Sommario Belgrado: nuova energia per rilanciare un ...

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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 5° - 2 marzo 2011 n. 3 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina (DGSP) - [email protected] SERBIA Belgrado: nuova energia per rilanciare un’economia che riprende a crescere pag 2 Deficit dello Stato inferiore al previsto, nel 2011 il Pil crescerà del 3% pag 3 Belgrado rifinanzia Jat e prosegue il negoziato con Turkish Airlines pag 4 ETIOPIA Addis Abeba punta su un nuovo decollo della filiera tessile pag 5 UCRAINA Economia in ripresa, Kiev esce dal tunnel della crisi pag 11 MAROCCO Rabat riconverte il porto di Tangeri a turismo e sviluppo edilizio pag 13 PANAMA Panama: cresce l'afflusso di investimenti esteri pag 15 GHANA Accra, la Banca mondiale prevede una crescita record nel 2011 pag 16 SETTORI E AZIENDE Energia e Utilities Telefonia Trasporti e infrastrutture pag 18 Cile Filippine Romania pag 21 PAESI E MERCATI Belgrado: nuova energia per rilanciare un’economia che riprende a crescere Saranno liberalizzati i prezzi. In programma nuove centrali a carbone (lignite) e mini-impianti idroelettrici. Prosegue anche il piano di privatizzazioni. Previsioni PIL 2011: + 3% a pagina 2 Il Paese ha molte carte da giocare: potrà accedere in esenzione di dazi ai mercati Usa, UE, Giappone e di altri Paesi anche nei prossimi anni. Produce materia prima di ottima qualità a pagina 5 Addis Abeba punta su un nuovo decollo della filiera tessile ETIOPIA Serbia - La nebbia sul Danubio, a pochi chilometri da Golubac, al confine con la Romania

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 5° - 2 marzo 2011

n. 3

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina(DGSP) - [email protected]

SERBIABelgrado: nuova energiaper rilanciare un’economiache riprende a crescere

pag 2Deficit dello Stato inferioreal previsto, nel 2011 il Pil crescerà del 3%

pag 3Belgrado rifinanzia Jat eprosegue il negoziatocon Turkish Airlines

pag 4

ETIOPIAAddis Abeba punta su un nuovo decollo della filiera tessile

pag 5UCRAINA

Economia in ripresa,Kiev esce dal tunnel della crisi

pag 11

MAROCCORabat riconverte il portodi Tangeri a turismo e sviluppo edilizio

pag 13

PANAMAPanama: cresce l'afflussodi investimenti esteri

pag 15GHANA

Accra, la Banca mondialeprevede una crescita record nel 2011

pag 16

SETTORI E AZIENDE

Energia e Utilities TelefoniaTrasporti e infrastrutture

pag 18

CileFilippineRomania

pag 21

PAESI E MERCATI

Belgrado: nuova energia per rilanciare un’economia che riprende a crescereSaranno liberalizzati i prezzi. In programma nuove centrali a carbone (lignite)

e mini-impianti idroelettrici. Prosegue anche il piano di privatizzazioni.

Previsioni PIL 2011: + 3%

a pagina 2

Il Paese ha molte carte da giocare: potrà accedere in esenzione di dazi ai mercati Usa, UE,Giappone e di altri Paesi anche nei prossimi anni. Produce materia prima di ottima qualità

a pagina 5

Addis Abeba punta su un nuovo decollo della filiera tessileETIOPIA

Serbia - La nebbia sul Danubio, a pochi chilometri da Golubac, al confine con la Romania

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Il Parlamento serbo si prepara a discu-tere la nuova bozza di legge in materiaenergetica. Il testo, ambizioso e detta-gliato, affronta l'intera materia ed è statomesso a punto con il supporto della Com-missione Europea. Intanto, dal 1 genna-io di quest'anno, è stato avviato il proces-so di liberalizzazione del mercato serbodei carburanti e derivati del petrolio. Pre-vede che chi opera nel settore possa fis-sare liberamente i prezzi. Per il momen-to si tratta di un cambiamento soprattut-to formale in quanto il mercato è intera-mente controllato dal Gruppo NIS chepossiede le uniche due raffinerie oggioperanti nel Paese. La situazione potràcambiare nel momento in cui dovesse as-sumere dimensioni significative l'impor-tazione dall'estero di combustibili e deri-vati del petrolio. In particolare, sono inte-ressati al mercato serbo i petrolieri rus-si, anche perché un accordo tra Mosca eBelgrado prevede nel 2012 l'apertura al-le importazioni dalla Russia. Proseguo-no anche le trattative con diversi investi-tori esteri per il potenziamento del parcodi generazione elettrica del Paese.

Il Governo di Belgrado ha posto a fine feb-braio la scadenza per la presentazione di of-ferte in merito al completamento delle cen-trali termoelettriche, Nikola Tesla e Koluba-ra, entrambe con una potenza di 700 MW(2 unità da 350 MW ciascuna) alimentate daicontigui giacimenti di ligniti. L'investimentoprevisto ammonta a circa 1 miliardo di eu-ro per centrale. Tra i bidder figurano Edisone la tedesca RWE. Prosegue anche il pro-getto avviato dal gruppo Maccaferri con-giuntamente alla società elettrica stataleEPS per la costruzione di una serie di mini-centrali idroelettriche lungo il fiume Ibar e al-tri corsi d'acqua. L'iniziativa rientra tra quel-le connesse al protocollo bilaterale di colla-borazione energetica tra Italia e Serbia. Inquesto contesto Maccaferri ha provvedutoa creare un'apposita società (Ibarska) conbase a Belgrado. Nell'ultima riunione delConsiglio di Amministrazione di Ibarska siè convenuto per un aumento di capitale del-l'azienda nel 2011 che dovrebbe consenti-re l'avvio dei lavori di costruzione della pri-ma diga sull'Ibar nel 2012.

