Speciale Agriumbria 2012 - Terra e Vita n.12/2012

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LA MANIFESTAZIONE SI TIENE A BASTIA UMBRA (PG) DAL 30 MARZO AL 1° APRILE 2012 24 marzo 2012 - Anno LIII - N. 12 SUPPLEMENTO AL N. 12 DEL 24 MARZO 2012 44 A EDIZIONE DELLA FIERA DELL’AGRICOLTURA, DELLA ZOOTECNIA E DELL’ALIMENTAZIONE Alla ricerca di nuove prospettive

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Una fiera alla ricerca di nuove prospettive, Un sistema agricolo con più potere contrattuale, Anabic, un ruolo chiave nella selezione dei bovini, Cresce il vitellone igp dell’Appennino Centrale, La macelleria mobile ha compiuto un anno, L’Arusia ha chiuso ma i risultati restano, Una filiera del girasole ad alto contenuto oleico, Chianina, ok all’allevamento allo stato brado e semibrado.

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LA MANIFESTAZIONE SI TIENE A BASTIA UMBRA (PG) DAL 30 MARZO AL 1° APRILE 2012

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SUPPLEMENTO AL N. 12 DEL 24 MARZO 2012

44A EDIZIONE DELLA FIERA DELL’AGRICOLTURA, DELLA ZOOTECNIA E DELL’ALIMENTAZIONE

Alla ricercadi nuoveprospettive

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MOSTRA NAZIONALE AGRICOLTURA | ZOOTECNIA | ALIMENTAZIONE

30 MARZO 1 APRILE 2012

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n. 12/2012 [ SOMMARIO ] Terra e Vita 3

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Speciale AgriumbriaCOORDINAMENTO DI ALESSANDRO MARESCA

Una fiera alla ricerca di nuove prospettive PAG. 4

Un sistema agricolo con più potere contrattuale PAG. 10

Anabic, un ruolo chiave nella selezione dei bovini PAG. 14

Cresce il vitellone igp dell’Appennino Centrale PAG. 18

La macelleria mobile ha compiuto un anno PAG. 20

L’Arusia ha chiuso ma i risultati restano PAG. 22

Una filiera del girasole ad alto contenuto oleico PAG. 26

Chianina, ok all’allevamento allo stato brado e semibrado PAG. 28

A cura di Antonio Ricci.Si ringraziano per la collaborazione: Andrea Petrini, Alessia Dorillo, Bernadetta Sensi, GaiaMartuscelli, Adolfo Orsini.

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4 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Una fiera alla ricercadi nuove prospettive

I l logo della 44aedizione di Agriumbria (30marzo - 1 aprile 2012 Quartiere fieristico diBastia Umbra - Pg) “Alla ricerca di nuove

prospettive”, completa graficamente il tritticodei due precedenti appuntamenti della manife-stazione organizzati da Umbriafiere spa “Il set-tore primario per il mondo intero” e “Con ipiedi per terra”).

Il trittico non rappresenta solo una serie diimmagini per la presentazione dell’evento fieri-stico, ma un messaggio rivolto a quanti, diretta-mente o indirettamente, sono impegnati a mettere in campo

proposte di politica agro-indu-striale che abbiano un loro tra-sferimento operativo nelle dif-ferenti realtà territoriali agro-zootecniche senza penalizzareoltre misura l’imprenditoriali-tà e la professionalità deglioperatori economici del setto-re.

«Agriumbria 2012, Mostranazionale dell’Agricoltura,della zootecnia e dell’alimenta-

zione, presenta un articolato programma di mo-menti convegnistici i cui temi – fa presente ilPresidente di Umbriafiere, Lazzaro Bogliari –trovano soluzioni tecniche e logistiche nella di-versificata esposizione merceologica di mezzitecnici di elevata innovazione che consentonodi progettare sistemi modulabili di modelli digestione delle aziende agricole e zootecniche.

Problema, quest’ultimo – sottolinea Bogliari– che comporta una ridefinizione delle scelte prioritarie che de-vono essere adottate nella politica del territorio in relazione agliindirizzi che stanno emergendo nella riforma della Pac le cuimisure finanziarie, se opportunamente finalizzate, possono inparte rivitalizzare la crescita verde del settore agro-alimentare edell’economia rurale da realizzare nel rispetto dell’ambiente.

La formula fieristica di Agriumbria – precisa Bogliari – rimanequella della mostra-mercato radicatisi nel tempo e risponde alleaspettative degli operatori economici sempre più coinvolti allaricerca di quei modelli di gestione delle aziende agricole e dellefiliere agro-alimentari i cui requisiti economici e operativi per-mettono di affrontare la competitività della internazionalizzazio-ne dei mercati».

La partecipazione qualificata di espositori anche nel 2012 hasegnato il tutto esaurito degli spazi nel quartiere fieristico che,con i diversi Saloni specializzati Oleatec (olivicoltura), Enotec

L’edizione 2012

è caratterizzata

da un articolato

programma

di momenti

d’incontro. Animali

in primo piano

Panoramica sull’ingresso della fiera.

Il presidente di UmbriafiereLazzaro Bogliari.

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n. 12/2012 [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] Terra e Vita 5

(enologia) e Bancotec (industria alimentare), con le mostre, lerassegne, le aste zootecniche e con l’ampia e diversificata esposi-zione di macchine e di attrezzature agricole e di impiantisticaagro-industriale, consentono di confrontare le differenti soluzio-ni tecniche idonee alle diverse realtà delle aziende agricole e dellafiliera agro-alimentare.

«Particolare spazio viene riservato alla zootecnia – fa presenteBogliari – che, nonostante le difficoltà nelle quali si dibatte ilsettore, ha raggiunto un livello di miglioramento genetico diindubbio interesse scientifico con risultati più che positivi che

non dovrebbero essere vanificati dai tagli di risorse pubblicheche si stanno apportando che non tengono nella dovuta conside-razione il valore economico e tecnico del patrimonio zootecnicoitaliano che ha come polo espositivo Agriumbria 2012, soprattut-to per la produzione di carne delle diverse specie e razze».

LA ZOOTECNIA FA DA PADRONALa 27a Mostra nazionale dei bovini di razza Chianina iscritti alLibro genealogico nazionale, organizzata dall’Associazione na-zionale allevatori Bovini italiani da carne in collaborazione con le

La zootecnia e la meccanizzazione hanno una presenza importante negli spazi espositivi di Agriumbria.

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6 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Associazioni Regionali e Provinciali di Umbria,Toscana, EmiliaRomagna e Veneto, presenta circa 150 riproduttori provenientidalle migliori aziende delle province di Perugia, Terni, Arezzo,Siena, Firenze, Livorno, oltre che dal Lazio e dal Veneto.

I lavori di ring, con il relativo giudizio dei soggetti partecipan-ti alla Mostra Nazionale, sono affidati a un giudice australiano,mr. John Adams, allevatore di Chianina nello stato di Victoria,che non sarà il solo giudice internazionale presente ad Agrium-bria; sarà infatti presente anche Christiaan de Jager, noto alleva-tore delle razze bianche in Sud Africa, invitato a giudicare il 1°Meeting nazionale della razza Romagnola che sarà presente aBastia Umbra con circa 30 capi provenienti dalle province diForlì, Ravenna e Bologna.

La presenza di allevatori internazionali delle nostre razzerappresenta un elemento importante perché testimonia del lorostatus di etnie cosmopolite in grado di disimpegnarsi con succes-so a tutte le latitudini.

Accanto alla Chianina, protagonista tradizionale di Agrium-bria, e alla Romagnola, saranno presenti in fiera anche le altrerazze bianche: Marchigiana, Maremmana e Podolica, espostenell’ambito dell’allestimento AIA-Italialleva.

Nei ring si procederà alle valutazioni morfologiche dei capiselezionati e si terrà la tradizionale asta di manze Chianine, sceltetra le migliori classificate delle categorie giovani. Seguirà la para-ta finale dei primi classificati e la proclamazione dei Campioniassoluti della manifestazione.

Per la razza Chianina, a seguire, verranno assegnati i trofeiLucio Migni, Romano Rotini, Miglior allevatore dell’anno, Migliorespositore dell’anno, oltre a quello riservato al Miglior gruppo diallevamento.

Si svolgeranno, inoltre, le tradizionali gare riservate ai con-duttori delle sezioni junior e senior.

Come sempre, Agriumbria rappresenta una vetrina di elezio-ne per la Chianina e per le altre razze bianche tutelate da Anabic,valorizzandole in una cornice di prestigio che vanta una lungatradizione e può contare su un pubblico numeroso e qualificato.

La razza Chianina, la Romagnola e la Marchigiana rappresen-tano infatti tre etnie specializzate per la carne dalla storia mille-naria e rappresentano altrettante eccellenze della zootecnia italia-na, mentre un valore non certo inferiore hanno anche le razzeMaremmana e Podolica, le cosiddette rustiche, capaci di estrinse-care produzioni importanti in condizioni di allevamento difficili,quali sono quelle della Maremma e di vaste aree del Meridione.

VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIOLe strategie selettive che Anabic sta perseguendo per le proprierazze, per la maggior parte allevate a regime di pascolo semibradoe brado, sono improntate da sempre alla valorizzazione del territo-rio, alla ecosostenibilità, e alla salubrità delle carni prodotte.

