Tommaso Vincenzo Pani - Della Punizione Degli Eretici e Del Tribunale Della Santa Imquisizione -...

553
DELLA PUNIZiòNE DEGLI ERETICI ' E DEL TRIBUNALE DELLA SA INQ.UISIZIONE LETTERE APOLOCETJCHE In questa su:onda Edizione aumentate notabilmente e dall, Autc;ue a maggiore schiarimento di akune verità spettanti ai 'diritti della Chiesa e del Principato MDCCXCV CON PUBBLICA APPROVAZIONE

description

Interessante documento storico sull'inquisizione ripulito, formattato e con OCR

Transcript of Tommaso Vincenzo Pani - Della Punizione Degli Eretici e Del Tribunale Della Santa Imquisizione -...

DELLA PUNIZiNE

DEGLI'

ERETICI

E DEL TRIBUNALE

DELLA SA INQ.UISIZIONELETTERE APOLOCETJCHEIn questa su:onda Edizione aumentate notabilmente eco~

dall, Autc;ue a maggiore schiarimento di akune veritspettanti ai 'diritti della Chiesa e del Principato

MDCCXCVCON PUBBLICA APPROVAZIONE

Si recte persequor occulte proximo detrahentem , non rectius persequar 'Dei Ecdesiam public.e bla5phemantem , quando dici t non est ipsa ; quando dicit , nostra est qu~ in parte est ; quando dicit , illa meretrix est ? Ergo blasphemantem Ecclesiam non persequar ? Persequar piane , quia. membrum sum Ecci esi~. Persequar piane, quia. filius sum Ecclesi~. Ipsius voce Ecclesi~ utor . Ipsa. Ecclesia per me dicit in Psalmo XVII: Perse.quar inimicos mt.os, & comprt.htndam illos : & non convertar dane. c de.jiciant : deficiant in malo# proficiant in bonum .S. Augustinus serm. ad Caesarttns. Ecclts. Ple.bem, Emt.rit. praese.nte num. s.

Alirer nobis omm~os regere non possumus, nisi hos (i Ma.nichei ) , qui sunt \perditores & perditi zelo Fidei dominicre persequamur , & a sanis mentibus , ne pestis h~ latius di~ , vulgetur, severitate , qua possumus, abscindams

S. Leo M. Epist.7. ad Episcopos per lcaliam tom. I. pag. oz,.... tdit. Yenu. ann. I1S3

vaoooc~ce~oeoCBCeec!Cee:eee~~'i3C'='

s;ma

AVVISO DELL'EDITORE.

L essere riuscitaassicurato da varie parti che ai Opra stato t presente tanto grata e vantaggiosa buoniquanto infesta e disgustosa ai malvagi , ha fatto na seere in me il pensi~ro di farne una seconda edizione, il quale poi in progre.sso di tempo si reso tanto, p id tisol\lto quanto stato pi conforme al sentimento di varj protettori ed amtci , ai quiLli l" ho comunicato prima d" intraprenderla Uno di questi per dl non poca autorit mi ha avvertito che l' apologia riusci.. rebbe assai pi utile e gradevole, se ricomparisse alla luce fregiata di qualche nuovo abbigliamento ed ag giunta lo ho secondato anche in questo suo onestissimo desiderio , e per meglio riuscirvi Rli sono rholto all'autore, che pi d ogni altro informato dell" Opera ed. in questo genere di cognizioni versa tissi mo poteva meglio d ogni altro appagare l"amico. Gradi egli , tuttocch mal contento della prima sor presa , la mia proposta , per avere cos il mezzo di ridurre l'Opera sua a quel grado di perfezione, che egli.desiderava, e Ghe non pot avere nella furtiva pri ma edizione. Intraprese adunque la ricercata riforma con quella gentilezza e fervore , che tutto proprio della sua buon" indole, e nel breve giro di pochi mesi la ri.. dusse al suo compimento: e l'apologia cos perfe zio~ata cd abbellita dal proprio autore ~ questa ap punto, CQrte$e Lettore, che -ora ti presento, e che

r

.per le varie aggiunte e muta~ioni fatte spero che sia per riuscire assai pi interessante e vantaggiosa della prima Invece di 2. 8. lettere , che nella prima edizione furono divise in due volumi in ottavo , ne troverai in questa seconda 4 . , le quali ho creduto cosa CQnveniente di unire in questo solo Tolume: ch tante ap punto sono state necessrie per- supplire al bisogno. E senza . eh io stia qui ad indicare a minuto tutto ci che stato sparso in quasi tutte le lettere per renderle pi convincenti e metodiche, accenner soltanto alcuni argomenti pi impananti delle lettere che sono state aggiunte: e sono una giustificazione sodissima delle condanne, che si fanno degli Eretici formali anche dopo morte ; una pi diffusa risposta data alle testimonianze de Padri , che si sogliono portare per distruggere la pratica di castigare gli .Ere.. tici: nuove prove e conferme del dritto che ha la Chiesa d" infliger pene anche temporali , senza che punto ne soffra o la spirituale sua condizione o la dignit de Vescovi e de" sovrani; una pi ~ccurata dilucidazione sull' origine, propagazione c dicadimento del .tribunale del S. Officio ; ed una sufficiente difesa di que Patentati e di que Regolari , che hanno nel medesimo quaich ingertnza , e che il con1mentatore della Bolla di Paolo III. che comincia Littt 11/J initio ha presi a maltrattare con tropp indecenza ed ardire Oltre la cura deU edizione io dopo le nuove fatiche dellautore non ho saputo far altro che ritoccare J Avviso al Lettore , ed aggiungere un indice copiosissimo dell-e materie, il qu4le facilitando il riscontro delle pi interessanti notizie, che sono comprese _ncll Opc ra , la render sempre pi vantaggiosa.

VI

VII

Spero d aver per tal modo rimediato quanto basta a qualche mancanza e difetto , che potesse essere scorso nella prima edizion,e , senza che alcuno. possa pi rinfacciare n a me 1 inesattezza della medesima , n all'autore l, essersi ritrovato nel caso di fare una qualche mutazione e riforma L' aver io creduto ne,;, cessario allora un riparo pi sollecito che esatto, mi scusa abbastanza : e l" avere t autore scritto da prima confidentemente ad un amico n lo rehdev allora risponsabile di maggiore accuratezza , n lo rende ora riprensibile per le poche e non molto rimarchevoli correzioni che ha fatte : e quand anche stat fossero' di qualche rilievo , chi non sa che non mai riuscito ad un ingenuo scrittore di disdoro e demerito l' essersi trovato in dovere di meglio spiegarsi e correggersi ~ S. Agostino loda ugualmente chi scrive senza bisogno di' correzione, e chi avendo errato corregge con docilit e modestia i suoi errori 1//ius quippe scriptt~ , dic egli (a) , summt~ sunt t~uctoritt~te Jignissimt~ , qui nullum verbum , non qutJtl rtvoct~rt ve/ /et , sed IJUod revocAre deberet , emisit ~ Hoc quisquis nontlum est t~ssequutus secutJdt~s ht~bet~t pt~rtes modestiae , IJUA prim4,s non potuit h~bere st~pientie : quit~ non vt~ luit omtJit~ non poenitend~ diligenter Jixisse, poniteat qut~e cognovit dicenda non fuisse Poenitet~t, dice S. Ago stino , di ci che non ha saputo dire colla .dovuta esattezza , e dice che il suo pentimento non dev essere defraudato della meritata lode di docilit e modestia Alla quale per altro non sar difficile di accop

(a) Epist. 1 43. al. 7.ad Marcellinu m

VIII

_

piare nel caso nostro anche 1 altra della sapien%a , se si vorr riflettere al poco,. che occorso di dovere emendare , c al mo!to di pi , che stato aggiunto di erudito e pregevole. N~ sono per verit le correzioni' che hanno accresciuta la mole di quest aplo_. gia, ma una pi abbondante copia di argomenti c ricerche' colla quale r autore ha procurato di rendere pi vantaggiose le sue fatiche. lo te le presento, Lettore cortese , colla stessa buona intenzione, che egli

Ila avuta nell' intraprenderle , e ti auguro ogni ben

AVVISOD E L L A PRIMA E D l Z l O N E.

