Soren kiergaard 1813/1855...Timore e tremore (1843), raffigurando la vita religiosa nella persona di...

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Soren kiergaard 1813/1855 Prof.ssa Sabrina Fattori

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Soren kiergaard1813/1855

Prof.ssa Sabrina Fattori

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Padre dell’esistenzialismo?• L’esistenzialismo è una corrente filosofica del XX secolo l’esistenza

precede l’essenza• L’uomo diventa ciò che è come conseguenza delle sue scelte e può

diventare qualsiasi cosa..• Gli esistenzialisti sottolineano gli aspetti negativi dell’esistenza umana

la sua nullità essenziale che si manifesta nel dolore e soprattutto nella morte.

• Sono atei o agnostici e scarsamente interessati al problema religioso• L’individuo si rapporta e risponde solo a se stesso

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• Nei suoi scritti non ha mai usato questo termine• Per K. L’individuo è responsabile delle sue libere scelte

fondamentalmente davanti a Dio• Teorico dell’esistenza umana come possibilità che oscilla tra

disperazione e fede• Con le sue categorie però anticipa alcuni dei più caratteristici temi

dell’esistenzialismo:• Singolo (lettura p. 285-286)

• Possibilità (è la caratteristica fondamentale dell’esistenza e si contrappone alla necessità) l’esistenza è possibilità di essere diversamente possibilità di sceltala possibilità è il fondamento della libertà umana

• Angoscia: è il sentimento derivante dalla nostra libertà: quando proviamo angoscia significa che stiamo facendo esperienza della libertà. Proviamo angoscia perché ci troviamo esposti alle infinite possibilità della nostra esistenza. L’angoscia è percezione del rischio ignoto ed è diversa dalla disperazione, che è la “malattia mortale”, la perdita di ogni possibilità e speranza di salvezza, la consapevolezza di essere perduto

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Leonida alle Termopili di Jacques-Louis David

Data di produzione: 1814Dimensioni: 395 x 531 cmDove si trova. Musée du Louvre, Parigi

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• Angoscia riguarda il rapporto dell’uomo con il mondo.Nasce di fronte alle infinite possibilità dell’esperienza compresa quella del peccato, è sentimento del possibile.

• L’angoscia si differenzia dalla paura. Mentre quest’ultima ha sempre una causa l’angoscia non ne ha; è una dimensione dell’anima apparentemente immotivata una disperazione senza motivo un dolore che sembra nascere dal semplice esistere.

• La disperazione riguarda il rapporto dell’uomo con se stesso. Nasce da non saper accettare se stessi in rapporto a Dio dal prendere coscienza di essere insufficienti a se stessi e dell’impossibilità di andare oltre se stessi.

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Questo è senz’altro il quadro più celebre di Munch ed, in assoluto, uno dei più famosi dell’espressionismo nordico. In esso è condensato tutto il rapporto angoscioso che l’artista avverte nei confronti della vita. Lo spunto del quadro lo troviamo descritto nel suo diario:

Camminavo lungo la strada con due amiciquando il sole tramontòil cielo si tinse all’improvviso di rosso sanguemi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recintosul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuocoi miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paurae sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.

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IL PERSONALISMO ESITENZIALISTICOQuello che conta è la persona nella sua:• Singolarità • Unicità• Irripetibilità• Il perno su cui ruota il pensiero di Kierkegaard è l’uomo CONCRETO E

SINGOLO• Non più l’assoluto ma il Singolo uomo• Un uomo concreto• l’esistenza umana è qualcosa di abissale e terribile allo stesso tempo

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Perché Kierkegaard è polemico con Hegel (1770/1831) ?• Hegel riteneva possibile una comprensione razionale totale della realtàComprensione che doveva assumere forma filosofica in un sistema onnicomprensivo e compiuto.

• In questa concezione la religione veniva naturalmente subordinata alla filosofia: compito della filosofia era chiarire concettualmente le rappresentazioni religiose e quindi comprenderle ad un livello superiore

• Hegel cerca una conciliazione fra religione e filosofia.