Il miglioramento delle prestazioni produttive, perseguito sul-la linea maschile mediante il performance test, deve essere infatticompatibile con una funzionalità produttiva che permetta albestiame di utilizzare al meglio le risorse dell’ambiente e consen-ta alle bovine di espletare una lunga carriera produttiva, resapossibile dalla solidità della struttura scheletrica, da una costitu-zionale facilità al parto e da spiccate attitudini materne.

Come noto, le razze Chianina, Marchigiana e Romagnolapossono fregiarsi del marchio Igp Vitellone Bianco dell’AppenninoCentrale, il cui omonimo Consorzio di tutela sarà presente in fieracon un proprio spazio espositivo (vedi articolo specifico).

Ad Agriumbria sarà presente il Consorzio produttori Carnebovina pregiata delle Razze italiane (Ccbi) con il marchio 5R, conil laboratorio di sezionamento-macelleria mobile realizzato suautomezzo che svolgerà, per conto dell’allevatore socio, la sezio-natura del capo direttamente in azienda, e concorderà con ilConsorzio stesso una giornata di vendita sia di carne, sia di altriprodotti agricoli dell’azienda.

L’Associazione Italiana Allevatori-Italialleva, in collaborazio-ne con l’Ara dell’Umbria e con le Associazioni nazionali allevato-ri di razza e specie presenterà, negli appositi spazi espositiviriservati alle mostre, alle rassegne e ai concorsi, capi del patrimo-nio zootecnico italiano selezionati dalle Associazioni nazionali:

Assonapa (Associazione naziona-le pastorizia), Anci (associazionenazionale cunicoltori italiani),Anapri (Associazione nazionaleallevatori Pezzata Rossa italiana),Anagra (Associazione nazionaleallevatori Grigio alpina), Anasb(Associazione nazionale allevato-ri specie bufalina), Anacli (Asso-ciazione nazionale allevatori Cha-rolaise e Limousine) e Anafi (As-sociazione nazionale allevatoriFrisona italiana).

Di particolare importanza la15a Mostra interregionale bovinirazza Frisona Italiana, la 5a Mo-stra-mercato dei riproduttori ma-schi delle razze ovine e caprineda latte e la Mostra nazionale cu-nicola.Ad Agriumbria sarà presente il Ccbi (Consorzio carni bovine pregiate) con il marchio 5R.

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n. 12/2012 [ AGRIUMBRIA ] Terra e Vita 7

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L’ampia e diversificata esposi-zione merceologica di mezzi e at-trezzature che fanno parte deicantieri di lavoro necessari permeccanizzare le operazioni dellediverse fasi dei processi di filiera,consente di scegliere le soluzionitecniche ottimali per contenere icosti di produzione sia nella con-duzione delle imprese agricole ezootecniche, che nella trasforma-zione dei prodotti agricoli: attivi-tà, quest’ultima, che si sta affer-mando anche nelle piccole e me-die aziende con l’introduzione dilinee continue di lavorazione didimensioni tali da comportare in-vestimenti di capitali accessibilimediante i Piani di sviluppo ru-rale.

Come è avvenuto per le passate edizioni, l’Enama parteciperàcon iniziative di carattere divulgativo e informativo sulla preven-zione degli infortuni e sulla sicurezza sul lavoro: tema per il qualeUmbriafiere e l’Enama stessa intendono istituire un premio.

Spazi espositivi sono riservati ai settori mangimistici, vivaisti-ci e sementieri che, come è avvenuto per le passate edizioni,

riscuotono molto interesse da parte dei visitatori.Apposite aree vengono riservate a modelli del verde pubblico

e privato mediante esposizione di materiali utilizzati per la rea-lizzazione dei progetti.

Una edizione di Agriumbria 2012, quindi, che senz’altro ri-sponde alle aspettative degli operatori economici impegnati nel-la ricerca di nuove prospettive.

Pecore di razze selezionate alla scorsa edizione di Umbriafiere.

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Un sistema agricolocon più potere contrattuale

L a Regione Umbria ha come obiettivoprioritario l’ulteriore valorizzazionedell’imprenditorialità e della professio-

nalità dei produttori agricoli e degli allevato-ri, oggi più che mai impegnati a ridefinire imodelli di gestione delle proprie aziende inprevisione degli indirizzi che stanno emer-gendo nell’attuale fase di elaborazione dellanuova Pac 2014-2020.

Un impegno che l’Assessore regionale all’Agricoltura, Fer-nanda Cecchini, sta portando avanti con determinazioneavendo attivato nei tempi prefissati le misure finanziarie pre-viste dal Psr 2007-2013 e da altri regolamenti comunitari,rispondendo alle aspettative del mondo rurale.

Un risultato di efficienza operativa e amministrativa checonsente di affrontare il nuovo corso della Pac potendo fareaffidamento sulla fattiva collaborazione che si è instaurata frala struttura pubblica e le organizzazioni professionali.

Una premessa indispensabile per poter programmare epianificare gli interventi intersettoriali dell’agricoltura umbrache, per la sua multifunzionalità, rappresenta un patrimoniodiversificato di risorse che hanno un ruolo primario per l’eco-nomia globale dell’Umbria.

«Una politica – precisa l’Assessore Cecchini – che compor-ta scelte innovative indispen-sabili per superare le difficol-tà che tuttora sussistono, af-finché si possa quanto primaarrivare alla realizzazione diun sistema agricolo che, cometale, possa acquisire un mag-gior potere contrattuale neimercati nazionali e interna-zionali, tenuto conto delle ec-cellenze che l’Umbria oggiproduce».

L’attuale congiuntura eco-

nomica indubbiamente comporta una serie divalutazioni indispensabili che possono influi-re sui tempi e sui modi dell’attuazione deiprogrammi che la Regione intende portareavanti prima della nuova Pac.

Alle perplessità su come affrontare talecongiuntura, l’Assessore Cecchini ha indicatole linee sulle quali intende operare nell’imme-

diato futuro.

ALLA RICERCA DI NUOVE STRADENell’attuale fase di recessione economica, l'agro-alimentaredell’Umbria come sta reagendo?

«La crisi finanziaria e i suoi riflessi sull’economia realestanno colpendo tutti i settori, seppure in maniera diversa.L’agricoltura e l’industria agroalimentare non sono immunidagli effetti della crisi globale. Così non dovrebbe essere,infatti, i testi di economia ci dicono che l’agroalimentare sidistingue per essere un settore anticiclico, registrando flessio-ni nei consumi molto più contenute rispetto ad altri settoriproprio nei momenti di crisi. Questo è vero in parte. I numeridicono che in termini percentuali il settore, seppure di poco,comunque cresce. A questa crescita di valore, sia in termini diproduzione sia di esportazioni, non corrisponde una crescitadei margini reddituali delle imprese che, anzi, a causa dell’in-cremento dei prezzi dei fattori produttivi, si stanno contraen-do. A questi fattori legati al mercato, si somma la crisi delcredito che si fa sentire anche nell’agroalimentare. Meno nelsettore della produzione agricola, molto di più nel settoredella trasformazione. Quasi quotidianamente ricevo richiestedi aiuto da parte d’imprese di trasformazione agroalimentareche rischiano di entrare in crisi per mancanza di liquidità.Imprese che non riescono a riscuotere i loro crediti e che lebanche non vogliono più sostenere. Le nostre politiche pocopossono fare nei confronti delle banche. Anche perché benpoche sono rimaste le banche governate a livello locale. Aquesto quadro complessivo a tinte scure si contrappone unaforte volontà di innovare, investire e aggredire nuovi mercatiche vediamo nel settore agroalimentare umbro. Le impresesanno che per rispondere alla crisi bisogna percorrere nuovestrade. Aggregare, crescere nelle dimensioni, ridurre i costi,

L’assessore

Fernanda Cecchini

conferma:

«Le risorse

per l’agricoltura

saranno garantite»

L’Assessore regionaleall’Agricoltura Fernanda Cecchini.

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internazionalizzare. La Re-gione intende fare la sua par-te. Ripensare le politiche in-sieme al sistema delle impre-se per massimizzare l’effettoleva delle risorse pubblichemesse a disposizione del si-stema agroalimentare per su-perare questa congiuntura».

LA PROGRAMMAZIONELe misure finanziarie previ-ste dal Psr consentono diproseguire la programma-zione degli interventi nei di-versi settori dell’agricoltura?

