Sorzio 29/05/2015 Pedagogia sperimentale e...

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Sorzio 29/05/2015 Pedagogia sperimentale e valutazione Obiettivo del corso: evidenziare le idee riguardanti l’apprendimento che stanno dietro alla valutazione. Struttura del corso:

1. Valutazione degli apprendimenti 2. Valutazione delle competenze 3. Valutazione della comprensione

Valutazione: parte più importante della scolarizzazione perché di evidenzia ciò che viene ritenuto più importante dall’insegnante (patto formativo). Processo intenzionale, finalizzato a conoscere alcuni specifici aspetti del processo di istruzione e che produce cambiamenti nell’attività didattica.

1. Valutare gli apprendimenti significa valutare l’acquisizione di ciò che viene insegnato; si ottengono risultati come valori negativi/positivi rispetto a uno standard.

2. Valutare le competenze significa valutare la progressione e

integrazione delle conoscenze; si applicano diversi percorsi, ma gli esiti sono comparabili.

3. Valutare la comprensione significa valutare compiti complessi,

richiede un cambiamento concettuale e la partecipazione a un discorso specializzato.

Esistono due grandi orientamenti nella valutazione:

a. Valutazione formativa: orientata a stabilire gradi e modi di apprendimenti in itinere, per apportare miglioramenti all’attività didattica;

b. Valutazione sommativa: valutazione complessiva, rileva il valore dell’intervento al termine di un segmento significativo del percorso formativo.

• Certificativa, porta ad una certificazione, voto,

valutazione che conduce a un particolare titolo di studio.

• Orientativa, ha come implicita la logica di orientare

gli studenti canalizzandoli verso le loro capacità.

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1951-2006 a confronto: la scolarizzazione in Italia L’Italia è una nazione che ha una scolarizzazione di massa molto più recente di altri paesi OCSE e tuttora presenta una serie di grosse problematicità:

§ Nel 1951 il tasso di analfabetismo è alto, il tasso di titoli di studio inferiore (licenza elementare) era alto, ma era basso quello di titoli di studio superiore alle elementari; 1% di laureati.

§ Nel 2006 le percentuali salgono ma sono lontane da quelle della media OCSE per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado. Distanza che si sta riducendo.

Dato drammatico: l’incidenza della dispersione scolastica, molto alta. Dispersione scolastica: non raggiungimento della conclusione del ciclo di studi scelto.

1. VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI Funzioni della valutazione:

1. Valutazione degli apprendimenti individuali secondo procedure standardizzate (tenendo conto degli effetti che possono rendere meno oggettive le prove di valutazione – ad es. effetto stereotipo…);

2. Rendicontazione: raggiungimento di un dato standard, motivando le scelte fatte

3. Monitoraggio: identificazione di punti di forza e di criticità

4. Valutazioni politiche: evoluzione del sistema in relazione a un certo

programma La valutazione passa attraverso la preparazione di prove di valutazione, che devono rispondere a un criterio di validità. Validità delle prove Criterio per stabilire se una prova di valutazione realmente valuti quello che intende valutare.

§ Validità di costrutto: la prova deve valutare quello che effettivamente ci proponiamo di valutare. Il modo in cui io costruisco le prove influenza la valutazione dello specifico tipo di apprendimento.

§ Validità interna: utilizzare dei criteri univoci di valutazione.

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§ Validità esterna: quanto il risultato di una prova è indicativo in generale rispetto ad un argomento (esempio: la prova fornisce risultati analoghi a quelli di altre prove che valutano lo stesso argomento)

§ Attendibilità: stabilità delle valutazioni, ad esempio indipendentemente

da chi somministra la prova. Fasi della valutazione

• Costruzione della prova: concettualizzazione e formulazione del quesito • Somministrazione della prova: creazione del setting e procedura di

risposta • Misurazione/verifica: rileva in maniera obiettiva le risposte • Valutazione: dà un giudizio di valore alle misurazioni

Tassonomia di Bloom Benjamin Bloom: teorico che ha cercato di identificare più analiticamente possibile i diversi tratti che caratterizzano l’apprendimento. La tassonomia di Bloom è una classificazione in settori degli obiettivi che gli insegnanti dovrebbero definire per i loro studenti, viene utilizzata per definire le fasi dell’apprendimento. Bloom smonta la tipologia ideale di apprendimento per ogni obiettivo in:

• livelli di apprendimento

• attività scolastiche in relazione ai vari livelli

• valutazione che si fa livello per livello Esempio:

Ricostruire i significati livello Attività valutazione

Comprensione (cogliere il significato di un testo: estrapolare le idee fondamentali; riconoscere le cause di un fenomeno)

Analizzare problemi; produrre esperimenti; analizzare testi; analizzare documenti in diversi sistemi semiotici

-descrivere -argomentare -dimostrare -riconoscere le cause/ i motivi -riformulare -produrre un esempio

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Limiti della tassonomia di Bloom:

• Concezione sequenziale dell’apprendimento: i livelli dell’apprendimento sono sequenziali e gerarchici, si va da abilità inferiori ad abilità superiori; chi non è in grado di estrapolare le idee fondamentali, è improbabile che riesca a risolvere un problema;

• Mente in isolamento dai contesti: l’idea di mente sviluppata da Bloom è quella di una mente strutturata, basata su una serie di informazioni (acquisizione delle informazioni, interpretazione delle informazioni, strutturazione delle informazioni in schemi e infine giudizio);

• Focalizzazione sui contenuti da trasmettere: la didattica tende ad essere

quella della ripetizione dei contenuti;

• La prova di valutazione come contenitore: la prova tende a lavorare molto sui livelli più semplici di apprendimento, come la semplice memorizzazione di contenuti, ma non sui livelli più avanzati;

Applicare conoscenze livello Attività valutazione

Applicazione (abilità di utilizzare le competenze in una situazione nuova, adattando le strategie)

-risolve problemi -produce, interpreta nuovi testi

-classifica -calcola -dimostra -fornisce evidenza -prevede -integra le fasi di un processo -riflette sulla relazione processo-prodotto

Apprendimento strutturale: gli elementi livello Attività valutazione

Analisi (scomporre il materiale nelle sue componenti, per comprenderne la struttura interna; produrre inferenze)

-spiega la funzione di ciascuna componente; -diagnostica -esamina -discrimina

-risponde alle domande: «quali sono le ragioni per questa inferenza?» «quali evidenze supportano le inferenze?»

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2. VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE

N.B: questa parte non l’ha spiegata minimamente ma c’è nelle slide, io l’ho messa, ma non credo la chiederà

Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio (18 settembre 2006)

• Conoscenze: assimilazione delle informazioni attraverso l’apprendimento. l’insieme dei fatti, principi, teorie e pratiche

• Abilità: le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; sono cognitive e pratiche

• Competenze: comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia

• I saperi e le competenze sono riferiti ai quattro assi culturali (linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale). Sono il tessuto dei percorsi di apprendimento.

• Le competenze chiave: comunicazione nella madre lingua,

comunicazione nelle lingue straniere, competenza matematica, competenze di base in scienza e tecnologia, competenza digitale, imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturale

• le competenze chiave sono il risultato attraverso la reciproca

integrazione e interdipendenza tra i saperi e le competenze contenuti negli assi culturali. A riguardo, possono offrire contributi molto importanti metodologie didattiche capaci di valorizzare l’attività di laboratorio e l’apprendimento centrato sull’esperienza.

Logica delle competenze: diversa dalla valutazione degli apprendimenti, nasce su delle basi concettuali che per la prima volta trascendono la funzione della scolarizzazione all’interno di ciascuno Stato. E’ un modo globalizzato di vedere, attraverso gli apprendimenti, la qualità dei Sistemi. Logica OCSE su cui si basa la valutazione di tipo PISA, assunta in tutti i Paesi europei: la scuola è il meccanismo più importante per costruire il capitale umano (è il tipo di capitale a maggiore impatto d’innovazione, la qualità dell’economia di un Paese nel sistema competitivo globale dipende dalla qualità del suo capitale umano…valutare il capitale umano significa valutare la capacità innovativa dell’economia di un Paese e permette di decidere in una società globalizzata l’attrattività per diversi tipi di investimento) Linguaggio della scuola di oggi: competenze e curricola

