Terapia farmacologica del morbo di Parkinson. Quadro clinico Esordio insidioso Decorso cronico...

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Terapia farmacologica del morbo di Parkinson

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Terapia farmacologica del

morbo di Parkinson

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Quadro clinico

• Esordio insidioso

• Decorso cronico progressivo

• Sintomi principali: tremore, rigidità, bradicinesia, alterazione della postura e della deambulazione

• Sintomi secondari: disturbi autonomici (ipotensione ortostatica, scialorrea, stipsi, sudorazione), sintomi cognitivi (demenza), sintomi affettivi (depressione)

Morbo di Parkinson

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Strategie terapeutiche nel morbo di Parkinson

• Trattamento sintomatico

- farmacologico

- chirurgico

• Terapia preventiva (neuroprotezione)

- nessuna strategia terapeutica con efficacia certa

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Trattamento sintomatico

• farmacologico

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Terapia farmacologica nel morbo di Parkinson

• Farmaci che aumentano la trasmissione dopaminergica

- Levodopa + inibitori periferici della dopa-decarbossilasi

- Agonisti recettoriali dopaminergici

- Inibitori delle MAO-B

- Inibitori delle catecol-O-metiltransferasi

- Amantadina

• Farmaci anticolinergici

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Farmaci che aumentano la trasmissione dopaminergica

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Caratteristiche farmacologiche

• rapidamente assorbita dall’intestino tenue (duodeno e digiuno)

• emivita plasmatica 1-3 ore

• a livello periferico la levodopa viene metabolizzata ad opera della dopa-decarbossilasi con formazione di dopamina (che non passa la barriera ) e della COMT con formazione di 3-ossi-metildopa. I principali metaboliti nel SNC sono l’acido diidrossifenilacetico (DOPAC) e l’acido omovanillico (HVA)

• solo una piccola frazione di levodopa (1-3%) penetra nel cervello in forma immodificata

• se somministrata con un inibitore periferico della dopa-decarbossilasi si avrà

- prolungamento dell’emivita plasmatica

- aumento della biodisponibilità

- maggiore ingresso di levodopa nel SNC

LEVODOPA

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Caratteristiche farmacocinetiche delle diverse formulazioni di L-dopa

Formulazione Tmax (minuti) T1/2 (ore) Biodisponibilità (%)

L-dopa

L-dopa + IDD

L-dopa + carbidopa CR

L-dopa + benserazide HBS

L-dopa metilestere

(melevodopa)

30-60

30-120

120-180

120-240

20-60

0.6-0.9

1-3

4-5

6-8

0.2-0.6

99

99

70

60

99

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Effetti indesiderati (1)

• Gastrointestinali

- nausea, vomito, anoressia

• Cardiovascolari - ipotensione posturale, tachicardia, aritmie

• Neurologici

- discinesie

• Psichici - allucinazioni, delirio, confusione, ansia, irritabilità, euforia

LEVODOPA

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Effetti indesiderati (2)

• Fluttuazioni motorie

- fenomeno del wearing off o acinesia di fine dose

- fenomeno on-off

- fenomeno del freezing

• Movimenti involontari

- discinesie

- distonie

LEVODOPA

Trattamento fluttuazioni motorie e movimenti involontari:

- aumento delle singole dosi o frazionamento della dose di L-dopa

- formulazioni a lento rilascio

- inibitori MAO-B

- inibitori COMT

- dopaminoagonisti

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Uso clinico

• efficace su tutti i sintomi ed in particolare sulla bradicinesia

• gli effetti benefici tendono a ridursi dopo 2-3 anni

• nel giro di 4-5 anni molti pazienti presentano discinesie e fluttuazioni motorie

• può essere necessaria l’associazione con dopaminoagonisti, inibitori MAO-B

o inibitori COMT

• non arresta l’evoluzione del processo degenerativo

LEVODOPA

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• Il paziente non avverte beneficio dopo le singole dosi

• Perdita di efficacia nel pomeriggio e difficoltà a girarsi nel letto la notte

• Acinesia al risveglio talora con distonia del piede

• Fluttuazioni di tipo prevedibile (“wearing-off”); durata dell’effetto più breve (da 12-24 ore a 4-5 ore poi 2-3); comparsa di discinesie nelle fasi di mobilità

• Fluttuazioni prevedibili (“on-off”) poi imprevedibili con “off” improvvisi, “no-on”, discinesie-distonie

Stadi del declino della risposta alla levodopa

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• Bromocriptina - agonista recettori D2 e debole antagonista

recettori D1

• Pergolide - agonista recettori D1 e D2

• Cabergolina

• Apomorfina (per via sottocutanea)

• Pramipexolo

• Ropinorolo

AGONISTI DOPAMINERGICI

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Caratteristiche farmacocinetiche dei dopaminoagonisti

Farmaco Tmax (minuti) T1/2 (ore) Biodisponibilità (%)

Ergolinici

Bromocriptina

Cabergolina

Pergolide

Non ergolinici

Apomorfina

Pramipexolo

Ropinorolo

80

120-240

60-120

10

60-180

90

6

65

15-27

0.5

8-12

3-10

8

60

20

90

90

50

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Effetti indesiderati

• Gastrointestinali• Cardiovascolari• Neurologici• Psichici• Ergotismo (fibrosi retroperitoneale e polmonare, valvulopatie cardiache)

con i derivati dell’ergot bromocriptina, cabergolina e pergolide)

Uso clinico

• Pazienti con malattia in fase avanzata• Pazienti con fluttuazioni motorie• In associazione alla levodopa utilizzando dosi inferiori

