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SOMMARIO Storie d’estate pag.1 Indimenticabile notte sotto pag.2 le stelle Lotta senza esclusione di pag.3 colpi...di colore!!! I musicanti di Brema pag.4 Che magia...il castello pag.5 L’avventura all’acquario pag.6 L’anno delle sorprese pag.6 San Francesco e non solo pag.7 Tanta stanchezza ma molta pag.8 bellezza... Buona vita a tutti i miei pag.9 ragazzi! L’albero di Falcone pag.11 La terza C sta per pag.13 “spiccare il volo”!!!

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SOMMARIO Storie d’estate pag.1

Indimenticabile notte sotto pag.2 le stelle

Lotta senza esclusione di pag.3 colpi...di colore!!!

I musicanti di Brema pag.4

Che magia...il castello pag.5

L’avventura all’acquario pag.6

L’anno delle sorprese pag.6

San Francesco e non solo pag.7

Tanta stanchezza ma molta pag.8 bellezza...

Buona vita a tutti i miei pag.9 ragazzi!

L’albero di Falcone pag.11

La terza C sta per pag.13 “spiccare il volo”!!!

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Al termine di un anno scolastico, come sempre ricco di eventi ed esperienze belle e arricchenti, relazioni e incontri, vorrei condividere due storie particolarmente significative di Bruno Ferrero, sacerdote con una licenza in teologia e scrittore italiano su temi di natura etica e religiosa, direttore editoriale della casa editrice salesiana “Elledici” fino al 2009, ora direttore de “Il bollettino salesiano”.

Lascio a voi una proficua riflessione e vi auguro di trascorrere una bella estate!

Elisabetta Bertocchi

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STORIE D’ESTATE Una maestra di una scuola materna aveva portato la sua classe a vi-sitare una chiesa con le figure dei santi sulle vetrate luminose. A scuola il parroco damanda ai bambini: "Chi sono i santi?". Un bambino risponde: "Sono quelli che fanno passare la luce". (Anonimo)

Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole. (San Francesco)

Un giorno, uscendo dal convento San Francesco incontrò frate Ginepro. Era un frate semplice e buono e san Francesco gli voleva molto bene.

Incontrandolo gli disse: «Frate Ginepro, vieni, andiamo a predicare».

«Padre mio» rispose, «sai che ho poca istruzione. Come potrei parlare alla gente?».

Ma poiché san Francesco insisteva, frate Ginepro acconsentì. Girarono per tutta la città, pregando in silenzio per tutti coloro che lavoravano nelle botteghe e negli orti. Sorrisero ai bambini, specialmente a quelli più poveri. Scambiarono qualche parola con i più anziani. Accarezzarono i malati. Aiutarono una donna a portare un pesante recipiente pieno d'acqua.

Dopo aver attraversato più volte tutta la città, san Francesco disse: «Frate Ginepro, è ora di tornare al convento».

«E la nostra predica?».

«L'abbiamo fatta... L'abbiamo fatta» rispose sor­ridendo il santo.

Un vecchietto che da molto tempo si era allontanato dalla Chiesa, un giorno andò dal parroco. Sperava di essere aiutato finalmente a risolvere i suoi proble-mi di fede.

Quando entrò nella canonica, c'era già una persona a parlare con lui.

Il sacerdote intravide il vecchietto in piedi in corri-doio, e subito, uscì a portargli una sedia.

Quando l'altro si congedò, il parroco fece entrare il vecchio signore.

Conosciuto il problema, gli parlò a lungo e dopo un fitto dialogo, l'anziano, soddisfatto, disse che sareb-be tornato alla Chiesa.

Il parroco, contento, ma anche un po' meravigliato, gli chiese: «Senta, mi dica, di tutto il nostro incon-tro, qual è l'argomento che più l'ha convinta a torna-re a Dio?».