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• Kierkegaard ritiene che gli uomini non siano in via primaria esseri razionali bensì esseri dotati di desideri e di sentimenti che si preoccupano e si angosciano…

• Naturalmente l’uomo è anche un essere razionale ma non può essere veramente compreso se si dimentica la sua concreta esistenza e lo si trasforma in un puro essere razionale.

• La fede è del tutto irriducibile alla ragione e qualsiasi tentativo di renderla razionale ne falsifica il significato.

• La filosofia è un’attività esercitata dal singolo uomo rivolta a ricercare una verità destinata a chiarire il senso della vita e delle proprie scelte.

«La verità è una verità solo quando è verità per me»

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Rapporto filosofia e religione

Non sono conciliabili perché la prima pretende alla verità oggettiva la seconda richiede l’impegno personale del soggetto del singolo che deve compiere scelte basate sulla convinzione interiore e non su norme e criteri oggettivi appresi.

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PESSIMISMO

• Rifugge da ogni consolazione ottimistica e con lucidità scava dentro l’esistenza umana per scoprire gli aspetti più irriducibili ad ogni dialettica:

• L’angoscia• La disperazione• La scelta immotivata• Il salto nel buio• La fede religiosa (gratuita e senza garanzie) la più terribile

delle scelte perché la più paradossale e la più assurda

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Stadio esteticoDon Giovanni

Vivere nell’istante

Mancanza di continuità durata

Impossibilità a costruire un io

Desiderio novità dispersione noia

disperazione

Stadio eticoIl marito

Assunzioni di un ruoli

Assunzioni di un io

Esistenza fissa limitata

Fedeltà ripetizione conformismo

pentimento

Stadio religiosoAbramo

È una scelta immotivata

Implica il salto mortale

È la soluzione del paradosso dell’esistenza

Fede paradosso scandalo solitudine

salvezza

La centralità del singolo implica la possibilità come categoria dell’esistenza da cui deriva una scelta come aut-aut tra

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Gli stadi dell’esistenzaLe tre sfere dell’esistenza sono esclusive l’una dell’altra, e perciò il passaggio dall’una all’altra impegna il Singolo con un atto libero di scelta, che può essere soltanto suo: più che un passaggio dialettico, è un salto. Non è possibile un «et…et» fra due stadi fra loro contraddittori, ma solo un’antitesi radicale, che si esprime come «aut…aut»Il Singolo si trova davanti a tre alternative principali, cioè a tre modelli esistenziali inconciliabili:Lo stadio estetico: l’individuo sceglie di non scegliere;Lo stadio etico: l’individuo sceglie la realizzazione di se stesso in ambito personale e sociale;Descritti in «Aut-aut»: temi principali quello della SCELTA e del SACRIFICIO;Lo stadio religiosoDescritto in «Timore e tremore»

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Stadio estetico• Aut-Aut (Enten-Eller in danese) pubblicato 1843• Uso dello pseudonimo Victor Eremita (indicativo dello stato d’animo

dopo la rottura con Regina Olsen) indicato come curatore e non autore del libro

• L’opera lunga e complessa si presenta come una raccolta di scritti messi insieme da un editore immaginario (l’eremita vittorioso)

• Nell’introduzione afferma di aver trovato delle carte ordinate in due gruppi in un secrétaire (in un cassetto segreto di una scrivania acquistata da un rigattiere)

• Presenta due approcci possibili alla vita: l’estetico e l’etico• l’autore A e• l’autore B un giudice di nome Wilhelm

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• la vita estetica dedicata in gran parte al Don Giovanni (composto da Mozart nel 1787) fondata sul perseguimento del piacere e sul modo di evitare la noia

• La vita etica che attribuisce a un magistrato di nome Wilhelm (la vita etica) lunghe lettere che invia ad A

• L’opposizione fra i due stadi è radicale O….O• Estrema l’analisi: nessuna delle due dimensioni riesce a togliere

l’individuo dalla disperazione• L’amore sensuale di Don Giovanni non è indirizzato a una specifica

donna ma a tutte le donne in modo indistinto per questo non è un amore ‘fedele’ essendo fedele propriamente a tutte.