La tolleranza quella voce soave, che con maggior frequenza risuona di nostri sulle labbr~ degli Amatori del Secolo : e se ne vuole tanto dilatata la pratica, che non _v cos~ume si strano, non si viziosa operazione, non sistema di vivere cosi sregolato ed improprio , che venga escluso dalle cortesi accoglienze di cos amorevole protettrice Deve per lei un buon Capo di casa pe~mettere che. :psanze -v~e e dispendiosissime mode sconcertino 1 economia della famiglia . Ha il padre a soffrire, che t indocile giovent , invece di occuparsi utilmente in lodevoli stUdj , si perda in viziosi amoreggiamenti e bagordi E v fin' anche chi pensa, che debbano i Superiori spogliarsi per lei di quel giusto zelo, che inseparabile dal ]oro 'carattere, e che pro v vede si bene alla pbblica ed alla privata tranquillit : e chi oz.ioso trascura d'impiegare i talenti, che ha ricc vuti da Dio, a vantaggio _della famiglia e della patria; e chi si perde in giuochi viziosi; e chi sfrenato trascorre in mille eccessi , e porta per ogni dove la._ _4issolute_zza e lo scandalo , deve_ essere tollerato Qu~llo per, in che s vuole occupata con premura maggiore questa tolleranza indiscreta , la miscreden za : n, a mio credere, $enza grande accorgimento

~

malizia Petme$Sa !'.infedelt , eh ~ la piA copiosa sorgente d ogni disordine, vedono costoro qual ampia strada si apra al loro libertinaggio, e sanno al tres i che, resa questa impunibile, non vi pu essere pi alcun altro ecces~o, che si esponga con coerenza e ragione al rigore di quelle spade , che Dio ha posto in mano di chi presiede per atterrirli Quindi che a premovere la tolleranza: degl Infedeli hanno rivolte le premure maggiori; n li vogliono risparmiati , come fanno j prudenti Vescovi e 'ovrani, allora solo che una vera necessit o convincente motivo lo esiga, ma li dichiarano per loro stessi in ogni maniera impunibili, e a loro difesa propongono i sonsmi pi insidiosi , usano Je arti pi raffinate, ed alzano i pi strepitosi clamori. Ed ha un beli insegnare S.-Gioanni () alla virtuosa sua Elet;ta ; che chi disprezza la dottrina di Ges Cristo noq merita amichevoli traJtamenti : Si q11js venit 11tl v1s,

lC

et hAn c. tlortrint~m rJon ajfert , nolite recipere em in Jom11111 , : nc _ape . ei. dixeritis; eh essi anche in affari :4i .Relig~on)i ,:rico'noscono tutti per confidenti e fratelli , 'ed_minettpilo. au amichevole loro corrispondenza e Luteiani, e Calvinisti , e Sociniani , e Giansenisti,. e q'uant~ahri settarj ed increduli hanno saputo produrr:J_-,secoli detti da loro illuminati : e quella discreta intolleranza, che ~ stata in ogni tempo la fida custode cd il sostegno maggiore della Religione e del buon costume , condannata dagli u~anissimi .tiov~ tori mdcrni o ad una perniciosa inazione, o a voi~ gere tutta la sua attivit a distru:z.ione e ruina de' pi lodevoli s.tabilimenti del cristianesimo ,

(n) E.pist. !l, u.

10.

Una prversione .e disordine tanto incredib.ile, ch~ a troppo vivi colori rappresenta di nostri quell abbominevole desolazione , che ridusse un tempo ilbuon profeta Ezechiele () a sciogliersi in calde amarissime lagrime , disapprovato anche adesso da que veri dotti ' che affezionati alle sode massime del' no stri antichi maestri compiangono la cecit de moderni sedicenti illuminati e filosofi , e da que buoni Fedeli , che non si sono lasciati sedurre dalle costumanze profane e dagli allettativi ingannevoli della dominante empit Ma tacciono i primi, e credono inutil cosa e pericolosa il cimentarsi con una immensa turba dl' ignoranti e prezzolat.i scrittori, che a 3credito del secol nostro si moltiplicano senz;~ fine, e scrivono senza alcun ritegno d onest e di ragionevolezza : .cd i secondi non credono di poter giovare in altra guisa alla buona causa' che con esternare il loro rammarico coi sospiri e col pianto Ma s ingannano entrambi ; ed i primi non riflettono , che le calunni e beffe degl insipienti m~ritano .tutto H disprezzo, e che un libro ben fatto pu. screditare le sciocchezze c le ciance di mille libri perversi : gli altri non conoscono la forza e della cristiana virt , della qual~ aon pu un" empio sostenere con intrepidezza 1 aspe t~ to , e della divina clemenza , la quale seconda tal~ voi ta il coraggio e le preghiere di pochi per condur_re a" cristiani doveri le men~i pi. cieche e le volont pi ostinate e ribelli. Io non la penso cosi: e sfornito come sono di quella dottrina e pie.t, che ammiro in essi , non ho voluto lasciare di_ op

Xl

Xli

pormi ill qualche modo a qusto torrente de1asta.; tore ; e non potendo colle mie ho procurato di som ministrar qualche rimedio al comune contagio colle forze altrui. Non ~ molto che mi sono capitate alle mani alcune lettere scritte ad un amico vacillante e dubbioso da. uno di quelli , che la Dio merc non sono restati attaccati dai pregiudizj dell' universale infezione, le quali .sostengono con gran vigore e la podest della. Chiesa di castigare gli Eretici, e la giustizia e de~ coro del tribunal della Fede: ed avendole credute opportune intento, con gran premura ne ~ sollecitata l' edizione; e tanto pi volentieri ho ri soluto di pubblicarle, quanto le ho trovate pi ben ragionate e discrete, come quelle che alle pi sode dismo.strazion u~iscono nella scelta delle sentellze tale moderazione e cautela , che , senz accostarsi ad estremi viziosi , n aprono con una connivenza colpevole troppo facile la strada all' em .piet , n la chiudono aff'atta con quel sovc:rchio rigore , che pu render talvolta la stessa . virt mcn rispettata e men bella. E gridino pure quanto vogliono e sanno i furibondi increduli, ed usino pure gJ impauriti Cattolici quella riserYa e circospezione che credono _; che io fra unto strepito di malvagie opinioni e sstcmi creder sempre cosa mal sicura c nocevo le il tacere , c dir sempre con S. Agostino (), che Ja costanza c il coraggio di chi combatte per la verit maggiore esser deve dc:Jl ardire e dc H ostina-

an

(a) Epist.8g. nl. 176. n. 1.