«Il fatto che sia uscito a portarmi una sedia», rispo-se il vecchietto.

pag. Giugno 2014

Entusiasti e felici ci siamo ritrovati a scuola oltre l’orario scolastico vener-dì 23 maggio quando la scuola era vuota e tutta per noi. I nostri genitori ci hanno salutato dopo averci aiutato a sistemare i sacchi a pelo per la notte nella stanza della nanna. Ed eccoci tutti insieme con le maestre pronti per la serata dedicata solo a noi GRANDI a fare i giochi divertenti nel giardino della scuola. Ore 20.00: E’ ora di cena: PIZZA, PATATINE E COCA COLA e via con le torce nel buio della pineta. In cerchio attorno alla Madonnina a raccontar-ci i nostri ricordi più belli dei tre anni trascorsi insieme e tra sorrisi ed emo-zioni ecco scomparire qualcuno….!!!! Manca all’appello Suor Amor: dove sarà finita??? Tutti insieme forniti di torce, come degli esploratori, in lungo e

in largo alla ricerca della suora scomparsa ….. “mi è piaciuto tantissimo quando siamo usciti con le torce a cercare la suora” . ECCOLA!! nascosta sotto lo scivo-lo! Dopo tutta la fatica il meritato relax sdraiati col naso all’insù e gli occhi ben aperti a guardare le spet-tacolari stelle della NOSTRA NOT-TE. “È stato bello guardare le stelle e

abbiamo visto una stella cadente”. Visti i numerosi sbadigli ci prepariamo per andare a letto: pigiama, spazzo-lino e cartoni animati.

Vicini ai nostri amici del cuore, cal-di nei sacchi a pelo e comodi sui nostri cuscini ‘speciali’ ci addor-mentiamo sereni con nel cuore mamma e papà. “Mi è piaciuto quando abbiamo aperto il regalo delle mae-stre”… “Arianna ha dormito al contrario con i piedi vicino a Giorgio e la testa sul mio cuscino” … “che bello dormire con i miei compagni”. Sabato 24 maggio - Ore 7: SVE-GLIA!!! Tutti a fare colazione ancora in pi-giama, e poi subito a prepararci per

tornare a casa. “Mi è piaciuto tantissimo fare colazione con i miei compagni” … “Vorrei far-lo un’altra volta, anche tutti i giorni” … “Mi sono sentita coraggiosa…” Complimenti bambini ora si che siete diventati GRANDI e siete pronti per la nuova avventura che vi attende: la scuola primaria! Da lunedì potrete entrare a scuola da soli proprio come farete il prossimo anno. Siamo davvero orgogliosi di voi, vi vogliamo bene!

La scuola dell’Infanzia

INDIMENTICABILE NOTTE SOTTO LE

“Mi è piaciuto più tanto del mondo addormentarmi guardando la televisione con i miei compagni, perché a casa non lo faccio”…

Indimenticabile e unica per i nostri bambini la Notte Sotto le Stelle.

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Ultimo giorno di laboratorio artistico!

La maestra Elisa ci ha voluto far sperimen-tare fino alla fine i mille modi per giocare ed esprimerci col colore!

Così dopo un anno passato a pitturare con pennelli, sgocciolare sulle tele, camminare sulla tempera e disegnare con tanti tipi di materiali, sentirci dei veri artisti al pari di Pollock , Klimt o Kandinsky, lunedì 26 maggio abbiamo fatto una vera e propria "battaglia di colori"!

Un vero e proprio paintball!!!

E’ stato divertentissimo poterci sfogare spruzzando addosso ai nostri compagni...e alle maestre...cascate di colori!!l

Le nostre magliette bianche (e un po’ anche i nostri faccini) son diventate delle vere e proprie tavolozze, che via via han preso for-ma, trasformandosi in fantastici quadri, con i nostri visini come stupende cornici per le opere d’arte!!!

Tantissime sensazioni abbiam provato gio-cando col colore: felicità per il gioco inusua-le, il coraggio, nel buttarci in una nuova esperienza, una sanissima "rabbia" (di quel-le che non fanno male, anzi!) che ci portava a voler spruzzare gli altri e infine la pazien-za e la tolleranza nel lasciarci sporcare dagli altri compagni per permetter loro di diver-tirsi tanto quanto noi stessi!!!

