi-mento il rischio di aborto pare non aumentare.È possibile che una mancata sospensione delfarmaco possa invece comportare un minorpeso o una minor lunghezza del neonato allanascita senza peraltro conse-guenze cliniche rilevanti. Perquanto riguarda il glatirameracetato (copolimero) uno stu-dio su poche donne suggeri-rebbe la possibilità, sempre incasi selezionati, di non inter-rompere l’assunzione in gravi-danza. Il farmaco è infatti teo-ricamente più sicuro dell’inter-ferone, non essendo mai statadimostrata la sua pericolositàsul feto in studi sull’animale.Efficacia e sicurezza del nata-lizumab (Ty s a b r i®). Nuovi datirelativi a pazienti trattati negliultimi mesi con Ty s a b r i® confermano la buonaefficacia e la sicurezza di questo farmaco, cosìcome già emerso in fase di sperimentazione. Almomento non sono stati segnalati nuovi casi dileucoencefalopatia multifocale progressiva(PML), che ne aveva motivato il temporaneoritiro dal commercio. Il numero crescente disoggetti inseriti nel protocollo di cura con ilTy s a b r i® e la rigorosa rete di vigilanza (vediSpeciale Medici 2/2006) pensata per questofarmaco consentiranno a breve di definirnemeglio il profilo di rischio. ● T E R A P I E S I N T O M AT I C H EI cannabinoidi. Uno studio anglo-scozzese hariportato buoni risultati in termini sia di sicu-rezza sia di efficacia contro la spasticità diS a t i v e x®, lo spray contenente derivati dellacannabis (THC) utilizzato in vari Paesi euro-pei. Il farmaco può essere autogestito dalpaziente in base all’entità dei sintomi (rigiditàmuscolare avvertita). In media i pazienti riferi-scono un buon compenso con 6-7 puff al gior-no. Sono emersi vari effetti collaterali (vertigi-

ni, fatica, cefalea o dolore orale), ma in generenon rilevanti. Una sospensione per effetti col-laterali è stata registrata nel 16% dei casi.Iniezione intravescicale di tossina botulinica.Dati meritevoli di futuri approfondimentisono stati presentati riguardo la possibilità ditrattare l’urgenza minzionale, o altri disturbiurinari non rispondenti ai comuni farmaci peros, con iniezioni periodiche di tossina botuli-nica nel muscolo detrusore ipereattivo. Dato

che il trattamento con tossinabotulinica ha una efficacialimitata nel tempo, è necessa-rio effettuare richiami periodi-ci fattore che potrebbe rivelar-si positivo nel caso il farmacocomportasse problemi.● PAT O G E N E S IIl possibile ruolo del virus diE p s t e i n - B a r r. Dati italianiderivati dallo studio di lesionidemielinizzanti provenienti datessuto umano autopticoripropongono il possibileruolo nella sclerosi multipladel virus di Epstein-Barr (vedi

articolo pagina 5 in questo numero di S p e c i a l eM e d i c i). ● N U O V E T E R A P I ETerapia “vaccino” per la sclerosi multipla.Ricercatori statunitensi ed europei hanno con-fermato i risultati positivi ottenuti con il BHT-3009, un plasmide contenente DNA che codifi-ca per la proteina basica della mielina (MBP), sucirca 300 pazienti. L’interesse in questo studiorisiede nell’approccio innovativo basato sullapossibilità di modificare la risposta immunitariapatologica del paziente iniettando dall’esterno,tramite il vettore plasmidico, un bersaglio con-tro cui reagire, cioè la proteina basica della mie-lina. In questo senso si parla di vaccino. È inve-ce da scoraggiare nei pazienti l’idea di un possi-bile approccio (vaccinazione) volto a impedirelo sviluppo di malattia nella popolazione.L’esperienza italiana nel trapianto autologodi midollo. Questa procedura, già praticatanegli ultimi anni in circa 15 città italiane, rap-presenta una scelta possibile, anche se ancoranon approvata, per il trattamento di diverse

ECTRIMS 2007: DA CONVEGNO EUROPEO A INCONTRO MONDIALE

Dal 13 al 17 novembre, presso il centro congressi della Fo rtezza da Basso di Firenze, si è svolto il 38e s i m o

Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN). Una sezione del convegno è stata dedicata alla storia dellepiù importanti cliniche neurologiche delle Università italiane. Per quanto concerne il mondo della sclerosi multi-pla, erano presenti tutti i principali esperti nazionali ed è stato possibile fare un punto della situazione. Oltreall'approfondimento di alcuni argomenti già discussi durante ECTRIMS 2007, ci sono due interessanti segnala-zioni. La prima riguarda l'avvio di uno studio italiano sul ruolo anti-fatica del n a l t r exo n e, un antagonista degli oppiaceiapprovato nel trattamento della dipendenza da eroina. La molecola è stata utilizzata in alcuni ospedali del Nordin pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva (SM-PP), a dosi molto più basse rispetto a quelleusate nella tossicodipendenza. A questo dosaggio il naltrexone non mostra proprietà di antagonismo degli oppia-cei ma unregola, in modo prolungato, le endorfine, sostanze endogene coinvolte nei meccanismi di difesa dallafatica. È rilevante il fatto che lo studio sia rivolto alle forme primariamente progressive per le quali le armi tera-peutiche risultano come noto ridotte. Dati preliminari sembrano indicare una buona tolleranza, mentre si è anco-ra in attesa di sicure indicazioni di efficacia. La seconda segnalazione conferma anche per i pazienti con SM la buona tollerabilità e l'apparente buona effi-cacia antidepressiva della d u l oxe t i n a, una molecola già in commercio che agisce sul re u p t a k e sia della seroto-nina sia della noradrenalina. Il pregio del farmaco risiede nell'azione contemporanea sui due neurotrasmettitori,entrambi coinvolti nel tono dell'umore.

A FIRENZE LA SIN A CONGRESSO

1514

* multicentrico

N O M E

Marco Salvetti

PROGETTO DI ECCELLENZASEDE DEL R I C E R C AT O R E

Università La Sapienza (CENTERS) - ROMA, Francesca Aloisi, Istituto Superiore di Sanità ROMA - DiegoFranciotta, IRCCS Neurological Institute "C. Mondino" Università di PAVIA - Richard Reynolds, CharingCross Hospital Campus LONDON UK - Alberto Faggioni, Università La Sapienza ROMA - Luca Battistini,

Fondazione Santa Lucia ROMA

T I T O LO DEL PROGETTO DI RICERCA

Coinvolgimento del virus di Epstein Barr nella eziopatogenesi della SM: da ''se'' a ''come''

D U R ATA

3 - Re s e a r c hPr o j e c t *

FONDI €

450.000

A M B I T O

E z i o p a t o g e n e s i

D E C O R R E N Z A

01/12/2007 - 30/11/2010

Antonio Bert o l o t t oGiovanna BorsellinoEleonora CoccoMarco CosentinoCinthia Fa r i n aFrancesca Gilli

Enrico GranieriLetizia LeocaniPasquina Marz o l aFrancesco NovelliPatrizia Pa n t a n o

Carlo Po z z i l l i

A l b e rto Pr i o r i

Maura Pu g l i a t t iPaolo RiccioLuca Ro c c a t a g l i a t aClaudio SetteAlessandra SolariClaudia Ve r d e r i o

PROGETTI DI RICERCAOspedale San Luigi Gonzaga - Orbassano (TO R I N O )Fondazione Santa Lucia - ROMAUniversità di Cagliari - Ospedale Binaghi - CAGLIARIUniversità degli Studi dell'Insubria - VA R E S EFondazione IRCCS Istituto Neurologico Nazionale C. Besta - MILANOASO S. Luigi Gonzaga - Orbassano - TO R I N O

Unità Operativa Osp. Universitaria - FERRARAIRCCS Scientific Institute Hospital San Raffaele - MILANOUniversità di Verona - VERONAUniversità di Torino - TO R I N OUniversità La Sapienza - ROMA

Università La Sapienza, Dipartimento di Scienze Neurologiche ROMA

Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena - MILANO

Università degli Studi di Sassari - SASSARIUniversità della Basilicata - POT E N Z AUniversità di Genova - GENOVAFondazione Santa Lucia - Laboratorio di Neuroembriologia - ROMAFondazione Istituto Neurologico C. Besta - MILANOIstituto di Neuroscienze del CNR - MILANO

