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Anno VII - Numero 1-2 15-31 Gennaio 2006 DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it www.goiradio.it E-MAIL: [email protected] in primo piano Il ricordo Il ricordo di un piccolo grande uomo Ciao Pasquale fratello massone Vescovo di Locri “Respingiamo le sue accuse indiscriminate contro la Massoneria” Servizio biblioteca Contatti inglesi per la Biblioteca Corrado Augias racconta i segreti di Roma Mercurio Trismegisto Manifestazioni Il Grande Oriente rende omaggio a Giorgio Spini Se a Buttiglione piace “massonico” Mestre: attività del club service Round Table Rende: i 50 anni della Loggia “Telesio” di Cosenza Bergamo: omaggio ad Arcangelo Ghisleri Attività internazionali Stati Uniti: gemellaggio della Loggia aretina “Dante Alighieri con la “Italia 2001” Washington Belgio: l’incontro dei fratelli della “Nuova Era” attività Grande Oriente d’Italia Notizie dalla Comunione rassegna stampa storia e cultura B come bellezza attualità anniversari 10 23 7 9 19 22 sommario Voltaire al tavolo di lavoro, Baquoy, 1795 Voltaire al tavolo di lavoro, Baquoy, 1795 Voltaire al tavolo di lavoro, Baquoy, 1795 11

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Anno VII - Numero 1-215-31 Gennaio 2006

DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

Via di San Pancrazio, 800152 Roma

Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

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in primo pianoIl ricordoIl ricordo di un piccolo grande uomoCiao Pasquale fratello massone

Vescovo di Locri“Respingiamo le sue accuse indiscriminate contro la Massoneria”

Servizio biblioteca Contatti inglesi per la BibliotecaCorrado Augias racconta i segreti di RomaMercurio Trismegisto

Manifestazioni Il Grande Oriente rende omaggio a Giorgio SpiniSe a Buttiglione piace “massonico”Mestre: attività del club service Round TableRende: i 50 anni della Loggia “Telesio” di CosenzaBergamo: omaggio ad Arcangelo Ghisleri

Attività internazionaliStati Uniti: gemellaggio della Loggia aretina“Dante Alighieri con la “Italia 2001” WashingtonBelgio: l’incontro dei fratelli della “Nuova Era”

attività Grande Oriente d’ItaliaNotizie dalla Comunione

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Gran LoggiaGran Loggia

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Gran Loggia 2005: i lavori nel Tempio

“Laicità è Libertà” è il tema della Gran Loggia 2006che si terrà a Rimini dal 31 marzoal 2 aprile

Pasquale Santamaria, unpiccolo, grande Fratello, ci

ha lasciato.Io ho perso l’amico con il qua-le ho condiviso ideali e batta-glie per oltre quarant’anni, valea dire dai “calzoni corti”.I nostri destini si incrociarono,infatti, nella comune militanzamazziniana, che consacrava lanostra vocazione a navigaresempre contro corrente, nellefila di una minoranza, consape-voli che si trattava di una scel-ta che ci escludeva dai giochi dipotere e dalle aspirazioni alle“autostrade” dei vantaggi per-sonali, convinti che occorresserivoluzionare il mondo per ren-derlo più giusto, più umano,più pulito.Con lo stesso spirito ci siamoritrovati nel Grande Oriente d’I-talia, all’insaputa l’uno dell’al-tro. Di poi non ci siamo lasciatipiù.Strano destino per un Massonechiamarsi Santamaria ed esserealfiere dei valori della laicità.Laico e credente perché si può

essere tali, avendo chiaro ilconcetto che la distinzione puòoperare solo tra laici credenti enon, da un lato, e bigotti cre-denti e non, dall’altro.La sua adesione alla Massone-ria non è mai stata di facciata emai si è concretata nella fieradelle vanità, nella caccia ai gra-di, a qualunque prezzo, ai tito-li altisonanti.Tutta una vita, troppo breve lasua, dedicata ai familiari, agliamici e all’umanità, con la di-sponibilità che eccedeva le sueforze e le sue possibilità: unasolidarietà che nasceva da unanimo sensibile al grido di do-lore che squarcia i silenzi di unasocietà sofferente, ove la rin-

corsa spasmodica ai “metalli”obnubila le coscienze e cancellai valori.Piccolo grande amico, fratellovero, con un cuore grande; di-screto, con il pudore di far co-noscere i propri sentimenti e leproprie azioni.Ho appreso da altri, e pocotempo fa, che tutte le volte chemi sono candidato non andavaa lavorare e prendeva le ferieper sostenermi.Pasqualino aveva un sogno: an-dare in pensione ed essere unLibero Muratore a tempo pieno.Non ce l’ha fatta e lascia in mee in tutti noi un vuoto incolma-bile.

Il Gran Maestro Gustavo Raffi

il ricordoil ricordo

Il fratello Santamaria con lapop singer Noà in occasionedella Gran Loggia di Rimini

dello scorso anno

Il fratello PasqualeSantamaria,direttoreresponsabile di“Erasmo Notizie” èscomparso, dopobreve malattia, loscorso 26dicembre, all’età di61 anni. Iniziato nel 1981,apparteneva allaLoggia “GiuseppeGaribaldi” (1188) di Roma.

Il Gran Maestro Raffi con Pasquale Santamaria

Il ricordo del Gran Maestro è anche on line nel nuovo tg di GoiRadio

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In ricordo di un piccolo grande Uomo

il ricordo il ricordo

Non ricordo quando ho conosciutoPasquale, direi da sempre perché

era uno di quei fratelli che parlandogli en-tri subito nel cerchio magico di un grandeafflato che ti dà la sensazione di esserglida sempre amico. Recentemente era statocolpito dalla morte della mamma che luiadorava ed è stata una grande tragediache lo ha irrimediabilmente segnato. L’hovisto per l’ultima volta proprio dopo, po-che settimane dal grave lutto e ci siamostretti in un fraterno abbraccio senza direuna parola, perché ogni parola sarebbesuonata solo retorica.Abbiamo cenato assieme (lui mi parlavache stava per andare in pensione, e cosìsi sarebbe dedicato all’Istituzione a tem-po pieno) e prima di lasciarci mi disseche sarebbe stato ricoverato all’Ospedaleper delle analisi. Volli sapere il nome del-l’Ospedale per andarlo a trovare, non ilreparto che sarebbe stato solo quello dipediatria.Abbiamo riso e ci siamo abbracciati. Nonlo avrei più rivisto.Nella Chiesa cattolica che lui aveva sceltoper il rito funebre, zeppa di fratelli e diamici, ho assistito sgomento alla cerimo-nia funebre, commosso dalle parole delfrate officiante e di Gustavo Raffi che havoluto dare al fratello, all’amico, al com-

battente, l’ultimo estremo saluto. Sonovecchio e facile alla commozione. Mentresi svolgeva la cerimonia ho rivissuto, conle lacrime agli occhi, la mia fraterna ami-cizia per questo caro fratello, piccolo fra-tello (di statura), ma grandissimo di ani-mo; ho rivisto il suo sorriso di uomo sem-plice che non conosce invidia e malignitàe dotato di una forte autoironia (che èuna dote che hanno solo le intelligenzesuperiori) da sorridere sulla sua statura fi-sica e sul suo cognome… Santamaria, alquale quando lo vedevo io aggiungevoregolarmente: “Ora pro nobis”.Il nostro sodalizio ideale (anche perchéaccomunato dallo stesso mestiere) erarafforzato da una diversa idealità: lui cat-tolico poco praticante, ma sinceramentecattolico, io Volteriano e credente appenaappena nel grande “forse”. Eravamo ac-comunati da un grande rispetto reciprocoin una istituzione che ci aveva formato inun grande credo, nella tolleranza. Lui uo-mo di fede e di ragione. Io solo uomo diragione e spesso lo invidiavo per il donodella fede che io non avevo e che non ho.Ora il fratello Pasquale è lassù, nei pa-scoli del cielo abbracciato alla sua mam-ma che tanto adorava e mi sorride.Molti anni fa, dopo un disastroso inci-dente d’auto, mi ero proclamato Grande

Oratore dell’Oriente Eterno.Ora che il Gran Maestro, il caro e frater-no Gustavo, mi ha nominato Gran Mae-stro Onorario del Grande Oriente d’Italiaquando verrà la mia ora, aspiro all’inca-rico di Grande Architetto dell’UniversoSupplente e conseguentemente cedo ilposto di Grande Oratore al caro Pasqua-le e in questo momento Cicerone e Vol-taire lo avranno già insignito delle inse-gne della sua carica.E continuando il nostro sodalizio frater-namente ironico, dico all’amico, al fratel-lo Pasquale di preparare sin d’ora il mioingresso nel Tempio della Eternità, dell’A-more vero e universale e della armoniaprofonda, e di attendermi che arriverò…ma senza fretta.

Aldo Chiarle

Il ricordo del Gran Maestro Onorario Aldo Chiarle

Ciao Pasqualefratello massone

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“I l Vescovo di Locri continua a lan-ciare accuse indiscriminate contro

la Massoneria, accostandola alla crimina-lità organizzata. Le sue dichiarazioni of-fendono i liberi cittadini e distolgonodalla doverosa lotta alla mafia. L’acco-

stamento indebito tra “mafia” e “masso-neria” e il suo invito ai “laici” a “com-piere un percorso di liberazione” perconquistare la “normalità” rivelano tuttala debolezza di una Chiesa che rifiuta ildialogo e vive steccati oramai superati

dalla storia. Quello che monsignor Bre-gantini non comprende è che la vera bar-riera è tra le persone perbene, credenti enon, e quelle che violano la legge e la di-gnità umana. A questo proposito invitia-mo l’alto prelato a indagare a tutto cam-

Il Gran Maestro Raffi al vescovo di Locri

“Respingiamo le sue accuse indiscriminate contro la Massoneria”Monsignor Bregantini aveva espresso parole offensive in occasione della presentazione della Settimana sociale della Chiesa calabrese

vescovo di Locri vescovo di Locri

po, anche in casa sua, tra il suo gregge”.Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha replica-to così alle affermazioni di monsignorGiancarlo Bregantini, vescovo di Locri eGerace, rilasciate il 29 dicembre in occa-sione della presentazione della Settimanasociale della Chiesa calabrese in pro-gramma dal 3 a 5 marzo a Vibo Valentia.Non è la prima volta che il Grande Orien-

te d’Italia reagisce alle accuse del vesco-vo nei confronti della massoneria. “La Massoneria del Grande Oriente d’Ita-lia – ha aggiunto il Gran Maestro le cuidichiarazioni sono state integralmente ri-portate dai quotidiani della regione(Gazzetta del Sud, Il Domani, Il Quoti-diano e Il Giornale di Calabria) – non hanulla da nascondere e combatte in primafila la delinquenza organizzata. Non ac-coglie nel suo seno le “pecorelle smarri-te” e i loro parenti ed amici. Se monsi-gnor Bregantini è a conoscenza di casi epersone li denunci pubblicamente, senza

trincerarsi dietro accuse generiche, assu-mendosi, ovviamente, ogni responsabi-lità civile e penale. Per quanto mi riguar-da sono pronto ad un pubblico e imme-

diato confronto, lascio al presule la scel-ta del luogo: un sagrato, una piazza, unaLoggia”.In un incontro con i giornalisti, il prelatocalabrese, illustrando il programma deilavori della manifestazione prevista amarzo, aveva espresso gli obiettivi dellaChiesa calabrese sulle urgenze della so-cietà locale, attraverso l’analisi della sto-ria della regione: “Non ci limiteremo amostrare i segni positivi – aveva detto –ma metteremo in evidenza anche alcunerealtà negative, a causa di quelle struttu-re di peccato, mafia e massoneria in par-ticolare, che impediscono la crescita e losviluppo della Calabria”. Per quanto ri-guarda l’invito ai laici citato dal GranMaestro Raffi, monsignor Bregantini ave-va dichiarato che questi “devono com-prendere che hanno davanti un lungopercorso di liberazione perché la speran-za è cammino, conquista della normalità,come già avviene per molte altre regioniitaliane”. “Speranza – aveva concluso –è sogno e segno, l’uno senza l’altro ge-nerano solo illusione e frammento”.Non sono mancate le prese di posizionea favore della massoneria da personeestranee all’istituzione. Sergio Scarpino,personaggio noto negli ambienti politicilocali, ha dichiarato che “sia la Chiesache la massoneria hanno titoli per indi-care la strada per la crescita morale del-la Calabria”.

(per approfondimenti cfr. rubrica “Rassegna Stampa”

pag. 15-16)

I l Canonbury Masonic Research Centre(CMRC), è stato fondato nell’ottobre 1998

come ente morale allo scopo di sviluppare e di-vulgare gli studi e le ricerche sulla Massoneriae tutte le tradizioni esoteriche ad essa collega-te. Il Centro ha l’alto patrocinio di SpencerDouglas David Compton, VII Marchese diNorthampton e, dal 2001, pro Gran Maestrodella Gran Loggia Unita d’Inghilterra.Il CMCR promuove la sua attività a Londra at-traverso conferenze pubbliche mensili, semina-

ri e un convegno annuale internazionale cheraccoglie significativi contributi di diversoorientamento. Il 15 febbraio è prevista una con-ferenza di Nicholas Goodrick–Clarke su Mas-soneria e Tradizione Ermetica che presentaanalogie con quanto sarà trattato al Vascello, il25 dello stesso mese, in una conferenza curatadal Servizio Biblioteca che presenterà il volu-me Corpus Hermeticum pubblicato lo scorsoanno.Nel 2004 il Grande Oriente d’Italia ha parteci-

vescovo di Locrivescovo di Locri

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Gazzetta del Sud

del 4 gennaio

Il Giornale di Calabria

dell’8 gennaio

Il Domani della Calabria del 4 gennaio

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Londra

Contatti inglesi per la Biblioteca del Grande Oriente

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servizio biblioteca servizio biblioteca

pato al convegno internazionale con unaapprezzata relazione del fratello AntonioPanaino, direttore scientifico di Hiram,sul tema Zoroastrians and Freemasonry,mentre lo scorso novembre la nostra Ob-bedienza è intervenuta con una rappre-sentanza guidata dal Gran SegretarioGiuseppe Abramo (la notizia è apparsanel numero 20/2005 di “Erasmo Notizie”).La presenza dei delegati italiani, chehanno ricevuto un’ottima accoglienza da-gli organizzatori, è stata segnalata dallapiù importante rivista massonica inglese,Freemasonry Today, che ha pubblicatouna bella foto nella sua ultima edizione(Winter 2005/2006, Issue 35).Nel corso del soggiorno londinese, il Bi-

bliotecario Bernardino Fioravanti ha visi-tato il Circolo Corrispondente dellaQuattro Coronati dove ha acquistato 25annate, in formato cd, della rivista ArsQuatuor Coronatorum. Transactions of

Quatuor Coronatorum Lodge No. 2076che andranno ad aggiungersi alla colle-zione, in fase di completamento, dellaBiblioteca del Grande Oriente. In questaoccasione si è incontrato con il segreta-rio del circolo Peter Hamilton Currie chegli ha illustrato le loro novità editoriali e,in particolare, l’ultimo numero dellaTransactions che contiene un approfondi-to articolo di James W. Daniel sulle Rela-zioni estere della Gran Loggia Unita d’In-ghilterra dal 1950 al 2000: politica e pra-tica.In seguito il fratello Fioravanti si è reca-to presso la Biblioteca e il museo dellaGran Loggia Unita d’Inghilterra – unicastruttura eretta ad ente morale, diretta

dalla dottoressa Diane Clements, visitatada migliaia di persone ogni anno – cherecentemente ha sviluppato un efficacerapporto di collaborazione con il Centrefor Research into Freemasonry dell’Uni-

versità di Sheffield. Nella sede della GranLoggia Unita d’Inghilterra, in GreatQueen Street, il Gran Bibliotecario ha po-tuto seguire le riprese cinematografichedel film Il Codice Da Vinci, che uscirà ilprossimo maggio. Anche in questa occasione, la Bibliotecadel Grande Oriente d’Italia ha acquisitonuovo materiale: alcuni libri e documen-ti significativi tra cui la collezione dellastampa satirica Hogart’s Night, l’OfficialReport of the Proceedings relative to theFoundation of the Grand Lodge of Free-masons and Election of its first GrandMaster (pubblicato ad Atene nel 1872,con allegato una corrispondenza delGrande Oriente d’Italia che ne attesta ilruolo nella costituzione della Gran Log-gia di Grecia), una Pianta di Londra del1754 che indica l’esistenza della MasonsHall e la monografia di John T. Thorp suiPrigionieri di guerra dell’esercito napo-leonico in Inghilterra. Tutto il materialesarà esposto ed illustrato dal Servizio Bi-blioteca nella prossima Gran Loggia diRimini che si svolgerà dal 31 marzo al 2aprile.

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“Hogart’s Night”

Gli incontri al Vascello

Corrado Augias racconta i segreti di RomaISegreti di Roma è il nuovo libro (edito

da Mondadori) di Corrado Augias che il15 dicembre è stato presentato a Villa “IlVascello” dal Servizio Biblioteca del Gran-de Oriente d’Italia, diretto dal Gran Biblio-tecario Bernardino Fioravanti. Il volume,nella top ten dei libri più venduti in Italia,e il suo autore, volto conosciuto del pic-colo schermo, non potevano non richiama-

re un vasto pubblico: ben 400 personehanno affollato la sede del Grande Orienteche, oltre alla Sala “Paolo Ungari”, è stataattrezzata con schermi, in altri due locali,per consentire a tutti di seguire l’incontro.Oratore colto e brillante, Augias ha tra-sformato la presentazione in un avvincen-te racconto, dai ritmi cinematografici,proponendo il ritratto di una Roma inedi-

ta e segreta, grandiosa e meschina, eter-na e provinciale, affascinante anche negliaspetti di maggior degrado. Ha focalizza-to, nella storia dell’Urbe, quei tratti diapertura alla multiculturalità che rappre-senta tuttora i lati più attuali e affascinan-ti della civiltà romana (e più vicini, altempo stesso, ai valori universali propridel pensiero liberomuratorio).

