Sottobanco Aprile 2009

20

description

Sottobanco Aprile 2009

Transcript of Sottobanco Aprile 2009

Page 1: Sottobanco Aprile 2009
Page 2: Sottobanco Aprile 2009

2EDITORIALE

SOMMARIOEccoci qui, al rientro dallevacanze di Pasqua, con

un nuovo numero di Sotto-banco.Sarà, come sempre, unalettura varia e, speriamo,piacevole. Con tanti articolidi argomenti diversi perraccontare quella che è lanostra realtà di giovani stu-denti.Questa volta però, c’è qual-cosa di diverso: così come lepagine di questo giornalinoin bianco e nero, il mondoche cambia ci porta notiziebelle e anche brutte.Da una parte abbiamo la“luce” della speranza che ilnuovo presidente degli StatiUniti Barack Obama ciinfonde, mentre dall’altra sipresenta il “buio” dellecatastrofi, delle crisi econo-miche che ci ha offerto laglobalizzazione e delle tantetristezze che logorano ilmondo.

C’è uno stallo economicoquasi senza precedenti e poiil grave terremoto che pro-prio in queste ore ha colpitocrudelmente l’Abruzzo, por-tando con se morte e distru-zione. Anche se siamo soltanto gio-vani “scapestrati” che abboz-zano un giornalino scolastico,questi eventi iniziano a farciriflettere sul nostro mondoche abbiamo visto, fino adora, con i colori dell’arcoba-leno.La realtà ci si presenta nelsuo vero aspetto non semprepiacevole. Tra il reportage diuna gita e il racconto diun’esaltante vittoria sportiva,ci siamo occupati dunqueanche di cose “difficili”.Magari per imparare, anchese solo dall’esperienza di ungiornalino, a far qualcosa permigliorare l’intorno, la nostra“casa”, il nostro futuro. Buona lettura a tutti.

Tommie DienaGiulia Colombo

SIAMO RIUSCITI AD AUTOGESTIRCI?Abbiamo imparato ad

autogestirci? L’assem-blea delocalizzata che

viene ormai proposta tutti glianni anche nel nostro istitutosembra aver riscosso un buonsuccesso: tra martedì e merco-ledì 10 e 11 Febbraio si è regi-strata infatti una soddisfacentemedia di presenze, pariall’’80% degli studenti. La differenza rispetto al passa-to? Molti studenti ci dicono diaver apprezzato il maggiornumero di aule e le tante novi-

tà proposte. Come al solitoperò l’attività leader in assolu-to, in questi due giorni, è statoil torneo di calcetto, che havisto scontrarsi tante squadre,più o meno forti (vincitricemorale la coraggiosissimasquadra delle ragazze), sotto losguardo dei tanti ragazzi cheaffollavano gli spalti. Spettatoriche, tra una partita e l’altra,avrebbero potuto partecipare atutte le aule che offrivano atti-vità valide e stimolanti: traquelle che hanno riscosso

maggiore interesse ricordiamoquelle dedicate al Primo Soc-corso, alla musica strumentalee l’aula di esperimenti gestitadai prof Gattanini, Sciortino eLorenzini.Forse poco attinenti allo spiritoe al fine di questa assembleasono state quelle sul torneo diplaystation e sul cinema: gio-care a PES o guardare la paro-dia di un film non rientranopropriamente tra le attivitàcostruttive che l’autogestionedovrebbe proporre.E dov’era il 20 % mancante?Tra gli assenti che abbiamo, inseguito, interpellato c’è chi hacandidamente affermato diconsiderare questi due giornicome “facoltativi” e che quindine ha approfittato per stare acasa a dormire: “Mi devo sve-gliare già tutti i giorni alle 6 perprendere il treno e venire qui; il10 e l’11 ho avuto la possibilità distare a casa e alzarmi un po’più tardi” ci ha risposto unaragazza. C’è chi invece ha deci-so di restare assente perchésubito dopo l’autogestione

avrebbe avuto verifiche e inter-rogazioni o comunque per por-tarsi avanti nello studio. Due diverse opinioni dividono lapopolazione scolastica:la mag-gioranza vede l’autogestionecome un’opportunità di condi-visione di interessi e passioni,un’occasione per conciliarescuola e attività extra-scolasti-che. Un’idea che piace tantoche è stato anche proposto dinon limitarsi ad un’assembleadelocalizzata all’anno. Nellostesso tempo, però, esiste undiffuso disinteresse e scettici-smo e alcuni votano a favoredell’autogestione, solo per ave-re qualche giorno in più divacanza.A questo si aggiunge il giudizionegativo di alcuni professorisecondo i quali questa “assem-blea delocalizzata” ostacole-rebbe lo studio: iniziative diquesto genere non devonoimpedire a chi lo desidera diseguire regolarmente le lezio-ni. E in effetti risulta che le aulestudio erano piene, a dimostra-zione del fatto che un numeroconsiderevole di studenti ritie-ne più importante la scuolaintesa come “studiare suilibri”.Possiamo allora dire che l’as-semblea raggiungerà il verosuccesso quando si riuscirà acoinvolgere anche i più scetticiche, fino ad oggi, non hannomai aderito e quando si garan-tirà pienamente il diritto allostudio: utopia o no, questa saràla sfida da affrontare nei pros-simi anni.

Pagine 2-3-12-13Scuola e novità mondiali

Pagine 4-5Musica

Pagine 6-7-8Tv e cinema

Pagine 9-10Sport

Pagina 11Moda

Pagine 14-15Gite

Pagine 16-17Racconto

Pagina 18-19Giochi

Page 3: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

3

Massimiliano Mariani

IN BARACK WE TRUST!Barack Obama è divenuto

ufficialmente Presidentedegli Stati Uniti lo scorso

20 gennaio, dopo aver vinto leelezioni del 4 novembre.Ma chi è Barack Obama?Barack Hussein Obama è unavvocato di Chicago, di originikeniane, suo padre era delKenia, così come la partepaterna della sua famiglia, cheha vissuto la prima parte dellasua vita alle Hawaii , per poitrasferirsi a Chicago. Obama rappresenta una svolta,un cambiamento per molti,perché eletto nel Senato ame-ricano solo nel 2004, si è candi-dato alla prima occasione allePrimarie del proprio partito,quello Democratico, e dopo unlunghissimo testa a testa conl’ex first lady Hilary Clinton, èstato designato candidato delPartito Democratico e alle ele-zioni ha sconfitto il repubblica-no John McCain: evento uniconella storia, un senatore chedurante il suo primo mandatoriesce a candidarsi e a vincerele elezioni.

La parola più usata nei suoidiscorsi è stata “hope” , spe-ranza, voleva dare una speran-za al suo Paese che si trovava esi trova tuttora in difficoltà, e alsuo popolo, infatti il grandeconsenso l’ha avuto da tuttiquelli che si sono rispecchiatinelle sue orazioni. E’ stata lasua capacità oratoria che gli hapermesso di essere seguito dafolle di migliaia di persone, colpassare del tempo e dei mesidurante la campagna elettoraleè nato un grande interesseintorno al lui. Obama è stato ilprimo candidato alla presiden-

za ad usare in maniera massic-cia il web, infatti attraversointernet e Facebook è riuscitoin parte a finanziare la suacampagna milionaria.In questi primi mesi di presi-denza Obama ha preso diverseimportanti iniziative, tra cuil’ufficializzazione dello sgom-bero dei soldati americani dal-l’Iraq completo entro il settem-bre del 2010, una legge per unamaggior libertà sulla ricercasulle cellule staminali per lacura di malattie e soprattuttol’importantissimo piano dirilancio economico da nove-

Giorgio Barison

cento miliardi di dollari. InoltreObama per l’ambiente ha fer-mato le perforazioni per laricerca di nuovo petrolio e gassulle coste del Pacifico e del-l’Atlantico, e ha dato via liberaa 54 miliardi di dollari in fondiper raddoppiare la produzioned’energia rinnovabile sul mer-cato interno. Obama riguardo aGuantanamo ha intenzione dichiudere il carcere e di trovareuna nuova soluzione per i dete-nuti, per ora ha fatto sospende-re tutti i processi in corso per120 gironi. Ora attendono adObama numerose decisioni dif-ficili, sulle complesse situazio-ni in Medio Oriente e nel SudEst asiatico, su come affronta-re al meglio la crisi economica;tutti i suoi elettori, e non solo,anche molto suoi sostenitorieuropei lo aspettano, ma nonsarà facile per lui, sappiamoche è la persona migliore peraffrontare tutte queste difficilidecisioni e che lui cercherà difare del suo meglio.

Il nuovo presidente haraggiunto la vetta del

mondo, e ora?

VOLONTARI AL 118

“ Pronto, 118? C’è statoun incidente…Superstrada Milano-

Meda in direzione Milano, cur-vone dell’uscita di Meda… Soloun’auto… Sì sì, stanno tuttiabbastanza bene…“Sono le 3 della notte di Hallo-w e e n .A qualche chilometro didistanza dal luogo dell’inci-dente suona un allarme: quat-tro persone saltano giù dal let-to e in un attimo, con un’ambu-lanza, sono sul posto.Non sono medici: sono quattrovolontari che, un paio di volteal mese, concedono 12 ore delloro tempo a chi ne ha bisogno.Proprio come quei ragazzi nel-la macchina che ha sbandato.

Sono quasi sei mesi che prestoservizio come soccorritorenella mia associazione, l’AVISdi Meda, ma ho scoperto di nonessere il solo studente conquesto interesse: oltre a duecolleghe dell’AVIS c’è ancheDaniele Beltrametti della2LicB! Ecco le sue opinioni:

Cosa ti ha spinto a diventare unsoccorritore? Ho scelto di impegnarmi nelsociale perché avevo bisognofondamentalmente di occupa-re parte del mio tempo e dimettermi alla prova, vedere seero in grado di dedicarmi aqualcosa di utile; la scelta èricaduta sul volontariato inambulanza perché l'idea delprimo soccorso mi attirava perla sua importanza nella socie-tà e perché mi sembrava la piùconsona alle mie capacità.Quali pensi siano le caratteri-stiche fondamentali per unbuon soccorritore? Per essere un buon soccorri-tore sono indispensabili unagran prontezza di riflessi, del-le buone conoscenze nel cam-po del soccorso, spirito disacrificio (perché i turni sonocomunque pesanti) e una buo-na dose di calma e pazienzaperché è difficile sia trattarecon i pazienti sia lavorare insquadra con tante personed i v e r s e .Raccontaci l’intervento che più

ti ha colpito…L'intervento che più mi ha col-pito l'ho effettuato a CarateBrianza; si trattava di unaragazza di trentacinque annicon dei problemi psichiatrici,che soffriva anche di anoressiae diabete; all'arrivo in posto lapaziente era incosciente condei livelli di glucosio nel san-gue bassissimi per una doseeccessiva di insulina; c'era ilserio rischio di una crisi respi-ratoria e cardiaca; dopo averlacaricata in ambulanza, abbia-mo riprovato i parametri vitalie confermata la gravità dellasituazione ci siamo direttiimmediatamente all'ospedale;qui i medici hanno subito prov-veduto a somministrarle delglucosio per endovena e fortu-natamente la paziente si è sve-gliata all'istante.

A bordo di un’ambulanzapotrebbe capitarvi di prestaresoccorso anche a qualcunoche conoscete, come è capita-to a me.Mai come in quell’occasioneho capito l’utilità di quello chestavo facendo.

L’AQUILATREMA

Nelle ore in cui questonumero di Sottobancoveniva chiuso, abbiamo

appreso la tragica notizia del ter-remoto in Abruzzo, che ha causa-to, come ormai sapete, ben più diduecento morti, distruzioneimmane e centinaia di migliaia disfollati a L’Aquila e dintorni. Laredazione del giornalino Sotto-banco vuole idealmente lanciareun messaggio a tutti i ragazzi e iprofessori, perché si faccia qual-cosa (ognuno nei limiti delle pro-prie possibilità) per aiutare quel-le persone che, nella catastrofehanno perso i propri cari, la casa,tutto. Pensiamo anche ai tantistudenti come noi, rimasti perore sotto le macerie. Anche ilricavato della vendita di questonumero di Sottobanco sarà devo-luto a vantaggio dei terremotatidell’Abruzzo. E’ ovviamente ungesto simbolico ma crediamo siaimportante. Anche il Gruppo Soli-darietà sta predisponendo un’ini-ziativa di raccolta fondi che verràattuata nella seconda metà diAprile . Anche una comunità sco-lastica come la nostra può com-piere gesti importanti per aiuta-re, in un momento così dramma-tico per tutti.

Una scuola di eroi

Page 4: Sottobanco Aprile 2009

4

COLDS HIfino alla fine dell’estate; trala-sciato momentaneamente, nondimenticato. Il desiderio del Vigasi concreta infatti nel Settembre2007 con la nascita del gruppoCold Siver con la seguente com-posizione: a Viga, Giò e Ronza siaggiungono il cantante solistaMatteo Losa , il chitarrista Mau-ro Galli meglio conosciuto comeMaurello e il batterista …. Motta.Essi provengono da ambientimusicali diversi infatti mentre ilViga suona più musica classica emusica jazz Maurello è unappassionato degli airon mai-den. Difficile è a causa dei diver-si influssi provenienti da ciascu-no di loro, definire il loro genere,

UNA NOTTE DADRAGHI

I DragonForce infiammano Milano

Entusiasmante, affasci-nante, sconvolgente,semplicemente fantasti-

co, semplicemente Metal!Lo scorso 9 febbraio, Milano. Ilnoto locale Rolling Stone haelevato al cielo un grido dirichiamo che ha riunito sotto ilproprio tetto un’enorme follaaccorsa per ascoltare il con-certo dei Dragonforce.Per i non addetti ai lavori spie-gheremo che tale band, nata aLondra nel settembre del 1999,suona Speed Power Metal ed èfamosa soprattutto per glieccellenti assoli del chitarristaHerman Li.Ma basta coi preamboli, tornia-mo a quelle entusiasmanti oredi musica brutale. Dopoun’estenuante attesa, alle 19,gli organizzatori hanno aperto icancelli e i fan hanno potutoinvadere la sala del concerto.Prima dell’inizio però due com-ponenti della band britannicasono stati avvistati al bar, dovealcuni fortunati, tra cui il sotto-scritto, hanno potuto scattareuna foto insieme a loro. La cac-cia ai divi è stata però interrot-ta dall’inizio dell’esibizionedella “band spalla” della sera-ta: i Turisas.Questo gruppo finlandese è ilmassimo esponente del Sym-phonic Folk Metal, generecaratterizzato da strumenti

inusuali, quali il violi-no e la fisarmonica.