SISTEMA ELETTRICO

Belgrado: nuova energia per rilanciare un’economia che riprende a crescere

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Belgrado - La città vista dal fiume Sava

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Il Bilancio dello Stato 2010 della Serbia siè chiuso con un deficit inferiore a quelloprevisto per circa 12 miliardi di dinari (cir-ca 120 milioni di euro). Il dato testimoniain particolare l'efficace avvio delle opera-zioni di contenimento della spesa pubbli-ca e di riforma strutturale. Il budget di pre-visione 2011 è basato su un'aspettativa dicrescita del PIL pari al 3% (nel 2010 la cre-scita è stata dell'1,5%) e della produzioneindustriale pari al 3%. Le attese sono fon-date su previsioni di un aumentato afflus-so di investimenti diretti esteri con il com-pletamento delle rimanenti operazioni diprivatizzazione (in particolare di Telekom).Il documento prevede un bilancio dello Sta-to con introiti pari a 724,4 miliardi di dinari(circa 7,24 miliardi di euro), spese per844,9 miliardi di dinari (circa 8,45 miliardidi euro) e un deficit consolidato di 120,5 mi-liardi che rappresenta il 4,1% del PIL, in li-nea con quanto concordato, attraverso loStand-by Arrangement, con il FMI. Sonoprevisti aumenti dell'IVA nei settori alber-ghiero, agricoltura, derivati del petrolio,

carburanti, tabacco e il gettito fiscale com-plessivo dovrebbe crescere del 10,1% perun valore complessivo pari a 675,2 miliar-di di dinari, mentre le spese includono au-menti nel settore del pubblico impiego edelle pensioni, anche se quelle per l'inva-lidità verranno limate, come richiesto dalFMI. Per il 2011 la Banca Nazionale Ser-ba ha annunciato un obiettivo di inflazioneattorno al 4,5% (con una fascia di oscilla-zione dell'1,5%) alla fine del 2011 che do-vrebbe scendere al 4% alla fine 2012, sem-pre con una fascia di oscillazionedell'1,5%. È un obiettivo ambizioso, con-siderato che l'aumento dei prezzi nel 2010è stato dell'11,5% su base annua. In que-sto contesto la Banca Nazionale haespresso il timore che si possa instaurareuna situazione di stagflazione. Ugualmen-te, in gennaio, ha deliberato un aumentodel tasso di riferimento di mezzo punto per-centuale, al 12 per cento.

ECONOMIA

Deficit dello Stato inferiore al previsto,nel 2011 il Pil crescerà del 3%

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In Serbia è stato completato lo studio di fattibili-tà relativo alla porzione serba del ramo balcani-co del gasdotto South Stream per un percorsocomplessivo di circa 470 chilometri. Il gasdotto,promosso da un accordo iniziale tra Eni e Gaz-prom a cui si sono as-sociati successivamen-te altri partner, prevedeil trasporto del gas dal-la Russia attraverso ilMar nero e di qui in Bul-garia dove si dividerà indue tratti: uno verso laGrecia e l'Italia ed unoche entrerà in territorioserbo a Zajecar verso la Penisola balcanica. IlGoverno serbo in realtà avrebbe preferito la lo-calizzazione del raccordo a Dimitrovgrad 100Km più a sud, in modo da coprire una fascia

maggiore di territorio nazionale. Ancora da de-finire il punto di uscita al confine ungherese. Ilcosto dell'infrastruttura è stimato tra 1 e 1,5 mi-liardi di euro e l'inizio dei lavori è atteso alla finedel 2012, mentre il completamento a fine 2015.

L'operazione farà capoa una nuova società incui la russa Gazprom(che fornirà il gas)manterrà il 51% ed ilGoverno serbo il 49%.L'Amministratore Dele-gato di Serbiagas, Du-san Bajatovic, stimal'ammontare degli in-

troiti ottenibili da parte serba in 500 milioni di eu-ro annui. La capacità del tratto serbo di Sou-thstream è stimata dallo studio tra i 36 ed i 41miliardi di metri cubi annuali.

Via libera per il gas di South Stream

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Il Governo serbo ha deciso di procede-re nella ricerca di un partner strategicoper il vettore aereo nazionale (Jat Air-ways) dopo aver proceduto al risana-mento finanziario con un apporto di cir-ca 51 milioni di euro. Il finanziamento dovrebbe consentire aJat di contare, a partire da marzo, sullapiena operatività della flotta e anche dinoleggiare due B737-700s per la stagio-ne estiva. Vladimir Ognjenovic, chiefexecutive della Compagnia, ha dichiara-to che entro quest'anno dovrebbe esse-re definita la nuova configurazione del-la compagine societaria dopo il tentati-vo di privatizzazione nel 2008 (cessio-ne del 51% delle quote per 51 milioni di

euro) che però non era stato portato atermine per mancanza di candidati di-sposti a finalizzare l'operazione. Alla data del 28 gennaio 2011 Jat ave-va una flotta composta da 4 ATR 72-202e da 10 Boeing 737-300 con voli su 35scali internazionali. Attualmente il candidato più interessa-to ad acquisire il controllo di Jat è Tur-kish Airlines che ha avviato una tratta-tiva col Governo serbo già dallo scorsoanno e che si è candidata anche a com-pletare l'aquisizione di BH Airlines (Bo-snia Erzegovina) di cui già detiene il 49per cento.

ECONOMIA

Belgrado rifinanzia Jat e prosegue il negoziato con Turkish Airlines

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L'Agenzia Serba per le privatizzazio-ni ha posticipato al 31 marzo la sca-denza per la presentazione delle of-ferte per Telekom Serbia. Il valoredell'operatore telefonico è stato va-lutato in 2,43 miliardi di euro da Citi-group. Tra i principali interessati l'operatoregreco OTE e America Movil di Car-los Slim. La documentazione di ga-ra è stata altresì acquisita da Tele-kom Austria, France Telecom, e dalgruppo italiano della famiglia Sawi-ris, Weather/Wind Telecom.

TELEFONIA - Belgrado prolunga a fine marzo l’invio delle offerte per Telekom Serbia

La compagnia di bandiera è stata risanata con un’iniezione di 51milioni di euro. Ora gli obiettivi primari sono il raggiungimentodella piena operatività e la privatizzazione

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Il Growth and Transformation Plan(GTP) etiope, recentemente varato, col-loca, infatti lo sviluppo del settore tessilee dell'abbigliamento tra gli obiettivi priori-tari del Paese, identificando alcuni van-taggi competitivi di portata strategica.

Privilegi tariffari sui mercati sviluppati

l'Etiopia rientra tra i cosiddetti Least De-veloped Countries che possono accede-re in esenzione doganale al mercato UE(Accordo Everything but Arms), aquello Usa (Accordo AGOA: AfricanGrowth Opportunity Act) e di altri Pae-si avanzati tra cui Giappone, Canada,Svizzera e Norvegia (Accordi GSP: Ge-neralised System of Preference). Fi-nora però ha usufruito in misura molto li-

mitata di questi vantaggi rispetto ad altripaesi africani come il Kenya, il Lesothoe il Madagascar che in genere si limita-no a confezionare capi di abbigliamentocon materiali importati (quando il tuttonon si risolve in una semplice apposizio-ne di etichette a prodotti finiti importatidall'Asia). A partire dal prossimo annoperò le regole cambieranno, soprattuttoper l'accesso al mercato Usa. Per gode-re dei benefici del sistema AGOA infatti,gli esportatori di abbigliamento africanidovranno utilizzare prodotti realizzaticon tessuti locali. Torna quindi in primopiano il vantaggio dell'Etiopia, di dispor-re di una filiera cotoniera completa (an-che se quantitativamente e qualitativa-mente ancora insufficiente) a monte del-l'attività di confezione: coltivazione di co-tone, filatura, tessitura.