Foto pubblicata da Freemasonry Today: Dr. G. Abramo, Grand Secretary, Grand Orient of Italy, Bernardino Fioravanti, Librarian Grand Orient of Italy

and Gennaro Fusco of Lodge Italia, (UGLE). Photo Matthew Scanlan

Proporre riflessioni profonde attraversouna caleidoscopica successione di curio-sità e facezie, è stato il metodo seguitodall’autore per tener viva l’attenzione delpubblico. C’è scappata persino la decla-mazione di un sonetto di Giuseppe Gioac-chino Belli, quello dedicato a Santaccia,prostituta (dal nobile animo) di PiazzaMontanara.

A Corrado Augias, che segnalava l’irresi-stibile fascino della chiesa dei SantissimiQuattro Coronati, dedicata ai santi pro-tettori degli scalpellini, ha replicato ilGran Maestro Gustavo Raffi, ricordandocome su questo tema fondante della sto-ria della massoneria, il Grande Oriented’Italia, su segnalazione del Servizio Bi-blioteca, ha pubblicato nel 2003 la tradu-

zione italiana del volume di Renzo Dioni-gi Ss. Quattuor Coronati. Bibliografia eIconografia (Aisthesis–Erasmo).. E pro-prio la chiesa dei Santissimi Quattro Co-ronati, nello splendido complesso fortifi-cato nei pressi del Laterano, ha fornito ilpretesto per alcune riflessioni su un temad’inesauribile interesse: la Donazione diCostantino, raffigurata in questa sede.

Il ‘Vascello’ si è, inoltre, dimostrato unacornice in sintonia con lo spirito del libroe la circostanza, come del resto era pre-vedibile. L’attuale sede del Grande Orien-te è, infatti, lo scenario di un capitolo de“I segreti di Roma”, dedicato alla vicendadella Repubblica Romana del 1849, spen-

ta nel sangue dai francesi proprio a Por-ta San Pancrazio. Come ha sottolineato ilGran Maestro, quella febbrile pagina distoria, consumatasi nel breve arco di cen-tocinquanta giorni, ebbe lo straordinariomerito di lasciarci in eredità una leggecostituzionale così in anticipo sui tempifuturi, per diventare, esattamente un se-colo dopo, il fulcro dell’odierna Costitu-zione repubblicana. Se, poi, come ha ri-cordato l’autore, la storia a volte si ridu-ce solo a “violenza e frastuono”, Romanei secoli è stata lo specchio fedele diquesta storia, capace di riflettere ognidettaglio, compresi quelli più ambigui einquietanti.

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Nuovo incontro a febbraio

Mercurio Trismegisto: una fonte importante della cultura occidentaleROMA - Il Corpus Hermeticumè una raccolta di scritti filoso-fico-religiosi di epoca tardo-ellenistica, attribuiti ad ErmeteTrismegisto, il Mercurio latinoidentificato anche con l’egizia-no Thot, il dio che dona agliuomini la scrittura. Le caratte-ristiche di fondo di questi te-sti si riassumono in una dot-trina esoterica, in una “divinarivelazione”, donata agli uo-mini da Ermete non mediantedimostrazioni razionali e de-duzioni logiche, bensì tramiteuna sorta di iniziazione miste-rica. Per gli alti contenuti spi-rituali e morali di questa lette-ratura, durante il Medioevo e

il Rinascimento, Ermete Tri-smegisto fu addirittura consi-derato un profeta pagano diCristo.Il Corpus, edito da Bompiani(pp. 1627, 35 euro) nella colla-na diretta da Eugenio Reale,riprende la fondamentale edi-zione greca e latina con intro-duzione e commento di A. D.Nock e di A. J. Festugière(quattro volumi, Parigi 1945-54), alla quale la curatrice Ila-ria Ramelli ha aggiunto un’ap-pendice, di oltre 200 pagi-ne, che comprende i principaliprogressi raggiunti nello stu-dio dell’ermetismo, a partiredalla pubblicazione dell’edi-

zione Nock-Festugière, finoai nuovi orientamenti della cri-tica relativi anche alle scoper-te di tre testi ermetici in coptoconservati nella “Biblioteca”gnostica ed ermetica di Nag-Hammadi (Alto Egitto).Quest’opera fondamentale eunica su “Mercurio Trismegi-sto” sarà presentata dal SSeerrvvii--zziioo BBiibblliiootteeccaa ddeell GGrraannddeeOOrriieennttee dd’’IIttaalliiaa,, dd’’iinntteessaa ccoonn iillCCoolllleeggiioo cciirrccoossccrriizziioonnaallee ddeeiiMMaaeessttrrii VVeenneerraabbiillii ddeell LLaazziioo,, iillpprroossssiimmoo 2255 ffeebbbbrraaiioo ((oorree1199,,3300)) nneellllaa SSaallaa CCoonnffccooooppeerr ddiiPPaallaazzzzoo AAlltteemmppss ((VViiaa ddeeii GGiigglliidd’’OOrroo,, 2211)).. IInntteerrvveerrrraannnnoo:: lloossttoorriiccoo ddeellllee rreelliiggiioonnii GGiioovvaannnnii

CCaassaaddiioo,, ddeellll’’UUnniivveerrssiittàà ddii SSaa--lleerrnnoo,, ll’’iiccoonnoollooggoo MMiinnoo GGaa--bbrriieellee,, ddeellll’’UUnniivveerrssiittàà ddii UUddiinnee,,ee iill ffiilloollooggoo ccllaassssiiccoo CCllaauuddiiooMMoorreesscchhiinnii,, ddeellll’’UUnniivveerrssiittàà ddiiPPiissaa.. IIll GGrraann MMaaeessttrroo GGuussttaavvooRRaaffffii ccoonncclluuddeerràà ii llaavvoorrii..

Per informazioni: Servizio Bi-blioteca del Grande Oriented’Italia, Via di San Pancrazio,8, 00152 Roma; Tel. 065899344-215/06 - 5883214; E-mail: [email protected].

servizio bibliotecaservizio biblioteca

manifestazioni manifestazioni

Non volevamo credere ai nostriocchi e abbiamo letto più volte

quel lancio dell’Agenzia Italia del 5gennaio che riportava le dichiarazio-ni del ministro per i Beni e le attivitàculturali Rocco Buttiglione rilasciatein occasione della sua visita al Mu-seo Nazionale del Cinema di Torino.Una visita a sorpresa aduna struttura in grandefase di restyling, impe-gnata a partecipare atti-vamente alle Olimpiadidella Cultura che si svol-geranno, sempre a Tori-no, nel mese di febbraio.Buttiglione ha parlato aigiornalisti dei tagli allaCultura e allo Spettaco-lo, del ruolo del capoluogo piemon-tese nel panorama culturale e delproprio amore per la città dove hasvolto gli studi liceali. “Torino è unacittà multiforme, – ha detto – è lacittà dell’unificazione nazionale, del-la Fiat, della industrializzazione, diuna certa visione dello Stato, ma èuna città che ha anche una grande

storia di santità, che va dal BeatoValfrè a Cottolengo, Cafasso, DonBosco”. E ha parlato della necessitàdi allestire una mostra che ripercor-ra questo passato. Ma poi ha ag-giunto: ““TToorriinnoo èè ssttaattaa aanncchhee uunnaaggrraannddee cciittttàà mmaassssoonniiccaa ee mmaannccaa uunnmmuusseeoo ddeellllaa mmaassssoonneerriiaa””.. PPeerr eesssseerree

iittaalliiaannii,, sseeccoonnddoo iill mmiinnii--ssttrroo,, ooccccoorrrree oonnoorraarree llaapprroopprriiaa ssttoorriiaa:: ““ooggnnii ppeerr--ssoonnaa hhaa uunnoo zziioo mmaassssoonneeee uunnoo zziioo mmoonnssiiggnnoorree,, ––hhaa ssoosstteennuuttoo –– uunnaa vvoollttaassii ssaarreebbbbee ddeettttoo uunnoo zziioocchhee èè ssttaattoo ccoommuunniissttaa,,ccoommee PPeeppppoonnee ee uunnoosseemmpprree mmoonnssiiggnnoorree””..Parole sante, si potrebbe

dire, con un facile sorriso. Potete capire ora la nostra sorpresa?Che immaginiamo sia poi la stessadei nostri lettori.Grazie signor ministro, ci auguriamoche il suo esempio venga seguito daisuoi colleghi perché ci piacerebbenon stupirci più e, oltretutto, inutil-mente.

FIRENZE

Il Grande Oriente rende omaggio a Giorgio Spini

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I funerali di Giorgio Spini,grande storico sui cui testi

si sono formate generazioni distudenti e, al contempo com-battente per la libertà neglianni bui della dittatura, si so-no svolti il 16 gennaio a Firen-ze, nella Chiesa Valdese.Professore emerito all’Univer-sità di Firenze, ha insegnato innumerose università america-

ne, fra le quali Harvard.Il Maestro ci ha onorato, par-tecipando attivamente al con-vegno fiorentino del 12 no-vembre, organizzato nell’am-bito delle celebrazioni del bi-centenario del Grande Oriented’Italia. In quello che ha rap-presentato uno dei suoi ultimiinterventi, Giorgio Spini svol-se una relazione sul ruolo sto-

rico della massoneria italiana.“Grande importanza deve es-sere attribuita alla massoneriadell’esilio – fu uno dei pas-saggi del suo discorso – conla linea di continuità massoni-ca rappresentata dai nostriesuli che mantennero, controla tirannide, un’opposizione dielevata spiritualità e coeren-za, carattere peculiare, nei se-

coli, del massonismo univer-sale”.Numerosissime le autoritàpresenti ai suoi funerali, aiquali ha partecipato il GranMaestro Aggiunto MassimoBianchi in rappresentanza delGran Maestro Gustavo Raffi edei Liberi Muratori del GrandeOriente d’Italia.

Giorgio Spini al convegno del Grande Oriente d’Italia

TORINO

Se a Buttiglionepiace “massonico”Singolari dichiarazioni del ministro in occasione di una visita al Museo Nazionale del Cinema

Rocco Buttiglione

P rosegue con grande successo l’attività cultura-le del Grande Oriente d’Italia a Mestre. Dopo

aver ospitato nei mesi scorsi, in occasione del bi-centenario del Grande Oriente d’Italia, le conferenzesull’attualità della massoneria italiana del Gran Mae-stro Gustavo Raffi, del Gran Maestro Aggiunto Mas-simo Bianchi e del Gran Maestro Onorario Morris L.Ghezzi, il club service Round Table (32) di Mestre,su iniziativa di un suo membro, il fratello Igor Co-gnolato della Loggia “438 l’Union” (937) di Venezia,ha organizzato un nuovo incontro lo scorso 13 di-cembre. I Templari e il loro mondo è stato il temadella conferenza tenuta dal fratello Raffaele Stoppi-ni, presidente del Circolo culturale “Quatuor Coro-nati” di Perugia, emanazione dell’omonima Officina.La scelta di questo argomento è scaturita dal gran-de interesse del pubblico verso libri e film che, inquesto periodo, trattano questo genere.All’incontro, svoltosi presso lo Sporting Club di Me-stre, ha partecipato – come già in precedenza –una vastissima platea di non massoni appartenentialla Round Table Italia che sono giunti anche da Imo-la e Mantova.Il presidente dell’associazione, l’avvocato RobertoLoffredo, si è particolarmente complimentato con ilfratello Stoppini che ha colto l’occasione per invitarela Round Table di Mestre a partecipare, il prossimomese di marzo a Perugia, alla presentazione del nuo-vo volume degli Atti del Circolo “Quatuor Coronati”.

MESTRE / Attività del

club service Round Table

Si parla diTemplari

L’Hotel Europa di Rende, cittadina del-la provincia cosentina, ha ospitato lo

scorso 10 dicembre un convegno pubblicodi studi storici dal titolo “Mezzogiorno trautopia e realtà. Momenti e figure del XIXsecolo” con il quale la Loggia “BernardinoTelesio” (556) di Cosenza ha celebrato icinquan’anni di vita.La manifestazione ha portato a compimen-to il progetto ideato dall’Officina, per il suomezzo secolo, che in precedenza si erasviluppato attraverso una serie di incontridi studio con le altre Logge calabresi, perfar conoscere al grande pubblico la storiadella libera muratoria in Calabria.I lavori di Rende, aperti dal Maestro Ve-nerabile della Loggia, Domenico Musac-chio, sono stati moderati dal consiglieredell’Ordine Giuseppe Lombardo, docentedi Lingua e Letterature Angloamericane

presso l’Università di Messina. Di grandeinteresse gli interventi dei relatori: il GranBibliotecario Bernardino Fioravanti hasvolto una relazione su “Massoneria emodernizzazione”; Carlo Ricotti, docentedi Storia delle Istituzioni Politiche dellaLuiss di Roma su “Briot, Murat e il parti-to italiano del Regno di Napoli (1805-1815)”; lo storico Luigi Polo Friz ha af-frontato il tema “Salvatore Morelli, ante-signano dell’emancipazione femminile”;mentre il Gran Maestro Onorario ErnestoD’Ippolito, presidente emerito dell’Unionedegli Ordini Forensi della Calabria, haconcluso le relazioni argomentando su“Antonino Cefaly, Antonio Labriola due fi-loni del meridionalismo massonico”.Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha chiuso ilconvegno richiamando tutti, massoni e non,alle proprie responsabilità in una terra digrande tradizione storica e culturale che, aldi là dei facili luoghi comuni, può offriremoltissimo alla crescita del nostro Paese.Ancora una volta, ha sottolineato l’esigenzadi chiarezza e visibilità di una massoneriamoderna che è consapevole del proprioruolo nell’ambito di una società in preda agrandi cambiamenti e dove i punti di riferi-mento sono palesemente in crisi.L’attenzione del folto pubblico è stata al-

tissima a dimostrazione del grande ap-prezzamento degli interventi. Vastissima,inoltre, la partecipazione di fratelli; eranopresenti anche i giovani del capitolo “DeMolay” e una rappresentanza del capito-lo di Cosenza delle Stelle d’Oriente.La serata si è conclusa con un’agapebianca nella elegante cornice della salaMichelangelo dell’albergo. Tra i presenti:il Gran Maestro Gustavo Raffi, il GranMaestro Onorario Ernesto d’Ippolito, ilSecondo Gran Sorvegliante Ugo Bellanto-ni, il Gran Tesoriere Aggiunto FrancescoCristiani, il presidente della Corte Centra-le Antonio Perfetti, i consiglieri dell’Ordi-ne Pino Sposato, Luigi Vilardo e PinoLombardo e tanti altri fratelli illustri, tra iquali il presidente del Collegio calabreseMario Donato Cosco e numerosi GrandiUfficiali e Garanti d’Amicizia.A tutti Maestri Venerabili e ai Dignitaridel Grande Oriente d’Italia intervenuti al-la manifestazione è stata donata la me-daglia ricordo del cinquantennale della“Telesio” – che riproduce una piramidecava, a base quadrata, vista dall’interno– con la pergamena che ne illustra il si-gnificato.

manifestazionimanifestazioni

RENDE / I cinquant’anni della Loggia “Telesio” di Cosenza

Un convegno di studi celebra il compleanno

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BERGAMO / Convegno del Collegio lombardo

Omaggio ad Arcangelo GhisleriI l Collegio circoscrizionale dei Maestri Vene-

rabili della Lombardia, in collaborazione conla Loggia bergamasca “Pontida” (65), ha rea-lizzato il 28 gennaio un convegno di studi su“Arcangelo Ghisleri e la Repubblica ideale”. Lamanifestazione si è svolta nella Sala Conferen-ze “Tremaglia” del Teatro Donizetti con il pa-trocinio della Regione Lombardia e il Comunedi Bergamo.Sono intervenuti in qualità di relatori: ArturoColombo (Quel giornalista di nome Ghisleri),Paolo Gastaldi (L’idea di nazione e il futuro dei

popoli oppressi) e Elisa Signori (Ghisleri e laSvizzera), tutti dell’Università di Pavia; Anna-maria Isastia, dell’Università “La Sapienza” diRoma, (Ghisleri massone); Francesco Miceli,dell’Università di Trieste, (Ghisleri geografo);Sandro Fontana, dell’Università di Brescia, (Perle autonomie locali).Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha concluso i la-vori.Nel prossimo numero di “Erasmo Notizie” saràpubblicato un’ampio resoconto della manifesta-zione.

Una delegazione di cinquefratelli della Loggia “Nuo-

va Era” (771) di Campobasso siè recata, lo scorso 5 dicembre,a Charleroi, in Belgio, in visitaalla Loggia cittadina “L’Aveniret L’Esperance” (5) all’obbe-dienza della Gran Loggia Rego-lare del Belgio. La rappresen-tanza ha partecipato alla ceri-monia di iniziazione di JeanPier Rucci, figlio di Renato,Maestro Venerabile dell’Offici-na belga.All’accoglienza particolarmentecalorosa tenuta in lingua italia-na proprio dal fratello RenatoRucci e dopo la toccante ceri-monia (alla quale hanno parte-cipato oltre cento fratelli pro-venienti anche da altri Orienti),è seguita un’agape bianca neglisplendidi locali della Loggia“L’Avenir et L’Esperance”, rica-vati dall’acquisto di una vec-chia miniera di carbone perfet-tamente restaurata.Durante l’agape il Maestro Ve-nerabile Rucci (di chiare originiitaliane, in particolare molisa-ne), ha tenuto un’allocuzione ilcui testo originale, in linguafrancese, è stato donato ai fra-telli della “Nuova Era”, insiemealla medaglia di Loggia.La delegazione italiana, da par-te sua, ha fatto dono della me-daglia del trentennale della“Nuova Era”, di quella comme-morativa del bicentenario delGrande Oriente d’Italia, e di unoggetto di artigianato di fatturamassonica italiana.