XIII

zione degli Eretici, ed usando le stesse sue parole rip(ter sempre ad alta voce, che se pertitlttl insuperahi/es vires ht~bere nnatur , 'JUantlls Jebet hAbere cDnstllntia , 'l""e in eo. bono , quoti !eruvert111t1r atqut ifatigabiliter agit , et Deo p se tJovit, et pr1ctll Jubio non /Dttst hominibus prutletibus Jisplicert ~

l""''

Non gi eh .io creda di poter vincere ~olia pre sente ap?logia un solo di coloro , che se la prendono .furiosamente contra chiunque si mova alla difesa del $antuario e del trono, e pi non sentono alcun freno di Religione e di onest'- Impresa eU questa troppo superiore alle forze dcii umano magistero ; e sfornita com la Chiesa al presnte di v.arj c molto opportuni temporali sussidj , de quali con tanto vantaggio fu :adorna in tempi meno infelici di questi , e resi gl' inc,reduli dal lor:o stesso numero pi ostinati e fermi nella loro empiet , non ci resta altro mezz.o :, ond.e cooperare al loro disinganno , che quello di racco .. mandarli al Signore , perch li illumini , e colla forza della. sua Grazia , la quale , come in tanti libri inse gna S. Agostino, sa vincere e piegare al bene le vo Jond pi ripugnanti e ribelli, li affezioni a quelle verit, che ricusano con pertinacia di venerare. Non succeder! lo stesso con molti altri meno pregiudicati e cattivi ; i quali non essendo debitori dell.avversio ne che hanno a quell inrolleranz.a discreta e a quel santissimo tribunale , che 1 autore ha avuto in animo di sostenere, alla propria malvagit , ma piuttosto ali.. altrui maldicenza e calunnie , da sperarsi che meglio informati si~no per ricredersi, e sc:operta c:h.c abbiano al lume di una apologia ben fatta ] ingiustiz.ia d.clla loro ~licnazione , siano fCr ab~

XIV

_

bracciare coll' ajuto di Dio quelle verit , che non hanno abbandonate che per ignoranza e sorpresa Che se in tempi tanto infelici , ne' quali poco resta a sperare a chi parla in difesa delle antiche mas-. sime , rimarranno anche in questo del'-lse le mie spe ranze , io non mi pentir mai d' aver procurata la pubblicaz.ione di quest Opera, sicuro che non riuscir sempre inutile egualmente Verr Ul_l tempo.i e non forse lontano , che moltiplicati i disordini , e scosso il mond da una pi lunga sperienza di tanti guai , conoscer finalmente che si sono questi accresciuti a misura che si scostato dagli utili in,egnamenti ~ pratiche de' suoi primi istitatori e maestri, e Yolendo sotnministrare qualche riparo ai suoi mali, pon trover altro miglior mezzo che qu.ello di richiamare l'antico abbandonato sistema : e sar bene allora che si vegga raccolto in queste lettere ci , che i nostri Maggiori hanno praticato e prescritto in difesa .della cattolica Religione. Parmf che coJia stessa fiducia S. Agostino (a) scrivendo a Vincenzo Rogatista abbia preso a mostrare , eh era giusta 1a coa zione e punizione degli Eretici : ed io a chiunque avr in mano la presente apologia ripeto con lui; H11bes Epistol11m prolixiorem fortllsse. quAm vtlis. Esset t~utem multo brevior, si te t!'Dtum ;,~ respondendo c~ gitrem N une vero, etit~m si tibi 11011 prosit, non !"t' nihil. eis profuturum , qui e11m ltgert eum Dti timori 11 sine personarum acc~ptiont volu1rint. . . Le prime s 3. lettere di quest apologia prendono di mira que' Tollerantisti indiscreti , che senza ragione. . . . Il

. (a) E.pist. 93 al. 4. n. 53 tom.

g, pag.

191.

xv

voi motivo vogliono spogliata d ogni difesa la cat .. tolica Religione , e non mai soggetta ai. castighi la pi enorme empiet. Le altre 18. combattono alcuni altri , che ~ incapaci di opporsi con forza e di agire direttamente contra i diritti incontrastabili , che ha ia Chiesa, di .punire gli Eretici, si volgono furibondi contra quel metodo , che usa da tanti secoli nel tri buna) e del S. Officio per castigarli , e, come i cani arrabbiati quel sasso che li percuote , cosi mordono costoro quel tribunale , che .con gran senno lta inftalzato la S. Sede per frenare la loro irreligione e bal danza , seaza riflettere da qual alto principio derivi la sua attivit e vigore Dispiacer~ forse a qualcuno 1 uso frequente che si fa in queste lettere di libri c proibiti e contrarj ," dalla lettura de quali vorrebbe pure r autore li.storre il su_o amico ; n mancher chi desideri in esse uno stile pi elegante c bizzarro Ma gli uni c gli altri cambieranno sentimento tosto che quelli si faranno a riflettere con S. Ire neo (a), che vert~ -est sise contradtione probt~tio , qu11e etiam t~b t~dversariis iJsis signa testificatitJnis proftrt; c questi considereranno , che non disdice assolutamente uno stile facile e piano ad un famigliare amichevole cart~ggio , ~ che giova anche talvolta , come riflette Minuz.io Felice (b), alla pi spedita e sicura cogaizionc e scorgi mento del vero ; Et quo iff!ptritior ser-. mo , bee illllstrior est ; fJ.IlDniam nos fcattlr pompa fa tt~nt!iat et grAtillt, seJ, llt et isti l'lgul, sustit,~etr: e .,._.Q' ' ' .,,.. ..., . . .,. w

o

c= c

c c

44

c c

w

e~

(a) l.ib. 4 contr. Haeres. cap. 14. (b) Otaviut tom. 3~ Bibliot. Patrum pag. 145

XVI

e t autore; che non ha avuto altro in mente che la difesa 'delle cattoliche verit, potr rispondere a quanti pedanti vorranno prendersi 1 incomodo di criticarlo in questo' ci che disse S. Agostino a Cresconio grammatico (.:~), che mitJII.t no.r iAbort~re Jebemu.r Je regulis Jerivandorum nominum , q11antio , .rive hot .rive illud dicam11.r , intrlligitur .rine ambigitt~te 'luoJ Jicitnus , quorum non in. expolitio,, .rermonis , .red in Jemonstratione veritAtis est mtSjor inte,tio Chiara in ve ro risplende la verit in queste fettere , qualunque sia lo stile che la presenta : e spero 'che tu , cortese Lettore , sii per ricavarne quel frutto , che . ne ha riportato 1 amico corrispondente , se le leggerai e se.nza prevenzione e acceso di quel buon desiderio d' esse- . .re illuminato , che in un affare interessante non me no la Religione che lo Stato deve animare ogni buon cittadiao e fervoroso Cristiano N ti rincresca t incontrarti talvolta in qualche espressione alqanto aspra e pungente : ch 1~ autore 'tato incotaggito ad usarle dalto stesso S. Agostino , lda sua scorta in quest apologia,~ il quale assicura (b), che si contAgio invaserit , Jivin4t Jisciplinlf.e sever" misericordiA nlce.r.rt~rit~ est Qual sia il presente contagio, e quanto radicato in tant Infedeli gi tel dissi poc anzi ; ed ora ti fo sapere con Claudiano, che V/cera possessis alte sulfllsll meJul/i.r N o leviDrt m""'* , ferro ttlrt~tur et ign1

.... ......

=

,

.....

~-

...

......

(a) Contr. Cresconium (h) Retratt.lib. A. tap. 3

X'VI I

INDICED E L. L E .L E T T E R. B.

L E T T ERA l . mportanta dell' argomento , e. breve. critiett di aleu ni libri , che. disapprovano la punit,ion't de.gl i Eretici ed il trib_unale. de.[ S. Oflicir~. . . pag. . . L E T T E R A II. Non cosa inco'ltvenientt. cht. tzlcni dei libri, che impugnano ifS. 0./fcio-, siano stati condannati dal supremo trib~nalt dtl S. Ojjicio medesimo. . . . pag. LETTERA m. Chi abbandona la Rtligiont cattolica dopo et averla abbra,~ciata commeut un vero delitto. . . . pag. L E T T E R A JV. , . L' Eretico riesce assai pttTJ.icioio alla religiosa societd de.' Fedeli. . . . . . . . . . . . pag: L E T T ERA V. L Eretico disturba assaissimo anche. la civile. societ. pag. L E T T ERA VI. Il delitto d'eresia merita severo castigo . pag. L E T T E R A VII. Sono insussistenti e. debolissimi i motivi che. si adducono dai Rovatori per preservtU~ 8/i Eretici da ogni reato f castigo . . . pag. L E T T E R A VIII. Continuatione. de.llo stesso argomento,. e vanit d'altre 1cu1e e. pretesti che vengono addotti pe.r sostenere l' ilfto punit degli Eretici. . . . pag. LETTERA IX. "Anclte. i Sospetti di eresia possono t.lltre chiamati in gill!ditio, e. puniti . . . . pag. LETTERA X. Si dannt~ alcuni casi, nei quali gli Eretici possono tslfre tollerati r11gione.volmente pag.