«La programmazione nonè una fotografia statica. Laprogrammazione 2007-2013 èprossima a concludersi. Giàstiamo lavorando sulla nuovaprogrammazione dello Svi-luppo rurale 2014-2020. LaCommissione Europea loscorso 12 ottobre ha reso pub-blici i nuovi regolamenti dellaPolitica agricola comune, di cui lo Sviluppo rurale è parteimportante. La programmazione, quindi, certamente prose-gue, anzi non ha nessuna soluzione di continuità. La riletturadell’attuale fase di programmazione va di pari passo con ilnegoziato sulle prospettive future. È parte di questo processola revisione in atto che l’assessorato, insieme al tavolo verde,sta facendo delle strategie del Psr 2007-2013. Penso alla revi-sione dell’approccio Leader che, proprio per dare risposte allacrisi, vedrà attivare Misure d’investimenti sia nelle aziendeagricole sia agroalimentari che, in origine, non erano stateprogrammate. Abbiamo già inviato a Bruxelles le proposte dimodifica che auspichiamo vengano approvate in tempi rapidi.È vero che le risorse del Psr 2007-2013, sono già in gran parteimpegnate. Questo è uno degli elementi di forza della politicaagricola regionale che ha la capacità di utilizzare al meglio,anzi è la prima in Italia, le risorse comunitarie. Per spenderebisogna prima impegnare. In ogni caso, sebbene a livello d’im-pegni, le risorse Psr siano in gran parte state assegnate, nondobbiamo dimenticare che debbono essere ancora effettiva-mente spese. Soprattutto negli investimenti il tempo medio tragraduatorie e pagamenti, cioè assegnazione e spesa effettivadelle risorse è di almeno tre anni. È già molta carne al fuoco,penso che la priorità adesso sia quella di utilizzare bene e neitempi previsti, le risorse che la regione ha messo a disposizio-ne del sistema delle imprese agricole ed agroalimentari um-bre. Negli anni dal 2012 al 2015 in Umbria debbono essereancora effettivamente spesi dalle aziende quasi 700 milioni dieuro. Non sono pochi, specie in questa situazione di riduzionedel credito. Molte regioni italiane hanno difficoltà a spendere erischiano ogni anno tagli di risorse che tornano a Bruxelles.

L’Umbria, grazie alla rapidità che ha dimostrato nel saperleimpegnare, per fortuna, fino ad oggi, ed anche per il 2012, noncorre questo rischio. Impegnarci perché non si verifichi nem-meno negli anni futuri. Tra meno di due anni arriveranno ifondi del Psr 2014-2020. Impegnarci a spendere tutto e bene ilbudget 2007-2013 è il miglior viatico per chiedere nuove so-stanziose risorse anche per il futuro. Non credo, infatti, chequesta crisi possa essere superata con interventi dell’ultimominuto o di emergenza. Tutti quanti, amministrazione, part-ner economici, rappresentanze degli interessi diffusi dovremometterci intorno ad un tavolo e pensare a cosa vogliamo perl’Umbria del 2020 e non perdere tempo a contendere le bricioledi una stagione di programmazione che sta volgendo al suonaturale epilogo».

«LA REGIONE FARÀ LA SUA PARTE»Sussistono difficoltà nella disponibilità di risorse finanzia-rie per i coofinanziamenti regionali per l’attuazione dellemisure del Psr?

«Le manovre finanziarie verificatesi negli ultimi anni nonhanno certo reso agevole reperire i fondi necessari a cofinan-ziare il Psr. Parliamo di un budget estremamente importante,oltre 100 milioni di euro nei sette anni di programmazione. Misento, tuttavia, di tranquillizzare il mondo agricolo. La regio-ne è intenzionata a fare la sua parte. Anche a costo di grandisacrifici le risorse del cofinanziamento saranno garantite. D’al-tra parte bisogna considerare che ogni euro di cofinanziamen-to genera oltre 12 euro d’investimenti. Come potremmo pen-sare di risparmiare un euro e come conseguenza perderne12?».

Lo stand della regione ad Agriumbria.

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12 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Quali sono i settori dell’agricoltura umbra verso i quali laRegione sta intensificando le proprie scelte?

«Le scelte della regione sono il frutto di un confronto con ilsistema agricolo e agroalimentare regionale. La Giunta di cuifaccio parte privilegia il metodo concertativo e ritiene che,soprattutto nel campo dell’economia e delle scelte di svilupponon si possa prescindere da questo metodo. Come Assessoreho scelto rivitalizzare lo strumento del “tavolo verde”. Inpratica il “tavolo verde” si riunisce sistematicamente per con-dividere scelte e strategie di rilancio. Sottolineo questo puntoperché vorrei trasmettere chiaro e forte un messaggio di dispo-nibilità a discutere e condividere. Questo non significa certoche non vogliamo assumerci le nostre responsabilità o peggio,che non vogliamo decidere. Responsabilità e decisioni debbo-no, tuttavia, maturare all’interno di percorsi partecipati e con-sapevoli. Troppo spesso si è rincorso le emergenze perdendodi vista la necessità d’interveti di medio lungo periodo chediano una svolta effettiva e coerente all’economia agroalimen-tare regionale.

Proprio con l’idea di organizzare interventi organici e dimedio lungo periodo stiamo predisponendo il piano zootecni-co regionale. Un contenitore organico con il quale coordinarele politiche regionali del settore. Un settore che, non dobbiamomai dimenticarlo, ha importanti impatti sull’economia agrico-la regionale ma ha anche impatti di natura ambientale e pae-saggistica altrettanto importanti. Una zootecnia responsabile,

economicamente vitale e sostenibile in termini ambientali ne-cessita un approccio plurale. Come potremmo pensare di in-centivare la creazione di nuove stalle senza pensare a comemitigarne l’impatto in termini di gestione dei reflui? Comeevitare che in futuro si verifichino emergenze come quelle diBettona e Marsciano? Come fare in modo che la domanda dicarni delle nostre aziende di trasformazione incontri l’offertadei nostri allevatori? Tutte domande cui dare non tante rispo-ste disorganiche ma una risposta realistica e meditata. Perquesto abbiamo coinvolto le migliori professionalità disponi-bili a livello locale ed a livello nazionale. Abbiamo coinvolto lefacoltà di agraria e veterinaria. Le associazioni dei produttori.Entro l’estate avremo uno strumento che ci dirà che stradaimboccare per il futuro della zootecnia ed a quel punto faremole nostre scelte.

Ci stiamo, inoltre, muovendo con un metodo analogo perdare nuovo impulso al settore vitivinicolo. Un settore del-l’agroalimentare regionale che ha rappresentato per tanti annila punta di diamante delle produzioni di qualità umbre. Unsettore che sta soffrendo una crisi che si sta protraendo daalcuni ani. Anche qui stiamo predisponendo un programma dirilancio. Per questo abbiamo messo al lavoro un team di esper-ti nazionali d’indubbia fama che, coordinati dall’Istituto na-zionale di economia agraria e con Nomisma come partner, cidarà risposte destinate aorientare con consapevolezza le no-stre scelte».

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Calcolo a base di: 1,00 €/l diesel, 0,35 €/l AdBlue,828 Vario: 7 % consumo AdBlue del consumo diesel, 936 Vario: 8,6 % consumo AdBlue del consumo diesel,Conversione del fattore dal consumo diesel specifi co a assoluto: 1 g/kWh = 0,173 l/h con 205 kW e 70 % carico del motore, 1 g/kWh = 0,223 l/h con 265 kW e 70 % carico del motore*calcolo a base di 1.000 ore lavorative all‘anno

280

320

290

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14 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Anabic, un ruolo chiavenella selezione dei bovini

L’ attività di ricerca e di sperimenta-zione condotta dall’Anabic, nel tri-ennio 2009-2011, conferma il lavoro

di indubbio valore scientifico e tecnico rivoltodall’associazione nei vari settori di propriacompetenza, ottenendo risultati che testimo-niano il costante e progressivo miglioramentogenetico delle razze bovine da carne e la ten-denza all’aumento della loro consistenza nu-merica nonostante le difficoltà nelle quali si dibatte il settorezootecnico.

Con l’approvazione del disciplinare del Libro genealogico,avvenuta il 3 marzo 2009, è divenuto obbligatorio, per tutti icapi i bovini da iscrivere al Libro, il deposito di un campionebiologico.

L’Anabic, in collaborazione con il Mipaaf e con alcuneregioni (Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo) ha da tempoistituito la Banca del dna delle razze italiane da carne, stoccan-do 139mila campioni biologici (sangue, bulbi piliferi, cartilagi-ni auricolari, ecc) di riproduttori iscritti al Libro Genealogico:campioni che fanno riferimento a 128mila capi delle cinquerazze da carne.

Una fonte anagrafica che consente di essere al corrente,oltre alla consistenza delle singole razze, anche delle dimen-sioni degli allevamenti. Dato, quest’ultimo, molto importanteper valutare quali interventi è opportuno adottare per ottimiz-

zare l’organizzazione economica della produ-zione di carne e la sua competitività, problemiche tuttora condizionano la redditività degliallevamenti stessi.

Da questa base conoscitiva si evidenzia unleggero aumento della Maremmana, Podolica, Marchigiana eChianina, con una lieve flessione per la razza Romagnola checala sia in numero di capi che di aziende, confermandosi comequella di maggior criticità.

A fronte dell’aumento complessivo del numero di capi, siassiste anche a un aumento delle aziende per Chianina, Ma-remmana e Podolica, mentre diminuiscono gli allevamenti dirazza Marchigiana per la quale si verifica un graduale aumen-to delle dimensioni medie aziendali, andando verso quel pro-cesso di razionalizzazione già avvenuto per la Chianina.

CRESCE L’ALLEVAMENTO ALLO STATO BRADODa un esame delle tipologie di allevamento risulta, inoltre,un processo di profonda trasformazione in atto, con unanotevole crescita dei sistemi di allevamento bradi e semibra-di ormai preponderanti. Nella razza Marchigiana, storica-mente a stabulazione fissa, il 63% degli allevamenti ricade

Assieme al Mipaaf

e ad alcune regioni

ha da tempo

istituito la Banca

del dna delle razze

italiane da carne

1 – Bovini di razza podolica.