BELGIO

L’incontrodei fratellidella “NuovaEra”

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G iornata indimenticabile, lo scorso 5 di-cembre, a Washington per il gemel-

laggio tra le Logge “Dante Alighieri” (827)di Arezzo e “Italia 2001” della capitale sta-tunitense che ha ulteriormente rafforzato igià strettissimi legami tra il Grande Oriented’Italia e la Gran Loggia del District of Co-lumbia. Non è la prima volta che nostre Of-ficine stringono sodalizi di questo generecon la “Italia Lodge”, costituita da italianiche risiedono e lavorano a Washington.In questo caso, la particolare condizione delfratello Luigi Aldino, attuale Maestro Vene-rabile della “Dante Alighieri” e fondatoredella “Italia Lodge”, ha reso la celebrazioneancora più emozionante.Era presente alla cerimonia il “gotha” dellaGran Loggia del District of Columbia con ilGran Maestro Leonard Proden e gli ex GranMaestri Jules Tepper e Robert B. Heyat.La solarità e il pragmatismo americano so-no stati i cardini dell’andamento dei lavoriche sono stati svolti dal Gran Maestro Pro-den che ha ricevuto il maglietto dal MaestroVenerabile della “Italia Lodge”, Franco Legaluppi. Il Gran Maestro Gustavo Raffi èstato rappresentato dal garante di amiciziae membro dell’Officina americana, OscarBartoli.Grandissima è stata l’emozione dei fratelli edei loro familiari ai quali è stato consentitol’ingresso nel Tempio dopo aver disgiuntola squadra dal compasso.La serata si è conclusa con un’agape bianca

all’interno della sontuosa sede della masso-neria di Washington, nella sedicesima stra-da. I festeggiamenti sono proseguiti il gior-no successivo con un ricevimento di gala acui hanno partecipato l’ambasciatore italia-no a Washington e numerose personalitàpolitiche e culturali italiane e degli StatiUniti.Il gemellaggio tra le due Logge non puòperò considerarsi completo perché un’ana-loga cerimonia dovrà svolgersi ad Arezzo.L’appuntamento è stato fissato nei due gior-ni successivi alla riunione annuale di GranLoggia del Grande Oriente d’Italia che sisvolgerà a Rimini dal 31 marzo al 2 aprile.

STATI UNITI

Gemellaggio della Loggiaaretina “Dante Alighieri”con la “Italia 2001”Washington

attività internazionali attività internazionali

Il Gran Maestro Leonard Proden conduce i lavori

Da sinistra, l’ex Gran Maestro Heyat, il Gran Maestro Proden,

i Maestri Venerabili Legaluppi e Ardino e il Garante d’Amicizia Bartoli

Il Gran Maestro Gustavo Raffi,

nell’impossibilità difarlo personalmente,

ringrazia tutti i fratelliche gli hanno fatto

pervenire gli auguri per le festività

e il nuovo anno

Ultime dal Vascello

IMPERIA - Il 17 dicembre 2005 èstata inaugurata la nuova casa massonicad’Imperia. Era presente il Gran Maestro Ag-giunto Giuseppe Anania, accompagnato dalpresidente del Collegio circoscrizionale dellaLiguria, Carlo Mereu, che ha partecipato allacerimonia rituale attorniato da illustri espo-nenti del Grande Oriente d’Italia e rappresen-tanze di Logge liguri e piemontesi. Il rito èstato condotto con la partecipazione entusia-stica di oltre 130 fratelli.In seguito si è celebrata, alla presenza di ol-tre 70 profani, la rituale “Festa della Luce”. La casa è stata acquisita dall’URBS, di cui erapresente all’inaugurazione un consigliered’amministrazione, il fratello Franco Vai, conl’impegno di tutti Fratelli delle Logge “Gari-baldi” (97) e “Voltaire” (105) d’Imperia, e “Lui-gi Pirandello” (762) di Albenga che lavoreran-no in quella sede.I festeggiamenti per l'inaugurazione si sonoconclusi con una splendida agape augurale inun noto ristorante cittadino.

PADOVA - Una scintilla, e la lucedi una nuova Officina si diffonde. Il 3 dicem-bre, nella cornice di Villa Giusti, famosa per lafirma dell’armistizio del 1918, sono state innal-zate le colonne della Loggia padovana “Giu-seppe Garibaldi” (1257). Alla cerimonia hannopartecipato fratelli da tutta Italia. Particolar-mente emozionante il momento dell’installa-zione del nuovo Maestro Venerabile Miche-langelo Gionfriddo che è stata effettuata, sudelega del presidente del Collegio venetoPaolo De Faveri, dal fratello Vittorio Gaspari-ni, decano dei fratelli veneti. Un gesto che èsimbolo di trasmissione della tradizione libe-romuratoria, in una Loggia che – come hasottolineato il presidente De Faveri – ha sa-puto ben cementare l’eggregore massonicoche, si augura, possa essere più presente in

Veneto per effetto dell’attività di tutte le Offi-cine.Sono state tantissime le Logge rappresentate,sia della circoscrizione veneta – compresa la“George Washington” (585) di Vicenza forma-ta da fratelli statunitensi – sia di altre regioniitaliane, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia.Altrettanto numerosi i messaggi augurali per-venuti, anche di singoli fratelli, e di obbedien-ze estere, come la Gran Loggia della Sloveniae la Loggia “Garibaldi” di New York, presenteai lavori con un proprio rappresentante.L’unità d’intenti dei quindici fratelli fondatori èstata ben tratteggiata, tra gli altri, dagli inter-venti dei fratelli Vittorio Gasparini e del Mae-stro Venerabile Gionfriddo. Gasperini ha ricor-dato come l’amore e la pratica della libertà ditutti i popoli furono virtù che caratterizzaro-no, per tutta la vita, l’agire ed il pensare diGaribaldi, e ha sviluppato il concetto di ricer-ca della conoscenza in antitesi al raggiungi-mento della verità. Il fratello Gionfriddo hauguagliato il percorso della via iniziatica al li-bero pensiero, concetto esaltato in sintesi nel-le sue conclusioni: “Noi siamo il nostro pen-siero, noi siamo ciò che pensiamo, noi saremociò che vogliamo essere: Liberi Muratori”.Un’agape bianca ha concluso felicemente laserata.

SIDERNO - Un nuovo oriente ca-labrese ha visto la luce lo scorso 16 dicembrecon la nascita della Loggia “Vincenzo De An-gelis” (1254) di Brancaleone. La cerimonia del-l’innalzamento delle colonne si è svolta nellacasa massonica di Siderno alla presenza delpresidente circoscrizionale Mario Cosco, delvicepresidente Fortunato Violi, insieme ad al-tri dignitari del collegio e rappresentanti diLogge della regione.Il nuovo Maestro Venerabile Sasà Brullo, nelsuo primo intervento, ha voluto evidenziare ilpensiero e il forte messaggio lasciato da Vin-cenzo De Angelis, al quale è dedicata la nuo-va Loggia. Nato a Brancaleone nel 1877, DeAngelis è stato considerato, da autorevoli stu-diosi, pioniere e fondatore del socialismo inCalabria, nonché figura mitica di uomo, medi-co e filantropo. Il suo esempio è quello di unuomo che ha dedicato la propria esistenza alservizio degli ideali di uguaglianza, fratellan-

za e libertà, nell’accezione più ampia, semprea sostegno dei sofferenti. La tornata, particolarmente sentita e arricchi-ta da numerosi interventi, ha testimoniato lapresenza, ancora una volta in Calabria, di unamassoneria di grande tradizione storica chepuò essere d’insegnamento e stimolo per i la-vori dei Liberi Muratori dei nostri tempi.Un’agape ha concluso felicemente la serata.

TARANTO – Il 12 gennaio, in oc-casione dell’insediamento delle nuove carichedella Loggia tarantina “Prometeo” (261), il fra-tello Carlo Petrone, rappresentante in Giuntadel Consiglio dell’Ordine, ha consegnato aifratelli Gaetano Palumbo e Mario Peirano leonorificenze dell’Ordine di “Giordano Bruno”(classe bronzo) conferite dal Gran MaestroGustavo Raffi. Alla cerimonia, resa particolarmente solennedalla presenza del Grande Oratore BrunelloPalma, hanno partecipato il presidente dellaCorte Centrale Antonio Perfetti, il giudice del-lo stesso organo Carlo Casciaro e l’ispettoredi Loggia Vito di Serio. A fare da cornice, la“Prometeo” al completo, tutti i fratelli delleLogge di Taranto, e numerosi visitatori degliorienti di Bari e Lecce.Significative le motivazioni delle onorificenzeil cui conferimento è stato suggerito al GranMaestro dall’ex Maestro Venerabile StefanoSperti: lo spiccato attaccamento e la costantededizione dei due fratelli ai principi dellaMassoneria, di cui si sono sempre fatti porta-tori, e alla propria Loggia della quale hannocontinuamente esaltato le attività, sia interneche esterne, diventando modelli di comporta-mento per l’Officina ed ottenendo la stimadell’Ordine.

TORINO - Si è svolta lo scorso 9gennaio, nella casa massonica, la cerimoniad’insediamento del nuovo Maestro Venerabiledella Loggia torinese “Adriano Lemmi” (864).Erano presenti oltre cento fratelli, tra i quali ilGran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi (cheessendo al piè di lista della “Lemmi” di Livor-no, non ha voluto mancare alla cerimonia del-l’omonima torinese), il Primo Gran Sorve-gliante Sergio Longanizzi, numerosi MaestriVenerabili e fratelli di altre Officine di Torino,

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MMAASSSSOONNEERRIIAA.. In Italia, per i più, basta la pa-rola per evocare un’entità misteriosa, dedita ariti per taluni inquietanti, per altri grotteschi,officiati da personaggi incappucciati di nero eprovvisti di grembiulini decorati, impegnata atessere oscure trame. Ad alimentare questo ri-tratto ha contribuito per certi versi la masso-neria stessa che, nel corso della sua secolareesistenza, non ha voluto, almeno fino ai tem-pi più recenti, palesare il proprio volto algrosso pubblico. A questo si è aggiunto l’o-stracismo religioso di parte cattolica: già il 28aprile 1738, papa Clemente XII promulgava labolla In eminenti apostolatus specula che con-dannava e scomunicava i massoni. E nel 1751Benedetto XIV rincarava la dose. Con il Risor-gimento poi, il progetto unitario e quello diRoma capitale, che vedevano molti massonitra i protagonisti, l’atteggiamento della Chiesadivenne, se possibile, ancora più radicale. Aoggi i suoi pronunciamenti sulla massoneriasono in totale 586, e uno dei più recenti, da-tato 26 novembre 1983, porta la firma dell’al-lora cardinale Joseph Ratzinger.Perché ne parliamo, oggi? Perché proprio nel2005 la massoneria italiana (o meglio, le suemaggiori associazioni, dette Obbedienze: ilGrande Oriente d’Italia e la Gran Loggia d’Ita-lia degli Antichi Liberi Accettati Muratori) han-no festeggiato il bicentenario della fondazio-ne. Il 5 marzo 1805, infatti a Milano, per ini-

ziativa di massoni francesi veniva costituito ilSupremo Consiglio d’Italia del Rito ScozzeseAntico Accettato, del quale oggi si consideraerede la Gran Loggia d’Italia.

In realtà la massoneria aveva radici più lonta-ne e si rifaceva alle associazioni – spesso an-tichissime – di mutuo appoggio e perfeziona-mento morale fra corporazioni anglosassoni diartigiani muratori: i “Liberi Muratori”, free ma-sons in inglese, franc maçons in francese, dacui i termini “framassoni” e “massoni”. In se-guito questi gruppi si sarebbero trasformati inconfraternite di tipo iniziatico, diffusissime intutto il mondo (la prima, Gran Loggia d’Inghil-terra, risale al 1717).L’Ottocento è stato, per molti versi, almeno inItalia, il secolo della massoneria: a essa aderi-rono intellettuali del contributo della masso-neria al Risorgimento: di fatto sarebbe storica-mente più corretto parlare del contributo di(tantissimi) singoli massoni al progetto risor-gimentale, con presenza significativa in orga-nizzazioni come la Carboneria.Furono massoni Giuseppe Mazzini e GiuseppeGaribaldi, entrambi poi destinati a diventareGran Maestro. Non lo era Camillo Benso con-te di Cavour, gran tessitore dell’indipendenzadel Paese, ma fu lui, il 20 dicembre 1859, apromuovere a Torino il Grande Oriente Italia-no, organizzazione destinata a rappresentarel’embrione di una nuova struttura nazionale, il

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rassegnastam

paSelezione, dicembre 2005

e molti dignitari e grandi ufficiali del GrandeOriente d’Italia.Prima dell’installazione, il fratello Arturo Ar-duino, venerabile uscente, assieme ai dignita-ri della Loggia ha recitato un antico ritualetradotto dal Gran Maestro Onorario Ed Stol-per, che le Logge olandesi praticavano per l’i-naugurazione dell’anno massonico.Dopo la sua allocuzione di fine mandato, ilfratello Arduino ha regolarmente installato ilfratello Massimo Baruffaldi, che guiderà laLoggia nel 2006 con il Primo Sorvegliante Fa-brizio Milano, il Secondo Sorvegliante Anto-nio Gilestro, l’Oratore Nicola Guercio e il Se-gretario Pasquale Battigaglia.La tornata si è conclusa con un’agape bianca.

VENEZIA - Grande festa per lamassoneria veneziana dopo la pausa natalizia.La Loggia “438 l’Union” (937) ha organizzatolo scorso 12 gennaio, nei locali della casa mas-sonica, una tornata rituale nel corso della qua-le si è svolta la cerimonia d’iniziazione di unprofano. Erano presenti moltissimi fratelli visi-tatori, tra i quali, in rappresentanza del GranMaestro Gustavo Raffi, il Gran Maestro Onora-rio Aldo Chiarle e il Garante d’Amicizia HansKummerer, che ha partecipato, su delega delGran Maestro austriaco Michael Kraus, insiemead una nutrita schiera di fratelli austriaci pro-venienti dalle Logge “Quatuor Coronati” e“Concordia” di Vienna e “Tamino” di Salisbur-go. Significativa anche la partecipazione italia-na con delegazioni delle Logge “Quatuor Co-ronati” di Firenze (con il Maestro VenerabileMaurizio Provvedi), “Serenissima” di Venezia,“Pietro d’Abano” di Abano Terme, “Primavera”di Treviso e “Alpi Giulie” di Trieste.Il Gran Maestro Onorario Chiarle – dopo es-sersi complimentato con il Maestro Venerabi-le uscente, Gherardo De Col, per la sua peri-zia nel condurre i lavori – si è rallegrato conil nuovo eletto, il fratello Igor Cognolato, cheguiderà la “438 l’Union”per l’anno massonico2006. L’illustre fratello ha fatto inoltre donoalla Loggia di una serie di litografie e una col-lana di libri sulla storia della massoneria ita-liana, omaggi che sono stati destinati a valo-rizzare la Biblioteca dell’Officina.Una festa, sempre all’interno della casa mas-sonica, ha concluso la serata.

Igor Cognolato e Aldo Chiarle

notizie dalla comunione

200 anni in LoggiaNel 1805 a Milano nasceva lamassoneria italiana. Quale ruolo harealmente avuto nella nostra storia?Quali polemiche ha suscitato? E qualisuoi scopi, oggi?

a cura di Giuseppe Ivan Lantos

Grande Oriente d’Italia. Lo erano CostantinoNigra, Massimo D’Azeglio, Bettino Ricasoli. Erano guidati dal massone Alfonso La Marmo-ra i bersaglieri che, sfondando a Porta Pia, si-glarono la presa di Roma il 20 settembre 1870.Per circa cinquant’anni in parlamento sia i prin-cipali esponenti della Destra che quelli della Si-nistra furono massoni.

Un grande ruolo, dunque. Ma proprio perquesto la commistione con questioni di natu-ra specificamente politica, che poco avevanoa che vedere con i principi di elevamento spi-rituale e morale che stavano all’origine dellamassoneria, finì per produrre contrasti. E cosìnel 1908 si consumò la scissione. Alla sua ba-se ci fu il rifiuto di molti deputati massoni diseguire le indicazioni del Grande Oriente, du-rante le votazioni in aula di una legge di im-postazione laicista sull’istruzione religiosanella scuola pubblica: moltissimi Maestri Ve-nerabili non vollero adeguarsi agli ordini delGran Maestro e, in nome della libertà di co-scienza, fondarono successivamente, nel 1910,la Gran Loggia d’Italia.Alla vigilia della Prima guerra mondiale, co-munque, entrambe le Obbedienze massoniche

ebbero un atteggiamento sostanzialmente fa-vorevole all’intervento.In seguito, massoni sarebbero poi stati parecchiesponenti dello squadrismo fascista che, nel1922, organizzarono la marcia su Roma, da Ita-lo Balbo a Giuseppe Bottai, da Achille Starace aRoberto Farinacci. Ciò tuttavia non impedì a Be-nito Mussolini, antimassone fin dai tempi dellasua militanza nel Partito socialista, di metterefuori legge entrambe le Obbedienze nel 1925.Con la fine del fascismo, dopo la Secondaguerra mondiale la massoneria è rifioritaun’altra volta.