• Sceglie il momento irripetibile, l’attimo fuggente cioè l’individualità immediata che incontra nelle donne che corteggia…chi ha goduto cerca un nuovo oggetto e così all’infinito…

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Il giudice così riassume ciò che va perduto nell’approccio di A alla vitaColui che non può arrivare a rivelarsi non può amare, e colui che non può amare,

quegli è il più infelice di tutti [V, 24]L’esteta approda così alla disperazione, poiché mentre si abbandona al godimento, assume del pari nella sua coscienza la vanità e l’insignificanza di tutte le cose:

ogni concezione estetica della vita è disperazione, e […] ciascuno che vive esteticamente è disperato, lo sappia egli o no [v, 65]

Paradossalmente proprio la noia che tanto teme giunge a rivelargli la miseria della sua esistenza

Lo stadio estetico (lettura p. 286-287)

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Stadio etico

• Il giudice ricorda ad A che è possibile cambiare il proprio modo di vivere: si tratta di vincere la cosa più importante, se stessi, per guadagnare il proprio Sé, la propria autonomia interiore, ciò avviene col passaggio alla vita etica.

• Bisogna però scegliere coscientemente l’etica e non mantenersi in uno stato intermedio, come molti che non vivono né esteticamente né eticamente.

• Nella vita etica l’individuo sceglie di scegliere, pone la differenza fra bene e male e si sottomette ai doveri, cioè all’universale. Chi vive eticamente conosce se stesso e sceglie se stesso.

• La ricerca dell’attimo è sostituita da quella della stabilità della continuità della rinuncia del piacere immediato in vista di un fine più alto e nobile.

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• Lo stadio etico è rappresentato dal marito. Nel matrimonio sostiene il giudice, non manca un valore estetico, ma esso è portato ad un più alto significato dall’elemento etico che conferisce all’amore serietà e stabilità.

• Continuità, fedeltà, la felicità scaturisce dalla normalità rappresentata dal matrimonio e dal lavoro.

• La vita etica è un processo di autocostruzione di se stessi un processo di formazione.

• La ricerca però della coerenza e della perfezione rivela l’impossibilità della vita etica; la scoperta dell’incapacità di vivere la vita etica determina l’angoscia.

Lo stadio etico (lettura p. 287-288)

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Stadio religioso• Tra vita etica e vita religiosa c’è un abisso più profondo che tra

l’estetica e l’etica, in quanto la fede è incomprensibile e a-razionale, èparadosso.

• K. chiarisce questa opposizione in Timore e tremore (1843),raffigurando la vita religiosa nella persona di Abramo. Questi, vissutofino a 70 anni nel rispetto della legge morale, riceve da Dio l’ordinedi uccidere il figlio Isacco e di infrangere così la legge per la quale èvissuto.

• Il comando divino è, quindi, in contrasto con la legge morale e conl’affetto naturale e non trova alcuna giustificazione innanzi ai familiaristessi di Abramo. L’affermazione del principio religioso sospendeinteramente l’azione del principio morale. Tra i due principi non c’èpossibilità di conciliazione, la loro opposizione è radicale.

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• L’uomo che ha fede, come Abramo, opterà per il principio religioso, seguirà l’ordine divino anche a costo di una rottura con la generalità degli uomini e con la norma morale; la fede, infatti, non è un principio generale: è un rapporto privato tra l’uomo e Dio, un rapporto assoluto con l’Assoluto. La fede è il dominio della solitudine: non si entra in essa «in compagnia», non si odono voci umane e non si scorgono regole; da qui deriva il carattere incerto e rischioso della vita religiosa.

• Dubbio, angoscia, paradosso e scandalo non sono solo le caratteristiche del cristianesimo ma dell’esistenza stessa. Il cristianesimo si presenta dunque come la più acuta analisi dell’esistenza.

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1. Kierkegaard afferma che l’uomo dispone di fondamentali possibilità cioè può scegliere tra tre alternative dell’esistenza. Quali sono queste tre alternative? Descrivile in modo preciso facendo riferimento ai testi e a quanto detto durante le lezioni.

2. Perché per Kierkegaard gli stadi non possono fondersi hegelianamente? Come è possibile passare da uno stadio all’altro?