Pochi conosceva-no il sound

di questof i n n i c o

sestetto, ciò nonostante la sor-presa è stata piacevole e accat-tivante. Giunti sul palco indos-sando abiti di foggia vichinga, iTurisas hanno dato inizio ad unvorticoso girotondo di emozioniche ha scatenato il pubblico.L’intrigante lamento del violinoe l’affascinante allegria dellafisarmonica si sono fusi inmodo originale con i suoni duridel metal, soprattutto nelle duecanzoni più famose del gruppo:Rasputin e Battle Metal.Dopo circa cinquanta minuti diidillio i Turisas hanno lasciatola scena fra un’ovazione gene-rale per favorire il cambio pal-co. Mentre i tecinici modifica-vano la scenografia la tensioneper l’attesa degli headlinersera palpabile. Finalmente, nel buio più totale,e avvolti dai fumogeni artificia-li, sono comparsi Herman, ZP,Sam, Dale, Vadim e Frederic;ovvero i Dragonforce.Il delirio della folla quasi sovra-stava la voce del cantantequando ha aperto l’esibizioneintonando la prima strofa di“Black fire”.Il guanto di sfida era ormai sta-to lanciato e mentre tra il pub-blico dilagava un pogo diaboli-co, sul palco la band si scate-nava in tutta la sua maestria.Le dita di Herman pizzicavanocon leggerezza le corde dellasua Ibanez dando l’impressio-ne di passeggiarvici sopra. L’estasi musicale è proseguitacon l’esecuzione di molte hitdel gruppo, tra cui “Cry of theBrave”, “Fury of the Storm”,“Soldiers of the Wasteland”,“Through the Fire and Fla-mes”.

Proprio questo pezzo, cheera anche quello conclu-sivo, è stato caratteriz-zato dall’unico neo della

serata. Infatti, mentreHerman Li eseguiva magi-

stralmente l’ultimo assolo,un guasto all’amplificazione

ha “zittito” la sua chitarradando origine ad un grido di

delusione.Dopo un ultimo applauso l’esi-bizione si è conclusa, ma il

Alle porte dell’estate 2007,ormai libero e già lontanodal ricordo del tormentoso

anno scolastico Adriano Viganòin arte il Viga, un sedicenne chesuona la tastiera prova a esaudi-re il desiderio che da tempo tie-ne nel cassetto: la formazionedi un gruppo. Dopo avertrovato come sostenitori Giò(Giorgio Castiglione, appassio-nato di chitarra) Ronza (France-sco Ronzoni, bassista) il Vigacoinvolge alcuni suoi compagnidi classe anch’essi interessatiall’idea; dopo alcune proveinsieme (forse non troppo con-vincenti) il progetto viene lascia-to in pausa per qualche mese

Sì scolari, me preriscono le note ai num

sipario non era ancora calato.Per l’appunto fuori dal locale ifan sono stati piacevolmentesorpresi dall’apparizione dialcuni dei loro beniamini che sisono concessi al pubblico.Che altro dire. Per due ore la“Musica dell’Inferno” ha porta-to delle semplici persone inparadiso, dando loro l’opportu-nità di toccare il cielo con undito. Stefano Villa

Marco Trabattoni

Page 5: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

5

DS HIVER

si tratterebbe di un rock melodi-co con ascendenti hard rock ,rock acustico e classico. Tornando alla biografia i ragaz-

zi trascorrono un anno senzauscire dalla sala prove, si eser-citano prevalentemente sucover, loro interpretazioni di sin-goli tratti dai … dei Pink Floid,dei Gun’s Roses e degli Oasis.Una nuova svolta data inizioMarzo, quando l’arrivo di unnuovo batterista Renzo (StefanoRenzetti) sembra portare algruppo una ventata di ispirazio-ne tanto che nascono i primi lorotre pezzi: Woman as Devil, I willnever search for a true love eBorn in the city of game. Il 7 Giu-gno debuttano. Il trampolino dilancio è il giardino del MarieCurie davanti a un pubblico distudenti che festeggiano l’arrivodell’estate e la tanto attesa finedelle lezioni. Da quel giorno nonè che un ascesa per la loro car-riera infatti tra un live e l’altronei vari locali nascono altri trebrani . A questopunto nasce la Demo, rigorosa-mente autofinanziata dai com-ponenti. Essa viene registrata alSound Workshop di Monza neigiorni che seguono la loro per-formance natalizia al Curie. Recentemente i Cold Siver han-no partecipato a un concorso

lanciato dall’Honky Tonky diSeregno, e all’inaugurazione delSanta Tecla a Milano, famosolocale in prossimità del Duomo,noto come la culla di grandi can-tanti quali Gaber e AdrianoCelentano. Citati daRepubblica la settimana scorsa,il 26 marzo suonano al Drome,noto locale della zona. Alladomanda : progetti per il futuro?I ragazzi rispondono che ilmeglio deve ancora arrivareinfatti hanno diversi pezzi in can-tiere anche se non sanno quan-do potranno registrarli. In que-sto momento infatti il managerTalent Scant che organizza iloro booking o concerti live sem-bra aver promesso loro di farliprima ascoltare da produttori.Indipendentemente da ciò il lorodesiderio più grande sarebbequello di potersi permettere unacantina utilizzabile come salaprove e di registrazione, in talmodo non avrebbero più la pre-occupazione di dover regolare ilvolume e l’adrenalina con cuisuonano per evitare di spazzarevetri o buttar giu muri.

Giulia Colombo

UN’OASISMADE IN UK

Biglietti Esauriti nel giro diuna giornata, 10.000spettatori e la band che

ha segnato la storia del pop-rock o meglio del Brit-popappunto Inglese ,e non solo,dagli anni 90 ad oggi. Questisono gli ingredienti del concer-to tenutosi il 2 Febbraio scorsoal Forum di Assago, in occasio-ne della tappa milanese delworld tour degli Oasis.Alle 21.00 in punto, dopo unafremente attesa di tutto il pub-blico, il palco esplode di luci esuoni e, accompagnati da unasigla di apertura, i Fratelli Gal-lagher e co. fanno il loroingresso.L’inizio della serata è strepito-so sulle note di “Rock’n rollstar” e il ritmo si mantienesempre serratissimo durantel’ora e quaranta di concerto incui Liam, Noel, Gem e il nuovobatterista Chris Sharrock siprendono solo una breve pausaben oltre la metà del concerto.La scaletta è ben articolata espazia dai vecchi ai nuovi suc-cessi estratti dal nuovo album“Dig out your soul”. I momentipiù emozionanti del concertosono di certo le esecuzioni di“Wonderwall” e “Don’t lookback in anger” in versione acu-stica,dedicata “to sìgnorKàka”(testuale) sulla qualeNoel si diverte a far cantare i10.000 di Assago .La scenografia è costituita daquattro mega schermi che per-mettono anche ai più lontanidal palco di scorgere i musici-sti durante l’esecuzione. I bel-lissimi giochi di luce poi domi-nano, creando una atmosferadiversa ad ogni canzone .

Chiusura del concerto con lalunga “Champagne supernova”e per ultima la cover di “I amThe Walrus”, pezzo dei Bea-tles, fonte di ispirazione degliOasis.Solo qualche dubbio sorge sul-l’esibizione del cantante Liamche sembra fatichi a tenerelunghe le note delle canzoni.Ciò darebbe fondamento alleipotesi secondo cui la sua vocesia peggiorata negli ultimi annia causa di fumo ed alcool.La serata comunque è una diquelle indimenticabili a cui gliOasis ci hanno già abituato inpassato.A quella di Milano sono seguitele tappe italiane di Roma,Trevi-so,Bolzano e Firenze anche seprobabilmente il pubblico diqueste località non raggiunge-rà mai i livelli di quello delForum!Che altro dire..? Io c’ero.

Marco Palermo

te ai numeri e gli strumenti ai quaderni

Page 6: Sottobanco Aprile 2009

fan. Come di consuetudine,molte domande troverannorisposta, anche fin dai primiepisodi, ma nuove domandeverranno poste allo spettatore,coinvolto, come mai prima, inuno show televisivo in cui è pro-prio lo spettatore ad esserechiamato a fare ipotesi sullatragica vicenda dei naufraghi. E’infatti il nutrito gruppo di fansul web che riesce a mantenereviva l’attenzione per questaserie, facendo in modo che nes-sun fan si senta mai solo: il bel-lo di “Lost” è proprio confronta-re con qualcun altro le proprieteorie sulle vicende. Come tutti i fan incalliti di“Lost” già sapranno, la quintaserie è appena cominciata inAmerica sull’emittente televisi-vo “ABC”, riscuotendo ascoltinon eclatanti come quelli dellestagioni precedenti. Questo era

precedenti erano famose per iflashback ed i flashforward, laquinta serie si focalizza sul pre-sente durante il quale i naufra-ghi rimasti sull’isola si muove-ranno nel tempo e nello spazioinsieme ad essa, aprendo cosìnuovi ed entusiasmanti scenari.Inoltre gli ultimi arrivati sul-l’isola, Miles, Daniel in partico-lare, assumono un ruolo dimaggior importanza nella quin-ta serie, durante la quale, gliautori lo hanno confermato,tor-neranno personaggi “perduti”come Jin e Rousseu.Gli elementi vincenti e caratte-ristici di questo show continua-no ad essere riproposti: già daiprimi episodi di questa serie icolpi di scena come gli ormaifamosi primi piani sul volto deipersonaggi o il triangolo amo-roso formato da Jack, Kate,Sawyer tornano per la gioia dei

6

LOST IN TRANSLATIONLa serie televisiva “Lost” è

ormai riconosciuta comeuna vera e propria pietra

miliare del genere d’avventu-ra/mistery ed è ambientata suuna sinistra isola dove gli sfor-tunati passeggeri del volo“Oceanic 815” sono naufragati.Tutto piuttosto lineare se nonfosse per un mostro di fumonero che si aggira per l’isola, unuomo in una botola che ognicentootto minuti schiaccia unbottone per salvare il mondo,un enorme piede di marmo conquattro dita e moltissimi altrimisteri. Se la Botola, i numerimaledetti, gli Altri ed il mostrodi fumo nero non vi dicono nul-la, vi consiglio caldamente diguardare le stagioni precedentiper potervi godere la quinta: intotale ci sono ben ottantadueepisodi per un totale di sessan-tanove ore continue di “Lost”.Se proprio non vedete l’ora diappassionarvi a questo showpotrete comunque vedere unasintesi delle quattro stagioniprecedenti nello speciale cheandrà in onda lo stesso giornodell’inizio della quinta stagione.La quinta stagione è sicura-mente una delle più attese e sipreannuncia essere ancora piùcomplessa ed intricata di tuttele altre. Infatti se le stagioni

però prevedibile poiché nonsolo è difficile seguire “Lost”senza aver visto le altre stagio-ni ma anche perché la quintaserie è in particolare, come glistessi autori hanno affermato,rivolta ai fan che seguono loshow fin dalla prima.In Italia questa stagione dellaserie arriva invece su Fox, SKY,a partire dal 6 Aprile 2009, ognilunedì. La serata sarà dedicataalla serie televisiva ideata daJ.J. Abrams, autore anche delfilm “Cloverfield”, ed alle 21.15va in onda lo speciale "Il Desti-no Chiama" episodio che sinte-tizza i punti principali delle pri-me quattro stagioni. Finalmen-te, alle 22.05, verranno tra-smessi i due episodi della nuo-va serie. Purtroppo non è anco-ra noto quando verrà trasmes-sa alla RAI, i più ottimisti diconofine Aprile mentre altri sosten-gono che prima dell’estate nonsarà possibile vedere “Lost” suuna rete non satellitare.Comincia così la penultima,saranno in totale sei, stagionedi “Lost” lo show che ha strega-to milioni di spettatori in tutto ilmondo, cosa aspettate a farvicatturare anche voi?

Angelo Min Tagliabue

Marco Mariani

90210 ( b i s )

Palme, palme e ancorapalme. Ma a Beverly Hillspuoi trovare ben altro:

belle giornate, ragazze decisa-mente niente male, localicool... il posto dove tutti vor-remmo vivere!! E finalmente unnuovo telefilm è arrivato a dir-celo! Aspettate... nuovo? Manon c'era già una serie tv disuccesso intitolata proprioBeverly Hills 90210? Certo chec'era ma 90210 non ha niente ache vedere con il suo prede-cessore!Devo ammettere che ero moltoscettico riguardo a questo nuo-vo prodotto tv: insomma, sem-bra che il mercato non sia più

capace di tirare fuori idee cheriescano veramente a colpire ilpubblico; le poche trovateveramente innovative e genialivengono eliminate dopo pocotempo; pochi telefilm riesconoormai a diventare “cult” e asuperare la soglia delle 5 sta-gioni. E ormai i network ameri-cani (che certamente meritanocomunque rispetto per la qua-lità di programmi, (che conquella italiana purtroppo nonha nulla a che vedere) si affida-no al passato. Dunque ci ritro-viamo fra le mani 90210. “Chenoia!! - ho pensato sulle prime- Devo stare qui a sorbirmi unacopia di un telefilm che guar-

dava mia mamma?!”. Poi peròincuriosito da chi aveva già ini-ziato a seguirlo (in ingleseovviamente, visto che in Italiaarriverà fra un bel po'!) mi sonmesso sul pc a guardarmi i pri-mi episodi e ho scoperto che...90210 è un gran telefilm e condelle grandi potenzialità: diver-tente, alla moda, giovanile (piùdi quanto ci si aspetterebbe),con bellissime ragazze (teneted'occhio la protagonista Annie),ragazzi super-palestrati chefaranno impazzireil pubblicofemminile e tanta musica chespacca! I nostalgici della primaleggendaria stagione di TheO.C. ne andranno pazzi, i fan diGossip Girl troveranno qualco-sa di decente vista la scarsaseconda stagione di questotelefilm, mentre i nostalgici delpadre Beverly Hills 90210 siposso consolare con le varieguest star della serie originale.L'unico a non esserci sembra il

gemello Brandon (Jason Prie-stley), ma per il resto dovreb-bero esserci tutti!Tirando le somme: guardate90210. E se anche la tv sembranon riuscire più a dare qualco-sa di nuovo, possiamo impara-re la lezione: forse tutto è giàstato scritto e non rimane nulladi nuovo. Il segreto sta nelriprendere il passato, modifi-carlo, vederlo da un altro lato...Ed ecco che trovi l'idea genialeveramente cool!