INDUSTRIE EMERGENTI

Addis Abeba punta su un nuovo decollo della filiera tessileIl Paese dispone di manodopera a bassissimo costo, di unatradizione millenaria e anche di fabbriche tessili relativamentemoderne. Ma deve percorrere ancora un po' di strada lungo tutta la filiera. Intanto cominciano ad affluire forti investimenti dallaTurchia e anche il Governo ha in cantiere programmi ambiziosi

Donna Harar

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Mercato interno e regionale in forte crescita

L'Etiopia, con 76 milioni di abitanti è uno deiPaesi più popolosi dell'Africa con un tassodi crescita demografica superiore al 2,7%. Ilmercato locale quindi, presenta caratteristi-che interessanti anche perché la disponibi-lità di spesa aumenta grazie a un tasso dicrescita economica che, negli ultimi anni,secondo il Fondo Monetario Internaziona-le si è assestato su livelli superiori al 10%.Analoghe prospettive di crescita esistono suimercati africani contigui dove i prodotti etio-pi entrano a condizioni vantaggiose graziea una serie di accordi doganali con partico-lare riguardo al COMESA (Common Marketfor Eastern and Southern Africa).

Costo della manodoperaIl costo della manodopera etiope è tut-tora tra i più bassi del mondo, inferioreanche a quello di Cina, India e Pakistan.A discapito di questo, però, la produtti-vità del lavoro nel settore industriale ri-sulta piuttosto bassa. Secondo alcuniimprenditori locali, anche la normativadel lavoro non è particolarmente incen-tivante. A sua volta la Banca Mondiale ha effet-tuato uno studio comparato su costi eproduttività nell'industria dell'abbiglia-mento in Etiopia su dati che risalgono or-mai a cinque anni fa, ma che possonofornire un'indicazione.

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Produzione giornaliera per operaio

Indirizzi utili

Etiopia Lesotho e Mauritius Cina India

Maglie tipo polo 10-12 16 19 16

Jeans a 5 tasche 10 26 25 21

Fonte: Banca Mondiale

GMM Garment (http://www.gmmgar.com) èun'azienda etiope che produce oggetti di artigianatoindustriale utilizzando anche tecniche e telai tradizio-nali. È gestita da tre giovani imprenditrici locali, Mulu-shewa Arega, Muluemebet G-Selase e Genet Kebede.Tra i principali prodotti: cuscini e borse in tessuto cheriprendono disegni tradizionali etiopici, tovaglie ebiancheria da cucina, grembiuli e t-shirt.

Addis Ababa Chamber of Commercewww.addischamber.com

Ethiopian Textile and Garment Manufacturing Associationwww.etgama.org

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Tuttavia esistono ampi margini di migliora-mento, legati soprattutto alla meccanizza-zione della produzione e alla formazionedi personale specializzato. È una delle sfi-de che il Paese sta affrontando.Per l'industria dell'abbigliamento un ulterio-re limite è rappresentato dalla dipenden-za, della maggior parte dei produttori di ab-bigliamento, da tessuti di importazione(sottoposti a dazio doganale del 10%). Ilproblema riguarda soprattutto la filiera deisintetici che sono peraltro il materiale piùutilizzato dai produttori locali di abbiglia-mento. Il problema riguarda in prospettiva,anche la filiera cotoniera, in quanto la pro-duzione tessile locale non sarebbe in gra-do di fare fronte a un forte aumento delleforniture. Si aggiungono gli elevati costidi trasporto interno (dal porto di Djibou-ti all'Etiopia) e i tempi di consegna elevatidovuti ai ritardi ricorrenti nelle operazioniportuali e doganali con conseguente per-dita di potenziali commesse dall'estero so-prattutto per prodotti legati al ciclo dellamoda. In questo contesto, gli industriali delsettore abbigliamento stanno premendoper rinegoziare i costi di trasporto, i dazisulle importazioni e premono sulle Autori-tà per fluidificare l'iter burocratico legato alcommercio estero. Il Governo di Addis Abeba però, puntaanche in un'altra direzione. Recente-mente, il Premier Zenawi si è rivolto sia

alla Cina che all'India per ottenere unforte apporto di investimenti e tecnolo-gie con l'obiettivo di sostituire le impor-tazioni low cost da questi Paesi (sia ditessuti che di abbigliamento) con unaproduzione in loco a prezzi competitivieffettuata in modo integrato (filatura,tessitura e confezione). La controparti-ta per gli industriali asiatici sarebbe che,utilizzando l'Etiopia come base produt-tiva, potrebbero evitare dazi e contin-genti sui mercati europei e statunitensi. Il primo Paese a cogliere l'opportunità èstata la Turchia. Alla fine del 2009, infatti,ha iniziato a operare in Etiopia un'aziendaspecializzata in capi d'abbigliamento, ilGruppo Ayka, che ha aperto uno stabili-mento fortemente integrato che percorre intoto la filiera produttiva (dalla filatura allatessitura fino alla confezione dei capi) ri-ducendo l'approvvigionamento esterno. Lafabbrica è localizzata ad Alem Gena (20 kmdalla capitale), sorge su un'area di 20milam2 e utilizza macchinari importati dalla Tur-chia. L'investimento di Ayka è stimato in100 milioni di dollari. Attualmente produce20 tonnellate di filati (ma la linea è in fasedi raddoppio) e 70mila capi di abbigliamen-to al giorno. La linea di produzione e tintu-ra dei tessuti a maglia ha una capacità gior-naliera pari a 40 tonnellate. Il fatturato pre-visto a regime è di 70 milioni di dollari an-no, in prevalenza destinati all'export.

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Ragazza Amarah

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L'aspetto più interessante sono le motiva-zioni che i manager del gruppo hanno for-nito per questa operazione. Per restarecompetitiva rispetto ai concorrenti cinesi eindiani anche nei segmenti low cost e man-tenere margini adeguati, Ayka ha voluto in-tegrarsi verticalmente e l'Etiopia è statascelta come la location più adatta nel me-dio termine sia in termini di costi della filie-ra, sia di accesso agevolato a un vasto nu-mero di mercati, incluso quello statuniten-se dove potrà mantenere libero accessosenza dazi e contingenti. Inoltre, ed è unaspetto non secondario, l'azienda ha potu-to anche accedere ai finanziamenti dellaDevelopment Bank of Ethiopia. Inaugu-rando lo stabilimento, il Ministro Girma Bir-ru dichiarava anche: "Con questa operazio-

ne intendiamo proporre un benchmark cheapra la strada ad altri investitori". In effettisembra che il messaggio sia passato, trapochi mesi dovrebbe avviare la produzio-ne un'altra fabbrica, una joint venture traun'agenzia locale (Privatisation and PublicEnterprise Supervising Agency, PPESA) eil Gruppo turco Saygin Dima Textile situa-ta a Sebeta, una località che rientra nel-l'area della Zona Economica Speciale diOromia. A differenza di Ayka, la Saygin Di-ma Textile si propone di esportare solo il60% della produzione e di immettere il re-stante 40% sul mercato locale. Il Ministrodell'Industria etiope ha annunciato di esse-re in trattative con altri gruppi internaziona-li (di cui non ha fatto il nome) intenzionatiad avviare iniziative analoghe.