L’episodio più significativo del passato recen-te è conosciuto come “scandalo della P2”: in-vestì negli anni Ottanta soltanto il GrandeOriente d’Italia, ma finì, agli occhi della pub-blica opinione, con gettare ombre sull’interamassoneria. La vicenda aveva in effetti originiremote: già nell’Ottocento s’era manifestatal’esigenza di costituire una Loggia per queimassoni cui, per la loro posizione nella so-cietà, doveva essere offerta una possibilità diriservatezza, sia all’esterno sia all’esterno del-la stessa istituzione. Venne così costituita laLoggia “Propaganda Massonica”, conosciuta

anche con il nome abbreviato di “P2”, che ac-colse personaggi come Giosuè Carducci, pre-mio Nobel per la letteratura nel 1906 e non acaso autore del celebre poemetto Inno a Sata-na, il filosofo Giovanni Bovio, Aurelio Saffi,Agostino Depretis, Francesco Crispi.La “P2” era poi sopravvissuta alla Secondaguerra mondiale come “Loggia di prestigio”.L’inizio della sua metamorfosi in senso nega-tivo corrispose, sul finire degli anni Sessanta,con l’ascesa di un suo iscritto, Licio Gelli, ilquale, grazie anche a meccanismi burocraticiinterni, riuscì a diventare Maestro Venerabile,trasformando la “P2” in un suo club privato,finalizzato ad attività illecite soprattutto incampo finanziario e politico, con il recluta-mento di personaggi eminenti del governo,del parlamento, delle forze armate, dei servi-zi segreti, della finanza e dell’industria, delmondo della comunicazione.

Nel 1981 il Grande Oriente d’Italia ha espulsoGelli, e la sentenza definitiva dell’autoritàgiudiziaria lo ha condannato, escludendoperò l’accusa di cospirazione politica.

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SSeelleezziioonnee:: CChhee ccooss’’èè llaa mmaassssoonnee--rriiaa?? RRaaffffii:: La massoneria, ancora oggi,è il solo luogo adogmatico in cuiuomini diversi per credo religio-so, politico e filosofico, possono accrescere la loro spiritualità,affinare la loro conoscenza esoterica, rinsaldare la morale e pre-pararsi a vivere socialmente, in forza dei valori di tolleranza, li-bertà, uguaglianza, dialogo civile e fratellanza.

GGuussttaavvoo RRaaffffii è Gran Maestro del Grande Oriente d’Italiadal 1999. Avvocato, esercita la libera professione a Raven-na. Repubblicano, è stato “iniziato nel 1968, è Maestro Li-bero Muratore dal 1970.

Macché segretiI Gran Maestri delle due Obbedienze, cioè le due diverse anime della massoneria italiana, spiegano, raccontano, si difendono…

DDaanneessiinn:: Ci vorrebbero ore, per risponderea una domanda del genere. Cercherò di es-sere il più sintetico possibile: dirò che lamassoneria è una scuola di vita. Assai par-ticolare, dal momento che rientra nel conte-sto delle filosofie esoteriche del passato. Èda questo passato che la Libera Muratoriatrae la propria linfa vitale, ed è proprio perquesto motivo che noi teniamo tanto allanostra tradizione, ai nostri rituali, che rap-presentano l’essenza stessa dell’essere mas-sone.

SSeelleezziioonnee:: MMaa èè uunnaa ssoocciieettàà sseeggrreettaa??DDaanneessiinn:: Assolutamente no. La massoneria èuna società iniziatica, e il segreto di cui tan-to si favoleggia rappresenta esclusivamentequella conoscenza di simboli che si raggiun-ge soltanto dopo uno studio attento e fati-coso. Se poi mi chiede se la massoneria è ri-servata, allora la mia risposta è sì: ma lo èné più né meno di ogni associazione che sirispetti.

LLuuiiggii DDaanneessiinn è Gran Maestro dellaGran Loggia d’Italia dal 2001. Consulen-te del lavoro, ha studiato a Venezia.Mestre e Padova. È stato “iniziato” an-ch’egli nel 1968.

RRaaffffii:: La massoneria non è mai stata pro-priamente una società segreta. Quando fufondata, a Londra agli inizi del Settecento,essa annoverava personaggi di spicco dellasocietà e della stessa famiglia reale; non vierano quindi ragioni per una sua segretez-za. Se mai, trattandosi di una società inizia-tica, essa custodiva una serie di rituali sucui manteneva il riserbo, ma non aveva finiantitetici all’ordine politico, e quindi nondoveva occultarsi. Diverso è stato il caso dialtri Paesi europei, tra Settecento e Otto-cento, dove la massoneria, per via della si-tuazione politica e dell’intolleranza sia deigoverni locali sia della Chiesa, ha assuntovia via una veste sempre più chiusa. Ma èstata la massoneria a farsi veicolo delle ideefondanti delle moderne società democrati-che, come il parlamentarismo, la provviso-rietà delle cariche, la centralità dell’indivi-duo, senza pregiudizi di censo, di apparte-nenza politica e religiosa. Oggi, la masso-neria, in particolare il Grande Oriente d’Ita-lia, non è affatto una associazione segreta.I suoi dirigenti, i luoghi di riunione, gli sco-pi e i valori, sono resi noti alla pubblicaopinione, attraverso pubblicazioni in rete ein stampa, con convegni e meeting. Bastavisitare il nostro sito internet (www.gran-deoriente.it) per rendersi conto che non co-stituiamo affatto una associazione a caratte-re segreto.

SSeelleezziioonnee:: PPeerrcchhéé ssiieettee ttaannttoo lleeggaattii aa ssiimmbboo--llii ee rriittuuaallii??RRaaffffii:: La simbologia è una chiave per “af-ferrare” verità che non possediamo mai

completamente. L’uomo stesso, per ripren-dere un tema caro al filosofo Ernst Cassirer,è un “animale simbolico”. In tale quadro,può comprendersi maggiormente perchéper noi la riflessione, il dialogo attraversoil simbolismo siano un mezzo così profon-do e stimolante. Il rituale ci permette di vi-vere, almeno per qualche ora, quando ciincontriamo, una dimensione di metatempoe di metaspazio. Insieme noi proviamo ametterci in discussione, collettivamente, ci-mentandoci nell’opera di costruzione di unTempio, opera che non è mai terminata, al-trimenti dovremmo considerarci perfetti.Per questa ragione tutti i Templi massonicihanno sul soffitto una volta stellata a indi-care che il lavoro di Loggia non è mai com-piuto.DDaanneessiinn:: Quando si entra in Tempio, si var-ca la soglia di un mondo fatto di simboli incui ogni Libero Muratore riconosce l’essenzadella propria storia e della propria natura.

SSeelleezziioonnee:: QQuuaallii ccaarraatttteerriissttiicchhee bbiissooggnnaa aavvee--rree,, ppeerr eesssseerree aammmmeessssii??DDaanneessiinn:: Bisogna essere un uomo libero e dibuoni costumi: libero da pregiudizi e osser-vare quelle regole di vita che fanno di unuomo una persona per bene. Il giuramentonon è mai in contrasto con le leggi dello Sta-to: chi lo dice dà vita a una classica leggen-da metropolitana. La massoneria è tanto li-gia alle leggi che nella cerimonia di inizia-zione è detto a chiare lettere che – mai iprecetti della Libera Muratoria possono es-sere contrari alle normative dello Stato.

RRaaffffii:: Un massone deve essere una personalibera, critica, non omologata, alla ricerca diconoscenza e di verità, tollerante, pronta amettersi in discussione e a incontrare un uni-verso di culture e di orientamenti con i qua-li imparare a dialogare. La promessa solen-ne del massone lo vincola innanzi tutto a ri-spettare la Costituzione e a esercitare lapropria professione e la propria attività“profana” con rigore. Addirittura si specificacon chiarezza ai nuovi entrati che nessunopuò far ricorso alla massoneria per ottenere

favori illegittimi e che nessuno si deve sen-tire in alcun modo legato dalla fratellanzamassonica per agire non solo contro co-scienza, ma contro le regole. Chi dovessefarlo, commetterebbe una grave mancanza,non soltanto verso lo Stato e la società civi-le, ma anche, e soprattutto, verso la stessamassoneria.

SSeelleezziioonnee:: PPeerròò,, iinn uunn rreecceennttee ppaassssaattoo llaammaassssoonneerriiaa èè ssttaattaa nneellll’’oocccchhiioo ddii cciicclloonnii ggiiuu--ddiizziiaarrii,, ssoopprraattttuuttttoo aall tteemmppoo ddeelllloo ssccaannddaallooddeellllaa PP22..RRaaffffii:: La P2 è stata un fenomeno del tuttoestraneo ai fini della Libera Muratoria, e pos-so tranquillamente affermare che le prime vit-time sono stati proprio i veri massoni, che sisono visti coinvolgere ingiustamente in unoscandalo: sotto quella sigla, solo apparente-mente massonica, si era annidato un disinvol-to e ristretto gruppo di affaristi, contornatoda altri che si erano fatti irretire da sogni dipotere. Per noi la P2 sta al Grande Oriented’Italia, come il terrorismo rosso al PartitoComunista, in quanto entrambi non hannoavuto nulla da spartire con tali fenomeni de-viati.DDaanneessiinn:: Cercherò di essere il più chiaro pos-sibile. Oggi, nel nostro Paese, parlare di mas-soneria è troppo generico, in quanto si fini-sce con l’identificare svariate associazioni chein comune hanno solamente la dizione “mas-sonica” e ben poco altro. Nella Gran Loggiad’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori,Obbedienza di Piazza del Gesù, cioè noi, unadegenerazione simile a quella della Loggia P2non sarebbe stata possibile, data la nostrastruttura strettamente e rigorosamente pira-midale. La P2 apparteneva a un’altra obbe-dienza, il Grande Oriente d’Italia, che è dischema anglosassone e dogmatico.

SSeelleezziioonnee:: QQuuaall èè iill rruuoolloo ddeeii mmaassssoonnii ooggggii??DDaanneessiinn:: Noi miriamo al perfezionamentodell’uomo attraverso l’attività di studio, chesi svolge all’interno dei nostri Templi. Èchiaro che quest’uomo nuovo e miglioresarà in grado di portare il suo personalecontributo al miglioramento della societànella sua interezza. E poi, da sempre, la Li-bera Muratoria opera anche sul terreno del-la filantropia, muovendo risorse sia mate-riali sia spirituali.RRaaffffii:: Oggi la massoneria, intesa come luo-go di dialogo e di tolleranza, offre ai gio-vani, in particolare, un contesto dove pos-sono confrontarsi, imparare e farsi delleidee indipendenti, poiché quel che ascolta-no in Loggia non è mai la verità, ma un mo-do di avvicinarsi a essa cui si può credere omeno, sempre liberamente. La massoneriaritorna così ad avere una funzione di labo-ratorio civile di educazione, di dialogo cri-tico tra diversi. In questo senso è capace,per esempio, di porsi il problema delle di-versità che spaventano il moderno occiden-te.

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SSeelleezziioonnee:: PPeerrcchhéé aalllloorraa CChhiieessaa,, ffaasscciissmmoo,,nnaazziissmmoo,, ccoommuunniissmmoo,, ee aanncchhee mmoollttii ppaarrttiittiippoolliittiiccii dd’’ooggggii,, ccee ll’’hhaannnnoo ccoonn vvooii??RRaaffffii:: Crediamo si tratti di diversi motivi. Inparte una certa ignoranza rende il giudiziosulla massoneria più difficile. Rivedere levalutazioni del passato, storicizzarle, costatroppa fatica, anche sul piano intellettuale.Purtroppo molti partiti non hanno una veradimensione filosofico-politica. Si aggiungapoi il fatto che per alcuni partiti i valori ditolleranza, storicamente portati dalla LiberaMuratoria, danno fastidio. Inoltre, fa semprecomodo avere una sorta di spauracchio dademonizzare e su cui riversare tutte le col-pe di quel che accade. DDaanneessiinn:: La massoneria predica l’eguaglian-za, la fratellanza, la libertà di pensiero, equesto risulta inaccettabile sia ai regimi to-talitari sia a quelle formazioni politiche opartiti che fanno riferimento ai vecchi mo-delli o a più recenti intolleranze. Comun-que, la situazione è in movimento e nonescludo che nel giro di un tempo relativa-mente breve si possano abbattere queglisteccati che ancora dividono la massoneriada qualche partito politico…SSeelleezziioonnee:: SSii ddiiccee cchhee ii mmaassssoonnii ssii aaiiuuttiinnoottrraa ddii lloorroo,, mmaaggaarrii aa ddiissccaappiittoo ddii cchhii mmaass--ssoonnee nnoonn èè……DDaanneessiinn:: È un’altra delle favole che, ormaida troppi anni, recano danno alla nostra im-magine. Il massone deve avere il massimorispetto per l’umanità nella sua interezza. Epoi una cosa è la massoneria, un’altra sonoi massoni, nel senso che questi ultimi sonosempre uomini con tutto il loro fardello didebolezze.RRaaffffii:: Tutte le forme di “sociabilità” preve-dono potenzialmente strumenti di mutuosoccorso. Mi sembra di aver però già preci-sato che la violazione delle regole e gli abu-si non trovano alcuna legittimità in masso-neria. Se peraltro uno vuole fare carrieratrova ben altre formazioni sociali, certamen-te meno scomode o imbarazzanti della mas-soneria, per raggiungere i propri obiettivi.SSeelleezziioonnee:: QQuuaallii ssoonnoo ii vvoossttrrii rraappppoorrttii ccoonnllaa rreelliiggiioonnee??

RRaaffffii:: La massoneria non è una Chiesa, néuna fede. Ospita invece migliaia di personereligiose. Le massonerie regolari chiedono,come facciamo noi, che il nuovo ammessocreda nella figura del Grande Architetto del-l’Universo. Però la massoneria non offre unadefinizione teologica di tale figura, perchéciò implicherebbe una sorta di credo mas-sonico, che noi rifiutiamo. Ognuno ha il suocredo, che è ben accetto. In massoneria eglipuò solo rafforzarlo nel confronto e nel dia-logo con altri di fedi e culture diverse. Inorigine la massoneria e il cattolicesimo nonerano affatto inconciliabili, anche perché leprime Logge inglesi stuardiste giuravano fe-deltà alla Santa Chiesa e al Papa.Le fratture e le incomprensioni sono sorteper ragioni politiche, che per noi non han-no più ragione di essere, a seguito della ca-duta del potere temporale dei Papi. Non ab-biamo conti in sospeso con la Chiesa, né la-voriamo contro di essa. Cerchiamo un dia-logo rispettoso. Il nuovo Papa è un uomo digrande cultura, un teologo e un filologo raf-finato, apparentemente rigido, ma molto ri-goroso; il che non significa disattento o ne-cessariamente ostile e prevenuto. Noi nonintendiamo scagliare nessuna pietra, manon vogliamo neanche sentirci ripetere ac-cuse e maledizioni di secoli or sono.DDaanneessiinn:: La massoneria non è una religione.Ogni buon massone – si è detto – crede inun essere superiore, che noi chiamiamoGrande Architetto dell’Universo, ma nelquale ognuno può identificare il proprioDio. Questo per non creare alcun motivo didivisione al nostro interno, tanto è vero chedurante le nostre riunioni è espressamentevietato parlare di politica e di religione.L’anticlericalismo, attribuito, non del tutto atorto, alla massoneria della fine dell’Otto-cento e dei primi del Novecento, è davve-ro anticaglia. Nel nostro seno ci sono fra-telli appartenenti a tutte le religioni, ma inspecial modo cattolici e non la stupirà ap-prendere che anche alcuni prelati sono Li-beri Muratori. Certo, il tema della scomuni-ca resta d’attualità anche se così non do-vrebbe essere: il Concilio voluto da papaRoncalli aveva, infatti, esplicitamente affer-mato che la scomunica contro i massoninon faceva più parte del Codice di dirittoCanonico. In seconda battuta è poi venutoqualcuno a dire: sì, ma non importa, lascomunica resta. Vedremo ora cosa accadràcon papa Benedetto XVI.SSeelleezziioonnee:: EEssiissttee uunnaa mmaassssoonneerriiaa ffeemmmmiinniillee??DDaanneessiinn:: No, e mi spiego. Noi della GranLoggia d’Italia crediamo fermamente all’u-guaglianza e alla fratellanza, e non vediamocome possa escludersi dal nostro consessol’altra metà del cielo, vale a dire quella fem-minile. Di conseguenza, da noi, ci sono uo-mini e donne senza differenza alcuna. Nonpossono esistere, pertanto, obbedienze cheraggruppano solamente donne o solamenteuomini.

RRaaffffii:: Le massonerie tradizionali del circuitodella Grandi Logge regolari del mondo, cuiapparteniamo noi del Grande Oriente d’Ita-lia, non ammettono presenze femminili. Ciòperò non toglie che esistano obbedienzeformate esclusivamente da donne.

SSeelleezziioonnee:: QQuuaall èè llaa vvoossttrraa ppoossiizziioonnee cciirrccaa iipprroobblleemmii ddii bbiiooeettiiccaa,, rriicceerrccaa sscciieennttiiffiiccaa,,pprrooccrreeaazziioonnee aassssiissttiittaa,, eeuuttaannaassiiaa…… iinnssoommmmaaii ggrraannddii tteemmii ddeellllaa ssoocciieettàà dd’’ooggggii??RRaaffffii:: La Libera Muratoria rivendica con fer-mezza il concetto della piena libertà di ri-cerca e indagine scientifica, svincolata dapregiudizi e dogmi imposti da interpreta-zioni e orientamenti strettamente teologico-religiosi. I risultati delle conquiste scientifi-che e le loro applicazioni pratiche, a nostrogiudizio, devono in primo luogo tener pre-sente il benessere e la qualità della vitaumana. Pertanto le religioni non possono apriori limitare la legittima aspirazione del-l’umanità a emanciparsi dal dolore per ilsolo timore che alcuni postulati, formulatimolti secoli orsono e in palese contrastocon le conoscenze attuali, vengano palese-mente superati e, quindi, sconfessati. La Li-bera Muratoria persegue un’etica di fron-tiera, perché non resta chiusa in se stessa,non è mai definitiva.DDaanneessiinn:: La considerazione di base, comun-que, è che la nostra obbedienza è di sche-ma liberale e non dogmatico. E dunque sumaterie così delicate non possiamo far altroche lasciare a ognuno la più ampia libertàdi coscienza. Non ci si attendano, pertanto,pronunce ufficiali.