Approccio Pr o t e o- Peptidomico per l'identif. di biomarcatori di malattia in camp. di liquido cerebrospin.Ruolo dei Linfociti T regolatori CD39 nella SMRuolo del genoma mitocondriale nella SM primaria progressiva in SardegnaUso di piante medicinali e rimedi erboristici da parte di persone affette da SMFunzione di TrkB sugli astrociti reattivi nelle placche di SMEspressione, shedding, regolazione trascrizionale e funzione del recettore dell''IFNa/b in cellule linfo-monocitarie di pazienti con SM in terapia con IFNbetaRuolo dei microRNA nel funzionam. delle cellule T immunoregolatorie CD4 CD25 nel''ambito della SMMappaggio della plasticità della corteccia sensorimotoria nella SMImaging funzionale nello studio della plasticità neuronale in un modello sperimentale di SMAnalisi della differenziazione e della regolazione negativa di linfociti umani T helper (Th)17 nella SMRuolo fisiopatologico e prognostico dell'''aumentata attività'' corticale nella SM r e c i d i v a n t e-remittente: uno studio con FMRI E TMSLivello degli ormoni sessuali, deficit cognitivo e atrofia cerebrale in donne affette da SM r e c i d i v a n t e-remittente con o senza assunzione di terapia estroprogestinica.La stimolazione transcranica con correnti dirette (tDCS) della corteccia motoria primaria per il trattamento della fatica nella SMFattori di rischio nella sclerosi multipla: uno studio internazionale caso-c o n t r o l l oAlimenti sani e funzionali per i pazienti con SMRuolo del corpo calloso nella coordinazione motoria bimanuale in pazienti affetti da SMRuolo dei recettori To l l - l i ke (TLRs) e di MyD88 nella SMEfficacia di un supplemento informativo strutturato per persone con SM di nuova diagnosi (SIMS-Tr i a l )Imipramina come nuovo trattamento per inibire il rilascio di IL1 beta nella SM

2 - RP*2 - RP*1 - Pilot Pr o j e c t1 - RP2 - RP2 - RP

1 - RP*1 - RP 1 - RP1 - RP2 - RP

1 - RP

1 - RP

1 - RP *2 - RP2 - RP1 - Pilot Pr o j e c t2 - RP*2 - RP

8 0 . 0 0 01 2 0 . 0 0 02 5 . 0 0 01 2 . 5 0 08 0 . 0 0 08 0 . 0 0 0

2 5 . 0 0 02 4 . 0 0 02 5 . 0 0 05 0 . 0 0 05 5 . 0 0 0

3 0 . 0 0 0

2 5 . 0 0 0

5 0 . 0 0 03 5 . 0 0 04 5 . 0 0 02 5 . 0 0 09 5 . 0 0 045.000�

M a r c a t o r iN e u r o i m m u n o l o g i aG e n e t i c aTerapia ClinicaN e u r o b i o l o g i aM a r c a t o r i

N e u r o i m m u n o l o g i aN e u r o f i s i o l o g i aN e u r o i m a g i n gN e u r o i m m u n o l o g i aN e u r o i m a g i n g

M a r c a t o r i

Terapia Clinica

E p i d e m i o l o g i aB i o c h i m i c aN e u r o i m a g i n gB i o c h i m i c aSalute e QoLTerapia preclinica

01/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/2009

01/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/20081 - 1 2 - 2 0 0 701/12/2007 - 30/11/2009

01/12/2007 - 30/11/2008

01/12/2007 - 30/11/2008

01/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/2009

N O M E

Carla Ta v e g g i a

PROGRAMMA CARRIERE

SEDE ED ENTE OSPITA N T E

University School of Medicine - NEW YO R K, Istituto Scientifico San Raffaele DIBIT - M I L A N O

T I T O LO DEL PROGRAMMA DI RICERCA

Ruolo delle secretasi nel taglio della Neuregulina-1 CRD: rilevanza nella mielinizzazione

D U R ATA

3 anni

FONDI €

390.000

A M B I T O

N e u r o b i o l o g i a

D E C O R R E N Z A

01/03/2008 - 28/02/2010

Benedetta BodiniSimona CasazzaAndrea GiordanoStefania NicolaChiara Nicolò

BORSE DI STUDIOUniversità "La Sapienza" - R O M A, University College of LO N D O N ( G B )Università degli studi - G E N O VA, University of California - SAN FRANCISCO ( U S A )Fondazione IRCCS Istituto Neurologico C. Besta - M I L A N O, stessa sedeUniversità del Piemonte Orientale - N O VA R A, stessa sedeUniversità Cattolica del Sacro Cuore Istituto di Patologia Generale - R O M A, stessa sede