Occasioni uniche che durante tutto l’anno abbiam potuto vivere imparando tantissime cose attraverso l’arte!!!

I bambini di I A

LOTTA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI… DI COLORE!!!

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pag. Giugno 2014

Il sedici maggio ci siamo recati al Teatro Trebbo, per assistere alla famosa novella “ I Mu-sicanti di Brema”. Il Trebbo è un teatro un po’ “magico” poiché le rappresentazioni ci coinvolgono sempre personalmente musicisti e attori ci portano in ogni volta in un viaggio poetico. La storia la conoscevamo già, perché la maestra di musica oltre a raccontarcela ci aveva anche spiegato come attraverso alcuni strumenti si potevano riprodurre anche il verso de-gli animali. Infatti, quando siamo arrivati, ci siamo potuti togliere le scarpe e sederci sul palco poco, dopo ecco che ad uno ad uno sono arrivati i musicisti! Abbiamo potuto vedere e ascoltare il fagotto che riproduceva l’asino, il clarinetto il cane, l’oboe il gatto, il flauto traverso il gallo, e il pianoforte i briganti! Così la storia narrata e suonata ha preso vita, abbiamo battuto forte forte i piedi per ter-ra per introdurre la camminata dei musicanti, ci siamo sdraiati per imitare gli animali quando dormono, abbiamo fatto dei versi con la voce per spaventare i briganti : - 0 Alcuni di noi poi si sono travestiti e con gli attori hanno recitato sia sul palco sia creando delle ombre cinesi. C’è piaciuto tanto e ci siamo sentiti parte integrante della storia e anche un po’ attori.

I bambini di II A

I MUSICANTI DI BREMA

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Siamo ormai arrivati alla fine di questo anno scolastico e vorremmo raccontarvi di un lavoro che ci ha entusiasmati molto. Abbiamo scoperto i misteri e le magie del castello! Questo lavoro ha accompagnato l’intero anno e le ore di lezione più piacevoli quando, tutti seduti in cer-chio, la maestra raccontava e leggeva storie di quel periodo. Tantissimi anni fa, nel Medioevo, era molto difficile vivere, a causa delle invasioni e delle continue guer-re. Si viveva infatti, in piccoli villaggi protetti dal castello. In caso di pericolo, tutti si rifugiavano nel castello che era pronto alla difesa grazie alle altissime mura, al fossato, alle torri ed al ponte levatoio. Abbiamo imparato un sacco di parole nuove: il “cammino di ronda” per esempio, è un lungo corridoio circolare dove camminavano le guardie controllavano che non ci fossero nemici in arrivo; e ancora, il “mastio”, la torre più alta del castello, dove vivevano il feudatario con la famiglia...ed altre ancora. Abbiamo scoperto non solo come è fatto un castello, ma anche la vita al suo interno. Nei momenti di pace, il tempo scorreva tranquillo. Il feudatario, si svegliava molto presto e pregava in cappella, poi an-dava in tribunale dove esercitava la giustizia. Con gli ospiti, faceva vari giochi e si esercitava nell’equi-tazione. C’erano feste e ricchi banchetti animati dai giullari, giocolieri e menestrelli, a cui partecipavano dame, cavalieri , principi e principesse...la nostra fantasia ci ha portato a sentirci un po’ tutti personaggi di quel mondo, per noi fantastico! Ora non ci aspetta che attendere con ansia la visita al Castello di Malpaga in provincia di Bergamo, che faremo la prossima settimana.

I bambini di II B

CHE MAGIA … IL CASTELLO !!!!