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“O con la‘ndrangheta o con Cristo”Il messaggio per Natale del vescovo di Locri-Gerace,monsignor Giancarlo Bregantini: “La ‘ndrangheta e lecosche sono strumento di peccato. CCoommee ppuurree llaaMMaassssoonneerriiaa ddeevviiaattaa”. E poi: “Se una persona appar-tiene ad una cosca non può appartenere alla comu-nità cristiana” LOCRI (REGGIO CALABRIA) - “La ’ndrangheta e lecosche sono strumento di peccato. CCoommee ppuurree llaaMMaassssoonneerriiaa ddeevviiaattaa,, ssppeessssoo ccoolllluussaa ccoonn llaa mmaaffiiaa,, iinnuunn iinnttrreecccciioo ddii iinntteerreessssee lloossccoo ee ppeerriiccoolloossoo,, ppeerrcchhééffaavvoorriissccee nnoonn iill bbeennee ccoommuunnee,, mmaa sseemmpprree ee iinn mmoo--ddoo pprreevvaalleennttee iill bbeennee pprriivvaattiissttiiccoo.. QQuueessttoo èè iill vveerrooppeeccccaattoo ddeellllaa MMaassssoonneerriiaa,, ooggggii,, iinn tteerrrraa ddii CCaallaabbrriiaa””..A sostenerlo, tra i tanti temi trattati, è stato il ve-scovo della diocesi di Locri-Gerace, monsignor Gian-carlo Bregantini nel suo messaggio per l’Avvento eper il Natale 2005. Nel suo messaggio, in cui non mancano i riferimen-ti ai tanti ed efferati omicidi compiuti nel 2005 nellaLocride, tra cui quello “del vicepresidente del Con-siglio regionale calabrese, Francesco Fortugno e al-la forte, splendida e incoraggiante reazione dei gio-vani di Locri e della Locride”, il presule ha inoltreevidenziato che “se una persona appartiene ad unacosca non può appartenere alla comunità cristiana”. “E poiché la mafia è una struttura di peccato – haconcluso – il mafioso che non si converte e rifiuta ilmessaggio del Vangelo, come potrà fare da padrinoo che senso ha che si sposi in chiesa?”.

LAMEZIA - “Mafia e massoneria, strutture di peccato che impediscono la crescita e lo svilup-po di questa terra. Il nostro impegno primario deve essere quello di formare persone che san-no camminare a testa alta”. Così Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri-Gerace, nel suo in-contro con i giornalisti nella parrocchia di San Giovanni Battista a Lamezia. Un paio d’ore tra-scorse con i rappresentanti della carta stampata e delle emittenti radiotelevisive per illustra-re nel dettaglio il programma e le finalità della Settimana sociale in programma Vibo Valen-tia dal 3 al 5 marzo prossimi. Giorni di studio e di dibattito “in cui avremo lo sguardo pun-tato al convegno ecclesiale di Verona previsto per ottobre”, ha ribadito il presule, “una set-timana che avrà come leit-motiv la speranza per fare emergere le lacrime e il coraggio di que-sta regione”. Bregantini è passato poi a spiegare cosa significa “Instrumentum laboris”, cioèil testo guida della Settimana sociale elaborato dalla Commissione per la pastorale sociale del-la Conferenza episcopale calabra. Il libro dal titolo “Cristo nostra speranza in Calabria. Testi-moni di corresponsabilità per servire questa terra su strade di liberazione”, è articolato in cin-que sezioni “in cui viene ripercorsa la vita della Chiesa calabrese attraverso la storia dei con-vegni ecclesiali regionali”, ha dichiarato il vescovo di Locri. Che ha aggiunto: “Non mancanotematiche portanti come la vita affettiva, il lavoro, la fragilità umana e la stessa tradizione percondividere i valori del passato”. Il presule ha poi esaminato il programma di Vibo “in cui cisi soffermerà sulla parola “scrutare”. Un invito a conoscere la marginalità della terra di Cala-bria, a riscoprire la sua tipicità che deve trasformarsi in reciprocità: una piena sinergia con lealtre realtà del Paese”. Per Bregantini “il futuro è l’assunzione consapevole della storia per-ché si innesti finalmente un processo di autosviluppo. Dalla fatica della gente calabrese”, haesortato, “deve rinascere la speranza che è qualcosa che parte da ciò che c’è per creare ilnuovo. La speranza deve accompagnare i nostri giovani a superare gli ostacoli che la societàpresenta ogni giorno”. Non è mancato un appello al mondo della politica “che deve ritrova-re l’umiltà, mentre la scuola deve privilegiare un lavoro di qualità”. Piero Furci, delegato dal-la Cec per la pastorale del lavoro, ha precisato perché è stata scelta Vibo come sede dellaSettimana. “È un antico borgo marinaro che negli ultimi anni è riuscito a creare anche un pic-colo nucleo industriale, una realtà calabrese divenuta esempio per tutta la regione”. Furci haricordato che “la Settimana sociale coinciderà con i 500 anni della regola dei Minimi di SanFrancesco di Paola approvata nel 1506 da Papa Alessandro VI”.

Maria Scaramuzzino

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16 dicembre 2005 30 dicembre 2005

Bregantini: “La politicaritrovi l’umiltà”

Massoneria e mafia responsabili (anche e non solo) del sottosviluppodella Calabria? L’accostamento tra le due “M” è di monsignor GiancarloBregantini, vescovo di Locri-Gerace. E c’è chi non ci sta.Sergio Scarpino è stata una personalità di punta dell’allora DemocraziaCristiana catanzarese tra gli anni Settanta e Ottanta; è stato anche con-sigliere ed assessore regionale alle Finanze e al Turismo, dunque dellaCalabria conosce uomini e cose, pur se da tempo non frequenta in pri-ma persona il palcoscenico della politica. E non ha gradito per nulla l’ac-costamento fatto dal vescovo di Locri: “Mi meraviglia – dice Scarpino– che una persona preparata e intelligente trovi, abbinando due cosetra loro completamente diverse, le ragioni del sottosviluppo. Se monsi-gnor Bregantini conosce un qualche massone che sia legato alla mafia,lo dica, dal momento che i massoni toccati dai rigori della legge ven-gono immediatamente allontanati. Si fa forse altrettanto con i cattoliciche hanno conti in sospeso con la legge? E con i cattolici vicini alla ma-fia? La verità – insiste Scarpino – è che sia la Chiesa che la massone-ria hanno titoli per indicare la strada per la crescita morale della Cala-bria”.“La mia – conclude Scarpino – non vuole essere la difesa della masso-neria ma della Calabria; perché non si fa un buon servizio a questa re-gione sostenendo tesi che possono risultare fuorvianti”.

31 dicembre 2005

“Quello di monsignorBregantini è unaccostamento ardito”

5 gennaio 2006

Contestate alcune dichiarazioni

Locri, Raffi invitail Vescovo

Bregantini alconfronto pubblicoLOCRI - “La massoneria non è accostabile alla mafia”. A sottolinearlo ilGran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, avvocatoGustavo Raffi che, nel lanciare la sfida al vescovo di Locri Giancarlo Bre-gantini per un pubblico confronto sull’argomento, sembra voler riaccende-re l’antico, ed ormai sopito, antagonismo tra chiesa e “liberi cittadini”.A far insorgere, perché profondamente offeso, il Gran Maestro ravennatesono state le parole dette dal vescovo di Locri, monsignor Giancarlo Bre-gantini, nel corso del suo messaggio per l’avvento del Natale.Espressioni che, a giudizio del Gran Maestro Raffi, “offendono i liberi citta-dini”. Il vescovo di Locri durante l’invio del messaggio natalizio, ma anche“durante la presentazione della settimana sociale della chiesa Calabrese” inprogramma a Vibo Valentia dal 3 al 5 marzo, avrebbe utilizzato le espres-sioni che accostano i massoni alla mafia e che adesso il Gran Maestro con-testa fortemente. “La ‘ndrangheta e le cosche – queste le espressioni profe-rite da monsignor Bregantini e messe sotto accusa dal Gran Maestro Raffi –sono strumento di peccato. Come pure la massoneria deviata, spesso collu-

TERNI – La nostra città ha una storia, un passa-to e tanti primati. Riscopriamoli insieme, pianopiano, uno alla volta.“Bevo a quest’uomo che, mentre tutta l’Italia ta-ceva, parlava di Patria agli Italiani; a quest’Uomoche, mentre l’Italia dormiva, vegliava pensava edagiva, bevo al Maestro di tutti”. Così Garibaldi,nel 1864 a Londra, brindava a Giuseppe Mazzini.Parole semplici, sgorgate dal grande cuore delGenerale, ormai all’apice della notorietà dopol’impresa dei Mille, che attestano la grandezzadell’Uomo, del politico, del cospiratore, giusta-mente definito “l’Apostolo dell’Unità d’Italia”. Ca-lunniato, vilipeso e perseguitato per tutta la vita,troverà la sua consacrazione solo dopo la morte.La sua visione politica continuerà ad infiammaregli animi di democratici e repubblicani, nel suonome nasceranno circoli giovanili ed associazio-ni operaie. In Italia, come nella nostra città. Par-

ticolarmente significativo il circolo mazzinianonato a Terni nel 1885. Aveva sede in via dei Chio-datoli, con un tavolaccio, poche sedie e qualchepanca, come arredamento. Alle pareti i ritratti diMazzini e Garibaldi e uno scaffale con le operedel Maestro. I giovani venivano educati al lavoroe all’amor di patria, attraverso la lettura dei “Do-veri dell’Uomo”. Un libretto di poche pagine,scritto da Mazzini nel 1851, ad uso degli operai,in cui al diritto, veniva anteposto il senso del do-vere. Con esso l’agitatore, il politico, il riforma-tore si fa anche educatore. È il senso del dovereche prepara l’uomo alla sua missione, ad un’esi-stenza che andava spesa al servizio della Patria,della conoscenza, per lo sviluppo e il progressodell’Umanità.Un’opera che rappresentava allo stesso tempouna concezione di vita ed uno strumento di for-mazione delle coscienze, che nel 1906, giusto

cento anni fa, il Circolo Petroli, volle donare “al-la studiosa gioventù ternana perché, ispirandosial pensiero del grande maestro, si educhi fin daiprimi anni al sentimento del dovere”. Un’edizio-ne speciale “ad uso delle scuole e raccomandatadal Ministero della Pubblica Istruzione” come silegge nel frontespizio. Nella prefazione invecel’invito a “sviare egoismi e materialismo, a colti-vare l’amore e ricercare la verità”. Il Circolo Pe-troni non era altro che l’emanazione profana del-la locale Loggia massonica, di cui Maestro Vene-rabile era il dottor Alessandro Fabri, per due vol-te sindaco di Terni e per dieci anni presidentedella Società Operaia. In quegli anni torbidi, inuna città operaia colpita dalla crisi e dalla disoc-cupazione, essa cercava di rilanciare il dialogo,la convivenza civile, iniettando nei giovani la vi-sione di vita e gli ideali mazziniani.

Sergio Bellezza

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LOCRI - Il rifiuto del vescovo di Locri adincontrare il Gran Maestro d’Italia di Pa-lazzo Giustiniani il ravennate GustavoRaffi, è stata “un’occasione mancata”. Adaffermarlo è proprio il Gran Maestro Raf-fi, nel corso di un’intervista concessa l’al-tro ieri durante la sua visita alle Loggemassoniche in Calabria. Come si ricorderà nelle scorse settimane,il rappresentante della massoneria uffi-ciale italiana, è intervenuto per protesta-re, “profondamente offeso”, contro leespressioni che avrebbe utilizzato il ve-scovo di Locri, monsignor Bregantini, du-rante la celebrazione per l’avvento delNatale, relative ai rapporti tra la masso-neria deviata e la mafia.Il Gran Maestro aveva invitato pubblica-mente il presule della Locride ad un pub-blico confronto proprio per potersi con-frontare sul valore sociale ed eticodella massoneria. “Di fronte ad attacchipesanti e volgari si scende in campo contutte le proprie forze – aveva in quel-l’occasione sottolineato Raffi. In meritoalla polemica Raffi chiarisce che non hainteso “sfidare il vescovo di Locri ad unasfida tipo ok korral”, bensì stimolare sol-

tanto un “tranquillo confronto tra rappre-sentanti di sentire diversi”. Dopo aver af-fermato che i massoni “sono credenti” eche crede che “Dio sia un Dio di Amore enon imposto dagli eserciti”, evidenzia chela filosofia del dialogo, “nata proprio al-l’interno delle Logge”, deve adoperarsisempre per dar vita ad un “confrontocorretto e rispettoso dell’altruità, nonchépromuovere la “religione civile”. “In Italia– ha continuato Raffi – c’è spazio per laChiesa e per la religione alla sola condi-zione che si rispetti il principio della lai-cità dello Stato. Solo principio che con-sente al nostro paese di qualificarsi comestato democratico”. Raffi rivendica alla massoneria “l’uomodel dubbio, profondamente religioso, macon la capacità di pensare, di cambiare”.E cita il vescovo di Livorno, nonché vice-presidente della conferenza episcopale,monsignor Ablondi che gli confidò – rac-conta Raffi – che disse, nel corso di uncolloquio, all’allora cardinale Ratzinger,generando in lui grande stupore, che “lastoria di un uomo è anche la storia deisuoi peccati”. Raffi conclude invocando ildialogo tra Massoneria e Chiesa. (p.l.)

Lo dice il Gran Maestro della massoneria Raffi

“Il rifiuto del vescovo allarichiesta di incontro è

un’occasione mancata”

25 gennaio 2006

rassegna stampa2 gennaio 2006

TERNI IERI / Nel 1906 il Circolo Petroni volle donare il volume “alla studiosa gioventù locale”

In regalo alle scuole il libro sui “Doveri dell’Uomo”

Una Loggiadedicata adAlessandro Fabriè stata costituitaa Terni (red)

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sa con la mafia, in un intreccio di interesse losco e pericoloso,perché favorisce non il bene comune, ma sempre ed in modo pre-valente il bene privatistico. Questo è il vero peccato della masso-neria oggi in terra di Calabria”.Il Gran Maestro d’Oriente si ribella con forza a queste dichiara-zioni del vescovo di Locri. “La massoneria e soprattutto quellapiù antica e diffusa nella società come il Grande Oriente d’Italiadi Palazzo Giustiniani – sottolinea Raffi – che ha da poco fe-steggiato il suo bicentenario, si muove all’insegna di principi evalori universali quali il bene comune, con la determinazione diagevolare la formazione di uomini sempre più giusti per una so-cietà migliore”.“Quello che monsignor Bregantini non comprende – ha dichia-rato infatti Raffi – è che la vera barriera è tra le persone per be-ne, credenti e non, e quelle che violano la legge e la dignitàumana”. Rappresentanti di questa seconda e negativa “razza”certamente – assicura Raffi – non se ne trovano tra i massonidel Grande Oriente d’Italia che ha annoverato tra le proprie filei padri fondatori dell’Unità d’Italia e, molto più vicino a noi, an-che i padri della costituente italiana. Raffi invita Bregantini ad“indagare a tutto campo, anche in casa sua, tra il suo gregge”.“La massoneria del Grande Oriente d’Italia – dice Raffi – non hanulla da nascondere e combatte in prima fila la delinquenza or-ganizzata. Non accoglie nel suo seno – aggiunge Raffi – le “pe-corelle smarrite” ed i loro parenti ed amici”.Per eliminare ogni sorta di dubbio Raffi esorta Bregantini a de-nunciare pubblicamente casi e persone se “né a conoscenza,senza trincerarsi dietro accuse generiche, assumendosi, ovvia-mente, ogni responsabilità civile e penale”. La “sfida” che il GranMaestro d’Oriente, non nuovo a tali iniziative dal momento cheuna “sfida” simile, scaturita da una circostanza identica, tempofa venne da lui lanciata nei confronti del vescovo di Trapani, lan-cia a monsignor Bregantini non si ferma solo qui, ma va oltre.“Per quanto mi riguarda – afferma il Gran Maestro Raffi – sonopronto ad un pubblico ed immediato confronto, lascio al presu-le la scelta del luogo: un sagrato, una piazza, una Loggia”. Alvescovo di Locri la risposta, se risposta ci sarà.

Pino Lombardo

Inaugurata ufficialmente la nuova Loggia goriziana Isonzo, composta da una ventina di professionisti

“La massoneria occasione di dialogo e apertura”Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha guidato il rito di “innalzamento delle colonne”

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rassegna stampaGorizia - 15 gennaio 2006

GORIZIA - Gustavo Raffi, Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia, sarà domani (14 gen-naio 2006) a Gorizia per l’inaugurazione di unanuova Loggia e a Trieste per un convegnomassonico.AAvvvvooccaattoo RRaaffffii,, cchhee ssiiggnniiffiiccaattoo hhaa ppeerr ii mmaassssoo--nnii ccoonncclluuddeerree ii ffeesstteeggggiiaammeennttii ddeell bbiicceenntteennaarriiooaapprreennddoo uunnaa LLooggggiiaa aa GGoorriizziiaa??“È’ significativo che la conclusione delle cele-brazioni avvenga ai confini, tra Trieste e Gori-zia che storicamente videro un’azione fortedella massoneria nel periodo dell’irredentismo.Oggi vogliamo essere presenti vicino ai confi-ni perché per noi non sono linee di demarca-zione e divisione, ma ponti per incontrare econfrontarci con altri popoli. La massoneriavuole essere cemento per la costruzione dipercorsi di dialogo e convivenza”.DDuunnqquuee,, llee LLooggggee nneellllaa nnoossttrraa rreeggiioonnee ccoommeeuunn ppoonnttee vveerrssoo ll’’EEsstt:: qquuaall èè llaa ssiittuuaazziioonnee ddeell--llee mmaassssoonneerriiee iinn qquueeii PPaaeessii??“Dopo la fine del comunismo la massoneria starinascendo lentamente anche all’Est. Sono peril momento numeri piccoli, ma di grande qua-lità. La massoneria italiana fa tutto il possibileper aiutarne la ripresa. Quando è rinata laGran Loggia di Bosnia-Erzegovina, il GrandeOriente d’Italia ha donato i paramenti masso-nici a quello bosniaco come messaggio di spe-ranza”.