Page 7: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

7

Marco Mariani

DOLLHOUSE

Immaginate un'organizzazio-ne tanto segreta da essereconsiderata una leggenda

metropolitana, capace di can-cellare qualsiasi ricordo in unapersona, privandola di di qual-siasi istinto naturale o veraemozione (rendendola comeuna Bambola). Lo scopo è quel-lo di riprogrammare a propriopiacimento la personalità stessadella persona, rendendolaun'amica, un'amante, una guer-riera... Qualsiasi cosa un riccorichiedente desideri. Questa èl'ultima idea geniale del famosocreatore di Buffy, Joss Whedon.Nonostante la serie, partita loscorso venerdì 13 febbraio (belladata vero?), non stia andandomolto bene in fatto di ascolti edè già a rischio cancellazione,bisogna ammettere che l'ideaper un telefilm di successo c'eratutta. Eppure il progetto, natocon grandissime attese (forsetroppe...), è partito con molta

fatica: i problemi nella sceneg-giatura e nella regia e le batta-glie fra Whedon ed il canale Foxfacevano già pensare che laserie non sarebbe mai partita,tanto che già giravano petizionisu internet per farlo mandare inonda. Infine (mazzata finale)Dollhouse (Casa della Bambole,questo è il nome del telefilm) èstato piazzato nel Giorno dellaMorte, il venerdì, serata in cui laFox mette le serie a rischio, perpoi cancellarle. Insomma, nonuna partenza rose e fiori ed orail telefilm ottiene a malapena 4milioni di telespettatori con unshare che continua a calare. Equi iniziamo a chiederci: è statala Fox a vederci bene e a piaz-zarla nel Giorno della Morte nonvedendo un futuro piacevole perla serie o è stata proprio l’emit-tente televisiva la causa di que-sti scarsi risultati? Per ora sembrano essere inprogrammazione tutti i 13 episo-

di previsti per la prima stagione(al momento della stampa sare-mo al 6° episodio in America,quindi ancora agli inizi), ma ivecchi fan di Buffy ricordanocome le serie di Joss Whedonnon colpiscano sempre all'inizio,ma si riscattino man mano chela trama si evolve. E allora par-tiamo con quello che si è vistofinora... La bella protagonistaEcho (Eliza Dhunsku, Faith inBuffy e Tru in Tru Calling) è unadelle Bambole più richiesteall'interno della Dollhouse: bel-lissima, certo, ma sembra averequalche cosa di speciale. Nono-stante lei venga programmataogni volta con una precisa per-sonalità totalmente diversa,sembra riuscire a trovare nuovimodi di risolvere problemi, diaffrontare situazioni: che gliistinti umani non si possanocancellare del tutto? In fondo sichiamano istinti per un motivo...In più, noi sappiamo anche chequando cancelliamo la lavagna,molte volte riusciamo ancora aleggere quello che c'è scrittosotto: così Echo comincia aricordare qualche frammento diuna “vita precedente” o dellasua vera vita, di prima che venis-

SLUMDOG MILLIONAREJamal Malik, protagonista

del film,è finalmente riu-scito ad arrivare all’ultima

domanda dell’edizione Indianadi “Chi Vuol Essere Milionario”.La posta in gioco è ben più deiventi milioni di rupie (311.000Euro) in palio. Il ragazzo infattigioca per poter ritrovare Lati-ka, amore d’infanzia maidimenticato. Mentre Jamalrisponde esattamente di frontead un incredulo e cinico GerryScotti indiano, si aprono fla-shback sull’infanzia di Jamal esuo fratello che chiarisconoanche come un ragazzo prove-niente dagli slum (i quartieripiù poveri e degradati ) diMumbai possa conoscere lerisposte della trasmissione. Latrama del film è piuttosto com-plessa non solo perché svilup-

pa due storie in parallelo -quella di Jamal adulto, e il fla-shback della sua infanzia - maanche per le numerose avven-ture affrontate da Jamal e suofratello durante la perennericerca di Latika, che si rivela-no spesso fondamentali per isuccessivi sviluppi. Questi pas-saggi sull’infanzia sono la par-te più consistente del film,sequenze narrate in manieraavvincente e spesso commo-vente per mostrare gli aspettipiù drammatici della realtàdell’India, come lo sfruttamen-to minorile e l’estrema povertà.I personaggi principali Jamal,riflessivo e sensibile, e suo fra-tello Salim, più irascibile egoliardo, sono caratterizzatigradualmente, ma fin da subitoè chiaro il rapporto conflittuale

fra i due, nato dalla rivalità perconquistare il cuore di Latika.E’ difficile non affezionarsi aipersonaggi perché lo spettato-re ha la possibilità di assisterea tutti i momenti principali del-le loro vite, sentendosi cosìancora più vicino emotivamen-te. Degne di nota sono le per-formance degli attori, in parti-colare quelli più giovani, e bel-lissima è anche la colonnasonora, per la quale il film haanche vinto un Oscar. Il film, prodotto con un budgetdecisamente basso (15m di $),è considerato una vera e pro-pria sorpresa all’interno delpanorama cinematografico diquest’anno. Nessuno infatti siaspettava una risposta cosìpositiva sia da parte della criti-ca che dal pubblico. Sono la

prova di questo successo gli 8Oscar ricevuti fra cui quello per“Miglior Film”. Nonostante ilfilm presenti elementi tipici diun film di Bollywood, con tantodi balletto finale e un cast inte-ramente indiano; il regista,Danny Boile, è originario del-l’Inghilterra e la produzionestessa del film è inglese.“The Millionarie” non è sola-mente una storia d’amoreambientata in India, è unassaggio della bellezza a voltecrudele di un paese così lonta-no dal nostro, raccontato attra-verso gli occhi dei due fratelli,che in fondo sono solo allaricerca di un piccolo posto nelgrande mondo, dove poterfinalmente vivere lontano daipericoli e soprattutto con lepersone che amano.

Angelo Min Tagliabue

se letteralmente cancellata. Ese inoltre aggiungiamo un vec-chio Attivo (sinonimo di Bambo-la) di nome Alpha che si è ribel-lato alla Dollhouse facendo unastrage di automi e che ora sem-bra perseguitare la nostra eroi-na, il gioco è bello che fatto!Una serie intrigante, non sem-plice nella sua trama (basti pen-sare che Whedon si era accor-dato con la Fox per riscrivere erigirare completamente i primi 4episodi perché li consideravatroppo confusionali e difficili daseguire) e nel suo dilemma filo-sofico nascosto, tipico di ogniracconto fantascientifico che sirispetti (e tipico del nostro vec-chio Joss): si può definire vitaquella che fanno le Bambole? E'davvero così vantaggiosodimenticare brutti eventi delproprio passato a costo delleproprie emozioni? Si può vera-mente eliminare un istinto, equindi l'uomo in sé? O se non siriuscisse a eliminarlo, sarebbepossibile controllarlo?E voi? Diventereste mai unaB a m b o l a ?

Page 8: Sottobanco Aprile 2009

8

Elisabetta Pedrazzani

Angelo Min Tagliabue

IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTONL’idea alla base del film “Il

Curioso Caso di BenjaminButton” del regista David

Fincher, è semplice ma allostesso tempo potente.Un solo elemento ci accomunatutti: nasciamo, invecchiamo ein fine moriamo. Per Benjamin, interpretato da Brad Pitt,invece è diverso: la sua storiacomincia in una casa di riposoil giorno che conclude la primaguerra mondiale e finisce in unasilo nido nel 21° secolo.Insomma Benjamin, per voleredel destino e senza alcun altracausa apparente, nasce vec-chio ma con la testa di un bam-bino, e più il tempo avanza, piùlui ringiovanisce. Di fondamen-tale importanza per la sua vitasarà Daisy che ha il volto e labellezza di Cate Blanchett. E’una ragazzina che Benjaminconosce all’ospizio, e subito fraloro due nasce qualcosa di piùche una semplice amicizia.Quando è ormai diciottenne,ma di anni ne dimostra almenosessanta, Benjamin decide diuscire dall’ospizio, perdendocosì i contatti con Daisy. Daquesto punto seguiremo levicende di Benjamin in giro peril mondo, ma i momenti piùimportanti sono quelli in cui lestrade del protagonista e diDaisy si incontrano e nasce unastoria d’amore alla quale nullasembrerebbe opporsi se non il

destino che costringe Benjamina ringiovanire. I due innamora-ti si uniranno finalmente a“metà strada”, ovvero quandoentrambi dimostreranno lastessa età, e questo rappre-senterà per loro un momentomagico e perfetto: tutto sem-brerebbe tornare finalmente inordine, alla normalità, ma ildestino è inesorabile…Nelle quasi tre ore di film nonc’è un solo minuto sprecato oche non valga la pena vedere.Anche se il ritmo dell’azionenon è serrato, lo spettatorerimane realmente catturatodalle vicende di Benjamin But-ton, il quale vuole forse farcapire che l’età è solamente unnumero e che noi non siamo ciò

che è visibile dall’esterno bensìquello che abbiamo dentro.Inoltre in questa storia il desti-no ha un ruolo importante ed ilpersonaggio di Benjaminaccetta la cosa in manierapacifica e non si oppone a ciòche è predestinato, anzi cercasempre di cogliere il meglio daogni situazione. La relazionefra Daisy e Benjamin è davverotoccante ed intensa forse per-ché è così particolare. Entram-bi sono coscienti di ciò cheaccadrà: Daisy è costrettacome tutti noi ad invecchiarementre Benjamin è destinato aringiovanire. Una storia d’amo-re che può essere sintetizzatain questo breve scambio di bat-tute che avviene all’incrociarsi

Tutti in platea al KodakTheater di Los Angeles."Slumdog Millionaire" un

film da 15 milioni di dollari, hasbancato la notte degli Oscar2009 decuplicando l'investi-mento iniziale. 8 nomination sudieci, tutte le più importanti:miglior film dell'anno e migliorregia per il 52nne inglese Dan-ny Boyle. E poi Sceneggiaturanon originale, fotografia, mon-taggio, canzone, suono, colon-na sonora. Era dal 2004 con le11 statuette per "Il Signoredegli Anelli-Il ritorno del Re"che un film non prendeva tantipremi. Deludente è stato inve-ce l' esito de : Il curioso caso diBenjamin Button patito con unrecord di nomination e conclu-so con l assegnazione di soli trepremi:art direction, scenogra-fia e trucco. Non c'erano dubbiquanto al miglior film d'anima-zione: gioiello Pixar " wall-e

"che ha rischiato di passaredirettamente per la categoriapiù prestigiosa come migliorfilm dell'anno.Appassionante è stata invece lasfida tra gli attori. A vincere iltitolo di miglior attore protago-nista è stato è Sean Penn(secondo Oscar dopo "MisticRiver") con meritato ricono-scimento anche a Kate Winslet,(miglior attrice protagonista ).L'attrice inglese, quest'annoimpegnata anche in "Revolutio-nary Road", era all'ennesimanomination e si facevano ironiesull'appuntamento puntual-mente rimandato con la sta-tuetta.Così anche la tanto attesa 81edizione della Notte degliOscar è ormai trascorsa, ma glielogi e le critiche continueran-no fino alla prossima edizione

OSCAROSCAROSCAROSCAROSCAROSCAROSCAROSCAR

delle loro età: "Mi ameraiancora quando sarò vecchia,con le rughe?", chiede lei. "Etu mi amerai ancora quandoavrò l'acne?" risponde lui.Il film ha vinto ben tre Oscarfra cui quello per “MiglioriEffetti Speciali” e “MigliorTrucco”, infatti BenjaminButton anziano è sempreinterpretato dallo stessoBrad Pitt, ma gli effetti spe-ciali e trucco sono così benrealizzati da rendere assolu-tamente indistinguibile larealtà da ciò che è stato ritoc-cato. E’ particolarmente pia-ciuta alla critica la perfor-mance di Cate Blanchett, cheha recitato in maniera cari-smatica e coinvolgente ed èriuscita a dare uno spessorenon indifferente al complessopersonaggio di Daisy.“Il Curioso Caso di BenjaminButton” è un film consigliatoveramente a tutti. Piaceràparticolarmente a chi apprez-za in generale le storied’amore, forse un po’ meno achi non frequenta spesso filmsentimentali, anche se saràcertamente molto difficileresistere alla carica emotivache questo film riesce a tra-smettere.

Page 9: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

9

CURIE LEAGUE:I “TRONZI” SALGONO SULL’OLIMPO

DIAMO UN C A L C I O A L L A V I O L E N Z A

Come l'anno scorso,durante l'autogestione, siè svolto un torneo di cal-

cetto che ha visto protagoniste24 squadre composte da alunnisia del biennio che del triennio.Da segnalare il Team delle “5in condotta” formato da soledonne. La squadra ha divertitola platea e soprattutto si è fie-ramente fatta carico dell'orgo-glio femminile di tutte le alun-ne del Curie. Nel corso dellagiornata di Martedì 10 Febbraioe della prima parte di Mercole-dì 11 le squadre si sono datebattaglia per accaparrarsi ilprimo posto del proprio gironeed ottenere di diritto l'accessoai quarti di finale. Le squadreclassificate alle fasi finali sonostate: Associazione SportivaTronzi, WPL, Italians FC, Ven-demmia Team, Real Crusotto,Gli Anziani, Banda Bagaj, Lon-gobarda.