RM a trasfer. di magnetizzazione nella SM primariamente progressiva: studio longitudinale di 5 anniI d e n t i f. di pathways molecolari coinvolti nell''effetto terapeutico delle cellule mesenchimali staminaliLa qualità della vita associata alla salute ed altri strumenti "orientati al paziente" nella SMAnalisi dei ruoli svolti da osteopontina e b7h sulle cellule dendritiche nella SMInterazione fra ospite e patogeno nello sviluppo di Relapsing EAE

1 anno2 anni2 anni1 anno2 anni

3 0 . 0 0 03 0 . 0 0 036.000 20.000 44.000�

Neuroimaging Neuroimmunologia Salute e QoL N e u r o i m m u n o l o g i ammunologia

01/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/200901/12/2007 - 30/11/200801/12/2007 - 30/11/2009

Bando FISM 2007 Bando FISM 2007 Bando FISM 2007Il 30 ottobre 2007 si è riunito a Genova, presso la Sede Nazionale AISM, il Consiglio di Amministrazione dellaFondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) per approvare l’assegnazione dei finanziamenti del Bando RicercaScientifica 2007 per progetti di ricerca e borse di studio, sulla base delle proposte del Comitato scientifico FISM.

Complessivamente, attraverso il Bando 2007, sono stati finanziati progetti di ricerca e borse di studio (compresi il pro-getto di eccellenza e il programma carriere) per un totale di 1.900.000,00 euro. Il finanziamento dedicato al programmac a r r i e re è stato assegnato per la prima volta.

1716

In Italia, le strutture di riferimento per la dia-gnosi e la cura della sclerosi multipla sono unitàspecializzate inserite nei reparti e negli ambula-tori neurologici ospedalieri e universitari. Il mini-stero della Salute e le Regioni hanno individuatosul territorio un totale di 200 Centri clinici per ladiagnosi e la cura della sclerosi multipla, accredi-tati per la cura e per la dispensazione dei farma-ci specifici per la malattia (interferone, copoli-mero). Tuttavia, la disponibilità di terapie farma-cologiche non basta poiché le persone con SMdevono poter contare, oltre che su cure e stru-mentazioni all’avanguardia per la diagnosi e ilf o l l o w - u p, anche su informazioni aggiornate e suun buon rapporto con l’équipe interdisciplinarededicata alla gestione integrata della malattia. Consapevole di queste esigenze, negli ultimi annil’AISM ha operato insieme con i Centri cliniciSM per favorire un miglioramento della qualitàcomplessiva dei servizi offerti nei diversi ambiti.Da varie indagini condotte dall’Associazione èemersa, in particolare, la necessità di creare unpunto di riferimento specifico per la SM all’in-terno del Centro clinico, a disposizione dellepersone con SM e familiari. Necessità che laSede Nazionale AISM, sempre grazie alla colla-borazione dei Centri clinici SM, ha inteso soddi-sfare attivando il Progetto Infopoint, avviato infase sperimentale nel 2004 ma che ora sta viven-do una fase di espansione con l’apertura di ben36 sedi operative (vedi tabella pagina a fronte).

Il Progetto Infopoint consiste nell’attivare, all’in-terno dei Centri clinici ospedalieri che aderisco-no, un servizio denominato “Infopoint - unpunto informativo per le persone con la Sclerosimultipla”. Nello specifico, si tratta di postazioninelle sale d’attesa degli ambulatori dei Centri cli-nici dove uno o più ragazzi in Servizio Civile ade-guatamente formati offrono servizi d’informa-zione e orientamento con l’ausilio di materiale,depliant, pubblicazioni, segnalazione di fonti.Per la persona con SM e per chi sta loro vicino,Infopoint rappresenta un servizio di orientamen-to molto importante nel momento in cui si acce-de al Centro clinico. Nella postazione, la perso-na con SM può ottenere una risposta al bisognodi trovare prime indicazioni alle domande e allanecessità di ricevere informazioni e approfondi-menti che frequentemente si presentano in occa-sione di visite mediche o esami diagnostici. Il clima positivo favorisce non soltanto l’acco-glienza di persone con SM ma la stessa fruibili-tà dei servizi erogati dai Centri.Per le persone con SM e per coloro che le accom-pagnano in questo percorso è molto importante,inoltre, usufruire di un’informazione sulla sclero-si multipla aggiornata, costante e attendibile.Colmare questa esigenze è il modo migliore perassicurare una conoscenza e una consapevolezzapreliminare che permette l’esercizio di scelte con-sapevoli e l’attivazione di un percorso di autono-mia che restituisce alla persona con SM il ruolo diprotagonista della propria vita. Per l’AISM, infine, l’Infopoint rappresenta l’oc-casione per raggiungere le persone che, se puraffette da SM, non hanno alcun contatto con leSezioni e non hanno in questo modo opportuni-tà di fruire di servizi che potrebbero migliorarela loro qualità di vita. Il Progetto Infopoint fa parte del macroprogetto“Giovani”, fortemente voluto dall’Associazioneper andare incontro alle esigenze della fascia dietà più colpita dalla malattia. Le Sezioni AISM