AA GGoorriizziiaa aapprriirreettee llaa sseeccoonnddaa nnuuoovvaa LLooggggiiaa iinnrreeggiioonnee iinn ppoocchhii aannnnii.. VVuuooll ddiirree cchhee vvii ssttaatteerraaffffoorrzzaannddoo iinn FFrriiuullii VVeenneezziiaa GGiiuulliiaa??“Ci stiamo allargando in maniera lenta e pon-derata perché non siamo interessati alla logicadei numeri, ma a percorsi di spiritualità e cre-scita umana. Ad esempio, lo scorso anno laLoggia di Campoformido, per significare la no-stra contrarietà a tutte le forme di intolleran-za, in un incontro con la presenza di fratellistatunitensi, diede l’appartenenza onoraria al-l’ex Gran Maestro dello Stato di New York cheaveva perso il genero nel massacro delle torrigemelle”.MMoollttii ssoosstteennggoonnoo cchhee llaa mmaassssoonneerriiaa ssiiaa uunn’’iissttii--ttuuzziioonnee vveecccchhiiaa,, aannccoorraattaa aa ccoonncceettttii rriissoorrggii--mmeennttaallii……“I valori risorgimentali sono i valori fondantidel nostro Paese, del patto di fratellanza chelega i cittadini della nostra nazione. Inoltre lamassoneria moderna è nata quasi 300 anni fa,in un periodo di guerre di religione, per tene-re alta la bandiera della tolleranza e del dialo-go universale”.SSii ddiiccee cchhee aammiiaattee llaa sseeggrreetteezzzzaa……“I massoni italiani hanno capito da tempo l’im-portanza della trasparenza. Siamo passati insei anni da diecimila a oltre diciassettemila fra-telli”.

Carlo Tomaso Parmegiani

rassegna stampa 13 gennaio 2006

Massoneria a GoriziaIl Gran Maestro: “Siamo il cemento della convivenza”

Le anticipazionidel 12 gennaio

Messaggero Veneto di Gorizia

Il Gazzettino

Il Piccolo di Gorizia

““II ccoonnffiinnii nnoonn ddeevvoonnoo eesssseerree ccoonnssiiddeerraattii ccoommeesstteeccccaattii mmaa lluuoogghhii dd’’iinnccoonnttrroo””:: pprreesseennttii aallllaa ccee--rriimmoonniiaa aanncchhee eessppoonneennttii pprroovveenniieennttii ddaallll’’AAuussttrriiaaee ddaallllaa SSlloovveenniiaaUna sala in penombra, illuminata solo dalla lucefioca delle candele. Al centro il Gran Maestro Gu-stavo Raffi a celebrare il rito dell’“innalzamentodelle colonne” della Loggia “Isonzo”, che riuniscela ventina di “Liberi Muratori” goriziani (in largaparte professionisti, soprattutto avvocati e com-mercialisti, guidati dal mossese Olivo Fattoretto,già funzionario della pubblica amministrazione)fino a ieri costretti a emigrare a Udine o a Trie-ste da quando, nel 1995, scomparve la “AcaciaIsontina”, ultima erede delle Logge cittadine.“La nascita di una Loggia in una città di confine

come Gorizia ha un significato particolare: lapresenza massonica è un respiro di libertà, un’a-pertura all’alterità e alla comprensione che sot-tolinea come i confini non debbano essere con-siderati recinti ma luoghi d’incontro, perché lamassoneria è sempre stata portatrice della filo-sofia del dialogo”. Il Gran Maestro Gustavo Raf-fi riassume così lo spirito con il quale ha parte-cipato alla cerimonia. In un salottino di palazzoLantieri, che ha ospitato l’incontro in attesa chela Loggia “Isonzo” possa avere una sede pro-pria, sottolinea come la cerimonia venga nel-l’ambito di una serie di incontri (proseguiti nelpomeriggio a Trieste) che hanno chiuso le cele-brazioni per i due secoli del Grande Oriente d’I-talia, la maggiore istituzione massonica in Italia.

Del resto, il ruolo internazionale di Gorizia è sta-to confermato anche dalla presenza di “fratelli”sloveni e austriaci: “Nelle terre di confine – spie-ga Raffi – la massoneria è un momento d’armo-nia: una carta, questa, che dobbiamo giocare. Epoi, i nostri rapporti con l’Est sono antichi: bastiricordare che la prima Loggia di Belgrado, la “Lu-ce dei Balcani”, fu fondata da garibaldini. Quantoallo spirito massonico è poi sufficiente pensareche quando ci fu la dissoluzione della Jugoslaviai nostri fratelli serbi, croati e sloveni volevanomantenere l’unità: la massoneria insomma può re-citare un ruolo importante quale collante nel dia-logo e nella comprensione reciproca”.Questo romagnolo sessantenne, avvocato civili-sta, già impegnato in politica con il Partito re-

pubblicano, ha guidato la massoneria in questianni su un percorso di grande apertura verso ilmondo esterno. “Abbiamo semplicemente rianno-dato i fili della nostra storia – spiega–: certo, lamassoneria nasce come società segreta perchénel Settecento non era facile propugnare certeidee e lo stesso concetto di libera associazioneera rivoluzionario. Ma poi tanti sono stati i mo-menti e le occasioni di manifestazione pubblica

della massoneria, non dimenticando i nomi di tan-ti personaggi, massoni, che hanno fatto la storiadel nostra Paese. E oggi nuovamente possiamoessere punto di riferimento nella società”. Nume-rose, del resto, le battaglie che il Grande Oriented’Italia sotto la guida di Raffi ha condotto e staconducendo: a favore della scuola pubblica, perla libertà di ricerca scientifica, per la riafferma-zione del pensiero laico, per i diritti delle mino-

ranze e perché la globalizzazione possa esseretale anche per i diritti umani.Ma, Gran Maestro Raffi, chi è un massone? “Unuomo del dubbio, che considera ogni suo pros-simo come portatore di una verità e non cerca diimporre la propria, di verità. E quindi la masso-neria è un modo d’essere, che insegna un meto-do di ricerca”.

Guido Barella

““SSmmeennttiittaa ll’’aappppaarrtteenneennzzaa ddaa CCoonnssoorrttee ee BBeerrlluu--ssccoonnii:: ssiiaammoo ccoonntteennttii ddii nnoonn aavveerr nnuullllaa aa cchheeffaarree ccoonn lloorroo.. NNoonn vvoogglliiaammoo cchhee vveennggaa ccaallppee--ssttaattoo lloo SSttaattoo llaaiiccoo””“Qualche lobby ha tentato di inventare il casodi una sorta di P3 con lo scopo di screditarepoi per anni la massoneria com’era accadutoai tempi della P2 di Licio Gelli. Fortunatamen-te l’operazione è fallita. L’ex presidente di Uni-

pol Giovanni Consorte ha pubblicamentesmentito di essere un massone. Sull’altro ver-sante altrettanto ha fatto alla trasmissione te-levisiva ‘Porta a porta’ il premier Silvio Berlu-sconi. Noi siamo molto contenti di non avernulla a che fare né con il signor Consorte, nécon il signor Berlusconi.”Gustavo Raffi, il primo Gran Maestro in jeans(così si era presentato alle prime interviste)del Grande Oriente d’Italia ieri ha chiuso aTrieste il convegno sul tema: “Massoneria: ir-redentismo e interventismo”. Prima in albergo,davanti a un grappino e con un sigaro spentotra le labbra non solo ha anticipato alcuni con-

tenuti della relazione, ma non si è sottratto acommenti su politica, economia, religione, at-tualità. “Contatti tra la politica e l’economiasono comprensibili – dice Raffi – ci si deverapportare però rispettando le regole. Nel ca-so dell’Unipol il cittadino alcune inquietudinile ha vissute. Sono situazioni che vanno rap-portate al quadro etico più che a quello poli-tico. Giuste le dimissioni del governatore del-la Banca d’Italia, ad esempio perché l’interes-se particolare deve sempre cedere il passo al-l’immagine complessiva della nazione.”La massoneria guarda molto da lontano le im-minenti elezioni. “Siamo bipartisan anche al

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Trieste - 15 gennaio 2006

Il Gran Maestro Raffi al convegno “Irredentismo e interventismo”

Non esiste una Loggia P3“Tentativo fallito di screditare la massoneria”

rassegna stampaedizione Gorizia - 15 Gennaio 2006

Cerimonia a palazzo Lantieri: c’erano italiani, austriaci e sloveni

I massoni sono tornati a Gorizia: istituita la“Loggia Isonzo”Il Gran Maestro Gustavo Raffi: “Vogliamo promuovere il confronto e il dialogo in una terra di confine”

MESSAGGEROVENETO

Messaggero Veneto del 15 gennaio

Le iniziative diGorizia e Triestesono on line nelnuovo tg diGoiRadio. All'internole interviste alprofessor Enzio Volli e al Gran MaestroAggiunto Massimo Bianchi.

In chiusura il Gran Maestro GustavoRaffi fa il punto sui più importantiappuntamenti in programma nel 2006.

www.goiradio.it

Da ieri, Gorizia è tornata ad essere una “terramassonica” o meglio, per dirla con il gergo dei“Libero Muratori”, un “Oriente” cioè un territoriodove operano una o più Logge. Il Gran MaestroGustavo Raffi ha presieduto ieri mattina, a Palaz-zo Lantieri, la cerimonia rituale che ha suggella-to la nascita nel capoluogo isontino di una nuo-va Loggia massonica del Grande Oriente d’Italia,la “Loggia Isonzo”. Una cerimonia suggestiva,misteriosa, aperta ai soli adepti e che nell’idiomamassonico viene chiamata “innalzamento delleColonne del Tempio”, ovvero l’inaugurazione diuna nuova “Officina” massonica. Da sottolineareche quella goriziana è la prima nuova Loggia co-stituita in Italia nel 2006. Alla cerimonia hannopartecipato massoni provenienti oltre che dallaregione anche da altre città italiane, dalla Slove-nia e dall’Austria. In tutto, i massoni goriziani eisontini facenti parte della nuova Loggia sono

una ventina tra nuovi membri e massoni che era-no confluiti nelle Logge udinesi dieci anni fa.L’ultima Loggia del Grande Oriente d’Italia a Go-rizia, la “Acacia Isontina”, era stata sciolta infat-ti nel 1995.Pur se cerimoniali e ritualità rimangono gelosa-mente custoditi tra gli adepti, la Massoneria hasmesso ormai da tempo quel velo di mistero ri-masto a circondare le Logge dei “Libero Murato-ri”, retaggio dei tempi in cui la Massoneria costi-tuiva la società segreta per eccellenza fin dallasua fondazione nella Londra settecentesca. A te-stimonianza di tale assunto, ieri la costituzionedella nuova “Loggia Isonzo” ha costituito unevento tutt’altro che “segreto” tanto che, al ter-mine della cerimonia, il Gran Maestro GustavoRaffi, sessantenne principe del foro ravennate, unpassato di militanza nelle file del partito Repub-blicano e un presente di grande affabulatore, si è

intrattenuto con i giornalisti spiegando a 360 gra-di il senso attuale dell’appartenenza massonica.Proprio Raffi, del resto, ha rivoluzionato l’ap-proccio della Massoneria con i cittadini, con leistituzioni e con la stampa aprendo le Logge alcolloquio e al confronto con la società. Un con-fronto che anche e soprattutto in una città e in unterritorio peculiare come Gorizia può trovare se-condo il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italiaun terreno fertile.“Oggi – ha affermato Raffi – la Massoneria sipropone di costituire un spazio critico e liberoper promuovere il dialogo e il confronto, tantopiù in una terra di confine come quella gorizia-na, un confine che deve diventare sempre di piùuna ricchezza. Del resto anche ai tempi dellaguerra in Jugoslavia tra i massoni serbi e croatic’era la volontà di continuare a restare insiemenonostante quello che stava accadendo”.

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Denominata “Alla Concordia” ma non ebbe vita facile E la prima fu fondata nel 1784Pochi lo sanno, ma il capoluogo isontino ebbe la sua prima Loggia massonica già nel 1784, deno-minata “Alla Concordia” e della quale fu Maestro Venerabile il Conte Francesco Della Torre Valsas-sina. A ricordarlo, in coincidenza con l’innalzamento di nuove Colonne del Tempio nella valle dell’I-sonzo con la cerimonia di ieri a Palazzo Lantieri, è il goriziano Giuliano Devescovi, il quale rammen-ta anche come la prima traccia della Massoneria nel territorio goriziano e isontino risalga al 1735quando tale Molinari fu sottoposto a processo inquisitorio ancor prima della promulgazione dellaBolla “In Eminenti” con la quale papa Clemente XII pronunciava la prima scomunica contro i “Libe-ro Muratori”.La Massoneria conobbe poi un impulso notevole a Gorizia e in tutta la Destra Isonzo ai tempi delpassaggio delle truppe napoleoniche tanto che con l’arrivo dell’84esimo Reggimento di fanteria ven-nero fondate a partire dal 1804 numerose Logge.Secondo quanto ricorda ancora Devescovi, la Massoneria non ebbe vita facile ai tempi dell’imperoaustrungarico anche e soprattutto in considerazione della repressione politica a sfondo clericale chesi instaurò con Leopoldo II d’Austria. Al termine della seconda guerra mondiale i pochi massoni go-riziani e isontini rimasti si affratellarono alla Grande Loggia autonoma di Trieste e anche a quella “Ita-liana” di Udine.

nostro interno: abbiamo fratelli progressisti, fra-telli conservatori, forse qualche fratello reaziona-rio. La nostra preoccupazione è che in Italia nonvengano calpestati i principi dello stato laico. Sequalche maggioranza tenterà di imporre un credoparticolare, faremo sentire la nostra voce. Occor-re infatti – ha aggiunto – ristabilire un clima dilaicità che consenta il rispetto di tutti gli orienta-menti religiosi e culturali e che impedisca a qual-cuno di presidiare i confini dell’etica e di imporreil proprio credo (da qui anche l’impegno a difen-dere la libertà della ricerca scientifica). Il GrandeOriente d’Italia – ha precisato – non contesta ildiritto della chiesa cattolica di proporre la propriateologia, ma esprime forti e circostanziate critichedi fronte ai tentativi di subordinare la legislazionedello Stato laico al punto di vista di una sola teo-logia, trasformandolo in tal modo, e questo sa-rebbe assolutamente inaccettabile, in uno Statoetico e teocratico.”“Non vogliamo abbassare la guardia sulla scuolapubblica – ha aggiunto il Gran Maestro ripren-dendo un argomento che sente particolarmente –è l’unica che rispetta pienamente i principi delloStato laico, oltre ad essere quella che permette aimigliori di affermarsi, al di là del ceto sociale diappartenenza, e ad essere soprattutto l’unica chepermette anche a quanti appartengono a popoli,culture e religioni diverse di integrarsi. La Franciaproprio su questo punto ha ceduto e ha poi subi-to la rivolta sanguinosa delle periferie. L’Italia ri-schia di mettersi su queste strada se privilegia lescuole cattoliche, le scuole ebree, le scuole mu-sulmane, anziché valorizzare la scuola interrazzia-le e interreligiosa. I crocifissi possono anche rima-nere, da noi fanno quasi parte dell’arredamento.”

Silvio Maranzana

Molti sono avvocati ecommercialistiMa chi sono i massoni goriziani che hanno costituito ieri la nuova “Loggia Isonzo”?L’identità, a quanto pare, resta top secret a dispetto delle “aperture” all’esterno profes-sate dal Gran Maestro Gustavo Raffi. Da quanto si è potuto apprendere, i nuovi masso-ni che fanno parte della “Loggia Isonzo” appartengono per lo più alle categorie degli av-vocati e dei commercialisti, ma su nomi e cognomi viene mantenuta una discrezionalesegretezza.Nelle riunioni che seguiranno, gli adepti della Loggia goriziana dovranno scegliere il lo-cale capo Loggia o “Maestro Venerabile”.Per quanto riguarda l’attività e la “filosofia” della Loggia massonica Raffi ha sottolineatoche il massone “è da sempre l’uomo del dubbio, colui che non è depositario della veritàma che ne è alla costante ricerca”. “Attualmente nella società si avverte un crescente bi-sogno di Massoneria – ha continuato il Gran Maestro – perché essa propugna i valorifondamentali della dignità, della libertà e del rispetto del singolo nella diversità. E co-munque, la Massoneria non vuole certo “surrogare” le istituzioni come già sosteneva inpassato un noto filosofo massone come Fichte”.