In queste ultime partite nonsono mancate sfide avvincentie veri e propri scontri “genera-zionali” in cui squadre di alunnidi prima o seconda sfidavano iveterani delle quinte imparten-do loro qualche lezione di buoncalcio anche se, alla lunga, laforza e la resistenza dei piùgrandi ha permesso loro il pas-saggio al turno successivo.Nelle semifinali, in campo, si èverificato anche qualche episo-dio di tensione, dovuto proba-bilmente alla carica agonisticae alla voglia di vincere. Ovvia-mente, a partita conclusa, sisono raffreddati gli animi e tut-ti i giocatori si sono scambiatistrette di mano per suggellarela riconciliazione. La finale havisto sfidarsi la favorita Asso-ciazione Sportiva Tronzi controil team WPL che è uscito vinci-tore da una semifinale al car-diopalma: la formazione sotto

di 3 gol ha recuperato fino alpari per poi trionfare ai calci dirigore. La partita si è svolta inun clima sereno anche per lagrande amicizia che legava icomponenti delle squadre riva-li che si battevano per la vitto-ria; si sono potute ammirare

Nella seconda edizione del torneo di calcetto autogestito trionfa la squadra favorita, come da pronostico.

Matteo Songia

Mattia Fossati

Pochi giorni fa ha preso ilvia il processo giudiziariocontro l’agente della Pol-

strada Luigi Spaccarotella,accusato di aver ucciso, loscorso anno, Gabriele Sandri,giovane tifoso laziale e famosoDJ nella sua città. La tragedia èaccaduta in una stazione diservizio nei pressi dello svinco-lo autostradale di Arezzo.Gabriele è stato ucciso da uncolpo di pistola sparato dallostesso poliziotto. In aula, per laprima volta, i genitori delragazzo hanno potuto vedere ilkiller involontario di loro figlioe reclamano giustizia a granvoce per un gesto tanto incre-dibile quanto fatale. Il calcio, purtroppo, ci sta abi-tuando a questi eventi dram-matici che turbano la serenitàdel tifo e della competizioneleale. Spesso sono gli innocen-ti a subire le intemperanzedovute a un modo errato diconsiderare lo sport. Le forze dell’ordine sono la pri-ma difesa, negli stadi per i tifo-si che non vogliono certo viveredomeniche violente. Ci sonoperò poche frange pericoloseche mettono a repentaglio lasicurezza. Ultimamente in Ita-

lia sono state prese misure piùdrastiche: nelle partite ritenutepiù a rischio, viene direttamen-te vietata la trasferta. Tuttoquesto dopo la morte prima diFilippo Raciti, ispettore capodella Polizia di Stato, uccisonegli scontri subito dopo Cata-nia-Palermo del 2 Febbraio2007, e poi, come detto, diGabriele Sandri. Leggendoqueste notizie, possiamoaccorgerci di quanto il nostropaese sia arretrato. La realtàinglese (escludendo gli Hooli-gans) potrebbe fare da esem-pio a tutte le altre culture calci-stiche mondiali: stadi semprepieni, anche in partite non dicartello, e tifosi a diretto con-tatto con i giocatori. Tuttaviaanche i nostri amici inglesihanno dovuto subire un paio di

lezioni per giungere alla cultu-ra che li contraddistingue: laStrage di Hillsborough, trage-dia calcistica avvenuta il 15aprile 1989 all'HillsboroughStadium di Sheffield (Inghilter-ra), che provocò la morte dinovantasei persone e La stragedell'Heysel, tragedia avvenutail 29 maggio 1985 durante lafinale di Coppa dei Campionicalcio tra Juventus e Liverpoolallo stadio Heysel di Bruxelles.Vi morirono trentanove perso-ne. Il calcio vero, poi, quello che sigioca sul campo, è anch’essosempre più violento. E’ questala nota dolente che emergeogni settimana dai campi digioco. Brutti falli, risse, zuffe eaggressioni sembrano ormaientrate nelle abitudini di uno

sport che, di per sé, non nascepulitissimo, ma che con lenumerose propagande a favoredel “Fair Play”, quel gioco puli-to, corretto ed equilibrato di cuitanto avremmo bisogno, vuolerendere piacevole lo spettacoloai tifosi e meno pericoloso ilcompito ai protagonisti in cam-po. Come fare per prevenirel’aggressività dentro e fuori dalcampo? E’ molto difficile trovare unasoluzione: il calcio giocato èuno sport maschio e gli inter-venti duri ci possono stare; perrisolvere questo problema ser-virebbero arbitri preparati ediplomatici. L’allarme piùsignificativo arriva però, comedetto, dall’ambiente esterno alrettangolo di gioco dove biso-gna contrastare orde di tifosiin cerca di rissa e la paura chemembri delle forze dell’ordineo semplici tifosi, giunti allo sta-dio solo per tifare la propriasquadra, possano rischiare diperdere anche la vita. Insom-ma, il sogno di un calcio corret-to non è utopia, ma una realtàin cui credere fortemente.

grandi giocate e gol di ottimafattura. Con il risultato finale di2 a 1 l'Associazione SportivaTronzi si è aggiudicata la parti-ta e quindi il titolo di squadrapiù forte del Liceo.

Page 10: Sottobanco Aprile 2009

10

La trasferta in quel di Pin-czow dei nostri 11 atleti,coordinati dal professore e

coach Giuseppe Pagani, halasciato segni indelebili nellamemoria di tutti; la squadra hamostrato grande simpatia, spiri-to di condivisione e notevole par-tecipazione nello scambio cultu-rale con gli amici polacchi che lehanno riconosciuto il merito diaver reso vivace l’atmosferadurante tutto il torneo, conse-gnandole anche un premio spe-ciale nella premiazione finale. Iragazzi, oltre a cimentarsi nellapallavolo, hanno messo alla pro-va la propria padronanza dell’in-glese, unico mezzo per riuscire aparlare con le famiglie e gli altriatleti. Qualcuno ha provato anchea imparare il polacco e non sonomancati, per questo, momenti digrande ilarità che hanno incorni-ciato d’allegria questa bellissimaesperienza. L’evento era moltosentito sia dagli organizzatori cheda tutto il Paese ed ha avuto unarilevanza nazionale. Alcune radione hanno infatti parlato, sottoli-neando la partecipazione dellanostra delegazione italiana. Agliorganizzatori sono pervenuti

alcuni messaggi dal comitatoolimpico polacco che sono statiletti agli atleti durante la cerimo-nia di apertura delle fasi finali cuihanno partecipato anche alcuniolimpionici polacchi. Il tutto con-tornato dagli inni nazionali italia-no e polacco, molto sentiti e gra-diti da tutti, a rappresentanzadelle compagini partecipanti.Oltre agli avvenimenti fuori dalcampo, il torneo giocato ha ovvia-mente occupato gran parte dellegiornate, sia esprimendo ilpotenziale in campo dei nostri“eroi” sia mostrando le loro dotidi supporters per le ragazze del-la squadra del Krakow, conosciu-te sul pullman nel trasferimentodall’aeroporto alla scuola, dovele nostre famiglie ci hanno prele-vati la sera dell’arrivo.L’impegno e la voglia di compe-tere sono stati superlativi e ilprof. Pagani può essere fiero diun gruppo che, dopo le titanicheimprese compiute in altre duemeravigliose nazioni come laGermania e l’Austria, ha lasciatola propria impronta anche nellafreddissima Polonia con la vitto-ria di un set nella difficile partitacontro i futuri campioni del Cer-

v a n t e s .Oltre ai numerosi meriti di squa-dra, sottolineiamo anche i meritipersonali degli atleti e in partico-lare del “Best of the Team” LucaCarcano, ovviamente grande pro-tagonista delle strepitose presta-zioni e dell’indiscusso successodentro e fuori al rettangolo dig i o c o .A torneo concluso, lo scambioculturale è proseguito con unaserata passata dai nostri ragazziuniti tutti insieme al tavolo di unpub con gli ospitanti polacchi;risate e allegria hanno mitigatola stanchezza delle partite gioca-te e per molti è stata l’ultimaoccasione per stare insieme agliamici stranieri: il mattinoseguente, infatti, non tutti hannopotuto partecipare alla gita gui-data alla volta della vecchia cittàdi Cracovia.La visita è stata piacevole e inostri ragazzi, grazie alla guidaitaliana, hanno potuto apprezza-re meglio le bellezze dellaseconda città più importante epopolosa della Polonia.Con la consapevolezza di averrappresentato il “Marie Curie”degnamente e di esser stati par- Songia & Fossa

POLONIA? JUST THE NEXT LEVEL

FELDKIRCHCome ogni anno, il nostro

liceo ha selezionato unosparuto gruppo di neofiti

della pallavolo, selezionati atten-tamente dal professor Pagani esottoposti dallo stesso a duriallenamenti, affinché potesserorappresentare al meglio lanostra scuola alla oramai cele-bre Feldkirch Sparkassen RondoCup, in Austria, durante il week-end tra il 31 di gennaio e l'1 feb-braio. Partiti concentrati e bellicarichi, i componenti della squa-dra hanno innanzitutto affrontatouna amichevole in Liechtestein incui hanno affrontato una squadralocale, vincendo ed ottenendo unbuon risultato di 3-1. All'albaseguente la squadra si è avviataverso la palestra in cui si sarebbedisputato il torneo, diviso in duegironi da 4 squadre ciascuno, perun totale di otto squadre prove-nienti da ogni parte d'Europa.Ovviamente, la nostra era l'unicasquadra di selezione scolastica enon una selezione provinciale oaddirittura regionale. La prima

partita è stata paragonabile a ciòche fu Canne per i Romani. Glischemi provati in allenamentonon funzionavano, e gli automati-smi che si erano instaurati sem-bravano disgregarsi sotto i colpiviolenti di una squadra che, contutta probabilità, militava comeminimo in un campionato diseconda divisione, quando ilnostro giocatore più esperto con-tava unicamente 2 mesi di palla-volo. Dopo aver incassato 2 set,con parziali che non superavano i7-8 punti messi a segno da partenostra, il morale della squadraera a pezzi. Ma è stato proprio inquel momento, nella difficoltà enello sconforto, che è uscita fuo-ri la qualità più grande e proba-bilmente più preziosa di questasquadra: la capacità di rialzarsidopo una così pesante sconfitta.Ed è anche grazie al nostrocoach, prof. Pagani, che la squa-dra è riuscita a rimettersi in piedie ad affrontare la sfida successi-va contro la selezione provincialedi Firenze e Lucca. Sebbene la

sconfitta fosse già stata annun-ciata dall'apertura del primo set,la nostra formazione ha vendutocara la pelle, riuscendo a non sfi-gurare e a mettere in praticaalcune delle azioni provate inallenamento. Nell'ultima partitadel girone, in cui il team del Liceoha affrontato l'ennesima squadratedesca semi-professionisticadal nome impronunciabile, ilgruppo del Curie ha subito fattovedere i progressi e gli accorgi-menti che le due precedentisconfitte avevano imposto comenecessari per non sfigurare. Einfatti, sebbene nettamente infe-riore dal punto di vista tecnico, lasquadra è riuscita a far sudare gliavversari, arrivando addirittura aessere in vantaggio nel secondoset. Il giorno seguente si è svoltala fase finale del torneo. Il nostroteam, sebbene fosse sempresvantaggiato dal punto di vistatecnico, ha dimostrato comeanche una squadra di selezionedi una scuola, se posta in unambiente stimolante come quel-lo di Feldkirch, può risultare pia-cevole alla vista nonché deva-stante all'attacco. Nonostante irivali fossero squadre di club, i

nostri ragazzi sono riusciti astrappare, in ogni partita, un set,dimostrando come, se fosserostati posti di fronte a sfide dellaloro portata, la storia sarebbestata diversa. Infatti, su stessaammissione del fondatore deltorneo, questa è stata una delleedizioni di più alto livello degliultimi 10 anni. E, chissà perché, infinale c'erano 2 delle 3 squadredel nostro girone. Dunque, nono-stante un ingeneroso ultimoposto, ancora una volta, il Liceopuò dirsi soddisfatto: la squadraha dato una lezione a tutti inquanto a tenacia, caparbietà eumiltà, dimostrando come a vol-te anche una squadra non semiprofessionistica come la nostrapuò risultare vincente, almenomoralmente. E poi, c'è semprel'anno prossimo...

Marco Reccagni

te integrante di un progetto alungo termine in cui il prof. Paga-ni ha sempre creduto, i nostripallavolisti sono tornati in Italia,portando con sé, da Cracovia,tanta esperienza di vita. Ora gli studenti del Liceo di Pin-czow che ci hanno ospitato siapprestano a partecipare al Tor-neo Internazionale di Primavera(26 Aprile-3 Maggio) che avràluogo a Bovisio Masciago, in cuipotremo vivere la stessa espe-rienza, ma come ospitanti; vi invi-tiamo a partecipare numerosi, atifare per la nostra squadra e pervedere dell’ottima pallavolo. Ciauguriamo che questi progettiproseguano anche negli anni avenire, per far provare a tantialtri studenti del Curie le emozio-ni e le gioie che questo sport puòd a r e .

Page 11: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

11

Arianna Privitera

MILANO CAPITALE, DELLA MODA

Milano era pronta ecome sempre non si èfatta cogliere di sor-

presa dall’evento modaiolo piùfamoso dell’anno. La Cameradella Moda ha infatti organiz-zato nella perfezione la Setti-mana della Moda Donna, ospi-tata nella zona della vecchiafiera campionaria dal 25 Feb-braio al 4 Marzo. Evento rino-mato per saper rivalutare ilMade in Italy a livello interna-zione e coinvolgere i più pre-stigiosi designer con le lorocollezioni. Nonostante negliultimi tempi la crisi abbia col-pito tutti i settori dell’econo-mia e Milano Moda Uomo si siaconclusa con un calo del 20 %delle collezioni presentate, siritiene che le proposte moda-iole femminili avranno ungrandioso successo.92 sfilate, 172 presentazioni,

230 collezioni: sono questi inumeri che hanno visto prota-gonisti marchi rinomati qualiPrada, Versace, Missoni,Armani. . La Fashion Week milanese si èaperta con la passerella diElena Mirò e la sua collezionedi “grandi taglie”: preziosa neitessuti e nelle lavorazioni cheaveva come tema il “viaggio”inteso come necessità femmi-nile di cambiamento continuo,evoluzione e nuove esperien-ze. Nelle sfilate seguenti si è assi-stito ad un profondo ritorno alpassato, dagli anni 30’ aglianni 90’ con particolare atten-zione per gli 80’. Passatointerpretato in chiave moder-na e contemporanea. Lo stile èfemminile, chic, ricco senzaesagerare e tornano in voga lagiacca e il tailleur. In ambito di

colore dominano, contro ogniattesa, il rosso, il giallo e ilfucsia per una stagione solita-mente caratterizzata dal nero.Le modelle sfilano molto alla“Hollywood life”: con un caffèin mano per svegliarsi dallanottata nelle discoteca, indos-sano occhialini per nasconde-re le occhiaie e indossano sti-valetti alla caviglia, semprepiù dark e con zeppe moltoa l t e .Questo è solo un assaggio dicome si vestirà la “donna gla-mour” nei mesi freddi e restasolo da attendere le primevetrine invernali dei negozi!