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Donna Amarah che indossa la “netela”, una sciarpa tradizionale in tessuto leggero usata per coprire le spalle e il capo

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Tessile: un'antica tradizionecon una svolta "made in Italy"

In Etiopia l'attività tessile vanta una tra-dizione plurisecolare basata sull'utilizzodi filati e sistemi di tintura artigianali. An-cora oggi, si calcola che la sola attivitàdi tessitura artigianale occupi oltre480mila persone. L'industrializzazione del settore è un fe-nomeno relativamente recente che sipuò ricondurre a un piccolo gruppo diimprenditori italiani che fecero il loro in-gresso nel Paese all'epoca della Secon-da Guerra Mondiale. Gli italiani introdus-sero le prime tecnologie meccanizzate,puntando sulla filiera del cotone, dataanche (in tempi difficili) la disponibilitàdi materia prima di eccellente qualità nelPaese. Oggi, il comparto industriale in-clude otto tessiture in prevalenza stata-li di cui cinque a ciclo integrato (inclusafilatura e confezione). La capacità instal-lata è valutata in 140/170 milioni di m2

annui di tessuti diversi in cotone (po-

peline, tessuti a maglia e per camiceria,twill, cardati e pettinati tipo panama,mussole) con una piccolissima quota dinylon. Il processo di privatizzazione av-venuto negli ultimi anni (e comunque piùlento nel settore tessile che in altri set-tori come quello della pelletteria dovesolo il 13% delle imprese restano di pro-prietà pubblica contro il 38% delle indu-strie tessili) ha consentito, in alcuni ca-si, di aumentare la produttività. Tuttaviail settore resta attualmente svantaggia-to da alcuni limiti e la produzione tessi-le in senso stretto, attualmente stimataintorno a 95 milioni di metri quadri, è net-tamente inferiore alla capacità produtti-va dei macchinari disponibili. La diffe-renza è imputabile anche al fatto chemolti sono obsoleti. Questo si riflette an-che in un elevato livello di scarti in fasedi taglio (circa il 15%) e di cucitura e inuna frequente irregolarità del prodotto.Anche in filatura il tasso di conversioneda garza a filato è basso, esso raggiun-ge infatti solo il 66 per cento.

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Il cotone prodotto in Etiopia (prevalentemen-te fibre da 27-28 mm) ha qualità analoghe aquello egiziano e viene prodotto in altipiani fi-no a 1.000 metri di altezza, con rese talora ele-vate che però sono dipendenti dagli anda-menti climatici. Le superfici coltivate sono an-cora limitate: circa 42mila ettari, solo in parteirrigati, per una produzione annua di me-no di 20 mila tonnellate di fibra,con un'occupazione complessi-va valutata in 4.200 persone.Sono piantagioni di Stato(12.500 ettari), piantagionicommerciali private (18.500ettari) e piccoli appezzamentiindividuali (11.500 ettari). Lepossibilità del Paese però sonoelevatissime. Secondo dati del Mi-nistero dell'Agricoltura, le aree adattealla coltivazione del cotone, ammonterebbe-ro a più di 2,5 milioni di ettari di cui 1,7 milio-ni in distretti (le mappe del Ministero ne iden-tificano una quarantina) con rese potenzial-mente molto consistenti e con buone dispo-nibilità idriche. I nodi da risolvere per il decol-lo della produzione risiedono, secondoun'analisi di filiera condotta dalla Banca Mon-

diale in uno sviluppo e in una distribuzione piùequa dei benefici dell'irrigazione, nell'introdu-zione di un maggiore numero di varietà e ingenerale in maggiori investimenti di ricerca eformazione (quadri e manodopera). Poco competitivi i costi anche per le fasi a val-le di sgranatura/ginnatura su base industria-

le effettuate da undici aziende di sta-to, che hanno una capacità produt-

tiva annua superiore a 200mi-la tonnellate a fronte di unaproduzione annua (semi) di85mila tonnellate. Inoltre ilGoverno si trova di fronte ascelte difficili nel campo del-

la materia prima: a fronte al-l'aumento delle quotazionimondiali, che nell'ultimo anno

sono raddoppiate, crescono lepressioni dei produttori locali (EthiopianTextile Garment Manufacturers Associa-tion ETGMA ) per porre dei limiti all'exportdi cotone (come già è avvenuto per le pelli)

mentre i coltivatori (Ethiopian Cotton Produ-cers, Ginners and Exporters AssociationECPGEA) chiedono di continuare a vendereliberamente sul mercato mondiale.

Cotone: un grande potenziale agricolo da valorizzare

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Abbigliamento: c'è spazio per una forte crescita

Nel settore abbigliamento l'Etiopia è tut-tora una forte importatrice di prodotti abasso costo dai Paesi asiatici. Ma ilGrowth and Transformation Plan(GTP) prevede di avviare una massicciapolitica di sostituzione delle importazio-ni con il potenziamento della produzio-ne locale. Nel settore, attualmente, ope-rano su base industriale 25 fabbriche diabbigliamento di cui 6 statali, le restan-ti 19 private e 3 fabbriche di biancheriada casa. Molte utilizzano tessuti impor-tati in fibre artificiali, i costi di produzio-ne sono estremamente bassi nonostan-te l'ostacolo di un sistema fiscale cheimpone un'accisa del 10% (non rimbor-sabile) sui tessuti acquistati, che svan-taggia i produttori non integrati. Il pro-cesso di privatizzazione avviato dalloStato in questo settore crea un forte sti-molo all'imprenditoria privata. La mag-gior parte degli investitori stranieri pre-ferisce infatti questa soluzione alla co-struzione di nuove strutture, in quantoconsente di limitare l'investimento ini-

ziale e di dilazionare il pagamento chedeve avvenire al 35% al momento del-l'acquisto e al 65% nei cinque anni suc-cessivi. Per chi investe sono previsteesenzioni fiscali sui profitti che vannoda 1 a 5 anni. L'investitore ha la possi-bilità di trasferire all'estero profitti e di-videndi in valuta straniera. Il capitale mi-nimo richiesto è stato recentemente ri-dotto a 100.000 dollari, per chi investein modo autonomo senza partner localie a 60.000 dollari per le joint ventures.Sono inoltre previsti rimborsi per le tas-se sulle esportazioni e procedure doga-nali semplificate. Infine, il Ministero delCommercio ha annunciato che intendeorganizzare incontri periodici con gliesportatori del settore per comprender-ne le esigenze e facilitare il superamen-to dei principali ostacoli che incontranonello sviluppo delle rispettive attività. In parallelo sta comunque emergendoun crescente numero di piccole aziendeproduttrici di abiti e accessori in tessu-to che si rivolge anche ai mercati este-ri, con l'impiego, in prevalenza, di mate-riali artigianali e di un design che, siapure ispirato alla tradizione, si rivolge inrealtà a un pubblico evoluto.