.J

I

l$_

25_3 1

4

4.S

6s

19

Sg.g8IJ3

Noa le sole _.spirituali, ma anche le pene temporali sono propor-zionate ed opportune nella puni'{_ione degh Ere~ tici . . . . . . .. . . . . . . . . .pag. I 30L E T T ERA XIT. .

L ET

T ERA

XI. .

'Niuno de' Padri e degli antichi dottori ecclesiastici si mai opposto a quella discrta coa'{_ione temporale ~he difendiamo. . . . . . . . . . . . . pag..~

144-

L E T T ER A

XIII.

.Anche la ptna di morte opportuna e giusta allorch 'trattasi . di Eretici impenitenti . ._ -~ . . . . pag. 153. L E T T E R A XIV.L E T T ERA XV.

Anche dopo morte gli Eretici formali possono .essere con~ dannati sen'{' ingiusti~..fa. . . . . . . . pa& I66 "Appartiene alla Chiesa il castigare gli Eretici . pag. 173L E T T ER A XVI.

Continua lo stesso argomento~. e con nuove prove si mo .. stra che conv_iene alla Chiesa la podest d' injliger pe. ne anche temporali ne' delitti di l'edc. . . pag. I 88

n diritto

L E T T ER A

XVII.

che ha lt1. Chiua di cascigar.e gli Eretici con pene anche temporali non fa calnbiare stato al suo spirituale governo . . . . pag.LETTERAL E T T ER A

2.00

XVlli.2.10

ll castigare gli Eretici non pregiudica alla mansuetudine, che conviene alla Chiesa . . . . pag.XIX. ..

Quale e quanto decorosa incomben'{_a attribuisca la Chiesa alle podesc.d s.ecolari nelle c(!.use di Fede .. . pa,g.L E T T ERA XX.

2._2.0

L' esecu'{_ione delle pene maggiori riservata ci sovrani nelle cause di Fede non li disonora , ma serve loro di ornamento. e f[ccpro . . . . . . . . . pag. L E T T ER A XXI.

2. 3 2.

Qual parte abbia nelle cause di Fede la suprema pode~ u del RomaTJo Pontefice . ~ . . . . . pag.' . L E T T E R A XXII.

2.41

La suprema podest del Papa non esclude I' ordinaria podest ch'h(Znn.o i. VeiCQVi .di castigare gli Eretici. pag.

2.S1

XIJr

. LETTERA XXIII. Si ctJnferma qllanto stttto detto colltt costante pralictl. della Chiesa per tutto il tempo che. ha prt.cr.duto.f isti tu'{_ione d~l :ribunale del S. Officio, . .. pag. 16,f L E T T E R A XXIV. Origine del tribunale dell' Inquisi'{_ione delegata. .. pag. 281. L E T T E R A XXV. l!ropagll.'tjone e favore ch' ~b!Je il tribunale del S. OjJicio nel suo incomincittmento e progresso . .. pag. :2.97, L E T T E R A XXVI. , 'Riformtt e pi commendevole sistema, che il tribunale dd S. Ojficio acquist verso la metd del secolo XVI. .. pag. 30~ L E T T E R.A XXVIL Epoca e "'motivi della decaden'{~: dd tribunale del S. Of. ficio. . . . . .. . . . . .. pag.. 31 S. L E T T E R A XXVIII. . Confini e regole da' prt1criversi a(dubbj concernenti le pretese imperfetioni e difetti dtl Santo tribtmale pll.g. 31~ LETTERA XXIX. Il tribunale del S. 0./ficio non ist male il1 mano de' Re... go/ari . . .. .. / . . .. . . . pag. 3 34-' L E T T E R A XXX. Il tribunale del S. Officio dev' essere auistito dat .ruoi Pauntati . . . . . . .. .. . pag.. 3S~ L E T T E R A XXXI. Il tribunale. del S. Officio non riuscito tf alcun pregiudi'{_io ai sovrani. . .. . . .. pag. 36$ LETTERA XXXI! Neppure. i. Vescovi hanno soffirto alcun danno dall' isti~u.. tione dtl S. O.fficio. . . . . .. pag. 374. L E T T E R A XXXIII. IL torto si dd al S.Ojficio li!- taccia di rigoroso -e. crudele. pag. 384L E T T E R ..A XXXIV. Neppur nelle cause di streghe e maliardi il S. O.fleio ; . stato ingiusto e troppo severo . . . . pag. 400 L E T T E R A XXXV. L'Editto del S. OJ!icio. ragionevole e giusto. ~ pag. 4U' L E T T E R A XXXVI. 11 metodo che. usa il S. Ojjicio non contrario ma favorevole. ai rei . . _.. . . pag. 4z6

xx

.

Il

g_iufttmtnto

L. E T T E R A XXXVTI. che il S. Officio dd ai rtd, e gu4lunqutLETTERA XXXVIII. .4S'Z

~-gli

altra nuzniera che usa, scostandosi dalla pratica de. altri tribunali , .non riesce loro d' ageravio . . pag. 441

lA 're!i8iosa segrttt'{'{4 dei ministri del tribunale del S. O.fficio, e l' occulta'{Ont d~lle persone t nomi de'testimoni non sono n irragionevoli n~ ingiuste . . pag. . L E T T E R A XXXIX. 11 t-ribunale del Sant' O.fficio non mai stato n avaro ~ ingordo . . . . . . . pag. L E T T ERA XL. Confutationt di ~ _Iib!o s~ampato in Pavia in difesa della tolleranta mdzscrtta . . . . . . pag. . L E .T T E R A XLI. Nuovi errori dd Libro Pavese, e mente di S .Agostino 1ul soggerro dd presente carteggio pag.,

469 419

496

ERRORI

CORREZIONII;ut llh illitlo avet finta la Storia a loro stessi

PaJ.

g.

li&

;il l.ic~tJ:ttta

SJ. lin. 1. aver fatta la saitta Storia J 6J. Jin. 4e a se stessi ~46. lin. l 1. S. Pelagio J8J Jin. Jofe lf che DOD poco 4J7 Un. ! Bolli$i

Pelagio che poo Boai

prega il mrcae Lettore a voler supplire da se asU altri mori tipografici ' di minor ClODSiduaziOAC o .