Lisa Spreafico

Lisa Spreafico

Il make up primavera 2009presenta tre tendenze prin-cipali: il Nude Look che vuo-

le un make up minimalista erealizzato con i toni naturalidella terra; il Romantico Rosa,colore più alla moda delmomento per un look femmini-le e delicato; e A tutto colore,ovvero un'esplosione di tonalitàforti e a contrasto per osarecon stile.Per quanto riguarda il Nudelook, è necessario un fondotin-ta naturale effetto pelle perfet-ta, un gloss con la capacità dilasciare sulle labbra uno stu-pendo e affascinante luccichioed un ombretto che va dal mar-rone profondo, al rosa chiaro,all'oro, passando per il marro-ne morbido e “fondente”. Per il look Romatico Rosa, èpossibile accendere gli zigomicon un fard che crea giochi diluce e ombra, da scegliere nel-

le tonalità del rosa antico e delfucsia. Il rosa è una delle sfu-mature che più di ogni altra stabene a tutte, bionde e brune.Per le bionde sono preferiti tonipiù delicati, mentre le brunepossono osare con i più forti.Rosa anche per le labbra e gliocchi, con gloss volumizzanti,mentre sugli occhi si può gio-care con vari toni. A tutto colore, invece, per chidesidera un look trendy a con-trasto e preferisce osare constile: per le unghie, imperdibilismalti colorati come ad esem-pio un viola intenso e brillante;sulle labbra è perfetto il rosso,mentre, sugli occhi, colori fortie contrastanti per occasionispeciali, come l’abbinamentodel rosso e del blu giocandocon le linee per un look sor-prendente.

Il social network che da qual-che anno a questa parteattrae milioni di persone e

sta spopolando anche tra glistudenti che frequentano ilMarie Curie è proprio Facebo-ok. Ma che cos’è in realtà???E’ un sito fondato, nel 2004, daMark Zuckerberg, diventatouna “rete sociale” ovvero unsistema per collegare un enor-me numero di persone chevivono anche lontanissimo. E’anche una sorta di “piazza vir-tuale” che permette di incon-trare nuovi amici o ritrovarnedi vecchissimi…Ogni iscritto ha un suo profilocostituito da una “bacheca” euno spazio dove scrivere ciò

che sta facendo in quelmomento…I suoi amici possonocommentare, lasciare messag-gi e condividere foto, video ecanzoni. Già scherzosamentesoprannominato “il faccialibro”Facebook è diventato un puntodi riferimento, ancora più diMSN Messenger,il sistema dimessaggistica istantanea.La frase ricorrente tra gli ado-lescenti è… “Ci becchiamo suFb stasera??”. Quindi bastasms e mms a pagamento sulcellulare ma solo chat in Fbgratuita.Ma, come disse Orazio “Estmodus in rebus”! Facebookdeve essere un divertimento enon una mania frenetica chespinge i giovani a chiudersi incasa isolandosi con il loro com-puter.Curie People… Vi aspettiamo suFB!

Ovviamente noi siamo deiragazzi tecnologici e su FBtroverete sia Sottobanco che ilGruppo Informazione Libera!Cliccateci e iscrivetevi!

LET’S BEGLAMOUR

Page 12: Sottobanco Aprile 2009

12

I’M JUST WIREDSiete appassionati di tec-

nologia, fumetti e delvasto mondo di internet?

Se la risposta è “si” alloradovete per forza leggere“Wired”. Creata nel 1993 dalgiornalista americano LouisRossetto, ma di origini italiane,questa rivista mensile ameri-cana diventa subito un punto diriferimento per tutti i geek delmondo. Per chi non lo sapesse,il termine inglese “geek” è uti-lizzato per indicare personeaffascinate dalla tecnologia edal mondo fantasy ed è consi-derato un complimento, diver-samente da “nerd”, che è spes-so derisorio. Se fino a qualchemese fa un geek nostrano eracostretto ad acquistare l’edi-zione americana della rivista,oggi potrà finalmente trovaredal suo cartolaio “Wired” in ita-liano, dopo ben 16 anni sbarcaanche nel nostro paese la rivi-sta più originale e geek di sem-pre! Gli articoli di “Wired” spazianoda importanti scoperte scienti-

fiche, invenzioni, energie rinno-vabili a recensioni di gadget“cool” ecc. L’obiettivo di questarivista, come essa stessasostiene, è di poter offrire allettore uno scorcio del futuro,con interviste a personaggi chegià da ora contribuiscono atti-vamente al futuro del mondotecnologico ed articoli su tec-nologie avveniristiche. Nono-stante l’importante compito,“Wired” non disdegna di ripor-tare anche le ultime novità dal-la parte più “underground” delweb, ad esempio i“viral-video”,o anche di trattare, seppur bre-vemente, di fumetti e cinemache sono spesso amati daigeek. l tutto viene presentato con unagrafica coloratissima ed origi-nale, dimenticatevi le soliteriviste di tecnologia con tonali-tà grigio, grigio scuro e grigioun po’ più scuro. Altra notapositiva è la grande quantità dispettacolari foto, spesso anchegrandi una pagina intera: que-sta cosa però non è stata

apprezzata da tutti poiché alcu-ni sostengono che la brevitàdegli articoli abbia costretto adinserire foto di grandi dimen-sioni. Infatti è da sottolineareche rispetto alla controparteamericana, “Wired” Italia pre-senta più articoli, spesso infor-mali, di lunghezza inferiore chechiaramente non permettonoun’analisi più approfondita del-l’argomento trattato. “Wired” ha anche un sito(www.wired.it) ben curato masoprattutto aggiornato fre-quentemente con articoli enews, chiaramente ogni visita-tore avrà la possibilità di com-mentarli, anche in manieraanonima, senza complessi pro-cessi di registrazione.Ciò che subito colpisce allavista del primo numero di“Wired” Italia è la mole: 240pagine A4 patinate con coperti-na semirigida. Nonostante laquantità di pagine la rivistacosta solo quattro euro, graziealla pubblicità che è largamen-te presente. Inoltre sono piut-

tosto economici anche l’abbo-namento annuale e biennaleche costano rispettivamente?16,80 e ?19,00.Quindi consiglio vivamente atutti gli appassionati di tecnolo-gia e a chi ha voglia di restareal passo coi tempi, di acquista-re “Wired”, certo la rivista pre-senta alcuni piccoli aspetti chepotrebbero essere migliorati,ma di sicuro non vi pentiretedel vostro acquisto!

Wii INSIDE THEGAME

Avreste mai pensato, in unpomeriggio come gli altri,

di dover resistere ai bombarda-menti in trincea? Oppure didover dirigere un’intera orche-stra o di poter provare a suona-re uno strumento musicale congrande maestria?E se invecedoveste cercare di tenervi informa perché altrimenti ilvostro personal treiner potreb-be rimproverarvi? Il segreto ditutte queste attività sta in unasola parola: Wii. Una console esvariati giochi: ce ne sono dav-vero per tutti i gusti! Si va dasport e fitness al famoso MarioKart che ha conquistato il

popolo dei video-giochi. Creata dallafamosa casaNintendo, laWii offre alpartecipante lapossibilità disentirsi parteviva del gioco, dicompiere movi-menti moltorealistici e coin-

volgenti. Per quanto concerne il fitness,grazie alla Bilance Board si haa disposizione un personal trai-ner che aiuta a mantenersi informa, a migliorare l’equilibrioe a rilassarsi con le innumere-vole posizioni di yoga.Si trattadi una efficace alternativa allapalestra anche se, dicendo pro-prio tutta la verità, a volte latecnologia può essere contro-producente! Infatti, una bellacorsa all’aria aperta non puòessere sostituita da una cor-sa… sul proprio tappeto dicasa.Molti modelli della Wii sonostati inoltre ritirati dal merca-to poiché difettosi e hanno fattoscagliare al giocatore, Chi haprovato la WII, afferma che èper tutti!

Camilla Piazza

Camilla Piazza

Angelo Min Tagliabue

SPECCHIO SPECCHIO D E L L EM I E B R A M E . . .

Quando si parla di “specchiodelle mie brame” è logico

ricondursi immediatamente alfamoso specchio di Biancane-ve ma nel futuro le cose cam-bieranno e l’associazione nonsarà più tanto logica.Si sente parlare sempre piùspesso di casa intelligente,un’abitazione ipertecnologicae multifunzionale capace disvolgere innumerevoli azionidal cucinare alla temperaturadell’ambiente regolata secon-

do la temperatura corporeadei singoli individui che si tro-vano nella casa.Un mago hollywoodiano hadeciso di dare un tocco in piùalla casa intelligente, ponendosu una parete un vero e pro-prio specchio identico a quellodei celebre cartone animato diBiancaneve, il quale una voltaattivato sarà in grado dirispondere a tutte le domandesull’abitazione e avvisare acoloro che vi ci abitano la con-clusione di alcune azioni comeper esempio “la vasca dabagno è pronta” o “il pollo ècotto”. Ma… se la regina del cartonechiedesse a questo specchiotecnologico:”specchio spec-chio delle mie brame chi è lapiù bella del reame?”, proba-bilmente lo specchio lerisponderebbe:”il pollo èp r o n t o ! ” .

L’ultima novità fra i cellulari:il primo che riproduce scher-

mo e tastiera su qualsiasisuperficie piatta!

Page 13: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

13

Martina Viganò

Massimiliano Mariani

TEATRANDO SI IMPARAOre 18. Mi trovo nel piccolo

teatro di Santa Valeria diSeregno per incontrare le

prossime “vittime” della miaintervista. Mentre aspetto girova-go qua e là osservando quel tea-tro a me caro e familiare.. Perce-pisco ancora la stessa sensazio-ne di inquietudine e di eccitazioneche mi attanagliava il cuore inquella famosa sera di giugno..ilmio primo spettacoloteatrale..Figure, immagini, pro-fumi, colori..I miei pensieri,o per meglio dire imiei ricordi,vengono interrottibruscamente dall’arrivo di duefigure:finalmente! Mi siedo a cavalcioni sul palcomentre le due intervistate siaccomodano di fronte a me sullepoltrone comode della prima fila.La prima interlocutrice mi guar-da sorridente. Il suo nome èMonica Gianfreda, ha circa 30anni e dirige diversi corsi di tea-tro per i giovani che voglionointraprendere questa interes-sante carriera artistica. Alla finedel percorso i ragazzi hanno lapossibilità di esibirsi e di mostra-re ciò che hanno imparato duran-te il corso, servendosi delle lororisorse interiori e facendo intera-gire canto,danza e recitazione…Un po’ come nella scuola di“ A m i c i ” !Al suo fianco c’è la secondaintervistata. Il suo nome è Carlot-ta, ha 16 anni e partecipa ad unodei corsi di Monica da ormai dueanni. Dopo essermi presentata edopo aver tirato fuori dalla borsai miei strumenti da lavoro(carta epenna!) inizio la mia intervista:Monica iniziamo pure con te:quando nasce la tua passione

per la nobile arte del teatro?Beh direi che nasce durante ilprimo anno di Università mentrestavo finendo gli esami in Storiadel Cinema. In quel periodoconobbi Sisto della Palma,docente di Storia di teatro e dellospettacolo contemporaneo chemi fece conoscere e apprezzare ilteatro moderno. Così lasciai glis t u d i .Perché hai scelto di lasciare glistudi e di entrare in una scuoladi teatro?(sorride) Avevo bisogno di dareuna svolta alla mia vita. Mi trova-vo in un periodo di crisi quandoconobbi Sisto e non mi lasciaisfuggire quella nuova occasione.Così, senza preavviso, feci unprovino per entrare nella scuoladi “Teatrando”,dove tutt’ora sonoinsegnante. Per mia grande for-tuna mi presero, e lo devo soltan-to al mio maestro Silvano.”Quand’è stata la tua prima voltasu un palcoscenico?Il mio primo saggio con Teatran-do è stato nel 2001. Era uno spet-tacolo di omaggio al grandissimoElvis,con le sue canzoni piùf a m o s e .Dunque hai cantato?(scoppia a ridere) Ma vafigurati!sono stonata come unacampana! Elvis si sarebbe rivol-tato nella tomba e mi avrebbei n s u l t a t o !Sorrido anche io contagiata dallasua allegria.E che cosa hai provato su quelp a l c o ?L’emozione era veramente gran-de, ma ero stranamente concen-trata su ciò che stavo facendo.Pensavo di dimenticarmi le bat-tute, invece è andato tutto liscio!

Mi sono divertita molto perché lospettacolo era brillante, masudavo come una capretta!Cosa pensano i tuoi genitori del-la tua scelta?I miei genitori? Beh, loro ovvia-mente sono molto felici per me.Mi hanno sempre appoggiatonelle scelte perché ritengono cheognuno debba seguire e realizza-re i propri sogni. E poi sono abi-tuati ad avere artisti in famiglia:mio fratello è uno scultore!Quali sono i tuoi obiettivi per iprossimi anni?(sorride) Ora sento la necessità disbloccare dei nodi, di superare labarriera che si è creata in que-st’ultimo periodo e che non mipermette di fare teatro con pia-c e r e …Un’ultima domanda: che cosaconsigli ai giovani che voglioseguire questa strada?Non dare mai nulla per scontatoe di essere fieri della propria stu-p i d i t à !