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Kiev - Il Duomo di San Michele

Le prime valutazioni sull'andamento del-l'economia ucraina nel 2010 indicano untasso di crescita del PIL nell'ordine del4,1%. Particolarmente rilevante la perfor-mance del settore manifatturiero: la produ-zione industriale che incide per il 27% sulPIL ha registrato infatti un aumento su ba-se annua nell'ordine dell'11 per cento. Nel2011 il Premier Azarov ritiene attuabileuna crescita del PIL nell'ordine del 6% an-che se la Legge di programmazione finan-ziaria dello Stato è stata redatta con unastima pari al 4,5% che corrisponde peral-tro alle stime (tra il 4 e il 5 per cento) delleIstituzioni finanziarie internazionali chesupportano il Paese. A trainare la doman-da aggregata sono soprattutto le esporta-zioni dei settori dell'industria pesante: si-derurgia (22% del fatturato industriale delPaese), chimica, meccanica con partico-lare riguardo ai macchinari (11% del fattu-rato industriale complessivo) che sono pre-

valentemente esportate in Russia. Nelleprevisioni del Governo e delle Istituzioni fi-nanziarie internazionali, la componentedella domanda estera (incluse le commo-dities agricole) continuerà a giocare unruolo importante nella crescita del PIL. Un ruolo maggiore dovrebbe acquisire lacomponente interna, con una ripresa delcredito bancario ai privati e degli investi-menti pubblici in infrastrutture in vista deicampionati europei di calcio euro 2012. In realtà, già nel 2010 c'è stato un lieve in-cremento della capacità di spesa delle fa-miglie, che però hanno aumentato anchela loro propensione al risparmio. Vi è sta-ta anche una parziale ripresa nel settorefinanziario (attività creditizie ed assicura-tive), ma il tutto non si è ancora tradotto inun sufficiente rilancio dell'edilizia e delcommercio al dettaglio. Il 2010 è stata in-vece un'annata difficile per la produzioneagricola: a causa della siccità il raccolto

CONGIUNTURA

Economia in ripresa, Kiev esce dal tunnel della crisiLe previsioni di crescita del PIL nel 2011 vanno dal 4 al 6 per cento.Le esportazioni trainano la domanda. Ora si attende un rilanciodel credito e dei consumi

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dei cereali è stato di 39 milioni di tonnella-te, inferiore quindi al dato degli ultimi dueanni. Complessivamente, il settore prima-rio, copre l'8% del Pil del Paese. Restano alcuni nodi strutturali da scio-gliere:

Ricapitalizzazione delle banche Il sistema bancario ucraino consta, al mo-mento, di 195 banche. Gli Istituti di cre-dito stanno lentamente superando gli ef-fetti della crisi globale dell'autunno 2008,ma si trovano ora ad affrontare uno dei la-sciti di questa crisi, rappresentato dal peg-gioramento della qualità del portafogliocrediti. Nelle stime del FMI le sofferenzeammonterebbero, a fine 2010, al 40% deiprestiti. Il problema è in larga parte concen-trato sui settori ciclici (immobiliare, costru-zioni) e sul credito alle famiglie. Comples-sivamente l'offerta interna di credito è au-mentata dell'1,4% con un andamento piùpositivo per il segmento dei crediti alleaziende (+7,4%), mentre si è ridotto (-11%)il credito al consumo. Il rafforzamento delsistema bancario costituisce anche unadelle maggiori condizioni poste dal FondoMonetario per la concessione delle nuo-ve tranche dei prestiti di sostegno al Pae-se. Sui 15,15 miliardi di dollari previsti en-tro il 2012 sono stati erogati finora 3,4 mi-liardi. Kiev si è, in particolare, impegnata acompletare una nuova ricapitalizzazionedel sistema bancario con un apporto di cir-ca 5 miliardi di dollari e ad accrescere l'in-dipendenza della Banca Centrale.

Ridurre il disavanzo pubblicoNel 2010 il Governo Azarov ha concorda-to con il FMI un programma di risanamentodella finanza pubblica ucraina che prevede

di riportare progressivamente il disavanzo dibilancio al di sotto del 2,5%, di ridurre al disotto del 35% l'incidenza del debito dello Sta-to sul PIL in aggiunta a una serie di riformestrutturali che riguardano il sistema pensio-nistico, il mercato interno del gas con la gra-duale eliminazione delle perdite della socie-tà statale Naftogaz che oggi vengono siste-maticamente fiscalizzate. Per ricevere le pri-me due rate (di 1,9 e 1,5 miliardi di dollari)Kiev ha già adottato una serie di misure dibilancio per impedire che il deficit superas-se il 6,5% del PILnel 2010 e il 3,5% nel 2011.In particolare ha ridotto il debito per i man-cati rimborsi dell'IVA all'esportazione (cheaveva superato i 2 miliardi di dollari) e incre-mentato del 50% le tariffe interne del gas.

Bilancia dei pagamentiIl saldo delle partite correnti che nel primosemestre 2010 si era chiuso con un attivodi oltre 500 milioni, a fine anno ha chiusoin rosso per 1,7 miliardi di dollari. Tra le di-verse voci sono rimasti pressoché stabili itrasferimenti correnti con 1,1 miliardi di dol-lari di rimesse degli emigrati ucraini nei pri-mi 9 mesi del 2010. Il dato è probabilmen-te sottostimato. Positivo il saldo (stimato)dei movimenti di capitale che dovrebbe at-testarsi a 8,7 miliardi di dollari grazie an-che a una ripresa dei flussi di investimen-ti diretti esteri che nei primi 9 mesi del 2010ammontavano a 4,3 miliardi. In questo con-testo la Banca Centrale ucraina potevacontare, alla fine del 2010, su un volumedi riserve valutarie pari a 33,3 miliardi didollari. Stabili anche le previsioni sull'infla-zione che dovrebbe mantenersi al di sottodel 10% come è avvenuto nel 2010.

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Kiev - Veduta aerea

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Il Governo marocchino ha lanciato unambizioso progetto integrato volto a va-lorizzare il potenziale turistico ed edili-zio della città di Tangeri che però com-porterà il trasferimento del terminalemarittimo delle navi di linea (passegge-ri) nel nuovo polo (Tangeri-Mediterra-neo) situato fuori città a circa 35 chilo-metri di distanza. Più in dettaglio l'ope-razione annunciata prevede:- La riconversione dell'area portuale acui saranno destinati 2 miliardi di dir-

hams (pari a poco meno di 200 milionidi euro). Sul fronte mare, dove attual-mente approdano le navi di linea e i tra-ghetti, saranno creati ex novo un portoturistico di 1.080 ormeggi e un nuovomolo per le navi da crociera. L'obiettivoè di valorizzare il potenziale turistico del-la città che negli anni '80 riceveva circa50mila crocieristi all'anno (oggi sonoscesi a 20mila). Previsto anche lo spo-stamento del porto per le navi da pescain una darsena adiacente.