AGONISTI DOPAMINERGICI

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Selegilina e Rasagilina

• inibitori selettivi della MAO-B che metabolizza la dopamina

• possibile azione neuroprotettiva: inibendo il metabolismo della dopamina

riducono la formazione di radicali liberi

• effetti indesiderati: ansia, insonnia, sintomi gastrointestinali

INIBITORI DELLE MAO-B

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• Entacapone

- inibitore COMT periferico, selettivo e reversibile

- aumenta l’emivita plasmatica della L-dopa

- riduce la formazione di 3-ossi-metildopa, metabolita potenziale competitore

della L-dopa per il carrier a livello della barriera emato-encefalica

- somministrato in associazione a L-dopa

• Tolcapone

- rischio di epatotossicità

INIBITORI DELLE COMT

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Ottimizzazione della farmacocinetica della levodopa + IDD con entacapone

Inibizione duplice DDC e COMT

- Aumento emivita plasmatica levodopa

- Prolungamento dell’effetto di ogni dose

del 10-20%

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• favorisce il rilascio di dopamina e ne blocca la ricaptazione

• meno potente della levodopa e con effetto di minore durata

• effetti indesiderati: disturbi psichici, “livedo reticularis”, edema

AMANTADINA

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Farmaci anticolinergici

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• Biperiden, Orfenadrina, Triesifenidile

- utilizzati soprattutto nei primi stadi della malattia, efficaci sul tremore e sulla scialorrea

- utilizzati nella sindrome parkinsoniana indotta da neurolettici

- sconsigliati negli anziani, presentano effetti collaterali di tipo anticolinergico a livello centrale e periferico

ANTICOLINERGICI

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Principi di terapia farmacologica del M. di Parkinson

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Basato su:

• Problemi nel rendimento lavorativo

• Capacità di vita familiare, sociale e finanziaria

• Capacità di gestire le attività quotidiane

• Disturbi di equilibrio e deambulazione

Quando iniziare la terapia farmacologica?

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Vantaggi dei Dopaminoagonisti

• Lunga emivita e conseguente stimolazione dopaminergica continua• Minore frequenza di discinesie/fluttuazioni motorie• Possibili effetti neuroprotettivi

Vantaggi di Levodopa + IDD

• Maggiore efficacia sui sintomi motori• Rapido raggiungimento di una dose efficace• Minore frequenza di sonnolenza e allucinazioni• Minore costo

Trattamento iniziale della malattia di Parkinson

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M. di Parkinson ad esordio precoce (<50 anni)

• Monoterapia con dopaminoagonisti

• Associazione precoce di L-dopa a basso dosaggio con dopaminoagonisti

• In presenza di tremore resistente alla terapia possibile uso di anticolinergici

M. di Parkinson (50-70 anni)

• Monoterapia con dopaminoagonisti

• Monoterapia con L-dopa (basso dosaggio)

• Associazione L-dopa/dopaminoagonisti

M. di Parkinson (>70 anni)

• Monoterapia con L-dopa

• Associazione L-dopa/dopaminoagonisti

Trattamento iniziale della malattia di Parkinson

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Strategie terapeutiche nella malattia di Parkinson avanzata

Stimolazione dopaminergica continua

• Levodopa

- Formulazioni rapide (melevodopa) o ritardo

- Inibitori COMT

- Infusione duodenale continua

• Dopaminoagonisti

- Agonisti a lunga emivita: cabergolina, pramipexolo, ropinorolo

- Apomorfina (infusione continua sottocute)

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Perfusione continua di L-dopa nel duodeno attraverso una gastrotomia

percutanea mediante una pompa portatile

Miglioramento notevole delle fluttuazioni motorie e delle discinesie

Trattamento molto costoso da riservare a pazienti selezionati

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Indicazioni alla terapia infusionale sottocute continua con apomorfina

• Pz. con fluttuazioni/discinesie e con scarso controllo con terapia orale

• Elevata motivazione

• Supporto familiare o del caregiver

• Pz. candidati alla terapia chirurgica

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Trattamento sintomatico

• chirurgico

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Trattamento chirurgico del morbo di Parkinson

• neurochirurgia stereotassica: talamotomia, pallidotomia

• stimolazione elettrica profonda

• trapianto di cellule nervose

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Trattamento chirurgico del morbo di Parkinson

Quando è indicato?

• In fase avanzata di malattia quando la terapia medica non è più in grado di controllare le complicanze motorie in modo accettabile

• Quando non vi è alcun dubbio sulla diagnosi di m. di Parkinson idiopatica

• Pazienti in buone condizioni generali, di età non avanzata (<70 anni) e motivati

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Terapia preventiva

• neuroprotezione

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TERAPIA NEUROPROTETTIVA

Neuroprotezione

Intervento terapeutico finalizzato a rallentare o a bloccare

la progressione della degenerazione neuronale, che non necessariamente rimuove le cause della malattia, ma

interviene sui meccanismi patogenetici della morte neuronale, modificando la storia naturale della malattia

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Farmaci proposti per la terapia neuroprotettiva

della M. di Parkinson

• Dopaminoagonisti

• Inibitori MAO-B (Selegilina e Rasagilina)

• Fattori neurotrofici (GDNF)

• Vitamina E

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Effetto neuroprotettivo dei dopaminoagonisti

Evidenze precliniche

• Riducono il release ed il turnover della dopamina attraverso l’attivazione dell’autorecettore dopaminergico e quindi la formazione di radicali liberi

• Diretto effetto di scavenging dei radicali liberi con soppressione della perossidazione lipidica

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Formazione di radicali liberi

Azione neuroprotettiva degli inibitori delle MAO-B