2 – Vacche maremmane al pascolo.

1 2

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n. 12/2012 [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] Terra e Vita 15

ancora oggi in questa tipologia, ma solo il 43% del bestiamevi viene allevato, mentre il 44% degli animali è allo statobrado o semibrado.

La Chianina utilizza tipologie estensive per il 51% degliallevamenti e il 50% dei capi, mentre la restante parte dellapopolazione è allevata a stabulazione libera o fissa.

Nella Romagnola il brado e semibrado rappresentano il56% degli allevamenti, e addirittura il 76% dei capi.

Discorso a parte per Maremmana e Podolica da sempreallevate allo stato brado e semibrado, e dove tali tipologiearrivano alla quasi totalità degli allevamenti e dei capi.

Si rileva, inoltre, il passaggio di numerose aziende dallatipologia a ciclo chiuso a quella a ciclo aperto, con la venditadei vitello da ristallo.

Una base conoscitiva sulla consistenza delle cinque razzerosse da carne (Marchigiana, Romagnola, Chianina, Maremma-

Bovini Chianini ad Agriumbria. Bovino di razza Romagnola.

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16 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

na, Podolica), e sui loro sistemi di allevamento, di notevolerilevanza per programmare l’attività di ricerca dell’Anabic, cheavviene prevalentemente presso il Centro genetico di San Marti-no in Colle (Perugia) recentemente ristrutturato e ampliato con ilcontributo del Mipaaf.

QUINDICI ANNI DI FERVENTE ATTIVITÀIl Centro Genetico di San Martino in Colle conferma il suoruolo chiave nello schema diselezione: capacità di accre-scimento, muscolosità, svi-luppo dei diametri trasversa-li mostrano un trend positivoin tutte tre le razze Chianina,Marchigiana e Romagnola.

È stato anche realizzato ilCentro per il prelievo e il con-trollo del materiale seminantedei tori approvati, e creata labanca del germoplasma delleRazze Italiane.

Giunti al 15° anno di attività, iCentri di Selezione Torelli di Al-barese (Gr) e Laurenzana (Pz)continuano a registrare buoneperformance anche per le razzerustiche Maremmana e Podolica,

confermando le loro potenzialità ai fini della produzione di carne.Anche per quest’anno, in collaborazione con l’A£ di Poten-

za, è stato avviato il prelievo del materiale seminale ai fine diaumentare l’impatto dei tori miglioratori sulla popolazione, erealizzare la banca del seme.

L’Anabic, ritenendo opportuno ampliare la ricerca anche sul-la caratterizzazione e qualità delle carni, ha realizzato un labora-torio di sezionamento presso la sede di San Martino in Colle che,

in collaborazione con il Con-sorzio Produttori Carne Bovi-na Pregiata delle Razze Italia-ne, è finalizzato, oltre alla mi-gliore valorizzazione delleproduzioni degli associati, adattività di studio, sperimenta-zione e formazione.

Nell’ambito di progetticondivisi con il Ccbi, e in colla-borazione con le Università egli Enti interessati, è possibileeffettuare la valutazione com-merciale delle carcasse, leprincipali analisi chimico-fisi-che sulle carni, panel test, stu-dio di tecnologie e prodotti in-novativi, attività formativeper gli operatori del settore.

N el 1961 venne costituita aMacerata, l’Associazione

nazionale Allevatori di RazzaMarchigiana, nella quale conflui-rono le Associazioni delle RazzeChianina, Romagnola, Marem-

mana e Podolica per dare origine all’Anabic (Associazionenazionale Allevatori bovini da carne).

Quale riconoscimento per il ruolo avuto dalle Marche, ilprimo presidente fu Michele Volpini, allevatore di Reca-nati (Mc).

A cinquanta anni di distanza, laPresidenza ritorna a un allevatoredi Marchigiana, Domenico Ro-manini, la cui azienda, in provin-cia di Pesaro, conferma l’evoluzio-ne che l’allevamento delle razzeda carne autoctone linea vacca-vitello ha avuto negli ultimi anni,orientandosi fortemente verso si-stemi bradi e semibradi che inte-ressano ormai la maggior partedei capo allevati.

Domenico Romanini, classe1972, sposato, padre di tre figli,titolare di un’azienda di circa 80

ASSOCIAZIONEDomenico Romanininuovo presidente

bovini Marchigiani a Mercatello sul Metauro, già Presidentedell’Apa di Pesaro e del Consorzio Agrario di Pesaro-Urbino,consigliere Aia e presidente regionale di Unci-Coldiretti, haassunto, dall’11 gennaio scorso, la guida dell’Anabic, unnuovo incarico che ha già definito «prestigioso, stimolantee sicuramente anche molto impegnativo in un contestodifficile come quello attuale».

Il “pacchetto” ereditato dal nuovo Presidente consta di150mila capi in 5.400 aziende iscritte al Lgn dislocate ingran parte del territorio italiano, dall’Emilia Romagna allaCalabria.

Veduta della sede dell’Anabic.

Domenico Romanini.

Un bell’esemplare di toro Marchigiano.

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La scelta di valoreper i tuoi bisogni crescenti

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18 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Cresce il vitellone igpdell’Appennino Centrale

L’ indicazione geografica protetta, Vi-tellone Bianco dell’Appennino Cen-trale è, ad oggi, l'unico marchio di

qualità per le carni bovine fresche approvatodalla Comunità europea per l'Italia. Un pre-stigio sinonimo di garanzia per la salute diquanti lo includono nella propria dieta quotidiana.

I vitelloni certificati con il marchio Igp sono soggetti dipura razza Chianina, Romagnola e Marchigiana nati e allevatinelle oltre 3mila aziende agricole sottoposte ai controlli per leverifiche del rispetto del disciplinare di produzione e rien-tranti nell’area tipica.

Il 2011 ha significato per il Vitellone biancodell’Appennino

Centrale un anno particolarmente importan-te, segnato dalla formale e definitiva appro-vazione in sede comunitaria del nuovo disci-plinare di produzione che introduce specifi-

che e vincoli fondamentali.In particolare le modifiche hanno riguardato, oltre a un

leggero ampliamento dell’area tipica di produzione, l’obbli-go di far nascere i capi bovini all’interno dell’area tipica, ildivieto totale di utilizzo di sottoprodotti dell’industria nel-l’alimenta zione dei vitelli fin dalla nascita, l’ob-

bligo di evitare lo stress degli anima-li durante il trasporto e la sosta de-gli animali avviati allamacellazione, obbligo di un perio-

do minimo di frollatura (10giorni) per i tagli prove-nienti dal quarto posterio-re dell’animale.

Questi fattori influenza-no positivamente la qualitàfinale della carne.

Il Consorzio

di tutela mette

a disposizione dei

visitatori un grande

spazio educational

Vitelloni Igp allevati allo stato brado.

Gustosi taglidi carne di vitellone igp.

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n. 12/2012 [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] Terra e Vita 19

Inoltre il 2011 ha visto un incremento importante deicapi bovini certificati Igp rispetto ai capi certificati nel2010, passando da 14.999 a 18.667 capi (+24,5%) a dimostra-zione della sempre crescente sensibilità del consumatore

finale verso i prodotti di qualità e, in particolar modo,verso il Vitellone bianco dell’Appennino Centrale sinoni-mo di sicurezza alimentare garantita anche perché sottopo-sto a numerosi e serrati controlli lungo tutta la filiera(dall’allevamento fino alla vendita) svolti dal Consorzio ditutela e dall’ente autorizzato dal Ministero allo svolgimen-to dei controlli.

PROMOZIONE E COINVOLGIMENTO DEI BAMBINIAnche quest’anno il Consorzio di tutela ospiterà i visitatori diAgriumbria nel proprio stand all’interno del padiglione 7 perconoscere e riscoprire la carne chianina certificata Igp Vitello-ne Bianco dell’Appennino Centrale.

Ad Agriumbria 2012, il Consorzio di tutela mette a disposi-zione dei visitatori un grande spazio educational in cui, nei tregiorni della manifestazione, si svolgeranno numerose attivitàindirizzate ai bambini e agli adulti.

In particolare verranno coinvolti i bambini delle scuolematerne ed elementari in attività ludiche (pittura delle sago-me di chianina, gara quiz sulla razza chianina, ecc.) mentreper gli adulti si svolgeranno mini corsi e dimostrazioni ditaglio e realizzazione di piatti con la carne Igp di razza chiani-na, in collaborazione con i macellai aderenti al consorzio edimportanti cuochi.

Saranno, questi, momenti di incontro e di confronto grazieai quali i visitatori della rassegna umbra, direttamente coin-volti, potranno scoprire e riscoprire la carne chianina comeuno dei più importanti prodotti di qualità legati al territorio ealla cultura storica regionale e conoscere, attraverso il con-fronto con gli allevatori e con coloro che lavorano nella filiera,le caratteristiche e le peculiarità del marchio Igp Vitellonebianco dell’Appennino Centrale.

Il Consorzio di Tutela con sede a Perugia, nato nel febbraio2003, è stato ufficialmente ri-conosciuto il 29 marzo 2004.