Finita questa intervista mi giroverso Carlotta. Mi sembra piutto-sto nervosa… Le sorrido perinfonderle coraggio e così inizial ’ i n t e r v i s t a :Perché hai iniziato a frequentareun corso di teatro?Il teatro è sempre stata la miapassione fin da piccola. Credoche mio padre me l’abbia tra-smessa. (sorride timidamente)Come è stata la tua prima voltasu un palco?E’ stata incredibile. Mi ricordoancora tutto nei minimi partico-lari: il mio costume, il profumodei camerini, il palcoscenico, ilpubblico. Prima di salire sul pal-co ero veramente nel panico, ma

appena entrai in scena tuttodivenne più chiaro e semplice.Ero semplicemente me stessa.Hai uno spettacolo preferito?Veramente no. Sono ancora mol-to inesperta in questo campo. Maspero di colmare la mia ignoran-z a !Secondo te qual è l’elemento piùcomplesso da acquisire nell’artedella recitazione?Senza alcun dubbio la capacitàpiù difficile da acquisire è nonlasciare che le emozioni come lapaura e la vergogna ti sovrastino,impedendo alla tua lingua di pro-nunciare la giusta battuta. Since-ramente per me è ancora unmistero come certe attrici rie-scano a mantenere il sanguefreddo davanti a molte persone.Ti sei già prefissata un obiettivo?Si ovviamente. Vorrei vincere treOscar come migliore attrice! Noa parte gli scherzi, sono moltorealista. Per ora mi basta vincerela mia timidezza e riuscire a tira-re fuori la vera me. Se però arri-vano quei tre Oscar non mi offen-do mica! (Ride)

Sarei stata a parlare con le mienuove amiche per molto altrotempo, ma il mio carissimo, bel-lissimo e intelligentissimo diret-tore mi avrebbe uccisa se avessioccupato più di una pagina con lamia intervista. Così le ho salutatee le ho viste allontanarsi su per lascala laterale del teatro, duegenerazioni teatrali a braccetto.E con loro mi sono allontanataanche io, arricchita da questanuova esperienza.

NULLA E’ PER SEMPREVenerdì 19 Dicembre. Per alcu-

ni di noi quella sera è statadavvero speciale.A Meda, in Villa Traversi, si ètenuta la premiazione del Con-corso letterario nazionale “Mar-cello Colombo”, dedicato a unostudente che qualche anno fa hafrequentato come noi il “Curie”,un ragazzo con un grande talentoletterario. Purtroppo un maleincurabile lo ha strappato prema-turamente alla vita.Il tema del concorso era: “Nulla èper sempre”. Una frase triste macertamente vera, che ci riportaproprio alla vita breve ma intensa

di Marcello. A noi studenti del Liceo Curie èstata riservata una particolaresezione del concorso dedicata adun altro ragazzo, Roberto Costi.Molti dei nostri compagni vi han-no partecipato con i loro racconti. “Pur nella diversità di stili e con-tenuti, in entrambe le sezioni” hadetto il professor Marco Proser-pio, membro della giuria del con-corso nazionale ed ex docenteproprio del nostro Liceo, “sonostati prodotti testi di alta qualità,attualità e maturità”.Tra tutti i partecipanti alla sezionedella scuola, nove sono stati i

finalisti: Giulia Dragonetti (4 B),Federica Drogo (I cl A), PierluigiFallara (4 F), Alice Iannantuoni (5C), Dylan Londra (1 C), Raul Lon-dra (III cl A), Francesca Mercanti(III cl A), Chiara Taveggia (5 B),Laura Zorzetto (III cl A).Seconda si è classificata FedericaDrogo della I A, liceo classico, con“Non te ne andare”, un toccanteracconto a proposito della mortedi una giovane, in un tragico inci-dente. Vincitore, o meglio, vincitrice, èstata decretata Alice Iannantuonidi 5^C, con il suo racconto “Dellacaducità della vita umana - Nulla

è per sempre”: una storia d’amo-re, apparentemente, volutamentebanale che però porta il lettore aduna chiusura quasi filosofica,richiamando le emozioni terrenee la paura della morte.Dall’alto, da lontano, anche gli dèili guardano. Da tutta la notte liosservano attenti, senza capire.Senza capire l’origine di tali e tan-te emozioni che sempre diversecolmano i cuori degli uomini. Glidèi sono gelosi.Invidiano la caducità della vitaumana: ci invidiano la paura dellam o r t e .

Page 14: Sottobanco Aprile 2009

14

GREECE, SWEET GREECEOre 5:00 del mattino…Una

trentina di studenti felici eper niente “assonnati”

delle classi 4B e 5B si sonoritrovati sabato 28 Febbraio alTerminal 2 di Malpensa, prontiper volare ad Atene. Prima dipartire, già si presentava la pri-ma difficoltà: imbarcare i baga-gli che pesavano poco più di 20kg ma che a quell’ora parevanomacigni! Grazie al nostro forzu-to accompagnatore, il miticoprof. Clerici ce l’abbiamo fatta evia, pronti al decollo! Trascorsaqualche ora in volo, siamo arri-vati nella capitale greca. Siste-mate le valigie, ci siamo affidatiall’orientamento del nostro prof.per dare una prima occhiata allacittà, a noi del tutto sconosciuta.L’impatto è stato forte poiché cisiamo resi subito conto di esse-

re stati catapultati in un mondomolto differente dal nostro:altro paese, altro cibo e una lin-gua incomprensibile… Ma si sa,l’unione fa la forza e abbiamosuperato qualsiasi ostacolo!Già dalla prima notte, ci siamoresi conto che non avremmodormito molto nel corso dellasettimana. Emozione e diverti-mento erano gli ingredienti fon-damentali per tutti! La mattinaseguente si è presentata a noi laguida, una donnina tanto coltaquanto strana e a tratti lunatica!Ci ha accompagnato alla sco-perta del Parlamento, delleColonne di Giove Olimpico, delteatro di Erode Attico, del MuseoArcheologico e infine dellamagnifica Acropoli. Quest’ulti-ma, dichiarata patrimonio del-l’Umanità dall’UNESCO, è una

rocca che si elevasu un costone a156 metri sul livellodel mare, sopra lacittà di Atene.Conosciuta anchecome Cecropia in

onore del primo re ateniese“Cecrope”, il leggendario uomo-serpente. Affascinati da questameraviglia, nei giorni successivi,ci siamo spostati a Corinto, Epi-dauro, Micene e Delfi. Ogni serasi tornava in albergo senza forzema con tanta voglia di uscire ascoprire l’Atene By Night, similealle metropoli europee. Impos-sibile ricordare istante peristante ogni piccola cosa acca-duta in questi 5 lunghi giorni digita…Giorni intensi di cammina-te, di fatica e allo stesso modo sirisate e chiacchierate indimenti-c a b i l i .Come scordare il sole e le tem-perature caldissime, i cori urlatia squarciagola ad ogni ora delgiorno da noi che ci sentivamomolto patriottici e soprattutto“milanesi”. E poi come dimenti-care i misteriosi consigli inambito di ristoranti della guida, ipranzi esclusivamente a base dispiedini di carne e patatine (o sesi era fortunati con insalata…!),le foto, i video, gli scherzi nottur-ni… E le persone ritrovate legate

negli ascensori…L’ultima sera ha chiuso al

meglio la vacanza. L’abbiamotrascorsa in una discoteca a rit-mo di Infinity 2008, PapeeteBeach e il nostro Sound! Pecca-to che una delle “trascinatrici” diquesta trasferta ateniese si siafatta male proprio ballando, congrande dispiacere di tutti. Pove-ra Cristina! Per fortuna, tutto siè risolto al meglio e qualche oradopo… Eravamo già atterrati inI t a l i a !Sembravamo un gruppo di stra-nieri che scendevano dall’aereocon le t-shirt leggere in unaMilano gelida. Nessuno volevatornare alla dura realtà! Ora nonresta che ringraziare tutti coloroche hanno vissuto questa espe-rienza: la 4B, la 5B (che l’annoprossimo non potrà più partirecon noi) e i nostri accompagna-tori Clerici, Colombo e Sciortinocon la partecipazione straordi-naria del Professor Bossi!G R A Z I E !

Lisa Spreafico

A.P.

Claudia Trabattoni

Durante le vacanze di Car-nevale le classi I e II L.c.B si sono recate a Vene-

zia, accompagnati dal profes-sor Paolo Meli. L’iniziativa èpartita proprio dai ragazzi che,rimasti affascinanti dai raccon-ti di una città così diversa dallealtre, hanno organizzato la gita“extra-scolastica”. Anche se, illivello di conoscenza ed espe-rienza è stato simile a quello diuna qualsiasi altra gita scola-stica, quelli trascorsi nella cittàlagunare stati due giorni fanta-stici e indimenticabili, in cui iragazzi hanno imparato a cono-scere una città “ dai due volti”.Infatti , cercando di evitare iposti dove era concentrato l’af-flusso della folla “inferocita”dei turisti, hanno scoperto unaVenezia unica, diversa chespesso è sottovalutata. Benchédue giorni fossero pochi, sonoriusciti a visitare una grandequantità di luoghi: a partire dalghetto più antico d’Europa, iresti di un quartiere multietni-co, ovvero campo dei Mori,

S.Giorgio dei Greci e degliSchiavoni, i mercati affacciatisul canale, tipici di una cittàmarinara, i vari monumenti echiese, quali San Zanipolo, iFrari e Cà Foscari, per finirecon la splendida S.Marco visi-tata al chiaro di luna. Il mezzodi trasporto privilegiato è statoil vaporetto e, naturalmente,tutti hanno sperimentato ilviaggio in gondola. Oltreall’aspetto culturale hannoconosciuto anche quello piùcivile, forse ancora di piùapprezzato, ossia quello diret-tamente collegato alla quoti-dianità della città: i ragazzihanno assaggiato molti cibitipici del posto, visitato il nego-zio delle famose maschereveneziane e girato fra i varisestieri, come Canareggio eCampo Santa Margherita. Que-sto giro inusuale, fuori dallo“schema tipico” di un turista,ha colpito gli studenti che sisono innamorati della città.

VENEZIA PARMAVS

Cosa vi viene in mente sepensate a Parma? No,non stiamo parlando di

gastronomia: Parma è una cit-tà ricca e affascinante che hasorpreso un po’ tutti noi della3D e 3C, che abbiamo avutol’occasione di visitarla per ungiorno.Grazie alla guida siamo entratinel vivo delle lotte signorili delXV secolo ed in particolaredegli intrighi di palazzo chevidero protagonista soprattuttola famiglia dei Farnese: levicende di papi, figli illegittimied esecuzioni ci hanno accom-pagnato durante la visita alTeatro Farnese, che con la suastruttura in legno possiede unincredibile fascino. La duches-sa Maria Luigia però non riten-ne questo teatro appropriatoalle sue esigenze: fu costruitocosì il Teatro Regio, vero e pro-prio tempio dell’opera lirica,probabilmente uno dei più belliin assoluto, nel suo genere,ancor oggi.Mattinata all’insegna del tea-

tro, dunque, ma non solo: lavisita è proseguita alla GalleriaNazionale, al convento diS.Paolo e alla storica Spezieriadi S.Giovanni. E come in ognigita, dopo una mattinata tantointensa è arrivata l’ora dellapausa pranzo, passata tra fotoe relax nel Parco Ducale.Abbiamo trascorso il pomerig-gio nell’area vescovile e la tap-pa più importante è stata lavisita del duomo, dove è basta-to alzare la testa per rimanerea bocca aperta, stupefatti dallabellezza degli affreschi. Lanostra giornata a Parma si èconclusa con la visita al mera-viglioso battistero.Per la 3D è stata la prima gitadell’anno seguita da quella aGranara, al villaggio ecologicoe due giorni di trekking in ValViola. Tutte bellissime espe-rienze di sicuro!

Page 15: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

15

CAMINO A MADRID

HERE WE GO BROADSTAIRS

Silvia Vago

Raul LondraEmanuele Iannantuoni

Partire per un lungo viag-gio a Madrid, tutto com-preso: ? 400.

Un piatto di paella in un risto-rante madrileno: ? 10.Suppellettili templari a Toledo:? 150.Trascorrere sei giorni in gitacon la 5°A: non ha prezzo.Entrare in contatto con perso-naggi del calibro del “raffinato”Bapho Cesy, del grottesco epantagruelico Bury, del gobboe onnipresente Balde o delregio, ultracattolico Colo, Giu-seppe Antonio Pio Colombo, èstata un’esperienza unica di cuii soli, pochi eletti della III A lc

possono fregiarsi.L’arrivo sul suolo iberico, conun aereo della Lufthansa, eraintriso di speranze e sogni che,alla fine, vincendo le diffidenzeiniziali, sono stati pienamentesoddisfatti. Il calore del popolomadrileno ci ha accompagnatoper sei giorni e ci ha permessodi superare piccole delusioni eimprevisti quali l’hotel, colossoa quattro stelle su fondamentadi argilla, ricco e decorato invo-lucro senza contenuto, e spia-cevoli incontri con qualche“manolesta” locale.Seguendo l’accecante luce del-l’Uomo Torcia, il singolare esilenzioso Sciuto, ci siamoavventurati per i vicoli dellabomboniera Toledo e per lagrande Madrid, visitando laPlaza Mayor e il Palazzo Reale,con l’interessante guida d’ec-cezione, Colo, che ci ha intrat-tenuto con la sua passione perla storia e per le armi, dilettan-do tutti con piacevoli e coltianeddoti sulla milizia medioe-vale. Altre mete importanti

sono state il famosissimoMuseo del Prado ed alcune cat-tedrali, senza escludere lesinagoghe, condannatissimedal condottiero di tutti noi, cheper catturare la nostra atten-zione, si è abbandonato adun'importante spiegazione suiMormoni e sulla loro fede.Infine, dopo aver parlato delle“radiose giornate di Marzo”,non si possono di certo trala-sciare le “piacevoli sere” e le“intriganti notti madrilene”, incui un allegro gruppo di quasitrenta persone si muoveva perle vie di Madrid alla ricerca del-la felicità, o per meglio dire,della bella vita dopo il crepu-scolo. Trascorsa la cena, sem-pre al solito caratteristicoristorante “Las Salinas”, trapub e discoteche, c’è anchestato il tempo per trovare unpo’ di rosa nella grandiosa gitaiberica. Infatti in questo appa-rente scontro, più un incontroin realtà, tra liceo classico escientifico, il mastodonticorubacuori di professione, Bury,

ha fatto centro ancora una vol-ta, conquistando il cuore di unadolce cerbiatta della III A lc. Ilresto bisognerebbe chiederlo aloro…Per concludere un grazie parti-colare alle mitiche “AbsintheGirls” del classico, Bea e Mu, eanche ai membri dell’esclusivoClub 1093 che, alla fine, dopotante peripezie, sono riusciti aportare pannocchie e patate dinuovo a casa.