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pag. Giugno 2014

Lunedì 26 maggio noi terze ci siamo re-cati all’Acquario civico di Milano. Siamo partiti di buon mattino col pull-man e carichi di tanta voglia di scoprire un nuovo e affascinante ambiente: il pro-fondo blu. Una volta arrivati, ci ha accolti una gui-da molto gentile e preparata, e ci ha ac-compagnato al laboratorio dove lì ha avuto inizio la nostra avventura nel mon-do degli animali invertebrati. Ci ha divisi in piccoli gruppi, affidato ad ognuno uno stereoscopio, che ci ha per-messo di tuffarsi in nuove scoperte: ab-biamo toccato la muta lasciata da un ser-pente, visto diversi tipi di uova.. addirit-tura toccato quelle di squalo e ci siamo meravigliati nel sapere che l’uovo di struzzo è in grado di sostenere il peso di mamma struzzo di 80 Kg. Insomma per concludere, come avete po-tuto immaginare e capire, per tutti noi, insegnanti compresi è stata un’esperienza magica!

I bambini di III A

L’AVVENTURA ALL’ACQUARIO

L’ANNO DELLE SORPRESE

Quest’anno scolastico che ormai volge al termine è stato molto impegnativo ma anche molto divertente.

Io e i miei compagni abbiamo studiato molto perché tutte le materie come sto-ria, geografia e scienze parlavano di argo-menti abbastanza difficili, ma abbiamo fatto tante cose divertenti come le gite. In una abbiamo visto i pesci e abbiamo toccato le penne, la pelle di un serpente, l’uovo di struzzo, l’uovo di gallina e le uo-va di girini.

È stato anche molto bello lo spettacolo di Natale; tutti abbiamo cantato in coro e i genitori ridevano.

Anche il giorno in cui abbiamo cantato per i bambini della scuola dell’infanzia che l’anno prossimo saranno in 1°. Ci sia-mo divertiti molto.

E lo spettacolo di teatro? Come dimenti-carlo! Le ultime prove sono le più fatico-se, ma il nostro impegno sarà premiato!

Ora siamo alla fine.. ma la III B è orgo-gliosa del suo lavoro e non vede l’ora di riposarsi per prepararsi alla nuova avven-tura in quarta.

I bambini di III B

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La mattina di martedì 27 maggio noi bambini di 4A e di 4B ci siamo ritrovati a scuola alle ore 6:50 circa per par-tire in direzione di Assisi.

I più emozionati erano i nostri genitori e dopo averli sa-lutati finalmente siamo saliti sul pullman e siamo partiti.

Il viaggio è stato lungo ma ci siamo divertiti perché ab-biamo guardato alcuni film, abbiamo letto , chiacchiera-to e la direttrice ci ha raccontato la storia di San France-sco.

Scesi dal pullman ci siamo “sgranchiti” le gambe e ab-biamo “riempito” le pance.

Di lì a poco, siamo andati a visitare Santa Maria degli Angeli, dove ci attendeva la nostra guida, un frate, che ci ha raccontato i dettagli della vita di San Francesco e Santa Chiara; ci ha portati nella Porziuncola

nella quale abbiamo pregato per poi recarci nel Roseto.

Nella seconda parte del pomeriggio ci siamo divisi in gruppi e alternativamente abbiamo partecipato a un laboratorio dove abbiamo sperimentato la tecnica attra-verso la quale gli artisti, nell’epoca medievale e moder-na, dipingevano le loro opere d’arte e visitato il museo della Porziuncola.

Al termine ci siamo diretti all’hotel e ci siamo sistemati nelle rispettive camere; è stato il momento più trepidan-te che attendavamo da tempo. Abbiamo dato sfogo al nostro entusiasmo: porte che sbattevano, richiami acuti per invitare nelle rispettive stanze gli altri compagni… insomma la stanchezza non ha mai avuto il sopravvento

su di noi! Abbiamo cenato e ci siamo diretti in piazza per poi telefonare i nostri genitori. La direttrice ci ha offerto il gelato e infine siamo ritornati tutti in hotel.

Il giorno seguente siamo andati alla basilica di San Fran-cesco, abbiamo visto molti dipinti, tutti spiegati dalla nostra guida la quale ci parlava attraverso un walkie tal-kie mentre noi, affascinati e in assoluto silenzio con le cuffie indossate, l’ascoltavamo.