Gli scopi principali delConsorzio sono la tutela delmarchio Igp, la promozione ela valorizzazione del prodot-to, l’attività di informazioneal consumatore e la cura ge-nerale degli interessi relativialla produzione Igp.

L’attività principale risul-ta comunque essere quellarelativa alla vigilanza, allatutela e alla salvaguardiadell’Igp da abusi, atti di con-correnza sleale, contraffazio-ni ed uso improprio del mar-chio. Parallelamente svolgeanche attività di divulgazio-ne e di informazione al con-sumatore sul marchio e sullecaratteristiche e pregi delprodotto.

750800850900950

100010501100115012001250130013501400145015001550160016501700175018001850

200620072008

200920102011

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

FIG. 1 – CAPI CERTIFICATI PER ANNO

In giallo sono indicate le province in cui viene allevatoil vitellone bianco dell’appennino centrale.

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20 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

La macelleria mobileha compiuto un anno

C on la 44a edizione di Agriumbria com-pie un anno la macelleria mobile delCcbi. Lo scorso anno fu inaugurata

proprio nella fiera più importante del CentroItalia e quest’anno replica sperando di ottene-re lo stesso successo.

Anche quest’anno l’azienda che esporrà leproprie produzioni è la Società AgricolaAgritosti di Città di Castello, azienda che danumerosi anni alleva la razza Chianina alpascolo e da pochi mesi ha aperto uno spac-cio aziendale per la vendita di carne bovina esuina proveniente dal proprio allevamento.

La macelleria mobile, realizzata grazie ad un contributoregionale (Psr Umbria 2007-2013), progetto Strumenti di valo-rizzazione delle carni bovine di qualità attraverso la filiera corta,nell’ultimo anno ha partecipato a numerose iniziative orga-nizzate dai soci del Consorzio. Finalmente la carne dellerazze italiane ha varcato la soglia dei mercati di settore: tutti imartedì del mese è possibile acquistare carne Chianina pres-so il Mercato di Campagna Amica situato in via dei Loggi aPonte San Giovanni e molte sono le prenotazioni arrivate alConsorzio per l’utilizzo del mezzo. Dalla “Fiera Agricola diSanterno” a Imola alla “Fiera Paesi e Sapori” a Pesaro, pas-sando per la “Sagra del Tartufo” a Città di Castello, la macel-

leria mobile ha riscosso grande successo, va-lorizzando le produzioni tipiche locali e pro-muovendo la qualità, l’origine e larintracciabilità delle carni pregiate.

DAL PRODUTTORE AL CONSUMATOREIl Consorzio, con la realizzazione di questoprototipo, vuole valorizzare le carni bovine diqualità attraverso la filiera corta e trasferire

processi di lavorazione delle carni, proprie delle imprese indu-striali, nelle aziende di piccole e medie dimensioni, realizzan-do una concentrazione dell’offerta di questi prodotti attraver-so l’utilizzazione di servizi più veloci e vicini al consumatore.

Il mezzo mobile è funzionale alle esigenze degli allevato-ri soci del Consorzio, in quanto in grado di offrire unarisposta tecnologicamente ed economicamente adeguata al-le attuali tendenze di mercato che vedono un incrementodella vendita diretta e della domanda di prodotti di prove-nienza e qualità certa, con un rapporto qualità/servizio/prezzo adeguati.

Il servizio che il Ccbi offre agli allevatori, all’interno delmezzo mobile, consiste nella lavorazione, confezionamento

È stata realizzata

grazie

a un contributo

regionale per

la valorizzazione

delle carni di qualità

attraverso

la filiera corta

Molti si soffermano incuriositiad osservare la macelleria mobile.

1

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n. 12/2012 [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] Terra e Vita 21

e vendita della carne, durante l’evento dimostrativo orga-nizzato.

L’allevatore, infatti, concorda con il Consorzio una “Gior-nata di Vendita”, scegliendo la localizzazione più idonea alleesigenze dell’azienda e organizzando un gruppo di acquisto

per la vendita della carne al dettaglio o sottoforma di pacchifamiglia.

Per informazioni rivolgersi a Ccbi, San Martino in Colle (Pg). Tel 075-6079308, fax 075-6079309. E-mail:[email protected], internet: www.ccbi.it.

N on solo certificazione, non solocommercializzazione, da que-

st’anno il Consorzio presenta una nuo-va veste, nuove attività, nuovi serviziper i propri associati. Vediamole.

Laboratorio di sezionamentomarcato Ce. Il Consorzio è in possesso di un riconoscimentocomunitario, n. K1W21, per svolgere attività di sezionamen-to, lavorazione e preparazione di carni bovine delle razzeitaliane da carne. Grazie al laboratorio fornisce carne sezio-nata a macellerie, ristoranti e agriturismi, e compone pacchifamiglia per gruppi di acquisto o clienti vari.

I vitelloni lavorati nel laboratorio provengono dall’Anabic,Associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne,sono il fior fiore dei vitelli selezionati in tutta Italia ma chenon sono idonei alla fecondazione naturale o artificiale equindi non possono fregiarsi del titolo di “toro”. Questi vitellisono acquistati dal Ccbi, opportunamente ingrassati con

CCBINuove attivitàdel Consorzio

mangimi selezionati e lavorati presso il laboratorio di sezio-namento.

Centro di ricerca e sperimentazione, qualità dellecarni e prodotti innovativi. Nel laboratorio di sezionamen-to vengono effettuate prove di frollatura, shelf life e vengonorilevati e studiati i parametri di qualità della carne (confor-mazione e stato di ingrassamento delle carcasse, pH, tene-rezza, colore, ritenzione idrica, composizione chimica cen-tesimale, analisi sensoriale della carne tramite Panel Test) incollaborazione con le più importanti Università e Istituti diricerca d’Italia.

Centro di formazioni per operatori della filiera carne.Nel nuova laboratorio di sezionamento, il Consorzio organiz-za corsi di formazione volti ad insegnare le tecniche disezionamento, lavorazione, frollatura, conservazione e valo-rizzazione delle carni. Grazie a questa iniziativa sta lavoran-do per accreditarsi come Università Popolare per la forma-zione di tutti gli operatori del settore carni bovine. A.R.

La macelleria mobile contribuisce a valorizzare le carni. Tagli di carne pronti per la vendita.

Operatori al lavoro nella macelleria.

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22 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

L’Arusia ha chiusoma i risultati restano

L e riforme endoregionali attuate dalla re-gione Umbria, hanno determinato, a par-tire dal 2012, lo scioglimento dell’Agen-

zia regionale per lo Sviluppo e l’innovazione inagricoltura (Arusia) e il trasferimento delle fun-zioni che la stessa svolgeva all'interno dell'As-sessorato regionale all'Agricoltura.

Nel suo ultimo anno, l’attività dell’Arusia èstata incentrata, come negli anni precedenti, sualcuni fondamentali filoni di attività:

- gestione di alcune misure del Psr,- informatizzazione delle procedure,- attività di sperimentazione e di assisten-

za tecnica, finalizzate allo sviluppo e allainnovazione,

- gestione del Servizio fitopatologico regionale.

FONDI COMUNITARI E PSRL’Arusia ha curato la gestione di alcune misure del Psr, sia nellaistruttoria delle domande che nei controlli ed accertamenti.

In particolare, l’azione di Arusia ha riguardato:- Misure a superficie (214-215-F-131-132-reg. Ce 2078/92-

reg. Ce 2080/92-reg. Ce 1609/89),- Misure strutturali (121-123 az. B) ,- reg. Ce 797/04 – Azioni dirette a migliorare la produzio-

ne e commercializzazione del miele,- LR. 26 novembre 2002, n.

24 – Norme per l’esercizio e lavalorizzazione dell’apicolturain Umbria,

- reg. Ce 1198/06 – FondoEuropeo per la Pesca (Fep) –Programma operativo nazio-nale (Pon) 2007/2013,

- adempimenti relativi alleoltre n. 200 aziende della regio-ne titolari di quote latte.

L’anno 2011 è stato carat-terizzato da una svolta posi-tiva nella gestione degliadempimenti connessi al-

l’istruttoria delle domande di premio delleMisure a superficie del Psr.

La Regione Umbria, e l’Arusia per le com-petenze assegnatele, sono riuscite ad attivareinterventi con Agea, nella sua veste di Organi-smo pagatore a livello nazionale, che potesse-ro incidere positivamente nella situazione inatto, al fine di ridurre i ritardi in essere perl’istruttoria delle domande relative alle Misu-re a superficie. A seguito di ciò, nell’anno 2011si è reso possibile il completamento del-l’istruttoria per 19.955 domande, per un pre-mio complessivo di 60.357.160,80 €.

L’Agenzia ha curato altresì l’attività di con-trollo relativa ai Pua in zona vulnerabile, al Piano di svilupporurale e alle altre normative per le quali cura la gestione. Sonostati effettuati, complessivamente, circa 100 controlli in loco.

INFORMATIZZAZIONEParticolarmente significativo il lavoro svolto dall’agenzia nel-lo sviluppo delle procedure informatiche, che ha portato negliultimi anni alla realizzazione del Siar (Sistema informativoagricolo regionale), le cui procedure utilizzabili on-line dagliutenti pubblici e privati a ciò abilitati, consente la gestionesemplificata delle domande del Psr e delle attività di monito-raggio e controllo delle stesse.