~

LETTERA PRIMAlmpotttm'{a dell'argomento, e breve critica }i alcunilibri, che disapprovano la punition~_.-degli Erttici ed il tribLtnale del $; Officio

Alle bizzarre espression, motti pungenti ed ironiche maniere , che voi parlando del tribu.. naie del S. O.fficio avete usate nell'ultime vo.Stre lettere , panni di dovere arguire che sia in voi scemata di molto quella venerazione, clie l'educazione , le leggi e la vostr' indole istessa portata alla giustizia e pietA avevano profondamente impressa nel vostro cuore vetso quel sagro tribunale, che ne' paesi d'Italia ed anche altrove veglia con tanto zelo e prudenza alla difesa e custodia della cattolica Religione . N mi reca grande meraviglia la mutazione Cos suoi' avvenire a chi sfornito delle necessarie cognizioni si azzarda alla lettura di libri , che ad altro non mirano che a sedurre gl' incauti , ed usano ogni arte per conseguire il mal' augurato- loro funestissimo intento . Voi siete debitore delle vostte perdite a quelle Novelle Letterarie , .Annali~ _Gior~ , Gazzette, Storie ed altri libercoli velenosissimi, ch'escono: da gran tempo alla luce, e_ si spac_ciano con tant' impegno e premura che non possono restar nascosti neppure ai meno curiosi e meno colti : ed il piacere, che. diie di .aver--provato nel leggedi, non vi c~ A

2

LETTERA PRIMA.

stato meno della perdita delf ngnua vostra antica sempliciti nel pensare e .di quella invidiabil fermezza l colla quale siete stato in addietro veneratore ossequioso di ogni passata nostra costumanza e sistema . Allettato dalla novi ti di quelle notizie che andavate acquistando nel leggerli 1 vi siete incautamente af~ fezionato a queste gide infedeli 1 le quali ben consapevoli del~ le favorevoli prevenzioni, che do.veva,no risvegliare nell'.animo vostro, hanno colla maldicenza, invettive e calunnie fatto i1 voi ' . senza che .n eppur vene siate avveduto l quel colpo ch meditavanc;> : e Dio non _voglia che insieme col tribunale che destinato a difenderla, la Fede istessa , la Fede di Ges Cri~ sto non sia restata in gualche maniera pregiudicata ed offesa Le molte riprove 1 che avete date in ogni tempo 1 del sommo vostro attaccamento alla cattolica Religione mi persuad~ no :i che in questa p:u-te vi siate conservato quello che 'siete stato in addietro : ma i pessimi libri, che avete letti, non lasciano di destare in' me qualche timore , che non cesser giammai, finch non vi veda distolto afltto da cosl gagliarda ten tazione e pericolo . Non poco discapito a . mio parere l'aver gi a quest' ora sminuita. la stima e venerazione ver so quel tribunale , che difende la Fede 1 il quale siccome coll' esterior forza ed autoriti , che esercita , frenar suole i trasporti dei miscredenti ; cos col timor $alutare e colla da-.. vuta venerazione , che ispira verso la spirituale podest della Chiesa , riesce ai buoni di gra_nde ajuto e ri?aro contro la seduzione degli empj .. Comunque si sia , l' annca nostra amicizia non mi permette che io vi abbandoni a quella . incero: tezza ~ nella quale confessate di essere restato involto sopra punti cos rilevanti . E' trop~ vicino all' incertezza il pericolo di declinar neir errore : e la cosa di cui si tratta 1 non tale 1 che si possa sbagliare senza danno . Voi me ne date un sufficiente stimolo , cercando da me istruzione e rchiarimenti in questa. ~ come voi dite , troppo spinosa ed intralciata ma.teria : ed io accetto volentieri r impegno eli somministrarveli ~ Furch~ mi permettiate di farlo con quelr interruzione e pawa che ~sigeranno le mie gravissime occupazioni , e che vi contentiate che vi comunichi i miei sentimenti a riprese per mezzo di un' interrotto amichevole carteggio . Voi proporrete i vostri dubbj ~ ed io )i scioglier colla maggiore posSibile celerit e chiarezza~- e riusciranno a me tanto pi facili le risp v.: $JlllQjo .di tro.p,o . segttitanoo; dQ. Ja..suie.rdi ,$ co.piose CQntr...addilion.i .. )Jas~.P Je .. ~cme. sin, qui , e son? pi che sufficieuti . ~ .f~.v~ : (X)lJlprender~ il pt;ricolo .a. al qu~l~ v~. i esponete leggend9lt_. J! i il poe- 1fruno..c~ . pot:et~ sperare .da. S perp](>Sa lettura : . ~ S~ pur ~~l,ltp in .'(:)~t3 e~~ te~. che non lo sarete mai tJ;oppo . .Avev~ gi;\..p.rec#:nq S. ~OJo (P) , che .sarebbero venuti tempi. pericolosi, nei quali erano per insorgere uomini seipsos amantts , dati , 1uperbi , blasphemi , proditores, volupta.tum amatores magis quam Dei, semper di. sctntes & nunquam ad scientiam veritatis pervenie12te1, haben tes fUidem 1peciem pietatil, virtutem autem e.ju1 abnega.iltts ., corrupti mente , reprobi circa. jd-em Ci avvisa l' immortal ~IO SESTO (c) , che i tempi son questi~ e con sommo zelo esorta tutti i Patriarchi e Vescovi ad opporsi a tanta infezione. levando d:.le mani de' Fedeli que' libri perniciosi, per mezzo de quali procurano gli empj di sovvertirli: A finibu.s ve.stris improba.m contagionem depellice , ve.nenatos libros ab oculis Gre.gis tn1Jg12a vi et stdulitate extorquece Io non sono fregia.(at Di11. de Re.Tig. ab lmp. J. G. lib. (b) Epit. :z.. ad Timoth. cap. l v. lo. (c) Epist~ Encycl. 1ub die :z.s. dtc.emb._ l77S

LETT.ERA

PRIMA~

f4 LE-TTERA PRIMA; to dell' au8usto carattere. di sagro Pastore ; ma pure per quello 2elo e spif!to di cristiana carit , che deve animare tutti i Cattolici , mi credo autorizzato abbastanza ~r esercitare con "voi lo stesso caritatevole officio : e guardatevi,vt dico ad_ alta voce , guar datevi dalle insidie di queste ingannatrici sirene ! troncate ogni commercio con e fuggi~eJ;te Fc~e. l'aspetto ! e giacch avete sof. !erto a quest ora -qualche pregiUdizio in questa parte, non vi ~ nete al .cimento di fr petdite pi luttuose , e risparmiate a me il sommo dispiacere clle proverei ' se dileguate qucille svantaggiose ~rensioni che hanno destato in ~oi contro' il tribunale della Fede, mi trovassi in necessit Cflae sepuwe dal ceto,.deAFedcli quelli alm- abbandopuo la Fede,. enon,~e poi leilw'e .dalle loromani quei libri e quelle jna-csjine che.Si spargono per per.vertirli.. Che ~ voi :df un principe #eh& intento a punire tutti i rei :d'omicidio* non ai prendesse poi alcuna pi'C!IllUt'a d' impdir lo, spaccio rdi qud veleno, e la delazione di quell'ami_. eh esser so~no i mezzi pi .cflicaci e camuni

ae

.................

L:ETTERA sECONDA. . tT per eseguire un CQs orribile eccesso? Provvederebbe egli abbastanza il buon regolamento e alla sicurezza e tranquillit dello Stato ? o consistendo il buon'ordine d'ogni ben sistemato governo nel pre venire ed impedire i .delitti piuttosto che nel J?unirli, non lo giudi.. chereste voi un principe affatto sconsigliato ed tmprovvido? Ora sapo piate che questo disordine appunto succederebbe nella Chiesa di Dio .se tutta occupata a distruggere quei nemici insidiosi , i quali colle cattive massime ed azioni procurano di danneggiarla, pwtto non si curasse di svellere e distruggere quell' immonde zizzarue, che spar.. gono coi loto: libri per soffogare l' eletto frumentq, e sollecita a QIStigar quelli, che con passeggiere parole divulgano massime con.. trarie alla cattolica Religione, non potesse poi a chi le stampa arrecare neppur ,la discreta molestia di veder proscritti i proprj libri, che, a giudizio dello stesso Teofilo Raynacl.-esigono pi sollecito ed efficace riparo: si parvum collocuturem, dic' egli, qui pupaucos una opera potest injicere , devitandum' studiose ttst: in confesso tsr , lJUia corrumpunl bonos mores colloquia mala, quanto ctrtius tlt , devitandum esse. authortm mali operis , qui simul injinitos poust corrompere (a) ? Una tolleranza cosi indiscreta sen1pre stata alienissima dallo spirito del cristianesimo : e non si tosto intraprese S. Paolo rapo-stolico suo ministero in Efeso , che riport il be~ frutto di veder' abbruciati i libri di coloro, qui fuerant ~uriosa se etati '(b) e furono nel Sinodo Niceno abbruciati i libri d'Ario; quelli di magia nel sesto e ottavo. Sinodo, e S. Cipriano e Gelasio e Simaco e Ormisda fecero lo stesso con quelli de .Man:ionili e di quanti alai Eretici ca. pitavano loro alle mani . N qtai si mostrarono difficili nel seconare le giuste insinuazioni di tanti Padri e dottori que prudenti ~ vrani. che ne appresero l' importat)Za e bisogno . E sebbene non possa convenir' a1 medesimi, che l' e$allle de' libri satirici sediziosi Cd osc~. non di 9uelli ~~ trattano 4i dommi. e massime appar tenen~ . alla cattolica ReligiOne (c) , delle quali non pu e$Sd giudice che la Chiesa ; pure non che permesso ma anche plausibile e valuto dalla Chesa istessa il costume eh~ han sem... pre seguito i migliori sovrani di ajutare anche in quest i giudizj~ r.