coinvolte stimano di raggiungere attraverso ilprogetto circa 4.000 nuovi fruitori, che potrannoricevere informazioni e materiale e prendere cosìcontatto con le sedi territoriali per eventuali altriservizi. L’esperienza degli Infopoint già operativi ha con-fermato come il progetto abbia dato risultati

molto positivi, dimostrandosi un utile strumentodi comunicazione, sia per le Sezioni AISM siaper i Centri clinici SM aderenti chel’Associazione ringrazia sentitamente per la col-laborazione offerta.

r Marvi Tonus, giornalista scientifica AISM

Infopoint: qualità integratacon accoglienza

reato dall’AISM, Infopoint è un progetto innovativo per sop-p e r i re ai bisogni espressi da coloro che si rivolgono ai Centriclinici SM - persone con SM e familiari - ma anche da chi ci

lavora, neurologi e operatori sociali e sanitari, in modo da garantireun servizio di alta qualità e accessibile a tutti. L’esigenza di cre a re unpunto di riferimento per le persone con SM all’interno dei Centri cli-nici è stata rilevata dall’AISM attraverso specifiche indagini ed emer-ge anche dalla sua lunga esperienza sul territorio.

c C I T TA'

A N C O N AASCOLI P.ASCOLI P.B A R I

BERGAMO B R E S C I AC A G L I A R IC A G L I A R IC ATA N I AC ATA N I AC E FA LU 'C H I E T IC O S E N Z AC R O T O N EF I R E N Z E

F O R L I ’

L E C C EM E S S I N AM E S S I N APA L E R M O

PAV I AP I S T O I AR O M AR O M AR O M AR O M A

S A S S A R IS AV O N A

S I E N A

T E R A M OT O R I N O

VA R E S EV I B O

CENTRI CLINICI PER LA SM IN ITALIA

C E N T R I C L I N I C I

Clinica Neurologica - Azienda Ospedaliera UniversitariaAzienda Sanitaria 13 - Ospedale Mazzoni - Divisione di NeurologiaOspedale "Madonna del Soccorso", Divisione di neurologiaUnità operativa Malattie Demielinizzanti dipartimento Scienze Neurologiche ePsichiatriche - Università di Bari l Divisione Neurologica - Ospedali Riuniti di BergamoCentro Regionale per la Sclerosi MultiplaCentro SM - Ospedale BinaghiOspedale G. BrotzuIstituto di Scienze Neurologiche - Università di CataniaU . O. Neurologia - azienda ospedaliera GaribaldiU . O. Neurologica c/o Ospedale S. Raffaele "G. Giglio" Clinica Neurologica - Università di Chieti Azienda Ospedaliera di CosenzaOspedale S. Giovanni di DioD i p a rtimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche - Università degli Studi di Firenze -Clinica Neurologica l - Policlinico di Careggi - Centro di riferimento regionaleU . O. di Neurologia AUSL di Forlì - Ospedale L. Pierantoni /(Divisione di Neurologia- Ospedale Bufalini) Azienda Ospedaliera Vito Fa z z iCentro Regionale SM - A.O.U. Policlinico G. Mart i n oIRCCS Centro Neurolesi Bonino Pu l e j oDivisione di Neurologia e Neurofisiopatologia - Istituto di Neuropsichiatria -Università di Pa l e r m oFondazione "Istituto Neurologico Casimiro Mondino"U . O. Neurologia USL 3 Clinica Neurologica - Università di Roma - Policlinico "Tor Vergata" Divisione Neurologica - Ospedale S. CamilloIstituto di Riabilitazione S. LuciaOspedale S. Andrea - CENTERS - Centro Neurologico Terapie SperimentaliUniversità la SapienzaClinica Neurologica - Università di SassariDivisione di Neurologia - Ospedale S. Corona / Divisione di Neurologia -Ambulatorio SM - Ospedale S. Pa o l oUniversità degli Studi di Siena - U.O.C. Neurologia e Malattie Neurometaboliche