A volte le proteste sono utili. Come tutti gli articoli che io – e non soltan-to io – abbiamo pubblicato su molti giornali perché le Poste Italiane stava-no dimenticando Giuseppe Mazzini nel duecentesimo anniversario della suamorte. Senza nulla togliere a Sant’Ignazio da Làconi, a San Gerardo Maiel-la, a Pietro Savargna di Brazzà (chi sono?) pensavo che anche Mazzini po-tesse avere diritto ad un francobollo commemorativo. Ed è stato emesso inextremis, il 10 novembre, quando già la speranza mi stava abbandonando.Ringrazio le Poste, ma alla Commissione incaricata voglio segnalare che nelprossimo anno, nel 2007, ricorre il 200° anniversario della morte di Giusep-pe Garibaldi e che sarebbe bene che l’emissione avvenisse il 2 giugno chenon è solo l’anniversario della sua morte, ma anche quello della proclama-zione della Repubblica. E perché per l’occasione, anche un francobollo con

il monumento di Anita, che non è mai stato ricordato in nessuna emissione?Nell’anno testé terminato vi era anche l’anniversario dei duecento anni del-la Massoneria Italiana e per tale anniversario era da tempo stata fatta re-golare proposta per un francobollo. Forse una Istituzione che ha contatonelle sue file, uomini come Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, NinoBixio, Goffredo Mameli autore dell’Inno ufficiale della Nostra Repubblica, ilcantore del Risorgimento Giosuè Carducci e mille eroi che si sono immola-ti nel Risorgimento italiano per l’Unità e la Libertà d’Italia, meritava questoriconoscimento che non c’è stato. Vi sarebbe una soluzione: nel 2007, anni-versario della morte dell’Eroe dei due mondi, un bel francobollo di Garibaldicon le insegne massoniche. Ma su questo argomento ritornerò a parlare.

Aldo Chiarle

rassegna stampa - storia e cultura16 gennaio 2006

Un francobollo per celebrare 200 annidi massoneria Italiana

rassegna stampa - storia e cultura 28 dicembre 2005

Ernesto NathanCaro Signor Gervaso, penso anch’io, come lei, che Walter Veltroni siaun ottimo sindaco, il migliore del dopoguerra. Roma è una città diffici-le, come tutte le città storiche, e risolvere i suoi problemi, a comincia-re da quello del traffico, è un’“impresa quasi disperata”. Anche se am-ministrare Roma non è mai stato facile, qualcuno, in passato, ci riuscìmeglio degli altri. Mi riferisco a un personaggio di cui poco si parla e

che non fu solo un grande sindaco, ma anche un autorevole massone:Ernesto Nathan. Enrico Vecchi - Civitavecchia Mezzo italiano e mezzo inglese, ma solo perché nato a Londra, il 15 ot-tobre 1845, Ernesto Nathan era il quinto di dodici fratelli. La madre, Sa-ra Levi, chiamata confidenzialmente Sarina, era di Pesaro, e il padre,Meyer Moses, un ebreo tedesco. Nella capitale inglese Ernesto si era

Spulciando tra i libri di storia dell’esoterismo(rilegati più spesso in paperback che in pelleumana è facile notare che il campo ha attira-to bad boss di ogni sorta. Jimmy Page, leaderdei Led Zeppelin? C’è. Kenneth Anger, registaunderground? C’è. Aleister Crowley, mago?Beh, se non c’è lui… E poi lsaac Newton, chea modo suo era un ragazzaccio non da poco.Helena Petrovna Blavatsky, donna decisamen-te libera per i suoi tempi (e per i nostri). Ca-gliostro, il Conte di Saint-Germain ed Edward

Kelly, avventurieri puri che paiono usciti dal-le pagine di un romanzo – e che sono entra-ti nelle pagine di molti. Lunacharsky, marxistaeretico. Eccetera.Personaggi molto diversi tra loro, d’accordo.D’altronde “esoterismo” è un termine fin trop-po vago: anche la conoscenza del matematicoè mia conoscenza “esoterica”, e cioè nascosta.L’esoterismo ha a che fare con i simboli, usa-ti in modo spensierato e rigoroso al tempostesso. Edgar Affari Poe, in La Lettera Rubata,

insegnava che non c’è miglior trucco per na-scondere le cose che quello di metterle in evi-denza. Un buon simbolo è in grado di na-scondere a chi non sa capire e di spiegare achi ha le giuste chiavi – nasconde mostrando,come una ballerina del Moulin Rouge.Inoltre la conoscenza esoterica è qualcosa dipiù di un accumulo di nozioni. Heinlein, l’au-tore del classico Straniero in terra straniera,avrebbe detto che è un “grokkare”: una com-prensione che ti modifica profondamente, al

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rassegna stampa-storia e cultura14 gennaio 2006

BAD BOYS. La star che ha “grokkato” la musica classica

Fratello Wolfgang e il suo esoterico Mesmer

Nuovo lungometraggiodel fratello Gino Bertini

Da Chartres a Rosslyn“La verità è unica, immortale ed eterna el’uomo, alla continua ricerca di essa, in ac-cordo tra spirito e ragione, può soltantoimmaginarla, idealizzandola”.Inizia così il nuovo lungometraggio dal titolo“Da Chartres a Rosslyn. Alla ricerca della ve-rità” dell’autore-regista Gino Bertini che, do-po aver esplorato con la sua cinepresa ilmondo dei templari, con i documentari “ITemplari. Monaci e guerrieri” e “I Templari.Misteri e leggende”, adesso si cimenta nelladescrizione di un altro aspetto legato a que-sti guerrieri leggendari: le cattedrali gotichee il loro simbolismo. Bertini cerca di leggere questi libri di pietra,nei quali sono nascosti segreti di sapienza econoscenza e parlano il misterioso linguag-gio della mistica e della tradizione esoterica. Nella seconda parte il documentario si sof-ferma, in maniera dettagliata, sulle immaginidella Collegiata di San Matteo, vicino adEdimburgo, meglio conosciuta come la cap-pella di Rosslyn. Vengono evidenziati tutti iparticolari di cui è ricca questa meravigliosacostruzione, Tempio della spiritualità e delmisticismo, monumento commemorativodell’Ordine del Tempio, con una quantità disimboli che continuano a turbare il sonno distorici ed esoteristi, e che affascinano la fra-tellanza massonica ed i suoi membri arriva-no da tutto il mondo per esaminarli con at-tenzione.

Il documentario, in formato DVD, ha la dura-ta di 32 minuti ed è stato scritto, diretto eprodotto dal fratello Gino Bertini della Loggia“Francesco Burlamacchi” (1113) di Lucca.Il costo è di 15 euro, (più le spese di spedi-zione), parte dei quali saranno devoluti inbeneficenza Per ordini rivolgersi a: Gino BertiniVia San Filippo 504 - 55100 LUCCATel. 3356658140 - 0583 48296E-mail: [email protected]

trasferito dopo anni trascorsi a Parigi. Nel 1859Meyer si congedò dal mondo e Sara si trasferìcon una parte dei figli a Firenze; poi, a Milano;quindi, a Lugano. In tutte queste città aprì le porte del suo salot-to al fior fiore dell’intelligencija progressista,specialmente repubblicana, che aveva il suo nu-me tutelare in Giuseppe Mazzini, intimo dellafamiglia Nathan e di Sara (qualcuno insinuò cheErnesto fosse figlio naturale del patriota geno-vese, diventato il compagno della vedova Levi). Nel 1860 Ernesto s’iscrisse all’università di Pisa,ma interruppe gli studi. In questo periodo avreb-be conosciuto Adriano Lemmi, potentissimo “fra-tello”, e per la prima volta sentito parlare di mas-soneria. Nel 1867, dopo varie peregrinazioni, im-palmò Virginia Mieli, con cui tornò a Londra. Treanni dopo, nel dicembre, Mazzini lo volle nellaCittà Eterna, dove diventò amministratore delgiornale “Roma del popolo”. Il 10 marzo 1872 ilpadre della “Giovine Italia” si spense a Pisa sottoil falso nome di “Dottor Brown”, assistito da Sa-rina e vegliato da Ernesto, che ne raccolse l’ere-dità morale e spirituale. Nel 1887 Nathan, iniziato da Lemmi, entrò nellaLoggia “Propaganda Massonica” e, nel febbraiodel 1888, ottenne la cittadinanza italiana. Potevafinalmente dedicarsi a quell’attività politicach’era sempre stata la sua passione, da quandoMazzini gliel’aveva fatta conoscere e amare. Di-venne membro del consiglio comunale capitoli-no e di quello provinciale pescarese e lottò perle cause giuste, dalla parte dei ceti meno ab-bienti e meno protetti. Fra le tante battaglie civili di cui si fece paladi-no, una assunse i toni della crociata: quella con-tro la “doppia morale”, in difesa di coloro che,in uno scritto coraggioso, definì le “diobolarie”(donne che si concedevano per due denari),prostitute marchiate d’infamia con tanto di pa-tentino, che la società metteva al bando comemeretrici, senza chance di riscatto. La prostituzione di Stato, vergogna delle vergo-gne, creava scandali paradossali: vergini che fi-nivano nelle case di tolleranza, spinte dal biso-gno e dalla disperazione. Perché – suggerì pro-vocatoriamente Nathan – lo Stato non apre ca-

se di piacere per donne, con uomini “tenuti a ta-riffa come tori”? Se certi istinti, certi impulsi so-no comuni a entrambi i sessi, perché discrimina-re, favorendo i maschi a scapito delle femmine? La militanza massonica profondamente sentita emai tradita fece di Ernesto un campione dei di-ritti civili, un modello di probità e d’impegnosociale.E quando, dopo le dimissioni di Lemmi, i “fra-telli” furono chiamati a dargli un successore, lascelta cadde su di lui. Il 1° giugno 1896 fu ele-vato alla Suprema Maestranza. Un’elezione chetestimoniava la stima dei “figli della Luce” per ilfiglioccio di Mazzini. Nathan restituì al Grande Oriente il prestigioperduto durante il discusso regno di Lemmi, nerinnovò l’immagine e tenne a bada i cattolici.Nel novembre 1903 si dimise per motivi di salu-te e il maglietto passò nelle mani di Ettore Fer-rari, repubblicano di antica fede Nathan amministrò Roma dal 1907 al 1913 cononestà ed efficienza. All’insegna dello slogan“Più scuole e meno chiese”, moltiplicò i numeridegli edifici scolastici e dei giardini d’infanzia,municipalizzò con un referendum le linee tran-viarie, attivò un impianto idroelettrico, costruìcase popolari, tassò le aree fabbricabili, varò unpiano regolatore che fece infuriare i grandi pro-prietari terrieri e immobiliari, che gli dichiararo-no guerra. Ebbe la peggio e, dopo sette anni dibuon governo – un governo che la città nonavrebbe più avuto – dovette dimettersi. Nel 1917 i “fratelli” lo rivollero al vertice dellamassoneria, in segno di riconoscenza per quantoaveva fatto come sindaco, ma anche perché me-mori della sua precedente Maestranza. StavoltaErnesto tenne il maglietto solo per due anni, an-che perché ne aveva settantaquattro ed era stan-co. Dedicò il resto dei suoi giorni alla cura delleopere di Mazzini. Quando, il 9 aprile 1921, morì,il cavalier Benito non aveva ancora portato “l’I-talia di Vittorio Veneto” al “re sciaboletta”. Lamassoneria non era ancora fuorilegge, ma la suasorte era segnata. Ernesto non ebbe la sventuradi assistervi.

Roberto [email protected]

Franz Anton Mesmer

punto da farti ampliare i confini della tuastessa conoscenza. Un botanico può usarei sistemi della scienza per studiare un fio-re, ma per grokkarlo dovrà usare i sistemidell’artista, del mistico. O del mago.Il passo successivo è il cambiamento. Ogniesoterista che si rispetti sogna di cambiaremicrocosmo e macrocosmo e cioè, in soldo-ni, se stesso e il mondo. È questo il segretodell’alchimia, troppo spesso considerata lasorella povera della chimica. La pietra filoso-fale è un simbolo di cambiamento: grokkan-do le trasmutazioni di metalli e sostanze,l'alchimista trasmuta se stesso. Il cosiddetto“pensiero magico” non è necessariamenteconservatore e passatista. Al contrario: puòessere – e di fatto è quasi sempre stato, nel-la Storia – profondamente rivoluzionario. Al-tro punto a favore dei bad boys.In tutto ciò il nome di Mozart risuona benchiaro. Antesignano delle rockstar, geniale.ribelle, capace di spaziare dalla profonditàdel Flauto Magico all’apparente leggerezzadi Così fan tutte, Mozart è stato un badboy leggendario: non è strano che sia sta-to anche massone, in un’epoca in cui laMassoneria rappresentava una punta moltoavanzata del pensiero europeo. Lidia Bra-mani ha dedicato all’argomento un bellissi-mo libro, Mozart massone e rivoluzionario,che da una parte fa piazza pulita di moltiluoghi comuni, dall’altra analizza a fondo inessi che esoterismo, politica e musicahanno stretto in un’epoca cruciale dellaStoria europea. Mozart non era un masso-ne da diporto. Al contrario ha fatto dell’im-pegno massonico un perno della sua vita,dei suoi ideali, e della sera musica: la ven-tata di laicismo e tolleranza che la Masso-neria portava, trovò in lui un propagatoreentusiasta. Il suo mecenate poi, Gottfriedvan Swieten, faceva parte del gruppo para-massonico con idee libertarie degli Illumi-nati di Baviera. Proprio loro, quelli resi fa-mosi da una letteratura complottista che ri-sale al Settecento e continua ad essere benviva. Custodi del Graal, eredi di una tradi-zione millenaria, e perfino extraterrestri:degli Illuminati si è detta qualsiasi cosa, maerano semplicemente degli intellettualistanchi dell’opprimente politica ecclesiasti-ca e sociale del loro tempo. Ce ne sono an-che oggi. Si spera, almeno.Politica a parte, l’epoca di Mozart fu tur-bolenta per altri versi. In Europa si aggira-va un medico, Franz Anton Mesmer, chemieteva successi tra nobili e poveri con unaterapia nuovissima, basata sul “magnetismoanimale”. Mesmer fu unpersonaggio a cavallo trarazionalismo illuminista ealtre forme di razionalità:studiava Paracelso e ipotiz-zava impalpabili fluidi, e altempo stesso riscopriva l’i-pnosi, introducendola au-dacemente nell’arsenaledella medicina scientifica.

Mesmer è un invitato di lusso al ballo trascienza, magia, religione e illusioni umane.Fu il padre dell’ipnosi moderna, ormai re-golarmente usata dai medici, e al tempostesso dello spiritualismo, che non riscuote(ufficialmente) altrettanti consensi. Le suesedute sfociavano a volte in enormi psico-drammi, e costellate com’erano da urla didonne e contorcimenti di corpi, stiracchia-vano parecchio le strette regole del pudo-re settecentesco. Un altro bad boy, insom-ma. C’è da stupirsi che lui e Mozart fosse-ro amici? Il compositore lo inserì perfino inuna sua opera, Così fan tutte, sotto le men-tite spoglie di Despina.Però attenzione. Mozart non era una sortadi stregone che occasionalmente, tra un ri-tuale e una lettura alchemica, componevaqualcosina da vendere al migliore offeren-te. La sua passione per la musica e la ri-cerca di forme di razionalità diverse daquella illuminista facevano parte di unostesso percorso. Un percorso, tra l’altro,che non è solo di Mozart. Il rapporto trapensiero magico e musica è strettissimo euniversale. La musica è una componentefondamentale delle trance e di molte espe-rienze mistiche, migliaia d’anni fa come og-gi. I percussionisti afro-caraibici sono fa-mosi in tutto il mondo, e spesso imparanoa suonare durante i rituali estatici dellaSanteria, del Voudoun o del Candonmblè.Ma non c’è bisogno di spostarsi fino in Afri-ca o ai Caraibi. La pizzica pugliese, che ul-timamente è tornata di moda, era in origi-ne un ballo, un rituale religioso, un esorci-smo, un momento di indispensabile unionesociale: tutto questo e di più, sempre asuon di tamburello. Marsilio Ficino, grandemago rinascimentale, considerava la musi-ca un potentissimo mezzo di comunicazio-ne e conoscenza: essa infatti si muove at-traverso l’aria, e di aria è composto secon-do Ficino lo spirito umano. Per di più le im-magini sono statiche, i suoni no, e il dina-mismo musicale può superare i confini del-la razionalità, toccando le corde piùprofonde del nostro animo.La musica è matematica sensuale. Il suo co-dice è tanto complesso da essere, appunto,esoterico, quanto quello della matematicaavanzata. Le note sono simboli che mostra-no e nascondono. Sono difficili da leggere,eppure danno vita a movimenti d’aria – e dispirito, seguendo Ficino – in grado di emo-zionare anche chi non le conosce, anche chiè al di fuori del ristretto cerchio degli inizia-ti. La musica non si capisce, si grokka. È un

fluido che supera la razionalitàbigotta cui ancora oggi tantiintellettuali restano legati, ep-pure ha una struttura logica,rigorosa. È sia medicina chespiritualismo: è mesmerica. EMozart, rivoluzionario e mas-sone, lo aveva grokkato.