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Curricula: non sono programmi semplificati, ma un’altra logica di organizzazione del sapere per nuclei fondamentali: ciò che conta non è la quantità di informazioni trasmesse con il programma (e quindi la quantità di informazioni memorizzate e di schemi cognitivi costruiti da un alunno) ma è la capacità di crescere personalmente e di agire in diversi contesti e in una particolare maniera. Competenze: sapere, saper fare, saper essere. Punta dell’iceberg di un concetto più complesso che non ha una definizione univoca. Il concetto di competenze dovrebbe caratterizzare la capacità individuale e personale non soltanto di sapere le cose e saperle fare (saper fare nella pratica, significato più ampio del compito scolastico) ma anche di avere una particolare disposizione (saper essere), di motivazione, perseveranza, capacità di riflessione, correzione, sentirsi parte di un team, di una pratica, di un’identità che si sviluppa in pratica che fa in modo che quello che imparo è al servizio di una mia crescita. Il concetto di competenza così com’è non è del tutto assestato:

• lato positivo: quello che a me serve è costruire la capacità di pensiero dell’alunno, non che sappia ma poi si dimentichi;

• lato negativo: il rapporto che esiste tra la didattica e la capacità di pensiero è più complesso.

Pedagogia comparata Comparare le competenze a livello internazionale attraverso delle prove standardizzate Esistono vari sistemi di valutazione comparativa, i più noti sono:

• PIRLS (Progress in International Reading Literacy) Si fa al quarto anno della scuola primaria, perché è l’età in cui si comincia a leggere per apprendere. Si valutano i processi di comprensione (ricavare informazioni, fare inferenze semplici, interpretare e valutare i contenuti di un testo) Procedure di campionamento: si scelgono casualmente una serie di scuole e all’interno di esse due classi quarte.

• TIMSS (Trends International Maths and Science Study)

Oggetto: teoria dei numeri, algebra, geometria, uso dei dati, probabilità spiegazione scientifica, lettura e interpretazione grafici Valutazione delle competenze a tre livelli:

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o livello 1: conoscere; capacità da parte di ciascun allievo di definire, riconoscere un esempio, eseguire procedure;

o livello 2: saper applicare; capacità di utilizzare concetti per spiegare fenomeni, integrare le informazioni;

o livello 3: saper ragionare; saper riflettere su quello che è stato

appreso, astrarre e comprendere delle teorie, connettere informazioni.

L’Italia per i primi due livelli ha dei risultati medio-alti;

• PISA (Programme for International Student Assessment) Si svolge all’età di 15 anni Non sono prove di tipo scolastico, valutano la capacità di rispondere a domande formulate in riferimento a un contesto specifico, mobilitando i propri apprendimenti (conoscere, applicare, ragionare). Organizzazione delle prove: 40% domande aperte: es. identificare il genere letterario di un piccolo testo, quindi interpretare; codificato a livelli e non giusti/sbagliato; richiede una formazione dei valutatori. 52% domanda a scelta multipla; 8% domande con set ristretto di risposte

In queste prove vengono richiesti ragionamenti legati a diversi tipi di competenze (definizioni sulle prove PISA): Competenza matematica: capacità di un individuo di identificare e comprendere il ruolo che la matematica gioca nel mondo reale, di operare valutazioni fondate e di utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in modi che rispondono alle esigenze della vita di quell’individuo in quanto cittadino che esercita un ruolo costruttivo, impegnato e basato sulla riflessione.; Competenza di lettura: capacità di un individuo di comprendere e utilizzare testi scritti e di riflettere sui loro contenuti al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità e di svolgere un ruolo attivo nella società; Competenza scientifica: capacità di utilizzare conoscenze scientifiche, di identificare domande alle quali si può dare una risposta attraverso un procedimento scientifico e di trarre conclusioni basate sui fatti, per

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comprendere il mondo della natura e i cambiamenti a esso apportati dall’attività umana e per aiutare a prendere decisioni al riguardo. Competenza nel problem solving: capacità di un individuo di mettere in atto processi cognitivi per affrontare e risolvere situazioni reali e interdisciplinari, per le quali il percorso di soluzione non è immediatamente evidente e nelle quali gli ambiti di competenza o le aree curriculari che si possono applicare non sono all’interno dei singoli ambiti della matematica, delle scienze o della lettura. Risultati in Italia Sulle prove PISA l’Italia è al di sotto della media; i risultati migliori li ottengono i Paesi dell’Estremo Oriente; in Europa la Finlandia. Attenzione: le prove PISA sono prove oggettive nel senso che si fondano su prove oggettive e standardizzate, ma non sono oggettive nel senso che non danno una fotografia definitiva e vera della realtà; possono descrivere alcuni elementi del sistema scolastico, prendendole con cognizione di causa, sapendo che selezionano alcune informazioni, ma ne trascurano altre. C’è un dibattito politico a questo riguardo e ci sono pareri contrastanti. In Italia si rileva un’enorme frammentazione a tutti i livelli:

• geografica • per istituti • all’interno degli stessi istituti

Distribuzione tra ordini di scuola: nei Licei si hanno i risultati migliori, sopra la media; nei tecnici un po’ al di sotto; nei professionali i punteggi sono ancora più bassi. Distribuzione diversa tra classe e classe all’interno di uno stesso istituto: dipende da diversi fattori. La dispersione scolastica è elevata in Italia, molto alta al Sud, meno al Centro e al Nord. I ragazzi italiani sono al di sotto della media ma si rileva una polarizzazione nei risultati, non una loro uniformità: sopra la media in alcuni settori, sotto la media in altri. Dalle prove PISA sono stati rilevati gli aspetti cognitivi e le competenze in cui i ragazzi italiani ottengono i migliori punteggi:

• interpretare il testo • dare spiegazione scientifica dei fenomeni • gestire e manipolare degli algoritmi

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Le competenze in cui sono al di sotto della media sono:

• Individuare le informazioni del testo • riflettere e valutare il testo • Individuare questioni a carattere scientifico • Risolvere problemi su probabilità e geometria

Rubriche valutative delle competenze Costruire un prospetto sintetico di una competenza per rilevarne lo sviluppo in ciascun allievo. Aspetti considerati nella rubrica:

• dimensioni della competenza, in che cosa consiste la competenza che stanno affrontando

• criteri utilizzati per stabilire se una certa competenze è stata acquisita • indicatori, ossia le evidenze per rilevare il grado di presenza del criterio • àncore, ossia estratti di prodotti reali, esempi concreti di prestazioni • livelli, ossia il grado di raggiungimento dei criteri su scala ordinale, ossia

il punteggio attribuito

3. VALUTAZIONE DELLE COMPRENSIONE Valutazione dei processi avanzati di pensiero. Concetto di comprensione: quali sono gli elementi che permettono agli insegnanti di capire se gli allievi hanno davvero appreso. L’apprendimento può essere inteso come la partecipazione ad una comunità di discorso specializzata, ciò che conta per l’apprendimento è la capacità di argomentare in maniera approfondita all’interno di una comunità di discorso intesa come la comunità della disciplina insegnata. Lauren Resnick, teorico dell’apprendimento, ha scritto un saggio sui processi avanzati di pensiero (es. pensiero critico..). La scuola è il posto in cui l’alunno può sviluppare capacità di pensiero. Questa capacità di pensiero non si basa solo sulla memorizzazione dei contenuti e sulla costruzione di schemi cognitivi, piuttosto è fondamentale avere una flessibilità mentale:

§ non essere rigidi § descrivere relazioni non lineari tra diverse dimensioni § saper formulare alternative § saper valutare quello che si fa

L’alunno è principiante in un campo che non è ancora di sua competenza; quando studia la materia impara il quadro di riferimento, attua un cambiamento concettuale che avviene solo quando, come principiante, può esprimere le sue conoscenze, sbagliare, essere corretto, correggersi ed

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imparare. Laddove io posso parlare e argomentare e non soltanto ripetere ciò che ho appreso e lo faccio su compiti che richiedono di ragionare in maniera diversa e di applicare le proprie conoscenze, lì acquisisco pensiero critico. Componenti cognitive implicate nei processi avanzati di pensiero:

• Sviluppo del lessico specifico • Raccolta di informazioni e valutazione della loro pertinenza • Argomentazione, scrittura • Esplicitazione dei quadri di riferimento teorico, capacità di situare le

posizioni, di capire le differenze tra diversi approcci di pensiero; • Metacognizione • Concezioni personali sullo sviluppo del sapere

Questo è possibile facendo prove diverse dalle classiche di tipo scolastico, diventare una sorta di comunità scientifica o letteraria o disciplinare che lavora su dei nuclei concettuali (curricolo semplificato) per un certo periodo di tempo.