Re p a rto di Neurologia - Ospedale Civile di Teramo - G. Mazzini Centro di riferimento regionale per la SM - Neurologia - Ospedale S. LuigiG o n z a g aCentro Studi SM - Azienda Ospedaliera S. Antonio AbateDivisione di Neurologia Ospedale Iazzolino

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Tra gli elementi che caratterizzano il Servizio diNumero Verde AISM ci sono la centralità rico-nosciuta alla persona, l’approccio interdiscipli-nare e la conoscenza come strumento di cresci-ta per tutti coloro che convivono con la SM. Puressendo giudicato un servizio di alta qualità perdisponibilità, chiarezza di linguaggio e compe-tenza degli operatori, come emerso da due rile-vazioni basate su un’indagine telefonica e unquestionario on-line condotti nel 2006 sugliutenti, sono emersi alcuni punti critici. Peresempio la visibilità dei servizi offerti, l’orario eil coinvolgimento di diverse figure professionali.Per questo motivo, a partire da novembre, si ècercato di venire incontro alle esigenze espressedagli utenti formulando l’offerta in maniera piùmirata. Se una vera consapevolezza dei propridiritti passa attraverso una corretta informazio-ne, il Numero Verde AISM è una risorsa indi-spensabile per far fronte a questo impegno,

offrendo alle persone con SM risposte sicure epuntuali su temi rilevanti, in modalità anonima.Chi ha appena ricevuto una diagnosi trova nelNumero Verde AISM una mano concreta, indi-spensabile per ricevere delucidazioni di tipomedico, per orientarsi tra i servizi disponibili,per richiedere l’invio di materiale informativo epubblicazioni AISM. La consulenza di esperti incampo neurologico, legale e sociale rappresentainfatti un aiuto per tutte le 54.000 persone conSM che vivono in Italia e che desiderano man-tenere una buona qualità di vita. La novità principale relativa al Servizio diNumero Verde AISM è una differente formula-zione sia negli orari sia nell’offerta dei consulen-ti: mentre il centralino continuerà a essere attivodal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle14.30 alle 17.30, il neurologo, l’assistente socia-le e il consulente legale/del lavoro sono adessodisponibili in base a un orario unico per tutti,due mattine e tre pomeriggi nei giorni ferialidella settimana: lunedì, mercoledì e venerdìdalle h.14.30 alle 18.30, martedì e giovedì dalle9.00 alle 13.00. In questo modo chi telefona tro-verà sempre il consulente con cui desidera par-lare. Come alternativa al telefono, rimane dispo-nibile l’indirizzo [email protected] (e gliindirizzi di posta dei singoli esperti ai quali èpossibile porre domande direttamente tramitee-mail).

Numero Verde AISM:il valore dell'informazione

all’inizio di novembre, il Numero Ve rde AISM(800.80.30.28) sta vivendo un importante momento di rilan-cio per essere sempre di più e sempre meglio il punto di rife-

rimento principale per le persone con sclerosi multipla, coere n t e-mente con l’intento dell’Associazione di perfezionare i servizi offertiai Soci ma anche a coloro che, per la prima volta, si confrontano conla diagnosi e con le problematiche della SM.

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N e u r o l o g o. Risponde a quesiti su metodi di diagnosi, sin-tomi, decorso clinico, terapie attualmente disponibili, novità enuove prospettive offerte dalla ricerca scientifica. Non offreconsulenze specifiche su casi che non possono essere trattatiadeguatamente per telefono o e-mail. Risponde alla mail:n e u r o l o g o @ a i s m . i t . Assistente sociale. Fornisce informazioni sugli aspetti socia-li legati alla SM. Illustra come far valere i propri diritti, nella pre-videnza, nella mobilità, nel lavoro, nel tempo libero. Rispondealla mail: sociale@aism e [email protected].