.,..

sC'J/fl'..,._

= ....cno '""'..,,w.w=. o,.,.,.,a:e. .

'

:w . , . . , . . _

...,. -

n

.'

(a) De malis & bon.libris partit. 1. trr~t. 1. num. 6. (b) .Aet. 1 9_ num. 19. _(c)' .4lbici de lncorur,p. p~ C4p. b.nw& 129. c 164~

LETTERA S E'COND~: ecclesiastici . Furono promulgati appena dai sagri Pastori i solenni anatemi e contro i rispettivi errori e contro gli autori ~ che il gran Costantino consegn .alle fiamme i libri d' Ario , Teodosio e Valentiniano quelli di Nestorio , Valentiniano e Marciano i J.i.. bri d'Eutiche e d'Apollinare; i libri superstiziosi Onorio, e Teodosio ; e di tutti gl1 Eretici firumente giA condannati i libri tutti che riusciva loro di ritrovare Arcadio , Onorio e Giustiniano; e perch .niuno 'Sfuggire potesse le diligenti ricerche de' loro mi. nistri, e Costantino e varj altri imposero la pena di morte a . 'chi avesse avuto ardimento di occultarli :e queste leggi ebberQ poi tal forza presso tutti i Fedeli e furono cosi religiosamente osservate , che la totale mancanza , in cui siamo, di tutti i libri dei primi Eresiarchi non pu attribuirsi ad altra pi efficace cagione, che al timore salutare ch'esse infusero nell'animo dc' Fedeli non meno che degli Eretici . . N mi dite n ha pontto essere introdotta .. Quelli ce li ~ostra . co~ troppq fu. nesta rimembranza la FlWlcia.; viene~ questa .d:~critta ~ To~aso Baro!, il quale parlando de'libri 9i Spagn,a ~-;d' Itali srive (a) cos : Rari quiem libri in Hispania, /calie., Sicilia cudun tur , sed quia sub censura prodeunt plerumque veri & dacci Alibi scribunt indocti doctique poemata , ubicumque libera sunt praela N occorre di trattenersi molto nel disapo provare una taJ libert;al~-detes~a in .fin~ _4a' varj Protestanti , e da alcuni de' Giacobini medesimi . O altto non ~;retendono che -di criticare la scelta de' revisori ; e restano smennri c dalla quaJi... t delle persne di probit e dottrina, che vengono destinate ad un tale impiego, e dalle saviissime regole che sono loro prescritte. J>C!ch non riescano ad alcuno d'ingiusto aggravio e molestia, e a1 ricorso pet ultimo , che ha sempre aperto ogni autore al

r

_...,

..

...,. - .

......

-

u

(a) Barai. Dissert. de libr. lect.

~4

LETTERA SECONDA.

e i m.on.ti, al dir del Valsecchi (a), hanno _recato unt~ luttuoissima ptstt! alla nq_stra Italia; che non sarebbe avvenutO-di pi luttuoso e fatale , se la medesima libert e licenza avesse potuto diHnd~i P~.. ogni. dove? Per Jibc;rar P?i da ?gni .rimproverB gi:.InqUISlton, 1 quali o cassarono ne tempt andati le catnve massime Che trovarono ne' libri stampati , o correggono adesso i libri cattivi che si vogliono ristampare-.. pu servire ci che scrisse S. Girolamo (b) ai fratelli PammacChio , ed Oceano ; cuna lukc rtjictritii , t. t quasi censoria ':'tlirga stparaveritis a fide E:cclesill.e , tuto legam eaetera , ntc. vcnena jam timebo ~ l;llJ tzlltidotum pratbibero. Fecero lo ~o nel quarto secolo. S. Eusebio di Vercelli- e ~ Girolamo (c) , e Cassidoro (d) nel sesto: n~ deve rincrescere ai nostri antiquarj che siano stati imitati talvolta esempj s grandi e con non piccol vantaggio della ReJi.. gione e pietA Credo d' aver per tal modo dileguato ogni vostro dubbio Sulla proibizione e correzione de' libri: e pronto- a far lo steSSO in ogni altra oCcorrenza di cuore mi dico(a) (b) (c) (d)

supremo inriticabile tribunale di Roma. . Se l' essere stta accor data in qualche luogo la libert delle stam~ ha empito il mondo di pioduzioni infami e libri nefandi. che pa11111i il: 11111re

Dt'.Fondam.lib. 3 cap. 3 ~l J. Epist. 84~ tom. J. Episc. 6-l. tom. x. u eontr. fltf!.n.li'b.

-2,

-

De lnt~t. d~in! cap~ _1.

num.

1-2~

-

..-sao-o ..

o~_-o_e_o_a_a_a_o_-ec::to_a__--==---

LETTERA TERZA;Chi abbandona la ~e.ligione cattolica dopo d' ttverla l.lbbracciata commette un vero delitto

.

h questo sl che un quesito degno di voi, e che merita tutta la nostra considerazione . Voi volete sapere da me se sia o no delitto -I' abbandonar la Fede dopo d'averla abbracciata; .e questa appunto quella ricerca , che pi d' ogni altra interessa il presente carteggio . Di qui prende le mosse la maggior parte degli astuti nostri contraddittOri; e mettendo in dubbio la reit dell' Eretico , cerca di screditare guel" tribunale , ch' destinato a punirlo giuridicamente . Io potrei escludere l'irragionevole pretensione di costoro, e soddisfare jnsieme alle vostre premure .col solo accennare la lunga serie dell' infinite leggi e civili e canoniche, che sono state promulgate in ogni tempo per fissare a questo abbandono il competente castigo : poich se giusta il sentimento dei pi accreditati giWTeconsulti e dottori quello delittO che soggetto a pene esteriori stabilite da legittima podest ; chi pu negare ciie lo sia in un Fedele r abbandonar fa Fede ~attollca, se questo di cui parlano, e contro del quale come contro a delitto di lesa divina maest stabiliscono i pi se- veri castighi i codici pit\ applauditi dell' una e dell' altra legislazione ? Quelle che alla civile appartengono sono state raccolte con diligenza , e vendicate con molto valore dal Tommassino (a) ; ed il Giannone istesso (b) indica sessantasei leggi penali promulgate da nove Im~ra.tori per frenare r ereticale perfidia, tra le _quali non hanno l' ultimo luogo quelle d' .Arcadio Onorio e Teodosio , che la dichiarano delittO pubblico ~ _perch commesso a danno ed ingiuria di tutti; ac primum qui~m yolumus(a) Trait dogmatique & historique. des e.dits , e. dts aut:r~ moytns spiritut.ls & temporels , dont on s' tst servi dans tous les ttmps pour tablir & pour maintenir l' uniti de. l' Eglise. catholique Part. I. chap. 30. t.~ 31. (b) Stor. di Napoli lib. ts. cap. 4 D