Abbiamo visitato la tomba di San Francesco e la Basili-ca Superiore. La tomba di San Francesco secondo noi è un luogo di assoluta preghiera molto affascinante e ricco dipinti di Giotto, da Cimabue e da Lorenzetti. Molto emozionante è stato anche quando abbiamo partecipato alla Santa Messa: abbiamo potuto ascoltare i canti di un coro di giovani statunitensi, anch’essi in visita della cit-tà, qualcuno di noi ha anche ricevuto la sua seconda o terza Comunione!

I bambini di IV A

SAN FRANCESCO E NON SOLO

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pag. Giugno 2014

TANTA STANCHEZZA MA MOLTA BELLEZZA…

Cari lettori, il pomeriggio del 28 maggio e il 29 abbiamo visitato alcuni luoghi importanti per la vita di S. Fran-cesco. Grazie a un lungo e faticoso tragitto siamo arrivati all’eremo delle carceri, luogo in cui S. Francesco si è recato per ritrovare Dio. Il fantastico panorama verdeggiante e maestoso ci ha lasciati a bocca aperta. A la-sciarci senza parole, non è stato solo il panorama, ma anche il discorso di un gentile frate romano che ci ha spie-gato la storia e la scelta di Francesco. La chiacchierata con questo frate ci ha permesso di riflettere e capire co-me sia difficile parlare con Dio e trovare il coraggio di lasciare le proprie ricchezze per seguire i suoi insegna-menti. Altri due luoghi speciali sono S. Damiano e S. Chiara. Nel primo siamo stati accolti da suor Paola che, con molto entusiasmo, ci ha raccontato alcuni avvenimenti riguardanti questo luogo. Qui, si è fondato l’ordine delle suore clarisse, che ora vivono nel convento di S. Chiara. Durante la nostra visita ad Assisi, abbiamo avuto la fortuna di vedere e parlare con una di queste suore nonostante fosse nell’anno di clausura. Questo momento ci ha fatto riflettere e provare diverse emozioni contrastanti: tristezza, perché non possono parlare; gioia, per-ché abbiamo avuto l’onore di salutarla. Nelle visite e grazie ai vari racconti, abbiamo conosciuto anche la vita di Chiara, una ragazza giovane che seguì Francesco come esempio di vita andando contro la sua famiglia. In particolare ci sono piaciuti due episodi della sua vita: il primo è stato quando Chiara, grazie alla preghiera, riu-scì a fermare un attacco alla città di Assisi; il secondo, quando essa, malata, desiderava molto assistere alla messa di mezzanotte a Natale, e Dio la fece partecipare attraverso una visione. L’insegnamento che ci hanno trasmesso è che pregando si possono ottenere tante cose, che siamo costantemente protetti e che la forza di Dio è immensa.

Visitatela!!!!! È bellissimaaaaaaaaaa!!!!!!!!!

I bambini di IV B

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BUONA VITA A TUTTI I MIEI RAGAZZI! La scuola Primaria è ormai terminata, inizia un nuovo ciclo di studi e alcuni ragazzi di V A hanno voluto lasciare il loro ricordo raccontandoci che…

La scuola primaria è ormai finita e sto per iniziare la scuola secondaria. A me dispiace non rivedere più molti dei miei compa-gni. Insieme abbiamo passato momenti indimentica-bili e abbiamo fatto molte gite divertenti dove abbia-mo riso, scherzato e siamo stati tutti insieme. Alcune volte abbiamo litigato, ma non sono momenti da ri-cordare, anche se poi abbiamo fatto pace. Ricordo della gita di tre giorni ad Assisi che ho fatto in quarta elementare: eravamo tutti insieme e ci siamo divertiti un mondo! Nelle camere ridevamo e scherzavamo. Quando era ora di colazione, pranzo o cena, eravamo tutti seduti a un grande tavolo e parlavo con i mei compagni. Molte esperienze divertenti le abbiamo pro-vate anche a scuola: ricordo la festa dello sport dove tutte le classi gareggiavano e poi venivano premiati i giocatori migliori. Anche questa è stata una bella oc-casione per stare insieme e divertirci. A me dispiace molto non poter più rivedere i miei compagni, però terrò sempre un loro ricordo: la foto di classe! Giulia Z., classe V A