Francesco Dimitri

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Bent Parodi

B COMEBELLEZZALa bellezza nascosta1ª parteAd un occhio sensibile nulla è più manifesto dellabellezza nascosta: essa è ovunque, ma il suo cen-tro è nell’intelligenza del cuore. Soltanto una sor-ta di inveterata atrofia ci impedisce di coglierlacome unità del reale.Valgano le parole del filosofo Plotino (305-370):“Più d’una volta, uscito dal sonno corporeo, es-sendomi ridestato e fattomi intimo a me stesso, hola visione d’una bellezza meravigliosa e credo –allora come mai – di appartenere ad un più altoretaggio” (Enneadi, IV).Si tratta, qui, del culmine dell’esperienza estetica,una esperienza che coincide col momento dell’en-stasi agognato dai mistici d’ogni tempo. Come il fi-losofare anche il sentimento della bellezza nascedal greco thaumàzein, dalla meraviglia. Senza lostupore non v’è gusto estetico e l’arte in natura èappunto ciò che definiamo come bello. Ma biso-gna essere iniziati perché – come ci ammonisceEraclito – “la natura ama nascondersi”. Ed è an-cora il saggio di Efeso ha rilevare come l’armoniacelata valga più di quella manifesta.Si può immaginare una bellezza senza i colori? Eb-bene val la pena ricordare come la varietà croma-tica non sia altro che il frutto di sensazioni psichi-che: nel mondo dei fenomeni tutto è grigio. Lo di-mostra l’indagine sperimentale, che riduce il dive-nire ad una serie di vibrazioni; l’ente non è che ri-sposta alla frequenza.La cosiddetta materia è un ‘precipitato’ dell’ener-gia, cioè dello spirito. C’è bisogno di ricordare co-me Einstein abbia dimostrato l’equivalenza framassa ed energia? Se E = mc2, allora tutto si ri-duce a campi di forza, che la riflessione esotericaha riconosciuto di origine mentalistica. La realtàautentica coincide col pensiero e sembra accor-gersene anche la fisica delle alte energie, laddoveessa ha constatato come le particelle obbediscanoinvariabilmente agli impulsi dell’osservatore. Piùchiara risulta così l’antica affermazione di Parme-nide: pensare ed essere sono una medesima cosa.Dagli Eleati alla scuola platonica il passo è brevee dà giusta contezza del misticismo estetico: il bel-lo è lo splendore dell’idea nel fenomeno, l’arte èrivelazione dell’idea, di spiegarsi della coscienza.Ancora in tempi recenti, nell'ambito della psicolo-gia estetica, Rudolf Arnheim ha definito l’arte co-me ciò che rende visibile la natura delle cose. L’af-fermazione ci riporta ad Eraclito. Il bello ha carat-tere simbolico; per Plotino esso è “percezione an-nunziante”, che allude e rinvia ad altro da sé. Ladimensione estetica va vista come una grande me-tafora, dalla funzione catartica; essa introduce al-l’esperienza platonica dell’amore, perché l’érosnon è che “generazione nella bellezza”. Esso na-sce dalla contemplazione (éros da òrasis). V’èdunque uno strettissimo rapporto fra bellezza eamore ed entrambi convergono nella nozione ar-Wolfgang Amadeus Mozart

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rassegna stampa - attualità18 gennaio 2006

Gli italiani e la Chiesa

Se il cattolico sceglie i PacsNonostante che la religione goda oggi di buonasalute e di molto spazio sui mass media, il rap-porto tra gli italiani e la Chiesa continua ad es-sere difficile. Il Papa e i vescovi sono impegnatia tutto campo per arginare la secolarizzazione,per partecipare al dibattito pubblico, per far sìche i costumi della popolazione siano più in li-nea con quell’identità cattolica che pure a vocetanti proclamano. Non mancano riconoscimentidi come la Chiesa agisce e parla nella società,ma molte sue indicazioni non sembrano compre-se o condivise.Questo l’affresco che emerge da un, sondaggiodell’Eurispes, che anticipa il “Rapporto Italia2006” che verrà presentato a giorni. Anche senon priva di limiti, l’indagine offre uno spaccatodel Paese che merita di essere considerato, te-nendo presente quanto è caldo il dibattito sui te-mi trattati.Il punto dolente, come si sa, è quello dell’eticafamiliare. Oltre i 2/3 degli italiani sono favorevo-li ai Pacs, difendono la legge sul divorzio, giu-stificano le convivenze. Il dissenso riguarda an-che le “regole” interne alla Chiesa. La metà de-gli italiani vorrebbe che il sacerdozio fosse este-so alle donne, l’80% non comprende perché i di-vorziati e i risposati civilmente non possano fa-re la Comunione, il 66% non vuole che si neghil’Eucarestia ai politici che sostengono leggi nonconformi ai valori cristiani.Qualche mina vagante emerge anche sull’ottoper mille. La maggioranza degli italiani non sol-

tanto ritiene giusto che lo Stato finanzi in que-sto modo le Chiese e le confessioni religiose, madichiara anche di aver destinato questa risorsaalla Chiesa cattolica nell’ultima dichiarazione deiredditi. Tuttavia, se la destinazione dei settorifosse libera, solo 1/3 premierebbe la Chiesa,mentre altri preferirebbero potenziare la ricercae l’innovazione.Ancora, la maggior parte degli italiani non ha di-gerito il decreto che prevede che gli immobili egli esercizi commerciali della Chiesa siano esen-tati dall’Ici.È poi controversa la valutazione da parte dellagente di come la gerarchia cattolica si pronuncioggi sulle questioni etiche (aborto, eutanasia,fecondazione) e socio-politiche. Per molti laChiesa è troppo interventista, ma sono di piùquelli che dicono che “la misura è giusta” o chedovrebbe esporsi maggiormente. E ciò soprat-tutto in campo etico. Il 68% degli italiani condi-vide la proposta della Chiesa di inserire gli ope-ratori dei movimenti per la vita nei consultori.Non mancano, dunque, varie contraddizioni nel-l’orientamento degli italiani.Un conforto più certo alla Chiesa deriva dall’o-rientamento religioso della gente. Chi si reca inchiesa lo fa molto più per pregare (77%), cheper una tradizione di famiglia (14%) o per chie-dere una grazia. La pratica religiosa ordinaria èancora molto alta, se confrontata con quantosuccede in altri Paesi europei, mentre è assaielevata l’importanza che gli italiani riconoscono

ai sacramenti (persino alla confessione!), sotto-lineando soprattutto quelli legati ai riti di pas-saggio (battesimo, cresima, matrimonio). Permoltissimi, poi, il crocifisso deve state al suo po-sto nelle scuole e negli edifici pubblici, perché èun simbolo sia di valori universali che della “no-stra” cultura.Su tutta questa analisi pesano, come s’è detto,delle riserve di fondo. Quale valore dare a son-daggi “veloci” come questi, che si applicano acampioni ristretti di popolazione, magari realiz-zati in condizioni particolari? Il dubbio emerge,perché, ad esempio, questo recente sondaggio èstato svolto tra il Natale e l’Epifania, un tempo– come si sa – non troppo propizio a mettereinsieme un campione rappresentativo della po-polazione nazionale. Un’altra riserva riguarda ilmodo in cui i dati sono stati presentati, checoinvolge anche il loro valore. Sui vari temi l’Eu-rispes mette a confronto le posizioni dei “catto-lici” con quelle dei “non cattolici”, da cui derivache vi sono sì delle differenze, ma sovente noneclatanti. La secolarizzazione delle coscienze,dunque, coinvolge anche i cattolici? Anch’essisono sordi agli appelli e alle indicazioni dellagerarchia?Il mistero si svela se si considera che oltre l’85 %della popolazione italiana continua a dichiararsicattolica, e che dentro questo grande mondo visono modi molto diversi di interpretare questaidentità religiosa. Si può essere cattolici “attivi econvinti”, o persone “convinte ma non attive”, o

chetipale dell’‘ordine cosmico’, secondo il mo-do ternario del processo ideofanico.La bellezza autentica non appare: è, oppure,semplicemente, non è affatto bellezza ma illu-sione ricavata dal flusso incostante delle mo-bili impermanenze, un ‘gioco’ degli skandha dibuddhistica memoria, solo una percezione ef-fimera.Ma v’è un’altra interessante equivalenza da ri-levare, che attiene al livello radicale indoeu-ropeo. In tutte le lingue arie (ma anche in idio-mi del mondo arcaico e tradizionale), lo stes-so termine designa ad un tempo il ‘bello’ ed il‘buono’, affermando così un’identità ontologiafra etica ed estetica.Conviene esemplificare, a partire dal termineche ci è più familiare. Bello è parola che risa-le a bellus, dal latino arcaico dhuenolos; sitratta d’un originario diminuitivo – bonulus –che equivale letteralmente a bonino.Non diversamente il classico pulcher, pulchrares – con una originaria valenza magica delciclo della fecondità – è contemporaneamen-te ciò che è buono e ciò che è bello.Lo stesso dicasi del greco kalòs (dal sanscritokalays, sano, gradevole). È noto l’enorme ri-lievo che la cultura ellenica ha attribuito al

traguardo della kalokagathìa, l’deale dell’uo-mo ad un tempo kalòs kaì agathòs, “bello evaloroso”.In Egitto il termine nefer (da cui i nomi Nefer-tari, Nefertiti, e simili) significa sia bello chebuono; il faraone – nefer nether – è il buondio, che garantisce la maat, cioè l’ordine co-smico, ma anche il bel dio, che incarna il prin-cipio stesso dell’armonia.E ancor oggi, nel parlare comune, si tendespesso ad indicare come bella una cosa che èbuona, e viceversa. Questa persistenza se-mantica è estremamente significativa e rinviaall’originaria ideologia che fa corrispondere ilperì kaloû al perì tagathoû, l’àmbito esteticocon quello propriamente etico. Il summum bo-num è dunque la stessa cosa della pulcherri-ma res, il ‘bello’ ed il ‘bene’ sono corradicaliE per dirla platonicamente si ha da essere ini-ziati alle “cose d’amore” per avvertire questaessenziale identità, come lo fu Diotima, la sag-gia sacerdotessa di Mantinea che ammaestròSocrate nell’apprendimento del ‘bello’. Basta ri-leggere le pagine immortali del Simposio, delFedro, per comprendere la continuità della di-mensione profonda dell’estetica. Basta risve-gliare il nostro principio ordinatore interno,

quel che gli Indù chiamano l’antaryami, perchési manifesti lo hiranyaghârba, il ‘germe di luce’.“Tutto è nell’intimo”, avvertiva Plotino rie-cheggiato dai sufi islamici; nell’interiorità si ri-scopre l’armonia del reale. La bellezza, difat-ti, esiste, anzi è, solo nel nostro pensiero stru-mento esclusivo dell’ontofanìa, la rivelazionedell’Essere.Quel che noi chiamiamo ‘bellezza’ nel sensoordinario, seppur nobile, della parola non èche l’armonia esteriore dell’ordine cosmico:dunque un pallido indizio del verum, dellagreca alètheia, propriamente il ‘disvelato’,l’‘innascostezza’ o rimemorazione, come pri-vazione dell’oblio (Léthe). Solo l’equilibrio dell’illud tempus, il tempoprimordiale della cosmogonia, può riassumerein sé la bellezza esemplare. E non è, d’altron-de, un caso se il bello è stato sempre sentitocome ‘armonia’, giusta interrelazione di rap-porti, sin dalla riflessione pitagorica (armonìa,in greco, è solidale col sanscrito rta, appuntol’ordine cosmico della ‘prima volta’).

(continua)Bent Parodi, giornalista e scrittore,

è Grande Oratore Aggiunto del Grande Oriente d’Italia

ROMA. Alla fine giovedì è intervenuto ancheil Parlamento europeo per chiedere ufficial-mente al governo dell’Azerbaijan “di mette-re fine alla demolizione dei cimiteri medie-vali armeni e delle croci storiche scolpitenella pietra”. Le croci sono i khatchkar, pie-tre-simbolo degli armeni innalzate vicino al-le chiese o ai monasteri o nei cimiteri. Cro-ci sacre, nel senso che per gli armeni sacraè la stessa pietra, che diventa oggetto di ve-nerazione e di culto. E dunque si trasformain un sacrilegio la loro distruzione. Soprat-

tutto se accade in un luogo come Giulfa, antica città armena oggi nell’Azer-baijan, in una regione che si dice sia stata fondata da Noè (si chiama Nakhi-chevan, colonia di Noè). La città si trovava sulle rive del fiume Arax, fu po-tente finché nel 1605 lo Shah Abbas I costrinse gli armeni a trasferirsi in Per-sia. Gli armeni andarono e fondarono un grande villaggio che chiamaronoNuova Giulfa. Nel frattempo lo Shah, per impedire il ritorno degli abitanti,fece distruggere la vecchia città ma non il cimitero con le sue croci medie-vali. Quello che è accaduto quattro secoli dopo, denuncia il Collectif Van(Vigilanza Armena contro il Negazionismo) è che “dal 10 dicembre alcunedecine di soldati azeri, armati di pale, martelli e bulldozer, distruggono que-sti khatchkar e li buttano nel fiume Arax. Forse bisogna spiegare il silenzioassordante di Onu, Unesco e della Comunità internazionale con la presen-za dell’oleodotto Baku-Ceyhan?”. Il collettivo francese ha immediatamentelanciato una petizione per avvertire il mondo intero di quanto stava acca-dendo. Foto, filmati, stanno facendo il giro dei siti delle comunità armenedel mondo intero. Ma in questo caso, forse, i numeri sono anche più effi-caci di un’immagine: erano dodicimila le croci, oggi ne restano poche cen-tinaia e in pessimo stato. Il mondo armeno ha reagito moltiplicando l’allarme, chiedendo l’interven-to dell’Unesco, mobilitando i governi di Stati Uniti e Inghilterra. A fine di-cembre, infatti, i membri del Congresso degli Stati Uniti si sono rivolti algoverno dell’Azerbaijan chiedendo la fine delle demolizioni. Secondoquanto riferisce l’ANCA (il comitato nazionale degli armeni d’America), inuna dura lettera indirizzata al presidente dell’Azerbaijan, il rappresentantedel congresso Adam Schiff ha condannato le azioni azere definendoleun’offensiva violazione degli accordi internazionali: “Permettendo, e quin-di incoraggiando, questi atti, la repubblica dell’Azerbaijan disonora non so-lo i morti sepolti al cimitero, ma lo stesso Azerbaijan ed il popolo azero”.In Inghilterra la Baronessa Caroline Cox e John Marx hanno presentatoun’interpellanza scritta alla Camera dei Lords Britannica chiedendo al go-verno inglese di esaminare con i rappresentanti dell’Unesco la questione.In Italia la comunità ha fatto altrettanto parlando chiaramente di “martella-te contro la storia”. I giovani della comunità hanno dedicato il loro bollettino quindicinale “Akh-tamar on-line” alla vicenda svelando che i soldati in realtà sarebbero “qua-si duecento”, che “si sono accaniti contro le poche croci di pietra scampa-

te ai precedenti attacchi”. Troppi per poter considerare la nuova aggres-sione come l’isolato gesto di qualche sconsiderato”. Martellate contro lastoria, dunque, le chiamano, perché “esiste un piano preordinato per giun-gere alla progressiva eliminazione di ogni traccia armena nell’insediamen-to cimiteriale persino con l’impiego di vagoni ferroviari sui quali venivanocaricate le steli”.

Flavia Amabile

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cattolici per tradizione o cultura, o cattolici dicittadinanza, ecc. È soltanto guardando dentro aquesti diversi gruppi che si coglie la differenzadelle posizioni e degli orientamenti, mentre l’ap-partenenza al cattolicesimo è nel nostro Paesetroppo generalizzata per risultare discriminante.In terzo luogo, la ricerca Eurispes rileva un tas-so di pratica religiosa molto alto, col 37% degliitaliani che andrebbero a messa tutte le domeni-che. Per confronti con altre indagini e per la per-cezione degli addetti ai lavori, si tratta di un da-to che sovrastima eccessivamente il fenomeno,pur riconoscendo che oggi la gente in Italia ten-

de a dichiarare di frequentare i riti religiosi piùdi quanto realmente faccia. Questa sovrastima,però, rende alcuni dati dell’indagine ancor piùallarmanti per la Chiesa, in quanto si tratta di uncampione più vicino agli ambienti religiosi.Al di là di questi rilievi, è evidente che la Chiesaè percepita nella società italiana in modo contro-verso e anche contraddittorio. Molti italiani e“cattolici” apprezzano il ruolo che la Chiesa cat-tolica interpreta nella società italiana, ma ciò nonsignifica un pieno riconoscimento della sua azio-ne e missione. Molti la rivalutano come un puntodi riferimento morale e spirituale, anche se non

sono pochi quelli che operano poi delle sintesipersonali, secondo uno stile di attenzione e di se-lettività. L’impressione di fondo è di essere difronte ad un Paese spaccato, tra una quota di po-polazione che più si identifica con le proposte eti-che e sociali che la Chiesa porta avanti, e un’al-tra quota di italiani che hanno il cuore “altrove”.È forse guardando a chi ha il cuore “altrove” cheuna parte dei cattolici italiani, anche impegnati,di-chiara che la possibilità di divorzio non è da met-tere in discussione o che bisogna trovare unaqualche soluzione alle coppie di fatto.

Franco Garelli

La denuncia / I soldati dell’Azerbaijan stanno distruggendo le steli degli antichi cimiteri

Croci armene cancellate dalla storia

rassegna stampa- attualità23 gennaio 2006

Il cimitero distrutto di Giulfa

anniversari

Nato a Bitti (Nuoro) l’8 dicembre 1809, silaureò in giurisprudenza, percorse la car-riera ecclesiastica e, più tardi insegnòTeologia morale a Nuoro. A causa dellesue convinzioni democratiche, repubbli-cane e federaliste nel 1849 rinunciò all’a-bito talare e venne eletto alla Camera evi rimase fino alla morte. Le esigenzedell’attività politica lo indussero a tra-sferirsi a Genova, Torino, Roma e Napo-li. Militante nel Partito d’Azione, amicodi Mazzini, e in stretto collegamentocon i personaggi più illustri del Risor-gimento, fu sostenitore di una avanza-ta concezione dell’autonomia sarda inserita in unaprospettiva federalista. Attento interprete della questione sociale,ebbe stretti rapporti con esponenti europei di spicco. Diresse, tra il1864 ed il 1865, “Il Popolo d’Italia”, d’ispirazione mazziniana. Nel1867 entrò a far parte della massoneria, venendo iniziato nella Log-gia “Universo” di Firenze e più tardi fu affiliato alla Loggia “Rige-nerazione” di Napoli; nel 1869 fu eletto Primo Gran Sorvegliante enel 1872 fu consigliere dell’Ordine. Collaborò, inoltre, a numerosiautorevoli periodici italiani, anche a conferma del fatto che oggiAsproni, soprattutto in virtù del suo monumentale “Diario politico”,è una fonte primaria per la storia del Risorgimento italiano. Si spen-se nel 1876. (dal libro di Vittorio Gnocchini)

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L’Italia dei Liberi MuratoriPiccole biografie di massoni famosi

GIORGIO ASPRONISacerdote, avvocato, giornalista

Periodico informativo culturale Anno VII • Numero 1-2 • 15-31 Gennaio 2006

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