Con riferimento alla campagna 2011 delle Misure a superficiedel Psr, sono state realizzate nel Siar nuove procedure informati-che che hanno consentito l’eliminazione della documentazionecartacea, la cui consegna era in precedenza obbligatoria. In altritermini, per ogni domanda di aiuto/pagamento predisposta nelSian per le Misure a superficie è divenuta obbligatoria la compi-lazione nel Siar di una apposita “sezione regionale” integrativadella stessa, che consente di acquisire in formato digitale tutte leinformazioni necessarie per l’istruttoria.

Si è poi provveduto, ove possibile, all’acquisizione da altrepubbliche amministrazioni (sempre per via telematica) delle in-formazioni connesse alle dichiarazioni rilasciate dalle ditte nella“sezione regionale” delle domande di aiuto/pagamento, e adeffettuare invece una attività di controllo a campione sulle rima-nenti dichiarazioni.

A seguito

dello scioglimento

(31/12/2011)

la gestione di Siar

e Sigpa fanno capo

alla Regione

Umbria.

Ripercorriamo

l’attività

Adolfo Orsini,amministratore unico di Arusia.

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n. 12/2012 [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] Terra e Vita 23

L’Arusia ha per questo provveduto alla stipula di appositeconvenzioni con vari Enti che dispongono di banche datiutili per l’istruttoria-

Un altro degli interventi informatici che ha avuto significati-vi effetti sui tempi del procedimento istruttorio e sulla sempli-

ficazione dello stesso attiene la fun-zione di “correttiva” realizzata nelSiar, e cioè una procedura informati-ca che consente allo stesso soggetto(Caa, Studio agronomico ecc.) cheha provveduto alla compilazionedella domanda di risolvere in ma-niera informatizzata tutte le anoma-lie emerse durante la fase istruttoriadella stessa.

Nel 2011 è partito lo sviluppo diun ulteriore progetto, la realizzazio-ne del Sistema integrato per la gestionedelle procedure aziendali (Sigpa), unsottosistema informativo del Siar)che consente l’utilizzo delle procedu-re informatiche inerenti alla gestionedegli adempimenti a carico delleaziende derivanti dalle diverse nor-mative comunitarie, nazionali e re-gionali.

Il Sigpa viene a ricomprendere anche procedure già in usonel Siar per la gestione di adempimenti aziendali, opportuna-mente modificate. Costituirà, inoltre, l’ambiente di riferimentoper lo sviluppo di nuove procedure che debbano essere utiliz-zate dalle aziende.

Arusia ha promosso realizzazione di oliveti finalizzati al conseguimento di un’altaproduttività e qualità del prodotto mantenendo competitivi i costi.

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24 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Le diverse procedure, esistenti o da realizzare, potranno opera-re in maniera integrata, al fine di consentire l’utilizzo di ogni datoimmesso nel sistema per tutti gli adempimenti cui lo stesso ècollegato. Un unico data base di riferimento, quindi, con l’elimina-zione della ridondanza delle informazioni. Tale impostazione po-trà consentire una sostanziale semplificazione degli adempimentia carico dell’utente e, contestualmente, una maggior attendibilitàdelle informazioni stante la minor ridondanza delle stesse.

Gli obiettivi che si intende raggiungere e la realtà già esistenteper procedure parallele curate da altri Enti, hanno indotto ad as-sumere, quale unico riferimento per i dati aziendali, il fascicoloaziendale istituito ai sensi del dpr 503/1999 e presente nel Siste-ma informativo agricolo nazionale (Sian).

Il Sigpa si basa quindi esclusivamente sulle informazioni rela-tive all’azienda contenute nel fascicolo aziendale del Sian, recu-perate mediante appositi servizi di web service.

Il progetto Sigpa è stato approvato dalla Giunta regionale conDgr 976 del 12/09/2011.

Il Sigpa è articolato nei seguenti moduli, che consentono la gestionedei diversi adempimenti:

- acquisizione del fascicolo aziendale del Sian, mediante lefunzioni di web service,

- registro aziendale (articolato nelle schede dei concimi,dei fitofarmaci, delle operazioni colturali, dell’irrigazione,dei campionamenti, delle analisi, della produzione di ener-gia elettrica),

- comunicazioni da parte delle aziende che producono/utiliz-zano reflui (di allevamenti zootecnici, di impianti oleari, di alle-vamenti di pescicoltura) e/o biomasse,

- Uma,- sistemi di certificazione,- Piano di utilizzazione agronomica (Pua),- Programma di sviluppo rurale – Misure strutturali,- Programma di Sviluppo Rurale – Misure a superficie,- Albo regionale aziende biologiche,- Archivio dati georeferenziati.

A seguito dello scioglimento dell’Arusia la gestione delsiar e la realizzazione del progetto Sigpa sono curati dallaRegione Umbria.

SVILUPPO E INNOVAZIONENel corso del 2011 l’Arusia ha svolto attività di sperimentazione edi assistenza tecnica finalizzati allo sviluppo e alla innovazione,per il perseguimento di un innalzamento dei livelli qualitativi deiprocessi di alcune produzioni agricole regionali. In particolare,l’attenzione dell’Arusia è stata rivolta ad alcune delle principalifiliere produttive agroalimentari della Regione, e precisamentequelle olivicola, vitivinicola, frutticola.

Tutte le iniziative promosse sono state realizzate in collabora-zione con altre istituzioni regionali quali l’Università e il Cra.

Olivicoltura. L’azione è stata incentratasu interventi di spe-rimentazione volti a fornire agli operatori del settore indicazio-ni per la realizzazione di sistemi produttivi finalizzati al conse-guimento di un’alta produttività e qualità del prodotto mante-nendo competitivi i costi.

Per quanto sopra indicato sono state realizzate attività volte avalutare le macchine innovative per la raccolta delle olive al finedi verificare la loro adattabilità alle diverse tipologie di oliveto.

Si è inoltre proseguito nella valutazione della possibilità diestendere l’areale di diffusione dell’olivo oltre alle zone tradizio-nalmente vocate, con individuazione di varietà idonee in talsenso, e si è proseguito nella valutazione della adattabilità allanostra Regione di tecniche di coltivazione innovative (olivetisuperintensivi) in grado di favorire la precocità di produzione ela meccanizzazione delle operazioni colturali.

Con il Cra è proseguito un progetto sperimentale per la conso-ciazione tra olivo ed asparago selvatico, al fine di incrementare iredditi dell’oliveto, soprattutto nelle aree più marginali.

Vitivinicoltura. Sono in corso da alcuni anni, attività volte allacaratterizzazione e valorizzazione di vitigni locali, con particolareriferimento al Pecorino di Norcia, al Moscato di Nocera, all’Uva Cornetta.

Le attività di campo sono integrate da prove di microvinifi-cazione condotte presso la cantinasperimentale di Orvieto, in collabo-razione con il Centro Servizi per lavitivinicoltura.

Presso la cantina sono altresì incorso altre prove di microvinificazio-ne volte a migliorare le caratteristichedei vini regionali, studiando diversevariabili di processo.

Da segnalare come particolarmen-te interessante, per le prospettive disviluppo commerciale, di un pro-gramma di sperimentazione sullaproduzione di vino muffato, prodottocaratteristico del comprensorio or-vietano, volto alla definizione di unprocesso innovativo di elaborazionedelle uve, al fine di ottenere le muffe“nobili” responsabili della peculiari-tà del prodotto.Fra le attività promosse dall’Arusia ci ci sono le prove di raccolta dell’olivo.

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n. 12/2012 [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] Terra e Vita 25

Frutticoltura. È proseguito il programma di valutazione ecaratterizzazione della Pesca di Montecorona, i cui risultati si pre-annunciano interessanti circa la possibilità di rilanciare la coltiva-zione di questa varietà tradizionale dei territori umbri.

SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALEQuesto servizio ha svolto attività di profilassi fitosanitaria, diprotezione contro l’introduzione e diffusione di organisminocivi ai vegetali e di analisi e controllo dell’attività orto-floro-vivaistica.

Inoltre il Servizio ha curato l’aspetto della comunicazioneesterna aprendo ed aggiornando, attraverso il sito a ciò dedicato,un canale d’informazione a disposizione di tutti i cittadini oltreche degli operatori interessati. L’informazione riguarda i campidella difesa fitosanitaria e dell’attività vivaistica.

Nel corso del 2011 è stata particolarmente seguita la proble-matica connessa a due patologie: una ha riguardato il monitorag-gio relativo alla presenza del Batterio Clavibacter michiganensis supiante di pomodoro a grappolo cultivar Carminio, che ha interes-sato circa 20 ditte.

Inoltre, è stata dedicata una particolare attenzione al cinipidegalligeno del castagno, un imenottero originario della Cina checolpisce esclusivamente il castagno provocando il deperimentodella pianta e compromettendone la possibilità di produzione.

Oltre ad una serie costante di monitoraggi sui castagnetiumbri, sono stati organizzati dal Servizio alcuni incontri sul

territorio in collaborazione con diverse strutture pubbliche eprivate, con lo scopo di informare e divulgare notizie su taleCinipide soprattutto per quanto riguarda il ciclo biologico e isuoi possibili antagonisti naturali come, ad esempio, il Tory-mus Synensis:

Inoltre sono state definite, per il 2011, due convenzioni, con ilDipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università diPerugia e con l’Università di Torino, per la costituzione sia di areedi moltiplicazione di Torymus sinensis che di siti di pieno campoper il lancio del parassitoide antagonista del cinipide cinese.