Q

LETTERA TERZA,. tue publicum crimen-., quia quod in Religionem divinam committicur, in omnium fertur injuriam (a); e l'altra d Federico ll.che nel suo editto che comincia lnconsutilem (b) comanda, che crimen haereseos & damnatae sectae cuiuslibe.c, quocumgue nomine unsetmtur sectatores, inter publica. crimina numerttur; e dopo d'averlo dichiaratO delitto maggiore di quello di lesa maest umana , vuole , che tutti gli Eretici impenitenti siano assoggettati alla pena di morte . Non minore il numero delle leggi canoniche. che versano sul medesimo oggetto; e sono state con molt~ accuratezza registrate dal Cardinal Brancati (c) Tante e s ripetute giuridiche dichiarazioni, e pene s varie e severe stabilire ed eseguite in ogni te,rupo e dovunque ha riscosso la dovuta venerazione d i maggiori riguardi r onor di Dio , la tranquillit dello Stato e della Chiesa e la salute dell' anime baStar potrebbono, torno a ripeterlo, ad escludere il dubbio de' nostri contraddittori . Siccome ~ r audacia loro li trasporta ad .opporsi a tutto r intero sistema della pi venerabile antiChit1 , ed a spacciare rutti i p~ati nostri legislatori per menti stupide e preoccupate da' pregiudizj della pi vergognosa ignoranza ; cosl necessario , ch' io }?tenda a battere una strada pi lunga e disastrosa e mi prenda il grave carico di munire con nuovi ri~i quelle .leggi medesime, che per la loro antichit e non mat interrotta osservanza altro non si doveano 2SJ'ettare da noi che venerazione e rispetto . Lo far ben volentieri a vostro riguardo ; e m,. apri r la strada a farlo la stessa definizione dell' eresia e dell' Eretico di cui :non si ~u ben conoscere r indole perversa e la maliziosa narura senga rilevame la deformit e la colpa. . E' r eresia un' errore contrario alle verit rivelate da Dio e proposte da credersi dalla Ch~esa-: e _quello a sentimento di tutti vero Ererico , che dopo d essere stato battezzato abbandona la Fede che nel santo battesimo ha ~romesso di sempre conserYat fedelmente Qtlche a cStO della v1ta e del sangue ., e pi non crede n a Dio che parla, n alla Chiesa che spiega e propone la divina rivelazione, ed a questi oracoli di verit infalli&ile pre~ ferisce perrn:1cemente o le proprie o le altrui capricciose invc:nzion .. Questa l' azion' indegna , e questo orribile disor4

~6

r

(a) l..4.. x..Cod.de Ratrtt.& M tinieh., L.4.C.Theod.dt Hau. (b) Pnssol'Eimtrico. (c) Di!put. IS de Fide art .2.

u

LETTERA TERZ/t.

'-1

dine , del quale voi desiderate sapere se abbia ragione di delitto: ed io domando a voi se ve ne sapete ideare alc-un' altro, tui si possa con pi ragi~~e ~ttribuire un ~ nome .s. A~tino _non so.tfriva che 1 Donattstl r1putassero un p1ccol delitto l1dolatlla; e questa loro asserzione ha sempre stimata un parto informe della vizio~ sa loro indisposizione : An forte , clic egli (a) , parva sunt cri mina & parvi aestimanda ~ solent enim isti etiam hoc diere pensante ea non in statera aequa divinarum Scripturarum , ud in natera dolosa consuetudinum suarum E che dovre. mo dir noi di quello d~ eresia sostituito , com' egli soggiunge (b) , dal demonio in suo luogo , e giudicato da S. Tommaso di tutti i: delitti d'infedelt il peggiore (c) , e da S. Girolulo il maggior che commetter si possa da un'empio .. giacch nullus est impius, com'egli crede .. quem Haereticus impietate non vincat r Ma veniamo a11 intrinseche prove.. e dall' addotta defnizio. ne argomentiamo pi proposito la .deformi ti dell' eresia e la gravit del reato cbe l accompagna. La gravezza del male dev' essere scandagliata non v' ha dubbio dall quantit\ e qualit di quel bene al quale si oppone ; ch niuna cosa ha ragione di male che per questa sola opposizione : e quell' azione di mag gior reit infetta .. che nata liberamente da ragionevole creatura riesce dannosa a beni maggiori. In quest~ aspettp dovete voi rapo presenrarvi un~ Eretico; e dai molti beni, ai quali dichiara guer ra implacabile , dovete argomentare la gravit del suo reato; e son sicuro che non penerete molto a giudicarlo di tutti il peggiore . Poco sarebbe se egli non offendesse che se stesso , scostan dosi dalla retta strada , che sola pu condurlo a salvamento : ch questo ad ogni altra colpa commte, e solo si pu credere in questo d' ogni altra colpa maggiore per qud primo alimento di vita spirituale , cui aboandona , che solo pu ricondurlo ve. geto e sano sullo smarrito sentiero . S avanza egli di pi coll~ temeraria sua arditezza , e prende di mira la divina rivelazione e l' autoritA -della Chiesa; e tanto invanisce e delir~ ne suoi pe!r samenti , che neppure la perdona a Dio e lo prende a com.. battere direttamente sul trono istesso della pi Sfolgorante sua gloria . Io non far che .scandagliar leggermente la profondit\

?i

(a) lib. 3. contr. Parmtn cap. z. num. g.. (b) Dt Civ. Dei lib. 18. cap. s1. (c)

% ~.

fJ. o. 4 4-,

D2

~8

LETTERA. TERZA.

ed ampiezza di s vaste sorgenti : e voi sulle giuste bilance del santuario ponderate a qual segno di malvgit e reato s'inoltra chi .tanto ardisce e presume. E' la rivelazione~ di cui parliamo ~ al dire di S. Paolo~ un raggio benef.o di quell' increata Sapienza ~. che insinuatasi prima per bocca de' profeti, poi per guella della,,Sapienza istessa incarnat tra le c:iligini dell' intelletto dell' uomo debole per se .stesso e reso anche pi debol per le ferite riportate dal primo peccato , dissip le sue tenebre , ne rassod le incertezze, e , co-me insegna.}' Angelico (a), fe~e sl, che presto e senza mischin~ za d' errori , arrivasse a scoprire con certezza quel vero , che 'o non mai , perch superiore in gran parte alla naturale attivit d' un' in.telletto creato , o sempr~ ass: lentamente per la no stra infermit e fiacchezza giunto sarebbe a scoprire . Anche gli antichi filosofi hanno conosciuto la necessit ch' avevamo di un' ajuto superiore per investigar con profitto le pi utili verit, e per essere sicuri che i timidi nostri pensieri punto ' non si allon tanassero dal vero ; ond' ebbe a cl.iie Platone nell' Epinomide ;

Ntminem . pietacem docere posse , nisi Deus quasi dux & magiscer praeiverit; e riporta nell' Alcibiade 2. il detto di So.. crate, che vuole nihil. tutius atque inconsultius esse quam quicscere. & txpectare , donec aliquis didicerit quo animo & trga Deos & erga proximot e.sse. oporteat. E tra i moderni filosofi Montesquieu (b) confessa. essere la luce della rivelazione il maggior dono che l' uemo abbia ricevuto dal Cielo ~ I molti errori che s'incontrano in tutti i sistemi di que' fi.losof, ch'hanno vissuto fra le tenebre del gentilesimo , confer.. mano a meraviglia questa medesima verit:. e n' avrebbono ammesso dei pi grossolani ancora e pi perniciosi, se guella divi na rivelazione , che fatta ai primi nostri progenitori , e rinnovata poi nel lungo volger d'anni per bocca di santi legislatort e pro-feti, bench nascosta per qualche tempo tra gli angusti confini di una sola nazione # non fosse trapelata gualche poco al di fu e> ri , e non si fosse mostrata in qualche .I)laniera ar pit\ lontani e stranieri per impedire quegli sbagli maggiori, nei guaii sarebbeno di leggieri trascorse le menti degli uomini abbaridonati alca stessi . Eusebip tra gli antichi nella Preparazione e Dimostrazio.