Ormai manca meno di una settimana agli esami di quinta elementare e poi ci saranno le vacanze, e a set-tembre andrò alle medie. Se ci penso mi ricordo anco-ra tutti i momenti dal primo giorno di scuola a oggi. Mi ricordo ancora quando la nostra maestra Sandra ci insegnava a leggere e a scrivere, quando facevamo le gare di tabelline, o quando dovevamo imparare i verbi ed era difficile per tutti. Se io mettessi insieme tutti i momenti e le emozioni che ho vissuto a scuola riuscirei a ricostruire il percorso che ho fatto da solo e insieme alla mia classe. Di questo devo ringraziare la mia mae-stra Sandra e tutte le altre maestre. Io e i miei com-pagni formiamo una bellissima classe che è sempre stata unita e anche nei momenti di disunione e di liti-gio. Quest'anno con noi c'è stato anche Augustine, un bambino congolese, che però è dovuto tornare nel suo paese. Anche lui ci ha insegato delle cose sulla realtà delle scuole al suo paese. All'idea di dover cambiare scuola per andare alle medie mi spiace un po' perché potremo tenere in contatto almeno con gli amici più cari ma non sarà mai come stare insieme in classe. So-no certo che alle medie mi farò molti nuovi amici, que-sto non vuol dire che dovrò dimenticare quelli delle elementari. Giulio R., classe V A

Continua a pag. 10

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pag. Giugno 2014

BUONA VITA A TUTTI I MIEI RAGAZZI!

BUONA VITA A TUTTI I MIEI RAGAZZI!

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Continua da pag. 9

Ormai la scuola primaria l'ho terminata e comincerò un nuovo cammino, è come dire che ho finito il mio primo percorso e ne comincio un altro, come se io fossi partito da una strada corta e stretta per cominciare un percorso più lungo. Ripensando al tempo trascorso a scuola mi ricordo molte esperienze, momenti piace-voli e pure emozioni che hanno caratterizzato questi annni fantastici e ricchi di avvenimenti: giocare a cal-cio, costuire, inventare, scoprire e pure mangiare! So-no tutte queste cose che si sono accumulate e impresse nel mio cuore. Siamo un gruppo di ragazzi bravi e in-telligenti...anche se qualche volta litighiamo, ma fac-ciamo subito pace. Siamo una bella classettina! (Come ci dice spesso Sandra). Tutti sappiamo fare una cosa che l'altro non sa fare, è per questo che aiutandoci di-ventiamo una cosa speciale, un cuore immenso come se fossimo un solo ragazzo che sa fare tutto! Paolo A., classe V A

Questi cinque anni li ho passati benissimo perché sono stata insieme ai miei compagni di classe e alla mia maestra Sandra. I miei compagni mi sono sempre stati vicini quando mi sentivo male o se mi succedeva qual-cosa: quando giochiamo tutti insieme a calcio, ad esempio, se c'è qualcuno che cade o si fa male subito tutti corrono ad aiutarlo. Di questi anni non mi di-menticherò mai della maestra Sandra, ovviamente non dimenticherò neanche le sue colleghe, ovvero le altre mie maestre, ma la maestra Sandra secondon me è stata la più importante: ricordo che in prima e in seconda ci coccolava e giocava sempre con noi negli intervalli, poi in terza, quarta e quinta non ci ha più trattati come ci trattava prima, perché ormai erava-mo diventati grandi. Sandra in tutti questi anni ci ha voluto bene e ci ha insegnato molte cose. I momenti più piacevoli sono stati quelli in cui si giocava tutti insieme, perché ci vogliamo bene e io credo che non dimenticherò mai i miei compagni e la mia maestra Sandra. Marta C., classe V A

Maestra Sandra

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In questo ultimo mese le classi quinte hanno letto in classe il libro “Perché mi chiamo Giovanni”, scritto da Luigi Garlando. Il testo narra la vita di Giovanni Falcone attraverso le parole di un padre che parla a suo figlio e gli spiega la mafia e come i tentacoli di questo “mostro” si allunghino nella società, fin dai banchi di scuola. Spiega ai bambini il significato profondo della parola “legalità”.