GLI OPERATORI DEL NUMERO VERDE

Consulente legale e del lavoro. Offre indicazioni utili per farvalere i propri diritti in materia legale e nelle controversie conComuni e altri enti pubblici. In materia di lavoro e previdenzasociale, fornisce indicazioni sugli aspetti giuridici legati allaricerca di un impiego, al suo mantenimento e ai profili previ-denziali. Risponde alla mail: [email protected]. C e n t r a l i n i s t a. Offre informazioni generali sul Servizio diNumero Verde, sulle modalità di contatto (orario), sulle pub-blicazioni AISM, sulle Sezioni, gli Infopoint e gli indirizzi deiCentri clinici SM.

Poggia su basi scientificamente valide l’ipotesidi aggredire la sclerosi multipla fin dal suo esor-dio. Lo dimostra lo studio multicentrico BENE-F I T, che ha coinvolto 98 centri ospedalieri, di 20Paesi, e oltre 450 pazienti con un singolo even-to clinico indicativo di SM e almeno due lesioniclinicamente silenti alla risonanza magnetica. Isoggetti sono stati arruolati e randomizzati perverificare l’efficacia e la tollerabilità della som-ministrazione di interferone beta-1b alla dose di250 microgrammi, o placebo, per via sottocuta-nea a giorni alterni per due anni o fino alla dia-gnosi di SM clinicamente definita. I due gruppiapparivano molto simili in termini demografici edi caratteristiche cliniche e RM. Coloro che hanno completato la fase controlla-ta con placebo, terminata nel 2005, sono poistati ammessi al f o l l o w - u p, accettando di passa-re alla terapia attiva con interferone beta-1 o allaparte osservazionale dello studio.

A distanza di tre anni dall’arruolamento, i risul-tati sono stati resi noti e pubblicati sulla presti-giosa rivista statunitense: il 51 per cento dei sog-getti trattati tardivamente con interferone beta-1 ha sviluppato un secondo attacco, paragonatoal 37 per cento di chi ha iniziato la somministra-zione del farmaco precocemente (riduzionerelativa del rischio del 41 per cento, assoluta del14 per cento). Nel gruppo trattato in anticipo siè osservata, inoltre, una riduzione del 40 percento del rischio di progressione della SM, veri-ficatasi solo nel 16 per cento dei soggetti tratta-ti al primo sospetto diagnostico, rispetto al 24per cento degli altri. In questo caso, la riduzio-ne assoluta del rischio è stata dell’8 per cento. La frequenza di eventi avversi è rimasta nell’am-bito del profilo di sicurezza e tollerabilità del-l’interferone beta-1b e la comparsa di anticorpineutralizzanti non ha influito sulla percentualedi pazienti che hanno progredito nella malattia.Questi dati suggeriscono che l’interferone, sesomministrato in fase precoce, porta a risultaticlinicamente rilevanti e superiori rispetto allasomministrazione del farmaco in una fase piùavanzata di malattia.

r Marvi Tonus, giornalista scientifica AISM

Pubblicato su Lancetlo studio B E N E F I T

inizio precoce del trattamento con interferone beta-1( B e t a f e r o n®) in pazienti con un singolo evento indicativo di scle-rosi multipla previene lo sviluppo di disabilità valutato dopo treanni con il punteggio medio sulla scala EDSS. A questa conclu-sione è giunto lo studio internazionale BENEFIT ( B e t a f e r o n /

B e t a s e r o n® in Newly Emerging multiple sclerosis For InitialTr e a t m e n t ) pubblicato sulla rivista L a n c e t (2007; 370: 389-97).

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Dal mese di luglio 2007, a seguito dei risultati preliminari dello stu-dio BENEFIT, nei 25 Paesi dell'Unione Europea il Betaferon® c o m eterapia ad alto dosaggio (250 mcg) ed elevata frequenza di sommini-strazione è stato approvato per ridurre il rischio di sviluppare una SMclinicamente definita e ritardare la progressione della malattia dopo unprimo episodio. In Italia, il farmaco è ora rimborsato per i pazienti che abbiano manife-stato un singolo evento demielinizzante (CIS), con un processo infiam-matorio attivo abbastanza grave da giustificare il trattamento con corticosteroidi per via endovenosa, per i quali siano stateescluse altre diagnosi e che siano considerati ad alto rischio per lo sviluppo di una sclerosi multipla clinicamente definita.

P R E S C R I V I B I L I TA’

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