È stato, altresì, formalizzato un gruppo di coordinamento assie-me ai due istituti universitari, con lo scopo di valutare opportuneazioni di contrasto alla diffusione del cinipide.

In collegamento con le competenti strutture del Mipaaf èstato elaborato un progetto per la realizzazione di un centro dimoltiplicazione di Torymus. Tale progetto dovrà trovare con-creta realizzazione nel corso del corrente anno.

Sono in corsoda alcuni anni, attivitàvolte alla caratterizzazionee valorizzazionedei vitigni locali.

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26 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Una filiera del girasolead alto contenuto oleico

U na profonda conoscenza scientifica dellachimica per guidare le applicazioni diquesta disciplina, a iniziare da quelle in-

dustriali, passando attraverso innovazioni di pro-dotto e di processo per promuovere le attivitàorientate alla sostenibilità ambientale ed economi-ca. Sono queste le premesse per il lavoro nato dauna cooperazione fra imprese, coordinata dal-l’Agenzia regionale 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria.

I due progetti, in qualche modo complementari, finanziatidalla Misura 124 del Psr 2007-2013 della Regione Umbria oltre alcoinvolgimento diretto di 3A-Pta è stato fortemente voluto daAlbano Agabiti della Coldiretti umbra e da Catia Bastioli, am-ministratore delegato di Novamont spa, azienda leader nellachimica verde, vede il coinvolgimento di Oro verde (Cooperativadi 600 imprenditori agricoli afferenti all’associazione), nonché diSincro, la joint venture 50-50 nata dalla stretta collaborazione tramondo agricolo e mondo dell’impresa.

Sono questi i presupposti che hanno orientato sia gli obiettivie sia le attività previsti per i due progetti: Cooperazione tra impreseper la creazione in Umbria di una filiera innovativa del girasole ad altocontenuto di acido oleico per la produzione di lubrificanti ad usoagricolo e Sviluppo di lubrificanti biodegradabili e da fonte rinnovabileper usi in agricoltura.

«Pensiamo che un futuro davvero sostenibile, anche in virtùdelle peculiarità della nostra regione, sia quello di tentare l’azze-

ramento della produzione di lubrificanti di ori-gine fossile o derivati dal petrolio per incremen-tare la produzione, in linea con i principi dellaChimica verde, di quelli di origine vegetale ebiodegradabili alla fine del ciclo di vita» ha

dichiarato Andrea Sisti, amministratore unico di 3A-Pta.Il primo progetto in particolare è finalizzato alla realizzazione

in Umbria di una filiera innovativa ed integrata, ottenuta contecniche agronomiche innovative ed a basso impatto ambientaleper la coltivazione del girasole ad alto contenuto di acido oleico.

L’area di intervento riguarda in particolare i territori dellaprovincia ternana: Montecastrilli, Terni e Narni, zone partico-larmente vocate alla coltivazione nelle quali si è riscontrato chealcune varietà di girasole ad alto oleico riescono ad avere unaresa media che si era stimato essere pari a 19-20 q/ha, variabili aseconda della gestione colturale e che nelle prove di sperimen-tazione in campo effettuate nelle annate 2010/2011 è stata pari a27 q/ha.

Proprio al fine di condurre e supportare i produttori nellagestione integrata della produzione, sulla base dei risultati otte-nuti dalle sperimentazioni realizzate in pieno campo, si è ancheproceduto alla redazione di un disciplinare di produzione per ilgirasole alto oleico a basso impatto ambientale.

Una proposta

tutta umbra

per lubrificanti

biodegradabili

a basso impatto

ambientale

Imprese pubbliche e private si stannoorganizzando per la valorizzazione del girasole.

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Nel documento, realizzato attraverso le valutazioni di impat-to ambientale ed utilizzando la metodologia Lca (life cycle assess-ment)sull’intera filiera, sono riportate le prescrizioni tecnichevolte a rendere maggiormente sostenibile la produzione, razio-nalizzando l’impegno di input (fertilizzazione, uso di prodottifitosanitari ecc.) nelle pratiche agronomiche.

Da questa nuova filiera, entro la fine del 2012, si intendesviluppare un olio da destinarsi alla produzione di lubrificantiper uso agricolo e grazie ai finanziamenti del progetti si è proce-duto alla costruzione del primo impianto prototipo per la distilla-zione degli oli vegetali utili alla generazione di monomeri per

biolubrificanti destinati ai mo-tori delle macchine agricole,ma che a seguito degli impor-tanti riscontri che il progettosta portando, è possibile sianoestesi per altri usi e produzioni.

Al fine di acquisire la validi-tà opportuna ed essere alterna-tivi ai lubrificanti di originefossili derivati dal petrolio èimportante che in fase speri-mentale si riesca a migliorare lasensibilità all’idrolisi e all’at-tacco ossidativo, nonché mi-gliorarne le performance alle basse temperature. Questo percor-so è fondamentale per validare gli obbiettivi progettuali e confer-mare i risultati attesi dai due progetti:

- definizione delle linee guida e stesura di un disciplinare perla coltivazione a basso impatto ambientale del girasole,

- definizione e sperimentazioni di itinerari tecnici innovativiper la produzione di olio alto oleico da destinarsi all'uso comelubrificanti per l'agricoltura,

- analisi degli impatti ambientali,- realizzazione di un innovativo impianto/prototipo ad hoc di di-

stillazione per la produzione di oli vegetali raffinati da usare comelubrificanti a partire da olio di girasole ad alto contenuti di acido oleico,

- sviluppo formulazioni tailor made per usi su macchine agri-cole a partire da olio di girasole ad alto contenuti di acido oleico,

- validazione dei prodotti sviluppati con test su macchineagricole.

Alla base dello sviluppoc’è una forte attenzioneall’impatto ambientale.

Entro la fine del 2012 la nuova filiera del girasolepermetterà di realizzare un olio per la produzione di lubrificantidestinati ai motori delle macchine agricole.

3A - Parco tecnologico agroalimentaredell’Umbria è una società consortile aresponsabilità limitata nata nel 1989, periniziativa della Regione Umbria e finan-ziata nell'ambito del Programma integra-to mediterraneo della Ue.

3A - Pta è partecipata pubblica da: Regione Umbria, Sviluppumbria,Università degli Studi di Perugia, Camera di Commercio di Perugia eUnioncamere, Comune di Todi, Rutgers University (New Jersey).Si caratterizza per la sua alta specializzazione e per la possibi-lità di erogare una ampia gamma di servizi, direttamenteattraverso 3A o mediante le altre società operative: Analysis,BioTeconologie Bt, Npp, spin off dell’Università di Perugia ePizeta Pharma, dove ha sede il laboratorio di ricerca per laproduzione di olio algale, una nuova tecnologia per l'otteni-mento di Omega 3 da alghe marine.In armonia con la programmazione e gli atti di indirizzo individua-ti dal legislatore e come strumento operativo della RegioneUmbria, 3A – Pta si propone come soggetto capace di sintetizza-re le proposte e di renderle disponibili alle aziende agricole edagroalimentari presenti nel mercato sotto forma di servizi:- certificazione di qualità, sicurezza alimentare e tutela delconsumatore,

SERVIZIIl Parcotecnologico

- innovazione e ricerca per il sostegno alle imprese e trasferi-mento tecnologico,- alta formazione e profili professionali innovativi,- definizione di partenariati per progetti internazionali,- informazione, marketing e promozione.3A-PTA è iscritto all’Anagrafe nazionale delle ricerche (cod.53555PYZ) e dispone di un laboratorio specializzato nella con-servazione della biodiversità vegetale di interesse agrario, dove èstata allestita la Banca del germoplasma in vitro, oltre a gestiredirettamente per conto della Regione Umbria il Servizio Agrome-teorologico Regionale e il Servizio di conservazione e amplia-mento delle Banche regionali della Biodiversità (Banca in Vitro,Banca dei Semi, Zoobanca, Microbanca nonché Campi collezio-ne, Fretteti sperimantali e didattici).La società ha sede in Pantalla di Todi (Pg). La struttura sicompone di uffici, sale riunioni, aula informatica, aula didatti-ca, laboratori e serre per un area di circa 5mila m2. Hacollaborazioni qualificate con Università, Centri di ricerca, altriParchi scientifici e tecnologici sia italiani sia esteri (Universitàdi Novi Sad, Università di Mendoza, etc). Lavora in strettasinergia con le altre Agenzie regionali (Sviluppumbria, AgenziaUmbria ricerche, Umbria Innovazione etc), con le istituzionilocali e le Associazioni di categoria.

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28 Terra e Vita [ SPECIALE AGRIUMBRIA ] n. 12/2012

Chianina, ok all’allevamentoallo stato brado e semibrado

L’ allevamento semibrado e brado siadattano molto bene alla Chianina.Lo ha confermato l’edizione numero

19 della Mostra nazionale degli allevamenti bo-vini di Razza Chianina allo stato semibrado e astabulazione libera iscritti al Libro genealogiconazionale, svoltasi presso il complesso zootec-nico “Silvio Datti” a Ponte Presale di Sestino(Ar), alla quale hanno partecipato 14 gruppi dibovini in rappresentanza di altrettanti alleva-menti provenienti dalla Toscana, Umbria e Emilia Romagna.