Questi sono i pensieri di alcuni bambini, che appendiamo al nostro virtuale albero di Falcone, come quello che sta a Palermo, carico di messaggi di ragazzi e adulti provenienti da tutto il mondo, che sento-no di voler onorare la memoria del grande magistrato.

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L’ALBERO DI FALCONE

Caro Giovanni Falcone, ringraziarti è il minimo che possa fare per te. Tu hai ripulito il mondo dal “mostro”, dal “carciofo”, da “cosa nostra”, in-somma dalla mafia. Se tu non fossi esistito, forse io non esisterei. Io prima pensavo che la mafia fosse una cosa comune, invece è una cosa orripilante. Io da grande vorrei fare l'attore e magari recitare in un film sulla mafia, in Sicilia per precisione e vorrei impersonarti. Luigi Garlando ha scritto un libro dal titolo Per questo mi chiamo Giovanni che parla di te. Ogni giorno che la mia maestra Lilith finiva un capitolo di quel libro, io e la mia classe la supplicavamo di leggercene un altro, ma lei non mollava. Alla fine ha fatto bene perchè altrimenti avremmo finito il libro in una set-timana, invece l'abbiamo terminato il 23 maggio, il tuo ventiduesimo anni-versario di morte. In classe, dopo aver finito il libro, Lilith ci ha portato un cartellone con di-segnato un albero, l'albero Falcone, su cui abbiamo attaccato un nostro pensiero su di te. Io ti ho disegnato da piccolo che giochi a Zorro e spero che ti piaccia. Quan-do andrò in Sicilia andrò a Capaci per vedere la tua lapide e magari a posare ai suoi piedi un mazzolino di fiori freschi. I quintali di tritolo che ti hanno ucciso, hanno tappato cinque bocche, ma ne hanno aperte 6,5 miliardi. Mi dispiace che tu non abbia potuto vivere come un uomo, assaporare la felicità di essere padre, andare fuori con gli amici. E per colpa di chi? Della mafia. Hai perso i tuoi amici. E per colpa di chi? Della mafia. Spesso non hai potuto vivere le tue gioie. E per colpa di chi? Della mafia, della mafia e della mafia! Spesso la gente per i soldi si butterebbe in un vulcano attivo, invece la ma-fia anziché guadagnarseli, uccide le persone a fucilate e così diventa ricca. Io dedico il mio esame di Italiano di quinta elementare a te, perchè sei spe-cialissimo e perchè non credo ci sia mai stato e mai esisterà un uomo più coraggioso o che eguaglierà Giovanni Falcone. Gabriele C., classe V B

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L’ALBERO DI FALCONE

Egregio signor Giovanni Falcone, le scrivo per ringraziarla di quello che ha fatto per noi, per darci una vita migliore e senza mafia; ma ora che lei non c'è più, sta a noi continuare la sua lotta, e se ci vengono a chiedere il pizzo noi dobbiamo dire: ”No, basta mafia!” e correre dalla polizia a de-nunciare i mafiosi. Quei cinque quintali di tritolo che hanno usato per trucidarla nella strage di Capaci, li hanno comprati con i soldi del pizzo. Per questo io aspiro a diventare come lei, seguire le sue orme per di-ventare un magistrato, per far trionfare la legalità e la giustizia e abbattere la mafia. Con la sua morte l'hanno messa a tacere per sempre, ma ora sem-pre più persone cercano di combattere la mafia come ha fatto lei. Lei ha rinunciato ad avere figli, la gioia più grande, per la loro sicurezza. Nonostante la vita difficile che ha fatto, lei è una persona comu-ne che si è impegnata per sconfiggere quel mostro che è la mafia. Spero che le persone di oggi e del futuro si impegnino per conti-nuare la sua lotta e che, finalmente, un giorno si possa vincere questa battaglia e vivere in serenità e senza mafia. Anche ora, a ventidue anni dalla sua morte la mafia esiste, ma ci sono ancora persone come lei che si impegnano per eliminarla. Cordiali saluti, Simone B., classe V B