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COSTRUZIONI ED EDILIZIA

Rabat riconverte il porto di Tangeria turismo e sviluppo edilizio

Tangeri - Il lungomare (foto wikipedia)

Lanciato un ambizioso progetto per rivalutare la città. Tra le opere in progetto, un nuovo porto turistico e losviluppo dell’area retrostante il lungomare

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- Lo sviluppo edilizio dell'area retrostan-te a cui saranno destinati 4 miliardi e200 milioni di dirham (pari a poco menodi 400 milioni di euro), con la costruzio-ne di alberghi, uffici e complessi resi-denziali. Il tutto sarà completato dallarealizzazione di un vasto spazio di par-cheggi esterni (5000 posti) e sotterranei(1000 posti), nonchè dalla costruzionedi una teleferica che collegherà l'areaportuale con i quartieri del centro citta-dino. Una presentazione delle specifi-che tecniche del progetto è disponibilepressa la Societè d'Amenagement duPort de Tanger-ville (SAPT), l'ente costi-tuito appositamente per dirigere le variefasi di esecuzione dell'iniziativa. La riconversione della zona portuale do-vrebbe essere completata entro la finedel 2015 con uno scadenzario che si ar-ticolerà in diverse gare d'appalto, la pri-ma delle quali per la realizzazione delporto turistico è appena stata lanciata.

A seguire, saranno lanciati entro marzogli appalti per l'ampliamento del termi-nale per navi da crociera e per la costru-zione del porto da pesca. Entro agostosarà indetta la gara per la realizzazionedei parcheggi. Successivamente ver-ranno indette le gare per lo sviluppo edi-lizio dell'area retrostante. Complessivamente i fondi previsti perl'intero programma ammontano a 6 mi-liardi e 200 milioni di dirham (equivalen-ti a circa 560 milioni di Euro) messi a di-sposizione per metà dal bilancio del Go-verno di Rabat e per metà dal FondoHassan II per lo sviluppo, il fondo so-vrano marocchino su cui affluiscono par-te dei proventi delle holding di proprie-tà della famiglia reale.

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Tangeri - Veduta aerea del nuovo porto Tangeri-Med

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Secondo i dati forniti da Deloitte l'afflus-so di investimenti diretti a Panama neiprimi 9 mesi del 2010 ammonta a 1.657milioni di dollari Usa, rispetto ai 1.467milioni registrati nello stesso periodo del2009 con un aumento quindi, pari al13%. Secondo Deloitte ha contribuito al-la performance l'innalzamento del ratingcreditizio del Paese ad opera di Fitch,Moody's, Standard & Poor's che ormaicollocano l'affidabilità dell'economia pa-namense su livelli paragonabili conquelli di Paesi come Brasile, Cile, Mes-sico e Perù. Anche la CEPAL (Commis-sione Economica per l'America Latina)ha collocato Panama al primo posto frai ricettori di investimenti diretti esteri nel-l'intera Regione del Centroamerica eCaraibi. Sta contribuendo anche l'intenso lavorosvolto dall'Amministrazione Martinelliper eliminare Panama dalla lista OCSEdei paradisi fiscali. In soli 12 mesi sonostati firmati 10 accordi in materia fiscalecon Barbados, Corea del Sud, Lussem-burgo, Messico, Olanda, Portogallo, Qa-tar, Singapore, Spagna e Stati Uniti. Altriquattro accordi sono stati definiti con Bel-gio, Francia, Irlanda e Italia. Si aggiungela riforma fiscale introdotta nel 2010 cheha ridotto le imposte sui redditi delle im-

prese e gli oneri sociali sul lavoro. In cam-bio sono state aumentate le imposte suiconsumi col risultato di una crescita net-ta della raccolta fiscale pari al 14,8% subase annua. Gli investimenti esteri si sono concentra-ti in prevalenza sui settori logistico, finan-ziario e quello delle costruzioni. Tra leoperazioni di maggiore rilievo figuranol'acquisto per 50 milioni di dollari da par-te della colombiana Casa Luker della dit-ta panamense Bonlac nel settore alimen-tare, l'acquisto del 70% del pacchettoazionario della panamense Microserfinda parte della banca spagnola BBVA el'acquisto da parte del Banco de Bogo-tà di BAC Credomatic. Attualmente è in via di definizione l'ope-razione per l'acquisto da parte della mes-sicana Coca Cola Femsa della pana-mense Industrias Lacteas per circa 200milioni di dollari Usa. Grazie anche a questo afflusso di investi-menti l'economia del Paese nel 2010 do-vrebbe essere cresciuta (dati preliminari)del 6,3%, con un tasso di crescita attesoper il 2011 pari al 7,5 per cento.

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ECONOMIA

Panama: cresce l’afflusso di investimenti esteriSecondo le agenzie di rating l'affidabilità dell'economia panamensesi colloca su livelli paragonabili a quelli di Paesi come Brasile, Cile, Messico e Perù

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Secondo stime della Banca Mondiale(Global Economic Prospects 2011) ilGhana dovrebbe registrare nel 2011 untasso di crescita pari al 13,4% collocan-dosi così, per questo aspetto, al primoposto tra i Paesi dell'Africa Subsaharia-na (media della Regione: + 5,5%). Laprevisione è lievemente superiore aquella contenuta nella relazione del Go-verno sul bilancio dello scorso novem-bre, nella quale veniva indicato un tas-so di crescita del 12.3%. Si fonda sui da-ti raccolti con il nuovo sistema di conta-bilità nazionale adottato dal Ghana apartire da dicembre 2010, con il quale,

attraverso misure mutuate dalla classi-ficazione standard delle Nazioni Unite,si è realizzato un ritratto più fedele del-l'esatta composizione dell'economia delPaese. Inoltre, l'anno base per la misu-razione della crescita del PIL è statospostato al 2006 (al posto del 1993).Nuove attività sono state incluse nellamisurazione della produzione aggrega-ta, tra cui le attività di gestione dell'am-biente e il settore dell'ICT. Infine, il com-mercio al dettaglio è stato contabilizza-to attraverso le entrate dell'IVA e non piùattraverso stime statistiche (commodityflow approach).