La manifestazione, organizzata dall’Associazione regionaleallevatori della Toscana, con la collaborazione del direttore del-l’Apa di Arezzo, Claudio Bovo, e dei suoi collaboratori, del-l’Anabic (Associazione nazionale allevatori di bovini italiani dacarne), con il contributo della Regione Toscana, della Provinciadi Arezzo, dei Comuni di Badia Tedalda e Sestino, della Comu-nità Montana Valtiberina e della Camera di commercio di Arez-zo, ha confermato la validità di tali sistemi di allevamento siaper contenere i costi di produzione, sia per i risultati ormaiconsolidati conseguiti nelle ottime performance dei bovini, co-me si è potuto constatare nella stessa mostra di Ponte Presale.

TRIPLICATI IN VENT’ANNIUna tendenza, quella di allevare bovini selezionati di razzaChianina allo stato semibrado e libero, che trova un riscontro

tecnico e economico fra gli allevatori, comeviene confermato da alcuni dati statistici cheevidenziano l’evoluzione della tipologia distabulazione.

Facendo riferimento al periodo 1990-2010,si rileva che gli allevamenti di Chianina cheadottano la stabulazione fissa sono passati

dal 53,10% al 20,84%, mentre un incremento si registra inquelli a stabulazione libera e semibrada che sono aumentatidal 9,30% al 28,53% per i primi, e dal 35,20% al 46,16% per isecondi.

Questa tendenza si riscontra non solo per la Chianina, maanche per le razze Marchigiana e Romagnola sia come nume-ro di allevamenti che di capi, e trova una sua motivazioneanche nel fatto che le carni ottenute presentano proprietà diindubbio valore nutritivo e salutistico (antiossidanti) certifi-cate dal Consorzio igp Vitellone bianco, oltre ad offrire alconsumatore percezioni sensoriali sempre più apprezzate.

FILIERE TERRITORIALINel corso delle due giornate della Mostra nazionale si sonosvolti incontri tra istituzioni pubbliche e associazioni diallevatori con l’obiettivo di individuare risorse finanziarie

I sistemi più adatti

alla razza

in discussione

alla Mostra

nazionale

di Ponte Presale

di Sestino (Ar)

Gruppo di chianine al pascolonell’Appennino toscano.

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da destinare allo sviluppo di tali tipologie di allevamento.Tipologie che rappresentano una soluzione non solo persalvaguardare dal degrado ambientale le aree pascolivesempre più soggette a diventare marginali, ma anche perattivare, mediante la presenza degli allevamenti, processidi filiera territoriale per la valorizzazione e la commercia-lizzazione di carni ritenute l’eccellenza della produzionezootecnica italiana.

Un’indicazione che ha trovato pronta risposta da partedegli assessori all’agricoltura Andrea Cutini per la Provinciadi Arezzo e Anna Maria Betti per quella di Siena, i qualihanno definito un programma di interventi e di attività checoinvolgono gli allevamenti delle due province nelle qualisono allevati oltre 11.500 capi su un totale di 21mila soggetti diChianina presenti in Toscana.

Molti sono stati gli eventi collaterali alla mostra che hannovisto una larga partecipazione di un pubblico non professio-nale interessato ad appuntamenti gastronomici nel corso deiquali sono state presenta-te proposte edonistiche dicarne chianina che fannoparte delle tradizioni delterritorio.

GLI ESEMPLARIMIGLIORI IN MOSTRANell’ambito della mostrasi è svolto il concorso ri-servato a gruppi di boviniChianini in rappresentan-za di 14 allevamenti (13per la sezione semibrado e1 per quella riservata allastabulazione libera). Con-corso che ha comportatoun lavoro molto impegna-tivo per il giudice AndreaGuerrieri, coadiuvato daMarco Corbucci in qualità

di assistente, in quanto i gruppi in competizione presentavanoin entrambe le sezioni un’elevata qualità dei soggetti, a confer-ma del miglioramento genetico avvenuto in questi ultimi anni.Ogni gruppo era composto, a norma del regolamento delconcorso, da quattro vacche, due manze e due vitelloni.

È risultato vincitore quello dell’azienda Agritosti di Pietra-lunga (Pg) per l’elevata muscolosità e dimensione dei sogget-ti, oltre alla migliore impostazione delle groppe.

Al secondo posto si è classificato il gruppo dell’aziendaaretina Ferri Marini Gino i cui soggetti presentavano unataglia lievemente inferiore, ma ai quali è stata però riconosciu-ta la spiccata muscolosità delle quattro vacche e delle duemanze.

Al terzo posto si è classificato il gruppo dell’azienda esor-diente Alessandro Alessandrini, grazie alla tipicità e all’uni-forme conformazione delle quattro fattrici, dalle dimensionileggermente più contenute rispetto ai primi due gruppi.

La competizione è stata molto agguerrita fra i diversi grup-pi e il riconoscimento del-le coccarde gialle è statoassegnato fino al 7° grup-po classificato.

Per la sezione riservataagli allevamenti a stabula-zione libera è stato ricono-sciuto degno di riconosci-mento il gruppo della“Fattoria Ponte al Ramo”di Alessandra Casini diArezzo, per la taglia, il vi-gore e le caratteristichemorfologiche, tipiche del-la razza, di tutti i bovinidel gruppo.

GLI ALTRI CONCORSIPer quanto riguarda gli al-tri concorsi, un riconosci-mento speciale, il trofeo in-

I l complesso zootecnico “Silvio Dat-ti” di Ponte Presale di Sestino (Ar),

di proprietà del Consorzio Alpe dellaLuna, è divenuto, dal 2006, anche Cen-tro di selezione e miglioramento gene-tico delle manze di razza Chianina. Tale

struttura rappresenta un punto di riferimento per la zootecniadella Val Tiberina Toscana grazie al contributo della RegioneToscana, di tutti i Comuni del comprensorio, della ComunitàMontana e della Provincia di Arezzo.

È un modello di collaborazione tra pubblico, privato ecategorie economiche; le iniziative a livello nazionale sonoorganizzate dall’Associazione regionale allevatori della To-scana - Ufficio Provinciale di Arezzo - e dall’Anabic (Associa-

SELEZIONEMiglioramentodelle manze

zione nazionale allevatori di bovini italiani da carne).L’obiettivo prioritario del Centro di selezione e migliora-

mento genetico è quello di realizzare un percorso di adatta-mento al pascolo e di procedere, attraverso piani di accoppia-mento specifici, alla fecondazione ed alla diagnosi di gravi-danza e di certificazione del sessaggio del feto.

Solo le migliori manze da 16 a 18 mesi, selezionatenell’ambito degli allevamenti della Toscana, Umbria e Lazio,che hanno superato il test morfologico raggiungendo unminimo di 84 punti e che siano munite di tutte le certificazionidi garanzia sanitaria, sono ammesse nel complesso zootecni-co per effettuare la performance. L’interesse dell’allevatoreche acquista all’asta una di queste manze è quello di miglio-rare la genetica del proprio allevamento.

Bovini di razza chianina durante la partecipazione alla mostra.

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titolato alla memoria diMario Casini, è stato asse-gnato all’allevatore GinoFerri Marini di Arezzo cheha presentato due manze;l’azienda Alessandrini, conla bovina IT051990024037,si è aggiudicata il trofeo“Città della Chianina” ri-servato al migliore sogget-to esposto in mostra.

Il trofeo intitolato allamemoria di Silvio Datti,altro ambito riconosci-mento destinato ai duemigliori vitelli esposti, èstato invece vinto da duesoggetti presentati dal-l’Azienda Agritosti, clas-sificatasi al primo postonella sezione riservata ainuclei allevati al pascolo.Per la sezione riservata agli allevamenti a stabulazionelibera si è messo in evidenza il gruppo di Alessandra Casini“Fattoria Ponte al Ramo” per la taglia il vigore e l’espressi-vità razziale di tutti i suoi componenti. Tra i gruppi incom-

pleti il giudice ha indica-to quale miglior soggettola manza vacca ViperaIto51990037266, presen-tata dall’AllevamentoGiaccherini Stefano diArezzo, in evidenza percorrettezza, muscolositàe diametri.

L’asta dei vitelli daistallo collaterale alla mo-stra nazionale della Chia-nina ha visto la partecipa-zione di 52 capi prove-nienti da 13 allevamentidell’alta Val Tiberina chesono stati quotati media-mente sui 1.350 euro asoggetto.

La consueta gara digiudizio riservata aglistudenti degli Istituti Tec-

nici Agrari ha visto la partecipazione di 12 squadre prove-nienti in rappresentanza del Veneto, Friuli oltre che dellaToscana. Il giudizio degli studenti è stato valutato dal giudiceMatteo Ridolfi.

Soggetti di razza chianina nel box per la valutazione da partedella giuria. Alla mostra aretina gli animali dell’azienda Agritostidi Pietralunga (Pg) si sono messi in evidenza per l’elevata muscolositàe dimensione, oltre che per la migliore impostazione delle groppe.

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