Caro signor Giovanni Falcone, grazie per quello che ha fatto per noi. Ci ha allontanato dai tentacoli del mostro e per questo la ringrazio. Alcune persone dicono che la mafia fa cose buone, ma inve-ce si sbagliano, la mafia invece di far del bene, fa del male. Lei ha reso possibile la sconfitta del mostro e ha reso il mondo migliore per farci vivere meglio. I mafiosi credono che chiudendole gli occhi il mostro possa continuare ad andare avanti senza essere “sgambettato”, ma invece han-no aperto molti altri occhi in tutto il mondo. Lei era già un eroe da piccolo perchè difendeva le altre persone che non lo potevano fare, lei voleva diventare come Zorro, ma é di-ventato più di un supereroe. Lei avrebbe voluto avere figli e io penso che sarebbe diventato un buon padre, perché aveva molto amore verso i bambini. Le devo dire che sua moglie Francesca é stata molto corag-giosa. I mafiosi che vi hanno uccisi, hanno avuto il corag-gio di venire al vostro funerale e piangere lacrime di cocco-drillo, per me è una cosa senza senso. Anch'io combatterò la mafia come ha fatto lei, anche a costo di essere uccisa, glielo prometto. Alice F., classe V B

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Ed eccoci qua, un’altra classe giunta alla terza media sta per lasciare la scuola Achille Ricci, che è stata il nostro nido e la nostra culla durante l’inizio di una splendida adolescenza.

Che dire di questi tre anni ...

La maggior parte di noi si ricorda ancora esattamente del primo giorno di scuola in prima media, con chi eravamo in banco e con chi abbiamo legato per primi; ripensando a quel giorno ci viene ancora da sorridere, perché è così lontano ma allo stesso tempo così vicino. Di giorno in giorno il rapporto tra noi tutti è migliorato e con l’andare del tempo abbiamo imparato a conoscerci sempre meglio. Bisogna dire che la nostra classe è abbastanza unita, chiaro che con qualcuno si va più d’accordo che con altri per il semplice motivo che ci sono più interessi in comu-ne, ma ci vogliamo tutti un gran bene.

Durante il corso dei tre anni abbiamo avuto l’occasione di crescere caratterialmente, ma anche di creare la nostra personalità: siamo arrivati che eravamo bambini e ce ne andiamo che siamo ragazzi, con un bagaglio di emozioni ed esperienze che ci aiuteranno negli anni a venire.

In questo passaggio ci hanno accompagnato i nostri professori del mattino e tutor del pomeriggio che più che in-segnarci la storia, la matematica, la geografia o il francese hanno assunto il compito di educatori, diventando per noi un importante punto di riferimento per qualsiasi cosa, anche solo per una parola di conforto.

Le esperienze più belle in assoluto sono state per tutti le due gite a Gromo, che ci hanno permesso di fare gruppo e di conseguenza di passare tre anni stupendi.

Crediamo che a tutti mancheranno questi anni passati in compagnia, anche se qualcuno vuole fare il duro e quin-di non lo ammette, è solo questione di tempo.

Adesso è giunto anche per noi il momento di “spiccare il volo” (come dice la Prof. Formenti) e non ci resta che portarci nel cuore i ricordi e le amicizie coltivate.

Alessia D. e Chiara S., III classe Scuola Secondaria

LA TERZA C STA PER “SPICCARE IL VOLO”!!!

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