...

,. -.c"'

..

....

~4P

-.

"'

.. ...

.,.41'4

(a) Part.x.guae.st.J.art.I. (b) Esprit des loixliv.2+.chap.1.

ne Evangelica e VincenZo Lirinense nel Commonitorio , e tra i: moderni Uezio nella Concordia della Ragione colla Fede e l'Msaldi ~el libro de Traditiune J?rincipiorum legis naturae han~ no dimostrato assai bene quant abbiano tutti i filosofi , e sapien.. ti del- mondo profittato in ogni tempo di questa luce .divina, e quanta parte abbia avuto in ci cbe trovasi di ragionevole e giusto nei loro sistemi di mitologia e morale . Ma lampi erano questi di luce imperfetta, che inte.rrompevano, non diSsipavano le loro caligini . A noi soli era riserbata quella copios~ luce divina, che illwina perfettamente, e senz' abbaglio o incertez~a scopre ogni pi urile verit ; e compagna fedele di guelle grazie e forae superiori, colle quali non lascia la provvidenza divina di por.. ger riparo alle deboli forze d una namra gi spossat~ ed infer. ma , fa s che r uomo divenga di se stesso maggiore , e facile e pronto non solo a scoprire le pi sublimi ed utili verit , ma _anche ad eseguire le pi grandi e difficili imprese : e quel per. fetto sapiente , che non seppe mai produrre n il Pecile n il Pcrpato , nacque al primo spuntar d questa luce divina, creb.be e si moltiplic in maniera , ch' ebbe luogo non solo nelle reggie pi no6ili , ma anche fra le pi sconosciute capanne. Ora il credereste ! questa appunto la luce , che r Eretico non cura e disprezza; quest' quel lume divino ch'egli pospone allume te~ .nui6simo della ragione; e questi sono gli ajuti a.i quali sj oppone con pertinacia e resiste : ~. potr farlo senza colpa ? e non s:u; quc:sta OP,p~sizione , in un battezzato specahriente. , uno de delitt1 maggton ? Un filosofo gentile, che non conosce la divina rivelazione~ se avviene che s' appigli ad un culto supe-rstizioso , e ch' ammett3 un qualch' errore contrario alla stessa naturale . onesti -~ non si oppone che agli scarsi lumi della ragion naturale , che non capace di preservarlo da ogni errore , ed- a que' sussidj comuni, de quali nel presente ordine di provvidenza niuno vien defrau.dato . Non cos dell' Eretico , che ha gi gustato le dolcezze de' sovrannaturali favori, ed ha scoperto quel lume superiore delIa 'divina rivelazione) che al dire di S. Paolo Apostolo (a) utilitLst

LETTERA TERZA.

:29 .

ad docendum, ad arguendum , ad corripiendwn, ad eru., dicndum- in justitia, ut perfeccus sit homo Dei ad omnt:;

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pZ2 . . ,. . . . . . , . . . . . . . . . . , .

p~ ....... p .. ~~...........

@

+ "

(a)

'2.

ad Timoth._l

LETTER.A TERZA. opu$ bonum instructus Egli si oppone non alla sola ragione, ma anche a questa luce divina~ che scopre a lui i pi reconditi arcani della .Sapienza eterna; v si oppone a ragion veduta dopo .d' averne sperimentati i benefici funussi ; vi si oppone con espressa malizia chiudendo gli occhj per non vederla; vi si o~ pone fnalmente con incredibile maligniti procurando d' avvilirla nella mente di quelli che di buon grado raccolgono . Quanti mancamenri in un solo ! e quante ragioni per crederli peggiori di tutti ! Imperciocch se commette un delitto chi disprezzando la luce della ragione e degli. occhj studiosamente s ubbria. ca e s' accieca~ come sar innocente chi odia questa divina luce , la quale tanto pi pregevole di quella degli occhj e della ragione quant' p.i pregevole la Sapienza increata degli incerti e timidi nostri vaneggitmenti e pensteri ? Come non crescer in infinito il suo reato ai dk nostri, ne' quali s~ chiara risplende r:r ogni dove questa divina luce , e sono s evidenti , moltiplicatt c sicuri i motivi d' incontrast~ile credibilit~ che l' accompagnano ? Ma niun' Eretico , direte voi , disprezza con avvertenza la divina rivelazione~ e si scosta a ragion veduta da' suoi divini ammaestramenti : ch pazzo e non Eretico dovrebbe chiamarsi chi non volesse ascoltare un Dio che parla~ e Io riputasse ca pace di spargere errori e menzogne .. Chi non ammette le verit rivelate , non perch creda Iddio bugiardo , o .non vogli:l QScoltarlo, ma perch non sa bene se abbia parlato~ o in qual senso si debbano intendere le sue parole ; ond' che sembra doversi paragonar piuttosto a chi facendo r uso possibile della ragione ha_ la disgrazia di non discernere il vero ~ e di giudicare per fatale necessiti d'inevitabile ignoranza conforme alla riveb zione ci che vi contraddice e ripugna , di quello che debbasi assomigliare a colui che a bella posta s' impazzisce o s' accieca . Ma voi avete ben diverso~ concetto da quel che meritano e la rivelazione e gli Eretici ~ se credete che o quella nata ad illuminare ogni uomo del mondo possa restar nascosta a chi la Cetal con sincerit e premura :1 o questi siano incapaci di creder Dio bugiardo nelle sue istruzioni e di rispondere a lui cogli empj di Giobbe; recede a nobis ; scientiam via rum tuarum nolumus (a) Quanto alla forza della rivelazione ve l'ho accenna-

~o

'

......

r

=~

44

d

1111 .......

(a) Cap._

:11~

vtrs.

14.

LETTERA TERZA.

;t

ta test con S. Paolo : quanto alla malvagit degli Eretici oltre agli empj , de' quali parla il sagro libro di Giobbe, non hanno avuto scrupolo di rre.terlo i Priscilianisri, i Davidiani e gli .Ar meni discepoli d' Euttche e di Dioscoro , e tant' altri settarj , che potrete incontrare nelle pi accreditate storie dei loro errori. Ma quand' anche niuno d' essi o pochi avessero voluto cos delirar con costoro credete voi per questo avere avvantaggiato molto a fa voce degli alai incredUli, e di poterli far compa.rireper ci meno colpevoli ? V ingannate di molto se cos la pensate ; e la vostta risposta altro non fa che scoprire in costoro una nuova .sorgen-te di reit e malizia Se non ricusano questi di ammettere la divina rivelazione ~ si mostrano almeno rivoltuos e ribelli a quell' immancabile autorit, che Dio ha stabilita qui in terra a nostra sicura scorta e governo : e mentre cercate di liberarli dal 'delitto d' aver credute bugiarde le divine parole non lasciate di condannarli come colpevoli d' aver riputate infedeli le sue promesse; col solo diva.rio che se quello delitto di alcuni , quest comune a tutti i settarj , e si pu dir di tutti ci che scrive S. A~stino a Dioscoro (a), conatur ergo auctoritatem stabilissimam fundatissimae Ecclesiae quasi rationis nomine & polliitatione su..J

a

4

perare Omnium Raereticorum regularis est ista temerita$ _ Non ha Iddio soltaJ\tO parlato all' uomo , n $i degnatosolo di -scoprire al mede(nno le pi~ utili verit e la maniera di .quel culto , {:Ol quale ~ol' essere onorato ; ma ha :anche .stabili to nella Chiesa il cust6de ed interprete delle :sue ;rivelazioni .: ~ siccome a re!ldere nlle civili repubbliche pi vantaggios