LOOK RIGHT

Sabato 28 febbraio, final-mente, dopo tanta attesa,la 4^e la 3^ E, accompa-

gnate dalle professoresse Con-ti e Bavetta e dal professorVenturini, in compagnia della Iliceo classico A e della 4^F conle professoresse Cerrato,Schimperna e Redaelli sonopartite alla volta dell’Inghilter-ra per lo stage di studio dellalingua inglese. La destinazioneera Broadstairs, una deliziosacittadina costiera nella regionedel Kent, affacciata sul canaledella Manica.Dopo il primo giorno di viaggioe di ambientazione nelle “hostfamilies” abbiamo trascorsouna intensa ma bellissimaescursione a Londra trascorsa

tra monumenti famosi, Natio-nal Gallery, shopping, masoprattutto a fare foto ad ognipasso….Da lunedì è iniziata poi la scuo-la alla Kent School of England(KSE) dove abbiamo frequenta-to lezioni ogni mattina dellanostra settimana. Qui abbiamostudiato con insegnanti madre-lingua (uno più stravagantedell’altro) che cambiavano ognigiorno. Siamo andati a scuolaanche due pomeriggi in cui, perrealizzare un sondaggio, siamoandati in giro per Broadstairsad intervistare la gente delposto.Negli altri pomeriggi senzalezioni abbiamo visitato ilcastello di Dover e la splendida

cattedrale di Canterbury.Abbiamo anche giocato abowling, ma appena potevamoci dedicavamo allo shopping oa prendere frappucini da Star-bucks, cercando di acquistaredei ricordini per noi e per inostri cari. Anche le serateerano organizzate dalla KSEcon un programma semprediverso: dai balli popolari, aiquiz, al karaoke, al cinema ininglese, alla discoteca... Dopo otto stupendi giorni eraarrivato il momento di partire econ tanta tristezza, abbiamosalutato i nostri “genitori” checi hanno ospitato e hanno ten-tato in tutti i modi di farci sen-

tire a nostro agio. Abbiamosalutato con nostalgia ancheBroadstairs, con tutti i luoghiche per una settimana eranostati il nostro ritrovo come ilDickens con i suoi hamburgere patatine o Posillipo, l’unicoposto dove abbiamo mangiatodella pizza che si potesse chia-mare davvero così e sopratuttola spiaggia. Imbarcatici sulbus, siamo andati all’aeropor-to. Qui, non senza un ultimoassalto di shopping per com-prare le mitiche borse di Har-rods, siamo ripartiti alla voltadell’Italia. Siamo tornati, sicuridi aver imparato qualcosa:“Keep on moving “ e “Don’t stayon the pavements”. Forse nontutti potete capire queste duesemplici frasi ma chi c’era e leha sentite ripetere cento voltedalle intransigenti guardie checi invitavano a non sostare suimarciapiedi davanti alla scuola(!!), le conosce più che bene…

Page 16: Sottobanco Aprile 2009

16

LA SCUOLA IN GIALLOEd ecco la seconda p u n t a t adella storia poliziesca di Fede-rica Drogo; se vi ha colpito laprima parte non potrete cherimanere appiccicati alla tele-visio.. ops pardon, al giornali-no per seguire l’evolversi del-l’intrigata storia!

Che parole useresti per chiede-re al fidanzato della tua miglio-re amica, se è stato lui ad ucci-derla?! “Ehi ciao Tommi, bellamaglietta! Senti, per caso haispinto tu Michelle giù dalle tri-bune della palestra, facendolefare un volo di cinque metri emezzo, con un perfetto atter-raggio sulla schiena?” Nonsarebbe il modo più sensibile diporre la domanda, è vero, ma dicerto sarebbe il più diretto, enon ci sarebbe il rischio dicreare fraintendimenti.

Lisa attendeva davanti a unaporta scura, indecisa sul dafarsi. Oltrepassandola, avrebbedovuto affrontare Thomas;però avrebbe potuto tranquilla-mente tornarsene a casa, sen-za mettersi in mezzo alle fac-cende della polizia. Eppure nonriusciva a schiodarsi da quelgradino. E non poteva dimenti-care quello che aveva letto neldiario di Michelle, come, d’altraparte, non sarebbe più stata ingrado di guardare in facciaThomas nello stesso modo,senza prima sapere. Nellamente continuavano a scorrer-le le pagine lette nel quaderni-no rosso. Frasi lasciate a metà,testimoni della confusione cheMichelle aveva in testa, e chenessuno era riuscito a com-prendere. Eppure Lisa era riu-scita a capire da quelle frasiincompiute molto più che seglielo avessero raccontato perdvd. Michelle e Thomas eranoinsieme da quasi un secolo, equesto lo sapevano tutti. Quelloche invece nessuno sospettava,era che Michelle nel frattemposi vedeva con Luke. Ed eraincinta. Lisa non capiva. Noncapiva troppe cose, che inveceavrebbe dovuto sapere da sem-pre. Che la sua migliore amicaaspettava un bambino, peresempio. O che quel bambinonon era del ragazzo che dicevadi amare. Ma non aveva il tem-po di arrabbiarsi, né di rimane-

re scioccata davanti alle innu-merevoli notizie di cui eravenuta a conoscenza.Doveva scoprire la verità, poi

avrebbe pensato al resto. Si decise a bussare alla mas-siccia porta che le stava,incombente, di fronte. Sentì unvuoto nello stomaco, nelmomento in cui le sue noccheprodussero un suono cupo, acontatto col legno. Venne ad aprirle un ragazzoalto, con spettinati capelli scurie un ampio sorriso. “Ehi Liz, che sorpresa! Entrapure” le disse gentile. “Scusa-mi per la tenuta- sorrise, indi-cando la maglietta e i jeanssporchi di olio di motore- mastavo rimontando la moto”. “Nessun problema, Tom, vole-vo solo chiederti una cosa” bal-bettò con la testa bassa,seguendolo verso il tavolo dellacucina e prendendo posto suuna delle quattro sedie. “Ti ascolto” le rispose serio,mentre cercava di togliere ilgrasso scuro dalle mani. Lisa si decise a guardarlo negliocchi e avvicinò il viso a quellodel ragazzo, poggiando i gomitisul tavolo di legno. “So cheprobabilmente non ne vuoi par-lare. Credimi, sarebbe un sol-lievo anche per me, ma hobisogno di sapere se tu c’entriqualcosa con la morte…diMichelle”. Lo disse tutto d’unfiato, senza mai distogliere losguardo dagli occhi scuri e pro-fondi di Thomas. Fu invece luiche abbassò la testa e si passòle mani tra i capelli. “Pensidavvero che avrei potuto fareuna cosa del genere, Liz? Pen-si che avrei potuto uccidere laragazza della quale ero inna-morato?”. La sua voce era pocopiù che un sussurro, eppureLisa avrebbe preferito che sifosse messo ad urlare, tantoquel mormorio la attraversò,da parte a parte.Eppure lui era l’unico ad avereuna buona ragione per uccide-re Lisa: l’aveva tradito, e aspet-tava un bambino da un altro.Non era abbastanza, per daredi matto e farla fuori, in unmomento di follia omicida? Evi-dentemente no. Perché Tomamava Michelle più di chiunquealtro. E perché, molto probabil-mente, non sapeva neppure luidi Luke e di tutto il resto. A Lisa

questo non era neppure passa-to nella mente, e proprio perquesto aveva concentrato ognisingola fibra del suo corpo neldimostrare che l’assassino eraThomas.“E comunque il week-end incui…è successo…io non ero qui.Ho trascorso tutti e due i giornifuori città, per una gara dimoto. Puoi chiedere a chiun-que. Se vuoi ti do i numeri deigiudici della gara, Liz”. Thomasera seccato. E chi non lo sareb-be stato, dopo essere statoaccusato della morte di unapersona?! Lisa si alzò dallasedia e si avviò verso la porta,con la testa bassa, piena dipensieri che giravano più vorti-cosi che mai.“Liz- quando Thomas pronun-ciò il suo nome, con un tono divoce che la fece rabbrividire,Lisa si fermò, con la mano sul-la maniglia della porta, in atte-sa- amavo Michelle, non leavrei mai fatto del male. Per-ché non vuoi accettare la suamorte? Perché non ti fai unaragione del fatto che la tuamigliore amica se ne sia anda-ta? È stato il figlio del custode,l’ha detto la polizia. Perché seialla ricerca di un assassino chenon esiste?”. Lisa non osavagirarsi a guardare il ragazzo. Enon osava parlare, per paurache insieme al fiume di paroleche avrebbe potuto dirgli,sarebbero uscite anche tutte lelacrime che aveva in gola datroppo tempo. “Arrenditi all’evidenza, Liz.Lascia perdere!”.

Lisa si era così convinta dellacolpevolezza di Thomas, che lasua innocenza, che le avevabuttato in piena faccia in modocosì ovvio, l’aveva lasciata sottoshock. Uscita da casa di Tho-mas, aveva deciso di dirigersiverso l’abitazione di Luke Car-twright, domandandosi se for-se lui fosse coinvolto nell’omi-cidio dell’amica. Lisa era cosìpresa dalle sue riflessioni, che,passando davanti alla bibliote-ca, non si accorse quasi delragazzo che era uscito di corsadalle porte a vetro e le si erafiondato contro. Trasalì, vedendosi comparire difianco un alto ragazzo moro,che la guardava serio con i suoigrandi occhi azzurri. Era Matt

Sunders, e benché le fossecapitato di tanto in tanto diincrociarlo per i corridoi dellascuola, aveva stentato a rico-noscerlo, inizialmente. “Tu sei Lisa, giusto?” ledomandò, aprendosi in un sor-riso.Lisa piegò la testa di lato e gliporse la mano destra. “MattSunders, giusto?” domandò,sorridendo a quello stranomodo di presentarsi. “Scusami se ti ho spaventato,comparendo così all’improvvi-so, ma sono giorni che ti cerco,e non riesco a trovarti da nes-suna parte, a scuola! E quandoti ho visto passare attraverso leporte a vetro, sono subito corsoda te!” Le spiegò, conducendo-la verso una panchina lì vicino. “A cosa devo tutta questa agi-tazione?” gli domandò, seden-dosi a gambe incrociate.“Beh, ho sentito che nemmenotu pensi che sia stato il figliodel custode a uccidere quellaragazza” le spiegò, calcandosiil berretto sulla testa. Matt parlava e Lisa rimanevasempre più scioccata, a ognifrase che il ragazzo le diceva. Aquanto aveva capito, anche luila pensava come lei, e non ave-va accettato la decisione dellapolizia, di arrestare Ryan Mel-bourne, senza fare gli adeguaticontrolli. “Ti ringrazio: è bello sapereche qualcun altro la pensacome me…Ma sono davvero inritardo: devo andare in unposto!”. “No Lisa, non hai capito: non tisto facendo i complimenti perquello che pensi. Voglio aiutar-ti a trovare il vero assassino”.Lisa tutto si sarebbe aspettatatranne quello. Non era un’inve-stigatrice: non aveva bisogno dinessun aiutante. Stava cercan-do le parole più carine perrifiutare il suo aiuto, possibil-mente le più veloci e dirette,perché in quel momento sareb-be già dovuta essere a casa diLuke, per sapere se la stradache stava seguendo era quellagiusta.“Io Michelle l’ho vista poco pri-ma che succedesse il peggio”le disse serio Matt, abbassandolo sguardo sulle scarpe. Lisafrenò di botto il flusso dei suoipensieri e si concentrò su quel-lo che aveva appena detto il

Page 17: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

17

ragazzo.“Quando?” gli chiese con un filodi voce. “Avevo appena finito gli allena-menti di pallavolo a scuola estavo tornando in classe perprendere dei libri che avevodimenticato alla fine dellaquinta ora. E allora ho vistoMichelle, che usciva di corsadall’aula Cic”. “L’aula dello psicologo, quellaal piano terra?”. Matt annuì. “Singhiozzava epiangeva come una matta.Quando le ho preso il braccio,per chiederle che cosa le fosseaccaduto, lei si è divincolata edè corsa via. Lo so che forse nonc’entra niente con quello che èsuccesso, ma dato che tu staifacendo delle ricerche, mi èsembrato giusto che lo sapes-si!”. Matt alzò lo sguardo versoLisa, che però fissava pensie-rosa l’entrata della biblioteca,con lo sguardo perso.“Era da un po’ che andava dal-lo psicologo, perché aveva pro-blemi con la scuola e i profes-sori. Ma perché piangeva?!”bisbigliò, concentrando di nuo-vo la sua attenzione sugli occhiblu del ragazzo. “Matt, devivenire con me da Luke Car-twright. Sai chi è , vero?” glichiese seria, alzandosi dallapanchina.“Certo che so chi è. Ma perché,scusa?”.“Te lo spiegherò lungo il tragit-to, ma adesso dobbiamo sbri-garci”. Lo afferrò per la manicae lo strascinò dietro di sé,diretta verso la casa di Luke,poco distante da lì.Lisa raccontò a Matt di tuttoquanto aveva scoperto fino aquel momento. Della storia cheera nata tra Luke e Michelle,nascosta perfino a Thomas, edel fatto che lei fosse rimastaincinta. “Cavoli! E tu come sei venuta asapere tutte questo cose?” lechiese non appena lei ebbe fini-to di raccontare tutto nei mini-mi dettagli. “Ho parlato col figlio del custo-de, qualche giorno fa e ho lettoquello che Michelle aveva scrit-to nel suo diario. Le ultimepagine risalgono al mese scor-so: aveva appena scoperto diessere incinta. Poi non ha piùscritto niente” gli rispose cal-ma, con un’alzata di spalle.

“E’ questa la casa?” domandòMatt, indicando una grandecasa a più piani, davanti a loro.Lisa annuì e lo guardò fisso,deglutendo. “Pensi che sia sta-to lui, non è vero?!” le domandòil ragazzo, soppesando le paro-le.“Lei era incinta. Di lui. Forse misto dando troppo all’immagina-zione, ma Luke potrebbe benis-simo c’entrare con la sua mor-te, no? Dopotutto, però potreb-be essere innocente… Dipendetutto da quello che ci dirà”. Epremette il bottone dorato difianco alla targhetta con incisoil nome Cartwright, di fiancoall’uscio.