Accra, la Banca mondiale prevedeuna crescita record nel 2011

MACROECONOMIA

La previsione si fonda sui dati raccolti con il nuovo sistema dicontabilità nazionale adottato dal Ghana che ha ridisegnato il quadromacroeconomico del Paese

Accra - L’independence Arch (foto George Appiah/Wikipedia)

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Il quadro macroeconomico appare per-tanto ridisegnato. Il PIL in termini asso-luti è ora di 30 miliardi di dollari USA (in-vece di 18 miliardi). Secondo i nuovi da-ti, il settore primario copre una quota pa-ri al 31% sul PIL, l'industria manifattu-riera il 19 per cento e i servizi il 50 percento. Le nuove previsioni si basano sulbuon andamento delle principali espor-tazioni del Paese. Riguardano in particolare la filiera del-l'oro, con una produzione che nei primitre mesi del 2010 aveva superato in va-lore, i 2,6 miliardi di dollari USA, collo-cando il Paese al secondo posto in Afri-ca (dopo il Sudafrica) e in decima posi-zione a livello globale e il cacao per ilquale il Ghana è il secondo produttoreal mondo dopo la Costa d'Avorio. Si ag-giunge l'avvio della produzione petroli-fera del megagiacimento di Jubilee cuisi dovrebbero almeno cinque punti per-centuali della crescita del 2011. Le pre-visioni della Banca Mondiale sono po-sitive anche sul fronte dei prezzi con untasso di inflazione che in dicembre erasceso all'8,5 per cento su base annua (ilminimo dal 1992).

In questo contesto la Banca non ha avu-to difficoltà, anche quest'anno, a eroga-re un prestito di sostegno al bilancio afavore del Paese per 215 milioni di dol-lari. Tra il 2003 e il 2008 il Ghana ha giàbeneficiato di analoghe misure di soste-gno per un importo pari a 100 milioni didollari USA. Con il forte miglioramentodel quadro è probabile che tale apportosi riduca in futuro. I crediti approvati peril 2011 saranno condizionati all'attuazio-ne, da parte del Governo di Atta Mills,di azioni che includono l'elaborazione diuna serie di riforme strutturali che riguar-dano il settore finanziario, gli enti finan-ziati dal governo con la soppressione diquelli ormai considerati inutili, il decen-tramento amministrativo (Comprehensi-ve Decentralization Policy), l'istituzionedi un'autorità regolatoria del settore pe-trolifero e di un meccanismo automati-co di adeguamento delle tariffe per leutenze pubbliche, nonché l'avvio di unagestione economicamente sostenibiledella raffineria petrolifera di Tema.

Sunyani - La casa del cacao (foto Wikipedia)

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ENERGIA E UTILITIES

Cile: il governo vende partecipazioni nel settore idrico

Il Governo cileno ha deciso di vendere lerimanenti quote azionarie in quattro impre-se che operano nel settore dell'approvvigio-namento idrico (Aguas Andinas, Esval,Essbio e Essal) dove lo Stato è già in mi-noranza (in media circa 35 - 40 %) rispettoai partner privati. Prevede di ricavare dal-l'operazione 1.600 milioni di dollari. I Mini-stri dell'Economia e delle Finanze hannoanticipato che l'introito sarà utilizzato per :- ricapitalizzare alcune imprese pubblicheche potranno così sviluppare nuovi proget-ti di investimento. Si tratta di giganti comeCODELCO (rame), ENAP (petrolio), Me-tro ed EFE (metropolitana e ferrovie);- rafforzare i programmi nel settore PMI,della Corporacion de Fomento (COR-FO) che ha il compito di far crescere leimprese, promuovere nuove attività esviluppare il territorio;- sostenere i progetti di ricostruzione postterremoto in alcuni settori specifici (ediliziapopolare, scuole, ospedali e carceri).

TELEFONIA

Australia: Prysmian acquisisce una commessa per la banda larga

Prysmian ha acquisito una nuova com-messa per la fornitura di cavi in fibra ot-tica alla società australiana Nbn Co Li-mited creata dal Governo di Canberraper la costruzione e la gestione della re-te nazionale a banda larga. Il contrattoha un valore complessivo di 150 milionidi dollari australiani (223 milioni di eu-ro) su un periodo di cinque anni, con unprimo ordine di acquisto di 112 milioni.

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San Pedro de Atacama (Cile) il geyser di el tatio

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TRASPORTI E INFRASTRUTTURE

Paraguay, si punta sui privati per strade e aeroporti

Il Senato paraguayano ha approvato ilprogetto di legge per l'affidamento inconcessione dei tre principali aeroportidel Paese: Assunzione, Ciudad del Estee Mariscal Estigarribia. Ora è previstauna sessione straordinaria della Came-ra dei Deputati per giungere all'approva-zione definitiva.La concessione coprirà le attività di co-struzione e/o ristrutturazione e amplia-mento delle infrastrutture, amministra-zione e valorizzazione degli spazi per at-tività commerciali, industriali e di servi-zio. Restano esclusi i servizi di controllodel traffico aereo, avvicinamento e sor-volo e l'applicazione e riscossione di tas-se su tali servizi.

Presso il Senato è anche allo studio(da quasi un anno e mezzo) una pro-posta di legge per la gestione in con-cessione dei principali tratti stradalidel Paese: Ruta I, Ruta II, Ruta VI eRuta VII. Obiettivo delle modifiche le-gislative è di attrarre investimenti peralmeno 500 milioni di dollari con laprospettiva di migliorare e ammoder-nare aeroporti e strade e anche di ge-nerare nuovi posti di lavoro. Il Ministro dei Lavori Pubblici para-guayano, Efrain Alegre, ha annuncia-to che a breve potrebbe essere pre-sentato il progetto per la gestione inconcessione dell'idrovia Paraguay-Paranà sulla base di un'analisi e unostudio messi a punto dalla BancaMondiale.

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Paraguay - Assuncion, la capitale

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Danimarca: en plein italiano per ilnuovo Cityringen di Copenhagen

Successo tutto italiano per la realizzazio-ne della metropolitana senza pilota di Co-penaghen (Cityringen) aggiudicata, perle opere civili, al consorzio italiano Cope-naghen Metro Team guidato da SaliniCostruttori e composto anche da MaireTecnimont, Seli e Trevi. Per le opere fer-roviarie, il segnalamento e la manuten-zione ad Ansaldo STS e per il materialerotabile ad Ansaldo Breda (Gruppo Fin-meccanica). Ulteriore particolare: il cemento per leopere civili sarà fornito dalla AalborgPortland, società controllata da Cemen-tir (Gruppo Caltagirone).Il valore complessivo dell'opera - checomporterà la realizzazione di 17 nuovestazioni tutte sotterranee, la cui conse-gna è prevista entro il 2018 - è di 21,3 mi-liardi di corone danesi, pari a circa duemiliardi e ottocentocinquanta milioni di

euro: si tratta, come ha sottolineato ilquotidiano Politiken, di uno dei maggio-ri contratti per opere pubbliche che sia-no stati stipulati in Danimarca. L'ente appaltatore è la società Metro-selskabet, i cui azionisti sono lo Stato,il Comune di Copenaghen e, in misuraminore, il Municipio della contigua cittàdi Frederiksborg. La cerimonia di assegnazione si è svol-ta nel foyer del Teatro Reale di Copena-ghen. L'evento ha avuto anche un'am-pia copertura mediatica. Il Presidente di Metroselskabet, Hen-ning Christophersen, già Ministro del-le Finanze e Commissario Europeo, e leAutorità danesi hanno inteso sottolinea-re la continuità con l'eccellente lavorosvolto in Danimarca dalle aziende italia-ne in particolare da Ansaldo che avevagià costruito il primo sistema driverlessper il metro della capitale danese.

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Il tracciato della Citiringen, la metropolitana di Copenhagen

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Palawan (Filippine), la rinomata località turistica di El Nido, ritenuta uno dei paradisi dei Mari del Sud

CILE

La crescita 2010 supera il 5% nonostante il terremoto

Le prime stime sull'andamento dell'eco-nomia cilena nel 2010 indicano un tassodi crescita del PIL tra il 5,1 e il 5,3% no-nostante gli effetti del terremoto che hainvestito il Paese nel mese di febbraiodel 2010. In novembre dello scorso an-no la crescita è stata del 6,2 per cento.Nei primi nove mesi del 2010 sono staticreati 385.000 nuovi posti di lavoro, qua-si il doppio della media annuale di cre-scita del numero di occupati (che è di200.000 nuove unità annue). Il saldo ac-cumulato della bilancia commerciale èrisultato positivo per circa 15 miliardidi dollari, grazie soprattutto all'apportodei settori di esportazione tradizionali: ilrame in particolare, ma anche nuove fi-liere come quella della cellulosa. Aumenta il disavanzo pubblico, anche acausa delle spese per l'avvio della fasedi ricostruzione dal sisma, ma il dato nonè preoccupante, tenuto conto che lostock di debito accumulato è di circal'8,4% del PIL. Per il 2011 si prevede, secondo il Ministe-ro dell'Economia, una crescita econo-mica del 6%, trainata dal settore manifat-turiero, che dovrebbe ritornare a operarea pieno regime. Previsti anche un conso-lidamento nel settore del commercio aldettaglio e una significativa crescita del-l'occupazione. Obiettivo delle Autorità ci-lene è anche di mantenere il tasso di in-flazione nei limiti del 3 per cento.

FILIPPINE

Crescita record nel 2010, Pil + 7,7% annuo

Crescita record nel 2010 per l'economiafilippina: secondo i dati dell'Ufficio Na-zionale di Statistica il Pil del Paese haregistrato lo scorso anno un aumentopari al 7,3 per cento, il livello più alto dal1986 quando nel Paese fu restaurata lademocrazia con la (pacifica) cacciata diFernando Marcos. La performance è nettamente superioreal target di inizio anno. Il Governo di Ma-nila infatti prevedeva una crescita nel-l'ordine del 5-6 per cento. È stata traina-ta in buona parte da una forte ripresa del-le esportazioni che si è tradotta in un au-mento della produzione industriale pariall'8,3% annuo e anche dal buon anda-mento dell'annata agricola che ha con-sentito, a fine anno, di compensare i dan-ni provocati nei primi nove mesi dalla sic-cità e da una serie di uragani. Particolar-mente positiva anche la crescita degli in-vestimenti in attrezzature e macchinariche dovrebbero consentire un tasso ele-vato di crescita anche nel 2011.

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Raccolta fiscale + 9,6% annuo,deficit inferiore alle previsioni

La raccolta dell'amministrazione fiscale(BIR: Bureau of Internal Revenue) ha re-gistrato nel 2010 una crescita del 9,6 percento su base annua, per un totale di oltre822 miliardi di pesos (18,6 miliardi di dol-lari). Nel 2009 le entrate fiscali avevano re-gistrato un regresso del 3,6 per cento. L'au-mento della raccolta fiscale è un obiettivoche la nuova Amministrazione Aquino (maanche il Fondo Monetario Internaziona-le) ritengono essenziali per sostenere il ri-lancio economico in atto nel Paese. La cre-scita della raccolta ha avuto un andamen-to crescente nel secondo semestre: 12 percento su base annua rispetto all'8,6% deiprimi sei mesi. Nel 2011, secondo Kim Henares, Com-missario del BIR, è proponibile un ulte-riore aumento del 14% per un totale di940 miliardi di peso (21,3 miliardi di dol-lari). In aumento (+ 17 per cento annuo)anche la raccolta dell'Amministrazionedoganale pari a 259 miliardi di pesos(5,9 miliardi di dollari).La performance fiscale del 2010, anchese inferiore agli (ambiziosi) obiettivi diinizio anno, unita a un aumento dellaspesa pubblica inferiore alle previsioni,si è tradotta in un deficit del bilancio del-lo Stato. Secondo i dati preliminari delMinistero delle Finanze la perdita, di cir-ca 310 miliardi di pesos (7miliardi di dol-lari) è lievemente inferiore alle previsio-ni. La spesa complessiva dello Stato èstata di 1.590 miliardi di pesos (pocomeno di 36 miliardi di dollari) in aumen-to del 7,7 per cento annuo.

ROMANIA

Torna a crescere l’interscambio

Crescono le esportazioni e cala il deficit com-merciale della Romania. Nel corso dei priminove mesi del 2010 il valore delle esportazio-ni FOB è stato di 26,8 miliardi di euro, in au-mento di oltre il 26% rispetto allo stesso perio-do del 2009. Le importazioni CIF hanno tota-lizzato 33,8 miliardi, segnando di quasi un+20%. Il deficit quindi è stato di circa 7 miliar-di. Il 72,6% dell'export rumeno è andato ver-so i Paesi UE, per un valore di 19,5 miliardi. Iflussi dai Paesi Ue hanno coperto il 72,4% del-le importazioni, per un totale di 24,5 miliardi.L'interscambio con l'Italiaè stato di 7,65 mi-liardi con un aumento del 16,3% sui primi 9mesi del 2009. In particolare le importazionidell'Italia dalla Romania sono cresciute del18,6%, per un valore totale di 3,93 miliardi.Le esportazioni sono cresciute del 14,4% perun valore di 3,72 miliardi. Il deficit commer-ciale è pari a 208 milioni di euro. Il massimodegli ultimi anni era stato registrato nel 2007(1.515 milioni). I settori trainanti restano il tes-sile e le macchine elettriche, con quote, siaper quanto riguarda l'import che l'export, com-prese tra il 17,4 e il 24,1 per cento. La quotadell'Italia sull'import rumeno è scesa dal 15,4al 13,9 per cento. Il peso complessivo sull'ex-port rumeno è sceso in misura più ridotta,dall'11,8% all' 11,6%. L'Italia continua a man-tenere il secondo posto nella classifica deipartner commerciali della Romaniadopo laGermania. Ragguardevoli progressi sono sta-ti compiuti da competitor come Francia Tur-chia, Ungheria e Cina.

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