Se non avesse sbagliato la pri-ma volta, sentendosi assoluta-mente sicura sulla colpevolez-za di Thomas, questa volta Lisasarebbe andata difilato allapolizia, per denunciare LukeCartwright. Perché, quandoquel pomeriggio gli aveva chie-sto se sapesse qualcosa, luiera stato troppo vago, peressere insospettabile. Avevaconfessato della storia che eranata tra di loro, ma del bambi-no non aveva fatto assoluta-mente cenno. E questo rendevaLisa ancora più sicura che fos-se lui l’assassino di Michelle.Luke era un attraente ragazzodi diciotto anni, capelli chiari eocchi azzurri. Affascinante edalla personalità eccentrica,poteva benissimo essereresponsabile dell’omicidio, edessere bravissimo a nascon-derlo. Michelle aveva scrittosul suo diario che Luke sapevadel bambino: gliel’aveva dettolei stessa. E perché allora luiaveva taciuto, di fronte alledomande impertinenti che Lisagli aveva fatto poco prima?!“Vai tu dal dottor Rosebread,allora? Io continuo le ricerche,poi fammi sapere cosa hai sco-perto, d’accordo?” le disseMatt, distogliendola dai suoipensieri intricati. Lei lo guardòleggermente disorientata e poiannuì. I due ragazzi si diviseroall’entrata della Mason: Matt sidiresse verso l’aula computer,al secondo piano, mentre Lisaprese il corridoio al piano terra,che portava all’aula Cic. Luke non le aveva dato nessu-na informazione sulla situazio-ne di Michelle prima che suc-

cedesse tutto: era rimastovago, dicendole che si eranolasciati poco prima, e che daallora non aveva avuto suenotizie. Tutto qui. E questo ave-va rafforzato i suoi sospetti sulragazzo. Raggiunse l’aula Cic,ma prima di entrare, sbirciòdentro con la testa, in cerca deldottor Rosebread, lo psicologodella scuola, che da ormai unanno riceveva i ragazzi e i loroproblemi, più o meno gravi, inquell’aula, messa a disposizio-ne dal preside stesso. “E’ permesso?” domandòall’uomo che stava seduto die-tro a una grande scrivania,intento a scrivere qualcosa suun quaderno a spirale. “Entra pure!” rispose gentilel’uomo con un sorriso, chiu-dendo il quaderno e indicandoa Lisa una sedia davanti allascrivania. “Buongiorno, dottore. Volevofarle qualche domanda a pro-posito di una delle ragazze cheseguiva!” disse lei seria, gio-cherellando nervosa con lemaniche della felpa. Il dottore stava in silenzio, sen-za che il sorriso serenolasciasse il suo volto. “Si tratta di Michelle Fairwall.La ragazza che è stata trovatamorta pochi giorni fa nellapalestra della scuola” rimasein silenzio, in attesa che lo psi-cologo la interrompesse, maegli taceva, attento a quello chelei diceva.“volevo sapere che Michelle leaveva detto qualcosa, chepotesse aiutarmi a capire chil’ha uccisa. Dopotutto lei fre-quentava spesso lo sportelloCic” spiegò lentamente Michel-le.“Il segreto professionale mivincolerebbe ma…In questocaso…Credo tu sappia cheMichelle non aveva solo pro-blemi riguardanti la scuola,non è così? Sei qui per saperese davvero era incinta, giusto?!Bè, sì, Michelle Farwall aspet-tava un bambino. Non ha maiparlato di chi fosse il padre, maero riuscita a convincerla aparlarne con i suoi genitori. Poiperò è successo quel che èsuccesso!” le disse triste,ammucchiando tutte le carteche riempivano la scrivania eficcandole con forza nella bor-sa di cuoio scuro.

“Se non hai altre domande dafarmi, credo che andrò!” le dis-se con un sorriso.“Solo una cosa, Dottore: ha maiassistito a scene di…pianto?Michelle ha mai avuto compor-tamenti strani, negli ultimitempi?” gli domandò, alzandosidalla sedia e fissandolo atten-tamente.Il Dottore rimase qualcheistante in silenzio, prima dirispondere. “Non che io sappia.Ma è possibile: le adolescentipiangono spesso, dopotutto.”Le sorrise e, dopo averle stret-to la mano, dicendole di torna-re pure, se avesse avuto biso-gno di aiuto, uscì dall’aula elasciò Lisa sola coi suoi pensie-ri. La ragazza si accasciò di nuovosulla sedia, prendendosi latesta tra le mani, incapace diordinare le idee che giravanovorticose e sbatacchiavano nel-la sua scatola cranica. “Liz, credo che dovresti vederequesto. Ho capito…tutto!” lavoce di Matt, che silenziosol’aveva raggiunta nell’aula e siera accucciato alla sua destra,la fece sobbalzare. Teneva inmano dei fogli e guardava Lisadritta negli occhi. E pur nonvolendosi illudere ancora unavolta di essere sulla strada giu-sta, sentiva che poteva fidarsidi Matt. Che forse tutti i pezzidel puzzle stavano per esseremessi in ordine.

E chi avrebbe mai pensato cheproprio ************** avesseucciso ************ mentre********** era da**********...

Volete i nomi da inserire aposto degli asterichi? Pazien-tate fino a giugno!

Federica Drogo

TO BECONTINUED

Page 18: Sottobanco Aprile 2009

18

IL QUESITODI EINSTEIN

Per questo numero diSottobanco vi propo-niamo il quesito di

Einstein che, a quanto dico-no le statiche, solo il 2%della popolazione mondialesarebbe in grado di risolve-re.Senza ulteriori indugi viauguriamo che rientrate inquel 2%!

In una strada ci sono cinquecase dipinte in cinque coloridifferenti.In ogni casa vive una perso-na di differente nazionalità.Ognuno dei padroni di casabeve una differente bevan-da, fuma una differentemarca di sigarette e tieneun animale differente.Domanda: a chi appartieneil pesciolino?Ecco alcuni indizi:

1) L'inglese vive in una casa rossa.2) Lo svedese ha un cane.3) Il danese beve tè.4) La casa verde è all'immediata sinistra della casa bianca.5) Il padrone della casa verde beve caffé.6) La persona che fuma le Pall Mall, ha degli uccellini.7) Il proprietario della casa gialla fuma le Dunhill's.8) L'uomo che vive nella casa centrale, beve latte.9) Il norvegese vive nella prima casa.10) L'uomo che fuma le Blends, vive vicino a quello che ha igatti.11) L'uomo che ha i cavalli, vive vicino all'uomo che fuma leDunhill's.12) L'uomo che fuma le Blue Master, beve birra.13) Il tedesco fuma le Prince.14) Il norvegese vive vicino alla casa blu.15) L'uomo che fuma le Blends, ha un vicino che beveacqua.

TEST LOGICAMENTE LOGICIUna persona offre in vendita al direttore di un museo una vecchiamoneta con la dicitura "540 a.C.", ma il direttore non prende nem-meno in considerazione l'acquisto e anzi chiama subito la poliziaper denunciare il fatto.Per quale motivo ?

Una pianta di ninfea che sta in un laghetto è capace di raddoppiarela propria estensione nell'arco di un giorno e in 10 giorni finisce percoprire tutto lo specchio d'acqua del laghetto.Se invece nel laghetto ci fossero state 2 ninfee con le medesimecaratteristiche, in quanti giorni avrebbero ricoperto insieme l'inte-ro specchio d'acqua del laghetto?

La Moneta

Le Ninfee

Il sig. Jack Smith, durante un primo interrogatorio per un caso diomicidio svolto in loco afferma: "Stavo camminando sulla battigia,ascoltando il rumore delle onde e guardando il mio aquilone cheprendeva quota laggiù sul mare aperto, quando sono letteralmen-te inciampato nel cadavere, tanto che mi sono fatto sfuggire dimano il filo. Poi ho telefonato subito alla polizia col mio cellulare".A quel punto l'ispettore di polizia, vide le classiche impronte di ungabbiano che si dirigevano verso il mare. "L'uccello deve averlelasciate non più tardi di 20 minuti fa altrimenti la marea le avrebbegià cancellate", pensò fra sé."E a proposito", disse a Smith, "Dov'è finito ora il suo aquilone?". "Chissà" rispose l'uomo. "Dopo aver perso il filo l'ho visto andaresempre più verso il mare aperto, spinto dal vento"."Ma ora il mare è calmo e non c'è neanche un alito di vento", notòl'ispettore."Sì, è vero, il vento si è calmato poco prima che arrivaste voi" ribat-té Smith.A questo punto l'ispettore disse:"Lei ha il diritto di fare una telefo-nata al suo avvocato. E non deve dispiacersi se ha perso il suo aqui-lone. Nel cortile del carcere è difficile farli volare".Perché l'ispettore è convinto che Smith sia comunque implicatonell'omicidio ?

Vi trovate al centro di un'isola rettangolare lunga 3 chilometri e lar-ga 500 metri avente la vegetazione molto secca e facilmente incen-diabile. Improvvisamente si sviluppa un incendio ad una estremitàdell'isola e un forte vento comincia a soffiare verso di voi, facendoavanzare rapidamente il fuoco che in pratica brucia per tutta la lar-ghezza dell'isola. Nell'isola non ci sono rocce, non ci sono spiaggee il mare è infestato da squaliCome riuscite a salvarvi ?

L’Aquilone

L’Isola

Page 19: Sottobanco Aprile 2009

Sottobanco | Numero 2 | Aprile 2009

19

La RedazioneDirettore

Tommie DienaRedattori

Giorgio Barison, Giulia Colombo, Federica Drogo,Mattia Fossati, Carola Inzoli, Elisa Marchesi, Mar-co Mariani, Massimiliano Mariani, Camilla Piazza,

Marco Palermo, Elisabetta Pedrazzani, Alessan-dra Piagnani, Arianna Privitera, Marco Reccagni,Matteo Songia, Lisa Spreafico, Angelo Min Taglia-bue, Claudia Trabattoni, Marco Trabattoni, Silvia

Vago, Stefano Villa e Martina Viganò Art Director & Photo Reporter

Tommie Diena

CRUCIVERBALISSIVEVOLMENTE

ORIZZONTALI1. Rapporto di antitesi tra un’affermazione e una negazione aventilo stesso soggetto e lo stesso predicato. 14. Maniere senza troppiriguardi. 20. Antica tecnica terapeutica cinese. 21. Cantante deiNirvana. 23. La terza nota. 24. Romanzo di Stephen King. 25. Millee cento. 27. Atteggiamento di rigida e talvolta ipocrita difesa deiprincipi di condotta. 28. L'uomo di acqua dolce. 33. Istituto discienze e tecnologie molecolari. 34. Jack che ha scritto ZannaBianca. 35. Grande serpente australiano molto velenoso. 36. Segava senza pari. 38. Rosso a Londra. 40. Simbolo dell'exa-kelvin. 41. film di Michael Verhoeven del 1970. 43. Nome dell'orsocapo. 44. Operaio addetto all'operazione con cui i filati vengonoavvolti in matasse. 46. Scienza che studia l’essere in quanto esse-re, al di fuori delle sue determinazioni particolari o fenomeniche.50. Di giorno non si vedono. 51. Antico due. 52. Comune in provin-cia di Terni. 53. Sfrontatezza, faccia tosta. 54. Uno dei tre modi dipersuasione indicati nella Retorica di Aristotele. 56. Comune spa-gnolo della Galizia. 57. Patti, cantante francese. 61. Isola croata62. Nitrotriazolone. 63. File che apre un programma. 65. Annunciopubblicitario a pagamento che appare in un giornale o sito inter-net. 68. Ha scritto "la nausea". 69. Dramma lirico in tre atti diAntonio Ghislanzoni. 71. Boa senza testa. 72. Album dei Sigur Rósdel 1997. 73. Buffone negli Arcani Maggiori. 75. Artista detto ancheSlim Shady. 76. Fuori combattimento. 77. Acqua resa frizzante conl’aggiunta di anidride carbonica. 78. Ha scritto "il gatto nero"79. Antica festa attica dedicata a Demetra dea della prosperità80. Mancanza di corrispondenza di forma o posizione tra le partidi una figura.

VERTICALI1. Lucertole leoni di terra. 2. Metodo anticoncezionale naturale(non troppo efficace) che consiste nel non avere rapporti sessualicompleti nei giorni fecondi. 3. Negazione. 4. Trapani. 5. Comune inprovincia di Pavia. 6. Compagno dell'imperatore Adriano. 7. ele-mento HTML che crea un termine di definizione. 8. BersaglieriNeri delle bande Armate di Confine. 9. Nelle statistiche sportive,record italiano. 10. Stato dell'Africa centro-meridionale, con capi-tale Lusaka. 11. Va bene, all'inglese. 12. Termine latino per espri-mere la potenza divina. 13. Dio greco dell'amore. 14. Suore di Cari-tà dell'Assunzione. 15. Possibilità di avere scopi o usi differenti.16. Uccello sacro in egitto. 17. Fidel, leader maximo cubano. 18. Relativo all'antica popolazione tracia stanziata in Crimea.19. Brian, muscicista britannico. 22. Gioco di carte italiano. 26. Averlo al collo non è bello. 29. Sigla di Trento. 30. Antico teatro31. Fibra tessile naturale. 32. Oscillazione nord atlantica. 37. Gasdi petrolio liquefatto. 9. Funzione grazie alla quale certi organi siaprono per dare passaggio al loro contenuto. 42. Simbolo del chi-logrammo. 44. Comune in provincia di Chieti. 45. Ci passeggiano igatti d'estate. 47. Capoluogo del Friuli-Venezia Giulia. 48. Regioneitaliana. 49. La sua rottura provoca una crisi. 50. Non c'è rosasenza. 53. Canzone dei The Doors. 55. Herbert, trentunesimo pre-sidente degli Stati Uniti. 58. Unione Internazionale delle Teleco-municazioni. 59. Quello errante è un romanzo di Sue. 60. Simbolodel cloro. 64. Nucleo Speciale Frodi Telematiche. 65. Ha scritto "AGeneral Textbook og Entomology". 66. Stanza inglese. 67. Si paga-no agl iarmatori. 70. Plurale di Dio. 73. In musica, notazione diintensità per mezzo piano. 74. In pieno caos. 76. simbolo del chilo-metro. 77. In fisica, numero di Stanton

Page 20: Sottobanco Aprile 2009